di Luca Lischi 27 gennaio: del Voto a Maria · bisogno perché il mondo si è fatto da sé. C’è...

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Chiara Domenici Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 25 gennaio 2015 uest’anno saranno i bambini i veri protagonisti della festa del Voto alla Madonna di Montenero. Nella mattina del 27 Gennaio, giorno in cui Livorno ricorda un evento tragico della propria storia: il terremoto del 1742 e con esso il Voto fatto a Maria, arriveranno in più di 700 da tutte le scuole cattoliche della città. L’appuntamento è alle 11.30 davanti alla loggia nord ovest, sopra la quale spicca il quadro con l’immagine della Madonna, che la tradizione popolare indica come il punto in cui arrivarono le acque del mare, mosse dalla forza del terremoto. Insieme al vescovo Simone reciteranno alla Madonna 10 Ave Maria, ringraziandola dopo secoli di quella salvezza donata agli avi e chiederanno a Lei di proteggere ancora la città; poi i palloncini lanciati in aria, uniranno simbolicamente cielo e terra. La festa del Voto continuerà anche nel pomeriggio: per ringraziare Maria, di averli salvati dal disastroso terremoto che quasi rase al suolo la città, ma che non provocò vittime, i livornesi promisero alla Vergine di offrire ogni anno la cera votiva che alimenta la lampada al Santuario di Montenero, di partecipare alla solenne celebrazione in Cattedrale a ricordo dell’evento e di posticipare l’inizio del carnevale dopo la data del 27 Gennaio. E così la promessa si rinnoverà anche quest’anno: in piazza Grande, alle 17.30, sempre sotto il quadro con l’immagine della Madonna il Vescovo guiderà il Santo Q Rosario, alla presenza delle autorità civili e militari e, grazie alla collaborazione dei Vigili del Fuoco, sarà apposta intorno all’immagine una corona floreale in omaggio alla Vergine. Al termine della preghiera mariana, il popolo di Dio si recherà in processione verso la Cattedrale, dove mons. Giusti presiederà la solenne concelebrazione eucaristica. Una particolarità di quest’anno sarà l’erezione pubblica della chiesa di Montenero a "Santuario". Da sempre conosciuta con questo titolo, in realtà la chiesa che accoglie la sacra icona di Maria di Montenero non aveva finora la qualifica formale di “Santuario”. Per decreto vescovile adesso la chiesa potrà avvalersene ufficialmente e sarà a tutti gli effetti un Santuario mariano alla pari di Loreto, Oropa e molti altri. c.d. Un fumetto per spiegare ai più piccoli è un fumetto, edito da Pharus Editore Librario a cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Livorno, che prova a presentare, in particolare ai bambini e ragazzi, la storia del Voto che i livornesi fecero alla Madonna di Montenero per dirle Grazie per lo scampato terremoto e maremoto. In 8 pagine ed in modo ironico, ma anche fedele alla storia, si racconta l’evento e la fiducia che un popolo intero, smarrito di fronte al pericolo, ha riposto nella sua patrona, madre delle Grazie. Il fumetto è disponibile a euro 1,50 in Vescovado in Via del Seminario 61 - Info: [email protected] C 27 gennaio: la Festa del Voto a Maria Montenero sarà proclamato ufficialmente «Santuario» mariano Un po’ di silenzio per comprendere i segni dei tempi arole, parole, parole, soltanto parole. Le parole riempiono i media e invadono le nostre vite. Abbiamo bisogno della parola per comuni- care e ogni giorno utilizziamo migliaia e migliaia di parole che “inon- dano e affogano” le nostre fragili esistenze sempre più distratte e in- differenti. Forse sono troppe le parole che cadono nel vuoto e diven- tano sterili e improduttive. Quante parole inutili! La politica con consigli, commissioni, riunioni e sedute fiume, quoti- dianamente spende milioni di parole e riempie tomi di documenti ma continua ad arrancare nel trovare urgenti risposte ad una crisi sempre più drammatica che annienta e spreca generazioni di giovani ormai privi di speranza. Avremmo bisogno di più silenzio, di più riflessione, di maggiore ascolto per comprendere i “segni dei tempi” e anche i “silenzi” del Si- gnore nella confusione del presente. Avessimo almeno il desiderio permanente di chiedere “un po’ d’acqua da bere”. Acqua che ridareb- be vita alle troppe vite assetate di giustizia. Torniamo, almeno noi, ad ascoltarlo per non lasciare “andare a vuoto una sola delle Sue parole”. P 1 FEBBRAIO: GIORNATA PER LA VITA In questo anno la Diocesi dedicherà la giornata per la vita alla riflessione sulla “questione del gender”. Un tema di cui ultimamente si spesso parlare, ma che in molti ancora non conoscono a fondo. Ed in particolare si approfondirà l’a- spetto della complementarietà tra maschio e femmina, una vera e propria ric- chezza da cui la società ed in particolare la vita che nasce non possono che trarne beneficio. L’appuntamento, promosso dalla Diocesi e dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali, è per le 15.30 al salone “mons. Ablondi”, in via delle galere 35, dov la dott.ssa Chiara Atzori, medico specialista all’ospedale Sacco di Milano, guiderà nell’approfondimento del tema. Alle 18.00 poi, nella chiesa della Madonna,il vescovo mons. Giusti presiederà la S. Messa per la vita. 700 bambini delle scuole cattoliche affolleranno la piazza Grande nella mattina del 27 gennaio per rendere omaggio a Maria Il testo della promessa pronunciato nel 1742 E cco il testo pronunciato dai nostri antenati il 27 Gennaio 1742 davanti all’immagine della Madonna di Montenero. «Promettiamo a Dio, alla Trinità e alla Madonna, in nome di tutti i presenti e futuri abitanti di questa città, nel giorno 27 Gennaio di ogni anno, di digiunare, di astenerci dal carnevale, di partecipare alla Messa votiva e di offrire al Santuario di Montenero un cero di 10 libbre da accendere all’altare della Vergine. La Madonna accetti questo voto e continui a proteggerci dalle disgrazie future». er superare tante tentazioni di indifferenza ecumenica dovremmo edu- care ogni fedele e ogni comunità a capire che per il cristiano, prima di ogni vocazione e in ogni vocazione, prima di ogni servizio e attraverso ogni servizio, c’è la vocazione ed il servizio della unità, della comunione, dell’incontro dell’altro e del saper andare sempre “oltre” se stessi. Per un cammino di riconciliazione, dunque, attraverso la formazione ecumenica, ad ogni livello di responsabilità nella Chiesa dovremmo ascoltare le voci autorevoli che propongono valori ecumenici; ma do- vremmo avere anche tutta la pazienza e la forza per sintonizzare all’ecu- menismo, cioè ai valori ecclesiali, tante voci stonate ancora presenti nelle nostre comunità e per trasformare il mormorio disturbante di tanta indif- ferenza in coralità ecclesiale che invita all’unità. (Lettera "Prospettive di impegno ecumenico") P LINEA di Pensiero di Luca Lischi IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoChiara Domenici

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

25 gennaio 2015

uest’annosaranno ibambini i veriprotagonistidella festa del

Voto alla Madonna diMontenero. Nella mattinadel 27 Gennaio, giorno incui Livorno ricorda unevento tragico dellapropria storia: ilterremoto del 1742 e conesso il Voto fatto a Maria,arriveranno in più di 700da tutte le scuolecattoliche della città.L’appuntamento è alle11.30 davanti alla loggianord ovest, sopra la qualespicca il quadro conl’immagine dellaMadonna, che latradizione popolare indicacome il punto in cuiarrivarono le acque delmare, mosse dalla forzadel terremoto. Insieme alvescovo Simonereciteranno alla Madonna10 Ave Maria,ringraziandola dopo secolidi quella salvezza donataagli avi e chiederanno aLei di proteggere ancora lacittà; poi i palloncinilanciati in aria, unirannosimbolicamente cielo eterra.La festa del Votocontinuerà anche nelpomeriggio: perringraziare Maria, di averlisalvati dal disastrosoterremoto che quasi rase alsuolo la città, ma che nonprovocò vittime, i livornesipromisero alla Vergine dioffrire ogni anno la ceravotiva che alimenta lalampada al Santuario diMontenero, di parteciparealla solenne celebrazionein Cattedrale a ricordodell’evento e di posticiparel’inizio del carnevale dopola data del 27 Gennaio. Ecosì la promessa sirinnoverà anchequest’anno: in piazzaGrande, alle 17.30, sempresotto il quadro conl’immagine della Madonnail Vescovo guiderà il Santo

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Rosario, alla presenzadelle autorità civili emilitari e, grazie allacollaborazione dei Vigilidel Fuoco, sarà appostaintorno all’immagine unacorona floreale inomaggio alla Vergine.Al termine della preghieramariana, il popolo di Diosi recherà in processioneverso la Cattedrale, dovemons. Giusti presiederà lasolenne concelebrazioneeucaristica.Una particolarità diquest’anno sarà l’erezionepubblica della chiesa di

Montenero a "Santuario".Da sempre conosciuta conquesto titolo, in realtà lachiesa che accoglie la sacraicona di Maria diMontenero non avevafinora la qualifica formaledi “Santuario”. Per decreto

vescovile adesso la chiesapotrà avvalerseneufficialmente e sarà a tuttigli effetti un Santuariomariano alla pari diLoreto, Oropa e moltialtri.

c.d.

Un fumetto per spiegare ai più piccoliè un fumetto, edito daPharus Editore Librario a

cura dell’UfficioComunicazioni Sociali dellaDiocesi di Livorno, che provaa presentare, in particolare aibambini e ragazzi, la storia delVoto che i livornesi fecero allaMadonna di Montenero perdirle Grazie per lo scampatoterremoto e maremoto. In 8pagine ed in modo ironico,ma anche fedele alla storia, siracconta l’evento e la fiduciache un popolo intero,smarrito di fronte al pericolo,ha riposto nella sua patrona,madre delle Grazie.Il fumetto è disponibile a euro1,50 in Vescovado in Via delSeminario 61 - Info:[email protected]

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27 gennaio:la Festa del Voto a Maria

Montenero sarà proclamatoufficialmente «Santuario» mariano

Un po’di silenzio per comprendere i segni dei tempi

arole, parole, parole, soltanto parole. Le parole riempiono i media einvadono le nostre vite. Abbiamo bisogno della parola per comuni-

care e ogni giorno utilizziamo migliaia e migliaia di parole che “inon-dano e affogano” le nostre fragili esistenze sempre più distratte e in-differenti. Forse sono troppe le parole che cadono nel vuoto e diven-tano sterili e improduttive. Quante parole inutili!La politica con consigli, commissioni, riunioni e sedute fiume, quoti-dianamente spende milioni di parole e riempie tomi di documentima continua ad arrancare nel trovare urgenti risposte ad una crisisempre più drammatica che annienta e spreca generazioni di giovaniormai privi di speranza.Avremmo bisogno di più silenzio, di più riflessione, di maggioreascolto per comprendere i “segni dei tempi” e anche i “silenzi” del Si-gnore nella confusione del presente. Avessimo almeno il desideriopermanente di chiedere “un po’ d’acqua da bere”. Acqua che ridareb-be vita alle troppe vite assetate di giustizia. Torniamo, almeno noi, adascoltarlo per non lasciare “andare a vuoto una sola delle Sue parole”.

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1 FEBBRAIO: GIORNATA PER LA VITA

In questo anno la Diocesi dedicherà la giornata per la vita alla riflessione sulla“questione del gender”. Un tema di cui ultimamente si spesso parlare, ma chein molti ancora non conoscono a fondo. Ed in particolare si approfondirà l’a-spetto della complementarietà tra maschio e femmina, una vera e propria ric-chezza da cui la società ed in particolare la vita che nasce non possono chetrarne beneficio.L’appuntamento, promosso dalla Diocesi e dalla Consulta delle AggregazioniLaicali, è per le 15.30 al salone “mons. Ablondi”, in via delle galere 35, dov ladott.ssa Chiara Atzori, medico specialista all’ospedale Sacco di Milano, guiderànell’approfondimento del tema. Alle 18.00 poi, nella chiesa della Madonna,ilvescovo mons. Giusti presiederà la S. Messa per la vita.

700 bambinidelle scuolecattolicheaffolleranno la piazza Grandenella mattina del 27 gennaioper rendereomaggio a Maria

Il testo della promessapronunciato nel 1742

Ecco il testo pronunciatodai nostri antenati il 27

Gennaio 1742 davantiall’immagine dellaMadonna di Montenero.«Promettiamo a Dio, allaTrinità e alla Madonna, innome di tutti i presenti efuturi abitanti di questacittà, nel giorno 27 Gennaiodi ogni anno, di digiunare,di astenerci dal carnevale, dipartecipare alla Messavotiva e di offrire alSantuario di Montenero uncero di 10 libbre daaccendere all’altare dellaVergine.La Madonna accetti questovoto e continui a proteggercidalle disgrazie future».

er superare tante tentazioni di indifferenza ecumenica dovremmo edu-care ogni fedele e ogni comunità a capire che per il cristiano, prima di

ogni vocazione e in ogni vocazione, prima di ogni servizio e attraversoogni servizio, c’è la vocazione ed il servizio della unità, della comunione,dell’incontro dell’altro e del saper andare sempre “oltre” se stessi.Per un cammino di riconciliazione, dunque, attraverso la formazioneecumenica, ad ogni livello di responsabilità nella Chiesa dovremmoascoltare le voci autorevoli che propongono valori ecumenici; ma do-vremmo avere anche tutta la pazienza e la forza per sintonizzare all’ecu-menismo, cioè ai valori ecclesiali, tante voci stonate ancora presenti nellenostre comunità e per trasformare il mormorio disturbante di tanta indif-ferenza in coralità ecclesiale che invita all’unità.

(Lettera "Prospettive di impegno ecumenico")

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LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 gennaio 2015II

■ LA CONFERENZA Intervento del professor Fiorenzo Facchini sul senso religioso dell’uomo

Siamo nati per crederee prime manifestazioni del sensoreligioso risalgono al Paleolitico,ma le domande esistenzialiaccompagnano l’uomo di ogni

epoca. Chi siamo? Perché viviamo? Cosac’è dopo la morte? In una ricercacontinua del trascendente e dei segni cheesso lascia intorno a noi,soprattutto neifenomeni naturali.Su questo è intervenuto mons. FiorenzoFacchini, sacerdote antropologo diBologna, ospite del Progettoculturale diocesano e di Comunione eLiberazione, nel calendario di incontridedicato alla riflessione sul nuovoumanesimo, che fa anche daaggiornamento per gli insegnanti direligione cattolica diocesani.Oggi come ieri -ha detto mons. Facchini-il senso religioso vive in ogniuomo e non solo nell’ambitodelle religioni. Al giornod’oggi assistiamo anche ad unsenso religioso negato:posizioni scientifiche diffuseche sostengono l’ateismo,dicono che di Dio non c’èbisogno perché il mondo si èfatto da sé. C’è anche unsenso religioso deviato, vediil fenomeno delle sette (sensoreligioso sfruttato daqualcuno a discapito di altri)e il fenomeno dellasuperstizione. Ma assistiamoanche ad una crescita dellareligiosità -ha sottolineato ilrelatore – si moltiplicano lefeste religiose paesane,pellegrinaggi, culti e altreforme di devozionepopolare… Nella crisi dei valori di oggici sono nuove possibilità per ilcristianesimo, che possa esseremaggiormente vicino alla gente, perchésolo il Cristianesimo può dare risposte aquelle domande che l’uomo si pone damigliaia di anni.Anche il Vescovo mons. Giusti ribadisce il concetto al termine della

conferenza del sacerdote antropologo:Già un bambino a tre anni -ha affermatoil prelato – chiede delle risposte sullavita e sulla morte e spesso è la religioneche prova a dare un senso a questiinterrogativi esistenziali. Le domandenascono da sole, certo -ha detto ilvescovo -ma occorre oggi avere ilcoraggio dell’intelligenza, della ricerca.

Dobbiamo fare le domandegiuste, come diceva il PiccoloPrincipe, e allo stesso temposuscitare altre domande percontinuare la ricerca. Più cheavanguardisti delle risposte,dobbiamo essere suscitatori didomande. È talmente insito intutti il senso religioso che inrealtà non esistono uomininon credenti. Oggi viviamo inun imperante ateismo, maogni gesto che compiamoricorda una pratica religiosa;guardiamo la marcia di Parigidi questi giorni: non è altroche un segno religioso… unaprocessione con i lumini e

tutto il resto.Piuttosto bisogna chiedersi: in cos’èragionevole credere? Occorre essere comeUlisse, persone alla ricerca. Di cosa? Delpiacere? No, della gioia, quella profonda,che solo l’amore può dare. Noi uominisiamo esseri che si nutrono di amore, èquesto il nostro senso del vivere.

Chiara Domenici

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a giornata dell’amiciziaebraico cristiana è stata ce-

lebrata come ogni anno conl’accensione della Menorah, ilgrande candelabro che si trovafuori dalla Sinagoga. Ad ac-cenderlo sono stati il vescovomons. Simone Giusti ed il rab-bino Yair Didi. Un segno diamicizia che è continuato poinella sede del centro Ablondi,in via delle Galere, con una ri-flessione sul nono comanda-mento, guidata dallo stessorabbino e dal sacerdote donValerio Barbieri.La celebrazione della XIX gior-nata del dialogo Ebraico-Cri-stiano, aveva per oggetto unariflessione a due voci sullaNona Parola a partire dal testodi: «Non pronuncerai falsa te-stimonianza contro il tuoprossimo» (Es. 20,16) e «Nonpronuncerai testimonianzamenzognera contro il tuoprossimo» (Dt 5,20). Nel cen-tro culturale di Via delle Gale-re, il Rabbino capo di LivornoYair Didi e don Valerio Barbie-ri viceparroco della Chiesa diSan Jacopo, si sono confronta-ti su questo comandamentoche invita l’uomo a non pro-nunciare falsa testimonianza. Rav Didi ha posto l’attenzionesui due aspetti nel pronuncia-re la falsa verità, che consistein una testimonianza bugiar-da contro il tuo prossimo euna seconda testimonianzainvano contro il tuo prossimoe questo specialmente quan-do siamo davanti ad un tribu-nale civile. Ma è soprattutto laverità il valore che deve esseretenuto in considerazione, spe-cie davanti ad un tribunalerabbinico.Nell’ebraismo la buona fedeper arrivare alla verità è moltoimportante e pertanto vengo-no usati dei criteri particolaririguardo la scelta dei testimo-ni e ve ne sono alcuni che nonpossono mai essere presi inconsiderazione: i parenti, i

malvagi, anche coloro chenon camminano nella stradagiusta ad esempio, chi giocaper i soldi, perché non cono-scono la fatica del lavoro, e co-loro che non danno onore a sestessi. Così pure vale la regolache chi non può testimoniarenon può fare il giudice. Natu-ralmente essendoci una certarigidità e una normativa mol-to meticolosa nell’attuazionedella giustizia, non bisognamai perdere di vista la debo-lezza dell’uomo il quale inve-ce, deve a partire dal principioche la Verità è Dio stesso, cer-care di comportarsi in mododa dare una testimonianza aquesta verità e certamente lamenzogna è la più grande of-fesa a Dio e al fratello.Don Valerio Barbieri, notan-do come la traduzione dai Te-sti Sacri sia alquanto impreci-sa, ci induce a considerare ilnon dire falsa testimonianzache non deve scivolare versoun generico non dire le bugie.Come se fosse un dovere diresolo la verità. Invece è un do-vere non dire cose false,e nondire falsa testimonianza con-tro il fratello. Del resto tutti icomandamenti sono rivolti anon danneggiare il prossimo.In Deuteronomio al cap.17 siparla di testimoni, due , perestirpare il male dentro ciascu-no di noi e così pure al cap.15si parla del falso testimone

che viene ucciso perchè ha ac-cusato falsamente il fratello equesto perché non si deve pro-nunciare falsa testimonianza edeve essere ristabilita la giusti-zia. Senza verità non c’è giusti-zia. Il Nuovo Testamento ri-prende più volte questoaspetto e Matteo (15-17) invi-ta alla correzione fraterna. An-che qui si parla di testimoni,non di giudici e dell’impor-tanza del ravvedimento delfratello. Il testimone ha la fun-zione di aiutare il fratello aravvedersi. Chi dice il falso ol-tre a non amare il prossimo,non ama Dio che è la verità.Don Piotr Kownacki, Delega-to Diocesano per l’ecumeni-

smo e il Dialogo interreligio-so concludendo questo dialo-go, ha voluto ricordare le vitti-me dei falsi giudizi, personeche sono state giudicate daimalvagi che trovano sempremotivo per colpire senza poiassumersene la responsabilità.Come sempre l’incontro è sta-to preceduto da un intensomomento di Preghiera davantialla Sinagoga, dove i rappre-sentanti della ComunitàEbraica e delle ConfessioniCristiane di Livorno, accen-dendo la Channucchia , han-no recitato alcuni Salmi. Il Ve-scovo, Monsignor SimoneGiusti, ha sottolineato comequesta preghiera voleva essereespressione sia del cordoglioper i tragici eventi di Parigi,ma anche l’espressione di ri-trovarsi come fratelli che sisentono servitori della Verità enon padroni di essa. Un atteg-giamento che non abbia consé l’umiltà e il riconoscimentodell’altro, porta ad armare lemani omicide. Proprio come èpurtroppo successo in questigiorni a Parigi, in Uganda, inIrak e in altre parti del mondo,dove si registrano migliaia dimorti inermi e innocenti.

Mo.C.

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La Settimana di preghieraper l’unità dei cristiani

Insieme per pregare

a proposta di preghiera e riflessioneche in questa Settimana di preghiera

per l’unità dei cristiani ci arriva dalBrasile, ci porta quest’anno a sedercitutti attorno al pozzo di Giacobbe,affaticati per il viaggio, come Gesù chechiede alla samaritana di dargli da bere.Con questo atteggiamento anche nellaaffollata Chiesa dei Valdesi guidata dalnuovo Pastore Buochard, si è aperta laSettimana di Preghiera dove il diaconoAndrea Zargani ha tenuto la riflessionesul Vangelo di Giovanni noto come “Lasamaritana al pozzo”.Il Diacono nel commentare il testo, nonha fatto una esegesi, ma ha guidatol’assemblea a decentrare se stessa perspingersi alla contemplazione di Dionella Sacra Scrittura dove Cristo rivela ilvolto di Dio. Nasce da qui un dialogoche può essere fecondo se nellarelazione affettiva, l’individualismo cedeil posto all’esperienza della solidarietà.Nella relazione fra fratelli vi deve essereuna gradualità dove gli atteggiamentievangelici verranno accompagnati dallavirtù della giustizia che rimuove leoccasioni del peccato, dalla prudenzache non vuol dire agire tatticamente, maconoscersi e capire prima di agire eriflettere. La virtù della fortezza non saràvista come “un cieco procedere o unassalto iroso per far prevalere la propriaposizione, perché la vera fortezza siradica sulla pazienza e sullaperseveranza”. La tolleranza poi nondeve essere vista come indifferenza, macome lo sforzo perché si superil’individualismo senza avere la pretesadi colonizzare l’altro. La temperanzainfine è la realizzazione di una gerarchiadei valori della vita, che ci invita aduscire dai propri schemi irreali pergodere di ciò che si ha. Vediamo quindicome il dialogo per non risultare

asimmetrico abbia bisogno di un parilivello di dignità e questo si realizza sel’altro viene visto come una ricchezza.Anche il dialogo nelle Chiese non è unarealtà scontata e non lo si apprendecome metodo, ma deve essere promossocome esperienza perché se le Chiese nonsanno dialogare al loro interno, nonpossono evangelizzare il mondo. Cristoci chiede di entrare in rapporto colnemico amandolo, e nello scambiosentimentale, l’altro esiste quando trovaun posto dentro di me, altrimenti cilimitiamo alla semplice conoscenza. Noicristiani abbiamo l’obbligo di seguirel’atteggiamento di Gesù che è sempre inricerca dell’altro e lo fa sempre perprimo e dobbiamo continuare adomandare il perché di se stessi e delmondo a Colui che con la sua presenzadesta il nostro desiderio di essere, cioè diconoscere e amare. E il Signore insiemeci conduce sulla strada da percorrereperché come recita il Salmo 42 dellaliturgia iniziale: “ Di giorno il Signoremi dona il suo amore e di notte il suocanto è con me, preghiera al Dio dellamia vita”.

Monica Cuzzocrea

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LA GIORNATA DELL’AMICIZIA EBRAICO CRISTIANA

Non dire falsa testimonianza

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI25 gennaio 2015 III

anrica; per i più questo nome nondice nulla, ma non per il mondo

dei poveri, dei senzatetto, degli zingaridi questa nostra città. Per anni ManricaCecconi Viola, nella Parrocchia di S.Agostino, è stata l’anima che ha riunitoil servizio di volontariato che hapermesso a tanti “scartati” di potersipresentare aglialtri piùdignitosamente.Tutti i giorni lamattina sidedicava adaccogliere,intrattenere lepersone cheavevano bisognodi fare unadoccia,organizzare ilpoco spazio adisposizione,mettere insiemecaratteri edesigenze con disponibilità ed il sorrisosulle labbra.A volte c’era da domandarsi come unadonna tanto minuta trovasse tuttaquella energia e la capacità di mettered’accordo persone così diverse percultura e personalità. Ogni mattinaveniva offerta la prima colazionementre si faceva la fila per la doccia, maintanto si cercavano i panni per ilcambio tra i tanti che venivano portati;poi la svolta sempre col criterio diaiutare la dignità delle persone costretteogni volta a usare panni diversi nonsuoi, così fu aperto anche un servizio dilavanderia. Sulle maglie, i pantaloni, legiacche, la biancheria tante strisciolinedi stoffa portavano i nomi più disparati,così la roba lavata e asciugata venivapiegata e raccolta per essere ancorautilizzata.Ma intanto le persone si aprivano,raccontavano e lei, Manrica, in mezzoalle mille cose ascoltava con pazienza edispensava parole semplici diincoraggiamento e fiducia. Manrica,una piccola grande donna che in questoultimo dell’anno “ha spiccato il volo”,consumata da una inesorabile lentamalattia, lasciando a chi l’ha conosciutala ricchezza del suo esempio.

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L’intervista a DON GINO BERTO Una festa doppia per la famiglia salesiana di Livorno

GIOVANI,protagonistidella Chiesa

n grande cortile alcentro dell’edificio ti fasubito venire in mente,in qualunque parte del

mondo tu sia, che in quel luogovivano dei Salesiani. Se poi lastruttura si trova vicino a unastazione ferroviaria, puoi avernela certezza. Anche a Livorno lecose sembrano essere andatecosì, con la chiesa e l’Istitutosorti a due passi dalla stazioneinaugurata pochi anni primaperché si ricordi quel passaggioche don Bosco fece dallacampagna alla città.I Salesiani a Livorno ci eranoarrivati già nel 1898, occupandola palazzina di fianco alvescovado oggi sede dell’Istitutoper il Sostentamento del Clero.Da lì don Tommaso Masera sistaccò per andare a porre le basidi una nuova comunità nelquartiere di Colline.A cento anni da quella data, lospirito salesiano vive ancoraalla parrocchia del Sacrocuore attraverso settesacerdoti che fanno risuonareil messaggio di don Boscoaccompagnati dalle Figlie diMaria Ausiliatrice presenti incittà con due istituti.Questo per loro non è un annocome tutti gli altri: quest’annola famiglia salesiana vivrà undoppio anniversario: ilcentenario della loro presenza aColline e quello dei duecentoanni della nascita di don Bosco.

E’ don Gino Berto, parroco da

Usette anni qui a Livorno, aspiegarci cosa possa significareper un salesiano vivere questoappuntamento che accomunatutto il mondo di donGiovanni. «Ricordare i 200 annidella sua nascita vuol dire esserestrabici». Si guarda al passatosenza nostalgia, vivendo ognigiorno il carisma salesianoproiettati nel futuro. «E’ un po’come l’immagine di don Boscoche fa l’equilibrista sulla corda:per non cadere guarda avanti everso l’alto. Così dobbiamovivere il bicentenario».Una festa che la parrocchiacondividerà con i tanti giovaniche ancora oggi animano ilcortile. «Se esiste un segreto perattirare i giovani, è don Boscostesso che aveva capito che eranecessario stare con loro. Lapresenza è fondamentale perchécapisci che qualcuno si staspendendo per te, ti sentiamato, e non puoi non riamarea tua volta».Ma quello che manca moltospesso, è il passaggioprecedente: riuscire a mettersi incontatto con i giovani. «DonGiovanni ebbe la grandeintuizione dell’oratorio. Unluogo dove vivere esperienze atutto campo, dal gioco allosport, dal teatro alla musica.Non fai una propostaaspettando che sia accolta, ma tidisponi all’accoglienza senzachiedere per forza di credere».Un atteggiamento che ancheoggi si vive in una particolare

esperienza dei Salesiani, ilCantiere Giovani dovegravitano tanti ragazzi,musulmani per la maggiorparte.

In città don Gino ha trovatouna realtà giovane con dueparticolarità: «In questi anni misono fatto l’idea che ci sia unasintonia tra lo spirito salesianoe la loro sensibilità culturale chesi caratterizza per generosità edentusiasmo. Facendo leva sullaprima è facile motivarli. E lamotivazione è tutto: quando siparla di giovani che non hannovoglia di dedicarsi a niente, chesia lo studio o il lavoro,bisognerebbe ricercare ilproblema non in loro manell’adulto». E’ lui infatti chenon riesce a motivare il giovane,a dare testimonianza che siad’esempio.Un compito arduo in cui negliultimi tempi si sta impegnandoanche la Pastorale Giovanilediocesana con i nuovi membriincaricati dal Vescovo. «Ilconsiglio che mi sento di darloro è di cercare di offrireobiettivi di speranza eindicazioni operative di caritàche li rendano protagonisti enon esecutori del loro esserechiesa».Attraverso questo sistema chemette al centro il giovane, iSalesiani sono andati avantifino ad oggi senza la necessitàdi rinnovarsi nella metodologiache va a toccare i cuori ed è

preventiva. «Don PascualChavez, che è stato coi noi neigiorni scorsi ci ha ricordato chenoi educatori siamo chiamati acredere maggiormentenell’educazione, che educarevuol dire dare un senso allavita».Da questo primoappuntamento scaturirannotutti gli altri per arrivare al 1°febbraio nello scenario del PalaModigliani. «Abbiamo sceltouno spazio che fosse simbolicoper la città, per riuscire a dare atutti la possibilità di festeggiarecon noi, perché una vera festava condivisa».E festa si farà col musical sullavita di don Bosco “C’è da noncrederci”. «C’è davvero da noncrederci che in unico uomo sisiano raggruppati tanti doni eopere, ma io ci credo perché daquella sorgente sono nati tantifrutti».

Per il programma completodegli eventi del bicentenario http://www.lasettimanalivorno.it/01/2015-bicentenario-della-nascita-di-don-bosco-tutte-le-iniziative-in-casa-salesiana/.

Giulia Sarti

SULLE ORME DI DON BOSCO: LA CONFERENZA DI DON PASCUAL CHAVEZ VILLANUEVA

Educare i giovani oggi: una sfida per tutti uò ancora oggi don Bosco regalarci de-gli efficaci spunti per l’educazione dei

giovani? A questa domanda, nel bicente-nario delle manifestazioni per la nascitadi don Bosco e nel centenario della pre-senza Salesiana nel rione di Colline, ha ri-sposto don Pascual Chavez Villanueva,nel corso di una gremita conferenza che siè tenuta nel Cinema Teatro dei Salesianidi Viale Risorgimento. Il parroco, don Gi-no Berto, ha presentato don Chavez comeil Rettore Maggiore emerito, nono succes-sore di don Bosco, che ha guidato la Con-gregazione Salesiana per dodici anni finoallo scorso 25 marzo. Chavez -ha aggiun-to don Gino- in passato aveva assunto an-che il ruolo di coordinatore di tutte leCongregazioni religiose del mondo e par-lando con lui, gli aveva confidato che co-me successore di don Bosco aveva svoltoun ruolo impegnativo ma nello stessotempo si era sentito anche indegno di unacarica così importante.Nell’affrontare il tema proposto "Educareoggi: una sfida", don Chavez ha detto chela sfida principale è quella di dare un sen-so alla propria vita con la quale tutti dob-biamo fare i conti. Per questo spetta a noioffrire ai giovani il dono prezioso dell’e-ducazione, perché se i giovani non saran-no ben preparati saranno degli sfruttati,materiale di scarto, come dice Papa Fran-cesco. L’educazione è quindi la grande ri-sposta alle sfide di oggi che sono soprat-

tutto culturali. Don Bosco è stato definito"il padre dei giovani" ed è lui che ci spin-ge a "guardare il presente con fiducia" efare nostre le sue scelte. Credere nei gio-vani significa fare in modo che essi nonsiano spettatori della storia ma protago-nisti, vincendo ogni tipo di apatia. Signi-fica che essi non devono "guardare la vitadal balcone" ma prendere la storia nelleloro mani. Bisogna perciò scommetteresull’educazione perché se non si è attrez-zati alla vita si rischia di essere degli emar-ginati. Diceva don Bosco che bisogna for-mare ad una professione e formare il fu-turo cittadino, e per farlo è necessario af-fermare dei valori: quello della persona enon della economia, quello della solida-rietà, quello della sussidiarietà, quellodella ricerca del bene comune. Noi edu-chiamo i giovani -ha sottolineato il rela-tore- nella misura in cui riusciamo adaprire la porta del loro cuore. La ricercadel senso della vita si colloca in un nuovoumanesimo che trasforma tutto il mondoin un villaggio globale, c’è dunque un"progresso integrale" che ci spinge adamare il mondo nella sua civiltà, arte,cultura, per renderlo sempre migliore.Questo implica il rifiuto di ogni tipo ditotalitarismo e di fanatismo e la scom-messa in favore della democrazia e dell’e-sercizio della libertà privilegiando il paci-fismo e l’ecologismo. Siamo di fronte -haaggiunto- ad una crisi di valori che sta

erodendo i principi basilari. Il clima incui il giovane vive è questo: non ci sonopiù utopie, solo pessimismo, pensiero de-bole, culto dell’attimo presente nel sensodi vivere il presente perché non c’è un fu-turo dove ancorare una speranza, si viveuna cultura del frammento dove non cisono progetti di vita. Gli stessi giovani vi-vono nella paura perché non hanno fidu-cia in loro stessi e sono senza passioni.«Naturalmente -ha chiarito don Chavez-come Salesiano non condivido tutto que-sto, perché come diceva don Bosco perfi-no nel ragazzo più disgraziato ci sonocorde di bene. Bisogna far riscoprire ilsenso della vita che ci accomuna tutti inuna fede che è felicità, accoglienza, amo-re». Una fede che è anche realtà trascen-dente e che si mostra in un Dio rivelato.Chi ricerca un obiettivo nella vita esprimeuna fede. Bisogna dunque educare i gio-vani ad essere consapevoli e insegnar loroa vivere, a convivere con gli altri, a cercarela verità e ad essere felici. Come Salesianidobbiamo curare lo sviluppo integraledei giovani (dall’amicizia alla fede religio-sa), aver fiducia nell’educazione riparten-do sempre dagli ultimi. Bisogna perciòeliminare «lo scompenso tra la libertàsenza limiti e il senso etico», credere neigiovani significa «metterli al centro, farlidiventare protagonisti, perché il futuronon è altro che lo sviluppo dell’oggi»

Gianni Giovangiacomo

P

Il ricordo di don Luciano Cantini

Una piccolagrande donna

Sabato 24 gennaio le Figlie della Ca-rità offriranno a tutti i giovani e nonsolo, una serata particolare per cele-brare i 10 anni dalla loro prima espe-rienza di missione in Eritrea.Al momento di convivialità con la ce-na delle 20 in stile Italo-Eritreo (è gra-dita la prenotazione entro il 22 gen-naio), seguirà la testimonianza sull’ul-tima missione nella casa “Sorgenti diCarità” in via Donnini a Livorno.Se ci fossero persone che arrivano dafuori Livorno, le suore offriranno lapossibilità di dormire presso il loroistituto a Quercianella, mettendosi incontatto con i numeri sul volantinocon il programma completo

Le Figlie dellacarità in festa

L’intervista a don Gino Berto,

in occasione del centenario

della parrocchiadella SS.Trinità,

guidata dai Salesiani

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI25 gennaio 2015IV

VENERDÌ 23 GENNAIONella mattina, udienze laici in vescova-do16.30 alla casa S. Giuseppe a Quercianel-la, incontro con l’ufficio catechistico re-gionale

SABATO 24 GENNAIO9.00 saluto all’ incontro dell’ufficio cate-chistico regionale alla casa S. Giuseppe aQuercianella9.30 incontro con la segreteria di pasto-rale giovanile alla casa S. Giuseppe aQuercianella16.00 a Massa, incontro con i catechistidella diocesi di Massa19.00 incontro di chiusura della Settima-na di preghiera per l’Unità dei Cristianialla chiesa di S. Giovanni

DOMENICA 25 GENNAIO11.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, S. Messa alla chiesa di S.Teresa a Rosignano Solvay17.00 S. Messa in suffragio del dott. Mas-simo Ceccarini nella cappella del vesco-vado

LUNEDÌ 26 GENNAIO10.00 consiglio dei vescovi all’Istituto in-terdiocesano di Camaiore17.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con i genitori deiragazzi della parrocchia di Santa Teresa aRosignano Solvay18.30 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con il consigliopastorale e il consiglio affari economicidella parrocchia di Santa Teresa a Rosi-gnano Solvay

MARTEDÌ 27 GENNAIONella mattina, udienze clero in vescova-do11.30 in cattedrale, incontro con le scuo-le cattoliche17.30 S. Rosario e concelebrazione euca-ristica per la Festa del Voto (piazza Gran-de- Cattedrale)

MERCOLEDÌ 28 GENNAIONella mattina, udienze clero in vescova-do15.30 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con il gruppo an-ziani della parrocchia di Santa Teresa aRosignano Solvay16.30 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, S. Messa alla chiesa di San-ta Teresa a Rosignano Solvay17.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con i catechistidella parrocchia di Santa Teresa a Rosi-gnano Solvay19.00 in vescovado, consulta della pasto-rale giovanile21.15 consiglio pastorale diocesano invescovado

GIOVEDÌ 29 GENNAIO9.30 incontro con il clero giovane in ve-scovado21.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con i giovani del-la parrocchia di Santa Teresa a Rosigna-no Solvay

VENERDÌ 30 GENNAIO10.00 in occasione della visita pastoraleal V vicariato, incontro con le personeammalate della parrocchia di Santa Tere-sa a Rosignano Solvay16.00 riunione mensile amministrativain vescovado

SABATO 31 GENNAIO 18.00 S. Messa con la famiglia salesianain occasione del bicentenario della na-scita di don Bosco

DOMENICA 1 FEBBRAIO10.30 S. Messa in occasione della festapatronale, alla chiesa di San GiovanniBosco a Coteto15.30 incontro per la Settimana per la Vi-ta al Centro culturale mons. AlbertoAblondi, in via delle Galere18.00 S.Messa per la Settimana per la vitaalla chiesa della Madonna

Il secondo quaderno del Progetto CulturaleÈ uscito il secondo quaderno del Progetto Culturale, lostrumento di informazione, disponibile sia in forma cartacea chedigitale, che amplia la diffusione dei temi e delleriflessioni lanciate periodicamente dal ProgettoCulturale diocesano. Un’iniziativa che mira a una“cultura segnata dalla fede o evangelizzata ” comeauspicato da Papa Francesco nell’ EvangeliiGaudium.Il secondo numero, pubblicato in concomitanzacon l’incontro con mons. Fiorenzo Facchini èdedicato ai temi dell’antropologia e del sensoreligioso. Nelle 12 pagine trovano trovano spazioalcuni interventi del prof. Facchini, una traccia diriflessione in preparazione al convegno ecclesialedi Firenze 2015 e poi alcuni appuntamenti tra i piùsignificativi che la Diocesi si appresta a vivere: lasettimana di preghiera per l’unità dei cristiani, laFesta del Voto e la giornata per la Vita, promossadalla Consulta delle Aggregazioni laicali.Il quaderno è stato distribuito durante l’incontrocon Facchini, ma è già disponibile in edizione cartacea invescovado e sul quotidiano online www.lasettimanalivorno.it inversione scaricabile.

BREVI DALLA DIOCESISettimana di preghiera per l’unità dei cristianiGIOVEDÌ 22 GENNAIO ALLE 17.00Vespri ortodossi alla chiesa ortodossa romena (Via Verdi 57)

SABATO 24 GENNAIO ALLE 19.00Conclusione della Settimana di preghiera per l’Unità dei CristianiPreghiera Ecumenica alla Comunità di Sant’Egidio (Chiesa di SanGiovanni- Via della Carraia 2)

La preghiera giovane...per tutti i giovaniVENERDI’23 GENNAIO ALLE 20.00Si rinnova anche per il 2015 il cammino della “Preghiera giovane”organizzata dalla Pastorale Giovanile Vincenziana all’Istituto delleFiglie della carità di Quercianella. Il prossimo appuntamento, ilprimo dell’anno dopo gli Esercizi della carità nella settimana dopoNatale, sarà quello del 23 gennaio alle ore 20. Dopo la preghiera ela riflessione seguirà come di consueto una cena frugale. Tutti i gio-vani delle parrocchie sono invitati a partecipare.

Incontro DiaconiSABATO 24 GENNAIO ALLE 16.00Alla parrocchia del Sacro Cuore (Salesiani) incontro dal titolo"Diaconi: Servi della Parola, Ministri nella Misericordia", relatorediacono Enrico Sassano, a seguire riflessione, condivisione e recitadei Vespri comunitari

Maschio e femmina li creòIL CONVEGNO PROPOSTO DALLA PASTORALE FAMILIARE REGIONALE

Quest’anno si svolgerà sabato 24 gennaio a Firenze a partire dalle 9 dellamattina il convegno regionale organizzato dalla Pastorale familiare.Il titolo proposto, "Maschio e femmina li creò, la gioia di accogliere i fi-gli", affronterà i temi di fecondità, procreazione, metodi naturali e anti-concezionali e tanti altri, per offrire nuovi spunti di riflessione a sposi, sa-cerdoti e tutti coloro che si occupano di accompagnare le famiglie fin dal-la loro formazione.Gli sposi con figli potranno affidare i loro bambini ad alcune baby sitterpresenti.Per info e iscrizioni consultare il volantino, sul quotidiano online www.la-settimanalivorno.it

Libri da LEGGEREdi Mo..C.

Piccione A.M.- Una rosa in trincea- ( per bambinidai 10 anni in su) Ed. Paoline, pp. 160, euro 12,00

Una storia molto realistica per raccontare ai bam-bini l’orrore della Prima Guerra Mondiale, di cui sicelebra quest’anno il centenario dell’inizio, e farmaturare in loro il valore della pace, il rifiuto diogni guerra, la speranza nel futuro. Milly e Andrea,due cugini tredicenni, si ritrovano in estate in Sici-lia, nel paese d’origine delle loro mamme, per ce-lebrare i novant’anni della zia Elena, sorella dinonno Rino e figlia del bisnonno Peppino. An-drea, attraverso i racconti di Milly e dei vari paren-ti, scopre la storia del bisnonno, combattente nel-la prima guerra mondiale. Il racconto si svolge inun continuo rimando tra il presente e il passato:c’è la storia di oggi con i due cugini e c’è la storia diieri con Peppino ragazzo. Peppino, quando arrivala temuta cartolina che richiama alle armi il suofratello maggiore, fresco sposo, con un bimbo pic-colo e un altro in arrivo, decide di sostituirsi a lui,facendosi passare per maggiorenne grazie al suo fi-sico alto e robusto, che lo fa sembrare più grande.Scappa di casa e si presenta in caserma. Si ritrovacosì, dopo un lungo viaggio attraverso l’Italia, sulfronte dell’Isonzo e del Piave. A tenere in vita lasua speranza il ricordo della giovanissima Marile-na, che prima di partire gli ha regalato una rosa co-me segno del suo affetto e come portafortuna.Con la rosa sul petto, Peppino supera i freddi in-verni tra gli assalti continui del nemico, il fango,gli attacchi con il gas. E torna a casa, un anno dopola fine della guerra, dalla sua famiglia e dalla suaMarilena. Con una bella storia da raccontare tratanti orrori: l’incontro con un soldato tedesco e l’e-redità di un piccione da addomesticare."Una rosa in trincea" racconta ai bambini l’orroredella Prima Guerra Mondiale (ricorre quest’annoil centenario dell’inizio, mentre nel 2015 si cele-breranno i 100 anni dell’entrata in guerra del no-stro Paese), attraverso il vissuto drammatico nelfronte. Senza trionfalismi, con realismo, il raccon-to vuol far crescere nei bambini il valore della pacee il rifiuto di ogni guerra, ma sempre con una notadi speranza.

Agenda del VESCOVO

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI25 gennaio 2015 V

Federico e Clelio:vita in seminario

Clelio e Federico, due uomini che stannovivendo in modo diverso l’esperienza del

Seminario di Livorno. Clelio, appena arrivato,sta affrontando il periodo del discernimento;

Federico invece sta già studiando da seminarista. Li abbiamo intervistati

per conoscere la loro storia e le loro emozioniin questa esperienza

A CONTATTO CON I PIÙPOVERIClelio, tu sta vivendoun’esperienza didiscernimento presso ilseminario di Livorno.Con quale spirito?«Quando mi si è statoproposto di venire nellaDiocesi di Livorno perun’esperienza didiscernimento mi sonosentito un po’ smarrito.Le prime domande chemi posi furono: Signoreperché in una diocesicosì lontana? Come mitroverò con i seminaristie i formatori? Questedomandeaccompagnavano le miegiornate fino al mioarrivo qui in seminario.Qui ho trovato unambiente sereno,gioviale dove sin dasubito i dubbi sonosvaniti in quanto misono sentito e mi hannofatto sentire a casa».

Qual è il tuo desideriopiù grande?«Credo che oggi il miopiù grande desiderio siaquello di fare bene ciò acui sono chiamato, cioèil mio lavoro inospedale. Più avantiinvece, a Dio piacendo,desidero vivere la miavita da sacerdote inmaniera piena eincondizionata, alla lucedella mia esperienza acontatto con lasofferenza, libero daschemi o imposizioniesterne, sempre prontoad accorgermi di chisoffre nel corpo e nellospirito. E auguro a mestesso, come augurò ungiorno Don ToninoBello ai suoi sacerdoti, dipoter avere le suole dellescarpe consumate dallastrada percorsa, verso chiattende nelle periferieesistenziali una parola diconforto e di pace».

Parlaci dell’ambiente dacui provieni.«Mi chiamo ClelioCacciabaudo ho 35 annie sono il quarto dicinque figli. Sono ungiovane siciliano eprovengo da Ribera, unpaese della provincia diAgrigento. Un paesemolto bello a 6 km dalmare e a poco più dalledolci colline che portanoverso le punte più altedella provincia. Sonocresciuto in un ambientecristiano. Sin da piccoloho frequentato laparrocchia dove manmano negli anni ècresciuto il desiderio diconoscere sempre più ilSignore e dove èmaturata la decisione diseguirlo in maniera piùforte da sacerdote.Attualmente stolavorando a Messinapresso un I.R.C.C.S., cioèun centro di ricerca permalati neurologici, doveogni giorno attraverso ilmio lavoro il Signore mimette sempre più acontatto con situazionidi dolore che mi stanno

facendo maturare molto,sia come persona checome cristiano in ricercavocazionale. Nei giorniliberi sto frequentandoun istituto teologico,dove sto approfondendogli studi filosofici eteologici».

Pensi sia possibileportare il tuoentusiasmo anche nelterritorio di Livorno?«Io penso che i talentiche il Signore ci ha datonon abbiano confini néscadenza entro cui usarli.So per certo che ovunqueil Signore mi chiamerà asvolgere il mio compito,qualunque sia, saròpronto a metterli inpratica».

IL SENSO DI GRATUITÀFederico, stai studiandoper diventare prete e

stai facendo servizioalla parrocchia dellaMadonna con i giovani,i catechisti e iministranti: cosa pensidi poter dare allaDiocesi di Livorno?«Penso di dare tuttoquello che michiederanno il Vescovoed i miei superiori,cosciente non solo deimiei limiti, ma anche deidoni che Dio mi ha dato.Ho 43 anni, ho lavoratomolto con i giovani, coni ragazzi, ho vissutoanche tre anni diinsegnamento allescuole elementari, ed hoavuto esperienze con lefamiglie. Posso dire cosami ha dato la Diocesi diLivorno: una famiglia,nel senso più alto deltermine, cioè ilSeminario, dove con imiei fratelli e i miei

superiori mi stoformando ad esserestrumento nelle mani diDio.

Dove pensi di dovermigliorare?«Il cammino delcristiano è sempre inmiglioramento, non èmai un punto d’arrivoma sempre un punto dipartenza, senza maicedere alla disperazioneo a facili entusiasmi.Sicuramente il senso digratuità deve divenire inme sempre maggiore perdonarmi sempre piùdove mi viene chiesto».

Quali sono i tuoi puntidi riferimento?«Oltre a Maria, che amoprofondamente comeMadre e come esempiodi discepola, il santo cheho come riferimento èFrancesco d’Assisi, cheamo non solo per laradicalità evangelica, maanche per la sua umanitàattenta agli altri e cosìinnamorata di Cristo davederlo presente in ogniluogo ed in ognipersona. Francesco non èsolo un punto diriferimento ma anche unesempio, in quanto dal1997 ho deciso di averlocome modello entrandonell’ordine francescanosecolare; una scelta chesostiene il mio camminonella strada verso lasantità. I santi non sono

solo modelli, madovrebbero essere ognigiorno per noi unostimolo a vivere lachiamata che il Signoreci rivolge: la santità nonè per pochi, è il dovere diogni battezzato. Quandopenso a loro, mivengono in mente leparole che un sacerdoteci rivolse durante uncampo estivo ad Assisi:"Ragazzi, seguire Gesù èbello ma anche undovere che ci porta allasantità, o la santità o ilfallimento di una vita".Parole forti che cirichiamano ad unagrandezza e dignità,frutti della salvezza diCristo per ognuno dinoi».

Papa Francesco staportando all’umanità ilvolto autentico delVangelo. Comepossiamo annunciarloal mondo d’oggi?«Il mondo d’oggi, cosìcarico di violenza epovero di aspettativeverso il futuro, habisogno di un annuncioprofetico, un annuncioche tiene lo sguardodritto verso il cielo. Ilmondo d’oggi, secondome, ha bisogno diritrovare e di ascoltareancora le parole disperanza di Cristo,parole che sanno ridareal cuore la voglia diripartire, di ricostruire, esoprattutto di tornare adamare con fiducia. PapaFrancesco sta incarnandoil grido con cui SanGiovanni Paolo II aprì ilsuo storico pontificato:"Non abbiate paura,aprite il vostro cuore aCristo!"Apriamogli il nostrocuore, la nostra vita, inostri affetti, le nostre

speranze, lenostre attese e inostri limitisenza paura.Ecco l’annuncioche secondo meè fondamentalein questomomento, ed èl’annuncio a cuivorrei unirmianch’io,rivolgendomi aigiovani ed allefamiglie: ètempo di gioia, ètempo di unanuova speranzaperché Cristo ci

ama di un amore unico ecoinvolgente, ed è unamore su cui possiamoscommettere veramentetutta la nostra esistenza,perché non delude, nontoglie niente maarricchisce tutto!»

RIFLESSIONI

Il senso del servizio nelle parrocchieno dei momenti forti della formazione del futuro presbitero diocesanoè l’incontro con le persone. Normalmente, avviene nella parrocchia

dove il seminarista, per esigenze pastorali e grazie alla provvidenza, èchiamato ad imparare a servire.Il servizio non è mai scontato e lo si può vivere in diversi modi. Il piùumano e condiviso da chiunque è quello di prestare il proprio aiuto ad altriper riceverne in cambio,talvolta ancheinconsciamente, unagratificazione, fosse anchesemplicemente sotto formadi semplice gratitudine. Ma il modo più vero eprofondamente cristiano diporsi a servizio consiste nelnon aspettarsi nulla incambio. Nessun tipo digratificazione umana.Questo modo si imparasolo se si compie uncammino di vera unionecon Cristo; solo se si imparaa vivere uniti a Lui siapprende a servire gliuomini nelle loro necessitàpiù profonde e più vere in modo totalmente gratuito.La parrocchia in cui viene inviato il seminarista, allora, diviene realmente illuogo in cui la comunità potrà aiutarlo a realizzare tale unione con Cristo ea divenire vero servitore, senza più cercare solo se stesso e la propriarealizzazione ma solo il bene di ciascuno secondo il cuore di Dio.

Dalla pagina Facebook del Seminario Livorno Gavi

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In alto Clelio Cacciabaudo e sotto Federico Mancusi. Nell’altra fotoun’immagine del seminario Gavi

LA COMUNITÀ DEL SEMINARIO RINGRAZIAPER LA GENEROSITÀ DIMOSTRATA DONEDOARDO MEDORI, DON PIOTR KOWNACKI EDON PLACIDO BEVINETTO.

SEM

INA

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PAGINA A CURA DEL SEMINARISTA Andrea Salomone

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DALLE DIOCESITOSCANA OGGI25 gennaio 2015VI

Ora di religione,perché scegliereun insegnamentoche fa crescere

al 15 gennaio 2015 al 15 febbraiodovranno essere effettuate le iscrizioni ai

vari ordini di scuole e, in base alla legge 135del 2012, non sarà necessario recarsi presso lasegreteria della scuola prescelta ,ma basteràcollegarsi online al sito del MIUR e seguirne leistruzioni.In questo periodo genitori e figli riflettono e siinformano per fare la scelta migliore,soprattutto nel passaggio dalla secondaria diprimo grado a quella di secondo grado.Sarebbe bene soffermarsi anche su unaopzione da fare: la scelta dell’insegnamentodella religione cattolica. Questa scelta vaattentamente ponderata e per questo misembra opportuno ricordare le finalità di dettoinsegnamento prescritte dalle indicazioniprogrammatiche per le scuole del primo esecondo ciclo.«Il confronto esplicito con la dimensionereligiosa dell’esperienza umana svolge unruolo insostituibile per la piena formazionedella persona… Il confronto poi con la formastorica della religione cattolica svolge un ruolofondamentale e costruttivo per la convivenzacivile, in quanto permette di cogliereimportanti aspetti dell’identità culturale diappartenenza e aiuta la relazione e i rapportitra persone di cultura e religioni differenti. Lareligione cattolica è parte costitutiva delpatrimonio storico, culturale e umano dellasocietà italiana; per questo secondo leindicazioni dell’accordo di revisione delConcordato la scuola italiana si avvale dellacollaborazione della Chiesa Cattolica per farconoscere i principi del cattolicesimo a tuttigli studenti che vogliono avvalersi di questaopportunità…Per tal motivo l’insegnamentodella religione cattolica è offerto a tutti inquanto opportunità preziosa per laconoscenza del Cristianesimo come radice ditanta parte della cultura italiana ed europea»(DPR 105\2010)Nelle Indicazioni per i Licei si afferma: «L’IRCpromuove la conoscenza della concezionecristiano cattolica del mondo e della storia,come risorsa di senso per la comprensione disé, degli altri, della vita… offre contenuti estrumenti per una riflessione sistematica sullacomplessità della esistenza umana nelconfronto aperto tra cristianesimo ed altrereligioni, tra cristianesimo ed altri sistemi disignificato.L’IRC nell’attuale contesto multiculturalemediante la propria proposta promuove tra glistudenti la partecipazione ad un dialogoautentico e costruttivo, educando all’eserciziodi libertà in una prospettiva di giustizia e dipace.L’IRC risponde all’esigenza di riconoscere neipercorsi scolastici il valore della culturareligiosa e il contributo che i principi delcattolicesimo offrono alla formazione globaledella persona e al patrimonio storico,culturale e civile del popolo italiano. Nelrispetto della legislazione concordataria l’IRCsi colloca nel quadro delle finalità della scuolacon una proposta formativa offerta a tutticoloro che intendono avvalersene.Contribuisce alla formazione con particolareriferimenti agli aspetti spirituali ed eticidell’esistenza in vista dell’inserimento nellavita civile e sociale» (DPR 176\2012)Mi è sembrato opportuno riportare citazionidai programmi, scaturiti dall’intesa traMinistero dell’istruzione, università e ricerca ela Cei, per sottolineare il particolare valoreformativo dell’insegnamento della religionecattolica che è una materia che, al pari dellealtre discipline, ha obiettivi di apprendimentoche si declinano in conoscenze e abilità,nell’ottica dell’acquisizione di competenze.Per vivere in questa società multiculturale ènecessario conoscere le radici della nostraidentità per poter così dialogare con l’altrorispettando quello che pensa e crede ma anchenon rinunciando alla nostra storia e alle nostretradizioni. L’IRC aiuta a capire chi siamo e dadove veniamo perciò è un insegnamentoofferto a tutti (non è catechismo) perchéanche appartenenti ad altre storie possanocapire la nostra arte ,la nostra letteratura, lanostra cultura.Anche i Vescovi affermano «L’insegnamentodella religione cattolica permette agli alunni diaffrontare le questioni inerenti il senso dellavita e il valore della persona alla luce dellaBibbia e della tradizione cristiana. Lo studiodelle fonti e delle forme storiche delcattolicesimo è parte integrante dellaconoscenza del patrimonio storico, culturale esociale del popolo italiano e delle radicicristiane della cultura europea» ( Educare allavita buona del Vangelo).

Maria Guida

Il Messaggio Cei:«La storia da cui veniamo»

a società italiana è sempre più plurale emultiforme, ma la storia da cui veniamo

è un dato immodificabile», scrivono i vescoviesortando le famiglie italiane ad avvalersianche per il prossimo anno scolastico dell’Irc.Il testo del Messaggio su www.toscanaoggi.it

D

DI EMILIO BERTELLI

el secondo anniversariodella morte di don EnzoGreco, parroco dellaparrocchia di San

Leopoldo a Follonica, già vicariodiocesano con i Vescovi Santuccie Ciattini e figura indimenticatadella diocesi di Massa Marittima -Piombino, l’associazioneculturale recentemente creata eda lui intitolata ha organizzato ilconvegno «La famiglia in unmondo che cambia». L’evento si è svolto sabato 17gennaio nei locali della SalaTirreno di Follonica con lapartecipazione del SindacoAndrea Benini, del VescovoDiocesano Carlo Ciattini, dellaprofessoressa Anna Giorgi,biblista, moderatrice dell’eventoe dei relatori padre MaurizioFaggioni, Ordinario di Bioeticaall’Università Alfonsiana di Romae don Antonio Bartalucci docentedi Teologia Morale pressol’Istituto superiore di scienzereligiose Santa Caterina da Siena.Scopo della giornata: analizzarel’istituto familiare nella tramasociale odierna e confrontarlacon la proposta cattolica.Il sindaco Benini nel suo salutoha compiuto una breve maintensa analisi della famiglianella realtà della vita tecnologicache oggi connette tutti, ed haosservato come la famiglia piùche costituire il motore della vitasociale sembri esser divenuta uncontainer del mondo esterno,suo recettore terminale. I legamitra le persone si stannoaffievolendo gradualmente peressere sostituiti da isolateconnessioni virtuali la cui naturaè la dinamica binaria dell’on -off: sembra perdersi così quelladella costruzione paziente delrapporto interpersonale,dell’apertura all’altro, dellasperanza, dell’amore, delconfronto. Le persone appaionochiuse nel proprioindividualismo, paiono aversmarrito il grande desiderio insenso primo etimologico (dallatino «de-sidera»: dalle stelle) e lapreoccupazione più urgenterisulta invece esser quella delprotagonista del racconto «Latana» di Kafka: costruirsi una casaal riparo da tutti i nemici. Eccodunque l’invito del sindaco:recuperare la lentezza, sostituire ilegami alle connessioni,recuperare i grandi desideri.

«FAMIGLIA E FAMIGLIE OGGI»Forte di questa apertura, il primorelatore, padre MaurizioFaggioni, ha compiuto unadisamina statistica a tutto tondodella famiglia oggi. Anzi, havoluto specificare, «dellefamiglie», perché di specieall’interno del genere ce ne sono

ormai molte. «Famiglia e famiglieoggi» è infatti il titolo del suointervento.Alcuni dati. Nel 1972 furonocelebrati 419.000 matrimoni; nel

2013 solo 194.057, con unadiminuzione dall’80% al 60% dimatrimoni con rito religioso.Oggi in Italia ci sono circa 24milioni di nuclei familiari, ma di

questi il 30% ècostituito dasingoli ed il13,5% dafamiglie senzavincolo dicoppia. Inoltreanche i nucleitradizionali sisono ristretti: senel 1950 ognimembro avevain media unatrentina diparenti, oggi siarriva a dieci.C’è poi un 8%di cosiddettecoppie l.a.t.

(living apart together), cioè dipersone non conviventi ma conun rapporto affettivo forte tra diloro, che si frequentano e sannodi poter fare affidamento l’uno

NAmore e fedeltà:la risposta cristianaalle sfidedella famiglia

Preti e pastorale familiare,giornata regionale a Loppiano

resbiteri e pastorale familiare: nel cuore del futuro» è iltitolo della giornata di studio organizzata dalla

Commissione presbiterale regionale lunedì 26 gennaio aLoppiano, presso l’auditorium del santuario Maria Theotokos. Ilrelatore sarà don Maurizio Grochi, sacerdote della diocesi di Pisae docente all’Urbaniana di Roma; nominato da Papa BenedettoXVI consultore della Congregazione per la dottrina della fede, haanche partecipato all’assemblea straordinaria del Sinodo deivescovi sulla famiglia.Il programma prevede: alle 9,30 accoglienza e arrivi, alle 9,45Ora Terza, alle 10 i saluti e la relazione, seguita dai lavori digruppo. Alle 14,30 condivisione dei lavori e indicazioni operative. Per informazioni e iscrizioni (quota prevista peril pranzo: 15 euro) rivolgersi a don Carlo Ronconi, 329.7360179 oppure [email protected] cittadella di Loppiano si raggiunge dal’uscita Incisa dell’autostrada. Al termine dell’incontro c’è la possibilitàdi celebrare la Messa.

A Follonica un convegnosulla pastorale familiare«in un mondo checambia».In trent’anni i matrimonisono dimezzati,quelli religiosi diminuitifino all’80%.Nel 1950 ogni personaaveva una trentina di parenti stretti,oggi si arriva a dieci.Le cause: individualismo,sfiducia, prevalenzadell’aspetto emozionale.A questi dati sicontrappone la specificitàdel patto coniugalesecondo la concezionedella Chiesa: un atto di donazionereciproca,indissolubile e fecondo

Il convegno di Follonica sulla sfide della famiglia

Page 7: di Luca Lischi 27 gennaio: del Voto a Maria · bisogno perché il mondo si è fatto da sé. C’è anche un senso religioso deviato, vedi ... tutto il resto. Piuttosto bisogna chiedersi:

DALLE DIOCESI TOSCANA OGGI25 gennaio 2015 VII

sull’altra senza però convivere.Sul fronte separazioni e divorzi il30% dei matrimoni fallisce dopoquindici anni con un’età mediadi quarantacinque anni per gliuomini e quarantadue per ledonne. Una seconda fase di piccosi ha intorno ai sessantacinqueanni. Si è passati dalle 158separazioni e 80 divorzi ognimille matrimoni del 1995 alle307 separazioni e 182 divorzi del2010 con il 65% delle famiglieche si separano avendo figli.Sul fronte omosessuale oggirisultano in Italia circa 7.500coppie ufficiali.Di fronte a tutto questo ildesiderio di famiglia resta nellaposizione più alta con il 70%delle preferenze rispetto adesempio al lavoro o allo stessosesso.Le cause: si crede alla famiglia,ma non a quellaistituzionalizzata; non ci si sposaper inerzia di convivenzeprolungate, per sfiducia nellatenuta di un rapporto, nelleistituzioni, per problemieconomici,In generale, osserva padreFaggioni, c’è una difficoltà apassare dall’io al noi: si è ancoratiall’individualismo, alla sfiduciaverso l’altro ed i rapporti vivonoquanto dura l’aspettoemozionale. Prevale l’incapacitàdi discutere, di negoziare, dicondividere valori, la voglia didominare; ancora una voltal’individualismo.E conclude: matrimonio è sestessi con un altro, pensarsi indue.

LA PROPOSTA DELLA CHIESALa spiegazione della specificitàdel matrimonio cristiano, maancor prima dell’amore coniugalecome inteso dalla Chiesa, è stataaffidata alla relazione di donAntonio Bartalucci.È un atto di donazione reciprocacon cui «gli sposi tendono allacomunione delle loro persone econ la quale si perfezionano avicenda, per collaborare con Dioalla generazione ed educazionedi nuove vite», dice l’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, ilPapa tanto amato da don EnzoGreco; è un sacramento chechiama gli sposi ad un patto difedeltà e indissolubilità fecondo,ad immagine dell’Alleanzad’amore di Dio col Suo popolonell’Antico Testamento e di GesùCristo con la Chiesa nel Nuovo.Patto d’amore totale dunque, lostesso che Gesù Cristo hacostantemente rinnovatosoprattutto nella Sua Pasqua eRisurrezione.

Pasqua del Cenacolo, in cui egliha prima servito e lavato i piedialla Sua Chiesa e poi offerto ilbanchetto del Pane della Vita.Pasqua del Getsemani, quando lasposa dorme, quando emerge illato oscuro dell’umanitàindifferente, quando Gesù Cristopiange senza essere ascoltatodagli apostoli. Pasqua del Calvario, del sacrificioestremo, della donazione senzacondizione, dell’apertura senzariserve. Amore è donazione e sololì c’è vita. È la Pasqua del donototale di sé. Pasqua del Sepolcro: solo lapietà, l’impotenza come livelloultimo dell’amore umano, corpomuto e disfatto, fallimento diogni sforzo, consapevolezza cheogni esito non dipende da me. Pasqua della Risurrezione:Pasqua della gioia di vivere,dell’amore che vince ed èindistruttibile nonostante ogniostacolo. Non c’è pietra che nonrotoli via.Ecco, dunque: l’amore coniugalenel rapporto matrimonialecristiano è donazione salvifica.Ma donazione feconda anche,nell’accoglimento dei figli dacustodire come dono di Dio enon proprietà personale deigenitori.Ecco, quindi, la sessualità, che sevissuta nella castità coniugalepermette di vivere unaintegrazione affettiva daintendersi come dono da fare alconiuge della propria identitàcorporea.Ma come si fa a vivere un tipo diamore coniugale così profondo?Risponde don Bartalucci, comegià aveva spiegato padre Faggioni:essenziale è passare dell’io al noi.Ancora una volta farla finita conla chiusura dell’individualismoed aprirsi all’altro con lo stessoamore con cui un genitore ama ilproprio figlio. Fino alla morte;sapendo che una morte peramore è una vittoria dell’amoresulla morte.Il convegno si è chiuso conl’intervento del Vescovo CarloCiattini, il quale si è compiaciutodello svolgimento dell’incontro e,forte della sua esperienza neiTribunali ecclesiastici, haricordato che, se fino a venti annifa i motivi di annullamento deimatrimonio eranoprincipalmente dovuti allaall’esclusione dell’indissolubilitào della prole, oggi la prevalenza siindividua invece esignificativamentenell’immaturità degli sposi; unmotivo di più per investireincisivamente nella pastoralefamiliare.

La gioia di accogliere i figli:convegno regionale di pastorale familiare

aschio e femmina li creò... la gioia di accogliere i figli». È questo il tema dell’incontro che si svolge questosabato, 24 gennaio, allo Spazio Reale di San Donnino (Campi Bisenzio). A partire dalle 9, relazioni e

testimonianze fino alle 16.30, quando il cardinale Giuseppe Betori presiede la Messa conclusiva.L’incontro, promosso dalla commissione regionale per la famiglia della Conferenza episcopale toscana incollaborazione con MOB Toscana e Associazione nazionale delle famiglie numerose, è rivolto agli sposi e asacerdoti, religiosi e religiose che accompagnano le famiglie.Dopo il benvenuto dei delegati CET per la pastorale della famiglia – Giulio e Angela Borgia – e del direttoredell’Ufficio nazionale per la pastorale familiare della Cei, don Paolo Gentili, l’intervento di mons. GilfredoMarengo, ordinario di antropologia teologica al Pontificio istituto Giovanni Paolo II, su come «Generare l’amore».Nel pomeriggio Marina Casini – aggregato di Bioetica all’università romana del Sacro Cuore – sulle «Nuove formedi procreazione» e Maria Pia Polidori Ambrosini, membro della Confederazione italiana dei centri per laregolazione della fertilità, su «I metodi naturali: le ragioni di una scelta». Renzo Puccetti, docente di bioetica allaPontificia Università Regina Apostolorum e al Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio efamiglia, concluderà la serie di interventi parlando di «Mentalità anticoncezionale», prima di dar spazio al dibattitodei partecipanti e alla conclusione del delegato CET per la pastorale familiare, il vescovo di Fiesole Mario Meini.

«Nuove tensioni nel matrimonio civile»,a Firenze il convegno dei giuristi cattolici

uove tensioni nel matrimonio civile» è il tema del convegno internazionale di studio che si tiene a Firenzevenerdì 23 gennaio presso la Sala Gonfalone del Consiglio Regionale della Toscana (via Cavour 4).

L’apertura alle ore 10 con l’introduzione di Marco Carraresi (consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza delConsiglio regionale), il saluto del cardinale Giuseppe Betori e la prolusione di Mario Cioffi (avvocatocassazionista). Seguiranno le relazione di esperti e docenti universitari: Francesco D’Agostino (Ordinario di Filosofia del Diritto,Università di Roma «Tor Vergata»); Andrea Nicolussi (Università Cattolica di Milano); Fabio Macioce (Lumsa);Claudio Sartea (Università di Roma «Tor Vergata»); Francesco Zini (Università di Verona); Markus Krienke(Direttore della Cattedra Rosmini, Facoltà di Teologia di Lugano); mons. Markus Graulich (Sottosegretario delPontificio Consiglio per i Testi Legislativi); Carlo Casini (già Magistrato di Cassazione); Tommaso Scandroglio(Università Europea di Roma); Gabriella Gambino (docente di Bioetica, Università di Roma «Tor Vergata».«Oggi - si legge nell’invito - molti ignorano e travisano l’essenza del matrimonio, che sin dall’inizio della civiltà èstata sempre considerata come l’unione di un uomo e una donna finalizzata alla generazione della prole. Ilmatrimonio è unione piena dei coniugi, unione fisica, spirituale e sentimentale, e dunque comunanza di vita nellasolidarietà familiare. La famiglia come istituzione sociale è solo quella in cui è possibile la trasmissione della vita.Matrimonio e famiglia, modellati nel naturale ordine oggettivo, non tollerano forzature ideologiche e artificigiuridici, pena la perdita della dignità personale che, fondata nell’essere, è più forte di ogni creazione artificiale. Leleggi della natura non cambiano, le leggi civili mutano secondo ideologie ed interessi particolari, che non possonoe non devono oscurare la verità delle cose e la verità stessa dell’uomo».Il convegno è organizzato in occasione della Festa della Toscana in collaborazione con l’Unione Giuristi CattoliciItaliani.

l cammino del Sinodo riparte ancora dalle famiglie. Sono pronti peressere distribuiti i questionari bis per conoscere, direttamente dalla

base, problemi, attese e speranze dei nuclei familiari. L’annuncio è stato dato dal cardinale Lorenzo Baldisseri, segretariogenerale dell’assemblea dei vescovi, lo scorso dicembre ad Assisi eproprio in questi giorni le Diocesi si stanno organizzando per inviarei documenti e chiedere la compilazione delle domande a parrocchie,gruppi, associazioni e singole famiglie.Anche lo scorso anno, in vista del primo appuntamento sinodale chesi è tenuto nel mese di ottobre, Papa Francesco scelse la via delquestionario per sottoporre ai vescovi le tematiche da mettere

all’ordine del giorno. Le risposte furonodecine di migliaia da ogni parte delmondo, «ma avrebbero potuto esseremolte di più - ammette don HelmutSzeliga, direttore dell’Ufficio dipastorale familiare della Diocesi diPrato - le nostre realtà locali hannotanto da dire ed è bene che questa voltasi facciano trovare pronte per la nuovaconsultazione». Il sacerdote ci spiega i contenuti delquestionario bis. «Ha due

caratteristiche, la prima è una richiesta, si vuole sapere in quale modole Diocesi, ma anche le singole parrocchie, hanno recepito larelazione finale del Sinodo straordinario; poi si chiedel’approfondimento delle questioni affrontate dai padri sinodali, insostanza si vuole conoscere il nostro punto di vista». Dunque i«Lineamenta» sinodali vengono presentati sotto forma di 46domande aperte. «Questo conferma l’assoluta novità dello stileFrancesco - sottolinea don Szeliga - che intende per davvero andareoltre le aule. Il Papa ci dà fiducia e non ha paura di ascoltare la voce ditutti, creando così un vero clima di condivisione fraterna». Lo stessoche dovrà animare le discussioni nelle comunità parrocchiali e nelleassociazioni nella scrittura delle risposte. Altro aspetto indicato nelquestionario è che la compilazione dovrà essere comunitaria, proprioperché la volontà è quella di suscitare dibattito all’interno delle realtàlocali, rendendole protagoniste di questo percorso. «A noi sacerdotidiocesani viene chiesto di seminare il confronto - aggiunge ilsacerdote - toccherà ai Vescovi raccoglierne i frutti».Don Helmut sa bene che l’esito del Sinodo suscita molta attesa, siadentro che fuori la Chiesa. «Non dobbiamo mai dimenticare diriporre fiducia nella forza dello Spirito Santo, nella sua creatività»,risponde, senza nascondere che al giorno di oggi la famiglia si trova avivere situazioni difficili e che ai sacerdoti viene chiesto di curare leferite e non solo di giudicare. A Prato, come in altre Diocesi toscane,da tempo si portano avanti percorsi dedicati a coppie separate,divorziate e risposate. «Ci sono due urgenze - afferma don Szeliga - laprima è la vicinanza della comunità ecclesiale a queste personesecondo lo stile della cultura dell’incontro che devecontraddistinguere la nostra pastorale, ed è quanto ci chiedel’Evangelii Gaudium, la seconda riguarda le modalità, vannorinnovati molti strumenti del nostro agire». Il sacerdote pensa adesempio ai corsi in preparazione al matrimonio, che a Prato dalloscorso anno non sono più a accentrati a livello diocesano ma sono«sparsi» nelle parrocchie e nelle zone pastorali. «Questa scelta serve adare responsabilità alle singole comunità, che si devono sentire indovere di accompagnare le coppie, che alle spalle hanno cammini eprovenienze diverse, verso il sacramento», conclude don Szeliga.

Giacomo Cocchi

I

Una nuova consultazionetra le Chiese locali:il questionario in vistadel Sinodo di ottobre

Ministero dello Sviluppo Economico MISE: Regime di aiuto finalizzato a promuovere la nascita elo sviluppo di società cooperative di piccola e mediadimensione Area: Attività produttive, start up. Beneficiari: società cooperative. Iniziative ammissibili: nascita di società cooperativecostituite, in misura prevalente, da lavoratoriprovenienti da aziende in crisi, di società cooperativesociali e di società cooperative che gestiscono aziendeconfiscate alla criminalità organizzata (sull'interoterritorio nazionale); sviluppo o ristrutturazione disocietà cooperative esistenti (nelle Regioni delMezzogiorno) .Agevolazione: finanziamenti a tasso agevolato. Scadenza: in corso di pubblicazione.

Fon.Ter.: Avviso n. 10/14 "Progetti formativiaziendali, interaziendali, territoriali, settoriali" Area: Formazione. I Fondi Paritetici Interprofessionali finanziano pianiformativi aziendali, settoriali e territoriali, che leimprese in forma singola o associata decideranno direalizzare per i propri dipendenti. I fondi vengonoalimentati dal versamento volontario e gratuito pari allo0,30% dell'importo lordo della busta paga di ognidipendente. L'adesione ad un fondo interprofessionaleè volontaria e ogni azienda può scegliereautonomamente il Fondo a cui aderire. In Italia esistono18 fondi interprofessionali.Beneficiari: Le aziende aderenti al fondointerprofessionale Fon.Ter. possono presentare progettidi formazione aziendale. Iniziative ammissibili: progetti Formativi aziendali,interaziendali, territoriali, settoriali, concordati esottoscritti dalle Parti Sociali costituenti Fon.Ter.,finalizzati allo sviluppo professionale deilavoratori/trici. Risorse: euro 5.115.156,18. Scadenza: 31/01/2015; 09/02/2015.

CARTE RICARICABILI ILA (Individual LearningAccount) per corsi di formazione per MILITARI Con determina dirigenziale n. 100 del 09/12/2014 è statoapprovato l'AVVISO PER IL FINANZIAMENTO DI "CARTERICARICABILI ILA" PER ATTIVITA' DI FORMAZIONE PERMILITARI VOLONTARI CONGEDANDI IN FERMA BREVE OIN FERMA PREFISSATA con scadenza 30/01/2015. Talirisorse saranno finanziate tramite lo strumento dellaCarta ILA - Individual Learning Account. La Carta ILApuò raggiungere un ammontare massimo di euro2.500,00 spendibili per i costi di iscrizione ai percorsiformativi e per il materiale didattico. I costi per ilmateriale didattico non possono superare il 10% delcosto totale dell'intervento. Sono escluse le spese dinatura diversa (spese di trasporto, vitto, alloggio, etc). Icosti di iscrizione eccedenti il massimale saranno acarico dei destinatari.

Via libera dell’UE al FSE della Regione Toscana2014/2020.La Commissione europea il 17 dicembre 2015 ha dato ilvia libera al Programma 2014-2020 del Fondo socialeeuropeo presentato dalla Regione Toscana che prevederisorse per 732 milioni in sette anni che serviranno afinanziare le politiche per l’occupazione, la formazionedelle imprese, l’educazione dei cittadini e la coesionesociale. I primi bandi sono previsti per la fine di marzodel 2015.

Por Creo 2014-2020, contributi per l’efficientamentoenergetico degli immobili e dei processi produttivi:fino al 40% di contributi a fondo perduto.Il bando rimane aperto fino al 14 marzo 2015. Vengonofinanziati interventi finalizzati alla riduzione deiconsumi energetici delle imprese. L’investimentominimo deve essere superiore ad € 20.000,00 ed ilcontributo massimo staziabile è di € 200.000,00 nelrispetto della regola del "de minimis" (ogni impresa nonpuò ricevere più di 200mila euro di contributi in untriennio).

FURP Fondo Unico Rotativo Prestiti: prestiti a tasso zeroper le imprese toscane.L’iniziativa gestita da Toscanamuovewww.toscanamuove.it si rivolge alle imprese toscaneche hanno progetti di investimento (immobili,macchinari, impiantistica) da un minimo di 42mila eurofino ad un massimo di 1 milione di euro alle quali laRegione Toscana riconosce un prestito a tasso zero delladurata di 5 anni (contributi fino a 300mila euro) o 8 anniper contributi superiori a 300mila euro) a copertura del60% dei costi sostenuti. La percentuale di copertura èelevata al 70% per progetti presentati da impresegiovanili (maggioranza dei soci under 40) o femminili.Non sono ammessi programmi di investimento fatti conil ricorso al leasing.Per la presentazione dei progetti sono previstescadenze trimestrali (31/172014 - 31/03/2015 -30/06/2015 etc…), i tempi di risposta sono di circa 3mesi dalla data di scadenza del bando.

Fondo di Garanzia: garanzie a costi zero per le impresetoscane.La Regione Toscana attraverso il Bando Fondo diGaranzia mette a disposizione delle imprese unagaranzia a costo zero. In questo caso è ammesso illeasing e l’importo massimo garantito per singolofinanziamento deve essere non superiore a €2.000.000,00. I finanziamenti devono avere una duratanon inferiore a 60 mesi e non superiore a 120 mesi. Lascadenza per presentare queste richieste diagevolazione è il 31/03/2015, i tempi di risposta sono dicirca 3 mesi da tale data.

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TOSCANA OGGI25 gennaio 2015VIII