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DIACONI Foglio Notizie del Diaconato della Diocesi di Roma www.vicariatusurbis.org/diaconatus Dicembre 2008 Numero 44 …la canzone che il Signore ci canterà nel giorno del giudizio è quella che abbiamo ascol- tato dal vangelo (Mt 25, 31-46) e sarà cantata per noi: quel giorno daremo conto della no- stra vita. Una vita dove l'amore preveniente di Lui ci ha prece- duto e ci ha dato la possibilità, purificando anche la nostra li- bertà da tutte le incrostazioni e le debolezze di peccato, di es- sere rivolta a Lui. Ma questo messaggio ha una particolare risonanza e uno speciale im- pegno per questi nostri fratelli, uomini maturi, padri di famiglia e sposi operosi, che il Signore ha chiamato ad una vocazione speciale, quella del servizio della Chiesa. Le testimonianze che avete ascoltato - non è abitudine che nelle celebra- zioni avvenga questo - sono state molto belle, toccanti, e abbiamo ascoltato da persone loro vicine - i loro parroci, le loro spose, i loro figli e quelli che li hanno aiutati nel cam- mino - quanto questo itinerario sia stato per loro affascinante, attraente seppure impegnativo come una scalata in montagna dove si vede la vetta. La vetta è quella della santità attra- verso anche la vocazione al diaconato: si cammina, si fa- tica, forse qualche volta si cade, ci si rialza, si respira l'ossigeno puro e si va oltre. La loro vocazione al diaconato è vocazione certamente spe- ciale ma è anche un invito a ri- considerare le vocazioni di tutti noi: vocazione al matrimonio, alla vita consacrata, al sacer- dozio, al diaconato, alla vita professionale, vocazione nel sociale. Ognuno è chiamato in questo cammino a dare molto, corri- spon- dendo all'azione di Dio per noi. Es- sere diacono vuol dire essere servo per amore, fedele disce- polo e imitatore del grande Diacono del Padre e dell'uma- nità: Cristo Gesù. Cari fratelli ordinandi a voi è chiesto di vivere con maggiore consapevolezza il tempo della grazia. Avvertite, anzitutto per voi, per le vostre persone, la tenerezza di Dio, di Cristo Buon Pastore. Egli è il Buon Pastore per voi! Corrispondete alle ispirazioni dello Spirito Santo per una vita santa; siate le pecorelle che non si allonta- nano mai dall'ovile, crescete nella conoscenza di Gesù at- traverso la meditazione della sua parola. Non si può essere Essere diacono vuol dire essere servo per amore, fedele discepolo e imitatore del grande Diacono del Padre e dell'umanità: Cristo Gesù. Quelle che leggete sono parole tratte dall’omelia del Cardinale Vicario in occasione della recente ordinazione di 11 nuovi confratelli diaconi.

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DIACONIDIACONIFoglio Notizie del Diaconato della Diocesi di Roma

Formazione - Informazione - Corresponsabilitàwww.vicariatusurbis.org/diaconatus

Dicembre 2008 Numero 44

…la canzone che il Signore cicanterà nel giorno del giudizioè quella che abbiamo ascol-tato dal vangelo (Mt 25, 31-46)e sarà cantata per noi: quelgiorno daremo conto della no-stra vita. Una vita dove l'amorepreveniente di Lui ci ha prece-duto e ci ha dato la possibilità,purificando anche la nostra li-bertà da tutte le incrostazioni ele debolezze di peccato, di es-sere rivolta a Lui. Ma questomessaggio ha una particolarerisonanza e uno speciale im-pegno per questi nostri fratelli,uomini maturi, padri di famigliae sposi operosi, che il Signoreha chiamato ad una vocazionespeciale, quella del serviziodella Chiesa. Le testimonianzeche avete ascoltato - non èabitudine che nelle celebra-zioni avvenga questo - sonostate molto belle, toccanti, eabbiamo ascoltato da personeloro vicine - i loro parroci, leloro spose, i loro figli e quelli

che li hanno aiutati nel cam-mino - quanto questo itinerariosia stato per loro affascinante,attraente seppure impegnativocome una scalata in montagnadove si vede la vetta. La vettaè quella della santità attra-verso anche la vocazione aldiaconato: si cammina, si fa-tica, forse qualche volta sicade, ci si rialza, si respiral'ossigeno puro e si va oltre.La loro vocazione al diaconatoè vocazione certamente spe-ciale ma è anche un invito a ri-considerare le vocazioni di tuttinoi: vocazione al matrimonio,alla vita consacrata, al sacer-dozio, al diaconato, alla vitaprofessionale, vocazione nelsociale. Ognuno è chiamato inq u e s t ocamminoa darem o l t o ,c o r r i -s p o n -d e n d o

all'azione di Dio per noi. Es-sere diacono vuol dire essereservo per amore, fedele disce-polo e imitatore del grandeDiacono del Padre e dell'uma-nità: Cristo Gesù. Cari fratelli ordinandi a voi èchiesto di vivere con maggioreconsapevolezza il tempo dellagrazia. Avvertite, anzitutto pervoi, per le vostre persone, latenerezza di Dio, di CristoBuon Pastore. Egli è il BuonPastore per voi! Corrispondetealle ispirazioni dello SpiritoSanto per una vita santa; siatele pecorelle che non si allonta-nano mai dall'ovile, crescetenella conoscenza di Gesù at-traverso la meditazione dellasua parola. Non si può essere

Essere diacono vuol dire essere servo per amore,fedele discepolo e imitatore

del grande Diacono del Padre e dell'umanità:Cristo Gesù.

Quelle che leggete sono parole tratte dall’omeliadel Cardinale Vicario in occasione della recenteordinazione di 11 nuovi confratelli diaconi.

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ambasciatori credibili di GesùCristo, non solo come diaconima anche come sacerdoti ecome vescovi, come genitori ecome catechisti, come laici im-pegnati nel cammino parroc-chiale, se quello che diciamo,se quello che annunciamo nonderiva da un'esperienza filtratadalla preghiera e dalla nostrafede personale. Crescete nellaconoscenza di Gesù attra-verso la meditazione pur brevema quotidiana della sua Pa-rola. Curate la vostra unioneprofonda con lui, cercate di se-guirlo anche accogliendo confede le immancabili croci dellavita. La croce non è un inci-dente nella vita umana, è uningrediente della vita umana,ne fa parte sempre e per tutti.La differenza sta tra chi difronte alla croce si sente persoe chi invece, contemplando ilCrocifisso vivente e risorto, at-tinge forza dallo Spirito perviverla e farne strumento disalvezza per sé e per glialtri. Vivetela allora in mododel tutto particolare così dadilatare il vostro cuore allapienezza della carità diCristo. Questo vuol dire chela vostra missione di sposi,di padri e di diaconi deveessere vissuta all'insegnadell'amore di Cristo. Tuttociò vi sia chiaro, e da oggiassumetelo con una consa-pevolezza maggiore fidan-dovi sulla grazia sacramen-tale che state per ricevere.

E allora distingueteviper bontà, per bene-volenza, siate miseri-cordiosi, sappiateperdonare sempre.

Non è facile perdonare, pernessuno. Il perdono lo defi-

nisco l'amore difficile, ma bi-sogna saper perdonare.Siamo discepoli del Signore ese non ce la facciamo o nonce la farete, mettetevi in ginoc-chio davanti al Crocifisso enon vi alzate più fino a chenon avete trovato la forza diandare e perdonare. Questovuol dire essere autentici servidell'amore di Cristo. Questaapertura del vostro cuore virenda poi disponibili, perquanto vi è consentito dai vo-stri doveri di sposi e di padri,ad annunziare ad un numerogrande, Dio voglia sempre piùgrande, di persone il Vangelodel Signore. E poi siate buonisamaritani verso tutti quelliche chiedono aiuto. E l'aiutonon è solo quello economico,ma anche l'ascolto paziente.Quanta gente oggi non ha chila ascolta perché siamo tuttipresi dalla fretta, dalle cose da

fare, dal correre. E' un grandeatto di carità rispondere a chi ènella necessità di essereascoltato. Siate davvero i

buoni samaritani verso i po-veri, soprattutto suscitandonelle vostre comunità l'aper-tura alla carità, cioè all'amore.E voi lo sapete non è solo l'a-more umano, è l'agape, l'a-more dono di Dio, l'amore cheè lo Spirito Santo. In questocooperate con docilità e condiligenza con i vostri parroci,con i vostri sacerdoti, con glialtri operatori pastorali, coope-rate umilmente. Il diaconato èservizio, non è titolo di orgo-glio e di supremazia su nes-suno, perché nessuno nellaChiesa esercita una supre-mazia ma tutti siamo chiamatiad esercitare un servizio, tal-volta gravoso, pesante, diffi-cile, perché ognuno di noi haricevuto una vocazione. Dob-biamo esercitare questo ser-vizio e mostrare questa doci-lità, innanzitutto per fare inmodo che con le vostre spose,

la vostra famiglia sia ilpunto di riferimento di comesi è cristiani.

In una parola vivete lapassione di portare aGesù Cristo, BuonPastore, tante per-sone che cercano laverità e il bene.

Voi siete i primi diaconi per-manenti che io ho l'onore,qui a Roma, incaricato dalSanto Padre, di ordinare.Siete i primi, mi siete parti-colarmente cari, e vi auguroche il giorno dell'incontrodefinitivo con Cristo BuonPastore possiamo sentire ri-volta a voi la parola conso-lante del Signore: venite,

benedetti dal padre mio, rice-vete in eredità il regno prepa-rato per voi, servi buoni e fe-deli. Amen.

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Al termine della liturgia, dopoaver letto il telegramma di SS.Benedetto XVI, il CardinaleVallini ha aggiunto:

"Vorrei innanzitutto dire graziea questi giovani diaconi, sposie padri di famiglia, per il lorogeneroso "sì" detto al Si-gnore, ormai da un po' ditempo. Essi hanno fatto uncammino, come avete ascol-tato, che è durato anni equesta sera arriva a compi-mento. Essi sono ringraziatidalla Chiesa attraverso la miavoce perché diventanobraccia, cuore, voce dellaChiesa a nome di Cristo servoe dunque sento il bisogno diringraziarli sin da ora per lagenerosità nella risposta maanche di tutto il bene che daquesta sera contribuiranno afare con la grazia di stato del-l'essere consacrati come dia-coni. Sono ricchi della grazia diDio, perché battezzati, cresi-mati, hanno la grande voca-zione del matrimonio, diquella del Diaconato che laChiesa ha restaurato permet-tendo che sia anche conferitoa uomini sposati. Dunque ungrazie sincero per questocammino intrapreso anni fama che da oggi riceve la po-tenza dello Spirito Santo peressere veramente fecondo.Siate tutti singolarmenteringraziati e sappiate che ri-marrete nel mio cuore enella mia preghiera ognigiorno per questo legamesacramentale che questasera si è instaurato.

In secondo luogo scelgo diringraziare le signore, lespose di questi diaconi, lequali non hanno avuto unaparte secondaria, non sonospettatrici del mistero digrazia. Come avete sentitoanche nelle loro testimo-nianze esse sono dentroquesta grande opera di Dio,con tanto amore, con tantapreghiera, anche con il lorosacrificio per la loro famiglia,per i loro figlioli. Dunqueanche voi, gentili signore,siate ringraziate per quelloche fino ad oggi avete fatto eper quello che da oggi fareteaccanto ai vostri mariti, servidel Signore, oltre che servidella famiglia. Non dimenti-chiamo che si è buoni diaconicominciando dalla propria fa-miglia, quindi accanto allapropria sposa e come educa-tori e testimoni dell'amore diDio verso i propri figli. E poi desidero ringraziare iloro parroci, i quali, ancheloro, non hanno una parte se-condaria, perché nel camminodi discernimento della voca-zione hanno colto dei segni, lihanno interpretati, hanno pre-gato per loro, è cominciato uncolloquio. E attraverso questocammino nella fede li hannoincoraggiati, li sostengono, lihanno accompagnati e questasera li accolgono. Domani im-magino che saranno bene ac-colti nella celebrazione dellecomunità parrocchiali. Ancheai parroci un grande graziefraterno da parte mia per illoro lavoro. Continuate ad ac-compagnare da buoni pastori

questi nostri fratelli diaconi.

Due al prezzo di uno…

…don Franco il Patriarcadel Diaconato permanente

E poi vorrei aggiungere an-cora due cose: un grande grazie all'istitutodel diaconato permanente, aicollaboratori diaconi, al Ve-scovo delegato Sua Eccel-lenza Monsignor Schiavon ein particolare a MonsignorFranco Peracchi, che per ben28 anni ha accompagnato ilcammino del diaconato per-manente in Roma e con l'a-more di padre lo ha seguito, losegue e continuerà a seguirloanche se gli anni passano pertutti e tutti arriviamo al puntodi dover dimezzare il nostroimpegno per le forze fisiche.Quindi io vi annuncio che daquesta sera ma con inizio diquesto compito dal primogennaio 2009, MonsignorPeracchi continuerà ad es-sere, vorrei dire così, pa-triarca del diaconato perma-nente…

…don Nicola

ma ci sarà un nuovo dele-gato vescovile nella per-sona di monsignor NicolaFilippi il quale è già inse-gnante nel cammino del dia-conato permanente ed oraaiuterà il Cardinale Vicario aseguire più da vicino questoimportantissimo segmento diministero che è una realtàviva a Roma, più di 100 dia-

…rimarrete nel mio cuore per questo legame sacramentale

che questa sera si è instaurato.

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coni, tanti hanno dato testimonianza grandefino all'ultimo nostro diacono morto in mis-sione. Noi benediciamo il Signore, io in-tendo ringraziare anche da qui, da SanGiovanni. Questa basilica è stata spetta-trice di tante fatiche di Monsignor Pe-racchi che ha accompagnato ge-

nerazioni di diaconi: caro Monsignore Lei siaringraziato da questo luogo di grazia e di san-

tità e continui ad accompagnare con lasua preghiera e vicinanza spirituale i dia-coni nel cammino del diaconato ancora

per tanti anni".

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Il posto del diacono

"Carla sta male, perché non andate atrovarla?". Inizia così questa storiavera che vi voglio raccontare. "Perchénon andate", dove quel plurale è ri-volto al "voi" della parrocchia. Siamosempre presi da impegni, organizza-zioni, riunioni, incomprensioni, discus-sioni e mi era difficile poter riscontrare questo in-vito che mi frullava nella testa. Finalmente trovo lospazio, prendo quella mano sul letto che aspet-tava una visita, una parola, un segnale carico disignificati: "Il Signore ti è vicino, non temere". E' andata così, il clima di un ospedale in movi-mento, i parenti raccolti in silenzio... il marito chefa difficoltà ad accettare il dolore della sua sposasofferente, affetta da un tumore alle ossa ormaiall'ultimo stadio, ma che nell'ultimo anno si eraavvicinata in parrocchia partecipando ad ungruppo di preghiera perché, diceva, voleva con-quistare la fede. Proprio le amiche del gruppo miavevano informato, dicendomi che a lei avrebbefatto piacere di pregare insieme. La situazione èun po' imbarazzante. Mi avvicino, e chiedo di pre-gare un po' con lei che respira a fatica, la chiamo:"Ciao Carla sono il diacono mi riconosci … vuoiche preghiamo un po' insieme?". Con il capo an-nuisce e prendendole la mano ci affidiamo aMaria…l'accarezzo ricordandole che nostro Si-gnore non ci lascia mai soli…anche i parenti in si-lenzio restano lì accanto e pian piano parteci-pano. Carla si calma e trovo un piccolo spazio perchiederle "Vuoi che chiamo Don Mario?". Lei midice con un filo di voce "Si grazie… Don Mario".Esco dalla stanza, ma il marito mi affronta: "Nonsiamo a questo punto, a che serve?". Indurisco lafaccia. Intervengono alcuni parenti, che so nonessere grandi praticanti, ma che prima erano conme: "Dai, se lo ha chiesto…poi hai visto che eracalma, le faceva piacere pregare". Sguardi infu-riati di lui: "Ma cosa vai cercando?". Esco. Bisogna fare presto. Faccio lo slalom tra riunioni,sedie, sagrestia, vecchi, giovani, lo trovo. "Vieni,c'è bisogno di te". "Ma adesso non posso, forse

domani…sei sicuro che è neces-sario ?". "Domani potrebbe essere

tardi". Andiamo insieme, il sacerdote ammini-stra l'Unzione degli infermi, e io lo as-sisto. In ospedale c'è tensione, maquella mano che ritrovo sul letto stringela mia nuovamente e partecipa per ilpossibile a ricevere la grazia del sacra-

mento…Un sorriso, una serenità evidente checresce durante la preghiera, anche se con i sensiappannati. Il tempo si ferma. Usciamo. Respiro a pieni polmoni.Il giorno dopo mi arriva la notizia: "Carla non cel'ha fatta. Se ne è andata". Torno fra loro, c'è serenità. Il marito mi guardacon occhi diversi, grati "Sai, forse sono statobrusco ieri…ma sai…è andata via in pace, io emio figlio le siamo stati vicino". Strette di mano,complicità ritrovate. "Grazie". "Sì, ringraziamo ilSignore, sempre".Difficilmente in vita mia mi sono sentito altre volteesattamente al mio posto come in questa occa-sione. E' stata una grazia. Grazie Signore diavermi chiamato ad essere un tuo diacono!I "non virtuosi", i "quasi regolari", quelli "a modomio", gli zoppi, i ciechi attraversano la nostra via.Noi stiamo ai crocicchi di queste strade, il Pa-drone ci ha mandato: "Venite alle Nozze!".

Un vostro confratello diacono

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E' presto ed è domenica mattina.

Sto facendo la pasta e si sa che i lavori manualilasciano libera la mente, ed il mio pensiero va a ieri.Tanta gioia di avere ben undici fratelli in più,tante belle parole dal nostro cardinale,che forse non avevo mai sentito, poi come doccia freddala notizia dell'avvicendarsidi Don Nicola a te, Don Franco.Dall'espressione costernatadei tuoi più intimi (i formatori), comprendoche non ne sapevano niente.Tu pur sapendo hai taciuto. Ed è qui che colgo un ennesimo insegnamento,l'obbedienza, l'obbedienza muta.Grazie Don Franco, sei l'espressione umanadi quell'obbedienza, muta, che ha salvato il mondo.Grazie, di essere stato "ponte".Grazie, per averci fatto da padre.Grazie, per l'amore che noi mogli leggiamo nei tuoi occhi.Grazie, per averci difeso, bacchettato (e chi se lo scorda il ritiro al Gerini), incoraggiato.Grazie, per essere stato padre amoroso dei nostri formatori che, amati, ci hanno amato.Grazie, per esserti ricordato i nomi di tutti noi.Grazie, per averci sempre chiesto dei nostri figli.Grazie, per averci fatti sentire unici e importanti .Grazie, per esserti interessato della nostra salute.Grazie, Don Franco per tanto e tanto ancora.Non ti scorderemo mai.

una moglie

Canto le meraviglie del Signore

Presentazione di Giovanni Salonia"Mi sento onorato nel presentare il contributo del prof. Marco Ermes Luparia: un lavoro pregevole sia per i temi che

affronta sia per la competenza con cui sono studiati e trasmessi. Un lavorocondotto con passione e che appassiona, un lavoro ricco di molti esempiche, nel loro argomentare sui temi della formazione, coinvolgono a propriavolta il lettore in un cammino di formazione. La maturazione affettiva delconsacrato - si sa - è oggi uno dei compiti più delicati e urgenti della vita ec-clesiale. L'Autore, prendendo le mosse dalla realtà dolorosa e sfaccettata ditanti fallimenti, cerca di individuare i percorsi più efficaci e gli interventi piùidonei per una formazione che 'trasfiguri' (e - giustamente, come dice l'au-tore - non 'trasformi') l'affettività, nelle sue declinazioni di maschile e femmi-nile, in passione per Cristo e per il popolo di Dio. Con coraggio, l'Autore af-fronta temi spessi taciuti nei cammini di formazione, come la maturità affet-tiva e sessuale, la sensualità e la sessualità (acutamente ben distinti), la vi-rilità, la femminilità, la 'continenza' e la custodia: ne scaturisce un modelloformativo concreto, diremmo quasi…corporeo, dove risuona, suggestiva,l'eco del bonhoefferiano 'cantus firmus'."(continua)

Pag. 192 Costo di copertina � 13,00Per richiedere il libro rivolgersi a

Libreria degli ScalziPiazza S. Giovanni in Laterano 36/40 - 00184 Roma

tel. (+39) 06.70.47.54.53

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Caro Don Nicola......benvenuto tra noi! Hai cominciato a lavorare per ilDiaconato da appena due mesi, tenendo il corso di ec-clesiologia del venerdì, e ora ti trovi ad essere il nuovodelegato episcopale per il Diaconato Permanente. Haicominciato col dare una mano e hai finito per dare ilbraccio intero …

Davvero nessuno pensava che sarebbe andata a finirecosì. Quando il Cardinale me lo ha detto, da un latosono stato contento di aver modo di conoscere in modopiù approfondito il Diaconato, dall'altra trepidante per laresponsabilità che assumevo. Sia per il discernimento,perché nel discernimento si ha a che fare con la volontàdi Dio che chiama, sia per la formazione al diaconato, chedeve sviluppare i carismi personali, sia per la formazionepermanente, che deve conservare il dono di Dio.È un compito impegnativo, ma mi piace ricordare lafrase che scelsi per ricordare la mia ordinazione sacer-dotale: "li amò fino alla fine". Del resto a me piace lavo-rare e servire la Chiesa fino alla fine. È un servizio chesvolgerò in piena comunione con il Cardinale Vicario econ Mons. Schiavon, ma anche raccogliendo la lunghis-sima esperienza di don Franco, che conosco fin dal1990, quando io ero seminarista e lui economo del Se-minario. Ho con lui una lunga e affettuosa amicizia.

Certo nella tua attività pastorale hai già incontratoqualche diacono permanente: qual è stata la tua primaimpressione?

Ho sempre visto diaconi orgogliosi della loro vocazione."Orgogliosi" in senso positivo, cioè contenti e consape-voli di svolgere un ministero importante per la Chiesa.

Siamo abituati a sentire parole di elogio, ma anche cri-tiche velenose: non sempre il Diaconato gode buonastampa. Qual è la tua percezione? È solo un problemadi immagine?

Credo che il vero problema risieda nel fatto che il Dia-conato non sia stato ancora pienamente compreso a li-vello ecclesiale: per questo si sentono talvolta giudizisuperficiali. Mi sembra che sia necessario anche valo-rizzare pienamente il Diaconato, trovando forme diesercizio del ministero che realizzino il "proprium" delDiaconato, cioè quanto discende dalla sua essenza. Ilrischio concreto, e che dobbiamo evitare, è quello di ri-durre il diaconato a un ministero di supplenza del pre-sbiterato.

Qualcuno malignamente dice che il Diaconato è comeun soprammobile che non si sa dove mettere, ma chenon si può togliere perché ce lo ha regalato una per-sona di riguardo...Non è un soprammobile, ma un dono prezioso perchépermette alla Chiesa una presenza sacramentale(quindi esplicita ed efficace) nei luoghi dove gli uominivivono, lavorano, soffrono. È congeniale alla "nuovaevangelizzazione". È uno degli strumenti più validi perl'annuncio del Vangelo, in particolare in quelli che mipiace definire "territori della cultura" nei quali spesso laverità di Cristo non è pienamente conosciuta e che per

questo attendono di essere evangelizzati anche qui,nella nostra Città.

Nella nostra Diocesi la presenza del Diaconato è moltoeterogenea: solo una parrocchia su quattro ha diaconipermanenti e sembra che dove non ci sono non se nesenta il bisogno…

La realtà di Roma è molto variegata; del resto le voca-zioni vengono da Dio, questo è un dato teologico fonda-mentale, e siamo chiamati a pregare per le vocazioni. Idiaconi vivendo nel mondo possono intercettare megliole grandi domande dell'uomo e allo stesso tempo nonappartenendo al mondo possono cogliere i suggeri-menti dello Spirito per individuare nuovi sentieri nell'an-nuncio del Vangelo e nella testimonianza della carità.Per questo ritengo che possano costituire un validoaiuto al presbiterio parrocchiale nell'elaborare un effi-cace piano pastorale, favorendo l'incontro fra la Chiesae la società.

Vuoi dare un breve messaggio ai diaconi romani?

Vorrei ricordare l'invito che il Cardinale ci ha rivolto alpellegrinaggio diocesano sulla tomba di San Paolo:"Siamo debitori verso Roma di un rinnovato annunciodel Vangelo". E questo debito lo dobbiamo saldare in-sieme. Questo annuncio è reso credibile dalla testimo-nianza della carità, a partire dalla comunione fra noi. Inquesta esperienza che iniziamo insieme dovremosempre tenere a mente due frasi del Signore nel Van-gelo di Giovanni: "Da questo tutti sapranno che sietemiei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" e"Siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondocreda che tu mi hai mandato".

diac. Giuseppe Colona

Mons. Nicola Filippi, nato a Roma nel 1968 e ordi-nato nel 1995, è stato designato come delegato epi-scopale per il Diaconato Permanente di Roma, dal 1°gennaio 2009.

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Hermanos diáconosde la Iglesia de Roma...

Ci scrive padre Vicente, giovane missionario spa-gnolo e attuale parroco della periferia Nord diLima, dove Luigi e Isabella Bencetti cominciaronola missione [fra parentesi la traduzione delleespressioni meno facili da comprendere]

Hermanos diáconos de la Iglesia de Roma, soy unpresbítero de la Iglesia de Valencia, ordenado enel 2001, de treinta y cinco años de edad. Vine[venni] a Perú por primera vez en el verano[estate] de 1999 siendo seminarista, y Dios quiso[volle] que llegase [arrivassi] a la diócesis de Cara-bayllo. En ese momento la diócesis tenía sólo dosaños de creación. Había unos [c'erano] 40 sacer-dotes para apacentar [curare] a 2.000.000 de habi-tantes. Eso, y el hambre [desiderio] de Dios deesta gente hizo [fece] que me sintiese atraido avenir aquí. Después de cinco años de presbiteroen Valencia, mi Arzobispo me envió por fin.Estuve [stetti] dos años en una parroquia de50.000 habitantes, hace uno [dopo di che] elObispo me envió a la zona norte de la diócesis. Esuna extensión de 15 km. lineales, poblada pormás de 100.000 habi-tantes (y creciendo). Gra-cias a la labor del párrocoAntonio Garciandía y laayuda inestimable delquerido [carissimo] y re-cordado diáocono LuigiBenceti (sobre todo que-rido por este pueblo, delcariño [affetto] del cualhacía [verso] el y suesposa Isabela soy te-stigo), se han construido 9iglesias y complejos parro-quiales, 2 consultoriosmédicos, una escuela infantil, una escuela paraniños deficientes [poveri], un c.e.o. [centro di avvioal lavoro]. El padre Antonio, con la ayuda de mu-chos, sigue adelante, y está construyendo ahoraun centro de formación profesional. Y pronto em-pezará [comincerà] la construcción de un centroparroquial y social en un asentamiento [quartiere]nuevo, poblado por 10.000 personas, sin luz niagua. Este pueblo, llamado "Villas de Ancón" erade especial estima para Luigi, pues normalmenteiba [andava] el a celebrar, cómo ahora van Paolo,Giuseppe y Claudio.En medio de todas estas obras se realiza la laborprincipal: hacer [far] presente y anunciar a Jesu-cristo. En esta misión atendemos [curiamo] entotal 10 lugares [luoghi] de celebración los do-mingos, y harían falta [mancano] al menos 3 o 4más [in più] (debido a la extensión y a la pobla-ción). Somos dos presbíteros de la diócesis para

atender esto. Es por eso que mientras está algúndiácono aquí, tengo una gran alegría, pues apartedel ánimo y amistad que me bridan [danno], nosdescargan [alleggeriscono] de mucho trabajo. Poruna parte, asumen los bautizos y algunos matri-monios. Los domingos celebran en dos o tres ca-pillas (no se pueden imaginar la alegría que tuve[ebbi] cuando regresó Paolo en Abril, y al mismotiempo la pena que tengo de pensar que se vaClaudio, pues hasta abril celebraba 6 o 7 misas,una en cada pueblo: 7:30, 9, 10:30, 12, 4:30, 6,7:30.Pero sinceramente, la labor más importante de losdiáconos para mí es la atención personal que pre-stan a centenares de familias de los alrededores[dintorni] de las parroquias "Virgen de Loreto" y"Sagrado Corazón de Jesús". Es la zona dondeestá la residencia de los diáconos. Estas dos igle-sias, con sus centros parroquiales, han estadoconstruidas en buena medida [misura] por laiglesia de Roma y la ayuda de todos ustedes. Estazona ha quedado marcada por la estela de Luigi eIsabela. Tendrían que haber estado aquí para verla reacción del pueblo cuando se supo [seppe] lamuerte de Luigi. Este pueblo sabe amar y por esouno se enamora de esta gente. Además, los diá-conos visitan enfermos, distribuyen la comunión,

dirigen cursillos pre-matrimoniales y coor-dinan la pastoral so-cial.Puedo decir comopresbítero que la laborde los diáconos ro-manos en esta misióndemuestra y justificael diaconado perma-nente. Y personal-mente, agradezco [rin-grazio] a Dios el haberconocido a Paolo y Si-moneta, Giuseppe y

Patricia y ahora a Claudio y Clara. No me olvidode Luigi e Isabela; los he dejado [lasciato] para elfinal porque estoy convencido de que Luigi está enel cielo, y a el le pido [chiedo] que desde allí inter-ceda para que se concrete el convenio [collabora-zione] entre Roma y Carabayllo, de tal maneraque no se rompa esta relación, que tanto bienhace aquí, también a mí y, estoy seguro, más to-davía a la iglesia de Roma. Y de Isabela decir queme ha impresionado conocerla. Detrás de un granhombre hay una gran mujer, decimos en Valencia.Y creo que detrás de un hombre santo hay unamujer santa. Le pido a Dios que pueda regresar[ritornare], al menos temporalmente, entre noso-tros. Su testimonio, su fe y su experiencia hacemucho bien, al menos a mí y a mucha gente deOropeza y Loreto.Unidos en Cristo. Padre Vicente

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Transito di San Francesco

Il giorno 3 ottobre il nostro vescovo S.E. Mons. PaoloSchiavon ha presieduto la celebrazione solenne dei Ve-spri nel Transito di San Francesco d'Assisi presso laBasilica dei SS. Cosma e Damiano ai Fori Imperiali,sede della Fraternità diaconale O.F.S. "Maria Immaco-lata". Ha concelebrato il nostrodelegato episcopale Mons.Franco Peracchi e Fra AmandoTrujillo (TOR), assistente dellaFraternità.La Fraternità diaconale O.F.S."Maria Immacolata", eretta l'8maggio del 1995, nasce per unaintuizione del diacono Fran-cesco Mattiocco, già professonell'Ordine Francescano Seco-lare. E' una Fraternità francescana"personale" perché composta esclusivamenteda diaconi permanenti romani che, insiemealle loro spose, desiderano vivere il loro mini-stero ordinato sostenuti e guidati spiritual-mente dalla Regola dell'OFS. Lo stemma ri-portato a fianco evidenzia la peculiarità dia-conale (stola) di questa esperienza inseritanella famiglia francescana (tau). La Frater-nità ha sede presso la Basilica dei SS.Cosma e Damiano, nel Convento CuriaGenerale del Terz'Ordine Regolare (TOR),con i cui frati la Fraternità cura una particolare comu-nione spirituale e collaborazione pastorale.I membri della Fraternità desiderano vivere il Santo

Vangelo secondo una "vita diaconale" nello spirito diNazareth, dove la Santa Famiglia è stata primo modellodi fraternità: questa esperienza di vita fraterna tendequindi a promuovere la spiritualità matrimoniale e fami-liare. Essendo sin dall'inizio affidata dalla materna pro-tezione dell'Immacolata, la Fraternità coltiva con Lei unparticolare rapporto di comunione e devozione: per

questo ogni membrocompie la Consacrazioneall'Immacolata secondo la

tradizione francescana e laformula di P. MassimilianoKolbe in concomitanza dellaProfessione e la rinnovataannualmente con tutti i fra-telli e sorelle. Naturalmentel'apostolato prioritario deimembri è quello relativo al-l'ufficio diaconale loro affi-dato, sia in diocesi che in par-

rocchia o in ogni ambiente di vita frequentato.Cercando di valorizzare il ministero propriodei diaconi permanenti, la Fraternità è anchedisponibile ad offrire servizio qualificatoall'O.F.S. di Roma e del Lazio, nel campodella formazione e animazione pastorale.Per questo i diaconi membri coltivano lacomunione con la diverse fraternità reli-giose appartenenti alla Famiglia France-

scana e con tutte le associazioni e movi-menti di ispirazione francescana. La Fraternità diaco-nale è in rete all'indirizzo www.ofs-mariaimmacolata.it.

Diac. Roberto Ramberti ofs

La prima ordinazione

Visitando un museo di Berlino, fra i tanti quadri del Ri-nascimento italiano, ho notato una grande tela di VittoreCarpaccio, che mi ha subito colpito perché rappresen-tava l'ordinazione dei primi Sette, raccontata al sestocapitolo degli Atti degli Apostoli. Era la prima volta chevedevo rappresentato questo evento e non mi sonofatto sfuggire l'occasione di scattare una foto.

È rappresentato San Pietro che stringe con la sinistra lechiavi del Regno e impone la destra per ordinare iSette, inginocchiati sui gradoni d'ingresso d'un edificioal bordo d'una città (Gerusalemme) raffigurata in formerinascimentali. Noterete che in piedi dietro i diaconi, cisono quattro figure femminili, che, a differenza di tutti glialtri personaggi, sembrano prender parte attiva al rito.Di esse una è anziana (forse in rappresentanza dellavedove degli Ellenisti) e tre sono giovani (che mi piaceimmaginare impersonino le mogli dei diaconi coniugati).

La tela è datata 1511, ma, a cinque secoli di distanza,

trovo ci sia una sorprendente analogia con le nostre or-dinazioni diaconali, con le mogli in piedi accanto ai lorosposi prostrati per l'imposizione delle mani. E poi non acaso l'ordinazione di quei primi Sette è rappresentatasulla soglia di una chiesa o di una città: già da allora ildiacono era "ministro della soglia".

diac. Giuseppe Colona