di sana e robusta COSTITUZIONE

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Nota dell’Editore VII Le Costituzioni si possono cambiare. Anche quelle più avan- zate. Anche quelle che ci piacciono di più. Dunque, anche la Costituzione italiana. Che in effetti avrebbe bisogno di qualche innovazione. E non solo nella seconda parte. Ma anche nella prima, che si continua (chissà perché) a definire “intoccabile”. E perfino nei princìpi generali. Basta rifletterci. Quando i padri costituenti ci regalarono la loro bellissima Carta non potevano avere cognizione di alcuni dei maggiori e talora drammatici problemi che la storia ci ha pre- sentato con irruenza. Essi non conoscevano, ad esempio, la sca- tola magica della televisione, che sarebbe comparsa in Italia sei- sette anni dopo e che avrebbe progressivamente sconvolto le forme della comunicazione, dell’informazione e della costruzio- ne del senso comune; e certo non potevano immaginare i gigan- teschi problemi che essa avrebbe posto circa la libertà d’infor- mazione e i rapporti tra stampa e potere economico e politico. Né avevano sentore di quello che alcuni decenni dopo è diventato per noi un tema cruciale, forse il più cruciale di tutti, la soprav- vivenza del pianeta, per garantire la quale occorre ben più che la “semplice” prescrizione della tutela del paesaggio. Ma un conto è cambiare la Costituzione per realizzarne meglio i valori, per dare loro una vitalità e profondità aggiornata. Per estendere i diritti. Per allargare la democrazia o per renderla più efficiente. Oppure per rendere più stringenti i pubblici doveri e rafforzare le norme di garanzia o di incompatibilità, a tutela dei cittadini e della qualità dello spirito pubblico. Diverso è cambia- re la Costituzione fino a metterne in discussione l’ispirazione di fondo, a trasformarla in “altro da sé”.

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come è, come la vorrebbero

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Nota dell’Editore

VII

Le Costituzioni si possono cambiare. Anche quelle più avan-zate. Anche quelle che ci piacciono di più. Dunque, anche laCostituzione italiana. Che in effetti avrebbe bisogno di qualcheinnovazione. E non solo nella seconda parte. Ma anche nellaprima, che si continua (chissà perché) a definire “intoccabile”. Eperfino nei princìpi generali.

Basta rifletterci. Quando i padri costituenti ci regalarono laloro bellissima Carta non potevano avere cognizione di alcunidei maggiori e talora drammatici problemi che la storia ci ha pre-sentato con irruenza. Essi non conoscevano, ad esempio, la sca-tola magica della televisione, che sarebbe comparsa in Italia sei-sette anni dopo e che avrebbe progressivamente sconvolto leforme della comunicazione, dell’informazione e della costruzio-ne del senso comune; e certo non potevano immaginare i gigan-teschi problemi che essa avrebbe posto circa la libertà d’infor-mazione e i rapporti tra stampa e potere economico e politico. Néavevano sentore di quello che alcuni decenni dopo è diventatoper noi un tema cruciale, forse il più cruciale di tutti, la soprav-vivenza del pianeta, per garantire la quale occorre ben più che la“semplice” prescrizione della tutela del paesaggio.

Ma un conto è cambiare la Costituzione per realizzarne meglioi valori, per dare loro una vitalità e profondità aggiornata. Perestendere i diritti. Per allargare la democrazia o per renderla piùefficiente. Oppure per rendere più stringenti i pubblici doveri erafforzare le norme di garanzia o di incompatibilità, a tutela deicittadini e della qualità dello spirito pubblico. Diverso è cambia-re la Costituzione fino a metterne in discussione l’ispirazione difondo, a trasformarla in “altro da sé”.

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Ma è proprio questo che sta accadendo con la nuovaCostituzione già approvata in due letture dall’attuale parlamento.La quale, stando agli impegni assunti dalla maggioranza di gover-no, dovrebbe essere approvata nelle altre due letture entro la legi-slatura per andare infine al referendum confermativo nel 2006. Edè di fronte a questo che, come casa editrice, abbiamo sentito ildovere di offrire il nostro contributo di informazione e di analisirealizzando un’iniziativa editoriale di largo e facile consumo:una guida alla lettura comparata della Costituzione “come è” e“come la vorrebbero”. Un libro semplice. I testi a fronte delledue Costituzioni; una serie di agili, piccoli box introduttivi; ecinque sintetici contributi di studiosi o commentatori di diversaimpronta e cultura per indicare con chiarezza il nucleo delle que-stioni e dei valori in gioco. E il celebre discorso di Calamandreiagli studenti milanesi per riscoprire una volta di più le radici sto-riche e morali della Costituzione del ’48.

È quanto serve per capire, per esercitare responsabilmente ilproprio ruolo di cittadini.

Melampo Editoremaggio 2005

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