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Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia Sezione di Psichiatria e Psicologia Clinica Clinica Università degli Studi di Verona Università degli Studi di Verona L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA CLINICA Prof.ssa Christa Zimmermann Dr.ssa Lidia Del Piccolo Dr.ssa Claudia Goss Tel. 045 8124441 Aula B Istituti Biologici Ore 10.15 -11.45.00 2, 9, 16, 23, 30 marzo; 6, 13, 20 aprile 2011

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Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia ClinicaSezione di Psichiatria e Psicologia Clinica

Università degli Studi di VeronaUniversità degli Studi di Verona

L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA CLINICA

Prof.ssa Christa Zimmermann Dr.ssa Lidia Del Piccolo

Dr.ssa Claudia Goss Tel. 045 8124441

Aula B Istituti Biologici

Ore 10.15 -11.45.002, 9, 16, 23, 30 marzo; 6, 13, 20 aprile 2011

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I temi di oggi

• Le funzioni di una intervista medica

• Le competenze cliniche

• I criteri di efficacia

• Il modello biomedico (disease)

• Il modello biopsicosociale (illness)

• La struttura dell’intervista

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1. Acquisire le conoscenzeconoscenze funzionali alla conduzione dell‘ intervista medica e all'instaurarsi di una alleanza terapeutica tra medico e paziente

2. Sviluppare le competenzecompetenze comunicative necessarie (interview skills) per identificare tutti i problemiidentificare tutti i problemi rilevanti del paziente in modo accurato ed efficace

 

  3. Aumentare le competenzecompetenze comunicative funzionali alla creazione di una relazione con il relazione con il pazientepaziente di fiducia e di collaborazione  

CORSO DI PSICOLOGIA MEDICA A.A 2009/2010L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA

CLINICAObiettivi del Corso

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1. Acquisire le conoscenzeconoscenze funzionali alla conduzione dell‘ intervista medica e all'instaurarsi di una alleanza terapeutica tra medico e paziente

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1992 (ed . Ital. 2003)

1996 (ed . Ital. 1997)

19952003

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www.psychiatry.univr.it. News

• 1. Smith R.C. (1997) La Storia del Paziente. Un Approccio Integrato all’Intervista Medica. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.

• Capitolo 1: Intervistare il paziente• Capitolo 2: Tecniche facilitanti• Capitolo 3: Il processo centrato sul paziente*• Capitolo 7: La relazione medico-paziente• 2. Maguire P. (2000) Communication Skills for Doctors. Arnold, London.

• Capitolo 4: Giving information*• Capitolo 5: Interviewing key relatives*

• Articoli:• 3. Gask L. & Usherwood T. (2002) The consultation. BMJ 324, 1567-1569.• 4. Maguire P. & Pitceathly (2002) Key communication skills and how to acquire them. BMJ, 325, 697-700.• 5. Hull M. (2007). Getting the whole story. Building a rapport with patients The Foundation years 3, 103- 106. • 6. Riley G. (2004) Understanding the stresses and strains of being a doctor. MJA, 181, 350-353.• 7. Robinson R., Beasley R.& Aldington S. (2006) From medical student to junior doctor: The difficult patient”.

Student BMJ, 14, 265-308.• 8. Hall J.A., Jinni A.H. &, Rosenthal, R. (1995). Nonverbal behavior in clinician-patient interaction. Applied &

Preventive Psychology 4:21-37.• 9. Hall, J. A., Roter, D. L., Blanch, D. C., & Frankel, R. M. (2009). Observer-rated rapport in interactions between

medical students and standardized patients. Patient Education & Counseling 763: 23-7.

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1. Acquisire le conoscenzeconoscenze funzionali alla conduzione dell‘ intervista medicaintervista medica e all'instaurarsi di una alleanza terapeutica tra medico e paziente

2. Sviluppare le competenzecompetenze comunicative necessarie (interview skills) per identificare tutti i problemiidentificare tutti i problemi rilevanti del paziente in modo accurato ed efficace

 

  3. Aumentare le competenzecompetenze comunicative funzionali alla creazione di una relazione con il relazione con il pazientepaziente di fiducia e di collaborazione  

CORSO DI PSICOLOGIA MEDICA A.A 2010/11L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA

CLINICAObiettivi del Corso

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PERCHE ’ L’INTERVISTA MEDICA?Tramite l’intervista , il medico raccoglie dati sui sintomi e sulla persona, instaura la relazione, informa e consiglia il paziente

L’intervista medica è il banco di prova per valutare la professionalità del medico

Le competenze comunicative sono parti integranti della professionalità medica

1. Acquisire le conoscenze conoscenze funzionali alla conduzione dell‘ intervista medica e all'instaurarsi di una alleanza terapeutica tra medico e paziente

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PERCHE ’ COMPETENZE COMUNICATIVE PER RACCOGLIERE

INFORMAZIONI DAL PAZIENTE?

Il flusso comunicativo e la relazione nel contesto dell’intervista medica sono diversi da quelli osservati in altri contesti della vita quotidiana e richiedono tecniche specifiche

2. Sviluppare le competenzecompetenze comunicative necessarie (interview skills) per identificare tutti i problemi rilevanti del paziente in modo accurato ed efficace

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IL FLUSSO COMUNICATIVO DURANTE L’INTERVISTA MEDICA (1)

Descrive attuali sintomi, disturbi, problemi (Ho un mal di testa fortissimo)1. Il paziente dà informazioni al medico

2. Il medico riceve le informazioni dal paziente

3. Il medico comunica al paziente di aver ricevuto e compreso le informazioni (feedback)

4. Il paziente conferma o corregge il medico (feedback)

Sintetizza le informazioni avute dal paziente (Mi sta dicendo che da circa una settimana ha mal di testa per tutto il giorno e episodi di febbre verso sera)

Sì, è proprio così, oppure, No, veramente ho mal di testa soltanto la sera

Ascolta facilitando il paziente (Mi dica. Mi spieghi. Cos’altro c’è che non va? )

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IL FLUSSO COMUNICATIVO DURANTE L’INTERVISTA MEDICA (2)

5. Il medico dà informazioni al paziente Comunica la diagnosi, propone la

terapia, suggerisce accertamenti, fa educazione sanitaria

6. Il paziente riceve il messaggio Ascolta

(Sì, bene ,oppure, No, dovrebbe fare

anche una lastra)

7. Il paziente comunica al medico di aver

ricevuto e compreso le informazioni

(feedback)

Alla domanda del medico (Spero diessere stato (a) chiaro (a); per essere sicuro (a) potrebbe per favore ripetere brevemente cosa ha compreso e cosa deve fare?) Il paziente risponde

8. Il medico conferma o corregge il paziente (feedback)

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Il doppio “feedback loop”

L'accuratezza della comprensione delle informazioni ricevute deve essere confermato da chi ha emesso l’informazione

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PERCHE ’ COMPETENZE COMUNICATIVE PER

RACCOGLIERE INFORMAZIONI DAL PAZIENTE?

• Il flusso comunicativo e la relazione nel contesto dell’intervista medica sono diversi da quelli osservati in altri contesti della vita quotidiana e richiedono tecniche specifiche

• La “sensibilità” e la “gentilezza” da sole non garantiscono una buona comunicazione e non sono sufficienti per promuovere una relazione terapeutica di collaborazione e fiducia

2. Sviluppare le competenzecompetenze comunicative necessarie (interview skills) per identificare tutti i problemi rilevanti del paziente in modo accurato ed efficace

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PERCHE ’ COMPETENZE COMUNICATIVE FUNZIONALI ALLA RELAZIONE MEDICO-

PAZIENTE (RMP)?

•La RMP è la determinante principale della soddisfazione del paziente (e del medico)

•L’esito delle cure dipende quindi da una RMP ottimale

•Il tipo di relazione determina la misura della partecipazione del paziente

•Tutte le cure mediche si effettuano mediante la relazione medico-paziente (RMP)

  3. Aumentare le competenzecompetenze comunicative funzionali alla creazione di una relazione con il paziente di fiducia e di collaborazione

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Raccolta di informazioni precise e attendibili per comprendere tutti i problemi di salute e di vita del paziente

LE TRE FUNZIONI DELL’INTERVISTA MEDICA

The Three Function Approach (Cohen-Cole, 1991), modificato

Informare e educare il paziente rispetto alla sua malattia e motivarlo a collaborare con il programma terapeutico

Creare una relazione terapeutica e riconoscere e gestire le emozioni e preoccupazioni del paziente

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Il paziente fornisce in un minimo di tempoin un minimo di tempo, in modo preciso e attendibile, il massimo delle informazioni massimo delle informazioni rilevantirilevanti necessarie per comprendere i suoi problemi di salute e di vita

I CRITERI PER UN’ INTERVISTA EFFICACE

Il paziente partecipa e collaborapartecipa e collabora al programma terapeutico

La comprensione dei problemi principali emersi è condivisacondivisa da medico e paziente

Il paziente si sente compreso e sostenutocompreso e sostenuto dal medico e libero nell’esprimere le sue preoccupazioni ed emozioni

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LEZLU8

CONSEGUENZE DI UN’ INTERVISTA MEDICA INEFFICACE (1)

Se il medico non raccoglie dal paziente tutte le informazioni e/o le raccoglie in modo poco preciso ed accurato aumenta: 

 

• l'insoddisfazione del paziente • la non-collaborazione del paziente (informazioni lacunose)

• l'inosservanza del paziente rispetto al programma terapeutico • la probabilità che il paziente cambi medico e/o ricorra alla medicina alternativa

• la possibilità di denunce da parte del paziente e dei familiari

• il rischio di sbagliare diagnosi, trattamento e prognosi

Se il medico non istaura un rapporto col paziente, non rispondendo in modo adeguato alle sue emozioni aumenta:

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Denunce di malpractice

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Tamblyn et al. (2007) Physician scores on a national skills examination as predictors of complaints to medical regulatory

authorities. Journal of the American Medical Association (JAMA) 298, 993-1001.

Canada : Valutazione nazionale standardizzata delle competenze clinichecompetenze cliniche per la licenza di praticare la professione

– Raccolta informazioni (anamnesi, esame obiettivo) >pazienti simulati

– Comunicazione medico-paziente

– Problem solving (diagnosi e management) > dei pazienti simulati visti

prima

3424 medici : 1116 denunce tra 1993 e 1996 di cui 696 convalidate

Punteggio Comunicazione basso 236 (27%) denunce alto 149 (17%) “

Aumento significativo di denunce con la diminuzione del punteggio Comunicazione.

Nessuna relazione con le altre competenze cliniche

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Levinson et al (1997) Physician-Patient comunication. The relationship with malpractice claims among primary care

physicians and surgeons. JAMA, 277, 553-559

Fattori che portano alla denuncia• Esito negativo della cura• Insoddisfazione del paziente• Cattiva comunicazione ( nel 70% dei casi) Pazienti di medici con denunce, confrontati con pazienti di medici senza denunce, riferiscono più spesso di sentirsi

ignorati,di ricevere spiegazioni o consigli inadeguati e di avere delle visite di routine troppo brevi.

Medici di medicina generale senza denunce precedenti, confrontati con medici con denunce,orientano il paziente durante la visita, usano facilitazioni, chiedono l’opinione del paziente, non lo interrompono e ridono più spesso col paziente.

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LEZLU8

CONSEGUENZE DI UN’ INTERVISTA MEDICA INEFFICACE (1)

Se il medico non raccoglie dal paziente tutte le informazioni e/o le raccoglie in modo poco preciso ed accurato aumenta: 

 

• l'insoddisfazione del paziente • la non-collaborazione del paziente

• l'inosservanza del paziente rispetto al programma terapeutico • la probabilità che il paziente cambi medico e/o ricorra alla medicina alternativa

• la possibilità di denunce da parte del paziente e dei familiari

•il rischio di sbagliare diagnosi, trattamento e prognosi

Se il medico non istaura un rapporto col paziente, non rispondendo in modo adeguato alle sue emozioni aumenta:

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LEZLU8

CONSEGUENZE DI UN’ INTERVISTA MEDICA INEFFICACE (2)

•  la non-collaborazione e l'inosservanza del paziente rispetto al programma terapeutico

• la probabilità che il paziente cambi medico e/o ricorra alla medicina alternativa • il rischio di ricadute, di non-guarigione o di una cronicizzazione della malattia • il rischio di uno scompenso emotivo del paziente

 Se il medico non informa ed educa in modo efficace il paziente aumenta:

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Durante la consultazione medica, il ragionamento...

è organizzato persintomi e categorie diagnostiche

è organizzato perproblemi

CONTRASTO COGNITIVO

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APPROCCIO BIOMEDICO

MEDICOMEDICO MALATTIA MALATTIA

CaratteristicheAttenzione ai dettagli dei sintomi

Le domande sono dettate dalle conoscenze del medico sui sintomi e le terapie

ObiettiviDiagnosi

Decisioni terapeutiche

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IL MODELLO BIOMEDICO DELLE MALATTIE

• La terapia o la cura della malattia consistono esclusivamente in interventi sulle variabili biomediche

• Le cause di malattie sono da attribuire esclusivamente a modifiche misurabili di variabili biomediche

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Relazione tra “illness” (stato di sofferenza) e “disease” (malattia)

Sentirsi male Sentirsi bene

Assenza di patologia solamente illness sanoorganica

Presenza di patologia disease e illness solo diseaseorganica

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LA MALATTIA (DISEASE) E IL PAZIENTE AMMALATO (ILLNESS)

• Illness è uno stato soggettivo di malessere

• Non corrisponde sempre ad una patologia organica (disease)

• E’ più determinante della patologia organica per la decisione di sottoporsi ad una visita medica

• Ha delle componenti psicosociali complesse

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Perché è importante comprendere la relazione tra disease e illness? (1)

• Non tutti i pazienti con patologie organiche (disease) cercano aiuto medico

• Non tutti i pazienti che cercano aiuto

medico hanno una patologia organica (disease)

• Molti problemi e disturbi presentati dai

pazienti non sono di natura “biologica”

• In realtà non esistono malattie, ma

solamente pazienti ammalati

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Conoscenze relative alla salute e alla malattia

Credenze religiose Condizione sociale Esperienze precedenti di

malattia Consultazione di familiari e

conoscenti

Decisione di consultare il medico

La consultazione

Fattori connessi alla richiesta di cura da parte del paziente che non si sente bene

Opinioni

Preoccupazioni

Aspettative

• Eventi, problemi sociali

Esito• Soddisfazione del paziente• Adesione al trattamento• Cambiamenti dello stato di salute• Maggiore consapevolezza e cura della propria salute

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L’approccio del paziente al suo problema L’approccio del paziente al suo problema di salutedi salute

determinato e governato da • propria visione del problema • timori e preoccupazioni suscitate

• aspettative e azioni programmate per risolvere il problema

Una consultazione che non indaga questi Una consultazione che non indaga questi temi rischia di essere inefficacetemi rischia di essere inefficace

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Perché è importante comprendere la relazione tra disease e illness? (2)

Il modello biomedico delle malattie (disease centred) e l’approccio biomedico da soli sono insufficienti per garantire una assistenza e cura medica efficace e un uso economico delle risorse disponibili

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EFFETTI DI UN APPROCCIO BIOMEDICO• •Solo nel 50% delle consultazioni medico e paziente concordano nell' identificazione del problema principale (Starfield et al., 1981).

• Il 55% dei problemi di cui i pazienti vogliono parlare non emergono durante la consultazione (Stewart et al., 1995; Tate, 1999).

• Quando le opinioni del paziente riguardo alla propria malattia sono in disaccordo con quelle del medico e quando tale dissonanza non viene riconosciuta, l'adesione al trattamento, la soddisfazione del paziente e l'esito della patologia sono peggiori (Tuckett et al., 1985).

• I pazienti ritengono importanti informazioni differenti da quelle che il medico ritiene prioritarie: notizie su eziologia, diagnosi e prognosi, mentre i medici sovrastimano il desiderio dei loro pazienti di conoscere particolari sul trattamento e i farmaci (Kindelan & Kent, 1987).

• I pazienti hanno difficoltà a capire e a ricordare le informazioni che ricevono (dal 10% fino ad oltre il 40%) (Ley et al., 1976; Bertakis, 1977; Fletcher et al., 1979).  ·    

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IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE DELLE MALATTIE

Definizione• Le variabili psicologiche

e sociali hanno un ruolo chiave nello sviluppo, nel decorso e nell’esito delle malattie

Conclusione• Un’assistenza e una cura

ottimale del paziente richiedono che il medico riconosca ed indaghi contemporaneamente le dimensioni biomediche e psicosociali della malattia e sappia gestire e utilizzare queste variabili

Engel GL (1977) The need for a new medical model. A challenge for biomedicine. Science 196;129-136

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APPROCCIO BIOPSICOSOCIALEObiettivi

• Raccolta di tutte le informazioni rilevanti per comprendere la malattia, il paziente, il suo contesto psicosociale e le sue risorse

• Riconoscimento dei segnali verbali e non verbali che suggeriscono la presenza di disagio emotivo, facilitandone l’espressione. 

MEDICOMEDICO

MALATTIA MALATTIA

PAZIENTEPAZIENTE

 Caratteristiche• Attenzione a tutti i sintomi e problemi, comprese opinioni, preferenze e aspettative; ansie e preoccupazioni (emozioni!)

 Medico e paziente controllano il contenuto e la direzione del colloquio nelle specifiche aree di competenza (sintomi versus problemi)

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IL DISAGIO EMOTIVO

•La prevalenza di disturbi emotivi in pazienti della medicina di base e in pazienti ricoverati e del 25% - 30 %

•Disturbi emotivi non riconosciuti e non trattati interagiscono con il decorso e l’esito delle malattie somatiche attraverso una amplificazione e cronicizzazione dei sintomi somatici

•I medici riconoscono un disturbo emotivo in non più del 50% dei pazienti che ne soffrano effettivamente

•Disturbi emotivi non trattati, anche nelle loro forme subcliniche, portano a una maggiore utilizzazione delle strutture mediche e a richieste mediche non appropriate

•Emozioni negative come l’ansia o vissuti depressivi possono indicare la presenza di un disturbo emotivo

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L’importanza di poter esprimere liberamente le emozioni

L’importanza terapeuticaPoter esprimere un disagio emotivo (anche lieve) in presenza di un medico attento e interessato è terapeutico perché attraverso il supporto percepito e la libera espressione delle emozioni, l’intensità del disagio diminuisce, ristabilendo l’equilibrio psichico e favorendo un buon adattamento

L’importanza diagnosticaLa descrizione del vissuto emotivo da parte del paziente fornisce al medico le informazioni di base per l’eventuale diagnosi di un disturbo emotivo il quale, come ogni altro sintomo rilevato, deve essere ulteriormente indagato (con le tecniche centrate sul medico) per poter essere diagnosticato e trattato

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EVIDENZE SCIENTIFICHE DELL’EFFICACIA DELL'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE

 

La sensazione di aver detto al medico tutto quello che preoccupa

Maggiore probabilità di una completa remissione dei mal di testa (Headache Study Group, 1989).Soddisfazione e

adesione al programma terapeutico maggiore (Freeman et al., 1971)

Pazienti ipertesi che esprimono le preoccupazioni con le proprie parole (invece di rispondere si o no alle domande

del medico)Maggiore calo pressorio e maggiore soddisfazione

(Hall et al., 1988; Putnam et al., 1988) Pazienti che rispetto al medico parlano di più

Meno giorni di lavoro persi per malattie e meno limitazioni funzionali (Kaplan et al., 1989)

   

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EVIDENZE SCIENTIFICHE DELL’EFFICACIA DELL'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE

Pazienti che esprimono le loro emozioniPazienti diabetici, ipertesi, e pazienti con ulcera: Migliore

controllo glicemico, della pressione e meno ricadute (Kaplan et al., 1989).

Pazienti della medicina di base: meno giorni di assenza per malattia (Little et al., 2001a)

Pazienti che percepiscono buone competenze comunicative (in termini di partnership (interesse nel

punto di vista del paziente, chiarezza, coinvolgimento del p nelle decisione)

più soddisfatti, meno sintomi a distanza di un mese, migliori strategie di coping (Little et al., (2001b

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1. Introduzione Il medico:

saluta il paziente, si presenta e dichiara il proprio ruolo (studente, assistente, aiuto etc.)fa in modo che il paziente si senta a proprio agioraccoglie alcuni dati di base

2. Raccolta dei sintomi dell’attuale disturbo Il medico:

chiede il motivo della visita *invita il paziente a descrivere i sintomi dell'attuale malattiacontrolla la completezza della lista dei sintomi elencati dal paziente e stabilisce con lui le priorità

3. Significato personale dei sintomi attualiIl medico indaga: La teoria del paziente sul disturbo principale Le aspettative del paziente L’interferenza del disturbo con la qualità di vita del paziente Come il paziente ha affrontato il disturbo prima della consultazione Il “perché adesso” della consultazione

4. Storia della malattia attuale Il medico invita il paziente a raccontare la "storia" (narrativa) dell'attuale malattia e dei sintomi dal proprio punto di vista e stabilisce l'ordine cronologico della comparsa dei sintomi ed il contesto di vita in cui essi si sono verificati. In particolare il medico esamina per ogni sintomo dell'attuale malattia i seguenti sette aspetti:1. Localizzazione 2. Qualità 3.Gravità 4.Esordio 5. Contesto 6. Fattori che fanno peggiorare o migliorare i sintomi 7. Fattori associati5. Malattie del passato 6. Patologie presenti in famiglia 7. Profilo personale e sociale Il medico completa lo stile di vita, la situazione lavorativa e familiare, la eventuale presenza di stress e di una rete di supporto8. Revisione degli apparati 9. Esame obiettivo

10. Conclusione Il medico:

effettua una rassegna sistematica dei vari punti emersi chiede se il paziente desidera porre domande o aggiungere qualcosainforma e negozia con il paziente sul da farsi (accertamenti, terapie, ulteriori appuntamenti, consigli) e

lo coinvolge nelle decisione terapeutiche (condivisione) * Riguarda le visite ambulatoriali.

LA STRUTTURA DELL’INTERVISTA MEDICA

Durante tutta la visita!

• Ascoltare e facilitare le esposizioni spontanee del paziente sulla

vita attuale, gli eventi, la famiglia, il lavoro le malattie pregresse e

la storia personale e sociale.

• Cogliere i segnali verbali e non verbali di emozioni e facilitare la

loro espressione.

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Verificare la propria efficaciaVerificare la propria efficaciaPendelton et al., 2003: The New Consultation

Dopo la consultazioneDopo la consultazione• Ero curioso?• Ho ascoltato?• Ho indagato le preoccupazione, le attese, le

opinioni del paziente (l’agenda “nascosta”)?• Ho riconosciuto il punto di vista del paziente?• Ho coinvolto il paziente nel processo

informativo/decisionale?• Il paziente si è sentito compreso e sostenuto?

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•Racogliere informazioni

•Creare, mantenere o recuperare una relazione terapeutica e rispondere alle emozioni del paziente

•informare il paziente e concordare la gestionedei problemi

Le tre funzioni del colloquio clinico Le tre funzioni del colloquio clinico ( C( Cohen-Cole, 1991ohen-Cole, 1991)

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LA PRIMA FUNZIONE DELL’INTERVISTA LA PRIMA FUNZIONE DELL’INTERVISTA MEDICAMEDICA

Raccolta di informazioni precise e attendibili per comprendere tutti i problemi di salute e di vita del paziente (implica delle competenze necessarie anche per le funzioni due e tre)

CompitiCompiti• Acquisire le conoscenze di base su malattie e disturbi (anche psichiatrici)• Acquisire le conoscenze di base sui fattori psicosociali che

contribuiscono all'adattamento del paziente alla malattia • Facilitare il paziente a dare informazioni biomediche, psicologiche

e sociali• Considerare le informazioni biomediche insieme a quelle

psicologiche e sociali• Riconoscere e ridurre le barriere comunicative• Conoscere il punto di vista del paziente• Sviluppare e verificare ipotesi multipli durante l'intervista

ObiettiviObiettiviFare una diagnosi o avere delle ipotesi diagnostiche, proporre ulteriori procedure diagnostiche

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Tecniche comunicative “centrate sul Tecniche comunicative “centrate sul pazientepaziente””

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Domande chiuse con risposte si/noMedico: avverte mancanza di respiro? (implica una risposta si/no)Paziente: no.

INDAGINE “CHIUSA”INDAGINE “CHIUSA”

Domande chiuse che consentono risposte breviMedico: da quanto tempo sente questo dolore? (implica una risposta breve)

Domande multipleMedico: Ha più fastidi la mattina o la sera?

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Il medico controlla il contenuto e la direzione dell’intervista Il medico controlla il contenuto e la direzione dell’intervista perper

• Completare la definizione dei sintomi• Testare ipotesi cliniche

• La revisione degli apparati e le verifiche durante l’esame obiettivo

L’INDAGINE CHIUSAL’INDAGINE CHIUSA

Attenzione!Attenzione!

• Limita la partecipazione del paziente all’intervista• Inibisce il flusso informativo da parte del paziente

Rischi!Rischi!

•Raccolta incompleta di informazioni non attendibili• Verifiche premature di ipotesi cliniche e mancanza di

attenzione ad informazioni che non concordano con le ipotesi

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INTEGRARE TECNICHE DI TIPO APERTO E DIINTEGRARE TECNICHE DI TIPO APERTO E DI TIPO CHIUSOTIPO CHIUSO

Durante il processo centrato sul pazienteDurante il processo centrato sul paziente

Predomina l’indagine aperta (insieme alle altre aperta (insieme alle altre tecniche centrate sul paziente),tecniche centrate sul paziente), usata ripetutamente allo scopo di raccogliere le informazioni personali sui sintomi e sulle altre preoccupazioni.

Durante il processo centrato sul medicoDurante il processo centrato sul medico

predomina l’indagine chiusal’indagine chiusa. Le domande o domande o “richieste” aperte“richieste” aperte sono meno numerose, ma devono essere usati ogni volta che il paziente da nuovi informazioni che riguardano sintomi e problemi ("Mi dica di più")

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Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia ClinicaSezione di Psichiatria e Psicologia Clinica

Università degli Studi di VeronaUniversità degli Studi di Verona

L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA CLINICA

Prof.ssa Christa Zimmermann Dr.ssa Lidia Del Piccolo

Dr.ssa Claudia Goss Tel. 045 8124441

Aula B Istituti Biologici

Ore 10.15 -11.45.002, 9, 16, 23, 30 marzo; 6, 13, 20 aprile 2011

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I temi di oggi

• La relazione di collaborazione e le abilità cliniche richieste (2° funzione dell’intervista media)

• Le barriere comunicative

• L’integrazione di agende (medico, paziente) e l’alleanza terapeutica

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Concetti chiaveConcetti chiaveI criteri per una relazione terapeutica I criteri per una relazione terapeutica

efficaceefficace

Il paziente partecipa e collaborapartecipa e collabora al programma terapeutico

La comprensione dei problemi principali emersi è condivisacondivisa da medico e paziente

Il paziente si sente compreso e sostenutocompreso e sostenuto dal medico e libero nell’esprimere le sue preoccupazioni ed emozioni

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LA SECONDA FUNZIONE DELL’INTERVISTA LA SECONDA FUNZIONE DELL’INTERVISTA MEDICAMEDICA

creare, mantenere e concludere una relazione terapeutica (implica delle abilità necessarie anche per le funzioni 1 e 3) e rispondere alle rispondere alle emozioniemozioni del paziente ObiettiviObiettivi• Garantire

- la disponibilità del paziente di dare tutte le informazioni rilevanti

- il sollievo del disagio fisico e psicologico del paziente - la soddisfazione del paziente- la soddisfazione del medico

• Far sentire il paziente compreso e sostenuto

CompitiCompiti•Comunicare professionalità•Comunicare l'interesse, rispetto, sostegno e empatia•Riconoscere e risolvere le barriere comunicative•Conoscere il punto di vista del paziente

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L’importanza di poter esprimere liberamente le emozioni

L’importanza terapeuticaPoter esprimere un disagio emotivo (anche lieve) in presenza di un medico attento e interessato è terapeutico perché attraverso il supporto percepito e la libera espressione delle emozioni, l’intensità del disagio diminuisce, ristabilendo l’equilibrio psichico e favorendo un buon adattamento

L’importanza diagnosticaLa descrizione del vissuto emotivo da parte del paziente fornisce al medico le informazioni di base per l’eventuale diagnosi di un disturbo emotivo il quale, come ogni altro sintomo rilevato, deve essere ulteriormente indagato (con le tecniche centrate sul medico) per poter essere diagnosticato e trattato

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TECNICHE CENTRATE SULLE EMOZIONITECNICHE CENTRATE SULLE EMOZIONI

Tre funzioniTre funzioni

• Gestire le emozioni espresse in modo appropriato a beneficio del paziente

• Capire di più

• Aiutare il paziente a esprimere le sue preoccupazioni ed emozioni

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Commento di rispetto• Mette a fuoco le risorse le capacità del paziente e lo incoraggia ad affrontare situazioni difficili

Domanda aperta (direttiva)Domanda aperta (direttiva)Usata per indagare aree specifiche.- Consente la chiarificazione di dettagli e scoraggia un'elaborazione irrilevante da parte del paziente- Più efficace se non interrompe la fluidità dell’intervista

Commento empatico• Identifica le emozioni del paziente e l'evento• associato,formulandole come ipotesi• comunica al paziente che il medico ha colto, compreso ed

accettato la situazione emotiva del paziente. • Sentendosi accettato il paziente può affrontare le sue emozioni

apertamente e quindi in modo più efficace.

Legittimazione• Comunica che le emozioni del paziente sono giustificabili o

comprensibili dal punto di vista del paziente.

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LA SECONDA FUNZIONE DELL’INTERVISTA MEDICA

creare, mantenere e concludere una relazione terapeutica (implica delle abilità necessarie anche per le funzioni 1 e 3) e rispondere alle emozioni del paziente Obiettivi• Garantire

- la disponibilità del paziente di dare tutte le informazioni rilevanti

- il sollievo del disagio fisico e psicologico del paziente - la soddisfazione del paziente- la soddisfazione del medico

• Far sentire il paziente compreso e sostenuto

Compiti•Comunicare professionalità•Comunicare l'interesse, rispetto, sostegno e empatia•Riconoscere e risolvere le barriere comunicativeConoscere le preoccupazioni e il punto di vista del paziente

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Come prendere appunti durante l’intervista

Processo centrato sul medicoProcesso centrato sul medico• Più appunti• Avvertire il paziente• Mantenere l’attenzione centrata sul paziente, non

perdere il contatto visivo

Processo centrato sul pazienteProcesso centrato sul paziente• Pochi appunti, soprattutto le date cronologiche degli eventi e dei disturbi• Avvertire il paziente• Interrompere l’intervista quando si prendono appunti• Leggere quello che si sta scrivendo

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LE BARRIERE COMUNICATIVE TRA MEDICO E PAZIENTE  BARRIERE COME RIDURRE LE

BARRIERE

8. Caratteristiche del messaggio Formulare il messaggio (mancanza di chiarezza) chiarezza, logicità, precisione e concisione

 9. Intonazione ed articolazione delle parole Perfezionare la pronuncia, l'articolazione, il tono ed il ritmo

1. Barriere ambientali (rumori, interruzioni, mancanza di privacy, arredo, Migliorare l'ambiente distanza,comunicazione per interposta persona)

2. Barriere culturali Adottare un linguaggio comprensibile per il (linguaggio, istruz., religione, educazione, età, sesso) paziente; aumentare il feedback

3. Barriere sociali (gerarchia, status sociale, classe sociale) Non assumere comportamenti di superiorità

4. Stato emotivo del paziente (paura, timori, preoccupazioni, vergogna, colpa, Riconoscere e rispondere alle emozioni pudore depressione, ostilità, rabbia). espresse dal paziente Facilitare l'espressione delle emozioni5. Stato emotivo del medico (irritazione, impazienza, distrazione, ansia, repulsione, Riconoscere le proprie emozioni ostilità, colpa) saperle controllare 6. Comportamento del medico (frettoloso, distaccato, autoritario, critico, prevenuto, Evitare comportamenti che invadente ) aumentano o riducono la distanza tra paziente  e medico 7. Stile dell'intervista Formulare domande aperte, di verifica, di (intervista centrata sul medico) facilitazione, fare commenti empatici, riflessivi ecc.. Intervista centrata sul paziente

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LE BARRIERE COMUNICATIVE TRA MEDICO E PAZIENTE  BARRIERE COME RIDURRE LE

BARRIERE

8. Caratteristiche del messaggio Formulare il messaggio (mancanza di chiarezza) chiarezza, logicità, precisione e concisione

 9. Intonazione ed articolazione delle parole Perfezionare la pronuncia, l'articolazione, il tono ed il ritmo

1. Barriere ambientali (rumori, interruzioni, mancanza di privacy, arredo, Migliorare l'ambiente distanza,comunicazione per interposta persona)

2. Barriere culturali Adottare un linguaggio comprensibile per il (linguaggio, istruz., religione, educazione, età, sesso) paziente; aumentare il feedback

3. Barriere sociali (gerarchia, status sociale, classe sociale) Non assumere comportamenti di superiorità

4. Stato emotivo del paziente (paura, timori, preoccupazioni, vergogna, colpa, Riconoscere e rispondere alle emozioni pudore depressione, ostilità, rabbia). espresse dal paziente Facilitare l'espressione delle emozioni5. Stato emotivo del medico (irritazione, impazienza, distrazione, ansia, repulsione, Riconoscere le proprie emozioni ostilità, colpa) saperle controllare 6. Comportamento del medico (frettoloso, distaccato, autoritario, critico, prevenuto, Evitare comportamenti che invadente ) aumentano o riducono la distanza tra paziente  e medico 7. Stile dell'intervista Formulare domande aperte, di verifica, di (intervista centrata sul medico) facilitazione, fare commenti empatici, riflessivi ecc.. Intervista centrata sul paziente

Non è possibile ridurre le barriere?

Non è possibile ridurre le barriere?

Esplicitarne e commentarne la loro presenza con il

Esplicitarne e commentarne la loro presenza con il

paziente!paziente!

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aumentano o diminuiscono la distanza “ottimale” tra medico e paziente e compromettono l’efficacia dell’intervista

perché

diminuiscono la rilevanza, l’accuratezza e la quantità delle informazioni ottenute, modificando il loro contenuto e il loro significato

BARRIERE COMUNICATIVE

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 Obiettivi• La comprensione da parte del paziente della natura della sua malattia; delle procedure diagnostiche proposte, delle opzioni terapeutiche

• L’accordo tra medico e paziente rispetto ai tre obiettivi precedenti

• Il consenso informato

• Miglioramento delle strategie di coping

• Garantire i necessari cambiamenti dello stile di vita

LA TERZA FUNZIONE DELL’INTERVISTA MEDICA

Informare e educare il paziente e implementare il programma terapeutico (implica delle abilità

necessarie anche per le funzioni 2 e 3)

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CompitiCompiti

• Identificare eventuali contrasti tra medico e paziente e negoziare la loro risoluzione •Comunicare il significato diagnostico del problema

•Suggerire le procedure diagnostiche e le terapie appropriate

•Suggerire le misure preventive appropriate, inclusi i cambiamenti per migliorare lo stile di vita

•Coinvolgere il paziente nel progetto terapeutico

•Migliorare le strategie di coping mediante la comprensione delle conseguenze sociali e psicologiche della malattia e delle terapie

LA TERZA FUNZIONE DELL’INTERVISTA MEDICA

Informare e educare il paziente e implementare il programma terapeutico (implica delle abilità

necessarie anche per le funzioni 2 e 3)

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EPILOGO SULLE TECNICHE COMUNICATIVE CENTRATE SUL

PAZIENTE

• Identificazione e riduzione di barriere comunicative• Considerazione simultanea delle dimensioni mediche, psicologiche e

sociali• Raccolta precisa ed attendibile di dati sui sintomi e sulla persona• Tempi più contenuti• Identificazione corretta di pazienti con disagio emotivo• Diminuzione dell'intensità del disagio del paziente• Informazione e educazione sanitaria personalizzata• Soddisfazione del paziente con il medico• Soddisfazione del medico con il paziente• Adesione al programma terapeutico e prognosi migliore

Domande aperte, facilitazioni, verifiche, chiarimenti, Domande aperte, facilitazioni, verifiche, chiarimenti, transizioni, sintesi, commenti centrati sulle emozionitransizioni, sintesi, commenti centrati sulle emozioni

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Terminologia

Tecniche d’intervista centrate sulcentrate sulmedicomedico insieme a tecniche tecniche Centrate sul pazienteCentrate sul paziente

=Indagine apertaIndagine aperta + + indagine chiusaindagine chiusa

Modello biomedico Modello biopsicosociale

Approccio centrato sulla malattia (disease)malattia (disease)

=

Approccio centrato sul sul medicomedico

Tecniche d’intervista centrate sul medicocentrate sul medico =

Indagine chiusaIndagine chiusa

Approccio centrato sul pazientesul paziente e la sua malattiae la sua malattia (illness)

=

Integrazione dell’approccio dell’approccio centrato sul medicocentrato sul medico e dell’approcciodell’approccio centrato sul centrato sul pazientepaziente

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Il colloquio con il pazienteIl colloquio con il pazienteStrutturar

e il colloquio

•Riassumere

•Orientare

•Esplicitare

La relazione

•Non-verbale

•Ascolto attento

•Gestire le emozioni

•Sollecitare domande

•Coinvolgere il paziente

Fase di accoglimentoFase di accoglimento

Saluti e presentazione, motivo

dell’incontro

Il paziente conferma o corregge

(feedback)

L’operatore spiega e informa

Il paziente ascolta e comunica di aver

ricevuto e compreso il messaggio

(feedback)

Fase di spiegazione e informazioneFase di spiegazione e informazione

Fase di raccolta delle informazioniFase di raccolta delle informazioni

L’operatore raccoglie le informazioni utili,

ascolta e facilita attivamente il paziente,

sintetizza e verifica la comprensione

Il paziente conferma o corregge

(feedback)

Fase di esecuzione dell’esame o dell’interventoFase di esecuzione dell’esame o dell’interventoFase di chiusuraFase di chiusura

Saluti e congedo

Saluti ed eventuali domande

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INTEGRARE TECNICHE DI TIPO APERTO E DIINTEGRARE TECNICHE DI TIPO APERTO E DI TIPO CHIUSOTIPO CHIUSO

Durante il processo centrato sul pazienteDurante il processo centrato sul paziente

Predomina l’indagine aperta (insieme alle altre aperta (insieme alle altre tecniche centrate sul paziente),tecniche centrate sul paziente), usata ripetutamente allo scopo di raccogliere le informazioni personali sui sintomi e sulle altre preoccupazioni.

Durante il processo centrato sul medicoDurante il processo centrato sul medico

predomina l’indagine chiusal’indagine chiusa. Le domande o domande o “richieste” aperte“richieste” aperte sono meno numerose, ma devono essere usati ogni volta che il paziente da nuovi informazioni che riguardano sintomi e problemi ("Mi dica di più")

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IL CONCETTO DI AGENDAIL CONCETTO DI AGENDATate, 1994Tate, 1994

Ogni volta che ci si approccia al colloquio con un’altra persona si ha in mente una serie di obiettivi e di aspetti che si vogliono discutere.

Alcuni elementi che fanno parte della nostra persona subentrano a modulare il modo in cui cercheremo di perseguire i nostri obiettivi (es. stato emotivo, credenze personali, precedenti eventi di vita, ecc..).

Tutti questi diversi aspetti vadano a comporre una sorta di agenda mentale caratteristica per ogni individuo.

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L’AGENDA DEL PAZIENTE

Le quattro dimensioniLe quattro dimensioni

• L’impatto emotivo del disturbo sul paziente: timori, preoccupazioni (dipende dal significato personale del sintomo o della malattia)

• Percezione soggettiva del sintomo; idee ed interpretazioni

• Il contesto psicosociale: qualità di vita; problemi sociali; eventi stressanti

• Aspettative e bisogni

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Concetti chiaveConcetti chiaveL’AgendaL’Agenda

La conoscenza reciproca delle diverse agende

Collaborazione efficace: decisioni terapeutiche condivise, concordate o negoziate

Premesse essenziali per una adesione ottimale al

programma terapeutico

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Esplicitare la propria agenda professionale

• Indicare i motivi e gli obiettivi del colloquio e indicare il tempo a disposizione.

“ Oggi dovremo parlare di.. per…”“ Vorrei capire meglio come… per…”“ In questo incontro dovremmo discutere…per capire

come… “

“Prima di andar avanti mi può dire per favore quali sono gli argomenti che Lei invece avrebbe bisogno di discutere oggi”

Sollecitare l’agenda dell’altro

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L’ALLEANZA TERAPEUTICAL’ALLEANZA TERAPEUTICA

• Una relazione di reciproca collaborazione, per il raggiungimento di un fine comune (partnership)

• La qualità dell’alleanza aumenta- con la fiducia che il paziente ha nei confronti

del medico e della terapia - nella misura in cui si sente libero di esplicitare

e discutere con il medico preoccupazioni , aspettative, dubbi, disaccordi e contrarietàdubbi, disaccordi e contrarietà

Page 73: Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia Clinica Università degli Studi di Verona Università degli Studi.

Agenda del paziente

Agenda del medico

Credenze, Opinioni, Percezione soggettiva del disturbo o Presentazione del

Aspettative rispetto al disturbo dei sintomi e narrativa del disturbo disturbo

Significato del disturbo Interferenza dei disturbi con la qualità di (Cue)

Preoccupazioni, paure di vita (lavoro, famiglia, tempo -

Altri problemi (eventi di vita, problemi libero, tono del- Raccolta delle informazioni

sociali) e interferenza con umore) sui sintomi e sui disturbi

la qualità di vita ai fini della diagnosi e

Domande aperte non direttive e trattamento (Indagine aperta

direttive ; Facilitazioni +indagine chiusa)

Verifiche, Chiarificazioni, Sintesi,

Transizioni

Commenti centrati sulle emozioni,

Legittimazioni, Commenti di rispetto

approccio centrato sul paziente approccio centrato sul medico

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Concetti chiaveConcetti chiaveI criteri per una relazione terapeutica I criteri per una relazione terapeutica

efficaceefficace

Il paziente partecipa e collaborapartecipa e collabora al programma terapeutico

La comprensione dei problemi principali emersi è condivisacondivisa da medico e paziente

Il paziente si sente compreso e sostenutocompreso e sostenuto dal medico e libero nell’esprimere le sue preoccupazioni ed emozioni

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Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia ClinicaSezione di Psichiatria e Psicologia Clinica

Università degli Studi di VeronaUniversità degli Studi di Verona

L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA CLINICA

Prof.ssa Christa Zimmermann Dr.ssa Lidia Del Piccolo

Dr.ssa Claudia Goss Tel. 045 8124441

Aula B Istituti Biologici

Ore 10.15 -11.45.002, 9, 16, 23, 30 marzo; 6, 13, 20 aprile 2011

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I temi di oggi

• Le espressioni non verbali e verbali di emozioni

• Tecniche comunicative centrate sulle emozioni

• Il General Health Questionnaire

• Ansia e depressione

• Fattori psicosociali di rischio (Eventi stressanti, problemi sociali)

• Fattori di mediazione

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Espressioni non verbali di emozioni VOCE SGUARDO VISO CORPO

ANSIA tremante

volume alto

frequenze alte

parla molto

incrinata

ritmo veloce

affannata

esposizione verbale disorganizzata

mobile

spaventato

occhi aperti,

continuo cambiamento del focus visivo

contratto

macchie rosse

teso

sudore

irriquietezza motoria

manipolazione di oggetti

tendenza a gesticolare

ipereattività

seduto sulla punta della sedia

tensione muscolare

tremore

sudorazione delle mani

DEPRESSIONE

bassa

monosillabe

silenzio

sospiri

ritmo lento

occhi abbassati

evita contatto visivo

pallido

mimica inespressiva

rallentamento motorio

scarsa reazione agli stimoli esterni

si trascina

trascuratezza

tendenza all'immobilità

ripiegato su se stesso

mani fredde

steroetipie dei movimenti

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Riconoscere le emozioni del paziente

• Emozioni espresse verbalmente

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Espressioni verbali di emozioni triste indifferente depresso annoiato giù pessimistico deluso schiacciato infelice inutile senza valore insensibile disgustato debole apatico senza speranze intorpidito esausto desolato indifeso marcio logorato incompreso distante incapace a pezzi colpevole solo rassegnato isolato brutto strano stupido bloccato

arrabbiato scontento irritato teso irascibile fragile furioso scosso apprensivo sconvolto incerto confuso pieno di rancore tradito imbrogliato ansioso preoccupato eccitato agitato frustato imbarazzato intrappolato disorientato confuso impazzito scoraggiato terrorizzato turbato sopra sotto perplesso sbalordito paralizzato logorato debole

compiaciuto contento soddisfatto felice ottimistico sorpreso sollevato tranquillo sereno fiducioso pieno di speranze forte attivo pieno di energie determinato rilassato di buon umore entusiasta motivato

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PRIMO APPROCCIO ALLE EMOZIONI SEGNALATE O ESPRESSE DAL PAZIENTE

Riconoscere il segnale

Domande aperte, di chiarificazionee/o commenti riflessivi

Commenti facilitanti per avere più informazioni

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• Facilitazione• Davvero! Mi dica!• Domanda di chiarificazione

Cosa vuol dire con “toccato il fondo”?• Commento riflessivo

Turbato La vedo un pò teso

• Domanda di chiarificazione Cosa vuol dire con “toccato il fondo”?• Domanda aperta

Cos’altro prova quando si sente “per terra”?

TECNICHE CENTRATE SULLE EMOZIONI

Tecniche che aiutano il paziente ad esprimere le sue Tecniche che aiutano il paziente ad esprimere le sue emozioni e a chiarire il significato di ciò che afferma il emozioni e a chiarire il significato di ciò che afferma il pazientepaziente

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Paziente affronta il compito riabilitativo di malavoglia:

Faccio fatica a fare gli esercizi

Operatore: fa un po’ fatica … (Commento riflessivo)

Pz: tace

Operatore: come mai? (Domanda aperta direttiva)

Pz: difatto, sono ai limiti’…

Operatore: cosa vuol dire per Lei “sono ai imiti” ? (Domanda di chiarificazione) o ..ai limiti (Commento riflessivo)

…..

Tecniche che aiutano il paziente ad esprimere Tecniche che aiutano il paziente ad esprimere le sue emozioni le sue emozioni

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Le tecnicheLe tecniche che aiutano a gestire le emozioni che aiutano a gestire le emozioni espresseespresse

Paziente: mi scusi, ma mi sento molto agitata…Operatore: in effetti vedo che è piuttosto tesa COMMENTO RIFLESSIVO CENTRATO SULLE EMOZIONIPaziente: eh sì…Operatore: che cosa la rende cos’ agitata? DOMANDA APERTA CHE INDAGA LA SITUAZIONE ASSOCIATA ALL’EMOZIONEPaziente: L’esame che dovrò fare mi spaventa Operatore: La spaventa COMMENTO RIFLESSIVOPaziente: non sapere qual è l’esito, ci si sente un po’così…

Operatore: ….. un po’ così …. COMMENTO RIFLESSIVOPaziente: un po’ in ansia, l’idea di non sapere come finiràOperatore: non dev’essere facile affrontare una visita con esito incerto COMMENTO EMPATICOPaziente: infatti, ma ce la metto tutta, anche perché so che dura poco e che non è nullaOperatore : ha un buon modo di affrontare questa situazione di incertezza COMMENTO DI RISPETTO…..

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Le tecnicheLe tecniche che aiutano a gestire le emozioni che aiutano a gestire le emozioni espresseespresse

Paziente: quando mi prende quest’ansia così forte, faccio così fatica a respirare che mi sembra di morireOperatore : immagino che sia proprio una sensazione angosciosa COMMENTO EMPATICOPaziente: infatti, ma i medici hanno detto di stare tranquillo, è solo l’agitazioneOperatore: solo l’agitazione COMMENTO RIFLESSIVOPaziente: sì, dopo un po’ mi passa, devo solo aspettare un po’Operatore: ora come si sente? DOMANDA APERTAPaziente: beh un po’ agitato per la visita che dovrò fare Operatore: che cosa in particolare la fa agitare? DOMANDA APERTA CHE INDAGA LA SITUAZIONE ASSOCIATA ALL’EMOZIONEPaziente: ho paura che mi dicano che non c’è più niente da fare, che resterò invalido per tutta la vitaOperatore: Pensare di poter rimanere invalido dopo un incidente come il suo deve essere un brutto pensiero. LEGITTIMAZIONE…..

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INTENSITA' DELLE EMOZIONIINTENSITA' DELLE EMOZIONI

IntensitàIntensità Rabbia Rabbia Contentezza Contentezza Ansia, Paura Ansia, Paura Tristezza Tristezza

GioiaGioia Depressione Depressione

irritato compiaciuto incertotriste Debole infastidito contento a disagiogiù di corda

innervosito allegro apprensivomelanconico

risentito felice preoccupato afflitto Media arrabbiato eccitato ansioso rabbuiato

soddisfatto turbato abbattuto

infuriato entusiasta angosciatodevastato

fuori di me esaltato terrorizzato schiacciato Alta rabbioso estatico spaventato disperato

tormentato sconvolto

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ANSIA E DEPRESSIONE “NORMALI” E “ANORMALI”

Risposta adattiva transitoria a un evento o una situazione stressante

ANSIA NON PATOLOGICA DEPRESSIONE NON PATOLOGICA

Risposta adattiva a un evento di perdita

ANSIA E DEPRESSIONE PATOLOGICHE

• Intensità e durata maggiore• Indipendenza da stimoli esterni• Interferenza disorganizzante con il funzionamento

normale• Comportamenti di evitamento

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Il General Health Questionnaire (GHQ-12)

• Lista di 12 sintomi indicativi di un disagio emotivo in termini di ansia e

depressione.

• Più sintomi sono indicate più alta diventa la probabilità che chi risponde soffra di un disturbo emotivo clinicamente significativo.

• Il GHQ indica ai ricercatori la probabilità di una persona di avere un disturbo emotivo.

• Nel singolo caso la certezza dell'effettiva presenza di un disturbo nel caso singolo deve essere accertata con una intervista clinica specifica.

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Capacità predittiva del GHQ-12 nei pazienti della medicina generale a Verona

Pazienti con un punteggio > di 2 hanno una probabilità deldi avere un disturbo emotivo (sensitività) del

83%

Pazienti con un punteggio uguale o < 2 hanno una probabilità di nonavere un disturbo emotivo (specificità) del

66%

Piccinelli M., Bisoffi G., Bon M.G., Cunico L.. & Tansella M. (1993) Validity and test-retest reliability of the Italian version of the 12-item Genreal Health Questionnaire in general practice. Comprehensive Psychiatry 34, 198-205

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DISTURBI EMOTIVI CLINICAMENTE SIGNIFICATIVI E SUBCLINICI NEI PAZIENTI DI

MEDICINA

MEDICINA DI BASE VERONA• Ansia e/o depressione 25%-30%• Ansia e/o depressione subclinica 25%

Martucci M., Balestrieri M., Bisoffi G., Bonizzato P., Covre M.G., Cunico L., De Francesco M., Marinoni M.G.,Mosciaro C., Piccinelli P., Vaccari L. & Tansella M. (1999). Evaluating psychiatric morbidity in a general hospital. A two-phase epidemiological survey. Psychological Medicine 29, 823-832. Del Piccolo L., Saltini A. & Zimmermann Ch. (1998) Which patients talk about stressful life events and social problemsto the general practitioner? Psychological Medicine 28, 1289-1299.

OSPEDALE POLICLINICO VERONA• Ansia e/o depressione 26%• Ansia e/o depressione subclinica 11.6%

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ANSIA E DEPRESSIONE NON RICONOSCIUTE E TRATTATE

• Interagisce con il decorso e l’esito delle malattie attraverso una amplificazione e cronicizzazione dei sintomi somatici o

• porta (in assenza di patologie organiche) a sintomi somatici (disturbi gastro-intestinali e/o respiratori, formicoli, tremori, dolori muscolari)

• fa aumentare le richieste inappropriate di interventi medici, di accertamenti, terapie e ospedalizzazioni

• predice un cattivo adattamento alla malattia e una diminuita qualità di vita

L’ansia non riconosciuta

La depressione non riconosciuta

• Amplifica o cronicizza la sintomatologia di patologie esistenti

• può sfociare (in loro assenza) in disturbi somatici (soprattutto dolori)

• è associata con esiti sfavorevoli delle malattie

• predice un cattivo adattamento alla malattia e una diminuita qualità di vita

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Le emozioniLe emozioni

Definizione:Definizione: (dal latino “muovere”) reazione affettiva complessa molto intensa indotta da uno stimolo che provoca dei cambiamenti fisici e psicologici

Caratteristiche:Caratteristiche:

• Relazione con un evento

• Componente fisiologica/somatica

• Componente psicologica

• Componente comportamentale

• Hanno un oggetto e spesso un destinatario

• Relazione con scopi e credenze

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Gravi discussioni con uno stretto familiare Rottura di una relazione stabileGravi discussioni con il partnerFidanzamento di un figlioPensioneTermine degli studiTrasferimento ad altra nazioneInizio di una relazione extra-coniugaleNascita di un figlio per il padreGravidanza non desiderataModifiche orario lavorativoFidanzamentoGrave insuccesso scolasticoDisaccordi sul lavoroLicenziamentoFallimentoSeparazione coniugaleCambiamento scuola, universitàRetrocessionePrigioneUn figlio va a vivere per conto suoMatrimonio di un figlioMatrimonio (convivenza) non approvato di un figlioModificazione sostanziale nelle condizioni di lavoro

PromozioneProblemi legali di un familiare strettoMiglioramento delle condizioni economicheMorte del coniugeMenopausaGrave malattia di un stretto familiareDivorzioTraslocoProcesso con azione legaleMultaRottura di fidanzamentoCambiamento di lavoroNascita di un figlio per la madreAbortoGravidanza desiderataMorte di un familiare strettoSmarrimento di documenti (patente, passaporto)Nuova persona che entra in casaSostenuto un importante esameGrave malattia fisicaMorte di un figlioPerdita o furto di oggetti di valore personale

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FATTORI PSICOSOCIALI E DI RISCHIO

Eventi di vita recenti

Cambiamenti nella vita personale e sociale dell’individuo che devono essere esterni e verificabili piuttosto che interni o psicologici

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FATTORI PSICOSOCIALI E LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE

Eventi futuri con esito incerto 

Eventi accaduti o futuri che introducono cambiamenti______________________________________________ 

Eventi di perdita accaduti o futuri (perdita reale o simbolica)

 

ANSIAANSIA

DEPRESSIONEDEPRESSIONE

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• L’abitazione• Lavoro• Problemi legali• Situazione

economica• Relazioni sociali• Relazioni familiari

Wagner BM (1990) Major and daily stress and psychopathology. Stress Med 68, 290-298

• Matrimonio e relazioni sentimentali

• Vita domestica (convivenze, divisione dei compiti, problemi con i figli

• Salute (malattie croniche, handicap)

• Vivere solo

Problemi socialiProblemi socialiCircostanze, condizioni di vita avverse che perdurano nel Circostanze, condizioni di vita avverse che perdurano nel

tempotempo

FATTORI PSICOSOCIALI DI RISCHIO

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Fig. 1 The probability of emotional distress in men as predicted by social problems and undesirable life events derived from logistic regression analysis. (Zimmermann et al., 1991)

0

10

20

30

40

50

60

70

0 1 >2

Social problems

GH

Q-3

0 >

6

WITHOUTEVENT

ONE EVENT

AT LEAST TWOEVENTS

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FATTORI PSICOSOCIALI E LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE

Eventi e problemi sociali

Maggiore probabilità di contrarre nuove malattie, di avere esiti sfavorevoli di malattie esistenti e di incorrere in incidenti.

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Eventi di vita e problemi sociali significativi perEventi di vita e problemi sociali significativi per l’individuo richiedono un adattamento efficacel’individuo richiedono un adattamento efficace

• Alcune conseguenze: aumento di pressione, tensione muscolare e dolori, abbassamenti dei livelli di calcio nel sangue, disturbi dell’alimentazione, amenorrhea, diminuita libido, anoressia, disturbi del sonno, disturbi della memoria e della concentrazione, ansia , invecchiamento precoce

• Un mancato adattamento causa una esposizione prolungata agli ormoni di stress (catocolamine) inducendo uno stato continuativo di attivazione (arousal)

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• Asma• Diabete• Malattia di Graves• Malattia di Cushing• Ulcera peptica• Amenorrea legata a

disfunzioni dell'asse ipotalamo-ipofisi

• Cistite• Malattie gastrointestinali

funzionali

• Infarto del miocardio• Malattie cardiovascolari

funzionali• Malattie autoimmuni• Cancro• Malattie infettive• Psoriasi,alopecie, orticaria• Mal di testa• Malattie cerebrovascolari• Morte improvvisa

Winsa B. et al (1991)Stressful life events and Graves’ disease. Lancet,338, 1475-1479Chrousos GP & Gold PW (1992) The concept of stress and stress system disorders. JAMA, 267, 1244-1252Reichlin S (1993) Neuroendocrine-immune interactions.N Engl J Med 329, 1246-1253

MALATTIE MEDICHE CHE IN STUDI CONTROLLATI DIMOSTRANO UN’ASSOCIAZIONE CON EVENTI E

CONDIZIONI DI VITA STRESSANTI

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FREQUENZA DI PROBLEMI PSICOSOCIALI IN UN CAMPIONE DI PAZIENTI DELLA MEDICINA DI BASE

CAMPIONE N=458

Pazienti senza problemi psicosociali o eventi N= 139 (30.3%)

Pazienti con problemi psicosociali o eventi N= 319 (69.7%)

Pazienti con disagio emotivo N=32 (23%)

Pazienti con disagio emotivo N=171 (53.6%)

Pazienti che parlano dei problemi psicosociali o eventi N=130 (76%)

Del Piccolo et al.(1998) Which patients talk about stressful life events and social problems to the general practitioner? Psychological Medicine 28, 1289-1299

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FREQUENZA DI PROBLEMI PSICOSOCIALI IN UN CAMPIONE DI PAZIENTI DELLA MEDICINA DI BASE

CAMPIONE N=458

Pazienti senza problemi psicosociali o eventi N= 139 (30.3%)

Pazienti con problemi psicosociali o eventi N= 319 (69.7%)

Pazienti con disagio emotivo N=32 (23%)

Pazienti con disagio emotivo N=171 (53.6%)

Pazienti che parlano dei problemi psicosociali o eventi N=130 (76%)

Del Piccolo et al.(1998) Which patients talk about stressful life events and social problems to the general practitioner? Psychological Medicine 28, 1289-1299

La presenza di eventi e problemi sociali é

associata con una maggiore probabilità di

consultare il medico

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ATTENZIONE AGLI EVENTI STRESSANTI E AI PROBLEMI PSICOSOCIALI

RICORDARE RICORDARE   •Eventi della vita e problemi sociali sono fattori di rischio per la salute

•Nei pazienti con problemi medici eventi della vita e problemi sociali peggiorano la prognosi

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ATTENZIONE AGLI EVENTI STRESSANTI E AI PROBLEMI PSICOSOCIALI

PERCIO’PERCIO’ • Attenzione agli eventi della vita e ai problemi sociali (un frequente cue) • Saperne di più • Indagare il loro impatto emotivo sul paziente• Identificare gli eventi e problemi sociali che si sono verificati nei mesi precedenti alla visita

"Cos'altro le é successo in questo periodo?", "Quali altri cambiamenti si sono verificati ultimamente?"; "Come mai ha deciso solo adesso di consultare un medico?"

Quindi suo figlio é partito militare?"; "Mi sta dicendo che é senza lavoro?"; " Cos'é cambiato per Lei dopo quest'incidente?", "Cosa ha provato o sta provando in questa situazione?"; "Che significa la promozione per Lei?"

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I “CUE” DEL PAZIENTE SEGNALANO L’AGENDA “NASCOSTA” DEL PAZIENTE (EMOZIONI)

Introduzione spontanea di disturbi, sintomi, aspettative, idee, sensazioni, che non sono state

ancora esplorate

Espressioni verbali che apparentemente non hanno relazione con quanto riferito fino a quel momento.

Precisazioni, tentativi di spiegazione introdotti spontaneamente dal paziente

Espressioni di disagio introdotte nel contesto di informazioni riguardanti sintomi o disturbi organici

Ritorno a temi già menzionati; ridondanze

Segnali non verbali

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AGENDA PAZIENTE

L’agenda nascosta

Cue

?

Insistendo sulla propria agenda: L’anamnesi Diagnosi Terapie Informare, Convincere

,

Approccio centrato sull’interlocutore

APPROCCIO CENTRATO SULL’OPERATORE Agenda OPERATORE

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PATIENT AGENDA

L’Agenda emotiva

Cue Timori, preoccupazioni Bisogni: -essere ascoltato -essere compreso

Contesto psicosociale

Comunicazione empatica

Ascolto attivo

,

Patient-centered approach

Doctor Agenda

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Empathic communicationEmpathic communication “A provider’s cognitive capacity to understand a patient’s needs, effective sensitivity to a patient’s feelings and a behavioural ability to convey empathy”

(Feighny et al., 1995, p. 435)

Abilità cognitive, affettive e comportamentali

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Comunicazione empaticaComunicazione empatica• Riconoscere e utilizzare i “cue” con i

quali il paziente segnala emozioni

• Facilitare l’espressione di emozioni

• Rispondere alle emozioni e alle preoccupazioni

• Far sentire l’interlocutore compreso e sostenuto

Ascolto attivo

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Ascolto AttivoAscolto Attivo

Tecniche di provata efficacia

Commenti riflessivi, Sintesi, Domande aperte centrate sulle emozioni, Commenti

empatici, Legittimazioni

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I FATTORI DI MEDIAZIONE

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LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE E I FATTORI DI MEDIAZIONE

La vulnerabilità psicofisica rispetto ad eventi e circostanze stressanti varia da persona a persona

Molte persone con problemi sociali notevoli e con molti eventi anche gravi non si ammalano, non hanno incidenti e non si scompensano da un punto di vista emotivo

Da quali fattori può dipendere questa vulnerabilità?

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Fattori che mediano gli effetti dei fattori di rischio (eventi, problemi sociali) sulla salute fisica e psichica e sul funzionamento sociale

Le risorse sociali • l'aiuto ed il supporto

materiale e psicologico da parte della famiglia del partner e degli amici

• disponibilità economiche • l'accesso a informazioni

e servizi

Le risorse personali • abilità, capacità ed intelligenza,• convinzioni• esperienze• caratteristiche di personalità

l'autostima tenacia indipendenza fiducia in sé stabilità emotiva ottimismo

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Il supporto sociale

Due ipotesi sull’effetto del supporto sociale• Ipotesi dell’effetto principale:

• Ipotesi del “ stress buffering model”

LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE E I FATTORI DI MEDIAZIONE

Un legame con persone che forniscono in occasioni di crisi un aiuto pratico materiale, un sostegno emotivo, informazioni, consigli, strategie per affrontare i problemi

Caratteristiche

Supporto di stima•Supporto informativo•Supporto strumentale•Relazioni sociali

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Il supporto sociale

Due ipotesi sull’effetto del supporto sociale• Ipotesi dell’effetto principale:

• Ipotesi del “ stress buffering model”

LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE E I FATTORI DI MEDIAZIONE

Un legame con persone che forniscono in occasioni di crisi un aiuto pratico materiale, un sostegno emotivo, informazioni, consigli, strategie per affrontare i problemi

Caratteristiche

Supporto di stima•Supporto informativo•Supporto strumentale•Relazioni sociali

Ipotesi dell’effetto principale Supporto sociale ha un effetto positivo sulla salute fisica e psicologica indipendentemente da eventi o situazioni stressanti

Ipotesi del “ stress buffering “ model” ha più evidenze scientificheI benefici del supporto sociale si manifestano durante i periodi di stress intenso e sono irrelevanti in periodo di poco stress

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LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE E I FATTORI DI MEDIAZIONE

• La mia salute risente più che altro di quello che io faccio.

• Riesco ad occuparmi del mio stato di salute in modo soddisfacente.

• Quando non sto bene consulto un medico di mia fiducia.

• Regolari check-up sono importanti per stare in buona salute.

• Se mi ammalo dipende dal mio comportamento.

• Sono responsabile del mio stato di salute.

• Se devo ammalarmi, mi ammalo indipendentemente da quello che faccio.

• Quando sono ammalato, la rapidità della guarigione dipende in gran parte dalla fortuna.

• Se mi dovessi ammalare sarà destino.

• La mia buona salute è questione di fortuna.

• Se mi ammalo i medici sapranno fare il loro mestiere.

• Quando guarisco da una malattia è perché altre persone si sono prese cura di me.

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LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE E I FATTORI DI MEDIAZIONE

Locus of Control• indica il modo in cui gli eventi vengono percepiti come

dipendenti o indipendenti dalla propria volontà a secondo che il “luogo di controllo” sia rispettivamente interno o esterno.

Health Locus of Control• indica la convinzione che la salute è determinata o non

è determinata dal proprio comportamento a secondo che il “luogo di controllo” sia rispettivamente interno o

esterno.

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LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE E I FATTORI DI MEDIAZIONE

• alla salute (prevenzione)• ai sintomi (illness behaviour)

• al periodo di cura e trattamento successivo alla diagnosi (sick role behaviour)

Health locus of controlHealth locus of control: : riguarda i comportamenti rispettoriguarda i comportamenti rispetto

Pazienti con un luogo di controllo interno• adottano comportamenti che favoriscono il benessere fisico• si attivano quando si sentono male• si informano sulla loro malattia, • entrano nel merito delle decisioni mediche e intendono collaborare attivamente alla cura

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HEALTH LOCUS OF CONTROLHEALTH LOCUS OF CONTROL

Il luogo del controllo può cambiare secondo il contesto, le circostanze e secondo le fasi della malattia

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Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia ClinicaSezione di Psichiatria e Psicologia Clinica

Università degli Studi di VeronaUniversità degli Studi di Verona

L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA CLINICA

Prof.ssa Christa Zimmermann Dr.ssa Lidia Del Piccolo

Dr.ssa Claudia Goss Tel. 045 8124441

Aula B Istituti Biologici

Ore 10.15 -11.45.002, 9, 16, 23, 30 marzo; 6, 13, 20 aprile 2011

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I temi di oggi

• Il process model of stress and coping

• Il paziente difficile

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IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE DELLE IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE DELLE MALATTIEMALATTIE

• Valutazione contemporanea della

dimensione biomedica, psicologica e sociale

della malattia o dei sintomi del paziente

• Gestione e utilizzazione di queste variabili a

beneficio del paziente.

Engel GL (1977) The need for a new medical model. A challenge for biomedicine. Science 196;129-136

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Approccio centrato sul medico

L’attenzione selettiva per dati biomedici

L’ ignorare dati psicosociali

Focus clinico prematuro

Verifiche premature di ipotesi cliniche specifiche

Il non considerare le informazioni biomediche del paziente non compatibile con l’ipotesi clinica

Mancato riconoscimento di segnali verbali e non verbali del paziente

di un disagio emotivo

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Maggiore efficacia dell’intervista quando l’operatore sa

• come ottenere informazioni

• quale informazione è rilevante e dovrà essere approfondita

• come procedere quando l’informazione rilevante è stata ottenuta

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L’importanza di un modello di riferimentoL’importanza di un modello di riferimentoRequisiti

• basato su conoscenze ed evidenze scientifiche.

• guida il medico nelle sue osservazioni, lo aiuta nel comprendere il loro significato, gli indica quali informazioni fornite dal paziente sono da approfondire e quali no, e gli suggerisce la direzione degli interventi successivi.

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Process Model of Stress and Process Model of Stress and CopingCoping

Lazarus and Folkman 1984

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Malattia (Malattia (illnessillness))

• un evento di vita stressante che determina una

crisi che deve essere affrontata e possibilmente

risolta

• richiede dal paziente un processo di

adattamento

Process Model of Stress and Process Model of Stress and CopingCoping

Lazarus and Folkman 1984

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“We are not ourselves

when nature, being

oppressed, commands thethe

mind to suffermind to suffer with the

body”

King Lear, Act II

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Minacce rappresentate dalla malattiaMinacce rappresentate dalla malattia (1) (1)

• Minacce all’immagine di sé e ai progetti per il futuro

- necessità di modificare il concetto di sé o il proprio

sistema di valori

- incertezza circa il decorso della malattia e circa il proprio

futuro

- pericolo per gli obiettivi e i valori della vita

- perdita di autonomia e del controllo

• Minacce alla vita, timore di morire

• Minacce all’integrità fisica e al benessere- lesioni o invalidità, deturpazioni permanenti- dolore, disagio- menomazioni

• Minacce alla vita, timore di morire

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Minacce rappresentate dalla malattiaMinacce rappresentate dalla malattia (2) (2)

• Minacce implicite nel bisogno di adattarsi a un nuovo ambiente

fisico o sociale

- adattamento all’ambiente ospedaliero

- difficoltà nel relazionarsi e comprendere il personale sanitario

- necessità di prendere delle decisioni in condizioni non familiari o stressanti

• Minacce alla realizzazione dei normali ruoli e impegni sociali-separazione dalla famiglia, dagli amici e da altri sostegno

sociali

- perdita di ruoli sociali

- necessità di dipendere da altri

• Minacce al proprio equilibrio emotivo

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ADATTAMENTO ALLA MALATTIAADATTAMENTO ALLA MALATTIACompiti di adattamento

3. Mantenere l’autostima e l’identità personale, fiducia e speranza Mantenere un ruolo (familiare, lavorativo, sociale) Mantenere rapporti interpersonali gratificanti

1. Affrontare la malattia (il dolore, l'inabilità, un futuro incerto) Affrontare il trattamento e le terapie Sviluppare rapporti soddisfacenti con l'équipe curante

2. Accettare i cambiamenti nella vita personale che la malattia ha provocato

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ADATTAMENTO ALLA MALATTIAADATTAMENTO ALLA MALATTIA

Funzionamento socialeFunzionamento sociale

Salute fisicaSalute fisica

Salute mentaleSalute mentale

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La gravosità dei compiti di adattamento è

determinata dai

• fattori di rischio ( gravità, caratteristiche della malattia e della cura, le loro complicazioni psicosociali, l’eventuale co-presenza di altri eventi e problemi sociali.

• fattori che mediano gli effetti dei fattori di rischio sull'adattamento finale, aumentandone o riducendone l'impatto.

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Fattori di rischio

Malattia Diagnosi, grado di handicap, sintomi, tipo di terapia, interessamento SNC

Variabili psicosociali Problemi psicosociali dovuti alla

malattia, altri problemi sociali, eventi di vita

Fattori di mediazione

Valutazione iniziale da parte del paziente Cosa significa la malattia per me? Che conseguenze avrà per me?

Che cosa provo?

Evento irrilevante

Danno(tristezza rabbia,vergogna ostilità)

Minaccia (paura, ansia)

Sfida (combattivitt

tà)

Punizione (colpa,

rassegnazione)

Risorse sanitarie

Medico ed equipe curante

"efficaci"

Risorse personali Autostima,

competenza, luogo del

controllo interno, interessi, etc.

Risorse sociali

Strategie (coping) cognitive o comportamentali

Servono a ridurre, minimizzare, superare, tollerare i problemi posti dalla malattia

Adattamento Salute fisica,

salute mentale,

funzionamento

sociale

Rivalutazione Mi sento meglio?

E' cambiata la situazione

stressante?

Significato personale della malattia ed

Valutazione successiva da parte del paziente

Cosa posso fare? Quanto mi costa? Cosa mi aspetta?

Il process model of stress and coping All.9

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Fattori di rischioMalattia

Diagnosi, grado di handicap, sintomi,

tipo di terapia, interessamento SNC

Variabili psicosocialiProblemi psicosociali dovuti alla

malattia, altri problemi sociali, eventi divita

Fattori di mediazione

Valutazione iniziale da parte del pazienteCosa significa la malattia per me?Che conseguenze avrà per me?

Che cosa provo?

Evento

irrilevanteDanno(tristezza

rabbia,vergogna

ostilità)

Minaccia

(paura,

ansia)

Sfida

(combattivitt

tà)

Punizione

(colpa,

rassegnazione)

RisorsesanitarieMedico ed

equipecurante

"efficaci"

Risorse

personali

Autostima,

competenza,

luogo del

controllo interno,

interessi, etc.

Risorse

sociali

Strategie (coping) cognitive ocomportamentali

Servono a ridurre, minimizzare, superare, tollerarei problemi posti dalla malattia

AdattamentoSalute fisica,

salute mentale,

funzionamento

sociale

Rivalutazione

Mi sento meglio?

E' cambiata la

situazione

stressante?

Significato personale della malattia ed

Valutazione successivada parte del paziente

Cosa posso fare?Quanto mi costa?Cosa mi aspetta?

Il process model of stress and coping All.9

I fattori di rischio e di mediazione interagiscono

nel determinare l'adattamento finale.

Hanno allo stesso tempo un'influenza

indipendente e diretta.

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Stress psicologico: un particolare rapporto tra la

persona e l’evento, il quale è valutato dalla persona

come gravoso, o superiore alle proprie risorse e

minaccioso per il proprio benessere

PROCESS MODEL OF STRESS AND PROCESS MODEL OF STRESS AND COPINGCOPING

Valutazione: il processo mediante il quale si dà un significato personale ad un determinato evento valutando la minaccia per il proprio benessere e i mezzi disponibili per affrontare e temperare questo senso di pericolo. La valutazione si accompagna sempre ad uno stato emotivo. E’ influenzata da fattori situazionali e personali.

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Fattori di rischioMalattia

Diagnosi, grado di handicap, sintomi,

tipo di terapia, interessamento SNC

Variabili psicosocialiProblemi psicosociali dovuti alla

malattia, altri problemi sociali, eventi divita

Fattori di mediazione

Valutazione iniziale da parte del pazienteCosa significa la malattia per me?Che conseguenze avrà per me?

Che cosa provo?

Evento

irrilevanteDanno(tristezza

rabbia,vergogna

ostilità)

Minaccia

(paura,

ansia)

Sfida

(combattivitt

tà)

Punizione

(colpa,

rassegnazione)

RisorsesanitarieMedico ed

equipecurante

"efficaci"

Risorse

personali

Autostima,

competenza,

luogo del

controllo interno,

interessi, etc.

Risorse

sociali

Strategie (coping) cognitive ocomportamentali

Servono a ridurre, minimizzare, superare, tollerarei problemi posti dalla malattia

AdattamentoSalute fisica,

salute mentale,

funzionamento

sociale

Rivalutazione

Mi sento meglio?

E' cambiata la

situazione

stressante?

Significato personale della malattia ed

Valutazione successivada parte del paziente

Cosa posso fare?Quanto mi costa?Cosa mi aspetta?

Il process model of stress and coping All.9

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PROCESS MODEL OF STRESS AND COPINGPROCESS MODEL OF STRESS AND COPING

• Tentativi che variano di continuo, sia intrapsichici che volti all’azione, per controllare gli eventi valutati come gravosi o superiore alle proprie risorse

• La massima mobilizzazione possibile delle forze per ridurre, minimizzare, superare o tollerare quelle richieste, imposte dalla malattia, che vengono valutate penose o comunque eccessive rispetto alle risorse personali e sociali disponibili.

• Un processo o una interazione complessa e continua tra l’individuo ed il suo ambiente

COPINGCOPING

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Fattori di rischioMalattia

Diagnosi, grado di handicap, sintomi,

tipo di terapia, interessamento SNC

Variabili psicosocialiProblemi psicosociali dovuti alla

malattia, altri problemi sociali, eventi divita

Fattori di mediazione

Valutazione iniziale da parte del pazienteCosa significa la malattia per me?Che conseguenze avrà per me?

Che cosa provo?

Evento

irrilevanteDanno(tristezza

rabbia,vergogna

ostilità)

Minaccia

(paura,

ansia)

Sfida

(combattivitt

tà)

Punizione

(colpa,

rassegnazione)

RisorsesanitarieMedico ed

equipecurante

"efficaci"

Risorse

personali

Autostima,

competenza,

luogo del

controllo interno,

interessi, etc.

Risorse

sociali

Strategie (coping) cognitive ocomportamentali

Servono a ridurre, minimizzare, superare, tollerarei problemi posti dalla malattia

AdattamentoSalute fisica,

salute mentale,

funzionamento

sociale

Rivalutazione

Mi sento meglio?

E' cambiata la

situazione

stressante?

Significato personale della malattia ed

Valutazione successivada parte del paziente

Cosa posso fare?Quanto mi costa?Cosa mi aspetta?

Il process model of stress and coping All.9

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STRATEGIE PER AFFRONTARE EVENTI STRATEGIE PER AFFRONTARE EVENTI

SPIACEVOLISPIACEVOLI

Tentare di

• cambiare la situazione

• cambiare il significato dell’evento o la situazione

• controllare lo stress controllando se stessi

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“Qualunque cosa ti abbia ferito, la tua

sofferenza non è causata dalla cosa

stessa, ma dalla tua valutazione di essa;

perciò è nel tuo potere di revocare la tua

sofferenza in ogni momento”

Marc Aurelio (AD121-180)

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PROCESS MODEL OF STRESS AND PROCESS MODEL OF STRESS AND COPINGCOPING

Il modello é dinamicoIl significato della malattia e le modalità di coping cambiano secondo• i risultati ottenuti• i cambiamenti rispetto a salute, eventi, disponibilità

risorse

Le strategie adoperate mediano gli effetti della malattia e dei suoi aspetti stressanti sulla salute

Questo meccanismo spiega la notevole variabilità inter-individuale nell'esito che nelle pratica clinica si possa

osservare in pazienti con patologie organiche identiche

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Fattori di rischioMalattia

Diagnosi, grado di handicap, sintomi,

tipo di terapia, interessamento SNC

Variabili psicosocialiProblemi psicosociali dovuti alla

malattia, altri problemi sociali, eventi divita

Fattori di mediazione

Valutazione iniziale da parte del pazienteCosa significa la malattia per me?Che conseguenze avrà per me?

Che cosa provo?

Evento

irrilevanteDanno(tristezza

rabbia,vergogna

ostilità)

Minaccia

(paura,

ansia)

Sfida

(combattivitt

tà)

Punizione

(colpa,

rassegnazione)

RisorsesanitarieMedico ed

equipecurante

"efficaci"

Risorse

personali

Autostima,

competenza,

luogo del

controllo interno,

interessi, etc.

Risorse

sociali

Strategie (coping) cognitive ocomportamentali

Servono a ridurre, minimizzare, superare, tollerarei problemi posti dalla malattia

AdattamentoSalute fisica,

salute mentale,

funzionamento

sociale

Rivalutazione

Mi sento meglio?

E' cambiata la

situazione

stressante?

Significato personale della malattia ed

Valutazione successivada parte del paziente

Cosa posso fare?Quanto mi costa?Cosa mi aspetta?

Il process model of stress and coping All.9

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Il medico: risorsa centrale per il paziente per ottenere il miglior esito possibile della malattia Incide direttamente o indirettamente a livello

- biomedico,- sociale (conseguenze psicosociali della malattia, risorse sociali), - emotivo e cognitivo (valutazione da parte del paziente, significato personale della malattia ed emozioni associate), - delle strategie (coping) e dell’adattamentoPer sfruttare queste possibilità deve essere in possesso

delle informazioni che riguardano i vari livelli del modello (approccio centrato sul paziente)

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Fattori di rischioMalattia

Diagnosi, grado di handicap, sintomi,

tipo di terapia, interessamento SNC

Variabili psicosocialiProblemi psicosociali dovuti alla

malattia, altri problemi sociali, eventi divita

Fattori di mediazione

Valutazione iniziale da parte del pazienteCosa significa la malattia per me?Che conseguenze avrà per me?

Che cosa provo?

Evento

irrilevanteDanno(tristezza

rabbia,vergogna

ostilità)

Minaccia

(paura,

ansia)

Sfida

(combattivitt

tà)

Punizione

(colpa,

rassegnazione)

RisorsesanitarieMedico ed

equipecurante

"efficaci"

Risorse

personali

Autostima,

competenza,

luogo del

controllo interno,

interessi, etc.

Risorse

sociali

Strategie (coping) cognitive ocomportamentali

Servono a ridurre, minimizzare, superare, tollerarei problemi posti dalla malattia

AdattamentoSalute fisica,

salute mentale,

funzionamento

sociale

Rivalutazione

Mi sento meglio?

E' cambiata la

situazione

stressante?

Significato personale della malattia ed

Valutazione successivada parte del paziente

Cosa posso fare?Quanto mi costa?Cosa mi aspetta?

Il process model of stress and coping All.9

biomedico,

sociale

Cognitivo-emotivo

strategie

adattamento

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Fattori di rischioMalattia

Diagnosi, grado di handicap, sintomi,

tipo di terapia, interessamento SNC

Variabili psicosocialiProblemi psicosociali dovuti alla

malattia, altri problemi sociali, eventi divita

Fattori di mediazione

Valutazione iniziale da parte del pazienteCosa significa la malattia per me?Che conseguenze avrà per me?

Che cosa provo?

Evento

irrilevanteDanno(tristezza

rabbia,vergogna

ostilità)

Minaccia

(paura,

ansia)

Sfida

(combattivitt

tà)

Punizione

(colpa,

rassegnazione)

RisorsesanitarieMedico ed

equipecurante

"efficaci"

Risorse

personali

Autostima,

competenza,

luogo del

controllo interno,

interessi, etc.

Risorse

sociali

Strategie (coping) cognitive ocomportamentali

Servono a ridurre, minimizzare, superare, tollerarei problemi posti dalla malattia

AdattamentoSalute fisica,

salute mentale,

funzionamento

sociale

Rivalutazione

Mi sento meglio?

E' cambiata la

situazione

stressante?

Significato personale della malattia ed

Valutazione successivada parte del paziente

Cosa posso fare?Quanto mi costa?Cosa mi aspetta?

Il process model of stress and coping All.9

biomedico,

sociale

Cognitivo-emotivo

strategie

Narrativa del pazienteDomande chiave:Cosa l’ha portato qui; quando e dove è successo? Quali sono state le conseguenze che la malattia ha avuto sulla sua vita?Quali altri problemi ha dovuto affrontare?

Domande chiave:-Teoria del paziente: cosa ha pensato, perché crede Le è capitato?, -Significato del disturbo e emozioni associati:Cos’è è cambiato nella sua vita? Qual’è la cosa più difficile? Cosa la preoccupa di più?

Come la fa sentire? Domande chiave:Strategie di coping-Come affronterà questi problemiCosa potrebbe fare?Cosa o chi potrebbe aiutarla?Cosa si aspetta?

adattamento

Domande chiave:Come sta fisicamente? Com’è la morale? Come va con la sua vita sociale?

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Una cornice di riferimento che facilita l’intervista Una cornice di riferimento che facilita l’intervista centrata sul paziente, l’identificazione dei centrata sul paziente, l’identificazione dei problemi e il “case management” (1)problemi e il “case management” (1)

• Basato su evidenze scientifiche

• Chiarisce i meccanismi attraverso i quali gli eventi di vita, i problemi sociali, le caratteristiche della malattia, le risorse personali e sociali, le emozioni contribuiscono alla salute del paziente

• aiuta a dirigere l’attenzione del medico ai cue del paziente e da essi alle informazioni psicosociali che emergono

• Definisce in modo operativo l’approccio biopsicosociale all’intervista medica

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Una cornice di riferimento che facilita l’intervista Una cornice di riferimento che facilita l’intervista centrata sul paziente, l’identificazione dei centrata sul paziente, l’identificazione dei problemi e il “case management” (1)problemi e il “case management” (1)

• Definisce quali sono le informazioni psicosociali rilevanti da ottenere dal paziente

• Aiuta il medico a esplorare il contesto psicosociale dei sintomi, legando le domande psicosociali ai sintomi presentati

• Ricorda il medico di identificare le emozioni quando il paziente menziona eventi o problemi stressanti e di identificare le situazioni o eventi associati quando il paziente esprime emozioni.

• Facilita il riconoscimento del disagio emotivo del paziente

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• Aumenta la soddisfazione del paziente e del medico e la collaborazione del paziente

Una cornice di riferimento che facilita l’intervista Una cornice di riferimento che facilita l’intervista centrata sul paziente, l’identificazione dei centrata sul paziente, l’identificazione dei problemi e il “case management” (2)problemi e il “case management” (2)

• Il concetto di coping dirige l'attenzione del medico e del paziente a potenziali risorse e promuove nel paziente il senso di controllo.

• Il concetto di processo aiuta a pensare in termini longitudinali e a valutare il paziente in relazione a cambiamenti passati, presenti e futuri

• Aiuta il medico a riconoscere pazienti a rischio di un esito compromesso e di prendere misure preventive rintracciando eventi e situazioni critiche e esplorando le risorse disponibili.

• Favorisce un approccio alla cura basato sulla soluzione dei problemi

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Normali risposte alla crisi dovuto al cancroNormali risposte alla crisi dovuto al cancro (adattato da Massie & Holland, 1989)

Tipo di risposta Sintomi Intervallo di tempo

1 fase Risposta iniziale Incredulità, negazione Meno di una(“diagnosi sbagliata”), settimana“hanno scambiato i campioni”) oppureDisperazione (“lo sapevo”, non serveiniziare un trattamento”)

3 fase Adattamento Disponibilità a nuove informazioni Dopo circa 2Confronto con i problemi, settimanericerca di motivi per essereottimisti, ripresa, nuovaattività (progetti di trattamento, altri obiettivi)

2 fase Disforia Ansia, depressione, anoressia, insonnia, scarsa concentrazione, Da 1 a 2 interruzione delle attivita settimane giornaliere

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Modalità del paziente oncologico di Modalità del paziente oncologico di far fronte alla malattiafar fronte alla malattia

EfficaciEfficaci• Si confronta con la realtà,

cerca informazione• Impara a prendersi cura di sé• Continua a cercare di

realizzarsi; la vita ha un obiettivo; minima disorganizzazione

• Mantiene una buona autostima, autocontrollo ed integrità personale, partecipa alle decisioni

• Considera possibili alternative per risolvere il problema

• Cerca e usa risorse

InefficaciInefficaci• Evita la realtà; uso continuo

della negazione• Rifiuta di prendersi cura di sé• Regredisce; è insoddisfatto,

ansioso, a disagio; il comportamento è rigido o imprevedibile

• Rinuncia al controllo; lascia decidere gli altri; autostima ridotta

• Resiste al cambiamento

• Scarso o nessun uso di risorse; si isola dagli altri

Adattato da: McIntire & Cioppa (1984) Cancer Nursing: A Developmental Approach. Wiley, New York

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Alcune strategie di copingCosa ha fatto o sta facendo rispetto al questo problema (difficoltà,

cambiamento )?• Cercare più informazione (approccio razionale, intellettuale)• Parlare con gli altri (condividere la preoccupazione, avere interazioni sociali)• Tentare di “buttarla sul ridere” (inversione di emozioni)• Non pensarci, dimenticare (soppressione, negazione)• Distrarsi facendo altre cose, es. aiutare gli altri (spostamento, dissipazione)• Prendere dei provvedimenti positivi sulla base della comprensione attuale della

malattia (confrontazione)• Accettare la malattia, ma cambiare il suo significato in qualcosa di più facile da

affrontare da un punto di vista psicologico (ridefinizione)• Subire, cedere, arrendersi all’inevitabile (passività, fatalismo)• Fare qualcosa o fare tutto in modo noncurante, impulsivo, avventato, incurante del

pericolo (acting out)• Esaminare le alternative possibili• Mangiare, bere, prendere droghe (riduzione di tensione)• Ritirarsi, andare via, cercare l'isolamento (disimpegno)• Accusare o colpevolizzare qualcuno o qualcosa (proiezione, esternalizzazione)• Fare quello che è stato consigliato dalle persone autorevoli (cooperazione e

collaborazione)• Accusarsi e colpevolizzarsi per gli errori commessi (espiare le colpe).

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Risoluzione

Com’è andata fino ad ora?

• Non affatto bene

• Sollievo incerto

• Sollievo limitato, ma sta un po' meglio

• Molto meglio, problema risolto.

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ESEMPIO 2ESEMPIO 2

Medico: Che ne pensa dell’idea di fare più attività fisica?Paziente: si, mi piacerebbe…Medico: Ha pensato che tipo di attività le potrebbe andare bene?Paziente: Beh, non è molto facile per me. Non sopporto gli sport e le competizioni. Non ho mai fatto questo tipo di cose…Medico: E camminare? Paziente: Dove vivo io non è un posto sicuro. Finisco il turno di lavoro quando è buio e non me la sento proprio di andare in giro tardi la sera.Medico: E un corso di ginnastica?Paziente: Non posso permettermi questo genere di cose.Medico: …

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ESEMPIO 3

Paziente: le sembra giusto che si debba aspettare così tanto per essere visitato. Avevo l’appuntamento alle 9.30.

Medico: Ma lei….

Paziente (interrompe): ho visto che altri

pazienti sono entrati prima di me anche

se sono arrivati dopo. Non si fa così! Ma

che medico è? (gridando)

Medico

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Schemi ricorrentiSchemi ricorrenti• Non ascolta

• Protesta e obietta

• Provoca

• Verbalmente ostile

• Diffidente

• Rassegnato

• Sospettoso

• Non collabora

• Non prende le medicine prescritte

• Insoddisfatto con il trattamento

• Non mostra rispetto

• Non segue le regole

• Non accetta suggerimenti e consigli

• Ha attese irrealistiche

Operatore sanitario

Impotente, frustrato, irritato, imbarazzato,

arrabbiato, umiliato

“angry helplessness”

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Riassumendo: quali sono i comportamenti Riassumendo: quali sono i comportamenti del paziente “difficile” del paziente “difficile”

• Atteggiamenti di resistenza

• Emozioni intense: rabbia, paura, depressione e lutto.

• Mancanza di fiducia, sospettosità o eccesso di confidenza, seduzione.

• Non adesione al trattamento o insoddisfazione per gli interventi proposti

• Lamentele continue sul proprio malessere fisico che sembrino esagerate o eccessive

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• Dare consigli se non richiesti

• Tentare di attribuire all’altro la colpa di un evento/situazione

• Rassicurazioni premature e irrealistiche

• Ottimismo banalizzante

• Atteggiamenti falsamente empatici

• Forzare o fare pressioni per indurre cambiamenti

• Dare l’impressione di voler biasimare

• Voler a tutti i costi vincere dimostrando l’errore dell’altro

• Comportarsi come una persona infallibile

• Usare linguaggio eccessivamente drammatico

10 cose che rendono l’operatore “difficile”10 cose che rendono l’operatore “difficile” ee provocano provocano resistenza, irritazione e ostilità nel pazienteresistenza, irritazione e ostilità nel paziente

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Il paziente “difficile” Il problema

5% dei pazienti della Medicina Generale sono ritenuti “difficili” (range 1-20%)

Caratteristiche• disturbo psichico (67% versus 25%) • disturbi somatoformi; attacchi di panico; distimia; ansia generalizzata; depressione maggiore; abuso di alcool o altre forme di dipendenza• Disabilità funzionale• Alta frequenza di visite (2.4 versus 1.5)• Bassa soddisfazione verso il servizio offerto

(Hahn et al., 1996; J Gen Intern Med 11,1-8)

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Il medico del paziente “difficile”

Mathers et al (1995) British Journal of General Practice 45, 293-296Groves (1978) N Eng J Med 198,257-265

•Variabili che spiegano la proporzione diversa di pazienti “difficili” tra medico e medico•Carico di lavoro•Soddisfazione con il lavoro•Formazione nel counselling e nelle tecniche comunicative•Qualificazioni post laurea

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Che cos’è “difficile”?Gli operatori sanitari tendono ad attribuire ai pazienti la responsabilità di una difficile interazione. I pazienti tendono ad accusare gli operatori sanitari.

Ci possono essere operatori sanitari o pazienti “difficili”, ma più spesso sono le interazioni ad essere difficili.

L’approccio

Considerare la relazione come deragliata e tentare di riportarla sui binari giusti.

(W. Platt &G. Gordon, Field Guide to the Difficult Patient Interview, 1999)

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Relazioni “difficili” 1Procedure

1. Riconoscere la difficoltà subito

Segnali:

• Ripetere i concetti, con la voce sempre più alta, all’infinito M: Non credo che ci siano problemi di sinusite P: Ma a me sembra di si M: No, non è la sinusite. Niente affatto

• Quando ci si interrompe a vicenda

• Quando si attuano dei comportamenti stereotipati (una sorta di copione che si ripete)

• Quando si percepisce disagio o si desidera essere altrove

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Relazioni “difficili” 2

Procedure1.Riconoscere la difficoltà subito

2. Essere consapevole delle proprie emozioni e del loro significato. - Talvolta la rabbia, la noia, il fastidio emergono così rapidamente che è difficile controllarli. E’ importante conoscere il proprio modo di reagire per anticipare comportamenti inappropriati

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Relazioni “difficili” 3Procedure1. Riconoscere la difficoltà subito

2. Essere consapevole delle proprie emozioni e del loro significato.

3. Attenzione! Non dare una diagnosi al paziente (ad es. disturbo di personalità, mancanza di supporto), ma diagnosticare il problema relazionale

4. L’ostacolo è dovuto a una forte emozione del paziente:- esplicitare l'emozione con commenti empatici

5. L’ostacolo non è dovuto ad una forte emozione del paziente: - condividere il problema con il paziente e chiedergli di dare il suo aiuto nel superare l’ostacolo

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Relazioni “difficili” 4

• Strategie di sopravvivenza• Condividere le difficoltà con i colleghi• Combattere il “ non c’è soluzione”• Accettare l’impotenza. Quando il paziente non ha la

voglia o la capacità di cambiare, l’accettare la proprio impotenza è una strategia cruciale

• Non vedersi come vittima

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RIASSUMENDORIASSUMENDO……

• Non perdere la propria professionalità

• Ricordare quali sono gli obiettivi da

raggiungere nel colloquio con il paziente

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PRINCIPIPRINCIPI• L’ operatore sanitario è nella posizione migliore per

poter riparare relazioni non funzionali (ruolo professionale).

• Interazioni disturbate richiedono attenzione. Ricordarsi che tutti gli elementi dell’interazione (operatore sanitario, paziente, malattia, ambiente) possono contribuire a rendere difficile la relazione• Interazioni disfunzionali avvengono quando non si crede in un buon esito, quando le aspettative contrastano o quando manca la necessaria flessibilità

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Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia ClinicaSezione di Psichiatria e Psicologia Clinica

Università degli Studi di VeronaUniversità degli Studi di Verona

L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA CLINICA

Prof.ssa Christa Zimmermann Dr.ssa Lidia Del Piccolo

Dr.ssa Claudia Goss Tel. 045 8124441

Aula B Istituti Biologici

Ore 10.15 -11.45.002, 9, 16, 23, 30 marzo; 6, 13, 20 aprile 2011

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I temi di oggi

– Il paziente arrabbiato– Disaccordo su diagnosi e terapia– Non collaborazione

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Emozioni intense: rabbiaEmozioni intense: rabbia

La malattia spesso induce intense emozioni: paura, vergogna, rabbia.L’aggressività è spesso una risposta all’ansia, alla paura e in generale a necessità che la persona percepisce come insoddisfatte.Nelle relazioni quotidiane alla rabbia si risponde con la rabbia. Un operatore sanitario non se lo può permettere: deve saperla gestire…

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Emozioni intense: rabbiaEmozioni intense: rabbiaLipp (1986) descrive tre atteggiamenti che di solito gli operatori sanitari attuano quando interagiscono con un paziente adirato:

- DISCONOSCONO LA RABBIA: proseguono la loro consueta attività nella speranza che il paziente si plachi da solo;

- CERCANO DI PLACARE le ire del paziente o lo rassicurano prematuramente;

- RISPONDONO CON ALTRETTANTA RABBIA

TUTTI questi atteggiamenti generalmente inducono TUTTI questi atteggiamenti generalmente inducono un AUMENTO della rabbiaun AUMENTO della rabbia

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1. Sentirsi umiliati ( il sanitario che si comporta come una

persona infallibile, che mette in dubbio le capacità

cognitive o personali che assume atteggiamenti

agonistici). L’aggressività è la risposta per ristabilire la

propria importanza personale.

2. Sentirsi forzati (consigli non richiesti, sentirsi pressati a

cambiamenti non sentiti come necessari). L’aggressività

è la risposta per ristabilire la propria libertà personale.

3. Non sentirsi capiti (rassicurazioni premature e

irrealistiche, ottimismo banalizzante, atteggiamenti

falsamente empatici). L’aggressività è la risposta di

fronte al vissuto emotivo dell’abbandono, dell’esclusine,

della percezione di essere trascurati.

COSA PROVOCA OSTILITA’’

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9. RAFFREDDAMENTO DELLA COLLERA9. RAFFREDDAMENTO DELLA COLLERA

8. MONTA LA COLLERA8. MONTA LA COLLERA

6. RAFFREDDAMENTO DELLA COLLERA6. RAFFREDDAMENTO DELLA COLLERA

5. MONTA LA COLLERA5. MONTA LA COLLERA

1. LIVELLO RAZIONALE1. LIVELLO RAZIONALE

2. MONTA LA COLLERA2. MONTA LA COLLERA

CURVA DELLA COLLERA 2

4. ATTACCO, CRITICA, COMMENTO4. ATTACCO, CRITICA, COMMENTO DELL’INTERLOCUTOREDELL’INTERLOCUTORE

7. ATTACCO, CRITICA, COMMENTO7. ATTACCO, CRITICA, COMMENTO DELL’INTERLOCUTOREDELL’INTERLOCUTORE

3. RAFFREDDAMENTO DELLA COLLERA3. RAFFREDDAMENTO DELLA COLLERA

Rischio di un errore imperdonabile a fase 4 e 7 Rischio di un errore imperdonabile a fase 4 e 7 (fase di raffreddamento(fase di raffreddamento)

Tentare di difendere se o l’istituzione , fare appelli Tentare di difendere se o l’istituzione , fare appelli di ragionevolezza alla persona ostile, o di ragionevolezza alla persona ostile, o argomentare su regoli, diritti o procedureargomentare su regoli, diritti o procedureArgomentare con una persona ostile in fase di Argomentare con una persona ostile in fase di raffreddamento produce un altro decollo di ostilitàraffreddamento produce un altro decollo di ostilità

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COME PREVENIRE E GESTIRE L’OSTILITA’ COME PREVENIRE E GESTIRE L’OSTILITA’ DEL NOSTRO INTERLOCUTOREDEL NOSTRO INTERLOCUTORE

RICONOSCERE ED ESPLICITARE

L’EMOZIONE DI RABBIA

TRASMETTERGLI ASCOLTO

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FARE E NON FAREFARE E NON FARE SiSi•Comprendere che l’ostilità è Comprendere che l’ostilità è diretta verso quello che voi diretta verso quello che voi presentate, non verso di voi come presentate, non verso di voi come personapersona•Riconoscere la collera della Riconoscere la collera della persona e esplicitare che l’avete persona e esplicitare che l’avete compresa.compresa.•Ascoltare con attenzione cosa Ascoltare con attenzione cosa dice la persona ostile. Aspettare dice la persona ostile. Aspettare che la rabbia sia stata espressa che la rabbia sia stata espressa prima di rispondereprima di rispondere•Non prendere parte pro o contro Non prendere parte pro o contro prima di aver capito il problemprima di aver capito il problem

•Aiutare la persona “salvare “ la Aiutare la persona “salvare “ la facciafaccia•Spostarsi in un luogo privato con Spostarsi in un luogo privato con meno interferenze esternemeno interferenze esterne•Sedersi con la persona.Sedersi con la persona.•Mantenere il tono della voce Mantenere il tono della voce calmocalmo•Esprimere le vostre emozioni con Esprimere le vostre emozioni con una persona fidata dopo l’episodiouna persona fidata dopo l’episodio

NoNo•Sentirsi aggredito personalmenteSentirsi aggredito personalmente

..•Ignorare o negare la collera della persona, Ignorare o negare la collera della persona, dire di calmarsi. dire di calmarsi.

•Rifiutarsi di ascoltareRifiutarsi di ascoltare

•Difendere l’istituzione, se stessi o la Difendere l’istituzione, se stessi o la persona ostile prima di aver capito il persona ostile prima di aver capito il problemaproblema•Imbarazzare la persona sottolineando il Imbarazzare la persona sottolineando il suo comportamento inadeguatosuo comportamento inadeguato•Non sgridare o litigare in un luogo Non sgridare o litigare in un luogo pubblicopubblico•Stare in piedi uno e seduto l’altroStare in piedi uno e seduto l’altro•Alzare la voce a livello della voce della Alzare la voce a livello della voce della persona arrabbiatapersona arrabbiata•Non confidarsiNon confidarsi

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Mancanza di fiduciaMancanza di fiducia

1. La fiducia è il risultato di una buona comunicazione.

2. Se emerge sfiducia, va esplicitata e affrontata con il paziente a partire dalla sua esperienza, non pensare che sia un fatto privato o troppo imbarazzante.

3. Focalizzarsi sul paziente e non sulla propria rabbia per non essere stati apprezzati, a volte la mancanza di fiducia non è legata a noi. Considerarla un’opportunità per capire meglio.

4. Chiedere alla persona cosa può contribuire ad aumentare la sua fiducia.

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Disaccordo su diagnosi e terapia (1)

• Principi• Importante scoprire, esplicitare e discutere le convinzioni e le

teorie del paziente sulla sua malattia (cause, diagnosi e prognosi) perché ciò determina l’accettazione del paziente del vostro aiuto e la sua collaborazione

• Rispettare le teorie e le convinzioni del paziente. La proposta terapeutica del medico non sarà l’unico rimedio al quale il paziente ricorre

• La comunicazione empatica è lo strumento per scoprire le ipotesi del paziente (ascoltare, fare domande solo quando il paziente non ne parla spontaneamente)

• I disaccordi possono essere risolti nel tempo• Annotare in cartella gli obiettivi, le intenzioni e gli sforzi fatti nell’

assicurare le cure mediche. Se il paziente dovesse rifiutare la vostra proposta, la documentazione potrà tornare utile in caso di eventuali ricorsi legali.

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Disaccordo su diagnosi e terapia (2)

Procedure• Se la vostra opinione e quella del paziente contrastano

esplicitare il conflitto• M: Abbiamo delle idee abbastanza diverse, vero?• P: Cosa vuol dire?• M: Se ho capito bene, lei ha pensato ad una sinusite, ad un’ infezione• P: Si!• M: Io invece sono più preoccupato per il suo dolore al torace. Si potrebbe

trattare di una polmonite o addirittura di un embolo polmonare• P: Ah, si?• M: Allora, vista la differenze delle nostre opinioni, come andiamo avanti?• P: Non potremmo prima tentare con gli antibiotici? Se è la sinusite potrebbe

migliorare?• M: Può darsi, ma se si tratta di un embolo polmonare e se ne aggiunge un

altro, questo sarebbe veramente un guaio serio , perciò sono molto preoccupato

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Disaccordo su diagnosi e terapia (3)

Procedure

1. Esplicitare il fatto che esiste un disaccordo e discuterlo insieme è l’inizio di una negoziazione

2. Quando il paziente insiste su un trattamento non appropriato, parlarne

3. Comunicazione empatica

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• M: Lei dice che avrebbe bisogno di una TAC cerebrale. Non comprendo ancora come mai è arrivato a questa idea. Mi può aiutare?

• P: Mi serve, e basta, non voglio neanche discutere• M: Quindi lei crede di averne bisogno. Io non lo credo e lei non

vuol farmi sapere perché la vuole. Questo mi rende difficile proporre una soluzione fattibile. E’ sicuro che non mi possa aiutare a capire?

• P: Va bene; è mia moglie che dice che o vengo a casa con i risultati della Tac o devo smettere di lamentarmi dei mal di testa. Una cosa o l’altra

• M: E’ in trappola. O la Tac o problemi a casa• P: Proprio cosi• M: Proporrei una terza via: Se provassimo le medicine che le

voglio prescrivere per circa una settimana, dieci giorni. Può scaricare su di me tutta la responsabilità di questa decisione, quando parlerà con sua moglie. Poi, se la terapia non dovesse funzionare, possiamo sempre fare una Tac, anche se sono abbastanza sicuro che sarà normale

• P: Potrei fare così, dottore

Disaccordo su diagnosi e terapia (4)

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Disaccordo su diagnosi e terapia (5)Procedure1. Esplicitare il fatto che esiste un disaccordo e discuterlo insieme è

l’inizio di una negoziazione2. Quando il paziente insiste su un trattamento non appropriato,

parlarne3. Comunicazione empatica4. Stare dalla parte del paziente (uso di metafore)

M: Bene vedo che abbiamo opinioni diverse. Vorrei spostarmi accanto a lei (spostando la sedia), cosi posso vedere meglio come le cose si presentano dal suo punto di vistaP: Non ho mai vista una cosa del genereM: Me lo posso immaginare. Bene, adesso che sono qua, mi spieghi di nuovo come vede le cose, cos’è che non va e cosa dovremmo fare. Non è detto che sarò d’accordo, ma voglio essere sicuro di comprendere il suo punto di vista

5. Se la negoziazione fallisce, essere d’accordo che ci sia un disaccordo.

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Disaccordo su diagnosi e terapia (6)

Trappole• Offendersi e diventare intransigente

– M: Vede, sono io il suo medico. Dobbiamo trattare il suo disturbo con... per una settimana o due

– P: Quella roba con me non ha mai funzionato. Mi dovrebbe fare una impegnativa per il gastroenterologo

– M: Ah si ? Chi decide qua?

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Disaccordo su diagnosi e terapia (6)

Trappole• Ripetere i concetti, con la voce sempre più alta, all’infinito

– M: Non credo che ci siano problemi di sinusite– P: Ma a me sembra di si– M: No, non è la sinusite. Niente affatto

• Non comprendere le idee o i valori del paziente.– P: Sa dottore, qualsiasi cosa succeda voglio che mia moglie sia contenta di

quello che faremo– M: Va bene, va bene, tentiamo prima gli antibiotici

• Perdere delle buone opportunità per essere empatico– P: Mia moglie dice o la Tac o la guerra– M: Bene, proviamo prima gli antibiotici

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Comprendere il significato della malattia (1)

Principi• L’intervista medica non è conclusa finché

non è emerso il significato della malattia per il paziente

• Chiedere il paziente di spiegare cosa significano per lui la malattia e la terapia

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Comprendere il significato della malattia (2)

Procedure• Ogni paziente ha un punto di vista unica rispetto alla sua

malattia: sulle cause, sugli effetti della malattia sulla sua vita, su quello che ha bisogno per stare meglio.

Abbiamo bisogno di saperecome la malattia e le cure consigliate interferiscono con– il ruolo del paziente (lavoratore, marito/moglie, genitore, amico/a,

parente etc)– Le relazioni interpersonali del paziente– le preoccupazioni– il significato simbolico della malattia o delle cure

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Comprendere il significato della malattia (3)

Esempio• M.. Abbiamo bisogno che lei si ricoveri e prenda delle

medicine, per ridurre l’eccesso di acqua. In due o tre giorni starà meglio.

• P: Non ci penso nemmeno• M: Come?• P: Non vado in ospedale. Se devo morire voglio morire a

casa.• M: Chi dice che deve morire?

P: Non importa. Non vado.

Commento•Quando il paziente risponde in un modo che disorienta o non ha senso, è probabile che ci manchi il significato che la malattia ha per lui.

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Comprendere il significato della malattia (4)

• M: Non capisco ancora come lei vede le cose• P: Qualunque cosa lei capisca io non mi ricovero• M: Si quella parte capisco. Lei non vuole ricoverarsi.

Non importa come lo vedo io, lei non va in Ospedale. E’ così?

• P: E’ così!• M: Bene. Quello che vorrei capire meglio e come lei

vede la sua malattia e la faccenda dell’Ospedale. Me lo può dire?

• P: Cosa vorrebbe sapere?• M: Lei non vuole andare in Ospedale. Mi può dire

perché?• P: Non posso andarci. Mia moglie è sola a casa. E’

molto depressa, non posso lasciarla sola. Commento: Non argomentare,comprendere

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Comprendere il significato della malattia (5)

• Trappole• Attribuire la responsabilità al paziente , quando

le cose non vanno nella direzione che vogliamo • Argomentare, credendo che il proprio compito è

di dover convincere il paziente. • Non considerare la possibilità di altri tipi di

interventi terapeutici, credendo che la nostra proposta sia l’unica fattibile.

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ADESIONEMisura di adesioneRisposta dei pazienti alla domanda “think back to the last time a doctor prescribed you a medicine you had not had before. Which statement comes closest to what you did with the prescription?” Sette opzioni:a. I didn’t collect the medicine from the pharmacy.b. I collected the medicine but didn’t use any of it.c. I used some or all of the medicine but not exactly as

prescribed.d. I used the medicine exactly as prescribed.e. Can’t remember last occasion.f. Never had prescription from doctor.g. Other answer

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Non adesione

Il problema- L’adesione alla terapia prescritta varia dal 30% al 70%

- Il costo della non adesione, negli Stati Uniti è stimato in 100 bilioni di dollari

Principi- L’ obiettivo:l’adesione del paziente al trattamento. I

pazienti aderiscono spesso alle loro convinzioni e ai loro valori rispetto alla loro qualità di vita (Conflitto)

- Non ci sono dei marker (sociali, razziali, educativi, di personalità) che predicono la non adesione

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Non adesione

Disturbo % di non adesioneAsma 20

Artrite 55-71

Diabete 40-50

Epilessia 30-50

Ipertensione 40

Adattato da: National Pharmaceutical Council (1992) Emerging issues in pharmaceutical cost containment. National Pharmaceutical Council, 2, 1-6

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Non adesione

Tipi di richieste• Adesione a breve termine con trattamenti

semplici• Cambiamenti positivi dello stile di vita• Eliminazione di comportamenti dannosi per la

salute• Regime terapeutico a lungo termine

Serafino (1994) Health Psychology: Biopsychosocial Interactions. New York, Wiley

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Non adesioneFattori che determinano la non adesione• non saper spiegare bene• mancanza di comprensione da parte del paziente• materiale illustrativo confuso o non alla portata del paziente• perdurare della malattia o miglioramento• costi del trattamento (tempo, denaro, sforzo, disagio)• timori o presenza di effetti collaterali dannosi• mancanza di fiducia nell’efficacia dei trattamenti prescritti • conflitto tra le idee del paziente e quelle del medico rispetto alla

malattia ed al trattamento• conflitto tra la vita (famiglia, contesto) e il programma terapeutico

del medico• la fatica richiesta e la dimenticanza del paziente

La migliore variabile predittiva dell’adesione è la relazione medico-paziente

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Non adesione

Procedure (1)1. Comprendere il modello esplicativo del pazienteSe il paziente è titubante, insistere

– M: Cosa pensa abbia causato i suoi problemi?– P: Non lo so, è lei il dottore– M: Certo, ma se lo sapesse, cosa avrebbe potuto essere?– P: Qualche infezione, penso

3. Se l’idea del paziente si avvicina a quella del medico,

sottolineare l’accordo; se è diversa, esplicitare e

discutere.

4. Comprendere il modello esplicativo del paziente

5. Solo dopo aver fatto emergere il conflitto si può

pensare di iniziare ad arrivare a un programma

terapeutico mediante la negoziazione

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Non adesione

M: Come è andata con le medicine per la pressione?

P: Bene, dottore

M: Bene. Comunque, nessuno di noi riesce a prendere tutte le pillole che dovremmo prendere. Tutti ci dimentichiamo ogni tanto. Quante volte non ha preso le medicine?

P. Pochissime volte. Forse la pillola della sera; è difficile qualche volta ricordare

M. Allora quante volte?

P: Oh, forse una o due volte la settimana

M: Si dimentica le medicine una o due volte la settimana?

P: No, dottore, prendo solamente una o due volte la settimana la pillola della sera. Ma le pillole della mattina le prendo quasi sempre

Procedure (2)6. Chiedere al paziente cosa pensa del vostro programma terapeutico.

7. Chiedere ai pazienti dei suggerimenti su come migliorare il programma terapeutico

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Non adesioneProcedure (2)

6. Chiedere al paziente cosa pensa del vostro programma terapeutico.

7. Chiedere ai pazienti dei suggerimenti su come migliorare il programma terapeutico

–Quali sono i gusti, le abitudini e le limitazioni che interferiscono con l’adesione? Alla visita di controllo chiedere come va il programma e fare le necessarie modifiche con l’aiuto del paziente

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Non adesione

Procedure (3)8. Mantenere il contatto con il paziente. Se il paziente ha una malattia grave, non basta aver

fissato una visita di controllo dopo un mese. Controllare o far controllare il paziente periodicamente per telefono

9. Assicurarsi che il paziente abbia compreso 10. Anticipare soluzioni di eventuali problemi (cosa

potrebbe ostacolare il fatto di seguire il programma?)

11. Descrivere i possibili effetti collaterali

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NON ADESIONE

• Trappole da evitare– Credere che il vostro compito consista nel dire al paziente

cosa fare e che quello del paziente di fare quello che dite– Credere che il vostro compito sia di registrare le richieste e

soddisfarle– Non indagare le idee del paziente su diagnosi, cause e terapie– Privilegiare l’assistenza ospedaliera e trascurare il follow-up– Accusare il paziente e definirlo non collaborativo– Tentare di risolvere troppi problemi contemporaneamente

• Venire alle visite di controllo non significa adesione. Tentate di coinvolgere il paziente nella propria cura

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Parlare con i familiari

Condividere informazioni con i familiariProcedure• Ottenere il consenso del paziente “ Chi vuole che sia presente?”

• Identificare i nomi e i ruoli dei partecipanti ed il membro “chiave”• Seguire lo stesso protocollo che si usa con il paziente:

– Indagare le conoscenze già in possesso, le teorie e le aspettative e le informazioni che vorrebbero ottenere

– Aggiornare le loro informazioni partendo dal loro punto di vista (allinearsi)– Rispondere alle loro reazioni– Spiegare il programma terapeutico e la prognosi e accordarsi sugli obiettivi

(contratto)

• Quando i membri della famiglia sono in disaccordo esplicitare i punti di vista diversi e chiedere come si potrebbero risolvere i conflitti emersi

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Parlare con i familiari Familiari che chiedono un colloquio senza la

presenza del paziente

Procedure• Chiedere il permesso del paziente (annotare il

permesso nella cartella clinica)• Identificare e accettare i sentimenti e le motivazioni dei

familiari, anche se i loro desideri non possono essere esauditi; considerare eventuali differenze culturali

• Invito di parlare insieme al paziente per chiedergli se , e/o quanto vorrebbe essere informato sui risultati degli accertamenti

• Seguire lo stesso protocollo che si usa con il paziente

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Parlare con i familiari

• Il caso: Una paziente di 66 anni con un carcinoma gastrico. La figlia (unica) di 35 anni, in lacrime, implora il medico di non comunicare questa diagnosi alla madre “Lo shock la distruggerebbe”

• Medico: Mi rendo conto che questa situazione debba essere difficile. Apprezzo che non voglia aumentare il disagio e la sofferenza della mamma. Però io dovrò prima di tutto considerare cosa vorrebbe la mia paziente. Se lei non fa domande o non vuole sapere, per me va bene. Ma se vuole sapere cosa sta succedendo, la dovrò informare. Sapere cosa sta succedendo può causarle meno angoscia che non saperlo.

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Parlare con i familiari

Trappole– Andare all’incontro senza un piano– Andare all’incontro senza le informazioni rilevanti sul

paziente– parlare troppo e ascoltare e comprendere troppo poco– Non aver identificato il membro “chiave”– Farsi coinvolgere nei conflitti famigliari e diventare “di

parte”

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Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità Sezione di Psichiatria e Psicologia ClinicaSezione di Psichiatria e Psicologia Clinica

Università degli Studi di VeronaUniversità degli Studi di Verona

L'APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE NELLA PRATICA CLINICA

Prof.ssa Christa Zimmermann Dr.ssa Lidia Del Piccolo

Dr.ssa Claudia Goss Tel. 045 8124441

Aula B Istituti Biologici

Ore 10.15 -11.45.002, 9, 16, 23, 30 marzo; 6, 13, 20 aprile 2011

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I temi di oggi

– I sistemi motivazionale e i meccanismi di difesa

– Il burn out– L’ assertività

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I Sistemi Motivazionali Interpersonali I Sistemi Motivazionali Interpersonali (Liotti, 2001)(Liotti, 2001)

•Sono disposizioni innate universalmente presenti negli esseri umani

•Sono i principi organizzatori delle interazioni sociali, ovvero rappresentano insiemi di regole interne che guidano il comportamento del soggetto

•Sono orientati ad una meta

•Sono attivati da specifici segnali

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I Sistemi Motivazionali Interpersonali I Sistemi Motivazionali Interpersonali (Liotti, 2001)(Liotti, 2001)

•SISTEMA DELL’ATTACCAMENTO

•SISTEMA DELL’ACCUDIMENTO

•SISTEMA ANTAGONISTA

•SISTEMA COOPERATIVO

•SISTEMA SESSUALE

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I sistemi motivazionali - DEFINIZIONEI sistemi motivazionali - DEFINIZIONE

IL SISTEMA DELL’ATTACCAMENTOIL SISTEMA DELL’ATTACCAMENTO

META DEL SISTEMA: conseguimento della vicinanza protettiva di una persona, possibilmente disponibile a fornire conforto e protezione.

VALORE BIOLOGICO: le popolazioni in cui gli individui rimangono vicini e sanno chiedere aiuto (per la difesa ed il sostentamento) hanno migliori probabilità di sopravvivenza.

È ATTIVATO DA: 1. fatica, dolore fisico e/o emozionale, solitudine;2. generale percezione di essere vulnerabile a pericoli ambientali, o di non poter soddisfare da soli i bisogni necessari alla sopravvivenza (alimentarsi, proteggersi dal clima sfavorevole, dormire).

È DISATTIVATO DA: 1. conseguimento della vicinanza protettiva ad una persona2. protratta impossibilità di conseguire la meta (diventa distaccoemozionale, forma patogena).

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I sistemi motivazionali - DEFINIZIONEI sistemi motivazionali - DEFINIZIONE

IL SISTEMA DELL’ACCUDIMENTOIL SISTEMA DELL’ACCUDIMENTO

META DEL SISTEMA: Offrire vicinanza protettiva, tutelare il soggetto più debole

VALORE BIOLOGICO: Favorire le possibilità di difesa e sostentamento degli altri individui della propria popolazione.

È ATTIVATO DA: 1) segnali di richiesta di protezione provenienti da un conspecifico (attaccamento);2). Percezione di difficoltà, fragilità di un conspecifico

È DISATTIVATO DA: 1) segnali di sollievo e sicurezza provenienti dal conspecifico

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I sistemi motivazionali - DEFINIZIONEI sistemi motivazionali - DEFINIZIONE

IL SISTEMA ANTAGONISTAIL SISTEMA ANTAGONISTA

META DEL SISTEMA: Definire il rango di dominanza e sottomissione, proteggere le proprie risorse

VALORE BIOLOGICO: in un gruppo con ranghi sociali definiti e mantenuti nel tempo i litigi e le lotte sono meno frequenti l’efficienza generale del gruppo è superiore e quindi la sua sopravvivenza

È ATTIVATO DA: 1) percezione che una risorsa è limitata;2) segnali mimici di sfida provenienti da un conspecifico (o interpretati come tali)

È DISATTIVATO DA: 1. segnali di resa e sottomissione da parte dell’antagonista;2. attivazione di altro sistema motivazionale (ad es. trasformazionedell’agonismo in cooperazione o accudimento).

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I sistemi motivazionali - DEFINIZIONEI sistemi motivazionali - DEFINIZIONE

IL SISTEMA COOPERATIVOIL SISTEMA COOPERATIVO

META DEL SISTEMA: Raggiungere un obiettivo comune e condiviso

VALORE BIOLOGICO: Talvolta la collaborazione tra conspecifici permette una efficienza superiore rispetto all’impegno scoordinato dei singoli

È ATTIVATO DA: 1) percezione di un obiettivo comune2) segnali di non minaccia agonistica (sorriso)

È DISATTIVATO DA: 1) euforia o rilassamento per il conseguimento dell’obiettivo2) attivazione di altri sistemi motivazionali (es. agonistico)

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I sistemi motivazionali - DEFINIZIONEI sistemi motivazionali - DEFINIZIONE

IL SISTEMA SESSUALEIL SISTEMA SESSUALE

META DEL SISTEMA: Raggiungimento del piacere sessuale

VALORE BIOLOGICO: Assicura la prosecuzione della specie

È ATTIVATO DA: 1) livelli periodicamente variabili di ormoni;2) segnali comportamentali (seduzione) provenienti da un conspecifico;3) stimolazioni sensoriali (immagini, fotografie , profumi, etc.)

È DISATTIVATO DA: 1. raggiungimento dell’orgasmo 2. attivazione di altri sistemi motivazionali in forme incompatibili con la

sessualità

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I sistemi motivazionali - DEFINIZIONEI sistemi motivazionali - DEFINIZIONE

SISTEMI MOTIVAZIONALI NORMALMENTE SISTEMI MOTIVAZIONALI NORMALMENTE ATTIVI NELLA RELAZIONE MEDICO PAZIENTEATTIVI NELLA RELAZIONE MEDICO PAZIENTE

MEDICOMEDICO

SM ACCUDIMENTO

SM COOPERATIVO

PAZIENTEPAZIENTE

SM ATTACCAMENTO

SM COOPERATIVO

SM SESSUALE

SM ANTAGONISTA

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SISTEMI MOTIVAZIONALI NORMALMENTE SISTEMI MOTIVAZIONALI NORMALMENTE ATTIVI NELLA RELAZIONE TRA COLLEGHIATTIVI NELLA RELAZIONE TRA COLLEGHI

SM COOPERATIVOSM COOPERATIVO

SM ATTACCAMENTO

SM ACCUDIMENTO

SM SESSUALE

SM ANTAGONISTA

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Le funzioni delle emozioni …

• ci danno informazioni su come stiamo nelle diverse situazioni• ci orientano/muovono all’azione• danno informazione agli altri sulle nostre intenzioni• danno informazione sugli altri nelle nostre intenzioni• danno il senso alle cose

I sistemi motivazionali - DEFINIZIONEI sistemi motivazionali - DEFINIZIONE

Emozioni e sistemi motivazionaliEmozioni e sistemi motivazionali

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Emozioni e sistemi motivazionaliEmozioni e sistemi motivazionali

Emozioni che segnalano ostacoli

Emozioni dentro al SM

SM accudimentoAnsiosa sollecitudineCompassione Colpa

Tenerezza protettivaGioia

SM attaccamento Paura (da separazione)Collera (protesta)Tristezza (da perdita)DisperazioneDistacco emozionale

Fiducia Conforto GioiaSicurezza

SM antagonista Paura (da giudizio)VergognaUmiliazioneTristezza (da sconfitta)Invidia

Collera (da sfida) TrionfoPotenzaOrgoglio DisprezzoSuperiorità

SM cooperativo Colpa RimorsoIsolamentoSfiduciaOdio

EmpatiaLealtà reciprocaCondivisioneFiduciaGioia

I sistemi motivazionali - DEFINIZIONEI sistemi motivazionali - DEFINIZIONE

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Se non gestite appropriatamente Se non gestite appropriatamente in che modo le emozioni in che modo le emozioni dell’operatore possono dell’operatore possono

condizionare la sua pratica?condizionare la sua pratica?

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Potenziale compromissione:Potenziale compromissione:

• della qualità delle informazioni raccolte e fornitedella qualità delle informazioni raccolte e fornite esecuzione imprecisa del colloquio, diagnosi non corretta, ulteriori indagini o interventi poco efficaci

• della relazione terapeutica della relazione terapeutica riduzione della soddisfazione e della collaborazione soddisfazione e della collaborazione dell’utente

• del benessere psicologico dell’operatoredel benessere psicologico dell’operatore BURN OUTBURN OUT

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Alcuni esempi di gestione Alcuni esempi di gestione inappropriata delle proprie inappropriata delle proprie

emozioni…emozioni…

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I MECCANISMI DI DIFESAI MECCANISMI DI DIFESA

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I meccanismi di difesa - DEFINIZIONEI meccanismi di difesa - DEFINIZIONE

I meccanismi di difesa sono fenomeni psicologici fenomeni psicologici protettiviprotettivi per lo più inconsci deputati al mantenimento mantenimento di un equilibrio intrapsichicodi un equilibrio intrapsichico attraverso la riduzione riduzione di conflitti interni ed esterni. Regolano l’autostima e di conflitti interni ed esterni. Regolano l’autostima e modulano l’angosciamodulano l’angoscia

Sono evolutivamenteevolutivamente necessari e possono essere considerati come delle strategie di copingstrategie di coping.

Tutti abbiamo delle difese preferenzialidifese preferenziali che corrispondono al nostro nostro modo abituale di confrontarci modo abituale di confrontarci con le situazioni problematichecon le situazioni problematiche.

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I meccanismi di difesa - DEFINIZIONEI meccanismi di difesa - DEFINIZIONE

• I meccanismi di difesa divengono disfunzionalidisfunzionali quando applicati:

• Pervasivamente

• Rigidamente

• Indistintamente

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MECCANISMO ATTRAVERSO IL QUALE UN SOGGETTO, ESERCITA UNA FORMA DI AGGRESSIVITA' CELATA, CHE NON SI ESPRIME CON UN

ATTEGGIAMENTO DI APERTO CONTRASTO, BENSI' CON COMPORTAMENTI CHE PRODUCONO UN DANNO INDIRETTO (NON COLLABORAZIONE,

RILUTTANZA NELL'ESEGUIRE LE RICHIESTE ALTRUI, SCARSA DISPONIBILITA’CC…).

ESEMPIO:

Un medico sottoposto ad uno stress eccessivo o ad aspettative irrealistiche da parte di pazienti o colleghi, che invece che verbalizzare o affrontare questo disagio in modo aperto e assertivo metta in atto (anche inconsapevolmente) degli atteggiamenti celatamente ostili o non collaborativi. Es. essere sistematicamente in ritardo, non fornire indicazioni chiare a pazienti o colleghi, utilizzare terminologie complesse o troppo tecniche, ecc…

I meccanismi di difesa - ESEMPII meccanismi di difesa - ESEMPI

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MECCANISMO ATTRAVERSO IL QUALE UN SOGGETTO, NEGA L'ESISTENZA DI UNA EMOZIONE, EVENTO O STATO D’ANIMO NEGATIVO.

ESEMPIO:

Estreme minimizzazioni o banalizzazione della condizione psicosociale/emotiva di un utente (es. bhè, ma cosa si abbatte per un problemini così!)

I meccanismi di difesa - ESEMPII meccanismi di difesa - ESEMPI

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MECCANISMO ATTRAVERSO IL QUALE UN SOGGETTO, PER DIFENDERE LA PROPRIA AUTOSTIMA E' PORTATO A NEGARE I PROPRI LIMITI E A

SENTIRSI POTENZIALMENTE IN GRADO DI RAGGIUNGERE QUALSIASI OBIETTIVO.

ESEMPIO:Un operatore che:

-Non sia in grado di rivedere le sue scelte alla luce di fallimenti

- Assuma atteggiamenti superbi o usi termini volutamente tecnici e specializzati nel parlare coll’utente al fine di sottolineare la propria superiorità.

- sia incapace di delegare ad altri le responsabilità confidando nella loro capacità

- sia incapace di condividere fallimenti e successi con i colleghi

I meccanismi di difesa - ESEMPII meccanismi di difesa - ESEMPI

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MECCANISMO IN CUI IL SOGGETTO SI SOFFERMA NEL DESCRIVERE UN EVENTO TRAUMATICO SOLO SUL PIANO COGNITIVO, L’EMOZIONE NON E’

RIMOSSA O NEGATA, MA VIENE IGNORATA IL PIÙ POSSIBILE. IL SOGGETTO DISCUTE, ASTRATTIZZA, RIFLETTE SUL PROBLEMA MA NON SI PERMETTE DI VIVERLO EMOTIVAMENTE PERCHÉ CIÒ LO FAREBBE STARE

TROPPO IN ANSIA.

ESEMPIO:

Un operatore che raccontando del suicidio di un proprio utente non faccia trasparire il minimo trasporto emotivo per l’evento (es. rammarico, cordoglio, colpa, rabbia, impotenza, ecc…)

I meccanismi di difesa - ESEMPII meccanismi di difesa - ESEMPI

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MECCANISMO ATTRAVERSO CUI IL SOGGETTO SOSTITUISCE ALLA REALE MOTIVAZIONE CHE LO HA SPINTO A TENERE UN CERTO

COMPORTAMENTO UNA MOTIVAZIONE PIÙ ACCETTABILE.

ESEMPIO:

Un medico che nel giustificare la sua decisione di non informare gli utenti della loro diagnosi quando infausta o invalidante, appongano come giustificazione il fare questo per il bene del paziente (senza ammettere mai che invece a volte tale scelta è più rivolta a tutelare se stessi nell’affrontare una situazione emotivamente stressante).

I meccanismi di difesa - ESEMPII meccanismi di difesa - ESEMPI

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MECCANISMO ATTRAVERSO CUI IL SOGGETTO RIPONE ASPETTATIVE IRREALISTICHE IN SE’, NEI COLLEGHI E NELLA STRUTTURA DOVE OPERA AL FINE DI SOSTENERE LA PROPRIA AUTOSTIMA E SENSO DI EFFICACIA. SPESSO QUESTO MECCANISMO E’ SEGUITO DAL PROCESSO OPPOSTO DI

SVALUTAZIONE.

ESEMPIO:

Un operatore che non accetti di non poter aiutare tutti gli utenti bisognosi di aiuto, o che non riesca a tollerare le disfunzioni che inevitabilmente troverà nell’ambiente di lavoro in cui è inserito ad operare.

I meccanismi di difesa - ESEMPII meccanismi di difesa - ESEMPI

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Cosa accade quando le Cosa accade quando le proprie emozioni non proprie emozioni non

vengono gestite vengono gestite appropriatamente in modo appropriatamente in modo

sistematico?sistematico?

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BURN OUTBURN OUT

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DefinizioneDefinizione

• “Progressiva perdita di idealismo, energia, motivazione ed interesse come risultato delle condizioni di lavoro” (Edelwich & Brodsky, 1980)

   • “Uno stato di fatica o frustrazione nato dalla devozione ad una

causa, da uno stile di vita o da una relazione che ha mancato di produrre la ricompensa attesa” (Freudenberger & Richelson, 1980)

   • “Disturbo caratterizzato da esaurimento fisico, sentimenti

d’impotenza e disperazione, svuotamento emotivo, e dallo sviluppo di un concetto di sé negativo e di atteggiamenti negativi verso il lavoro, la vita e gli altri(…) un senso d’afflizione, scontentezza e fallimento nella ricerca di un ideale” (Pines, Aronson & Kafry, 1981)

   

Deriva dal gergo sportivo: atleta che dopo molti successi si esaurisce, si brucia, non ottiene più risultati

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Sindrome costituita da tre componentiSindrome costituita da tre componenti

• esaurimento emotivo (svuotamento di risorse emotive personali e sensazione di non avere più nulla da offrire sul piano personale)

• Ridotta realizzazione personale (percezione di essere inadeguati al lavoro, cui segue un calo dell’autostima e dell’ambizione)

• Depersonalizzazione (atteggiamento di distacco, assenza di partecipazione emotiva, cinismo, ostilità nei confronti di pazienti e loro familiari)

(Maslach, 1982)

Maslach bournout inventory

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Categorie a rischio di burn-outCategorie a rischio di burn-out

PROFESSIONI SOCIO-SANITARIEPROFESSIONI SOCIO-SANITARIE• medici• infermieri• assistenti sociali• psicologi• operatori sanitari  PROFESSIONI EDUCATIVE E DIDATTICHEPROFESSIONI EDUCATIVE E DIDATTICHE• insegnanti• educatori/operatori ALTRE PROFESSIONIALTRE PROFESSIONI • poliziotti• amministratori e dirigenti• sacerdoti e parroci• controllori di volo• operatori informatici • operai catena di montaggio

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Sintomi individuali •Aumentata pressione arteriosa•Umore depresso•Abuso d’alcool•Irritabilità•dolori toracici•insonnia•disturbi gastrointestinali•senso d’impotenza•negativismo•isolamento•senso di colpa•paranoia•rigidità di pensiero•scarsa fiducia in sé•scarsa empatia e disponibilità all’ascolto•cinismo•apatia

MalattieMalattie individuo individuoMaggiore vulnerabilità per:• Patologie coronarie• Patologie gastrointestinali• Malattie mentali • Dolori

SINTOMI del BURN-OUTSINTOMI del BURN-OUT

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Sintomi dell’organizzazione•difficoltà a livello dell’organizzazione•assenteismo•alti turnover•scarso controllo di qualità•ritardi frequenti•chiusura al dialogo•tendenza ad evitare contatti telefonici•tendenza a rinviare gli appuntamenti•scarsa creatività•uso di procedure stereotipate

Malattie organizzazioneMalattie organizzazione•Scioperi•Incidenti frequenti e gravi •Perdita di clienti

SINTOMI del BURN-OUTSINTOMI del BURN-OUT

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Come si arriva al burn-outCome si arriva al burn-out

Fase dello stress lavorativoFase dello stress lavorativo

Squilibrio tra richieste ambientali e risorse personali

Fase della conclusione difensivaFase della conclusione difensiva

Perdita di entusiasmo, interesse e senso di responsabilità. Si lavora in maniera rigida

Fase dell’esaurimentoFase dell’esaurimento

Tensione emotiva, ansia, irritabilità, oppure noia, disinteresse, apatia

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Gli stadi del burn-outGli stadi del burn-out

Stagnazione

Intervento

Entusiasmo idelistico

Apatia

Frustrazione

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TOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE

• Mi arrendo facilmente alle difficoltà• Tendo a rimandare le cose che non mi piace fare• Spesso cerco di evitare le attività impegnative• Quando ho da fare qualcosa di difficile cerco sempre di

farmi aiutare• Mi arrabbio molto quando le cose non vanno come vorrei• Dico spesso bugie per evitare critiche, rimproveri o

punizioni • Preferisco che sia qualcun altro a fare le cose al mio

posto• Durante le lezioni chiedo spesso di poter uscire• Mi danno molto fastidio i cambiamenti di programma• Non accetto di rinunciare a qualcosa che mi piace.

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TOLLERANZA ALLA FRUSTRAZIONE

• Mi arrendo facilmente alle difficoltà• Tendo a rimandare le cose che non mi piace fare• Spesso cerco di evitare le attività impegnative• Quando ho da fare qualcosa di difficile cerco sempre di

farmi aiutare• Mi arrabbio molto quando le cose non vanno come vorrei• Dico spesso bugie per evitare critiche, rimproveri o

punizioni • Preferisco che sia qualcun altro a fare le cose al mio

posto• Durante le lezioni chiedo spesso di poter uscire• Mi danno molto fastidio i cambiamenti di programma• Non accetto di rinunciare a qualcosa che mi piace.

Virus dell’ingigantire:il fastidio, la fatica, la noia che si potrebbero provare

nell’affrontare determinate situazioni.Pensieri:

Non sopporto di dover fare..E’ troppo difficile (fastidioso)..

Virus della pretesa:Le cose devono essere sempre facili

Devono farmi fare solo cose divertenti o piacevoli.

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Fattori protettiviFattori protettivi

Supporto del gruppo

Riflessioni sulla propria esperienza

Riduzione degli aspetti routinari

Formazione

Vita esterna al lavoro

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caratteristiche demografichecaratteristiche demografichesoggetti di età superiore ai 30-40 anni, non sposati e con livello culturale più elevato

FATTORI INDIVIDUALI PREDISPONENTIFATTORI INDIVIDUALI PREDISPONENTI

tratti psicosomaticitratti psicosomaticisoggetti che affrontano le difficoltà in maniera passiva e con atteggiamenti difensivi oppure soggetti nel cui tratto caratteriale predominano ansia, ostilità, depressione, vulnerabilità

attitudine verso il lavoroattitudine verso il lavorole persone che lavorano molto e duramente, perché hanno grosse aspettative nella loro professione, sia per la possibilità di successo e guadagno sia perché vogliono rendere il loro lavoro sempre entusiasmante e soddisfacente

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Approccio al lavoroApproccio al lavoro

• Ambizione e motivazione al successo

Ambizione e motivazione al successo, con

massiccio coinvolgimento nel lavoro e forte

competitività sociale;

• Tendenza a trascurare gli a

spetti piacevoli

trascurare gli a

spetti piacevoli

della vita

della vita, come quelli affettiv

i e familiari.

• Tendenza a disperdere le proprie energie

disperdere le proprie energie

(forte

impulso ad im

pegnarsi, in assenza

tuttavia di scopi chiari e definiti)

• Anche se sono raggiunti buoni ris

ultati, la

persona è spesso insoddisfatta, poco poco

gratificata dai giudizi positiv

i,  ma

gratificata dai giudizi positiv

i,  ma

ipersensibile anche alle più piccole

ipersensibile anche alle più piccole

critiche

critiche. 

• Continuo senso di  impazienza

senso di  impazienza, con

urgenza di fare più cose in breve tempo.

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Strategie di gestione dello stress da lavoro Strategie di gestione dello stress da lavoro

Strategie istituzionaliStrategie istituzionali

• Selezione del personale

• Formazione del personale

• Promozione della comunicazione interna

• Valorizzazione finanziaria

• Riconoscimento dei progetti e del contributo personale

• Organizzazione del lavoro

Strategie individualiStrategie individuali

• Stile di vita

• Accettazione dei propri limiti

• Chiarificazione degli obiettivi personali e professionali

• Identificazione dei fattori di stress

• Riconoscimento dei sintomi di esaurimento delle risorse

• Miglioramento della competenza comunicative

• Utilizzazione delle risorse personali

• Rete di supporto

• Sviluppo della creatività

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Well being Well being

Well beingWell being

9 strategie per “stare bene” nelle professioni sanitarie 9 strategie per “stare bene” nelle professioni sanitarie Society for Professional Well-Being, 1993Society for Professional Well-Being, 1993

1. Essere in contatto con se stessi2. Essere qualcosa d’altro oltre che medico3. Prendersi cura del proprio corpo 4. Volersi bene 5. Essere flessibili6. Creare e coltivare relazioni soddisfacenti con le altre persone7. Ascoltare e comunicare8. Non farsi spaventare dal cambiamento9. Coltivare il senso dell’umorismo

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L’ASSERTIVITÀ

Essere assertiviEssere assertivi

Significa saper esprimere i propri bisogni ,Significa saper esprimere i propri bisogni ,

desideri o aspettative in modo chiaro e desideri o aspettative in modo chiaro e

conciso, rispettando allo stesso tempo il conciso, rispettando allo stesso tempo il

punto di vista dell’altra personapunto di vista dell’altra persona

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Una persona è assertiva quando:Una persona è assertiva quando:• Riesce ad avere ben chiaro cosa desideraRiesce ad avere ben chiaro cosa desidera• Agisce per ottenerloAgisce per ottenerlo• Rispetta i diritti degli altriRispetta i diritti degli altri• Non si sente in colpaNon si sente in colpa• Mantiene una buona opinione di sé anche nel caso Mantiene una buona opinione di sé anche nel caso

sia difficile raggiungere ciò che desiderasia difficile raggiungere ciò che desidera

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Cos’è l’assertivita’Cos’è l’assertivita’

AGGRESSIVITA’ ASSERTIVITÀ PASSIVITÀAGGRESSIVITA’ ASSERTIVITÀ PASSIVITÀ

Imporre il proprio

obiettivo su quello

dell’altro

Compromesso tra i miei e

altrui obiettivi

Incapacità di preservare e sostenere il

proprio obiettivo

Comportamenti ostili, aggressività verbale, assenza di interesse per scopi e bisogni altrui, tendenza

ad imporsi,competitività.

Comportamenti passivi, tendenza

ad evitare il conflitto,

frustrazione, rancore, senso di

sopraffazione, aggress. passiva

Capacità di sostenere e valorizzare Capacità di sostenere e valorizzare le proprie idee nel confronto e nel le proprie idee nel confronto e nel rispetto di quelle altrui, scegliendo rispetto di quelle altrui, scegliendo sempre attivamente di rinunciare o sempre attivamente di rinunciare o sostenere un obiettivo a seconda sostenere un obiettivo a seconda

dalla situazione e dell’utilità e dalla situazione e dell’utilità e valore che esso riveste.valore che esso riveste.

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Situazioni in cui sono richieste abilità sociali di Situazioni in cui sono richieste abilità sociali di assertivitàassertività

• Fare richieste

• Rifiutare richieste

• Esprimere lamentele

• Rispondere alle lamentele

• Esprimere emozioni spiacevoli

• Esprimere emozioni di rabbia

• Chiedere informazioni

• Porgere delle scuse

• Rifiutare alcool o droghe

• Gestire i conflitti

• Fare richiesteFare richieste

• Rifiutare richiesteRifiutare richieste

• Esprimere lamenteleEsprimere lamentele

• Rispondere alle lamenteleRispondere alle lamentele

• Esprimere emozioni spiacevoliEsprimere emozioni spiacevoli

• Esprimere emozioni di rabbiaEsprimere emozioni di rabbia

• Gestire i conflittiGestire i conflitti

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Capacità di autaffermazione (assertiveness)

• riguarda un problema esistenziale di base

• In quale misura faccio quello che desidero fare e in quale misura faccio quello che altri vogliono che faccia?

Definizione di “assertiveness”:• Essere capace di esprimersi e di agire in accordo con i

propri diritti come persona, rispettando allo stesso tempo gli stessi diritti nelle altre persone.

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Diritti assertivi(Bond 1986)

1. Ho il diritto di essere trattato con rispetto

2. Ho il diritto di esprimere i miei pensieri,

3. Ho il diritto di esprimere i miei sentimenti

4. Ho il diritto di dire “No” senza dovermi sentire in colpa

5. Ho il diritto di avere successo

6. Ho il diritto di sbagliare

7. Ho il diritto di cambiare idea

8. Ho il diritto di dire che non ho capito

9. Ho il diritto di chiedere quello che desidero

10. Ho il diritto di decidere per me se sono responsabile per il problema di una persona o no

11. Ho il diritto di scegliere di non essere assertivo

1. Altri hanno il diritto di essere trattato con rispetto

2. Altri hanno il diritto di esprimere i opinioni e valori

3. Altri hanno il diritto di esprimere i loro sentimenti

4. Altri hanno il diritto di dire “No” senza sentirsi in colpa

5. Altri hanno il diritto di avere successo

6. Altri hanno il diritto di sbagliare

7. Altri hanno il diritto di cambiare idea

8. Altri hanno il diritto di dire che non hanno capito

9. Altri hanno il diritto di chiedere quello che desiderano

10. Altri hanno il diritto di decidere per loro se sono responsabili per il problema di una persona o no

11. Altri hanno il diritto di scegliere di non essere assertivi

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Comportamenti non assertivi• Comportamenti aggressivi o accusanti: Vengono ignorati in

modo aperto uno o più diritti di altre persone, • usando minacce o violenza verbale o fisica.• Comportamenti manipolativi: I diritti di altri sono ignorati

indirettamente, attraverso ricatti emotivi• Comportamenti passivi: I propri diritti sono ignorati• Comportamenti assertivi• Dire No• Fare richieste e esprimere i propri bisogni rispetto all’altro• Fare e ricevere complimenti• Fare e ricevere critiche• Sviluppare e mantenere l’autostima

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L’abilità di dire No

• Essere breve, possibilmente con una frase chiave. La frase chiave può essere ripetuta se necessario, con calma.

• Ti potrà sembrare stupido, ma non lo voglio fare• Parlare chiaramente, direttamente e con sicurezza (attento a

sorrisi e apologie inappropriati)• Essere consapevole della tua prima reazione• Se non ti senti sicuro, chiedere tempo per decidere o chiedere

più informazioni• Una ripetizione, fatta con calma, della frase chiave può essere

utile• Offrire un’alternativa: • Non vorrei fare X, ma mi piacerebbe fare Y• Essere empatico• Mi immagino che tu sia deluso, ma non sono d’accordo

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L’abilità di fare richieste

• Essere chiaro e diretto (Vorrei che non toccasse il mio braccio) ma, in più, usare la propria consapevolezza dei pensieri, delle sensazioni, emozioni e dei desideri:

Posso dirti qualcosa che per me è importante? Mi sento a disagio quando mi tocci il braccio e vorrei che smettessi di farlo

• Più diventiamo consapevole di noi stessi, più ampia diventa la scelta delle cose da dire

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Autoconsapevolezza Autoconsapevolezza

Poiché l’operatore utilizza anche sé stesso come Poiché l’operatore utilizza anche sé stesso come strumento strumento è essenziale che sia è essenziale che sia consapevole del consapevole del

proprio funzionamentoproprio funzionamento. (Novack, 1997). (Novack, 1997)

L’autoconsapevolezza può essere definita L’autoconsapevolezza può essere definita come la come la conoscenza del modo in cui la conoscenza del modo in cui la

persona sta esperendo la realtà e di come persona sta esperendo la realtà e di come tale evento condizioni la sua relazione con il tale evento condizioni la sua relazione con il

pazientepaziente. . (Novack, 1997)(Novack, 1997)

AutoconsapevolezzaAutoconsapevolezza

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PRINCIPALI AREE SU CUI SVILUPPARE PRINCIPALI AREE SU CUI SVILUPPARE L’AUTOCONSAPEVOLEZZAL’AUTOCONSAPEVOLEZZA

• punti di forza e debolezza a livello psicologico e relazionale e loro influenza nelle interazioni con gli utenti

• Riconoscimento dei propri vissuti emotivi di base e nel corso delle interazioni con gli utenti

• Tratti di personalità e loro effetto sulla relazione con gli altri (es. ricerca approvazione, tendenza al controllo, ecc…)

• Credenze e teorie personali sulla vita, malattia, medicina, salute, cura..

• Influenza delle variabili socio/demografiche (genere, cultura, livello economico, grado d’istruzione)

AutoconsapevolezzaAutoconsapevolezza

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Come riconoscere e gestire Come riconoscere e gestire appropriatamente le proprie appropriatamente le proprie

emozioni?emozioni?

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Il modello ABCIl modello ABC CognitivoCognitivo

(Ellis 1962)(Ellis 1962)

PensieriPensieriEmozioniEmozioni

Un possibile strumento per Un possibile strumento per migliorare l’autoconsapevolezzamigliorare l’autoconsapevolezza

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Il modello ABCIl modello ABCCognitivoCognitivo

AA

Evento Evento attivanteattivante

BB

PensieriPensieri

CC

ConseguenzeConseguenze

Emozioni (0-10)Emozioni (0-10)

ComportamentiComportamenti

Aspetti Aspetti biologici/neuroveg.biologici/neuroveg.

Che cosa è successo?

Cosa stava facendo?

Dov’era?Con chi?

Che cosa pensava in quel momento?

Che cosa le passava per la mente?

Che cosa si è immaginato?

Che cosa ha provato?

Come si sentiva?

Come ha reagito alla situazione?

Che cosa ha osservato?

Cosa ha fatto?

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Il modello ABCIl modello ABCCognitivoCognitivo

EsempiEsempi

AA

Evento Evento attivanteattivante

BB

PensieriPensieri

CC

ConseguenzeConseguenze

Emozioni (0-10)Emozioni (0-10)

ComportamentiComportamenti

Aspetti Aspetti biologici/neuroveg.biologici/neuroveg.

Parlare in pubblico

Farò una brutta figura

Penseranno che sono stupido

Ansia (8)

Mi sudano le mani balbetto, me ne vado

Ho ricevuto un rimprovero dal mio superiore

Tristezza (6)

Piango, mi faccio consolare da un collega

Ho ricevuto un rimprovero dal mio superiore

Rabbia (5)

Cuore che batte forte, rossore, sbatto la porta e me ne vado

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Il modello ABCIl modello ABCCognitivoCognitivo EsempiEsempi

AA

Evento Evento attivanteattivante

BB

PensieriPensieri

CC

ConseguenzeConseguenze

Emozioni (0-10)Emozioni (0-10)

ComportamentiComportamenti

Aspetti Aspetti biologici/neuroveg.biologici/neuroveg.

Ho ricevuto un rimprovero dl mio superiore

Non ne combino una giusta

Ho sbagliato tutto

Sono un fallito

Tristezza (6)

Piango, mi faccio consolare da un collega

Ho ricevuto un rimprovero dal mio superiore

Ma come si permette

Non è giusto

Non è colpa mia

Rabbia (5)

Cuore che batte forte, rossore, sbatto la porta e me ne vado

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Convinzioni irrazionali

• Devo piacere a tutti• Devo essere perfetto in tutto quello che faccio• Quando sbaglio sono cattivo e devo essere punito• E’ terribile per me se le cose non vanno come voglio io, • Abbiamo poco controllo su quello che ci succede• Se qualcosa può essere pericoloso, dannoso o angosciante, è

importante pensarci costantemente• E’ più facile evitare le difficoltà che affrontarle• Siamo i prodotti della nostra educazione e non possiamo far niente

per cambiare quello che siamo• Dobbiamo preoccuparci e sentirci male per i problemi di altre

persone• Per ogni problema c’è sempre una risposta corretta• La collera e la rabbia sono emozioni cattive e distruttive e

dovrebbero essere sempre frenate • E’ meglio dare che ricevere• Chi si fa guidare da uno o più di queste convinzioni , secondo Ellis

(1962), ha come risultato una alta probabilità di essere infelice o a disagio

Chi si fa guidare da uno o più di queste convinzioni , secondo Ellis (1962), ha

come risultato una alta probabilità di essere infelice o a disagio

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Pensieri e convinzioni irrazionali• Pensiero assolutistico (“devo assolutamente"; "bisogna

sempre”)• Pensiero catastrofico (Esagerare oltremodo l’aspetto

spiacevole o doloroso di certi eventi)• Intolleranza, Insopportabilità (Ritenere che certi eventi,

obiettivamente spiacevole, non possano essere sopportati)

• Svalutazione globale di sè o degli altri (Ritenere che, poiché non si è riuscita far bene, si è un fallimento totale, o ritenere che, poiché uno o più aspetti di una persona sono negativi, allora l’intera persona è negativa

• Indispensabilità, bisogni assoluti (Considerare indispensabile ciò che in realtà è solo desiderabile, auspicabile , utile, ma di cui possiamo anche fare a meno)

• Generalizzare (Pensare in termini di “sempre”, “mai”, “tutti”, “nessuno”)

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Come cambiare convinzioni irrazionali

1. Esaminare la convinzione. Metterla in discussione (" Perché è così terribile?"). Su quali evidenze si basa? Quali evidenze dicono il contrario? Quanto buone sono le evidenze? Che effetto ha questa convinzione su di me? Voglio veramente che questo effetto su di me continui?

2. Scrivere una versione più realistica3. Ripetere la nuova convinzione a se

stesso quanto è necessario e comportarsi come fosse vera