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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Giugno 2014 - numero 72 www.lapianura.it Secondo l’osservatorio scolastico del Touring Club Italiano sei classi su dieci non hanno quest’anno programmato la gita scolastica annuale. Il combinato disposto tra la revisione della spesa pubblica e la pesante crisi economica che investe da anni le famiglie ha determinato questo stato di cose. Almeno in questa occasione non tutto il male viene per nuocere. Infatti, se al posto di inviare le scolaresche a Parigi, Londra o Praga, oppure a Roma, Firenze e Venezia, mete gettonate nella stragrande maggioranza dei casi, si proponessero delle gite volte a far conoscere le meraviglie del nostro territorio, sarebbe una salutare inversione di tendenza. Le giovani generazioni ignorano, oseremmo dire totalmente, il territorio in cui sono nate e vivono. Se l’idea che sta alla base della gita scolastica è quella di essere parte integrante dell’attività didattica, perché non sottolineare che la conoscenza del proprio territorio è una questione prioritaria? La nostra pianura è ricca di straordinari esempi di oasi naturalistiche, di capolavori di architettura, di musei e pinacoteche che espongono quadri di assoluto valore. Se a tutto ciò aggiungiamo che si potrebbe far conoscere ai nostri scolari e studenti animali che hanno visto solo in televisione, prodotti enogastronomici che hanno potuto solo ammirare al Master Chef, e ci limitiamo a soli questi due esempi per brevità di spazio, è di tutta evidenza l’utilità di gite scolastiche, davvero formative, con mete vicine a noi. Non si potrà certo pavoneggiarsi a radical-chic, ma sicuramente si potrà fare del bene ai nostri giovani. Editoriale Sommario Direzione: Stefania Brunelli Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova (Bs) Stampa: Tiber spa - Brescia Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] per inserzioni pubblicitarie email: [email protected] VISITA IL NOSTRO SITO www.lapianura.it Manerbio pag 3 Manerbio » 4 Manerbio » 5 Manerbio » 6 Il nostro dialetto » 7 Pontevico » 8 Bassano, Pontevico e San Paolo» 9 Offlaga » 10 Orzinuovi » 11 San Gervasio » 12 Calendario Bresciano » 14 Ricette » 15 I.S.Lo » 16 Un Peter Pan dei piccoli in scena al Politeama I ragazzi delle scuole parrocchiali di Manerbio hanno fatto vivere la favola di Peter Pan in uno spettacolo allestito con un grande scenografia al Politeama. Sala Affollata, grande entusiasmo espresso con fragorosi applausi. La conclusione con la distribuzione dei riconoscimenti a cura dell’arciprete mons. Tino Clementi agli allievi della classe quinta elementare che l’anno prossimo saranno iscritti alla medie statali. Foto di Paolo Piubeni, un momento dello spettacolo.

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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Giugno 2014 - numero 72

www.lapianura.it

Secondo l’osservatorio scolastico del Touring Club Italiano sei classi su dieci non hanno quest’anno programmato la gita scolastica annuale.Il combinato disposto tra la revisione della spesa pubblica e la pesante crisi economica che investe da anni le famiglie ha determinato questo stato di cose.Almeno in questa occasione non tutto il male viene per nuocere.Infatti, se al posto di inviare le scolaresche a Parigi, Londra o Praga, oppure a Roma, Firenze e Venezia, mete gettonate nella stragrande maggioranza dei casi, si proponessero delle gite volte a far conoscere le meraviglie del nostro territorio, sarebbe una salutare inversione di tendenza.Le giovani generazioni ignorano, oseremmo dire totalmente, il territorio in cui sono nate e vivono.Se l’idea che sta alla base della gita scolastica è quella di essere parte integrante dell’attività didattica, perché non sottolineare che la conoscenza del proprio territorio è una questione prioritaria?La nostra pianura è ricca di straordinari esempi di oasi naturalistiche, di capolavori di architettura, di musei e pinacoteche che espongono quadri di assoluto valore.Se a tutto ciò aggiungiamo che si potrebbe far conoscere ai nostri scolari e studenti animali che hanno visto solo in televisione, prodotti enogastronomici che hanno potuto solo ammirare al Master Chef, e ci limitiamo a soli questi due esempi per brevità di spazio, è di tutta evidenza l’utilità di gite scolastiche, davvero formative, con mete vicine a noi.Non si potrà certo pavoneggiarsi a radical-chic, ma sicuramente si potrà fare del bene ai nostri giovani.

Editoriale Sommario

Direzione: Stefania Brunelli

Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova

(Bs)

Stampa: Tiber spa - Brescia

Pubblicazione mensile

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Un Peter Pan dei piccoli in scena al Politeama

I ragazzi delle scuole parrocchiali di Manerbio hanno fatto vivere la favola di Peter Pan in uno spettacolo allestito con un grande scenografia al Politeama.Sala Affollata, grande entusiasmo espresso con fragorosi applausi.

La conclusione con la distribuzione dei riconoscimenti a cura dell’arciprete mons. Tino Clementi agli allievi della classe quinta elementare che l’anno prossimo saranno iscritti alla medie statali. Foto di Paolo Piubeni, un momento dello spettacolo.

Giugno 2014 Pag . 3Manerbio

Godibilissima serata col concerto di musiche da film al Politeama organizzata dagli amici dell’oncologia dell’ospedale di Manerbio per presentare l’associazione Adamo, fondata da Paola Mondolo scomparsa a trent’anni, figlia del presidente dei donatori di sangue, Giuseppe. Il concerto è stato eseguito dal “Movie trio”, formato da Alessandro Modenese, chitarra, Fabiano Manero, prima tromba solista dell’orchestra della Fenice di Venezia, ed

Erika de Lorenzi, voce. Essi hanno fatto trascorrere un paio d’ore entusiasmanti interrotte da applausi riconoscenti per il programma offerto.All’associazione Adamo aderiscono il personale del reparto di oncologia di Manerbio, in primis il primario Giuseppe Colosini, i suoi collaboratori e gli infermieri che concluso il concerto hanno aderito all’invito di posare per la foto affiancati dai protagonisti della serata.

Concerto per il reparto di oncologia

Concluso nel teatro comunale Memo Bortolozzi di Manerbio con la consegna degli attestati di frequenza, il Corso di primo soccorso gratuitamente organizzato dall’Anc, l’associazione nazionale carabinieri sezione brigadiere medaglia d’oro Giovanni Lai. I diplomi di frequenza che certificano l’idoneità ad intervenire in caso di necessità sono stati consegnati ai 127 partecipanti: commercianti, artigiani e volontari che confluiscono nel nucleo di volontariato costituito presso l’Anc. Erano presenti all’incontro: il coordinatore provinciale Anc, maggiore Carlo Arli; gli istruttori professionisti della postazione 118 di Gambara; il responsabile del corso maresciallo Sergio Facchetti ed i sindaci o loro rappresentanti di: Manerbio, Pavone Mella, Offlaga, Bassano Bresciano e Cigole; in rappresentanza della Provincia il consigliere dell’assemblea di palazzo Broletto, Paolo Mantelli. Per tutti ha avuto parole di saluto e di riconoscenza per il sostegno Antonio Anni, presidente Anc Manerbio, che ha illustrato le iniziative dalla sezione per l’anniversario dei 200

anni dalla fondazione dell’Arma dei Carabinieri, fra le quali il concorso indetto fra gli allievi delle scuole di Manerbio grazie alla disponibilità della dirigente Ferraboschi e delle insegnanti dei diversi istituti pubblici e privati. Altra iniziativa è relativa alla mostra delle divise storiche dei carabinieri nella sala mostre del municipio, in piazza Cesare Battisti, che avrà il suo apogeo il 21 settembre con manifestazione “Aspettando la Virgo Fidelis” la ricorrenza dedicata alla protettrice dell’Arma. “ Virgo Fidelis” è l’appellativo cattolico di Maria, madre di Gesù, scelta quale patrona dell’Arma dei Carabinieri promulgata con un apposito “Breve apostolico” da Pio XII. l’11 novembre 1949. La ricorrenza della Patrona è stata fissata dallo stesso papa Pio XII per il 21 novembre, giorno in cui cade la Presentazione della Beata Vergine Maria e la ricorrenza della battaglia di Culqualber (Abissina 6 Agosto- 21 Novembre 1941).

Nella foto, la sala affollata di autorità e volontari che hanno frequentato il corso di primo soccorso.

L’ANC forma i volontari per il primo soccorso

Mormorii in riva al MellaNei vari argomenti ambientali trattati ci siamo spesso espressi in modo critico sul tema parco Mella (alias Canalot, alias Via Valsecchi, alias Area depuratore, ecc...), sia per invocarne la paternità istitutiva e la gratuità attuativa, sia per giudicare successivi interventi di ampliamento, ripopolamento, o affollamento vegetale.Di quest’ultimo intervento si deve ricordare l’esagerato costo nonché confrontare lo sviluppo arboreo dell’ultima

piantumazione: misero e ridotto non per colpa propria, ma per l’improprietà dell’esecuzione.Queste osservazioni che si ritiene giusto sempre ribadire presentano ora una perla aggiuntiva e a conferma: non è possibile o è fortemente ostacolata la manutenzione per l’impedito accesso alle macchine operatrici e non è agevole perfino l’esecuzione manuale della stessa.

Il prodotto dei campi (frumento nella fattispecie) viene raccolto verde e destinato alla produzione energetica (biogas) e non alla alimentazione!E si parla di fame nel mondo!A lato quel che resta: la stoppia (stroppia)

paradiso un tempo per le nidificazioni, ora in poco tempo concimata con l’eccesso dei reflui zoootecnici, ed arata per la semina di mais destinato ovviamente ad altro biogas.L’economia attuale ha le sue leggi, ma ahimè pagheremo poi!

Immagini della rivoluzione ambientale in atto

Pag . 4 Giugno 2014Manerbio

Chi avrà il tempo e la voglia di osservare la muratura d’angolo sud orientale della casci-na Mercandone comprenderà subito come l’arte della buona costruzione a Manerbio è documentabile da tempo immemorabile.Di esempi similari se ne possono citare più di uno.Sconosciuti, invece, i personaggi, siano essi architetti, marangoni o capomastri, che hanno realizzato queste costruzioni.Mentre la figura dell’architetto è nota, quella del marangone o del capomastro ne-cessita di una breve spiegazione.Marangone e capomastro sono una delle tante definizioni che ci sono state traman-date e che oggi sono desuete.Oggi li potremmo chiamare imprenditori edili.Sarebbe, però, una semplificazione.Le due figure, spesso e volentieri, si riassu-mevano con quella dell’architetto.Infatti, quando da Manerbio venivano chiamati ad operare nei paesi circonvici-ni automaticamente venivano promossi al rango di architetti.Questo vale anche per i marangoni che ve-nivano chiamati a Manerbio.Un esempio: il 9 maggio 1603 Gio Anto-nio Avanzo, Dominico Bondi e Cristopho-ro Ogna si impegnano per la somma di lire planet 11.000 a costruire la torre civica di Manerbio.Essi si qualificano, dapprima, come maran-goni e, poi come maestri.Consultando vari documenti storici il pri-mo marangone manerbiese assunto al ruo-lo di architetto è Lorenzo Pozzi (o Pozzo se declinato alla veneta) cui si deve il campa-nile di Offlaga.La posa della prima pietra della nuova fab-brica è del 25 aprile 1730.Lorenzo Pozzi, due anni prima, unitamen-te al marangone Lorenzo Zambelli è chia-mato a stimare il tezzone del salnitro di Manerbio, ed era qualificato come capo-mastro.Pozzi era un rampollo di una genia di ma-stri muratori.

Infatti, nel 1621 Giovan-ni Pozzo, ma-estro di mu-raglie, ottiene il permesso di costruire una fornace in contrada del-le Peschere per produrre 32.000 quadrelli e 4.000 coppi.Analoga sorte tocca ai Gaffurri che da ca-pomastri diventano architetti allorquando vengono chiamati da mons. Bassiano Cre-monesini a Pontevico per l’ampliamento della chiesa abbaziale nel 1833.Naturalmente vari architetti, anche di chiara fama, vengono chiamati ad operare a Manerbio.Il più noto di questi è Rodolfo Vantini, cui si deve il progetto della sommità della torre civica, anche se l’attuale aspetto non corri-sponde ai disegni vantiniani.Se invece prendiamo in esame l’attività dei marangoni è opportuna una precisazione.Marangone è un termine dialettale veneto che sta a indicare un carpentiere.I marangoni si distinguevano in marangoni da muro e da legno.Con il primo termine si intendeva il capo-mastro, con il secondo si indicava il car-pentiere.Ancora oggi nella nostra parlata dialettale persiste il termine maringù che qualifica il falegname.La prima notizia è del 5 novembre 1516 e vede il marangone Bartolomeo q. Vincen-zo de Fortunatis da Manerbio teste in un rogito notarile stipulato a Brescia.La seconda notizia è del 2 novembre 1519 ed è sempre relativa alla stipula di un rogito da parte del notaio Bartolomeo Quattrini di Brescia.In questo caso il marangone Petrus de Ma-rono da Manerbio pone il proprio figlio Andrea come garzone nella bottega del pit-tore Matteo de Zambelli per una durata di 5 anni.

Filippo q. Zamboni de l’Algisa de Maner-bio è marangone lignanimum ed è teste in più rogiti notarili stipulati dal 1527 al 1532.Teste in un atto notarile del 9 gennaio 1535 è il marangone Francesco da Manerbio.Nel 1556 il marangone Vincenzo da Ma-nerbio risulta partecipare al proprio para-tico che aveva sede a Brescia nella chiesa di S. Francesco.Il paratico era un’associazione medioevale di mercanti o di artigiani del medesimo set-tore, una sorta di sindacato ante litteram.Nel dicembre 1599 il manerbiese Lorenzo Bassanino termina la costruzione di una torre a Leno ed inizia la costruzione del coro della chiesa parrocchiale di S. Pietro, sempre a Leno.In questa seconda opera è coadiuvato dal figlio Andrea.La fabbrica della nuova parrocchiale di Manerbio iniziata nel 1715 vede all’opera i migliori capimastri del luogo.Quattro sono quelli ricordati dalle crona-che: Giuseppe Carera, Carlo Caprioli, An-tonio Pozzi e Battista Barbi.Il canonico della cattedrale Ferdinando Galanti, a nome del Capitolo, il 26 feb-braio 1752 in Manerbio, sottoscrive il con-tratto per il rifacimento della chiesa delle Casacce. L’opera, affidata al capomastro manerbiese Giovanni Battista Barbi, preve-de la ricostruzione della parete nord (mu-raglia a monte) della chiesa, l’innalzamento dell’abside, il rifacimento della volta e del tetto, e del muraglione di sostegno del pic-colo sagrato.Giambattista Fiorentini è stato mezzano tra le parti e il prezzo dei lavori viene concor-dato in 280 scudi, pari a lire piccole 1960.La qualifica di manerbiese per Giovanni Mosca non è certa ma probabile.

A lui vengono affidati i lavori di costru-zione della chiesa di S. Giovanni Battista in contrada del porto a Pontevico e delle strutture di palazzo Cigola, ora sede del municipio, di Bassano.Il tutto avviene nel 1777 ed anni seguenti.Le grandi fabbriche manerbiesi dell’800 sono l’ospedale e palazzo Ghirardi.Esse vengono affidate rispettivamente ai capimastri Alghisi e Giacomo Gaffurri.Per la famiglia Gaffurri si veda l’apposita scheda.Verso la fine di questo secolo si ha, grazie all’annuario guida Apollonio, gli elenchi dei capimastri manerbiesi.Li elenchiamo di seguito: Bariselli Pietro, Spagnoli Natale, Torri Andrea, Minoni Faustino, Gaffurri Giacomo, Maestrini Francesco, Carera Giovanni, Franceschetti Angelo, Grazioli Pietro, Pugnetti Giovan-ni, Mosca Giuseppe, Spagnoli Giuseppe, Pansera Angelo.Con la nascita del movimento socialista i capimastri manerbiesi sono oggetto di al-cune vertenze sindacali.Il primo sciopero di muratori è registrato nel 1895 in occasione della costruzione del ponte in ferro del fiume Mella.Per limitarci agli eventi più significativi, non essendo questa la sede per racconta-re le lotte sindacali di muratori e mano-vali, citiamo un ordine del giorno del 10 maggio 1899 licenziato dai socialisti con il quale venivano espressa lamentele nei confronti dei capimastri manerbiesi circa le indebite trattenute sulle paghe di muratori e manovali.Il ‘900 è il secolo che vede affermarsi alcune famiglie di capimastri ancora oggi esistenti: Grazioli e Pugnetti.

Michelangelo Tiefenthaler

L’arte muraria a Manerbio

Il paratico dei fabbri comprendeva sotto la medesima titolazione le tre principali categorie dell’arte edilizia e cioè:

fabbri a muro (muratori);-fabbri a lignamius (falegnami);-fabbri a ferro (fabbri ferrai).-

In epoca successiva le tre categorie si

divisero ma mantennero la terminologia di fabbro.Il paratico dei fabbri ferrai di Brescia che possedeva delle proprietà venne soppresso dal Governo Provvisorio bresciano nel 1797 ed i beni indemaniati.

Collegia Fabrorum

Giugno 2014 Pag . 5

La famiglia Gaffurri è oggi estinta, ma è stata una delle più antiche di Manerbio.Un suo esponente, Antonio q. Paolo, ha partecipato nel 1571 alla battaglia di Le-panto.Nel secolo XIX la famiglia si è distinta nell’arte muraria.La prima citazione è per Lorenzo (1819-1876) in quanto assuntore di lavori relativi alla sistemazione delle rive del Mella negli anni ‘60 del secolo scorso.Questi lavori diedero origine ad una accesa polemica tra il sindaco Costanzo Tenchini, leader dei cattolici, da una parte e i fratelli Ghirardi con l’ing. Paolo Piazzoni, masso-ni, dall’altra.Il personaggio più significativo è però Gia-

como che realizzò opere di grande impor-tanza.Prima fra tutte la ristrutturazione del com-plesso immobiliare acquisito dai Ghirardi e che oggi viene ricordato come palazzo Ghirardi.Il progettista fu il celebre architetto mila-nese Angelo Colla.La collaborazione con l’architetto Colla e lo splendido esito dei lavori fecero di Gia-como Gaffurri un capomastro molto ri-chiesto per edifici monumentali.E’ il caso del restauro della facciata della parrocchiale di Leno terminato nel 1883 ed iniziato con il futuro abate di Pontevico, mons. Bassiano Cremonesini.Il Cremonesini, non appena insediatosi a Pontevico, diede “incarico della compila-zione del disegno ai signori Gaffurri, ca-pomastri di Manerbio” per l’ampliamento della parrocchiale.Nel 1894 Giacomo firma il contratto per la nuova facciata e per il prolungamento meridionale della parrocchiale di San Ger-vasio.L’anno successivo firma un altro contrat-to, sempre relativo alla parrocchiale di San

Gervasio, inerente all’innalzamento del tetto. Nel frattempo procedette alla co-struzione del cosiddetto Casino Gaffurri, in località Dossello, nei pressi della cascina Mercandone. Il 10 agosto 1896 Giacomo è tra i soci fondatori e sottoscrittori della Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Ma-nerbio ed è subito nominato sindaco del

nuovo Istituto di Credito.Per concludere l’Annuario Guida Apollo-nio riporta Giacomo Gaffurri dal 1893 al 1906.Il fratello Carlo è da ricordare per aver co-struito con Giovanni Mosconi il ponte sul fiume Chiese tra Carpenedolo e Calvisano ed inaugurato nel 1883.

Giacomo Gaffurri: un costruttore manerbiese

Manerbio

La rappresentativa allievi maschile dei Campionati sportivi studenteschi (nati nel 1997-98-99) dell’IIS “Pascal” Manerbio, composta da alunni del Pascal di Manerbio e del Mazzolari di Verolanuova si è aggiudicata il titolo di Campione provinciale anno scolastico 2013/14 di Calcio a 11 categoria allievi, battendo per 3 a 2 la rappresentativa dell’IIS “Olivelli-Putelli” di Darfo Boario Terme, detentrice del titolo per l’anno scolastico 2012- 2013, sul campo sportivo della Pavoniana a Brescia 3. Il primo tempo si è concluso con il risultato di 0 a 0. Nel secondo tempo all’ottavo minuto l’Olivelli andava a segno con una triangolazione in area. Ma i ragazzi non si perdevano d’animo, e al

quindicesimo minuto, grazie a un passaggio filtrante di Bardelloni (Bagnolese), Saldi (Pavonese) si inseriva in area grande e siglava l’1 a 1. Al venticinquesimo minuto Cremaschini (Sarnico) riceveva palla sulla fascia sinistra del campo e si portava in area, battendo con un diagonale secco il portiere del Darfo Boario Terme. Al trentaduesimo il nostro capitano Ebui (Inter), con una azione personale, siglava il 3 a 1 a due passi dal portiere avversario. Al trentottesimo il Darfo Boario Terme si portava sul 3 a 2, grazie a un’azione che si sviluppava sulla fascia destra del campo. Complimenti a tutti gli atleti guidati dai professori Rovati e Sabaini.

Studenti del Pascal campioni provinciali di calcio allievi

ManerbioPag . 6 Giugno 2014

El caagnì de Sigole

Andrea Mor, 78 anni, classe 1936, nato a Cigole, ma residente a Brescia da quando ha trovato lavoro in città. Da giovane aveva imparato ad intrecciare arbusti e si è mantenuto in allenamento, non dimenticandosi delle sue origini campagnole. Così raggiunta l’età della pensione ha pensato che poteva fare a meno di starsene con le mani in mano ed ha ripreso l’antica arte del caagnì, che, come spiega il Melchiori nel dizionario dialetto-italiano, edizione 1817, non è altro che una persona che sa intrecciare rami di

olivo, salice, vite e altre essenze purché malleabili per realizzare cestini, ceste di varia dimensione, gerle o altri oggetti simili da tempo in disuso. Andrea Mor aderisce all’associazione Hobbisti Manerbiesi, volontari costantemente presenti alle molte manifestazioni organizzate nel territorio. Lo fa per passione e solo per il gusto di ricreare antiche atmosfere. Come ha fatto a Manerbio in piazza Italia, ed a Bassano Bresciano circondato dalla curiosità di molti che apprezzano il suo impegno.

Concludendo il mese di Maggio, nella domenica ultima del mese, in piazza Italia il mercatino con bancarelle allineate fra le quali la parte principale è stata svolta dagli Hobbisti Manerbiesi, gruppo di volontari sempre presenti anche nei paesi vicini in occasioni del genere. L’iniziativa ha movimentato il centro di Manerbio con molti visitatori provenienti dai paesi vicini. Segno che quando qualcuno promuove

qualcosa di interessante, come il mercatino, la gente partecipa. Ci vuole poco, solo un minimo di fantasia che purtroppo non sembrano averla i responsabili della pubblica istituzione. Tra gli espositori una rappresentanza della Virtus Manerbio, la società sportiva per il calcio, che ha allineato il proprio banco e per la quale sono inutili parole di conforto, ma servono sostegni concreti.

Anche la Virtus al mercatino degli Hobbisti

Dal 6 al 8 Giugno, Rinascita Manerbiese

Si conferma la manifestazione del 6-7-8 Giugno presso il campo sportivo di Manerbio (programma in calce) e si richiama l’attenzione al raduno di auto d’epoca, molto prestigiose, fra di esse verrà eletta dal pubblico visitatore quella che più piacerà.Venite a vedere ed a votare, all’ingresso della mostra statica vi sarà consegnato il foglietto per il voto che terminerà alle ore 14:00.

Venerdì: 6 Giugnotorneo di pallavoloaperitivocucina aperta con spiedoscuola di cantoserata in musica con Cesare

Sabato: 7 Giugnotorneo di calcetto al mattinotorneo di pallavolo al pomeriggiopercorso in bikeconvegno gruppo archeologicocucina aperta la seraconcerto Cinelli

Domenica: 8 GiugnoAl mattino raduno macchine d’epocaaperitivocucina apertaAlla sera concerto della banda giovanileVarie: gazebo delle associazioni, gonfiabili, raduno Harley Davidson, moto gincana, ecc...

Il Comune in bolletta (ma fino a quando?) e sono i cittadini a dover finanziare le spesa decise da altri. Per questo i nuovi amministratori votati dalla maggioranza dei manerbiesi hanno riscoperto l’antico sistema dei parcometri che gabellano i poveri tapini (cittadini) ed ha emesso l’ordinanza per la disciplina della circolazione stradale istituendo parcheggi non custoditi a pagamento: in piazza Cesare Battisti, nelle vie IV Novembre e Palestro e nella piazzetta mons.Pietro Bianchi compresa tra il Politeama e la chiesa San Lorenzo Martire (come dire a messa col ticket). Il pagamento è previsto dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 19,30. Costo: tariffa oraria 1 euro con minimo di centesimi 20 ovvero una sosta di 12 minuti.

Ma il fondo del barile è ancora raschiare. Ai primi di giugno è stata siglata una convenzione tra l’azienda ospedaliera di Desenzano ed Comune per riorganizzare la vigilanza ed il parcheggio di via Valsecchi. La manutenzione dell’area (illuminazione e pulizia) a carico dell’ospedale (art.3); i proventi da infrazioni nelle casse del Comune di Manerbio (art.4); l’orario di sosta dalle otto del mattino alla sette della sera con disco orario per un massimo di due ore.

Alla Messacol ticket

Per la gestione del cimitero relativa al periodo 1 gennaio 2013-31 dicembre 2015, euro 150.961,58 alla cooperativa sociale La Coccinella di Travagliato. Versata la rata di 11.612,42 per i mesi di aprile e maggio.La pulizia degli uffici comunali e del centro culturale affidata alle cooperative Polistar di Mazzano e Mebo di Bolzano per il triennio 2011-2014 la spesa è di 38.497,03; già versata la quota di 6,200,84 euro per i mesi di aprile e maggio 2014.Con la ditta Impianti elettrici Cristian di

Manerbio il comune ha assunto l’impegno di spesa di 2.400 euro per riparazione di corpi di illuminazione in diverse strade del territorio.Le elezioni del 25 maggio per il parlamento europeo hanno richiesto la spesa complessiva a carico del comune di 7.485,80. Ai 12 presidenti di seggio (120x12) 1.440 euro; agli scrutatori e segretari (96X60) 5.760 euro; al presidente del seggio speciale 72 euro, ai due scrutatori 98 euro; per cartoline avviso ai residenti all’estero 115,80 euro.

Le spese del comune

Giugno 2014 Pag . 7Il nostro dialetto

Gambì: zampetta del maiale.Gambirlo (o gambisla): spilungone gamba lunga e secca.Gambiza: collare di legno per animali.Gambù: stanga di legno incurvata per portare i secchi all’estremità.Gamela: la gavetta o tazza per militari.Gamesèl: gomitolo.Gamésol: pugno.Gandöl: nocciolo delle ciliege.Gàna: mora, morena, muraglione di sassi a secco.Gandösa: infiammazione di ghiandola.Ganghèr: piccolo arpione, ganghera o cardine.Gànza: bella, buona, libertina.Garbòcc: intrico, groviglio, garbuglio.Gargio: garzone di bottega.Gariù: gheriglio della noce.Garlèt: gambetta.Garsì: materassaio.Garzöl: roccata, pennacchio, quantità di

lino o canapa sulla rocca per filare.Gàsa: sonnolenza, torpore.Gasàra: gazzarra, baccano, baraonda.Gasì: impuntura, rifinitura.Gàsper: sputo, sputacchio catarroso.Gatèl: mensola piccola.Gatì: laniccio, batuffolo, amento (pioppi), biaccolo di peluzzi e polvere, infiorescenza a spiga, gattina.Gatìgol: solletico, titillamento.Gavadà/ina: tenaglia per lavorare con incavi il ferro arroventato.Gazabì: astuto, scaltro, faccendiere, trafficone.Gazadüra (Engazadüra): impuntura, engasinadura, cucitura fitta.Gazì: punto fitto.Gazöl: cesto, addensamento di foglie che copre il fusto alla radice.Gazù: zolla.Gégo(l): pallino, idea fissa, caratteriale, inconcludente e dinoccolato.Genïa: generazione, ceppo.Gèp (Zèp): pieno, colmo.

Il nostro dialettoTermini in via d’estinzione

La mama dèl poeta

Pèr töt èl vias pensàe: “Chè ghè dirói,dòpo tacc agn chè nó la vède miga?Cóme farói a dìgatöt èl bé chè ghé vòi,töta la contentezza,töta la poesiadè pudì amò speciàm èn dî so öcc,èn dè la so belezza?”E mè vignìa sö ‘n gola, mè vignìa,le parole piö dólse a möcc a möcc,e ‘l tir-a-dù, chè ‘l naa compagn d’ön mat,èl mè parìa lé férèm enciodat.Ma, cor e cor, ah èco la casèta!Ah èco la portèla sö la strada!Èco, toc tòc, toc tòc! La sé sbalanca:èco l’è lè, la mama sospirada!La bèla mama bianca,chè mè sé böta ‘n bras sènza parlàm!Ah grazie, Signur car, chè só rïat!...E reste lé tacata la so bóca cóme ‘n fröt al ram!

La mamma del poeta

Per tutto il viaggio pensavo: “ Cosa le dirò,dopo tanti anni che non la vedo mica?Come farò a dirleTutto il bene che le voglio,tutta la contentezza,tutta la poesiadel poter ancora specchiarmi nei suoi occhi,nella sua bellezza?”E mi venivan su in gola, mi venivano,le parole più dolci a mucchi a mucchi,e il tiro-a-due (cocchio a due cavalli) che correva come un matto,mi sembrava lì fermo, inchiodato.Ma, corri e corri, ecco la casetta!Ecco la porticina che dà sulla strada!Ecco, toctòc, toctòc! La porta si spalanca:ecco è lei, la mamma sospirata!La bella mamma bianca,che mi si butta tra le braccia senza parlarmi!Ah grazie, Signore caro, che sono arrivato!...E resto lì attaccatoalla sua bocca come un frutto al ramo!

Sgubù e schiafadighe

Sgubù e schiafadigheÈn mira a casa mia ghè sta ‘n-asnèlchè, a füria dè fadighe aanti e ‘ndré‘l’è dièntat bóls e ‘l gha dè fa a stà ‘n pée sé ghè cönta j-os sóta la pèl.

‘L’è po’ issé piéd è piaghe, ‘l’è issé pié,chè nó ‘l par piö gna carne dè macèl,e ‘l gha pèr paga pàja ‘n löc dè fée ‘n löc dè biàa fröstade e manganèl.

Gh’è è ‘nvece ön gat bèl gras èn casa miachè ‘l mangia, ‘l dorma e l’è basàte cuculat da töta la famìa.

Stè schiafadighe ‘l gód ogni delizia,e ‘l-asen a sgobà ‘l-è bastunat:pròpe gna pèr le bestie gh’è giüstizia.

Sgobbone e scansafatiche

Dirimpetto a casa mia ci sta un asinelloche a forza di faticare avanti e indietroè diventato bolso e ha il suo daffare per stare in piedie gli si contano le ossa sotto la pelle.

E’ poi così pieno di piaghe, ma così pieno,che non sembra più nemmeno carne da macello,ed ha per ricompensa paglia al posto del fienoed invece della biada frustate e bastonate.

C’è invece un gatto bello grasso in casa miache mangia, dorme ed è baciatoe coccolato da tutta la famiglia.

Questo scansafatiche gode di ogni delizia,e l’asino a sgobbare invece è bastonato:nemmeno per gli animali c’è giustizia.

Angelo Maria Canossi (Brescia, 23/03/1862 – Brescia, 9/10/1943) è stato Poeta della brescianità, ovvero il maggior poeta dialettale.Frenquenta il liceo di Desenzano e successivamente si iscrive all’Istituto Superiore di Letteratura a Firenze dove non arrivò a conseguire la laurea. Nel 1882 inizia a frequentare l’Università della Sorbona a Parigi senza conseguire alcun chè. Per un paio di anni viaggiò per mezza Europa scrivendo alcuni brillanti servizi giornalistici.Nel 1884, ritorna a Brescia assumendo per

alcuni mesi la direzione del quotidiano La Sentinella.A partire dal 1914 inizia a soggiornare a Bòvegno dove inizia la sua produzione letteraria dialettale. Gli arride immediato un successo di critica tanto da condurlo alla partecipazione nel 1925 al 1º Congresso della Poesia Dialettale svoltosi a Milano.

La sua produzione è vasta ed è raccolta e pubblicata in Melodia e Congedo volume riproposto in bella veste tipografica da Aldo Cibaldi, per l’Istituzione della Memoria ‘A. Canossi’ di Bovegno.Da questo numero iniziamo la pubblicazione delle sue poesie più significative.

Angelo Maria Canossi, poeta della Brescianità

Pag . 8 Giugno 2014Pontevico Il sindaco Roberto Bozzoni: “Un grazie ai pontevichesi,

ora completiamo il rinnovamento”

Non sono bastate tutte le difficoltà imposte dalla crisi generale di questi ultimi anni e nemmeno gli ostacoli di varia natura con i quali ha dovuto fare i conti per impedire a Roberto Bozzoni di proseguire il lavoro iniziato nel 2009. Le elezioni amministrative a Pontevico hanno sancito che sarà ancora lui a guidare il proprio paese per i prossimi cinque anni: “E’ stato un risultato davvero molto importante – ha commentato lo stesso Bozzoni subito dopo la conferma a sindaco – In questo senso il primo pensiero, oltre a ringraziare tutti coloro che hanno

creduto in questo nostro progetto e si sono spesi per realizzarlo, non può che essere un sincero ringraziamento ai pontevichesi. Hanno capito il lavoro svolto in anni così difficili ed hanno confermato la loro fiducia ai nostri programmi. Una testimonianza che ci trasmette grande carica e ci permette di constatare che gli abitanti di Pontevico hanno capito, al di là delle inutili polemiche che hanno accompagnato questi anni così intensi, hanno capito non solo il nostro lavoro, ma anche che il nostro impegno è stato costantemente rivolto verso il bene del paese”. Una vittoria che getta ulteriore luce verso il futuro: “In effetti un altro motivo di soddisfazione è legato alla possibilità di portare avanti il lavoro ed il cammino di rinnovamento che abbiamo iniziato. Ci siamo impegnati a fondo in questa direzione ed ora proseguiremo ancora con più determinazione. Prima dell’inizio del nostro progetto la vita politica a Pontevico era caratterizzata da diversi decenni dalle stesse persone. Noi abbiamo cominciato un’opera di rinnovamento che ora, come ha evidenziato del resto la lista che abbiamo

presentato al giudizio degli elettori, proseguirà ulteriormente. Vogliamo avvicinare sempre di più i pontevichesi e in particolar modo le nuove generazioni alla vita amministrativa del loro paese e dopo aver compiuto passi significativi in questa direzione nel corso del primo mandato, ora potremo procedere a ritmo ancora più spedito”. Riflessioni che evidenziano una parola che ritorna più volte nelle analisi del sindaco Bozzoni: “Ora potremo continuare il lavoro che abbiamo iniziato – è la spiegazione del primo cittadino pontevichese – e proprio questa continuità mi sembra meriti di essere posta al centro dell’attenzione. In effetti ci fa capire nello stesso tempo che quello che è stato fatto è stato apprezzato dai nostri concittadini, ma ci trasmette anche l’entusiasmo per proseguire nel disegno che abbiamo preparato ancora con più voglia di fare per riuscire a completare il progetto che abbiamo studiato insieme per Pontevico”. Roberto Bozzoni non ha voluto commentare gli avvenimenti che hanno condotto ad una campagna elettorale sicuramente molto

difficile: “Il nostro messaggio – è stata la sua conclusione – è giunto ugualmente ai pontevichesi e questo ci fa capire che la gente non si è lasciata distrarre dalle polemiche inutili e dalle campagne denigratorie. La gente di Pontevico ha preferito premiare chi ha lavorato con coscienza ed ha dedicato tutto se stesso al proprio paese. La tattica delle accuse a tutti i costi, solo per fare scalpore ed ostacolare il cammino dell’antagonista politico, non ha premiato, come confermato, del resto, dal positivo riscontro ottenuto dalla nostra lista che ha raggiunto il primo posto anche per il suo spirito costruttivo e propositivo, quelle che più si sono dedicate alla critica ed all’accusa fine a se stessa sono state giudicate dagli elettori che le hanno relegate nelle ultime posizioni. Ma questo fa già parte del passato, quello che conta adesso è mettersi presto al lavoro per proseguire il progetto che abbiamo avviato in questi primi cinque anni e portarlo a termine nel modo migliore per Pontevico”.

Lo stemma di Pontevico dal Trecento ai giorni nostri“Lo stemma di Pontevico. Dal XIV secolo ai nostri giorni” è il titolo del saggio araldico che è stato presentato durante un interessante convegno che è stato ospitato lo scorso sabato 10 maggio dalla sala civica di piazzetta Garibaldi. L’iniziativa è stata presentata dall’associazione “Amici della Fondazione Civiltà Bresciana della Bassa e del parco dell’Oglio” con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale pontevichese. Lo studio dello stemma, che ha richiesto parecchio tempo ed ha riservato numerose sorprese, è stato illustrato

da Angelo Locatelli, storico, scrittore e giornalista, già autore, accanto ad altri studi per conto di enti pubblici e privati, di una monografia sull’araldica della famiglia Gambara dal XIII al XIX secolo pubblicata nel volume “Fasti e splendori dei Gambara”, edito nel 2010 dalla stessa associazione organizzatrice. Durante il suo intervento, grazie ad un’accurata esposizione e con l’aiuto di una settantina di diapositive, l’autore ha messo in luce il percorso nel tempo, davvero travagliato, dello stemma di Pontevico. Un lungo cammino, che

ha preso il via dal primo conosciuto, uno stemma del quattordicesimo secolo (uno dei più antichi della Lombardia) presente in un sigillo conservato nel Museo del Bargello a Firenze, fino ad arrivare ai nostri giorni. Il tutto per un accurato saggio araldico che verrà pubblicato entro la fine dell’anno dall’associazione “Amici della Fondazione Civiltà Bresciana della Bassa e del Parco dell’Oglio”. Proprio Dezio Paoletti, presidente del sodalizio, ha accompagnato l’interessante iniziativa con

un intervento, unitamente al sindaco di Pontevico, Roberto Bozzoni, che ha aperto i lavori sottolineando l’importanza di questa ricerca. Lo stemma di un paese non costituisce una semplice immagine magari scolorita dal tempo, ma, al contrario, può rappresentare un modo per valorizzare le radici e la storia di un territorio da una parte e, dall’altra, uno strumento per compattare sempre di più la comunità pontevichese e guidarla così verso le sfide e i progetti che ha in serbo il futuro.

In arrivo 300.000 euro dal Ministero

La conferma tanto attesa è finalmente arrivata. A Pontevico stanno per arrivare 300.000 euro dal Ministero per la Pubblica Istruzione. E’ lo stesso sindaco Roberto Bozzoni a confermare, con evidente soddisfazione, la notizia: “La domanda che abbiamo fatto e l’iter che abbiamo seguito con tenacia hanno portato i loro frutti. Il Comune di Pontevico riceverà 300.000 euro dal Ministero per i lavori di riqualificazione della Scuola Media che inizieranno dal prossimo mese di luglio. Si tratta di un intervento importante, che abbiamo voluto per riportare l’edificio scolastico nelle condizioni ideali di sicurezza

e di efficienza. Un’opera il cui costo è stato stimato in 600.000 euro. Adesso, visto che è giunto l’assenso del Ministero, 300.000 euro rimarranno a carico della nostra Amministrazione Comunale, mentre il rimanente 50% verrà pagato dal Ministero. Senza dubbio una notizia molto positiva, soprattutto in un periodo come questo nel quale gli enti locali devono sempre valorizzare al massimo le risorse a disposizione. Essere riusciti a far indirizzare verso Pontevico e verso i lavori alla nostra scuola media i fondi ministeriali rappresenta un risultato davvero molto importante”.

Giugno 2014 Pag . 9Bassano - Pontevico - San Paolo

San Paolo, “Nel regno dei fiumi puliti”Un racconto per immagini con la canoa alla scoperta del mondo con il giornalista Valerio GardoniIl Circolo Culturale “Don Emilio Verzeletti” organizza per il giorno venerdì 13 giugno, alle ore 20.45, presso l’auditorium “G. Tregambi” delle scuole medie di San Paolo la conferenza-racconto “Nel regno dei fiumi puliti”, tenuta dal giornalista e fotoreporter bresciano Valerio Gardoni. Il viaggio attraverso il mondo correrà «sulla linea del sogno negli spazi immaginari della fantasia. Giro del mondo in canoa e montagna, emozioni attraverso i cinque continenti, luoghi bellissimi, affascinanti ai quattro angoli della terra, ricchi di umanità e storia. L’acqua è vita che scorre nelle vene del mondo: l’acqua “non è solo patrimonio dell’umanità, ma patrimonio della vita”, diritto di tutti gli abitanti della terra». Durante la serata, attraverso l’utilizzo delle magnifiche immagini scattate da Valerio Gardoni nei quattro angoli del pianeta, i presenti potranno viaggiare con la fantasia, spaziando dalle vette più alte del mondo

ai grandi canyon, dai piccoli ruscelli e torrenti a fiumi immensi, senza dimenticare la quotidianità e la vita, talvolta molto dura, degli abitanti di terre lontanissime, spesso colpiti dal dramma della guerra e delle carestie.Valerio Gardoni è nato nel 1958 a Orzinuovi e oggi vive in un cascinale nascosto fra gli alberi in riva al fiume, ai piedi del secentesco borgo di Monticelli d’Oglio (BS). A quindici anni ha incontrato il suo grande amore: la canoa, facendo la prima discesa del fiume Oglio. Può vantare parecchie prime discese assolute di corsi d’acqua di tutto il mondo. Ha partecipato a molte spedizioni esplorative internazionali discendendo

fiumi nei cinque continenti. Guida fluviale, istruttore e formatore, alpinista, vanta salite a diverse cime europee, sulle Ande, in Himalaya. Ha praticato speleologia, paracadutismo e lunghi cammini sulle

tracce degli antichi pellegrini. Da diversi anni svolge attività di volontariato e collabora a diversi enti e associazioni. Collabora e sostiene diversi progetti tra cui l’Environment Friendly Mountaineering in Afghanistan, l’Operazione Mato Grosso, i progetti AAZ Zanskar (in Tibet), Sikat (Filippine), Emergency, per cui ha raccolto fondi per sostenere la corsia pediatrica dell’ospedale di Kabul (Afghanistan). Le sue immagini hanno illustrato riviste e libri, e sono state proposte in numerose mostre e conferenze. Dal 2001 collabora stabilmente con il

portale di informazione e cultura Popolis. Per ulteriori informazioni su eventi promossi dal circolo Verzeletti consultare il sito internet www.circoloverzeletti.it, il blog o il canale Youtube. Francesco Alghisi

Il cinema S.Luigi di Pontevico, teatro del riuscitissimo IV Festival della canzone organizzato da Francesco Baronio e presentato da Katia Cigolini. Interventi d’intrattenimento di Luigina che ha sfoderato comicità e simpatia. Alla manifestazione ha collaborato il Festival Nazionale “La Chance”, talent fondato da Leonardo Mastrapasqua, che generosamente ha donato ai primi tre classificati l’accesso gratuito alla Chance 2015. L’inizio della serata con il brano “SottoCasa” che ha vinto l’ edizione passata, interpretato da Josè Andres Tarifa Pardo, che con la sua simpatia ha subito fatto nascere una movimentata e piacevole atmosfera.Le esibizioni son state attentamente vagliate dalla giuria composta da “Leonardo Mastrapasqua e Sharon Plebani dalla provincia di Bergamo, e dal musicista liutaio bresciano Roberto Bertoni.I concorrenti: da Lumezzane Anita Zanetti con “Today”; Andrea Gallia da Pralboino con “Se si potesse non morire”; Alessandra Signorelli di Pontevico con “Quando una stella muore”; da Desenzano d/G

Giovanna Cavalluzzi con “Come se non fosse stato mai amore”; Alessandro Rossetti da Alfianello con “Vent’ anni”; da Calcio, Eliana Prandini con “Io e te da soli” di Mina; sempre da Calcio Gianmario Prandini con “La nuova stella di Broadway”; da Regona, Sara Margotti con “La notte”; da Orzinuovi LindaSeverino con “Do I look worried”; da Brescia Matteo Bettera con “Born to die”; Nicol Manenti da Cazzago San Martino con “Mama Knows Best”; da Cremona Luca Gimigliano con “Pronto a correre”; Cinzia DiMaria da Montirone con “Listen”; da Brescia Ilaria DelleMonache con “At Last”; infine da Cremona Marta Gentili con “La felicità”. Tutti accompagnati dalla Band del Festival, gli “Ultimo minuto” con: Giumbo Merlinzoli, macchina del tempo; Luca Baronio, piano e tastiere; Claudio Rizzi, basso; Nicola Doninelli e Francesco Baronio, chitarre; voce corista Giuseppe Scapellato che verso la fine ha cantato “Impressioni di settembre”, un’interpretazione molto singolare, così come l’esibizione della giurata Sharon che ha cantato Eye of the tiger dei Survivor.

I premi. Il premio del pubblico è stato assegnato a Nicol Manenti, Il premio assegnato dalla “Festival Band” a Eliana Prandini. Terza posizione per la 21enne di Brescia Ilaria Delle Monache; seconda posizione alla 30 enne di Orzinuovi Linda Severino, il primo premio alla giovanissima di Cazzago San Martino espressiva in “MamaKnowsBest” di Jessy J, un brano esplosivo tanto quanto la sua voce che ha conquistato a pieno la giuria e il pubblico.

Un grazie riconoscente a Don Giorgio e Don Claudio; alla band, agli sponsor “pochi ma buoni”, al festival La Chance, alla giuria, al service audio e luci, a Katia, alle Vallette, a Luigina, con i suoi momenti di comicità, e a tutti coloro che han creduto e contribuito a questo evento, che quest’anno è stato vissuto con amicizia e serenità, con numerosi complimenti dei concorrenti e del pubblico verso la Festival Band.

La grintosa voce di Nicol conquista il IV Festival di PontEvIco

1964 – 2014 Quegli anni in cui eravamo ricchi di risorse per la vita. Voglia di vivere per divertirsi, di progetti in cui tutti noi eravamo entusiasti di realizzarli, personalmente, ognuno di noi li ha concretizzati, e siamo arrivati al traguardo del 2014, felicissimi di essere ancora qua, dove tutto abbiamo dato per il bene nostro e di altri, soddisfatti per quello che la vita ci ha donato e che ci sta ancora riservando

nel bene e nel male. Questo per non dimenticare e proseguire fino che il destino lo vorrà.Che serata indimenticabile dopo 50 anni. Grazie al destinoNella foto: Antonio Anni, Giuseppe Farina, Silvano Migliorati, Gianfranco Pilucchi, Luigi Pini, Mario Pini, Angelo Savio, Pietro Tomasoni, Giandomenico Uberti, Sergio Uberti

BaSSano, Una felice rimpatriata per i 50 anni di amicizia

Pag . 10 Giugno 2014offlaga

Dopo una lunga malattia il 20 maggio scorso si è spenta Antonia Ponzoni. Classe 1929, la signora Antonia, per i giovani offlaghesi è forse solo un nome… non così per quanti nel passato hanno frequentato chiesa e parrocchia e l’hanno vista indaffarata nella cura della casa del Signore e dei sacerdoti che si sono succeduti. Un carattere apparentemente arcigno e severo il suo che celava un animo semplice colmo di fede e di umiltà autentiche e chissà forse segnato dalle asperità di una vita non sempre facile.Nonostante Antonia, segnata dalla malattia, da tempo fosse stata costretta ad allontanarsi dalla comunità parrocchiale che tanto amava, chi l’ha conosciuta e le ha voluto bene ne serba un ricordo forte considerandola un esempio di dedizione a Dio ed alla sua gente. Lasciamo dunque alle parole delle rappresentanti del gruppo

Caritas di Offlaga, con le quali per anni ha collaborato, il saluto a questa persona, solo una delle tante che, silenziose, a volte non a pieno comprese e in qualche occasione derise, offrono il proprio umile e prezioso servizio a beneficio delle nostre comunità.“Hai terminato il tuo pellegrinaggio terreno,

Antonia. Le tue compagne del Gruppo Caritas offlaghese vogliono salutarti così, ringraziandoti per il luminoso esempio di abnegazione ed umiltà che ci hai lasciato. Sei stata serva fedele della nostra chiesa e dei suoi ministri che pure accoglievi nella tua casa con gioia e solerzia. A volte ti mostravi severa e ruvida ma era solo apparenza… Amavi la tua comunità e pregavi, lottavi, pazientavi… Ora dopo lunghi anni di malattia hai raggiunto la meta. Amiamo pensarti in paradiso, accolta da Dio e dai tanti sacerdoti defunti che hai seguito con dedizione. Grazie Antonia. Ricordati di tutti noi.”

offlaGa: Addio Antonia!

Un problema che ai giorni nostri è sempre più frequente è quello delle intolleranze a l imentar i , s p e s s o c o r r e l a t e

al problema dell’ obesità e del sovrappeso. Moltissimi ne soffrono e questo rimarca quanto una corretta alimentazione sia importante per la salute. La dott.ssa Annalisa Subacchi, Biologo Nutrizionista, esperta nella diagnosi e cura delle allergie ed intolleranze alimentari, ci spiega il fenomeno

Dottoressa come mai oggi si parla tanto di intolleranze alimentari? Se ne parla molto in quanto sono un fenomeno relativamente nuovo, che colpisce trasversalmente tutti, grandi e bambini. Aggiungo che si tratta di un fenomeno spesso “latente” ovvero chi ne soffre non riesce a ricondurre le cause del suo malessere all’intolleranza ad uno o più cibi. E’ spesso necessario ricorrere al test delle intolleranze (citotest) per diagnosticarlo. Il numero degli Intolleranti, purtroppo sta crescendo in modo esponenziale e questo dipende da tutta una serie di novità negative tipiche della nostra epoca. (non immaginate nemmeno quanti! – si parla al momento di 1 persona su 4 ma il dato è destinato a crescere)Dottoressa, ci faccia alcuni esempi…

La prima causa è la manipolazione alimentare. Negli ultimi quarant’anni l’industrializzazione incalzante, e la diffusione del cibo su scala internazionale, hanno provocato dei fenomeni che in nostro corpo non è in grado di affrontare: con questo s’intende tutti i procedimenti industriali di tipo chimico e fisico che portano alla produzione di un cibo che biologicamente non è più integro.- Nella coltivazione dei terreni si ha una manipolazione chimica talmente forte che porta alla crescita di prodotti che hanno delle grosse alterazioni genetiche: e’ difficilissimo trovare oggi un grano che non abbia subito queste manipolazioni, da qua molto intolleranti al glutine, moltissimi celiaci etc che una volta non c’erano).- Pensiamo al semplice latte che viene manipolato, pastorizzato e sterilizzato per far sì che si mantenga più a lungo. Pensiamo alle mucche che lo producono che subiscono trattamenti a base di ormoni e antibiotici per mantenere un’alta produzione. Pertanto il latte che compriamo al supermercato ha ben poco rispetto a quello prodotto dalla mucca (da qua gli intolleranti al lattosio).- L’altro ruolo importante per le intolleranze sono gli additivi. Vent’anni fa gli additivi chimici permessi negli alimenti erano ottantacinque, oggi sono più di millequattrocento!- Un’altra specie importante di intolleranze sono quelle che derivano dai metalli pesanti, come per esempio: l’alluminio, il mercurio, il piombo ecc. e, diversamente dalle allergie, i sintomi compaiono anche fino a 72 ore dopo

l’assunzione. I sintomi e le patologie correlate alle intolleranze alimentari possono interessare qualsiasi organo e apparato, diversi e anche lontani dall’intestino stesso. E ho toccato solo quatto cause!Dottoressa, definiamo cosa sono le intolleranze alimentari…Si tratta del sovra-accumulo nel nostro organismo degli alimenti non tollerati. Molti di noi non sono ammalati in modo specifico ma soffrono di continui stati di malessere, disagi e disturbi a cui non riescono a venirne a capo. Potremmo in realtà soffrire di Intolleranze Alimentari, cioè essere intolleranti ad uno o più cibi che troviamo a tavola con maggior frequenza o addirittura giornalmente ed accusare questi disturbi per anni. Le intolleranze alimentari derivano dall’impossibilità del nostro organismo di digerire uno o più alimenti. Praticamente qualunque organo o sistema può essere interessato:- Le Intolleranze Alimentari sono una della cause scatenanti del sovrappeso (o del sottopeso) ed è per questo che un piano alimentare legato all’esclusione degli alimenti non tollerati da’ esiti così soddisfacenti: gonfiore addominale, ritenzione di liquidi, obesità, cellulite, meteorismo, gastriti, disturbi intestinali- Altri sintomi, legati al dopo-pasto sono la stanchezza, la sonnolenza, cefalee ricorrenti, emicranie ma anche infezioni ricorrenti, dolori articolari- Altri pazienti Intolleranti presentano modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi,

orticaria, ecc.); Queste reazioni non sono sempre immediate, ma si presentano da 1 a 36 ore dopo l’assunzione del cibo in questione. Esistono test specifici di diagnostica?Numerosi sono i test disponibili in commercio per la diagnosi delle intolleranze alimentari. La metodica utilizzata e’ il test citotossico, mediante prelievo ematico ed analisi al microscopio delle sostanze che provocano le intolleranze. Si osserva mediante microscopio la reazione di globuli bianchi a contatto di specifiche sostanze alimentari (carne, pesce, frutta e verdura ed additivi). Se siamo “intolleranti” all’alimento specifico i globuli bianchi, che, solitamente al microscopio appaiono come palloncini pieni, scoppiano. A seconda della rottura che si forma si da un grado e gravità di intolleranza. ( I°-II°-III° GRADO).E una volta diagnosticate?Per ottenere un miglioramento del quadro sintomatologico, è necessario un piano alimentare specifico, che escluda rigorosamente per almeno 2-3 mesi l’assunzione del cibo incriminato, anche nelle sue forme nascoste (es. siero di latte nel prosciutto cotto) ed anche dall’assunzione di cibi che possono generare reazioni crociate (es. latticini-carne di manzo) . Una volta depurato l’organismo si procederà ad un secondo piano alimentare con una reintroduzione graduale degli alimenti precedentemente esclusi ma facendo estrema attenzione.In buona sostanza vale l’avvertenza che la nostra salute spesso dipende da come ci nutriamo.

Intolleranze alimentari e il peso formaConoscerle, diagnosticarle e combatterle in tempo per la prova costume

Con il mese di giugno, si rinnova ad Offlaga il tradizionale appuntamento con la “Sagra di S. Imerio” patrono della piccola comunità della Bassa. Grazie all’impegno dei volontari del gruppo intitolato al santo ed alla collaborazione della parrocchia e del Comune, anche questa 15a edizione sarà certamente un momento di grande festa che come sempre, nell’arco di due settimane, dal 13 al 23 giugno, riuscirà ad offrire appuntamenti musicali, di intrattenimento e gastronomici per tutti i gusti. Certo, per non dimenticare le vere radici della manifestazione, decisamente legate alla devozione popolare nei confronti del patrono, la festa troverà nella giornata del 17 giugno il momento riservato alla preghiera corale di ringraziamento a S. Imerio con la S. Messa delle 19, la tradizionale processione per le vie del paese e la presenza della Banda Civica Benedetto Vinaccesi. “Un momento per celebrare

ed affidare al Santo la nostra comunità” – spiegano i sacerdoti.Quanto al programma della sagra che sarà ospitata negli spazi dell’oratorio: ad aprire, venerdì 13 alle 20, sarà la serata “S.Imerio in moto con “C’è chi dice Vasco”; poi ogni sera a partire dalle 21 l’esibizione di un’orchestra spettacolo diversa e dalle 20 l’apertura del fornitissimo stand gastronomico con pizza cotta nel forno a legna ed il sabato e la domenica sera , sempre alle 20, l’immancabile spiedo (su prenotazione 328 0513618/ 030 979555) che insieme alla torta fritta (lunedì 23 giugno) sono ormai un must. Come tradizione non mancherà la lotteria a premi (1° premio un buono spesa da 3.000 euro) con estrazione nella tarda serata di lunedì 23 giugno.

Ste. Bru.

offlaGa: Sagra di S. Imerio,due settimane di festa per il patrono

Giugno 2014 Pag . 11orzinuovi

Pare complicato parlare di una chiesa della quale non è rimasto nulla se non un ricordo, senza alcuna immagine, tratto dalle note di alcuni cronisti orceani. E sembrerebbe ancora più difficile quando si pensa che in Orzinuovi sono esistite addirittura due chiese dedicate a questo Santo: quella di S. Biagio vecchio e quella di S. Biagio nuovo.Nel 1500 si edificava l’oratorio dedicato a “S. Biagio al Terraglio di Porta meridionale” che poi sarebbe stato conosciuto come S. Biagio Vecchio. Era nuovo il culto di questo Santo nel Bresciano, diffuso da Venezia stessa dopo che l’anno 1485 era stato traslato il suo corpo, o parte di esso, dall’Oriente nella città lagunare. Consacratosi alle cure degli appestati ed in gran merito per aver fatto cessare la pestilenza anche nelle città dell’Italia da lui percorse, non poteva essere dimenticato anche dalla nostra Comunità colpita spesso da calamità epidemiche.

Questa chiesa più antica, come si conosce dagli atti del Consiglio Comunale, ubicata in un luogo un po’ eccentrico, poco frequentato e vicino ai bastioni, risultò ben presto di ingombro alle misure di difesa e troppo a ridosso degli spalti, tanto che sarebbe stata ben presto abbandonata fino alla rovina, così da suggerire di aprire qui il Cimitero che sostituirà quello del Sagrato della Parrocchiale ormai ridotto, nella zona del Carnerio, in uno spazio troppo limitato e troppo centrale.Come era usanza del tempo, e come riferisce il Cattaneo, vi venne istituita una Confraternita detta appunto di S. Biagio che potrà disporre di un capitale di lire piccole 9218. Con testamento 21 febbraio 1626 Giovanni Battista Nicoli vi destinava un Legato istituendovi una Cappellania con l’obbligo di quattro messe alla settimana.Con le nuove sistemazioni delle opere

di difesa della fortezza di Orzi, molte costruzioni sorte nei pressi delle mura e dei baluardi dovettero essere abbandonate e successivamente abbattute. Siamo a conoscenza che anche il Convento delle monache di clausura di Santa Chiara, ubicato dove adesso abbiamo il cosiddetto parcheggio delle Angioline, corse seri rischi di dover essere abbandonato e demolito per lasciar maggior spazio al baluardo detto per l’appunto di “Santa Chiara”.L’antica chiesa di S. Biagio poteva certamente essere restaurata, ma si preferì abbandonarla e costruirne una del tutto nuova nella vicina contrada Navagera,

così detta in onore del provveditore Navagero che l’aveva risistemata e che è ora denominata Via Roma, nei pressi dell’attuale Santuario della Madonna Addolorata. La novella chiesa venne costruita nel 1637 e consacrata l’anno successivo, nel 1638. Si trovava affacciata esattamente sulla piazzetta del Santuario all’angolo di Via Cernaia, ed era un edificio abbastanza piccolo essendo costituito dalla sola chiesa. (Prima parte)

Dario Ghirardi

Le chiese di San Biagio in oRZInUovI,storia di due chiese che non esistono più

La strada che da Orzinuovi conduce verso Soncino è fiancheggiata da numerosi cascinali. Uno di questi, però, sarebbe ai giorni nostri difficile da individuare essendo ormai da anni trasformato nella sede dell’Istituto scolastico della Sacra Famiglia.Il cascinale a cui accenneremo era storicamente noto con il nome di fenil Andreana. Non era molto antico risalendone i dati rintracciabili presso gli

Estimi catastali solo alla fine del 1800. In quel periodo (1880) proprietaria era la famiglia Provezza che possedeva anche il fenil Fontanella. Deceduto il capofamiglia, il fenile venne ereditato agli inizi del 1900 dai cinque figli Elisa, Rosina, Ernesto, Silvia e Maria. Il giorno 8 maggio del 1925 l’Andreana venne venduta dai Provezza per 630.000 lire all’Istituto Sacra Famiglia che per affrontare la spesa dovette cedere un’altra sua proprietà, detta Istituto di

Brusaporto, per la somma di lire 225.000. In realtà i padri di quell’Istituto pare avessero nel 1921 ricevuto l’offerta da parte del parroco di Ovanengo don Giuseppe Musletti di lasciare loro il fenil Salnitro, che da pochissimo lo stesso sacerdote aveva acquistato dal conte Roberto Corniani, a condizione però che fissassero il loro Istituto in questo cascinale, il Salnitro per l’appunto, ma non se ne fece poi nulla.La Congregazione della Sacra Famiglia era stata fondata, come certo saprete, da Costanza Cerioli - divenuta suora in tarda età e santificata nel 2004 - che si era ispirata alla Sacra Famiglia di Nazareth. I Cerioli erano originari di Soncino, dove era nata anche la stessa Costanza, ma avevano ottenuto proprietà in Orzinuovi grazie alla parentela con i Corniani acquisita quando il padre di Costanza, il nobile Francesco Cerioli figlio di un Bartolomeo, prese in sposa Francesca figlia del conte Roberto Corniani. La moglie aveva portato in dote, fra l’altro, i fenili Colombaia Corniani

(ceduto inizialmente ad un Turotti) ed il fenil Coradella che passarono poi nel 1865 al figlio maschio Giovanni Battista Cerioli.Come detto, Costanza, rimasta vedova con i figli morti in giovane età e con il nuovo nome assunto nel divenire religiosa di Paola Elisabetta, fondò nel 1857, dotandolo del proprio cospicuo patrimonio, l’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia che aveva come scopo primario, almeno nei primi tempi, di accogliere e soccorrere piccole orfanelle. Tanto è vero questo, che nel censimento del comune di Orzinuovi del 1936 l’Istituto ospitato presso quello che fu il fenil Andreana è individuato come Orfanatrofio e ne è indicato come direttore don Mentore Carnevali con 46 persone presenti fra orfani e personale addetto. Divenuto più tardi vero e proprio istituto scolastico accoglie attualmente 577 alunni, di cui solo 159 orceani mentre ben 418 provengono da altri Comuni.

Dario Ghirardi

Il fenil Andreana

San GervasioPag . 12 Giugno 2014

Il gruppo volontari di San Gervasio Bresciano organizza per il prossimo 14 giugno una festa per celebrare l’alto valore del volontariato che nel corso degli anni si è sviluppato in questa comunità. Una serata dedicata alla musica, al divertimento e alla degustazione di un ottimo spiedo in ottima compagnia. I volontari organizzatori dell’evento sono lieti di poter far conoscere la propria realtà e di trovare nuovi amici da annettere al gruppo. I servizi offerti dal novembre 2001 da quest’associazione sono innumerevoli, sinonimo di grande solidarietà ed umanità, oltre al grande cuore che i volontari condividono con tutti i sangervasini.Trasporti ospedalieri, assistenza, collaborazione tecnica per le feste all’interno del paese e talvolta anche per i paesi vicini, sono solo alcune delle opere compiute da

loro. Un’occasione, quella del 14 giugno, per poterli conoscere ed apprezzare. Il presidente Giulio Barbieri e il suo gruppo di ben 23 volontari e volontarie, unito allo staff dei giovani del paese, vi aspettano alle ore 20.00 presso l’area del polo scolastico. Possibilità di spiedo d’asporto alle 19.30. Durante la serata avverrà anche l’estrazione della sottoscrizione a premi. Sia la partecipazione alla serata sia la possibilità dell’asporto è su prenotazione ai seguenti contatti: Giulio: 030 9934027, Franca: 030 9934936, Carla: 030 9934965. Per chi volesse aderire al gruppo volontari è possibile richiedere informazioni presso la sede in via Barbara Ferrazzi 24 ogni Martedì e Venerdì dalle 09.30 alle 11.00 o al numero 339 52 15 311.

San GERvaSIo,il 14 Giugno la festa del

Gruppo Volontari

Visto la grande partecipazione, proponiamo un’altra data...

GITA A SAINT MORITZ 2 CON IL TRENINO ROSSO DEL BERNINA

Il treno che “scala la montagna”

Un viaggio mozzafiato per far vivere allo spettatore uno spettacolo fiabesco

con paesaggi da quadri ed emozioni da film… … …

PARTENZA: DA VEROLANUOVA ore 6,00 DA SAN GERVASIO (Scuole) ore 6,15 DA MANERBIO (Famila) ore 6,30

QUOTA DI PARTECIPAZIONE: € 50,00 PER GLI ISCRITTI

€ 55,00 PER I NON ISCRITTI LA QUOTA COMPRENDE: - Viaggio in pullman - Visita guidata alla basilica di Tirano - Biglietto per il tragitto Tirano-Saint Moritz con il Trenino Rosso e guida

ISCRIZIONI ENTRO E NON OLTRE IL 28 LUGLIO 2014

Nelle elezioni amministrative del 25 maggio scorso, Giacomo Morandi, a capo di una lista civica emanazione della precedente amministrazione comunale, si aggiudica la poltrona di primo cittadino con uno scarto minimo di voti: 664 contro 650.Su 1314 voti validi Morandi ne consegue il 50,5% dei consensi espressi.Inoltre, ci sono state, 20 schede bianche e 29 nulle.La lista “Insieme per Ricominciare” con candidato a sindaco Barbara Migliorati,

vede eletti tre consiglieri comunali nelle file della minoranza contro i 7 attribuiti alla maggioranza.Rispetto alle precedenti amministrative, il divario di voti si è notevolmente assottigliato: da 160 a 14.Le promesse elettorali del sindaco Morandi sono state: una nuova palestra, l’isola ecologica, l’ampliamento della strada bassa per Manerbio, raccolta rifiuti porta a porta, insediamento di nuove aziende, pedibus e bilanci trasparenti.

Nel segno della continuità

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calendarioPag . 14 Giugno 2014

1 DoMEnIcaS. GIUSTINO - ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNOREA zögn la ranza ‘n pögn.A giugno la falce in pugno (prepararsi per la mietitura).

2 lUnEDI’ - S. ERASMOFESTA DELLA REPUBBLICAFórment e fé i madürä ‘n quarantä dé.Grano e fieno maturano in quaranta giorni.

3 MaRtEDI’S. CARLO LWANGA E COMPAGNI MARTIRI DELL’UGANDALa galinä dè campagnä l’è la cità che sa la majä.La gallina di campagna è la città che se la mangia.

4 MERcolEDI’S. QUIRINO VESCOVOAi ca maghèr ga cór dré lé mósché.I cani magri sono inseguiti dalle mosche.

5 GIovEDÌ S. BONIFACIO

La nòt l’è fadä per i lóc.La notte è fatta per gli allocchi.

6 vEnERDI’S. NORBERTOSé ta öt ché mèrló ‘l canté bé, pélégä l’öf.Se vuoi che il merlo canti bene dagli l’uovo pelato.

7 SaBatoS. EUGENIAI òm nó i sa misürä a cané.L’uomo non si misura col metro.

8 DoMEnIcaS. GUGLIELMO – PENTECOSTEL’è mèi éssèr sui ché mal cómpagnàcc.Meglio soli che male accompagnati.

9 lUnEDI’S. EFREM‘L pa dè i altèr, ‘l ga sèt crösté.Il pane degli altri ha sette croste.

10 MaRtEDI’S. MAURINOFa quatèr pas sö ‘n dè na pianèlä.

Fare quattro passi su una mattonella (camminare a piccoli passi).

11 MERcolEDI’S. BARNABAPicà dét ‘l nàs.Mettere dentro il naso (convincersi).

12 GIovEDI’S. ONOFRIOFà pàcèra.Fare fango (lavorare a vuoto).

13 vEnERDI’S. ANTONIO DI PADOVAA üsa i s-cècc gulus sa i vüsä ladèr.Abituare i figli ad essere golosi li si fa diventare ladri.

14 SaBatoS. ELISEOGna pèr tórt, gna pèr risù fat mai mètèr ‘n prisù.Né a torto né a ragione fatti mettere in prigione.

15 DoMEnIcaS. VITO – SANTISSIMA TRINITA’Chèl ché lódä pö dè chèl ‘l pöl, ó ‘l t’anganä o ‘nganà ‘l ta öl.Chi ti loda più del dovuto o t’inganna o t’ingannerà.

16 lUnEDI’S. AURELIANOBótà ‘n aria ‘l capèl.Gettare il cappello in aria (momento fortunato).

17 MaRtEDI’S. IMERIOPansä pienä nó pènsä a chèlä ödä.Pancia piena non pensa a quella vuota.

18 MERcolEDI’S. MARINAA parlà dèl diaól compàr la pèl.A parlar del diavolo appare la sua pelle.

19 GIovEDI’SS. GERVASIO E PROTASIOFèrà la spusä.Ferrare la sposa (detto di quando si dona l’anello).

20 vEnERDI’S. ETTOREG’ha öl l’arganèl per fàl möèr.Ci vuole l’argano per smuoverlo (detto di persona lenta).

21 SaBatoS. LUIGI GONZAGADopo i quaràntatré, ‘l döl dèanti, ‘l döl dè dré.Passati i quarantatre anni (lo scettro perde vigore)

son dolori sia davanti che di dietro.

22 DoMEnIcaS. PAOLINO DA NOLA – CORPUS DOMINII fra i réspónt cómè l’abàt l’antunä.I frati in coro rispondono all’intonazione che dà l’abate.

23 lUnEDI’ S. GIUSEPPE CAFASSOLa minèsträ pö catìä l’è chèlä dé i fra.La peggior minestra è quella dei frati.

24 MaRtEDI’NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA‘L vàl miä córèr bastä rià a urä.Non serve correre basta arrivare in tempo.

25 MERcolEDI’S. GUGLIELMOA ólté bisògnä sarà ‘n ócc.A volte bisogna chiudere un occhio.

26 GIovEDI’S. VIGILIO‘L signur ‘l dà ‘l frèt sécónt i pagn.Dio dà il freddo secondo i panni.

27 vEnERDI’S. ARIALDO DI MILANOAl bésògn sa cónùs l’amìs.L’amico si conosce al bisogno.

28 SaBatoS. ATTILIODio ‘l ma sègné dè i padrègn e madrégné.Dio mi salvi dai patrigni e matrigne.

29 DoMEnIcaSS. PIETRO E PAOLOQuand sa g’ha fam l’è bù töt.Quando si ha fame va bene tutto.

30 lUnEDI’SANTI PROTOMARTIRI‘Na fómnä pèr ca, ‘n prèt ‘n sagristiä, sé ghè n’è dè piö i sa piä ‘n unur dè Gésü.Una donna per ogni casa, un prete per sagrestia, se fossero di più si farebbero a pezzi in onore di Gesù.

CALENDARIO BRESCIANO: GIUGno

Morti al giorno

Disabilial giorno

Feritial giorno

10

51725

Giugno 2014 Pag . 15Ricette

cucina bresciana: Secondi d i carneDopo il pesce eccoci a parlare di carne. Ed iniziamo con una ricetta che si può considerare un classico della cucina bresciana e cioè:

STUFATO DI CAVALLOda mangiare il giorno dopo

Ingredienti: 2 kg di sotto spalla di cavallo intera, 1 kg di cipolle bionde, 2 litri di vino rosso corposo, 100 g di burro, 100 g di olio d’oliva, sale, pepe e noce moscata.Procedimento: con il batticarne battete la carne al fine di renderla tenera. Mettetela in una bacinella e copritela con le cipolle affettate e il vino rosso, lasciatela in infusione per 48 ore in frigo. In una casseruola capace fate sciogliere il burro e l’olio, sgocciolate carne e cipolle dal vino, quindi fate imbiondire le cipolle nel burro e l’olio e aggiungetevi la carne che farete rosolare, bagnate carne e cipolle col vino, aggiustate di sale, pepe e noce moscata. Coprite la casseruola e cuocete dolcemente per due o tre ore. Togliete la carne, passate al setaccio il sugo e affettate la carne, sistematela sopra un piatto e copritela con il sugo. Se la

conservate coperta di salsa, il giorno dopo è ancora migliore. Servite con una polenta morbida.

STUFATO DI CAVALLOda consumare appena cotto

Ingredienti: 2 kg di spalla di cavallo, 1/2 kg di cipolle, 100 g di burro, alloro, 200 g di olio d’oliva, 50 g di pancetta, aglio, carota, gambo di sedano, cannella in polvere, noce moscata, chiodi di garofano, farina bianca, sale, pepe e 2 litri di vino rosso robusto.Procedimento: lardellate la carne con qualche pezzetto di pancetta, mettetela in infusione nel vino per sei – sette ore in un luogo fresco, unendovi una foglia di alloro, la carota, il gambo di sedano e una cipolla tutti a fettine, l’aglio schiacciato, un pizzico di cannella e di noce moscata. Mettete sul fuoco una casseruola con il burro, l’olio, la pancetta rimasta e le cipolle affettate, rosolate lentamente, quindi unitevi la carne sgocciolata e infarinata fatele prendere colore da tutte le parti, unitevi le verdure dell’infusione ben sgocciolate, rosolate per qualche minuto, versate il vino dopo averlo

filtrato, aggiustate di sale e pepe. Fate cuocere lentamente con il coperchio per circa un ora e mezza e, se occorresse, aggiungetevi altro vino. A cottura ultimata dovreste avere un sughetto denso e scuro che servirete con la carne affettata e la polenta morbida.

MANZO DI ROVATO ALL’OLIOIngredienti: 1 kg di “cappello del prete”, 2 cipolle, 1 gambo di sedano, 3 carote, il verde di 5 zucchine, 2 acciughe salate, 10 capperi sotto sale, olio d’oliva, prezzemolo, sale, pangrattato, grana grattugiato e vino bianco secco.Procedimento: rosolate la carne in una tazza di olio con le acciughe e i capperi, aggiungetevi le verdure a pezzi tranne le zucchine e bagnate il tutto con il vino bianco. Cuocete per due ore, aggiungete le zucchine e terminate la cottura. Togliete la carne, passate il sugo, aggiungete il pangrattato e il grana, salate se necessario, tagliate la carne a fette e scaldatela nel sugo. Servite con prezzemolo tritato, olio d’oliva crudo e una buona polenta.

POLLO IN GUAZZETTOIngredienti: 1 pollo da 1200 g, 1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano, 1 bicchiere di passata di pomodoro, 4 patate vino bianco secco, salvia, lardo, burro, sale e pepe.Procedimento: tagliate il pollo in otto pezzi, salatelo e fatelo rosolare con il lardo, burro e salvia, aggiungete la cipolla e fate rosolare anch’essa. Affettate il sedano e la carota e aggiungeteli al pollo; quando questo avrà preso colore bagnate con vino bianco, fate evaporare e quindi aggiungete la passata di pomodoro. Cuocete per trenta minuti,

quindi aggiungete le patate pelate e tagliate a pezzi e terminate la cottura facendo attenzione che non si attacchino al fondo.

POLLASTRA RIPIENAIngredienti: 1 pollastra da 2 kg, 1 uovo, aglio, prezzemolo, 1 gambo di sedano, cipolla, pangrattato, latte, burro, 1 amaretto, grana grattugiato e sale.Procedimento: pulite una bella pollastra grassa. Preparate il ripieno tritando il fegatino che mescolerete con il pane, il formaggio, l’amaretto tritato, un po’ d’aglio e prezzemolo tritati, legando il tutto con l’uovo e bagnando con un po’ di latte caldo. Amalgamate bene l’impasto, salatelo e introducetelo nella pollastra, cucitela e legatela per mantenerla in forma. Ponetela in una pentola con acqua bollente leggermente salata, unitevi la cipolla e il sedano. Cuocete la pollastra, toglietela quindi dal brodo e tagliatela a pezzi, servendo a parte il suo ripieno.

CONIGLIO DI BARGHEIngredienti: 1 coniglio nostrano da 1200 g, 2 bicchieri di vino bianco secco, burro, olio, rosmarino, salvia, 2 cipolle piccole, aglio, prezzemolo, sale e pepe.Procedimento: rosolate in un tegame con burro ed olio la cipolla tritata, la salvia, il rosmarino, aggiungetevi il coniglio tagliato a piccoli pezzi. Rosolate bene e aggiungete un battuto di prezzemolo, aglio e il fegatino del coniglio, rosolate ancora per un poco, aggiustate di sale e pepe e bagnate con il vino bianco. Continuate la cottura a fuoco lento, facendo attenzione di non far attaccare la carne al tegame.

Per 8-10 personeIngredienti:- 200 g di burro ammorbidito + il necessario per lo stampo;- 2 tuorli;- 150 g di zucchero a velo- 3 cucchiai di cacao- 600-700 g di biscotti (frollini al burro e panna oppure aromatizzati alle mandorle, all’anice, al cocco ecc.)

Preparazionefoderate uno stampo quadrato o rettangolare con un foglio di carta da forno leggermente imburrato.- Versate i tuorli in una grande ciotola, unite lo zucchero e battete con il frullino elettrico fino a ottenere un composto

chiaro e spumoso.- Con un cucchiaio di legno lavorate energicamente il burro e il cacao finché assumeranno la consistenza di una crema.- Unite le due preparazioni mescolando bene e lavorando ancora con il frullino elettrico in modo che si amalgamino perfettamente.- Schiacciandoli con il matterello, sbriciolate circa 150-180 g di frollini e mescolateli con cura alla crema appena preparata.- Confezionate il dolce alternando a strati, nello stampo, la crema e frollini rimasti interi fino a esaurire gli ingredienti; iniziate e terminate con un sottile strato di crema.- Mettete lo stampo nel frigorifero e lasciate raffreddare il dolce per 12 ore.

fRollInI PaStIccIatIUna ricetta facilissima il cui gusto varia a piacere a seconda del tipo di frollini scelti.

ISloPag . 16 Giugno 2014

L’I.S.Lo (Istituto di Studi Locali) di Manerbio sta raccogliendo varie immagini, cartoline e documenti fino agli anni ‘60 (possibilmente corredati con un minimo di commento) con la finalità di condividerle in una galleria online. Abbiamo già caricato,

oltre al materiale condiviso da altri utenti, quattro album con diversi temi. Partendo da sinistra in senso orario, i rifugi antiaerei contro i mitragliamenti, l’Asilo, il Convitto ed infine il Dopolavoro fotografati poco dopo l’inaugurazione.

ISlo, un archivio di immagini storiche condiviso con tutti

www.facebook.com/islo.manerbio