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53 PSICHE E DINTORNI Il cane il gatto e il cuore C hi vive con un amico a quattro zampe è meno esposto a infarti, ictus e altri disturbi cardiovascolari, riducendone il rischio di un 30%: è quanto emerge da uno studio svedese, pubblicato su Scientific Reports. Non a caso, i maggiori beneficiari risultano essere le persone che vivono sole. Il benessere non deriva solo, come sembre- rebbe, da un quotidiano stile di vita che la cura di un animale impone, le passeggiate, ritmi regolarizzati, ma da un cambiamento di ruolo che nel tempo l’animale domestico ha assunto. Il cane e il gatto non sono più quelli di un tempo, sono diventati componenti di un nucleo familiare, di una comunità in cui uomo e animale vivono e condividono spazi e vita. Si condivide con loro l’intimità della casa e dei propri pensieri senza timore di esprimere le proprie debolezze perché non ci si sente giudicati. Si possono esprimere i propri affetti più autentici senza paura di essere abbandonati. Si possono riversare tutte le proprie aspettative sicuri della fiducia ben riposta. Si può investire l’affetto come per i figli che non si hanno o sono diventati grandi, il partner che non c’è più o quello ideale che non si trova. Si possono scegliere per somi- glianza verso ciò che si è o si vorrebbe essere, per fisiognomica, per carattere, per bisogno o ambizione. Gli si può concedere la libertà e qualche trasgressione come non si concede a se stessi. Gli si può permettere di fare la pipì sulle colonne dei portici, a dispetto di quei ‘ragazzacci’ che di notte le scarabocchiano di vernice, o di sporcare a terra senza raccogliere gli escrementi per protesta contro un mondo sporco e corrotto, ben più di quegli escrementi che se ne andranno al primo acquazzone. Forse si concede qualche libertà di troppo, come quella di certi genitori con i figli. Con lui, con loro si fanno amicizie al parco, per strada, diventano oggetto di conversazione come fanno le mamme quando si incontrano e parlano dei loro cuccioli. L’animale domestico, e chiamarlo così sembra quasi non più oppor- tuno, quasi offensivo per l’importanza assunta, consente di dire di no a tutti quegli impegni faticosi da assolvere. Un tempo, al tempo della nonna, lo stesso risultato lo si sarebbe raggiunto con una frase del tipo: «Ne parlo con mio marito»; oggi basta dire «verrei volen- tieri, ma non so a chi lasciarlo». In quel tempo cane e gatto erano nemici per definizione, contendenti del territorio cortile, oggi sono amici che condividono il cuscino del divano. Cane e gatto erano sinonimo di due modi di vedere il mondo, ora lo sono solo più in alcuni dei loro padroni. Non si è mai vista tanta gente che fa jogging nei parchi o va a camminare in montagna pensando di fare felici i propri cani. Non si è mai vista tanta gente che sta a casa a leggere libri per far felici i propri gatti. Poi nascono i bar con i gatti per gli amanti dei gatti, perché le loro fusa sono a 432 Hz come l’effetto Mozart e fa bene alla salute, o gli happy hour ei gelati per i cani e i loro padroni con la musica del Buddha Bar. Loro, cani e gatti, sono sempre bellissimi agli occhi dei padroni, come i bambini in culla per le madri, e crescendo a tutti mancherà solo la parola. Presto alcune parole saranno derubricate e, se non si userà più la parola animale, meno che mai si userà padrone. Come si può pensare di essere padrone del tuo migliore amico o di chi è un componente della tua famiglia? Forse si parlerà di tutori, come nei confronti di un soggetto che non è in grado di assumersi responsabilità. Purtroppo, i nostri compagni di viaggio in questa vita prima o poi, come i nostri cari, vengono a mancare e il lutto è davvero degno degli affetti più cari. Probabil- mente, presto la scienza, anche grazie a loro, saprà porre in relazione la più recente scoperta di 50 milioni di neuroni sul cuore con l’influenza che la vita affettiva ha sui processi deci- sionali del sistema nervoso centrale. Prendo il guinzaglio e vado a fare una passeggiata. di WALTER COMELLO Il cane e il gatto non sono più quelli di un tempo, sono diventati componenti di un nucleo familiare, di una comunità in cui uomo e animale condividono spazi e vita. Si condivide con loro l’intimità della casa e dei propri pensieri. Si possono esprimere i propri affetti più autentici senza paura di essere abbandonati

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PSICHE E DINTORNI

Il cane il gatto e il cuoreChi vive con un amico a quattro zampe

è meno esposto a infarti, ictus e altridisturbi cardiovascolari, riducendone

il rischio di un 30%: è quanto emerge da unostudio svedese, pubblicato su ScientificReports. Non a caso, i maggiori beneficiaririsultano essere le persone che vivono sole.Il benessere non deriva solo, come sembre-rebbe, da un quotidiano stile di vita che lacura di un animale impone, le passeggiate,ritmi regolarizzati, ma da un cambiamentodi ruolo che nel tempo l’animale domesticoha assunto. Il cane e il gatto non sono piùquelli di un tempo, sono diventati componentidi un nucleo familiare, di una comunità in cuiuomo e animale vivono e condividono spazie vita. Si condivide con loro l’intimità dellacasa e dei propri pensieri senza timore diesprimere le proprie debolezze perché non cisi sente giudicati. Si possono esprimere ipropri affetti più autentici senza paura diessere abbandonati. Si possono riversare tuttele proprie aspettative sicuri della fiducia benriposta. Si può investire l’affetto come per ifigli che non si hanno o sono diventati grandi,il partner che non c’è più o quello ideale chenon si trova. Si possono scegliere per somi-glianza verso ciò che si è o si vorrebbe essere,per fisiognomica, per carattere, per bisogno oambizione. Gli si può concedere la libertà equalche trasgressione come non si concedea se stessi. Gli si può permettere di fare la pipìsulle colonne dei portici, a dispetto di quei‘ragazzacci’ che di notte le scarabocchiano di

vernice, o di sporcare a terra senza raccoglieregli escrementi per protesta contro un mondosporco e corrotto, ben più di quegli escrementiche se ne andranno al primo acquazzone.Forse si concede qualche libertà di troppo,come quella di certi genitori con i figli. Conlui, con loro si fanno amicizie al parco, perstrada, diventano oggetto di conversazionecome fanno le mamme quando si incontranoe parlano dei loro cuccioli. L’animale domestico,e chiamarlo così sembra quasi non più oppor-tuno, quasi offensivo per l’importanza assunta,consente di dire di no a tutti quegli impegnifaticosi da assolvere. Un tempo, al tempodella nonna, lo stesso risultato lo si sarebberaggiunto con una frase del tipo: «Ne parlocon mio marito»; oggi basta dire «verrei volen-tieri, ma non so a chi lasciarlo». In quel tempocane e gatto erano nemici per definizione,

contendenti del territorio cortile, oggi sonoamici che condividono il cuscino del divano.Cane e gatto erano sinonimo di due modi divedere il mondo, ora lo sono solo più inalcuni dei loro padroni. Non si è mai vistatanta gente che fa jogging nei parchi o va acamminare in montagna pensando di fare felicii propri cani. Non si è mai vista tanta genteche sta a casa a leggere libri per far felici ipropri gatti. Poi nascono i bar con i gatti pergli amanti dei gatti, perché le loro fusa sono a432 Hz come l’effetto Mozart e fa bene allasalute, o gli happy hour e i gelati per i canie i loro padroni con la musica del BuddhaBar. Loro, cani e gatti, sono sempre bellissimiagli occhi dei padroni, come i bambini in cullaper le madri, e crescendo a tutti mancheràsolo la parola. Presto alcune parole sarannoderubricate e, se non si userà più la parolaanimale, meno che mai si userà padrone.Come si può pensare di essere padrone del tuomigliore amico o di chi è un componente dellatua famiglia? Forse si parlerà di tutori, comenei confronti di un soggetto che non è in gradodi assumersi responsabilità. Purtroppo, i nostricompagni di viaggio in questa vita prima o poi,come i nostri cari, vengono a mancare e il luttoè davvero degno degli affetti più cari. Probabil-mente, presto la scienza, anche grazie a loro,saprà porre in relazione la più recente scopertadi 50 milioni di neuroni sul cuore con l’influenzache la vita affettiva ha sui processi deci-sionali del sistema nervoso centrale. Prendo ilguinzaglio e vado a fare una passeggiata.

di WALTER COMELLO

Il cane e il gatto non sono piùquelli di un tempo,

sono diventati componenti di un nucleo familiare, di una

comunità in cui uomo e animalecondividono spazi e vita.

Si condivide con loro l’intimitàdella casa e dei propri pensieri. Si possono esprimere i propri

affetti più autentici senza pauradi essere abbandonati