Diritti e sostenibilità per garantire un futuro alla · anche in aree della città deprivate,dal...

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Diritti e sostenibilità

per garantire un futuro alla

generazione 2030

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• Il 20 novembre 1989 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite

adottava la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e

dell’Adolescenza (CRC), un documento di eccezionale importanza in

quanto riconosceva, per la prima volta ed in forma coerente, tutti i

bambini e tutte le bambine del mondo quali titolari di diritti civili,

sociali, politici, culturali ed economici.

• 54 articoli con tre protocolli opzionali, la Convenzione rappresenta ancora oggi a

livello universale la carta fondamentale dei diritti delle persone di età minore, che

devono essere promossi e garantiti dai 196 Paesi firmatari in ogni loro azione e

programma alla luce delle sfide del presente e del futuro.

Quali sono le sfide politiche, economiche, culturali, sociali e ambientali

che pongono al centro i diritti dell’infanzia nel contesto attuale?

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L’Agenda globale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile (Agenda

2030) è stata adottata dall’Assemblea Generale a settembre 2015 con lo scopo di

definire un approccio globale allo sviluppo sostenibile basato su 17 obiettivi

strategici e 169 traguardi specifici da raggiungere entro il 2030.

Questi obiettivi sono divenuti parte dell’attuale agenda programmatica dei Governi

nazionali volta alla ricerca della sostenibilità economica, sociale e ambientale,

e rappresentano l’aspirazione più ampia per garantire un futuro migliore ai bambini di

oggi e di domani.

Save the Children in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti ha proposto una

lettura condivisa della CRC e Agenda2030 che ha permesso di sostanziare

l’inscindibile rapporto tra lo sviluppo inclusivo, equo e sostenibile promosso

dall’Agenda 2030 e la realizzazione dei diritti delle persone di età minore

prevista nella Convenzione ONU.

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Convenzione

ONU sui diritti

dell’infanzia e

dell’adolescenza

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I principi fondamentali della CRC, ossia la non discriminazione

(art.2), il superiore interesse del minore (art.3), il diritto alla vita,

alla sopravvivenza e allo sviluppo (art.6) e l’ascolto del minore

(art.12) si dimostrano trasversali anche nella lettura dell’Agenda

2030, il cui obiettivo è quello di «non lasciare nessuno indietro»

Leggere gli SDGs in un’ottica di garanzia dei diritti dei minorenni

significa quindi impegnarsi per garantire anche in Italia a tutti

l’accesso ai diritti fondamentali quali la vita (SDG 2), la salute

(SDG 3), l’acqua (SDG 6) e l’energia (SDG 7).

Significa garantire un’istruzione di qualità (SDG 4), eliminare ogni

forma di discriminazione nei confronti di bambine e ragazze (SDG 5),

e ridurre ovunque e in maniera significativa tutte le forme di violenza

(SDG 16), nonché le disuguaglianze (SDG10).

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Vuol dire contrastare fenomeni quali la povertà minorile (SDG 1),

incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile

(SDG 8), ripartendo dai territori, costruendo città e comunità

sostenibili (SDG 11) e tutelando l’ambiente (SDG 13,14,15), oltre

che a costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione

ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile (SDG 9)

e garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo (SDG

12) nell’ottica di responsabilità sociale ed ambientale.

Equivale anche a garantire che i bambini e le bambine possano

crescere in un Paese in cui la pace e la giustizia siano garantiti e

dove esistono a tutti i livelli istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti

(SDG 16), un Paese in cui le istituzioni, insieme con la società civile e

il settore privato (SDG 17), facciano tutte la loro parte per garantire

un’alleanza reale per la sostenibilità.

Significa essenzialmente porre al centro il superiore interesse dei

bambini e delle bambine di oggi e di domani, promuovere e

proteggere i loro diritti fondamentali, così come sanciti nella CRC.

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UNICEF: Mapping the Global Goals for Sustainable Development and the Convention

on the Rights of the Child

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I diritti sanciti nella CRC sono indispensabili per assicurare la sostenibilità

sociale e ambientale ambita dall’Agenda 2030, in cui manca spesso la declinazione

degli obiettivi in relazione alle esigenze e alle esperienze di vita dei bambini.

Porre al centro i bambini significa mettere in discussione il paradigma culturale

sostenuto fino ad oggi e ridefinire le priorità entro cui poi declinare il tema del

benessere sostenibile in tutte le sue dimensioni alla luce del superiore interesse dei

bambini.

La definizione di “sviluppo sostenibile” considerava le giovani generazioni come i

beneficiari finali di un determinato processo di sostenibilità; ciononostante, oggi le

giovani generazioni sembrano scomparse dall’agenda politica.

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Eppure per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado

di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione

presente senza compromettere la possibilità delle

generazioni future di realizzare i propri»

Analizzando la componente sociale ed ambientale della

sostenibilità, consapevoli che la grande sfida che le nostre e le

future generazioni hanno davanti è quella dei cambiamenti

climatici, diventa prioritario non solo adottare politiche per la

protezione dell’ambiente, dell’acqua, dell’atmosfera, ma anche

garantire un equo accesso ai diritti, contrastando

diseguaglianze, povertà, discriminazioni e svantaggio

sociale

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Oggi l’ingiustizia ambientale e quella sociale convivono nello stesso contesto.

Chi vive in periferia in condizioni di precarietà socio-economica, spesso abita

anche in aree della città deprivate, dal punto di vista ambientale, al contrario di

quanto si verificava in passato, quando chi era povero poteva comunque vivere anche

in contesti molto sani.

Per questo poniamo l’attenzione in studi e ricerche, da ultimo con il X Atlante

dell’infanzia (a rischio) 2019, sull’interconnessione tra crisi climatica/degrado

ambientale e povertà/diseguaglianze, ponendo l’accento sull’impatto di questi

sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

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In Italia trattiamo la crisi climatica alla luce dell’urgente fenomeno della povertà

educativa ed economica, che oggi colpisce 1.260.000 bambini in Italia, che risultano

quindi più esposti ai rischi ambientali per la mancanza di opportunità nel contesto in cui

crescono.

«Sul piano sociale, il ciclo del riscaldamento globale contribuisce a sua volta a surriscaldare il

circolo vizioso delle povertà perché i suoi effetti colpiscono nell’immediato soprattutto chi

meno ha contribuito a creare il problema: il 50% più povero della popolazione mondiale è

responsabile solo del 10% delle emissioni di CO2, mentre il 10% più ricco ne immette da solo

il 50%. I cambiamenti climatici, inoltre, alimentano un divario generazionale senza

precedenti, con bambini e giovani chiamati a pagare il conto della più grave crisi nella storia

dell’umanità» (Save the Children, ottobre 2019)

Il cambiamento climatico incide già sulla vita di molti, visto che le stime ci

parlano, nel periodo 2009-2017, di quasi 200 milioni sfollati interni nel mondo per soli

disastri naturali. Un problema destinato a crescere nel futuro, secondo gli esperti visto

che «le minacce legate alle condizioni metereologiche riguardano ormai l’87% di tutti gli

spostamenti per disastri».

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Alcune città, in Europa ed in Italia, stanno realizzando piani di adattamento ai

cambiamenti climatici, tema di grande importanza anche per bambini e ragazzi, visto

che più di 8 minorenni su 10, nel nostro Paese, vivono in Comuni con più di 5

mila abitanti e il 37% si concentra nelle 14 città metropolitane, in territori che spesso,

come ci raccontano i dati, non sono a misura di bambino.

Città sempre più inquinate, in cui il verde pubblico

è talora sotto la media, in cui la mobilità alternativa e

sostenibile è ridotta e l’utilizzo dell’automobile sulle

strade è in crescita, tanto da portare l’Italia in cima

alla classifica europea, con 616 vetture per 1000

abitanti (4,4 auto per ogni neonato).

Gli effetti del cambiamento climatico si rilevano

anche dal susseguirsi di una serie di eventi

climatici estremi quali allagamenti, trombe d’aria,

esondazioni fluviali, frane e danni al patrimonio

dovuti alle piogge intense.

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Ci dobbiamo chiedere dunque quanto sono esposti i cittadini e in particolare i

bambini/ragazzi in Italia dato l’intensificarsi degli eventi estremi in un Paese con un

territorio geologicamente fragile, esposto al rischio di alluvioni e terremoti, e

densamente antropizzato e cementificato.

Edifici scolastici

Su un totale di poco più di 40 mila edifici

censiti dall’anagrafe dell’edilizia scolastica, 7

mila sono considerati “vetusti”; oltre 15 mila

sono privi di collaudo statico, oltre 21 mila del

certificato di agibilità.

In un contesto di trasformazioni globali il

cambiamento deve partire dai banchi di

scuola.

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«Avremo bisogno di ridisegnare l’educazione insegnando agli alunni a diventare campioni

di sostenibilità: persone disposte ad uscire coraggiosamente dalle situazioni attuali e ad

impegnarsi a guidare il cambiamento sociale, politico, economico e culturale, affinché le

società umane possano vivere in maniera sostenibile sul pianeta. Altrettanto importante,

l’educazione dovrà rendere gli studenti più resilienti ai cambiamenti del loro futuro,

offrendo loro una molteplicità di competenze per la vita e la cooperazione». (World Watch

Institute)

«Se vogliamo preservare l’ambiente per le generazioni future, è essenziale che gli studenti

accrescano la consapevolezza e le conoscenze sui problemi ambientali ed utilizzino

tali conoscenze per rendere il loro stile di vita più sostenibile, ridurre i costi dell’azione

ambientalista e trovare soluzioni innovative a questi problemi». (OCSE)

Ovviamente, la scuola non può affrontare questo compito da sola; ma alleandosi con la

società civile, collaborando a costruire una comunità educante, può giocare un ruolo

essenziale nel fornire capacità, strumenti, percorsi per preparare i giovani ad un avvenire

incerto.

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Abbiamo un “tempo nuovo”, della mobilitazione giovanile in

favore della protezione dell’ambiente, della lotta ai

cambiamenti climatici e alle diseguaglianze e della richiesta di

adottare stili di vita più sostenibili così da preservare le risorse

naturali del nostro pianeta non solo per le generazioni presenti, ma

anche per quelle future.

I movimenti dei giovani che oggi scendono in piazza per il clima

rappresentano un modo per creare relazioni, tessuto sociale, e

costruire la sostenibilità sociale di cui la società oggi ha bisogno

per affrontare le nuove sfide.

Il movimento Fridays for Future ci ha mostrato una gioventù

impegnata, assetata di sapere, che vuole comprendere i fatti sulla

base delle evidenze scientifiche, informandosi, approfondendo,

studiando. Le insistenti richieste dei giovani hanno avuto il merito di

riaprire e rafforzare, a livello nazionale ed internazionale, il dibattito

sul tempo in cui viviamo. Rivendicano il loro diritto ad avere un

futuro.

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Di fronte alle sfide del presente e in particolare le sfide ambientali, è necessario

valorizzare i contributi e promuovere la partecipazione dei bambini e dei ragazzi

nel quadro delle azioni previste per l’identificazione delle linee programmatiche e

delle agende politiche relative ad azioni per contrastare e mitigare il cambiamento

climatico.

La loro partecipazione è infatti uno dei principi fondamentali e diritto

inalienabile della CRC, e significa coinvolgerli nelle decisioni che riguardano la

loro vita, la vita delle loro famiglie, della comunità e della società più ampia in cui vivono,

e renderli attori sociali attivi.

La sfida non è semplice, e potrà essere vinta solo investendo nella società della

conoscenza, nella lotta alle povertà educative, nella promozione di un’istruzione al

passo coi tempi.

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Per approfondimenti:

X Atlante dell’Infanzia (a Rischio) https://atlante.savethechildren.it/index.html

10° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio

della Convenzione ONU (CRC) http://gruppocrc.net/#124

Diritti e Sostenibilità per garantire un futuro alla

generazione 2030 http://gruppocrc.net/wp-

content/uploads/2019/09/documento-finale.pdf

UNICEF, Mapping the Global Goals for Sustainable

Development and the Convention on the Rights of the Child,

2016 disponibile su https://www.unicef.org/media/60231/file

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