Dieci azioni per zero rifiuti

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DIECI AZIONI PER ZERO RIFIUTI SOLUZIONI CONCRETE PER COMUNI, AZIENDE E CITTADINI a cura di Roberto Cavallo e coop. Erica presentazione di Luca Mercalli

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Dieci azioni per zero rifiuti, soluzioni concrete per comuni,aziende e cittadini. A cura di Roberto Cavallo e coop. Erica. Presentazione di Luca Mercalli

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Erica soc. coop. (Educazione Ricerca Informazione Ambientale) nasce nel 1996 ad Alba (CN) a seguito della tragica alluvione che ha colpito il Sud Piemonte nel 1994, con l’obiettivo di occuparsi di ambiente, sia in termini di comunicazione e prevenzione dei rischi sia fornendo supporto tecnico a enti pubblici e privati del settore. Nel corso del tempo, ERICA sviluppa un’area comunicativa-educativa e un settore tecnico, occupando oltre 25 persone. Le competenze legate alla gestione del ciclo dei rifiuti e ad altri settori ingegneristico-ambientali si concretizzano in progetti che hanno al centro il dialogo con il territorio, con i cittadini e gli amministratori in particolare.

Roberto Cavallo è stato assessore all’ambiente del Comune di Alba. È fondatore e presidente di ERICA soc. coop., presidente dell’AICA (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) e fa parte del Consiglio direttivo dell’ACR+ di Bruxelles. Collabora con alcune trasmissioni radio televisive sui temi ambientali. Per i tipi di Edizione Ambiente ha pubblicato nel 2011 Meno 100 chili, ispirato dall’omonimo monologo e dal quale è stato tratto un docufilm con, tra gli altri, Mario Tozzi, Luca Mercalli e Giuseppe Cederna.

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“Di rifiuti si muore, forse non è ancora chiaro! Queste pagine hanno il greve e nobile compito di ribadirlo.” Luca Mercalli

Dieci azioni per zero rifiutipresenta le migliori esperienze italiane di aziende, amministrazioni locali e realtà territoriali impegnate nel cammino verso “rifiuti zero”.

“La questione dei rifiuti nella nostra civiltà è di una portata enorme, e tuttavia sottovalutata. [...] La leggerezza idiota degli innumerevoli gesti di abbandono di rifiuti nell’ambiente [...] ne è testimonianza.” Così scrive Luca Mercalli nella Presentazione al volume.La gestione rifiuti oggi deve fare i conti con condizioni del tutto nuove. Fino a cent’anni fa ogni prodotto utilizzato dall’uomo era biodegradabile o realizzato con un composto chimico semplice già presente nell’ambiente. I problemi di inquinamento erano dunque temporanei, dovuti a un eccesso di concentrazione locale, destinata a risolversi da sé con il diminuire della pressione antropica. La chimica di sintesi ha poi aperto la strada a prodotti non biodegradabili, bioaccumulabili e tossici a lungo termine.In più, i rifiuti oggi sono pervasivi e si diffondono rapidamente in tutto il pianeta attraverso fiumi, laghi, oceani, emissioni in atmosfera... Ciò che “buttiamo” nell’ambiente dura migliaia di anni e produce danni irreversibili.Decisamente una scomoda eredità per le generazioni future.Occuparsi di una strategia “rifiuti zero” è più che mai un atto di profonda responsabilità e di assoluta necessità. Forse stupirà il lettore sapere che l’Italia è la prima nazione al mondo per numero di amministrazioni, realtà territoriali e movimenti impegnati nel cammino verso “rifiuti zero”. Dieci azioni per zero rifiuti racconta alcune delle migliori esperienze italiane nel campo della gestione dei prodotti, dall’impegno delle amministrazioni locali a quello di un’industria che sempre più sta puntando sul recupero di materia come opportunità di rilancio per superare la crisi economica.

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DIECI AZIONIPER ZERO RIFIUTI

SOLUZIONI CONCRETE

PER COMUNI, AZIENDE

E CITTADINI

a cura di Roberto Cavallo

e coop. Erica

presentazione di Luca Mercalli

ISBN 978-88-6627-067-6

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SOLUZIONI CONCRETEPER COMUNI, AZIENDE E CITTADINI

a cura di Roberto Cavallo e coop. Erica

presentazione diLuca Mercalli

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a cura di Roberto Cavallo e coop. Ericadieci azioni per zero rifiutisoluzioni concrete per comuni, aziende e cittadiniPresentazione di Luca Mercalli

realizzazione editorialeEdizioni Ambiente srlwww.edizioniambiente.it

coordinamento redazionale: Paola Cristina Fraschiniprogetto grafico e copertina:  GrafCo3 Milano impaginazione: Roberto Gurdo

© 2013, Edizioni Ambiente via Natale Battaglia 10, 20127 Milanotel. 02.45487277, fax 02.45487333

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’editore.

ISBN 978-88-6627-067-6

Finito di stampare nel mese di ottobre 2013presso Grafiche del Liri – Isola del Liri (FR)

Stampato in Italia – Printed in ItalyQuesto libro è stampato su carta certificata FSC

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sommario

presentazione 7di Luca Mercalliintroduzione 9di Roberto Cavallo

1. la prevenzione dei rifiuti 15Federica Stupino

2. il riuso 47Roberto Cavallo, Federica Stupino

3. la raccolta differenziata 69Andrea Bertora

4. il riciclo (filiere, valorizzazione, riprodotti) 91Paolo Marengo

5. l’organico e il compostaggio 115Andrea Pavan

6. gli strumenti economici 165Umberto Gianolio

7. l’ecodesign come strumento di prevenzione dei rifiuti 201Francesco N. M. Rasero

8. comunicare con i cittadini 225Emanuela Rosio

9. l’analisi del sacco nero e la responsabilità estesa del produttore 257Roberto Cavallo

10. leftovers, cosa fare di quello che sembra non riciclabile? 291Enzo Favoino, Paolo Marengo

bibliografia 307

ringraziamenti 317

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presentazione

La questione dei rifiuti in questo scorcio della storia naturale terrestre, detto Antropocene, è di una portata enorme, e tuttavia sottovalutata. È così enorme che si stenta a coglierne i contorni, tanto da parte degli in-dividui quanto da parte della società. La leggerezza idiota degli innumerevoli gesti di abbandono di rifiuti nell’am-biente, privi di ogni riflessione sulle conseguenze, ne è testimonianza.

La questione rifiuti nell’ultimo secolo di attività della specie umana è enorme in quanto:•è chimicamente inedita. Abbiamo prodotto centinaia di migliaia di mo-

lecole di sintesi inesistenti in natura, che sono prive di una chiusura del loro ciclo compatibile con la biosfera. Fino a cent’anni fa ogni prodot-to utilizzato dall’uomo o era biodegradabile o era in genere un compo-sto chimico semplice già presente nell’ambiente. I problemi di inquina-mento erano dunque esclusivamente temporanei, dovuti a un eccesso di concentrazione locale, destinata a risolversi da sé con il diminuire della pressione antropica. La chimica di sintesi ha aperto la strada a prodotti non biodegradabili, bioaccumulabili e tossici a lungo termine: si pensi alla rivoluzione nella tipologia di rifiuto generata dalle materie plastiche;

•è globale. I rifiuti attuali sono pervasivi e si diffondono rapidamente in tutto il pianeta: la plastica galleggia e vaga nelle acque di fiumi, la-ghi e oceani, se bruciata le sue emissioni si diffondono in atmosfera, danneggiando la vita e il clima. E così ogni altro rifiuto gassoso, liqui-do o radioattivo;

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•è transgenerazionale. Mai era capitato che i rifiuti di una generazione compromettessero la qualità della vita di quelle future: oggi la tipolo-gia di rifiuti immessi nell’ambiente ha durate millenarie e conseguen-ze irreversibili. Una scomoda eredità;

•è insostenibile a lungo termine. Non solo per la tossicità sulla biosfera, ma anche per l’immensa perdita di materie prime rare o non rinnova-bili che vengono disperse e non saranno più recuperabili.

In sostanza, occuparsi di una strategia rifiuti zero è oggi un atto di pro-fonda responsabilità. Coinvolge profondamente l’etica dell’individuo e della specie.E soprattutto, è di assoluta e improcrastinabile necessità, pena una drasti-ca riduzione della futura qualità della vita nostra e del resto della biosfera. Di rifiuti si muore, forse non è ancora chiaro! Queste pagine hanno il greve e nobile compito di ribadirlo.

Luca MercalliPresidente della Società Meteorologica Italiana

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general beverage: 90 milioni di pasti senza rifiuti da imballaggi di bevande

Quante volte vi è capitato di entrare in una mensa e di consumare di-versi alimenti e bevande, tutti debitamente confezionati e imbustati? Al termine del pasto mette sempre po’ di inquietudine constatare la mole di rifiuti che resta sul nostro vassoio, tra confezioni monodose per il pa-ne e i condimenti, piatti, tovaglioli e posate monouso, bottiglie d’acqua e lattine di bibite.Soprattutto se si pensa alla quantità di cibo che abbiamo assunto in quell’occasione!Ma come garantire decine di milioni di pasti, degustando diverse be-vande senza fare rifiuti? Chiedetelo a General Beverage, l’azienda ita-liana che gestisce erogatori alla spina per diversi prodotti alimentari, in particolare bevande. Nel 2005, grazie alle caratteristiche innovative della propria attività, è stata insignita dalla Regione Toscana del 1° Pre-mio Toscana ecoefficiente e ha riscosso, in diverse altre occasioni, ri-conoscimenti istituzionali importanti, tra cui la menzione speciale del Premio Impresambiente 2005 e la segnalazione del Premio per lo Svi-luppo Sostenibile 2009. Il fiore all’occhiello per la sostenibilità ambientale è rappresentato dal si-stema Freebeverage. Come funziona? L’azienda installa presso le mense e le comunità interessate uno o più erogatori alla spina per acqua micro-filtrata e bevande naturali e gassate; il consumo è libero poiché il servi-zio ha un costo fisso, fattore che ne rende semplice e agevole la fruizio-ne (basta munirsi del proprio bicchiere o borraccia). L’intelligente accor-tezza di fornire agli utenti bevande concentrate in “bag in box” (speciali contenitori) semplifica la gestione dei prodotti e riduce notevolmente la frequenza del rifornimento. General Beverage ha registrato fino a oggi un costante gradimento e interessamento, grazie anche ai costi fissi mol-to contenuti, raggiungendo 90 milioni di pasti serviti all’anno con le pro-prie bevande su tutto il territorio italiano .Grazie al Freebeverage, in un anno sono state evitate 3.300 tonnellate di rifiuti (le confezioni monouso delle bevande) e il trasporto (con conse-guente costo economico e socio-ambientale) di circa 138.000 tonnellate di merci; in termini percentuali, una riduzione del 99% dei rifiuti da bot-tigliette e del 96% dei trasporti. Una montagna di rifiuti inutili in meno

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e un risparmio di 3.100 tonnellate di petrolio e 3.500 tonnellate di CO2 in un solo anno!L’azienda si rivolge a un pubblico molto vario, accomunato però da un semplice bisogno di base: la nutrizione. Le mense aziendali, universita-rie, ospedaliere, scolastiche, le case di riposo e le caserme sono le desti-nazioni perfette per questo tipo di servizio. Questo diverso approccio al consumo, oltre a essere in linea con i criteri ambientali minimi per la ristorazione previsti dal Piano d’azione naziona-le del green public procurement (voluto dal ministero dell’Ambiente per normare e incentivare gli acquisti verdi), comporta anche una riduzione di circa il 30% dei costi energetici per la refrigerazione delle stesse e di quelli a monte della produzione degli imballaggi, non più necessari in una mensa che utilizzi il sistema Freebeverage. Questo è possibile grazie alle caratteristiche energetiche dei distributori e alle modalità di distribuzio-ne (una minor dispersione di calore dovuta all’utilizzo di acqua di rete). Se poi la mensa è attrezzata con bicchieri pluriuso, in vetro o policarbona-to, il risultato di prevenzione rifiuti è ancora più consistente.Per il futuro, General Beverage si propone di allargare ad altri contesti l’uso dei sistemi Freebeverage, come per esempio la ristorazione com-merciale, offrendo anche all’estero la propria esperienza ecosostenibile.

tassazione al prelievo di acqua minerale Paese: Italia, Regione Piemonte Scala: in corso (4,4 milioni di abitanti) Frazione di rifiuto: bottiglie Risultati: riduzione delle emissioni di CO2

Per ulteriori informazioni: www.envi.info; www.regione.piemonte.it; www.regione.lombardia.it; www.regione.umbria.it; www.regione.veneto.it

La Regione Piemonte, con l’obiettivo di prevenire la produzione di ri-fiuti, ha emanato il nuovo Regolamento, con il quale si è voluto premia-re, con riduzioni e, in alcuni casi, esenzioni dal canone di emungimento, tutte quelle aziende che privilegeranno l’utilizzo del vetro o di contenito-ri ecosostenibili, il recupero dei vuoti a rendere e l’adesione a sistemi di gestione ambientale certificati. Il provvedimento prevede, dal 1° genna-

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io 2014, un sistema di incentivi che sarà del 30% se l’imbottigliamento avverrà in contenitori di vetro, e si eleverà al 50% qualora il concessiona-rio effettui il recupero dei vuoti. La riduzione sarà invece rispettivamen-te del 20% o del 15% se l’acqua verrà imbottigliata in contenitori equi e sostenibili o se il concessionario aderisce a sistemi di gestione ambien-tale certificata. Anche la Lombardia ha approvato un’iniziativa analoga (5 centesimi ogni 100 litri), così come l’Umbria e il Veneto. Quest’ulti-ma regione è la più intraprendente, con un’imposta di 480 euro a metro cubo prelevato (che salgono a 516 nelle zone montane), contro una me-dia nazionale di 30 euro. L’Associazione Internazionale per la Comuni-cazione Ambientale (AICA) ha calcolato che il passaggio dall’acqua in bottiglia a quella da rubinetto potrebbe ridurre le emissioni di anidride carbonica di un milione di tonnellate, pari allo 0,21% degli obiettivi di Kyoto per l’Italia.

“porta la sporta” Paese: Italia Scala: nazionale Frazione di rifiuto: buste in plastica e in altri materiali con utilizzo usa e getta Risultati: N/APer ulteriori informazioni: www.portalasporta.it

La campagna “Porta la sporta” è una campagna promossa dall’Associazio-ne comuni virtuosi per dimostrare come sia facile modificare stili di vita errati semplicemente diventandone completamente coscienti e attuando semplici accorgimenti per poterli prevenire. Il nome evoca l’abuso del-la busta di plastica che è l’oggetto che più abbonda nelle case, che rive-ste e trasporta ogni acquisto, un oggetto usato per pochi minuti ma che può durare anche centinaia di anni. Il modello di azione proposto dal-la campagna mette a disposizione, con il supporto del proprio sito, una varietà di materiali informativi e modelli di azione personalizzabili nella sezione “Entra in azione” divisa per profilo di utente, e cioè cosa è pos-sibile concretamente fare come singolo cittadino, negozio, azienda, scuo-

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la, associazione o amministrazione pubblica. Viene inoltre fornita assi-stenza gratuita agli utenti che adottano il progetto e ne viene stimolata la partecipazione nella creazione di nuovi materiali. Per arrivare al gran-de pubblico e ampliare il numero di promotori della campagna sul ter-ritorio sono stati lanciati alcuni eventi: la giornata internazionale “Pla-stic Bag Free” e la settimana nazionale “Porta la Sporta”, con la partner-ship delle associazioni nazionali che aderiscono al progetto. Oltre a enti e istituzioni nazionali o locali possono diventare infatti promotori della campagna anche istituti scolastici, aziende, associazioni e federazioni di diversa natura. L’appello trasmesso in occasione della settimana nazio-nale ha ribadito quanto quotidianamente la campagna promuove: una presa di conoscenza e di coscienza delle responsabilità individuali e col-lettive che hanno conseguenze sullo stato di salute del pianeta e un in-vito a prendere parte attiva nella lotta ai cambiamenti climatici a parti-re dalle azioni quotidiane.Dal lancio del sito avvenuto il 22 marzo 2009, l’attività di informazio-ne capillare ha interessato il 90% degli oltre 8.100 comuni italiani e tut-te le relative provincie e regioni, ottenendo complessivamente la parte-cipazione di oltre 400 comuni e 14 provincie tra eventi o azioni di pro-mozione della campagna. Sono state inoltre coinvolte, per la prima volta in Italia, anche cinque insegne della grande distribuzione organizzata che rappresenta un partner strategico molto importante per il diffon-dersi dell’iniziativa.

nella culla più salute meno rifiuti Paese: Italia, Provincia TorinoScala: provinciale e azienda municipale Frazione di rifiuto: pannolini Risultati: 93 tonnellate/annoPer ulteriori informazioni: www.amiat.it http://www.provincia.torino.it/ambiente/rifiuti/programmazione/eco_pannolini

Il progetto “Ecobimbi” con il claim “Nella culla più salute meno rifiuti” è stato lanciato ufficialmente attraverso una delibera di giunta provincia-

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le della Provincia di Torino, (Dgp n. 425-29345/2008 del 06/05/2008), coinvolgendo le famiglie di due comuni pilota, Beinasco e Chieri (rispet-tivamente 18.125 e 34.677 ab. al 2006 – circa 500 nati/anno) e ai di-pendenti della Provincia di Torino (circa 50 nati/anno), cui in seguito si è aggiunto il Comune di Torino attraverso l’Amiat.Nello specifico, il progetto dell’amministrazione provinciale prevede la fornitura alle famiglie di un carnet di buoni sconto (un buono da 35 euro e tre da 25 euro) per l’acquisto di massimo quattro kit di pannolini lavabili.Il primo buono sconto è volutamente più consistente (oltre il 46% del valore totale del kit) al fine di incentivare i genitori alla prova dei panno-lini lavabili al posto degli usa e getta. Ciascun kit è costituito da 5 pan-nolini, 2 mutandine impermeabili, 100 veli raccogli feci. A Torino il progetto è stato accompagnato da una specifica campagna di comunicazione supportata da 5.000 opuscoli in carta ecologica, 100 espositori da banco in cartoncino e 300 lettere di accompagnamento al-la consegna dei kit. Nell’opuscolo era contenuto il tagliando per ottene-re gratuitamente il kit di pannolini. Sono stati organizzati incontri, cui hanno partecipato di volta in volta i diversi portatori di interesse, invita-ti a mezzo fax, email e con recall telefonico. Sono stati effettuati tre in-contri di concertazione generale, 8 di presentazione ai corsi preparto e 8 incontri presso gli asili nido comunali. Al termine dell’iniziativa è stata condotta un’indagine telefonica avente lo scopo di capire e misurare la soddisfazione/insoddisfazione delle mamme che hanno provato a utiliz-zare il pannolino lavabile fornito grazie al progetto Amiat. Il campione preso in esame, cui è stato sottoposto un questionario, si basava sui da-ti forniti da Amiat inerenti le famiglie che avevano ricevuto il kit da al-meno un mese. Delle 80 famiglie in elenco, l’indagine ha potuto essere condotta su 30, ovvero il 37,5% del campione.I risultati sono confortanti: il 79% del campione intervistato utilizzerà anco-ra i pannolini lavabili dopo questa prova con il campione di Amiat, mentre il 14% è ancora indeciso e solo il 7% è sfavorevole a proseguire nell’utilizzo.Nei due comuni pilota nel corso del primo anno di progetto sono stati distribuiti 109 buoni sconto da 35 euro e 281 buoni da 25 euro, per un totale di circa 200 kit di pannolini venduti.

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3. la raccolta differenziata 75

analisi merceologiche

La pianificazione di servizi di raccolta dei rifiuti urbani necessita di un livello approfondito di conoscenza non solo delle quantità prodotte, ma anche della composizione media degli scarti. È perciò necessario suddivi-dere il rifiuto nelle diverse classi merceologiche, in maniera da poter pre-ventivare i quantitativi da raccogliere, per ciascuna tipologia di rifiuto.Se è vero che l’analisi dei dati di raccolta degli ultimi anni permette di stimare una produzione complessiva futura, è altrettanto vero che ciò non è sufficiente per la quantificazione dei flussi di ogni singolo mate-riale. Per redigere una pianificazione che sia il più possibile aderente al-la realtà, occorre avere un’idea precisa delle quantità di rifiuto prodotte per ciascuna frazione merceologica. A tale scopo è possibile operare in due maniere: o si utilizzano dei dati di letteratura oppure si procede con l’effettuazione di analisi merceologiche dei rifiuti indifferenziati prodotti

Analisi merceologica rifiuti, Vigevano (PV). Fonte E.R.I.C.A. soc. coop.

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nel territorio oggetto di progettazione. La seconda ipotesi permette sicu-ramente di ottenere risultati maggiormente precisi e aderenti alla realtà.Le analisi merceologiche hanno una valenza statistica, perché naturalmen-te non sarebbe possibile misurare la reale composizione della totalità dei ri-fiuti prodotti; pertanto occorre utilizzare un campione che sia rappresen-tativo sia per quantità sia per qualità. È necessario innanzi tutto scegliere la provenienza del rifiuto da esaminare: infatti, per fare un esempio, il ma-teriale proveniente da un circuito di raccolta relativo alle sole utenze com-merciali è differente rispetto a quello che arriva da un giro effettuato nelle zone rurali del territorio. L’individuazione del rifiuto dipende dal tipo di progettazione che si andrà a sviluppare. Nel caso di più comuni con carat-teristiche differenti, può essere opportuno operare più analisi su campioni provenienti dalle diverse realtà in questione. Se invece il territorio è quel-lo di un singolo comune, ma con zone che differiscono in maniera signi-ficativa tra loro, è bene che si effettuino analisi rappresentative di ognuna delle parti in cui idealmente si divide il territorio.Esistono diverse metodologie che indicano come effettuare le operazio-ni. In ogni caso si tratta di dividere un campione rappresentativo di ri-fiuti (tra i 100 e i 200 kg) nella varie frazioni merceologiche principali. Per esempio la metodologia messa a punto dall’Istituto per le piante da legno e l’ambiente (Ipla) prevede che il materiale di partenza sia suddi-viso in specifiche categorie (vedi tabella 3.1).Talvolta si trovano oggetti particolari, che non è semplice catalogare. Al-tre volte succede di reperire qualcosa che l’analizzatore ritiene valga la pe-na recuperare direttamente (personalmente, durante un’analisi effettua-ta presso il Comune di Capri, tra resti di spaghetti e latte di pelati, tro-vai una banconota da venti euro).Una volta cernito il campione, denaro incluso, ogni frazione viene pe-sata in modo da determinare la composizione complessiva del materia-le esaminato. Mediando le successive analisi che si effettuano, si ottiene la suddivisione merceologica del rifiuto indifferenziato, relativamente al territorio in questione. Combinando i risultati delle merceologiche con i dati di raccolta differenziata, è possibile avere una stima della compo-sizione media dell’intero rifiuto prodotto.

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3. la raccolta differenziata 77

tabella 3.1 analisi merceologica, tipologie di rifiutoSottovaglio (tutto ciò che passa al vaglio di 20 mm)VetroAltri inerti (porcellana, ceramica, pietre, gessi, mattoni ecc.)MetalliAlluminioPile e batterieFarmaciContenitori T/F (prodotti tossici e infiammabili)Altri pericolosi (tubi fluorescenti, termometri, siringhe ecc.)TessiliPelli e cuoioPlastica in filmContenitori per liquidi in plasticaAltra plasticaOrganicoCartaCartoneLegno

Fonte: “Analisi merceologica dei rifiuti urbani”, Anpa.

figura 3.1 risultati analisi merceologiche vigevano

Fonte: E.R.I.C.A. soc. coop.

Organico 38%

Carta e cartone 19%Cartone 5%

Vetro 6%

Contenitori per liquidi in plastica 3%

Metalli 2%Alluminio 0,1%

Altra plastica 6%

Plastica in film 8%

Legno 0,1%

Tessili 3%

Sottovaglio 4%Altro 2%Contenitori T/F 0,2%

Pannolini 4%

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la pianificazione

La tipologia di raccolta che negli ultimi anni ha dimostrato di permette-re il raggiungimento dei migliori risultati dal punto di vista sia quanti-tativo sia qualitativo è senza dubbio quella domiciliare. Infatti, la com-binazione tra la comodità di avere tutti i contenitori a portata di mano e la possibilità di effettuare controlli puntuali sui conferimenti, rende il porta a porta il sistema di raccolta più adatto. Non è detto però che sia sempre applicabile in qualunque contesto; esi-stono casi in cui non è sostenibile sotto il profilo economico oppure a causa delle caratteristiche del territorio. La raccolta porta a porta si basa sull’assegnazione di contenitori e sacchi per la raccolta dei rifiuti a ogni numero civico, sia esso un condominio, una panetteria, una villetta o una fabbrica. Le attrezzature consegnate sono a uso esclusivo delle uten-ze corrispondenti al numero civico e devono essere collocate in spazi pri-vati pertinenziali; nei giorni e negli orari previsti per la raccolta, i con-tenitori o i sacchi vanno esposti su suolo pubblico, a cura dell’utenza.

il porta a porta è come smettere di fumare

Nel 2004, quando venne avviata la raccolta domiciliare a Grugliasco (TO), l’allora Sindaco Marcello Mazzù, nel corso delle assemblee pubbliche con la popolazione, era solito usare una metafora, ossia che la raccolta diffe-renziata è come smettere di fumare: all’inizio si sta male, si ha più tosse, più malesseri e si ha voglia di ricominciare subito a fumare. E poi, cosa succede? Lo chiediamo direttamente a Marcello Mazzù, che oltre a essere stato Sindaco di Grugliasco, di professione è medico...Succede che capita lo stesso con la differenziata porta a porta: all’inizio mucchi di rifiuti, caos, proteste ecc. Io dicevo di tenere duro, esattamen-te come ai pazienti che volevano ricominciare a fumare: “Tra sei mesi si starà meglio e il sistema funzionerà”.... e questa “terapia” ha poi effettivamente funzionato?A distanza di anni, quando si parla di rifiuti, i cittadini di Grugliasco si ri-cordano che ho dato inizio alla rivoluzione epocale del porta a porta e rin-graziano per l’organizzazione che permette di avere adesso una città pu-lita. Adesso lo riconoscono...

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3. la raccolta differenziata 79

Cosa ricorda in particolare di quel percorso?Ricordo senz’altro i mucchi di rifiuti nelle strade nel primo periodo, ma so-prattutto la nostra tenacia e caparbietà nello spiegare, rispiegare e cerca-re di convincere sempre tutti i cittadini, sia quelli che incontravamo per strada, sia quelli delle numerose riunioni, nei condomini, sempre piutto-sto “calde”; tutto ciò accompagnato da qualche “blitz” volutamente pla-teale nelle utenze più “indisciplinate”.Cosa le ha lasciato questa esperienza?La certezza che se si è assolutamente convinti di fare una cosa ritenuta giusta e la si spiega con passione e precisione, alla fine i cittadini ti seguo-no. La pratica della vera politica è faticosa e piena di sacrifici e così penso debba essere, ma la gratificazione del raggiungimento del risultato po-sitivo per il bene comune è enorme.Quanto è importante il lavoro della “macchina comunale”, tecnica e politica, e il coordinamento interno, nell’introduzione del porta a porta?La macchina comunale è fondamentale. Si possono raggiungere in breve tempo i risultati che abbiamo ottenuto a Grugliasco solo se c’è un grande lavoro di squadra con i funzionari, i tecnici comunali, gli assessori e la strut-tura della società che si occupa della raccolta quotidianamente (Cidiu Spa).Quanto crede abbia contribuito l’introduzione della raccolta domiciliare a fa-re di Grugliasco una città più sostenibile? Le percentuali della raccolta differenziata a Grugliasco, tra le più alte dell’a-rea metropolitana torinese, rappresentano il fiore all’occhiello e il segno distintivo, senz’altro il primo per importanza, per definire la nostra città ecosostenibile. Se non c’è questo, il resto sono solo chiacchiere.Cosa resta da fare al suo successore, secondo lei?Non deve accontentarsi dei buoni risultati già ottenuti. Bisogna sem-pre fare formazione e dare informazione per alzare il livello della qualità.Ci tiene a sottolineare ancora qualcosa di particolare sull’introduzione del porta a porta a Grugliasco?Credo in verità che il più grande successo stia nel fatto che i cittadini non si ricordino più di come era prima. Questo vuol dire che il sistema della raccolta differenziata porta a porta è entrato definitivamente e in modo irrinunciabile negli stili di vita dei cittadini grugliaschesi.

Enrico Di NolaProject manager settore comunicativo E.R.I.C.A. soc. coop.

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6. gli strumenti economici 185

quota fissa totale tra utenze domestiche e utenze non domestiche avvie-ne sulla base della quota delle superfici totali rispettivamente occupata dalle due categorie.I costi della quota variabile, sia quelli per la raccolta differenziata sia quel-li per i rifiuti indifferenziati, sono ripartiti tra le utenze domestiche e le utenze non domestiche in proporzione alle rispettive quantità di rifiu-ti loro ascritte.Qualora il sistema di gestione non preveda la contabilizzazione sepa-rata dei rifiuti conferiti dalle utenze domestiche e dalle utenze non do-

figura 6.2 esempio di suddivisione delle superfici, utenze non domestiche (m2)

8.000

7.000

6.000

5.000

4.000

3.000

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1.000

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Fonte: elaborazione dell’autore su dati del Piano finanziario comunale, anno 2013.

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186 dieci azioni per zero rifiuti

mestiche, la determinazione delle quantità ascrivibili alle due fasce av-viene sulla base di un calcolo presuntivo secondo il procedimento in-dicato dalla Circolare del Ministero dell’Ambiente del 7 ottobre 1999, partendo dalla produzione totale di rifiuti urbani stimata per l’anno di riferimento. La produzione presuntiva delle utenze non domestiche è data dalla sommatoria dei prodotti delle superfici di ciascuna cate-goria e dei rispettivi kd (coefficienti di produzione potenziale kg/m2/anno ex Allegato 1 al Dpr 158/1999). Di conseguenza la produzione presuntiva di rifiuti delle utenze domestiche è data dalla differenza tra la produzione totale di rifiuti stimata e di quella presuntiva di quelle non domestiche.

figura 6.3 esempio di composizione delle famiglie, castagnole delle lanze

Famiglie con 1componente

494,2

Famiglie con 2componenti

480,4

Famiglie con 4componenti

224

Famiglie con 3 componenti

315,8

Famiglie con 5componenti

55,2

Famiglie con 6 o più componenti

18,8

Fonte: elaborazione dell’autore su dati del Piano finanziario comunale, anno 2013.

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6. gli strumenti economici 187

la tariffazione puntualeLa “puntualità” della tariffa si riscontra nella misurazione, attraverso sac-chi verdi riportanti i segni distintivi del comune, della quantità di rifiuti urbani indifferenziati conferiti da ciascuna famiglia e da ciascuna uten-za non domestica. Questi sacchi costituiscono, quindi, un parametro per l’applicazione della tariffa stessa: utilizzare altri sacchi per i rifiuti in-differenziati, ovvero, nell’ipotesi ancor più grave, abbandonarli signifi-ca evaderne il pagamento.

figura 6.4 esempio di quantità di utenze non domestiche per categoria

100

80

60

40

20

0

83 0

21

3 3 4

60

5

29

13

39

813

95

7 10

52

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0

36

10 13

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Fonte: elaborazione dell’autore su dati del Piano finanziario comunale, anno 2013, Castagnole delle Lanze.

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Page 29: Dieci azioni per zero rifiuti

Gestire i rifiuti nei parchi nazionaliStrategie innovative per la realizzazione di sistemi integrati per il recupero da biomassa2013 – 192 pagine – 24,00

La terra che vogliamoIl futuro delle campagne italianedi Beppe Croce, Sandro Angiolini2013 – 208 pagine – 18,00 euro

State of the World 2013È ancora possibile la sostenibilità?di Worldwatch Institutea cura di Bologna Gianfranco2013 – 464 pagine – 26,00 euro

Il Patto dei SindaciLe città come protagoniste della Green Economydi Antonio Lumicisi2013– 328 pagine – 25,00 euro

Sostenibilità in pillolePer imparare a vivere su un solo pianetadi Bologna Gianfranco2013 – 302 pagine – 20,00 euro

2052Scenari globali per i prossimi quarant’annidi Jorgen Randers2013 – 336 pagine – 25,00 euro

Efficienza energeticaGli incentivi per il risparmio energetico, le rinnovabili termiche e la cogenerazionedi Redazione Nextville2013 – 208 pagine – 20,00 euro

TITOLI RECENTIDALLA COLLANA SAGGISTICA AMBIENTALE

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L’acqua che mangiamoCos’è l’acqua virtuale e come la consumiamoa cura di Marta Antonelli, Francesca Greco2013 – 288 pagine – 25,00 euro

L’Italia oltre la crisiAmbiente Italia 2013: idee di futuro a confrontoa cura di Duccio Bianchi, Edoardo Zanchini2013 – 208 pagine – 22,00 euro Fonti rinnovabiliAutorizzazioni, connessioni, incentivi e fiscalità della produzione elettricaa cura di Anna Bruno, Redazione di Nextville2012 – 236 pagine – 20,00 euro

Acquisti sostenibiliImprese e amministrazioni pubbliche per un’economia più verde e responsabiledi Silvano Falocco, Simone Ricotta2012 – 352 pagine – 28,00 euro

Green economy: per uscire dalle due crisiRapporto 2012a cura di Edo Ronchi, Roberto Morabito2012 – 304 pagine – 26,00 euro

9 miliardi di posti a tavolaLa nuova geopolitica della scarsità di cibodi Lester R. Brown2012 – 168 pagine – 18,00 euro Eating Planet 2012Nutrirsi oggi: una sfida per l’uomo e per il pianetadi Barilla Center for Food & Nutrition 2012 – 352 pagine – 26,00 euro

L’Italia della green economyIdee, aziende e prodotti nei nuovi scenari globalidi Silvia Zamboni2011 – 320 pagine – 28,00 euro

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Erica soc. coop. (Educazione Ricerca Informazione Ambientale) nasce nel 1996 ad Alba (CN) a seguito della tragica alluvione che ha colpito il Sud Piemonte nel 1994, con l’obiettivo di occuparsi di ambiente, sia in termini di comunicazione e prevenzione dei rischi sia fornendo supporto tecnico a enti pubblici e privati del settore. Nel corso del tempo, ERICA sviluppa un’area comunicativa-educativa e un settore tecnico, occupando oltre 25 persone. Le competenze legate alla gestione del ciclo dei rifiuti e ad altri settori ingegneristico-ambientali si concretizzano in progetti che hanno al centro il dialogo con il territorio, con i cittadini e gli amministratori in particolare.

Roberto Cavallo è stato assessore all’ambiente del Comune di Alba. È fondatore e presidente di ERICA soc. coop., presidente dell’AICA (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) e fa parte del Consiglio direttivo dell’ACR+ di Bruxelles. Collabora con alcune trasmissioni radio televisive sui temi ambientali. Per i tipi di Edizione Ambiente ha pubblicato nel 2011 Meno 100 chili, ispirato dall’omonimo monologo e dal quale è stato tratto un docufilm con, tra gli altri, Mario Tozzi, Luca Mercalli e Giuseppe Cederna.

9 788866 270676

24,00 euro

www.edizioniambiente.itwww.nextville.itwww.reteambiente.itwww.puntosostenibile.itwww.freebookambiente.it

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“Di rifiuti si muore, forse non è ancora chiaro! Queste pagine hanno il greve e nobile compito di ribadirlo.” Luca Mercalli

Dieci azioni per zero rifiutipresenta le migliori esperienze italiane di aziende, amministrazioni locali e realtà territoriali impegnate nel cammino verso “rifiuti zero”.

“La questione dei rifiuti nella nostra civiltà è di una portata enorme, e tuttavia sottovalutata. [...] La leggerezza idiota degli innumerevoli gesti di abbandono di rifiuti nell’ambiente [...] ne è testimonianza.” Così scrive Luca Mercalli nella Presentazione al volume.La gestione rifiuti oggi deve fare i conti con condizioni del tutto nuove. Fino a cent’anni fa ogni prodotto utilizzato dall’uomo era biodegradabile o realizzato con un composto chimico semplice già presente nell’ambiente. I problemi di inquinamento erano dunque temporanei, dovuti a un eccesso di concentrazione locale, destinata a risolversi da sé con il diminuire della pressione antropica. La chimica di sintesi ha poi aperto la strada a prodotti non biodegradabili, bioaccumulabili e tossici a lungo termine.In più, i rifiuti oggi sono pervasivi e si diffondono rapidamente in tutto il pianeta attraverso fiumi, laghi, oceani, emissioni in atmosfera... Ciò che “buttiamo” nell’ambiente dura migliaia di anni e produce danni irreversibili.Decisamente una scomoda eredità per le generazioni future.Occuparsi di una strategia “rifiuti zero” è più che mai un atto di profonda responsabilità e di assoluta necessità. Forse stupirà il lettore sapere che l’Italia è la prima nazione al mondo per numero di amministrazioni, realtà territoriali e movimenti impegnati nel cammino verso “rifiuti zero”. Dieci azioni per zero rifiuti racconta alcune delle migliori esperienze italiane nel campo della gestione dei prodotti, dall’impegno delle amministrazioni locali a quello di un’industria che sempre più sta puntando sul recupero di materia come opportunità di rilancio per superare la crisi economica.

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DIECI AZIONIPER ZERO RIFIUTI

SOLUZIONI CONCRETE

PER COMUNI, AZIENDE

E CITTADINI

a cura di Roberto Cavallo

e coop. Erica

presentazione di Luca Mercalli

ISBN 978-88-6627-067-6

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