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17 Aprile 2008 ore 21:00 TEATRO CIVICO CONCERTO PER PIANOFORTE Il maestro Enrico Pompili al pianoforte ese- gue alcune composizioni di Albert Bonera durante la presentazione del libro di Gian Battista Muzzi “Tipi bresciani”. Alberto Bonera è un artista ecclettico che alterna alla musica la pittura. Segue a pag 7. Lettere pag 2 Territorio » 3 San Gervasio » 4 Verola » 5 Territorio » 6 Arte » 7 Calendario bresciano » 8 Manerbio » 10 Sport » 12 Ambiente » 13 Spigolature » 14 Le recensioni » 15 Le classifiche » 16 Dialogando Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Aprile 2008 - numero 4 Il parlamento è stato anticipatamente sciolto dopo nemmeno due anni dalla sua elezione. La ragione della breve durata della legislazione va ricercata nella stringata maggioranza numerica e politica del governo Prodi al Senato. A nostro avviso la colpa di questo esito non va tanto ricercato nella legge elet- torale vigente, quanto nel fatto che il paese era diviso in due parti uguali. Infatti, se l’Ulivo alla Camera aveva vinto per 24.000 voti, al Senato la Casa della Libertà aveva invece vinto per 300.000 voti. La dimostrazione chela legge eletto- rale era sostanzialmente neutra è data dagli schieramenti politici che oggi si apprestano a chiedere il voto degli italiani. È stato sufficiente che Veltroni e Ber- lusconi decidessero di correre da soli, rinunciando alle ammucchiate prece- denti, che il panorama politico nazio- nale si semplificasse da solo. Da una lato abbiamo il partito demo- cratico che si è sottratto all’accordo con la sinistra arcobaleno, imbarcan- do i radicali, dall’altro abbiamo il po- polo della libertà che, rompendo lo schema del recente passato, non ha inglobato l’udc di Casini e la destra di Storace.Le esclusioni dai due maggio- ri partiti sono state più che una scelta un’imposizione. Questo vale anche le altre formazioni politiche che corrono da sole: una per tutte il rinato partito socialista, final- mente riunito dopo la diaspora degli anni post tangentopoli. Il quadro delineato offre per tanto un insieme di novità che sottolineiamo con favore. Non vogliamo allinearci però a chi di- vide il voto degli italiani in voto utile e in voto inutile. Riteniamo che tutti i voti siano utili anche a quelli dati a formazioni che, magari, hanno poche o nessuna chan- che per superare le quote di sbarra- mento richieste. Un partito per esistere, non necessa- riamente, deve avere dei propri espo- nenti eletti in Parlamento. I partiti traggono invece la propria ragion d’essere nel fatto che rappre- sentano interessi vitali della società e che sono una delle tante articolazioni di una società democratica. Il nostro invito ai lettori è comunque quello di andare a votare consapevoli che ogni voto, validamente espresso, è un piccolo mattone posto per la costruzione di una società sempre più aperta e democratica. Editoriale Direzione: Vania Boglioli Edizioni “La Pianura” - Via Carducci, 2 - San Paolo (Bs) Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs) Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia del 06/12/2007 Sommario Musica e letteratura a Manerbio Il sindaco di Manerbio durante l’ultimo consiglio comunale ha dichiarato che non ci legge. Poco male. Noi, in compenso, leggiamo quanto scrive il sindaco, anche per una forma di rispetto nei confronti della carica istituzionale. Nel numero del febbraio 2008 di Ma- nerbio Notizie, giornale, come è noto, di esclusivo appannaggio del sindaco ma pagato con i soldi dei contribuenti, leggiamo che “per un centro storico più grande, vivibile e animato” sarebbe necessario approvare un maxi centro commerciale. Alcune chiose. Non s’è mai visto ingrandire un centro storico. È infatti una contraddizione di termini. Il centro storico è, per l’appunto, stori- camente definito. La cultura dei centri commerciali è sempre stata estranea al tessuto urbano del centro storico. Si è sempre gridato allo scandalo per le invasioni dei vari Mac Donald e similari nelle nostre città. Oggi scopriamo che invece tutto questo rende vivibile e animata la nostra città. Sempre in qualità di attenti lettori, leg- giamo un’intervista del sindaco rilascia- ta al Giornale di Brescia e pubblicata il giorno di Pasqua. Ebbene, ci fa piacere leggere che il sin- daco non ha infranto alcuna norma. Sarebbe infatti sconveniente appren- dere dal TAR che il comune non ha rispettato la legislazione vigente. Per la verità è già capitato che una delibera dell’amministra- zione Trebeschi sia stata an- nullata dal TAR e se anche questa volta dovesse succedere cosa dovremmo concludere? Per farla breve vorremmo ri- cordare al sindaco che le su- perfici commerciali vengono definite in urbanistica come terziarie e che per tanto som- mando gli spazi commercia- li (metri quadri 10.530) alle attività terziarie (metri quadri 11.400) alle attività terziarie generiche ( metri quadri 9.375) si ottiene la somma di metri quadri 31.305. Per carità di patria, a detta somma non aggiungiamo la superficie destinata alla ristorazione che è di metri quadri 3.150. La ristorazione è una componente fissa in ogni centro commerciale. Se il sindaco ci leggesse qualche volta, magari di nascosto e senza farlo sapere, non sarebbe un male.

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17 Aprile 2008 ore 21:00TEATRO CIVICOCONCERTO PER PIANOFORTEIl maestro Enrico Pompili al pianoforte ese-gue alcune composizioni di Albert Bonera

durante la presentazione del libro di Gian Battista Muzzi “Tipi bresciani”.Alberto Bonera è un artista ecclettico che alterna alla musica la pittura.Segue a pag 7.

Lettere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 2

Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3

San Gervasio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4

Verola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5

Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6

Arte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7

Calendario bresciano . . . . . . . . . . . . . . . . » 8

Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10

Sport . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12

Ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13

Spigolature . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14

Le recensioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15

Le classifiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16

Dialogando

Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Aprile 2008 - numero 4

Il parlamento è stato anticipatamente sciolto dopo nemmeno due anni dalla sua elezione.La ragione della breve durata della legislazione va ricercata nella stringata maggioranza numerica e politica del governo Prodi al Senato.A nostro avviso la colpa di questo esito non va tanto ricercato nella legge elet-torale vigente, quanto nel fatto che il paese era diviso in due parti uguali. Infatti, se l’Ulivo alla Camera aveva vinto per 24.000 voti, al Senato la Casa della Libertà aveva invece vinto per 300.000 voti.La dimostrazione chela legge eletto-rale era sostanzialmente neutra è data dagli schieramenti politici che oggi si apprestano a chiedere il voto degli italiani.È stato sufficiente che Veltroni e Ber-lusconi decidessero di correre da soli, rinunciando alle ammucchiate prece-denti, che il panorama politico nazio-nale si semplificasse da solo.Da una lato abbiamo il partito demo-cratico che si è sottratto all’accordo con la sinistra arcobaleno, imbarcan-do i radicali, dall’altro abbiamo il po-polo della libertà che, rompendo lo schema del recente passato, non ha inglobato l’udc di Casini e la destra di Storace.Le esclusioni dai due maggio-ri partiti sono state più che una scelta un’imposizione.Questo vale anche le altre formazioni politiche che corrono da sole: una per tutte il rinato partito socialista, final-mente riunito dopo la diaspora degli anni post tangentopoli.Il quadro delineato offre per tanto un insieme di novità che sottolineiamo con favore. Non vogliamo allinearci però a chi di-vide il voto degli italiani in voto utile e in voto inutile.Riteniamo che tutti i voti siano utili anche a quelli dati a formazioni che, magari, hanno poche o nessuna chan-che per superare le quote di sbarra-mento richieste.Un partito per esistere, non necessa-riamente, deve avere dei propri espo-nenti eletti in Parlamento.I partiti traggono invece la propria ragion d’essere nel fatto che rappre-sentano interessi vitali della società e che sono una delle tante articolazioni di una società democratica.Il nostro invito ai lettori è comunque quello di andare a votare consapevoli che ogni voto, validamente espresso, è un piccolo mattone posto per la costruzione di una società sempre più aperta e democratica.

Editoriale

Direzione: Vania Boglioli

Edizioni “La Pianura” - Via Carducci, 2 - San Paolo (Bs)

Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs)

Pubblicazione mensile

E-mail: [email protected]

Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia

del 06/12/2007

Sommario

Musica e letteratura a Manerbio

Il sindaco di Manerbio durante l’ultimo consiglio comunale ha dichiarato che non ci legge.Poco male.Noi, in compenso, leggiamo quanto scrive il sindaco, anche per una forma di rispetto nei confronti della carica istituzionale.Nel numero del febbraio 2008 di Ma-nerbio Notizie, giornale, come è noto, di esclusivo appannaggio del sindaco ma pagato con i soldi dei contribuenti, leggiamo che “per un centro storico più grande, vivibile e animato” sarebbe necessario approvare un maxi centro commerciale.Alcune chiose.Non s’è mai visto ingrandire un centro storico.È infatti una contraddizione di termini.Il centro storico è, per l’appunto, stori-camente definito.La cultura dei centri commerciali è sempre stata estranea al tessuto urbano del centro storico.Si è sempre gridato allo scandalo per le

invasioni dei vari Mac Donald e similari nelle nostre città.Oggi scopriamo che invece tutto questo rende vivibile e animata la nostra città.Sempre in qualità di attenti lettori, leg-giamo un’intervista del sindaco rilascia-ta al Giornale di Brescia e pubblicata il giorno di Pasqua.Ebbene, ci fa piacere leggere che il sin-daco non ha infranto alcuna norma.Sarebbe infatti sconveniente appren-dere dal TAR che il comune non ha rispettato la legislazione vigente.Per la verità è già capitato che una delibera dell’amministra-zione Trebeschi sia stata an-nullata dal TAR e se anche questa volta dovesse succedere cosa dovremmo concludere?Per farla breve vorremmo ri-cordare al sindaco che le su-perfici commerciali vengono definite in urbanistica come terziarie e che per tanto som-mando gli spazi commercia-li (metri quadri 10.530) alle

attività terziarie (metri quadri 11.400) alle attività terziarie generiche ( metri quadri 9.375) si ottiene la somma di metri quadri 31.305.Per carità di patria, a detta somma non aggiungiamo la superficie destinata alla ristorazione che è di metri quadri 3.150.La ristorazione è una componente fissa in ogni centro commerciale.Se il sindaco ci leggesse qualche volta, magari di nascosto e senza farlo sapere, non sarebbe un male.

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successo se avessimo avuto una diversa legge elettorale? Cosa succederà quando avremo una maggioranza diversa, più ampia e coesa, di centrosinistra? Forse non ad aprile, forse non nei prossimi anni, ma se fra dieci anni le cose cambiassero?

Lorenzo Trabalza

ORFANA DELLA MARGHERITA, E PIÙ CHE MAI INDECISA

L’affermazione del bipolarismo in questi quindici anni ha costretto di fatto i cristiani più consapevoli ad optare o per il centrosini-stra o per il centrodestra. Io sono tra quelli che hanno optato per il centrosinistra. Ritenevo in questo modo di contribuire a salvaguarda-re l’esperienza storica del cattolicesimo demo-cratico. Questa mia convinzione ha retto sino a quando c’è stata la Margherita, dove bene o male la componente cattolica aveva un peso. Ora, con la nascita del Pd, mi sento a disagio. Vedo una escalation di posizioni fortemente laiciste che tendono a demolire i valori por-tanti della nostra società quali la famiglia, il rispetto della persona e della vita umana, una dimensione dell’esistenza non basata solo sull’efficientismo e sull’immagine. In questo momento, bipolarismo o no, c’è bisogno di un soggetto politico che possa far partire un processo di recupero di una convivenza, ti-pica della tradizione italiana, fondata sulla democrazia partecipata e ancorata non alle distorsioni dell’individualismo, ma ad una idea di popolo solidale.

Maria Martinoli

mo come saranno gli anni a venire, ma sono sicuro che i tratti salienti del genio femminile (la tenerezza, la sensibilità, l’attenzione …) saranno più che necessari per la crescita della persona e della società. don Alberto Tomasini - Cadignano di Vero-lanuova (Bs)

Elezioni

NON SIAMO AMERICANI

Noi e l’America: la destra cosiddetta religiosa in America non ha un partito. Esistono dei movimenti politico-culturali certo vicini alla politica, ma alle elezioni i cristiani ameri-cani votano o Repubblicano o Democrati-co. Perché, pur non avendo un loro partito, sono però così potenti e determinanti? Perché riescono letteralmente a influenzare, deter-minare, ‘invadere’ i programmi elettorali, le affermazioni dei candidati, i comportamenti degli eletti? A differenza dei cattolici italiani, non fanno una politica di testimonianza; non si accontentano di una misera rappresen-tanza parlamentare, ma restano in campo e combattono perché prevalga la loro visione. Non contaminandosi, riescono a contami-nare... I cattolici italiani, invece, magari per comprensibili ragioni di ‘purezza’ non vogliono sciogliersi, non vogliono contami-narsi, ma nemmeno riescono a contaminare. Certo, sembrerebbe che finora abbiano avuto la meglio su molte questioni, ma c’è il rischio che prima o poi il vento cambi. Un esempio: i Pacs-Dico non sono passati non perché la gen-te sia generalmente concorde nel riconoscere che essi non costituiscano risposta adeguata alle questioni che pongono, ma perché grazie ad una esigua maggioranza in Senato, sono bastati pochi coraggiosi boni vires di centro-sinistra a bloccare il ddl Bindi-Pollastrini. Ma il problema è risolto? No! Cosa sarebbe

Da “Avvenire” 4 marzo 2008

LA FESTA DELLA DONNA

Caro Direttore, l’8 marzo è da anni dedicato alla riflessione sulla condizione della donna e sull’evoluzione dei suoi diritti. Di passi avan-ti se ne sono fatti tanti, ma occorre sfatare un punto. Mi riferisco al fatto che questa data da anni è anche indiretto mezzo per diffondere la ‘leggenda’ sulle origini di questa festa, a cui non vorrei che sul nostro giornale si desse cre-dito, essendo totalmente privo di fondamen-to. Si legge alle pagine 107 e 108 del libro di Vittorio Messori ‘Pensare la storia’ del 1992: “Nessun epico sciopero femminile, nessun incendio si sono verificati un 8 marzo 1908, a New York. Qui nel 1911 (quando già la ‘Giornata della donna’ era stata istituita) se proprio si vogliono spulciar giornali, bruciò, per cause accidentali, una fabbrica; ci furono dei morti, ma erano di entrambi i sessi. Il sindacalismo e gli scioperi non c’entravano. E neanche il mese di Marzo. […] Il mitico 8 marzo si basa su un falso che, a quanto pare, fu elaborato dalla stampa comunista ai tempi della guerra fredda, inventando persino il numero preciso di donne morte: per l’appunto 129”. Questa scoperta non l’ha fatta Messori, ma è di alcune insospettabili, deluse femmi-niste. Come deluso e triste, allora, forse si sentirà chi si sarà reso conto che quel padrone cattivo di nome Cotton (‘nomen est omen’), quelle povere 129 donne in sciopero, quella fabbrica mandata al rogo, quel sacrificio disumano, tutto questo non è che una favola. Tale rivelazione, tuttavia, può aiutarci a ca-pire quale sia il nostro atteggiamento fonda-mentale di fronte alla vita: se siamo attirati maggiormente dall’avere ragione, dal ricevere conferme alle nostre idee, oppure se ci ispira di più scoprire la vita, sorprenderci di quanto la realtà superi la nostra fantasia. Approfitto per fare gli auguri a tutte le donne. Non sappia-

LettereScuola e agricoltura piangono

piero Maffezzoni

coMMozione riMpianto nella BaSSa per la ScoMparSa di piero Maffezzo-ni, aMico di Molti, StiMato per aver ricoperto rilevanti incarichi puBBli-ci, politico attento alla Società Ma priMa ancora padre di faMiglia eSeM-plare. Maffezzoni, 76 anni, laScia la Moglie vittoria ed i figli giuSeppe e Yuri. eSponente SocialiSta, piero Maffezzoni è Stato Sindaco di al-fianello e aSSeSSore provinciale ai traSporti, conSigliere coMunale al Suo paeSe, verolavecchia. docente di lettere è diventa-to preSide dell’iStituto Superiore «don Mazzolari» di verolanuova, incarico che ha laSciato raggiun-ta l’età della penSione, nel 1992. ha coMunque proSeguito nel Suo iMpegno Sociale tanto da aSSolve-re all’incarico di preSidente delle iar, iStituzioni agrarie raggruppate, fino all’anno ScorSo. è Stato fra i fondatori dell’aSSociazione aMici fondazione civiltà BreSciana del-la BaSSa e del parco dell’oglio contriBuendo a varie iniziative fi-nalizzate a valorizzare e far co-noScere la pianura, terra d’agri-coltura. durante il Suo Mandato di preSidente iar ha proMoSSo la puBBlicazione Su «giuSeppe paStori, patriota e Benefattore» per rievoca-re «un paSSato non Molto lontano Ma quaSi diMenticato», di uoMini e vicende che «hanno valorizzato l’aMModernaMento dell’econoMia, Soprattutto agricola, della noStra provincia». un MeSSaggio che Maf-fezzoni ha SeMpre avuto preSente tanto da Scrivere che «SeMBrano Maturi i teMpi per dotare l’agricol-tura BreSciana, ai priMi poSto per qualità e reddito, di una facoltà univerSitaria di agraria e, Se queSti Sono gli intenti di chi deve iStitu-zionalMente intervenire, di corSi poSt laurea Mirati e di più agevole attuazione». non era un Sogno, Ma un auSpicio a SoStegno dell’agricoltura Mai valorizzata.

bettegno, addio a un amico

Il paese ha partecIpato con commozI-one ed IntensItà all’estremo saluto a pIetro zanI, morto a 77 annI, cIrcon-dato dalla moglIe pIera, daI fIglI gIan-franco e fausta e daI nIpotI francesca, paolo ed alberto. pIetro zanI era nato ad Incassano, localItà rurale dI alfIanello. a bettegno aveva scelto dI formare la sua famIglIa e lavorare come coltIvatore dIretto fIno al rag-gIungImento delle pensIone. celeb-rando Il rIto funebre, nella pIccola chIesa dI marIa assunta In bettegno, l’abate mons. antonIo tomasonI ha elogIato le sue vIrtù dI crIstIano, gen-eroso ed altruIsta che sono state un esempIo per la pIccola comunItà nella quale In ognI famIglIa contava amIcI che lo rIcordano glI hanno voluto dImostrare affetto e rIconoscenza nel gIorno del commIato.

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Aprile 2008 Pag . 3

Quasi ferma la produzione industriale in febbraio, secondo rilevamenti del Centro Studi dell’Aib, l’associazione degli indu-striali bresciani condotta su 250 imprese associate. Le prospettive a breve indicano un sostanziale mantenimento dei livel-li produttivi attuali, ma preoccupano i segnali provenienti dal mercato interno che, al contrario di quello estero, sembra maggiormente subire la congiuntura sfa-vorevole a livello mondiale.La produzione è aumentata nei settori: “abbigliamento”, “carta e stampa”, “chi-mico, gomma e plastica”, “materiali da costruzione ed estrattive”, “meccanica di precisione e costruzione di apparecchiatu-re elettriche” e “meccanica tradizionale e mezzi di trasporto”. Invariata, invece nel “calzaturiero”, “legno e mobili in legno”; è diminuita nell’”agroalimentare e caseario”, “maglie e calze”, “metallurgico e siderurgi-co”, “tessile”.La produzione in febbraio è aumentata per 26 imprese su 100 (40 nella rilevazione di gennaio), non è variata per 61 (47) e dimi-nuita per 13 (13). Le imprese soddisfatte

dei propri livelli di attività, in rapporto alla potenzialità aziendale, sono il 10% e quelle insoddisfatte il 24%.L’utilizzo degli impianti riflette sostan-zialmente l’andamento dell’attività pro-duttiva, con una percentuale del 24% di imprese che dichiara di averlo aumentato, del 67% di quelle che non lo ha variato e del 9% di quelle che lo ha diminuito. Il livello di utilizzo della capacità produttiva, rispetto al potenziale, è giudicato alto dal 12% delle aziende, basso dal 24% e nor-male dal 64%.Le vendite sul mercato nazionale sono cre-sciute per il 28% delle imprese, non sono variate per il 47% e diminuite per il 25%.Mentre divampa la campagna elettorale, il politici si affannano in promesse e ad esporre progetti e programmi d’espansio-ne, al commerciante, all’artigiano ed al cit-tadino, quello che lavora in fabbrica, ognu-no dei quali ha famiglia cui provvedere non rimane che sperare nel miglioramento di una situazione sempre meno ottimista nella previsione per il futuro.

ASSociAzionE inDuStriAlitra congiuntura e promesse

BAGnoloStatale 45 bis problema irrisoltoIl 20 dicembre 2006 la Provincia e il Comu-ne sottoscrissero un accordo di programma per la costruzione della circonvallazione che dovrebbe collegare la 45 bis Brescia-Cremona e la Provinciale VII in direzione Leno/Seniga. Su questo accordo sta tor-nando ora l’Amministrazione comunale di Bagnolo Mella visto che nulla s’è visto nel 2007. La vicenda è riemersa durante l’incontro organizzati dall’Udc provinciale, una serata al Comune di Bagnolo Mella che ha spiegato tante cose sulla viabilità in pianura ma non ha dato risposte su quanto interessa maggiormente i bagnolesi: cioè

quando avrà il paese una circonvallazione che liberi il centro dal transito ininterrotto di veicoli di ogni dimensione e cilindrata. L’intervento viario concordato con la Pro-vincia resta fondamentale nel quadro della viabilità locale, come rimarcano gli ammi-nistratori locali che però non sembrano dialogare con la Provincia.La viabilità definita nell’accordo del 2006 lasciava aperta la possibilità di costruire un casello “veloce”, cioè senza personale, che avrebbe permesso l’ingresso in autostrada in direzione di Brescia e l’uscita prove-nendo dalla città. Riguardo all’intervento

MAnErBioFuori uso il depuratoreMiasmi, aria irrespirabile. Per cui: finestre sigillate e mascherina per filtrare fin dove possibile l’aria che si respira. La situazione di degrado ambientale è lamentata da-gli abitanti della parte Sud-Est della città di Manerbio dove il depuratore è guasto ed è in costruzione la pista ciclabile che attraverserà quello che con molta enfasi, ma poco realismo, è definito il “parco del Mella”. Che non è realizzazione dell’am-ministrazione comunale dei tempi nostri, ma si deve ad un gruppo di cacciatori i quali, in anni nemmeno remoti, stanchi di sentirsi nel mirino dei cosiddetti animalisti che a parole tutelano la natura ma appena possono mettono mano a sradicamento di vegetazione per dar fondo a teorie che non stanno né in cielo e tanto meno in terra. Vedasi la passerella in legno costruita sul Mella per scavalcare il fiume ed attraversa il “bosco” che non c’è.Giusto per non divagare ed andare fuori tema, restiamo al depurato affidato alle cure della Bbs (società creata dal Comune della Città) ma che non funziona. Eppure fu costruito secondo i crismi d’un tempo che avrebbero garantito alla città (ma allora era solo paese) acque opportunamente trattate da restituire alla vita del fiume. Che invece riceve ben altro, poiché l’impianto non funziona. Tapparsi il naso è l’unica precauzione per non finire asfissiati quando ci si trovano a passare da quelle parti o si di-menticano di chiudere ben bene le finestre, compresi i finestrini delle automobili che

fanno vivere a chi guida ed agli occupanti l’abitacolo clima a dir poco imbarazzante. È situazione che non risparmia nemmeno l’ospedale poco distante. Così la Pasqua a Manerbio non ha regalato profumate essenze di viole e fragranze pri-maverili, ma soltanto mefitici miasmi.Sicuramente troppi per le narici esasperate di tanti che hanno avuto fin troppa pazien-za in attesa dei lavori per riparare i guasti iniziati a fine marzo sul digestore di acque nere, secondo la versione dei dirigenti della Bassa Bresciana Servizi, la società che gesti-sce in economia per conto del Comune la depurazione. “È da quaranta giorni che nelle ore serali sentiamo odori insopportabili nell’aria – commentano i residenti di San Fausti-no, gli studenti del Polivalente e quan-ti transitano sul Lungomella Valsecchi -. Sono davvero troppi. Il Comune aveva gli strumenti per intervenire in tempi brevi, invece, chissà perchè, non s’è provveduto come si doveva”.Pochi anni fa il depuratore è stato potenzia-to dall’Amministrazione civica che all’epo-ca aveva giustificato il costoso intervento con l’imminente sviluppo della Marzotto e la nascita di un nuovo polo produttivo. Il lanificio di via Verdi però ha nel frattempo chiuso i battenti e la nuova zona artigia-nale-industriale è ferma al palo. Previsioni sbagliate come accade da quando il palazzo comunale è presidiato da chi è aperto al dialogo solo a parole.

del casello “veloce”, a gennaio 2007 si è avuta anche la disponibilità della Società Autostrade Centro Padane, e per nulla compromettendo l’accordo sottoscritto tra Comune e Provincia ci si attendeva la solu-zione di gran parte del problema dell’attra-versamento del centro abitato da parte dei mezzi pesanti. Intanto a Bagnolo Mella si discute del pia-no di governo del territorio con un calen-dario d’incontri che ha messo a fuoco l’idea di attuare una politica di coinvolgimento della popolazione che non si limiti solo ai cittadini, ma che interessi anche diversi

settori delal vita locale. Il bilancio della prima serie d’incontri è positivo, “con un briciolo di rammarico solo rispetto alla par-tecipazione che, considerata l’importanza dell’argomento, si sperava più numerosa” commentano gli amministratori. “Quello della viabilità interna, soprattutto del centro storico, è un aspetto assai sensi-bile - precisa il sindaco Giuseppe Panzini che riferisce d’aver riscontrato un grande interesse per le questioni ambientali; in particolare c’è molta preoccupazione per la qualità dell’aria sulla quale pesa l’incidenza della ferriera e del traffico.

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Guidare sicurii consigli di Alex caffi

Pianura La S. GervasioS. Gervasio

L’abbandono scolastico lo si combatte an-che con l’incremento dei servizi di trasporto e migliorando la mobilità. È una direttiva ben precisa quella dell’assessore provin-ciale alla Pubblica Istruzione, Formazione Professionale ed Edilizia Scolastica della Provincia di Brescia Giampaolo Mantelli. Una direttiva tesa al miglioramento della “qualità” dell’offerta dell’istruzione e della Formazione in Provincia di Brescia ( obiet-tivo principe del lavoro di Mantelli) che per gli studenti della Bassa si è già tradotta in una bella novità.Dal mese scorso è attivo il servizio di tra-sporto da Dello – Frontignano – Barbariga- Scarpizzolo per gli studenti che frequenta-no gli istituti Mazzolari di Verolanuova e Pascal di Manerbio.L’iniziativa è stata possibile grazie all’ac-cordo siglato il 14 gennaio scorso fra la Provincia di Brescia e le Amministrazioni comunali di Manerbio e Verolanuova con il quale si stabilisce che i costi saranno ripar-

titi appunto fra la Provincia (per 15.000,00 euro) e i due Comuni ( per 5.000,00 euro ciascuno). A carico delle famiglie è previsto un costo mensile di 40 euro da corrispon-dere per 4 mensilità. Per studenti e i loro genitori una bella risoluzione agli annosi e dispendiosi problemi di trasporto. Con questa soluzione i ragazzi non solo usu-fruiscono del collegamento diretto con la scuola ma soprattutto risparmiano tempo prezioso, primo loro sottratto proprio dalle oggettive difficoltà di trasporto.Ma questo nuovo servizio è di fatto solo una prima conquista. Nei giorni scorsi Mantelli con il collega - assessore ai tra-sporti- Prignachi ha incontrato i dirigenti degli istituti superiori della Bassa e i sindaci dei Comuni interessati per confrontarsi sulle maggiori problematicità e cercare una soluzione a costi, tragitti, incongruenze nei trasporti che ostacolano gli studenti e con-trastano seriamente la crescita culturale del territorio. Un segnale preciso della volontà

di migliorare l’organizzazione dei trasporti, risolvere le criticità sempre con l’obiettivo dell’innalzamento della “Qualità” dell’of-ferta di istruzione e formazione, a tutto vantaggio dei ragazzi e delle loro famiglie. “L’incremento dei servizi di collegamen-to fra le scuole e i comuni è un obiettivo strategico da perseguire - spiega l’assessore Giampaolo Mantelli – sia nell’ottica di fa-cilitare gli spostamenti degli studenti sia in quella di evitare la dispersione. Nella Bassa Bresciana il 25% degli studenti si appog-gia a strutture di Cremona, un altro 20% sceglie scuole cittadine, paralizzando e con-gestionando le stesse strutture scolastiche della città, il rimanente 55% frequenta scuole locali. Durante il periodo dell’orientamento – continua - molti genitori dimostrano in-teresse ai diversi indirizzi proposti dalle scuole presenti nella Bassa ed esprimono il desiderio di iscrivere i propri figli in una realtà scolastica, poco distante dalle proprie

abitazioni o dai propri paesi, che tra l’altro risulta non dispersiva e particolarmente attenta al percorso formativo di ciascun alunno. L’interesse di molti dei genitori nei confronti delle scuole della Bassa tuttavia viene meno, nel momento in cui valutano la situazione del trasporto. Ecco perché un intervento mirato in tal senso è doveroso oltre che indispensabile”.

Scuola quando il trasporto fa qualitàProvincia, scuole e sindaci a confronto per ampliare il servizio

Gestire la macchina anche quando le con-dizioni di aderenza sono vicine al limite. Situazioni che una comune autoscuola non può verificare: ma che, sempre più spesso, sono gli ostacoli che gli automobilisti si devono affrontare. E considerato il tribu-to di giovani vite che le strade bresciane chiedono sempre alla nostra provincia, abbiamo tenuto in evidenza il corso di gui-da sicura nell’autodromo di Castrezzato

tenuto dall’ex pilota di Formula 1 Alex Caffi. “Il nostro obiettivio - assicura Giam-paolo Mantelli, assessore all’Istruzione nella giunta provinciale in palazzo Broletto - è di sensibilizzarre i giovani alla sicurezza al volante anche con finalizzate allo scopo. Attenzione perciò alle serate in discoteca. Il consiglio è di individuare in un gruppo di amici persona che per quella sera farà a meno di bere alcolici”.

“Non sempre la velocità è la causa degli incidenti - sostiene l’ex pilota, ora istruttore, Caffi -: nella maggior parte dei casi si tratta di errori commessi durante la guida”. E poi consiglia: “Ragazzi, anche sulla sicurezza stradale bi-sogna studiare”

Che San Gervasio sia un territorio in espan-sione è constabile a vista d’occhio. In paese è un fermento di cantieri grazie al lavoro dell’Amministrazione che opera con traspa-renza e con attenzione al contesto sociale. Sindaco Giampaolo Mantelli il Consiglio Comunale ha esaminato ed approvato i conti del 2007, quali i risultati? “Il bilancio dell’anno scorso ha chiuso con 4,5 milioni e mezzo di euro di movimenti, ben al di sopra della media dei Comuni di pari dimensioni alla nostra. Ma quel che mi preme mettere in risalto è l’avanzo di amministrazione su-periore a 80 mila euro”.Un residuo non indifferente alla luce della consistente attività amministrativa in termi-ni di opere pubbliche. “Un segnale forte di buon governo che ha permesso all’Ammini-strazione di abolire l’Ici sulla prima casa per il 2008, tassa tanto odiosa seppur impor-tante per i bilanci dei comuni in quanto si tratta della principale voce delle entrate”Allora come rimediate all’introito cui ri-nunciate? “Dal punto di vista procedurale l’abolizione dell’Ici è stata un’importante conquista a cui l’Amministrazione è giun-ta, proprio grazie alla solidità del bilancio,

abbassando al minimo le aliquote e aumen-tando le detrazioni. Il risultato è che il 99% di noi sangervasini non pagherà più l’Ici. Solo i proprietari di un paio d’abitazioni, forse tre, di dimensioni ragguardevoli, do-vranno ancora corrispondere questa tassa al Comune. Comunque anche in questi casi l’aliquota è stata ridotta al minimo, nell’or-dine di pochi euro”.Quindi un beneficio per molti ed un onere per pochi. “Sull’Ici per la prima casa a San Gervasio non è stata mai applicata alcuna addizionale Irpef, tassa subdola che molti Comuni hanno istituito perché troppo in-debitati, trattenendo direttamente una quo-ta sulla basta paga dei cittadini lavoratori”.Quali opere pubbliche hanno impegnato il bilancio del comune in questi periodi recenti? “Premesso che siamo stati attenti al quadro economico, abbiamo di volta in volta coinvolto nei nostri progetti i privati, che in aggiunta agli oneri dovuti per legge, hanno contribuito in larga parte a rendere possibili realizzazioni a costo zero per l’Am-ministrazione. Mi riferisco all’ampliamen-to, alla ristrutturazione e riqualificazione del cimitero dove applicando un’architettu-

ra adeguata è stato allargato il parcheggio e migliorata la viabilità d’accesso, con nuovi impianti di illuminazione e nuove piantu-mazioni. Ma anche al consistente investi-mento per il Nuovo Polo Scolastico, pro-getto reso possibile dall’accordo sottoscritto con l’Istituto Diocesano per il sostentamen-to del Clero che ha ceduto gratuitamente al Comune l’area su cui è stata costruita la struttura. Particolarmente vantaggiosa è stata la convenzione con il piano del di Borgo Giardino che ha permesso alle casse comunali di reperire 870 mila euro coi quali è stata finanziata buona parte del costo re-lativo al Nuovo Polo Scolastico. Medesimo criterio abbiamo adottato per il parcheggio alle Casacce, pressoché ultimato, mentre abbiamo messo mano alla messa in opera della prima tratta della pista pedociclabile che fiancheggia il corso del Lusignolo da Casacce fino alla cascina Olmicello. Infine un accordo con la ditta Fin Marc ed il Parco Acquatico Le Vele ha consentito di avviare l’allargamento e la messa in sicurezza della strada di collegamento fra Casacce ed il Parco Le Vele”.Cos’altro sindaco Mantelli? “È da registrare

l’incremento del patrimonio comunale ed è stato importante, e continua ad esserlo, l’impegno del Comune sul fronte dei servizi migliorati anno dopo anno grazie al cospi-cuo investimento di risorse a favore della scuola e del sociale”.

SAn GErvASioil comune cancella l’ici e non penalizza la crescitaintervista col Sindaco Giampaolo Mantelli

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vErolADue comunità per un’unica verolaSessant’anni dopo la separazione i Comuni di Verolavecchia e Verolanuova gettano le basi per una parziale fusione amministrati-va. Se il progetto andrà in porto, come in molti auspicano, si ritornerà al marzo 1948 quando per effetto del decreto del capo del governo del tempo Alcide De Gasperi Vero-lanuova e Verolavecchia tornarono ad essere comuni autonomi. La fusione avvenne nel 1929, quando il regio decreto accorpava in un’unica entità municipale le popolazioni dei paesi: Verolanuova, Verolavecchia e

Cadignano. Al tramonto del fascimo sulla Bassa tornarono a spirare venti di auto-nomia. Da Verolavecchia si affrettarono a recuperare documenti d’anagrafe caricando quanto era di loro pertinenza su un carro trainato da una coppia di splendidi buoi e trasferirono il tutto nella vecchia sede municipale rimessa in ordine. A Cadignano invece nessuno si mosse ed il paese è rima-sto frazione di Verolanuova.Sessant’anni dopo non si parla di unificazio-ne ma della ricostituzione dell’autonomia

con iniziative che ripercorreranno gli even-ti. Si avanzano discorsi di possibile collabo-razione per un’area nella quale risiedono 12 mila persone: 8 mila a Verolanuova, 4 mila a Verolavecchia. “Non parliamo di fusione ma d’unificazione di alcuni servizi “ avverte il sindaco di Verolavecchia, Sergio Zanetti, promotore della riunione congiunta dei due consigli comunali aperta al pubblico. Da Verolanuova erano presenti il sindaco Stefano Dotti, gli assessori ed alcuni con-siglieri di maggioranza e minoranza questi guidati da Domenico Preti. S’è parlato degli strumenti legislativi che favoriscono la pianificazione di azioni di miglioramento, delle modalità di esecuzione dei servizi per aumentare la soddisfazione dei cittadini, dai quali sono in crescita la domanda di servizi e prestazioni.Con altre considerazioni è stata esaminata la necessità d’intervenire nei processi di ge-stione dei servizi per aumentarne l’efficien-za e l’efficacia anche individuando nuove forme gestionali e di mettere più oppor-tunamente in rete risorse locali. Insomma cose concrete per avvicinare la pubblica amministrazione ai cittadini e alle imprese, adottando iniziative utili a semplificare i loro rapporti con il Comune, per migliora-re la qualità della vita e rendere più compe-titivo il territorio. Cioè cogliere i vantaggi della collaborazione.

Discorsi futuribili, ma possibili. Per il mo-mento s’è costituito un coordinamento tra le due amministrazioni comunali per individuare le aree di collaborazione. E se i discorsi proseguono, com’è nei propositi manifestati da più parti, nei programmi elettorali della primavera 2009 partiti e movimenti d’opinioni che aspirano alla gestione del Comune dovranno dire la loro. Concretamente senza utopie sul futuro del-le due comunità.

la tAv contesa fra città e provinciaLa Tav è un bel problema che forse non interessa direttamente il nostro territorio ma in qualche modo vi verrà coinvolto. Per la Provincia è fondamentale che la Tav passi da Montichiari. Per gli esponenti dell’amministrazione in Loggia, il Comune di Brescia, l’Alta Velocità deve passare da Brescia. Secondo il progetto del Trasporto Alta Capacità, la tratta Treviglio-Brescia, già progettata e finanziata per una quota di due miliardi di euro, deve entrare nel territorio cittadino fino alla Stazione: il corridoio 5 Lisbona-Kiev passerà per Bre-scia ponendola al centro di un percorso europeo.Che bello! Pensate al via vai di treni che fanno capo alla stazione centrale della città nel bel mezzo del contesto urbano. Sarà

una guduria per i residenti ed in particolare per il traffico già congestionato da par suo che sarà ancor più caotico per il transito di auto e bus diretti alla stazione. Per non parlare dei veicoli pesanti che faranno la spola a caricare o scaricare merci.C’è solo da pensare che si tratti di un tira e molla tra amministrazioni pubbliche di diverso orientamento politico in vista delle elezioni di metà aprile e che poi il prevalga il buonsenso. Il Comune cittadino al partito democratico (ammesso che le confluenze siano concrete), la Provincia al Pdl, nel quale confluiscono alcuni, mentre altri restano fuori. Intanto in palazzo Loggia attorno alla Tav c’è agitazione, in palazzo Broletto idem per sostenere ipotesi contrastanti sulla Tav

che, secondo gli uni non può scavalcare la città, mentre gli altri fanno osservare che la Tav a Montichiari avrà un senso perché in quel territorio c’è già l’aeroporto, in quella direzione confluiscono nodi stradali importanti.I problemi non sono secondari se dal palaz-zo Loggia c’è chi ipotizza che “bisognereb-be pensare all’interramento della ferrovia per 10 km, superando la cesura della città, recuperando la continuità del territorio, eliminando il rischio inquinamento acu-stico e atmosferico e inoltre ripristinando un nuovo spazio della città”. Dunque i problemi sranno molti. Ed i costi? Quale sarà l’impegno economico per un proget-to del genere che imporrebbe in città la straordinaria sistemazione della zona della

stazione per dare il via a nuovi progetti urbanistici. Insomma altri scombussola-menti, ribaltamenti del territorio quasi non bastassero i disagi che la città già sopporta con i lavori per la metropolitana ed altri interventi in periferia per dar fluidità (ma quando?) al traffico. Solo il futuro dirà, se idee e progetti di oggi hanno risolto una serie di problemi ai quali altri se ne sono certamente sommati. Chi viaggia se n’è già reso conto. Per chi invece sta fermo alla scrivania e pretende di dettar legge, va tutto bene. E se ascoltassero, una volta tanto, i nostri politici, il parere della gente alla quale vanno a sollecitare il voto con promesse mirabolanti?

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Un incontro dei giovani con il Prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca, per spiegare la Costituzione Italiana nel 60° anniversario della promulgazione, il 1 gen-naio 1948. “Momento importante per il rappresentante del governo nazionale in dialogo con gli studenti che sono i cittadini di domani” nella definizione del Prefetto in cattedra nel teatro Zanardelli di Gottolen-go. L’incontro è stato preceduto dal dono degli alpini del paese il cui capogruppo, Battista Boldrini ha consegnato due ban-diere tricolori ad altrettante realtà locali: alla scuola media Gottolengo-Gambara, rappresentata dal preside Palmiro Carrara, ed al direttore delle scuole elementari, Vit-torino Treccani.Il tricolore simbolo dell’Unità d’Italia “un drappo nel quale sono condensati duecen-to anni di storia ha commentato il predetto Tronca ripercorrendo gli eventi che fin dal 1861 portavano la Penisola a fondere

in unica rappresentanza arte, cultura, let-teratura. Si parlava allora la stessa lingua, emergeva la volontà di generare un’unica realtà geografica, si formava l’idea della Patria unita portata avanti da filosofi, politi e letterati. Era il risultato dei moti del 1848 che registravano le Cinque giornate di Mi-lano mentre l’anno dopo, il 1849 Brescia faceva sentire il proprio anelito di libertà con le Dieci giornate che meritarono alla città l’appellativo di Leonessa d’Italia.Seguirono: la seconda guerra d’Indipen-denza, con le battaglie di san Martino e Solferino, mentre nel 1860 Giuseppe Ga-ribaldi, mitico eroe di due mondi fu prota-gonista dello sbarco del Mille in Sicilia che avviarono il processo di unificazione del Meridione all’Italia libera.Due guerre nel Novecento furono pagine dolorose di devastazioni, violenze, massa-cri. Ma quando un terreno è bruciato ri-nasce la natura, sbocciano i fiori. Ed è nata così la Costituzione nella quale in dodici articoli sono indicate le regole per l’espan-sione, lo sviluppo e la crescita della nostra comunità. Una Repubblica, l’Italia, fonda-ta sul lavoro che è un diritto ma anche un dovere, nella quale la sovranità appartiene al Popolo. “Fate veramente in modo d’esse-re orgogliosi di appartenere a questo stato” ha esortato il prefetto Tronca.In sala in prima fila i rappresentanti dei co-muni dai quali provenivano i ragazzi delle

scuole elementari e medie: Natale Azzini di Fiesse, Domenico Piovani di Pralboino, il vicesindaco di Seniga Giuseppe Boldori, Ancilla Franzoni assessore di Gambara ed esponenti del comune di Milzano. L’in-contro ha messo in risalto l’interesse dei ragazzi a conoscere la storia della Nazione con domande formulate al termine della lezione e s’è concluso con il dono di un busto in creta di Garibaldi, modellato dagli allievi delle classi terze della Scuola Media di Gottolengo-Gambara. Un omaggio che il Prefetto inserirà nella sua collezione che comprende la spada di Giovanni Fore-sti, pralboinese, uno dei mille al seguito dell’”eroe di due Mondi”, cimelio che - come ha informato il sindaco Domenico Piovani - sarà in mostra a Pralboino l’11 maggio prossimo in occasione del raduno lombardo cremisi.

QuinzAnoPrimo impianto in italia che ricaveràenergia pulita dalla pollinaEntro l’anno Quinzano d’Oglio si riscalderà con gli scarti avicoli che consentono potenza termica e azzeramento delle emissioni. Scri-viamo del progetto dell’impianto di pirogassificazione della pollina di Quinzano, il primo in Italia, per il quale sono avviati i lavori alla cascina Cantarutti. La socie-tà Enerbio prevede di attivare la prima linea da 1,1 Mw in tempi stretti, poi gradualmente, il piro-gassificatore andrà a regime ga-rantendo 3,3 Mw termici e 6 Mw termici che andranno a riscaldare immobili pubblici e due quartie-ri. L’investimento richiede quasi 20 milioni di euro, coinvolge un consorzio 80 aziende avicole, per lo più bresciane, che conferiscono la pollina all’impianto che man-cando la combustione non pro-duce polveri sottili e ultrafini.L’attività sarà monitorata in modo permanente da sistemi di sicurez-

za per cui a Quinzano d’Oglio si costituisce una miniera inesauri-bile di energia “pulita”, prodotta - quasi per un contrapasso bio-logico - con la parte più sporca della filiera zootecnica. Da rifiuto speciale a petrolio verde è la polli-na prodotta dalle aziende avicole bresciane, fonte alternativa tra le più studiate dalla Regione Lom-bardia. Nella pianura bresciana nasce un impianto che diventa pilota per altre zona ad alta den-sità di allevamento: da Isorella a Borgo San Giacomo da Ghedi a Leno, Offlaga e Manerbio, da Chiari a Cazzago San Martino, da Rovato a Paderno Franciacorta, senza dimenticare le zone a voca-zione avicola del Garda Polpenaz-ze e Soiano.Servono, comunque, norme chia-re in tema di biomasse, poichè nel limbo normativo, nessun im-prenditore rischierà capitali.

Il 31 marzo scorso ha cessato l’attività nell’Ospedale di Manerbio il dott. Mario Usberti, dal 1986 dirigente responsabile della struttura complessa di Nefrologia ed Emodia-lisi. “Nel ringraziare il dott. Usberti per l’ap-porto professionale che ha garantito all’Azien-da, confermo che nomineremo un nuovo dirigente di struttura complessa, per garantire un futuro stabile al reparto di Nefrologia di Manerbio” ha affermato il direttore generale Mara Azzi che assicura: “Ritengo qualsiasi ipotesi di chiusura non più attuale conside-rando l’importanza dell’apporto clinico for-nito da una qualificata struttura nefrologica, e per l’insieme dei pazienti ricoverati oggi in ospedale. Infine – conclude -, ritengo anzi che si dovrà valutare quanto prima un possibile coordinamento delle strutture nefrologiche e dialitiche dell’intera Azienda, promovendo forme di integrazione e di collaborazione, a beneficio di un’utenza in costante crescita”.L’introduzione della dialisi peritoneale (oltre 900 trattamenti nell’ultimo anno), lo svilup-po della dialisi domiciliare (4000 trattamenti nel 2007), l’attivazione di un ambulatorio per i pazienti trapiantati e lo sviluppo di un fecondo rapporto con i reparti ospedalieri, nei quali si svolgono ogni anno 200 tratta-menti extracorporei in continuo, sono alcuni dei traguardi raggiunti da un servizio a forte impatto sociale per il territorio di riferimento, che accoglie anche 70 pazienti nei locali del Servizio di Emodialisi.Anche per il futuro sono in programma in-terventi significativi. In particolare è previsto nei prossimi mesi l’ampliamento del Servi-zio di Emodialisi, che permetterà di elimi-nare il terzo turno di dialisi, con indubbie ripercussioni positive per l’organizzazione e un miglioramento nel comfort dei pazienti. Inoltre l’aumento dei posti letto consentirà di assorbire l’incremento dell’utenza, previsto nei prossimi anni.

MAnErBiol’ospedale amplia l’emodialisi

GottolEnGola costituzione spiegata ai ragazzi

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lEnoin mostra pittori bresciani

MAnErBioAlberto Boneramusicista e pittoreMi è grato il compito di analizzare il profilo di un artista, per quanto non giunto ai fasti della gloria; è come giocare con il piacere della parola, giacchè questi è valore in sè, è colui che forgia, colui che vale nel tempo, che affida il valore alle cose.Nato nel 1950, licenziato con maturità clas-sica, si laurea nel 1975 in filosofia. Dopo alcuni anni dedicati all’insegnamento della filosofia, viene trascinato appassionatamen-te dall’empatia musicale, ne segue le lezioni e nel contempo si abilita a pigliare con dovizia i tasti del pianoforte diplomandosi con giudizio. Ciò che si evince è la sua ca-pacità di tramutare la sua forza mentale in una forma, a darle forma, ove la potenza in atto trattenuta è pronta al balzo.Se vi è un torto che posso muovergli è que-sto: non desidera cambiare le cose del corpo con la forza del corpo, ma le cose del corpo con la forza dell’anima, essendo privo della disciplina del corpo.Se si trascura quella parte del corpo, che è il corpo stesso, esso si ribella e si sublima in quel mistero che si chiama mente. Lui l’ar-tista, rimane con sguardo estatico, appresso a ciò che anche dopo il dis-velamento, rimane come ultimo velo, che non lascia vedere, ma intra-vedere la natura di quella sua forza, destinata a rimanere in parte coperta.Volle e vuole ancora disabituarsi alla me-diocrità comune, deciso sino in fondo a vivere nella tonalità, nella pienezza, nella bellezza. E come ci riesce? Sublimando la rabbia che lo pervade, che lo affatica, lo trascina al sapere, ma il sapere si sa, porta con sè dolore, perchè spezza l’ingenuità del mondo, l’apatia quotidiana, e allora soffre, non dimentico che anche la sofferenza lo porta al dolore. E la sua ebbrezza lo ac-compagna nella voluttà del suono; compo-ne e ricompone dolci e suadenti melodie che sanno spiegare e piegare la sua indole ribelle. E il suo bel lavoro degli anni’90 “Presagi” è la parabola del pensiero, che si anima alla ricerca di se stesso, con i presagi del nostro comune destino, avvolti nel tor-pore dell’esistenza. È l’esistenza con il suo dolore, che dimentica l’estasi, evoca l’indi-stinto, ciò che cresce all’ombra del dubbio, che rimarca l’indole del nostro timido agire, che di tanto in tanto affiora, sciogliendo solo in parte il dubbio stesso, cioè l’ombra

di qualcosa che fatica a svelarsi. Non si può attraversare i confini dell’anima, tanto è profondo il suo logos (Eraclito).Tutto questo si percepisce nelle sue com-posizioni, ove la musica è gesto, è rito, non ancora consumato, mito insomma, ancora da noi abitato.E dopo tutto lui ci prova sempre, perchè sente la necessità di disperdere ciò che oggi trionfa: la perdita di ogni gerarchia, il senso della qualità, il rispetto per quello che è superiore, la stima per l’uomo che vale. “Ci vuole un caos dentro di sè, per partorire una stella che danzi”(Nietzsche).E lui ha dimostrato di possedere questo caos, sia nella musica, sia nella pittura, (anche qui il giudizio è positivo) sia nel pensiero che lui definisce “forte”, in con-trapposizione al pensiero debole operante oggi. Accanto a lui porrei, come suo mèn-tore il grande poeta Quasimodo e dentro la cornice i suoi versi molto belli, tratti dalla poesia “Alle fronde dei salici”: “Alle fronde dei salici, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.” È melodia, suono un pò melanconico, quasi un....presagio.Ma lui il nostro artista, non è ancora dell’idea di appendere la sua cetra alla fron-da del salice. Anzi, seguiamolo, ha molte cose da dirci, è conveniente e piacevole ascoltarlo, dinnanzi all’apatia e frivolezza di questo nostro mondo.

Con “Terre d’acqua”, rassegna allestita a Villa Badia in Leno sul paesaggio lombardo che si completa con la ricchezza d’acqua che caratterizza l’intera pianura padana, il Dominato di Cassa Padana ha avviato un percorso nell’arte destinato a proseguire. Maurizio Bernardelli Curuz, critico d’arte e giornalista, ideatore della rassegna sotto-linea “che la collaborazione con la Fonda-zione Dominato Leonense è stata proficua, rispetto all’idea di mostra come luogo in cui muoversi e capire, in cui accumulare emozioni, in cui i silenzi e i suoni, le luci e le oscurità sono studiate pittoricamente e teatralmente. Ora - prosegue Bernardel-li Curuz - ho in testa una grande mostra cittadina, in sinergia con “Stile mostre” e il “Dominato” che possa contare su grandi spazi: vorrei che fosse moltiplicato per cen-to l’effetto della mostra lenese”.È un progetto da realizzare quest’anno,

un’iniziativa culturale che riesca a valoriz-zare, come a Leno, la pittura bresciana, ita-liana, ma con materiale espositivo e critico di gran lunga più ampio e vario, che sia d’impatto, in grado di suscitare emozioni e riesca a destare le capacità cognitive ed intellettuali fra coloro che visiteranno la mostra. “Nella Bassa - interveniene ancora il critica d’arte - ho voluto proporre una “camera delle meraviglie”, come una pic-cola stanza magica che riuscisse, come poi ha confermato il pubblico, a procurare sen-timenti intensi; a Brescia vorrei riuscire a cambiare registro, vorrei perseguire risultati interdisciplinari dove intorno agli attori, i quadri, si muova tutto quell’apparato scenografico, scenotecnico e letterario, in grado di dare vigore alla “voce recitante”, al “primi attore”che è l’Icona! Questa la filosofia che guiderà gli organizzatori della futura mostra”.

PoMPiAnouna mostra del pittore manerbiese tiziano MasiniBIANCONEROVISIONI RILEVATE

Comune di Pompiano spazio espositivo la “Peschiera”Piazza S.Andreala mostra sarà aperta dal 22 marzo al 6 aprile 2008orario: venerdì 15-19 sabato e domenica10-12 / 15-19

Profilo autobiografico dell’artista manerbiese Figlio d’arte perché dal padre pittore sopran-nominato Batistù, ho appreso la passione per il disegno e la pittura sin da piccolo, ini-ziando cosi il mio cammino di formazione attraverso lo studio sui linguaggi non ver-bali. Ciò che mi spinge a pitturare è so-prattutto il principio di piacere, legato alla magia dell’universo della pittura. All’ini-zio, la pittura era sola una diversione, in seguito diventa parte integrante della mia vita, oggetto di meditazione.Ho concentrato la mia ricerca sulla forza espressiva ed evocativa alle forme, colori, segni che si fanno di volta in volta interpre-ti delle più diverse sensazioni e riflessioni.È solo grazie nell’ideazione e realizzazione delle opere che io evado dal mondo attuale, dove il fluire istintivo del disegno e della luce provo a fare il vuoto intorno, instaura-re un legame diretto con il mio inconscio, le paure, ossessioni, desideri, in modo di rielaborare la realtà creando un universo

inedito a mio modo sconvolgente.Il quadro può essere ancora un avvenimen-to straordinario che rompe la monotonia delle cose, ma deve avere un carattere im-prevedibile e destabilizzante.Deve seguire altre regole di gioco, lavoran-do alla frontiera di ciò che appare scom-pare, opponendosi ad un sistema che è regolato sulla produzione e consumo alla simulazione che domina tutta la società delle immagini. Il mondo della realtà vir-tuale è la forma ultima della simulazione che blocca la dimensione del sogno, del mito, rende l’uomo statico insensibile.Le rappresentazioni mentali che ci fanno esseri umani diventano evocazione di sen-timenti attraverso le mie opere.In questa prospettiva la pittura, le mie opere diventano il mezzo per prendere in contro-piede la realtà e la sua ipertrofia di segni.

MoStrA Di PitturA Di

AlBErto BonErA

AutoritrAtti in GAllEriA

il teatro dello sguardo

Brescia

via San Faustino, 70

Sala Piamarta

dal 14 Marzo al 29 Marzo 2008

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1 MArtEDÌ S. Ugo v.

A somna da mars a zong sa sbaglia miga (seminare da marzo a giugno non si

sbaglia)

1579 - Ercole Tengatini da Capriolo viene nominato arciprete di Manerbio.

1806 - Dopo essere stato promulgato in Francia il 21 marzo 1804, con de-gli adattamenti, entra in vigore nelle provincie del Regno italico il codice di Napoleone.

1849 - Per tutta la notte ha tuonato il cannone dal Castello di Brescia. Gli austriaci sfondano a porta Torrelunga. Padre Maurizio Malvestiti sale in Ca-stello a chiedere che si risparmi la città che si arrende dopo dieci giorni di lotta contro l’invasore.

1978 - Sono in corso i 155 giorni di prigionia di Aldo Moro, esponente del-la Dc sequestrato dalle Brigate Rosse in via Fani a Roma, uccidendo i cinque componenti della scorta.

2 MErcolEDÌ S. Francesco da Paola

El mes d’avril el gà ‘l cò bus El fa vent, sul e po’ piuus

(Il mese di aprile ha la testa buca, fa vento, sole e pioggia)

1498 - Atto divisionario delle tre pre-bende del beneficio parrocchiale di Ma-nerbio di Papa Innocenzo VIII.

1478 - La peste del Mazucco - Per sot-trarsi al contagio, il nobile Corradino Palazzo lascia la città, rifugiandosi a Manerbio, dove s’è fatto costruire la cascina Remondina

1590 - Il podestà di Brescia Lorenzo Priuli interviene contro l’emarginazio-ne dei forestieri: “per levar così fatta inequalità ingiusta e scandalosa, con la presente termatione si dichiara che tutti quelli, che al presente habitano nelli comuni (…) pagando per una volta tan-tum il valore di quanto capitale toccarla a un originario d’essi comuni, che fosse nel medemo estimo et teste, s’occorresse dividere tra loro gli originarii essi beni, siano admessi agli utili et siano atti ad haver carichi et governo del comune (ex – veneto B. 202, mazzo 107/3).

1849 - La sera del 2 aprile in Castello a Brescia sono fucilati un centinaio di bresciani. Il bilancio delle dieci giornate è pesante. Alla città è imposta una multa di sei milioni ridotta poi a 259 mila lire. Tra i bresciani si contano almeno 200 morti e 300 case distrutte da incendi.

3 GiovEDÌ S. Riccardo v.

La carestia la ve ‘n barca (troppa acqua rovina i raccolti)

1154 - Obizone, arciprete di Manerbio,

riceve un privilegio dal vescovo di Bre-scia Raimondo.

4 vEnErDÌ S. Isidoro v.

En cà gh’è semper piaghe, se l’om ‘l ga ‘l bigarol e la fomna le braghe

(in casa sono sempre guai, se l’uomo ve-ste il grembiule e la donna i pantaloni)

1483 - Nella primavera Venezia prov-vede a rinforzare alcuni castelli, tra i quali quello di Manerbio, in ragione del conflitto che venne poi denominato guerra di Ferrara.

1978 - Le Brigate Rosse fanno recapita-re una lettera di Aldo Moro al segretario della Dc, Benigno Zaccagnini.

5 SABAto S. Vincenzo Ferrer

Col temp e co la paia se madura i nespoi (col tempo e con la paglia si maturano

le nespole)

Primavera 1484 - I provveditori veneti concentrano a Manerbio un numeroso esercito. A seguito di un tentativo di tradimento da parte dei manerbiesi nei confronti dei veneziani, il castello di Manerbio fu fatto sfollare dagli abitanti per permettere la demolizione spianan-do la fossa settentrionale.

1990 - Manerbio - La serata è dedicata alla mostra del francese Michel Ciry sul tema: “Il volto della Santa Terra”, 24 acqueforti presentate dal docente della Cattolica, Viotto. La mostra è curata dal critico d’arte Alberto Zaina ed è sta-ta allestita al Centro Civico di palazzo Luzzago, con contributi di varie realtà locali e provinciali

6 DoMEnicA S. Celestino I papa - luna piena

An de erba, an de merda (anno d’erba, anno di merda)

1496 - Il comune di Manerbio con un compromesso con l’arciprete, Girolamo Cucco e Annibale Luzzago, aqcuista nuo-vi diritti d’acqua per animare un mulino posto in contrada del Bel Vidì.

1932 - Pietro Bianchi da Provaglio d’Iseo viene nominato arciprete di Ma-nerbio.

7 lunEDÌ S. Giovanni Battista de La Salle

La minestra l’è la biada de l’om (la minestra è la biada dell’uomo)

1498 - A Manerbio una mostra di 4420 cavalli. Il conte Gio. Francesco Gamba-ra, feudatario di Verola, ne porta 420.

8 MArtEDÌ S. Dionigi v

Le fomne le pians d’on oc e le rid con l’oter

(le donne piangono da un occhio e ridono con l’altro)

1918 - Nasce a Brescia Bruno Boni, sindaco dal 1948 per ben sei tornate fin al giugno 1975

9 MErcolEDÌ S. Tancredi monaco

Le fomne le se mala quand che le ol (le donne s’ammalano quando e come

vogliono)

1509 - I Gambara si impadroniscono arbitrariamente di Manerbio e sono co-stretti a restituirla a causa del mancato appoggio di Luigi XII.

10 GiovEDÌ S. Terenzio m.

Dulur de moer morta el dura fino a la porta

(Il dolore per la morte della donna dura fino alla porta)

11 vEnErDÌ S. Stanislao v.

che colpa gala la gata se la moer l’è mata (che colpa ha la gatta se la moglie è

matta) Parte da Brescia il giro di Lombardia

per auto e moto d’epoca.

12 SABAto San Zeno - primo quarto

Chi ol bela galeta, per San Ze ‘l la meta (Chi vuole bozzoli belli metta il seme

nell’incubatoio)

1567 - Dopo la deposizione di Giulio Luzzago, viene investito del beneficio di S. Giorgio, il giovane Giovanni Maria Luzzago.

13 DoMEnicA S.Martino I papa

A taias el nas sanguana la boca (a tagliarsi il naso sanguina la bocca)

1576-1577 – La peste di San Carlo - Nella contrada delle Selva – tra Maner-bio e Bagnolo – fa testamento la nobile Cecilia Luzzago, colpita dal contagio.

1807 - Inizia la redazione del nuovo catasto napoleonico che terminerà nel 1811.

14 lunEDÌ S. Tiburzio m.

Bisogna legà l’asen ‘n dol vol el padru (Legare l’asino dove vuole il padrone)

1156 - Il vescovo Raimondo compone una lite tra Obizone e Lanfranco, abate benedettino del monastero di S. Eufe-mia, circa la giurisdizione dei chierici di Cigole.

15 MArtEDÌ S. Annibale m.

La fomna a la finestra, la gata a la minestra (la donna alla finestra, la gatta alla mi-

nestra)

1526 - Inizia il mercato settimanale a Verola. Quello di Pontevico seguirà nel 1559.

16 MErcolEDÌ S. Lamberto m.

La galina che sta ‘n ca se non l’a becat, la becarà

(La gallina che sta in casa se non becca beccherà)

1543- Donato Savallo vicario del ve-scovo, su istanza di Galeazzo Luzzago erigeva la cappellania di S. Giorgio con patronato della famiglia Luzzago. Il

C A L E N DA R I O B R E S C I A N Oa cura di franco piovani

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Aprile 2008 Pag . 9

primo cappellano fu il manerbiese An-tonio del No

17 GiovEDÌ S. Anacleto I papa

En avril bota ach el manec del badil (in aprile germoglia anche il manico del

badile)

1578 - Il capitano di Brescia Francesco Duodo fissa in 28 il numero dei tezzoni del salnitro nel territorio. Il coperto era a tettoia che proteggeva dalla pioggia la terra impregnata degli escrementi degli ovini, il cui numero non poteva ecce-dere i 200 campi. Compito dei sanitari era quello di rimescolare continuamente il terreno, per favorire la coltivazione del salnitro. Gio. Francesco Baldini, massaro della fabrica di salnitro fatta in-torno la tezza del salnitro di Manerbio, dichiara che l’opera ha comportato una spesa complessiva di lire planet 13.931 e 5 soldi, di cui un quarto nelcondor le terre et altre robbe. In questa Terra (Manerbio) vi è il coperto fatto, e se egli condura la terra da Offlaga, Cignano, Milzanello, Bassano e San Gervasio. Gli stessi comuni (1578) faciano finir li alogiamenti alli saltrinati per lavorar le terre, et chi permettimo che li saltrinari possano tener 200 pecore per coperto, et che possano pascolar per il territorio.

18 vEnErDÌ S. Calogero - S. Galdino v.

Quand che se ria soi setanta gran coio chi che se anta

(quando si arriva a settant’annigran coglioni quelli che si vantano)

19 SABAto S. Emma di Gurk

Quand che sa ga fam le bu ‘l pa sensa salam

(quando si ha fame è buono anche il pane senza salame)

1589 - È consentito al salnitro di Maner-bio di tener delli homini nelle case del salnitro, per voltar le terre, et far il tetto per le pecore. In seguito San Gervasio si limita solo al trasporto della terra. Così Bassano, che nel 1671 conduce alla tezza del salnitro di Manerbio 27 carra. In un inventario del 1728, il tezzone del salnitro di Manerbio, in base alla perizia del capomastro Lorenzo Pozzi e del marengone Lorenzo Zambelli, oltre alla casa del custode, ha una copertura di 30 trecciere d’albara, 33 trecciere (travi) di rovere, 24 travi armati di rovere, 15 sparadossi. Oltre che a Manerbio, si trovano strutture a Pontevico, Pavone, Pralboino, Verolavecchia.

1979 - Esce il primo numero di Bre-sciaggi, nuovo quotidiano bresciano.

20 DoMEnicA Tutti i Santi della chiesa bresciana

luna piena quand che s’è cioc, s’è dei poer arteciocc

(quando si è ubriachi si è dei poveri carciofi)

1817 - Cimitero nuovo, l’attuale edifi-cato nel fondo delle Saide, del beneficio curaziale di S. Caterina.

In fine, all’atto di morte di Domenica

Astori fu Antonio, in data 20 aprile, si legge: Et clausum fuit hac die vetus Coemeterium. Sequentibus vero ab hinc diebus corpora fidelium, qui in ista Parroccia, deciaent, quioescent un novo Coemeterio iam diu aedificato in aedibus S.te Catharinae via Saidarum, quod fuit benedictum a R.mo Archi-presbitero Laurentio Ghirardi, comi-tante Clero omnique populo, decimo secundo calendas Mai, et Dominicia secunda post Pascha currentis anni

1975 - Il Concordia Rugby Brescia vince il campionato italiano

21 lunEDÌ S. Cipriano vescovo

Quand che la barba la ciapa el grisì lasso le fomne e tachet a vi

(quando la barba diventa grigia lascia le donne e attaccati al vino)

1799 - Le truppe austro – russe occu-pano Brescia e saccheggiano le case dei giacobini.

1938 - Lo scultore Angelo Zanelli vince il premio Mussolini

22 MArtEDÌ SS. Sotero e Calo

Quand che sa ol be l’è semper serè (quando ci si vuol bene è sempre sereno)

1960 - Arturo Benedetti Michelangeli vince il premio internazionale Viotti d’oro per pianoforte.

1978 - Messaggio di Paolo VI agli “uomini delle Brigate Rosse” per la liberazione di Aldo Moro. Messaggio inascoltato.

23 MErcolEDÌ S. Giorgio m.

L’invernel de san Zors, o prima o dopo el fa ‘l so cors

(L’inverno di San Giorgio, o prima o dopo fa il suo corso)

1607 - Benedicano Tibi angeli omne-sque creaturae, Omnipotentes Deus, quia visitasti plebem tuam. Hodie nun-tium nobis allatum est, non modo de interdico sublato a Serenissimo Do-minio Veneto, cui jam superiori anno die 17 Aprilis ai SS. Paulo V supposi-tum fuerat, sed etiam Serenissimo ipsi Principi et toti Reipublicae,, ab III.mo Cardinali Gallo de Gioiosa Legato im-partita est benedictio.

1962 -Brescia: allo stadio Mompiano l’incontro di rugby Italia-Francia con-cluso con la vittaria dei transalpini per 6 a 3.

24 GiovEDÌ S. Fedele da Sigmaringa Sant’Onorio vescovo di Brescia

A San Fedel tocc i asegn i cambia ‘l pel (A San Fedele tutti i somari cambiano il

pelo)

1921 - È assegnato il premio Automo-bilistico “Città di Brescia”.

25 vEnErDÌ S. Marco

Oia o no oia, per San Marc ghe vol la foia

(Voglia o meno per San Marco ci vuole la foglia)

1470 - Viene realizzato il crocifisso ligneo della parrocchiale.

1945 - Finalmente finiscono le battaglie della Guerra iniziata nel 1940. L’Italia è in festa per la riconquistata democrazia. Le truppe tedesche in ritirata fanno ancora morti. A Cigole Paolo Farina, giovane agricoltore, è colpito da una raffica di mitra. Morirà tre giorni dopo all’Ospedale di Manerbio ricoverato per ferite.

1982 - Il Rugby Calvisano Vigasio si quelifica per il campionato di serie A.

26 SABAto San Giovanni Piamarta

Quand che i nas iè toic bei quand che i sa spusa iè tocc sciori quand che i mor iè tocc sancc (quando nascono son tutti belli quando si sposano son tutti ricchi quando muiono son tutti santi)

1945 - Guglielmo Ghislandi è nomi-nato sindaco di Brescia, Pietro Bulloni prefetto della città.

27 DoMEnicA S. Zita

Zoc de ma, zoc de vilanc (gioco di mani, gioco di villani)

1916 - A Brescia è fondata l’associazio-ne mandolinistica che negli anni Venti sarà intitolata a Costantino Quaranta.

28 lunEDÌ S.Vitale Festa al Campazzo quarto di luna

Caas la set de carne salada (togliersi la sete con carne salata)

1630-1631 - La peste manzoniana - Il 28 aprile 1630, a Verola, sono confinati nel lazzaretto – a titolo precauzionale – quanti giungono dal cremonese, già flagellato dalla peste. Bassano realizza un lazzaretto nel campo vocato il Trifo-glio di Sotto. A Pralboino il lazzaretto è in contrada della Rovere; a Manerbio si trova al dosso di S. Rocco.

1799 - Le truppe austriache e russe entrano a Milano dopo aver sconfitto i francesi.

1925 - Brescia: Nasce la casa editrice Morcelliana

29 MArtEDÌ S. Caterina

Avril ‘l n’a trenta, se ‘l no pies trenta, nol fares mal a nissu

(aprile ha trenta giorni, se ne piovesse trenta non farebbe male ad alcuno)

1631 - Peste a Manerbio: viene assunto come chirurgo Gio. Antonio Punzoni di Dello, col compito di medicare, sala-zare et far altre fatture alli infetti di con-taggio, per un compenso di 15 scudi al mese, più regalie e alloggio. Il Punzoni dovrà prontamente servire dove sarà comandato dalli signori deputati alla sanità e dal fisico Gilberti Girolamo. Per la fuga o la morte dei notai, diventa problematico far testamento. Don Bia-gio Poletti, cappellano a Bassano, detta

ad uno dei pochi notai rimasti le sue ul-time volontà, in strada pubblica apresso il rastrello di Manerbio (primo ottobre 1630). In rapida successione, muoiono di peste ben tre arcipreti d Manerbio: don Tebaldo Foresti, don Antonio di Rada e don Pietro – Maria Morbio. L’undici agosto 1631, la vicinia dello stesso comune è convocata nella par-rocchiale, per essere occupata la casa solita dei consiglida un appestato. I 58 presenti chiedono all’unanimità che sia immediatamente liberato il console del paese Pietro Pansera, fatto arrestare dai nobili Luzzago, per non aver impedi-to la fuga di certa Lucia de Molador, rifugiatasi in chiesa. Il contagio non risparmia neanche chi si isola negli an-goli più sperduti della campagna. È il caso di Lorenzo Agnello, agonizzante nel castello posto sopra li arzeni della Ruzza. Sempre a Manerbio, nel 1631, troviamo nel lazzaretto di S. Rocco: Bernardino Grazioli, giacendo in terra; Camilla Fredi, in terra sotto un porti-co del lazzaretto,Francesca Bontempi, giacendo sopra un letto in un baitone del lazzaretto; certa Caterina, sedendo in terra nella era del lazzaretto; Gra-ziolo Graziali, giacendo in terra sopra una piumazza nella ’era del lazzaretto; Gio. Maria Negri, in letto in una casina teranea del lazzaretto. Oltre ai confini del lazzaretto, ci sono quelli sequestrati in casa: Battista Boninsegna, che fa testamento, sedendo sopra uno scagno nell’era della sua casa, essendo seque-strato dal mal di contagioso; Vincenzo Boninsegna, sequestrato per il contagio, essendo in piedi per il suo orto; Lucia Mosca, a letto, sopra un fenile della sua abitazione; Giulio Tenchini, infermo di mal di contagio, in letto sotto la portella di casa, Stefano Alberti,sedendo in terra sopra un poco di paglia, in certo stalet-to, in contrada Breda; Lucrezia Lini, inferma di mal di contagio, in letto sot-to la portella di sua habitatione, Paolo Loda, a letto sotto il suo portico; così Clementina Gandini; Federico Loda; Battista Fredi; Agostino Oldofredi, sot-to una baita nell’era del fenile chiamato la Campagna; Francesco Goioni, ferito di peste, giacendo sopra un carro, sotto il portico di sua habitatione;Laura Le-oni, contagiosa, sopra ua scagna, avanti alla sua bottega, in piazza; Giuseppe Loda, al fenile chiamato le Castello; Angela, moglie del magistrato Dome-nico Vidali, appoggiato a una finestra che guarda sopra la strada e ciò per se-questrata per il mal contagio.

30 MErcolEDÌ S. Pio V

‘n temp de meder no se dis ne Pater ne Ave Maria

(Nel tempo della mietiturano si dice né Pater e né Ave Maria)

cioè: sotto col lavoro!!!

1904 - Brescia: festa in Castello dopo le elezioni

1978 - Aldo Moro ancora sequestrato dalle Brigate Rosse.

1980 - Il presidente della Repubblica Francesco Cossiga visita la città di Bre-scia.

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Vogliamo ora aprire uno squarcio di vita manerbiese, raccontando per sommi capi, la storia di Fortunata Gallina.Ercole Gallina, capo comico milanese, nel 1830 abbandonò Milano e le scene teatrali e si stabilì a Manerbio, dopo una breve parentesi a Brescia, alla morte del padre Carlo.Ereditò la Cascina Chizzoletta con circa 125 piò e la casa d’angolo tra Via Dante e Via Roma e che oggi si trova suddivisa tra vari proprietari (Bertoli, Zenucchini, Tenchini e Mosca).Non visse a lungo a Manerbio e morì pre-maturamente, lasciando la moglie Cle-mentina Lenzi e tre figli: Filippo, Fortuna-ta e Faustina.Ercole Gallina fù figlio d’arte in quanto la madre , Maddalena , nata a Cremona nel 1770, fù una celebre attrice, sia in lingua che in dialetto , che calcò le scene teatrali sin da giovanissima.Quando decise di seguire le orme materne, dovette lottare contro l’opposizione dei genitori, probabilmente a causa del suo aspetto.Il Giornaletto Ragionato Teatrale, edito a Venezia, nel 1821 così lo descriveva:“Benchè poco favorito dalla natura per es-sere di aspetto alquanto svantaggioso”.Fortunata o Fortunina, a seconda dei do-cumenti, ebbe un ruolo nella personale vicenda di Tito Speri, l’eroe del Risorgi-mento Bresciano.Fu infatti legata sentimentalmente allo Speri sin dall’età di 16 anni, allor quando ebbe l’avventura di conoscerlo mentre fre-quentava il circolo dei patrioti manerbiesi: in primis il farmacista Giacomo Bontar-delli nella cui casa si era fondato un sotto-comitato insurrezionale con l’aiuto di don G.B. Mor.Giacomo Bontardelli era un’inquilino dei Gallina e occupava la porzione di casa confinante con la chiesa della Disciplina ed era legato da profonda amicizia con Tito Speri.Tutto ciò scontrandosi con una feroce op-posizione materna.Fortunata Gallina non visse, ahinoi, a lun-go e morì a Brescia il 10 novembre 1851 di tisi, alla verde età di 22 anni.Delle sua vicenda sentimentale restano le lettere inviate allo Speri il quale dedicò, con ogni probabilità, a Fortunata il roman-zo “Fortunata di Pontevico”.La morte di Fortunata Gallina sconvolse Tito Speri e Tarquinia Vasselli Calzoni, che fù discreta testimone dell’amore fra i due, riporta che corruppe il sacrestano della Chiesa di S.Alessandro, dove la salma era custodita in attesa delle esequie, così da poterla salutare, per l’ultima volta, da solo e senza testimoni, aprendo la bara e baciandola in fronte.Presso la biblioteca Queriniana si trovano una ventina di lettera di Fortunata a Tito.

Michelangelo Tiefenthaler

Qui di seguito pubblichiamo alcune lettere di Fortunata Gallina

Mio Tito, ti reco una notizia che forse tu non aspettavi. Mia Madre ha saputo che la mattina in cui partisti da Manerbio, io mi recai allo stesso luogo per parlarti e si lusinga, anzi vive nella certezza, che io, in poche parole, ti abbia dato l’ultimo addio, e che così si sia troncato ogni cosa vi fossa stata tra noi, i Bontardelli, ai quali raccontò la sua immensa passione, l’hanno confortata, e le hanno detto che sarà così senza dubbio, massime la Giulia alla quale non manca loquela. Ah! Mio Tito, lasciamola in questa opinione, per la nostra tranquillità: credilo io non temo i suoi rim-proveri, e tu ne hai avuto una prova quella sera che essa ha gridato tanto, e io con tutta quiete venni a salutarti, ma temo le sue irra-gionevoli risoluzioni, accertati, io la conosco, essa sarebbe capace di non lasciarmi neppure tanto di libertà di scriverti due righe; approvo però tutti i tuoi consigli e li metterò in pra-tica, qualora ve ne sarà bisogno; ma per ora lasciami usar prudenza, che in una ragazza è sempre cosa lodevole: e anche tu fa questo piacere alla tua Fortunina, dissimula più che sia possibile, perché se lo venisse all’orecchio che tu affermi di aver una corrispondenza con me sarebbe lo stesso che io palesassi ogni cosa. Spero intanto ch’io resto a Manerbio tu non verrai più a casa Bontardelli, perché noi si (sic) vedremo secondo la nostra intelligenza, senza che nessuno lo sappia e se ti vedessero dai B… tornerebbero dei sospetti, le grida, le minacce e se si procureressimo (sic) un nuovo dispiacere.Ma sono annojata, e forse avrò annojato an-che te con queste mie malinconie. Tu mi dici di amare il bel Cielo d’Itaglia si! Mio Tito io amo il Cielo, amo il suolo, amo tutto quello che contiene questa cara Patria e Iddio mi concedesse di coronare questo amore, sceglien-do per compagno uno de’ più Prodi, de’ più Valorosi difensori di essa, se non conoscessi che non è per merito mio ma suo dono io ne sarei troppo superba; addio mio Tito è inutile che io ti faccia le scuse del mio scriver male perché sai già che io scrivo, e in tre o quattro riprese tu sei buono e ti contenti de’ miei scrabocchi.Quando fui a Brescia non ho potuto prendere il calamajo piccolo, e adesso non ti scrivo più fino che tu non me lo hai mandato. Ah! Quanto volentieri mi tratterei con te ancora un poco, ma ci vuol pazienza, io possa sfogarmi con te quanto voglio; ma sai già cosa potrei dire, addio dunque in fretta secondo il solito. Sono la tua

Fortunina

* * *

Tito!Un giorno mentre io ti diceva che quando sarò unita a te, desterò invidia in tante don-ne, che avrebbero ambito la gloria di posse-derti; che tu, hai tutto quello che si formare l’idea, d’un animo Grande le gesta sublimi del quale, resero superba Italia d’esserti Patria, che io conosceva benissimo di non meritarti, tu mi troncasti e dicesti: no mia Fortunina, io non voglio sentire ciò: ora non e più tempo, che noi ci aduliamo l’un l’altro: la Fortunina è degna di Tito; Tito è degno di Fortunina; dunque perché vuoi ora infrangere una legge che avevi fatta tu stesso? Perché dirmi che non

puoi offrirmi quello che altri potrebbero, e che non puoi mettere a mia disposizione, che una mente ed un cuore!. Ma questi non sono il Tesoro della mia Fortunina? E non ti disse che possedendoli, essa è pienamente felice? Vi è qualche cosa in più al mondo della felicità?Avresti forse desiderato ricchezza?. Ah! Mio Tito, e se queste che per lo più corrompono, ti avessero reso amante degli altri delle mol-lezze, forse tu non avresti coltivato il tuo raro talento, e non saresti stimato da tutti, come lo sei nel presente; e se Dio ti avesse messo nel numero di coloro che vantano Nascita Nobile, ed hanno il cuor vile, crederesti tu che la tua Fortunina ti amasse?. No perché essa apprez-za la Nobiltà del cuore, non dei Natali, essa ama in te, quei nobili sentimenti, che hai nell’anima, e che ti si leggono scolpiti nel Vol-to, non più un cenno su ciò, e se non vuoi ch’io dica che fece una scelta maggiore a miei meriti, dirò che non siamo nati l’uno per l’altra, ch’en-trambi fummo concepiti da un pensier solo del Creatore.Ma ora non è il tempo di tratte-nersi in simili ragionamenti; tu mi parlasti di Patria: essa dunque si trove-rà e forse presto nello stato di ri-cacciare lo Stra-niero, confesso che io sperava questo momen-to, ma non lo credeva si vici-no come tu me lo dipingesti, e piena di mera-viglia e, stupore rilessi quelle ri-ghe [la carta è strappata]Ecco venuto il tempo [la carta è strappata] che questo tempo doveva arrivare, ma non osavi dirmelo apertamente: temevi forse ch’io mi sarei lagnata? T’inganni: non sarei degna di te se mi facessi rincrescere che tu mi abban-donassi un momento, per una causa si bella. Attendi pure alle tue incombenze, il cielo mi guardi dall’interromperle, nemmeno un istante, mi basta che tu mi faccia sapere di quando in quando qualche cosa, io non esigo di più; a nessuno meglio di me potrà premere di tener sepolto ciò che tu dici. Ama pure la Patria, io non ne sono gelosa, ma nello svolgere le tante lettera di politica, un’occhiata anche a quelle della tua

Fortunina

* * *

Mio Tito!L’istessa smania, l’istesso bisogno che tu senti, lo provo purtroppo anch’io e colla medesima ardenza; ma: mio Tito! Lo sai, questo è il nostro fatale destino; noi abbiamo sempre

qualche cosa di nuovo che ci tormenta, e più che si aumentano questi tormenti, più è in noi ardente la brama di abbracciarsi e di giurarsi un amore eterno: però non andranno sempre fallite le nostre lusinghe. Abbia pazienza, Tito, giacché ne hai portata tanta per me: mia Sorella Lunedì va a Scuola, e spero Martedì, o Mercoledì, di trovarmi sola in casa, così tu potrai venire, che ci abbracceremo con tutto il trasporto delle nostre fervide Anime. Io ti saprò dire l’ora opportuna onde tu possa aspettare meno che sia possibile perché il ve-derti passeggiare mi dà pena, e Se alle volte non potessimo proprio riuscire in questi due giorni… allora… ah! Mio Tito se tu sapessi che cosa odiosa è per me… ma penserò che Iddio è giusto, che egli vede i nostri cuori, che sarà testimone de’ nostri colloqui (sic) e che ci udrà senza sdegnarsi… e allora… si!

Accetterò la tua proposta…Tu brami l’ora sapere l’ora che ci potiamo vedere? Ma; le più opportune sarebbero: il mezzogiorno perché sono tutte le griglie ser-rate e mia madre non è alla finestra, e le 5, perché abbiamo appena pranzato, ed essi si trattengono giù un pezzo mentre io per consueto vengo di sopra, però mi rincresce per te, perché queste ore sono un po’ calde e ti potrebbero far male, guarda bene dunque di avvertirmi se soffri a sortire di casa fa tanto caldo, che già è tanto lungo il giorno che e potremo scegliere altre ore. Scusa se questa mattina non mi sono lasciata vedere, fu perché ebbi qualche faccende do-mestiche da sbrigare, e poi sortii di casa alle 11 e torno adesso che sono le 1. Anzi: i miei sono già a tavola e io che starei tanto qui a trattenermi con te, bisogna che vada perché non li posso più fare aspettare, altrimenti verrebbero a vedere cosa faccio, e allora: Dio sa cosa succede. Addio, addio, Mio Tito vivi dell’immenso amore della tua

Fortunina

MAnErBio 1845 - 1851la storia d’amore tra Fortunata Gallina e tito Speri

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Mio Tito, Io sono nel vero Purgatorio. Questa è la terza lettera che scrivo, senza mai poterla consegna-re: immagina quanto io soffro!Ora hanno messo in opera un’altra maniera di tormentarmi: si cerca sempre o con una scusa o con coll’altra, di condurmi via, il giorno dopo pranzo, ma con bel garbo, fingendo far-mi una gentilezza, aspettando forse che stan-cata la mia sofferenza, dica assolutamente di non volere andare, e allora forzarmi a dire il motivo di questa mia permanenza; io dunque perché non succeda questo convien che beva a sorsi a sorsi il veleno che mi si porge. Si! Io lo bevo tutti i giorni mescolato con le mie lacrime. Ma per ora non c’è altro rimedio; mia madre non ha una certezza sulla nostra corrispondenza, e per noi è cosa buonissima, anzi converrebbe che non ne dubitasse nem-meno; perché vedi non sarà una buona setti-mana, mi disse che lei mi accorda volentieri il suo consenso per farmi dichiarar maggiore insieme con Filippo, ed è contentissima perché si troverà alleggerita dal pensiero dell’ammi-nistrazione.

Ma se lei sapesse il vero motivo che mi sprona a far questo, son certissima che essa ritirerebbe la sua parola. Ti lascio dunque giudicare a te se sia bene o no l’accattarglielo. D’ora in avanti per non dare sospetto, noi si (sic) vedremo alle 3, alla medesima ora di questa mattina; quando mi scrivi fa pure il cenno con il fazzoletto bianco e alla sera getta la lettera in cantina, prima delle dieci perché sono tutti immersi nella conversazione, e io sono sicurissima di non essere vista da nessuno. Le mie te le recherò alla solita maniera, come ho fatto finora e ti farò anch’io il medesimo cenno onde tu non passi inutilmente quando io no ti posso né vedere, né scrivere. Addio mio Tito tu sai che se potessi ti scriverei tanto più volentieri di più scrivimi, che que-sta è l’ultima consolazione che possa avere al mondo la tua

Fortunina

* * *

Tito! Tu preghi per me… tu mi dicesti che hai compito certi atti di devozione che prima

disapprovavi; io mi sono consolata nel sentir questo, ma mi è rincresciuto di non capir bene cosa intendevi; bramerei saperlo più spiegato; me lo dirai?…Addio, adio vivi sicuro del immenso amore della tua

Fortunina

[Sul verso] Al Signor Tito SperiContrada S. Alessandro Brescia

* * *

Mio Tito! Manerbio, 26 [28?] Sett.mbre 1850

Finalmente questa sera spero di vederti; tu senza dubbio ti porterai a Manerbio sapendo che la tua Fortunina ti aspetta con impa-zienza: Ah! Non mi sento più il coraggio di passare anche questa notte senza vederti, non potrei più tenere celato il mio dolore, egli superando le mie forze, si farebbe palese. Sono 17 Giorni!. Che i nostri sguardi non

s’incontrano: come fu lungo e penoso questo tempo; non saprei come descriverti l’angustia del mio cuore e il tristi pensieri che agitavano la mia mente.Ma eppure noi bisogna che ci aveziamo pur troppo a stare [la carta è strappata] intervali senza vederci, e che per chi sa quante volte, prima che Imene unisca le nostre destre: ma allora Oh noi prima saremo ricompensati di tutti questi affanni, noi saremo uniti per non separarci Mai!Si i miei Parenti dovranno vederti tua; a loro dispetto, e io orgogliosa di possederti, ti mostrerò loro e le dirò: questo è quel Tito che voi mi avete vietato di amare, desso è mio, voi non potrete strapparmi dalle sue braccia.Ah! Tu dici che questo tempo non è lontano come io lo credeva; lo voglia il Cielo, questo è il voto solenne della tua

Fortunina

P.S. Questa sera noi ci parleremo al luogo medesimo dove ci salutammo l’ultima volta. Addio mio Tito la tua

Fortunina

Manerbio 8 novembre 1850Tito!Arrivo dalle Vallate e trovo una tua lettera che mi fa piangere: ma che? La povera Fortunina dovrà sempre essere bersagliata da tutti? Sono io dunque nata per il dolore, che perfino chi mi ama, pare cerchi ogni volta di flagellarmi? – Tormentata, da miei parenti, io non mi la-gno, purché essi non mi separino da te, soffro con tutta rassegnazione: un Astro benigno le suggerisce di diminuire le mie pene, ed io credendo di avere destata in me compassione col mio soffrire, credo bene di renderti a parte il mio sollievo; ma tu, male interpretando il mio dire, tu mi dai un Veleno che mi scende nel profondo del Cuore; e questa non è la prima volta che la poca opinione che hai di me, ti fa essere ingiusto; si! Tito permetti che lo dica perché parlo con ragione: che io Donna di scarsi talenti, non sia stata capace di spie-garmi abbastanza, non è da farsi meraviglia. Ma tu che mi chiami tuo Idolo, non dovevi precipitare così sinistro giudizio, se non avesse prevalsa in te la poca fiducia.Tu, dunque, mi crederesti vil a tal segno da lasciarmi vincere dal timore, e rinunciare la spada non appena cominciata la pugna? Tu mi credesti capace di chiamar fallo l’amarti, e dichiarare ch’io ti aveva abbandonato!Eppure tu mi vedesti combattere coraggiosa, quale ardito Nocchiero nella procella, com-batte combatte cogl’ostinati flutti. – ma se questo non ti bastava dovevi riflettere, che con tale dichiarazione partiva più il mio onore che il tuo; io sarei stata mostrata a dito delle persone di senno, come ragazza volubile, due volte spergiura, ed a chi? A un Eroe; a l’ogget-to dell’ammirazione di ogni buon cittadino: nessuno avrebbe trovato ragioni da potermi scusare. Non sarebbe stata peggiore la mia condizione della tua? Ma tolto anche tutto questo accertati che non sarebbe uscita né uscirà mai dai miei labbri la parola: io l’ho abbandonato, non potrei assolutamente forzare il mio labbro a dir ciò mi parrebbe di commettere un delitto al quale non dovessi mai essere assolta, alle importune interpretazioni de’ miei parenti ho sempre risposto che credino ciò che piace ma che io non so niente e che non voglio; si parli altro di queste cose, perché sono stanca: il più delle volte faccendo sembianze di aver a fare qualche cosa di premura me ne vado senza rispondere.Tito tu eri disposto ad amare ancora, quella che aveva contaminata la bella costanza, e che non era più ai tuoi occhi, come per lo passato; un pensiero di poesia. Ah!Ricova per pietà queste parole, esse mi ferisco-no la parte più delicata dell’animo: dimmi che sono per te, ancora l’istessa come il primo giorno del nostro amore; e io ti per-dono.Parti da Manerbio più presto che puoi. se vuoi tornare una sera senza essere veduto abboccarti con me: io sceglierei lunedì alle 8, fami sapere se tu vuoi differire ricordati però Giovedì parto per stabilirmi in città.Addio, tre volte cattivo, ma quantunque tale non può cessare d’amarti, e tanto,

Fortunina

* * *

Tito!Manerbio, 11 novembre 1850

La qui inclusa ti farà conoscere che io non trascuro momento per scriverti, e che venerdì avresti ricevuto riscontro all’ultima tua, se

non mi avessero fatto credere che tu saresti stato a Manerbio senza dubbio. Io ti diceva che lunedì ti aspettava, ma non avendo potu-to farti pervenire la mia. tu verrai Domani Sera almeno lo spero. Si! Fa che il Corriere nel portarmi una cara tua, mi dia con questa la felice novella di poterti dopo poche ore ab-bracciare, addio la tua

Fortunata

[Sul verso, scritto da mano diversa] Al Signor Tito SperiBrescia

* * *

Tito,Manerbio, 27 maggio 1851

Lo sai, io non sono solita a mentire, ne ora vo-glio farti credere che veramente per mancanza di tempo; io non t’abbia scritto, no, anzi io ne aveva tutto il tempo il tempo lo confesso, e anche la volontà, anzi somìno tanto felice lo sai a dimenticarmi le offese ricevute da chi amo, che non mi ricordava più delle nostre contese, e andava dicendo fra me: questa sera scriverò al mio Tito: ma, mentre io mi accingevo all’opra, la tua ultima lettera che non aveva ancora abbruciata, mi venne tra le mani, e rileggendola persi assolutamente la lena di scrivere, tu mi dicevi di temperare la mia penna, ma non vi stava il mio amor proprio di farlo se non aveva prima sentito temperata la tua, erano troppe le adulazioni, io non ti cercava di queste; lo so, che mi ami anche più de’ miei meriti, ne io intesi intac-care l’esistenza di quest’amore domandandoti se si èra diminuito come lo dimostravano le apparenze; credilo però perché te lo dico con tutta la sincerità del cuore, ch’io era in-timamente persuasa che tu eri lo stesso, che mi amavi ancora come il primo giorno del nostro amore, ma e ché per ciò? Non ti amo anch’io immensamente? Eppure mi lasceresti tu fare,cosa che a te non aggradisca, quando fosse in mio arbitrio di tralasciare: tu mi scrideresti non è vero? E se io non ascoltassi i tuoi rimproveri mi domenderesti se io non t’amo? Ebbene io dapprima mi sono adirata un po’ troppo, ma ti racconterò poi, quando potrò abboccarmi teco: da qual sorgente ne derivò; quindi sentendo la tua lettera nella quale mi dicevi che io ti rimproverava a tor-to, mi vendicai facendoti quella domanda che a te tanto dispiacque, ma io lo ripeto era intimamente persuasa che il tuo amore non si era diminuito, se lo avessi creduto non te lo avrei domandato io sapeva che ti offendeva nel chiedertelo.Ma ora non pensiamo più a queste cose, per-doniamoci reciprocamente. Non dirmi più che sei infelice tu mi hai fatto troppo male, dimmi cosa brami per essere contento! Vuoi ch’io ti dica che Son tua, si! Tito tutta tua e sempre;Quest’oggi sperava di venire a Brescia ma invece non posso; sarà facile un giorno della settimana ventura: e se non potessi venire… verrai tu o mio Tito? Io sento che non posso più stare lungo senza vederti… Tito scrivimi questa sera, due parole mi bastano; dimmi che sei lieto e il mio cuore sarà pieno di goja. Si! Questo cuore che ti ama tanto.Addio mio Tito, ricevi un abbraccio dalla tua

Fortunina

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MAnErBioil sogno: un campo da calcio in erba sinteticaGiocare a calcio, sport diffuso e praticato soprattutto dai giovani. A Manerbio per questo - eredità del periodo laniero - è stato costruito lo stadio e ci si prepara a realiz-zare un altro campo di gioco nell’ambito dell’Oratorio San Filippo Neri. Ci vorrà tempo poiché la società che ha acquistato il vecchio stabilimento dovrà realizzare i progetti che ha proposto al Comune che per quel che compete all’Amministrazione locale ha già messo mano ad alcuni rifaci-menti nell’area del campo sportivo realiz-zando un rettangolo che non è verde ma è in terra battuta.Eppure non mancano esempi di tappeto sintetico al posto dell’erba che, per l’usura, fatica a crescere. Un esempio razionale e funzionale lo abbiamo individuato a Bre-scia, al Villaggio Sereno dove per l’Orato-rio è stato costruito un funzionale campo in erba sintetica sul quale si svolgono gare e tornei. È il nono campo in sintetico ora-toriano realizzato in città, costruito grazie a un contributo dell’amministrazione co-munale. “Senza gli oratori la città sarebbe meno città - ha commentato il responsabile

della Diocesi, don Marco Mori - : l’orato-rio non deve avere un ruolo privilegiato, semmai deve essere responsabile del bene comune e questo rientra anche nei suoi compiti. L’oratorio deve essere aperto nei confronti del quartiere: essere vicini alle esigenze della gente è meraviglioso, e io soffro quando vedo oratori chiusi. Per for-tuna, ultimamente abbiamo inaugurato molti campi da calcio, la speranza è che ne vengano molti in futuro. Il gioco del calcio non dev’essere inteso solo come momento agonistico, ma anche e soprattutto come un frangente di crescita educativa. Abbia-mo sposato senza esitazioni la causa degli oratori trasformando campi in terra battu-ta con campi in sintetico e sono certo di aver fatto la scelta giusta”. Al Villaggio Se-reno il vecchio campo in terra battuta sarà stato pure romantico, ma alzava polvere e sbucciava le ginocchia. Adesso non più. Domanda: perché a Manerbio un campo in erba sintetica non è possibile? Il bilancio comunale deve solo provvedere alle strut-ture utili solo agli amici degli amici?

un manerbiese dimenticatoErMinio (nino) Bortolozzi

Era Nino per gli amici e per tutto il paese quando Manerbio non era ancora, pre-testuosamente, città. Era nato a Mathi Canavese nel 1907 e la sua famiglia si era trasferito l’anno dopo (1908) a Manerbio. Il suo papà Domenico (confidenzialmente Memi) era stato assunto dai Dujardin tra i promotori dell’industria tessile “Lanificio di Manerbio” con mansioni di capo magaz-ziniere cui venne assegnato un appartamen-to nell’edificio sede della Cooperativa in via Dante. Il giovane Nino, completato il ciclo elementare, fu inviato a studiare ragioneria a Bergamo e si fece notare come calciatore tanto d’essere incluso nella rosa dei tito-lari dell’Alpe della città orobica, presente nel campionato nazionale della serie C. Prometteva bene il giovane che in seguito passò al Brescia Calcio. Ma fu carriera pre-sto stroncata da un infortunio di gioco. In una amichevole col Brescia, giocata a Ma-nerbio, al vecchio campo sportivo, Nino riportò una lesione che lo immobilizzò per ben sette anni e gli offese una gamba. Ma non si spense in lui la passione sportiva. Seguiva dalle pagine dei giornali le vicende del calcio, le imprese dei ciclisti e l’impegno dei pugili che conquistavano primati nel mondo ma erano protagonisti anche in Patria. Come Piero Tomasoni, per stare ad un manerbiese, che ha incrociato i guanti con campioni del suo calibro. Seguiva con passione anche il ciclismo che ai suoi tempi aveva esponenti di punta in Saldini, Carlot-ti e Nervi di Cignano. Di Nino Borolozzi si può ben scrivere che dov’era sport egli c’era. Anche nel calcio, come organizzatore di tornei notturni e fra i dirigenti del Calcio Marzotto della serie C. Negli anni Cinquanta fu tra i fondatori, con i fratelli Saldi, Francesco e Gianmaria, della società del calcio dell’oratorio Virtus

Manerbio nelle cui formazioni hanno dato contributo i suoi figli Memo e Giacomo. Era un generoso Nino Bortolozzi, serio e professionale. Era soprattutto onesto e consapevole del ruolo e delle responsabilità di un lavoratore dipendente, di un dirigen-te sportivo, di un padre di famiglia che ai suoi figli insegnava la comprensione e la disponibilità al servizio nella comunità. Per questo meritò la stima. È morto nel 1977 Nino Bortolozzi e furo-no amici di appartenenza politica opposte a tributargli l’omaggio che si deve ad una persona che nella sua vita ha dato una mano comunque e ovunque egli stesso ne riscon-trasse la necessità. Era stato educato così in famiglia ed il riscontro lo troviamo nella sorella Rosetta, per lungo periodo infermie-ra negli ambulatori della Marzotto a fianco del medico Giuseppe Volpi, e animatrice, nel tempo libero, di associazioni cattoliche meritorie per come hanno fatto crescere intere generazioni di manerbiesi.

Gran successo della “De sa e de là del Mela”, la podistica di Pasquetta con la quale il paese di Cigole è diventato, per una mattina, popolato oltre l’inverosimile. Il gruppo più numeroso è stato quello della Felter di Puegnano al quale è stato consegnato Comune di Cigole, da Patrizia Cherubini, sindaco; secondo posto per Atl Vighenzi di Padenghe, terzo Vespa Club di Manerbio. Il premio per gruppi scolastici, un computer, è andato al circolo didattico di Manerbio per il contributo della scuola primaria del plesso di Cigole.Nelle classifiche individuali Mauro Catta-neo, del Maraton Cremona, si è aggiudica-to il trofeo Angelo Zani, alla memoria; tra le donne la superiorità è stata per Barbara Castellaneta del Felter Carpenedolo. Sul percorso di quattro chilometri, per giova-nissimi dai 16 ai 19 anni: premio a Daniele Gualeni, a Stefania Coppolino la migliore della donne. Per i ragazzi dai 12 ai 15 anni

primato a Isacco Aderenti fra i maschi, a Alessia Cusumano fra le femmine. Tra i bambini dai 9 ai 10 anni primato di Ste-fano Goffi e di Francesca Bertoni. Nella categoria pulcini, fino ad otto anni, Enrico Franceschetti il più lesto a concludere la prova, Giovanna Paletti, fra le femmine.L’organizzazione è stata curata dai volon-tari dell’Oratorio, coordinati da Amedeo Bonazza e Angelo Tosoni, ai quali hanno dato man forte carabinieri della stazione di Manerbio e agenti del consorzio di polizia municipale della sede di Manerbio. Gianni Poli, vincitore delal maratona di New York d’alcuni anni fa, è stato mossiere delle diverse partenze ai partecipanti divisi in diverse categorie.Per quanto riguarda l’oratorio tra le pros-sime scadenze: il torneo notturno di cal-cio; iscrizioni aperte fino al 20 aprile, sor-teggio il 25 aprile. Info: Angelo Tosoni: 030.959126 - 030. 9959002.

ciGolE“De sa e de là del Mela”

SCI NAUTICO WATER SKI SAN GERVASIO

La Federazione Italiana Sci Nautico organizza gratuitamente per la prossima primavera corsi teorici e pratici di sci nautico. I corsi si svolgono presso la se-de di San Gervasio Bresciano.

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DivAGAzioni AMBiEntAliL’annunciata piantumazione in riva sini-stra del Mella sta prendendo configurazio-ne e l’aspetto al momento, nonostante la progettualità e la quantità di specie arboree profuse, è più quello di un cimitero di guerra con tutte quelle bianche intubature allineate, poste a dimora con accostamenti discutibili e non ultimo, viste le dimensio-ni, l’ombra delle loro fronde sarà godibile fra molti anni.Trattasi dunque di un parco con aree pic-nic e prevedibile conseguente ecatombe di rifiuti, sicuramente dotato di illuminazio-ne artificiale sparsa: un parco quindi pro-grammato e pianificato per una fruizione che ben poco si inquadra in un autentico recupero naturalistico di un’area golenale.Bastava guardare la sponda destra fatta gratuitamente da volontari (noti e invisi all’amministrazione) anni fa su cui tra l’al-tro insisterà ora una pista ciclo-pedonale.Esattamente venti anni fa, veniva edito dal comune di Manerbio, a conclusione di al-cuni giorni di lavoro, un opuscolo “Dossier Mella” dove anche lo scrivente aveva con-tribuito con un capitolo di cui s’impone riportarne ora la conclusione:… al contrario posso dichiarare che la situa-zione è al lumicino e che si rendono necessarie interventi di protezione e recupero: non come accaduto per altri fiumi e come pare cominci con il Mella: mi riferisco alla cementificazio-ne delle rive ed alla raddrizatura di percorsi con prismate, eliminando la vegetazione spontanea e ponendo a dimora pioppeti per l’industria, portando al lembo delle acque le coltivazioni, impoverendo o eliminando così l’ecosistema.Non interventismo degenere, ma asseconda-mento intelligente e razionale della natura, concessione di spazio vitale e una certa inac-cessibilità: la natura ha anche bisogno di silenzio e solitudine.L’uomo deve essere sintonico con la natura, convincersi che esso stesso ne è una parte, ne è una manifestazione e per la quota che se ne distingue “la ragione” è “condannato” ad essere più responsabile, cioè ad una co-noscenza più approfondita ed etologica del mondo naturale in cui vive e di conseguenza a regolare il suo comportamento, che deve

per tanto essere equilibrato, non disturbatore della stabilità evolutiva, inserito nel contesto biologico eticamente naturale.Da queste basi deriva la possibilità di ri-volgersi alla natura per attingere risorse, per approvvigionarsene anche, per prelevarne (a seconda delle necessità e dell’esercizio) parti e ad usufruirne: ma questo va fatto in modo modulato, rispettoso e coerente con i concetti esposti; tenendo presente il concetto di limite: la natura non è un supermarket da svaligiare, per reintegrarla occorrono tempi non facil-mente valutabili: i suoi orologi sono delicati e multipli ed essa “… non facit saltus”.Tutti apparteniamo al partito della natura: la sola cosa importante da capire è che non dobbiamo dettare leggi ad essa, ma dobbiamo imparare a leggere le sue, affinché i nostri comportamenti non la danneggino, solo a queste condizioni potremo tornare a chiedere e lei potrà tornare ad essere generosa.Posto che la natura è l’ordine più disordi-nato che esista e chi non lo sa leggere corre solo il rischio di devastarlo con il raziona-lismo antropico generalmente disinforma-to o approciando superficialmente i suoi problemi, o meglio quelli che l’uomo gli ha creato.Da anni non c’è giornale nuovo o di antica nascita che non perpetui i lamenti, gli al-larmismi sul degrado ambientale e che non proponga interventi di salvaguardia, spesso semplicistici.In numero non certo inferiore esistono anche varie leggi nazionali, regionali, pro-vinciali e comunali che si accavallano e sovrappongono, condite in salsa poi da re-golamenti e normative dei consorzi irrigui agrari, dal Magistrato del Po, dall’Unità di bacino e chi più ne ha più ne metta.Anche di recente mi pare sia in fieri una nuove legge regionale di tutela… ma i risultati sono visibili intorno a noi.Anche accordi intercomunali a lunga ge-stazione (Terre Basse) quando finalmente pare decollino, trovano sempre un paese che fa da solo (per caso Manerbio)e così le progettualità unitarie si frammentano in mille rivoli e si crea discontinuità.Vedasi a conferma delle cose sopraddette il Giornale di Brescia del 8 marzo ’08 dove

il Mella viene definito “pattumiera a cielo aperto” e gli intenti dichiarati sullo stesso Giornale di Brescia del 16 giugno 1995 per il convegno sugli alvei fluviali che si sareb-be tenuto a Parma il 25 giugno 1995.Di fronte a queste orrende vicende mi è impossibile rinunciare a pensare a quel-la “Pianura” degli anni senza rumori e senza luci artificiali ovunque ore diffuse, ma l’ovvia nostalgia mi induce a leggere e percepire ancor meglio gli stupri che sono stati perpetrati e si (per)seguita a fare, travisando le vere necessità, con progetti di recuperi, ripristini, restauri, riattribuzioni di funzioni ed aspetti che sono artificiosi e come tali semplici medicazioni palliative: essendo il contesto in cui vengono calati già sconvolto, discontinuo e contradditto-rio nello stesso luogo e nelle stesse aree.Occorre un atto di sincerità e di autocri-tica, occorre accettare che la penetrazione antropica in tutte le sue attuali sfaccettature (e non è prevista inversione di tendenza) è la peste che ha coriandolizzato il territorio, dove i campi sono sghembi riquadri, in-corniciati da nastri d’asfalto, bretelle, ecc. e non più da fossi, corsi d’acqua, anch’essi ora cementificati e all’occorrenza dragati nei modi più traumatici, dove gli alberi e gli arbusti delle loro sponde vengono sbriciolati e frantumati dalle sfibre e trincie o più spesso dealberati o per comodità ed economia di manutenzione, coperti.E questo avviene nella attuale residua pia-nura, quelle non ancora aggredita dalle aree espansive di vario tipo, cioè quella superstite ritagliata che, come ogni cosa in tali condizioni, necessita di essere salvata e in modo definitivo e non con camuffa-menti. Non è accettabile una natura giardinizzata dove esiste il più caotico assembramento di essenze arboree esotiche (dai nomi storpia-ti), ma anche autoctone assemblate con i più disparati prati inglesi dove unitamente all’immancabile piscina si scialacquano milioni di litri del liquido più prezioso… Poi cambia il clima e le stagioni non sono più quelle di una volta… Poiché la pianura per l’acqua dipende dalle montagne, anch’essa merita un riferimen-to (anche se le loro popolazioni sono più

consapevoli e attente delle bassaiole), ri-chiamando anche qui l’attenzione sulla pe-netrazione antropica, sciistica, alpinistica, hobbistica e loro degenerazioni, affinché venga contenuta la carica di inquinamen-to acustico e luminoso, di rifiuti solidi e liquidi chimicamente intesi nonché la sovrastruttura urbanistica e di riscalda-mento esogeno indotta … e poi i ghiacciai si ritirano…Altro punto drammatico è la diffusione dell’informazione ambientalista poco o nulla documentata, schierata, presuntuosa e qualunquista.Spesso mi è capitato di scrivere a riviste e giornali quotidiani importanti per cor-reggere e smentire alcune affermazioni o identificazioni naturalistiche, ma ho perso solo tempo.Tuttavia provo un’ultima volta da queste pagine riferendomi ad un’immagine del cielo di Milano apparsa sul Corriere della Sera del 6 novembre 2007 per il commen-to della quale si scomoda Giosuè Carducci e la poesia San Martino. Voglio solo significare che quello sciame d’uccelli è rappresentato da banalissimi e sgradevoli storni che dormono in città, insudiciando monumenti, e distruggono colture in campagna durante le ore diurne per alimentarsi. Essi sono da definirsi stanziali/erratici, non sono comunque i migratori esuli della poesia carducciana. Anacronistico forse, controcorrente, mi consola però rispondere attraverso le rime di una poesia delle stesso poeta per spiegare la natura: “… e Pan l’eterno che su l’erme alturea quell’ora e nei pian solingo va,il dissidio, o mortal, delle tue cure,ne la diva armonia sommergerà…”.Ecco si, la natura è diva armonia e come tale l’uomo deve cercarla, capirla e obbe-dirla.Allora un bosco e un fosso potranno an-cora chiamarsi Lussignolo solo perché in primavera saranno tornati ad emozionarci con il loro canto gli usignoli da cui il bosco ed il fosso stesso derivano il nome.

Dott. Giovan Battista Bisetti

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SETTEmbrE 2006.Romano Prodi è a New York per intervenire all’Onu. È il 19 settembre e un giornalista gli domanda che cosa ne pensi dell’allarme lanciato da Ali Agca, che ha parlato di pericoli per il viaggio in Turchia del Papa. “Che cosa vuole che sappia, io, della sicu-rezza del Papa in Turchia? Non so nulla, in proposito, vedranno le sue guardie...” è la sconcertante risposta del premier.

CANTONATE.Prodi lascia la politica in Italia dopo trent’anni di indiscussi fallimento. Un giorno disse:”Io amo anche i miei errori, da loro imparo moltissimo”. E siccome non si finisce mai di imparare, Prodi non ha mai smesso di prendere cantonate.

SANziONi.Grane per Silvio Berlusconi: in arrivo una multa salata per non aver usato nel comi-zio al Palalido i contenitori per la raccolta differenziata della ‘carta straccia’.

LECChiNi.Un gran numero di giornali, appena accen-nano a Emma Bonino, aggiungono subito: ‘splendido ministro’ (o frasi equivalenti). Sarà un tic? Uno stereotipo, un salamelecco dovuto, uno strascico, un dispetto a Marco Pannella... Chissà.

PArmALAT.Iniziato e subito rinviato il maxi-processo per la vicenda Parmalat, un crac da oltre 14 miliardi di euro, il piu’ grande degli ultimi decenni che vede imputate 56 persone, tra le quali l’allora patron della Parmalat Calisto Tanzi, beneficiario dell’espansione del debito nazionale.

CACCiATOri.Secondo i dati di Federcaccia: dall’anno scorso c’è stato una diminuzione del 5%, da 1.100 a 1.044 associati. Leggi restrittive di Stato e Regione Lombardia sull’abbat-timento delle specie in deroga (storno, peppola e fringuello) ed il contrasto “sto-rico” tra naturalisti e cacciatori sono le motivazioni principali senza troppo badare alle incertezze normative, visto che i tribu-nali sospendono le delibere della Provincia di Brescia che autorizza preaperture della stagione venatoria. Insomma tante gabelle richieste ai seguaci di San’Uberto senza al-cuna prospettiva nemmeno dai politici che promettono tanto e mantengono mai.

DiSCAriChE.Dopo la scoperta di un sito a Capriano, e di un’altra zona a Corticelle di Dello, gli agenti del Nita hanno trovato un deposito illegale sempre a Corticelle Pieve. Sotto un campo coltivato a foraggio sono stati trovati sacchetti di plastica, copertoni d’au-tomobili, lastre d’amianto, detriti inerti, teloni di cellophane utilizzati in agricol-tura, batterie d’auto, terra nera impastata probabilmente da idrocarburi e altre scorie di origine industriale.

iNCUbO - Notte drammatica per un pensionato di 68 anni di casa nel centro storico di Bagnolo Mella. In tarda serata, mentre dormiva è stato svegliato di sopras-salto dal suono insistente del campanello. Alzatosi in tutta fretta, non senza una certa apprensione, una volta giunto all’uscio, udiva come un rantolo. Ma appena aperta la porta si è trovato davanti una sorpresa a dir poco sgradita: un uomo, che con col-tello da cucina in mano ed il volto coperto da un passamontagna. Sotto minaccia, ed atterrito, il pensionato si è visto costretto a consegnare al delinquente un centinaio di euro in contanti e alcuni monili di valore. Il malvivente si è dileguato nella notte e alla vittima non è rimasta che la denuncia ai carabinieri.

TrAPPOLA - Skali Abdkdar, 32 anni e Oukii Makhoukhi Khalid di 33, ma-rocchini che abitano a Seniga sono stati arrestati dai carabinieri di Cremona. Il primo è stato visto consegnare cocaina ad un 30enne di Vescovato a Gabbioneta Binanuova. Sequestrate 20 dosi di cocaina, otto telefoni cellulari usati per i contatti con i clienti e 6.165 euro. Bloccato anche un marocchino clandestino di 39 anni.

FALLimENTO - Colpo a vuoto tentato ai danni del negozio di abbigliamento “Cristina”, in via Marconi, a Offlaga. Un uomo ha chiesto il denaro dell’incasso, ma di fronte alla reazione della vittima non ha insistito oltre. È stato così costretto a fug-gire a mani completamente vuote. Senza esito le ricerche del mancato rapinatore.

SOrPrESA - Presa di mira la tabaccheria di via Gramsci a Bagnolo Mella mentre la titolare, Nadia Toso, era intenta all’aper-tura del mattino. Due uomini, scambiati per clienti con improvvisa mossa hanno caricato su un’auto tre scatoloni di sigaret-te. La sorpresa ha consentito agli autori del furto di irretire la donna che non è riuscita a reagire. I due, naturalmente, sono fuggiti appena completato il carico.

PUShEr - Due marocchini sono finiti nel-la rete dei controlli antidroga dei carabinieri di Ghedi. Uno dei due, un 22enne, nascon-deva 7 grammi di cocaina distribuite in 17 dosi e 2.500 euro, il ricavo della vendita di droga. Era già stato arrestato per spaccio. Eppure era ancora a piede a libero.

ViDEOPOKEr - A Cigole malviventi hanno sfondato, con una jeep, la serran-da che copriva la vetrina d’ingresso della pizzeria “S. Andrea” in via Paolo Farina a Cigole e di proprietà di Roberto Polito. I banditi hanno scassinato in tutta fretta il cambiamonete, che conteneva 1.500 euro e uno dei 4 video poker, caricandoli sul fuoristrada e dandosi alla fuga. La jeep, risultata rubata a Milzano, è stata ritrovata a Gambara. La pizzeria “S. Andrea” è stata presa d’assalto in tre mesi un’altra volta.

COCAiNA - Spacciatori ricevevano i giovani clienti in pieno giorno, vicino al cimitero di Cigole. I carabinieri della com-pagnia di Verolanuova, dopo alcuni appo-stamenti hanno arrestato due marocchini che dopo aver abbandonato l’autovettura hanno cercato di scappare a piedi. Uno dei due, che abita a Pavone Mella, ha ben pensato di liberarsi di 5 dosi di cocaina ingerendole. Quando i carabinieri han-no constatato il gesto, hanno portato lo spacciatore in ospedale a Manerbio per sottoporlo ai controlli sanitari. I medici ritenevano opportuno sottoporlo ad inter-vento chirurgico. Ma al solo sentir parlare di operazione il marocchino si è spaventato ed ha firmato per non essere ricoverato. Così, una volta dimesso dall’ospedale, è stato direttamente portato in carcere.

ASSALTO - Rapina ai danni della farmacia Ingardi di Bagnolo Mella, in via Gramsci. Due delinquenti a volto coperto e pistola in pugno hanno fatto irruzione nel locale all’orario di chiusura ed hanno svuotato la cassa di alcune centinaio di eruo. Poi la fuga verso Brescia con un furgonato, pare un Fiorino o un Ranch, lasciato parcheg-giato nel piazzale interno della farmacia.

SPiGolAturEAl voloFar West

2001:Odissea nel cementoAnno 2000: i Comuni possono spen-dere i soldi delle licenze edilizie SOLO a fronte di investimenti.Anno 2001, ottobre: i Comuni sono autorizzati a spendere i soldi delle li-cenze edilizie per fare quello che gli pare, grazie al nuovo Testo Unico sull’edilizia.Arriva il boom edilizio.Anno 2000: 159.000 abitazioni co-struite.Anno 2007: 298.000 abitazioni co-struite e 38.000 ampliamenti di abi-tazioni.Le licenze raddoppiano in 7 anni, il territorio italiano viene cementificato da palazzine, nano grattacieli, hangar, seconde, terze, quarte ville, parcheggi, garage. I Comuni raddoppiano gli in-cassi senza alcun obbligo di destinazio-ne d’uso. Hanno la licenza di uccidere il territorio.Il territorio comunale, lo dice la paro-la stessa, è patrimonio “comune” dei cittadini che lo abitano. Appartiene a loro. Il bosco, il prato, la vista pano-ramica, un posto per passeggiare o far giocare i propri figli, il parco, i giardini o, anche, un semplice spazio vuoto per vedere l’orizzonte. Chiarito che il territorio è dei cittadini e non del sin-daco fasciato a festa e dei suoi assessori che sono SOLO dipendenti comunali facciamoci qualche domanda.Dove sono finiti i soldi delle licenze edilizie concesse senza più l’obbligo di investimento? Nuovi servizi, asili, piste ciclabili, trasporti pubblici non si sono visti. Farei un’indagine, Comune per Comune.Quanto ancora si può cementificare il paesaggio italiano? Si può solo tornare indietro, decementificare. Il turismo sta morendo di cemento.Quali sono le maggiori imprese edili che hanno ottenuto le licenze? I co-struttori comandano ormai più del sindaco Moratti e del sindaco Topo Gigio, devono uscire dai consigli co-munali. Sono lì, anche se non sono stati eletti.Il processo infernale messo in moto dal Testo Unico del 2001 va fermato. Bisogna riportare le lancette al 2000. Meno cemento, meno soldi per i par-titi, i veri padroni dei Comuni. I cit-tadini devono presentarsi in consiglio comunale per chiedere i motivi dello scempio edilizio e documentare l’in-contro con una telecamera. Il Bel Paese è nostro, riprendiamocelo.

Dal blog di Grillo(20 marzo 2008)

Quali differenze, rispetto a questo ar-ticolo, trovate nel comune nel quale vivete?

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brescia innamorataStorie, lettere, canzoni… e abitudini amorosedei bresciani

Costanzo Gatta

Disegni di: Lella ViolaPrefazione di: Eugenio massetti

le recensioniCostanzo Gatta, giornalista e teatrante lontano mille miglia da intrighi e da pa-lazzi, un tranquillo e sereno bresciano, che pur amando svisceratamente la sua terra, riesce anche a vederne i difetti e a sottoli-nearli con garbo, e soprattutto senza spoc-chia, nei suoi scritti. Pubblicando “Brescia innamorata” La Compagnia della Stampa accoglie l’idea di aprire una nuova collana che si ispira a una figura tipica del teatro: “Il trovarobe”. Qui il trovarobe-scrittore frugherà negli archivi a cercare pagine autentiche, per parlare di una “Brescia sparita” (i monumenti scomparsi, le opere spostate quando non trafugate) oppure una “Brescia assassina” (i grandi gialli della nostra storia). Per cucire la sua “Brescia innamorata” l’autore ha gettato l’amo in ogni acqua. Ha così recuperato storie lieti e tristi, pagine scritte, leggende, poesie e canzoni. Non mancano i modi di dire e i proverbi legati al sentimento: gli usi e i costumi di casa nella primavera dei cuori. “Brescia innamorata” vuole essere una escursione nel pianeta amore. Lasciamoci guidare, anche grazie all’aiuto di Lella Viola che torna con noi a proporre tavole per libri. Questa volta la disegnatrice ci fa vedere gli innamorati – figure velate, in sil-houette, che non hanno epoca – attraverso le trame di una rete. Non potevano che essere trame amorose.

zANArDELLigrande bresciano,grande italiano.La biografia

roberto ChiariniPrefazione di: Giuliano UrbaniContributi di: Alberto Cavalli

Zanardelli protagonista del risorgimento, poi più volte Ministro, Presidente della ca-mera in tre legislature e alla fine Presidente del Consiglio della “svolta liberale”. La presente, agile ma ben documentata bio-grafia, è corredata di un ampio repertorio documentario e fotografico in larga parte inedito. La fama e la stima, che sin dai primi anni dopo l’unità nazionale avevano accompagnato il suo nome, erano salite visibilmente allorché egli era assurto ai ver-tici dello stato, dando vita al governo della cossiddetta «svolta liberale» (1901-1903). Di Zanardelli, che pure era stato indubi-tabilmente coraggioso patriota, prestigioso leader liberale, legislatore insigne, statista capace di imprimere una forte moder-nizzazione materiale e morale al paese, destinata a chiudere l’infausto capitolo di repressione antipopolare e di avventurismo coloniale che aveva contrassegnato l’ulti-mo decennio del secolo; la biografia è la conclusione ideale perché rimette in luce l’intera sua esistenza.

Tipi brescianiEstro e passione

Gian battista muzzi

Indagare alcuni “Tipi bresciani” come fa Gian Battista Muzzi – già autore di prege-voli volumi dedicati a storie e vicende della nostra terra – in queste belle, non di rado ironiche, sempre misurate pagine, significa innanzitutto evocare la poliedricità di una città e di un territorio, intrecciando geo-grafie umane e panorami sociali, scavando in indoli caratteriali e recuperando sag-gezze popolari, nell’adozione, dunque, di paradigmi plurimi e plurali ad un tempo. Brescia – la città, le sue valli, la sua pianu-ra – alimenta in quest’opera la conoscenza degli individui che la abitano e attribuisce linfa al proprio futuro, fissando la presenza di “storie di vita”, di volti e testimonianze che costituiscono continuo rimando fra la sfera personale-soggettiva e la comunità pubblica, riconoscendo in alcune biografie lo “stenogramma” – per recuperare un vo-cabolo stendhaliano da tempo entrato nel lessico biografico – di una intera società e di una temperie culturale. Biografie di vo-lontari, di musicisti, di cultori di vicende locali, di uomini impegnati nella coopera-zione. E, ancora, veggenti e collezionisti, poeti, uomini di spettacolo e di sport, che radicano e rafforzano i propri tratti costitutivi in una sempre elevata tensione morale, in un’identità condivisa, in un

distinguibile ethos comunitario, nella te-nace ricerca – appunto – del bene comune, dell’interesse generale. Nomi che rimanda-no immediatamente ad una comunità bre-sciana viva, disponibile al dialogo, aperta ed inclusiva, propensa a raccontarsi, ma pure ad interrogarsi, biografie che pos-sono tranquillamente ambire ad una co-struzione tipologica delle molteplici virtù della cittadinanza. Storie individuali che si uniscono a delineare una storia collettiva. Storie di vita che certificano appartenenze e differenze, quasi a potervi riconoscere la quotidianità proiettata nella memoria o nella consapevolezza comunitaria.

Page 16: Dialogando - La Pianura 2008.pdf · Il sindaco di Manerbio durante l’ultimo consiglio comunale ha dichiarato che non ci legge. Poco male. Noi, in compenso, leggiamo quanto scrive

Aprile 2008Pag . 16

1. ratatouilleBrad Bird20th Century Fox

2. Winx club. il segreto del regno perduto (1 DvD)Igino Straffi01 Distribution

3. natale in crocieraNeri ParentiDNC Home Entertainment

4. the Bourne ultimatum. il ritorno dello sciacallo (1 DvD)Paul GreengrassUniversal Pictures

5. Elizabeth. the Golden AgeShekar KapurUniversal Picture

6. Die Hard. vivere o morire(1 DvD)Len Wiseman - 20th Century Fox Home Entertainment

7. Quel treno per YumaJames MangoldMedusa Home Entertainment

lE clASSiFicHE

1. Safari Jovanotti

2. Super Sanremo 2008

3. Back to black Amy Winehouse

4. Beat reGeneration Pooh

5. Gianna Best Gianna Nannini

6. cantautore piccolino Sergio Cammariere

7. Studentessi Elio e le storie tese

8. Sanremo

9. liberi da sempre Sonohra

10. Giglio Tricarico

11. All the Best Zucchero

12. Adrenalina 2 Finley

13. into the wild Eddie Vedder

14. it is time for a love revolution Lenny Kravitz

15. Angoli diversi Neri per caso

16. Spirit Leona Lewis

17. live. i love you more Mario Biondi, Duke Orchestra

18. Amen Baustelle

19. Primo tempo Ligabue

20. Bertilation Loredana Bertè

1. Diario di scuolaPennac Daniel, Feltrinelli

2. il tailleur grigioCamilleri Andrea, Mondadori

3. ti ricordi di me?Kinsella Sophie, Mondadori

4. l’ eleganza del riccioBarbery Muriel, E/O

5. necropoliPahor Boris, Fazi

6. Fuoco amicoYehoshua Abraham, Einaudi

7. la solitudine dei numeri primiGiordano Paolo, Mondadori

8. il cacciatore di aquiloniHosseini Khaled, Piemme

9. il giorno in piùVolo Fabio, Mondadori

10 la modista. un romanzo con guardia e ladriVitali Andrea, Garzanti Libri

11. nelle terre estremeKrakauer Jon, Corbaccio

12. luisito. una storia d’amoreTamaro Susanna, Rizzoli

13. il Sessantotto al futuroCapanna Mario, Garzanti Libri

14. Mille splendidi soliHosseini Khaled, Piemme

15. la paura e la speranza. Europa: la crisi globale che si avvicina e la via per superarlaTremonti Giulio, Mondadori

16. l’ anima e il suo destinoMancuso Vito, Cortina Raffaello

17. Gomorra. viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorraSaviano Roberto, Mondadori

18. È facile smettere di fumarese sai come farloCarr Allen, EWI

Pagine curate dalla liBrEriA QuArto StAto dal 1979 la libreria dei Manerbiesi e del territorio

fonte www.ibs.it

cD DvD liBri

InCOnTRI COn L’AUTORE A MAnERBIO

27 Marzo ore 20:30 ex-sala consiliare

“lo Sguardo Sul reale” Prof. Mauro Corradini

03 aprile ore 20:30 ex-sala consiliare

“BreScia innaMorata”Dott. Costanzo Gatta

10 aprile ore 20:30 ex-sala consiliare

“zanardelli. la Biografia”Prof. Roberto Chiarini

17 Marzo ore 20:30 piccolo TeaTro

“tipi BreSciani”Dott. Gian Battista Muzzi

la preSentazione del liBro Sarà accoMpagnata da un concerto per

pianoforte del MaeStro enrico poMpili