Didattica dellintegrazione Salvatore Impellizzeri Associazione "Aquilante"

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Didattica dell’integrazione Salvatore Impellizzeri Associazione "Aquilante"

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Didattica dell’integrazione

Salvatore Impellizzeri Associazione "Aquilante"

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Disarmonia

Linguaggio

Disturbi intellettivi

Deficit cerebrali

Deficit sensoriali

Deficit che determinano handicap

Deficit motori

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INTEGRARE

Dove?

FAMIGLIA SCUOLA

LAVORO

SOCIETÀ

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INTEGRARE

Come?

LEGGI RISORSE

STRUMENTI

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Struttura Legge Struttura Legge quadro:104/92quadro:104/92

Prevenzione e diagnosi

Cura e riabilitazione

Inserimento

Integrazione

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InserimentoInserimento (art. 8): interventiinterventi

di rimozione e di rimozione e risorserisorse

Legge quadro:104/92

Integrazione:

•Sociale•Scolastica (art.13 e s.)•Lavorativa

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finanziarie: L. 104/92 L. regionale

Le risorse

Umane: équipe pluridisciplinareéquipe riabilitativa

insegnante di sostegnoassistente disabilipersonale ATAgruppo H

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DF: Diagnosi funzionale

Gli strumenti ( articolo 12)

PDF: Profilo dinamico funzionale

PEI : Piano educativo individualizzato

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Gli strumenti

DF: Diagnosi funzionale

Chi ?

Funzionale a che cosa?

ASP

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DIAGNOSI FUNZIONALE

• è il documento indispensabile per la determinazione delle risorse di docenza per il sostegno

viene compilato dagli operatori sanitari

rappresenta la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psico - fisico dell’alunno in situazione di handicap ha caratteristiche di temporaneità e transitorietà

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PDF: Profilo dinamico funzionale

DOCENTI

CURRICOLARI

DOCENTE

DI SOSTEGNO

Gli strumenti

Chi? ASP- Scuola - Famiglia

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IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE

è un documento funzionale perchè

•dinamico perché:

contiene:Informazioni dettagliate utili per la scelta di obiettivi, di strumenti e di strategiePotenzialità da valorizzare e sviluppare

Può essere aggiornato durante l’anno scolastico e di anno in annoDeve essere aggiornato nel passaggio al grado di scuola successivo e, nelle superiori, all’inizio del triennio

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PEI:Piano educativo individualizzato

DOCENTI

CURRICOLARI

DOCENTE

DI SOSTEGNO

Gli strumenti

Chi?

Scuola, ASP, Famiglia

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P.E.I. Che cos’è?

gli obiettivi educativi e didattici, distinti nelle seguenti aree:

la metodologia, gli strumenti e la valutazione

eventuali forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche

È il piano in cui vengono descritti…

•affettivo-relazionale e dell’autonomia

•dei linguaggi verbali e non verbali

•logico-matematica

•antropologica

•scientifico-tecnica

•senso-percettiva e motoria

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L’equipe ha il compito di fornire

IL RUOLO DELL’ EQUIPE MULTIDISCIPLINARE

•informazioni clinico - mediche e psicologiche

•indicazioni - relative alla “situazione attuale”; - sugli “effetti riscontrati o prevedibili” sulla prassi scolastica

lo psicologo e il pedagogista

collaborano nella definizione dei livelli di competenza posseduti dal

disabile nelle varie aree di sviluppo

( mediante schede di osservazione diretta)

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I docenti hanno il compito di…

IL RUOLO DELLA SCUOLA

• collegare il P.D.F. alla programmazione delle attività e degli interventi, fino alla determinazione degli obiettivi

• confrontare i “deficit” e le “potenzialità“ con gli obiettivi della classe

• privilegiare le potenzialità

• individuare strategie, metodi e mezzi

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IL RUOLO DELLA FAMIGLIAIL RUOLO DELLA FAMIGLIA

La famiglia: una risorsa da valorizzare

perché fornisce informazioni e dati utili per la

determinazione dei livelli di competenza

posseduti dal disabile nelle varie aree di sviluppo

garantisce la “continuità educativa” tra i diversi gradi di scuola

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Integrare si può, se…

• ciò che è speciale diventi sempre più normale

finalizziamo la nostra azione affinché

ciò che è normale

diventi sempre più speciale

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Integrare si può se…• si crea un ambiente facilitante e generativo

si rinuncia alla centralità della lezione frontale

si sa strutturare un setting funzionalesi approntano strategie didattiche fondate su:

coerenza educativa del team apprendimento cooperativo problem solving

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Integrare si può se...

Coerenza educativa del team

Non si può insegnare da soli

Lavorare insieme non significa essere amici “Lavoro con te perché la tua competenza è complementare alla mia”

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Un ambiente è facilitante se…

• si utilizza l’errore come area della ricerca, come risorsa

si privilegia la domanda, più che la risposta si rimprovera poco e si ride molto

la cultura del gruppo classe prevede relazioni di aiuto multiple

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Un ambiente è generativo se…

• si è in grado di gestire la dimensione emozionale

si è attenti nel costruire una sfida moderata

felicità, eccitazione, divertimento, fiducia, sollievo rabbia, ansietà, frustrazione, infelicità, noia

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STRATEGIE INTEGRANTI

• l’uso delle risorse

Il team che progetta:

la propria coerenza educativa la scelta delle strategie ed il loro adattamento la identificazione dei diversi stili cognitivi e delle diverse tipologie di intelligenza

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STRATEGIE INTEGRANTI

• bisogna dare dei problemi, ma anche dei problemi che danno dei problemi (emozioni)

Problem solving

imparare ad imparare

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Niente delega al sostegno

• NO al disabile in appalto NO al pietismo e al moralismo

apprendimento e integrazione vanno affrontati con strumenti scientifici

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Non deve essere trattato diversamente all’interno del gruppo classe

L’ALUNNO “SVANTAGGIATO”

Resta, di norma, in classe

Svolge lavori di gruppo

Partecipa alle attività programmate: gite, ecc.

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I DOCENTI DI SOSTEGNO

Sono considerati una risorsa dell’Istituto

Svolgono la loro attività nelle classi dove si

trovano gli alunni H

Hanno lo stesso peso dei docenti curricolari

all’interno del Consiglio di classe

(L.104/92 art.13, comma 6 )

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I DOCENTI DI SOSTEGNO

Formulano con i curricolari P.D.F e P.E.I.

Suggeriscono strategie

Preparano percorsi di lavoro (schede ecc.)

da proporre agli alunni svantaggiati

Verificano, periodicamente, con i curricolari quanto programmato nel P.E.I.

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I DOCENTI CURRICOLARI

Partecipano attivamente alla stesura del P.E.I.

Non delegano la responsabilità al docente di

sostegno

Intervengono periodicamente nell’attività

di apprendimento dell’alunno H svolgendo

quanto concordato col docente di sostegno e

programmato nel P.E.I.

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I DOCENTI CURRICOLARI

Si consultano con i colleghi di altre

discipline per ipotizzare interventi che mirino al

raggiungimento di abilità trasversali prioritarie

per l’alunno H

• Si rendono disponibili per uno scambio di ruoli con l’insegnante di sostegno

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I livelli di competenza raggiunti nelle aree fondamentali dello sviluppo.

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Per definire accuratamente la situazione di sviluppo dell’alunno, per individuarne i punti di forza (le capacità possedute) e l’ampiezza e il grado del deficit (le capacità non ancora presenti) si dovrà osservare e definire oggettivamente il suo livello di competenza, operare cioè un confronto tra i suoi repertori di abilità attuali e una serie di criteri di riferimento, per determinare se i repertori di abilità si siano sufficientemente sviluppati o vi sia un deficit e, in questa eventualità, quale ne sia l’ampiezza.

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Bisogna confrontare ciò che l’alunno sa e non sa fare con ciò che teoricamente e idealmente <<dovrebbe>> saper fare, data la sua età anagrafica. Questo tipo di

confronto, che compara uno sviluppo reale, più o meno deficitario, con uno <<ideale>>, prende come riferimento le <<tappe di sviluppo>> raggiunte a età

più o meno precise dalla media dei bambini

normodotati.

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Aree generali di sviluppo da valutare

Abilità cognitive: funzionamento intellettivo dell’alunno, esaminato attraverso il suo modo

abituale di operare nelle principali funzioni cognitive, o processi mentali, e non solo

attraverso l’uso di strumenti standardizzati come i tradizionali test di intelligenza, che forniscono

valori di quoziente intellettivo.

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Memoria, da distinguere in:- Memoria a breve termine (MBT) - Memoria a lungo termine (MLT).

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Discriminazione e generalizzazione

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Problem solving cioè la capacità di risolvere problemi.

Essa si espleta secondo le seguenti fasi: 1) definire il problema, e cioè in cosa consista l’ostacolo all’azione

abituale, e quale sia l’obiettivo da raggiungere;2) pensare a una gamma di ipotesi di soluzione il più possibile ampia,

attivando al massimo la creatività, la ricerca del nuovo, del mai tentato prima (fase di brainstorming);

3) valutare razionalmente i pro e i contro di ogni ipotesi pensata e definirne la realizzabilità e le probabilità di successo;

4) scegliere l’ipotesi di soluzione probabilmente più efficace, sulla base delle valutazioni svolte nella fase precedente

5) applicare concretamente e in modo coerente e preciso questo tentativo di soluzione;

6) verificarne attentamente e in modo obiettivo gli esiti: in caso positivo continuare in questa strategia di soluzione, in caso negativo ricominciare da capo il processo di problem solving.

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Planning, cioè la capacità di programmare ed eseguire sequenze di azioni orientate a un fine/piani. L’alunno deve programmare, quindi, anticipandone lo svolgimento, una sequenza stabile di azioni e applicarsi a svolgerla regolarmente senza omettere alcuna componente

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abilità metacognitive

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abilità di comunicazione e linguaggio

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abilità interpersonali/sociali

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autonomia personale

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Quale immagine dell’allievo?

Competenze e strumenti culturali

Identità e autonomia

Autoconsapevolezza e

orientamento

Abilità sociali e di cooperazione

Riflessione critica,problematizzazione, consapevolezza morale

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IL BISOGNO DI UNA“SPECIALE NORMALITÀ”PER L’INTEGRAZIONE

Dario IanesCentro Studi Erickson, Trento

Università di Bolzano, Padova e Trento

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LA “SPECIALE NORMALITÀ”PER L’INTEGRAZIONE

Scuola speciale separata

Normalità improvvisata senza risorse specifiche

SUPERA

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Le aspettative, gli obiettivi, le prassi (gli “appuntamenti”) per tutti gli alunni,nessuno escluso, nelle ordinarie attività, che peròsi arricchiscono di una specificità non comune,fondata su dati scientifici e richiestadalla complessità dei bisogni educativi speciali.

LA “SPECIALE NORMALITÀ”:

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TROVIAMO LA“SPECIALE NORMALITÀ”

BISOGNI RISORSE

Bisognieducativispeciali

Eterogeneitàdelle classi

Insegnanti Metodologieeducativo-didattiche

ANALIZZANDO COSTRUENDO

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TROVIAMO LA“SPECIALE NORMALITÀ” NEL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE

• Disabilità intellettiva/ritardo mentale• Disabilità fisiche/sensoriali• Disturbi dell’apprendimento• Disturbi generalizzati dello sviluppo• Disturbi emozionali e comportamentali• Differenze sociali e culturali• Malattie fisiche• e altri…

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NEIBISOGNI EDUCATIVI SPECIALI COESISTONONORMALITÀ E SPECIALITÀ

La normalità del bisogno all’educazionee alla formazione:

• verso lo sviluppo e la funzionalità normale

• verso le richieste dei normali luoghi di vita

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La specialità di alcune caratteristiche:

• della persona

– Condizioni di salute– Funzioni e struttura del corpo– Capacità personali

• della sua partecipazione sociale

• dei fattori contestuali (personali e sociali) che la mediano

(Secondo l’International Classification of Functioning, OMS, 2002)

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TROVIAMO LA “SPECIALE NORMALITÀ” NELLA CRESCENTE ETEROGENEITÀ DELLE CLASSI

• Diffusione sempre più ampia di bisogni educativi speciali in alunni «normali»- disturbi dell’apprendimento- deficit di autostima- deficit di motivazione

• Sempre maggiore consapevolezza della «specialità» e singolarità degli alunni che chiede differenziazioni e individualizzazioni- differenze di stile nell’elaborazione delle

informazioni- pluralità di intelligenze e di stili di pensiero

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LA “SPECIALE NORMALITÀ”NEL COSTRUIRE RISORSE

• Risorsa insegnanti- curricolari- specializzati

• Risorsa metodologie didattico – educative

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RISORSA INSEGNANTI

DALLA SPECIALIZZAZIONE SEPARATAALLA NORMALIZZAZIONE DIFFUSADELLE FUNZIONI DI SOSTEGNO

SEPARAZIONE

DI SOSTEGNOIN TUTTI I DOCENTI

COLLABORAZIONEDIFFUSIONEDELLE FUNZIONI

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RISORSA INSEGNANTI

DALLA SPECIALIZZAZIONE SEPARATAALLA NORMALIZZAZIONE DIFFUSADELLE FUNZIONI DI SOSTEGNO

FATTORI DI SVILUPPO VERSO LA NORMALIZZAZIONE

SEPARAZIONE

DI SOSTEGNOIN TUTTI I DOCENTI

COLLABORAZIONEDIFFUSIONEDELLE FUNZIONI

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RISORSA INSEGNANTI

DALLA SPECIALIZZAZIONE SEPARATAALLA NORMALIZZAZIONE DIFFUSADELLE FUNZIONI DI SOSTEGNO

FATTORI DI SVILUPPO VERSO LA NORMALIZZAZIONE

1. Evoluzione e consapevolezza dei bisogni

SEPARAZIONE

DI SOSTEGNOIN TUTTI I DOCENTI

COLLABORAZIONEDIFFUSIONEDELLE FUNZIONI

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FATTORI DI SVILUPPO VERSO LA NORMALIZZAZIONE

6. Evoluzione del ruolo dell’insegnante specializzato

SEPARAZIONE

DI SOSTEGNOIN TUTTI I DOCENTI

COLLABORAZIONEDIFFUSIONEDELLE FUNZIONI

RISORSA INSEGNANTI

DALLA SPECIALIZZAZIONE SEPARATAALLA NORMALIZZAZIONE DIFFUSADELLE FUNZIONI DI SOSTEGNO

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FATTORI DI SVILUPPO VERSO LA NORMALIZZAZIONE

7. Maggiore documentazione di buone prassi (INDIRE)

SEPARAZIONE

DI SOSTEGNOIN TUTTI I DOCENTI

COLLABORAZIONEDIFFUSIONEDELLE FUNZIONI

RISORSA INSEGNANTI

DALLA SPECIALIZZAZIONE SEPARATAALLA NORMALIZZAZIONE DIFFUSADELLE FUNZIONI DI SOSTEGNO

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FATTORI DI SVILUPPO VERSO LA NORMALIZZAZIONE

8. Evoluzione metodologica educativo – didattica

SEPARAZIONE

DI SOSTEGNOIN TUTTI I DOCENTI

COLLABORAZIONEDIFFUSIONEDELLE FUNZIONI

RISORSA INSEGNANTI

DALLA SPECIALIZZAZIONE SEPARATAALLA NORMALIZZAZIONE DIFFUSADELLE FUNZIONI DI SOSTEGNO

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CINQUE LINEE DI EVOLUZIONE METODOLOGICA EDUCATIVO-DIDATTICA

Molto speciale:solo per l’alunno speciale

Molto normale:per tutti gli alunni

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CINQUE LINEE DI EVOLUZIONE METODOLOGICA EDUCATIVO-DIDATTICA

Molto speciale:solo per l’alunno speciale

Molto normale:per tutti gli alunniCHI INSEGNA?

1

Insegnante specializzato

Insegnante curricolare

Tutoring

Gruppo di apprendimentocooperativo

Assistente educatore

Personale ATA

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CINQUE LINEE DI EVOLUZIONE METODOLOGICA EDUCATIVO-DIDATTICA

Molto speciale:solo per l’alunno speciale

Molto normale:per tutti gli alunniCOME SI LAVORA?

2

Isolamento, attività individuale 1:1

Gruppi eterogenei nella classe (studio- ricerca)

LaboratoriGruppi eterogenei tra classi

Gruppi di livello (nella classe o oltre)

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CINQUE LINEE DI EVOLUZIONE METODOLOGICA EDUCATIVO-DIDATTICA

Molto speciale:solo per l’alunno speciale

Molto normale:per tutti gli alunniSU COSA SI LAVORA?

3

Testi specifici e diversi

Testi normali adattati/semplificati/arricchiti

Navigazione costruttivistica personalizzata nelle varie fonti

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CINQUE LINEE DI EVOLUZIONE METODOLOGICA EDUCATIVO-DIDATTICA

Molto speciale:solo per l’alunno speciale

Molto normale:per tutti gli alunniCOME SI APPRENDE?

4

Tecniche di prompting e di strutturazione del tempo e dello spazio

Forme di automonitoraggioe autoistruzione semplice

Strategie generalizzate di autoregolazione metacognitiva

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CINQUE LINEE DI EVOLUZIONE METODOLOGICA EDUCATIVO-DIDATTICA

Molto speciale:solo per l’alunno speciale

Molto normale:per tutti gli alunni

COME SI INTERVIENESUL COMPORTAMENTOPROBLEMA?

5

Interventi gestionali senza una lettura funzionale dei comportamenti problematici

Interventi che si basano sulle funzioni comunicative dei comportamenti problematici

Attività di empowerment socioaffettivo, comunicativo e sulla soluzione dei conflitti

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Diffondere nel maggior numero di docenti “specializzazioni” su bisogni educativi particolari e creare nuovi utilizzi “normali” degli insegnanti specializzati (contitolarietà reale nelle attività)

DUE “SFIDE OTTIMALI”PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA OGGI

Salvatore Impellizzeri Associazione "Aquilante"

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L’allievo

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Lo spazio fisicoIl setting

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Quale docente?

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