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Corso di Sociologia della comunicazione
Prof. Giovanni Ciofalo
a.a. 2015-2016
I modelli della comunicazione
Modello s.m. 1. L’oggetto o il termine atto a fornire un conveniente schema di punti di riferimento ai fini della riproduzione o dell’imitazione, talvolta dell’emulazione: copiare fedelmente il m.; il Petrarca è stato per lungo tempo il m. preferito dei poeti d’amore; con funzione attributiva: uno scolaro m. # La persona che posa davanti …
G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione
I modelli della comunicazione
Modello
I modelli della comunicazione
Processo di traduzione tra la teoria e la realtà; spiegazione e analisi della teoria attraverso un linguaggio derivante dalla logica, dalla matematica o dalla statistica
“In una teoria matematica che
cerchi di spiegare e prevedere gli
eventi nel mondo che ci circonda
si prende sempre in esame un
modello semplificato del
mondo, un modello matematico
contenente soltanto gli elementi
relativi al comportamento in
esame”
I modelli della comunicazione
N. Wiener, Cybernetics. Control and Communication in the Animal and the Machine, 1948, cit. in J.R. Pierce, La teoria dell’informazione. Simboli, codici, messaggi, 1963
I modelli della comunicazione
I modelli della comunicazione
costituiscono delle sintesi grafiche
riguardanti singoli o molteplici
aspetti del processo comunicativo
È possibile stabilire un percorso
evolutivo dei modelli della
comunicazione che, però, non va
assolutamente considerato come
dato cronologicamente
In generale, però, è possibile operare una distinzione
fondamentale relativa ai differenti tipi di modelli
Modelli circolari
I modelli della comunicazione
Modelli lineari
A quale paradigma della
comunicazione appartiene?
È presente il feedback?
Quali sono gli elementi
della comunicazione
presenti nel modello?
Quali sono le loro caratteristiche?
Domande sui modelli
I modelli della comunicazione
IMPORTANTE
La linearità o la circolarità
di un modello non dipende
in alcun modo dalla sua
forma grafica.
1. I modelli lineari sono
privi di feedback.
2. I modelli circolari sono
dotati di feedback.
I modelli della comunicazione
Letteralmente, l’espressione nasce dal verbo inglese to feed alimentare, nutrire unitamente al termine back all’indietro
Il primo a introdurre il concetto è stato lo scienziato inglese J.C. Maxwell nel 1868, il quale pubblicò uno
studio sui sistemi automatici (governor) in cui metteva in evidenza come essi fossero in grado di autocorreggersi
proprio grazie al ritorno di informazione.
UNISCE L’IDEA DI CONTROLLO DI SISTEMA A QUELLA DI RITORNO DELL’INFORMAZIONE
I modelli della comunicazione: il feedback
"Il regolatore è una parte della macchina attraverso la
quale la velocità della macchina stessa è
mantenuta costante a dispetto di variazioni della potenza erogata o della resistenza (al moto)”
J.C. Maxwell, On governors, 1868
I modelli della comunicazione: il feedback
Il feedback può essere definito come: • possibilità di risposta da parte
del ricevente
• “ciclo di restituzione della risposta”
• retroazione
I modelli della comunicazione: il feedback
Per feedback si intende un segnale che permette ad un sistema di regolare la propria azione sulla base dei risultati ottenuti Esistono 2 tipi di feedback: 1. Negativo, quando agisce in modo che il sistema funzioni sempre allo stesso modo, entro margini controllati di tolleranza.
2. Positivo, quando mantiene il sistema in continuo cambiamento.
I modelli della comunicazione: il feedback
I modelli della comunicazione: il feedback negativo Nel termostato, la temperatura è fissata al valore che si desidera ottenere nella stanza. Il termostato non “sa niente” della stanza o della temperatura desiderata. È progettato per eliminare ogni differenza tra un valore di riferimento stabilito e il feedback che riceve dal suo organo sensore, vale a dire il valore indicato dal suo termometro. Se il valore rilevato è troppo basso, si accende sul sistema di riscaldamento, se è troppo alto, si accende sul sistema di raffreddamento. Per l’utente, il termostato ha lo scopo di mantenere la temperatura desiderata, mentre dal punto di vista dello strumento lo scopo (la funzione) è eliminare una differenza.
Il feedback può essere negativo quando la risposta dell'organismo ad uno stimolo che destabilizza il sistema
tende a ripristinarlo. Quindi la risposta dell'organismo è di segno contrario allo
stimolo destabilizzante
Una famiglia (sistema) subisce una disgrazia (stimolo) che modifica il normale equilibrio quotidiano. Ma alla perdita il sistema (famiglia) può reagire rafforzando i legami tra i suoi
componenti e consolidando l’unione tra di essi
I modelli della comunicazione: il feedback negativo
I modelli della comunicazione: il feedback negativo
A = l’organismo in una condizione “normale” B = l’organismo con una elevata temperatura interna, dopo un’attività fisica C = l’azione di riduzione della temperatura attraverso la sudorazione
A
C
B
Ad esempio, in un organismo, gioca un ruolo fondamentale nei meccanismi di
regolazione della crescita e dello sviluppo degli organi, garantendo un
processo che si fonda su una differenziazione da uno stato iniziale di
quiete
I modelli della comunicazione: il feedback positivo
Il feedback positivo amplifica le possibilità di divergenza, di evoluzione:
è un meccanismo che permette il cambiamento, la crescita, e dà al sistema la capacità di raggiungere
nuovi livelli di equilibrio
Una famiglia (sistema)
subisce una disgrazia
(stimolo) che modifica il
normale equilibrio
quotidiano. Ma alla perdita,
il sistema (famiglia) può
reagire sciogliendo i legami
preesistenti tra i suoi
componenti e creando
nuovi legami ed equilibri
differenti.
I modelli della comunicazione: il feedback positivo
I modelli della comunicazione: il feedback positivo
Il Feedback "positivo" si verifica quando un messaggio attiva risposte che amplificano il movimento di un sistema
nella stessa direzione
A B A1 B1
Quando si verifica un cambiamento in una variabile del sistema, il sistema reagisce.
Nel caso del feedback positivo la risposta del sistema
consiste nell’accentuare ulteriormente il cambiamento della
variabile nello stesso verso.
Come semplice esempio, si immagini un ecosistema
costituito da una sola specie e da una quantità illimitata di
cibo. La popolazione crescerà ad un tasso proporzionale alla
popolazione attuale, il che comporta un feedback positivo.
I modelli della comunicazione: feedback positivo e feedback negativo
Il feedback negativo tende a rallentare un
processo, mentre il feedback positivo tende ad
accelerarlo.
Il feedback positivo viene utilizzato
in certe situazioni in cui è desiderabile
un rapido cambiamento.
I modelli della comunicazione: feedback positivo e feedback negativo
I modelli della comunicazione: il feedback positivo
Un esempio comune di feedback positivo è
rappresentato dall’effetto network (rete), in cui
più persone vengono invogliate a far parte di un
network quanto più grande
diventa il network stesso.
Il risultato è che il network
cresce sempre più
rapidamente nel tempo
Lo stesso esempio si può fare per
i conigli e l’erba, che è il loro cibo,
per l’erba e la pioggia…
I modelli della comunicazione: feedback positivo e feedback negativo
Le linci mangiano i conigli. Se le linci sono tante, i conigli diminuiscono; ma se calano i conigli, le linci restano senza cibo e quindi anche loro diminuiscono; ma se si riduce la popolazione delle linci, può aumentare la popolazione dei conigli e così via.
Feedback positivo
Feedback negativo
Modello ipodermico
Il comportamentismo behaviorismo dal termine inglese Behavior =
comportamento è quell’approccio che interpreta i fenomeni psicologici in termini di eventi di natura fisica piuttosto che mentale
L’esempio più classico è quello del riflesso condizionato di Pavlov
Modello ipodermico
Secondo il comportamentismo, un animale sottoposto ad uno stimolo risponde attuando un comportamento che dipende esclusivamente dai
suoi caratteri biologici
Dunque ad un medesimo stimolo corrisponde una medesima risposta, indipendentemente
dall’esemplare sottoposto all’esperimento
Modello ipodermico
Modello ipodermico
Attraverso un’operazione di parallelismo tra animali e uomini, inizialmente si ritenne che la
comunicazione, considerata uno stimolo di massa, potesse attivare un medesimo
comportamento in ciascun essere umano che si sottoponeva ad essa
Per quanto concerne l’aspetto teorico il richiamo più diretto è relativo alla teoria dell’ago ipodermico o alla teoria del
proiettile magico
Modello ipodermico
Modello ipodermico
Veniva dunque attribuito ai mezzi di comunicazione di massa un potere
incredibilmente grande e pericoloso
MANIPOLAZIONE
E R Messaggio
Diagramma di flusso
In sostanza, per un mezzo di comunicazione di massa era sufficiente inviare un messaggio,
affinché il ricevente capisse esattamente ciò che l’emittente si proponeva di trasmettere
Tale modello prende il nome di
DIAGRAMMA DI FLUSSO
E R Messaggio
E
Modello ipodermico
Diagramma di flusso
Modello ipodermico
• Onnipotenza dei media
• Masse atomizzate ed indifese
• Uniformità della risposta
• Esistenza di un nesso causale
• Manipolazione
SINTESI
Evoluzione degli effetti dei media
MANIPOLAZIONE
PROPAGANDA
PERSUASIONE
INFLUENZA QUALE INFLUENZA?
La scoperta delle I.V.
Nel 1948 Berelson scrive:
“certi tipi di comunicazione su certi temi sottoposti
all’attenzione di certi tipi di persone in certe condizioni
hanno certi effetti”
Per la prima volta, si parla di “certi effetti” e non di “effetti certi”
La formula “segreta” degli effetti
Dall’iniziale teoria behaviourista S–R, una volta inserite le “variabili intervenienti” (I.V.), a
seconda della prospettiva analitica con cui esse vengono prese in considerazione, si ottengono
tutte le teorie sugli effetti
S – R
S I.V. R
E Ad esempio: teoria dell’influenza selettiva, teoria degli usi e gratificazioni, teoria della coltivazione, teoria della spirale del silenzio
La formula “segreta” degli effetti
E
Modello S – IV – R
I.V.
Intervening Variables
Indicano tutte le variabili intervenienti, cioè tutti quei fattori che intervengono nel processo
comunicativo favorendo, oppure ostacolando, la risposta al messaggio - stimolo
La cibernetica
La cibernetica
La Cibernetica come campo di attività scientifica si sviluppa negli anni immediatamente successivi alla
Seconda Guerra Mondiale
Norbert Wiener
Dopo che Norbert Wiener
pubblicò il suo libro Cybernetics
nel 1948, Heinz von Foerster
suggerì che il nome delle
conferenze, tenute tra il 1946 e
il 1953, doveva prevedere il
termine Cibernetica:
“Cybernetics: Circular Causal
and Feedback Mechanisms in
Biological and Social Systems.”
Nel 1943 vengono pubblicati due importanti articoli
1. Warren McCulloch e Walter Pitts scrissero “A Logical Calculus of the Ideas Immanent in Nervous Activity”, in cui cercarono di comprendere come agiscono le reti
neuronali nell’elaborazione di ciò che chiamiamo “un’idea”
2. Arthuro Rosenblueth, Norbert Wiener and Julian Bigelow pubblicarono “Behavior, Purpose, Teleology”, nel quale
osservarono il comportamento intenzionale (purposeful) per poi spiegare il modo in cui questo fenomeno poteva
verificarsi senza alcuna teleologia
La cibernetica: primi anni ‘40
Nella seconda metà degli anni ’40, tre opere in particolare definiscono una nuova
scienza di informazione
Wiener, Cybernetics: Or Control and Communication in the
Animal and the Machine
Von Neumann, Morgenstern, Theory of Games and Economic Behavior
Shannon and Weaver, The Mathematical Theory of Communication
La cibernetica: fine anni ‘40
La cibernetica
è una scienza che si pone come obiettivo l’individuazione di leggi naturali della comunicazione, valide per il mondo
naturale, per le macchine, per l’umanità
Wiener intende dimostrare il valore fondativo della comunicazione nella società moderna, a partire da una concezione della relazione in senso
matematico
La cibernetica
Si basa sul presupposto che conoscendo un effetto si possa intervenire sulla causa e indirizzare un fenomeno secondo l’andamento desiderato
Norbert Wiener, in compagnia del presidente Lyndon Johnson e di Vanevar Bush
(a sinistra di Johnson), un altro fondatore dell'era cibernetica
La cibernetica
Fattore in grado di trasformare un processo spontaneo in
uno intenzionale o ciclo di restituzione della risposta
N. Wiener, Cibernetics, 1948
Attraverso il continuo aggiustamento del risultato
ottenuto (output) con l’obiettivo iniziale (input) si ottiene un flusso circolare,
che garantisce il buon funzionamento di un
determinato congegno
La cibernetica: elementi chiave
1. Feedback
un dispositivo che agisce continuamente in base a certe informazioni per raggiungere in situazioni variabili un obiettivo
prefissato
Id., Cybernetics. Control and Communication in the Animal and the Machine, 1948
La cibernetica: elementi chiave
2. Servomeccanismo
3. Controllo
da intendere in termini di regolazione
4. Entropia “Ogni sistema (tecnico) isolato tende ad uno stato di disordine massimale o, in altri termini, alla maggiore omogeneità possibile attraverso il rallentamento e poi
la cessazione degli scambi al suo interno”
P. Breton, L’utopia della comunicazione, UTET, Torino 1995, p. 24
La cibernetica: elementi chiave
Collegato alla dialettica di ordine-disordine, deriva
dalla seconda legge della termodinamica
L'entropia viene utilizzata come misura del disordine di un
sistema
uno stato ordinato (semplice) e' maggiormente comprensibile (e quindi comunicabile) rispetto ad
uno stato disordinato
Tanto più è complesso il sistema
tanto più significativa è l'entropia
La cibernetica: elementi chiave
L’antitodo alla naturale tendenza all’entropia del nostro mondo è rappresentata dalla capacità dell’uomo di attivare processi locali fondati
sull’informazione
Riconoscimento del valore centrale della comunicazione per la sopravvivenza dell’universo, nella convinzione che
le società siano leggibili esclusivamente attraverso i messaggi che circolano e i mezzi impiegati per la loro
diffusione
Cibernetica: elementi chiave
Antidoto all’entropia
Cibernetica: elementi chiave
Alle tecnologie e alle macchine intelligenti deve essere delegata una quota di comando di controllo, in grado di
contrastare le lacune del cervello umano, guidato spesso da logiche di potere e di irrazionalità
(es. seconda guerra mondiale)
In questo contesto, la razionalità e la logica del computer vengono simbolicamente opposte al potere distruttivo della
bomba atomica
Centralità
degli scienziati (guida ed impegno etico)
delle macchine (quota di comando)
Così come la matematica è,
in buona sostanza, la scienza
delle relazioni, tutti i
fenomeni di quel mondo
possono essere compresi, in
fin dei conti, in termini di
relazioni, di scambio e di
circolazione d’informazione
P. Breton, L’utopia della
comunicazione, UTET, Torino 1995, pp. 19-20
Cibernetica
Turing ha formulato il concetto di Macchina universale di
Turing, ovvero una descrizione matematica di un
dispositivo computazionale.
Ha anche ideato un test in grado di
determinare se un apparecchio informatico rivela una
sorta di “intelligenza artificiale”.
Cibernetica: sviluppi
La cibernetica di Allen Turing e John von Neumann è diventata computer science,
intelligenza artificiale e robotica
Modello matematico informazionale
1933 Ludwig von Bertalanffy pubblica Modern Theories of Development, in cui vengono gettate le basi della teoria dei sistemi
1948 Claude Elwood Shannon pubblica The Mathematical Theory of Communication
Nello stesso anno Norbert Wiener pubblica Cybernetics or Control and Communication in the Animal and Machine, in cui si delinea la formulazione teorica della società dell'informazione, nonché il concetto di entropia: «La misura del grado di disorganizzazione di un sistema».
Sviluppi della teoria dell’informazione
Modello comunicativo della teoria dell’informazione di Shannon e Weaver
Attenzione focalizzata:
dal punto di vista metodologico, sulla scomposizione del processo comunicativo nei suoi elementi costitutivi;
dal punto di vista tecnico, sull’efficienza del processo comunicativo;
dal punto di vista dell’efficacia comunicativa, sulla capacità diffusiva delle comunicazioni di massa di trasmettere a vasti pubblici “gli stessi contenuti”.
Matematico americano, nato nel 1916
in Michigan, autore della Teoria
dell’informazione - The
Mathematical theory of
Communication (University of
Illinois Press, Urbana, 1949; trad. it, La
teoria matematica della comunicazione,
Etas Kompass, Milano, 1971)
Lavorava come ricercatore presso i Bell Telephone Laboratories
C. Shannon
Modello comunicativo della teoria dell’informazione di Shannon e Weaver
Matematico americano, nato nel
1894, traduce in un linguaggio più
idoneo a scopi divulgativi il lavoro
di Shannon, con il quale diventa
coautore della teoria matematica.
È professore di matematica presso
la Wiscounsin University.
W. Weaver
Modello comunicativo della teoria dell’informazione di Shannon e Weaver
Nella sua forma pura, la teoria dell’informazione è stata la scoperta di un ingegnere. I suoi successi pratici più cospicui si sono avuti nelle trasmissioni televisive a colori, nella progettazione dei sistemi radar di avvistamento a grande distanza, nella ricostruzione dei messaggi provenienti da lontani veicoli spaziali. Trattando l’informazione in termini definiti chiaramente, ma del tutto astratti, Shannon riuscì a generalizzarla.
Modello comunicativo della teoria dell’informazione di Shannon e Weaver
Shannon e Weaver, 1949
Teoria matematica dell’informazione
Fonte Trasmittente
Messaggio
Segnale Segnalericevuto
Messaggio
Ricevente Destinatario
Fonte del rumore
La comunicazione viene descritta come un processo lineare e monodirezionale
Trasmittente
Ricevente
Destinatario
Fonte
Fonte del rumore
Segnale Segnale ricevuto
Elementi fondamentali del modello:
Input
Output
Rumore Entropia Ridondanza
Modello matematico dell’informazione
Shannon e Weaver, 1949
trasmittente ricevente destinatario fonte
Fonte del rumore
segnale segnale ricevuto
Modello matematico dell’informazione
Interrogativi:
Che tipo di canale di comunicazione
può trasmettere la massima
quantità di segnale?
Quanto del segnale trasmesso sarà
disturbato dal rumore nel
passaggio da emittente a
ricevente?
Teoria matematica dell’informazione
1. La fonte produce un messaggio o una catena di messaggi che devono essere comunicati.
2. Il messaggio è trasformato in segnali da un apparato trasmittente.
3. L’apparato ricevente ha la funzione di ricostruire il messaggio a partire da questi segnali (bit).
4. La trasmissione del messaggio può essere disturbata dalla presenza di rumore.
5. Totale assenza di feedback.
Teoria matematica dell’informazione
Vantaggi:
il modello è importante perché fonda lo
studio della comunicazione come oggetto
autonomo.
Svantaggi:
il significato del messaggio è sostanzialmente
irrilevante in quanto la codificazione è un
problema di misura dell’informazione.
Modello matematico dell’informazione
Teoria dell’informazione
«Le grandi conquiste della teoria dell ’ informazione sono:
1) l’aver stabilito la capacità di canale e, in particolare, il numero delle cifre binarie necessarie a trasmettere l’informazione da una particolare sorgente;
2) l ’ aver mostrato che un canale disturbato ha un ritmo di informazioni in bit per carattere o per secondo al di sotto del quale è possibile una trasmissione senza errori nonostante la presenza del rumore»
J.R. Pierce, La teoria dell’informazione. Simboli, codici,
messaggi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1963, p.54
Bit termine inglese, contratto da binary digit (cifra binaria), che viene impiegato per designare la più piccola unità di informazione trasmissibile. La velocità di trasmissione di un segnale sarò quindi espressa in bit per secondo e l’entropia di una sorgente verrà espressa in bit per simbolo o per secondo
Ridondanza
la codificazione ridondante di un messaggio è quella che attribuisce ad ogni simbolo un numero di bit maggiore dell’entropia del messaggio, in modo da dare al ricevente un certo numero di chiavi per la correzione di eventuali errori
J. R. Pierce, La teoria dell’informazione. Simboli, codici, messaggi, Milano, Mondadori, 1963
Teoria matematica dell’informazione
glossario
Rumore
il rumore e il suo sinonimo, disturbo, sono termini generici impiegati per significare qualsiasi segnale
che si sovrapponga a quello trasmesso
Entropia
concetto introdotto nell’ambito della termodinamica; nella teoria dell’informazione, è la misura della
quantità di informazione effettivamente trasmessa da un messaggio: più alta è l’entropia, minore è l’informazione veicolata.
Teoria matematica dell’informazione glossario
Ad esempio, se in una biblioteca i libri sono
collocati a caso, la probabilità di trovare il libro
che si cerca è bassa e l’entropia alta; se i libri
sono ordinati per autore la
probabilità aumenta e
l’entropia si riduce; se
infine sono ordinati per
autore e per argomento,
la probabilità è ancora più
elevata e l’entropia ancora
più bassa.
03/11/2015 Pagina 68
Teoria matematica dell’informazione
glossario
Entropia e irreversibilità
In una bicchiere abbiamo una manciata di zenzero a destra ed una di cannella a sinistra. Se con un cucchiaino giriamo venti volte in senso orario abbiamo un insieme omogeneo di cannella e zenzero.
Se giriamo il cucchiaino venti volte in senso antiorario dentro la tazza non otterremo la situazione iniziale ma un sistema ancora più omogeneo.
Teoria matematica dell’informazione
Entropia e reversibilità
Possiamo pensare all'urto di due palle da biliardo (o all'oscillazione di un pendolo) e immaginare il fenomeno alla rovescia.
Possiamo pensare a un vaso di fiori che cade da un tavolo e si rompe in mille pezzi.
Non possiamo immaginare la scena alla rovescia, non riusciamo a pensare a
tanti pezzi di ceramica che si rimettono insieme ricomponendo un vaso, che si
riempie di acqua e fiori e torna sul tavolo.
Teoria matematica dell’informazione
Entropia – reversibilità Se venisse proiettato alla rovescia un filmato che illustra un fenomeno meccanico il pubblico potrebbe non accorgersi del senso inverso o, comunque, la cosa non risulterebbe strana o ridicola. In molti altri casi, invece, vedere proiettato un filmato alla rovescia certamente lascerebbe il pubblico interdetto o, quantomeno, divertito.
Teoria matematica dell’informazione
Entropia - disordine
Nella figura 4 è riportato un contenitore diviso in due parti da un
setto mobile. In ciascuna parte in cui è diviso il recipiente vi sono
molecole di un gas diverso. Se togliamo il setto divisorio le
molecole si saranno spontaneamente mescolate come in figura 5.
Si può certamente dire che la configurazione di figura 4 è più
ordinata di quella di figura 5.
Figura 4 Figura 5
Teoria matematica dell’informazione
Ridondanza
la parte di un messaggio che può essere eliminata senza sostanziale perdita di
informazione Per controllare che il messaggio sia stato ricevuto in maniera corretta: • il messaggio si può reiterare per intero o in parte; • si può chiede al ricevente di ripetere il messaggio. In un caso e nell'altro si devono inviare molti segnali non indispensabili. La ridondanza aumenta il lavoro il costo della comunicazione e perciò viene spesso considerata un limite.
Teoria matematica dell’informazione