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DIRETTIVO- Sezione di LUCCA

ARCH.MASSIMO CARLI

Via Mazzini 113 – Viareggio (Lu)

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LA VIAREGGIO CHE VORREI...

introduzione alla progettazione partecipata

VIAREGGIO Palazzo Paolina 14 aprile 2012 ore 18

una conversazione con

Massimo Carli

Istituto Nazionale di Bioarchitettura

conduce Rossella Martina

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Tutti sono in grado di guardarsi intorno...

Tutti possono leggere la loro città

Tutti possono descrivere la loro città

Tutti possono immaginare di trasformare la loro città

Perchè sia più bella...

Perchè assomigli di più all’idea che loro ne hanno...

Perchè...

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...perchè le diposizioni del

“piano regolatore”

del

“piano particolareggiato”

del

“piano strutturale” ecc. ecc.

non piombino loro addosso come imposizioni dell’Amministrazione locale

capaci di modificare, e non sempre per il meglio, le loro vite

Una possibile soluzione?

LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA

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La progettazione partecipata è:

-dialogo e conversazione sociale

-ascolto e interpretazione positiva dei bisogni individuali e collettivi

Consente di:

- Inserire nelle procedure amministrative la negoziazione, cioè lo scambio di informazioni tra i cittadini- destinatari dei progetti- e le amministrazioni locali

- Eliminare l’ esclusione di larghe fasce della popolazione dai processi decisionali, combattendo la mancanza di rispetto degli interessi ambientali e sociali e la disuguaglianza di informazione e potere

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Elementi caratterizzanti della progettazione partecipata:

-gli abitanti non sono più soggetti passivi sui quali “calare” il progetto ; divengono invece “soggetti attivi” nella progettazione e , attraverso una conoscenza specifica dei luoghi e dei problemi, producono un sostanziale salto qualitativo

-I reali fabbisogni, i bisogni taciuti, i desideri inespressi si delineano in modo netto attraverso l’ascolto critico e il continuo scambio tra i diversi soggetti del processo progettuale

-I bambini e i ragazzi devono far parte dei “soggetti attivi” : sia perchè recentemente si è riconosciuta una loro specifica competenza spaziale , di analisi e di progetto, sia perchè il progetto riguarda il futuro e quindi tocca , più del nostro, il loro spazio vitale.

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Elemento indispensabile per arrivare ad una sintesi utile dei dati emersi nel processo di progettazione partecipata e tradurli in progetto operativo e realizzabile è il

“FACILITATOR”

un esperto in questo tipo di procedimenti con ruolo di mediazione e di sostegno delle iniziative che vedono come protagonisti i cittadini, sia bambini che adulti.

Il facilitator non ha ipotesi progettuali prestabilite : il suo progetto è un esperimento aperto a tutte le indicazioni che gli provengono dai cittadini. E’ tuttavia anche lui parte del processo progettuale, e porta ANCHE una sua prospettiva ( per esempio, può rendere partecipi gli altri dei principi della eco-sostenibilità)

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COME SI FA ???? ci sono moltissimi sistemi sperimentati e

codificati

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Un esempio accessibile:

“Planning for Real”

Elaborato da NIF , Neighbourhood Initiatives Foundation

In uso dagli anni ’70

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AZIONI NECESSARIE:

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NON E’ UTOPIA:

Molti esempi anche in Toscana, tra cui

IL PIANO DI PRATO

Proprio in questi giorni l’Ordine degli Architetti segnala un bando di concorso del Comune di Siena per

“Progettazione e gestione del progetto partecipativo sulle linee strategiche del piano strutturale”

Recentemente a MASSAROSA Sulla base delle indicazioni fornite dalla comunità ...La giunta comunale ha approvato il progetto definitivo per la riqualificazione dell’area  antistante la chiesa di San Francesco nella frazione di Piano di Conca.“All’interno di un  processo più ampio che mira  alla riqualificazione ed all’integrazione delle frazioni - spiega l’assessore ai lavori pubblici Stefano Natali - è stata individuata dall’amministrazione una nuova formula  di progettazione partecipata, al fine di coinvolgere  la comunità ed in particolare i fruitori delle aree, nella  fase di progettazione...

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Alcuni esempi “illustri”

Da Wikipedia:

Giancarlo DE CARLO, architetto e urbanista ( 1919-2005)Dal 1970 insieme a Fausto Colombo e Valeria Fossati Bellani e agli operai e le loro famiglie costruisce le case per lavoratori Matteotti a Terni. Si tratta del primo esempio realizzato di architettura partecipata in Italia che si rivela un successo e che poi ripeterà con risultati e procedure diverse nel 1972 per il Piano Regolatore di Rimini e nel 1979 per il recupero dell'isola di Mazzorbo a Venezia.

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Dal sito internazionale su DeCarlo:

“In his most notable project, villagio matteotti, a large development for the city of terni, giancarlo turned to the people for assistance by asking for their input in the design process.  giancarlo and the local trade union discussed at great lengths the layout and form of the soon to be built housing development.  the resulting building is a symbol of the potential of "user participation" very rarely thought of during the generation of earlier modernists like frank lloyd wright who designed the clothes you wear in the chair they've designed for the living room they've designed.  in this way, engaging the user to create a better development, villagio matteotti represents a beautiful concept .... ”

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Un maestro riconosciuto a livello mondialeche si è spesso avvalso delle tecniche di progettazione partecipata:

Lucien KROLL

Around the Peugeot factories : lots of sick social housing. 40 houses to be saved.Now the housing units are all different from each other : some have more than one storey, they have little extensions, appartments were added on the roof of the existing building, and different construction materials were used. All houses even have yards ! The building had been empty for ten years and after being remodeled it was rented out in one month. The whole project was given an image so traditional that the inhabitants immediately felt at home, and started putting flowerpots on their windowsills.

Around the Peugeot factories : lots of sick social housing. 40 houses to be saved.Now the housing units are all different from each other : some have more than one storey, they have little extensions, appartments were added on the roof of the existing building, and different construction materials were used. All houses even have yards ! The building had been empty for ten years and after being remodeled it was rented out in one month. The whole project was given an image so traditional that the inhabitants immediately felt at home, and started putting flowerpots on their windowsills.

Around the Peugeot factories : lots of sick social housing. 40 houses to be saved.Now the housing units are all different from each other : some have more than one storey, they have little extensions, appartments were added on the roof of the existing building, and different construction materials were used. All houses even have yards ! The building had been empty for ten years and after being remodeled it was rented out in one month. The whole project was given an image so traditional that the inhabitants immediately felt at home, and started putting flowerpots on their windowsills.

Around the Peugeot factories : lots of sick social housing. 40 houses to be saved.Now the housing units are all different from each other : some have more than one storey, they have little extensions, appartments were added on the roof of the existing building, and different construction materials were used. All houses even have yards ! The building had been empty for ten years and after being remodeled it was rented out in one month. The whole project was given an image so traditional that the inhabitants immediately felt at home, and started putting flowerpots on their windowsills.

UN ESEMPIO CLAMOROSO: BETHANCOURT

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com’era...

un buon taglio...

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Le aggiunte

personalizzate

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Un progetto di

BIOARCHITETTURA

ONNA

Ricostruzione partecipata

Come la progettazione è una disciplina che attinge a più saperi arrivando a coinvolgere molte figure verso un risultato condiviso, così l’approccio per la ricostruzione di Onna è stato un processo che si è cercato di rendere il più corale possibile. La professoressa Mitterer ha infatti spiegato che il coordinamento per la ricostruzione ha fatto in modo di riunire in una associazione gli abitanti del paese distrutto in modo da farli partecipare alle scelte che sarebbero state prese, così da poter anche raccogliere le esigenze che la collettività nutre in merito al recupero dell’identità del proprio ambiente.

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L’opera per il borgo abruzzese mira a ricreare la rete di relazioni e il rapporto con la città che costituisce il legante di una comunità. È questo che più di ogni altra cosa rende la vita nel piccolo centro “unica”: la Mitterer ha tenuto a sottolineare che anche in Paesi in cui la quantità di beni di cui si può disporre è maggiore che da noi, tuttavia si continua a guardare all’Italia come a un Paese in cui le reti di contatti, rapporti e relazioni con un territorio rendono preferibile vivere qui. Per ciò la scelta di sostenere la ricostruzione del borgo mantenendo il più possibile la connotazione originale, con modifiche minime all’impianto dell’abitato – perseguendo strenuamente il motto che nell’opera di recupero “ciò che si può fare si deve fare”.

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Come si può incominciare????

Guardandosi intorno...

Tutti i giorni ci muoviamo nella città- però magari abbiamo altro per la testa, non “osserviamo” realmente la scena

E’ invece importantissimo imparare a “leggere la città” per creare mentalmente la nostra

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Leggere la città:

ci aiuta un bel testo

scritto da Kevin Lynch nel 1960

tradotto in italia nel 1964:

è un metodo di ricognizione

per individuare gli elementi che

caratterizzano una città

e determinano

l’immagine mentale

che ciascuno ne ha

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Dopo qualche esperimento questi elementi sono stati individuati e catalogati.

Sono concetti semplici e sono relativamente pochi:

I PERCORSI

I canali lungo i quali l’osservatore si muove abitualmente,occasionalmente,potenzialmente

Un esempio viareggino:

La Via Battisti, dal mercato al lungocanale

La Via Mazzini, dalla stazione al mare

La Passeggiata

Il molo

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I MARGINI

Gli elementi lineari che non vengono usaticome percorsi dall’osservatore

Un esempio viareggino:

L’aurelia

La ferrovia

Il fosso dell’Abate

La Burlamacca

La Pineta

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I NODI

Sono i punti, luoghi strategici della cittànei quali un osservatore può entraree rappresentano i fuochi intensiviverso i quali e dai qualiegli si muove

Un esempio viareggino:

I cavalcavia

Il ponte di Pisa

Il ponte girante

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Il Ponte di Pisa

Il Ponte Girante

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I RIFERIMENTI

Sono un altro tipo di elemento puntiforme, ma in questo caso l’osservatore non vi entra,essi rimangono esterni.Sono costituiti da un oggetto fisicosemplicemente definibile:edificio, insegna,negozio, montagna...

Un esempio viareggino:

La Torre Matilde...

...e l’orologio della Via Leonardo, il Palazzo delle Muse,ecc.ecc....

e ancora e soprattutto. IL MARE , LE APUANE

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I QUARTIERI

Sono le zona della città, in cui l’ osservatoreentra mentalmente “dentro”riconoscibili per qualche caratteristica individuantediffusa in essi

Un esempio viareggino:

Il MercatoIl Campo d’aviazioneLa DarsenaIl Don BoscoLa Città Giardino

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Il mercato...quartiere e percorso

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Il mercato e la Via Battisti...

...un percorso

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Quartieri: la “Città Giardino”

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Il caso misterioso della passeggiata. Come considerarla?

...percorso...

...margine...

...riferimento...

...quartiere...

...può essere tutto questo...possiamo dire che è un’icona composta da tante altre icone, una “mall lineare”, il luogo-simbolo per eccellenza dal quale il Viareggino si sente rappresentato

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cominciamo dalla Passeggiata a sognare la Viareggio che vorremmo???

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE

Rossella Martina

Massimo Carli