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In copertina : dipinto di EUGENE BURNAND Moudon (Svizzera) 1850 - 1921 “IL MATTINO DELLA RESURREZIONE” 1898 ca Parigi, Musée d’Orsay

Il brano di vangelo a cui questo dipinto rimanda è Giovanni 20 che narra la corsa dei discepoli Pietro e Giovanni al sepolcro la mattina di Pasqua. Questo è pure il titolo del dipinto. Analizziamo i due discepoli. 1. Giovanni è il più giovane dei due; un viso pulito, giovanile, senza barba; uno sguardo penetrante, puntato in avanti, alla ricerca di qualcosa, arso dal desiderio di trovarla. Il suo vedere diventerà sempre più intenso fino a credere. In greco sono usati tre verbi per indicare il “vedere”: uno è “accorgersi”, un secondo indica “curiosità e ricerca” di senso dell’oggetto visto, il terzo invece fa riferimento al “comprendere con l’intuizione propria dell’amore”. 2. Pietro è leggermente più indietro di Giovanni. Il motivo dovrebbe essere a questo punto chiaro; la fronte è corrugata, le sopracciglia inarcate, barba irsuta segno di età matura, i capelli scarmigliati dal vento. Si sta interrogando, ma i suoi occhi non guardano in un punto preciso: in lui è rimasto un vuoto da colmare. Aveva per Gesù un attaccamento appassionato, irruento ed intenso; perciò anche sofferto ma tendente ad esprimersi in modo possessivo e violento. Ciò gli causò vari rimproveri da parte di Gesù. Ora sta vivendo in sé il dramma dell’umiliazione del rinnegamento, l’amarezza del peccato e il senso della propria meschinità. Il suo volto rivela inquietudine, angoscia, incredulità, sorpresa inaspettata.

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DUOMO DI TRENTO

ADORAZIONE DEI LAVORATORI

MARTEDì 19 APRILE 2011

NEL DONO DI CRISTO, LA SPERANZA

PER UN MONDO NUOVO

Guida: dove trovare un po’ di luce che rischiari le nostre tenebre? In chi

scoprire una forza che possa rinvigorire le nostre ginocchia

vacillanti? Perché essere, nonostante tutto, ancora persone di

speranza? Quale strada da percorrere per una vita piena?

Domande del nostro cuore, interrogativi del desiderio di felicità,

richieste della necessità di poter essere soggetti all’interno di una

società. Dio stesso ha infuso in noi aspirazioni di vita, di bene, di

bello e di buono: e per trovare soddisfazioni a tutti questi desideri

ci siamo ritrovati nuovamente davanti a Cristo Pane vivo disceso

dal cielo che nell’Eucaristia concretizza il suo messaggio di

essere sempre con noi fino alle fine dei tempi terreni. In questo

tempo di crisi non semplicemente economica, preghiamo e

adoriamo il Cristo fonte di speranza e di vita nuova, affinché ogni

persona possa impegnarsi per il bene di tutti e di ciascuno.

Apriamo il nostro cuore a Cristo con il seguente canto:

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Canto: Il seme del tuo campo

Per ogni volta che ci doni la Parola di luce noi offriremo la pace. Per ogni volta che ci nutre il tuo Pane di vita noi sazieremo la fame. Per ogni volta che ci allieta il tuo Vino di gioia noi guariremo ferite.

Offriamo a Te sinceramente la vita. Benediciamo la tua pace fra noi. Saremo l'eco del tuo canto il seme del tuo campo il lievito del tuo perdono. Il lievito del tuo perdono.

Non ci separa dalla fede l'incertezza del cuore quando ci parli Signore. Non ci separa dall'amore la potenza del male quando rimani con noi. Non ci separa dall'attesa del tuo giorno la morte quando ci tieni per mano.

Offriamo a Te sinceramente la vita. Benediciamo la tua pace fra noi. Saremo l'eco del tuo canto il seme del tuo campo il lievito del tuo perdono. Il lievito del tuo perdono.

Presidente: Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.

Tutti: Amen

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Presidente: Grazia a voi e pace, da Colui che è, che era e che viene, da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe della Pace. (Ap. 1,4-6)

Tutti: E con il tuo Spirito.

Presidente: A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen

Il Pane della Speranza

Guida: quante volte abbiamo ripetuto la frase: «non di solo pane vive

l’uomo». Non una ripetizione a memoria, non un semplice modo

di dire, ma espressione di esigenze interiori. Lo sappiamo: per

vivere abbiamo bisogno di senso, affetto, amore, bellezza,

dolcezza e tenerezza; abbiamo bisogno di una fede che sia luce,

di una fede che ci ristori nelle arsure dell’egoismo, nell’aridità

dell’indifferenza, nelle illusioni dell’orgoglio, della lussuria e

dell’avidità. Una fede, quindi, fonte di speranza, di perdono che

dà nuove possibilità, di nutrimento che ci dà forza nel cammino,

di luce che ci permette di veder Dio presente nella nostra storia e

riconoscere il volto dell’altro come fratello. Per nutrirci del Pane

della Speranza non abbiamo altra possibilità che alimentarci alla

Parola di Dio. Apriamo il nostro cuore alla grazia della parola

con il seguente ritornello

Canto: Il Signore ti ristora

Il Signore ti ristora Dio non allontana. Il Signore viene ad incontrarti Viene ad incontrarti Viene ad incontrarti.

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Dal Libro della Genesi (12,1-8)

Il Signore disse ad Abram:

"Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela

e dalla casa di tuo padre,

verso la terra che io ti indicherò.

Farò di te una grande nazione

e ti benedirò, renderò grande il tuo nome

e possa tu essere una benedizione.

Benedirò coloro che ti benediranno

e coloro che ti malediranno maledirò,

e in te si diranno benedette

tutte le famiglie della terra".

Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il

Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque

anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e

Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano

acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano

procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan.

Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò

fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè.

Nella terra si trovavano allora i Cananei.

Il Signore apparve ad Abram e gli disse: "Alla tua

discendenza io darò questa terra". Allora Abram costruì

in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso.

Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e

piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad

oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome

del Signore. Parola di Dio.

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Canto: Il Signore ti ristora

Il Signore ti ristora Dio non allontana. Il Signore viene ad incontrarti Viene ad incontrarti Viene ad incontrarti.

Dal libro del profeta Geremia (1,11-19)

Mi fu rivolta questa parola del Signore: "Che cosa vedi,

Geremia?". Risposi: "Vedo un ramo di mandorlo". Il

Signore soggiunse: "Hai visto bene, poiché io vigilo sulla

mia parola per realizzarla".

Mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore: "Che

cosa vedi?". Risposi: "Vedo una pentola bollente, la cui

bocca è inclinata da settentrione". Il Signore mi disse:

"Dal settentrione dilagherà la sventura su tutti gli abitanti

della terra.

Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti i regni del

settentrione. Oracolo del Signore.

Essi verranno e ognuno porrà il proprio trono alle porte

di Gerusalemme, contro le sue mura, tutt'intorno, e

contro tutte le città di Giuda.

Allora pronuncerò i miei giudizi contro di loro,

per tutta la loro malvagità, poiché hanno abbandonato

me e hanno sacrificato ad altri dèi

e adorato idoli fatti con le proprie mani.

Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi,

àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò;

non spaventarti di fronte a loro,

altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.

Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata,

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una colonna di ferro e un muro di bronzo

contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi,

contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.

Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,

perché io sono con te per salvarti". Oracolo del Signore.

Parola di Dio

Canto: Il Signore ti ristora

Il Signore ti ristora Dio non allontana. Il Signore viene ad incontrarti Viene ad incontrarti.. Viene ad incontrarti. ..

Dalla lettera di s. Paolo apostolo ai Romani (8,31-39)

Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi

sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio

Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà

forse ogni cosa insieme a lui?

Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio

è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è

morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per

noi!

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la

tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la

nudità, il pericolo, la spada?

Come sta scritto:

Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,

siamo considerati come pecore da macello.

Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie

a colui che ci ha amati.

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Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né

principati, né presente né avvenire, né potenze, né

altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai

separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro

Signore. Parola di Dio

Canto: Il Signore ti ristora

Il Signore ti ristora Dio non allontana. Il Signore viene ad incontrarti Viene ad incontrarti.. Viene ad incontrarti. ..

Momento di preghiera e riflessione personale

Guida: possiamo accontentarci di essere ottimisti? La speranza

cristiana non è un semplice ottimismo, né una consolazione

illusoria a buon prezzo. La parola di Dio appena ascoltata ci

dice che la speranza nasce dalla fede, ma anche alimenta la

fede. Chi spera vigila e può quindi accogliere il Dio che

viene, il Cristo che risorge; chi spera diventa forza per l’altro

ed energia per continuare il cammino della vita. Papa

Benedetto XVI nel novembre del 2007 ci ha donato

un’enciclica sulla speranza: Spe salvi, nella speranza siamo

stati salvati. Ascoltiamone un brano

Dall’Enciclica di Benedetto XVI Spe salvi

L'uomo ha, nel succedersi dei giorni, molte speranze –

più piccole o più grandi – diverse nei diversi periodi

della sua vita. A volte può sembrare che una di queste

speranze lo soddisfi totalmente e che non abbia bisogno

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di altre speranze. Nella gioventù può essere la speranza

del grande e appagante amore; la speranza di una certa

posizione nella professione, dell'uno o dell'altro successo

determinante per il resto della vita. Quando, però, queste

speranze si realizzano, appare con chiarezza che ciò non

era, in realtà, il tutto. Si rende evidente che l'uomo ha

bisogno di una speranza che vada oltre. Si rende evidente

che può bastargli solo qualcosa di infinito, qualcosa che

sarà sempre più di ciò che egli possa mai raggiungere. In

questo senso il tempo moderno ha sviluppato la speranza

dell'instaurazione di un mondo perfetto che, grazie alle

conoscenze della scienza e ad una politica

scientificamente fondata, sembrava esser diventata

realizzabile. Così la speranza biblica del regno di Dio è

stata rimpiazzata dalla speranza del regno dell'uomo,

dalla speranza di un mondo migliore che sarebbe il vero

«regno di Dio». Questa sembrava finalmente la speranza

grande e realistica, di cui l'uomo ha bisogno. Essa era in

grado di mobilitare – per un certo tempo – tutte le

energie dell'uomo; il grande obiettivo sembrava

meritevole di ogni impegno. Ma nel corso del tempo

apparve chiaro che questa speranza fugge sempre più

lontano. Innanzitutto ci si rese conto che questa era forse

una speranza per gli uomini di dopodomani, ma non una

speranza per me. E benché il « per tutti » faccia parte

della grande speranza – non posso, infatti, diventare

felice contro e senza gli altri – resta vero che una

speranza che non riguardi me in persona non è neppure

una vera speranza. E diventò evidente che questa era una

speranza contro la libertà, perché la situazione delle cose

umane dipende in ogni generazione nuovamente dalla

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libera decisione degli uomini che ad essa appartengono.

Se questa libertà, a causa delle condizioni e delle

strutture, fosse loro tolta, il mondo, in fin dei conti, non

sarebbe buono, perché un mondo senza libertà non è per

nulla un mondo buono. Così, pur essendo necessario un

continuo impegno per il miglioramento del mondo, il

mondo migliore di domani non può essere il contenuto

proprio e sufficiente della nostra speranza. (n. 30)

Guida: L’ascolto della Parola e del magistero della Chiesa deve tradursi

in preghiera. Oggi siamo qui davanti a Cristo Eucaristia per

affidarGli tutti coloro che hanno perso ogni speranza, ma anche

le persone che sanno ancora sperare perché non vengano meno a

questa loro sensibilità. Preghiamo perché possiamo affrontare il

futuro con il seguente testo che faremo a due cori: il primo nella

bancata alla vostra destra ed il secondo in quella alla vostra

sinistra.

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Preghiera per una nuova speranza

O Dio nostro Padre,

nel Cristo Signore ci chiami ad essere luce del mondo e sale

della terra e per diffondere speranza in questa umanità.

Fa’ che la nostra vita sia sempre aperta a Te

per accogliere la tua Grazia che ci rincuora costantemente.

Gesù Cristo nostro Signore, che sei disceso dal cielo per

portare nella nostra storia il Regno di Dio e ci chiedi di

accoglierlo nella nostra quotidianità,

concedici la capacità di conversione per poter accogliere il tuo

Regno e godere della speranza di una vita piena e salvata.

Spirito Santo consolatore e fonte di verità, che con i tuoi sette

santi doni ci dai la luce per credere in Cristo, il Figlio di Dio

fatto uomo, morto e risorto, concedici la grazia di essere segno

di sicura speranza anche in mezzo alle menzogne di questo

mondo e nelle tenebre del male.

Maria, donna di Nazareth, fonte di speranza, che hai accolto in

te la Parola che si è fatta carne e nelle nozze di Cana hai

chiesto l’intervento di Gesù per ridare speranza a quegli sposi

che avevano terminato il loro vino, intercedi per noi, affinché

possiamo vivere nello spirito delle beatitudini ed essere lievito

che fermenta la pasta, per una vita di luce, nella pace, nella

carità e verità.

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Canto: Davanti al Crocifisso

O Alto e Glorioso Dio, illumina il core mio dame fede diritta speranza certa carità perfetta umiltà profonda, senno e cognosemento che io servi li toi comandamenti.(2x)

Momento di preghiera e riflessione personale

La speranza: via per una società nuova Guida: Lo sappiamo, ma è bene non dimenticarcelo: la crisi economica,

che l’umanità sta vivendo, non è frutto solo di imbrogli e

meccanismi finanziari ed economici impostati al profitto e non al

bene delle persone, ma anche conseguenza di una visione errata e

riduttiva della persona umana. La visione egoistica e parziale

dell’uomo ha portato alla realizzazione di una società ingiusta,

basata solo sulle cose materiali, che ha dimenticato l’interiorità e

la trascendenza della persona. Davanti a Cristo Eucaristia

rafforziamo la nostra responsabilità per il bene di tutto l’uomo e

di tutti gli uomini.

Dall’Enciclica sociale di Benedetto XVI Caritas in Veritate

Le forze tecniche in campo, le interrelazioni planetarie,

gli effetti deleteri sull'economia reale di un'attività

finanziaria mal utilizzata e per lo più speculativa, gli

imponenti flussi migratori, spesso solo provocati e non

poi adeguatamente gestiti, lo sfruttamento sregolato delle

risorse della terra, ci inducono oggi a riflettere sulle

misure necessarie per dare soluzione a problemi non solo

nuovi rispetto a quelli affrontati dal Papa Paolo VI, ma

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anche, e soprattutto, di impatto decisivo per il bene

presente e futuro dell'umanità. Gli aspetti della crisi e

delle sue soluzioni, nonché di un futuro nuovo possibile

sviluppo, sono sempre più interconnessi, si implicano a

vicenda, richiedono nuovi sforzi di comprensione

unitaria e una nuova sintesi umanistica. La complessità e

gravità dell'attuale situazione economica giustamente ci

preoccupa, ma dobbiamo assumere con realismo, fiducia

e speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo

scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo

rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di

fondo su cui costruire un futuro migliore. La crisi ci

obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove

regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare

sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La

crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova

progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che

rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento

presente. (n. 21)

Guida: abbiamo bisogno di chiedere il dono del discernimento, di

implorare da Dio l’impegno alla responsabilità, di accogliere

la proposta del Cristo di prendersi cura della vita gli uni degli

altri. Ci alziamo in piedi, allora, per ascoltare la Parola di

Gesù.

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Canto: Lode e Gloria

Lode e gloria a Te o Signore Lode e gloria a Te o Signore ( x2) Date lode al Signore o Figli di Dio Benedite il suo nome su tutta la terra Il suo amore per noi è fedele per sempre Il suo amore per noi è per sempre Lode e gloria a Te o Signore Lode e gloria a Te o Signore( x2)

Dal vangelo secondo Luca ( 5,1-)

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la

parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret,

vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano

scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di

Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e

insegnava alle folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il

largo e gettate le vostre reti per la pesca". Simone rispose:

"Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo

preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". Fecero

così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti

quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni

dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e

riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi

affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle

ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontànati da me,

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perché sono un peccatore". Lo stupore infatti aveva

invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che

avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di

Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone:

"Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". E,

tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Parola del Signore

Riflessione del presidente dell’adorazione eucaristica

Momento di preghiera e riflessione personale

Canto: Il Signore è il mio Pastore

Il Signore è il mio pastore: nulla manca ad ogni attesa, in verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque. È ristoro dell’anima mia, in sentieri diritti mi guida per amore del santo suo nome, dietro Lui mi sento sicuro. Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male: perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro. Quale mensa per me Tu prepari sotto gli occhi dei miei nemici! E di olio mi ungi il capo: il mio calice è colmo di ebbrezza. Bontà e grazia mi sono compagne quanto dura il mio cammino;

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io starò nella casa di Dio lungo tutto il migrare dei giorni.

Guida: la speranza è la forza per riuscire a cambiare le cose, è l’energia per

poter provare ancora, senza arrendersi al primo ostacolo, perché

Gesù è sempre con noi, sulla nostra barca.

Preghiamo perché riusciamo ad essere segno concreto di quella

speranza di cui tutta l’umanità ha bisogno. Condividiamo l’inno di

gioia e di lode, contenuto nel capitolo quindicesimo del libro

dell’Esodo, che il popolo ebreo ha innalzato a Dio dopo aver

attraversato il Mar Rosso ed essere sfuggito al tentativo di cattura

da parte dell’esercito del Faraone d’Egitto. Pregheremo a due cori:

il primo nella bancata alla vostra destra.

Inno di lode per la Vittoria

"Voglio cantare al Signore,

perché ha mirabilmente trionfato:

cavallo e cavaliere ha gettato nel mare.

Mia forza e mio canto è il Signore,

egli è stato la mia salvezza.

È il mio Dio: lo voglio lodare,

il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!

I carri del faraone e il suo esercito

li ha scagliati nel mare;

i suoi combattenti scelti

furono sommersi nel Mar Rosso.

Gli abissi li ricoprirono, sprofondarono come pietra.

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La tua destra, Signore, è gloriosa per la potenza,

la tua destra, Signore, annienta il nemico;

Al soffio della tua ira si accumularono le acque,

si alzarono le onde come un argine,

si rappresero gli abissi nel fondo del mare.

Il nemico aveva detto: "Inseguirò, raggiungerò,

spartirò il bottino, se ne sazierà la mia brama;

sfodererò la spada, li conquisterà la mia mano!".

Soffiasti con il tuo alito:li ricoprì il mare,

sprofondarono come piombo in acque profonde.

Chi è come te fra gli dèi, Signore?

Chi è come te, maestoso in santità,

terribile nelle imprese, autore di prodigi?

Stendesti la destra:li inghiottì la terra.

Guidasti con il tuo amore

questo popolo che hai riscattato,

lo conducesti con la tua potenza

alla tua santa dimora.

Tu lo fai entrare e lo pianti sul monte della tua eredità,

luogo che per tua dimora, Signore, hai preparato,

santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato.

Il Signore regni, in eterno e per sempre!".

Presidente: Introduzione al Padre nostro

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Canto: L’acqua viva

Chi berrà la mia acqua non avrà più sete in eterno e quest’ acqua sarà per lui fonte di vita per l’eternità. Affannati e stanchi voi oppressi e poveri venite, attingete con gioia a lui, alla sorgente di felicità Fiumi di acqua viva sgorgheranno in colui che crederà. Nel Signore che dona a noi l’ acqua di vita e di verità Perquotendo un roccia dissetasti il popolo in cammino. Fa’ che sempre noi camminiam nel tuo timore, nella fedeltà Fonte inesauribile, pace eterna, carità perfetta, noi a mensa con te sediam, dolce, immensa, santa Trinità. Amen

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Arcidiocesi di Trento

Pastorale Sociale, Ambiente e Turismo

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