MH136_L'AMORE E' DIETRO L'ANGOLO

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Miranda Lee L'AMORE È DIETRO L'ANGOLO

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Miranda Lee

L'AMORE È DIETRO L'ANGOLO

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Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Bought: One Bride

The Tycoon's Trophy Wife A Scandalous Marriage

Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2005 Miranda Lee © 2005 Miranda Lee © 2005 Miranda Lee

Traduzioni di Laura Premarini

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

Harmony è un marchio registrato di proprietà

Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

© 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony luglio 2006 Prima edizione Collezione Harmony agosto 2006

Prima edizione Collezione Harmony settembre 2006 Seconda edizione Il Meglio di Harmony

gennaio 2011

Questo volume è stato impresso nel dicembre 2010 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd)

IL MEGLIO DI HARMONY

ISSN 1126 - 263X Periodico mensile n. 136 del 15/1/2011

Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 777 del 6/12/1997 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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Sommario

Pagina 7

Una rosa senza spine

Pagina 163 Travolgente passione

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La candidata ideale

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Una rosa senza spine

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Prologo

L'ascensore salì ronzando verso l'attico e si fermò un attimo prima che le porte si aprissero, rivelando un atrio dal lucidissimo pavimento di marmo e una enorme finestra dalla quale si godeva una vista mozzafiato. Il porto di Sydney, in una limpida gior-nata estiva, era sempre una visione spettacolare, ma da quell'altezza e da quella posizione era addirittura incredibile. Richard scosse la testa fermandosi davanti alla vetrata di cristallo, la sua espressione era ironica mentre lanciava un'occhiata a Reece. «Capisco perché non hai problemi a vendere que-sti appartamenti» osservò, rivolgendosi all'amico. «Non ho mai visto uno spettacolo simile.» Il bel viso di Reece mostrò soddisfazione mentre si appoggiava alla spalla di Richard. «Mi sono solo attenuto a quel famoso detto sui beni immobili. Posizione, posizione, posizione. A parte il trovarsi di fronte alla maestosa vista del ponte, questo punto di East Balmain dista pochis-simo dal centro di Sydney e ancora meno dal porto di Darling.» «È certamente in un posto strategico» convenne

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Richard. «Sai, per tutto l'anno scorso, ci sono state voci alla banca secondo cui io avrei usato il loro denaro per sostenere uno dei tuoi numerosi, folli, progetti. Avrei potuto rischiare il mio nuovo incari-co di vicepresidente, se tutto questo si fosse rivelato troppo dispendioso. Il consiglio era seriamente pre-occupato quando tu non hai permesso agli azionisti di comprare il progetto.» Reece sorrise. «Questi appartamenti non sono stati fatti per gli azionisti. Sono stati studiati perché la gente se ne innamorasse e volesse viverci a tutti i costi. Oltre ad avere riservato due piani per palestra, piscina, sauna e campi di squash, ho decorato e ar-redato ogni appartamento personalmente, mi sono occupato perfino della biancheria e degli accessori. Questo ha aggiunto qualche migliaio di dollari al costo di ogni abitazione, ma si è dimostrato molto efficace.» Richard trasalì. Migliaia di dollari spesi per arre-dare ogni appartamento, buon Dio! «Sono felice che tu non me lo abbia detto prima. A quei vecchi barbogi della banca sarebbe venuto un colpo, e forse anche a me» osservò sorridendo. Alcuni, alla banca, non avevano approvato la pro-mozione di Richard l'anno prima. Un paio dei diri-genti più anziani pensava che a trentotto anni, lui fosse troppo giovane per condurre una finanziaria così prestigiosa. «Ecco perché non te lo avevo ancora detto» com-mentò Reece con un sorriso malizioso. «Io so quan-do tenere un segreto, ma tu hai avuto la tua rivinci-ta, caro amico» gli rivelò battendogli sulla spalla. «Il palazzo è stato finito solo lo scorso ottobre e ab-biamo già venduto il novantacinque per cento degli

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appartamenti, ne è rimasto solo qualcuno ai piani rialzati e un attico.» «A proposito, come mai non lo hai ancora vendu-to?» chiese Richard. «È troppo caro? O ha una combinazione di colori sbagliata?» «No, non è in vendita.» «Capisco. L'operatore immobiliare lo vuole per sé.» Gli occhi blu di Reece brillarono. «Vieni, voglio mostrartelo.» «Non è difficile capire perché lo hai tenuto» os-servò dieci minuti più tardi. Non aveva nulla a che fare con gli altri attici che Richard aveva visto in vita sua. Questo sembrava sospeso nel cielo. Una casa sulla spiaggia, completa di sdraio, piscina e ampie terrazze piastrellate in co-lor crema dove potersi sdraiare e godere della vista crogiolandosi al sole. All'interno, l'arredamento manteneva ovunque la stessa tonalità di colore. La maggior parte dei mobi-li era in bambù naturale, con divani nelle varie sfu-mature del blu e tappeti che davano calore all'am-biente. Non c'erano tende o imposte, ma le porte a vetri e le finestre erano azzurrate per ridurre il ba-gliore del sole. Naturalmente l'appartamento era completamente condizionato e riscaldato a pannelli. Ogni stanza aveva una magnifica vista e porte a ve-tro scorrevoli che conducevano fuori alle terrazze. Quando Richard entrò nella spaziosa camera da letto padronale, con il suo enorme letto e lo scher-mo della televisione incastonato nella parete oppo-sta, fu pervaso da un sentimento di pura invidia. Aveva sempre ammirato Reece per la sua tenacia e la sua capacità di non arrendersi mai. Pochi anni

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prima, con le sue sole forze, era riuscito a risolle-varsi e, dall'orlo della bancarotta, era arrivato alla sua attuale brillante posizione. Finora non lo aveva mai invidiato, ma ora, improvvisamente, sentì di volere quell'attico a tutti i costi. Voleva viverci e tornarci tutte le sere, dimenticando il freddo, ano-nimo appartamento dove si era trasferito da quando sua moglie era morta, diciotto mesi prima. Provava perfino il desiderio di dividerlo con qualcuno, il che era davvero una sorpresa. Fino a quel momento, il pensiero di avere nella sua vita e nel suo letto un'al-tra donna, era stata quasi una bestemmia per lui. Da quando aveva sepolto Joanna, era caduto in una sor-ta di totale paralisi emozionale e sessuale. Non c'era da stupirsi che trascorresse tutto il giorno alla banca. I suoi ormoni maschili dovevano pur dirigersi da qualche parte, ma ora sembrava che stessero per emergere dal loro stato di ibernazione e, quando Richard guardò il maestoso letto matri-moniale davanti a lui, immaginò di non dormirci so-lo. «Ti piace davvero?» chiese Reece. Lui rise. «Non pensavo fosse così evidente, ma lo trovo fantastico. Prenderesti in considerazione l'idea di venderlo a me?» «No.» Richard avvertì un moto di frustrazione. «Danna-zione, Reece! Tu possiedi già una casa fantastica, proprio dietro l'angolo. Per quale motivo vuoi anche questo attico?» «Per regalarlo a te.» «Cosa?» chiese lui, sgranando gli occhi. Reece sorrise in quel suo modo unico e disarman-te. «Ecco qua le chiavi, amico mio. È tuo.»

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«Non essere ridicolo!» esclamò, con il cuore che gli martellava nel petto. «Non posso permettere che tu faccia una cosa del genere. Questo posto vale una fortuna!» «Per essere precisi, l'altro attico è stato venduto per quasi sei milioni di dollari, ma questo è più grande e molto più bello, ecco...» E gli mise le chiavi in mano. «No. Tu devi permettermi di pagartelo!» «Assolutamente no. È tutto tuo, accettalo come segno della mia gratitudine. Tu mi sei sempre stato accanto, Rich, anche quando non c'era nessun altro. Non sto parlando solo di denaro, mi hai dato la tua amicizia e la tua fiducia incondizionata. Questo va-le più di tutti i soldi del mondo.» Richard non sapeva cosa dire. Solo due volte nel-la sua carriera in banca, uomini cui aveva concesso prestiti erano divenuti suoi amici personali. Gene-ralmente non era consigliato farlo, ma lui non aveva mai avuto motivo di pentirsi di queste decisioni. Reece era un uomo a cui si riusciva difficilmente a dire di no ed era impossibile non rimanere affasci-nati dalla sua esuberante personalità. Mike era tutt'altra cosa. Scuro nell'aspetto e nel carattere, il giovane genio dei computer era arrivato alla banca diversi anni prima per farsi finanziare una sua personale società di software. Mike, che in giovane età aveva avuto qualche problema con la giustizia, sembrava avercela con il mondo intero, ma era molto brillante dal punto di vista creativo, decisamente ambizioso e assolutamente onesto. Ri-chard era rimasto così favorevolmente impressiona-to, che aveva deciso di investire anche il proprio denaro nella sua società, oltre a quello della banca.

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Col tempo e, nonostante i suoi modi, aveva ac-quisito una grande stima nei confronti di quell'uo-mo. Una volta lo aveva persuaso a partecipare a una delle famose feste di Reece e tutti e tre erano dive-nuti molto intimi. Oggi Richard riteneva Reece e Mike i suoi unici, veri amici. Altri colleghi, nel cor-so della sua vita, avevano finto di offrirgli la loro amicizia, ma Richard sapeva che erano pronti a pu-gnalarlo alla schiena alla prima opportunità. «Tu non hai idea di cosa significhi tutto questo per me» mormorò, chiudendo la mano attorno alle chiavi. «Tuttavia, accettare un lussuoso attico come regalo, e in particolare questo, mi metterebbe in una posizione di grande imbarazzo con la banca. I miei nemici ci andrebbero a nozze e ci sarebbe ogni ge-nere di chiacchiere su corruzione, favori e Dio sa cos'altro. Devi lasciare che io te lo paghi.» «Tu, quella maledetta banca e quei pomposi im-becilli con cui lavori!» «Sì, lo so, ma ormai è la mia maledetta banca e vorrei che rimanesse tale. Ti pagherò il reale valore di mercato. Quanto potrebbe essere? Sei milioni?» «Probabilmente» convenne a malincuore Reece. «Se proprio ci tieni, sei milioni, allora.» «Senti, ti assicuro che posso permettermelo» pre-cisò Richard. «Ho ricavato una grossa somma ven-dendo la casa che avevo comprato a Palm Beach.» E di cui aveva preferito disfarsi una settimana dopo il funerale di Joanna. Non aggiunse che, in diciotto mesi dalla morte di sua moglie, aveva anche triplicato il suo patrimonio personale nel mercato della borsa. Stupefacente quali profitti si possano ricavare, quando si è indif-ferenti ai rischi che si stanno correndo. Avrebbe an-

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che potuto ritirarsi in quel momento, visto le pro-prietà e i titoli che possedeva, ma naturalmente non lo avrebbe mai fatto. Lui amava l'atmosfera compe-titiva del mondo finanziario; amava il potere della sua nuova posizione e il prestigio che ne derivava. Per un momento, Richard si chiese cos'avrebbe det-to Joanna del suo successo, se fosse stata ancora vi-va. Sicuramente le sarebbe piaciuto il denaro e la vita sociale che la sua nuova posizione avrebbe comportato, ma sarebbe bastato a tenerla solo nel suo letto? Ne dubitava. Qualunque donna che si trova un amante entro i primi due anni di matrimo-nio dev'essere infedele per natura. Se non fosse stato per il referto dell'autopsia, lui non avrebbe mai saputo la dolorosa verità riguardo alla donna che amava. Quando lei era morta, vitti-ma di un incidente automobilistico, Richard aveva scoperto che aspettava un bambino. Aveva chiesto a che fase fosse la gravidanza e gli era stato spiegato che non vi era possibilità di errore, sei settimane, giorno più giorno meno. Richard era stato all'estero per affari per più di un mese attorno al periodo del concepimento, quindi quel bambino non era suo. La sua mano si serrò con ancora più forza attorno alle chiavi. Lui aveva desi-derato molto un figlio, ma Joanna aveva continuato a rimandare, asserendo di non sentirsi pronta a pan-nolini sporchi e notti insonni. La cosa che più lo tormentava, ora che riusciva a ripensarci, era il mo-do in cui lei lo aveva salutato quando era tornato a casa quell'ultima volta. Come se lo amasse vera-mente e avesse davvero sentito la sua mancanza. A letto sembrava non averne mai abbastanza, mentre, nel frattempo, portava già in grembo il figlio di un

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altro. Chiaramente, aveva intenzione di fargli crede-re che fosse suo, ma che genere di donna poteva fa-re questo? Richard aveva sepolto entrambi con il cuore spezzato, poi si era gettato nel lavoro. Dicevano che il tempo guariva tutto e forse era così, ma lui sapeva che la sua vita non sarebbe stata più la stessa. Sicuramente non avrebbe mai più po-tuto innamorarsi di nuovo, quella parte del suo cuo-re era morta con sua moglie. Tuttavia, non voleva continuare a vivere solo e desiderava ancora un figlio. Era decisamente ora di andare avanti e di trovarsi una nuova compagna, forse nel modo in cui Reece aveva trovato Alanna, la sua attuale consorte, dopo che la sua fidanzata lo aveva piantato sui due piedi. «Hai quella tipica espressione sul viso» osservò Reece, interrompendo i suoi pensieri. «Che espressione?» «Quella di quando stai per iniziare a farmi do-mande su uno dei nuovi progetti che ti ho propo-sto.» «Sei un uomo decisamente intuitivo. In effetti, ho qualcosa da chiederti e, sì, riguarda un progetto che hai portato a termine l'anno scorso. Possiamo anda-re a sederci in terrazza?» Richard prese una delle sedie più vicine e aspettò che lui si sistemasse, prima di iniziare a parlare. «Ho deciso di risposarmi» esordì. «Ma è fantastico!» dichiarò il suo amico. «Non mi ero accorto che ti vedessi con qualcuna.» «Infatti, non sto frequentando nessuna, ma spero di poterlo fare presto, una volta che tu mi avrai messo in contatto con la donna che dirige l'agenzia Wives Wanted.»

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Reece rimase per un attimo a bocca aperta, poi si riprese. «Ma tu non approvasti quando te ne par-lai!» «Rimasi sorpreso, ecco tutto.» Reece non era cer-to il genere di uomo che si pensava dovesse ricorre-re a un'agenzia di appuntamenti per conoscere una donna. L'anno scorso, poco prima del suo matrimo-nio, gli aveva confidato di avere trovato la sua bella sposa via Internet ed era stato un vero shock per Ri-chard. L'agenzia che aveva fatto da tramite si chiamava appunto Wives Wanted e si occupava di presentare donne di classe ad affermati professionisti. Il loro database era pieno di ragazze attraenti, interessate a fare un buon matrimonio, senza necessariamente un amore romantico. Quello che contava era una certa sicurezza economica e un impegno serio. Molte di loro erano già state sposate o avevano avuto rela-zioni che erano fallite. Alcune erano ragazze in car-riera, pronte a lasciare tutto per l'uomo giusto. «Era Mike che non approvava» precisò Richard. «Ma non aveva ancora incontrato Alanna.» Nessuno, conoscendo la moglie di Reece, avreb-be mai creduto che provenisse da un'agenzia. Ri-chard stesso era rimasto attonito scoprendolo. Era convinto che si fossero incontrati in una delle nu-merose feste cui spesso partecipavano. Un uomo della sua posizione e con il suo aspetto poteva avere tutte le donne che voleva e, quando gli aveva chie-sto perché mai si fosse rivolto a un'agenzia, la ri-sposta di Reece era stata estremamente pragmatica. «Era una questione di tempo. Io volevo una mo-glie e una famiglia, ma non volevo dovermi preoc-cupare di un corteggiamento tradizionale. Sarebbe

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stata una faccenda troppo lunga. Ogni volta che ho desiderato una proprietà con certi requisiti, ho sem-pre incaricato un mio collaboratore di ridurre il campo delle ricerche, prima di occuparmene perso-nalmente. Ho pensato di fare altrettanto per trovare una moglie, così ho dato all'agenzia un elenco dei requisiti che volevo e loro hanno scelto le candidate adatte. Io le ho esaminate via Internet e ne ho trova-te tre che mi attraevano, ho dato appuntamento a ognuna di loro e ho capito subito quale avrei dovuto sposare.» Richard ricordava di avergli chiesto se si trattava di un caso di amore a prima vista e Mike era scop-piato a ridere. «Reece non è più interessato all'amo-re» aveva drasticamente osservato. «Non dopo il brutto tiro che gli ha giocato quella sgualdrina della sua ex fidanzata, non è vero?» Reece aveva confermato che l'amore certamente non c'entrava, anche se certo non avrebbe mai spo-sato Alanna se tra loro non ci fosse stata una buona dose di attrazione sessuale e di intesa. Richard considerava un'affermazione simile piut-tosto discutibile. Aveva avuto diverse opportunità di osservare Alanna e Reece insieme e ai suoi occhi quell'attrazione sembrava un po' troppo elettrica, specie da parte dell'amico. A un recente party, aveva notato che lui aveva trascorso buona parte della serata a osservare la sua bella moglie conversare con gli ospiti maschili se-duti accanto a lei, che indubbiamente subivano il suo fascino etereo. Alle bionde dalla pelle diafana, Richard invece preferiva le more più voluttuose. Joanna aveva ca-pelli e occhi neri, con un fisico prorompente. Non

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che volesse sposare qualcuna identica a lei, anzi a-vrebbe preferito che la seconda signora Crawford fosse completamente diversa dalla prima, sia nella personalità sia nel carattere. Fisicamente era sempre stato attratto dalle brunette formose e sapeva che non avrebbe mai scelto una bionda. «Sei proprio deciso?» gli chiese Reece. «Assolutamente.» «Presumo allora che tu non stia cercando l'amo-re.» «Presumi giusto.» «Dunque vuoi un matrimonio di convenienza come il mio?» «Sì.» «Non sono sicuro che tu sia tagliato per una rela-zione del genere, Rich. Sei un tipo più romantico.» «Non più.» Richard desiderò non essere stato così amaro, Reece sembrava sbalordito. Ma, d'altro canto, lui non sapeva nulla del comportamento di Joanna. Gli uomini non confidano simili verità, nemmeno al più intimo degli amici. «Mi sono ormai liberato da questo genere di sen-timenti» dichiarò, convinto. «Posso chiedere perché?» indagò Reece. «Non c'è una ragione particolare. Solo un sem-plice bisogno di compagnia e di un po' di sesso re-golare.» «Potresti averlo da un'amante.» «Io non voglio un'amante, voglio una moglie.» «Ora capisco, è a causa della banca. La tua posi-zione sarebbe consolidata, se tu fossi sposato.» «Non ha proprio nulla a che fare con la banca, semplicemente voglio sposarmi. Voglio quello che

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hai tu, amico. Una bella donna che sia felice di es-sere mia moglie e di avere il mio bambino.» «Non mi ero reso conto che desiderassi una fa-miglia.» «Perché mai?» «Eri sposato con Joanna da due anni, tutto il tempo per avere un figlio.» «Non è stata una decisione mia» dichiarò Ri-chard, cercando di non sembrare duro. «Pensavo tu fossi felice con Joanna...» «Lo ero» rispose lui abbastanza sinceramente, la sua infelicità non era iniziata che dopo la sua morte. «Ero pazzo di lei, ma se n'è andata e io sono rima-sto qui triste e solo, d'accordo? Voglio una donna nella mia vita, ma non voglio una storia. In quella ci sono già passato.» «Posso capire perché sei arrivato a pensare que-sto.» «Dovresti. Io so come ti sentivi riguardo a Kristi-ne e, in fondo, è il vero motivo per cui ti sei rivolto a Wives Wanted. Forse eri ancora innamorato di lei.» «Allo stesso modo in cui tu sei ancora innamora-to di Joanna.» Richard non lo negò. Se lo avesse fatto, avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni. «Ora che è tutto chiaro, rientrerò a dare un'altra occhiata al mio favoloso attico nuovo» dichiarò al-zandosi. «A proposito, posso trasferirmi qui prima della firma del contratto?» «Trasferisciti oggi stesso, se ti va.» Richard non era un uomo impulsivo, ma, quel giorno, le cose erano differenti. «Sai una cosa? Credo proprio che lo farò.»

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Holly guardò per l'ennesima volta il cartello In Vendita, attaccato alla vetrina del suo negozio di fiori e si sentì travolgere da un'ondata di rabbia e indignazione. Come poteva la sua matrigna fare una cosa simile? Come osava? A Flower A Day era suo di diritto, almeno per la metà. Prima di prendere una simile decisione, quel-la donna avrebbe dovuto consultarla e sentire il suo parere in proposito. Purtroppo, invece, ogni considerazione per lei era finita con la morte di suo padre. Qualunque speran-za che l'amato negozio dove aveva sempre lavorato divenisse tutto suo, se n'era andata con lui. Era stata una stupida a rimanere per una paga così patetica. Oltre a gestire l'attività, ogni domenica si occupava anche della contabilità. Sara, la commessa, guada-gnava poco meno di lei, lavorando solo da mercole-dì a sabato. Era una bravissima fioraia con un sacco di esperienza, ma Holly non era certo da meno. A-veva ventisei anni, ma svolgeva quell'attività da sempre. Suo padre aveva iniziato a insegnarle quando era ancora una bambina e poi, appena com-piuti i quindici anni, lei lo aveva affiancato in nego-

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zio. Le si spezzava il cuore, ripensando a quanto e-rano stati felici allora. Poi era arrivata Connie e lei non si era resa conto di che genere di donna fosse fino a due anni prima, quando suo padre era morto. La sua matrigna, un'attraente divorziata, era stata molto abile durante gli otto anni in cui era stata la seconda signora Greenaway. Quello che invece era apparso subito chiaro era che genere di ragazza fos-se Katie, sua figlia. Gelosa, maligna e subdola, ma molto abile, come la madre, a circuire il padre di Holly per spillargli denaro. Solo il fatto che lui sembrasse felice, l'aveva sempre fatta tacere. Natu-ralmente, dopo che erano rimaste sole, le cose erano molto cambiate e Connie e Katie avevano iniziato a rivelarsi per quello che erano veramente. Holly sapeva che sarebbe dovuta sparire dalle lo-ro vite, ma non sopportava di separarsi dal negozio. Restando lì, le sembrava di sentirsi ancora vicina al papà e così si era trasferita nell'appartamento sopra a A Flower A Day, dandosi da fare per riportare l'at-tività ai vecchi splendori. Gli affari avevano subito un battuta di arresto dopo l'infarto di suo padre, in più Holly era rimasta così sconvolta che per un po' aveva chiuso. C'era voluto più di un anno per riac-quistare tutta la vecchia clientela e iniziare a realiz-zare un guadagno. Non che A Flower A Day sareb-be mai stato una grande fonte di denaro, ma insieme all'appartamento aveva comunque un certo valore. Holly guardò ancora una volta con occhi truci il cartello. Era stata pazza a lavorare tanto duramente per così poco, sapendo che le uniche che avrebbero raccolto i frutti delle sue fatiche sarebbero state Connie e l'odiosa Katie. Purtroppo suo padre, nel testamento redatto subito dopo il matrimonio,

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quando lei era appena sedicenne, aveva lasciato tut-to a sua moglie. Forse aveva pensato che lei si sa-rebbe occupata di Holly, ma l'allegra vedova aveva ben altri progetti, e così pure la sua terribile figlia. Era meglio lasciar perdere. Aveva già sofferto troppo, visto ciò che era accaduto a Natale. Dave, il suo fidanzato, l'aveva lasciata per mettersi proprio con Katie e sembrava che avessero perfino inten-zione di sposarsi. E ora quel cartello, era davvero il colmo! Improvvisamente si rese conto che aveva recitato abbastanza la parte di Cenerentola. Era arrivato il momento di prendere alcune importanti decisioni e di cambiare le cose. Sarebbe stato molto triste la-sciare quello che aveva creato con anni di fatiche, ma doveva farlo. Presto tutto sarebbe appartenuto a qualcun altro. «Faccio un salto alla stazione, Sara» dichiarò, decisa. «Ho bisogno dell'Herald di stamattina.» Sara alzò lo sguardo dallo stupendo centrotavola di fiori rosa che stava finendo. «Cerchi un nuovo lavoro?» chiese. «Sì.» «Era ora» mormorò la ragazza. Sara aveva espresso da tempo l'opinione che Hol-ly sarebbe dovuta andarsene per conto suo. «Hai ragione» convenne lei. «Cercherò anche un nuovo posto dove vivere.» L'Herald del sabato mattina era sempre pieno di annunci di offerte di lavoro e di appartamenti. In effetti, lei ci aveva già guardato qualche settimana prima, dopo che Dave l'aveva lasciata, ma poi non aveva avuto il coraggio di dare una svolta radicale alla sua vita proprio in quel momento, lasciando tut-

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to ciò che le era familiare. Ora, invece, le sembrava di avere trovato la forza. Sara sorrise. «Brava! E non preoccuparti per me. Appena tu te ne sarai andata, io seguirò il tuo esem-pio. Non lavorerei per quella strega di Connie, nem-meno se questo fosse l'ultimo negozio di fiori di Sydney.» «È davvero una donna tremenda, vero?» «Della peggior specie, e anche sua figlia. Scusa se mi permetto, ma Katie e Dave sono fatti l'uno per l'altra. Benedetto il giorno che ti sei sbarazzata di lui!» «Veramente mi ha piantato lui.» «È la sola cosa buona che abbia mai fatto per te. Ora potrai trovarti un ragazzo carino che ti apprezzi davvero.» «Grazie per il complimento, ma temo non sia co-sì facile. Dave non è il primo boyfriend sbagliato che ho avuto. Sembra proprio che io attragga solo tipi volubili e infedeli.» «Vai a cercarti un lavoro in città, cara, dove ci sono i manager.» «I manager?» «Gli uomini eleganti, di rappresentanza. Un tem-po io lavoravo a una bancarella di fiori in Market Place e bazzicavano maschi davvero affascinanti da quelle parti, direi eccezionali.» «Sì, ma essere eleganti non significa anche essere in gamba.» «No, ma spesso significa avere denaro.» «Tu hai fatto un'altra scelta, però.» Sara era spo-sata a un uomo che lavorava in ferrovia. «Sì, ma io sono una stupida romantica.» «Anch'io sono altrettanto stupida e romantica.»

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«Come la maggior parte delle ragazze. Su, ora farai meglio ad andare, prima che l'Herald finisca.» Holly comprò l'ultimo giornale e si affrettò a stu-diare le inserzioni, ma le notizie erano sconfortanti. Non c'erano molte richieste di lavoro per fioristi, solo due in città. In quanto a condividere un appar-tamento, il pensiero di trasferirsi con degli scono-sciuti, dopo aver vissuto sola per due anni, la faceva rabbrividire. Tuttavia non poteva permettersi di prendere in affitto un posto decente da sola, non finché il suo stipendio fosse rimasto tale. Aveva qualche risparmio, ma non molto. Dave, come boy-friend, non era stato certo un tipo economico e con la scusa di risparmiare per il loro futuro insieme, faceva sempre pagare lei per ogni cosa. Quanto poteva essere credulona una ragazza in-namorata! Ammettere le proprie colpe non è mai piacevole, ma, quando Sara se ne andò a casa, Holly era ormai convinta di dovere solo biasimare se stessa se la sua vita era nel caos più totale. Era lei che aveva sem-pre permesso alla gente di calpestarla, ma ora non più. Lunedì mattina si sarebbe messa in contatto con uno dei molti uffici che si occupavano di curri-cula professionali. Non aveva mai dovuto cercarsi un lavoro prima, ma sapeva che presentarsi bene era molto importante e, se voleva continuare a vivere sola, avrebbe avuto bisogno di uno stipendio ade-guato. Probabilmente, avrebbe avuto qualche mese di tempo per portare a termine i suoi progetti, nego-zi come A Flower A Day non si vendevano molto facilmente. Nel frattempo non avrebbe detto una parola a Connie e avrebbe nascosto ogni cent che poteva.

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La vista di un enorme mazzo di rose sistemate in un secchio nell'angolo fece sussultare Holly. Era un ordine telefonico che aveva preso ieri pomeriggio. Non era uno dei suoi abituali clienti, ma un uomo che aveva promesso di ritirarle a mezzogiorno. Con un sospiro controllò le schede, trovò nome e numero di telefono e chiamò. Rispose una segrete-ria telefonica e, dopo aver lasciato un messaggio che comunicava di avere cancellato l'ordine, Holly riappese con un sospiro. Che spreco! Delle così belle rose e così costose! L'uomo non aveva chiesto boccioli, ma fiori aperti. Non sarebbero durate più di qualche giorno, impos-sibile venderle a qualcun altro. Improvvisamente le venne un'idea. La signora Crawford! Lei adorava le rose rosse e non sarebbe partita per il suo viaggio oltremare, fino alla fine della settimana prossima. Sarebbe stato un modo per augurarle di divertirsi e ringraziarla per tutte le volte che l'aveva ascoltata e consigliata. Donna deliziosa, la signora. I pensieri di Holly si soffermarono per un mo-mento su Richard Crawford, ma non permise loro di indugiare. C'era stato un tempo in cui aveva pensato molto all'unico figlio della signora e aveva perfino intessuto fantasie romantiche al suo riguardo. Sara aveva ragione, le ragazze erano proprio del-le stupide romantiche! Cercò nella sua agenda il numero della donna e telefonò per assicurarsi che fosse in casa. Era occupato, quindi l'avrebbe trova-ta. Holly si chinò a prendere le rose, le avvolse in un foglio di carta e le legò con un nastro dello stes-so colore dei fiori. Gliele avrebbe consegnate per-sonalmente, non era lontano e la giornata era ancora calda.

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Quando uscì, non la sfiorò nemmeno l'idea che Richard Crawford potesse essere a casa di sua ma-dre. Qualche giorno prima, la signora le aveva detto che vedeva raramente il figlio. Pur essendo ancora giovane, la banca lo aveva promosso a un incarico molto prestigioso e lui passava gran parte del suo tempo là. Holly se la prese con calma, godendosi l'aria fre-sca e ripassando mentalmente l'elenco di cose che aveva da fare nelle settimane seguenti. Numero uno: trovare un lavoro, preferibilmente nella city. Numero due: trovarsi un appartamento, preferi-bilmente vicino al lavoro. Numero tre: trovarsi un fidanzato, preferibilmen-te uno che vestiva con eleganza e lavorava in città. Questo, però, poteva anche aspettare. Nonostante Dave si fosse rivelato un traditore, era pur stato il suo fidanzato per più di un anno e lei aveva creduto di amarlo. Il suo comportamento l'aveva davvero ferita e trovava intollerabile essere stata piantata per Katie. La sua autostima ne aveva risentito, quindi non era pronta a lanciarsi subito in un'altra storia. Si sarebbe prima concentrata sulle due cose che a-vrebbe potuto controllare meglio: un nuovo lavoro e un nuovo luogo dove vivere. Trovarsi un boyfriend non sarebbe stato nelle sue priorità ancora per molto.