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Pierantonio Marone DIETRO QUELLA PORTA GIALLA a dublino Romanzo 1

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Pierantonio Marone

DIETRO QUELLA PORTA GIALLA a dublino

Romanzo

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All'esterno di quella porta gialla, c'era lui, il giovane studente toscano

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Personaggi

Antonio Sartori universitario toscanoGiacomo Sartori genitoreTina Santè in Sartori madreCatrina Danton studentessa irlandeseGuendaline Doncan zia

Douglias - Brigit - Carson - Melissa - Euan - Glenna - Colin – Maura -Kristin - Lindsie - Logan - Isobel - Grant - Ronalda - Iving – Nicol -Fergus - Malina - Gavin - Scotte - Micheil - Alana - Tòmas – Roparda -

Gruppo di studenti universitari alla Sorbona in Parigi

Tomas Dandrè e Luis Narcons professori all'universitès la SorbonneGian Grades ingegnere investigatore aerospazialeAdremis ingegnere aeronautico a TousolaMaura Satok dottoressa ortopedicaAdos Bighelonè commissario della Securetè National

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Giovani studenti della Sorbonne Parigina, in vacanza a Dublino per scambi culturali tra universitari, seguendo il progetto “Erasmus”

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Dublino

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Capitolo Primo

Purtroppo Antonio arrivò solamente nel tardo pomeriggio a bussare a quella porta gialla, che portava il numero 11/A, situata in quella stretta via di Dublino. La Towseend Street, che si snodava tra i caseggiati di mattoni granata, che sembravano tutte eguali, all'infuori delle colorate porte di ogni casa da esserne diversificate e poterle distinguere tra loro. D'altronde già nel lontano 1905, la storia che si andava raccontando tra i cittadini, trovandosi a quei tempi con le prime illuminazioni ridotte per le vie, dopo aver lasciato le solite taverne e abbastanza sbronzi: Perciò un signore del posto, per evitare di sbagliare porta nel rientrare a casa di notte, si era ingegnato a dipingere la propria porta di casa di un colore diverso, per non confondersi in avvenire. E si creò da allora una moda sociale, da divenire una logica situazione piacevole per tutti quanti a Dublino. Il giovane Antonio, l'unico studente italiano tra i compagni universitari, della Sorbonne de Pariy, come studente provetto avendo vinto una borsa di studio, facente parte del progetto “Erasmus”, a studiare in altri stati europei e lui aveva scelto la Francia. Aggregandosi al gruppo di studenti nel visitare l'Irlanda e approfondire nuove conoscenze e usanze del posto a confrontarsi con altri universitari, nel programma scientifico esposto. Pertanto l'agenzia scolastica di Dublino gli avevano indicato quella casa dalla porta gialla, a chiedere se avevano camere libere poco costosa da affittare a studenti, turisti al momento e trovare alloggio per una settimana in una modesta sistemazione, essendo gli ostelli a Dublino affollati e pieni. Il periodo primaverile era l'ideale fare un po' di turismo e studio, con pochi soldi in tasca, avendo un budget famigliare e borsa di studio molto ridotto. Pertanto Antonio doveva tenersi stretto nelle spese per arrivare alla fine del viaggio senza strafare nei vari intoppi invitanti di percorso, e a socializzare con altri studenti cordiali. Era il proponimento che si era fatto il giovane universitario Sartori, pensando ai pochi euro che aveva in tasca da gestire al meglio. Non volendo aiuti da casa, sapendo delle momentanea difficoltà famigliare. Anche per i genitori era un momento critico. Restò un attimo sull'indeciso poi, Antonio suonò il campanello, ma nessuno rispondeva al suo ripetuto bussare, nel trovarsi un po' deluso.

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Era la fermo da un buon momento, davanti alla famosa porta gialla al numero 11/A, di Towseend Street in una magra attesa. Abbastanza deluso stava per andarsene via e sperare di trovare qualcosa altrove di poca spesa, era il motto che si era imposto nel tenere sempre sotto controllo le sue magre riserve finanziarie. Poi di colpo, la porta alle sue spalle si apriva da farlo voltare a guardare. Una meravigliosa ragazza bionda era apparsa sulla soglia, da far mancare il fiato al giovane universitario. Antonio era più che sorpreso della scoperto fatta in ritardo, in quell'inimmaginabile risultato capitato proprio per caso. Pensando di aver fatto bene ad aspettare ancora un momento nell'attesa, che aprano la gialla porta di quella casa. Era contornata da rampicanti ad abbellire quelle mura di mattoni color granata. Nel trovarsi a dire pensando tra se: “Che stupenda ragazza!” < Sì! Desidera? > domandò la giovane in perfetto inglese. < Buon pomeriggio! Mi scusi. Abita qui la famiglia Doncan? Mi hanno indicato questo numero di casa, dicendomi che qui affittate camere a studenti stranieri di passaggio... > espose Antonio deciso. < Dovrei chiedere a mia zia Guendaline. La casa è sua e forse ha messo degli annunci sui quotidiani locali?... Aspetti che chiedo... Anzi entri. Io sono Catrina Doncan, piacere! > porgendo tranquilla la mano e subito lui rispondeva un po' confuso e sorpreso da quella meravigliosa creatura capitata la davanti, nel presentarsi deciso: < Antonio Sartori, universitario italiano. Il piacere è mio! > stringendole la mano con vigore. Mentre sulla soglia della cucina appariva la zia Guendalene, che commentava con un sorriso: < Joung men Antonio! E' già arrivato? Mi hanno appena telefonato quelli dell'agenzia, che avevano un giovane studente straniero, per la camera libera che ho di sopra in solaio. Allora lei è joung men Sartori. Per quanti giorni le serve la stanza, è in vacanza o deve studiare tutto l'anno scolastico? > domandò decisa zia Guendaline in quel suo accento gaelico, a ricordare la lingua più vecchia del modo. Antonio era rimasto nuovamente sorpreso, nel provare a rispondere alla zia dal portamento signorile: < Mrs Madam! Dieci giorni, mi andrebbero bene... Siamo in un giro turistico scolastico, a raccogliere usanze e costumi del Vostro paese, anche nell'ambito universitario. Purtroppo gli ostelli e campus sono al completo... Ecco tutto qui la mia ricerca. Mrs Madam! > < Va benissimo Giovanotto! Sono cinquantacinque euro la settimana, compreso la colazione. Pagamento anticipato. Le può andare bene? > < Perfetto Mrs Madam Doncan! > aprendo il suo zaino a prendersi il

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portafoglio, porgendo alla donna la somma richiesta: < A lei Mrs Madam, e tante grazie per la sistemazione e accoglienza. > rispose sorridendo, mentre sbirciava la giovane accanto, che sembrava avesse fretta. < Per cortesia Catrina, mostragli la sua camera, quella in fondo al corridoio. > tornando decisamente in cucina, aveva qualcosa sulla stufa che cuoceva. Era una donna energica e decisa di poche smancerie. La nipote scrollando il capo a disappunto, prese per un braccio il giovane, nel dire decisa: < Antonio seguimi, che ti mostro la tua camera. Sono già in ritardo... Devo incontrarmi con le amiche e guarda cosa mi tocca fare, l'accompagnatrice.... Ecco qui, la tua stanza! Dentro troverai già tutto. Sulla sinistra c'è il bagno con doccia... Ciao ci vediamo! > andando via di volata nel corridoio. Mentre lui la raggiungeva a voce: < Ciao! Ci vediamo stasera Catrina! Ovvia, è tutto impossibile rivederti? > chiedeva il giovane con accento toscano. E dal basso delle scale, una voce gli arrivò ben chiara: < Tranquillo straniero toscano ci vediamo.... Ciao zia! > urlò sbattendo la porta di casa nell'uscire fuori di volata. Antonio sistemo la sua poca roba, poi si fece una bella doccia. Doveva incontrarsi più tardi in centro città, con la comitiva universitaria al famoso locale rinomato: il The Temple Bar. Dove s'incontravano la maggior parte della gioventù di Dublino, ed era diventato un punto di ritrovo un po' particolare, da sembrare un rito d'iniziazione all'occhio dello straniero di passaggio, in quella gradevole città movimentata e multietnica. Poi provò a telefonare a Parigi ai professori dove studiavano assieme a perfezionare un nuovo progetti, da utilizzare nel campo aerospaziale e altro. Lui il giovane studente d'ingegneria era l'artefice, per così dire per caso, che aveva scoperto il microchip per modificare le varie molecole da utilizzare sotto vuoto. Ma nulla da fare nessuno dei professori rispondeva al telefono?... Perciò dopo una bella doccia e il cambio di abito, Antonio si sentiva già un altro, uno del posto. Poi con la lingua inglese se la cavava bene, pertanto non gli era difficile trovare da dialogare con gli irlandesi, dei buoni bevitori di birra, così venivano definiti da altri oltre la Manica. Antonio stava scendendo le scale, quando trovò la Mrs Madam Doncan che l'aspettava in corridoio: < Ecco le chiavi Giovanotto! Non faccia troppo rumore quando rientra e mi raccomando, niente ragazze in camera... D'accordo? Buona serata! > espose decisa la questione. < Certamente Mrs Madam. Ho compreso. Arrivederci! > rispose. < Prenda la via qui a destra per il centro, farà prima... > < Grazie Mrs Madam Doncan! > rispose uscendo di casa, mentre

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pensava alla nipote Catrine, dov'era finita così di fretta? Gli sarebbe piaciuto poter dialogare ancora assieme. Era veramente una bella ragazza affascinante, in quel vestito bianco e i capelli biondi annodati sul capo, poi gli occhi azzurri che risaltavano tremendamente sul suo bel viso e le labbra leggermente carnose e invitanti, fatte apposta per essere baciate: < Dio mio, che meravigliosa creatura! > sbottò sotto voce, contento di quella visione avuta di fine giornata. Quella presenza l'aveva rinvigorito a sperare nel meglio, da fargli allungare il passo, mentre fischiettava contento.

Erano le ventidue passate, quando Antonio entrava nel famoso bar, pieno di giovani e meno giovani che chiacchieravano e bevevano birra come spugne. Forse a dimostrare ai turisti di passaggio, che loro lo potevano fare e reggere tutta la notte di quel passo così goliardico a sbevazzare avanti. Alla fine Antonio trovò i compagni seduti in diverse tavoli a bere birra anche loro, tanto per essere alla pari del posto. Uno dei compagni l'aveva notato chiamandolo in mezzo a quella bolgia di bravi bevitori e bevitrici. Le ragazze erano le più agguerrite a bere e mangiare, invitandolo tra loro divertite: < Antonio, dai vieni a sederti tra noi! > alzando in alto i grossi bicchieri di birra a festeggiare l'evento della serata euforica movimentata. Antonio si era seduto accanto alle studentesse della sua classe, trovandole abbastanza allegre, invitandolo a bere e mangiare assaggini messi alla rinfusa sulle tavole. Loro le giovani, tra risate spaiate per la birra bevuta a temperatura giusta, fatta apposta per abbronzarsi per bene, incoraggiandolo a seguirle, le suggerì Isobel: < Dai Antony, assaggia questi stuzzichini, sono proprio buoni e poi con questa birra leggera è la fine del mondo... Ma

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dove sei stato questo pomeriggio, ti cercavamo? > mentre s'impegnarono a darci dentro, e godere della serata a dialogare con i coetanei del posto, disposti a socializzare più che bene e il tutto nel nome della fratellanza e dell'arte oltre lo studio approfondito sulle usanze ancestrali del posto. Mentre Lui rispondeva: < Ero in cerca di una camera e l'ho trovata poco distante...< Commentò in mezzo alla confusione e Glenna gli rispondeva spintonandolo con la spalla: < Potevi sistemarti nella nostra stanza, avresti cambiato letto parecchie volte, con la fame che abbiamo addosso... trovandosi a ridere di gusto, mentre l'amica Malina la spintonava sull'accordo a passare la notte a far sesso: < Io sono d'accordo! Ti aspettiamo bel Antony... > Antonio, tergiversò dal discorso sesso, sapendo poi, che le amiche studentesse, erano di bocca buona e non disdegnavano incontri goliardici notturni. Ma al momento non se la sentiva di prestarsi a re del pollaio. Non voleva rogne al rientro poi a scuola e con una scusa di chiedere un'informazione a dei giovani del posto, si allontanò deciso.

Antonio cercava di non lasciarsi andare troppo nel bere, poi la birra non è che fosse la sua prelibatezza preferita, lui era un accanito bevitore di acqua naturale, oltretutto era di indole saggia, nel saper sempre e capire cosa si doveva fare in certi casi imprevedibili. Trovandosi poi, senza saperlo a discutere con dei giovani del posto, che nel commentare, ritenevano gli italiani un po' troppo furbetti: < Sei come tanti altri, tuoi compaesani alla pari, in giro per il mondo a scroccare il prossimo. > gli prospettò uno di loro. Lui tranquillo gli rispondeva senza urtare le loro suscettibilità alterata dalla birra ingoiata in quantità, nel spiegare all'ultimo giovane rimasto

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accanto: < Avrai frainteso amico. Lo scroccare per noi italiani è fregare il posto ad altri, da poter poi fare proprio niente. Soltanto riposare e far lavorare gli altri al proprio posto. Ecco tutto qui la faccenda, amico mio. Se vuoi una prova fattibile. Io ti posso vendere il Colosseo, quello a Roma. Ti può interessare? Con fatica te lo posso offrire a un prezzo ragionevole come amico... credimi? Sono in trattative... appena rientriamo a Londra. > < Ma il Colosseo a Roma non è dello stato italiano? > domandò dubbioso il giovane dai capelli rossi carota e gli occhi lucidi dalla birra. < Certamente, lo stato italiano lo custodisce, ma in verità è di un mio antenato, che ha sua volta l'ha avuto dal primo papa a Roma Clemente I. Pertanto se trovo un altro buon compratore, che può sobbarcarsi le tante tasse attorno da pagare al governo italiano. Ma poi col ricavato dei turisti che lo visitano ogni giorno, c'è da farsi un buon guadagno. Parola mia, amico!.... > parlandogli sotto voce a convincerlo, mentre uscivano fuori dal locale e continuare a discorrere con il compagno più che allegro, ma

che commentava: < Veramente ci si guadagna sopra? Certo che un privato sa gestire meglio lo spettacolo che potrebbero rifare all'interno. Un bel teatro e ridare lustro al passato con spettacoli circensi... Eh', non sarebbe poi male l'idea! Ma per chi a molte sterline da sborsare... > < Come vedi noi italiani abbiamo il senso degli affari... In verità sono già in parola con un magnate che ho incontrato a Londra e forse la faccenda andrà in porto?... Comunque ti saprò dire, se ci rincontriamo qui. Scusami, adesso ti devo lasciare amico, ho un altro impegno stasera... Ciao amico! > lo salutò lasciandolo a pensarci sopra ad un grosso affare che gli

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sfumava via per l'eccessiva spesa da affrontare in seguito. Era senz'altro l'opinione che si era fatto il giovane irlandese, sul trafficante italiano che andava in giro a svendere le antichità della propria nazione... Antonio si allontanò dal locale, ormai era quasi mattina, lasciando i compagni all'interno che cantavano a squarcia gola in una corale dissonata, assieme ad altri cittadini del posto nel continuare avanti i festeggiamenti. Poi pian piano, s'incamminò pensando a vuoto, verso la sua pensione poco distante, era un po' stanco in quella giornata piena, in giro a visitare le antichità del posto a piedi o con l'autobus in allegria tra colleghi studenti. Ricordandosi che si erano trovato tra le mura di un vecchio convento, e lui a fotografarli tutti, seduti su delle strette finestrelle appaiate di un chiosco centenario. Inserite poi le foto sui vari tablet dei compagni, da visionare in una goliardica trovata a ricordo della bella gita scolastica di scambio sull'isola d'Irlanda, tra irlandesi molto socievoli e gran bevitori di birra.

Poi, tutto il materiale inserito sui tablet, da proporlo al rientro in Francia all'universite la Sorbonne a Parigi, nel documentare in classe la loro gita d'apprendimento, spiegando sui vari costumi e le usanze in lingua gaelico. Facente parte del gruppo scolastico in scambi culturali europei “Erasmus”.In mezzo ai tanti pensieri, Antonio era arrivato alla casa della porta gialla da apprezzare quell'usanza, era una buona trovata per districarsi dalle altre abitazioni tutte eguale, per chi non conosceva per bene Dublino di notte. Poi con un senso di tranquillità infilò la chiave nella toppa e senza disturbare nessuno, entrò in silenzio e si portò su in solaio, nella sua piccola e piacevole stanza, affittata poche ore prima.

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Capitolo Secondo

Antonio si svestì velocemente sul distratto e si buttò sotto la doccia a smaltire un poco la buriana che aveva addosso. Con la mano insaponata si massaggiava il petto col bagno schiuma profumato, mentre il suo pensiero era ritornato alla dolce nipote Catrine, che avrebbe dovuto abitare in quella casa. Da trovarsi a fantasticare ed immaginare se fosse stata lì, in quel medesimo momento e a passarsi assieme la spugna insaponata sui propri corpi eccitati, dalle tante idee un po' troppo permissive. Da quando l'aveva incontrata sulla soglia di casa al pomeriggio, era rimasto folgorato dall'intensità di quello sguardo azzurro e profondo. Era il suo fisso pensiero rimasto imprigionato in quell'immagine divina che gli volteggiava davanti in continuazione nel farlo soffrire come un carcerato. Ad occhi chiusi Antonio stava ripercorrendo a quei momento capitati nel primo pomeriggio, sulla soglia di quella benedetta casa e in quei primi sguardi rubati. Rammentando e capendo che, anche dall'altro canto, la giovane Catrina di nascosto l'aveva rimirato per bene da capo ai piedi. Certamente la giovane l'aveva notato e osservato, forse con interesse? Da dubitare ora, ripensando del suo comportamento appena dopo, nel scappare via velocemente da quell'incontro fugace,dopo avergli mostrato la stanza di fretta e poi via di volata fuori casa... Forse l'aspettava fuori il suo

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ragazzo. Una giovane così bella doveva per forza avere un cavaliere?... immaginò. In verità lui, si era sentito folgorato di quei bellissimi ed espressivi occhi azzurri. In quell'attimo capitato all'improvviso, c'era stato qualcosa di magico che l'aveva colpito proprio in fondo al suo cuore, non pronto ancora a certi sbalzi troppo belli e repentini, da confonderlo tremendamente tanto. Ma al momento la sua bella favola, com'era iniziata un attimo prima e l'aveva pensare con sincera convinzione per un poco. Ma comprendeva dispiaciuto, che il bel sogno era ormai finito... Da rimanere dentro di se, soltanto una bella illusione romanzata. Si trovò in fine a borbottare tra se: < Peccato! Sarebbe stato troppo bello... Almeno poter dialogare tra noi, non sarebbe stato poi male?... Pazienza! > provò a mormorare a fior di labbra come scusa, alle sue fantasticherie che volavano sempre velocemente nella sua testa. Da rimasto un po' troppo deluso di se stesso, a meditare sui cocci rotti e impossibile a incollare assieme come prima... < Pazienza, pazienza! > borbottò avanti scocciato. Alla fine Antonio stufato di fantasticare, chiuse i rubinetti e stava uscendo dalla doccia ancora grondante d'acqua in cerca di un asciugamano, che non aveva preparato prima accanto. Quando di punto in bianco e senza preavviso trovò la bionda Catrina nel suo letto che l'attendeva, da farlo trasalire per l'inaspettata sorpresa capitata? Mormorando tra se troppo stupito: “Sto sognando o è la bella mia fantasia che mi perseguita? Ma il guaio è che Catrina è tutta nuda... Accipicchia! Proprio come mamma l'ha fatta... Per la miseriaccia buona! Ovvia! Roba da non credere, sia vero?” Si trovò Antonio a pensare velocemente tra se, nudo anch'egli in mezzo alla camera come un allocco rintronato, nel non saper bene cosa fare o dire al momento? A fatica tentava di dire qualcosa, cercando con lo sguardo un asciugamano lì accanto che non c'era. Poi fattosi forza provò a dire molto confuso, ma altrettanto curioso a capire fin dove quella giovane si stava spingendo in quella situazione più che pericolosa e imbarazzante per lui, forestiero: < E' tutto compreso nel servizio, young lady. Scaldare il letto ai viaggiatori soli? > espose Antonio con un mezzo sorriso, cercando di non lasciarsi travolgere dai sensi in ebollizione, a tale vista più che piacevole a quell'ora del mattino, ma con una tale confusione in testa, da perdere di sicuro il lume della ragione, in quella situazione capitata, sicuramente più che imbarazzante per lui che arrossiva nella sua situazione... Mentre lei tranquilla rispondeva spostando i lunghi capelli deposti sul seno: < Questo pomeriggio mi hai chiesto se ci vedevamo stasera. Perciò eccomi qui a farti compagnia!... Ma s'intende, solo compagnia e non

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pensare diversamente! Come vedi qui dentro fa un caldo boia e pertanto anche io sono sempre nuda e non mi vergogno a mostrarmi, come fai tu adesso che ti copri con le mani. Se una persona è bella non deve vergognarsi a mostrarsi nudo. Sei un bel giovane italiano, per giunta toscano e penso che non disdegni un po' di compagnia a chiacchierare assieme tra amici. Sei d'accordo joung men Antonio? > espose lei con un sorriso conturbane da far perdere la testa anche ai santi più restii. < Già, per te è facile, farti vedere belle che nuda. Ma per me mi è difficile? Sto perdendo il controllo... eh'... Accidenti! > sbottò confuso. < Dai bel giovane! Non farla lunga e vieni a letto, che si ragiona meglio stare accanto. Credimi è tutt'altra cosa parlare tra amici senza fronzoli addosso... Non mi dire che non sei mai stato in quelle vostre spiagge per nudisti, che abbondano sulle coste dell'Adriatico in Croazia? > < No! In verità non ci sono mai stato. Sebbene l'idea c'era. Ma mai portata a termine. Poi immagino che bisogna essere in coppia per accedere a tali spiagge permissive.... Ma ora qui è ben altra cosa la tua piacevole presenza... Come la mettiamo con le intenzioni malandrine pressanti? > < Hai perfettamente ragione Antonio. E' una situazione che casca a perfezione e ci sto prendendo gusto al pensare al dopo e aver fatto niente. Pensi sia un male dormire accanto senza far nulla di male? Al massimo una stretta di mano, come questo pomeriggio... Credi si possa fare? > < Forse per te potrebbe essere una cosa facile e fattibile senza problemi, m'ha!... > girandosi dall'altro lato e prendersi finalmente un asciugamano per coprirsi, era eccitato da tante balorde idee, capitate tutte assieme in testa. Era proprio difficile connettere quelle che stava capitando in quel momento, era proprio impossibile. Pensandoci bene, che poche ore prima ci aveva per bene pensato e rimescolato sopra, da immaginare che capitasse una cosa del genere, mah così, per davvero? Mai pensava che l'inimmaginabile sogno fatto prima ad occhi ben aperti, si avverasse per davvero in quel momento. Nel dire di getto: < Tu vorresti che io mi distenda lì accanto e non toccarti? Cosa impossibile a questo punto. Ma con quale folle idea ti è passata per la testa, di entrare nella mia camera e prendermi così alla sprovvista?.. > trovandosi a farfugliare confuso, nel dire ancora. < Potrebbe capitare adesso tua zia e allora, come la mettiamo dopo? Senz'altro, con l'intervento della polizia a farmi portarsi via di volata... Come un maniaco sessuale che se la spassa con la giovane nipote? Dio mio, che casino sta saltando fuori! > sbottò agitato. < Come la fai lunga ragazzo! La zia dorme sempre fino a tardi... >

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espose sorridendo maliziosamente, mentre si muoveva sul letto, da farlo eccitare maggiormente a risponderle in preghiera: < Penso che tu debba tornare nella tua stanza. Poi oltretutto potrai ben immaginare che non sono fatto di ghiaccio, ma di carne e ossa, pertanto debole da controllarmi in certe situazioni troppo eccitanti... Ti pregò non aggravare la già prearia mia situazione... Per le mie statue! > fermandosi un attimo confuso a pensare, poi provò a dire serio: < Ok!.. Adesso ci provo... Mi sento un citrullo. Vediamo di concentrarsi ad essere persone serie, senza pensare al dopo e al come. Accidenti! Tranquillo Antonio... Adesso ci provo a mettermi accanto e vedere di dormirci sopra senza creare altri problemi... d'accordo Catrina?.. Proviamo a tenere gli occhi chiusi e non pensare proprio a niente, tu ci riesci? > mormorò Antonio nel supplicarla ad aiutarlo. < Scusami Antonio! Ma io non riesco a chiudere gli occhi. Come faccio a non guardarti. Mi sembri un bel dio greco, sai quelli della mitologia... Tranquillo e calmati! Volevo solamente farti uno scherzo e poi fuggire via... Si volevo vedere la razione di un latino come si comporta in certe situazioni, diciamo scabrose? Ma in verità sta diventando piacevole anche per me, il chiacchierare e vederti così confuso in mezzo alla stanza nudo a meditare... Sei bellissimo ragazzo! Perdonami! Ma in fondo mi piaci tanto Antonio. Non so il perché di tutto questo? Figurati, anche prima quand'ero fuori con le mie amiche a chiacchierare, ero distratta e non vedevo l'ora di ritornare a case per rivedere il bel giovane italiano toscano, che mi ha turbata tremendamente tanto. Ora sai che mi piaci veramente Antonio!.. E in verità avevo immaginato già da tempo, imponendomi da sola: Che alla mia prima volta nel fare all'amore, l'avrei fatto con una persona che mi avrebbe colpito al cuore e tu l'hai fatto appena hai bussato alla porta di casa. Così è stato al vederti, mi è venuto un colpo divino. Dicendomi da sola, mentre ti guardavo per bene: < Ecco il giovane, con cui vorrei fare l'amore per la prima volta... Ed è la sola e sincera verità Antonio... Non ho vergogna a dirtelo cosi a cuore aperto, in mano!... > espose lei più che seria e decisa da buona irlandese. < Acciderba ragazza! > sbottò Antonio eccitato dalle parole. Poi con una grande confusione in testa, provò a dire a sua volta: < Tu pensi sia la cosa giusta da fare?... Tu sei ancora vergine e vorresti... Insomma far l'amore con me per la prima volta? Accidenti che casino! > mentre la scrutava per bene, era veramente meravigliosa, così ingenua, ma bellissima da vedere ed eccitante, nell'osservarla per bene con seduzione. Mentre in testa ad Antonio si stavano formando un sacco di domande senza risposta.

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Ma eccitanti al pensarle tutte assieme. Impossibile immaginare che capitavano a lui certe cose impensabili? Cose innescata dalla fantasia da giovane ventitreenne, proprio così di colpo. Da un lato era una cosa meravigliosa che una ragazza si sia preso una cotta improvvisa per un giovane studente italiano. Ma dall'altra era impensabile, che proprio tutto così di colpo capiti a loro due? Da diventato tutto, troppo difficile dal fare una cernita sensata al momento? Proprio così su due piedi, pensava cosa fare. Andare via o restare? Era il proponimento contrario che gli frullava in tasta continuamente. Poi Antonio timidamente si avvicino allo stretto letto e si abbassò a baciare la giovane con riguardo, ma il desiderio era tanto, troppo. Era così invitante da non poter rifiutare il piacevole invito delle sue labbra socchiuse in attesa di essere assaporate con gioia dall'amato cavaliere. Le braccia della giovane lo cinsero con delicatezza al principio e poi, tutto scoppiò senza preavviso. L'irruenza dei desideri da entrambi si fecero sentire e tutto si perse nell'oblio dell'amore più che sfrenato, scoppiato così ardentemente tra i due giovani amanti, più che contendenti del risultato. Erano un tantinello imbranati per la prima volta ad amarsi. Ma felici di farlo con grande desiderio e passione. L'amore irrompeva decisamente tra loro, due amanti per la prima volta. Sublime i baci che correvano sulle loro epidermidi eccitate e invitanti, che vibrava in ebollizione sotto la lingua sapiente del giovane dall'inventiva facile e spontanea. Da far esultare Catrina più che mai felicemente appagata in gioia, dopo il primo intoppo d'iniziazione voluta, ma con una punta di paura, sparita via subito dopo.

Solo più tardi, col sole già alto, capirono di aver esagerato. Ma erano ben consci di ciò che avevano fatto senza restrizione al caso. Era tutto uno sbaciucchiarsi di baci a volontà, da far mancare il fiato per la gioia ritrovata. Qualcosa di magico era scoppiato tra loro, da travolgerli. La cosa strana nella loro accoppiata accordata prima, dov'era stato impiantato il chiodo fisso del sesso, ma che era stato accantonato già molto prima. L'amore vero a lettere maiuscole, era scoppiato intensamente tra loro i due giovani amanti molto imbranati. Che avevano proprio per gioco iniziato prima e poi senza saperlo innamorarsi per davvero sul serio dopo il rituale di iniziazione amorosa. Tutto era capitato con il valido consensi di ognuno e l'aiuto della santa provvidenza a dissipare per sempre il pro e il contro negativo. Solo piccole parole dette col cuore: < Ti amo! >

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Ad un certo punto capirono che era giunta l'ora di alzarsi e connettere per bene le idee, da districarsi e spiegarsi cos'era per ben capitato di preciso. Capendo che i loro cuori stavano battendo ancora all'unisono, colmi di felicita mai provata prima dall'ora. Nel dire Antonio tra un baci ed un altro alla giovane arroccata al suo corpo come fossero una cosa sola: < Se ti dico che mi sono preso una bella cotta di te Catrina, e mi sto veramente innamorando, tu ci crederesti? > espose serio Antonio, tradito dai suoi occhi verdi scuri che brillavano di felicità ritrovata. < Certamente amore! E' la stessa cosa che è capitata a me stanotte. > < Non l'avrei mai immaginato. Ma pensato intensamente. E' la verità Catrina. Ti amo veramente tanto! Questa notte, abbiamo iniziato così per gioco a stuzzicarsi e alla fine siamo rimasti scottati per bene. Soggiogati dell'amore che covava nascosto, dentro di noi e di botto è scoppiato con infinito piacere per entrambi. Ti amo mia dolce Catrina! > < Anch'io tanto amore! Non l'avrei mai immaginato d'innamorarmi. Beh', adesso è ora di alzarsi, altrimenti zia Guendaline potrebbe arrivare? > < Già, quello è il guaio! Che proprio ieri sera mi aveva per bene avvisato: Niente donne in camera. Ed io subito, per seguire il consiglio espresso da tua zia, mi faccio nientemeno la bella sua nipote. Roba da incosciente!... Sebbene devo dire che mi sono proprio innamorato per

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bene. Quanto ti amo! Non lo smetterei di fare all'amore per calmare l'irruenza che ho addosso... Credimi amore! Vorrei gridarlo forte... > < Veramente ti sei innamorato di me e mi vuoi come la tua ragazza? > < Certamente amore! Non voglio perderti per nessuna cosa al mondo. Perciò dovrò pensare a come trasferirmi qui a Dublino e se il programma Erasmus mi permetterà ad iscrivermi alla vostra università da completare gli studi scientifici d'ingegneria spaziale che ho iniziato, così poi, dovrò trovarmi un lavoro per il fabbisogno a mettere su appena dopo una buona famiglia con te Catrina. Acciderba! Proprio cose dell'altro mondo! E sono capitate proprio a noi... Ti amo tanto! > gli sussurrò baciandola. < Per San Patrizio! Come corri ragazzo mio... > sbottò lei ridendo. < Cosa centra adesso il patrono? > domandò Antonio pensieroso. < E' un modo di dire. Poi è il nostro patrono e si festeggia persino a Chicago in gran pompa magna, dai tanti emigrati laggiù. Proprio in questi giorni cade il 17 marzo a ricordare il martirio nel lontano 461. Ecco perché tra pochi giorni si vestono tutti di verde qui a Dublino per festeggiare il santo patrono, mangiando dolci e bevendo birra a volontà.... Vedrai tra pochi giorni che baraonda ci sarà per le strade della città. > le raccontava.

Nel dire avanti: < Comunque devo confidarti la scoperta fatta, di una cosa piacevole che ho notato in te questa notte. Insomma ormai mattina, che non sapevi di birra e non eri ubriaco come sovente capita da queste parti se si alza un poco il gomito ad esagerare sempre. > mentre metteva i piedi a terra, da alzarsi da quel letto difficile d'abbandonare.

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Capitolo Terzo

Antonio la riportò a sedere sul letto. Mentre le sussurrava baciandola sul collo: < Pensa un po' se fossi stato ubriaco, cosa sarebbe successo! > < Un bel niente! Come capita ai miei compaesani, il più delle volte s'addormentano, fortuna vuole senza risse. Perciò è stato un punto a tuo favore. Tu sai essere sobrio e vedere le cose come sono veramente. Vero mio bel giovane toscano? Dio come ti amo! > stringendosi al suo ragazzo a dimostrare di essere innamorata pazza. < Wauh! Che ragazza attenta ai particolari... Sì, mi piaci da morire! > < Allora mio bel cavaliere, dormiamo o ci alziamo? Ci occorre una bella doccia a rinsavirci un po' dopo tutto il trambusto che abbiamo creato in questo letto a ricordare le capriole fatte per amore... Andiamo! > < Hai perfettamente ragione. Abbiamo fatto una bella baldoria! Dai alziamoci e ritorniamo con i piedi per terra... > Erano le dodici passate, quando si alzarono decisi e farsi una bella doccia ristoratrice. Ma anche sotto la doccia non la smettevano di sbaciucchiarsi a vicenda, tra risatine di piacere nel strofinarsi l'epidermide eccitate. Era tutto un cosa nuova, un piacere da perfezionare meglio in avvenire, era il proponimento immaginato da entrambi, dai due colombi troppo innamorati per modificare diversamente la loro relazione che viaggiava a gonfie vele sulle ali dell'amore.... Poi infine a malincuore vestirsi di fretta, nel guardarsi in viso e con un sorriso a nascondere la marachella fatta ore prima, pronti e decisi a scendere da basso in attesa di una buona strigliata dalla zia Guendaline immaginata già a priori da tutte e due, cosa sarebbe capitato? Trovarono la zia in salotto che apparecchiava la tavola: < Buon giorno Mrs Madam! > provò a dire Antonio sotto voce, capendo che quella zia aveva già fiutato qualcosa. La donna con calma alzò il viso a guardarli e rispondere al saluto dei due, che si erano fermatosi sulla soglia in attesa di un probabile rimprovero: < Mi sembra giovanotto che le avevo esposto delle giuste raccomandazioni ieri sera. Ricorda? E da quanto ho sentito dai vostri chiacchierii mattinieri, avete trasgredito ad ogni buona creanza. Giusto ragazzi, e adesso come la mettiamo? > espose decisa la zia, ma senza astio all'apparenza. Mentre sistemava le posate in tavola. < La colpa è solo mia Mrs Madam Guendaline. So di aver sbagliato.

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Ma, la verità è che mi sono innamorato di vostra nipote Catrina... Non ho scuse da presentare. L'amore mi ha annebbiato fortemente gli occhi... Vuole denunciarmi? Sono pronto ad accettare le conseguenze... > < Per San Patrizio! Questi ragazzi del giorno d'oggi, pensano soltanto al sesso... Dico io, sei appena arrivato nella nostra casa e già voi, tutte e due vi infilate a letto assieme? Non c'è più religione ai giorni nostri!.. Dai mettetevi seduti ragazzacci che è meglio. Il pranzo è pronto. Dio santo! Catrina mettiti il grembiale e prova ad aprire la lattina dell'olio... E tu Antonio prendimi quel vado lassù in alto... > sbottò a muso duro, ma si vedeva che in fondo non le dispiaceva quel giovane italiano, capitato per caso in casa sua e la nipote abbastanza saggia da raccattarlo, un giovane che non si ubriacava quanto sembrava. Ed era già una buona cosa da tener presente. Ormai il danno era fatto e perciò non era il caso di mettere delle toppe davanti a nascondersi all'evidenza dei fatti capitati e voluti da entrambi, per il troppo ardire di gioventù... Era il proponimento che si stava facendo zia Guendaline, mentre portava la zuppiera in tavola, borbottando bonariamente avanti: < Dai mangiate ragazzi che il trafficare aumenta la fame. Ma almeno avete preso delle precauzioni? O siete un po' tutte e due rincitrulliti da non fare attenzione hai problemi dopo?... > domandò decisa nel guardarli entrambi, rimasti sorpresi a non saper cosa rispondere. Poi Catrina provò a dire sotto voce abbassando gli occhi mortificata: < Noi, insomma, non ci abbiamo pensato?... Il cuore ci ha traditi. Scusa zia! Per la prima volta mi sono innamorata a prima vista... è la pura verità! > rispose Catrina più che convinta. < Certamente che è la verità! > rispondeva zia Guendaline mentre riempiva i piatti di una fumante minestra di verdure. < Ma speriamo poi che non subentrino problemi e dover mollare gli studi a ripagarvi dalla gogliarderia fatta oggi?.. Devo veramente dirvelo, siete stati abbastanza incoscienti... Ah', questi giovani! > sbotto mettendosi a sedere. < Ha perfettamente ragione Mrs Madam Guendaline. Io per primo non ho pensato al dopo e sono dispiaciuto. Ma l'amore per Catrina mi ha rapito tremendamente il cuore. Forse il tutto e il perché, è stata la prima volta per entrambi ad innamorarci, così di colpo. Lo devo ammettere, non ho mai fatto l'amore prima di adesso, così intensamente e sincero. E solo ora me ne rendo perfettamente conto, l'impiastro che ho combinato. > spiegandosi malamente Antonio, nel continuare a proporsi, in avvenire: < Vorrà dire, che m'impegnerò seriamente a lavorare per provvedere al fabbisogno della famiglia e la prole se arrivasse tra noi? Certo che è un po' presto, mah!...>

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riprendendo a dire avanti: < Io sono veramente innamorato e mi dispiace che ho trasgredito alle sue più che giuste esposizioni di comportamento educato e sensato... Mi dispiace veramente tanto, Madam! > < Sono soltanto Guendaline. Dai mangiamo e non interroghiamoci ancora. Il guaio è fatto, pertanto bisogna solamente essere convinti di una sincera parola data di buon senso. Poi essendo giorni di festa patronale, penso che San Patrizio possa perdonarvi dei peccati fatti in armonia. > Mentre Catrina prendeva la mano di Antonio a consolidare il loro rapporto nato proprio per gioco, ma sfociato in un grande amore, nel dire ai presenti: < In verità non avrei mai sperato a tanto. Ma ora che il ghiaccio è rotto, non mi pento di averci provato. Sapevo che il mio cuore mi spronava a tentare. Ho visto in Antonio la persona giusta da amare e essere amata in egual misura. Cosa da non credere che possa capitare ai comuni mortali. Invece è successo ciò che avevo per tutto il giorno di ieri in cuore. L'amore per un giovane latino arrivato dal sud dell'Europa. Sono molto felice zia! E' la cosa più bella che mi sia capitata. Mi sono innamorata! > < Eh! L'amore quando ci mette lo zampino... Ecco cosa capita! > < Spero che lei Mrs Madam possa accettare questa nostra evasione amorosa, scoppiata poi in un meraviglioso amore... > espose Antonio raggiante di gioia e felicità trovata in quella casa. Poi il perdono di quella zia dall'apparenza burbera, ma in fondo aveva un cuore grande da perdonare i peccati della gioventù moderna troppo permissiva. Mentre lei provava a dire: < Dico io, ma siete proprio imbranati ragazzi! Ma al giorno

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d'oggi non si usa più un bel corteggiamento di fidanzamento prima, invece di finire subito a letto? Non c'è più religione che tenga. Che San Patrizio illumini i giovani d'oggi! Ne hanno veramente bisogno. > alzandosi a prendere lo stufato alla campagnola. In verità avendo sentito al mattino presto un po' di trambusto di sopra. La simpatica zia, si era preparata a far una buona ramanzina, ma poi gli è mancata l'ardire e ha preparato delle buone pietanza, immaginando che nel fare l'amore, poi avrebbero molta fame per recuperare le forze. Terminato di pranzare, mentre la zia preparava il rituale caffè, intanto Catrina sparecchiava e lavava i piatti alla svelta, da sedersi poi assieme a bersi un buon caffè rappacificatore, di una pace famigliare e a raccontarsi le proprie storie ancora segrete. Non avevano avuto tempo per dialogare prima, troppo indaffarati a sbaciucchiarsi in continuazione. La zia stava dicendo: < Avete intenzione di uscire tra poco? > domando la zia mentre sorseggiava il suo caffè, da gustarne il sapore e poi dopo aver posatola tazzina vuota, si era seduta sulla sua sedia dondolo a rilassarsi dalle incombenze famigliari capitatele tutte assieme addosso e inaspettate. Poi provò a chiedere per cosa si trovava lì, in Irlanda. Antonio. Con serietà si mise a raccontare, sul suo viaggio studio in Irlanda, assieme ai compagni universitari. Nel spiegare poi: < Dovrei incontrarmi con i compagni di viaggio. Dovremmo completare le ricerche da presentare poi in classe all'university alla Sorbonne a Parigi, come tema sulle usanze irlandesi. > espose Antonio sul da farsi tra gli universitari, che al momento erano in giro per Dublino a divertirsi. Mentre la zia gli domandava ancora incuriosita: < Ma i tuoi genitori, cosa pensano dei tuoi studi e in che città abitano in Italia? Scusa la curiosità genitoriale... Io per esempio ho allevata Catrina fin da piccola. Mia sorelle Marta, me la lasciata per seguire il sogno artistico, sparendo nell'immenso Canada e non abbiamo mai saputo più nulla?... Un vero peccato! Come vedi ogni famiglia ha le sue buone ragioni nello sfidare le buone regole sociali, difficili da coordinare per bene... > si spiegò tranquilla e Catrina provò a dire, nel proseguire: < Anni addietro avrei voluto andare a cercarla in America, ma poi ho capito che non era giusto abbandonare la zia per seguire un sogno sbagliato. Se mia madre mi ha abbandonata tra le sue braccia, voleva dire che non le importava molto di una figlia da portarsi dietro, come una zavorra ingombrante. Perciò ho rinunciato e non me ne pento. Lei è zia per modo di dire, ma è la madre più buona e saggia che mi ha allevata in questi vent'anni con amore. Ecco ora sai tutti di noi donne sole d'Irlanda a

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combattere ogni giorno per vivere e mangiare con quello che si raccatta. > < Wauh! Che donne combattive siete. Io invece, vengo dalla Toscana e i miei vivono in una vecchia tenuta sulle colline nei dintorni di Cortona. Ecco questi sono i miei genitori mio padre Giacomo, con le mie zie sorelle di mamma Tina... > Mostrando la foto, tolta dalla sua agenda scolastica.

< Sono delle belle persone. Festeggiano con il vino toscano, non la birra come da noi qui... Tu assomiglia un poco alla tua mamma... > < Già, me l'hanno detto in tanti... Mi hanno mandato questa foto a dimostrare che il vino anche quest'anno sta prendendo piede e forse riusciranno a rimettere in sesto l'azienda famigliare. Ecco perché non chiedo dei soldi dai miei, non voglio che si svenino per mantenermi all'università. Io mi do da fare con lavoretti fuori orario per guadagnarmi qualcosa. Col progetto Erasmus, ho avuto una borsa di studio d'ingegneria ed è abbastanza impegnativo, avendo scelto la sezione aerospaziale, con calcolatori di algoritmi strumentali, e mi entusiasmano molto, ma mi impegna altrettanto. Poi ho trovato dei professori confacenti da provare a creare un programma monocellulare da impiantare sui microchip spaziali e mi sembra che funzioni... Ma staremo a vedere come prosegue. Scusate se vi imbroglio con le mie teorie da fantascienza spazio siderale. > commentò Antonio sull'eccitato. < No, tutt'altro! Vorresti dire che sei un mezzo scienziato e lavori per le ricerche spaziali. Wauh! Zia, ho un ragazzo che viaggerà nello spazio. > < Figlioli benedetti. Non ne capisco proprio niente. Ma vedo che Antonio si anima quando parla delle sue invenzioni... Bravo figliolo!

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Abbiamo un genio in famiglia... Questa poi!... Dai ragazzi, se dovete uscire, andate pure. Io m'impegnerò ha inventare qualcosa di terrestre in cucina... tranquilli, non prendo il volo! > rispose la zia ridendo. < Va bene zia! Noi andiamo a fare due passi e torneremo per cena. Ah', se passa la mia amica Florens... aspetta, le telefono subito io. > prendendo il cellulare per chiamarla, ma al momento non era disponibile. Poi rivolta alla zia nel spiegare: < Non c'è! Digli pure, che sono impegnata con il mio ragazzo. Ciao a dopo! > mentre si prendeva un golfino. Antonio chiedeva alla zia: < Madam Guendaline, devo rimettere al suo posto, quel vaso lassù sopra al mobile? > cercando di rendersi utile dopo il perdono. < Sì, grazie Antonio. Mi raccomando ragazzi, per le venti e trenta, si mangia. Buona passeggiata! > rispose indicando la porta col dito puntato. < Grazie di tutto, a dopo Madam! > rispose Antonio.

Appena usciti fuori, il telefono di casa squillava e la zia immaginava che era l'amica Florens che chiamava, andando a rispondere. Invece era la segretaria dell'agenzia del turismo scolastico: < Sì, pronto!... Madam Doncan si trova lì con lei il nuovo universitario italiano?... Sì... Ah bene! Le dica di andare via subito. Lo stanno cercando.... Mah', cosa succede mai? > rispose agitata zia Guendaline: < Ma chi lo vuole e cosa vogliono dal giovane?.... Sono arrivati delle persone poco raccomandabili a chiede del giovane italiano e dov'è rintanato, prendendo per il bavero il direttore dell'agenzia, minacciandolo nel costringerlo a darle il suo indirizzo.... Ma la polizia?... Quelli l'hanno minacciato, di farlo fuori se chiamava la polizia!... Comprende Madam Doncan?.... Non so cosa abbia fatto il ragazzo a quei brutto ceffi, ma se lo cercano non è certamente per salutarlo?... Capisce!... Ho mio Dio! Grazie dell'avviso, ma al momento è appena uscito.... Mi creda è meglio che non lo trovino!... Poi non so bene, come e cosa, gli abbia detto il direttore a quelli per rassicurarli.... La saluto e faccia attenzione!.... Io non le ho detto nulla... > Guendaline era rimasta scioccata da tale avviso, chiudendo il telefono e pensando che presto sarebbero arrivati a cercare il suo affittuario: < Ma per cosa? Dio Santo! > sbottò a pensare cosa poteva fare per avvisare i ragazzi? Mentre loro tranquillamente passeggiavano per le vie di Dublino a chiacchierare più che contenti del loro incontro strepitoso e capitato un po' per caso. Lei sorridendo gli domandava un po' incuriosita: < Mi sembra impossibile che un bel giovane come te, non abbia una ragazza parigina che ti ronza attorno? > Catrina aveva provato ad immaginare e lui

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tranquillo, le rispondeva serio: < Certo e avevo molte ragazze che mi ronzavano attorno, ma solamente per portarmi a letto e io al momento ero troppo impegnato con gli studi, che non potevo permettermi distrazioni... >

< Sei un giovane di bella presenza, ma troppo serio per distrarti. > mentre camminavano tra le vie del centro e la giornata era un po' grigina. Frattanto a casa la zia era talmente preoccupata e confusa che solo dopo pensò di provare a telefonare sul cellulare di Catrina, per fortuna suonava libero e Catrina rispondeva decisa: < Sì, zia!.. Cosa c'è?... Cos'ha?... > guardando Antonio che era accanto tranquillo. Poi decisa passò il cellulare al suo ragazzo: < Zia Guendaline, deve spiegarti qualcosa di molto grave?.. Dai rispondi! > Antonio più che sorpreso, ma deciso chiedeva alla donna all'altro capo del telefono: < Mi dica Madam, zia?.... Cosa, delle persone stanno venendo da lei a casa sua, a cercarmi e non sono delle persone gentili?... Sì capisco!... Sto pensando a chi ho pestato i calli, per avere una simile reazione?... Comunque se le chiedono di me, le dica che mi trovano all'university, in piazza... Sì esatto zia, alla Trinity College.... Sì, certo farò attenzione! Grazie al momento e lei per cortesia non si esponga troppo... Mi raccomando!.. Le farò sapere. Grazie dell'avviso! > mentre chiudeva il cellulare e lo passava alla ragazza, nel borbottare: < Cosa diavolo vogliono? > stava pensando nel parlare ad alta voce: < Per cosa e perché di

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questa pressante richiesta, oltretutto con violenza, così sembra?... > Mentre Catrina un po' spaventata gli chiedeva: < Ma cosa diavolo ti succede? Tu ne sai qualcosa e chi è che ti cerca, da spaventare tanto mia zia per telefono?... Cosa avresti combinato di grave Antonio? > < Questo è il guaio. Non lo so nemmeno io, cosa sta capitando? > borbottò e a quel punto Antonio pensieroso, chiedeva a Catrina: < Mi accompagni fino all'university? Penso che tra la gente, potrebbe essere meno pericoloso e vedere per bene chi è che mi cerca e per cosa? E' tutto così strano? Accidenti! > commentò sull'incavolato, intuendo che centravano i due professori a Parigi? Erano gli unici, in contatto per cose molto segrete e a dir poco pericolose, dal modo che si esponevano. Poi per lo più il professore l'ingegnere Dandrè e la sua ragazza un po' troppa frivola e ingorda di voler fare una vita di lusso e dispendiosa. Perciò Antonio aveva già avuto modo di ascoltare un loro chiacchierio, nel provare a proporre e vendere la loro invenzione non ancora terminata e magari guadagnarci sopra? Ecco perché Antonio si era un po' bloccato con l'aiutare i due scienziati. Loro volevano far troppo presto, ma capivano che dipendevano dal giovane aiutante, il cervellone del sistema embrionali. Perciò si erano senz'altro spinti oltre e qualcuno ha annusato l'affare miliardario, perciò premeva su di loro e magari messi dopo sotto pressione, avevano dato a loro l'indirizzo dell'aiutante in gita scolastica in Irlanda. Per contattarlo e spremerlo per bene, come un limone e tirare fuori ciò che i professori non avevano. Antonio per solidarietà collaborativa, aveva inviato tramite un sms col cellulare. la foto fatta in gruppo tra studenti nel cortile del castello irlandese Donegal-Town, nel dimostrare l'interesse per la storia d'altri. Ma pensava Antonio, che aveva sbagliato a digli in che posto sarebbero andati, mentre loro premevano che resti a Parigi per completare il programma un po' ammezzato.

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Capitolo Quarto

Mentre camminavano sul veloce, Antonio rammentando che i due professori erano veramente sull'agitati. Ed ora ecco, che qualcuno veniva a bussare e pretendere qualcosa, che lui non aveva tra le mani, ma in capo? Infine erano giunti nel piazzale dell'university la Trinity College. Antonio lasciò Catrina al bar accanto: < Cercherò di far presto, ma tu resta lontano tra la gente, non mi fido da chi minaccia chicchessia? Torno subito! > Infine Antonio si avvicinò alla statua al centro della piazza in attesa. Capendo che quelli che lo cercavano sapevano senz'altro chi era e il viso da cercare? Appena prima la zia aveva ritelefonato a Catrina, informandola che degli sconosciuti avevano suonato alla porta e dal citofono, la zia li aveva avvisati che il giovane italiano che cercavano, era fuori e l'avrebbero trovato in piazza All'university. Indicato a loro dove trovare il giovane studente. Pertanto tra poco sarebbero arrivati in piazza a cercarlo. Antonio li noto subito quei due, erano delle persone già conosciute, avendole già visto una volta a Parigi a casa dei professori. Lui quel giorno si trovava in un retro sgabuzzino e stava saldando dei microchip su di una minuscola piastra d'integrazione, per un dispositivo modificato da risultare efficace, nel poter inserire dei dati essenziali e la password che avrebbe inserito poi e lo bloccava definitivamente. Col pericolo se non si sapeva digitare la password giusta e doppia, il tutto andava automaticamente distrutto. Era un congegno da far invidia a chiunque chi lo possedeva e Antonio era ormai l'esperto artefice del nuovo congegno ancora segreto. L'aveva ideato da sana pianta e al momento solo lui l'aveva in memoria la chiave per sbloccarlo. Anche i due professori, non erano al corrente di tale marchingegno più che letale, messo di nascosto dal giovane principiante ingegnere. Antonio non l'aveva ancora divulgato, non essendo ben sicuro del professore Tomas Dandrè. Un tipo intelligente ma un po troppo superficiale, che già si montava la testa al progetto per farsi un sacco di euro in banca, spronato dalla propria donna e pronto a strombazzarlo ai quattro venti la scoperta. Perciò Antonio tergiversava a segnalarlo ai professori l'inghippo, come si sarebbe svolto il giusto procedimento, che al momento il microscopico microchip, funzionava alla perfezione. Senza aver al momento inserito una seconda schiera di numeri appropriati da farlo funzionare alla grande e poter raccattare un sacco di strane funzioni da divenire un pericoloso marchingegno letale. Ma ora Antonio capiva che

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qualcosa a Parigi era andato storto, visto che più nessuno dei due professori rispondeva alle chiamate del suo cellulare? Antonio era la in mezzo al pubblico, sotto il monumento e aspettava che quelli si avvicinavano per contattarlo, e senz'altro volevano che fosse solo, senza persone attorno per potergli parlare o magari prelevarlo. Soltanto che poco lontano c'era una pattuglia della polizia locale che controllava il buon andamento sulla piazza, ed era già un piccolo deleterio per i mandanti, così pensava Antonio fossero dei traslatori ben pagati?... Alla fine quelli si decisero di avvicinarlo nel chiedere garbatamente al quasi turista: < Monsieur Sartori? > e Antonio annuiva e loro riprendevano a spiegare e a chiedere con fare tranquillo: < Noi siamo dell'agenzia investigativa trasporti francesi e vorremmo chiederle se lei conosce i professori Dandrè e Narcon? Ci risulta che ha lavorato ad un loro progetto. Giusto! > mentre gli mostravano la foto dei professori con un drone.

Vedendo un suo accenno: < Sì ho fatto dell'apprendimento con loro... > rispose tranquillo, senza scomporsi troppo e l'altro riprendere a premere e a domandare, con più insistenza: < Per caso le hanno dato una chiavetta pendrive da tenere con sé Senor Sartori? > chiedeva l'altro dall'accento spagnolo, dal volto segnato da una brutta cicatrice. < Spiacente signori! Non mi hanno dato un bel niente quei due scrocconi. Volevano soltanto un garzone... Certamente ho lavorato a scuola alla sezione progetti con i professori menzionati. Ma null'altro! Non ero molto in confidenza e non ho mai avuto nulla da loro, solo rimproveri di non comprendere le loro cognizioni lavorativa. Ecco tutto qui, per quel che so. Mi sembra che stavano giocando a inventare un piccolo drone e volare sull'università per riprendere le coppiette tra i boschetti dei giardini a

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sbaciucchiarsi. Roba da guardoni. Ah!... Comunque al momento il drone era ancora in fare di studio. Per quello che so io... Spiacente signori! > < Ma non potrebbe seguirci un momento, d'andare in qualche posto tranquillo a raccontarci un poco di più su qui progetti fatti? Qui c'è troppa gente e non si comprende nulla... > domandava l'altro più taciturno. < Tutto quello che sapevo ve l'ho appena detto. Altro non so nulla delle loro strampalate invenzione... Arrivederci Monsieur! > mentre quello più vicino tentava di strattonarlo. Per fortuna due poliziotti di ronda si erano avvicinati a chiedere: < Qualcosa non va signori! > Prontamente Antonio rispondeva: < I signori mi chiedevano dove si trova la cattedrale, ma essendo uno studente straniero e al momento non so spiegare da che parte devono andare. Ci pensate voi a indicare la strada giusta? Arrivederci! > lasciandoli soli con gli agenti di polizia. Antonio era tornato da Catrina senza farsi notare, temeva che vi erano altri lì attorno a cercarlo? Perciò passando da dietro dei vasi da fiori, sistemati davanti al bar, perciò, da controllava i loro spostamenti, dopo che avevano seguito l'indicazione della polizia per arrivare alla cattedrale, andandosene via. Prontamente Antonio raggiungeva Catrina e spiegava la situazione: < E' un brutto affare! Mi sa che hanno sistemato i due professori a Parigi, dove ho lavorato con loro nei mesi scorsi. Ma al momento non lo posso dire di sicuro? Quando ieri avevo telefonato a Parigi per parlare con uno dei due professori, nessuno aveva risposto? Sapendo che tenevano sempre il cellulare acceso, e al momento non ci avevo dato peso. Ma ora comprendo che qualcosa di brutto è capitato? Se questi sono venuti fin qui da me, in Irlanda a cercarmi? Uno dei professori gli ha fatto il mio nome e dovo sono adesso, per avere qualcosa da me, che io non ho? Questo e il guaio! > < Ma cosa centri tu, con questa storia? >domando Catrina un po' preoccupata. Mentre Antonio d'un fiato si beveva la bibita ordinata da Catrina prima, nel continuare a spiegare: < Ho lavorato assieme con loro ad un nuovo progetto. Questo è il guaio? > borbottò pagando il conto velocemente e pregando la ragazza di seguirlo: < Dai Catrina andiamo via, quelli torneranno alla carica. Pertanto è meglio che non torno a casa vostra, non voglio mettervi in pericolo. Speriamo che nessuno sospetti nulla del nostro bel rapporto appena nato. Potrebbe servire a loro per ricattarmi? > < Ma per cosa ricattarti? > domando preoccupata a quel punto. < Forse non hai ben compreso. Tua zia ha detto che hanno minacciato quelli dell'agenzia studenti, se non gli davano il vostro indirizzo di casa? Comprendi ragazza mia! Quelli sono dei mercenari che non badano a

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nessuno e sanno fare bene il proprio compito assegnato da chi? E questo è quello che devo appurare. Non posso correre rischi in futuro. Oltretutto non voglio che si servano di voi, per farmi parlare di cose che non so. Comprendi Amore! > sbotto Antonio sull'incavolato. < Allora bisognerà andare alla polizia? Gli puoi spiegare la faccenda. E loro provvederanno ad arrestare quei due imbroglioni... > sbottò decisa. < Tesoro! Purtroppo la polizia se non ha in mano qualche prova tangibile, non può far nulla. Anzi si aggraverà la situazione da interrogarmi anche loro per capirci qualcosa, eh'... Lasciamo perdere!.. Devo trovarmi un altro posto al momento? Magari ritornare a Parigi e poter districare la matassa? Altro non so come fare al momento? Certamente gli aeroporti saranno sorvegliati, anche i traghetti? Ma sopratutto lasciare la vostra casa e sperare che se la bevano che voi non centrate nulla. Se gli vanno alle orecchie che sei la mia ragazza. Siamo perduto? Credimi amore! > cercava di convincerla a capire il guaio infilato dentro suo malgrado. Ma di più non poteva parlare, anzi, chiese a Catrina di chiamare la zia e appena avuta la comunicazione Antonio si mise a parlare lui con la zia: < Mrs Madam Doncan!... Sì, mi scusi zia. Posso parlarle un momento... si trova sola?.... Molto bene.... Se per caso ritornano quelli, potrebbe dirle che ho lasciato la sua pensione e sono tornato in Francia?.... Già proprio così, zia!... E' un problema grande e temo purtroppo per la vostra incolumità!.... Comunque le spiegherò a suo tempo la faccenda imbrogliata da altri... Lei ha perfettamente ragione.... Sì certo!... Non imposta del mio zaino, non c'è nulla d'importante dentro... Passerò a riprenderlo in un altro momento.... Comunque ho il vostro numero telefonico in testa e vi chiamerò sovente, questo è più che certo.... Mi scusi ancora!... Cosa vuol fare Madam?... Sì la capisco zia.... non serve!.... Va beh', Ok! L'aspettiamo.... > rispose e commentò poi Antonio a Catrina, che era rimasta agitata a pensare un sacco di cose storte. Ascoltando poi, cosa aveva detto prima la zia al cellulare: < Viene con un taxi alla stazione e mi porta il mio zaino. Le avevo spiegato che non serve, ma vuole salutarmi e mi ha consigliato di prendere il treno per Belfast è un mezzo più sicuro al momento.... > Catrina dopo averlo guardato in viso e ascoltato per bene, provò a dire preoccupata: < Incomincio a capire il tuo grosso problema. So che sei una persona di parola e onesto. Comunque io ti aspetterò con fiducia e tanta pazienza. Ma non tradire la mia fiducia e intelligenza. Guai? Ti amo tanto amore e ti aspetterò che torni da me... > Antonio con decisione le dava un bacio veloce. < Grazie amore! > poi si controllava il suo passaporto che

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aveva per fortuna in tasca, lo zaino era in quel momento in arrivo con la zia e appena dopo quand'era arrivava e scendeva dal taxi l'abbracciò con affetto sentito, nel dire: < Figliolo caro non volevi svignartela senza salutarmi?... Tranquillo, mi sono guardata bene prima di prendere il taxi, che nessuno mi segua. Quelli non erano ancora arrivati a casa per cercarti e se verranno dopo, gli dirò che sei partito di fretta per la Francia e senza pagarmi nemmeno il conto della pensione. Per far sembrare più veritiera la tua fuga in Francia... > sbottò con vigore da buona irlandese. < Grazie zia Guendaline! Perdonatemi questo im-peach-ment. > < Dai andiamo in stazione figlioli! > avviandosi decisi dentro alla stazione ferroviaria per prendere il treno e recarsi su al nord dell'Irlanda, da passare il confine e recarsi in Gran Bretagna, con la speranza di riuscire senza altri intoppi. Da non essere intercettato dai due o più mercenari al servizio di qualcuno o tanti altri individui interessati. E il tutto era da pensare che il professore Narcon o Dandrè avevano accennato ha qualcuno sulla loro scoperta scientifica, per farsi poi un buon affare? Quel qualcuno che aveva fiutato il grosso affare e ormai pretendeva a possederlo per se il prelibato gioco, comperato per poco o niente?.. Quella pensata era la più giusta. Dopo aver annusato un mirabolante affare di milioni di euro. Ma avevano tutti quanti scordato il giovane ingegnere Antonio, l'artefice della parte più difficile e scabrosa dei microchip inseriti, che aveva per bene congegnato, ma anche bloccato a sua discrezione. Era un prezioso congegno oltre servire per le imprese spaziali, poteva anche entrare in ogni banca dati ed estrapolare il segreto d'altri. Ma senza la doppia password allegata, non serviva proprio a nulla. E Antonio questo lo sapeva più che bene, avendola inventata di sana pianta e di nascosto ad evitare che qualcuno ne faccia un uso fraudolente. Perciò il tutto era rimasto sepolto nella sua testa. Un'immaginabile forziere colmo di numeri, per ben stivati e nascosti con strani algoritmi cifrati, che solo lui era l'artefice da poterlo far funzionare. Ormai era più che lampante la faccenda e la stava spiegare in parte a Catrina, senza far capire che lui aveva la parte migliore in testa ed era quella ricercata da molti al momento e tutto per molti soldi sporchi. Ma al momento, tutti pensavano che fosse stata messa su una pendrive qualsiasi a salvare i tanti dati registrati, dalle prime prove effettuate a Parigi dai professori esultanti per un prossimo guadagno più che lucroso. Catrina da persona intelligente, non voleva approfondire troppo la questione, capendo che Antonio lo stava faceva solamente per il loro bene, a non essere coinvolte. Sapendo ormai bene, che ai giorni odierni,

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ammazzano la gente, per poco o niente. Perciò a malincuore accettava quella fuga del suo giovane amante, per un altro periodo migliore ha restare assieme. Catrina immaginava già il suo ritorno a casa dopo che il temporale ormai passato. Mentre si buttava fra le sue braccia a consolarsi per l'improvvisa separazione non voluta, ma obbligata dalle circostanze avverse. Era ciò che stava pensando al momento, amaramente Catrina. Prendendo per il bavero il suo giovane ragazzo d'oro e se lo baciava con tanto desiderio e passione, con una paura matta in cuore che tutto finisca.

Poi gli ultimi abbracci e altri baci, prima di salire sul treno diretto al nord dell'Irlanda. Antonio era demoralizzato e avvilito per quei fatti capitati in sviluppo continuo, ma non voleva che succeda qualcosa alle sue donne, quello era la cosa primaria. Nel dire alla ragazza: < Perdonami Catrina, di questo intoppo non voluto. Ma ritornerò presto e ti telefonerò ogni momento appena potrò farlo. Ho i vostri numeri in testa e non userò il mio cellulare che senz'altro qualcuno avrà il mio numero per rintracciarmi. Ma ti chiamo da un telefono urbano. Basta che nessuna sappia che tu sei la mia bella fidanzata innamorata, comprendi amor mio? Appena arriverò in Inghilterra ti telefonerò e telefonerò ai compagni qui in gita nel spiegare, che per motivi personali, ho dovuto far rientro alla Sorbonne, così non strombazzeranno in giro di uno studente perso per l'Irlanda. Ciao amore ti amo e al momento perdonami ancora! C'è sempre qualcosa o qualcuno che viene a sciupare la cosa più bella che ho trovato in questo paese. Ciao amore! > si confessava sul predellino del treno in avvio. Poi l'ultimo gesto con la mano dal finestrino a salutare le sue donne, una in lacrime. Non era riuscita proprio a trattenersi Catrina.

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Capitolo Quinto

Da dispiacersi tanto Antonio, di aver creato un pericolo incombente per le sue donne, lasciate la in stazione col braccio alzato a salutarlo, mentre il treno si allontanava da loro con un forte dolore nel petto, per entrambi, dal come se l'immaginava il fuggitivo. Ma aveva un problema da risolvere? Antonio era rimasto parecchio tempo imbambolato, accanto al finestrino ad osservare il paesaggio irlandese che gli scorreva davanti, mentre i tanti pensieri si accavallavano gli uni sugli altri. Da far fatica a digerire tutte quelle vigliaccate create a puntino, per un buon tornaconto a qualcuno?

Poi al passaggio del controllore e aver esibito il suo biglietto, si portò all'interno a sedersi, aspettando di passare il confine tra le due fazioni opposte irlandesi. Anche i diversi stati spezzati avevano le proprie rogne. Antonio sperava di poter prendere a Belfast un traghetto per Liverpool, in Gran Bretagna e infine trovare un posto in aereo per Parigi, o il super treno sotto la Manica, senza destare troppi sospetti. Da sembrare un giovane universitario in giro turistico per l'Inghilterra, ad apprezzare e imparare le varie usanze e costumi del posto. Ma nel frattempo meditava sui passi giusti da fare, appena sarebbe sbarcato all'aeroporto di Orly o alla stazione centrale a Parigi. Tutto dipendeva dagli avvenimenti nelle ore successive. Ma oltretutto con una bagaglio di buone speranze addosso. E fino a quel momento, aveva avuto fortuna e appena fuori dalla stazione, trovò un bus

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navetta per il porto dove s'imbarcò per la traversata, toccando la cittadina di Dougla sull'isola di Man e al mattino del giorno dopo arrivare al porto di Liverpool. Aveva passato la notte sul ponte non poteva sprecare i pochi euro che aveva in tasca per prendesi una cabina. Alla fine con fatica trovò un posto su un aereo per Parigi. Ma il guaio è che era a corto di soldi, tutti i suoi risparmi sulla card turistica si stavano esaurendo velocemente, non potendo usufruire del biglietto scolastico di ritorni dall'Irlanda in comitiva. Perciò prima d'imbarcasi telefono da un call-center a Dublino e sentire la voce della sua amata ragazza: < Buon giorno amore! Spero che vada tutto bene da quelle parti. Io sto per prendere l'aereo da Liverpool a Parigi.... Ah', sono poi venuto quelli a cercarmi.... Brava la zia che ha saputo indirizzarli a Parigi... Appena arriverò a Parigi dovrò fare attenzione e scoprire cos'è successo ai due professori?... Purtroppo ho paura che quei due ci hanno lasciato le proprie penne a terra per l'ingordigia?... Mah! Vedremo più avanti amore! Certamente ti terrò informata. Adesso devo salire sull'aereo.... Ciao un bacio grosso grosso. Ti amo! > la salutò con disappunto, poi al negozio dell'aeroporto comperò un cellulare prepagato, da poter poi provare a chiamare quei professori che si erano lasciati sfuggire troppo cose dalle loro bocche ingorde, senza pensare alle conseguenze arrivate di sicuro dopo e tutte assieme. Quello era il guaio finale dell'esperimento non ancora riuscito? Ma senz'altro strombazzato.

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In volo Antonio provò a chiamarli, ma niente da fare. Muti erano i loro cellulari, poi stava per sconnettersi, che sentì una voce strana. qualcuno avevano aperto il cellulare di uno dei due e preso la comunicazione, Antonio ascoltò per un attimo sorpreso e poi chiuse decisamente la comunicazione all'inizio senza rispondere. Temeva che venisse intercettato da chicchessia quella chiamata. Forse era la polizia francese? Capendo che altri stavano trafficando per intercettarlo. Ma essendo un prepagato erano rimasti tagliati fuori dal collegamento. Perciò Antonio non provò più a chiamare, col pericolo che riescono a tracciare le varie coordinate giuste e capire che la comunicazione veniva da un aereo in volo.

Era ormai pomeriggio inoltrato quando Antonio lasciò l'aeroporto di Orly e in metrò raggiunse subito la residenza dei professori in rue des Ecoles, nei pressi dell'universte la Sorbonne. Ma prima di svoltare l'angolo della via, passando davanti ad un'edicola, notò sui quotidiani del giorno esposti, che evidenziavano dei fatti orripilanti capitati poco distante. L'articolo mostrava il ritrovamento dei corpi di due noti professori della facoltà alla Sorbonne, rinvenuti nel proprio appartamento dalla donna delle pulizie, due giorni dopo l'uccisione. Erano stati trucidati in casa. Antonio si soffermò a leggere qualcosa, capendo che la polizia stava indagando per bene e dalle prime indiscrezioni, trafilate fuori dalla gendarmerie distrettuale: La Prèfecture de police, confermavano dai rilievi fatti e le tante impronte rinvenuta in casa, che risultavano appartenere all'aiutante santuario, così confermava la donna delle pulizie. Erano le impronte di uno studente che sovente aiutava i due scienziati a progettare elementi per l'aeronautica spaziale. Ancora non si conosceva il nome dello studente, ma la police era già sulle tracce, da poter scoprire cosa fosse successo veramente all'interno dell'appartamento in rue des Ecoles, due giorni prima. Antonio si stava guardando attorno, sentendosi già braccato. Lui, era il criminale ricercato? Nel capire per bene, che certamente all'interno dell'appartamento c'erano le sue impronte, in quei mesi che aveva lavorato e sgobbato per pochi euro ne aveva lasciate tante. Ed ora era più che immischiato per bene e magari accusato di omicidio dei due ingegneri. Ed era più probabile che qualcuno stava calcano la mano della police a stanare il gaglioffo studente, da poter poi, estrapolare i famosi dati mancanti, senz'altro nascosti su di una pendrive? Immaginavano in molti. Quei dati molto importanti e ricercati? Perciò quello era un altro guaio capitato sul suo capo senza preavviso, oltre i due ammazzati per danaro: < Una bella e

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buona mazzata, mi sta arrivando sulla testa, senza preavviso? Sono bello che marchiato sulla brace e fregato per bene! > sbottò adirato. Era il dilemma scabroso, sorto così all'improvviso, sebbene Antonio già lo supponeva il guaio, che senza volerlo si era infilato dentro: < Accidenti! > sbottò incavolato, nel pensare come uscirne fuori, sapendo per certo che chi aveva avuto la soffiata di un ingente guadagno e ad aver tra le mani poi, una simile arma a doppio taglio, si sarebbe trovato molto fortunato. Qualcuno e molto presto si sarebbe trovato incolpato senza immaginarselo. Perciò chi avere quel giocattolo tra le mani, serviva, oltre agli esperimenti spaziali, si poteva entrare in ogni banca dati e creare un bel putiferio mondiale. Con guadagni all'inverosimile e chi voleva salvarsi da simili ricatti, doveva pagare molto salato? Quello era il grosso problema di sicurezza nazionale, oltre che mondiale e tra i pochi informati era tutta una corsa ai ripari, da una simile catastrofe annunciata. Un cataclisma veramente mondiale era alla nascita, in procinto di essere partorito con crismi costosi al seguito. Si poteva intravvedere tra le righe dei quotidiani che si stavano già rimpinzando per bene, di assurde supposizioni, ma in parte veritiere, e sarebbero saltate fiori delle belle storielle golose. Antonio demoralizzato, si era seduto su di una panchina nei giardinetti poco lontani a meditare sul da farsi, non per nulla erano più che salutari le mazzate che sarebbero cadute sulla sua testa? Era il capo espiatorio voluto e trovato pronto e cotto a puntino. Ma al momento il problema era come far trovare per caso una pendrive, con dei dati all'interno fasulli, ma non troppo? Per poter chi ne verrebbe in possesso, non capire che non potevano servire proprio a nulla. Era una bella e grossa bufala per rapinare i furbastri gaglioffi ingordi. Quel marchingegno che Antonio stava pensando da mettere in movimento e aspettare che qualcuno o tanto abbocchino all'amo. Alla fine per sincerarsene per bene, dare la notizia in pasto ai burocrati e giornalisti da controllare la veridicità della fregatura nata a priori. Da convincersi poi, che l'idea c'era, ma era ancora stata sviluppare per bene. Capendo alla fine, di aver fatto un grosso sbaglio? Ma il guaio peggiore, di aver fatto secchi i due professori, i scienziati aerospaziali. Erano dei validi scopritori con in mano un programma da ultimare. Ma averli eliminati troppo presto, era stata una grossa cretinata madornale. Quelli non avendo ancora terminato il lavori d'ingegnosità sul microchip, rimasto a metà l'invenzione da partorire. Perciò a quel punto sperare sul giovane aiutante se aveva lui la pendrive e all'interno trovare la parte mancante dei preziosi dati? Perciò tutti premevano e speravano in

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tanti, lo sbaglio fatto da deficienti intraprenderti? Senz'altro i fattorini inviati a prendersi il marchingegno dai professori, non erano all'altezza di capire che il giocattolo non era ancora operativo. Ed eliminare i due professori, era stata proprio una bella cretinata da sparare a loro in testa. Pertanto i mandanti la stavano pagando a caro prezzo, dopo aver già sborsato un sacco di euro per un bel piano, fallito già a metà partenza? Antonio pensò che era l'unica cosa da fare, andare all'universite la Sorbonne e tentare d'intrufolarsi all'interno mescolandosi con altri studenti per le loro lezioni e arrivare fino al settore ingegneria spaziale e poter poi accedere al computer n°8, dove sovente i professori lavoravano e avevano lasciato dentro qualcosa sotto password, Ma per Antonio non era un problema, c'erano ben nascosti dei dati non completati, annerenti al programma embrionale in studio di progetto. Era qualcosa che Antonio aveva fatto assieme con i due professori, purtroppo erano scomparsi prematuramente. Stava meditando Antonio come passare quella notte all'addiaccio? Ma non era il caso da essere scoperto dalla polizia notturna. Perciò pensò bene di andare a riposare, intrufolarsi nella stanza in affitto di Isobel, una ragazza che era nel gruppo in gita in Irlanda. Antonio con un fil di ferrò aprì la porta, da rimanere al riparo e riposare almeno qualche ora. Al mattino portarsi all'universite e cercare di sgattaiolare all'interno inosservato. Entrando assieme ai tanti studenti assonnati, usando il suo pass, rilasciato per studenti al controllo all'ingresso nei vari atenei per l'orario didattico appropriato. Il reparto scienze apriva un'ora dopo, per

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l'assegnazione di nuovi professori, dato il dispiaciuto casi capitato. Antonio si era munito di un paio di occhiali scuri presi in casa di Isobel, e si mescolò agli studenti ed entrò all'interno della facoltà di scienze e ingegneria appena riaperto, tranquillamente. Poi con disinvoltura passò nella sezione didattica e si portò al computer n°8, e con calma senza farsi troppo notare, l'accese e digito le sue credenziali e le password, e alla fine ecco apparire la schermata giusta dei professori, collegati ad entrare nel server. Poi prese due pendrive da un cassetto che sapeva per bene dove trovarle, oltre aver già recuperato dei guanti in lattice per gli esperimenti di chimica dal laboratorio a lato, da non lasciare altre tracce sue al caso già troppo complicato. Pulendole con un fazzoletto le chiavette e altro sul pc, da non avere altre sue impronte sopra e inserì una chiavetta nel computer. Copiando tutto ciò che trovava all'interno al pc, per sicurezza sua e passare poi ad altri pc in rete da estrapolare altri dati e notizie annerenti ai professori. Lasciando quello che sarebbe servito in caso di controllo, un bel caos da districare, che senz'altro da parte dei servizi segreti, che andranno a frugare nell'accademia aerospaziale. Infine inserì l'altra pendrive da digitare nuovi algoritmi e formule compresse, nel copiare altre formule diverse, che potevano servire a confondere e variare le presunte formule veramente complesse, aggiunte a quelle mancanti. Da dare una mezza verità fattibile, alle furbe spie dislocate ovunque e avrebbero captato nel tentato di catturare la formula segreta. Ma appena quelli avranno inserito la pendrive in un altro pc, si sarebbe aperta in automatico la webcam e avrebbe catturato chi la stava visionando il contenuto e appena dopo, diffondere in rete le facce dei furbastri ladri, beccati al lavoro, a beneficio della comunità in internet. E infine si sarebbe bloccato tutto e più nulla avrebbe funzionato, da rivelare un blackout, con un vero beef definitivo. Quello era il piano impiantato da Antonio e la pendrive l'aveva lasciarla apposta inserita dentro al computer alla presa USB, per dimenticanza? Essendo un po' nascosta e magari poi, qualcuno la troverà da far contenti i mandanti troppo ingordi. E il tutto era da vedere a giorni? Alla fine e con calma, Antonio lasciò la sezione sperimentale aerospaziale dell'università e se ne andò via indisturbato in mezzo agli altri studenti che si spostavano in altre sezione per seguire altre lezioni nella giornata. Antonio contento del risultato, oltretutto non riconosciuto dagli studenti e custodi, oltre molte guardie dislocate dopo il fattaccio capitato, a screditare un po' troppo, la illustre facoltà della dell'Ateneo la Sorbonne.

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Capitolo Sesto

Appena lasciato la Sorbonne alle spalle, Antonio prima di prendere il metrò per recarsi in periferia da un amico fidato, si comperò con i pochi euro rimasti un altro cellulare prepagato e chiamò Catrina a Dublino, nel spiegare velocemente: < Ciao amore! Scusami il ritardo, ma sono un po' inguaiato. Sto cercando di sbrogliarmi d'addosso il grosso im-peach-ment. Credimi che faticaccia... Anche io ti amo tanto!... Ti devo lasciare al momento, ciao ti amo! > chiudendo la comunicazione. Appena dopo l'altro cellulare prepagato squillò, da fargli rizzare per bene le orecchie, capendo che qualcuno o la sicurezza nazionale era riuscita ad intercettare la sua breve telefonata fatta dall'aereo? Dopo vari squilli rispose a denti stretti nel strascicare le parole, e chiedere tranquillo: < Cosa volete?.... Sì, certo che ho la pendrive.... Ma prima devo recuperarla, l'ho lasciata all'universite.... Quanto sborsate?.... Troppo poco. C'è chi paga di più!.... > chiudendo la comunicazione, prima che passino i secondo per rintracciarlo. Poi con decisione Antonio appena scese dal metrò buttò il cellulare nel cestino della spazzatura, dopo averlo per bene ripulito dalle sue impronte e tolta la memoria. Sapendo per certo che tra poche ore l'università sarebbe stata perquisita a dovere in ogni angolo, dalle forze dell'ordine e dalla police segreta a trovare quella chiavetta, la pendrive ricercata da molti, troppi. Antonio supponeva che centrava qualcuno molto in alto e aveva accesso un po' a tutto, per avere tra le mani il formidabile programma gioco di “Sapienza e Astuzia”, così l'avevano definita i professori di ingegneria aerospaziale a rinominarla appena terminata la lunga programmazione, in attesa che il giovane apprendista ingegnere, torni dalla gita in Irlanda?.. Mah', al momento chi è che l'aveva già tra le mani quel minuscolo microchip? Si sentiva un po' come il padreterno. Ma capendo poi che all'interno del programma trafugato, mancavano dei dati essenziali e l'embrione non erano ancora pronto da sperimentare. Pertanto speravano poi con il resto sulla pendrive che avrebbe dovuto avere il giovane aiutante, da completare e poterlo riprogrammare per bene e da avere un buon risultato finale a loro vantaggio nel controllare ogni cosa in futuro. Era il proponimento ben preparato e oliato a tavolino, ma ancora non avevano fatto i conti con l'ingegno dell'apprendista che stava preparando il

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contrattacco, da buggerarli e sputtanarli a dovere. Non meritavano altro. Antonio abbastanza stanco, arrivò finalmente a casa dell'amico Gian Grades. Era un ingegnere che a sua volta si divertiva a far volare aeromodelli, ed era anche investigatore dell'aeronautica aerospaziale francese, da bravo esperto della massima fiducia, dislocato a Toulosa. In quella settimana era in ferie a casa sua a Parigi. Comunque con Antonio si tenevano sempre in contatto, avendo spesse volte avuto bisogno dell'aiuto di Antonio, per delle modifiche ai suoi aeromodelli, con minuscoli congegni di comando, molto leggeri e più flessibili ai comandi da dare. Perciò Antonio gli aveva telefonato da una cabina pubblica con la scusa di consegnare dei fiori e l'investigatore Gian aveva subito capito chi era, da invitarlo a passare da casa. Nel dire appena era arrivato alla porta: < Ho sentito del fattaccio... Dai vieni e non temere, sono solo in casa. > guardando attorno sulla strada tre le villette a schiera. Antonio lo ringraziò, nel spiegare: < Mi stanno incastrando! Ed è per questo che sono tornato dall'Irlanda, ero in gita con gli studenti. Purtroppo per cercare di salvarmi il posteriore... Ma al momento per poter completare l'opera, dovrei ritornare a Dublino e aggregarmi al compagni, prima che la police della Securetè National francese, mi venga ad interrogare?.. Comprendi Gian, com'è diventata dura la mia situazione da fuggitivo?... > < Ma spiegami un po' bene, cos'è capitato di preciso ai due. Qualcosa dai giornali l'ho appreso, ma sai com'è non è mai veritiera la faccenda ingarbugliata e messa in prima pagina. Per cosa li hanno ammazzati i professori Dandrè e Narcon? Erano dei bravi ingegneri... > chiedeva Gian incuriosito dal fattaccio menzionato sui quotidiani. < Stavano progettando un microscopico microchip per la sezione aerospaziale dove lavorano loro due. E io all'università, con un mio programma, li aiutavo a perfezionare gli algoritmi dei processori... Ma proprio per caso un giorno a casa loro, mentre stavo lavorando attorno ad un complicato riduttore d'immagine, per rimpicciolire i minuscoli diodi capillari, da impiantare poi nel gruppo microchip. Quando erano arrivati degli individui poco raccomandabili e io dal ripostiglio ero riuscito a sbirciare e sentire qualcosa. Mi sembrava di aver capito che il prezzo pattuito poteva andare, ma la merce doveva essere pronta pochi giorni dopo. Loro non mi avevano detto nulla, ed io ho fatto l'indiano a non chiedere qualcosa? Nell'intermezzo, io sono partito in una gita tra universitari per l'Irlanda e la a Dublino mi sono venuti a cercare proprio quei due individui. Comprendi? Voleva senz'altro dire, che loro i professori

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gli avevano dato l'indirizzo dell'ostello dov'ero in Irlanda. E quelli avendoli per caso incontrati, ma controvoglia, mi avevano chiesto di una pendrive che i professori mi avrebbero consegnato. Io ho tergiversato nel dire che non avevo avuto nulla dai due professori. Ma quelli non erano convinto. Perciò sono tornato di nascosto ad eliminare le mie impronte fin dove potevo, avendo letto sui giornali appena sbarcato all'aeroporto, la loro uccisione in casa? Poi c'era la faccenda impronte che ha casa loro, ne avevo lasciate molte nel lavorare assieme, e con quelle prove la polizia mi sta cercando. Ecco perché sono tornato di volata nel cercare di rimediare, lasciando una traccia nuova all'università a sviare via le ricerche. Ho lascito una pendrive fasulla, ma potrebbe risultare interessante e magari verremmo a sapere che è che c'è dietro a tutto? Comprendi l'impiastro fatto? Quelli per soldi si sono fatti fregare per bene. La miseriaccia buona! Che fessi sono stati.... > terminò Antonio imprecando. < Caspiterina ragazzo che casino ti sei infilato dentro! E adesso la polizia pensa che sei tu che li hai fatto fuori? Giusto! E magari c'è chi spinge ha trovarti per avere quella chiavetta, che farà comodo ad altri, giusto? Perciò vorresti poter tornare in Irlanda e sperare che tutti pensano che eri là in gita e non potevi ammazzare i professori qui a Parigi?... Ho ragione Antonio e senz'altro funziona se si completa il circolo? > < Già proprio così! Tu hai qualche idea per sgattaiolare in Irlanda di nascosto? > domandava Antonio speranzoso di qualche idea nuova. < Aspetta un momento amico... > prendendo il cellulare e mettendosi a comporrere dei numeri, poi: < Adremis! Ciao sono io Gian... senti un po'. Avete ancora dei posti liberi sull'aereo per domattina, in gita turistica aerospaziale per Dublino a festeggiare il patrono San Patrizio?... Sì, molto bene!…. E' arrivato dall'Italia un mio cugino e se possibile aggregarsi per una giornata di gemellaggio tra esperti aerospaziali, noi da Toulosa a Dublino a festeggiare assieme.... che bello!... Allora avete ancora dei posti liberi?... Sì, hai ragione, prima volevo riposare un poco. Ma visto la visita dall'Italia di mio cugino Antony, ne approfitteremo... Sì, prendi nota, il suo nome è Antonio Sartori è anche lui un tecnico dell'aeronautica italiana a Firenze. Perciò è dei nostri... Ok! Partiamo e saremo li per la partenza. Grazie! > mentre guardava sorridendo Antonio attento e Gian gli chiedeva ancora sul chi vive: < Finché la polizia non ha diffuso il tuo nome, sarà più facile passare i controlli doganale aeroportuali, sia francesi che irlandesi. Poi la in Irlanda vedremo come farti svicolare via dal gruppo folcloristico francese a solidarizzare con altri scienziati, per un buon

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connubio tra le nazioni europee... > commentò soddisfatto Gian. < Potrei... Appena saremo scesi dal vostro aereo e usciti fuori dall'aeroporto, fingere una caduta e tu mi accompagni al pronto soccorso in taxi e poi alla sera avviserai la vostra comitiva che mi hanno trattenuto in ospedale e che mi rimanderanno in Italia appena fatto tutti i controlli e ingessato la gamba... Pensi che possa andare bene, la trovata della gamba rotta? > si spiegò Antonio all'amico pensieroso, nell'approvare: < Perfetto ragazzo! Lo sempre sostenuto che sei un genio Antonio! Dai mangiamo qualcosa e poi partiamo di volata per Toulosa, la sezione aerospaziale ci aspettano per festeggiare in Irlanda!.... > mentre buttava in tavola alla meglio, dell'affettato e un po' d'insalata per contorno, con delle baghette di pane raffermo e con una caraffa di acqua dalla sorgente fuori casa, da essere leggera e fresca al punto giusto. Senza ubriacarsi nel bere a sazietà. Perciò appena arrivati a Toulosa, una veloce presentazioni dei colleghi e via tutti a bordo. Mancava soltanto fanfara, ma loro ancora non l'avevano inventata nel loro gruppo di esperti aeronautici in gita turistica. Appena sbarcati a Dublino, Antonio all'uscita fuori dall'aeroporto e pronti a salire sul bus, messo a disposizione dai colleghi irlandesi. Ecco che nel scendere dal gradino del marciapiede, oltretutto urtato da un passeggero in ritardo, con tanto ti trolley e valigia Antonio era caduto malamente, lamentandosi di un dolore alla gamba. Prontamente Gian interveniva deciso, ad aiutare l'amico: < Dai ti aiuto, Accidenti cugino! Ti sei rotto una gamba?... Tranquillo, adesso chiamo un taxi e ti porto all'ospedale per un controllo.... Voi intanto proseguite, noi arriveremo più tardi dopo il controllo alla sua gamba... Questa non ci voleva! Andate, ci sentiamo! > mentre Gian chiamava un taxi e il bus stava partendo con i restanti turisti, dispiaciuti della caduta al cugino di Grades. Loro due, saliti in taxi di corsa e portarsi al pronto soccorso in città. Trovando una ressa di contusi e altro, perciò dovettero aspettare il proprio turno, non essendo urgente. Dove trovarono nel reparto ortopedia una piacevole e simpatica dottoressa che controllava e smistava i vari pazienti contusi. Quando la dottoressa si trovò disponibile controllò il giovane straniero che si lamentava di un dolore alla gamba, l'aveva trovata un po' arrossata per il continuo sfregamento fatto in taxi con la mano da risultare un po' rossa ad evidenziare un trauma. La dottoressa lo pregò di togliersi, scarpe calzini e i pantaloni, oltre la maglietta per controllare il capo e le spalle. Da fare una veloce radiografia alla gamba, seguendo il racconto

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sulla banale caduta del turista sbarcato a Dublino per la festa patronale.

Mentre l'amico Gian stava prendendo confidenza con la gentile dottoressa del reparto traumatologia, spiegando l'accaduto: < La colpa è mia dottoressa! > leggendo il nome sul camice. < Dottoressa Maura Satok, mi scusi l'invadenza. Ma le stavo dicendo che ho voluto portarlo qui a Dublino a festeggiare e la sua ragazza siciliana in Italia, si arrabbierà di non averla avvisata... Lei comprende che baruffa verrà fuori dopo.. Sa, le siciliane sono estremamente gelose e saper che abbiamo passato dei giorni qui a divertirci, penserà subito male, da mandare a monte il suo matrimonio a settembre... > mentre Antonio, commentava con piccole smorfie di finto dolore: < Non devi scusarti! Sono io che ho voluto venire qui per incontrare nuove amicizie... e adesso con questo dolore... speriamo dottoressa che non ci sia nulla dirotto... Accidenti! Luisa quando la verrà a sapere, mi sparerà di sicuro con la lupara... Pazienza! > < Tranquilli giovanotti! Vedremo com'è messa la gamba al momento. > rispose la dottoressa Satok, sorridendo ai problemi dei due turisti non troppo accorti, alle conseguenze dopo le loro bugie dalle gambe corte.Finalmente dopo la radiografia e riscontrato nessuna rottura, la dottoressa compiacente gli fece una leggera fasciatura a contenere la gamba e poi si era messa a redigere lei il verbale, essendo in pieno lavoro e il personale era abbastanza impegnato in quei giorni di festa patronale. Perciò mentre digitava sul server dell'ospedale, Gian le si era avvicinato a farle dei

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complimenti: < La ringraziamo molto dottoressa Satok, per il rapido servizio a degli stranieri imbranati. > mentre la dottoressa chiedeva il nome del paziente: < Il suo nome: Antonio Sartori, nato a Cortona Italia, il 10/04/1993. residente a Firenze al campus dove frequenta l'università.... > fermata da Gian che le chiedeva un piccolo ragguaglio: < Mi perdoni dottoressa, non potrebbe battere che è rimasto qui in osservazione due giorni? Forse possiamo salvagli il matrimonio, conoscendo la sua Luisa, super gelosa... Sempre se è possibile? > con una faccia supplichevole. La dottoressa si era fermata dal digitare, a guardarli, poi provò a dire mentre riprendeva a digitare: < le inserisco due giorni di degenza e poi dopo la stampa correggerò sul pc le giuste operazioni fatte. D'accordo. E' un favore personale, dato la festività e spero che San Patrizio, perdonerà le piccole bugie per un buon finale per tutti... Ecco qui! > consegnando il foglio dimissionario da mostrare all'uscita. Mentre Gian le chiedeva garbatamente: < Potrei invitarla almeno a colazione per sdebitarmi? > < Signor Grades, è gentile da invitarmi, ma sono impegnata fino alle venti di sera... > rispose guardandolo con interesse. D'altronde Gian era un bell'uomo interessante e pertanto provava a sfoderare il suo fascino e quella dottoressa le piaceva, nel rispondere deciso: < Passo a prenderla per le venti? Ha mezzanotte ho l'aereo per Toulose e devo rientrare per lavoro. Ma potrei farmi dei viaggi soventi per venire qui a pranzare con lei quando è libera. Lei sarebbe d'accordo di una cena al piacevole incontro fatto, non per lui che se ne resterà in albergo. Allora accetta, mi farebbe felice? > < Ma siete tutti cosi? Voi latini. Insomma lei è un francese brioso e piacevole a discorrere... Va bene, adesso ho da fare... Alle otto davanti all'entrata. Arrivederci. E lei abbia cura della sua ragazza... > rispose ai due rientrando nel proprio reparto a smistare il super lavoro, festa patronale. Appena prima di uscire dall'ospedale, Antonio si fece altre due copie del verbale di dismissione dall'ospedale, da consegnare una subito ai compagniuniversitari all'ostello, dato che all'indomani in giornata sarebbero rientrati tutto a Parigi da riprendere gli studi alla Sorbonne. Pensando Antonio che aveva fatto bene a non telefonare che sarebbe rientrato a Parigi, da dar da pensare che era stato soltanto in giro per Dublino a divertirsi. Poi decisero di dividersi, Gian aveva un serio appuntamento con la dottoressa Maura Satok, felice di poter cenare e dialogare con lei. Restando in contatto con Antonio e sperare che tutto vada per il meglio. Ai colleghi al rientro a Toulose, Gian avrebbe detto che il giovane cugino l'avevano trattenuto in ospedale in osservazione e poi l'avrebbero rispedito

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direttamente in Toscana in Italia. Perciò un forte abbraccio e via per la propria strada. Antonio arrivò all'ostello e per caso trovò Fergus, facente il capo comitiva del gruppo studenti e al suo incontro, rimase un po' sorpreso, non avendolo visto in quei giorni: < Antony, ma dove sei stato questi giorni, ti cercavamo? > domando curioso. < All'ospedale! Mi sono fratturato la gamba... > alzando il gambale a mostrare la fasciatura. Nel riprendere a dire: < Sono scivolato su qualcosa di viscido che qualcuno a lasciato sui gradini e al buio sono ruzzolato. Per fortuna non è rotta la gamba... Ecco il documento del rilascio dell'ospedale. Così lo potrai tenere con gli altri documenti da consegnare poi all'universite. Adesso devo tornare alla mia pensione a prendermi la mia roba se domani torniamo a Parigi... Che bella gita ho fatto... Almeno posso dire, che ho visto delle belle infermiere gentili, nella nostra scampagnata irlandese... Proprio una bella scalogna ho avuto! > < Già hai ragione! Sei stato sfortunato Antony! Sarà per la prossima volta... Ci sentiamo a domani. > rispose l'amico che usciva di corsa dall'ostello per andare con gli altri a festeggiare in casa di nuovi amici incontrati in Dublino, quell'ultima giornata di connubio francese irlandese.

Antonio era più che contento di aver sistemato la sua posizione e finito in ospedale. Da ringraziare San Patrizio, di aver un documento in mano che l'avrebbe salvato da finire in galera per davvero. Se la police francese l'avrebbero prelevato e interrogato al suo arrivo a Parigi, con quella carta, poteva dimostrare che era all'estero, da non essere incolpato degli omicidi.

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Capitolo Settimo

Perciò di buon passo, oltre gli autobus con i pochi spiccioli rimasti si portò in Towseend Street al n° 11/A e bussò alla famosa porta gialla e con una tale agitazione addosso, che gli aveva preso nell'attesa. Poi di colpo la porta si aprì e apparve Catrina trasognata da vedersi il suo bel Antonio la davanti con gli occhi lucidi, dalla contentezza. Da trovarsi abbracciata e a baciarsi in dismisura dalla tanta felicità che non riuscivano nemmeno a dire una semplice parola. Oltretutto Catrina aveva appena sentito con la zia alle televisione di un grave assassinio a Parigi, da turbarla e la zia a consolarla per le mancate telefonate al capire che Antonio era stato arrestato dalla polizia francese, ma alla televisione non veniva menzionato ancora il nome del l'autore di quel misfatto? Perciò, poi di botto un urlo di felicità ritrovata in casa, da far accorrere la zia a vedere cos'era capitato fuori casa. Da restare sorpresa e contenta di quel benedetto ragazzo che era tornato a bussare alla sua porta. Era proprio di parola.

Trovandoli abbracciata nel bacarsi contenti. Poi nel riprendere fiato a salutare la zia più che contenta. Infine in casa a raccontare un po' tutta la trafila di quel viaggio e sentire di quei morti, da lasciare lui a piegare e discolparsi. Mentre le sue donne chiedevano avanti: < Ma allora, cos'è

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successo e adesso la polizia francese ti stanno allora cercando? > < Mah', fino a ieri non ero ancora messo in prima pagina sui quotidiani francesi. Stanno cercando lo studente che ha lavorato con i due assassinati. Senz'altro alla fine troveranno il mio nome. Ma nessuno mi ha visto e sentito all'università ed ecco perché, son tornato da far vedere che ero qui quando hanno ammazzato i due professori. E quei due gaglioffi sono poi ritornati qui a cercarmi? > domandava Antonio alla zia, che sembrava la più informata e lei rispondeva: < Tranquillo Antonio, qui dall'ultima volta che gli ho detto che te ne sei andato in Francia senza pagarmi la pensione. Avranno preso sul serio la faccenda?... In verità eravamo un po' tutte e due preoccupate, ragazzo mio! > commentava zia Guendaline. E Catrina continuava lei a dire: < E tu non telefonavi da impensierirci tanto... > < Non ho potuto. Potevo essere rintracciato. Col cellulare prepagato preso a Liverpool ho provato a chiamare i professori, non sapendo che erano già trapassati e subito Qualcun'altra mi hanno contattato e io ho subito chiuso. Perciò non potevo più chiamarvi, all'infuori di quella telefonata fatta dal coll-senter in Gran Bretagna. In verità ero anch'io dispiaciuto. Ma non potevo farvi compromettere. Comunque domani rientriamo tutti a Parigi assieme ai compagni turisti e senz'altro all'aeroporto ci sarà la polizia che mi aspetta per interrogarmi per bene. Perciò spero, che essendo stato qui in Irlanda non potevo essere a Parigi... Ma, speriamo bene? > borbottò Antonio. < Ah! Speriamo veramente bene, amore mio... Avendo poi oggi sentito il notiziario dall'Europa, e ad un certo punto parlavano di due professori ammazzarti?... Temevo il peggio, che qualcuno ti avesse sequestrato e incolpato da finire in prigione e non saresti più tornato qui da me.... > < Tranquilla amore! Adesso per seguire la trafila giusta, dovrò tornare a Parigi e affrontare la bufera, ma visto che non hanno prove sicure all'infuori delle impronte mie nella loro casa a lavorare, non possono chiedermi altri? Certo che ho trafficato per lasciare una chiavetta nel pc dell'università e senz'altro qualcuno o la polizia segreta la troveranno e allora ci sarà da ridere e verrà fuori chi è che tira le file dietro le quinte. > si spiegò Antonio e subito Catrina domandava: < Mah', allora tu hai fatto qualcosa che manda all'aria il piano, fatto da altri per incastrarti? > < Certamente! Non volevi che la passino liscia. Quando troveranno la pendrive e degli esperti operatori controlleranno il contenuto troveranno delle discordanze che il giocattolo prezioso non serve proprio a niente. Avendo ammazzato prima gli ingegneri che la stavano ultimando e

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pertanto, io ho inserito con un sistema molto complicato, ma all'interno ci sarà una chiara indicazione, dove sarebbe andata a finire il giocattolo conteso tra le mani di personaggi impensabili, ma a quel punto non ci saranno altre scappatoie, per i veri criminali.... > < Acciderba che traffico! > sbottò la zia, nel dire poi: < Dai ragazzi a tavola la cena è pronta. Senz'altro tu non hai mangiato nulla, vero? > < Già, ha perfettamente ragione zia! All'ospedale la dottoressa Sartok mi ha dato un sedativo antidolorifico e ora mi fa venire sonno. > < All'ospedale sei finito... Ma per cosa? > domandarono le donne. < Con un mio caro amico della Securitè francese aerospaziale a Toulose. Mi ha fatto viaggiare con una comitiva di scienziati in visita di gemellaggio con i Vostri scienziati, qui per festeggiare il vostro patrono. Perciò per potermi scollare, ho finto una caduta e il mio amico Gian mi ha portato all'ospedale per un controllo, consigliando agli altri di proseguire che li avremmo raggiunti dopo. La gentile dottoressa mi ha poi rilasciato il certificati che conferma la mia permanenza in sala traumatologia per due giorni sotto controllo per la caduta. E' stata una cortesia chiesta da Gian. > < Ma come avete fatto?... > domandò dubbiosa Catrina. < Il fascino del mio amico Gian la convinta ad aiutarmi. Dicendole che la colpa e soltanto sua a volermi potare qui a Dublino e che in Italia, la mia fantomatica ragazza siciliana avrebbe mandato a monte il mio matrimonio per la scappatella e la dottoressa mi ha aiutato. Pertanto Gian questa sera porterà la dottoressa a cena per ringraziarla e poi prima all'una di notte ritornerà a Toulose con la sua comitiva e spiegherà ai passeggeri che l'ospedale mi ha trattenuto e tornerò dopo in Italia appena possibile da poter viaggiare. Capite l'intreccio per depistare le eventuali ricerche della polizia francese... > si spiegò Antonio mangiando di gusto, aveva fame. < Però, che bel guazzabuglio hai fatto.... Allora a che ora domani ritorni in Francia? > domandò demoralizzata Catrina. Sapendo che passeràaltro tempo prima che si ritrovino assieme nuovamente. La zia li stava osservando mentre cenavano e capiva che il ragazzo si stava addormentando per la stanchezza e poi la puntura fatta, da consigliare ai due: < Sarà meglio che andate a dormire. Tu Antonio caschi dal sonno e stanchezza. Andare a riposare. Vi chiamerò in mattinata, da poter poi prendere il vostro aereo per Parigi. Dai andate. E buona notte! > < Buona notte zia e tante grazie per tutto! > commentò Antonio. < Dai, figliolo vai a riposare che ne hai bisogno. Notte! >

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Capitolo Ottavo

Appena entrati in camera Antonio le domandò: < Mi concedi amore il tempo di una bella doccia. Sono giorni che non dormo e mi faccio una bella doccia da buon cristiano... Accidenti agli aiuti dati! > sbottò. Sotto la doccia Antonio si stava quasi addormentando, l'antidolorifico iniettato stava facendo un bell'effetto più che tonificante. Antonio a fatica era poi arrivato a letto stremato e senza immaginarselo già dopo un attimo, si era addormentato di colpo da russava leggermente. Catrina se lo guardava con tanto affetto, capendo che quel giovane, l'amava tanto, se aveva sfidato le intemperie umane pur di esserle accanto. Non se l'avrebbe scordato quel gesto d'amore del suo bel ragazzo toscano.

Solo verso il mattino Antonio si sveglio per un brutto sogno fatto da farlo svegliare di soprassalti tutto agitato e si trovò accanto Catrina, che lo acquietava baciandolo sulla guancia amorevolmente. Antonio si riprese nel svegliarsi meglio e ringraziare la sua ragazza che lo coccolava con affetto, da rinvigorirlo ad uscire da quel butto sogno e aver cura della sua donna innamorate, in attesa dei suoi caldi baci. Che non tardarono a proporsi con riguardo al principio, ma poi scoppiare come un uragano in piena, dalla tanta voglia repressa che avevano per colpa d'altri. Fu un amore dolce e pulito, con la serietà voluta dopo i tanti guai passati e forse ancora da dissipare, ma al momento cercavano l'affetto tra loro due, nel baciarsi con fervore e passione da renderli assai felici entrambi. Erano arrivati nel far l'amore fino alle primi luci dell'alba, quando Antonio si fermò nel dire: < Prendo fiato un momento! > ma dopo un attimo si addormentò nuovamente, ma felice dall'espressione del suo viso. Catrina lo lasciò che riposi e lei tranquilla si alzò da quella dolce alcova per innamorati e scese da basso, trovando la zia intenta a preparare la colazione: < Buon giorno! > fu all'unisono il saluto e poi la zia che le chiedeva: < L'hai lasciato a dormire? Si vedeva che era sfinito i questi giorni d'inferno. Dai fai colazione ragazza mia!.. Poi se vuoi, mentre aspetti il tuo ragazzo, potresti sistemare quelle piante in giardini. La primavera è arrivate e alle piante occorre un po' di attenzione. L'avrei fatto io, ma quei vasi sono pesanti e la mia schiena borbotta agli sforzi non previsti. Grazie figliola cara! > dandole un bacio in fronte le voleva bene.

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Dopo un paio d'ore Antonio si era alzato e appena messosi in ordine scese da basso e trovò la zia che stava trafficando in cucina a preparare qualcosa per il pranzo: < Buon giorno zia! > mentre si massaggiava il collo un po' indolenzito da tutti i tramestii capitati addosso: < Sono tutto rotto! > La zia rispondeva al ragazzo ancora assonnato: < Buon giorno figliolo! Ancora stanco? Catrina è fuori in giardino dietro casa, ha sistemare i fiori... Prendi del caffè o vuoi altro Antonio? > le domandò Guendaline. < Grazie zia! Un po di caffè mi andrebbe bene. > rispose guardando fuori dalla finestra ad osservare la sua ragazza che trafficava con i fiori primaverili. Poi dopo aver bevuto il caffè ben caldo, si mise il giubbotto ed usci fuori a vedere Catrina, gli mancava già la sua presenza, pensando come farà a starle lontano nei giorni che verranno? Lui in Francia a discutere con la giustizia, sperando che non subentri altre storie. Mentre si avvicinava e la guardava con interesse e capire che aveva trovato la donna della sua vita e sentiva di amarla veramente tanto. Lei lo stava guardando e dire in risposta al suo accenno di saluto: < Ciao amore! Ma, cosa ti sei fatto sul palmo della mano. Cos'è quel segno? > domandò curiosa. Mentre lui ancora addormentato si sistemava i capelli ancora arruffati dalla notte. Alla fine la stava guardando senza rispondere. Era imbambolato. Poi si riprese a parlare, spiegandosi: < Mi sono tagliato. Ero arrabbiato, nel buttare via la card del cellulare. Ero stato contattato da estranei sul metrò... E per la furia mi sono ferito. Roba da niente... > commento ancora troppo assonnato per capire per bene i discorsi ovattati in testa. Fermandosi nel

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pensare, poi alla fine riprese a dire: < Non ci avevo fatto casa dalla furia di potermi sbarazzare da chi mi perseguita. Accidenti che casino!... Mah', perché sei scappata dal letto... Russavo veramente forte? > domandò lui. < No, tutt'altro! Volevo lasciarti dormire un poco di più... Lo sai bene che rimanerti accanto, vengono delle strane voglie al vederti nudo e invitante? Ti voglio bene ragazzo mio! Se fosse possibile ti sposerei subito per seguirti a Parigi e affrontare assieme la tua più che giusta battaglia... Comunque spero che molto presto, torni il sereno a risplendere il sole per tutte e due. Il sole dell'amore per noi soltanto.... Sto diventando egoista. > < Wauh! Come sei romantica e decisa ragazza mia. Ti adoro veramente! In verità io ti sposerei all'istante se non avrei queste grosse rogne sul capo, sapendo per certo che ci sono implicate delle personalità importanti e potrebbero ancora metterci lo zampino e riuscire a sbattermi dentro? Comprendi amore, in che bel pasticcio ti sto coinvolgendo e se poi come moglie, dovesse capitare di perdere le mie ragioni veritiere, anche la moglie verrebbe turlupinata dai propri averi a pagare. E questa idea non mi va giù per niente. Ma appena sarà tutto sistemato per il verso giusto, ti chiederò in moglie. Sempre se tu sei ancora d'accorso, amore? > < Acciderba amore come ti dimostri di essere un vero cavaliere... Grazie di cuore amor mio. Ti amo, tanto tanto! > < Questa sì, che è una bella richiesta, ragazzi! > sbottò zia Guendaline alle loro spalle, nel dire avanti: < Siete già arrivati alle richieste di matrimonio? Si vede proprio che sto invecchiando, sono rimasta indietro col progresso. Qui si va subito a letto e si sposa già il giorno dopo? Cose dell'altro mondo! Ma il bel cavaliere servente che va sotto la finestra dell'amata a farle la serenata, dov'è finita quella favola? Bravi ragazzi! Avevo già immaginato che il vostro amore non era di quelli più che semplici, ma con tanto ardire e amore sincero che sgorga dai vostri cuori innamorati. Che San Patrizio vi benedica! Ve lo meritate. > < Grazie zia Guendaline del suo sincero consenso. Lei mi concede la mano di sua nipote? E che un giorno non lontano la chiederò in sposa. L'amo profondamente zia! > rispose risoluto Antonio. < L'ho capito subito appena ai messo piede in casa nostra, che eri in ragazzo a posto e ben accetto, anche dopo il mio rimprovero... Dai vieni qui tra le mie braccia figliolo e spero che in Francia tu riesca a vincere la tua santa guerra. Vedrai che San Patrizio si prenderà cura di un nuovo fratello, da riportarlo all'ovile, tutto intero. > mentre se lo abbracciava e Antonio si trovò a piangere in silenzio per la felicità trovata in quella terra

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un po' lontana da casa sua. Nel rispondere con fermezza: < Tranquille donne del mio cuore. Vado e torno per portarti all'altare donna della mia vita. Purtroppo è ora che vada, l'aereo parte tra due ore e non posso mancare, sapendo che appena sbarcheremo a Parigi ci saranno delle guardie della polizia segreta in borghese a prelevarmi. Poco ma sicuro! > < Noi ti aspetteremo! > poi Catrina troppo emozionata si buttò tra le sue braccia a piangere a dirotto per la separazione e la paura accumulata. Lui se la strinse fortemente a se, nel dirle qualcosa di carino per acquietarla: < Non hai sempre detto che il vostro San Patrizio e sempre disponibile verso i bisognosi... In questo momento ne avremmo bisogno che tutto prosegua come previsto. Per il meglio. Io ce lo messa tutta. Speriamo che qualcuno dall'alto ci ascolti. Tranquilla amore, vedrai che ritorno presto e questa volta per sposarti sul serio! Non ci sarà nulla che potrà fermarci... Ti amo tanto che fatico a pensare ai giorni senza di te. > < Le tue parole mi rinfrancano un poco... Ma speriamo bene, che la bufera passi velocemente... Ti amo tanto Antonio!... Adesso vai altrimenti continuo a piangere e non è bello per una donna irlandese piangere... > < Non temere, faro presto! Vado e torno col prossimo volo. Ti amo tesoro mio!... Purtroppo devo andare ho gli ultimi tasselli da mettere a posto. Ma vedrai poi che casino salterà fuori... Ovvia! Parola da toscano. > Catrina l'aveva accompagnato all'aeroporto per salutarlo ancora, ma senza farsi notare dai compagni del suo ragazzo. Non era il caso, mostrarsi?

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Capitolo Nono

Catrina rimase a vederlo salire sull'aereo assieme alla comitiva di studenti che salutavano tutti gli studenti del posto infervorati, l'operazione didattica di gemellaggio era purtroppo terminata. L'aereo decollo in orario dall'aeroporto di Dublino e in un paio d'ora dopo, era già sopra Parigi, per il giro di avvicinamento alla pista dell'aeroporto internazionale parigino di Orly. Appena la comitiva degli studenti al rientro dall'Irlanda passava la dogana, fuori c'era la polizia in borghese che aspettava il giovane Sartori per prelevarlo: < Monseaur Sartori? Siamo della Securitè National, per cortesia potrebbe seguirci al comando per accertamenti. > si spiegò un funzionario nel convocarlo. Prontamente Antonio gli chiedeva: < Per cosa dovrei seguirvi e accertarsi di che? > esprimendo la sua sorpresa e il funzionario gli comunicava: < Al comando il comandante le spiegherà ogni cosa. La prego ci segua?... Poi la riporteremo al campus. > Perciò Antonio a malincuore dovette accettare senza controbattere troppo, doveva continuare la sua versione a dimostrare che non sapeva nulla. Oltretutto anche gli altri compagni studenti, quand'erano in volo, nel discorrere su molte cose, nessuno aveva menzionato sui fatti accaduta in Francia, pertanto voleva dire che nessuno sapeva, avevano altro per la testa senza sbirciare giornali francesi o guardato alla televisione i notiziari, su dei fatti accaduti a Parigi in quei giorni. Poi il capo gruppo Fergus domandava all'ufficiale in borghese per quale motivo volevano prelevare il compagno: < Come capo gruppo gitanti, per cosa deve seguirvi Sartori? Già in Irlanda è finito due giorni all'ospedale, per una caduta. Guardate qui ho il responso medico. Si è fatta la gita all'ospedale di Dublino invece di festeggiare il patrono... Leggete! > porgendo il documento ospedaliero. < Permette! Questo lo prendiamo noi, assieme al signor Sartori. Voi potete andare. Lo riporteremo noi, poi al campus... > commentò per calmare i compagni sorpresi dal sequestro cautelativo del giovane. Appena erano giunti alla sede centrale della Securete National. Antonio fu scortato in un ufficio, dove fu dimenticato per ben un'ora, prima che un funzionario arrivasse a scusarsi per il ritardi e magari vedere il suo comportamento attraverso la telecamera piazzata e ben nascosta tra i libri

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di quello scarno ufficio di terz'ordine. Infine il funzionario si presentò nel dire senza troppe smancerie: < Monseaur Sartiri, sono il commissario Ados Bighelonè, della Securetè National. Vorremmo chiederle se lei conosce i professori Dandrè e Narcon? Ci risulta che ha collaborato con loro per costruire dei microchip per droni e altro. Giusto? > < Perfettamente, non fa una piega dottore. Ma perché me lo domandate, basta chiederlo a loro, i miei professori che talvolta avevano bisogno di uno che gli teneva in ordine il loro laboratorio, senza far danni e io mi presto volentieri per pochi euro in cambio. Tutto qui il mio aiuto dato. Poi non è che avessero inventato chissà che cosa? Costruire dei droni per curiosare le coppietta nei giardini dell'universite, non è un granché. > < Lei sostiene che inventavano soltanto droni? Ma ha per caso letto i giornale francesi in questi giorni? Per caso non è tornato qui a Parigi e poi è ritornato a Dublino? > il commissario gli aveva fatto quella domanda diretta. Troppo mirata? Constatò Antonio la sottigliezza esposta. < In verità avrei voluto venire per parlare con i professori, dato che al telefono, insomma al cellulare e non rispondevano. Proprio perché, avendo avuto delle richieste di due Vostri funzionari, arrivata fin lassù a Dublino nel chiedermi se avevo una pendrive datomi dai professori, che io non ho mai posseduto. Doveva essere una cosa importante, per mandare due funzionari a cercarmi? Perciò ero stato tentato di tornare per chiarire subito la questione. Ma poi ho rinunciato, essendomi fatto male, per giunta e finire all'ospedale, per fortuna nulla di grave. > precisò deciso. < Sì, l'abbiamo visto dal documento rilasciato dell'ospedale a Dublino. Era soltanto una domanda la nostra... > rispose evasivo il commissario. < Anzi andrò domani dai professori a rinfrescargli la memoria, se loro hanno perso qualcosa non era proprio il caso di scomodare la sicurezza per trovare una chiavetta smarrita? > commento Antonio convinto. < Sarà impossibile! Sono stati ammazzati?.. Secchi stecchiti! > < Ecco perché non rispondevano al cellulare... Peccato! In fondo erano dei giocherelloni, con la fissa dei droni... Un vero peccato! > commentò. < Già, ha perfettamente ragione è un vero peccato! > concordò serio. < Beh', almeno avete già preso i veri colpevoli assassini? > domandò curioso. Da nascondere che proprio non era informato dei fatti. Nel provare a chiedere ancora: < Allora è per questo che mi avete prelevato all'aeroporto, per provare ad immaginare che per caso fossi io il furbo del villaggio. Venire di volata a Parigi e far una bella baruffa con loro e magari sistemarli, da scaraventarli giù dalla finestra di casa? Giusto commissario

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Bighelonè. Potrebbe andare l'idea esposta di una sadica vendetta... > < Non esageriamo scaraventarli dalla finestra. Gli hanno sparato un colpo in testa per ciascuno, roba da professionisti! > sbottò il commissario. < Accipicchia che casini! Morire per dei droni giocattolo... Beh', a questo punto, mi riportare al campus commissario, sono stanco? > < Certamente monseaur Sartori! Accompagnate il signore al campus. E ci scusi per la momentanea controversia verifica. Comunque lei non ce la racconta giusta... Ci sentiremo ancora... Buona serata Sartori. > < Spero di non passare più da queste parti Signor commissario! > uscito dal palazzo e salito su una berlina nera, veniva portato al campus all'universite alla Sorbonne. Erano ormai le ore venti di sera, quando lo parcheggiarono e nel cotile della facoltà di scienze c'erano ancora studenti che chiacchieravano sui fatti accaduti e la sortita della polizia all'aeroporto di Orly a prelevare uno studente arrivato da una gita studio in Irlanda. Cose da far pensare e collegare il tutto in un fascio non troppo chiaro. Poi il rientro del giovane sequestrato al campus, calmò un poco il mormorio sorto nell'ambito universitario. Con la sorpresa inaspettata alla vista del giovane compagno, abbastanza incavolato e lo mostrava il suo viso duro.

Antonio l'avevano lasciare davanti all'università al campus dormitorio, trovandosi tra i compagni nel piazzale che chiacchieravano, prendendosi

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l'ultimo sole primaverile. Gli studenti ormai aggiornati sui fatto accaduto, restarono un po' delusi vederlo arrivare al campus. Era stato rilasciato e si dissipava via subito la provvisoria accusa impiantatagli addosso. Perciò appena l'avevano visto gli chiedevano chi lo conosceva, divenuti un po' curiosi se l'interrogatorio era terminato senza strascichi? < Certamente, appena hanno capito che non ero a Parigi, non centravo nulla. Mi hanno rilasciato. > rispose a discolparsi dalle voci messe in giro, che la polizia aveva preso il presunto colpevole. Da domandargli ancora incuriositi dalle voci circolanti al campus: < Allora, com'è andata Sartori con la police in centrale? > attorniandolo per capire cosa centrava lui col fattaccio capitato a due isolati. < Io avevo aiutato i professori a tenergli in ordinato il laboratorio, nella loro casa, ed per questo che la polizia ha trovato un sacco delle mie impronte. Ecco tutto qui! Perciò appena spiegato l'inghippo mi hanno rilasciato e riportato qui. Vi saluto ragazzi vado a riposare, sono stanco e un po' stufo di tutto. Ciao! > andando su nella sua stanza in comunione e altra spiegazione col compagno di stanza Logan, che era assieme in gita sull'isola d'Irlanda, e Logan era caduto dalle nuvole quando l'aveva visto prelevare dalla polizia in borghese. < Ciao! > borbottò Antonio e si butto sul suo lettino, dove il pensiero era rivolto alla sua dolce Catrina, lassù in Irlanda. Ma di botto si era alzato a muoversi per la stanza incavolato. A quel punto non aveva più un euro da poter fare almeno una telefonata alla sua donna, forse fino all'indomani, che sarebbe passato in segreteria. Trovandosi a borbottare e il compagno Logan sul divertito dal suo modo di fare e gli chiedeva il perché era ancora incavolato: < Non ti va giù Antony, lo smacco fatto in centrale della polizia? > mettendosi seduto sulla propria brandina a guardare Antonio, e alla fine gli rispondeva sull'incavolato: < E' che sono rimasto senza un euro in tasca da poter telefonare a casa. Dovrò aspettare domattina e passare in segreteria a vedere cosa mi è rimasto sul fondo cassa personale. Accidenti! > sbottò, nel dire al collega che se la rideva dal modo che si agitava: < Con quei tre euro che mi davano i due professori per l'aiuto dato, mi andavano bene atirare avanti, senza chiedere nulla ai miei in Toscana, anche loro hanno dei problemi con la campagna che non va bene col raccolto, nel tirare avanti alla meglio... Comprendi Logan? In che casino sono finito dentro... E meno male che ero con voi in gita, altrimenti ero belle che sistemato al fresco. Alla Bastille, si fa per dire in galera!.. Purtroppo il fesso sono io, e altri invece avranno ripulito per bene la casa dei professori... Averli tra le mani gli strizzerei il collo... > imprecò più che mai agitato Antonio.

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Si vedeva più che bene, che tutto il trambusto stava uscendo fuori, da sfogarsi un poco, Aveva ancora i nervi a pezzi e tesi. L'amico Logan provò a dire: < Certamente, se non eravamo in Irlanda a socializzare per San Patrizio. Adesso eri proprio ben fregato... Comunque vuoi telefonare col mio cellulare? Dai telefona pure... Mio padre paga tutte le mie scempiaggini, basta che gli porto a casa un pezzo di diploma alla fine del corso di giurisprudenza. Dai prendilo, chiama pure! > passandogli il cellulare di ultima generazione. Antonio si mise seduto sul suo letto e chiamò casa, in toscana: < Ciao mamma! Come state?.... Sì, anche io, va tutto bene. > strizzando l'occhio a Logran, nel riprendere a dialogare: < Sì... certo certo! Puoi dire a papà se mi potrebbe mandare qualcosa?.... Sì ho un po' di spese scolastiche...Un piccolo bonifico in banca andrebbe bene?... Grazie tante mamma! Presto verrò a casa a trovarvi.... Sì, molto presto!.... Dai un abbraccio a papà e ringrazialo da parte mia. Ciao, un bacione grosso! > fermandosi sul pulsate di fine chiamata, poi allungando il braccio per ridarlo, ma si fermò e gli chiese ancora: < Logan potrei fare un'altra telefonata, in Irlanda? > restando in attesa e l'altro subito, si infervoriva a dire: < Allora aveva ragione Brigit che hai trovato una ragazza. Vero Antony? Magari una bella infermiera all'ospedale di Dublino, giusto amico!.... > mettendosi a ridere contento. Logan apprezzava la compagnia di Antonio e talvolta gli aveva risolto dei rompicapo di problemi scolastici, che per l'italiano era un gioco. Mentre Antonio gli rispondeva: < Sì. Hai ragione! E' una bella ragazza bionda quell'infermiera di nome Catrina. Se non ti dispiace gli avevo assicurato che l'avrei chiamata?... > mentre componeva il numero,

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sull'agitato, e dovette aspettare un momento, prima che dall'altro lato squilli il cellulare della sua donna amata. Dopo il secondo squillo l'apertura del cellulare e Catrina rispondeva con un: Sì! Non era troppo sicura chi fosse dall'altro capo: < Amore sono io Antonio.... Mi hanno rilasciato!... Certamente!.... Non ci sono prove a mio carico e perciò presto dovremo festeggiare appena ti avrò tra le braccia..... Anch'io ti amo tanto!.... Dovremo tener duro fino alla laurea, tra tre mesi ancora.... Poi al mio arrivo a Dublino chiederò alla zia la tua mano come si conviene.... Certamente amore! In verità, non posso vivere senza di te.... Sì, ti amo tanto anch'io amore! Ti devo lasciare sto usando il cellulare del mio compagno che gentilmente me la prestato.... Anzi facciamo ogni giorno alle quattordici ci colleghiamo con il pc via internet, almeno ci vedremo in diretta via web.... d'accordo?... Ti lascio...... Ciao amore ti amo! > Logan era rimasto colpito da tanto ardire a parlare di amore proprio con il cuore e alla fine provò a digli: < Accidenti Antony, che scottata ti sei preso. Già parlate di nozze... Ma com'è stato. Amore a prima vista? > < Già, proprio cosi Logan! Ti auguro che capiti anche a te una cosa del genere, è la fine del mondo! L'amore che sto provando per quella creatura mi ha sconvolto la vita in meglio. Accipicchia mi sono innamorato e sono ricambiato allo stesso modo... E stato bellissimo l'incontro, proprio per caso! Al ripensarci lo rifarei da capo... Grazie amico per la telefonata ti sono debitore! Anzi vorresti farmi da testimone appena decideremo di sposarci? Ne sarei onorato da un sincero amico che ci si aiuta nelle nostre lotte accademiche... Comunque te lo farò sapere il giorno Logan.... Bene, adesso proviamo a dormire sono proprio stanco, sfinito, ma contento di averle parlato con Catrina e rassicurarla sul mio caso mezzo risolto.... > < Grazie per l'invito a nozze Antony! Prenderò nota... Ma scusa perché stai dicendo: Mezzo risolto?.... > domandava l'amico sorpreso. < Perché? Non te lo immagini Logan? Al momento c'è una tregua. Ma appena svisceranno i contenuto dei pc in casa dei due professori assassinati, e anche qui all'accademia delle scienze, e magari l'hanno già fatto in parte per trovare chi li ha uccisi. Perciò vedrai che casino salterà ancora fuori. E magari quelli della Securetè Nationale, verranno ancora a cercarmi, e frugare anche in questo mio notebook, che non contiene nulla a riprova. Comprendi amico?... Dai dormiamoci sopra al momento... Buona notte Logan e grazie per tutto! > mettendosi a pancia sotto. < Notte Antony! La tua compagnia mi è di grande aiuto... Notte! >

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Capitolo Decimo

A metà mattinata Antonio, faticò ad alzarsi dal letto, era veramente stanco, e non se la sentiva di andare alle lezioni. Capendo che tutto lo stress accumulato in quei giorni stavano esplodendo tutt'assieme. Poi deciso, si fece una doccia veloce e infine si portò alla succursale della banca italiana presso l'università, per vedere se papà Giacomo gli aveva già inviato quel bonifico bancario. Purtroppo gli serviva per affrontare le prime spese e prendersi un cellulare, l'altro lo teneva nel cassetto, ad evitare che la polizia si tenga informato dei suoi spostamenti e telefonate a chicchessia. Non era proprio il caso, capendo che, si l'avevano rilasciato ma tenuto sempre sotto controllo, finché non saltava fuori l'assassino? Purtroppo in banca al momento non era ancora arrivato quel benedetto bonifico dall'Italia... Da lasciare la banca un po' deluso, era rimasto proprio al verde. Stava pensando Antonio sul da farsi e nel passare nella grande piazza davanti all'istituto dell'universite la Sorbonne, si ergeva la statua del famoso chimico biologo Louis Pasteur. Sorridendo Antonio lo salutò, come sovente lo faceva quando passava da quelle parti: < Bonjour Monsieur Louis, avremo una bella giornata di sole oggi. Per lei, per me nisba, niente? Oreuvar Monsieur ci vediamo! > salutandolo con la mano, in parte Antonio era un po' contento del suo procedimento. Perciò, in veritànon poteva lamentarsi, aveva per un pelo schivato la galera e si sentiva

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abbastanza felice, sebbene la sua donna era lontana e non accanto, ma presto l'avrebbe raggiunta. Quello era ormai il suo pensiero fisso. Pensando sorridendo: “L'amore è proprio una bella follia”. Poi deciso s'incamminò, andando alla segreteria dell'universite a vedere cosa gli era rimasto nel suo fondo cassa. Ma davanti ad una edicola dei giornali, si bloccò a vedere a caratteri cubitali le scritte sui vari quotidiani?

Alle tre di questa notte, c'è stato un breve blackout su tutta la rete del web. Qualcuno abusivamente avrà inserito qualcosa da bloccare per pochi minuti tutto il sistema informatico, da far apparire per sbaglio l'immagine di varie personalità locali e ben lontani dai fatti, nel far collegare i due ingegneri, professori alla Sorbonne, da pochi giorni morti, da compromettere la sicurezza nazionale. Per fortuna la police postal hanno bloccato e fermato tutto e la Sicurezza Nazionale sta indagando. Al momento tutto è ritornato normale sul web, la polizia segreta indaga a fondo sull'accaduto. E dalle prime indiscrezioni hanno comunicato che è stato senz'altro il gesto di un folle anarchico sovversivo a creare sgomento e paura tra i cittadini onesti.

Concludeva l'informazione eguale per tutti i vari quotidiano francesi, e avrebbero tenuto informato i cittadini. Antonio rimase un momento a pensare. Qualcuno tenta il tutto, per mettere a tacere l'imbroglio? Speriamo che la magistratura faccia il suo percorso onesto. Speriamo? Commentò tra se, da arrivare agli uffici della segreteria scolastica con tanti pensieri in testa. A quel punto Antonio domandava alla signorina allo sportello informazioni, mostrando il suo pass universitario: < Per cortesia, nel mio conto 11-23-68, c'è rimasto qualcosa? Ho esaurito tutto, nella gita istruttiva in Irlanda. > elargendo un sorriso per smuovere la segretaria sempre un po' restia ad alzare il posteriore incollata per bene alla sedia. La segretaria ritornando dopo dall'altra stanza, gli comunicava con flemma: < Monsieur, le sono rimasto soltanto queste trenta euro, in cassa prestiti? >

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porgendole al giovane, e far firmare la ricevuta. < Dovrà ripassare il mese prossimo monsieur Sartori nel vedere cosa le verrà corrisposto dagli aiuti europei per le borse di studio agli studenti all'estero, col programma Erasmus... Buona giornata monsieur! > Antonio accennò al saluto ed uscì scontento. Doveva pazientare finché non arrivavano gli aiuti da casa. Mentre borbottava tra se, sugli ultimi sviluppi apparsi sul web; Dove la gente per bene verrebbe aggredita dal suo sofisticato marchingegno. Lui ci aveva provato a sputtanare chi cercava di fare il furbo a spese d'altri. Comunque al momento, sembrava che quelli sarebbero riusciti a farcela nel salvarsi il posteriore. Si vede che bazzicavano nelle alte sfere, troppo in alto e non si poteva raccattarle e buttarle così facilmente? Mentre pensava Antonio, che al momento gli andava già bene, di aver messo un sacco di pulci in giro, da far grattare tanti bell'imbusti strafottenti, che fino a ieri erano belle che spaparanzati a godersi il sole. Almeno avevano qualcosa da fare. Scrollarsi le pulci addosso se ci riuscivano? Senz'altro ci sarà poi, chi non starà al gioco e romperà le uova. Lui intanto aveva incominciato a smuovere le acque scure. Poi si vedrà come andrà a finire? Solo che al momento doveva fare attenzione a dove metteva i piedi, era più che ben controllato, avendo notato degli individui, tranquilli e non curanti, me che lo pedinavano costantemente in ogni luogo, perciò la sua supposizione sospetta era più che veritiera. Aveva delle spie al calcagno. Controllato a vista. Per caso poi, s'incontro con il collega Carson, che l'invitò a prendere un caffè: < Ehi!.. Uomo ricercato dalla police, vieni a prendere un caffè? > < Volentieri Carson! In verità sono al verde, se non mi arrivano i sostentamenti da casa. Con tutte queste menate, ho svuotato il mio fondo cassa. > rispose Antonio demoralizzato. Mentre l'altro commentava: < Hai sentito alla TV che casino è saltato fuori stanotte, coi professori? > < In verità non so nulla! Ho dormito fino a tardi e poi in segreteria a vedere cosa mi è rimasto in tasca e non ho sentito niente. Ma cos'è successo Allora? > rispose tranquillo, nel capire che aveva un'altra persona e lo stava pedinando da vicino, forse per captare cosa diceva al giovane universitario accanto? Antonio incominciava a capire che ormai era stato inserito sulla lista dei controllati in segreto. comunque si era subito accorto di avere diverse perone che lo pedinavano con discrezione. Perciò pensò ben di non farci caso al momento e parlare tranquillamente, nel chiedere al collega Carson: < Come vanno le tue ricerche in agraria amico? > < Potrebbero andare meglio! Ma non mi lamento. Questo pomeriggio

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andrò in biblioteca a recuperare delle vecchie documentazioni sul sistema di semina ai tempi addietro, nell'agricoltura contadina... > rispose mentre si sorseggiava il suo café e latte, al contrario Antonio lo preferiva amaro. Poi

tranquilli lasciarono il bar café Juliette e rientrarono al campus per pranzare. La cucina era a poco prezzo per gli studenti del campus e al momento Antonio gli era comodo risparmiare qualche euro. Essendo abbastanza messo male. Appena pranzato e rientrato in stanza per prendersi dei quaderni e andare in biblioteca e riprendere a studiare un po' più seriamente, ne aveva bisogno per conseguire il desiderato diploma. Oltre tentare una veloce videoconferenza con Catrina, per un saluto di primo pomeriggio. Quando aprendo la porta, si trovò nella sua stanza, dei funzionari della Police Postal, che frugavano nelle sue cose, compreso il notebook. Da farlo innervosire a chiedere con decisione: < Spero che abbiate un bel mandato di perquisizione, signori! Altrimenti a questo punto saranno rogne per la vostra agenzia di spioni. Giusto? > sbottò con fermezza a sbilanciare gli infiltrati nella sua privacy senza autorizzazione per un mandato. Prontamente quelli rispondevano: < Guardi giovanotto che lei, è ancora sotto controllo! Pertanto possiamo perquisire e guardare ogni cosa!... > Mentre la porta si apriva e appariva l'altro compagno di camera, Logan e per caso aveva sentito bene la risposta data del funzionario intraprendente,

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da tappargli subito la bocca: < Vi sbagliate di grosso a far la voce grossa monsieur! Desidero vedere un mandato dal tribunale e la procura che vi autorizza l'intrusione e la perquisizione della nostra privacy... > allungando la mano in attesa del documento e visto il tentennamento, Logan riprese a dire con più decisione: < Io sono Logan Cartier, e studio giurisprudenza e mio padre è il famoso giudice Andrè Cartier. Perciò a questo punto voglio le vostre generalità e numeri di matricola e al resto penserà mio padre a chiarirvi i nostri diritti, e i vostri come sostenete!.... > mentre chiamava sul cellulare il proprio padre al palazzo di giustizia: < Papà sono Logan... aspetta un momento papà... > vedendo che gli uomini della police, gesticolavano in scuse, dicendo a bassa voce: < Dovete capire, siamo venuti di corsa, a controllare, è stata una nostra idea, non trovando chi ha fatto quel brutto scherzo stanotte sul web, nell'immischiare il ministro dei trasporti e... ? Il ministro non centra proprio niente, con l'esposizione ben fatta da vandali in internet?... > borbottava confuso lo scagnozzo, capo gruppo e prontamente Logan, riprendeva a dire al padre che l'attendeva al telefono: < Scusa papà è stato uno sbaglio... ti spiegherò poi a casa. Grazie, ciao! > chiudendo il cellulare, mentre quelli se la svignavano via di volata. Logan si trovò a ridere, mentre Antonio incazzato controllava la pagina aperta sul suo notebook e si accorse che stavano visionando le foto dei tanti droni, che lui aveva messo per passatempo. Sapendo bene che altro dentro non c'era. Anzi cerano, ma in piccolissimi microchip inserite dentro alle foto. Che solo dopo aver messo la password giusta e ingrandito mille e più volte al microscopio i piccoli puntini sparsi, si potevano vedere e trovate le tante formule del programma tanto ricercato dai furbastri... Poi Antonio si era rivoltosi al compagna di stanza nel ringraziarlo: < La provvidenza ti ha mandato proprio in tempo, amico! Sebbene qui nel mio notebook non c'è proprio niente, che mi collega al professore. Poi ho sentito dire da Colin, che sul web è successo il finimondo stanotte? L'ho incontrato stamattina e mentre prendevamo un caffè, mi ha raccontato la bufera scoppiata in internet? Ed è senz'altro per questi fatti nuovi, che quei tirapiedi sono subito corsi qui a vedere se mi ero collegato stanotte e ho per caso fatto io lo scherzo?... Poi hai sentito quello? Gli è scappato di dire che è implicato il ministro dei trasporti francesi e chissà altri ancora, sono implicati. Accipicchia! Sempre peggio andiamo?... Tutti vogliono farsi la grana facile?... questo è il guaio, a non pensare al benessere della gente. > < Si, hai ragione! Si parlava a casa mentre pranzavamo e mio padre ha detto che ha già dato ordini d'investigare a fondo. Non vuole che la

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giustizia passi per dei collaboratori con i truffatori e quant'altro... Ti racconterò alle prossime puntate il resto. Ciao! Adesso vano in biblioteca a studiare e cercare dei cavilli giudiziali, che dovrebbero fare al caso mio? > < Beh', anch'io dovrei venire in biblioteca a trovare degli interrogativi su come districarsi dalle rogne della giustizia, ma quella sbagliata? Con tutto questi controlli, perquisizioni, interrogatori a tradimento, non si sa più a che santo rivolgersi?... Ecco cosa mi sono perso e ho dimenticato negligentemente la persona giusta... Me l'ero scordato per davvero e non è giusto. Fin ora mi ha sempre aiutato! > sbottò Antonio battendosi la mano sulla fronte, per la dimenticanza non voluta. Prontamente Logan incuriosito, domandava: < Ma di chi stai parlando? > < Ma di San Patrizio! Fino ad ora mi ha sempre assistito credimi! > < Questa mi è proprio nuova! Un santo irlandese che ti aiuta? > < Amico mio, bisogna sempre aver fiducia! San Patrizio, mi ha fatto tanti favori e glie ne sono grato. Devo tornare a Dublino a fargli visita. > rispose mentre apriva il notebook erano le due pomeridiane e Catrina era senz'altro sul pc di casa, in attesa di collegarsi via web con il suo ragazzo a Parigi. Antonio esitò un attimo e poi domandò a Logan: < Logan mi presteresti il tu notebook per parlare un momento con Dublino? Ho paura che il mio l'hanno messo sotto controllo e non voglio che sappiano che dialogo con la mia ragazza a Dublino? Non intendo comprometterla? > < Tranquillo usalo pure. Io intanto vado in biblioteca. Ciao! > < Dopo un attimo ecco la sua ragazza appariva sullo schermo e già borbottava nel chiedere: < Temevo che non ti collegavo come mi hai rassicurato il collegamento via internet più che sicuro? > < Scusami, hai ragione! Ma la polizia è appena passata di qui e ha frugato dentro al mio notebook. Comunque non hanno trovato nulla, non c'è niente dentro che possa interessare. Lo sai bene che ho tutto in testa... Adesso sto usando il notebook del mio compagno di camera, Logan. Anzi ti comunico, che Logan sarà il mio testimone alle nostre nozze. Appena le annunceremo al mondo intero l'evento... > mentre lei dallo schermo del notebook rispondeva gioiosa: < Cosa? Hai già accaparrato il testimone? Acciderba, come corri amore!... Dio quanto ti amo amore! > < Mi raccomando Catrina, tranquilla al momento. Comunque sorvoliamo... La zia come sta? E tu amore mio, stai bene? Io non troppo, oltre poco prima la perquisizione, per il resto mi manchi veramente tanto. Non vedo l'ora che finisca tutta questa baraonda e possa prendere il primo aereo senza segugi al seguito. Non voglio che incomincino ha controllarvi

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anche voi a Dublino? Già cosi non riesco a dormire bene, figurato se penso che possano venire a cercarvi per farmi parlare e dire qualcosa che proprio non sapete... Accidenti! Che rabbia amore! Ma te lo prometto appena vedo il sereno all'orizzonte, parto deciso e vengo a trovare... Mi mancano i tuoi baci Amore!... Ovvia! Adesso stiamo calmi e purtroppo devo lasciarti... Devo andare in biblioteca a studiare veramente, se voglio guadagnarmi quel benedetto diploma di laurea d'ingegneria... Certo amore! Ti amo tanto anch'io!... ci sentiamo domani amore, sperando che non capiti altro... Ciao amore! > chiudendo il collegamento a malincuore...

Poi con la testa ancora fra le nuvole, Antonio, s'impegno a mettersi a studiare sul serio e con decisione, i libri sotto braccio, si stava recando in biblioteca ha studiare veramente le tante lezioni messe un po' da parte in quei giorni di guerriglia urbana in ripetizione. Nel commentare il tutto, capiva che una parte di lui si era rivoluzionata, aveva compreso di essere cambiato radicalmente, forse, si sentiva un po' di più maturo, pronto ad affrontare il mondo. Certamente era diventato un altro. Nelle grandi sezioni, disposte in diversi edifici di studio, il tutto nel complesso universitario, della centenaria Sorbonne, si teneva varie sezioni in ampie aule dedite allo studio e gli studenti più affezionati si recavano in quei posto per la quiete che regnava, sebbene la presenza di molti studenti concentrati, non rumoreggiava per nulla, da invogliava un po' tutti a studiare e sviluppare la loro memoria a conoscenza del sapere. Erano tutti presi a studiare sui prossimi esami da affrontare per un buon risultato finale. La insigne laurea a designarli come la nuova leva del futuro.

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Di quel passo erano trascorsi giorni abbastanza tranquilli e lo studio li concentrava un po' tutti ad impegnarsi per il proprio futuro davanti.

Frattanto Antonio nelle ore serali, nella sua stanza si divertiva a progettare in complicato sistema monocellulare da poter agganciare delle notizie trafugate da altre parti e non usando il suo notebook non collegato al web, ad evitare infiltrazioni e controlli mirati nel suo notebook ormai incriminato. Sapendo per bene che la testardaggine della Sùreté Nationale non mollava facilmente l'osso? Perciò lui, per vie traverse si procurava il materiale voluto, estrapolato dai tanti call-senter in giro e divertirsi a memorizzare e rimpicciolire i tanti algoritmi sviluppati e funzionanti. Sapendo che se voleva poteva farsi un sacco di euro gratis senza fatica. Ma ciò che gli piaceva di più, riuscire nel suo intento senza problemi e recare altri danni non voluti da lui. Pensando ch'era stato un vero peccato per i due professori un po' ingordi di farsi un sacco di euro, invece di proporre i loro studi al servizio della comunità mondiale gratuitamente. Antonio non vedeva l'ora che volino quei mesi di duro studio e la laurea agognata gli venga consegnata di diritto, da poter volare di filata dalla sua donna innamorata a Dublino. Quella era tutta la sua passione e volontà da velocizzare il percorso della sua cultura e arrivare al suo scopo finale. Quel paese l'Irlanda l'aspettava a braccia aperte. Poi aveva quel San Patrizio da salutare e ringraziare per avergli fatto incontrare la sua bella ragazza.

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Capitolo Undicesimo

Era trascorsi due mesi, e si sta avvicinando il giorno dell'attesa laurea. Intanto con la solita routine di pace e tranquillità non immaginata. Che sembrava già lontana la bolgia scoppiata mesi prima. Ma degli assassino dei professori nulla di nuovo si sentiva vociferare sottomano. I quotidiani erano muti, da evitare commenti inutili. Con la sua ragazza Catrina, Antonio se la raccontavano goliardicamente bene in videoconferenza giornaliera. E sembrava che si stavano adattando più che soddisfacente, nell'attesa d'incontrarsi per d'avvero e presto. Talvolta con gli amici fidati Antonio andavano a prendersi una pizza poco distante dall''universite la Sorbonne, per chiacchierare sugli avvenimento che sembravano tutti quanti apprensivi e si aspettassero che capiti qualcosa molto presto. Quasi fosse una fatalità sentita, dalle tante voci spaiate che circolavano tra loro giovani universitari ad orecchie ben tese a sentire.

Poi capitò veramente qualcosa che cambiava la normale situazione tranquilla? Due sere dopo, al rientro al campus, Antonio aveva sempre

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quel sesto senso addosso, di essere seguito, spiato, ma al tempo stesso cercava di non darci troppo peso al fatto. Stava diventando una abitudine. Quando all'improvviso un'auto scura gli era piombata accanto in un posto isolato senza al momento nessun passanti attorno e di colpo si aprivano gli sportelli del suv e degli uomini incappucciato lo prelevarono sbattendolo dentro nella grossa macchina nera. Senza avere il tempo di gridare e domandarsi per cosa? Partendo di volata. Antonio immaginava che fossero della polizia segreta e al soldo di chi voleva ad ogni costo sistemare il giocattolo fuori uso? Quella era l'idea che s'immaginava sotto quel sacchetto di stoffa nera sul suo capo da non vedere nulla, solo cercare di sentire qualche frase tra di loro i sequestratori. Una in spagnolo la captò. Poi dopo quasi un ora di strada veniva prelevato e trascinato in silenzio e portato dentro un casa colonica, doveva essere un cascinale, dagli odori e dal muggito di animali nella stalle. L'avevano buttato dentro spintonato e lasciato legato su di una sedia per diverso tempo... Poi delle voci perentorie si misero ad interrogarlo, strattonandolo per bene da impaurirlo.

Nel chiedergli urlando: < Allora bel furbastro! Dove hai nascosto i dati del programma degli ingordi professori? > mentre gli arrivava un forte ceffone da intimidirli. Antonio incominciava a capire che la faccenda non era andata giù a chi aveva già sborsato un sacco di euro e non aveva ricavato nemmeno un chiodo? Poi sentì che stavano arrivando altre persone in quella stalla, così sembrava fosse, dal forte odore di fieno e letame. Alla fine una voce gracchiante interveniva a chiedere: < Ti conviene parlare e dire quello che sai? Potresti alla fine guadagnarci qualcosa... Si potrà magari fare un accordo... Allora ti decidi ad aprire la bocca? > ed un

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altro dall'accento spagnolo, e magari era proprio quello arrivato a Dublino e lui li aveva bidonati, facendogli credere che era tornato a Parigi? Perciò era un po' incazzato da spintonandolo, con pacche forti sul capo e la schiena: < Parla piccolo finocchietto universitario. Parla? > Antonio alla fine provò a dire da sotto il cappuccio che lo soffocava, ma da non poter vedere in faccia quei criminali e rispose arrabbiato e non spaventato come pensavano quelli: < Ma allora non la volete proprio capire, che io non ho avuto nulla dai due professori? Quelli avevano bisogno di un garzone da tenere in ordine il loro studio, nel fare droni per giocare e cos'altro?.. Oltretutto facevano fatica a tirare fuori quei dieci euro, che mi davano ogni volta che andava a casa loro a ramazzare... Ed ecco cosa ci ho guadagnato, di essere incolpato di averli fatti fuori!... Questo lo capite almeno? > tentando di spiegarsi. Mentre un l'altro autoritario, premeva al contrario: < Impossibile che non hai mai visto nulla? Magari prenderti una pendrive per farti un drone tutto per te stupidello? Credi di prenderci per i fondelli, piccolo impiastro zoticone!.. > Urlò insistendo grintoso come un orso affamato. Nel frattempo qualcuno gli avevano mollato un altro bel ceffone da farlo rintronare per il colpo ricevuto e capire che si stavano mettendo male la sua posizione da sequestrato senza via di scampo. Quelli non mollavano per nulla e insistevano. Capendo che presto avrebbe seguito i due rincitrulliti professori, che si erano fatti illusione di farsi tanti euro facili? Antonio aveva un vago presentimento che non avrebbe rivisto la sua adorata Catrina. Era una cosa ben chiara senza nessun rimedio finale. Immaginando poi, che l'avrebbero trovato in una abbandonata fattoria annegato nel letame per il dispiacere di aver ucciso i suoi professori. E il gioco si chiudeva per sempre con un bel colpevole da mettere in prima pagina. I rimorso l'aveva annientato.... Nel dirsi da solo a discolpa verso la sua amata ragazza: “Mi dispiace Catrina, il bel sogno termina qui in una stalla... Un vero peccato! Perdonami amore se non ci sarò al nostro incontro! Un appuntamento mancato per sempre. Mi dispiace!”.... Commentò tra se, dispiaciuto. Antonio, ormai capiva come sarebbe finito in quell'incontro con quei criminali, sul finale a sorpresa e magari finire proprio affogato nel letame, l'odore gli entrava già nelle narici..... Peccato! Era quello l'ultimo pensiero rimasto... Poi con slancio, provò a dire a quegli imbecilli: < Perché non lo chiedete a San Patrizio! Quello forse vi indicherà dov'è finita quella pendrive che cercate tanto? > Ricevendo in risposta un bel pugno nello stomaco da farlo boccheggiare.

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Poi come d'incanto ecco aprirsi di colpo la porta della stalla, dal rumore e trambusto che si sentiva in quel momento, con tante imprecazione e degli spari secchi d'arma da fuoco. Da bloccare un po' tutti e tutto e fermare le sevizie perpetrate sullo studente di colpo. Poi la voce perentoria di chi era arrivato all'improvviso e comandava la carica, da sorprenderli in flagranza criminosa. E ordinava secco ai presenti bloccati dalle armi puntate contro: < Polizia! Fermi tutti!.. Che nessuno si muova... Mani ben in alto! > Urlavano tante voci assieme, con qualche tafferuglio, ma subito sventato. Poi qualcuno toglieva il sacchetto dalla testa del giovane universitario, pensando che era già belle che morto. Poi finalmente Antonio alzò il viso, un po' tumefatto e vedeva chi aveva di fronte. Era il commissario Bighelonè, che l'osservava abbastanza divertito. Nel dirgli con fare deciso: < Appena in tempo Sartori... Giusto! Le avevo detto che ci saremmo rivisti presto... Eh! > sbottò ridendo e dando ordini secchi ai suoi uomini: < Impacchettateli per bene, tutti quanti. E fate attenzione ragazzi, un po di riguardo al ministro che si è scomodato a venire a vedere di persona che è che la trombato per bene... > Antonio a fatica provava a dire: < Mi scusi la curiosità commissario? Intanto grazie per il prezioso intervento! Ma lei seguiva me o qui furbastri criminali? > guardando quelli già tutti ammanettati per bene, compreso il famoso ministro e due assessori alla viabilità, venuti apposta a sincerarsi di avere finalmente il giocattolo tra le mani, e farsi un sacco di soldoni molto presto appena avrebbero i suoi scagnozzi informatici, aver assemblato il minuscolo, ma micidiale giocattolo? E al momento tentavano di protestare e chiedere subito: < Qui c'è un disguido commissario?! Ero venuto per salvare quello studente scellerato che si è compromesso con quei bravi professori? > insisteva nella sua farsa meschina. E il commissario tranquillo gli rispondeva: < Vuole il suo avvocato?.. Lo potrà chiedere al giudice appena si troverà davanti! Spiacente monseaur ministro. Volevate lei e i suoi gaglioffi farvi un buon gruzzoletto, per non dire tanto? Se il progetto del qui, giovane ingegnere universitario Sartori, avrebbe fornito il programma mancante ai due allocchi professori deceduti. Sarebbe stato un buon affare. vero? Avevate così tanta fretta di aver tra le mani il prezioso giochetto.... Allora perché avete eliminato i due professori prima di controllare se il giocattolo prendeva il volo verso le banche da controllare e svuotare? Portateli via tutti quanti, questi farabutti! > ordinò il commissario Bighelonè e rispondeva poi allo studente: < Caro giovanotto! Anche i vecchi commissari hanno le loro idee, un po' strambe, ma

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efficienti. In certi casi non bisogna mai perdere la pazienza e aspettare con calma il passaggio della preda, che si vuole tenere sotto tiro. E' stato semplicissimo! Le ho fatto mettere una piccola cimice sotto il risvolto del suo giubbotto, visto che se lo teneva ben stretto e mai portato in lavanderia. Pertanto aspettare e seguirla. Ed eccoci qui! Loro l'hanno prelevato con dei buoni propositi e noi dietro a seguirvi tutti quanto, una bella gita in campagna!... Come vede li abbiamo beccati tutti quanti i furbastri ben piazzati nel ministero... Adesso ci penserà il procuratore capo e il giudice Andrè Cartier, a sistemarli a dovere dopo. Dai venga che l'accompagniamo al campus un'altra volta. Giusto Antonio Sartori? > < Grazie di tutto! Devo darle atto che ha sventato per bene una losca combriccola che poteva creare un sacco di danni al paese, oltreché al mondo con quel programma mai terminato che i due ingegnerei avevano impiantato. Peccato che nella furia li avevano ammazzati troppo presto... >commentava Antonio mentre saliva in auto del commissario, che l'avrebbe riportato poi in città. Ormai era quasi l'alba e il rosato tra le nuvole sopra Parigi dava un senso di pace e benessere, al giorno in arrivo. Arrivati davanti al campus il commissario rilasciò il giovane con l'accordo di incontrarsi in pretura per le deposizioni al caso: < Mi raccomando Sartori, Si guardi bene prima, con chi fa amicizia... E' la raccomandazione di un vecchio commissario che ancora rompe le palle a tanti... > < Notte dottor Bighelonè e grazie ancora per il salvataggio! > < Ci sentiamo giovanotto! Comunque non sono del tutto sicuro che lei non sa proprio nulla di quel microscopico programma, che avrebbe sconvolta la società francese e molte altre... Buona notte giovanotto!? > rispose, allontanandosi con auto deciso. Antonio alzò il braccia a salutarlo e percorse di buon passo il cortile del campus. Poi appena aveva messo piede nella sua stanza, Logan si sveglio a guardarlo sorpreso e alla fine a chiedergli dubbioso: < Ma dove sei stato conciato a quel modo? Hai fatto a pugni con dei balordi per strada? > < Balordi erano, ma non per strada. Ma in un cascinale e presto mi avrebbero sistemato e buttato nel letame per giustificare il mio assassinio.> < Ma cosa vai dicendo Antony?.. Dai spiegati meglio! > < Ieri sera mentre rientravo dopo lo spettacolo al conservatorio, sono stato sequestrato da quelli che hanno ammazzato i due professori... Si proprio quelli! Volevano da me, qualcosa dei professori che non ho mai avuto, e pertanto se non li accontentavo e anche dopo se avessi avuto la famosa pendrive da dagli. Sarei finto affogato nel letamaio per il grosso

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peccato commesso, che mi torturava nell'aver ammazzato i due ingegneri aerospaziali e il tutto poi a finire sui quotidiani... Ecco! > < Beh', e allora? Cosa diavolo è successo dopo se sei qui adesso? > < Il commissario Bighelonè mi aveva messo una cimice addosso e in tutti questi mesi mi tenevano d'occhio... Meno male che hanno seguito il mio segnale catturando tutta la banda. Comprendi? Anche quel ministro e i suoi tirapiedi, erano venuti a sincerarsi che parli e gli dia quello che volevano avere e farmi sparire poi per sempre... Comprendi Logan! > < Accipicchia! Aveva ragione mio padre, quando mi diceva che non gli piaceva la strafottenza del ministro dei trasporti?... aveva proprio ragione! Acciderba, quando lo verrà a sapere!... > < Comunque come anteprima, il commissario Bighelonè, mi ha assicurato e detto che il caso l'avrebbe avuto in mano tuo padre. Una persona seria e integerrima dal pugno duro... > < Comunque, questa storia non la posso raccontare subito a Catrina. Gli verrebbe un colpo saper che sarei morto senza vederci ancora... Beh', adesso vado a farmi una doccia e magari tentare di riposare qualche ora domani abbiamo gli esami di districare... vado!... >

Erano le quattordici pomeridiane quando Antonio aprì il suo notebook e il solito collegamento via web con l'amata ragazza irlandese. Antonio sorridente si presentava davanti alla sua dolce Catrina e tentava con spostamenti diversi del notebook a mettersi in una posizione che gli ematomi sul viso erano meno visibili. Ma Catrina subito lì notò, nel chiedere preoccupata: < Cosa hai fatto amore, con quei segni sul volto? > < Sono inciampato. Ma ti devo dare una bella notizia. Hanno finalmente preso gli assassini dei due professori! Pertanto non ci sarà più nessuno che mi tormenta... Comprendi amore!... Perciò avrò questa settimana ancora da dedicarmi completamente allo studio, per presentarmi agli esami e prendermi la tanta agognata laurea. Appena dopo verrò di volata da te amore per poterti abbracciare da farti mancare il respiro dalla tanta voglia di vederti di persona e non sul web ha fantasticare... Sì! Arrivo ragazza mia!.. Dammi solo il tempo di finire la scuola e sarò tutto tuo. Ti amo tanto amore! > e lei dall'altro lato del monitor che piangeva di gioia a dirotto, mentre farfugliava a dire: < Quanto ti amo amore mio!... Fammi sapere il giorno della tua laurea e possa venire?.. Un saluto grande da parte della zia... Allora a presto amore. Ti amo! > chiudendo la comunicazione a malincuore per entrambi. Comunque si stavano abituando alla separazione.

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Capitolo Dodicesimo

Le settimane successive, dopo aver terminato gli esami, ed erano andati più che bene contenti gli studenti nel prendersi ognuno i diplomi meritati. Preparandosi poi, per il famoso ballo di gala nell'evento festoso annuale alla Sorbonne. Da farsi ritrarre come ricordo, i tanti laureati al pomeriggio al brindisi sociale, prima di iniziare la speciale serata danzante di gala.

Purtroppo erano sorti un sacco di contrattempi giorni prima, capitati senza preavviso. La Toscana colpita con piogge torrenziale e allagamenti dai torrenti che esondavano ovunque, da costringere i genitori a desistere dal partire per Parigi, avevano il cascinale assediato del fiume in piena, da scusarsi col figlio al cellulare, per l'imprevisto capitato: < Ci dispiace Antonio! Ma siamo circondati dall'acqua alta e fatichiamo ad evitare di perdere tutto il raccolto, nel magazzino e il prezioso vino nello scantinato. Tanti auguri ti aspettiamo a casa e festeggeremo poi tutti assieme. Ciao e auguri ancora. Figliolo caro!... > commentò la mamma dispiaciuta di non presenziare alla sua tanto agognata laurea d'ingegneria. < Tranquilla mamma! E papà stia anche lui tranquillo. Cercate di non annegare e al resto si penserà dopo. Poi oltre il diploma vi farò conoscere una persona speciale... Ho una ragazza mamma... ve la farò conoscere molto presto... si

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chiama Catrina ed è irlandese... Comunque al momento mi raccomando state atteni e ne riparleremo col sereno. Ciao un bacio a tutti voi! > rispose un po' risollevato. Da loro erano al momento solo in preallarme di pericolo, ma stavano tutti bene. Invece dall'altro lato in Irlanda erano altrettanto presi col brutto tempo, capitato un po' dappertutto sull'Europa. E la zia era scivolata sotto casa da farsi un po' male alla schiena, pertanto Catrina era rimasta ad assistere la zia invalida e non poteva muoversi, come avevano prospettato di incontrarsi a Parigi alla sua premiazione. Perciò Antonio, nella loro ormai giornaliere conversazione sul web, gli consigliò di non strafare che a giorni appena dopo il processo per direttissima ai gaglioffi furbetti. Avrebbe preso lui l'aereo per Dublino. Il giudice Cartier gli aveva fatto avere un buon rimborso danni personali, da sentirsi un piccolo signore, per affrontare il matrimonio in futuro.

Poi, quel fatidico giorno tanto atteso e bramato, era arrivato finalmente. Antonio appena sceso dall'aereo, trovò Catrina che l'aspettava all'uscita dell'aeroporto esultante di felicità ritrovata. Fu dolce e piacevole quel bacio tanto agognato e aspettato da dare e ricevere. Ma al momento Antonio faticava ad avvicinarsi, quasi fosse un bel sogno, da temere che svanisca via di colpo quell'illusione rinviata di giorno in giorno sul notebook a consolarsi nell'attesa. Da aver quasi paura accostarsi con seduzione, quasi come era successa proprio come la prima volta in casa.

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Poi il sapore dolce di quell'atteso bacio, lo rianimo tutto di colpo nel stringersela tra le braccia felice. erano entrambi confusi temendo di sbagliare ogni mossa fatta, in quella lunga attesa snervante, di un amore duro e combattivo fino alla fine. Tutto si perdeva in quell'oblio tanto ricercato e poi trovato. Senz'altro San Patrizio ci aveva messo lo zampino.Solo due semplici parole, dette all'unisono: < Quanto ti amo amore! >

TUTTO PUO' CAPITARE, in Irlanda COME UNA BELLA FAVOLA SCRITTA SUL FINALE

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I protagonisti dell'incontro in Irlanda

La storia i luoghi e personaggi sono di pura fantasia dell'autore Muggia lì: 10/04/2016 scritto da Pierantonio Marone

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Romanzi inseriti - sul Web di: Pierantonio Marone

Romanzi d'amore e d'avventura - sono disponibili sul mio SitoWeb gratuitamente in formato - PDF - per Ebook

1968 - Sahadja - Hilde 1970 - Un amore diverso 1974 - Viaggio al Sud 1980 - Rincorrere il rischio 1983 - Per colpa di uno stupro 1990 - Il dolore fatuo della riviviscenza 1996 - Far West - La mappa scomparsa 1997 - Anche i clown si spogliano 1999 - L’identità perduta 2006 - L’ardua risorsa 2007 - Memorie confuse del passato 2009 - Un fluttuare di un fico nella notte 2009 - La ragazza del lago Maggiore 2010 - Venti anni e un giorno per vivere febbraio 2010 - Futili pensieri a Wadi-Rum 2010 - La vita è come un grande gioco 2010 - Viaggio inaspettato 2011 - Le vie del Signore sono infinite 2011 - Pura fatalità 2011 - Una fermata di troppo 2011 - Un legame difficile 2011 - Oltre il riflesso l'inganno 2012 - Perché l'hai fatto? 2012 - Stagioni da ricordare 2012 - Valida soluzione 2012 - Il fuoco non perdona 2012 - Il verde profondo della foresta 2012 - L'ereditiera scomoda 2012 - L'attesa primavera 2013 - Viaggio a Lourdes 2013 - Tutto da rifare

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2013 - Merorie confuse e un po' contorte2013 - Camille 2013 - Sotto un cielo stellato 2013 - Karim il vichingo 2013 - Tutto è possibile 2013 - Sole rovente 2013 - Insidie pericolose 2013 - Bersaglio mobile 2013 - Racconti del passato dicembre 2014 - Fuga complicata gennaio 2014 - Senza destino marzo 2014 - Vacanza complicata aprile 2014 - Complice il ritratto maggio 2014 - Ritorno alla vita giugno 2014 - Lo scrigno conteso luglio 2014 - Las leyenda misteriosa an Machu Picchu agosto 2014 - Qualcosa di sbagliato settembre 2014 - Quella panchina vuota ottobre 2014 - Una particolare situazione novembre 2014 - La lotta per la pagnotta dicembre 2015 - Quei fiori sulla scogliera gennaio2015 - La custode del faro marzo 2015 - Una questione di classe aprile 2015 - La cosa più bella che ho di te giugno2015 - Se fosse Vero? luglio2015 - Le ore che non passano a Chengdu agosto 2015 - Inquietante destino novembre2016 - Qualcosa di piacevole gennaio 2016 - Racchiusa in un cuore ghiacciato febbraio2016 - Legami al cellulare marzo2016 – Dietro quella porta gialla a Dublino aprile

SitoWeb: Pierantonio Marone

http://erosmenkhotep.altervista.org/

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Pierantonio Marone

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