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DIPARTIMENTO DI STUDI EUROPEI, AMERICANI E INTERCULTURALI SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA TESTI, STUDI E MANUALI 31

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DIPARTIMENTO DI STUDI EUROPEI,

AMERICANI E INTERCULTURALI

SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA

TESTI, STUDI E MANUALI

31

I volumi della collana sono letti e proposti per la pubblicazione da unacommissione composta da R. Antonelli, R. Campra, N. von Prellwitz, E.Scoles, L. Valmarin.

ISBN 9788878062221

© Bagatto Libri 2017

Via dei Ramni 6 - 00185 Roma

Questo volume è stato pubblicato con il contributo del programma “Futuro in Ricerca2013” del MIUR.

Annalisa Perrotta

I cristiani e gli AltriGuerre di religione, politica e propaganda

nel poema cavalleresco di fine Quattrocento

2017

Bagatto Libri

a Rossana

Indice

11 Ringraziamenti

13 Abbreviazioni e criteri di trascrizione

17 Introduzione

43 1. Alleanze necessarie: Historia di Altobello e di re Troiano suofratelloIntroduzione; Analisi del poema: conversione al cristianesimo erappresentazione dell’alterità; Dalla finzione alla storia: l’Altobellonel contesto politico italiano; Intorno al testo. Le edizioni a stam-pa dell’Altobello: elementi paratestuali; Conclusione

105 2. Serialità e riletture: il caso del Persiano figliolo di AltobelloIntroduzione; Il Persiano e la rilettura dell’Altobello; Persiano e isuoi molti padri: legittimazione dinastica; L’autore: FrancescoCieco da Firenze e la successione estense; La voce dell’autore;Innamoramento di Lusbecco e di Persiano; Il colophon delPersiano; Conclusione

161 3. L’infrazione e la norma: il Falconetto 1483 e il suo rifacimentoIntroduzione; L’anomalia del Falconetto 1483; Tra conservazionee innovazione: i due Falconetti a confronto; Conclusioni

203 Conclusioni

211 Bibliografia

225 Indice dei nomi, dei luoghi e delle opere

RINGRAZIAMENTI

Molte persone hanno creato le condizioni perché questo libro potesse essereideato e scritto. Il mio ringraziamento va in particolare a Maria Serena Sapegno,che è stata interlocutrice e guida in tanti modi durante i miei anni di formazione eoltre. A lei devo molto, come donna e come studiosa. Ringrazio Roberto Antonellie Arianna Punzi per il loro generoso e solido sostegno.

Come tutti loro, anche Franca Strologo ha pazientemente letto molte parti dellibro: le sono grata per la cura e per la lucidità con cui ha saputo indicarmi i pas-saggi più problematici e le possibili soluzioni.

Jane Everson ha visto nascere questo lavoro all’inizio del mio dottorato, nelperiodo che ho passato presso l’Università di Reading, e poi in anni più recenti,durante la mia Marie Curie Fellowship presso la Royal Holloway University ofLondon; ma ha saputo seguirlo anche da lontano: i suoi studi, le appassionateconversazioni, i tanti convegni attraversati insieme sono parte fondamentale dellastoria che mi ha portata a scrivere il libro.

Fabrizio Beggiato, Maria Careri e Giovanni Palumbo hanno avuto la pazienzadi leggere la prima versione del lavoro e li ringrazio per i generosi consigli.Angelo Michele Piemontese mi ha fornito preziose informazioni sulla figura diUzun Hasan e suggerimenti sull’analisi del contesto storico-politico in cui ilpoema intitolato Altobello probabilmente si colloca. Ringrazio infine la BagattoLibri, per la cura con cui ha condotto il lavoro. La responsabilità del risultato fina-le rimane, naturalmente, di chi scrive.

Volevo poi ricordare le numerose istituzioni che hanno sostenuto la mia ricer-ca: in particolare, per la gentilezza e la competenza del personale, la BibliotecaCorsiniana e dei Lincei, le Biblioteche Casanatense e Angelica di Roma e laBodleian Library di Oxford; i colleghi dei dipartimenti in cui ho lavorato in questianni presso la University of Reading e la School of Modern Languages, Literaturesand Cultures della Royal Holloway University of London; soprattutto ringrazio icolleghi del Dipartimento di Studi europei, americani e interculturali dellaSapienza Università di Roma, per come contribuiscono ogni giorno a rendere il

12 I cristiani e gli Altri

nostro ambiente di lavoro vario, aperto e ricco di stimoli: ringrazio BarbaraRonchetti, che organizza da alcuni anni e sostiene con energia il seminario diStudi interculturali (in particolare per le edizioni su Lo spazio degli altri e La storiadegli altri 1 e 2) e Luigi Marinelli e Mario Martino per l’ideazione e la conduzionedel modulo interdisciplinare MINT 2016 dedicato al tema “Identità e alterità”.

Ringrazio i colleghi del progetto di ricerca Fir di cui faccio parte, con i qualiho molto riflettuto sui modi e le forme della rappresentazione dell’identità e del-l’alterità nei testi: Federico Saviotti, Giovanni Strinna, Lorenzo Mainini e in partico-lare Giuseppe Mascherpa, che ha trovato il Falconetto manoscritto e mi ha resopartecipe dell’avventura che ne è seguita.

Molto poco una donna può fare senza il riconoscimento e il sostegno di altredonne: alcune le ho già nominate. Insieme a loro ringrazio Elisa Brilli ed EleonoraCarinci, per esserci sempre, pur nel loro moto perpetuo da un capo all’altro delmondo e delle loro vite, e nell’intermittenza dei nostri contatti. Un grazie alledonne del Laboratorio Sguardi sulle differenze, con le quali condivido la passio-ne, la militanza e l’amore per la trasmissione dei saperi. Ringrazio RossanaPellegrino per avermi più volte mostrato quanto senso possano avere il desiderioe il piacere di immaginare e scrivere.

Sono infine grata a Gianfranco Pellegrino, per ogni cosa: a nostra figliaRossana questo libro è dedicato.

ABBREVIAZIONI E CRITERI DI TRASCRIZIONE

Alt Historia di Altobello e di re Troiano suo fratello.

Anc Ancroia, [Michael Manzolus].

Asp Andrea da Barberino, L’Aspramonte.

Attila Attila flagellum dei.

Baldus Folengo, Baldus.

BelGher Il cantare del Bel Gherardino.

Borsias Strozzi, Borsias.

Buovo Buovo d’Antona.

C La caduta di Costantinopoli.

CaRin I cantari di Rinaldo da Montalbano.

ChR La Canzone di Orlando.

Enf Guillaume Les enfances Guillaume.

Esortazione Esortazione ai cristiani contro il Turco.

F 1483 Falconetto (1483).

F 1500 Libro chiamato Falconetto.

Fiorio Il cantare di Fiorio e Biancifiore.

GF La Geste francor.

Giostra Francesco Cieco da Firenze, Torneamento fatto in Bologna.

GOR Guerre in ottava rima.

Guerra Guerra di Usuncassano.

GW Gesamtkatalog der Wiegendrucke.

Harris, Sanudo Harris, Marin Sanudo, forerunner of Melzi.

IGI Indice generale degli incunaboli.

InCa Innamoramento di Carlo Magno e dei suoi paladini.

14 I cristiani e gli Altri

IO Boiardo, L'inamoramento de Orlando.

ISTC Incunable Short-Title Catalogue.

LICAPV Libri cavallereschi in prosa e in versi.

Milone e Berta La storia di Milone e Berta e del nascimento d’Orlando.

Morg Pulci, Morgante.

OF Ariosto, Orlando furioso.

Obsidione Cordo, La obsidione di Padua.

Orlandino Folengo, Orlandino.

Orlando Orlando. Die Vorlage zu Pulci’s Morgante.

Pers Francesco Cieco da Firenze, Persiano.

Reali Andrea da Barberino, Reali di Francia.

Romanzo Romanzo cavalleresco inedito (British Library Add. Ms 10808).

Rov Libro chiamato dama Rovenza del Martello.

Spagna La Spagna

Trab La Trabisonda

* * *

Nelle citazioni tratte da manoscritti o da edizioni antiche ho divisole parole secondo l’uso moderno e ho sciolto le abbreviazioni; hodistinto u da v; ho conservato l’oscillazione delle preposizioni articola-te fra scrizione continua e disgiunta; ho aggiunto la punteggiatura e lemaiuscole per i nomi propri; sono intervenuta con l’aggiunta di accen-ti con funzione diacritica, per distinguere gli omografi, e, secondo lostesso criterio, ho aggiunto l’h delle voci del presente del verbo avere(ho, hai, ha, hanno) dove mancante, e nelle interiezioni: in tutti glialtri casi conservo l’uso dell’h come lo trovo sulla stampa. Tra parente-si quadre ho inserito eventuali lettere mancanti e le interpretazioni dilettere stampate in modo imperfetto. Ho rispettato la divisione internadei testimoni, aggiungendo la numerazione di canti (ove mancante) edelle ottave. Le correzioni, segnalate in nota, sono limitate a quellestrettamente necessarie a garantire l’intelligibilità del testo.

So long as you write what you wish to write, that is all that mat-ters; and whether it matters for ages or only for hours, nobody cansay. But to sacrifice a hair of the head of your vision, a shade ofits colour, in deference to some Headmaster with a silver pot inhis hand or to some professor with a measuring-rod up his sleeve,is the most abject treachery, and the sacrifice of wealth and cha-stity which used to be said to be the greatest of human disasters,a mere flea-bite in comparison.Virginia Woolf, A Room of One’s Own

Non è pertanto meraviglia che la nuova disciplina sia condotta adissotterrare molti documenti privi al tutto di bellezza; il gusto nondeve esserle unica guida: come agli occhi del naturalista il più pic-colo insetto può apparir degno di studio non meno degli animalipiù perfetti, così ai suoi un’informe e rozza composizione sembratalvolta meritevole di esame quanto una splendida creazione ar-tistica; poiché, se l’insetto può rivelare uno dei mille segreti dellanatura, un miserabile lavoro letterario può far palese un fattonuovo, e una legge non anche osservata nella vita del pensiero.Pio Rajna, Rinaldo da Montalbano

Rimmillu Puddu unn’avìamu arristatu,cu era vivu e cu avi murutu,ca poi la storia s’arreula sula,cuntannu cuntannu, cuntannu cuntannu.Fozz’assittativi c’accuminciamu,da sta burritta si paga u ristinu.

Sacciu ca ’ncielu c’è n’orvu canutu,avi la frunti spaziusa e gentili,e tutti ’nzemmula li cantaturimaiuri e minuri,iemu quietannu,assittati sui peri,’ntramentri ca canta,la caduta di Troia.Cesare Basile, Storia di Firrignu

INTRODUZIONE

Questo libro si occupa di alcuni poemi cavallereschi che finora nonhanno ricevuto l’attenzione dovuta: Altobello ed il re Troiano suo fra-tello (1476), Persiano figliolo di Altobello (1483) di Francesco Cieco fio-rentino e le due versioni del Falconetto (1483 e 1500). Con l’eccezionedel Persiano, si tratta di opere anonime, stampate principalmente aVenezia, Milano e Bologna tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del1400;1 opere che hanno preceduto e accompagnato i capolavori delRinascimento italiano, il Morgante di Luigi Pulci, l’Inamoramento deOrlando (o Orlando innamorato) di Matteo Maria Boiardo el’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Il valore letterario di tali testipotrà essere discutibile, ma la fortuna che essi hanno avuto presso ilpubblico, colto e popolare, nell’epoca in cui furono dati alle stampe,costituisce un fenomeno degno di considerazione.

Innanzitutto mi concentrerò sul contesto in cui le opere furonostampate e sull’immaginario che sembra animarle. Nei quattro poemiche analizzerò la questione dell’identità e dell’alterità, il problematicorapporto della cristianità con l’Altro – o con molteplici Altri – emergein maniera spiccata ed evidente. I testi mettono al centro della loroelaborazione questo nodo fondamentale non soltanto per le storie che

1 Tutti i discorsi sulle edizioni di opere di grande successo devono fare i conti con l’altissimadeperibilità delle copie in circolazione: non è detto che le prime edizioni a noi note siano ef-fettivamente tali. Gli incunaboli cavallereschi sopravvivono spesso in un numero di copie tantoesiguo da essere minimamente rappresentativo dell’effettiva portata del fenomeno; su questosi veda Harris, Statistiche e sopravvivenze. Molto spesso la circolazione a stampa coesiste conuna circolazione manoscritta, si veda Villoresi, La tradizione manoscritta. Le notizie sulle varieedizioni di ciascuna opera sono date in nota all’inizio di ogni capitolo che le viene dedicato..

raccontano, ma anche attraverso il richiamo di immagini e motiviricorrenti nella tradizione e la loro modificazione. Inoltre, l’elaborazio-ne problematica della relazione con l’Altro e con il nemico non inve-ste solo il testo, ma ne influenza anche alcuni aspetti editoriali come iparatesti, che riflettono la contingenza, le mire e le intenzioni dell’au-tore e dello stampatore, nonché la loro valutazione del pubblico diriferimento e dei messaggi che l’opera può trasmettere ai lettori.

Oltre ad aver goduto di una certa popolarità, le quattro opere pre-scelte rispondono particolarmente bene all’esigenza che sta a fonda-mento del mio lavoro: cercare di rileggere almeno una parte del patri-monio di storie tramandate dai canterini e dagli artigiani dell’ottavarima, recuperarne il senso e il valore presso il pubblico di fineQuattrocento, quando, grazie all’introduzione della stampa, un nume-ro di libri prima mai visto invase il mercato librario. Le opere prescel-te, infatti, hanno caratteristiche che le rendono preziose: sono legateda un rapporto seriale, come l’Altobello e il Persiano; sono l’una il rifa-cimento dell’altra, come i due Falconetti; le prime edizioni sonoaccompagnate da colophon che ne presentano la materia o connetto-no la stampa al contesto storico, attraverso il riferimento a fatti e per-sonaggi: è di nuovo il caso dell’Altobello e del Persiano. Intendo per-ciò considerare le edizioni non solo come epifanie dei testi per mezzodella stampa, sovente legate a un luogo e a un tempo definiti, maanche come esempi di lettura e rilettura delle storie che propongono:in che modo gli elementi di introduzione e conclusione (dal titolo adalcuni colophon) modificano e indirizzano la lettura?

L’operazione qui condotta è tesa a dimostrare un’ipotesi precisa: siaper il rapporto con la tradizione precedente, sia per l’uso comunicati-vo degli elementi paratestuali, le opere esaminate hanno svolto almomento della loro prima stampa una funzione di propaganda ecomunicazione politica. I legami dell’Altobello, del Persiano e dei dueFalconetti con specifiche contingenze storiche verranno ricostruite neiprossimi capitoli. In particolare, si mostrerà che gli autori e gli stampa-tori hanno consapevolmente fatto uso della “grammatica” narrativa delpoema cavalleresco per veicolare messaggi politici precisi. Le circo-stanze storiche hanno una relazione molteplice con queste opere:sono lo sfondo che ne giustifica contenuti e storia editoriale, ma costi-

18 I cristiani e gli Altri

tuiscono anche l’orizzonte di aspettative che ne resero possibile laforza comunicativa e il successo di pubblico.

Nel resto dell’introduzione, darò le coordinate generali in cui s’in-serisce la lettura e l’interpretazione di alcuni esempi di uso politicodella letteratura cavalleresca, collocandola anche sullo sfondo dellaletteratura critica esistente – pur senza pretese di esaustività. Il restodel volume è interamente occupato dagli esempi testuali e dalla rico-struzione dell’ambiente storico-culturale da cui le opere hanno avutoorigine. Riprendo il filo generale, in vista di un contesto più ampio edi lavori futuri, nella conclusione.

* * *Esistono numerose testimonianze sulla diffusione e sulla popolarità

dell’Altobello, del Persiano e dei due Falconetti. Teofilo Folengonell’Orlandino (1526) cita l’Altobello insieme ad altri (la Trabisonda,l’Ancroia, la Spagna, il Buovo) come uno dei testi esemplari all’inter-no del suo piccolo anti-canone della letteratura cavalleresca:2 Folengole giudica tutte opere di bassa cucina, dalle quali prendere le distanze,ma riconosce implicitamente che esse costituiscono la base di un’enci-clopedia cavalleresca diffusa.3 D’altra parte, lo stesso Baldus «cativel-

19Introduzione

2 «Tribisunda, Ancroia, Spagna, e Bovo / co’ l’altro resto al foco sian donate» (Orlandino, I21, 3-4); «Son certi pedantuzzi di montagna, / che, poi c’han letto Ancroia et Altobello / e dicontutta in mente aver la Spagna / (…) / credono l’opre d’altri sian d’aragna» (Orlandino, I 29, 1-5).

3 In questa sede mi limito a considerare la menzione dei titoli popolari nelle ottave folen-ghiane come prova della fama di alcuni poemi, presi in rappresentanza di una tipologia spe-cifica di letteratura, contrapposta a quella dei poemi d’autore (Pulci, Boiardo, Francesco Ciecoda Ferrara, Ariosto). Dionisotti intende il passo dell’Orlandino come mera testimonianza dellepreferenze dell’autore, che coincidono con il canone della letteratura cavalleresca rinascimentalein vigore anche oggi; sulla base di tali preferenze, Folengo «sapeva e voleva distinguere tra que-sta linea autentica e privilegiata della poesia cavalleresca assunta a dignità letteraria, e un’al-tra, precedente e concorrente linea, che a lui Folengo pareva spuria, di una poesia cavallere-sca rimasta sul piano del volgo» (Dionisotti, Fortuna del Boiardo, p. 398). Probabilmente, però,il discorso che Folengo intende fare nel costruire un canone e un anti-canone cavalleresco èpiù complesso: distinguere la tradizione nobile da quella popolare dei «pedantuzzi» non sem-bra avere effetti normativi e l’Orlandino stesso nella pratica si rifà anche a quella letteraturadiffusa attraverso le stampe popolari che la sua voce narrante sembra esecrare (l’Inamoramentode Milone e Berta, l’Aspramonte in ottave); per Folengo insomma stabilire canoni positivi o ne-gativi pare non equivalga alla necessità di attenersi ad essi (cfr. Chiesa, Introduzione, in Fo-lengo, Orlandino, pp. XII-XIII). Si veda anche Cabani, L’Orlandino di Folengo.

lus» comincia presto a «Orlandi nasare volumina» (Baldus III 78, 94) e,disdegnati i libri di grammatica, legge libri di cavalleria tra i quali figu-ra di nuovo l’Altobello; nella redazione del Baldus denominata T,però, compariva anche il Falconetto («Falconettique bataias», II 45).4

L’Altobello e il Persiano risultano registrati negli elenchi delleentrate e delle vendite contenuti nel Zornale di Francesco deMadiis.5 Anche nell’inventario della bottega ferrarese del cartolaioDomenico Sivieri, databile al 1503, compaiono l’Altobello («Alto beloin bataia»), il Falconetto («Falchonito in bataia»), e il Persiano(«Persian in bataia»), dove la specificazione «in bataia», secondoAngela Nuovo, non funziona come allusione alle storie di guerranarrate nei testi, ma come mezzo per distinguere i romanzi in ottaveda quelli in prosa.6 L’Altobello, il Persiano, e le due versioni delFalconetto sono dunque opere che circolavano ed erano conosciutetra i colti e gli incolti.

20 I cristiani e gli Altri

4 Il catalogo di Baldo si apre con l’Eneide, che Baldo recita per intero al suo maestro, e sichiude con l’Orlando furioso. Tra l’uno e l’altro «legerat Ancroiam, Tribisondam, factaDanesi, / Antonnaeque Bovum, Antiforra, Realia Franzae, / Innamoramentum Carlonis etAsperamontem, / Spagnam, Altobellum, Morgantis bella gigantis, Meschinique provas et quiCavalerius Orsae / dicitur et nulla cecinit qui laude Leandram» (Baldus, III 104-109). Sullaredazione T (Toscolanense, del 1521) e il piccolo catalogo cavalleresco si veda Raboni, TraRinaldo e Orlando: sul Baldus di Folengo.

5 Il Zornale è un manoscritto cartaceo conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia,sul quale venivano registrati i libri in entrata e in uscita nella bottega dell’editore Francescode Madiis (o Maggi), attivo a Venezia tra il 1481 e il 1488. Il registro contiene le vendite gior-naliere tra il 17 maggio 1484 e il 15 gennaio 1488, con annotazioni sull’autore o titolo,numero delle copie, prezzo; contiene poi, in un elenco separato, gli arrivi della merce almagazzino, con autore o titolo e numero di copie. In quest’ultimo elenco, i titoli cavallere-schi sono ricordati uno di seguito all’altro: oltre ai due poemi citati, vi compaiono altri ottopoemi di materia carolingia: l’Inamoramento de Carlo Magno, l’Inamoramento de Orlando,il Danese, l’Ancroia, la Spagna, il Ranaldo (titolo che allude probabilmente ai Cantari diRinaldo da Montalbano), l’Aspremont in italiano. Si veda lo studio di Dondi e Harris, Iromanzi cavallereschi nel Zornale di Francesco de Madiis:a questo saggio si rimanda per labibliografia sull’argomento. L’edizione critica del Zornale e la sua analisi è confluita nellaricerca ERC 15cBOOKTRADE. An Evidence-Based Assessment and Visualization of theDistribution, Sale, and Reception of Books in the Renaissance, avviata nel 2014 e attiva finoal 2019 sotto la direzione di Cristina Dondi (http://15cbooktrade.ox.ac.uk/, ultima visita 4ottobre 2017).

6 Nuovo, I “libri di battaglia”: commercio e circolazione, p. 353 e si veda anche Ead., Ilcommercio librario a Ferrara.

Nonostante tali testimonianze, è comunque nota la difficoltà diancorare le storie cavalleresche a un tempo e un luogo di composizio-ne specifici, per la natura stessa dei testi, combinatoria e volatile, eper la mancanza di espliciti riferimenti interni, che consentano unapur generica collocazione temporale. Ecco il motivo per cui risultautile ragionare non solo sulle trame cavalleresche, che si inseguono inuna serie di varianti tra versioni in prosa e versioni in ottave, maanche su quegli elementi utili a collocare le opere le une rispetto allealtre e a definire le relazioni tra i testi: i collegamenti tra due opere inserie, la menzione di fatti o personaggi appartenenti ad altri poemi;ma anche i testi – come quelli dei colophon, degli incipit e così via –presenti nei manoscritti e nelle stampe.

Il ruolo che le stamperie svolsero nel diffondere queste opere èfondamentale: il titolo soprattutto esercitava un’attrazione sul pubbli-co, connotando il testo, inscrivendolo in uno specifico orizzonte d’at-tesa. Le parti del libro sulle quali lo stampatore poteva intervenire conpiù evidenza erano quelle che Gérard Genette chiama genericamente«paratesti», e con più precisione, «peritesto editoriale».7 Le scelte comu-nicative del peritesto editoriale non sono mai arbitrarie, sono bensìoriginate dal testo e dalla sua lettura e dal tipo di mediazione che lostampatore o chi per lui ha deciso di operare tra il testo e il pubblico.8Anche per questa ragione, lo studio dei peritesti è essenziale per suf-fragare l’ipotesi di questo volume: è qui infatti che lo stampatore ha

21Introduzione

7 Secondo Genette, il paratesto comprende un insieme vario ed eterogeneo di elementiche hanno più o meno strettamente a che fare col testo e sono accomunati dalla funzione dicontornare e prolungare un testo «per presentarlo, appunto, nel senso corrente del termine,ma anche nel suo senso più forte: per renderlo presente, per assicurare la sua presenza nelmondo, la sua “ricezione” e il suo consumo in forma, oggi almeno, di libro». All’interno delparatesto – che nella definizione genettiana comprende anche le recensioni al libro e altreforme di ricezione fisicamente non contigue – il cosiddetto peritesto comprende quegli ele-menti che si collocano materialmente intorno al testo, come titoli, prefazioni, epigrafi,colophon; si veda Genette, Soglie, p. 3.

8 Su questo s’interroga in particolare Chartier, L’ordine dei libri, pp. 8-11, quando affer-ma che la scrittura di un libro mira sempre alla costruzione di un ordine e che «le formemateriali» del libro «sono in ogni caso produttrici di senso». Si veda anche Richardson,Stampatori, autori e lettori, pp. 186-233, per l’introduzione al tema della «stampa per il pub-blico dei lettori». Sul formato dei libri e la loro destinazione, Petrucci, Alle origini del libromoderno.

un certo margine di manovra nel rendere l’opera sensibile alle proble-matiche storiche contingenti.

Gli incunaboli appartengono a un’epoca di transizione tra due mo-di diversi di concepire il libro; in tale passaggio sono più evidenti, per-ché più scoperti, i meccanismi della comunicazione e la funzione con-ferita alle diverse parti del libro. Al colophon, o sottoscrizione dellastampa, vengono affidate informazioni fondamentali non soltanto sul-l’esecuzione della stampa, ma anche sul libro e la sua connessionecon la realtà contemporanea. Posto nell’ultima pagina, di seguito al-l’explicit che segnala il limite fisico del volume, il colophon lega l’o-pera al momento storico (un luogo, un tempo, una stamperia) nelquale è stata stampata. Inoltre, la sua posizione conferisce al colophonanche una collocazione temporale specifica in un ipotetico tempo dilettura: probabilmente viene composto dallo stampatore per ultimo,così come, al di là delle pratiche effettive di fruizione, è concepito co-me l’ultima pagina letta. Il colophon costituisce perciò anche il luogodal quale si può gettare uno sguardo retrospettivo sull’intera opera: seil titolo e l’incipit introducono l’opera, il colophon la rilegge.9

* * *La mancanza di un autore, l’incertezza della datazione, l’apparte-

nenza a quello che potrebbe apparire come un grande organismonarrativo sono tutti elementi che hanno profondamente determinato lafortuna critica dei poemi cavallereschi stampati alla fine delQuattrocento. Gli studi che si sono finora soffermati sui cantari e ipoemi cavallereschi hanno certamente contribuito a mantenere vivol’interesse nei confronti della materia: hanno in parte considerato laproduzione cavalleresca dei grandi poemi rinascimentali, per rico-struirne i punti di partenza (dal lavoro di Rajna sulle fonti del Furioso

22 I cristiani e gli Altri

9 Con la standardizzazione del frontespizio durante il XVI secolo, alcune informazionimigreranno dal colophon alla prima pagina del volume. La coesistenza fra frontespizio connote tipografiche e colophon durerà a lungo, almeno fino a tutto il XVII secolo, ma coninformazioni più riassuntive nel frontespizio (editore, marca, anno e luogo di stampa), piùanalitiche nel colophon: giorno e mese di stampa, insieme al nome del tipografo – che pote-va essere diverso dall’editore – e alla sua marca (Zappella, Il libro antico a stampa, vol. I, p.548). Sull’evoluzione del frontespizio si vedano Barbieri, Il frontespizio nel libro italiano delQuattrocento e del Cinquecento; Smith, The Title-page.

in poi),10 oppure hanno analizzato complessivamente il fenomeno deipoemi cavallereschi a stampa, mostrando la vivacità del mercato edi-toriale negli ultimi decenni del Quattrocento.11 Hanno indagato leforme, i meccanismi di composizione e riproduzione dei poemi e sisono infine soffermati sulle ragioni della lunga durata di una tradizio-ne che ha attraversato i secoli e ha percorso migliaia di chilometri, alpasso instancabile dei pellegrini e dei cantastorie, per intratteneregente del popolo e signori.12

A questo punto, però, nuove domande si impongono: che cosarappresentavano le storie di cavalleria nell’immaginario dei lettori equal era la ragione di un successo così trasversale? Erano storie appas-sionanti, che fondavano la loro presa sul pubblico proprio sulla ripeti-zione, sull’introduzione del nuovo all’interno di schemi narrativi attesi

23Introduzione

10 Di grande utilità i commenti ai poemi rinascimentali d’autore che analizzano la tramaintertestuale anche servendosi dei poemi anonimi, come fa Antonia Tissoni Benvenuti nelsuo commento all’Inamoramento de Orlando; proprio Tissoni Benvenuti osserva che inmolti casi «si riusciva a capire il testo soltanto sulla base di notizie derivate da altri testicavallereschi, con l’aiuto quindi dell’intertestualità cavalleresca», Tissoni Benvenuti,Intertestualità cavalleresca, p. 59; si vedano anche altri lavori che analizzano il rapporto trapoemi anonimi e poemi d’autore: Stoppino, Bradamante fra i cantari e l’Orlando furioso;Ead., Genealogies of Fiction, in particolare i capp. 1 e 2 (Marriage by duel: Genealogies of theWarrior Woman, pp. 18-57; An Amazonian Past: Female Rule and the Threat of Illegitimacy,pp. 58-87). Strologo, La Spagna nella letteratura cavalleresca italiana, in particolare l’appen-dice al cap. 2: Le madri di Malagigi e Ferraù, le figlie di Marsilio e le Spagne di Boiardo eAriosto, pp. 96-116; Canova, Vendetta di Falconetto.

11 È il caso degli studi di Marco Villoresi e di Neil Harris: Villoresi, La letteratura cavallere-sca, e Id., La fabbrica dei cavalieri; Harris, L’avventura editoriale dell’Orlando innamorato;Id., Marin Sanudo, forerunner of Melzi; Id., Statistiche e sopravvivenze.

12 Tra i lavori complessivi degli ultimi anni sulla tradizione cavalleresca in Italia si vedaPalumbo, La Chanson de Roland in Italia nel Medioevo. Lavori più specifici, come quellosulla Spagna in rima di Franca Strologo, aprono comunque a riflessioni sui meccanismi chesovrintendono alla tradizione dei testi e alla mobilità testuale: si veda Strologo, La Spagnanella letteratura cavalleresca italiana. Per riflessioni complessive sulla tradizione cavallere-sca rinascimentale si veda Everson, The Italian Romance Epic in the Age of Humanism. Sivedano anche importanti raccolte di studi uscite negli ultimi anni, impostate, nella successio-ne e nell’ordinamento dei saggi, in modo da mostrare la lunga durata della tradizione epico-cavalleresca e la varietà del suo pubblico e delle possibilità di fruizione. In particolare, sivedano Il cantare italiano (2007); Boiardo, Ariosto e i libri di battaglia (2007); La letteraturacavalleresca dalle chansons de geste (2008); La tradizione epica e cavalleresca in Italia(2010); Carlo Magno in Italia (2016).