Didattica per problemi reali - iissdevitidemarco.it · Nel setting formativo viene privilegiata una...
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Transcript of Didattica per problemi reali - iissdevitidemarco.it · Nel setting formativo viene privilegiata una...
Direttore corso: Maria Grazia Cucugliato
Coordinatori attività progettuale:
Anastasia Barabara ( italiano )
Polimeno Marcella ( inglese )
Siciliano Lucia ( matematica )
Tutti i docenti classi prime
Produrre conoscenza condivisa
Il Project-Based Learning (PBL) è un nuovo
approccio all’insegnamento che pone l’accento
sull’apprendimento da esperienze complesse,
orientate verso il raggiungimento di uno scopo o di
un obiettivo specifico. L’obiettivo è quello di fornire
alle giovani generazioni gli strumenti mentali
necessari per far fronte alla realtà complessa e
mutevole e ai problemi di vita reale. Gli studenti si
pongono in modo critico e costruttivo e con approccio interdisciplinare qualsiasi lavoro o attività.
I progetti sono creati allo scopo di risolvere problemi complessi che richiedono un forte spirito critico.
Grazie alla strategia della scuola lo studente potrà:
Imparare a collaborare, lavorando in gruppo.
Sviluppare il proprio spirito critico, affrontando problemi complessi.
Imparare a comunicare verbalmente, facendo presentazioni.
Imparare a comunicare per iscritto, scrivendo.
Prendere confidenza con la tecnologia, utilizzandone gli strumenti.
Sviluppare la responsabilità civica, affrontando problemi locali o globali.
Apprendere una professione, attraverso internship.
Imparare nuovi nozioni, attraverso ricerche e facendo tutto ciò sopra descritto
Nel setting formativo viene privilegiata una strategia cognitiva per la quale i formandi, di fronte alla situazione problematica, sono sollecitati a generare, attraverso diversi metodi e tecniche, molteplici strategie di soluzione, per poi, solo successivamente, attraverso un processo di riduzione a fattore comune, sfoltirne il numero e individuare quelle ritenute più efficaci. L'apprendimento realizzato è una forma di apprendimento autodiretto, facilitato da un tutor. Il PBL consente di apprendere partendo da un problema o un evento concreto; richiede la progettazione di un ambiente di apprendimento complesso; rende i formandi consapevoli dei processi di pensiero attivati, dell’importanza di riflettere sui contenuti e di verificare le proprie idee, di capire come si sviluppa l'azione riflessiva. Una condizione di reflective learning in grado di indurre metacognizione. E’ una strategia che insegna a imparare ad imparare.
Il PBL ha delle caratteristiche specifiche, che lo differenziano da analoghi metodi e tecniche. Sono considerati qualificanti i seguenti punti: a) va concepito come una forma di apprendimento esperienziale;
b) il problema è il motore dell'apprendimento:
dev'essere costruito sulle conoscenze pregresse;
deve stimolare l'elaborazione, anche attraverso la ricerca di nuove informazioni;
deve essere presentato come un problema pertinente relativamente ad un contesto significativo per il formando;
deve stimolare l'apprendimento autodiretto; deve stimolare la motivazione.
. Metodo didattico centrato sullo studente nel quale il lavoro eseguito in gruppo e finalizzato all’esecuzione di compiti (problemi) occupa un posto centrale.
• Metodo didattico fondato su un approccio empirico alle situazioni reali presentate nelle loro caratteristiche agli studenti. E’ volto a stimolare il ragionamento e a sfruttare o cercare le conoscenze necessarie allo studio.
• Centrato sullo studente: imparare diventa un’attività autonoma, lo studente viene messo in una situazione che gli permetta, nei limiti del possibile, di compiere da solo e in modo autonomo le attività necessarie all’interno del processo di apprendimento.
• AUTONOMO: non vuol dire indipendente, senza aiuto, ma implica che lo studente da solo e con consapevolezza, in base ad un esame personale, da forma al suo processo di apprendimento
Finalità:
- Facilitare e proporre PROBLEMI REALISTICI e ricercare le INFORMAZIONI necessarie per risolvere il problema affrontato.
Obiettivo
-Progettare spazi educativi di nuova generazione volti a contemplare il benessere generale in particolarmodo dei ragazzi e il piacere di imparare, affinché lo star bene a scuola riceva la stessa attenzione dell’apprendimento e lo spazio scuola diventi parte integrante del progetto educativo.
Contenuto
- Organizzazione degli ambienti di apprendimento, fisici e laboratoriali, con particolare riferimento all'inclusione scolastica, all’innovazione digitale e ai processi di innovazione nella didattica. Gli ambienti per l’integrazione degli strumenti di didattica on line e off line finalizzati a sviluppare la partecipazione. Gli spazi alternativi all’aula e divisione dei moduli orari.
- La creazione di un clima positivo nella scuola.
Lo studio di caso, propriamente, è un metodo di ricerca utilizzato in
educazione e formazione, basato sulla raccolta di informazioni da fonti diverse, utilizzando più strumenti di rivelazione, solitamente questionari ed interviste. Si consiglia la sua utilizzazione quando si ha necessità di
affrontare in profondità alcune tematiche e processi complessi. Attraverso lo studio di casi si intende sviluppare le abilità di “problem solving”. Ogni caso è un problema. Esso esige che si sappia assumere
delle decisioni opportune. Si tratta di raccogliere informazioni, analizzare e assumere decisioni in tutte le situazioni che presentano
analogie col caso studiato. Le metodiche utilizzate nello studio dei casi sono la problem-analysis e la content-analysis. Attraverso la problem-
analysis il caso presentato assume natura e carattere problematico: durante questo passaggio critico si sarebbero potute assumere decisioni differenti? E se fosse successo questo, cosa voi avreste fatto? Attraverso
la content-analysis si cerca di far comprendere quali sono le informazioni rilevanti da tenere presente per analizzare e per risolvere
il caso.
IL CASO
Gruppo alunni…piste problematiche e …caso
GRUPPO ALUNNI
CLASSI PRIME
PISTE PROBLEMATICHE:
SENSAZIONE DI IMPOTENZA , DA PARTE DEI DOCENTI,NEI CONFRONTI DELL'ASPETTO EDUCATIVO..... GLI ALUNNI : •SONO IRREQUIETI E DISTRATTI •VOGLIONO USCIRE SPESSO DALL’AULA •NON RISPETTANO LE REGOLE •UTILIZZANO IN MODO IMPROPRIO IL CELLULARE •HANNO SMARRITO “LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI” E •NECESSITANO DI STIMOLI PER RITROVARLA.
CASE STUDY
Alcuni docenti riferiscono al dirigente
scolastico che gli alunni prestano poca
attenzione al fare scolastico: sono
distratti da cellulare e altro; studiano
poco; chiedono spesso di uscire. C’’è un
senso generale di movimento e di
irrequietezza nell’aula fin dall’inizio
dell’ora.
1. Apprendimento Trasformativo
2. Culture degli Autori (rappresentazione del contesto)
3. Clinica della Formazione ( collegiale)
4. Couseling Professionale
Cambiamento della Prassi Professionale…
Il processo di apprendimento secondo Mezirow è un processo di maturazione delle capacità cognitive, che non presenta stadi evolutivi predefiniti.
Assumendo forme e tempi molto diversi a seconda delle diversità personali, dà all’adulto la possibilità di conquistare una maggiore padronanza nell’uso delle capacità di analisi e manipolazione delle esperienze.
Il risultato al quale aspira chi intraprende un apprendimento di questo genere è la creazione di prospettive di significato sempre più inclusive, permeabili, ed aperte all’integrazione delle nuove esperienze.
Rappresentazione del contesto Scriveva Heidegger (1969): “l’identità non sta nel soggetto, ma nella relazione”.
L’identità si costruisce nella storia, sulla base di un incontro tra persona e contesto esistenziale, tra io e sociocultura, sul fondamento anche della qualità delle relazioni intrecciate nella vita, sulle provocazioni e stimolazioni ricevute, sui condizionamenti rapportuali e ambientali.
L’agire educativo deve :
– da un lato sostenere il processo attraverso il quale si dispiega la possibilità di distinguere il “tu” quale condizione basilare di costruzione e rafforzamento dell’autoidentità. Quanto più la persona è capace di differenziare l’altro-da-sé, tanto più guadagna la consapevolezza di sé medesimo, perché nell’incontro e nel confronto con l’altro la persona fa una preziosa esperienza di autoscoperta, autoconoscenza e autoriconoscimento;
– dall’altro lato occorre sostenere il processo di scambio perché il Sé deve fondarsi all’interno dell’universo trans-personale della persona.
Riccardo Massa (1945 – 2000), filosofo dell’educazione e pedagogista, ha dato luogo a partire dagli anni Ottanta ad un intenso dibattito sul significato dell’educazione Clinica della formazione, come approccio di ricerca, come metodologia di formazione e di consulenza nell’educazione degli adulti. Il suo contributo ha introdotto nel campo della ricerca educativa un modo nuovo di guardare alle pratiche dell’educazione e di concepire il lavoro pedagogico. Secondo Massa la pedagogia deve cessare di essere identificata con la filosofia tout court o come un discorso teso all’individuazione di norme da perseguire e cui conformarsi. La progettazione e l’azione formativa rappresentano, dunque, le fasi principali del processo educativo. Esse dialogano reciprocamente secondo una logica circolare: l’una arricchisce e ri-orienta l’altra. Occorre studiare i processi formativi più in profondità, cercando di attivare uno sguardo critico – de costruttivo e problematizzante – e “clinico” (dal greco klinein e da klinè, che significano rispettivamente “chinarsi” e “letto” e rinviano all’atto di chinarsi sul letto di qualcuno per poterlo osservare da vicino), più vicino all’oggetto indagato, per coglierne gli aspetti non immediatamente visibili, ma non per questo marginali negli effetti che essi producono (Riva, 2000, 2004).
E’un'attività che aiuta a orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. L'attività è svolta da un counselor, un professionista in grado di aiutare l’ interlocutore.
Essa è finalizzata a «consentire ad un individuo una visione realistica di sé e dell'ambiente sociale in cui si trova ad operare, in modo da poter meglio affrontare le scelte relative alla professione, alla gestione dei rapporti interpersonali, con la riduzione al minimo della conflittualità dovuta a fattori soggettivi»,ed è inoltre «un'attività di competenza relazionale che utilizza mezzi comunicazionali per agevolare l'autoconoscenza di se stessi attraverso la consapevolezza e lo sviluppo ottimale delle risorse personali, per migliorare il proprio stile di vita in maniera più soddisfacente e creativo»
Come scegliere il problema? aspetto critico dal punto di vista della progettazione
didattica.
Il problema deve essere quanto più possibile "autentico".
1. Memoria delle conoscenze nel tempo
2. Facile utilizzo delle conoscenze pregresse
3. Interdisciplinarità e armonia fra discipline ;
4. Miglioramento delle capacità di cercare informazioni, comunicare in gruppo, affrontare i problemi;
5. Più motivazione e interesse;
6. Rapporto armonico tra allievi e tutor.
1. Chiarire i concetti
2. Definire il problema
3. Analizzare il problema (brainstorming)
4. Classificare/organizzare il problema
5. Formulare gli obiettivi di apprendimento
6. Studio autogestito
7. Discussione nel gruppo
S A L T O A T T I V I T A’ D O M A N D E O R E
I SALTO Chiarire termini e dati non
immediatamente comprensibili
Ci sono termini o
dati non chiari?
II SALTO Definire il problema e le sue
componenti
Quali informazioni
avete?
Quale il caso da
spiegare
III SALTO Ricercare ipotesi esplicative Quali le
spiegazioni per il
problema
Quali le cause
Perché sussiste il
problema
Come si potrebbe
risolvere
IVSALTO Schematizzare e classificare le
ipotesi
Individuare
l’ipotesi più
probabile
Come si collegano
tra loro le varie
ipotesi
V SALTO Formulare obiettivi di studio Quali lacune di
conoscenza
abbiamo
Dove troviamo
informazioni utili
per colmarle
Dove troviamo
risposte e
approfondimenti
VI SALTO S T U D I O I N D I V I D U A L E E RACCOLTA INFORMAZIONI AL
DI FUORI DEL GRUPPO
VII SALTO Sintetizzare e valutare le
informazioni
Cosa abbiamo
trovato
Come si integrano
le informazioni
Siamo tutti
d’accordo?
VIII SALTO Formulare domande di ricerca Cosa manca ancora
alla soluzione del
problema
Abbiamo bisogno
di altre
informazioni
IXSALTO Valutare il lavoro di gruppo Come ha
partecipato
ciascuno?
Come sono state
gestite le
informazioni?
Cosa ha funzionato
e cosa no nel
gruppo?
X SALTO Valutare il lavoro personale Come ha lavorato
ciascuno
Quale valore ha
aggiunto
TEST FINALE con
DOMANDE CHE RIGUARDANO:
efficienza del gruppo
dare e ricevere feedback
discussione di gruppo
obiettivi per il miglioramento del gruppo
ostacoli alla discussione