Giornalino scolastico S.M. Metastasio - Cave

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pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 anno XX numero 3 Giugno 2012 giornale della scuola media statale “P.Metastasio” di Cave ATTENZIONE, PREGO! EPISODI DA PAURA CAMPO SCUOLA IN TRENTINO A L L’ I N T E R N O In queste ultime settimane sono accadu- te due cose terribili: l’attentato di Brin- disi e il terremoto in Emilia Romagna. Sabato 19 Maggio verso le otto meno dieci è scoppiata una bomba davanti ad una scuola superiore di Brindisi, intito- lata a Francesca Morvillo Falcone, ci sono stati otto feriti, un morto e un feri- to in gravi condizioni. Melissa Bassi, una ragazza di sedici anni, ha perso la vita e la sua amica Veronica è in gravi condizioni. All’inizio si è pensato ad un attentato di mafia, poi di terrorismo, visto che la scuola aveva vinto un premio per la legalità e proprio il pomeriggio ci sa- rebbe stata una manifestazione si questo tema. Ora le indagini sono in corso per scoprire i responsabili. Morire a sedici anni non è giusto, certe persone non pensano agli altri, ma solo a se stesse e fanno del male ad altre persone che non c’entrano niente, senza curarsi del dolo- re che causano! Domenica 20 Maggio, c’è stato un ter- remoto in Emilia Romagna. Sono morte sette persone, tra cui quat- tro operai sotto le macerie del capanno- ne dove stavano lavorando al turno di notte. Ci sono state diverse scosse nelle prime ore della notte, poi verso le quattro c’è stata una scossa di magnitudo 6. Il ter- remoto si è sentito a Ferrara, Modena e il paese più colpito è stato S. Agostino. Una settimana dopo, esattamente il 29 c’è stato un altro forte terremoto sempre nella stessa zona e i morti sono stati ancora di più. Sono crollati capannoni industriali, chiese e case nei centri stori- ci. E le scosse continuano ancora ades- so, le persone sfollate soffrono e spera- no, anche se la situazione è difficile e tragica. Celine Teragnoli, IIIF Pensieri sospesi L’ossimoro nelle poesie della IIID Piccoli scrittori crescono: Il sorriso di ValeLa galassia GolosonaUn sogno bellissimo In allestimento lo spazio museale della scuola Progresso scientifico e nuove tecnologie È giusto che i genitori aiutino i figli a fare i compiti? Poesia “ 4 amiche” Alla fine di Marzo, noi alunni della IIIF, insieme ai compagni della IIIB, siamo partiti per il viaggio di istruzione in Trenti- no, destinazione Lavarone. Il viaggio è stato lungo e fatico- so, anche perché molti sono i kilometri che ci separano da quella regione, ma non è stato mai noioso, perché le tappe pre- viste ci hanno aiutato a com- prendere meglio alcuni argo- menti che avevamo affrontato durante l’anno scolastico. La sera, quando siamo arrivati, dopo che le professoresse ci hanno assegnato le camere, ab- biamo cenato nel salone dell’albergo e poi ci siamo re- cati in un edificio comunale, dove abbia- mo co- nosciuto i nostri compa- gni di viaggio. Si tratta di alcu- ni ragazzi meravigliosi e simpati- ci, che provengono da ogni parte del mondo, e che lavorano per un’associazione chiamata “Rondine”. Rondine, infatti, è uno studentato internazionale che accoglie studenti universitari che provengono dai posti della Terra in cui ci sono dei conflitti, la sua sede è ad Arezzo. I ragazzi di SEMPRE PIÙ IN ALTO NELL’ARRAMPICATA SPORTIVA Ancora una volta gli atleti della scuola media “Metastasio” di Cave nella disciplina Arrampica- ta Sportiva hanno vinto le sele- zioni regionali a Roma e sono stati ammessi alle finali nazionali dei giochi sportivi studenteschi che si sono svolte in Umbria a Città di Castello il 23, 24 e 25 maggio scorsi. La FASI, Federazione Arrampi- cata Sportiva Italiana ha messo a disposizione delle scuole il bus La bacheca della scuola che riunisce i premi vinti dagli alunni nelle varie competizioni provinciali,regionali e nazionali di Arrampicata Sportiva.

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Il giornalino scolastico realizzato dai nostri alunni!

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anno XX numero 3 Giugno 2012

giornale della scuola media statale “P.Metastasio” di Cave

ATTENZIONE, PREGO!

EPISODI DA PAURA

CAMPO SCUOLA IN TRENTINO

A

L

L’

I

N

T

E

R

N

O

In queste ultime settimane sono accadu-

te due cose terribili: l’attentato di Brin-

disi e il terremoto in Emilia Romagna.

Sabato 19 Maggio verso le otto meno

dieci è scoppiata una bomba davanti ad una scuola superiore di Brindisi, intito-

lata a Francesca Morvillo Falcone, ci

sono stati otto feriti, un morto e un feri-

to in gravi condizioni.

Melissa Bassi, una ragazza di sedici

anni, ha perso la vita e la sua amica

Veronica è in gravi condizioni.

All’inizio si è pensato ad un attentato di

mafia, poi di terrorismo, visto che la

scuola aveva vinto un premio per la

legalità e proprio il pomeriggio ci sa-

rebbe stata una manifestazione si questo tema. Ora le indagini sono in corso per

scoprire i responsabili. Morire a sedici

anni non è giusto, certe persone non

pensano agli altri, ma solo a se stesse e

fanno del male ad altre persone che non

c’entrano niente, senza curarsi del dolo-

re che causano!

Domenica 20 Maggio, c’è stato un ter-

remoto in Emilia Romagna.

Sono morte sette persone, tra cui quat-

tro operai sotto le macerie del capanno-ne dove stavano lavorando al turno di

notte.

Ci sono state diverse scosse nelle prime

ore della notte, poi verso le quattro c’è

stata una scossa di magnitudo 6. Il ter-

remoto si è sentito a Ferrara, Modena e

il paese più colpito è stato S. Agostino.

Una settimana dopo, esattamente il 29

c’è stato un altro forte terremoto sempre

nella stessa zona e i morti sono stati

ancora di più. Sono crollati capannoni

industriali, chiese e case nei centri stori-ci. E le scosse continuano ancora ades-

so, le persone sfollate soffrono e spera-

no, anche se la situazione è difficile e

tragica.

Celine Teragnoli, IIIF

Pensieri sospesi L’ossimoro nelle poesie della IIID Piccoli scrittori crescono: Il sorriso di Vale— La galassia Golosona— Un sogno bellissimo In allestimento lo spazio museale della scuola Progresso scientifico e nuove tecnologie È giusto che i genitori aiutino i figli a fare i compiti? Poesia “ 4 amiche”

Alla fine di Marzo, noi alunni

della IIIF, insieme ai compagni

della IIIB, siamo partiti per il

viaggio di istruzione in Trenti-

no, destinazione Lavarone.

Il viaggio è stato lungo e fatico-

so, anche perché molti sono i

kilometri che ci separano da

quella regione, ma non è stato

mai noioso, perché le tappe pre-

viste ci hanno aiutato a com-

prendere meglio alcuni argo-

menti che avevamo affrontato

durante l’anno scolastico.

La sera, quando siamo arrivati,

dopo che le professoresse ci

hanno assegnato le camere, ab-

biamo cenato nel salone

dell’albergo e poi ci siamo re-

cati in un edificio comunale,

dove

abbia-

mo co-

nosciuto

i nostri

compa-

gni di

viaggio.

Si tratta

di alcu-

ni ragazzi meravigliosi e simpati-

ci, che provengono da ogni parte

del mondo, e che lavorano per

un’associazione chiamata

“Rondine”. Rondine, infatti, è

uno studentato internazionale che

accoglie studenti universitari che

provengono dai posti della Terra

in cui ci sono dei conflitti, la sua

sede è ad Arezzo. I ragazzi di

SEMPRE PIÙ IN ALTO NELL’ARRAMPICATA SPORTIVA

Ancora una volta gli atleti della

scuola media “Metastasio” di

Cave nella disciplina Arrampica-

ta Sportiva hanno vinto le sele-

zioni regionali a Roma e sono

stati ammessi alle finali nazionali

dei giochi sportivi studenteschi

che si sono svolte in Umbria a

Città di Castello il 23, 24 e 25

maggio scorsi.

La FASI, Federazione Arrampi-

cata Sportiva Italiana ha messo a

disposizione delle scuole il bus

La bacheca della scuola che riunisce

i premi vinti dagli alunni nelle varie

competizioni provinciali,regionali e

nazionali di Arrampicata Sportiva.

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Pagina 2

Rondine ci hanno accompagnato

per tutto il viaggio, facendoci

svolgere delle attività utili a

comprendere quanto inutile sia la

guerra, e come si possono risol-

vere pacificamente i conflitti.

Durante il campo scuola abbiamo

visitato il Museo della Guerra di

Rovereto: è stato molto interes-

sante, perché gli oggetti e le armi

erano esposti in modo da rico-

struire tutti gli avvenimenti della

Grande Guerra. Inoltre la guida

ci ha spiegato con molta atten-

zione le tattiche di guerra e i

combattimenti fra i due fronti e

ci ha illustrato per filo e per se-

gno come erano strutturate le

trincee italiane e quelle austro-

ungariche.

Noi, a sentire questi racconti,

abbiamo provato delle forti emo-

(Continua da pagina 1) zioni, perché studiando la storia

sui libri, non ci eravamo resi

conto fino in fondo di ciò che è

realmente accaduto. Invece,

arrivando lì, sul luogo del fron-

te, ci siamo un po’ emozionati a

vedere quelle strette stradine,

chiamate trincee, dove molti

soldati erano costretti a stare

attenti per non rischiare la vita.

Un’altra tappa del viaggio è

stata la visita alla Campana del-

la pace Maria Dolens. Qui ab-

biamo ammirato la suggestiva

campana costruita con il bronzo

fuso dei cannoni usati nella

Grande Guerra, che si trovava

sopra un’incantevole fontana.

La mattina dell’ultimo giorno

abbiamo fatto una lunga e fati-

cosa escursione in montagna e

poi più tardi, ci siamo recati

presso il Forte Belvedere, dove

i soldati austriaci erano appostati

durante la guerra. Visitando que-

sta fortezza abbiamo capito in

quali dure condizioni si trovava-

no a vivere i soldati, al freddo e

senza poter vedere la luce del

sole per lunghi periodi.

La sera, infine, abbiamo fatto

una festa per salutarci e conclu-

dere il nostro percorso.

In conclusione, lo scopo della

gita è stato conoscere più a fondo

gli avvenimenti della prima guer-

ra mondiale e intrattenerci con

gli studenti di Rondine, che ci

hanno coinvolti in alcune attività

per farci conoscere anche i loro

paesi d’origine. A parer nostro,

questo viaggio d’istruzione è sta-

to molto interessante e ricco di

esperienze!

Serenella Bozhanaj e Adele Forte IIIF

Il manifesto della finale nazionale dei

Giochi Sportivi Studenteschi di Ar-

rampicata Sportiva 2012 e i pettorali

dei tre atleti partecipanti.

Quando il Prof. Barban mi ha

annunciato che avrei potuto par-

tecipare anche io, insieme a Den-

nis Molla e William Lucci, per il

punteggio raggiunto nelle prece-

denti competizioni, ho esultato!

Ospitati nei tre alberghi messi a

disposizione dall’organizzazione,

studenti di tutta Italia si sono ri-

trovati nella storica Città di Ca-

stello. Le gare sono state impe-

gnative e con modalità diverse

rispetto a quelle cui eravamo abi-

tuati. Eravamo tesi ed emozionati

e ciò ha influito sulle nostre ca-

pacità; ma è stato bello vedere le

prestazioni dei migliori. I ragazzi

altoatesini sono stati eccezionali

poiché, dalle parti loro, imparano

ad arrampicare ancor prima di

imparare a camminare! Anche se

non abbiamo ottenuto un ottimo

risultato, è stato comunque un

grande onore aver potuto rappre-

sentare la Regione Lazio in que-

sta importante manifestazione. Valerio Topani, IIID

PENSIERI SOSPESI per il trasporto e si è fatta carico

dell’alloggio dei ragazzi parteci-

panti.

Erano presenti 46 istituti scola-

stici con 140 studenti normodota-

ti e 18 studenti-atleti paralimpici.

Nella combinata cadetti si sono

distinti Denis Molla (22°), Vale-

rio Topani (30°) e William Lucci

(34°). L’avviamento a questa

pratica sportiva inizia dall’anno

scolastico 2002/2003, quando il

professore di Scienze Motorie e

Sportive Antonio Barban propo-

ne al Preside la costruzione di

una parete di arrampicata sporti-

va in palestra. Vengono trovati i

fondi e a dicembre 2003 viene

inaugurata la parete. Intanto il

prof. Barban inizia ad allenare gli

alunni a Palestrina nella palestra

del liceo fin da ottobre 2002 e le

prime gare vedono cinque atleti

alle finali regionali. L’attività

Arrampicata Sportiva si articola

nel corso dell’anno scolastico

all’interno delle lezioni currico-

lari e viene affrontata dagli alun-

(Continua da pagina 1) ni con sempre più entusiasmo.

Non è la prima volta che arri-

viamo alle finali nazionali, è

gia successo nel 2006 quando

le finali si sono svolte a Lecco.

Quest’anno poi siamo stati invi-

tati come squadra rappresentan-

te il Lazio l’8 giugno a Roma

alla quinta edizione di “Sport

Book. Verremo premiati dal

MI UR ( M in is t e r o de l -

l’Istruzione, Università e Ricer-

ca) e dal CONI e siamo vera-

mente soddisfatti dei risultati.

Grazie al nostro allenatore prof.

Barban.

Page 3: Giornalino scolastico S.M. Metastasio - Cave

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L’OSSIMORO NELLE POESIE DELLA III D Studiando il testo poetico e gli elementi che lo caratterizzano, gli alunni della III D hanno dimostrato inte-

resse particolare per l'ossimoro, soprattutto come figura retorica che caratterizza la poesia del '900 italiano.

Il Sole E un assordante tuono silenzioso catturò

la mia attenzione al cielo,

un evidente incomprensibile:

si ebbe un sereno tempestoso;

e il sole oscuro venne coperto come una

fanciulla avvolta in un velo. Valerio Topani

La musica E fui attratto da una meravigliosa melo-

dia stonata:

un esperto incapace vi fu l’autore;

intorno echeggiò un senso di pace freneti-

ca,

e da uomini e animali subito fu amata. Valerio Topani

Il momento E nella bianca notte un suono:

un urlo silenzioso, stridulo, ansimante,

interruppe la triste felicità

che mi travolgeva fino a quel lunghissi-

mo istante;

un momento che durò un’eternità,

un dolore che durò un istante. Maddalena Mula

La sensazione Seduto sul deserto acquoso,

in un grande silenzio rumoroso,

nella notte,

con il caldo del fuoco gelido,

mentre osservo le pianure montuose. Simone Tessarin

L’inverno Su la vetta di un alto colle,

un cane solitario abbaiava alla campa-

gna,

ed era l’armonia di questa valle caotica;

inverno d’intorno,

colori grigi e cupi,

aria gelida. Riccardo Cangemi

Il tuono La notte oscura porta mille intrighi e

sorprese,

e mentre un artigiano lavorava con

cura,

sentì un tuono all’improvviso,

e si rese conto dell’imminente arrivo

della pioggia;

e spento tutto,

si sedette vicino al focolare ardente. Gabriel Vicol

Una calda tempesta Ed un improvvisa calma tempesta si

scatenò;

si mostrò come un fuoco gelido in noi,

come una rigida estate,

che dava l’impressione di essere come

un fulmine a ciel sereno. Laura Vigliotta

La burrasca In un buio lucente,

si scatenò una calma tempesta;

dentro il piccolo grande uscio,

un fuoco gelido oscurava l’illuminata

casa;

noi ormai caduti in una divertente noia. Margaret Pizzuti

La tempesta Una grossa nube coprì il cielo:

un sole freddo, coperto, angosciante,

ed un cielo soffocante,

come se chiedesse aiuto,

e la nube minacciosa, perfida,

si preparava per la tempesta:

cominciò a piovere nella città fanta-

sma. Alessio Chialastri

Il sale E sale e zucchero si mostrarono quel

che erano:

il sale salato,sottile;

lo zucchero zuccheroso, bianco…

bianco…bianco, chiuso nell’armadio;

assaggiai il sale-zuccheroso,

ed era come una sostanza velenosa

che si divise nel mio stomaco. Giuliano Profir

La prima neve Ieri sera,

quando chiusi gli occhi,

sognai la neve

che cadeva a fiocchi;

la mattina seguente,

mi alzai

e vidi la neve soffice, lieve,

e le casette stupefatte,

ch’erano bianche come latte. Daiana Leva

Il silenzio Un silenzio assordante,

come un piacere torturante,

si avverte come se niente fosse,

terribilmente meraviglioso. Diana Sbaraglia

La villa Laddove una pianura alta cadeva in

depressione,

il fuoco gelido di una villa piccola

scaldava freddolosamente il vecchio

giovane:

un urlo silenzioso di un neonato vecchio

svegliò la piccola villa caduta in depres-

sione. Gianluca Felici

La strada spenta Camminando per la strada,

incontrai una banda silenziosa,

mentre pioveva a dirotto;

un lampo spento accentuò appena quel-

la banda:

e tutte le persone,

dentro le loro umili case,

avevano nel camino un fuoco gelido. Lorenzo Pandolfi

Il porto E mare e porto si mostrò qual era:

il mare calmo burrascoso;

il porto affollatamene silenzioso;

ed un tratto un dolore impercettibile si

accese come la buia luce di un faro Aleks Balliu

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Da quando seppe della sua malattia, sul suo viso, sul viso di Vale, era

scomparso il sorriso. La voglia di

vivere era scomparsa da quando era

stata messa al corrente del fatto che avrebbe dovuto combattere una bat-

taglia, la più difficile della sua vita,

quella decisiva. Aveva perso la speranza, ed io in

qualche modo volevo restituirgliela,

volevo rivedere sul suo viso quel sorriso che mi aveva dato tanta for-

za in passato. Stavo tornando da

casa sua, quella sera, era debole,

ormai se ne stava tutto il giorno nel letto, convinta che non ce l’avrebbe

fatta … Insomma, per la via di casa

mi inoltrai in una stradina buia e isolata. Improvvisamente nel buio

risplenderono due occhioni giganti,

di un azzurro spettacolare. Era un animale di cui ignoravo l’esistenza,

dal manto giallo, il corpo sembrava

quello di una pantera, cosa che al

primo impatto sembrava caratteriz-zare la forza … ma da quegli oc-

chioni traspariva tanta dolcezza, nei

suoi occhi vidi il sorriso di Vale, quel sorriso perso da tempo, che

volevo ritrovare assolutamente. Mi

fece cenno con la testa di salire sulla

sua schiena. In quel momento misi da parte la razionalità, non pensai

alle conseguenze e feci quello che

mi chiedeva. Dopo pochi secondi si alzò in volo, ma lo fece così veloce-

mente che non ebbi il tempo di ren-

dermene conto. Chiusi gli occhi, avevo paura di guardare ciò che sta-

va succedendo. Tempo uno, forse

due minuti eravamo arrivati. Non

feci in tempo a guardarmi intorno che quell’animale divenne una ra-

gazza. Mi disse che si chiamava

Ilega, mi raccontò che ero stata scel-ta per esaudire un mio desiderio, ma

me la sarei dovuta cavare da sola. In

quel luogo si trovavano tutte le cose perse dagli uomini e io avrei dovuto

sceglierne solo una da riportare sul-

la Terra, per me o per una persona a

me cara. Il mio pensiero andò a Va-le, volevo ridonarle il sorriso. Quel-

la ragazza, nonostante la sua giova-

ne età, mi diede l’impressione di

essere molto saggia, mi consigliò

di seguire il mio cuore, di non es-

sere razionale. Ero confusa, non sapevo cosa fare da sola in quel

luogo, era tutto nelle mie mani.

Sinceramente, non sapevo neanche cosa ci fosse lì, quindi cominciai

ad esplorare. C’erano tante, ma

tante cose… Trovai l’umiltà, era

un liquido bianco racchiuso in dei piccolissimi contenitori; c’era la

semplicità, che ormai è davvero

rara da trovare; c’era la forza inte-riore, quella che ti spinge sempre

ad andare avanti, era chiusa in una

scatoletta. Di quella Vale non ave-

va bisogno, era forte, andava avan-ti, lottava, ma aveva bisogno di

crederci, di sperare, di riuscire in

questa battaglia. Prima eravamo una la forza dell’altra. Ultimamen-

te fingevo sempre un sorriso, non

volevo renderla più triste di quanto già non fosse. Della forza ne ave-

vo, invece, bisogno io, io ero de-

bole, e quella poca forza che mi

era rimasta ora l’avevo persa, ve-devo tutto grigio da quando avevo

saputo della malattia di Vale. Ero

tentata di prendere la mia forza, ma non lo feci, ero lì per Vale.

Trovai, inoltre, delle cose che non

sarebbero dovute stare lì e che mi hanno rattristata ancora di più.

C’era: la voglia di essere se stessi,

i sogni, la generosità, il desiderio

di conoscere … e tante altre cose che non sto qui ad elencare. Avevo

camminato per ore e ore e, stanca

e affamata, mi addormentai. Venni

risvegliata d un rumore terribile, davanti a me c’era un mostro gigan-

te, dagli occhi rossi, con dei denti

lunghi e affilati, stava per morder-

mi, quando dal cielo arrivò Ilega che, con un colpo di coda, fece ca-

dere il mostro a terra. Mentre lei lo

teneva fermo, io presi un’ampolla che conteneva il senno, la ragione, e

versai il contenuto in bocca al mo-

stro, che si trasformò in un bellissi-mo ragazzo che si chiamava Gania

ed era il fidanzato di Ilega. Lui, in

seguito ad una lite, aveva perso la

ragione e uccideva chiunque incon-trasse. Per ringraziarmi Ilega mi

diede la possibilità di scegliere tra la

salute e la speranza di Vale. Caddi nella confusione totale, potendo le

avrei prese entrambe. Poi feci un

ragionamento che può sembrare sciocco, ma in realtà non lo è. Non

aveva senso donarle la salute, se poi

non si fosse goduta la sua vita, se si

fosse buttata giù alla minima diffi-coltà, credendo di non farcela. Può

sembrare folle, lo so, ma scelsi la

speranza, seguii il mio cuore, spera-vo solo di non dovermene pentire.

Improvvisamente mi ritrovai cata-

pultata sulla Terra, in quella stradina

buia da cui era cominciato tutto, quindi tornai a casa. Il giorno dopo

mi squillò il telefono, era Vale. Lei

sapeva tutto, aveva seguito attraver-so un sogno questa mia avventura.

Mi disse se volevo andare con lei a

fare un giro per Roma, accettai im-mediatamente. Finalmente era tor-

nata la Vale di sempre. Quel pome-

riggio ci divertimmo tantissimo,

come non facevamo da tempo. Vale voleva godersi la sua vita, fino

all’ultimo secondo, e ci credeva,

credeva di potercela fare… Infatti superò quella terribile batta-

glia, sconfisse la malattia e io non

mi sono pentita della mia scelta. Non me ne sarei pentita neanche se

non fosse finita nel migliore dei mo-

di, perché la vita è una sola e biso-

gna godersela fino in fondo. Biso-gna crederci, sempre!!!

Rebecca Galuppi, IIE

Piccoli scrittori crescono …

I L S O R R I S O D I V A L E

Page 5: Giornalino scolastico S.M. Metastasio - Cave

Pagina 5

Sto viaggiando sulla mia astrona-

ve,verso la galassia Golosona, in

cerca di nuovi esseri.

Certo, la cosa mi spaventa un

po’, dato che è la mia prima spe-

dizione.

Mi chiamo Martina, sono

un’astronauta appena diplomata,

e, come ho detto prima, sto viag-

giando verso questa nuova galas-

sia, detta Golosona perché la sua

forma ricorda un gelato.

Oltre a me, sulla navicella ci so-

no:mio fratello Tommaso, mia

sorella Caterina e i miei cugini:

Federica, Erica, Andrea, France-

sco, Mattia e Silvia.

Siamo tutti astronauti.

Ai fornelli ci sono le nonne: Vit-

toria, Gianna e Virginia;

alla pulizia dell’astronave ci so-

no: mia madre Roberta e le mie

zie Paola, Francesca e Rossana.

Per finire, alla manutenzione del-

la navicella, ci sono Elio, mio

padre, e i miei zii: Massimiliano,

Mauro e Francesco.

Oh! Quasi dimenticavo! A bordo

della mia astronave ci sono an-

che due cani spaziali: Fulmine

(un bassotto tedesco) e Dic (un

Labrador).

Ok, ora basta perdesi in chiac-

chiere, sto per entrare nella ga-

lassia Golosona, più precisamen-

te sul pianeta Zucchero Filato.

Appena atterrati ci buttiamo tutti

per terra per mangiare più zuc-

chero filato possibile, ma poi io

li fermo tutti dicendo che, se a-

vessimo continuano così, il pia-

neta sarebbe scomparso.

Su questo pianeta ogni cosa è

fatta di zucchero fila-

to, dalla terra alle stra-

ne piante che ci cir-

condano e agli abitan-

ti.

Uh! Guarda! Ce n’è uno pro-

prio davanti a noi! Cosa?!?! Un

Filato??? Aiuto!!!! Scappia-

mo!!!

Ma il Filato ci ferma dicendo

delle assurde parole tutte piene

di “f”.

Poi si mette un congegno

nell’orecchio e inizia a parlare

l’italiano. Assurdo!

Poi borbotta “Per tutti i dolcetti,

avete capito che dovete fermar-

vi! Io sono da solo su questo

pianeta e sono tanto triste. Fer-

matevi a giocare un po’ con

me! Per favooooooreeeee-

e!!!!!!!!!” E ci fa gli occhioni

grandi e dolci. Noi non resistia-

mo e iniziamo a giocare ad ac-

chiapparella.

Però poi gli dico: “Senti, scusa,

io dovrei fotografarti per dimo-

strare la tua esistenza, capisci?”

Lui sconsolato mi dice: “No,

non fotografarmi, o tutti verran-

no qui per vedermi e poi man-

geranno tutto il mio pianeta. Mi

capisci,vero?” Io lo guardo con

aria interrogativa.“Avete visto

quando siete arrivati? Avete

iniziato a mangiare il mio pia-

neta! Pensa se continuassero a

arrivare moltissime persone,

cosa ne rimarrebbe del mio

mondo?” Stavo per risponder-

gli, ma Federica e Caterina mi

convinsero a lasciarlo da solo.

Poco dopo ci rimbarcammo tut-

ti sulla navicella, salutando con

ampie bracciate il nostro amico

Filato, che resterà per sempre

nel suo mondo segreto.

Martina Zimpi, IB

Piccoli scrittori crescono … LA GALASSIA GOLOSONA

C a r o a m i c o ,

io stanotte ho fatto un sogno bellis-

simo, ho sognato di vivere nell'anno

2100 in un ambiente pulito e rispettato da tutti: mi sono trovata in un paese di

nome Naturaland, un paese dal colore

verde, pieno di alberi, prati e di fiori

colo-ratissimi e profumati. Lì,

in quel paese incantato non esistevano

le macchine, ma soltanto delle biciclette

super veloci, quindi non c'era lo smog.

Ogni casa aveva a disposizione dei bi-

doni colorati e in ciascuno doveva but-

tare un materiale diverso: ad esempio il

verde per il vetro, il giallo per la carta,

il blu per la plastica e il marrone per i r i f i u t i o r g a n i c i . E r a t u t t o

ben organizzato, infatti per terra non

c'era nemmeno una cartaccia!

Le fabbriche non esistevano, perché lì

c'erano dei grandi edifici dove le perso-

ne producevano artigianalmente, per

tutti, le cose necessarie e utili per vivere

La Luce e il riscaldamento venivano

presi dall’energia solare, attraverso i

pannelli solari; l'acqua invece veniva

presa dal mare limpido e pulito, facen-dola arrivare nelle case attraverso le

tubazioni. Lì in quel paese la

gente si prendeva cura dell'ambiente e

non sprecava le importanti risorse ener-

get i ch e. A guardar e i l ci e l o

io mi divertivo, perché era azzurro e

pieno di uccelli che volavano liberi.

Anche il mare era meravigliosamente

blu, non c'era l'inquinamento, non c'era-

no quelle odiose lattine che spesso vedo

dappertutto.

T u t t o e r a i n c a n t e v o l e . L a g e n t e n o n c o n o s c e v a

la parola "guerra" e la parola

"violenza" , perché non esistevano, re-

gnava il rispetto, l'ordine, la purezza e

la civiltà; mentre qui nel nostro mondo

è e s a t t a m e n t e i l c on t r a r i o .

Il mondo che ho sognato è un mondo

immaginario perché è perfetto, ma non

irrealizzabile.

Dico questo perché se tutti noi iniziamo

a rispettare l’ambiente e a rispettarci l'un l'altro, forse un giorno anche noi

avremo un mondo migliore per un

FUTURO MIGLIORE!!!

Adele Forte, IIIF

UN SOGNO BELLISSIMO

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I n a l l e s t i m e n t o l o

S P A Z I O M U S E A L E N E L L ’ A T R I O D E L L A S C U O L A

Il progetto di creare uno spazio

all’interno della scuola da dedi-

care all’ambiente naturale del

nostro territorio, i Monti Prene-

stini, parte da molto lontano: era

il 1996 quando la scuola media

insieme all’Associazione Natura-

listica Orchidea organizzò una

serie di uscite sul territorio con

gli alunni e gli insegnanti per co-

noscere e apprezzare l’ambiente

naturale. Seguirono poi negli an-

ni varie attività di educazione

ambientale che i ragazzi hanno

sempre apprezzato con entusia-

smo aderendo alle varie iniziati-

ve, dalla pulizia del Parco di villa

Clementi, divenuto poi Monu-

mento Naturale, alle escursioni

alla valle del Rio, al fosso di Mo-

la Bossi, ai castagneti di Caprani-

ca e diRocca di Cave, le visite al

museo Paleontologico di Rocca

di Cave con la scoperta della via

dei fossili, il Museo naturalistico

di Capranica e le escursioni in

montagna. Molte sono state le

associazioni naturalistiche che ci

hanno accompagnato nella cono-

scenza dell’ambiente in cui vi-

viamo. Quest’anno finalmente,

con la disponibilità del profes-

sore di Arte e Immagine Anto-

nio Punturo, all’interno del la-

boratorio “Bottega d’Arte” Ab-

biamo realizzato una scenogra-

fia che faccia da sfondo ad una

serie di animali imbalsamati

che abbiamo ricevuto in dono

dall’Associazione Orchidea,

tutti animali trovati sui nostri

monti uccisi da pseudo-

cacciatori e che l’associazione

ha fatto imbalsamare perché i

ragazzi li osservassero con cal-

ma. La guardia forestale Raffa-

ele Luca, accompagnatore stori-

co dell’associazione, ci darà

una mano a collocare gli ani-

mali nell’ambiente che abbia-

mo ricreato sul muro. A fine

giugno la grande bacheca sarà

pronta per essere ammirata da

tutti noi.

Gli autori del fondale sono gli

allievi della “Bottega d’Arte”:

Alex Di Nunzio, Riccardo Gra-

ziosi, Riccardo Lucia, Alessia

Maugliani, Gabriele Passi,

Marco Rubino giudati con sa-

pienza e pazienza dal maestro

Antonio Punturo.

Particolare dello scenario di fondo dello spazio museale

Una parte della collezione di animali che

troveranno posto nello spazio museale

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PROGRESSO SCIENTIFICO E NUOVE TECNOLOGIE:

SPERANZA O PERICOLO PER L’UMANITA?

La scienza ha

migliorato mol-

tissimo la qualità

della vita in qua-

si tutto il mondo,

grazie ad essa la

durata della vita

stessa di tutti noi

è aumentata nettamente, infatti la

speranza di vita si è quasi rad-

doppiata, non si muore più di

malattie facili da curare, come

per esempio il morbillo o

l’influenza. Anche per malattie

molto gravi, come può esserlo il

cancro, grazie alla scienza si so-

no trovate delle cure e dei metodi

per agevolare la guarigione.

Oltre all’ambito delle medicine,

un drastico miglioramento c’è

stato anche nel campo tecnologi-

co ed informatico. Al giorno

d’oggi comunicare con qualcuno,

anche se si trova dall’altra parte

del mondo, risulta facilissimo.

Grazie ad apparecchi come la

webcam ci si può guardare attra-

verso lo schermo del nostro com-

puter, ma soprattutto grazie

all’invenzione di internet tutto il

mondo è più vicino. Internet ha

rivoluzionato il nostro modo di

vivere, con questo strumento si

può accedere alle conoscenze di

tutto il mondo in modo facile e

veloce. Insomma, la scienza e la

tecnologia hanno veramente

cambiato in meglio tutta la nostra

vita…

Ma guardiamo anche l’altra fac-

cia della medaglia.

Secondo me, a causa delle nuove

scoperte scientifiche si è arrivati

ad un punto un po’ pericoloso.

Per esempio la scoperta e soprat-

tutto l’uso dell’energia nucleare

ha portato danni irreparabili a

nostro pianeta, quando nella se-

conda guerra mondiale è stata

usata la bomba atomica oppure

quando nel 2011

in Giappone ci

furono moltissi-

mi problemi cau-

sati dal terremoto

che distrusse una

parte della cen-

trale nucleare di

Fukushima, uccidendo molte

persone e provocando un gra-

vissimo disastro ambientale.

Un altro problema, di cui mi

preme molto parlare, è l’uso

degli animali per gli esperimen-

ti e nella vivisezione. Secondo

me, questa orribile e crudele

pratica dovrebbe essere abolita.

Molti degli esperimenti che

fanno sono inutili e non è giu-

sto che milioni di animali sof-

frano per esperimenti così stu-

pidi.

E infine, c’è un ultimo proble-

ma, nato a causa dell’invenzio-

ne di internet e dei social net-

work, la dipendenza da essi.

Soprattutto noi giovani siamo

condizionati moltissimo dal

mondo di internet, degli appa-

recchi tecnologici come com-

puter, cellulari, TV e mp3.

Scommetto che senza questi

mezzi, di comunicazione e non,

non riusciremmo a vivere. Non

sappiamo più apprezzare nulla,

dobbiamo avere sempre di più e

non ci accontentiamo mai.

Insomma, concludendo questo

mio discorso, io penso che sen-

za le nuove scoperte scientifi-

che e tecnologiche sicuramente

la nostra vita sarebbe peggiore,

ma non sotto tutti gli aspetti.

Infatti forse vivremmo anche

meglio, non saremmo dipen-

denti dalla tecnologia, milioni

di animali non soffrirebbero e il

nostro pianeta sarebbe più sano.

Bisogna imparare a mediare!

Morgana Giulianelli, IIIF

Il lab.extracurricolare “Musical”

mette in scena

G R E A S E

I ragazzi della nostra scuola hanno mes-

so in scena con l’aiuto dei maestri di

danza Fabio Bangrazi e Alessia Palma-

rini il musical “Grease”.

Questo musical parla di due ragazzi di nome Denny e Sandy che si erano cono-

sciuti al mare in estate e si erano inna-

morati. Quando era finita l’estate i due

pensavano che non si sarebbero visti

più. Invece il primo giorno di scuola si

incontrano e sono felicissimi, ma

Denny per farsi notare anche dai suoi

amici la tratta malissimo e Sandy ci

rimane male ma prova ancora gli stessi

s e n t i m e n t i p e r l u i .

Noi ragazzi abbiamo cercato di ripren-dere tutti gli aspetti di quel periodo e ci

siamo riusciti soprattutto con i vestiti.

Ci siamo impegnati molto per dare al

pubblico delle emozioni,così come noi

ci siamo emozionati e impegnati mentre

lo provavamo. Con molta fatica e diver-

timento abbiamo messo in scena questo

spettacolo. Visto che nello spettacolo i

ragazzi erano solo due e le ragazze mol-

te di più, Fabio e Alessia hanno pensato

di far fare la parte da maschio ad alcune

ragazze. Per i vestiti è stato molto sem-plice perché negli anni ’70 i ragazzi

andavano vestiti tutti nello stesso modo,

mentre le ragazze con dei vestitini a

pois o gonne e camicette. Il giorno dello

spettacolo era arrivato e noi molto agi-

tati siamo entrati in scena. Fatto il pri-

mo ballo siamo state più tranquilli e

tutti i docenti e i ragazzi ci applaudiva-

no contenti. Domenica replicheremo per

genitori e parenti. Questo progetto se-

condo me è stato molto utile perché ci ha aiutato ad essere più aperti, a fare

nuove amicizie e a divertirci un po’. Alessia Pochesci , II D

Page 8: Giornalino scolastico S.M. Metastasio - Cave

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SCUOLA MEDIA STATALE “P. METASTASIO”

Istituto Comprensivo “Via Matteotti 11” 00033 CAVE

TEL 069580694 FAX 069509006

E-mail [email protected]

Direttore responsabile Giuseppe D’Uffizi

Redazione a cura della prof.ssa Virginia Ciprari Stampato in proprio

E’ giusto che i genitori aiutino i figli a fare i compiti? come dobbiamo lavorare, quindi è un

bene apprendere e imparare per il

nostro futuro già da ora.

La colpa è di quei genitori che sono

troppo deboli e compiono il dovere dei figli, non si accorgono che così

non li aiutano, anzi li danneggiano

solamente. I nostri genitori già ci sono

andati a scuola e già hanno imparato,

ora tocca a noi figli imparare.

Delle soluzioni potrebbero essere:

lasciare i figli al proprio dovere per

prepararli al futuro e aiutarli solo se

ce n’è davvero necessità, i figli ovvia-

mente devono imparare a cavarsela da

soli e a rendersi conto che tutto questo

viene fatto per il loro bene. Erika Chialastri, IIIF

E’ giusto che i genitori aiutino sempre i

figli a fare i compiti, o addirittura che li

facciano al posto loro? Secondo me, no!

Questa è solo la mia opinione, ma non

credo che i figli possano imparare qual-

cosa se i genitori fanno compiti al po-

sto loro. Ovviamente qualche spiegazio-

ne ai genitori si può anche chiedere, ma

non tutto. Io dico così per la mia espe-

rienza personale, perché io non ho mai avuto la possibilità di avere qualcuno

che mi aiutasse a fare i compiti, perché i

miei genitori lavorano entrambi, ma

anche se avessero avuto il tempo per

rimanere a casa, non credo che mi a-

vrebbero aiutato. Non per cattiveria, ma

semplicemente perché io non avrei im-

parato niente, anche perché sanno che

posso farcela benissimo da sola.

Credo sia giusto che, se un figlio è in

difficoltà, i genitori cerchino di aiutarlo, ma ci sono dei ragazzi che approfittano

dei genitori e gli fanno fare i compiti al

posto loro. Ognuno ha l’obbligo di svol-

gere il proprio dovere, che poi, oltre ad

essere un dovere, è anche un interesse

personale e quindi un diritto. In futuro

non ci saranno i genitori a spiegarci

Molti genitori aiutano i figli nello

svolgere i compiti a casa. Io ritengo

che sia un’abitudine che non aiuta

veramente noi studenti. Molti ragazzi

dicono che senza l’aiuto dei genitori non riescono a comprendere e a svol-

gere i compiti assegnati. Io posso ca-

pire quei ragazzi che hanno gravi pro-

blemi nel comprendere ciò che i pro-

fessori spiegano, ma alcuni ragazzi si

fanno aiutare dai genitori perché sono

pigri e non vogliono impegnarsi. Una

cosa molto negativa è il fatto che alcuni

genitori svolgono i compiti al posto dei loro figli. Questo non aiuta per niente i

ragazzi, perché quando si trovano in

classe non riescono a spiegare perché

hanno svolto un certo esercizio in quel

modo. Inoltre, quando questi ragazzi

devono fare le verifiche non riescono a

svolgerle. Possiamo paragonare i geni-

tori ad un leone e i ragazzi a dei cuccio-

li di leone. Quando il leone deve inse-

gnare ai suoi cuccioli come si deve cac-

ciare, prima fa vedere a loro come si fa,

ma poi è lui che osserva se hanno capito e li lascia cacciare da soli. Questo è

molto utile per i cuccioli, perché quan-

do si trovano da soli riescono a cacciare

senza l’aiuto del leone. Similmente i

genitori possono far vedere o possono

rispiegare un esercizio, ma poi devono

far sì che il figlio lo contini da solo.

Così facendo, il figlio capisce

l’esercizio e può svolgerlo da solo

quando ci sarà una verifica. Io penso

che i genitori devono aiutare solo i figli che hanno gravi problemi nello svolgere

i compiti, ma non devono mai svolgerli

loro. Questo perché prima di tutto i figli

non capiranno mai l’argomento e inoltre

i genitori sono molto indaffarati e quin-

di non possono sprecare tutto il pome-

riggio ad aiutare i figli. Se tutti i pome-

riggi noi ragazzi non capiamo un eserci-

zio, allora significa che non ascoltiamo

le spiegazioni dei professori, perché se

ascoltassimo attentamente le lezioni, di

sicuro capiremmo sempre gli esercizi perché i professori spiegano in modo

corretto e comprensibile. Se noi ragazzi

vogliamo svolgere gli esercizi senza

l’aiuto di un genitore, dobbiamo ascol-

tare le spiegazioni in classe e fare delle

domande ai professori se non capiamo

un argomento. Inoltre i genitori non

dovrebbero sempre aiutare i loro figli,

ma possono far questo solo quando un

ragazzo non riesce proprio a fare un

esercizio. Tutto questo perché noi ra-gazzi dobbiamo assumerci le nostre

responsabilità!

Federica Scibelli, IIIF

Quattro Amiche Le medie ho cominciato

e quattro amiche ho incontrato.

Giulia e Noemi già conoscevo,

con Aurora e Chiara amicizia facevo.

Tutti i giorni sul pulmino

a Noemi siedo vicino,

Mi parla semopre di Alice

e questo la rende molto felice.

All’entrata della scuola

ci raggiunge sempre Aurora,

la mia compagna di banco

con lei mai mi stanco.

Giulia con molta pazienza

ad Augello deve dare assistenza

Chiara se pur silenziosa

comunque è un’amica scherzosa.

Fra sorrisi e chiacchierate

trascorro così le mie giornate. Giulia Pichi, IA