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Veterinaria, Anno 9, n. 3, Settembre 1995 Diagnosi delle malattie della pelle del gatto riferita all’aspetto della reazione cutanea* S.R. MERCHANT, DVM Louisiana State University In dermatologia felina, i tipi più frequenti di reazione cutanea sono rappresentati da dermatite miliare, comples- so del granuloma eosinofilico, noduli e fistole e alopecia simmetrica. Ognuna di queste forme è una risposta aspeci- fica verso diverse patologie. DERMATITE MILIARE La dermatite miliare è caratterizzata dalla formazione di papule edematose sovrastate da croste. La definizione deriva dalla somiglianza della lesione papulosa con i grani di miglio (Fig. 1). La condizione probabilmente costituisce il tipo di reazione cutanea più frequente nel gatto, nel quale rappresenta il 10-38% dei casi di dermatosi. 1-4 Le cause che ne sono all’origine sono numerose (vedi Diagnosi Differenziale della Dermatite Miliare). Reperti clinici Le lesioni sono rappresentate da piccole papule crostose eritematose ed edematose che solitamente non presentano distribuzione follicolare. Le croste possono assumere colo- razione grigio-giallastra (dall’essudazione sierosa) o rosso- brunastra (dall’essudato emorragico secco che viene pro- dotto in caso di escoriazione della papula). In presenza di lesioni a distribuzione follicolare, l’elenco delle diagnosi differenziali deve comprendere le follicoliti batteriche, la dermatofitosi e la demodicosi. Le lesioni possono essere localizzate o generalizzate. Nella maggior parte dei casi, le eruzioni papulose localiz- zate sono più evidenti sul dorso, soprattutto a livello di collo, spalle e base della coda. La distribuzione delle lesioni contribuisce a stabilire l’ordine delle diagnosi differenziali. Quando sia interessata principalmente la regione caudale del dorso (base della coda) esiste un forte sospetto di dermatite allergica da pulci. Se le lesioni si estendono in direzione craniale, oltre ad una dermatite allergica da pulci di vecchia data, biso- gna prendere in considerazione la cheyletiellosi. Quando 55 *Da “The Compendium on Continuing Education for the Practicing Veterinarian” Vol. 16, N. 2, febbraio 1994, 163. Con l’autorizzazione dell’Editore. PATOLOGIA FELINA

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Veterinaria, Anno 9, n. 3, Settembre 1995

Diagnosi delle malattie della pelle del gatto riferita all’aspetto della reazione cutanea*

S.R. MERCHANT, DVM Louisiana State University

In dermatologia felina, i tipi più frequenti di reazionecutanea sono rappresentati da dermatite miliare, comples-so del granuloma eosinofilico, noduli e fistole e alopeciasimmetrica. Ognuna di queste forme è una risposta aspeci-fica verso diverse patologie.

DERMATITE MILIARE

La dermatite miliare è caratterizzata dalla formazione dipapule edematose sovrastate da croste. La definizionederiva dalla somiglianza della lesione papulosa con i granidi miglio (Fig. 1). La condizione probabilmente costituisceil tipo di reazione cutanea più frequente nel gatto, nelquale rappresenta il 10-38% dei casi di dermatosi.1-4 Lecause che ne sono all’origine sono numerose (vediDiagnosi Differenziale della Dermatite Miliare).

Reperti clinici

Le lesioni sono rappresentate da piccole papule crostoseeritematose ed edematose che solitamente non presentanodistribuzione follicolare. Le croste possono assumere colo-razione grigio-giallastra (dall’essudazione sierosa) o rosso-brunastra (dall’essudato emorragico secco che viene pro-dotto in caso di escoriazione della papula). In presenza dilesioni a distribuzione follicolare, l’elenco delle diagnosidifferenziali deve comprendere le follicoliti batteriche, ladermatofitosi e la demodicosi.

Le lesioni possono essere localizzate o generalizzate.Nella maggior parte dei casi, le eruzioni papulose localiz-zate sono più evidenti sul dorso, soprattutto a livello dicollo, spalle e base della coda.

La distribuzione delle lesioni contribuisce a stabilirel’ordine delle diagnosi differenziali. Quando sia interessataprincipalmente la regione caudale del dorso (base dellacoda) esiste un forte sospetto di dermatite allergica dapulci. Se le lesioni si estendono in direzione craniale, oltread una dermatite allergica da pulci di vecchia data, biso-gna prendere in considerazione la cheyletiellosi. Quando

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*Da “The Compendium on Continuing Education for the PracticingVeterinarian” Vol. 16, N. 2, febbraio 1994, 163. Con l’autorizzazionedell’Editore.

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siano maggiormente coinvolti la testa e il collo, le diagnosidifferenziali comprendono rogna otodettica, allergie ali-mentari, rogna notoedrica, dermatite atopica e pemfigofogliaceo.

Il prurito associato alla dermatite miliare, benché digrado estremamente variabile, è presente nella maggiorparte dei gatti colpiti. Nei soggetti con prurito grave, lelesioni secondarie (ad es. alopecia, erosioni, escoriazioni edermatite umida acuta) possono essere più evidenti dellacondizione primaria.

Diagnosi

La valutazione diagnostica della dermatite miliare, oltrea un’anamnesi approfondita e ad un esame dermatologicoaccurato, deve comprendere diversi raschiati cutaneisuperficiali e profondi, la prova del pettine, colture micoti-che, esami delle feci e test di allergia alle pulci e/o dirisposta alle misure di controllo della parassitosi (nellearee fortemente infestate). Questi test forniscono i datiminimi di base.

I raschiati cutanei superficiali vengono effettuati perdiagnosticare la presenza di talune dermatosi parassitarie,fra cui rogna notoedrica, cheyletelliosi, rogna otodettica erogna demodettica sostenuta dagli acari che scavano galle-rie negli strati superficiali. L’esito negativo del raschiatocutaneo superficiale non esclude la presenza di cheyletel-liosi o di rogna otodettica. Per mettere in evidenzaDemodex cati, che vive all’interno del follicolo pilifero, ènecessario eseguire un raschiato in profondità. Mediantela prova del pettine, eseguita per la ricerca delle pulci, èpossibile dimostrare la presenza anche di acari di superfi-cie. L’esame delle feci consente di individuare artropodiingeriti o parassiti intestinali.

Quando si sospetti la presenza di Cheyletiella species,oltre ai raschiati cutanei è opportuno utilizzare preparatiallestiti con nastro adesivo e/o tecniche di digestione conidrossido di potassio.5 Nella prima procedura, la strisciaadesiva serve per raccogliere scaglie e croste che verrannoosservate al microscopio. Con il secondo metodo, le sca-glie e i residui vengono digeriti con idrossido di potassio al10%, centrifugati, lavati e sospesi in una soluzione zucche-rina standard utilizzata per eseguire gli esami delle feci perflottazione. In una soluzione di questo tipo, gli acari gal-leggiano.

Se queste procedure non consentono di stabilire l’ezio-logia della condizione o se quest’ultima non viene risoltamediante un programma completo di controllo delle pulci,quale ulteriore misura diagnostica bisogna prevedere unperiodo di terapia antibiotica della durata minima di 2 set-timane con prodotti a cui siano sensibili la maggior partedegli stafilococchi cutanei isolati nella specie felina (ad es.associazioni trimethoprim -sulfadiazina, amoxicillina-acido clavulanico o una cefalosporina). Altre possibiliindagini comprendono esame emocromocitometrico com-pleto, risposta alla terapia con invermectina, valutazionedella dieta, interruzione di precedenti terapie farmacologi-che, somministrazione di diete antiallergiche per elimina-zione o esecuzione di test di intradermoreazione. La bio-psia cutanea può 1) facilitare la diagnosi di pemfigo foglia-ceo, 2) mettere in evidenza infezioni micotiche non dia-gnosticate in precedenza, infezioni batteriche che nonrispondono alla terapia o parassiti cutanei non evidenziatimediante i raschiati, oppure 3) accrescere il sospetto clini-co di malattie allergiche.6

Terapia

Il trattamento deve essere rivolto alla causa specificadell’affezione. Se le procedure diagnostiche descritte nonpermettono di individuare un’eziologia precisa, è accetta-bile una diagnosi di dermatite miliare idiopatica. L’istitu-zione di una terapia contro il prurito si rende necessaria

FIGURA 1 - Lesione dovuta a dermatite miliare.

Diagnosi differenziali della dermatite miliare

Eziologie infettive Follicolite batterica Dermatofitosi Parassitosi

Rogna otodettica Cheyletiellosi Trombiculiasi Rogna notoedrica Pediculosi Acariasi Rogna demodettica Parassitosi interne (rare) Infestazione da acari del pelo di gatto (raro)

Eziologie immuno-mediate Allergia da pulci Allergia alimentare Atopia Eruzioni da farmaci Pemfigo fogliaceo Pemfigo eritematoso

Cause alimentari Carenza di biotina (raro) Carenza di acidi grassi (raro)

Cause ormonali (raro) Sindrome ipereosinofilica felina (raro) Cause idiopatiche (nella maggior parte dei casi di pro-babile origine allergica)

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quando quest’ultimo si associ alle manifestazioni cliniche.Nei casi di dermatite miliare pruriginosa, quando le dispo-nibilità economiche del proprietario non consentano dicondurre una valutazione diagnostica completa; è necessa-rio raccogliere i dati minimi di base mediante raschiaticutanei, colture micotiche, prova del pettine ed esamedelle feci prima di iniziare una terapia steroidea.

Inizialmente, il prurito viene controllato somministran-do prednisolone per os a dosaggi antiinfiammatori (da 2,2a 4,4 mg/kg/die). Se tale posologia si rivela efficace, èopportuno ridurre gradualmente il dosaggio cercando diraggiungere una dose di mantenimento non superiore a1,1 mg/kg a giorni alterni. Molti gatti che non rispondonoai corticosteroidi somministrati per via orale, reagisconoinvece a quelli deposito ad azione protratta. Il metilpred-nisolone acetato (da 10 a 20 mg) può migliorare la derma-tite. Questo prodotto non deve essere somministrato adintervalli inferiori al mese, preferibilmente una volta ognitre mesi.

I progestinici (megestrolo acetato, progesterone depositoe medrossiprogesterone acetato) sono stati utilizzati consuccesso nel trattamento di soggetti affetti da dermatitemiliare. Questi prodotti possono indurre numerosi effetticollaterali; pertanto, prima di adoperarli, è necessario valu-tare il rapporto fra rischi e vantaggi. Gli effetti collateralidei progestinici comprendono soppressione dell’asse ipofi-si-surrene, polifagia, polidipsia, aumento del peso corpo-reo, cambiamento del carattere, iperplasia delle mammelle,diabete mellito e piometra o patologia del moncone.

COMPLESSO DEL GRANULOMA EOSINOFILICO

Il complesso del granuloma eosinofilico è costituito daquattro sindromi cliniche ed istopatologiche rappresentateda ulcera indolente, placche eosinofiliche, granuloma col-lagenolitico e forme atipiche di granuloma eosinofilico.Questo complesso coinvolge diverse condizioni che ven-gono raggruppate poiché possono svilupparsi nello stesso

soggetto e rispondere alla stessa terapia. Per il resto, talipatologie presentano pochi caratteri comuni.

L’eziologia del complesso del granuloma eosinofilico èsconosciuta. È stata suggerita la possibile importanza difattori genetici o infettivi; infatti sono stati presi in consi-derazione, oltre al virus della leucemia felina (FeLV)7, icalicivirus e un batterio filamentoso, probabilmente anae-robio.8,9 Molti dermatologi ritengono che le affezioniparassitarie e/o quelle allergiche possano rappresentarecause plausibili (vedi Diagnosi Differenziali del Complessodel Granuloma Eosinofilico).

Reperti clinici e diagnosi

Ulcera indolente

L’ulcera indolente è una lesione infiammatoria, prolife-rativa, nettamente circoscritta, con un’ulcera discoidalenel centro (Fig. 2). La lesione solitamente ha sede a livellodel labbro superiore ma può essere riscontrata anche acarico di quello inferiore, in cavità orale e (raramente)sulla superficie cutanea. Le ulcere non sono associate adolore o prurito. Vengono colpite con maggiore frequenzale gatte di età compresa fra nove mesi e nove anni. In raricasi, l’ulcera indolente può trasformarsi in carcinomasquamocellulare o in fibrosarcoma.7,10

La diagnosi è basata sul carattere delle lesioni cutanee esull’esame bioptico che viene eseguito principalmente perescludere la presenza di processi maligni. Dal punto divista istopatologico, l’ulcera indolente è caratterizzata dauna dermatite ulcerativa cronica con accorsa di granulocitineutrofili, plasmacellule e cellule mononucleate. In alcunisoggetti è presente un numero elevato di granulociti eosi-nofili e un processo di collagenolisi con infiammazionegranulomatosa.11

Placca eosinofilica

Una placca eosinofilica è una lesione circoscritta, giallo-rossastra, ulcerata, edematosa e intensamente pruriginosa(Fig. 3). Solitamente si sviluppa in gatti di età compresafra due e quattro anni a livello di regione inguinale, facciamediale della coscia o parete addominale ventrale.Raramente la lesione si osserva nella cavità orale o in altre

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Diagnosi differenziali del complesso

del granuloma eosinofilicoCause infettive

Virus della leucemia felina Calicivirus Batteri anaerobi Batteri aerobi

Cause non infettive Fattori genetici sconosciuti Origine autoimmune Fattori psicogeni

Cause allergiche Allergia da pulci Allergia alimentare Atopia Allergia alle zanzare Allergia alle mosche

FIGURA 2 - Ulcera indolente a carico del labbro superiore.

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regioni del corpo. Sono presenti granulociti eosinofili tis-sutali e talvolta si rileva la comparsa di eosinofilia. Le plac-che eosinofiliche sono associate con frequenza maggiore adisordini di ipersensibilità che a ulcere indolenti o ai gra-nulomi collagenolitici.

La diagnosi è basata sull’aspetto delle lesioni cutanee esugli esiti della biopsia. L’esame istopatologico mette inevidenza un quadro di epidermite spongiotica associata amassiccia infiltrazione di granulociti eosinofili nel derma.11

Granuloma collagenolitico

Il granuloma collagenolitico è una lesione nettamentecircoscritta, lineare o nodulare rilevata, compatta e dicolore rosa-giallastro. La forma lineare generalmente inte-ressa la superficie caudale degli arti posteriori o l’addomenei gatti giovani e di solito non provoca dolore o prurito(Fig. 4). Nei gatti più anziani si osserva una forma nodula-re a carico della faringe che spesso si associa ad un’ulceraindolente e i soggetti colpiti possono essere portati allavisita con segni di disfagia o ostruzione delle vie respirato-rie. Altre manifestazioni meno frequenti comprendonostrie simmetriche lungo il tronco o lesioni lineari e irrego-lari, diffuse in qualunque parte del corpo.12 Nella sindro-me del mento grasso, i soggetti vengono portati alla visitacon una tumefazione del mento che rappresenta una rara

manifestazione della forma collagenolitica del complessodel granuloma eosinofilico.

La diagnosi è basata sul carattere delle lesioni esull’esito della biopsia. L’esame istopatologico mette inevidenza fenomeni di collagenolisi e di infiammazione gra-nulomatosa a palizzata, spesso associati ad infiltrazione dicellule giganti.11

Granuloma eosinofilico atipico

In letteratura è stata descritta una forma cutanea atipi-ca.13,14 I gatti che ne sono colpiti presentano eruzionipapulose con erosioni, croste e depigmentazione della cuteche ricopre il dorso del naso (Fig. 5). A livello del padi-glione auricolare possono comparire eruzioni papulose(Fig. 6).

Le estremità distali degli arti possono essere interessateda fenomeni di ipercheratosi, iperpigmentazione o depig-mentazione, accompagnati talvolta da tumefazioni, ipere-stesia e ragadi (Fig. 7). Nella maggior parte dei soggetti èpresente una notevole linfoadenopatia periferica.13 È statodimostrato che alcuni gatti colpiti risultano allergici allapuntura delle zanzare.13

La diagnosi è basata sulle caratteristiche delle lesionicutanee e sulla biopsia. I risultati dell’esame istopatologicosono variabili, con alterazioni comprese fra quelle associa-

FIGURA 3 - Estesa placca eosinofilica a carico della regione inguinale.(Per gentile concessione di Thomas Hribernik, DVM, School ofVeterinary Medicine, Louisiana State University.)

FIGURA 4 - Granuloma lineare a carico del margine caudale dell’artoposteriore. (Per gentile concessione di Karin Beale, DVM, Gulf CoastVeterinary Specialists, Houston, Texas.)

FIGURA 6 - Papule a carico del padiglione auricolare nel soggetto dellaFigura 5.

FIGURA 5 - Depigmentazione ed erosioni a carico del dorso del naso(granuloma atipico).

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te alle altre forme del complesso granuloma eosinofilico ela necrosi coagulativa dell’epidermide.13

Terapia

Affrontando le varie forme del complesso granulomaeosinofilico, è necessario individuare e trattare ogni possi-bile patologia primaria. Questo principio probabilmenteassume maggiore importanza nelle forme di placca eosino-filica (possibili cause parassitarie o allergiche) e in quelleatipiche (potenziale ipersensibilità al morso della zanzara).Se le lesioni non rispondono alla terapia oppure quandonon sia possibile individuare l’eziologia precisa, le misureterapeutiche tradizionali prevedono l’uso di glucocorticoi-di. Alcuni soggetti rispondono alla terapia antibiotica chedeve essere somministrata per periodi di prova di due tresettimane utilizzando un’associazione trimethoprim -sulfa-diazina, cefadrossile, cefalessina o l’associazione amoxicil-lina acido clavulanico.

Quando sia necessario ricorrere ai glucocorticoidi, èpossibile impiegare prednisone o prednisolone (da 2,2 a4,4 mg/kg una volta al giorno). In alcuni soggetti che nonrispondono ai corticosteroidi somministrati per via orale,le lesioni regrediscono utilizzando tali farmaci nelle prepa-razioni deposito iniettabili. L’autore esegue tre trattamen-ti, ad intervalli di due settimane, con metilprednisoloneacetato inoculato per via intramuscolare o sottocutanea.Questo regime terapeutico viene adottato per provocare laremissione delle diverse forme del complesso granulomaeosinofilico e ridurre le possibilità di recidiva. Se queste simanifestano, i corticosteroidi iniettabili in formulazionideposito non devono essere somministrati ad intervalliinferiori a due o tre mesi. Nei casi rfrattari sono stati adot-tati altri metodi, fra cui escissione chirurgica di processilocalizzati, radioterapia, criochirurgia, laser terapia, vacci-ni batterici misti e farmaci immunomodulatori.10,15,16

NODULI E TRAGITTI FISTOLOSI

I noduli e i tragitti fistolosi vengono considerati unita-mente per l’analogia delle rispettive diagnosi differenziali.Le affezioni che danno origine alla comparsa di noduli e ditragitti fistolosi possono essere classificate in infettive e

non infettive (vedi Diagnosi Differenziale dei Noduli e deiTragitti Fistolosi). La categoria delle affezioni di naturainfettiva può essere ulteriormente suddivisa in cause batte-riche, micotiche e parassitarie. Benché le affezioni elencatenon vengano discusse nel presente lavoro, le fonti biblio-grafiche descrivono le basi e il trattamento di ognuna diesse.17-35

In dermatologia felina, le patologie all’origine di nodulie tragitti fistolosi non sono frequenti; tuttavia, questaforma di reazione cutanea può comportare alcune diffi-coltà diagnostiche. L’incidenza di ogni affezione varianelle diverse regioni geografiche degli Stati Uniti.

Reperti clinici

Nella maggior parte dei casi, i reperti clinici iniziali sonorappresentati da noduli dai quali, successivamente, posso-no svilupparsi tragitti fistolosi, che a loro volta possonoanche costituire le prime lesioni rilevabili alla visita. I tra-gitti possono essere preceduti da una tumefazione diffusadella regione coinvolta. L’essudato che fuoriesce puòavere carattere sieroso, sieroemorragico o purulento e, inalcuni casi, contenere elementi granulari. La presenza diquantità limitate di essudato può non essere rilevata dalproprietario a causa delle abitudini di toelettatura propriedella specie felina. I noduli e/o i tragitti fistolosi possonoessere isolati o multipli.

Diagnosi

La presenza di noduli e tragitti fistolosi comporta sem-pre lo stesso approccio diagnostico che dovrà essere con-dotto con cura data la variabilità e la complessità dellepatologie da cui tali manifestazioni derivano. Un esamesuperficiale riduce le probabilità di ottenere una diagnosidefinitiva.

La valutazione diagnostica deve iniziare con la raccoltadi un’anamnesi approfondita e l’esecuzione di un attentoesame clinico, oftalmologico e dermatologico. Il segnala-mento del soggetto può fornire dati utili. È necessarioconsiderare le predisposizioni di razza, età e sesso; adesempio, nei gatti persiani sono comuni le dermatofitosi(pseudomicetomi), quelli anziani sono predisposti alleneoplasie e i maschi interi spesso presentano ascessi damorso.

L’anamnesi deve comprendere informazioni circal’ambiente in cui vive l’animale, la localizzazione geografi-ca e gli eventuali spostamenti subiti prima che si instauras-se l’affezione. Può rivelarsi utile la raccolta di dati riguar-danti le procedure diagnostiche adottate, le terapie esegui-te e le relative risposte.

Nei pazienti con noduli e/o tragitti fistolosi è necessariocondurre un esame clinico approfondito che può metterein evidenza segni di affezioni più diffuse o sistemiche.Bisogna prestare particolare attenzione alle fasi di palpa-zione linfonodale, auscultazione toracica e palpazioneaddominale. L’esame dermatologico permette di definire iltipo di lesione presente e l’estensione dell’affezione cuta-nea. L’esame oftalmologico contribuisce ad individuare lediagnosi differenziali; infatti, numerose patologie all’origi-

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FIGURA 7 - Ipercheratosi dei cuscinetti plantari nel soggetto delleFigure 5 e 6.

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ne di noduli e/o tragitti fistolosi possono provocare con-temporaneamente manifestazioni cutanee (Fig. 8).

I principali test diagnostici che devono essere eseguiti inpresenza di noduli e/o tragitti fistolosi comprendonoesame citologico dell’essudato, esame citologico del mate-riale prelevato per aspirazione a livello della lesione cuta-nea e del linfonodo anomalo ed esami colturali ed istopa-tologici di campioni bioptici di cute. Nella maggior partedei casi, si rendono necessari altri controlli, fra cui esameemocromocitometrico completo, profilo biochimico e testsierologici per individuare agenti patogeni specifici oltre aivirus FIV e FeLV.

L’esame citologico dell’essudato rappresenta il metodopiù semplice, più veloce e meno dispendioso per formula-re una diagnosi e va eseguito ogni volta che l’essudato siapresente. Se vi sono noduli o linfonodi anomali è consi-gliabile ricorrere all’aspirazione con ago. Se si esegue unabiopsia, il tessuto prelevato viene utilizzato per allestirestrisci per impronta. Fra le colorazioni per citologia sonoparticolarmente utili quella di Romanovsky, quelle acido-resistenti e quelle per micologia.

Le colture batteriche e micologiche e gli antibiogrammieseguiti a partire da lesioni cutanee forniscono risultati piùaccurati utilizzando biopsie per escissione prelevate inmodo asettico. I campioni inviati in laboratorio vengonocoltivati su appositi terreni per la ricerca di batteri aerobi,anaerobi e miceti. Per assicurarsi che vengano utilizzate letecniche appropriate, è opportuno fornire indicazioni circai possibili agenti eziologici responsabili dell’affezione.

I campioni bioptici destinati all’esame istopatologicodevono comprendere porzioni di tessuto normale circo-stante e sottostante la lesione ed estendersi verso la zonapiù sviluppata di quest’ultima. I prelievi eseguiti conpunch da biopsia a livello di noduli o di tragitti fistolosiraramente si rivelano idonei. Quando si ritengano necessa-rie particolari colorazioni, il campione deve essere inviatoin laboratorio corredato da una descrizione della lesione eda un elenco degli agenti patogeni sospetti.

I risultati ottenuti con queste procedure possono rende-re necessari ulteriori test diagnostici. Quando l’affezionerappresenti una potenziale zoonosi (ad es. sporotricosi)bisogna fornire al proprietario dell’animale informazioniaccurate.

ALOPECIA SIMMETRICA

Nei gatti con affezioni cutanee è comune riscontrarechiazze alopeciche irregolari, mentre le perdite di pelosimmetriche, non associate ad altre alterazioni cutanee,sono meno frequenti.10 Le malattie che provocano alope-cia possono essere raggruppate in tre categorie rapprenta-te da anomalie del ciclo di crescita del pelo, danni a caricodel follicolo o del fusto e caduta del pelo dovuta ad auto-traumatismo. Le anomalie del ciclo di crescita possonoessere congenite o ereditarie. Le alterazioni a carico delfollicolo o del fusto danno origine ad aree alopeciche irre-golari (non simmetriche). Altre diagnosi differenziali sonorappresentate da endocrinopatie, efflusso anageno edefflusso telogeno. I danni del follicolo o del fusto possonoessere secondari a demodicosi, dermatofitosi, follicolitibatteriche e altre affezioni infiammatorie.

Diagnosi differenziali dei noduli e dei tragitti fistolosi

Cause infettive Batteriche

Ascessi sottocutaneia

Botriomicosi Nocardiosi Actinomicosi (possibile) Dermatofilosi Lebbra felina Tubercolosi cutaneaa

Micobatteriosi atipica Peste del gatto (Yersinia) Infezione da Rhodococcus equi a

Infezioni batteriche da forme L Micosi

Sporotricosia

Feoifomicosi Ialoifomicosi Criptococcosia

Blastomicosia

Istoplasmosia

Coccidiodomicosia

Zigomicosi Eumicosi Pseudomicetoma Prototecosia

Pitiosi Cause non infettive

Parassiti Infestazione da CuterebraDracunculiasi

Corpi estranei Pannicolitea

Granuloma eosinofilico (collagenolitico) Panosteite Sclerosi (possibile) Xantomatosia

Neoplasiea

a Affezioni con possibili manifestazioni oculari.

FIGURA 8 - Noduli facciali provocati da Cryptococcus neoformans. (pergentile concessione di Nita K. Gulbas, DVM, Phoenix, Arizona)

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Veterinaria, Anno 9, n. 3, Settembre 1995

Fra le malattie che alterano il follicolo e il fusto, alcunesono pruriginose e la perdita del pelo riconosce anche unacomponente autotraumatica. La categoria che riunisce leforme di alopecia da autotraumatismo comprende leforme secondarie a prurito e quelle psicogene. Il tipo piùcomune di alopecia simmetrica è quella auto-indottasecondaria a prurito.

Reperti clinici

Dal punto di vista clinico, le sedi più comunementeinteressate da alopecia simmetrica auto-indotta sono leregioni ventrali dell’addome e la parte prossimale dellacoscia, seguite dalle regioni caudali del dorso (con possibi-le estensione alla coda).17 In alcuni gatti colpiti si osservala confluenza di diverse chiazze alopeciche con coinvolgi-mento dell’intero tronco. Nella maggior parte dei soggetti,la cute è assolutamente normale. Raramente la perdita delpelo si associa a stati infiammatori cutanei.

Diagnosi e terapia

In presenza di alopecia simmetrica, l’esame clinico ini-ziale deve stabilire se la perdita di pelo sia dovuta ad auto-traumatismo. Le informazioni anamnestiche possono rive-larsi utili quando riferiscano la tendenza del gatto a leccar-si, mordersi o grattarsi in modo eccessivo. Alcuni soggettisi appartano nel corso della toelettatura e i proprietari nonsi accorgono che le lesioni derivano da auto-traumatismi.La tendenza alla formazione di tricobezoari o ad episodi dicostipazione sono indizi di toelettature troppo energiche.

Nel corso dell’esame dermatologico bisogna valutare lafacilità con cui il pelo si stacca, la quantità di peli spezzatie il coinvolgimento della cute. In caso di alopecia auto-indotta, solitamente si osservano peli corti, spezzati chenon si staccano facilmente. Tuttavia, in alcuni casi, nonvengono riscontrati peli spezzati poiché il gatto li strappacompletamente.

Può risultare utile esaminare l’estremità distale dei peliche vengono asportati dall’area lesionata. Le estremitàspuntate e frastagliate sono tipiche dell’alopecia auto-indotta, mentre quelle affusolate e uniformi suggerisconoun’alopecia di diversa origine. Come ultima risorsa, perconfermare o escludere l’origine auto-indotta dell’affezio-ne, è possibile ricorrere al collare di Elisabetta.

Dopo avere determinato la natura auto-indotta dell’alo-pecia, bisogna stabilire se tale comportamento sia imputa-bile a un’affezione pruriginosa oppure a un’anomalia psi-cogena. Il primo caso è più frequente; pertanto è necessa-rio iniziare a prendere in considerazione le affezioni pruri-ginose (vedi Diagnosi Differenziale dell’Alopecia Auto-Indotta Secondaria a Prurito).

Alopecia auto-indotta secondaria a prurito

La valutazione di un soggetto con alopecia auto-indottasecondaria a prurito deve comprendere raschiati cutanei,colture micotiche, esame delle feci e test di allergia allepulci e/o misure di controllo della pulicosi (nelle aree geo-

grafiche in cui tale parassitosi sia diffusa). Se queste proce-dure non consentono di individuare una diagnosi precisa,è indicato ricorrere a diete di eliminazione per rilevareallergie alimentari, test di intradermoreazione, test dirisposta all’ivermectina e terapie antielmintiche contro leparassitosi intestinali.

La terapia dell’alopecia auto-indotta secondaria a pruri-to è basata sull’identificazione e sul trattamento dell’affe-zione primaria. Il pelo ricresce quando cessa l’auto-trau-matismo (Fig. 9).

I glucocorticoidi possono essere utilizzati per differen-ziare l’alopecia secondaria a prurito da quella psicogena.La maggior parte dei gatti con prurito risponde alla som-ministrazione di prova di 20 mg di metilprednisolone ace-tato inoculato per via intramuscolare o sottocutanea.Alcune affezioni pruriginose, quali le allergie alimentaririspondono solo parzialmente ai glucocorticoidi e i sogget-ti con alopecia psicogena non vi rispondono affatto.

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FIGURA 9 - Alopecia simmetrica auto-indotta secondaria al prurito sca-tenato dall’allergia alle pulci.

Diagnosi differenziali dell’alopecia auto-indotta

secondaria a pruritoCause allergiche

Allergia da pulci (più comune) Atopia Allergia alimentare Ipersensibilità ai parassiti intestinali

Cause infettive Demodicosi Dermatofitosi Follicolite batterica

Cause non infettive Dermatite da contatto Eruzioni da farmaci Affezioni immuno-mediate Placche eosinofiliche

Parassitosi Rogna notoedrica Cheyletiellosi Infestazione da pidocchi Rogna otodettica

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Diagnosi delle malattie della pelle del gatto riferita all’aspetto della reazione cutanea

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Alopecia psicogena auto-indotta

L’alopecia psicogena si riscontra spesso nei gatti appar-tenenti a razze con pelo abbondante, fra cui siamese, bur-mese, abissino e hymalaiano.10 Sembra che in seguito aduno stimolo iniziale il gatto accentui le abitudini di toeletta-tura con conseguente perdita del pelo (Fig. 10). L’anamne-si può consentire di individuare l’insulto psicogeno. Lecause che possono essere all’origine della condizione com-prendono arrivo o perdita di un membro della famiglia o diun altro animale da compagnia, cambio di abitazione, tap-peti nuovi, variazione dell’orario di lavoro del proprietarioe introduzione di nuovi animali nell’ambiente esterno.

Il metodo migliore per trattare l’alopecia psicogena con-siste nell’identificare ed eliminare l’agente stressante. Sequesta soluzione non fosse applicabile, potrebbe rivelarsiutile l’uso di farmaci che agiscano sull’umore. Al fine diattenuare le toelettature esagerate sono stati utilizzati diver-si prodotti per via orale, fra cui fenobarbital (da 8,0 a 15,0mg due volte al giorno), diazepam (da 1,0 a 2,0 mg duevolte al giorno) e primidone (da 12,5 a 25,0 mg una, due otre volte al giorno).18 La posologia deve essere ridotta gra-dualmente e la somministrazione sospesa (se possibile) nonappena l’abitudine all’eccessiva toelettatura sia cessata.

Alopecia non auto-indotta

Se, dopo l’uso del collare di Elisabetta per un interomese non vi sia alcuna ricrescita di pelo, l’alopecia vieneclassificata come non auto-indotta. Le affezioni che sonoall’origine di questa forma sono rare (vedi DiagnosiDifferenziale dell’Alopecia non Auto-Indotta).

Alcuni fattori stressanti temporanei (ad es. farmaci antimi-totici, interventi chirurgici e febbre) possono interrompere lacrescita del pelo. I peli danneggiati si spezzano con maggiorefacilità e l’alopecia si rende evidente. Questa condizioneviene definita efflusso anageno. Uno stress (ad es. febbreelevata, interventi chirurgici, parto) può indurre l’interru-zione prematura della crescita del pelo con conseguentecoesistenza di numerosi peli in fase di riposo (o telogeno).Qualche mese più tardi, molti di questi cadono contempo-raneamente e ne deriva un’alopecia clinicamente manifesta.Questa condizione viene chiamata efflusso telogeno.

L’alopecia diffusa o simmetrica può essere associata amalattie interne o ad endocrinopatie. La raccolta dei datiminimi di base deve comprendere l’esame emocromocitome-trico completo e il profilo biochimico. Le ulteriori indaginidipendono dalle lesioni riscontrate al momento della visita.

Nei soggetti con efflusso anageno o telogeno non ènecessario alcun trattamento se l’insulto temporaneo vieneeliminato. I peli vengono rimpiazzati con ripristino di unnormale ciclo vitale.

Se l’alopecia dipende da una malattia sistemica o daun’endocrinopatia bisogna trattare in modo specifico lapatologia primaria. In uno studio, i gatti in cui era statadiagnosticata un’alopecia di origine endocrina (ma neiquali non era stato dimostrato uno stato di ipotiroidismo)vennero trattati con liotironina sodica (T3) alla dose inizia-le di 20 microgrammi due volte al giorno. Successivamente,il dosaggio venne aumentato di 10 microgrammi due volteal giorno ogni tre giorni arrivando ad un massimo di 50microgrammi due volte al giorno. Il trattamento comportòla ricrescita totale del pelo nell’arco di 12 settimane nel73% dei soggetti.19

Il trattamento di sospetti squilibri degli ormoni sessualiè stato effettuato con associazioni di dietilstilbestrolodeposito o di estradiolo e testosterone. Nei soggetti affettidalla condizione sono stati utilizzati anche i progestinici.L’autore sconsiglia la terapia sostitutiva con ormoni ses-suali poiché i possibili effetti collaterali che questa com-porta sono più gravi delle conseguenze dell’affezione cuta-nea (soltanto perdita del pelo).

CONCLUSIONE

Le reazioni cutanee rappresentate da dermatite miliare,complesso del granuloma eosinofilico, noduli e tragitti

FIGURA 10 - Alopecia psicogena auto-indotta. (Per gentile concessionedi Carol S. Foil, DVM, School of Veterinary Medicine, Louisiana StateUniversity.)

Diagnosi differenzialedell’alopecia non auto-indotta

Efflusso anageno Efflusso telogeno Alopecia endocrina del gatto

Iperadrenocorticismo Diabete mellito in fase avanzata Ipertiroidismo in stadio terminale Squilibri degli ormoni sessuali

Malattie renali in stadio avanzato Epatopatie croniche

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Veterinaria, Anno 9, n. 3, Settembre 1995

fistolosi e alopecia simmetrica costituiscono la maggiorparte delle affezioni dermatologiche che colpiscono la spe-cie felina. Queste condizioni devono essere affrontateadottando un approccio sistemico e disponendo di unelenco completo di diagnosi differenziali per potere indivi-duare l’affezione primaria e istituire una terapia idonea.

Note sull’Autrice

La Dr.ssa Merchant è affiliata al Department of VeterinaryClinical Sciences, School of Veterinary Medicine, LouisianaState University, Baton Rouge, Louisiana.

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