DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile:...

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1 DIPARTIMENTO DMI RELAZIONE COL TERRITORIO AREA PEDIATRICA INDICATORI DI QUALITA’ E RISK MANAGEMENT POSSIBILI UTILIZZI AREA NEONATALE DOLORE NEONATALE - AGGIORNAMENTI

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DIPARTIMENTO

DMI

RELAZIONE COL TERRITORIO

AREA PEDIATRICA

INDICATORI DI QUALITArsquo E RISK MANAGEMENT

POSSIBILI UTILIZZI

AREA NEONATALE

DOLORE NEONATALE - AGGIORNAMENTI

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Qualsiasi cambiamento in un mondo professionaleParte dalla capacitagrave dei professionisti di acquisire La consapevolezza che egrave un dovere etico riempireDi contenuti locuzioni quali centralitagrave dellrsquoassistenzaEfficacia ed appropriatezza ( A Santullo 2004)

Lrsquoorganizzazione dipartimentale egrave il modelloordinario di gestione operativa delle attivitagravea cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la finalitagravedi assicurare la buona gestione amministrativa e finanziaria ed il Governo clinico (Ministero Salute)

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Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO

bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche

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Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di

fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione

Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale

bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo

bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)

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Iter legislativo

bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

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Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

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bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

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Iter legislativo

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Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

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Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

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Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

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Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

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Modelli di Dipartimento

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

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Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

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1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 2: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

2

Qualsiasi cambiamento in un mondo professionaleParte dalla capacitagrave dei professionisti di acquisire La consapevolezza che egrave un dovere etico riempireDi contenuti locuzioni quali centralitagrave dellrsquoassistenzaEfficacia ed appropriatezza ( A Santullo 2004)

Lrsquoorganizzazione dipartimentale egrave il modelloordinario di gestione operativa delle attivitagravea cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la finalitagravedi assicurare la buona gestione amministrativa e finanziaria ed il Governo clinico (Ministero Salute)

3

Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO

bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 3

4

Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di

fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione

Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale

bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo

bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4

5

Iter legislativo

bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 5

6

Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6

7

bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

Iter legislativo

8

Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

9

Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

10

Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

10

Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

11

Modelli di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

12

bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

13

il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

15

Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

16

il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

19

PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

31

assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

33

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

35

Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

36

Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

38

bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 3: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

3

Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO

bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 3

4

Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di

fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione

Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale

bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo

bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4

5

Iter legislativo

bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 5

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Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

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7

bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

Iter legislativo

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Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

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9

Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

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Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

10

Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

11

Modelli di Dipartimento

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

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Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

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Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

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Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

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La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 4: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

4

Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di

fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione

Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale

bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo

bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4

5

Iter legislativo

bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

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6

Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

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7

bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

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Iter legislativo

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Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

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9

Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

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10

Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

10

Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

11

Modelli di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

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14

il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

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Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 5: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

5

Iter legislativo

bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 5

6

Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6

7

bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

Iter legislativo

8

Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

9

Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

10

Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

10

Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

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Modelli di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

13

il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

15

Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

33

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 6: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

6

Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6

7

bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

Iter legislativo

8

Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

9

Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

10

Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

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Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

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Modelli di Dipartimento

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

15

Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

19

PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

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Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

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Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

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La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 7: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

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Iter legislativo

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Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

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Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

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Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

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Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

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Modelli di Dipartimento

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

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Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

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37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 8: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

8

Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

9

Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

10

Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

10

Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

11

Modelli di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

14

il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

15

Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

21

2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

33

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 9: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

9

Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

10

Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

10

Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

11

Modelli di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

12

bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

15

Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

33

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

36

Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

54

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 10: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

10

Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

10

Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

11

Modelli di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

12

bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

13

il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

14

il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

15

Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

19

PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

20

Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

21

2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

22

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

24

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

25

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

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Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

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La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

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La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 11: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Modelli di Dipartimento

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

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13

il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

14

il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

15

Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

16

il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

17

il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

21

2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

25

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

28

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

29

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

33

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 12: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

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Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

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La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 13: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

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Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 14: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

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Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 15: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

15

Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

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33

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

38

bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

39

Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 16: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

16

il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

17

il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

19

PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

21

2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 17: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

17

il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

21

2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

29

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

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Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

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La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 18: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

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Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 19: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 20: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 21: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 22: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

22

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 23: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

23

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 24: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

26

Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 25: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 26: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 27: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 28: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

28

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 29: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

29

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 30: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

31

assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

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La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

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La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 31: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

31

assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

33

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

35

Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

36

Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

38

bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

39

Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

54

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 32: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

32

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

33

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

36

Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

38

bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

39

Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 33: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

35

Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

36

Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

38

bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

39

Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

52

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

54

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

56

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 34: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 35: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

35

Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 36: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

36

Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

38

bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

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Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 37: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

38

bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

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Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

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Percheacute STEN

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OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

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La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

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La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 38: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

38

bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

39

Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

52

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 39: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 40: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

40

Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 41: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

41

LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 42: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

42

La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

43

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

52

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

54

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

56

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 43: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

54

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

56

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 44: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 45: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 46: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

46

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

47

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

52

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

54

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

56

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 48: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

48

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

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La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 49: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

49

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

50

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

52

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

54

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

56

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 51: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

51

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

53

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 52: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 54: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

54

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

56

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 55: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

55

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 56: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

56

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 57: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 58: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

58

UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 59: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

59

Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

60

Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 60: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

61

ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

62

ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 62: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 63: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

63

ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 64: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

64

Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 65: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

65

Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 66: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

66

Centri nascita STEN TIN

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 67: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

67

Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 68: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

68

La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 69: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

69

EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 70: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 71: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 72: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 73: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 74: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 75: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

76

Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 76: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

85

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 77: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

77

Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

78

bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 78: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

79

1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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84

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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86

NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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80

Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

81

LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

83

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

87

OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 80: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

82

I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
Page 83: DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta