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DIREZIONE E REDAZIONE: VIA NAVA 34 - 25064 GUSSAGO DIRETTORE RESPONSABILE: VITTORIO NICHILO Redazione: A. Belleri, G. Castelli, A. Inselvini, G.B. Torcoli G. Tonoli, , F. Torchio Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 17/2012 del 07/08/2012 Stampa: Tipolitografia Gardesana SEMESTRALE DEL GRUPPO ALPINI DI GUSSAGO SEZIONE DI BRESCIA 2|2016 Numero speciale in occasione dell’inagurazione della nuova sede

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DIREZIONE E REDAZIONE:VIA NAVA 34 - 25064 GUSSAGO

DIRETTORE RESPONSABILE: VITTORIO NICHILO

Redazione: A. Belleri, G. Castelli, A. Inselvini, G.B. Torcoli

G. Tonoli, , F. Torchio

Autorizzazione del Tribunale di Brescian. 17/2012 del 07/08/2012

Stampa: Tipolitografia Gardesana

SEMESTRALE DEL GRUPPO ALPINI DI GUSSAGO - SEZIONE DI BRESCIA 2|2016

Numero specialein occasione

dell’inagurazionedella nuova sede

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Mi piace un sacco, ora che è quasi terminata, entrareal tramonto e attraversarla piano, in tutto la sualunghezza così vuota, grande, pulita e bella.Ed ogni volta, dopo qualche passo, il mio pensiero vaad un tempo passato e immagino cosa potevaessere... e così nella parta alta mi appare un fienile(quasi sento l’odore del fieno) mentre sotto bendisposti attrezzi per il lavoro dei campi.Oppure a volte mi sembra di vedere lucide carrozzedi chissà quali signori giunti da dove e per cosa...Poi, l’abbandono con l’inesorabile degrado.Fino ad oggi dove questo spazio luminoso è diventatola nostra nuova sede. È stato sin dall’inizio unimpegno non da poco: economico, di tempo e dibraccia di tanti volontari alpini e non ma, comunque,uno stimolo a fare del «bello» e a lasciare di nuovol’impronta del nostro passo. Ora il mio pensiero va «in» avanti e vedo uno spaziovivo, ricco di ricordi del passato ma pure di progettie perché no sogni per il futuro.Uno spazio di riunioni e decisioni ma pure unconviviale di festa; uno spazio aperto a tutti coloroche vogliono conoscere, condividere e «sognare»con noi alpini.

BENVENUTI NELLA NOSTRANUOVA CASA!di ALESSANDRO INSELVINI

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Icasi della vita condizionanospesso la nostra esistenza, cosìche situazioni ed esigenze parti-

colari, a volte indipendenti dalla no-stra volontà, ci costringono ad ade-guarci alle circostanze del momento.Capita così che gli alpini di Gussagodebbano cambiar casa: non è certoun dramma, anche perchè non è laprima volta che succede. Nei quasi 90 anni della loro esisten-za lo hanno già fatto almeno 2 o 3volte e sempre per migliorare, spe-rando comunque che questa possaessere la soluzione definitiva, anchese il condizionale resta d’obbligo,considerando che trattasi pur sem-pre di una convenzione a tempocon la proprietà della nuova strut-tura che è poi la stessa della sedeattuale. L’esigenza, da parte dell’En-te Morale Asilo Nava, di rientrare inpossesso dei locali che ospitano ilgruppo alpini, ha fatto scaturire laproposta di recuperare la vecchia“colombaia”, un fabbricato fatiscen-te destinato alla rovina totale, da de-stinare a nuova sede delle pennenere gussaghesi: spazi più ampi eindipendenti, maggiori possibilitàdi parcheggio e convenzione a lun-go termine. A prima vista un impe-gno importante e severo, sia dalpunto di vista economico che del la-voro. “Ma gli Alpini non hanno pau-

ra” recita una nota canzone e, con-siderato anche il valore morale direstituire alla comunità un edificiostorico altrimenti destinato a ridur-si un cumulo di macerie, AngeloBelleri in testa e i suoi soci al segui-

to, si sono di nuovo rimboccati lemaniche intraprendendo un’altraavventura. Condivido in pieno que-sto modo di agire dei miei alpini:quando una cosa è da fare si fa! Na-turalmente con i piedi ben piantatiper terra, ma pratici, concreti e de-terminati ... E armati di santa pa-zienza; solo così si supera ogniostacolo, anche il più ostico, spessorappresentato dalla burocrazia cheuccide il volontariato. Ne sappiamoqualcosa anche in sede sezionale,alle prese con la Soprintendenzaper il progetto “Maniva”. Comun-que con la volontà si supera tutto eoggi, dopo un paio d’anni di proget-ti e di lavoro, supportati dalla gene-rosità di sostenitori, amici e cittadi-nanza, gli alpini gussaghesi sono inprocinto di inaugurare la loro nuo-va sede, un vero gioiello, vanto del-la comunità. In questi nuovi localiriprenderà vigore la programmazio-ne dell’attività del gruppo nel solcodella tradizione che lo ha visto pro-tagonista nel campo della culturaalpina con una pregevole serie dimostre fotografiche a tema e nelcampo sportivo, senza trascurare il

la nostranuova casa

SETTEMBRE 2016 | SpiritoAlpino 3

Un impegno importanteMa gli alpininon hanno paura!di G.BATTISTA TURRINI (capogruppo Ana di Brescia)

Gli alpinidi Gussagosi sono di nuovorimboccatile manichefinendoun’altraavventura

Un angolo suggestivo della nuova sede

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giusto spazio da dedicare al cultodella memoria, scopo associativo diprimaria importanza. Ma mi auguroche vi si possano anche program-mare e organizzare interventi (co-me già successo in passato) a sup-porto delle iniziative sezionali checi chiameranno a raccolta nei pros-simi mesi e nei prossimi anni per ilgià citato “progetto Maniva”, per ilcompletamento dei lavori alla casadi Irma (nostro primo monumentovivente) e per opere di manutenzio-ne alla sede sezionale, e al sacrariodel cimitero Vantiniano, per l’am-pliamento e ristrutturazione dellaScuola Nikolajewka, per il “Pontedell’Amicizia” sul fiume Livenka, interra di Russia, per l’organizzazionedel 74° e del 75° anniversario dellabattaglia di Nikolajewka e, forse, an-che per l’organizzazione di un’Adu-nata Nazionale. Il terremoto delcentro Italia è arrivato a metterci ibastoni tra le ruote, ma è certo cheanche per questa emergenza sapre-mo fare la nostra parte. Sono sicuroche gli alpini di Gussago, rinfranca-ti da questo ulteriore successo, cisaranno vicini e contribuiranno amantenere alto il blasone della no-stra grande famiglia. In questo mo-mento non posso che esprimere lamia personale ammirazione e ilcompiacimento di tutti gli alpinibresciani che tra pochi giorni ver-ranno in questo bellissimo angolodi Franciacorta a condividere la gio-ia e la soddisfazione per l’importan-te traguardo raggiunto. Grazie an-cora, amici di Gussago: il 9 ottobre,tra un tripudio di tricolori e bollici-ne, grideremo tutti insieme: W glialpini!!!

4 SpiritoAlpino | SETTEMBRE 2016

la nostranuova casa

Ma gli alpininon hanno paura!

Inaugurazione nuova sede E bravi alpini!di BRUNO MARCHINA (sindaco di Gussago)

Quello che si va a celebrare è sicuramente un “lieto evento”; ecome potrebbe non esserlo l'inaugurazione della nuova sededel Gruppo Alpini di Gussago? Per di più del ”lieto evento”

ha avuto tutte le connotazioni, compresa una fase lunga (fin troppo;ma si sa, la burocrazia......) di gestazione, e poi un travaglio non facile.....e poi il risultato finale: talmente bello che ha fatto dimenticare subitoi problemi incontrati. È qui, davanti a noi, completata, la nuova sede,ricavata dal sapiente recupero della barchessa adiacente all'asilo Nava,mirabilmente restituita all'antico splendore, con il suo bellissimo muroin pietra a segnare il confine con la strada, con la sua torretta-colom-baia, con la valorizzazione degli elementi materici e delle linee archi-tettoniche, con la sistemazione degli spazi esterni.E bravi, alpini! Potete ora annotare, nel registro delle cose fatte, un'altraopera grande, che si unisce alla ristrutturazione della precedente sede(neanche troppi anni fa!), alla realizzazione del vostro bel monumento,alla miriade di iniziative civili, sociali, ricreative, culturali che contrad-distinguono ordinariamente la vostra realtà associativa e che fanno delvostro gruppo una presenza forte e significativa del nostro territorio.So bene che tutti questi encomi possono apparire un po' esagerati,magari anche un po' finti (tanto non costano nulla!)...... e così si usa inmolte occasioni. Se qualche volta questo è pur vero, non lo è assolu-tamente in questo caso! Voi non siete persone che indulgono facil-mente ai convenevoli, alle moine o alle manfrine; siete forse un pochi-no bruschi, piuttosto. Ebbene, stavolta brusco lo sono anch'io: e se vidico un grande “grazie” a nome della comunità gussaghese, dovetesapere che esso è sincero, vero e, sono sicuro, condiviso dai nostri con-cittadini. È il grazie per tutto quello che fate durante il corso dell' anno(degli anni) per i nostri bambini, i nostri anziani, la nostra gente, il no-stro bel paese. È il grazie per questa nuova sede, che arricchisce ulte-riormente il patrimonio storico/artistico/culturale/sociale del nostroterritorio ed è l'ennesima prova che, chiamati, siete sempre pronti adaffrontare tutte le sfide che vi vengono prospettate.Un saluto e lunga vita a tutti voi, al Capogruppo e ai membri del Con-siglio, agli iscritti e ai simpatizzanti, a tutti quelli che vi vogliono bene.Viva gli Alpini! Viva Gussago! Viva l'Italia!

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Complimentiagli alpinidi DON ADRIANO DABELLANI (prevosto di Gussago)

Èopinione ormai largamenteaccettata che il patrimonioedilizio storico rappresenti

un valore fondamentale per le co-munità e pertanto debba essere sal-vaguardato per essere trasmesso,con i suoi valori culturali, alle gene-razioni future. Per poter procederead un lavoro di restauro conservati-vo si richiede, oggi, elaborati pro-gettuali di restauro più completi eapprofonditi che in passato, preve-dendo indagini e studi preliminari,finalizzati alla corretta formulazionedel progetto, arricchito da una co-noscenza particolareggiata dellestrutture sulle quali si interviene. Il metodo del restauro conservativo,portato avanti con la dovuta serietà,si applica soprattutto all’edilizia tra-dizionale, riconosciuta anch’essacome portatrice di importanti valoridi cultura e di memoria e, aggiungo,di facoltà terapeutiche. Le nostre“vecchie case” i nostri “vecchi palaz-zi” le nostre “vecchie corti” nella lo-ro semplice e imponente dignitàstrutturale e funzionale, nutrono emantengono quel rapporto tran-quillizzante con la tradizione, con lastoria, con la cultura, che permettea ognuno di noi di riconoscere lapropria identità e le radici comuni.

Soprattutto per poter procedere in unlavoro di restauro è necessaria la co-noscenza, intesa in senso ampio (sto-rica e tecnica dell’ambiente costrui-to), è la base, per la formulazione delprogetto di conservazione. Quest’ul-timo deve porre attenzione tanto aivalori estetici, architettonici e strut-turali, quanto a quelli della stratifica-zione edilizia, compresi gli interventiimpiantistici, legati alle necessitàodierne di utilizzo, che ridefinisconol’antico in l’originale edificio, in una‘nuova’ attuale architettura. La conoscenza di tutte le parti checompongono l’edificio storico, e del-le loro connessioni (dai singoli ele-menti edilizi alla concezione staticadel complesso delle strutture) gene-ra un profondo rispetto delle strut-ture storiche, riconosciute come de-positarie di importanti valori cultu-rali e tecnici ed espressione di unastraordinaria dignità. Il rispetto e lacomprensione del lavoro altrui, siaesso compiuto in epoche passate ri-chiede, molta attenzione nel pensa-re, progettare e realizzare un lavorodi restauro. Agli Alpini di Gussagodiciamo: complimenti e congratula-zioni per il lavoro eseguito su un’an-tica struttura per trasformarla inuna nuova sede! Fatica vissuta contanta pazienza, amore, attenzione,cura! I nostri Alpini meritano il tito-lo di: artisti perché hanno restituitoun’opera architettonica al suo mon-do storicamente determinato, ricol-locandola idealmente nell’ambientedove è sorta e considerandone i rap-porti con la cultura ed il gusto delsuo tempo, e contemporaneamentehanno operato su di essa per ren-derla nuovamente viva ed attuale,quale parte valida ed integrante delnostro ambiente.

Agli Alpini di Gussago

diciamo:complimenti e

congratulazioniper il lavoroeseguito su

un’anticastruttura per

trasformarla inuna nuova sede!

Fatica vissutacon tanta

pazienza, amore,attenzione, cura!

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la nostranuova casa

Un ringraziamento particolare va alpresidente Roberto Fezza dell’EnteScuole dell’Infanzia Paritarie EntiMorali di Gussago, proprietaria dellostabile, ed a tutti i suoi consiglieri incarica al momento della stipula dellaconvenzione cinquantennale; al nuo-vo presidente sig. Andrea Aliprandi(Armando) ed al suo consiglio. Un grosso grazie a tutti i tecnici ini-ziando dal geometra, ai vari archi-tetti che con molta professionalitàci hanno assistito in questo lun-ghissimo e tortuoso periodo. Unringraziamento all’amministrazioneComunale in particolare al sindacoBruno Marchina, a tutta la sua giun-ta ed all’Ufficio Tecnico. Questa nuova sede sarà apprezzata,non solo da noi “veci” alpini, ma so-prattutto dai giovani “bocia”, i qualisapranno accogliere e propagaretutti i valori che noi abbiamo appre-so dai nostri “veci” e ci aiuterannoa proseguire fiduciosi nel nostrocammino, traendo energia da que-sta nostra nuova sede, in modo daaffrontare le sfide future con la con-sapevolezza di affondare le radici inun passato glorioso e leggendario,che non merita certo di essere di-menticato.

VIVAL’ITALIA, VIVA GLI ALPINI

Quando nel 1990 venivo elettocapogruppo non avrei mai pensato chedopo tanti anni trascorsi insieme a VoiAlpini sarei stato qui, ancora in veste dicapogruppo, ad inaugurare anche questanuova sede, dove noi alpini e amicipotremo trascorrere delle ore liete incompagnia per riscoprire e rafforzare inostri valori alpini

Una magnificaopera d’artedi ANGELO BELLERI (capogruppo Ana di Gussago)

6 SpiritoAlpino | SETTEMBRE 2016

Una nuova sede più grande diquella attuale che spero po-trà spronare tutti Voi soci e

amici a frequentarla più assidua-mente. Il calvario di questa costru-zione magnifica è durato più diquattro anni: fra domande, rinvii,nuovi disegni e permessi delle auto-rità compenti; in particolare dell’Uf-ficio dei Beni Ambientali- Monu-mentali perché questo stabile è unbene monumentale e come tale ab-biamo dovuto rispettare delle indi-cazioni particolari ad esempio per iltipo di malta e per i lavori di restau-ro da parte di manodopera specia-lizzata. Per nostra fortuna abbiamodei soci molto competenti che conforza, coraggio e passione si sonodedicati anima e corpo ai lavori, edinfatti il risultato si vede. Una veraopera d’arte, grazie di cuore per lacostanza che avete avuto. Ringra-

zio tutti i miei consiglieri e soci chesi sono impegnati su tutti i fronti:dai contatti con i tecnici, con le dittefornitrici ai vari impianti tecnologi-ci, alla posa di pavimenti, alla verni-ciatura, al fabbro, e per tutti quei la-vori che non si vedono ma per que-sto non meno importanti.

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SETTEMBRE 2016 | SpiritoAlpino 7

la nostranuova casa

Sono già trascorsi quattro anni da quando sonostato nominato vostro referente per la SezioneAlpini di Brescia. Sembra ieri. Fin dal primo in-

contro mi avete fatto partecipe del vostro progettoper la costruzione della nuova sede. Sono stati anniduri ed intensi di lavoro, avete superato tanti scogliburocratici ed avete avuto intoppi diogni tipo ma alla fine il“Sogno” si è avverato: unasede prestigiosa in un “ha-bitat” di tutto rispetto.Arte, cultura e tradizioni so-no racchiuse nel vostro “sta-bile” ed a questo aggiungia-mo i valori alpini intrinsecial vostro gruppo. “Aiutare ivivi per non dimenticare chici ha preceduto” ed ecco chela famosa quadratura delcerchio è stata ottenuta.Continuate sulla strada davoi già intrapresa, ricca diiniziative solidali verso i piùdeboli e meno fortunati edanche d’aiuto alle Istituzioni.Siate sempre d’esempio ai vo-stri concittadini nel fare Gruppo e, se pur mugugnan-do come siamo soliti fare noi Alpini, proseguite conobiettivi ben precisi e senza mai tirarsi indietro anchedi fronte alle più ardue difficoltà. Dobbiamo, in pocheparole, stare al passo con i tempi!Permettetemi un caloroso saluto e ringraziamento alCapogruppo, al Consiglio Direttivo e agli Alpini diGussago, un particolare ricordo anche agli Alpini“andati avanti”. Un grazie alle vostre compagne di vi-ta e ai vostri figli per la pazienza e la disponibilità di-mostrata in tutti i frangenti.

Arte, cultura etradizioni sono

racchiuse nelvostro “stabile”

ed a questoaggiungiamo i valori alpini

intrinseci alvostro gruppo

Una sede prestigiosaIl “sogno”si è avveratodi G.FRANCO BELLERI (capozona)

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MOMENTIDI LAVOROALLA“COLOMBERA”

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Con il patrocinio delCOMUNE DI GUSSAGO

Inaugurazione NUOVA SEDE - Via Staffoli, 5 Gussago -

SABATO 1 OTTOBRE 2016 - CHIESA SAN LORENZO

ORE 21.00 : RAPPRESENTAZIONE TEATRALESCEMI DI GUERRA “VOCI DI CHI IMPAZZI’ NELLE TRINCEE”

SABATO 8 OTTOBRE 2016 SALA POLIFUNZIONALE MONS. BAZZANI - ORATORIO MASCHILE

ORE 20.30 : CONCERTO CORO ALTE CIME Sez. A.N.A. di Brescia

DOMENICA 9 OTTOBRE 2016

LA CITTADINANZA E’ INVITATA A PARTECIPARE ED ESPORRE IL TRICOLORE

ORE 08.45: Ammassamento Piazza Vittorio Veneto - Oratorio MaschileORE 09.30: ALZABANDIERA, onore ai caduti e inizio sfilata per le vie

del paese accompagnati dallaFanfara di Vallecamonica

ORE 10.45: S.Messa Piazzale Asilo Nava - Via Staffoli 5 A seguire INAUGURAZIONE NUOVA SEDE

ORE 13.00: Pranzo all’ORATORIO MASCHILEORE 18.00: AMMAINABANDIERA

GRUPPO ALPINIGUSSAGO

Sezione di BresciaA.N.A - Sez. di BresciaGRUPPO DI GUSSAGO

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MOMENTIDI LAVOROALLA“COLOMBERA”

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CORPO DI FABBRICAPORTICATO

Prima dell’inizio dei lavori fu-rono eseguiti dei sopralluo-ghi con la competente So-

printendenza per definire le moda-lità di esecuzione dell’intervento direcupero. Sul grande portico la pre-senza di lacerti di intonaco sia al-l’interno che all’esterno dell’edificiolasciavano intuire che in origine lesuperfici fossero intonacate diver-samente da ciò che ci è pervenutocon i paramenti murari in pietra avista. Non potendo più realizzare laricostruzione degli intonaci, conmateriali e tecniche impiegate altempo della costruzione, si decisedi intervenire con un’operazione dicarattere conservativo stilando omeglio ricostruendo i giunti di mal-ta di collegamento tra i vari ele-menti della muratura, per garantireil consolidamento e la durabilità neltempo delle parti . L’esecuzione di una intonacaturagenerale rischiava di rivestire conmateriali molto diversi da quelli ori-ginari le superfici ottenendo un ri-sultato astratto dal contesto cultu-

rale, storico e materiale che le pro-dusse.Dopo aver predisposto delle cam-pionature da sottoporre alla So-printendenza il lavoro è procedutocon la stilatura dei giunti di malta.

Foto 1: campionature per verificare la colorazione delle malte

Un intervento meticoloso e pre-ciso che ha avuto lo scopo di in-tegrare i vuoti tra una pietra el’altra mantenendo visibile latessitura muraria in pietra.

SETTEMBRE 2016 | SpiritoAlpino 11

Il restauro delle superficidel porticatoe della torre passereradi arch. GIUSEPPE LORENZINI (Conservazione superfici architettoniche)

Foto 2. Ricostruzione dei giunti di malta in fasedi realizzazione

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Foto 3. La stessa operazione con parti in mattone eparti in pietra. Si noti l’arcata sinistra non ancoratrattata.

La malta impiegata ha caratteristi-che simili a quella originaria - indi-viduata nei lacerti sopravvissuti -sia per il colore sia per la grana.L’intonazione cromatica è stataconferita con polveri di marmo, sab-bia e calce idraulica secondo unaformulazione specifica elaboratadopo diverse prove. La malta applicata non eccede oltreil riempimento dei vuoti e lasciatrasparire la tessitura muraria. Iltamponaggio finale con spugneumide ha avuto lo scopo di compat-tare i giunti di malta, asportarequella in eccesso e lasciare sulle su-perfici una generale velatura impal-pabile ma percepibile cromatica-mente che conferisce un’intonazio-ne adeguata.

Foto 5. Lavori in corso. La grande parete, con i giuntidi malta ricostruiti, presenta un’intonazione cromaticaomogenea che lega il tutto pur mantenendo visibile latessitura muraria.

PASSERERA

Le superfici della torre furono og-getto nel corso degli anni di unintervento manutentivo eviden-ziato da rasature in malta cemen-tizia eseguite sulla parte sommi-tale (cornice) ed alla base dellamuratura. La parte alta presentain intonaco tipo marmorino men-tre quella bassa (circa la metàdella superficie) è più grezza e ru-vida eseguita con un intonaco dicolorazione giallo chiaro conferi-to dal tipo di aggregato.

12 SpiritoAlpino | SETTEMBRE 2016

le fasidel restauro

Foto 4 fase di tamponaggio degli intonaci

Foto 6. Paramento in mattoni durante la stilatura.

La maltaimpiegata ha

caratteristichesimili a quella

originaria,individuata nei

lacertisopravvissuti,

sia per il coloresia per la grana

Foto 7: prospetto ovest: la parte sommitalepresenta intonaco a marmorino, quella di attaccoa terra ha un intonaco ruvido. In rosso sonosegnalatele parti con malta cementizia.

Foto 8: L’intero manufatto fu oggetto di interventi,localizzati in alcuni punti, allo scopo disalvaguardare parti in fase di distacco che furonostuccate o sigillate con metodologie pocoadeguate: salva bordi con malte cementizie congranulometrie diversa alle parti originarie,stuccature debordanti rispetto alla lacuna.

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Foto 9: particolare prospetto ovest. La fase A èquella originaria realizzata con intonaco lisciatotipo marmorino, in successione la fase B è larasatura eseguita con malta tipo “stabilitura”,calce aerea - grassello di calce, sabbia tipoticino e forse l’aggiunta di cemento.

Foto 10. Rimozione delle incrostazioni dicemento con martellina

Foto 11. La superficie dopo la rimozione dellestuccature cementizie

L’operazione preliminare è sta-ta quella di rimozione dellestuccature inadeguate - esegui-ta meccanicamente con martel-lino - andando a percuotere efrantumare le incrostazionianomale ed asportandole. (foto10 e 11). Dopo aver rimosso tut-te le stuccature cementizie lesuperfici sono state trattate conbiocida (per eliminare muschie biodeteriogeni) e lavate conidropulitrice a pressione con-trollata.

Si è realizzata una rasatura /stuccatura per integrare le lacu-ne dell’intonaco avendo cura dinon ricoprire le parti originariecon la stuccatura conservandol’intonaco marmorino originario.

Foto 12. Rasatura e stuccatura della superficie.Scopo dell’intervento è quello di integrare ivuoti senza ricoprire i frammenti di marmorinooriginario

Foto 13. Superficie in marmorino primadell’intervento

Foto 14. Superficie in marmorino dopol’intervento.

Il lavoro sulla superficie in mar-morino si è concluso con unavelatura a base di silicati di po-tassio per uniformare tonal-mente le parti trattate. La parte con intonaco ruvidoalla base della torre, dopo la de-molizione delle rasature ce-mentizie applicate in passato, èstata rasata con un intonacocon colore simile a quello pree-sistente.

La torre dopol’intervento

Arch.Giuseppe Lorenzini

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Svetta, sopra la nuova sede del Gruppo Alpini se-zione ANA di Gussago, una torretta squadrata,con angoli smussati,elegante nella sua sobria

semplicità. Sporge leggermente, rispetto all’edificioadiacente a mezzogiorno, sul marciapiede di via Staffo-li, dove una inferriata “inginocchiata” lascia intravede-re il vuoto del piano terra. Non ha finestre, ma è carat-terizzata da una serie di piccole aperture tonde in geo-metrica sequenza: si tratta di una torretta passerera,una delle molteplici tracce del passato ben visibili innumerose località del nostro territorio, soprattutto indimore rurali padronali, nei sottotetti di case contadineo nelle cascine delle zone pedemontane e pianeggianti;molte sono dette “colombere” perché destinate ad ac-cogliere colombi, con aperture spesso a triangolo, concornicione-posatoio esterno; questa tipologia si trovasoprattutto nelle cascine della bassa pianura, dove laricchezza di cereali attirava piccioni e columbidi. Costruzioni come la nostra di palazzo Nava avevano loscopo di offrire alle passere domestiche e mattugie,presenti in abbondanza nelle campagne coltivate a ce-reali, foraggi, frutteti e vigneti, un ricovero per nidifi-care, sfruttando sia la loro dimestichezza con gli uma-ni, sia la loro consuetudine di fare nidi in fori dimuri,sotto tegole, in anfratti di edifici. All’interno della

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notestoriche

torretta, in corrispondenza di ciascun foro, veniva col-locato un coppo protetto da un mattone, che diventa-va nido per tre-quattro deposizioni all’anno di tre-seiuova ogni volta. I piccoli implumi (in dialetto bresciano“ulocc”) venivano poi tolti dal nido prima che spiccas-sero il volo e le loro carni altamente nutritive passava-no dai succulenti spiedi delle cucine alle conviviali ta-volate dei signori. Tale pratica con relative architetture risale, secondo glistudiosi, all’epoca di Giulio Cesare, quando ebbe diffu-sione soprattutto nell’Italia meridionale e poi in tutte leterre romanizzate. Dopo i secoli della decadenza e delleinvasioni, con la bonifica dei terreni e la ripresa dellecoltivazioni soprattutto da parte degli ordini monastici,ricomparvero anche queste strutture, che ebbero gran-de diffusione fino alla fine del 1700, secolo in cui, arric-chite di elementi ornamentali, divennero elemento de-corativo di abitazioni signorili agresti o di brede di

Avevano lo scopo di offrire alle passeredomestiche e mattugie,presenti in abbondanzanelle campagne coltivate a cereali, foraggi, frutteti e vigneti, un ricovero per nidificare

La torrepassereradi RINETTA FARONI

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nobili ed ecclesiastici , cui era riserva-to il privilegio di possederne una. Nella torretta di cui parliamo, i foritondi di accesso al nido interno si tro-vavano su tutte le pareti, allineati inorizzontale su varie file parallele; l’at-tuale restauro non ha modificato nul-la di quanto si è salvato della parteinterna, dove si vedono ancora benele numerose aperture quadrate incorrispondenza dei pertugi esterniper il prelievo dei nidiacei. Il numerodei fori tuttora visibili fa supporre cheesistessero almeno duecento nidi eche dunque l’approvvigionamentoalimentare annuo di volatili, fatte sal-ve le coppie per la riproduzione, fossecospicuo e spesso fonte di redditodalla vendita alle trattorie della città.Questa costruzione, un tempo solita-ria in mezzo alla campagna e ai vigne-ti, in origine quasi certamente utiliz-zata anche come posto di controllodei terreni, era poco distante dal pa-lazzo signorile ed accessibile nel pia-no sopraelevato solo con una scala apioli, asportabile per impedire l’intru-sione di estranei. Il porticato adiacen-te, popolarmente detto “barchessa”per la somiglianza con analoghi fab-bricati di servizio affiancati al corpocentrale delle ville venete, fu proba-bilmente edificato in epoca successi-

va; aveva funzione di ricovero di car-rozze, carri e cavalli, e poi di rimessaper attrezzi agricoli; di certo la torret-ta rimase struttura per allevamento eprelievo alimentare ancora per tuttol’Ottocento. In seguito al benefico la-scito del palazzo destinato dal pro-prietario Giovanni Nava all’istituzio-ne di un Asilo infantile a lui intitola-to, operativo già dall’anno scolastico1900-1901, la torretta non fu più in usocome passerera. Certamente i pennu-ti continuarono a frequentare indi-sturbati tale comodo riparo in abban-dono, mentre un solido abbraccio diedere avviluppava lentamente pietreed intonaci esterni. Il recupero del complesso da partedell’infaticabile e generoso GruppoAlpini di Gussago per la loro nuovasede ha restituito dignitoso decoro adun elemento architettonico storicodel nostro paesaggio, che per la suatipicità vien felicemente ripreso an-che in moderne costruzioni.

I nostri operosie tenaci Alpiniconsegnano allacomunità unulteriore segnodella nostrastoria, conl’auspicio chesia conservato e trasmesso alle futuregenerazioni

SETTEMBRE 2016 | SpiritoAlpino 15

Rinetta Faroni, studiosa eautrice di storia locale, è nataa Gussago (Brescia), dove hainsegnato, vive e si adopera perpromuovere e divulgare lacultura e la conoscenza delpatrimonio storico e artisticodel nostro territorio. Ha al suoattivo numerose pubblicazioni,contributi di ricerca ecollaborazioni con Istituzioni,Associazioni e Fondazioniculturali.

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In chiusura di questo opuscolo, ma al primo posto co-me importanza, desidero esprimere a nome di tutto ilgruppo, il più vivo ringraziamento a tutte le aziende eprivati per il concreto aiuto offertoci e per aver condi-viso con noi la costruzione di questa nuova sede.

GEOM. PERLOTTI LUCIANO / ARCH. GIUSEPPE LOREN-ZINI (CONSERVAZIONE SUPERFICI ARCHITETTONI-CHE) / ARCH. MOLGORA STEFANO / ING. RICHIEDEIFRANCO / ARCH. CHINOTTI ROBERTO / ING. FAVERZA-NI LUCA / ING. FABIO ZONI / EDIL 3 DI SIMONCELLIMAURO E F.LLI TORCHIO / ARICI F.LLI / C.E.I. DI CODE-NOTTI GIUSEPPE / TREBESCHI GIANCARLO E FIGLI /FALEGNAMERIA LOMBARDI GIOVANNI / C.S. CARPEN-TERIA SERRAMENTI / IMMOBILIARE MARCONI / C.R.EDIL SRL / PIETRA DI SARNICO CAVE DI MINISTRINIGIUSEPPE / FARONI GIUSEPPE / CERAMICHE ARICI EFALCONI / AFIS DI CLERICI / FORIT SPA / A.R.C. TINTEG-GIATURE CARTONGESSO / RAFFELLI CESARE / TURATIG.P. IMP. ELETTRICI / A.I.E. IMPIANTI ELETTRICI / FRAN-CESCONI FRATELLI ILLUMINAZIONE / ELCOM ILLUMI-NAZIONE / ZENIT SICUREZZA / DEPASCALIS ANGELO /ORBU DI ORIZIO / BOTTI LUCIANO / TERMIDRA SNC /LORENZINI MAURO E PAOLA / MAESTRO FABBRO BO-NOMETTI GIUSEPPE / LUCA CINELLI (GIARDINIERE)

Mentre per i nostri muratori e “manovali” sempre pre-senti, credo che non bastino i ringraziamenti per la lo-ro grande disponibilità, per la loro eccezionale capacitàdi lavoro, per aver portato a termine senza tentenna-menti questa nostra bellissima sede, sappiamo che tut-ti gli alpini del gruppo non lo dimenticheranno mai.

GRAZIE A

GRUPPO ALPINIGUSSAGO

Sezione di Brescia