dicembre 2000

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In redazione Presentazione Intervista di Monia alla mamma Intervista di Monia alla nonna Intervista di Monia al papà Intervista di Ernestina ai genitori Intervista di Giovanni al papà Intervista di Aldo ai genitori Intervista di Cristina ai genitori Intervista di Doris ai genitori Intervista di Marina alla nonna Ricette Giochi Canzoni

Transcript of dicembre 2000

In redazione

Presentazione

Intervista di Monia alla mamma

Intervista di Monia alla nonna

Intervista di Monia al papà

Intervista di Ernestina ai genitori

Intervista di Giovanni al papà

Intervista di Aldo ai genitori

Intervista di Cristina ai genitori

Intervista di Doris ai genitori

Intervista di Marina alla nonna

Ricette

Giochi

Canzoni

Quest’anno noi ragazzi dell’attività culturale abbiamo pensato di scrivere un

giornalino coinvolgendo anche i nostri genitori .

Per questo abbiamo scelto l’argomento:

“COME VIVEVANO I GENITORI E I NONNI

QUANDO ERANO GIOVANI”.

Ognuno di noi ha fatto delle domande ai propri parenti o a conoscenti anziani

per avere delle informazioni sulla vita di una volta. Poi col loro aiuto abbiamo

scritto su un foglio quello che ci hanno raccontato .

Al Centro, con il computer abbiamo preparato gli articoli che leggerete.

Le domande che abbiamo rivolto ai nostri genitori riguardavano argomenti vari :

cosa mangiavano, come si vestivano, come giocavano, i ricordi della scuola

elementare, i ricordi del Natale, cosa facevano nel tempo libero…

Ci hanno raccontato episodi della loro vita, ci hanno insegnato ricette e giochi,

ma soprattutto ci hanno fatto capire la diversità e la semplicità della vita di allora

rispetto a quella di oggi.

Grazie a tutti i genitori che hanno contribuito alla realizzazione di questo

giornalino !

Ci auguriamo in futuro di coinvolgere un numero sempre maggiore di genitori

nella realizzazione del nostro giornalino!

Buona lettura……..

Claudia, Monia, Marco, Ernestina, Giovanni, Aldo, Diego, Doris, Cristina

Intervista alla Signora Berini Laura, mamma di Claudia,di anni 71.

Una volta nella mia famiglia mangiavamo soprattutto polenta,castagne, fagioli, minestra, non c'erano i biscotti. La domenica mivestivo con un grembiule, le calze di lana e gli zoccoli (detti "sciapei") al posto delle scarpe. Le scarpe le ho messe per la primavolta il giorno del matrimonio, insieme a un maglione di lana dipecora. Quando ero piccola si giocava a "saltare la corda", e "aicinque noccioli di pesca". Andavo a scuola a Talamona: portavo lacartella di cartone con dentro un astuccio, una matita, la penna colpennino che si intingeva nell'inchiostro, un quaderno e ilsillabario. A scuola si imparava anche a fare la maglia e i primipunti di cucito su un pezzetto di tela. La Domenica si andava apiedi a Messa e a dottrina. Mi ricordo che verso Natale alle 5 e 30del mattino si andava in Chiesa per la Novena, sotto la neve o conla pioggia, ma senza ombrello. A Natale mangiavamo pane nero epastasciutta. Quando poi si aspettavano i Re Magi si metteva unpiatto di legno sulla panca di sera: la mattina, contenti, sitrovavano due noci, qualche nocciola e castagna. Quando èarrivata la guerra ero sposata: mio papà Bernardo e mio maritoArmando hanno sofferto la fame e il freddo. Sono tornati dallaguerra ma hanno conservato molti ricordi tristi.

INTERVISTA DI MONIA DELLA ZOPPA ALLA MAMMA

FRANCA PARAVICINI

RISPETTO AI MIEI GENITORI IL CIBO ERA PIÙABBONDANTE E VARIO.GLI INDUMENTI NONMANCAVANO MA CI SI CAMBIAVA UN PO’ DI MENO.GIOCAVAMO A MAMMA E FIGLIA, A NASCONDINO, ABANDIERA E A SETTIMANA.A SCUOLA C'ERANO LE PLURICLASSI, CIOÈ LECLASSI DALLA PRIMA ALLA QUINTA ERANO IN UNASTESSA AULA. NEI LAVORI DEI CAMPI C'ERANO PIÙ MEZZI AMOTORE RISPETTO AI TEMPI DEI MIEI GENITORI.ASCOLTAVO LA MUSICA CON IL GIRADISCHI O LECASSETTE E LA RADIO.COME MEZZI DI TRASPORTO C'ERANO LE AUTOMOBILI(POCHE), I PULLMAN,LE MOTO E LE BICICLETTE.IL TELEFONO E LA TELEVISIONE NON ERANO IN CASAMA NEI POSTI PUBBLICI.

INTERVISTA DI MONIA DELLA ZOPPA ALLA NONNADORINA DE PEDRAZZI.

UNA VOLTA I NONNI MANGIAVANO SOLTANTO IPRODOTTI DELLA FAMIGLIA: POLENTA, LATTE,FORMAGGIO, PATATE, VERDURA, PANE FATTO INCASA,SALUMI, CHI AVEVA IL MAIALE, E MINESTRAANCHE A COLAZIONE.LE DONNE SI VESTIVANO CON ABITI LUNGHI DI TELAGROSSA, MENTRE GLI UOMINI CON PANTALONI DI TELASOTTO IL GINOCCHIO FATTI IN CASA E AI PIEDIPORTAVANO GLI ZOCCOLI.I NONNI GIOCAVANO AI BOTTONI, A BANDIERA E ANASCONDINO.A SCUOLA IN INVERNO PORTAVANO UNPEZZO DI LEGNA PER SCALDARSI.I LAVORI DEI NONNI ERANO TUTTI IN CAMPAGNA (I CAMPI ERANO ZAPPATI A MANO), NELLA VIGNA ENELL'ALLEVAMENTO DEL BESTIAME. LA MUSICA CHE PREFERIVANO ERA QUELLADELL'ARMONICA A BOCCA. SI ANDAVA A PIEDI OSUL CARRO, QUALCUNO AVEVA ANCHE LABICICLETTA. UNA VOLTA OGNI TANTO PASSAVA UNTRENO A CARBONE.ASPETTAVANO IL NATALE ANCHE PERCHÉ C'ERA LANOVENA, SI ANDAVA TUTTI A MESSA E SI MANGIAVALA FOCACCIA.IL TEMPO DI GUERRA ERA TRISTE PER TUTTI: SISENTIVA A SPARARE CON I FUCILI, NON SI TROVAVANIENTE DA COMPRARE E DI SOLDI CE N'ERANO POCHI.ALCUNE PERSONE NON SONO PIÙ TORNATE A CASA. IMEZZI DI COMUNICAZIONE ,SOLO IN CASO DIBISOGNO, ERANO LE LETTERE.ALCUNE ATTIVITÀ DOMESTICHE ERANO LAVARE IPANNI A MANO AL LAVATOIO, FARE LE CALZE EFILARE LA LANA.

INTERVISTA DI MONIA DELLA ZOPPA AL PAPA’BRUNO

“ CARGA' MUUNT “

I MIEI GENITORI E I MIEI NONNI IN ESTATE PORTAVANOLE BESTIE IN ALPE PER CIRCA 80 GIORNI. A QUEL TEMPOALLE MUCCHE NON SI DAVA MANGIME MA ERBA E FIENO EPER RISPARMIARE SUL FORAGGIO SI ANDAVA SUGLI ALPEGGIDELLA VAL DI LEI IN VALCHIAVENNA, DOVE L'ERBAABBONDAVA.SI IMPIEGAVANO 3 GIORNI DI CAMMINO PERGIUNGERE ALLA META. LA PRIMA TAPPA ERA PRIMA DICHIAVENNA, DOVE SI PASSAVA LA NOTTE ALL'APERTO.IL GIORNO DOPO SI ARRIVAVA IN LOCALITA’ ANGELOGA ESI DORMIVA IN UN RIFUGIO. ERAVAMO IN TANTI IN UNAUNICA STANZA CON UNA SOLA COPERTA. AL MATTINOPRESTO SI CAMMINAVA ANCORA FINO A RAGGIUNGERE LEBAITE. IL PRIMO LAVORO CHE SI FACEVA ERA MUNGERE LE MUCCHE PERCHE’ SOFFRIVANO PER IL TROPPO LATTE CHE AVEVANO. INTANTO QUALCUNO PREPARAVA LAMINESTRA DI LATTE PER TUTTI. I GIORNI SEGUENTIOGNUNO SVOLGEVA IL PROPRIO LAVORO: I PASTORIMUNGEVANO, I CASCIN SORVEGLIAVANO LE BESTIE, IL CASARO FACEVA IL BURRO E IL FORMAGGIO, POI TUTTI APASCOLARE LE MUCCHE FINO ALLE ORE 13. PER PRANZOC'ERA SEMPRE POLENTA,FORMAGGIO,SALAME O QUALCHEMARMOTTA CATTURATA DAI CASCIN NEI MOMENTI LIBERI.QUANDO C'ERA TEMPO I CASCIN GIOCAVANO ANCHE CON ICANI O A FARSI SCHERZI. ALLA SERA SI MANGIAVAMINESTRA DI LATTE E SE NE RIMANEVA SI MANGIAVA ANCHEA COLAZIONE.UNA VOLTA ALLA SETTIMANA SI DOVEVA PORTARE IL BURRO AFRACISCIO PER VENDERLO, PER MEZZO DI UN CAVALLO O DI UN MULO CON IL BASTO.UN MESE PRIMA DELLA FINE DELL'ESTATE SI INCOMINCIAVA A PORTARE A VALLE IL FORMAGGIO, CHE VENIVADISTRIBUITO AI PROPRIETARI IN BASE AL LATTE PRODOTTODALLE LORO MUCCHE.

INTERVISTA FATTA DA ERNESTINA BONESI AL PAPA’ANDREA E ALLA MAMMA KATIA

Il mio papà andava a scuola con la cartella eun pezzo di legna da mettere nella stufa.Invece la mamma per andare a scuola prendeva ilbattello perché abitava in un’isola inArgentina.La mamma giocava a “tegola” e con le bambolefatte di stoffa dalla nonna; il papà giocava alcapitano e a nascondino. Il papà un giorno siera nascosto nel fieno e tutti lo cercavanopreoccupati perché non lo trovavano più: versosera è uscito da solo .Il Natale si festeggiava tutti in casa inallegria. Si mangiava meglio degli altrigiorni: il nonno comperava un pezzo di carneper fare bollito, così si mangiava il risotto.La mamma dice che al suo paese il papà cucinavail maialino arrosto. Gli altri giorni dell’anno si mangiava quasisempre polenta. Al papà piacevano molto lecastagne bollite nel latte. La mamma invecemangiava tanta carne e pollo alla brace, moltaverdura e le buone torte fatte dalla sua mammanel forno a legna.

INTERVISTA DI GIOVANNI LIBRINA AL PAPÀ

DINO

Quando ero un ragazzo non c’era la televisione

e pochissimi avevano la radio.

Allora ci si divertiva giocando nelle piazze e

nelle strade.

Si giocava a nascondino, a saltare con la corda

e al gioco dei sassi e delle carte.

Nelle sere d’inverno, per ripararsi dal freddo,

ci si radunava nelle stalle in compagnia dei

nostri genitori ed amici e si raccontavano

tante storie e si parlava di quello che

succedeva. Noi ragazzi aspettavamo con ansia il

Natale per ricevere i doni da Gesù Bambino. A

quei tempi i doni consistevano in pupazzi di

stoffa, oggetti di legno, biglie da gioco,

dolci fatti in casa, qualche figurina e

caramelle.

A mezzogiorno si faceva il pranzo di Natale e

per noi ragazzi era una gran festa perché si

mangiava la carne e il risotto.

INTERVISTA DI ALDO GAVAZZI AI GENITORI CARMELA ED

EUSTASIO.

Quando eravamo piccoli abitavamo a Tartano. Per andare a scuola la strada

era molto lunga (ci voleva circa mezz’ora a piedi); per di più dovevamo

portare anche la legna per scaldarci perché a quei tempi nella scuola non

c’era il riscaldamento come adesso ma una stufa a legna. D’inverno

nevicava tanto e noi non avevamo né stivali né giacconi o altri indumenti

caldi come al giorno d’oggi. Nel tempo libero giocavamo a nascondino, ai

“quattro cantùù” e alle biglie. Ogni tanto facevamo qualche monellata con i

compagni, ma c’era poco tempo per queste cose, perché bisognava aiutare

i genitori nel lavoro con le mucche, o nei prati d’estate (ad esempio

durante la fienagione), o per portare la “gerla” piena di legna per scaldare

la casa. Il Natale era molto povero, ma eravamo contenti perché si

mangiava il panettone. Si aspettavano con tanta gioia i doni di Gesù

Bambino: erano miseri ma ci rendevano felici lo stesso. Si mangiavano

quasi sempre le stesse cose: polenta, formaggio, minestra e patate (tutto

qui!). Anche se avevamo

poche cose e facevamo

lavori pesanti eravamo

sempre contenti e allegri

più di oggi.

INTERVISTA FATTA DA CRISTINA ACQUISTAPACEAI GENITORI AMEDEO E AURELIA

Mia mamma si ricorda che quando andava allascuola elementare doveva fare 4 chilometri distrada a piedi.La scuola c’era anche di pomeriggio e il giornoche le piaceva di più era il sabato pomeriggioperché si faceva ricamo, mentre i maschilavoravano con il traforo.I giochi che mia mamma faceva da piccola eranomosca cieca, il gioco della settimana enascondino; mio papà preferiva giocare allebiglie. Si svolgeva così: si prendevano quattrobiglie e se ne mettevano tre sotto e una soprain modo da formare un mucchietto Poi standoalla distanza di 3 o 4 metri si tiravaun’altra. biglia cercando di prendere il mucchio edisfarlo.Il Natale i miei genitori lo festeggiava un po’alla buona: si faceva il presepe nel camino, siappendeva al muro un ramo di pino con qualchemandarino e delle caramelle di zucchero.Aspettavano il Natale per mettere il piattofuori dalla finestra: al mattino si trovava unfazzoletto con dentro qualche spagnoletta oqualche caramella. A casa del papà si facevanodelle focacce con noci e fichi secchi. In casa di mia mamma erano in tanti e dovevanomangiare quello che c’era : gli piaceva illatte con il cacao e i biscotti quando c’erano.Il cibo preferito da mio papà era la polentataragna con le salsicce.

INTERVISTA DI DORIS MARTINOLI AI GENITORI

OTTORINO E MARIA

Quando andavamo alla scuola elementare si

andava due volte al giorno : al mattino e al

pomeriggio.

Il giovedì era riposo e perciò si andava a

pascolare le pecore. Quando eravamo piccoli

si giocava a palla , con le bambole di tela ,

si saltava la corda, si giocava a nascondino .

Il Natale si festeggiava tutti in famiglia

aspettando qualche frutto o dolce per regalo.

Si preferivano tanti cibi buoni ma …c’era

sempre polenta, minestra o pasta .

Un ricordo ridicolo era bussare alle porte la

sera dell’ultimo giorno di gennaio gridando :

“ l’è fò l’giunèè “.

UN RICORDO DELLA BISNONNA

Mia nonna Teresa ha raccontato un episodio avvenuto nel1918.La mamma di suo marito viveva nella stessa casa dovec’era anche l’ufficio postale.Una notte non è riuscita a dormire per il rumore deltelegrafo: non si è fermato un solo istante. La miabisnonna non riusciva proprio a capire cosa potesse esseresuccesso.La mattina alle 6, appena alzata, è andata di corsa in postaa chiedere se c’erano novità…. era agitatissima!!!La risposta non poteva essere più bella: era finita la guerra(la prima guerra mondiale). Con le lacrime agli occhi èandata a dare la buona notizia a tutte le sue amiche.Mentre mia nonna Teresa mi raccontava questo fatto eratalmente emozionata che le veniva da piangere.

TESTIMONIANZA RCCOLTA DA MARINA GADOLA.

““MMAACC""MINESTRA DI RISO E CASTAGNE

INGREDIENTI:

♦ 2 LITRI DI LATTE

♦ 300 GRAMMI DI RISO

♦ 500 GRAMMI DI CASTAGNE SECCHE

♦ 50 GRAMMI DI BURRO

♦ SALE

OCCORRENTE:

♦ UNA PENTOLA DAI BORDI ALTI

♦ UN MESTOLO

DOPO AVERLE MESSE A BAGNO IN ACQUA PER TUTTA LA NOTTECUOCERE LE CASTAGNE NEL LATTE PER CIRCA 40 MINUTI.A COTTURA QUASI ULTIMATA AGGIUNGERE IL RISO, CUOCEREANCORA PER 20 MINUTI, SALARE, UNIRE IL BURRO.

““SSCCOOTTAAMMÜÜSS””

SI FA BOLLIRE UN PO’ DI LATTE; SI AGGIUNGE LAPOLENTA AVANZATA IL GIORNO PRIMA E TAGLIATA ADADINI; SI SALA A PIACIMENTO.UNA VOLTA LO SI MANGIAVA A COLAZIONE.

RICETTA RACCONTATA DALLA SIGNORA SILVANA, MAMMA DI MARCO

GOSPARINI.

MMAAGGNNÈÈTTAA

Si prendono cinque noccioli di pesca; se ne

appoggiano quattro per terra, disposti

singolarmente. Si lancia il quinto in aria, nel

frattempo se ne deve raccogliere uno e poi

riprendere al volo quello che si era lanciato.

Terminati tutti e quattro i noccioli, si

ricomincia disponendo i noccioli a coppie, per

cui se ne devono raccogliere due per volta. Poi

se ne prendono tre e uno; da ultimo quattro

tutti insieme.

Chi sbaglia è fuori.

GIOCO RACCONTATO DALLA SIGNORA SILVANA, MAMMA DI MARCO

GOSPARINI.

““II QQUUAATTRRUU CCAANNTTÙÙNN””

I giocatori si mettono ai quattro angoli di un

prato, mentre un altro sta nel mezzo. I

giocatori devono correre tutti insieme da un

angolo all’altro (nello stesso senso) senza

farsi rubare l’angolo libero dal giocatore che

sta nel mezzo. Chi perde il posto va in mezzo.

GIOCO RACCONTATO DALLA SIGNORA SILVANA, MAMMA DI MARCO

GOSPARINI.

SSEETTTTIIMMAANNAA

Si disegna per terra il percorso da compiere, come si

vede nel disegno.

Il primo giocatore deve tirare il sasso dentro la

casella del lunedì. Se lo tira fuori o sulla riga

passa il turno al giocatore successivo; se invece lo

tira bene dentro la casella, deve poi saltare nella

casella stessa con un piede solo, raccogliere il

sasso e poi uscire dal percorso (sempre saltando con

un piede solo). Se calpesta la riga, deve lasciare il

turno al compagno successivo.

Si passa poi al martedì, al mercoledì, al giovedì e

al venerdì (ogni volta ripassando sulle caselle

precedenti). Vince chi per primo ad arrivare a

“settimana” e ritornare indietro.

SETTIMANAVENERDÌ SABATO

GIOVEDÌ MERCOLEÌ

LUNEDÌ MARTEDÌ

PAESANELLA

Quando scendi dai tuoi monti…. paesanella

ti sorridono le fonti…… paesanella

ogni sguardo ti accompagna…perché sei bella

sognano i cuori un tuo bacio d’amor…. paesanella.

Non ti chiamano Meri e neppure Mariù …il tuo nome è Maria

tu non porti le ciglia rivolte all’insù ma il tuo sguardo val di più

e la sera al chiarore di un raggio lunar è così dolce cantar….

Quando scendi dai tuoi monti…. paesanella

ti sorridono le fonti…… paesanella

ogni sguardo ti accompagna…perché sei bella

sognano i cuori un tuo bacio d’amor…. paesanella.

STELLA ALPINA

…Non ti scordare di me

della bianca stella alpina

che cogliemmo una mattina

su pei monti all’albeggiar..

Non ti scordare di me

di quei baci che mi hai dato

dove insieme abbiam sognato

stretti stretti a cuore a cuor …

Vi presentiamo ora una canzone dialettale che parla di un episodio ridicoloaccaduto tanto tempo fa nel comune di Delebio. La storia è questa:

…………Una mattina d’inverno il vecchio Tobia si alza slega l’asino e glimette la cavezza, intanto la moglie Serafina pian piano gli prepara la merenda.Poi si incammina verso la montagna con davanti il suo somarello per portare acasa un carico di legna Quando arriva in località “ Tagliata “ attacca all’asinouna “prielada” di legna .Mentre scende al piano ,arrivato a “Piazzo Minghino”,forse per una disattenzione del Tobia l’asino scivola su una lastra di ghiaccio esi rompe una zampa…inoltre si rompe l’attrezzo che consentiva lo strascicodella legna .Fra imprecazioni e parolacce il Tobia riesce a far arrivare l’asinofino al “Basalun”, dopodiché non trova soluzione migliore che uccidere l’asino,ormai inservibile per il lavoro, per ricavarne dei salamini …….

…..eccovi ora la canzone :

a la matina al leva sü ‘l Tubia‘l destàca l’asen, ghe mét su la briala Serafina inscì pian pianinla ga prepara al sò marendin

…e l’sa n’via là stu poor sturnelcun davanti al sò sumarelel riva sù a la Taiada‘l ghe tàca dre la prielàda

…el riva giù a Ciaz Menghinal ghe s’é rut al balanzinl’ha perdùù tüc’ i anelìnal ga rut la sciampa al sò poor asnin

….o poor asnin, poor crapunasc!cum’hoi mai fàà, cum’hoi mai fàà!….o poor asnin, poor crapunasc!cus’hoi mai fàà, fat andà là ‘n delgiasc’ !

….e ‘n pò tiràl e ‘n po’ rüzzalal vec’ Tubia al sa ‘n via an giùe ‘n po’ picàl e ‘n po’ a sbütunl’è po’ rüa giù al Basalùn

….o Serafina cus’èm de faciama la màma che l’è sü ‘n càe de lì an mument l’è scià ‘n siblétl’è po’ rüa giù anca la Bét

….. e la Bét la se mèt a baiàsenza l’asnin cum’èm de fao por asnin, o car cumpagn,an gavarà po’ de fat sù a salam

….e la Mèniga la varda ‘n süla veda l’asen che l’è tacàà süoh pòòr asnin oh car cumpagn!cus an fòi mì di tò salam ?

……el Tubia al se mèt a rìima se ghìi schivi lasèèi pür lì !!che i mangiaròò tüc’ miche i mangiaròò tüc’ mi….