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IL GOBBO DI NOTRE DAME Operetta in 2 atti liberamente ispirata al romanzo di V. Hugo Adattamento del testo di Teresa Cavallo Scenografie di Nino Oriolo Mimica della recitazione di Silvana Labate Coreografie di Miriana Conte IL PEGASO ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE STUDIOMUSICALICATA DIRETTORE : GAETANO ALICATA PACHINO, 15 LUGLIO 2018 - 2° TRIMESTRE - REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI SIRACUSA N°16 DEL 23.12.2008

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IL GOBBO DI NOTRE DAME

Operetta in 2 atti liberamente ispirata al romanzo di V. Hugo

Adattamento del testo di Teresa Cavallo Scenografie di Nino Oriolo

Mimica della recitazione di Silvana Labate Coreografie di Miriana Conte

IL PEGASO ORGANO UFFICIALE DELLA CASA EDITRICE STUDIOMUSICALICATA

DIRETTORE : GAETANO ALICATA

P A C H I N O , 1 5 L U G L I O 2 0 1 8 - 2 ° T R I M E S T R E - R E G I S T R A Z I O N E T R I B U N A L E D I S I R A C U S A N ° 1 6 D E L 2 3 . 1 2 . 2 0 0 8

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STUDIOMUSICALICATA Edizioni Musicali di Alicata Gaetano

Sede Legale: Via A. Brancati,106 - 96018 Pachino (Sr) Sedi Operative: C.da Cugno di Canne, snc - 96014 Floridia

C.da San Lorenzo, snc - 96017 Noto Tel: 328.4650606 Fax: 0931.1846143

E-Mail: [email protected] Web Site: www.studiomusicalicata.it

Costanza Guastelluccia Enrico Tricarico Fabrizio Puglisi

Francesca Lo Savio Francesco D’Isa

Giancarlo Aleppo Lucia Franzò

Luigi Fiorentini Maria De Lorenzo

Mariachiara Patruno

Mario Gagliani Nino Oriolo Pino Suriano

Silvana Labate Rossana Campisi

HANNO COLLABORATO

COPIA OMAGGIO

Pag. 1 Poema sinfonico… G. Alicata

Pag. 2 Novecento di G. Aleppo Redazione

Pag. 3 L’introduzione della prima sonata

Per pianoforte di P. Boulez M. Gagliani

Pag. 5 La Musica e il cinema L. Fiorentini

Pag. 6 Che il mediterraneo sia… E. Tricarico

Pag. 7 Due lieder a confronto… F. Puglisi

Pag. 8 Filarmonica G. Puccini di Prato Redazione

Pag. 9 Premio Mia Martini M. Patruno

Pag. 10 I.I.S. “E. Fermi” di Policoro Redazione

Pag. 11 “Il Gobbo di Notre Dame”

Operetta in 2 atti S. Labate

Pag. 13 Etmologica mente non mente F. D’Isa

Pag. 14 Polis F. D’Isa

Pag. 15 2^ Edizione Concorso… Redazione

Pag. 16 Corpo Bandistico… C. Guastelluccia

Pag. 17 Festival di Magliano Redazione

Pag. 18 Gianfranco Prillo e… M. de Lorenzo

Pag. 19 La sottilissima vita tra… L. Franzò

Pag. 20 I primi 30 anni Redazione

SOMMARIO

DIREZIONE

REDAZIONE

GRAFICA

IMPAGINAZIONE

MIRIAM ALICATA

Vicedirettore — Caporedattore FRANCESCO D’ISA

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P A G I N A 1

POEMA SINFONICO — MUSICA A PROGRAMMA

Tra il XIX e il XX la mu-

sica strumentale raggiunse

il massimo splendore gra-

zie all’inserimento, nelle

orchestre, di nuovi stru-

menti quali il corno ingle-

se, il controfagotto, percus-

sioni varie e tube. Tale

effetto portò anche la crescita del numero degli esecuto-

ri orchestrali. Se la sinfonia fu la forma tradizionale che

diede l’avvio alla musica strumentale, col poema sinfoni-co si consolida tutta la fioritura musicale. Tale forma si

sviluppa nella seconda metà del 19° secolo e a differen-

za della musica pura non si serve di immagini e vive solo

dei suoni per dare sensazioni indefinite, preferisce parti-

re da un soggetto prestabilito per poi descriverlo con i

suoni. Da qui la nomina di musica a programma o per

meglio dire composizione che descrive o narra una sto-

ria con mezzi puramente musicali. C’è da dire che, an-

che se tale forma nasce e si sviluppa nella seconda metà

del 19° secolo, essa ebbe dei predecessori:

Clemente Janequin (1485-1558) che nel periodo pre

rinascimentale compose la celebre Battaglia di Mari-gnano e Il Canto degli Uccelli trascritti poi per liuto e

vari strumenti fino al ‘600;

Antonio Vivaldi (1678-1741) che in alcuni concerti

grossi, Le Quattro Stagioni, La Tempesta del Mare, Il Piacere e La Caccia, propone della musica a program-

ma;

François Couperin (1668-1733) che compose per

cembalo brani a carattere descrittivo: Le Nazioni, Le

Apoteosi, Le Follie Francesi, Le Barricate Misteriose,

L’Usignolo in Amore;

Georg Friedrich Händel (1685-1759) con i suoi brani

descrittivi Musiche D’Acqua, Musica per i Fuochi di Artificio, Il Cuculo e L’Usignolo, Il Fabbro Armonio-so;

Giovanni Kuhnau (1660-1722) che con le sei sonate a

carattere descrittivo Istorie Bibliche descrive passi del-

la Bibbia;

Ludwig Van Beethoven (1770-1827) che nel finale del

2° movimento della Sinfonia Pastorale imita il canto

dell’usignolo, della quaglia e del cuculo;

Francesco Lesueur (1760-1837), maestro di Berlioz,

che scrisse Il Trattato della Musica Motivata e

l’Esposto di una Musica Imitativa (trattati).

Il maggior esponente romantico della musica a pro-

gramma fu Ettore Berlioz compositore di famose opere

quali Benvenuto Cellini, La Dannazione di Faust, I Troiani, Il Requiem, l’Infanzia di Cristo, Sinfonia Fanta-

stica, Aroldo in Italia, Carnevale Romano, Re Lear , etc e di trattati quali Il Grande Trattato di strumentazione e

Le Memorie.

Segue Franz Liszt, compositore di grandi poemi sinfoni-

ci quali: Hungaria, Mazzeppa, Ampleto, Prometeo,

Orfeo, Tasso e Quello che si sente sulla montagna e

di sinfonie volte alla musica a programma quali: Faust e Dante. Tra i compositori dell’800 più rinomati si

ricorda Verdi con la sua Battaglia di Legnano.

Altri compositori romantici che seguirono la scia della

musica a programma furono:

Balakìrev con Tamara e Mille anni;

Rìrmski-Koòrsakov con La Grande Pasqua Russa e

Shèhèrazade;

Borodin con Nelle Steppe Dell’Asia Centrale;

Mussòrgski con Una Notte su Monte Calvo e Qua-

dri di Un’esposizione;

Ciaikòvski con Francesca da Rimini e Romeo e Giu-lietta;

Smètana con La Mia Patria

Dvòrak con Lo Spirito delle Aque, La Strega di Mezzodì, L’Arcolaio D’Oro e Il Canto D’Eroe;

Suk con Una Fiaba D’Estate e Praga;

Sibelius con Finlandia, Il Cigno di Tuonela, Le O-ceànidi;

Fèlicien con Il Deserto;

Cèsar Franck con Quel Che si Sente Sulla Monta-gna, Le Eòlidi, Il Cacciatore Maledetto, Psyche;

Camillo Saint-Saens con Rapsodia Brètone, Oriente

e Occidente, Africa, Danza Macraba, Il Carnevale degli Anilali, etc;

Il maggior esponente della musica a programma del

gusto impressionista fu Claudio Debussy con le sue

opere più significative: Pellèas et Mèlisande e Il Marti-rio di San Sebastiano.

Tra i compositori post ‘900 che scrissero musica de-

scrittiva si ricorda Maurizio Ravel con L’ora Spagnola,

Il Fanciullo e i Sortilegi, Il Bolero, la Rapsodia Spa-

gnola e Scèhèrazade.

In Italia il maggior compositore della musica a pro-

gramma fu Ottorino Respighi con I Pini di Roma e Le

Fontane di Roma mentre in Germania è campione del

genere descrittivo Richard Strauss con Don Giovanni, Morte e Trasfigurazione, Così Parlò Zarathustra, Don Chisciotte e Vita d’Eroe.

Gaetano Alicata

I L P E G A S O - 2 ° T R I M E S T R E 2 0 1 8

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A cura della redazione

P A G I N A 2 I L P E G A S O - 2 ° T R I M E S T R E 2 0 1 8

GIANCARLO ALEPPO

NOVECENTO 1^ e 2^ SERIE

PER MEDIA E GRANDE BANDA

Copiright 2012 — studiomusicalicata edizioni musicali —

Due brani originali per complessi bandistici od orchestre di fiati, del M° Giancarlo Aleppo, che ripropongono in maniera semplice e di sicuro effetto i canti e le melo-die del novecento. Ripercorrendo musicalmente l’intero secolo il maestro ha esalta-to il percorso e l’evoluzione della musica italiana che ha mantenuto sempre vivi i ca-ratteri e la fisionomia tradizionale pur essendo stata, per certi versi, profondamente influenzata dai diversi stili della musica europea ed extraeuropea.

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L’INTRODUZIONE DELLA PRIMA SONATA

PER PIANOFORTE DI P. BOULEZ

La sonata per pianoforte non era così comune nella prima metà del

ventesimo secolo. Dopo che Beethoven lasciò in eredità trentadue sonate,

gli sviluppi più interessanti nelle forme musicali, non sono stati nella forma

della sonata. È difficile sentire una sonata senza che Beethoven venga in

mente, ed è altrettanto difficile evitare di fare un confronto con Beethoven.

Ci prova, nel 1946, Boulez, che compone la prima delle sue tre sonate.

Parleremo qui solo dell’introduzione, perchè in essa troviamo il materiale

di tutto il primo movimento della sonata. L’introduzione inizia con due

battute, che hanno le seguenti caratteristiche: nella prima battuta abbiamo

2 note in un intervallo di sesta minore (fa# - re); successivamente una ac-

ciaccatura che risolve su una croma col punto (Fa– mi bemolle); una

nota isolata (mi) e un grumo di note (do- mi bemolle- do diesis– re. La

seconda battuta si conclude con un accordo (si– si bemolle- do– do diesis).

Se esaminiamo attentamente queste 2 battute, ci accorgiamo che il materiale compositivo è struttura-

to su un gruppo di cinque suoni, che danno una serie di intervalli decrescenti: terza maggiore, terza

minore, seconda maggiore, seconda minore. Inoltre queste note, messe in ordine sequenziale,

danno una scala cromatica di cinque note.

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I L P E G A S O - 2 ° T R I M E S T R E 2 0 1 8 P A G I N A 4

La stessa cosa accade nella seconda battuta. É interessante notare che l’ultimo suono del gruppo di

cinque note, sarà il primo dei cinque suoni consecutivi.

Quando, nella seconda battuta, si sentirà il primo accordo della sonata, ci accorgeremo che

anch’esso deriva dallo stesso procedimento menzionato, pertanto avremo in ordine; re - si bemolle -

do diesis – si – do, che svilupperanno in maniera sequenziale la scala cromatica si bemolle – si- do –

do diesis - re.

Tutta l’introduzione verterà su questo aspetto intervallare. Chiaramente Boulez lo modificherà man

mano che si va avanti nella sonata. Ma questo procedimento compositivo, sarà la cellula unitaria di

tutto il primo movimento.

M° Mario Gagliani, docente di composizione presso il Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia

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I L P E G A S O - 2 ° T R I M E S T R E 2 0 1 8 P A G I N A 5

Luigi Fiorentini

LA MUSICA E IL CINEMA Parlare della musica

all’interno dei film, può sembrare un ar-

gomento che vada di pari passo con i tem-pi ma, volendo riflet-

terci un po’ su, le sue radici si perdono nel-le più lontane nebbie

del passato: basti pensare alle tragedie

dell’antico mondo greco, quando i canti corali, che venivano

eseguiti sia all’inizio che alla fine dell’opera in questione, ne

commentavano, seppur in forma sintetica, il contenuto. Ci sono voluti circa duemila anni prima che un gruppo di menti illumi-

nate e lungimiranti si decidessero di dar vita alla più importante forma d’arte mai esistita prima: il “melodramma” o, sempli-

cemente, ”opera lirica”. In realtà – se vo-gliamo dire come sono andate veramente

le cose – non fu loro l’intenzione di creare un nuovo tipo di spettacolo, in quanto vo-levano solo riesumare l’antico teatro greco

senza rendersi però conto che tale ricerca li avrebbe portati in un vicolo cieco, a cau-sa della profonda mancanza di fonti certe;

così, immersi in tale tentativo, crearono – anche se inconsapevolmente – qualcosa di

meraviglioso: partirono con l’idea di “trovare”… e arrivarono con l’“inventare”! Tutto proseguì per oltre quattro secoli, fino

alla nascita del cinema sonoro, quando nel 1925 la Warner Bros acquisì un sistema

per il sonoro sincronizzato con la sequen-za delle immagini. Da allora, con questa invenzione, il mondo dell’arte subì uno dei

più disastrosi fallimenti: il medesimo de-stino della musica avvenne anche per

l’industria. Come la catena di montaggio offrì maggiore sviluppo alla casa automo-bilistica Ford, favorendo la ricchezza sem-

pre più sfacciata al suo proprietario – a scapito della classe operaia ridotta allo

stremo a causa dei successivi licenziamen-ti – così anche l’avvento del cinema sonoro condusse alla povertà molti direttori

d’orchestra che, non potendo più

“sbarcare il lunario”, furono costretti a chiedere l’elemosina proprio davanti a

quei cinema che precedentemente gli ave-vano donato gloria e denaro! A differenza del cinema muto, in cui l’orchestra suona-

va ogni qualvolta avveniva la proiezione del film, nel cinema sonoro bastò una sola esecuzione – cioè quella per l’incisione del-

la colonna sonora – a determinare l’ormai inutile ruolo del musicista. I film, corredati

delle rispettive colonne sonore, raggiunse-ro un numero incalcolabile. Per la musica, dopo secoli di oscurità, è finalmente giun-

to il momento della rivincita. Ma pensate che sia davvero così? No, no… Tutte stron-

zate! La musica è stata vittima di un ine-sorabile declino: da “assoluta” si è trasfor-ma in “comparata”! Qual è la differenza?

Ebbene: per assoluta si intende quella musica composta per essere ascoltata; per comparata, invece, quella che ha il compi-

to di accompagnare le scene. Se nell’opera lirica assumeva il ruolo principale, essen-

do la musica stessa a dominare incontra-stata sul testo letterario, tant’è vero che il protagonista era il compositore mentre a

rimanere accovacciato in un remoto ango-lino era il librettista, l’analogo capovolgi-mento di ruoli è avvenuto nel cinema, in

cui la colonna sonora si limita a commen-tare le varie sequenze di immagini, per cui

il compositore rimane ai margini, godendo di uno spiraglio di celebrità indicato solo nei sottotitoli che scorrono velocemente in

sovrimpressione, nello schermo. “Si stava meglio quando si stava peggio”, sento ripe-

tere spesso in giro: è solo un luogo comu-ne o si riferisce anche alla musica? Mah, chi vivrà vedrà!

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Sperimentatore di contaminazioni musicali, Eugenio Ben-nato è studioso della questione meridionale attraverso il lavoro con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Musi-

canova e Taranta Power, il movimento musicale e culturale da lui fondato nel 1998 rivolto, appunto, alla taranta rituale, ma che rifugge dal richiamo alla raffigurazione stereotipa e

scontata della “tarantella” così come spesso percepita dal grande pubblico. Uno dei primi riusciti esperimenti musi-cali del movimento Taranta power è il disco di musica po-

polare ed etnica del 2002 Che il mediterraneo sia che è, inoltre, un brano contenuto nell’omonimo album e da tem-po colonna sonora dello storico e popolare programma

TV di Rai Uno Lineablu. Inizialmente il progetto culturale convergeva sull’indagine estetica delle musica popolare, un canale attraverso cui la tradizione musicale italiana sia diffu-

sa in tutto il mondo, contaminandosi con altre culture mu-sicali senza per questo disconoscere le radici da cui deriva. Bennato dice di sé: “…ho scelto di fare questo tipo di musi-ca, perché ho creduto nella superiorità dei cantori del sud rispetto ai divi della musica leggera…”. Un’idea, questa, che trova sempre più riscontro nelle successive produzioni mu-

sicali e che diventano sempre più carichi di messaggi sulla questione meridionale fino ad arrivare nel 2016 all’album Canzoni di contrabbando. Alcune canzoni di quest’album

hanno il privilegio di essere arrivate al grande pubblico e di rimanere nell’immaginario collettivo, come Brigante se more, ma il realismo più acceso è nelle canzoni dedicate ai

briganti Ninco Nanco, Carmine Crocco e Michelina De Cesare, protagonisti di vite di battaglia e rapina che segna-rono profondamente le divisioni e le lotte all'interno del

territorio nazionale. Intento del cantautore è far riscoprire il Sud e il suo lato propositivo, ritenendo che con la crisi dei valori occidentali la cultura del Sud può essere un valo-

re aggiunto, che offre valori diversi, come la lentezza che si contrappone alla velocità digitale e della quotidianità, l’amicizia, contro la razionalità della società di oggi e in

ultimo il concetto di integrazione. Proprio l’integrazione è il soggetto indagato in Mon père et ma mère: racconta l’incontro del cantautore napoletano con un giovane mi-grante che attraversa gran parte dell’Africa per poi fermarsi

di fronte al Mediterraneo, lì dove c’è la difficoltà maggiore, lì che si interrompe il viaggio e inizia l’incertezza. E’ un brano dove Bennato duetta con la voce esordiente della

figlia Eugenia, autrice del rap in francese che esprime un

importante concetto: “…insieme, nello stesso cammino, musulmani e cristiani…”. In un momento storico che

registra una riconsiderazione della storia del sud Italia nei momenti precedenti e antecedenti l’unità d’Italia, e che entusiasma, a ragione, il movimento culturale filo -

borbonico, la questione meridionale viene rilanciata ad hoc da Bennato dove vinti, vincitori, eroi o guerriglieri, liberatori o conquistatori, oppressori o governanti sono

ancora al centro di discussioni e chiarimenti storici. E tra i marosi delle vicende storiche Eugenio Bennato ci ricor-da con la bellissima canzone Che il mediterraneo sia tutto quello che il nostro Mediterraneo dovrebbe essere e non è: un luogo di incontro di popoli, di marinai dello stesso mare, una fortezza senza porte, di scambi e di reci-

proco rispetto. Non un cimitero dove annegano i dispe-rati che fuggono da guerre e da miseria per cercare di penetrare in un’Europa dalle porte sempre più chiuse.

Che il Mediterraneo sia quella nave che va da sola tutta musica e tutta vela

su quell'onda dove si vola tra la scienza e la leggenda del flamenco e della taranta

e fra l'algebra e la magia nella scia di quei marinai

e quell'onda che non smette mai che il Mediterraneo sia.

Andare, andare, simme tutt'eguale affacciati alle sponde dello stesso mare

e nisciuno è pirata e nisciuno è emigrante simme tutte naviganti

allez, allez il n'y a pas de barrière nous sommes tous enfants de la même mer il n'y a pas de pirate il n'y a pas d'émigrant

nous sommes tous des navigants. Che il Mediterraneo sia

la fortezza ca nun tene porte addo' ognuno po' campare

d'a ricchezza ca ognuno porta ogni uomo con la sua stella nella notte del dio che balla e ogni popolo col suo dio

che accompagna tutti i marinai e quell'onda che non smette mai

che il Mediterraneo sia. Andare andare alla stessa festa,

di una musica fatta di gente diversa da Napoli che inventa melodia

ai tamburi dell'Algeria allez allez à la même fête

d'une musique qui va et jamais ne s'arrête de Naples qui invente sa mélodie

aux tambours de l'Algérie. Che il Mediterraneo sia

quella nave che va da sempre navigando tra nord e sud tra l'oriente e l'occidente

e nel mare delle invenzioni quella bussola per navigare Nina, Pinta e Santa Maria

e il coraggio di quei marinai e quel viaggio che non smette mai

che il Mediterraneo sia. (al baar al albiad al mutahuassed)

Che il Mediterraneo sia quella nave che va da sola

tra il futuro la poesia nella scia di quei marinai

e quell'onda che non smette mai che il Mediterraneo sia.

Enrico Tricarico

CHE IL MEDITERRANEO SIA La questione meridionale nella musica di Eugenio Bennato

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M° Fabrizio Puglisi, docente di pianoforte presso il Liceo Musicale “V. Bellini” di Caltanissetta

DUE LIEDER A CONFRONTO: "DAS VEILCHEN", K. 476 DI

W. A. MOZART - "UNA VIOLETTA" DI FABRIZIO PUGLISI

I due lieder impiegano i versi di J. W. von Goethe (risalenti al

1774) e il medesimo organico: soprano-pianoforte. Il primo è nel-

la lingua originale, l'altro nella traduzione italiana.

Il lied di Mozart risale al giugno 1785. È in Sol magg., e compren-

de 64 misure. Dopo le 7 iniziali misure introduttive (affidate al

pf.) la melodia è ripresa integralmente dal soprano. Nell'esempio

riportato, tratto dal manoscritto, vi è l'incipit:

Pubblicato da Artaria

(Vienna), nel 1789, "Das

Veilchen" divenne, in breve tempo, uno dei lieder mozartiani più amati e conosciuti. Può le-

gittimamente essere considerato pròdromo dei futuri capolavori schubertiani. Nella recensio-

ne de “Una violetta” di Fabrizio Puglisi, ed. Pizzicato Verlag Helvetia, apparsa nella rivista

mensile “Suonare news” (nov. 2017) viene sintetizzata la triste vicenda della violetta che, inna-

moratasi di una bella pastorella, spera ardentemente di essere colta dalla fanciulla e di essere

avvinta al suo seno. La fanciulla, passeggiando allegramente nel prato, “della viola non si curò

e calpestò il povero fiore”. Il triste destino della violetta, dunque, si compie: il fiore cade, ep-

pur gioisce sospirando (“muoio sì, per causa sua… almeno! ”). La prima versione del lied

(1982) è in Sol min. La versione pubblicata (2017) è in Si min. e richiede una notevole abilità

vocale da parte del soprano. “L'estensione richiesta si spinge fino al Re5” (n. b.: in corsivo è

riportato quanto compare nella recensione tratta da Suonare news). L'autore ne ha scritto an-

che due versioni alternative: in La min. e in La bem. Min. Fabrizio Puglisi, compositore nisse-

no, nato nel 1962, allievo di Eliodoro Sollima e di Vincenzo Mannino, è al suo 21° lavoro

pubblicato. Nel suo catalogo compaiono, oltre ad alcune composizioni pianistiche e cameri-

stiche edite da Studiomusicalicata (Allegro in Sol magg., Fogli d'album, Tre pezzi per violino

e pf., etc.) anche le rielaborazioni pianistiche di un noto Minuetto di J. S. Bach e della celebre

Passacaglia di G. F. Haendel (edite rispettivamente da Pizzicato e da Armelin). Il lavoro più

cospicuo è rappresentato dai “12 Studi” pianistici (ed. Pizzicato) completati nel 2008. Gli Stu-

di nn. 12 e 10 prendono spunto, rispettivamente, dal 9° Capriccio di Paganini (“La caccia”) e

da una Sonata di Cimarosa. Già al loro apparire hanno ottenuto lusinghieri giudizi da illustri

personalità del mondo musicale italiano e da noti esponenti del pianismo internazionale.

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P A G I N A 8 I L P E G A S O - 2 ° T R I M E S T R E 2 0 1 8

Rossana Campisi

FILARMONICA GIACOMO PUCCINI DI PRATO

La Filarmonica G. Puccini rappresenta un pezzo

importante di storia musicale pratese e negli ulti-

mi anni, sotto la guida del M° Tiziana Gacci, sta

vivendo un periodo costellato di successi e grandi

soddisfazioni. Fondata nel 1856, la Puccini – fin dal suo esordio – visse anni di vero splendore con

il nome di “Banda A. Boito”. Nel 1979 fu operata

una riorganizzazione della banda che fu chiamata

“Associazione Musicale Galcianese”. Nella sua

storia figura la partecipazione a prestigiose mani-festazioni come il concerto del 2004

a Oberdrauburg (Austria), il concerto del 2012

in Piazza della Signoria, il Concerto del 2013 per

il 200esimo della nascita di Giuseppe Ver-di a Prato, il raduno bandistico “Il Bandolo delle Bande” a Prato (2013), il concerto in piazza San Lorenzo a Firenze (2014) e il raduno a Vilminore di Scalve (BG). Dal 1990 la Filarmonica fa parte

del Comitato Cittadino Attività Musicali di Prato e si è recentemente iscritta all’Anbima. Dal

2013 è diretta dal M° Tiziana Gacci che ha sapu-

to prendere per mano l’Associazione Musicale

Galcianese e farla crescere, riuscendo a infonder-

le nuove motivazioni e nuovi obiettivi, come per

esempio quello di rappresentare tutta la citta di Prato. Il sogno è diventato realtà. Ormai cono-

sciuta come Filarmonica “G. Puccini” di Prato,

diretta dal Maestro Tiziana Gacci, ha recente-

mente suonato in occasioni di importanti appun-

tamenti istituzionali organizzati dalle autorità religiose e civili di Prato e Provincia. Ma si è an-

dati oltre, fino a intraprendere nuove iniziative

volte a coniugare la valorizzazione delle tradizioni

musicali bandistiche e il legittimo desiderio di

sperimentazione e di innovazione. E così, negli

ultimi due anni, la Puccini ha ampliato il suo re-pertorio dando vita anche all’ensemble Tacito Ac-

cordo che, oltre a Tiziana Gacci, comprende Ro-

berto Bonvissuto, Alice Aloia e Matteo Ferraro.

Questa formazione sta accompagnando in tour i

fratelli Gabriele Marco e Samuele Luca Cecchi, autori di canzoni che spaziano dallo stile popola-

re a quello cantautorale. Il successo di questa

iniziativa è incredibile. Lo dimostrano i tanti en-

tusiasmanti concerti di questi ultimi mesi. Tanto

per citare quelli più importanti, ricordiamo quelli

tenuti al Giardino Buonamici di Prato (serata tra-

smessa per intero su Toscana Tv), in Piazza San Lorenzo a Firenze, in Piazza del Comune a Prato,

fino ad arrivare al trionfale concerto del 16 luglio scorso presso le Scuderie Medicee di Poggio a

Caiano, nell’ambito del prestigioso Festival delle

Colline. Insieme ai fratelli Cecchi, l’ensemble

Tacito Accordo ha realizzato un album dal titolo

“Tu me le fai girare a elica!”, un geniale esempio di come si possano utilizzare le classiche sonorità

bandistiche, mettendole a servizio di contenuti di

alto valore letterario. I dieci brani dell’album, che

strizzano l’occhio al teatro canzone, si inseriscono

a pieno titolo nel repertorio del miglior cantauto-

rato italiano. Si tratta di un successo che ha con-sacrato l’estro artistico e il carisma del M° Tiziana

Gacci, che di tutti questi progetti cura arrangia-

menti e strumentazioni. Pratese da sempre, nata

nel 1992, Tiziana Gacci si è diplomata in Clari-

netto al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze e attualmente frequenta il corso di Strumentazione

per Banda al Conservatorio “G. Verdi” di Milano

con il Maestro Sandro Satanassi. Oltre a dirigere

la banda e a coordinare tutte le attività artistiche

e musicali della Filarmonica “G. Puccini”, insegna

clarinetto e saxofono e collabora con numerose bande e gruppi della Toscana. Anche per quanto

riguarda la direzione, il curriculum della giovane

Gacci è ricco e qualificato: ha studiato direzione

di banda con Jan Van der Roost, Jacob de Haan,

Sandro Satanassi e Thierry Weber. Nel 2012 ha partecipato al corso formativo per i progetti scola-

stici Yamaha “Orchestrando”, ha iniziato a suo-

nare l’euphonium e ha collaborato con la Brass

Band del Conservatorio di Milano, con i Bersa-

glieri in congedo di Prato e Montevarchi. Insieme

a Samuele Luca Cecchi (polistrumentista, can-tautore e compositore di musica da film), Tiziana

Gacci terrà il corso per ragazzi “Crescendo in

Banda”, iniziativa che ha vinto il bando promosso

dalla Biblioteca Comunale Lazzerini. La Filarmo-

nica Giacomo Puccini è motivo di orgoglio per Prato e un esempio riuscito di come si possa riu-

scire a coniugare tradizione e innovazione.

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A cura della redazione

Dal 23 al 29 luglio avrà inizio la 1^ edizione del Musicampeggio della Civica Filarmonica di Modica, diretta dal valente M° Francesco Di-pietro promotore dell’evento, con la collabora-zione del Consiglio Direttivo dell’associazione. Da lunedi 23, presso l’Oasi Fugotto -Madonna del Sorriso, in c.da (Frigintini), circa 40 ragazzi/e saranno impegnati in varie attività per una

crescita e una conoscenza nel campo della mu-sica sotto la guida di docenti professionisti con lezioni individuali, di musica d’insieme e di atti-vità ricreative. Per l’occasione sarà presente la Royal Winds che curerà una sua personale e-sposizione di strumenti musicali. Il musicam-peggio terminerà sabato 28 luglio con un con-certo finale ad opera di tutti i partecipanti.

I L P E G A S O - 2 ° T R I M E S T R E 2 0 1 8 P A G I N A 9

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I.I.S E. FERMI DI POLICORO

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I.I.S E. FERMI DI POLICORO P A G I N A 1 1 I L P E G A S O - 2 ° T R I M E S T R E 2 0 1 8

Il 14 giugno 2018 si sono con-clusi i festeggiamenti del Cin-

quantesimo dell’I.I.S “Fermi” di Policoro con la messa in scena de Il Gobbo di Notre Dame.

All’interno dell’ampio cortile dell’Istituto - su un imponente palco e con l’orchestra del Fermi

al completo - si è assistito ad uno spettacolo eccezio-nale che ha alternato musica, recitazione, canto e bal-

lo. Una vera e propria operetta, in due atti, ispirata li-beramente all’omonimo romanzo di V. Hugo, ma che Gaetano Alicata, che ha scritto i testi originali delle

musiche e delle canzoni, ha saputo liberare dei toni tragici originali, trasformando il musical in un roman-

tico e sentimentale invito al superamento dei pregiudi-zi e all’accettazione del “diverso”. Un inno alla gioia e alla giustizia, sapientemente sceneggiato dalla Profes-

soressa Teresa Cavallo, che ha curato sia la stesura dei testi teatrali sia la regia. A rendere possibile l’ambizioso progetto didattico è stato sicuramente il

lavoro sinergico svolto da numerosi docenti e studenti, sempre supportati e incoraggiati dal D.S.,

Prof.ssa Giovanna Tarantino, che sempre sollecita con grande entusiasmo ogni for-

ma didattica capace di potenziare e portare alla luce i talenti degli studenti. Tra gli attori ricordiamo non solo Rosaria Fagnano – che ha interpretato magistralmente

il ruolo di Perfidia – ma anche tutti gli altri, molti dei quali alla loro prima esperienza di recitazione: Luca De-palma (Quasimodo); Lucia Albisinni (Esmeralda); Pao-

lo Giammarruto (Febor); Marco Vitale (Venerabile); Diana Bercu (Gargoyle); Jaen Edigin (Gargoyle); Donald Kalari (Gendarme); Serafino

Di Sanza (Gendarme); Giada Spina (Zingara); Giulia Iannibelli (Zingara); Carmen Ma-rino (Zingara); solisti e voci narranti sono state le studentesse Irene Muscetta e Flavia Manfredi . Il coro era composto da Giulia Ciurlia e Gabriella Tafaro, supportati dalla

corale “Esperia” di Policoro che si è esibita sotto la direzione del M° F. Muscolino; tra le voci anche quella di Paola Laviola. Il corpo di ballo, invece, era

composto da Alessia Salerno, Antonio D’Aversa, Carmela Padula, Desirèe Incarnato, Eliana Parzia-

le, Francesca Antonucci e Miriana Conte che si è esibita anche in performances individuali.

IL GOBBO DI NOTRE DAME

operetta in due atti

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Silvana Labate

L’orchestra musicale del Fer-

mi era composta da: A. Mari-ni (chitarra), A. Stoppelli

(clarinetto), A. Marino (clarinetto), B. Chiurazzi (tastiera), C. Cossellu

(clarinetto), C. Dilorenzo (timpani), E. Di Pierri

(tromba), E. Palagano (set batteria), F. De Salvio

(chitarra), F. Gallo (violino), F. Amendolara (Tromba), G. Monaldi (chitarra), G. De Do-nato (clarinetto), G. Cirigliano (basso elettrico), G. Di Sanza (fisarmonica), I. Lista

(violino), M. Latronico (clarinetto, clarinetto basso, sax tenore), M. Tarantino (corno francese), M. Napoli (clarinetto), N. Gaetano (tromba), N. Iannella (tromba), N. P. Vice-conte (clarinetto), P. Truncellito (clarinetto), R. Berardi (chitarra), R. V. Vallinoto (sax

alto), S. Lapergola (clarinetto), S. Vallinoto (flauto), S. Colucci (violino), S. Ierone (tastiera),

T. Simone (sax alto). Hanno suonato nell’orchestra anche gli alunni dell’IC2 di Policoro: C. Oldoini (clarinetto), E. Logioia (clarinetto), F.

Dibiase (tastiera), I. Achillea (tromba), M. Coccio-lo (clarinetto), R. Bevilacqua (tromba), S. Santar-cangelo (tromba), S. Kulpa (clarinetto), S. Bene-

detto (tromba). Preziosa è stata la partecipazione e la collaborazione dei Maestri: Francesco Muscoli-

no (fisarmonica); Gaetano Stigliano (chitarra bas-so); Ludovico Giannini (clarinetto); Maria Chiara Sacco ( pianoforte); Rosario Calabrese (tromba); Vincenzo Guida (piccolo Mib). La re-

gia esterna e l’audio sono stati curati dallo studente Giovanni Cirigliano. La professo-ressa Silvana Labate si è occupata di supervi-sionare gli aspetti mimici ed espressivi della

recitazione. A ideare e realizzare la monumen-tale scenografia – di grande impatto emotivo -

è stato il professore Nino Oriolo, supportato dalle professoresse Valeria Moretti e Mariella Parziale; dei costumi e del dietro le quinte si è

occupata la professoressa Susy Benevento. Tra i numerosi alunni che hanno collaborato

alla realizzazione del musical vanno ricordati: A. Corrado, A. Colecchia, B. Dimatteo, C. Modarelli, C. Milano, E. A. Gallicchio, F. Pe-

luso, F. Bruno, F. Colecchia, G. Iannibelli, L. Spaltro, S. Oriolo, V. Silletti e tutti gli alunni del Laboratorio di Potenziamento di Arti Visive. Il musical “Il gobbo di Notre Da-me”, nato dal geniale talento creativo e musicale di Gaetano Alicata, e portato in scena

dal Fermi, verrà ricordato a lungo da tutti coloro che hanno potuto godere di uno spettacolo così

ricco ed armonioso; un musical che, utilizzando vari linguaggi, ha raccontato una bellissima storia facendo appello a tutte le nostre emozioni ed ai no-

stri sensi. Uno spettacolo “sinestesico”, ambizioso e complesso che ha ottenuto un grande successo

di critica e che si spera possa essere esportato co-me un vero e proprio “format” musicale: quando l’Arte si fa spettacolo non si può non notarlo.

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Non c’è parola più bella di

“dittatore”: anche se gli uo-

mini ne hanno concretizzato

una derivazione sociale e po-

litica deteriore, per pavidità o

libero asservimento (tutti i

governanti sono dei dittatori

indegni), dittatore è uno stato

sublime dell’essere, che ha la

sua radice in “colui che det-

ta”, cioè che detta le leggi, che detta le leggi in-

discutibili, che detta le leggi indiscutibili della

morale, ed è una dimensione astratta, estatica,

ideale ma anche estetica e concreta. C’è il ditta-

tore dentro di noi ed è l’amore dittatore di cui

parla Dante, profondamente interno, e c’è il dio

dittatore dei greci, profondamente esterno, che

Platone chiama demiurgo e Aristotele motore

immobile. Immanuel Kant li ricicla entrambi e

li riconverte nella sua “morale” definendoli

“legge morale che è in me e cielo stellato sopra

di me, cioè fuori di me”, la prima è fenomeni-

ca, il secondo è puramente intellettuale. Niente

a che vedere con le religioni storicamente con-

sacrate, che semmai coincidono col significato

di dittatore terreno usualmente inteso, tutto a

che vedere con una forma, anzi la forma, di re-

ligiosità suprema e quindi unica, coincidente

con i sensi e l’intelletto. Una religione che, te-

nendo fede ancora una volta alla sua etimologia,

lega l’essere, umano o non umano, a uno stadio

più profondo dell’esistenza, morale o intellettu-

ale. Una forma di religione superiore e non de-

teriore che è la filosofia. Una filosofia che non è

nei manuali di filosofia ma dappertutto, o quasi,

finanche nei manuali di filosofia.

ETIMOLOGICA MENTE NON MENTE

Francesco D’Isa

ELOGIO DEL PREGIUDIZIO

Certe volte il pregiudizio non è altro

che un’anticipazione preveggente della

realtà, una legittima previsione e, più

che imputarlo come incauto e inappro-

priato al pregiudicante, sarebbe oppor-

tuno produrre una rapida conversione

del pregiudizio in giudizio. La filosofia

è fondamentalmente arte del pregiudi-

zio, quando è filosofia vera, pura, e ide-

ale, e non quando trattasi di quel ripu-

gnante coacervo rabberciato di vili pro-

positi pseudo morali in cui è compressa

la filosofia istituzionale odierna, che più

che sul sano pregiudizio logico si basa

sullo sterile postgiudizio fittizio, utile a

mantenere intatto lo status quo politico;

ad esempio, non applicando un sano,

distanziante e prudente pregiudiziali-

smo nel campo della letteratura, o pre-

sunta tale, non basterebbero tre vite in-

tere e longeve per leggere la paccottiglia

che viene pubblicata in un solo anno

semplicemente in Italia, per poi alla fi-

ne accorgersi di quanto già si pre-

sapeva, pre-sentiva e, quindi, pre-

giudicava.

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POLIS Abbiamo un’idea e-tica della morte, co-me giustiziera e sa-natrice dell’ineticità della vita che non necessariamente è vera o verosimile: stiamo qui ad aspet-tare che lo stato ita-

liano e i suoi sgherri più coinvolti nel malaffare governativo siano giustiziati da una morte giusta e riparatrice, che immaginiamo debba avvenire o per un colpo di stato di un manipolo di paladini liberatori o ad opera di un’insurrezione armata del popo-

lo. E se a una vita non etica cor-risponda anche una morte altret-tanto non etica? Se lo stato ita-liano fosse già morto, insieme al suo popolo estremamente com-plice dell’ineticità della sua vita e insieme a paladini liberatori del tutto virtuali, tipici da immagina-rio cinematografico o da video-

gioco? Quando si avvicendano nello stesso ministero cinque mi-nistri nel giro di un anno e mez-zo, combinandosi secondo un ri-tuale trito per cui i nuovi lascia-no tutte le responsabilità ai vec-chi e i vecchi sostengono di non avere potuto terminare il loro mandato e di conseguenza dare

seguito e definizione alle proprie promesse elettorali, con la conni-venza di una popolazione che co-munque li accredita e ne accredi-ta il sistema, anche senza votare

direttamente, quello stato è già morto. E quando una signorina in jeans lascia il proprio ministe-ro a un ceffo che si ricicla per l’ennesima volta ai vertici istitu-zionali, quelle istituzioni quel mi-nistero e quello stato sono già morti, senza che necessariamen-te intervenga Sandokan armato di machete a fare giustizia som-maria, o Nembo Kid o Batman o Tex Willer… questa ideologia di morte etica e giustizialista esiste solo nell’immaginario, ormai non più neanche collettivo, ma nella realtà è molto più ovvio che un sistema, come un individuo, uno

stato come una collettività, che annegano nell’esistenza più ineti-ca, antietica, anestetica e antie-stetica, lascino la stessa esisten-za senza smettere di esistere, non essendo in effetti mai esisti-ti. Quel sistema, quell’individuo, quella collettività e quello stato sono già morti prima ancora di

morire e la loro morte non avvie-ne in modo romantico fra crolli ed esplosioni ma è già avvenuta attraverso l’indolore e insensibile avvicendarsi di inutili governanti e pavidi governati.

Francesco D’Isa

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2^ EDIZIONE DEL CONCORSO CINEMADAMARE

A cura della redazione

E’ stata presentata martedì 10 luglio a Potenza, presso il

Teatro Stabile, la seconda edizione del concorso Cine-

madamare Scuole, che riunisce le produzioni filmiche

(cortometraggi e documentari) realizzate dagli istituti

scolastici di Basilicata. Alla conferenza di presentazione

erano presenti l'Assessore Regionale all'Istruzione Ro-

berto Cifarelli e l’assessore alla Cultura del Comune di

Potenza Roberto Falotico. Quest'anno il concorso si è

ampliato per il numero delle scuole partecipanti e ha

ottenuto “l'imprimatur” del Miur che, per il tramite

dell’Ufficio Scolastico Regionale, ha diffuso l’avviso tra

le scuole lucane. Il concorso è promosso anche

quest’anno da Cinemadamare in collaborazione con la

Società Dante Alighieri (Comitato di Matera).

“L’iniziativa nasce dall’idea di offrire una ribalta di rilie-

vo alle produzioni delle scuole – ha spiegato Franco

Rina, direttore di Cinemadamare - che spesso si riduco-

no a essere viste e valutate solo al loro interno, di solito

con una proiezione di fine anno. Cinemadamare Scuola

offre invece l’opportunità di proiezione nei giorni in cui

la carovana sarà a Nova Siri, dal 13 al 18 agosto, davanti

agli occhi attenti di esperti e giovani filmakers di tutto il

mondo. Un grazie all’Ufficio Scolastico Regionale che,

nella persona della dottoressa Claudia Datena, ha cre-

duto nel valore dell’iniziativa e ha garantito una sua più

capillare diffusione nel territorio regionale”.

"Incontriamo le scuole – ha spiega Pino Suriano, inse-

gnante e presidente della Società Dante Alighieri di Ma-

tera - perché vogliamo diffondere il potenziale valore

didattico dell’esperienza filmica, in termini di apprendi-

mento”. I corti delle scuole saranno giudicati da una

Giuria nominata e presieduta da Salvatore Verde, criti-

co cinematografico e consigliere di amministrazione

della Lucana Film Commission. Per l’iniziativa Cinema-

dare ha messo in palio un compenso di 500 euro, che

andrà alla scuola che avrà realizzato il Miglior Film e

potrà procedere all’acquisto di materiale didattico o per

la produzione cinematografica all’interno della scuola.

Questi i titoli dei film finalisti che saranno proiettati a

Nova Siri: “Noi per prime”, Istituto Comprensivo Tor-

raca Bonaventura di Potenza; “Domani è un altro gior-

no e si vedrà”, Istituto Comprensivo San Giovanni Bo-

sco di Palazzo San Gervasio; “Rewind”, Istituto Magi-

strale Tommaso Stigliani di Matera; “Tutto per una do-

manda”, Liceo Musicale e Coreutico di Montalbano;

“La grande illusione”, IIS Fermi di Policoro;

“Teodofori per un giorno” Istituto Comprensivo “don

Milani” di Policoro; “Il giorno dopo”, Liceo Scienze

Umane di Montalbano Jonico; “Il Castello del Barone

Berlingieri e i Casalini dei salariati”, Istituto Comprensi-

vo “Giovanni Paolo II” di Policoro. A breve sarà reso

noto il calendario delle proiezioni.

Franco Rina e Pino Suriano durante la presentazione

Parlare in Parlare in pubblico a 14 o 15 anni, non con un copione preparato da altri come

nelle recite scolastiche, ma con un proprio discorso, un proprio argomento: una vera con-

ferenza. Anzi, una microconferenza, contraddistinta da quegli elementi di brevità, multi-

medialità, emotività e interazione che caratterizzano il public speaking odierno. 11 ragazzi

si sono esibiti all’IIS Fermi di Policoro sotto la guida del professor Pino Suriano, ideatore

dell’iniziativa, il 19 giugno scorso. C’è chi ha parlato delle ultime frontiere della Fisica,

chi del rapporto tra calcio e politica ai tempi delle dittatore, chi dei pregiudizi negativi

contro i cinesi. Ciascuno, insomma, ha potuto scegliere il proprio argomento, con uno

sguardo ai diversi modelli comunicativi in voga, quelli legati all'innovazione come il Ted,

quelli legati al racconto sportivo come Federico Buffa, o alla diffusione del patrimonio

letterario o artistico come Roberto Benigni e Alberto Angela. "Al Fermi il public speaking

è ormai tradizione da tre anni – ha detto il Dirigente Scolastico Giovanna Tarantino - qui,

oltre alle microconferenze, si pratica il Debate. Sono forme di apprendimento utilizzate anche in ambito currico-

lare, non solo come show". "La competenza di padronanza linguistica è una delle fondamentali dell'asse linguistico

- spiega il referente del percorso, prof Pino Suriano – ma l’unica forma espressiva che si cura è spesso quella

dell’interrogazione, in cui lo studente si trova a esprimere un contenuto proposto e scritto da altri. In questo caso

il ragazzo è chiamato a esprimere ciò che egli stesso ha scritto, ciò che è davvero suo. Io ho fatto a 24 anni il mio

primo discorso in pubblico, è bello che i miei ragazzi possano affrontare questa avventura a 14 anni”.

GRANDE SUCCESSO AL FERMI DI POLICORO PER IL PUBLIC SPEAKING

Microconferenze degli studenti. La scuola che insegna a parlare in pubblico

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CORPO BANDISTICO POZZALLESE

Il Corpo Bandistico Pozzallese è il più giovane

gruppo strumentale della provincia di Ragusa: for-

mato da adolescenti e ragazzi, è nato nel 1995,

grazie all’iniziativa di cittadini simpatizzanti e

all’interessamento del Consiglio Direttivo della

stessa Associazione “V. Bellini”; attualmente, è

composto da circa 45 elementi e diretto da 2 Ma-

estri: Antonio Scala e Leandro Sortino, coadiu-

vati dai membri del Consiglio Direttivo, presiedu-

to dal Presidente Dott. Maurizio Amore (dal

2007) e dal Vice Presidente Prof. Antonio Scala.

Il complesso ha partecipato a diverse manifesta-

zioni culturali e musicali: I° Festival per Bande

Musicali “Val di Noto” nell’agosto 1996, al pro-

gramma televisivo “Linea Blu” con Puccio Coro-

na nel novembre del 1997 su RAI 1 con riprese

riguardanti immagini della nostra bella Costa

Iblea, alla consegna dell’Area Portuale di Poz-

zallo alla Capitaneria di Porto di Siracusa nel

novembre del 1998 con la presenza delle Autori-

tà Civili e Militari e del Presidente della Re-

gione Siciliana, alla Sfilata di Bande Musicali

in occasione della 1^ tappa dell’82° Giro

d’Italia a Modica ottenendo simpatia e consensi

dal pubblico sportivo nel maggio del 1999. Per sei

anni di seguito ha partecipato alla Manifestazione

Nazionale di Solidarietà per la raccolta di fondi

TELETHON (1996-2001) in collaborazione con

il Comitato Pro-Telethon, Video Mediterraneo,

BNL (Banca Nazionale del Lavoro) e con il pa-

t roc in io del l ’A.N.B.I .M.A. SICILIA

(Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali

Autonome) organizzando sfilate ed intratteni-

menti musicali per le vie cittadine, nelle piaz-

ze, nei quartieri e nelle scuole e Concerti di Soli-

darietà coinvolgendo studenti, docenti, dirigenti

delle scuole pozzallesi e l’Amministrazione Co-

munale per la raccolta di fondi per Casa Tele-

thon. A ottobre del 2008 e 2009 ha partecipato al

Raduno Bandistico Regionale a Militello Val di

Catania riscuotendo simpatia e consenso come

formazione più giovane partecipante in collabo-

razione con il Gruppo Majorettes Pozzallo.

Nell’agosto del 2015 ha partecipato al Raduno

Bandistico di Canicattini Bagni (SR) e nel Luglio

del 2016 al Festival di Bande ad Ispica.

Nell’agosto del 2016 al Raduno Bandistico di

S. Croce Camerina, nel Dicembre del 2016 al

Raduno Bandistico Città di Modica, nell’agosto

del 2017 ha organizzato e partecipato al 1° Ra-

duno Bandistico Pozzallese in occasione dei

festeggiamenti del 50° Anniversario della Sagra

del Pesce. Nell’aprile del 2018 ha partecipato al

Concorso Festival Musical di Taormina preparato

e curato musicalmente dal giovane M° Lean-

dro Sortino esibendosi presso Palazzo Congres-

si ed ottenendo un lusinghiero 3° posto nella

3^categoria. Nel maggio del 2018 ha partecipato

al Raduno Bandistico Ragusa Ibla in collaborazio-

ne con l’ANBIMA Sicilia in occasione dei festeg-

giamenti di San Giorgio. Da settembre 2011

l’associazione ha istituito la Scuola di Musica

“Santa Cecilia”, progetto che ha dato un nuovo

vivaio di giovani all'organico bandistico. Da Feb-

braio 2016 viene incaricato Maestro - Direttore il

Prof. Leandro Sortino che subentra nel team or-

ganizzativo, tecnico, musicale ed artistico in colla-

borazione con il Prof. Antonio Scala.

Costanza Guastelluccia

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A cura della redazione

Domenica 22 luglio avrà inizio l’edizione 2018 del Magliano ti amo festival...

Un'emozione dal Salento 2018. La manifestazione vedrà l’esibizione di artisti del

calibro di Antonella Ruggiero, Nuovi Angeli, i Fratelli Gargarelli, di ballando con le

stelle, il ballerino spagnolo Orion, il tenore Dionigi D'Ostuni e il soprano italo-tedesca

Claudia Oddo. Tutti i citati artisti saranno magistralmente accompagnati dall'orchestra

Terra del Sole diretta dal M° Enrico Tricarico. Il Festival è oggi considerato uno degli

eventi più attesi del Salento e si contraddistingue, oltre che per l'ottimo livello organiz-

zativo, per lo stile e l'eleganza.

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Maria De Lorenzo

GIANFRANCO PRILLO E LA POLIEDRICITÀ DELL’ARTE

Restauratore, pitto-re, scultore, dise-gnatore e mosaici-sta, l’artista lucano Gianfranco Prillo nasce a Policoro il 28 aprile del 1979. Frequenta l'istituto d'arte a Matera, do-ve acquisisce e per-feziona la sua tec-nica. Giovanissimo

inizia il suo percorso artistico con l’attività di restauratore, prendendo parte a numerosissi-me campagne di restauro in varie chiese nelle Marche, infatti ventunenne è già attivo nelle chiese marchigiane. Importantissimo è l’utilizzo del restauro da lui realizzato, definito "Conservativo" che, dal punto di vista metodo-logico, rispetta fortemente l'opera e il materiale su cui si interviene. A soli 15 anni, nel suo pa-ese natio presenta la sua prima mostra presso gli stabili del Circolo Cittadino in piazza Hera-clea. Contemporaneamente, però, continua a esporre i suoi lavori in vari paesi del territorio lucano. Nel 1992 si trasferisce nel comacchie-se, nella provincia romagnola di Ferrara, dove inizia a esporre nei luoghi più in vista della re-gione, riscuotendo un grande consenso dal

pubblico, ma soprattutto dalla critica. In seguito, as-sieme ad altri artisti interna-zionali, è presente presso il castello baronale di San Giustino e a Città di Castello nel perugino. Nell'anno 2005 l'artista è chiamato a espor-re, come rappresentante del-la regione Basilicata, alla

Biennale d'arte contemporanea, tenutasi pres-so la Fortezza da Basso a Firenze. Successiva-mente, Prillo, partecipa a numerosissime mo-stre d'arte nelle principali località di tutta Eu-ropa. Artista poliedrico e sempre in movimento, la sua arte spazia dal cubismo al materialismo, dalla scultura lignea alla ceramica, dal figura-tivo all’astrattismo. Nelle sue tele è evidente il grande richiamo picassiano, da cui parte per arrivare a nuove e interessanti sperimentazioni nella scomposizione dei piani e dei volumi. In-teressante è l’uso del colore, questo quasi sem-pre dato puro e a pennellate dense e corpose, Evidente è anche la vena Pollockiana, questa visibile nell’uso del dripping come base finale di moltissime sue opere. Tale tecnica consiste nel

fare colare il colore liquido dal pennello, mentre con il polso si effettuano dei movimenti oscilla-tori attorno all’opera. La mesco-lanza dei colori crea, quindi, un vortice visivo capace di intrap-polare lo sguardo del fruitore. In alcune sue opere materiche, la tela diviene un supporto su cui inserire fili metallici, spaghi, pit-

tura acrilica, pezzi di tessuto e corda inami-data. È possibile defini-re questi lavori: “Pitto-Sculture”, in quanto le due arti maggiori si u-niscono assieme per dar vita a un'unica ope-ra di grande suggestio-ne. L’artista, infatti, ha voluto rendere tattile e tridimensionale la superficie mentre la pittura si unisce alla terza dimensione, il colore non è più solo attore visivo e percettivo, ma diviene protagonista in toto, in quanto raggiunge an-che la materia tattile. Incatenato spesso in un mondo fantastico e quasi fumettistico, Prillo arriva a creare lavori di particolarissimo rilievo, dove in una scenografia notturna all’interno di un mare agitato, prendono vita dei personaggi animati. Il pennello diviene morbido e sinuoso, i corpi dei personaggi sono chiari e visibili. La scomposizione dei piani e dei volumi lascia il posto a una narrazione immaginaria e strava-gante, dove la minuzia per i dettagli è parte fondamentale della narrazione. Interessante, durante il percorso della sua sperimentazione, è l’arrivo alle stupende Anime. Qui l’artista ar-riva a qualcosa di più personale e intimo, all’essenza più pro-fonda. Il pennello divine mobile e sinu-oso, la tavolozza si colora di toni caldi e intimi. Le animelle rappresentano il pro-fondo di ognuno di noi, la nostra parte più nascosta. Si rivedono nella punta del pennello con cui Prillo gli dona forma e vita. Esse possono identificarsi anche con la flebile fiammella di una candela in cui essa, immersa nella penombra, scova i nostri più intimi segreti. Il Volto di Cristo, invece,viene realizzata con una delle numerose tecniche del maestro. Questa stupenda opera raffigura il volto di Gesù in rilievo. Il viso e i tratti somatici sono resi dalla grande maestria dell’uso del cordone grezzo lavorato. Ruvida e palpabile al tatto e pura materia monocromatica sono le peculiarità di questo stupendo lavoro, dove l’essenza diviene materia e lo spirito colore.. Opera di intensa spiritualità e devozione, qui l’artista par dire :”Cristo ha toccato me e io vorrei che voi toccaste Cristo”. L’artista Gian-franco Prillo ben esplica, in tal modo, ciò che affermava uno dei maggiori critici d’arte italiani: “… L’artista è come un nomade, de-ve spaziare nel tempo e nello spazio a suo piacimento, senza es-sere legato a nulla e a nessuno… (Achille Bonito Oliva).

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LA SOTTILISSIMA LINEA TRA LA VITA E LA MORTE

Grazie Marco, grazie mille.” Marco Cappato, mili-

tante radicale impegnato da tempo nella lotta per

la legalizzazione dell’eutanasia in Italia, ha subito

un processo quest’anno per il ruolo da lui svolto

nella vita di Fabiano, per aver violato l’articolo

580 sul diritto al suicidio. Dj Fabo, un ragazzo che

tutti abbiamo conosciuto, cieco e tetraplegico, ali-

mentato da un sondino, prigioniero di un corpo

che gli dava ormai solo sofferenza, non era que-

sto. Lui, ribelle per eccellenza, grande appassiona-

to di musica, finisce di essere questo il 13 Giugno

2014, in seguito ad un incidente stradale. Inizia il

calvario. Grazie alla fidanzata Valeria che lo so-

sterrà fino alla fine e che gli promise di riportarlo

quanto più possibile vicino alla vita che tanto ama-

va, tenterà di tutto, anche una cura in India con le

cellule staminali e fisioterapia stremante. Niente.

Solo antidolorifici e sedativi lo aiutano a sopporta-

re una sofferenza senza pari. Questo per tre lun-

ghi anni. Francesco Orestano, filosofo contempo-

raneo, scrive:” Il suicidio a volte dimostra che ci

sono nella vita mali più grandi della morte”. È

proprio così. E allora si fa avanti con forza per me

l’importanza della legalizzazione del testamento

biologico che esprime la scelta di una persona ri-

guardo alle terapie da prescrivere nel caso, per

malattia o incidente, non fosse più in grado di e-

sprimere una sua volontà. Questo per porre fine

all’accanimento terapeutico, quella pratica ostinata

di cure che risultano sproporzionate rispetto

all’obiettivo terapeutico che deve essere la cura e

non il “mantenere in vita”. Dj Fabo ha scelto di

godere di un aiuto medico per la preparazione di

un mix di sostanze e farmaci che coadiuvano la

morte dolce, mix che si è poi somministrato da

solo premendo un tasto con la bocca ed ha così

dimostrato una verità per me sacrosanta: “Un uo-

mo deve morire con dignità quando non è più

possibile vivere con dignità” (S. S. Van Dine).

Lucia Franzò

P A G I N A 1 9 I L P E G A S O - 2 ° T R I M E S T R E 2 0 1 8

“è più malvagio to-gliere la vita a chi

vuole vivere o negare

la morte a chi vuole

morire?” Jo Nesbo.

Meditiamo insieme

su questa riflessione.

Mi preme ricordare

quanto è scritto

nell’articolo 32 della

nostra Costituzione:

“Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di leg-

ge. La legge non può in nessun caso violare i limiti

imposti dal rispetto della persona umana”. Da qui

vorrei arrivare a rimarcare l’importanza per tutti di

compiere un atto di meditazione sociale che sia fi-

nalmente solo umana, non religiosa, né politica, ma

umana: avere rispetto della morte e del dolore per-

ché scaturite da una scelta intima e personale. Que-

sto è ciò che mi propongo di delineare ponendo

attenzione sul caso della “ scelta” compiuta da Dj

Fabo, morto in Svizzera lo scorso anno grazie al sui-

cidio assistito, dopo che un incidente lo aveva reso

cieco e tetraplegico, fermo restando che il suicidio

non deve essere inteso come una soluzione, una

uscita di sicurezza; il caso di Dj Fabo ha riproposto

la necessità che nel nostro paese si compiano final-

mente scelte politiche che riescano a colmare un

vuoto legislativo inaccettabile. Filippo Lamanna, ex

giudice della Corte d’appello di Milano, che autoriz-

zò Peppino Englaro, padre di Eluana, a sopendere

l’alimentazione forzata della figlia dopo 17 anni, ha

ben descritto questa situazione attuale relativa al fi-

ne vita, per cui ognuno si arrangia da sé, simile a

quella che si venne a creare nei tempi precedenti la

legge sull’aborto. Così, oggi, Dj Fabo è diventato il

simbolo della lotta per la libertà di scegliere come e

quando concludere la propria vita. Prima di lui lo

face Piergiorgio Walby, Pietro Petrullo, batterista

dei Ladri di biciclette e tanti altri. Dj Fabo è morto

il 27 Febbraio 2017 a 39 anni in Svizzera, dove, gra-

zie all’Associazione Luca Coscioni, ha potuto avvia-

re il percorso del suicidio assistito. Così Dj Fabo

disse poco prima:”Sono arrivato finalmente in Sviz-

zera e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e

non con l’aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare

una persona che mi ha sollevato da questo inferno

di dolore, di dolore e di dolore. Questa persona è

Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte.

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La Civica Filarmonica di Modica, in occa-

sione dei 30 anni della direzione musicale

dell'illustrissimo M° Francesco Dipietro,

ha messo in programma una serie di ap-

puntamenti per festeggiare colui che è di-

ventato la colonna portante dell'associazio-

ne e un punto di riferimento per la città di

Modica e della provincia di Ragusa. La

manifestazione, con ingresso libero, rivolta

a tutti, percorrerà le fasi salienti di 30 anni

di attività della vita artistico-musicale del

M° Dipietro ricordando alle generazioni

future che la cultura e la buona musica so-

no i valori che completano un vero artista.

A cura della redazione

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SELEZIONE DAL CATALOGO GENERALE 2018

Gakimas Mario Gagliani Mario Gagliani Giuseppe Lotario Giuseppe Lotario Giancarlo Aleppo Michele B. Finocchiaro Michele B. Finocchiaro Giovanni Barone Giovanni Barone Vito Giammarinaro Vito Giammarinaro Dario Colombo Gioacchino Ciavarello Gioacchino Ciavarello Francesco Dipietro Matteo Finocchiaro Matteo Finocchiaro Luigi Fiorentini Luigi Fiorentini Sebastiano Grasso Sebastiano Grasso Nino Ippolito Nino Ippolito Francesco Mulè Francesco Mulè Andrea Moncalvo Andrea Moncalvo Michele Netti Alessandro Sapienza

RECONDITA MELODIA CIRCUS LOTARIANA RAQUEL EL MATADOR VECCHIA MARCIA MILITARE PIANO CANNE I TUOI OCCHI BLU TETE’ VENT’ANNI DOPO NENA LA BANDA IN PARATA SECOLO STEVEN MARINA MIGUEL FORZA ALFIO BARBERA IN GIUBILO AL BUON VINO PARATA DEI PUPI PIANO PIANO PAMPLONA STEFANIA SUPERGA MARCIA MILITARE N°1 INNO DI SAN CORRADO MORGANA MEDITERRANEO GLORIA IL PRESIDENTE

MARCIABILI ORIGINALI PER BANDA NOVECENTO (1^ e 2^ serie) SUITE MEDITERRANEA TERRAVECCHIA MUSIQUE POUR UN... MARIACHIARA GIOCHI IN BAND 180mo GLI EROI D’ABRUZZO IMPRESSIONI MOMENTANE SOSPIRI INTROFANFARA SANTA MARIA DEL SOCCORSO ESCAMILLO SYMBIOSIS FESTIVE MARCH

Giancarlo Aleppo Giancarlo Aleppo Francesco Fatuzzo Silvio Franchino Gaetano Alicata Giuseppe Lotario Dario Colombo Vincenzo Trovisi Francesco Dipietro Michele Netti Michele Netti Raffaele D’Amico Sebastiano Grasso Mario Gagliani Francesco Netti

ENSEMBLE AMALGAMA VOCUM SUAVITAS IMPROVVISO per 4tto d’archi WITTY RAG QUINTETTO HELIOS IO SONO LA VIA ARCHIMISTICI ADAGIO E SCHERZO CHILDREN FOLKLORE...

Giancarlo Aleppo Giancarlo Aleppo Gaetano Alicata Concezio Leonzi Rosario Fronte Maria Sicari Matteo Finocchiaro Francesco Dipietro Michele Pupillo Francesco Netti

GENERE SINFONICO AMORE PER LA MUSICA LA FRIULANA TERRA DI SICILIA PERLA IBLEA CORLEONE IN FESTA FASCINO LATINO BRONTOLANDO AMICI DELL’ARTE FLORIDIA IN FIORE PATERNO’ IN FESTA ISNELLESE SUONI DI SICILIA TRIOCOLANA

Sebastiano Grasso Michele B. Finocchiaro Michele B. Finocchiaro Francesco Fatuzzo Gioacchino Ciavarello Giovanni Barone Nino Ippolito Nino Ippolito Matteo Finocchiaro Matteo Finocchiaro Giuseppe Lotario Giuseppe Lotario Pasquale Paolo Zito

DIDATTICA MOMENT’S IMPRESSION’S QUINTETTO ... 12 PICCOLE INVENZIONI … PICCOLO VALZER , v.no e pf PALCOSCENICO TRE PEZZI 3 PICCOLI PEZZI … ELEGIA PARA FRANCISCA 15 STUDI PER FAGOTTO 6 STUDI PER FL E PF STUDI GIORNALIERI per tuba ESERCIZI SUGLI… per corno SAMBA QUARTET TIKA FOUR DRUMS percuss...

Francesco Dipietro Rosario Fronte Rosario Fronte Rosario fronte Giovanni Venuti Fabrizio Puglisi Antonio Casagrande Sergio Carrubba Vincenzo Trovisi Antonino Cicero Carlo Cattano Antonio Coschina Rocco Mario Vitaliano Francesco Netti Francesco Netti

GENERE FUNEBRE LAMPEDUSA ALLA MEMORIA DEL MIO... I.N.R.I. FRUSTA E CHIODI DOLOROSE SPINE AI CADUTI DEL ‘43 ETERNA LUCE TORMENTO DI PASSIONE OMBRA LACRIMOSA

Gioacchino Ciavarello Gioacchino Ciavarello Giovanni Barone Gakimas Pasquale Paolo Zito Michele B. Finocchiaro Michele Netti Enrico Tricarico Sebastiano Grasso Francesco Dipietro

ARRANGIAMENTI IL RE PASTORE ouverture LA SERVA PADRONA ouverture OH HAPPY DAY (per quintetto) MARCIA TURCA (per quintetto)

Mozart-Aleppo Paisiello-Aleppo arr. Giovanni Nicosia Mozart-Nicosia

OPERE TEORICHE LA MUSICA NEI SECOLI, 1, 2, 3 vol ALEPPO, metodo per solfeggio ANALISI CONCERTO Webern op24 IL CINEMA E LA SHOAH 1812, analisi formale PALCOSCENICO, trattato… APPUNTI DI TEORIA MUSICALE UTOPIE LUNATICHE

Giancarlo Aleppo Giancarlo Aleppo Enrico Tricarico Francesco D’Isa Michele Netti Gianni Venuti Adalberto Protopapa Mariachiara Patruno

SCUOLE AD INDIRIZZO MUSICALE 8 STUDI per piano e clarinetto RIFLEX per trombone e piano TEMPRIS per flauto e piano QUARTETTO N° 1 in mib per cl QUARTETTO N° 2 in sol- per vl QUARTETTO N° 3 in sol- per cl QUARTETTO N° 4 in lab per fl BABY DRUM QUARTET MAGIC WHISTLE 2 TIKATAKADUM OCTET DRUM CONCERTINO in 2 movimenti 45 MELODIE INEDITE E… SOGNO INFANTILE PICCOLI PEZZO PER...

Francesco Dipietro Francesco Dipietro Francesco Dipietro Gakimas Gakimas Gakimas Gakimas Francesco Netti Francesco Netti Francesco Netti Francesco Netti Gaetano Alicata Pietro Pisano Fabrizio Puglisi Rosita Piritore