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IL BULLISMO IL BULLISMO IL BULLISMO Negli ultimi tempi si è parlato e si parla molto di bullismo. Che cos'è il bullismo? In che cosa consiste questo preoccupante fenomeno? Il termine bullismo deriva dal verbo inglese bullying che ha diversi significati: vuol dire “comandare” ma anche “essere presuntuoso e arrogante” e, infine, “costringere qualcuno” a fare qualcosa con la forza. Quest'ultimo è il significato che più si avvicina alla definizione di bullismo. Il BULLISMO consiste nel far del male intenzionalmente e ripetuta- mente, sia fisicamente che verbalmente, a chi è più debole o non è in grado di difendersi. Il BULLISMO è caratterizzato principalmente da alcuni elementi. Presta molta attenzione a questi aspetti per- ché sono tipici proprio del bullismo e la loro pre- senza consente di distinguerlo da altri comporta- menti simili, ma che non possono e non devono essere considerati <BULLISMO>. La presenza di un bullo prepotente che ritiene di poter dimo- strare di essere un leader e di avere potere proprio attraverso la sua aggressività e la paura che incute negli altri. La ripetitività degli atti di prevaricazione: nel bullismo, infatti, i gesti e i comportamenti del bullo non sono atti aggressivi occasio- nali e isolati, ma sono atti aggressivi ripetuti sempre nei confronti della stessa vittima. LE DIVERSE FORME DI BULLISMO Esistono diverse forme di bullismo: il bullismo diretto, il bullismo verbale e il bullismo indiretto. Esaminiamole insieme. E' molto importante che tu conosca queste diverse forme di bulli- smo perché così sarai in grado di riconoscerle e difenderti!!! IL BULLISMO DIRETTO: si manifesta attraverso percosse e aggressioni fisiche, limitazioni alla libertà personale, estorsioni e ricatti IL BULLISMO VERBALE: si manifesta attraverso umiliazioni verbali e dirette, insulti e minacce, derisioni e prese in giro IL BULLISMO INDIRETTO: la vittima viene fatta oggetto di calunnie e falsità, messa in condizione di sentirsi diversa o infe- riore, esclusa dall'attività del gruppo (continua nel prossimo numero) Ayman e Alessandro C. Giornalino scolastico dei ragazzi di 2 a A Anno scolastico 2014/2015 Numero 4 Direttore: prof ssa Federica Chignoli Redazione: Christian P., Diletta. F., Alice M., Nicole V., Arianna B., Beatrice R., Massimo P., Anna C. (in collaborazione con tutta la 2^A) C ari amici, come voi tutti sapete, dal 1 al 7 Marzo i nostri compagni di se- conda e di terza hanno partecipato alla prima mobilità per il Progetto Erasmus +. Sono partiti per Alovera, nei pressi di Madrid, dove hanno incontrato coetanei spagnoli e rumeni con i quali hanno trascorso una fantastica settimana...sono tornati molto soddisfatti da questa avventura e noi li abbiamo voluti intervistare facendo loro alcune domande riguar- danti la loro nuova e magnifica esperienza. Ecco le risposte che ci hanno dato e che abbiamo voluto così riassu- mere: 1- In che lingua avete parlato? E' stato difficile farvi capire? No, non è stato affatto difficile farci capire, perché avevamo le cono- scenze efficaci per saper comunicare. Abbiamo parlato in inglese, francese, italiano e spagnolo. A volte abbiamo improvvisato, a volte abbiamo domandato aiuto al traduttore, a volte ce la siamo cavata da soli. 2- E' stata una bella esperienza? La rifareste? Sì, è stata una bellissima esperienza, piena di emozioni, come la feli- cità di aver conosciuto nuovi amici molto simpatici e socievoli, l'orgo- glio per aver intrapreso un'esperienza del tutto nuova, la gioia di aver trascorso una settimana speciale, ricca di novità. E' di sicuro un'esperienza da rifare, la consigliamo a tutte le persone che hanno la possibilità di intraprenderla. 3- Vi siete trovati bene e accolti nelle famiglie? Sì, le famiglie ci hanno accolto molto bene e hanno gestito un'enor- me responsabilità con coraggio e determinazione. Sono state acco- glienti e di buona volontà. Piano piano noi ci siamo abituati alle loro tradizioni e alle loro abitudini. Loro hanno accolto l'idea di ospitare una persona con l'intenzione di farla sentire a casa. 4- Avete notato delle differenze tra la scuola italiana e la scuola spagnola? Ci sono alcune differenze fra le scuole: in Spagna la scuola inizia alle 8:30, l'intervallo della mattina dura 30 minuti, c'è un bar nella scuola dove i ragazzi possono comprare la merenda, ci sono grandi campi da gioco (pallacanestro, calcio). 5- Quali erano gli orari dei pasti? Quali sono i piatti tipici? La colazione era alle 7:30/8:00, il pranzo era alle 15:00/15:30, la cena era alle 21:00/22:00...e questo ci ha un po’ disorientati perché molti di noi all’ora di cena erano stanchi e volevano andare a letto!! -I piatti tipici erano la paella, i tramezzini, la tortilla patata, i churros, lo jamon, il gazpacho, la chuleta. 6- Come trascorrevano il tempo libero i ragazzi spagnoli? Erano socievoli e simpatici? I ragazzi spagnoli trascorrevano il tempo uscendo con gli amici, fa- cendo shopping, praticando sport, giocando, ballando, cantando, partecipando a party... erano tutti molto socievoli, simpatici e allegri. Arianna, Nicole, Beatrice, Alice

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IL BULLISMOIL BULLISMOIL BULLISMO

Negli ultimi tempi si è parlato e si parla molto di bullismo.

Che cos'è il bullismo? In che cosa consiste questo preoccupante

fenomeno?

Il termine bullismo deriva dal verbo inglese bullying che ha diversi

significati: vuol dire “comandare” ma anche “essere presuntuoso e

arrogante” e, infine, “costringere qualcuno” a fare qualcosa con la

forza.

Quest'ultimo è il significato che più si avvicina alla definizione di

bullismo.

Il BULLISMO consiste nel far del male intenzionalmente e ripetuta-

mente, sia fisicamente che verbalmente, a chi è più debole o non è

in grado di difendersi.

Il BULLISMO è caratterizzato principalmente da

alcuni elementi.

Presta molta attenzione a questi aspetti per-

ché sono tipici proprio del bullismo e la loro pre-

senza consente di distinguerlo da altri comporta-

menti simili, ma che non possono e non devono

essere considerati <BULLISMO>.

La presenza di un bullo prepotente che ritiene di poter dimo-

strare di essere un leader e di avere potere proprio attraverso la

sua aggressività e la paura che incute negli altri.

La ripetitività degli atti di prevaricazione: nel bullismo, infatti,

i gesti e i comportamenti del bullo non sono atti aggressivi occasio-

nali e isolati, ma sono atti aggressivi ripetuti sempre nei confronti

della stessa vittima.

LE DIVERSE FORME DI BULLISMO Esistono diverse forme di bullismo: il bullismo diretto, il bullismo

verbale e il bullismo indiretto. Esaminiamole insieme.

E' molto importante che tu conosca queste diverse forme di bulli-

smo perché così sarai in grado di riconoscerle e difenderti!!!

IL BULLISMO DIRETTO: si manifesta attraverso percosse e aggressioni fisiche, limitazioni alla libertà personale, estorsioni e

ricatti

IL BULLISMO VERBALE: si manifesta attraverso umiliazioni verbali e dirette, insulti e minacce, derisioni e prese in giro

IL BULLISMO INDIRETTO: la vittima viene fatta oggetto di calunnie e falsità, messa in condizione di sentirsi diversa o infe-riore, esclusa dall'attività del gruppo

(continua nel prossimo numero) Ayman e Alessandro C.

Giornalino scolastico dei ragazzi di 2aA Anno scolastico 2014/2015 Numero 4

Direttore: prof ssa Federica Chignoli

Redazione: Christian P., Diletta. F., Alice M., Nicole V.,

Arianna B., Beatrice R., Massimo P., Anna C. (in collaborazione con tutta la 2^A)

C ari amici,

come voi tutti sapete, dal 1 al 7 Marzo i nostri compagni di se-

conda e di terza hanno partecipato alla prima mobilità per il Progetto

Erasmus +.

Sono partiti per Alovera, nei pressi di Madrid, dove hanno incontrato

coetanei spagnoli e rumeni con i quali hanno trascorso una fantastica

settimana...sono tornati molto soddisfatti da questa avventura e noi

li abbiamo voluti intervistare facendo loro alcune domande riguar-

danti la loro nuova e magnifica esperienza.

Ecco le risposte che ci hanno dato e che abbiamo voluto così riassu-

mere:

1- In che lingua avete parlato? E' stato difficile farvi capire?

No, non è stato affatto difficile farci capire, perché avevamo le cono-

scenze efficaci per saper comunicare. Abbiamo parlato in inglese,

francese, italiano e spagnolo. A volte abbiamo improvvisato, a volte

abbiamo domandato aiuto al traduttore, a volte ce la siamo cavata

da soli.

2- E' stata una bella esperienza? La rifareste?

Sì, è stata una bellissima esperienza, piena di emozioni, come la feli-

cità di aver conosciuto nuovi amici molto simpatici e socievoli, l'orgo-

glio per aver intrapreso un'esperienza del tutto nuova, la gioia di

aver trascorso una settimana speciale, ricca di novità. E' di sicuro

un'esperienza da rifare, la consigliamo a tutte le persone che hanno

la possibilità di intraprenderla.

3- Vi siete trovati bene e accolti nelle famiglie?

Sì, le famiglie ci hanno accolto molto bene e hanno gestito un'enor-

me responsabilità con coraggio e determinazione. Sono state acco-

glienti e di buona volontà. Piano piano noi ci siamo abituati alle loro

tradizioni e alle loro abitudini.

Loro hanno accolto l'idea di ospitare una persona con l'intenzione di

farla sentire a casa.

4- Avete notato delle differenze tra la scuola italiana e la

scuola spagnola?

Ci sono alcune differenze fra le scuole: in Spagna la scuola inizia alle

8:30, l'intervallo della mattina dura 30 minuti, c'è un bar nella scuola

dove i ragazzi possono comprare la merenda, ci sono grandi campi

da gioco (pallacanestro, calcio).

5- Quali erano gli orari dei pasti? Quali sono i piatti tipici?

La colazione era alle 7:30/8:00, il pranzo era alle 15:00/15:30, la

cena era alle 21:00/22:00...e questo ci ha un po’ disorientati perché

molti di noi all’ora di cena erano stanchi e volevano andare a letto!!

-I piatti tipici erano la paella, i tramezzini, la tortilla patata, i churros,

lo jamon, il gazpacho, la chuleta.

6- Come trascorrevano il tempo libero i ragazzi spagnoli?

Erano socievoli e simpatici?

I ragazzi spagnoli trascorrevano il tempo uscendo con gli amici, fa-

cendo shopping, praticando sport, giocando, ballando, cantando,

partecipando a party... erano tutti molto socievoli, simpatici e allegri.

Arianna, Nicole, Beatrice, Alice

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Storia dei giardini (4° episodio)

Carissimi lettori (imperterriti girasoli senza scrupoli),

siamo già arrivati al giardino barocco, che via via si evolve e diventa

sempre più grande e travalica i confini formali dell'impianto geomet-

rico per identificarsi con il paesaggio circostante.

Lo sviluppo della prospettiva favorisce la ricerca di nuovi effetti

scenografici e illusionistici.

La prospettiva lineare cede il passo agli artifici scenografici: zone di

ombra perdono i loro contorni precisi e si fondono in un vago effetto

chiaroscuro.

I contorni si fanno meno netti e il bosco sembra avvolgere il giardino

conferendogli un'atmosfera di mistero che affascina.

Nel '600 l'arte del giardino presta più attenzione ai fenomeni natura-

li, non punta alla volontà di conoscere ma al puro desiderio di esibire

teatralmente i prodigi e gli incanti della natura che diviene arte e

spettacolo.

Il giardino non è più il luogo di chiare simmetrie, dove l'architettura

domina le piante, ma teatro di effetti prodigiosi.

Si affacciano elementi nuovi, come gli spettacolari teatri d'acqua,

sostitutivi dei ninfei cinquecenteschi, o i teatri di vegetazione.

Si inizia a dare alle piante

forme plastiche e architet-

toniche, si creano effetti

ornamentali.

Con il barocco la passione

per i giardini tocca per la

prima volta livelli straordi-

nari e le somme spese

nell'allestire lo spazio verde

sono quasi paragonabili a

quelle investite nella

costruzione del palazzo.

La Villa Aldobrandini fu una

grandiosa struttura e, com-

binandosi al raffinato impianto dei giardini che si sviluppano sul retro

addossati al colle, crea grande impatto paesaggistico.

Il giardino Garzoni a Collodi fu costruito su una ripida scarpata che

permette di abbracciare scenograficamente l'intero percorso che

conduce dal basso della valle fino al sommo del colle che con la sua

struttura di verde, d'acqua, di rocce, di scalinate, ne fa un giardino-

teatro.

L'arte dei giardini in Fran-

cia fu fortemente in-

fluenzata dalla conoscenza

del livello artistico raggiun-

to in Italia.

Andrè Le Notre apprende il

mestiere di giardiniere ai

giardini delle Tuileries sotto

la guida di Claude Mollet.

Le Notre raggiunge la mas-

sima espressività progettu-

ale a Vaux le Vicompte.

Lo spazio occupato dal gi-

ardino viene disegnato e

organizzato mediante artifici architettonici che trovano nella mate-

matica, nella geometria e nell'ottica i loro fondamenti teorici a

sostegno di una forte volontà pianificatrice.

Tutte le arti dovranno manifestare il potere del re e il giardino sarà

un punto di forza essenziale quando diventerà la scena per la

rappresentazione della volontà assoluta del monarca.

Il re vede in Le Notre il genio creativo al quale affidare la costruzione

del suo immenso giardino.

Le Notre ha realizzato altre importanti opere: Chantilly, Marly,

Sceaux. Con la morte di Le Notre si chiude il grande secolo dell'arte

giardiniera francese.

Siete pronti a scoprire come sarà il giardino in Inghilterra?

Beh,ve lo diremo la prossima volta...

Nicole e Beatrice

(Tratto da “Appunti e riflessioni di storia dei giardini” di Falivene)

Gli strumenti dell’ortoGli strumenti dell’orto

In questo numero del giornalino non tratteremo le malattie delle

piante, ma affronteremo un‘analisi più dettagliata degli strumenti

necessari e utili per riuscire a col-

tivare in modo semplice ed effica-

ce in nostro orto.

LA PALA

La pala, conosciuta anche come

badile, è un attrezzo manuale at-

to a rimuovere o a raccogliere

terra, pietrame o altro materiale

minuto. È utilizzato prevalente-

mente in agricoltura per scavare

dei solchi.

LA ZAPPA

La zappa è un attrezzo agricolo manuale per lavorare la terra, costi-

tuito da una robusta lama in ferro quadrata e, talvolta, trapezoidale

o triangolare, infissa ad un manico generalmente di legno o metallo

leggero della lunghezza tra i 35 ed i 70 cm, che insieme alla lama va

a formare un angolo retto. Questo strumento deve la sua nascita

all'inizio dell'agricoltura ed è diffuso in tutto il globo.

LA PALETTA

Ha la stesa funzione della pala, ma viene utilizzata per piante più

piccole come le fragole.

L'ANNAFFIATOIO

L'annaffiatoio serve per innaffiare le piante d'acqua e, quindi, per

farle “bere”. Generalmente l'annaffiatoio ha un capacità che varia

da 1 a 25 litri

IL RASTRELLO

Il rastrello è uno strumento che, assieme alla forca o forcone, serve

a raccogliere fieno e paglia essiccati al sole, ma anche foglie o per

sbriciolare la terra prima della semina o per raccogliere le castagne,

raccattare i sassi più grossi. In città viene usato per pareggiare la

ghiaia nei viali e nei cantieri. Il lungo manico generalmente di legno

è attaccato perpendicolarmente al pettine, un'asse che va dai 30 ai

70 cm di larghezza, con un numero variabile di rebbi, i denti, che

servono a trattenere il

materiale da rastrellare.

Il pettine può essere in

metallo, in legno e og-

gigiorno anche in plasti-

ca.

IL PIANTATOIO

E‘ utile per piantare ad

esempio i bulbi di aglio,

cipolla, o altri ortaggi. In realtà, basta guardare i contadini e il loro

senso di economia, è sufficiente procurarsi un ramo robusto, intagli-

arlo e il piantatoio è fatto!

Christian e Massimo

Villa Aldobrandini (Frascati)

Giardini delle Tuileries (Parigi)

C ari lettori, vi ricordia-

mo che ogni numero del no-

stro giornalino è consultabile

sul sito della nostra scuola…

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I FANTASTICI 12 !!

L'Italia ha avuto sinora 12 presidenti della Repubblica.

Nel nostro stato, per legge costituzionale, non esiste il vicepresi-

dente; in caso di assenza, il presidente viene sostituito dal presi-

dente del Senato che assume il titolo di Presidente supplente.

Insieme a voi vogliamo ricordare i nostri presidenti:

1-De Nicola Enrico :il primo presidente eletto e in carica dal 1 gen-

naio 1948 al 12 maggio 1948.

2-Einaudi Luigi: considerato uno dei padri della Repubblica Italiana,

in carica dal 12 maggio 1948 al 11 maggio 1955.

3-Gronchi Giovanni: ministro del commercio e primo cattolico ad

essere eletto Presidente della Repubblica. In carica dal 11 maggio

1955 al 11 maggio 1962.

4-Segni Antonio: eletto due volte presidente del consiglio dei mini-

stri e in carica dal 11 maggio 1962 al 6 dicembre 1964 come presi-

dente della Repubblica (per soli due anni e mezzo).

5-Saragat Giuseppe: politico, diplomatico italiano, presidente del

dopoguerra; in carica dal 29 dicembre 1964 al 29 dicembre 1971.

6-Leone Giovanni: politico e giurista italiano, primo senatore a vita

diventato presidente e in carica dal 29 dicembre 1971 al 15 giugno

1978.

7-Pertini Sandro: politico, giornalista e partigiano italiano, secondo

socialista a ricoprire la carica dal 9 luglio 1978 al 29 giugno 1985.

8-Cossiga Francesco: politico, giurista e docente italiano, in carica

dal 3 luglio 1985 al 28 aprile 1992.

9-Scalfaro Oscar Luigi: politico, magistrato italiano e ministro

dell'interno, in carica dal 28 maggio 1992 al 15 maggio 1999.

10-Ciampi Carlo Azeglio: economista e politico italiano, in carica dal

18 maggio 1999 al 15 maggio 2006; è stato governatore della Ban-

ca Italiana, presidente del Consiglio dei Ministri e ministro del teso-

ro e del bilancio.

11-Napolitano Giorgio: politico italiano in carica del 15 maggio

2006 al 14 gennaio 2015, presidente della Camera, ministro dell'in-

terno e senatore a vita anche prima di diventare Presidente della

Repubblica Italiana. È stato l'uni-

co Presidente che è rimasto in

carica otto anni (7+1).

12-Mattarella Sergio: politico e

giurista italiano, in carica dal 3

gennaio del 2015 fino ad oggi.

Vice presidente del Consiglio dei

ministri, ministro per i rapporti

con il Parlamento, ministro della

pubblica istruzione e ministro

della difesa, se non giudice costi-

tuzionale.

I “poteri” del Presidente della Repubblica: Il Presidente della Repubblica Italiana :

Ha il comando di tutte le forze dell'ordine (polizia, carabinieri,

esercito...).

Nomina il Presidente del Consiglio dei ministri.

Scioglie le camere, cioè elimina il potere delle camere e indice

nuove elezioni per la nomina di nuovi parlamentari.

Può rimandare indietro una legge o un decreto se non li ritie-

ne opportuni.

Alice, Anna, Diletta

N el mese di Gennaio le classi seconde hanno visitato il Duomo

di Milano; i ragazzi si sono soffermati soprattutto ad analizza-

re l'esterno, con le sue geometrie e la sua simbologia, che è stato

magnificamente illustrato e svelato dal mirabile professor Gibellato,

grande esperto del Duomo e dei suoi segreti.

In particolare siamo rimasti stupiti dal fatto che in cima al Duomo

vi sia un giardino di pietra...che, guarda caso, rientra proprio fra gli

argomenti che quest'anno stiamo affrontando con il Progetto Era-

smus +.

Il Giardino di pietra nasce come omaggio al Duomo di Milano, uno

dei monumenti storici più importanti e simbolo della città nel mon-

do.

Le guglie posizionate sopra alla copertura del Duomo sono ornate

da fiori, foglie e vegetali scolpiti nel marmo rosato di candoglia con

venature grigie; sono un vero e proprio inno alla Natura, un giar-

dino pensile di pietra. Le guglie si colorano come se volessero

fiorire e rinascere, percorse dalla linfa vitale che le fa vivere. Ven-

gono poi inserite in una rete di linee, punti, forme geometriche e

grovigli simili a bozzoli, per trovare un equilibrio ideale che diventa

simbolo dell'armonia tra Uomo e Natura, tra ciò che è stato proget-

tato e creato dalla mano dell'artista e ciò che viene progettato e

creato dalla mano della Natura.

Alla base delle guglie troviamo la gargolla, o garguglia, la parte ter-

minale dello scarico dei canali di gronda e spesso ornata con figure

animalesche, fantastiche o mostruose, o con fiori e piante.

Le fotografie che alleghiamo mostrano il panorama bucolico che si

può ammirare in cima al Duomo...

Christian e Massimo