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In tanti hanno rappresentato o paragonato la nostra vita ad un cammino; ad un viaggio. Ci sono un inizio e una fine; incidenti e belle sorprese; incontri e scomparse; solitudini e compagnie… scomodando il poeta Antonio Machado: “non c’è via, la via si fa con l’andare”. Anche quest’anno si ritorna a Santiago, stavolta siamo solo io e Padre Dario; caro amico, uomo di fede e ottimo compagno di avventura. Decidiamo di percorrere un nuovo cammino recentemente scoperto su internet. Si chiama Camino Torres”. Deve il suo nome a Diego De Torres Villarroel, cattedratico di matematica dell’Università di Salamanca, il quale in un suo libro del 1737 parla della “Peregrinación al Glorioso Apóstol Santiago de Galicia” e racconta del suo pellegrinaggio attraverso i cammini antichi della Cañada Real de Extremadura, della Vía Romana XIX (strada romana voluta dall’Imperatore Antonino) e del Camino Portugués fino a Santiago de Compostela. Poi concretamente il “camino Torres” è lungo quasi 600 km, con una serie di dislivelli pari a 10.000 m. complessivi. C’è però un’altra figura che durante il cammino scopriamo essere passata per queste stesse strade esattamente 800 anni fa. È San Francesco d’Assisi. Secondo il libro dei “Fioretti” Francesco nel 1214 sarebbe stato pellegrino sulla tomba dell’Apostolo Giacomo e da qui è probabile abbia raggiunto Lisbona forse mosso dal desiderio missionario di annunciare il Vangelo in Marocco. Non abbiamo conferme storiografiche del suo pellegrinaggio. È certo che in più città (Salamanca, Ciudad Rodrigo, Almeida, Trancoso, Lamego, Amarante, Guimarães, Braga, Tui) abbiamo trovato segni di devozione al poverello di Assisi, come a dire che a testimoniarne l’effettivo passaggio è proprio il segno lasciato nel cuore dei credenti e nelle opere degli artisti. È importante sapere sulle orme di chi si sta camminando. E in questo senso, tornando ai nostri due compagni di cammino, dobbiamo riconoscere il valore storico-culturale di questo itinerario, soprattutto per le città bellissime che unisce, alcune elette a patrimonio dell’umanità, ma anche per la sua pregnanza spirituale e di fede legata alla presenza di santi come Francesco e lo stesso Giacomo Apostolo. Se ufficialmente si chiama “Camino Torres”, potrebbe anche definirsi la “via compostelliana di S. Francesco di Assisi”. Per ora non esiste una guida in italiano. C’è solo il sito ufficiale, con una descrizione precisa ma sintetica, una serie di foto significative, le mappe difficili da stampare e la preziosa traccia per il gps. Quindi, senza nulla togliere al sito ufficiale, le note e le foto inserite in questo articolo, vogliono essere un po’ guida e un po’ diario di un’esperienza intensa che merita essere conosciuta, perché anche questo cammino venga inserito nei percorsi ufficiali della tradizione compostelliana e possa arricchirsi di un maggior numero di albergue e punti di appoggio per pellegrini, soprattutto nella parte che precede l’ingresso nel cammino portoghese. 16 giugno prologo: Venezia-Salamanca Arriviamo nel primo pomeriggio, in bus da Madrid e approfittiamo delle ore a disposizione per una rapida visita alla città e soprattutto alle sue due meravigliose cattedrali. La città è splendida e merita senz’altro una visita. Per la notte abbiamo approfittato della ottima accoglienza riservataci presso il convento dei Cappuccini, confratelli del mio compagno di viaggio, custodi dei resti della primitiva chiesa francescana e testimoni che la di Fabrizio Franzoi 10

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In tanti hanno rappresentato o paragonato lanostra vita ad un cammino; ad un viaggio. Ci sono un inizio e una fine; incidenti e bellesorprese; incontri e scomparse; solitudini ecompagnie… scomodando il poeta AntonioMachado: “non c’è via, la via si fa con l’andare”.

Anche quest’anno si ritorna a Santiago, stavoltasiamo solo io e Padre Dario; caro amico, uomodi fede e ottimo compagno di avventura.Decidiamo di percorrere un nuovo camminorecentemente scoperto su internet. Si chiama“Camino Torres”. Deve il suo nome a Diego De

Torres Villarroel, cattedratico di matematicadell’Università di Salamanca, il quale in un suolibro del 1737 parla della “Peregrinación al

Glorioso Apóstol Santiago de Galicia” e raccontadel suo pellegrinaggio attraverso i camminiantichi della Cañada Real de Extremadura, dellaVía Romana XIX (strada romana volutadall’Imperatore Antonino) e del Camino

Portugués fino a Santiago de Compostela.

Poi concretamente il “camino Torres” è lungoquasi 600 km, con una serie di dislivelli pari a10.000 m. complessivi.

C’è però un’altra figura che durante il camminoscopriamo essere passata per queste stessestrade esattamente 800 anni fa. È San Francescod’Assisi. Secondo il libro dei “Fioretti” Francesconel 1214 sarebbe stato pellegrino sulla tombadell’Apostolo Giacomo e da qui è probabileabbia raggiunto Lisbona forse mosso daldesiderio missionario di annunciare il Vangelo inMarocco.

Non abbiamo conferme storiografiche del suopellegrinaggio. È certo che in più città(Salamanca, Ciudad Rodrigo, Almeida, Trancoso,

Lamego, Amarante, Guimarães, Braga, Tui)abbiamo trovato segni di devozione al poverellodi Assisi, come a dire che a testimoniarne

l’effettivo passaggio è proprio il segno lasciatonel cuore dei credenti e nelle opere degli artisti.

È importante sapere sulle orme di chi si stacamminando. E in questo senso, tornando ainostri due compagni di cammino, dobbiamoriconoscere il valore storico-culturale di questoitinerario, soprattutto per le città bellissime cheunisce, alcune elette a patrimonio dell’umanità,ma anche per la sua pregnanza spirituale e difede legata alla presenza di santi comeFrancesco e lo stesso Giacomo Apostolo. Se ufficialmente si chiama “Camino Torres”,potrebbe anche definirsi la “via compostellianadi S. Francesco di Assisi”.

Per ora non esiste una guida in italiano. C’è solo il sito ufficiale, con una descrizioneprecisa ma sintetica, una serie di fotosignificative, le mappe difficili da stampare e lapreziosa traccia per il gps. Quindi, senza nullatogliere al sito ufficiale, le note e le foto inseritein questo articolo, vogliono essere un po’ guidae un po’ diario di un’esperienza intensa chemerita essere conosciuta, perché anche questocammino venga inserito nei percorsi ufficialidella tradizione compostelliana e possaarricchirsi di un maggior numero di albergue epunti di appoggio per pellegrini, soprattuttonella parte che precede l’ingresso nel camminoportoghese.

16 giugno prologo: Venezia-Salamanca Arriviamonel primo pomeriggio, in bus da Madrid eapprofittiamo delle ore a disposizione per unarapida visita alla città e soprattutto alle sue duemeravigliose cattedrali. La città è splendida emerita senz’altro una visita. Per la notte abbiamoapprofittato della ottima accoglienza riservatacipresso il convento dei Cappuccini, confratelli delmio compagno di viaggio, custodi dei resti dellaprimitiva chiesa francescana e testimoni che la

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presenza di S. Francesco è ancora viva. In cittàesiste comunque un albergue per pellegrini.

1° Tappa: Salamanca- Robliza de Cojos

33 km. (+300 m. -250 m.)

Alle prime luci percorriamo le strette vie delcentro passando accanto alla Cattedrale. Non si incontra nessuno, qualche raraautovettura disturba il silenzio. Attraversiamo ilPonte Romano sul Rio Tormes e proseguiamoseguendo qualche rara freccia che ci da la giustadirezione. Oltrepassiamo l’antica chiesa dedicataalla SS Trinità e poco oltre ad una rotondaimbocchiamo a sinistra la strada in direzioneRecinto Ferial. Due passanti ci fermanopreoccupati per informarci che stiamo andandonella direzione sbagliata. Credono che stiamopercorrendo la Via de la Plata che a Salamanca

transita proveniente da Siviglia. Chiarita lasituazione proseguiamo uscendo lentamentedalla città. Siamo su asfalto ma per strade pocotrafficate. Alle nostre spalle la sagoma dellaCattedrale domina la città. Il cielo è terso e ilsole appena sorto crea lunghe ombre sulterreno. Passiamo sotto un cavalcavia edimbocchiamo una sterrata che per qualchechilometro corre parallela alla vicina strada

asfaltata. Arriviamo ad un incrocio dove,seguendo sempre le indicazioni per Recinto

Ferial, abbandoniamo la sterrata per proseguirein leggera salita su asfalto. Seguendo leindicazioni per Ciudad Rodrigo oltrepassiamo, asinistra un piccolo parco giochi con dellepanchine. Poche centinaia di metri dopo, incorrispondenza ad una grande rotonda, lefrecce ci portano su una sterrata che correparallela alla strada a sinistra e alla ferrovia adestra. Si procede abbastanza lungamentedestreggiandosi a volte fra la alte erbe chericoprono la strada ormai trasformata insentiero. Poi ancora un tratto su asfalto,passando nuovamente sotto un cavalcavia edinfine, dopo circa 1,5 km, una freccia gialla sulretro di un cartello stradale ci porta a sinistra indirezione Rodillo. Oltrepassata l’autostrada,appena al termine del cavalcavia, si volta adestra, seguendo sempre le indicazioni versoRodillo, e si inizia la parte più selvaggia esolitaria del nostro cammino: la Cañada Real de

Extremadura, un grande altopiano a 700/800 m.di altitudine dove a perdita d’occhio ci sonosolo pascoli, campi di frumento e querce. Da qui ci attendono circa 20 km. di camminosu questa inconfondibile strada sterrata che

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Sulla sterrata che fiancheggia la ferrovia.

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corre rettilinea fra campi di frumento e quercesecolari. Non ci sono abitazioni; l’aria tersaconsente all’occhio si spingersi sempre piùaddentro ad un paesaggio sempre uguale mamai monotono o noioso. Non ci sonoindicazioni né alcuno cui chiedere informazioni.Per ora ci si addentra nella natura nella piùcompleta solitudine. Solo tre piccole fattorie(Rodillo, Carnero, El Tejado) interromponol’orizzonte. Poi, in lontananza, appare la sagomadi un grande silos che farà da riferimento alnostro incedere. Al termine della sterrata, conuna breve salita, intersechiamo una stradaasfaltata che dobbiamo seguire a destra,oltrepassando il silos, fino a giungere infine alpaese di Robliza de Cojos. E’ un piccolo esonnacchioso centro, poco più di 100 abitanti,circondato dai campi coltivati. L’unico bar delpaese, situato accanto alla piscine, all’ingressodell’abitato, è sfortunatamente chiuso per turnosettimanale. Già pregustavamo una sontuosacerveza ghiacciata: lo scoramento è totale.Vaghiamo a lungo alla ricerca dell’albergue e diqualche abitante che ci indichi l’abitazionedell’alcalde al quale chiedere le chiavi. Trovateinfine le informazioni ci rechiamo alla suaabitazione; suonato il campanello mi apre unasorridente signora alla quale con il mio “fluente”spagnolo faccio alcune domande. Lo suosguardo sorpreso mi fa intuire la necessità di un

approfondimentonello studio dellalingua… perfortuna intervienela figlia con laquale, in inglese,riesco a capire cheil padre sarebberientrato dopocirca 3 ore, finito illavoro. Nel frattempo cisuggeriscono diproseguire lungo lastrada dalla qualeeravamo arrivatifino a trovaredopo circa 1 km.una stazione diservizio con bar e

ristorante. Senza altra alternativa ci dirigiamoverso questa meta dove finalmente riusciamo aplacare la nostra sete. Giunta l’ora ritorniamo alpaese dove finalmente riusciamo a incontrarel’alcalde; il gentile sig. Emiliano Rivas. Ci informache l’albergue è momentaneamente chiuso eche può solo offrici ospitalità presso le scuolecomunali senza letti né docce. Non avendoalternativa accettiamo e ci sciacquiamo esistemiamo per la serata. Poi nuova passeggiatafino alla stazione di servizio per la cena ed infinein giusto riposo…duramente meritato.

2° Tappa: Robliza de Cojos-San Munoz

21 km. (+150 -200 m.)

Ci svegliamo all’alba un po’ anchilosati dal sonnosui nostri sottili materassini e senza colazionepartiamo ripercorrendo al contrario la stradaasfaltata sulla quale eravamo transitati il giornoprecedente. Oggi la tappa è più corta edaltrettanto solitaria. Dopo circa 2,5 km. siabbandona l’asfalto per dirigersi a destra indirezione Cojos de Robliza (gli abitanti della zonanon dimostrano eccessiva fantasia) rientrandocosì nella Cañada Real de Extremadura. Qua e laqualche freccia rassicura sulla giustezza delcammino che, perlopiù rettilineo, si addentra neicoltivi. Un cancello ci sbarra la strada e unmandriano che passa in quel momento conalcuni tori ci suggerisce di scavalcarlo e di

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Sulla Canada Real.

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Panorami dalla Canada.

Scendendo verso San Munoz.

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percorrere il tratto successivo velocemente estando attenti qualora avvistassimo tori incircolazione. “Voliamo” sui successivi chilometrifino a giungere al piccolissimo centro abitato diCojos de Robliza che concretamente consiste inuna grande fattoria al centro della quale sorgeuna cappella; un nido di cicogna avvolge lacuspide del campanile. Poco oltre bisognavoltare a destra scavalcando un altro cancello e,proseguendo per tracce nell’erba fra duerecinzioni distanti fra loro circa 75 m., sioltrepassa un torrente, Rio Arganza,

normalmente in secca ma che in caso di fortiprecipitazioni può risultare di difficile guado. Nelmezzo di questa pista delimitata dalle recinzionitroviamo il primo mojone che incrociamo sulnostro cammino. Per fortuna non riporta i km.,probabilmente per non scoraggiare i pellegrini...Dopo qualche chilometro incrociamo unastrada che bisogna oltrepassare valicando subitodopo una recinzione: qui andiamo a sinistraparalleli alla sterrata fino a trovare su di un palodella recinzione una piccola freccia che ciindirizza verso destra facendoci inoltrare fra

querce e campi, alcuni coltivati altri a maggese.La carrareccia è sempre ben definita e senzaproblemi di orientamento. L’isolamento ècompleto: non si incontrano case o persone inun silenzio rotto solo dallo stormire delle fogliea causa di una lieve brezza. In alcuni tratti lastrada è ridotta a traccia nell’erba. Si oltrepassauna strada asfaltata in corrispondenza ad ungrande cartello che illustra la vastità dellaCañada Real de Extremadura indicando pure ilpunto esatto dove ci troviamo. Sempre susedime brecciato, in corrispondenza ad unaazienda agricola, si prende la strada che mena asinistra proseguendo, in leggera salita, fra campidi frumento e vecchi edifici agricoli abbandonati.Ora la strada inizia a scendere; sia ormai neipressi del paese di San Munoz che si vede peròsolo all’ultimo momento. L’albergue è situatonell’antica Casa del Medico lungo la stradaprincipale (donativo). E’ stato da pocorisistemato. L’hospitaleiro si chiama Tomas

Gonzales (tel. +34.923.448044) e abita vicino aidue bar del paese. L’albergue, dotato di circa7/8 posti letto, lo troviamo momentaneamente

14 In compagnia di Bienvenido.

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occupato da un simpatico novantenne, il sig.Bienvenido, cui era bruciata la casarecentemente.

3° Tappa: San Munoz-Alba de Yeltes

25 km. (+325 -300 m)

Come da abitudine al sorgere del sole siamo in

cammino. Ritorniamo all’ingresso del paese,restituiamo le chiavi all’hospitalero eproseguiamo in direzione Boadilla attraversandoil ponte sul fiume Huebra. Siamo sull’asfalto manon c’è traffico; di fronte a noi il nastro d’asfaltosembra portare all’infinito. Dopo 4 km. circa lafrecce gialle ci deviano a sinistra facendocirientrare nuovamente nella Cañada Real de

Extremadura. Si prosegue fra le querce fino adincrociare una strada asfaltata che oltrepassiamoper poi discendere verso la vallata sottostante.Di fronte a noi si apre un meravigliosopanorama. A fondovalle attraversiamo fra alteerbe il corso del Rio Cabrillas fortunatamenteasciutto. In caso di precipitazioni questo guadofra erbe e tratti fangosi potrebbe risultaredifficoltoso. Continuiamo il cammino in una

zona più selvaggia fino a scendere al guado delRio Fresneda. Qui c’è ancora presenza d’acqua;riusciamo a stento ad attraversare, risalendoverso destra, senza doverci togliere le scarpe.Anche in questo caso, nel caso di pioggepotrebbero sorgere problemi sul guado. Da quiper una decina di chilometri percorriamo un

ambiente selvaggio e solitario con leggerisaliscendi. Qualche gregge di pecore e capre ciguarda incuriosito. Si giunge infine ad incrociareuna strada asfaltata che bisogna attraversareandando dritti. Un cartello ci indica la nostraesatta posizione sulla Cañada Real de

Extremadura. Continuiamo a seguire la nostracarrareccia fino ad arrivare sopra un balconenaturale oltre il quale davanti a noi si apre larigogliosa valle del Rio Yeltez. Si possono vederei tetti delle case di Alba de Yeltes, ma anche lecave di ghiaia in cui lavorano gli abitanti diquesta zona. Scendiamo da questo balcone-belvedere attraverso un sentiero di terra rossa,spaccato da una profonda voragine, per poicamminare costeggiando una recinzione tral’erba alta. Si arriva ad un cancello celeste che

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All’alba in direzione Boadilla.

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bisogna aprire e superare; oltre il cancello citroviamo nel greto del Rio Yeltes che in estate ècompletamente asciutto; anche qui vale lamedesima considerazione nel caso di fortiprecipitazioni. Da qui, prestando attenzione allefrecce, si oltrepassa il fiume, cercando con losguardo un altro cancello celeste da passareoltre. Si trova una strada sterrata che deveessere percorsa fino a sbucare su asfalto nellevicinanze di Alba de Yeltes. Entrati in paese laprima costruzione che si incontra sulla destra èla scuola che in parte è adibita ad albergue per ipellegrini. Arrivati in paese un signore in auto siferma dicendoci che avrebbe avvisatol’hospitalero del nostro arrivo. Conosciamo dopopochi minuti Jacinto Martin (tel.+34.923.485067), un simpaticissima persona, ilquale non solo ci apre l’albergue ma ci offrepure una birra al bar. La sua accoglienza ècalorosa e fraterna, così come accogliente epulito è l’albergue (donativo). Consultiamo ilregistro delle presenze e scopriamo che in 4anni sono passati una cinquantina dipellegrini…non si può dire che vi sia gran folla!

Finite la consuete operazioni di puliziapersonale e dell’abbigliamento Dario vieneinvitato ad una partita di bocce nella vicina pistaesibendosi in virtuosismi e tecniche che lascianointerdetti amici ed avversari! La sera al vicinoBar de Goyo siamo gli unici avventori: dopo deglistuzzichini composti da cotica di maiale frittasegue un menù a base di specialità della casa:orecchie di maiale in salsa di pomodoro, insalatarussa e trota ripiena di prosciutto. Sarà stata lafame o la consapevolezza che degli avanzi nonsarebbero stati apprezzati, comunquespazzoliamo ogni cosa. Ci facciamo portareanche della frutta e una bottiglia di aranciata peril giorno dopo. Spendiamo in due 20 €….

4° Tappa: Alba de Yeltes-Ciudad

Rodrigo 25 km. (+250 -375 m.)

Alle 7.00 siamo in cammino. Come leprecedenti è una bella giornata. Usciamovelocemente dal paese di Alba de Yeltes

attraversando su ponte il fiume Morasverdes finoad un incrocio dove prendiamo a destra indirezione di Bocarara. Si devono percorrere

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Panorama.

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circa 7 km. tutti su asfalto; lo facciamo senzafatica in un’ora e mezza su di una stradapraticamente deserta. All’ingresso del paese diBocarara attraversiamo il ponte sul fiumeGavilanes, oltre il quale le frecce gialle ciindicano di salire sinistra. Si attraversa il paesepassando di fronte all’Ajuntamento fino adarrivare nella zona degli impiantisportivi. Qui bisogna fareattenzione: troviamo una frecciasu un palo della luce e più avantiun’altra su un sasso nascostodall’erba che ci invita ad andareverso destra. Senza l’ausilio delgps qui avremmo sbagliato disicuro. Si passa accanto ad uncampetto da calcio e all’edificiodell’acquedotto su di una sterratain salita. Entriamo in breve in unsplendido altopiano panoramico,chiamato Cammino di Pedro Toro,impreziosito da numerose querceda sughero. Verso sinistra losguardo si estende sulla Sierra de

Francia. Per parecchi chilometri si segue lacarrareccia fra prati e querce in un ambienteche dire meraviglioso è riduttivo. Forse è uno diquei casi in cui la quieta bellezza di ciò che cicirconda ci fa intuire il significato profondo dellaparola Darshan, parola sanscrita, che rimanda adun incontro terreno con il sacro.

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In direzione della Canada de las Vacas.

Verso Ciudad Rodrigo.

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Si esce poi dal tratto boscato per entrare in unazona di pascoli recintati finchè, ad un certopunto, prendiamo la carrareccia verso destrache affianca sempre le reti delimitanti i grandipascoli e va in direzione della Cañada de las

Vacas. Si incrocia una sterrata più ampia cheseguiamo verso sinistra; appare ancora lontanasulla destra la nostra meta, Ciudad Rodrigo.

In prossimità di una fattoria le frecce giallemandano a destra per un stretto sentiero,immerso nella vegetazione, che attraversa laSierra de Peronilla. Una volta terminata la discesaincrociamo la strada d’asfalto che collega Ciudad

Rodrigo a Pedro Toro: attraversiamo la strada edentriamo in una ampia strada sterrata senzaombra. Si tratta del Vado de las Vacas, ossia lacontinuazione della Cañada de las Vacas.

Sono 6 km. da percorrere senza la minimatraccia d’ombra fino ad entrare nella partenuova della città. Si entra nella città murataattraverso la Porta del Sole che ci immette nellestradine del centro fino alla Plaza Major sullaquale si affacciano l’Ajuntamiento e numerosinegozi e locali. Vaghiamo un po’ per la bellissimacittà e scopriamo che l’albergue è chiuso perristrutturazione e ci adattiamo quindi in unapiccola camera abbastanza economica (l’HostalArcos II; C/ Campo de Toledo, 17 - Tel. +34 92348 07 49) affacciata direttamente sulla Plaza

Major. Meritano senz’altro una visita lameravigliosa cattedrale e le mura difensiveperimetrali dell’abitato.

5° Tappa: Ciudad Rodrigo-Almeida

43 km. (+650 -550 m)

Partiamo con la città ancora addormentatapercorrendo le strette vie fino ad uscire incorrispondenza della porta Santiago. Scendiamoverso il Ponte Antico chiamato anche Puente

Major sul quale attraversiamo il fiume Agueda.

Diamo un ultimo sguardo alla bella città muratache lasciamo alle nostre spalle. Dopo il ponteattraversiamo il quartiere di Arrabal del Puente

oltre il quale andiamo a destra per prenderepoco dopo un ponticello a sinistra e da questosu sottopasso passare sotto la strada nazionale.Si esce dalla città prima su una stretta stradaasfaltata, senza traffico, che procede tra rarecase e piccoli borghi poi su di una carrarecciasterrata che sale dolcemente e attraversa un

altopiano popolato da tori e rare fattorie. E’ una zona isolata e solitaria, nessun transito epaesaggio piuttosto brullo. Si attraversa unpassaggio a livello, poi attraversiamo il fiumeAzaba, affluente del fiume Agueda su un antico erobusto ponte del sec. XVII. Quando la stradainizia a scendere si intravedono le case diGallegos de Argañán verso le quali ci dirigiamo.Entriamo in paese attraversando il torrenteGallegos per un antico ponte del sec. XVIIperfettamente conservato. Arrivatiall’Ajuntamiento facciamo sosta sotto il suoportico alquanto indecisi. Abbiamo finorapercorso 17 km. e dell’albergue in paese nonne sanno nulla malgrado sulla guida sia indicato.Le informazioni avute nella vicina panaderia

riportano l’esistenza di un albergue rural adAldea de Obispo ma non si riesce a capire se siaaperto o chiuso. Non ci rimane che proseguirenella speranza di trovare un punto di appoggio

Verso Gallegos De Arganan.

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prima di Almeida, prossima tappa, distante però26 km. Entrambi speriamo di trovare lungo lavia un qualche punto dove fermarci perché ilproseguire fino ad Almeida comporterebbeoltre 40 km. di cammino. Seguiamo leindicazioni per Alameda de Gardon; lungo lastrada incrociamo una mandria di mucche: ipastori ci chiedono di metterci al sicuro oltre lamura perché ci sono delle “vacas malas”. Non ne capiamo del tutto il motivo ma persicurezza facciamo come ci dicono e quindi, conqualche acrobazia, scavalchiamo il muretto confilo spinato per metterci in salvo nel campoadiacente. Scampato il pericolo proseguiamosulla stradina asfaltata fino a giungere al paesinodi Alameda de Gardon dove non vi è nulla salvouna fontana. Proseguiamo quindi in direzione diAldea del Obispo salendo su di un altopiano daivasti orizzonti. Siamo sempre su sterrata che, adun certo punto, si affianca al letto del torrenterivera de Dos Casas che viene oltrepassato poisu di un comodo ponte in cemento. Si proseguedapprima mantenendo il torrente sulla destraper poi allontanarsene costeggiando un campodi grano dove non ci sono né tracce néindicazioni. Qui senza l’ausilio del gps sarebbestato impossibile trovare la via corretta.

Nel primo tratto di marcia.

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Usciti dal campo, dopo un breve tratto,affianchiamo nuovamente il torrente, incoincidenza con una grande quercia, bisognadecidere se proseguire per la via più breve adestra attraversando il fiume su grandi massi(freccia gialla con lettera “R”), oppure a sinistraper attraversare direttamente sul ponte (frecciagialla con lettera “P”): consigliato in caso dipioggia. Noi continuiamo andando a destra. Ed in effetti poco dopo troviamo un guado supietre nascoste dalla vegetazione che in caso dipiogge potrebbe risultare difficoltoso.Proseguiamo su sterrata fino a giungere allepoche case di Castillejo de Dos Casas dove però,salvo una fontana non troviamo bar, tiendas ealbergue. Senza fermarci ripartiamo subito indirezione di Aldea de Obispo e attraversiamoancora la Rivera de Dos Casas per risalire poifino al paese. Nelle vicinanze della chiesatroviamo un albergue rural: purtroppo al nostropassaggio ci hanno detto che era pieno; in realtàsospettiamo che non abbiamo voluto aprircelo.Per forza di cose dobbiamo puntare araggiungere direttamente Almeida, ma sono altri12 km. Ci rifocilliamo in un bar per proseguirepoi nel nostro cammino uscendo dal paese suasfalto e seguendo le indicazioni per ilPortogallo dopo un paio di km., attraversato ilfiume Turones/Tourões, attraversiamo il confine.Quasi subito troviamo il paese di Vale da Mula

alla fine del quale bisogna fare una scelta tra lastrada più diretta per Almeida tutta su asfaltooppure una carrareccia più lunga che passaperò tra i campi, la quale si prende a destrasubito dopo il cimitero. Decidiamo dipercorrere la carrareccia che, diversi km. dopo,sbuca su una strada di asfalto che verso sinistrasenza altre deviazioni conduce direttamente adAlmeida. La strada sembra interminabile e lasagoma della città sembra non avvicinarsi mai.La fatica si fa sentire e il passo si fa incerto eimpacciato. Il cammino può essere a volte ilcomplice discreto del pensiero; ma può anchein certe situazione diventarne il brutaleantagonista. Come sa bene chi ha percorsolunghe distanze per giorni interi, la fatica e losfinimento sono in grado di annichiliretotalmente il pensiero facendo regredire versole sole funzioni elementari. Dopo 40 km. ti siincrociano gli occhi, il passo si fa esitante e

pesante; quel che conta è solo la distanza che tisepara dalla meta.Finalmente, attraversata una zona residenziale,raggiungiamo le splendide ed intatte muraperimetrali della città. Chiediamo informazioniad un negoziante e a pochi minuti dalle muratroviamo il Residential Morgado, (Bairro de

S. Pedro 6350-210 Almeida - Tel. 271 574 412 -camera doppia con bagno e prima colazione: €. 35) dove passeremo la notte. Proprio difronte c’è anche il Residential Muralha, (Bairro de

S. Pedro 6350-210 Almeida - Tel. 271 571 744).Siamo ormai a sera dopo 43 km. e oltre 12 oredi cammino... per fortuna al passaggio dellafrontiera abbiamo cambiato fuso orarioriportando gli orologi indietro di 1ora.

6° Tappa: Almeida-Pinhel 22 km.

(+375 -500 m.)

Fortunatamente la tappa odierna è abbastanza

Dopo aver risalito da Rio Coa.

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corta, così cialziamo con calmae dopo esserciconcessi unabbondante“pequenoalmoço”(colazione)ritorniamo suinostri passi fino araggiungere laPorta S.Francesco,ingresso alla città.Lascio Dario fareuna rapida visitaturistica della cittàvecchia diAlmeida custoditadalla splendida

cinta muraria a forma di stella mentre io, distesosu di una panchina, risparmio le forze. Al ritornodel mio amico seguiamo la strada asfaltata chein discesa conduce in direzione del santuariodella Senhora Da Barca. Giunti all’altezza dellaQuinta da Tasqueira imbocchiamo sulla sinistrauna strada lastricata di pietre che continua ascendere tra vigneti, olivi e pascoli. Al terminedella discesa, in prossimità di un ristorante,ritorniamo sulla strada d’asfalto N340 cheprendiamo verso destra fino a scendere sul ríoCôa che attraversiamo sull’antico ponte.Oltrepassatolo saliamo per non molto sullastrada d’asfalto N340 facendo attenzione alladeviazione che ci manda verso destra, su unastrada sterrata che sale in maniera decisa fino acondurci ad un altopiano dove il paesaggiocambia notevolmente in quanto iniziano acomparire i primi grandi massi di granito dalleforme capricciose, tipici della zona dell’internodella Beria che incontreremo anche nelle tappedei prossimi giorni. Sempre su sterrata su di unponte oltrepassiamo il Ponte de Gaiteiros fino agiungere non molto dopo al paese di ValeVerde. Incrociamo una vecchietta che conducedue muli…il tempo sembra essersi fermato a100 anni fa. Seguendo le frecce usciamo dalpaese fino ad incrociare la N324 che seguiamoin salita per quasi 2 km. Bisogna porre

Ponte De Gaiteiros.

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attenzione quando a sinistra si diparte lasterrata che si dirige verso il paese di O Pereiro.Imboccatala la seguiamo in discesa fino al paese.Oggi fa caldo e il bar del paese ci offre lapossibilità di una sosta. Entrato chiedo 2 birrema ottenutele non riesco a pagarle. Ilproprietario mi dice che i pellegrini non pagano.Sinceramente commosso porto la bevandeall’esterno dal mio compagno ed ecco che lamoglie del gestore esce per offrirci 2 fette ditorta casalinga alle mele. Piccoli gesti di gentepovera che ti allargano il cuore. Percorriamo ilpiccolo paese ed, oltrepassata la fontana, perpiacevole carrareccia si continua a camminaretra maestosi massi di granito seguendo lesinuosità del paesaggio. Si vede finalmente lanostra meta, Pinhel. Entriamo in paeseattraverso il vecchio ponte che attraversa ilfiume Ribeira das Cabras; ci fermiamo aristorarci ad un bar al cui proprietariochiediamo informazioni circa il pernottamento.Trascorriamo la notte e ceniamo presso ilResidential Skylabe (Rua Silva Gouveia, 28 6400-455 Pinhel - Tel. 271 412 949 - due cameresingole con bagno comune e colazione €. 30) ilquale si trova in centro. Sulla strada principale diPinhel nuova c’è anche il Residential Falcão (Av. Carneiro de Gusmão, 25 6400-337 Pinhel -Tel. 271 413 969). Approfittiamo del tempo adisposizione partecipando alla Messa per ilCorpus Domini nella chiesa gremita di gente eseguendo l’inizio della processione.

7° Tappa: Pinhel-Trancoso 31 km.

(+700 -475 m)

Dopo un’ottima notte di riposo ci mettiamo incammino alle prime luci. Finora il tempo è statoclemente ed oggi sembra confermare la suabontà. Non vedendo nessuna freccia in centro aPinhel per trovare la nostra strada dobbiamoaffidarci al gps. Andiamo verso la parte nuovadella città per le avenidas Carneiro Gusmão eGago Coutinho fino a scendere nella zonaindustriale, dove ad una grande rotonda con alcentro un manufatto di ferro, ritroviamo lefrecce gialle che ci mandano a sinistra. Su di unponte attraversiamo il fiume Pêga che con laRibeira das Cabras circonda Pinhel rendendolaanche naturalmente una fortezza inespugnabile.Dopo l’asfalto imbocchiamo una carrareccia a

sinistra che procede prima tra profumati pinimarittimi e poi tra vigne ed orti rigogliosi, finoad incrociare una strada asfaltata che si prendea destra. Dopo poco lasciamo l’asfalto perun’altra carrareccia che sempre tra olivi, vigne eorti conduce al paese di Valbom. Vicino allachiesa facciamo tappa al caffè Zita per poiproseguire attraversando un vecchio pontesalendo poi su asfalto fino ad un incrocio dovesi tiene la destra fino a trovare sulla sinistra unacarrareccia che scende gradevolmente verso ilpaese di Póvoa d’El-Rei (fare attenzione a nonperdere le frecce gialle). A Póvoa d’El-Rei,paesetto di 50 anime, privo di servizi, ci aspettaJosé Carlos, un caro amico di Porto conosciutonel 2013 durante il Camino Primitivo. Ci raggiunge qui in auto per camminare con noinel corso di questa giornata. Ha portato con sedei dolcetti alla crema (pastel del nata) con iquali riprendiamo energia. Con lui ad attenderci

L’incontro con Josè Carlos e Mario.

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il sig. Mario,abitante nelpaese e personasquisita. Ora intre scendiamoverso la valle deltorrenteMassueime sullesponde delquale cresce unavegetazionerigogliosa. La cosa più bellaè l’ennesimoponte romanoche attraversa iltorrente. Oltre il pontecamminiamo afianco del

torrente su un sentiero coperto dall’erba alta,con scarsi riferimenti segnaletici, per iniziare,dopo 1 km, a risalire verso destra unacarrareccia prima accidentata, poi più evidente,in un ambiente selvaggio, con rare e incertefrecce gialle. Qui il gps risulta fondamentale.

Immerso nelle felci mi ritrovo a pensare che isentieri sono le consuetudini di un passaggio.Sono atti di creazione consensuale. E’ impossibile realizzare un sentiero da soli. In mancanza di manutenzione collettiva e diimpiego sociale i sentieri, i cammini spariscono omeglio si mimetizzano: sommersi dallavegetazione, oppure arati o coltivati o magariinterrotti da costruzioni o barriere. Come icanali marini vanno sistematicamente dragati:così i sentieri vanno camminati. E’ molto difficileche gli antichi sentieri scompaiano del tutto, ameno che non se li mangi il mare o li ricopral’asfalto… riescono a sopravvivere comeriferimenti territoriali appena percepibili, mainconfondibili per coloro che sanno cosa e doveguardare. Una precisa sequenza di sentieri,viottoli e strade che attraversano la campagna eper lunghi tratti coincidono a confini fondiarisono un indizio della presenza di una via antica.

Dopo aver incrociato una strada d’asfalto la

Nel mezzo della vegetazione del Rio Massueime.

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attraversiamo continuando a camminare verso ilborgo di Ameal (poche case) dopo il quale sisale sulle pietre di una antica carrareccia fino adarrivare ad una sorta di belvedere naturale dalquale possiamo vedere in lontananza il castellodi Trancoso. Da qui si inizia scendereprogressivamente attraverso una vegetazioneselvaggia fino al borgo di Falachos cheattraversiamo per passare poco dopo sottol’autostrada (IP2: itinerario principal 2) e iniziarel’ascesa su un sentiero ormai totalmentericoperto dalla vegetazione. Torniamo sull’asfaltoe passiamo per il paese di São Martinho 2 km.dopo il quale troviamo una carrareccia in sassosulla sinistra che sale direttamente versoTrancoso. Qualche goccia di pioggia ciaccompagna su quest’ultima salita. Il piccoloborgo è splendido e una passeggiata sulle murarende ancora più interessante la visita. Passiamola notte presso il Residential Dom. Dinis (Av Republica, 10 6420-146 Trancoso - Tel. 271 811 525 - http://domdinis.net - stanzatripla con bagno e prima colazione: €. 39)situato poco fuori della cinta di mura.

8° Tappa: Trancoso-Sernacelhe 28 km.

(+500 -600 m)

Ci mettiamo in marcia dopo una abbondantecolazione e i calorosi saluti a Josè che dopoaver condiviso la nottata con noi rientra arecuperare la macchina lasciata il giornoprecedente a Póvoa d’El-Rei. Una cappa di nubioscura il cielo; non sembra essere una bellagiornata. all’esterno del residencial ci dirigiamo adestra in discesa su strada asfaltata che in brevesi trasforma in una carrareccia che si inoltra inun ambiente selvaggio dove fanno bella mostraenormi massi di granito composti nelle formepiù fantasiose. Scendiamo in direzione del paese di Sintrão cheintravvediamo da lontano nella vale del torrenteRibeira do Vale Azedo. A Sintrão ritroviamo l’asfalto e poco dopo lefrecce ci mandano verso destra su strada digranito per farci rimontare una impegnativasalita tra pini marittimi. Siamo nella Mata daCaldeira ed il cielo è sempre più fosco. Infattinel mezzo della “mata” ci sorprende un violentotemporale. Temiamo a causa dei fulmini perchéessendo piuttosto alti e su terreno scoperto si

percepisce che cadono nei nostri paraggi.Arrivati al culmine attraversiamo una stradasterrata e proseguiamo su terreno pianeggiantecaratterizzato da massi granitici e arbusti. La vegetazione rigogliosa ha, in alcuni tratti,

Sotto la pioggia nella Mata da Caldeira.

Salendo verso la Mata.

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completamente ricoperto il sentierorendendone la percorrenza difficile. Le freccegialle latitano e ci affidiamo completamente algps. Poi il varco fra la vegetazione si allargariprendendo le sembianze di una sterrata che

percorriamo in discesaverso il paese di VillaNovinha. Non si entra inpaese, perché si gira asinistra fino a trovare nonmolto oltre il torrenteRibeira de Rio de Mel cheattraversiamo per unostretto e caratteristicoponte di pietra.Camminiamo sull’asfaltoparalleli al limitare di unbosco di pini marittimi daiquali pendono dei sacchettidi plastica per raccogliernela resina fino ad un incrociodove seguiamo la direzioneper Lamego. Poco dopo lefrecce ci mandano a sinistrasu una carrareccia cheattraversa un boschetto allafine della quale troviamonei pressi del borgo di

Benvende un capitello dedicato alla Madonna incui i pellegrini di passaggio lasciano come exvoto piccoli ramoscelli che richiamano le formedei piedi e delle gambe per assicurarsi un buoncammino. Proseguiamo su strada in granito verso il borgoed attraversatolo proseguiamo verso il borgo diPeroferreiro, dove ci sorprende il secondonubifragio della giornata. Troviamo un rifugio difortuna sotto una tettoia proprio di fronte dallacappella di Santo Antão. Siamo bagnati fradici eattendiamo che l’intensità della pioggiadiminuisca. Dopo questa pausa forzatacontinuiamo il nostro cammino fino ad unincrocio dove andiamo a sinistra in direzione diLezírias, attraversiamo su di un ponte il RioTavora e saliamo verso il paese. Qui prendiamo a destra verso un bosco in cuigli alberi sono ancora anneriti da un recenteincendio. Scendendo dal bosco avvistiamo leprima case del paese Ponte do Abade che vienein breve raggiunto. Appena oltre il ponte, sulla sinistra si trova lastrada sterrata che conduce a Sernancelhe, maanche un bar nel quale si può trovare qualcosada mangiare e la possibilità di passarvi la notte.Noi proseguiamo, su di una carrareccia che saledecisamente.

Lungo il Cammino.

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Fortunatamente ha cessato di piovere e il cielosi sta aprendo. Cessata la salita entriamo in unmeraviglioso bosco di castagni cheattraversiamo lungamente in falsopiano, su diuna strada lastricata, fino ad avvistare Vila deSernancelhe detta anche “Terra da castanha”.Entriamo in paese e ci dirigiamo subito daiBomberos a chiedere ospitalità (Largo GabrielLopes Azevedo 3640-220 Sernancelhe - Email:[email protected]). Speriamo nel lorobuon cuore per trovare un giaciglio per la notte.Per fortuna, con grande disponibilità, ciammettono nella loro sede e ci assegnano unastanza con bagni e docce nelle immediatevicinanze. Dopo le abluzioni di rito andiamo inpaese per fare un po’ di spesa per giorno dopoe per cercare un luogo dove cenare. Chiediamoinformazioni a un fruttivendolo e in pochiminuti ci ritroviamo su di una macchina che ilproprietario di un ristorante, su chiamatadell’esercente, aveva inviato a prenderci. Finora, in questa parte interna del Portogalloabbiamo sempre trovato persone squisite edisponibili. Ceniamo presso il bar Floraabbondantemente e al prezzo di 10 € a testa.

9° Tappa: Sernacelhe-Moimenta

da Beira 19 km. (+375 -475 m)

Presso la nuovissima sede dei Bombeiros diSernancelhe abbiamo riposato veramente bene.Ritemprati nelle forze ripartiamo per il nostrocammino. Lasciamo un donativo e ciincamminiamo poco dopo l’alba. Già subito allarotonda, presso i Bombeiros, troviamo le frecceche ci dirigono verso la parte vecchia dellacittadina. Nei paraggi della sede della GuardiaNational Republicana la strada d’asfalto inizia ascendere per trasformarsi non molto dopo inuna carrareccia che, protetta da muri a secco,attraversa vigneti, boschi di castagni e pini equalche orto. Terminata la carrareccia ritroviamola strada d’asfalto che scende da Sernancelhe eandando a destra la percorriamo finché lefrecce non ci mandano a sinistra su unacarrareccia di granito. Attraversiamo sucaratteristico ponte il Rio Tavora per giungerepoco oltre al borgo di Vila da Ponte. Lasciandocialle spalle la chiesa del paese attraversiamo ilponte sul Rio Tavora oltre il quale inizia la stradanazionale N226 che porta a Moimenta da Beira.Essa coincide con il nostro cammino ma,26

Panorama verso la Val del Rio Tavora.

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proprio perché è trafficata, cerchiamo il piùpossibile di evitarla. Un modo per evitarel’asfalto è salire da Vila do Ponte al santuariodedicato a Nossa Sinhora das Necessidades. La salita su pietra di granito è alquantoimpegnativa. Purtroppo al nostro arrivo lanebbia avvolge il colle e ci impedisce di vedereil panorama sulla sottostante valle del RioTavora. Poco dopo la foschia mattutina si diradaconcedendoci uno sguardo ai dintorni. Iniziamola discesa dalla parte opposta del colle doveincontriamo una bella fontana per sbucare poinel centro abitato di Penso. Dopo il paese, perevitare il traffico della strada nazionale, si prendeuna strada a sinistra per scendere al paese di A de Barros. Entriamo nel Concelho diMoimenta da Beira camminando a lungo a latodella strada nazionale N226. Si attraversano ipaesi di Prados de Baixo e Prados de Cima e ilborgo di Vila da Rua dove facciamo una lungasosta presso la fontana di São Pedro propriodavanti la chiesa madre di Vila da Rua. Oggi latappa è corta e quindi ci concediamo qualcheistante in più di relax. Da qui preferiamo seguirele frecce che ci mandano alla sinistra dellachiesa trovando una cappella con delleindicazioni. Si ridiscende ancora sulla stradanazionale N226 che si percorre brevementeper 300 m. perché le frecce ci mandano ora adestra su una carrareccia che prima procedenel verde tra piante e vigneti e poi entra nelborgo di Arcozelo da Torre che si attraversapassando accanto ad una grande chiesa. Si salepoi al borgo di Arcozelo da Cabo dove siprende la stradina a fianco del bar per scenderefino ad una fontana dalla quale si vede unavecchia chiesa fatiscente. Da qui la carrareccia insalita ci fa aggirare la collina per portarci acamminare tra due alti muri di sassi fino adintravvedere l’ormai vicina Moimenta da BeiraTroviamo un ottimo alloggio per la cena e lanotte al residential Pico de Meio Dia (Av. 25 deAbril, 95 3620 -307 Moimenta da Beira - Tel.254 582 381 - stanza doppia con bagno: €. 25).

10° Tappa: Moimenta da Beira-Peso

de Regua 40 km. (+1000 -1350 m)

La tappa di oggi presenta parecchiodislocamento e notevoli dislivelli. Nei nostriprogrammi diventa anche piuttosto lunga,

perché non abbiamo nessuna certezza ditrovare un albergue a Mesão Frio nella tappa didomani. Usciamo verso le 6.00 prima dell’alba,dal residencial Pico de Mejo Dia (dove abbiamodormito bene, mangiato meglio e pagatoveramente poco) e andiamo a sinistra indirezione Lamego. Alla rotonda proseguiamodritti e poco dopo le frecce ci mandano adestra su strada sterrata, sulla quale si scende alungo attraversando un suggestivo ponte dipietra tra frutteti, vigne e castagni. Arriviamo alborgo di Beira Valente e lo attraversiamopassando a fianco della piccola chiesa. Fuori dalpaese si supera il cimitero e su strada asfaltata siinizia salire per andare ad un certo punto asinistra, su una suggestiva carrareccia, protettada due muri di pietra. Arriviamo a Salzedo, unpiccolo borgo che colpisce per la bellezza dellesue cappelle; lo si oltrepassa in salita fino adincontrare la onnipresente strada nazionaleN226 che fortunatamente non dobbiamopercorrere: stiamo infatti sulla strada a destrache è molto meno trafficata. Scendiamo lungo lastrada asfaltata per circa 800 m. fino ad un

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Il ponte di Ucanha.

Il ponte del diavolo.

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brutto manufatto in cemento dove prendiamo lacarrareccia a sinistra. Scendiamo prima persterrata poi per buon sentiero immerso nelverde fino ad incrociare nuovamente la stradad’asfalto che prendiamo a destra. Poco più avantipossiamo vedere il paese di Granja Nova. Dallagrande piazza del paese, dove si trovano bar etiendas scendiamo dalla parte opposta rispetto adove siamo arrivati, verso la valle del Rio Varosa,per una strada stretta lungo la quale troviamorigogliosi ciliegi carichi di frutti. Affamati e assetatinon restiamo insensibili di fronte a tanto rigoglioe ci serviamo in abbondanza di questi deliziosipiccoli frutti. Continuiamo a scendere percomode carrarecce tra frutteti, vigne e castagni,ma anche per stretti sentieri, fino ad avvistaredall’alto il famoso ponte medioevale di Ucanhacon la sua torre fortificata. Lasciata Ucanhainiziamo un lungo tratto di strada su asfalto chesi estende tra il río Varosa e il río Balsemão che,con uno continuo saliscendi, ci porta adattraversare i paesi di Gouviães e Várzea deAbrunhais. Oltrepassata quest’ultima sulpromontorio di fronte si vede l’autostrada e ilgrande ospedale di Lamego. Bisogna peròscendere e risalire ancora. Dopo averoltrepassato per sottopasso l’autostrada e ilnuovo ospedale vediamo finalmente davanti anoi la città di Lamego. Scendiamo verso la città,oltre il Seminario Major, e prendiamo le scale adestra che portano direttamente sul ponte cheattraversa il río Balsemão. Oltre il ponte, salendoverso la città per la Rua Sr. dos Meninos, primatroviamo la cappella di Nossa Senhora dos

Meninos e poi la chiesa di NossaSenhora dos Aflitos. Arrivati in cittàandiamo verso il centro, dove lasplendida cattedrale merita una visita.Per uscire da Lamego, guidati dallefrecce, saliamo verso la parte alta dallaquale abbiamo una bella vista dellacittà fino ad un “cruzeiro” che ciintroduce in un ambiente rurale. Trarigogliosi vigneti passiamo i borghi diSouto Covo e tra sentieri in alcunipunti impervi raggiungiamo il paese diSande. Qui abbiamo qualcheproblema con le frecce. Seguiamo ilgps che ci porta in basso sotto iviadotti dell’autostrada per

attraversare il rio Varosa sul ponte romano. E’ una zona di grande bellezza, ma ancheinquietante per la sua natura selvaggia, tanto daessere chiamata la “sala di udienza del diavolo”.Dopo il ponte romano inizia la dura salita versoil paese di Valdigem. Sono veramente stancomentre Dario non sembra risentire della fatica eprocede con passo e velocità immutati. Mentrelo guardo procedere penso che assieme a luiavevo camminato più che con chiunque altro, aparte me stesso! Al paese si attraversa ancora suponte il Rio Varosa e si sale sopra il paese adestra facendo attenzione alla fine del paese disuperare la strada N313 su una panoramicapasserella aerea. Da qui inizia uno splendidoaereo percorso ai piedi del Monte Mua dalquale si dominano le valli del río Varosa, del ríoDouro e del río Corgo le cui pendici sonocoperte di interminabili vigneti; siamo infatti nellazona di produzione del Porto e qui ogniscampolo di terreno è stato sfruttato per lacoltivazione delle vigne. Dopo la Quinta deSanta Bárbara, il cammino inizia a scendere perarrivare ad attraversare la strada N313 e dopouna rotonda, attraversare il río Douro sulvecchio ponte di ferro. Per arrivare al residentialColumbano (Av. Sacadura Cabral 5050 GODIM.PRG - Tel. 254 320 710 - stanza doppia conbagno €. 45) dobbiamo attraversare tutta la cittàdi Peso de Regua, e arrivare al paese successivodi Godim. Purtroppo in questo residential iltrattamento non è dei migliori: al mattino perpura pigrizia non ci servono la colazione che ciavevano promesso la sera prima. Forse è molto

Lungo i terrazzamenti della Val del Rio Douro.

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più conveniente il residential D. Quixote (Av. Sacadura Cabral 5050 GODIM. PRG - Tel. 254 321 151) che si trova poco più avantidall’altra parte della strada. Comunque essendoPeso de Regua rinomata località turistica lepossibilità di alloggio e ristoro sono numerose.Per cenare è un locale buono ed economicoquello che si trova sulla rotonda principale diGodim.

Per chi invece volesse invece fare tappa aLamego ecco alcuni indirizzi utili: ResidencialSolar da Sé, Av Visconde Guedes Teixeira, 95100-073 LAMEGO - Tel. 254 612 060;Residencial Albergaria do Cerrado, Av Infantaria9, Lamego 5100-147 LAMEGO - Tel. 254 613164; Residencial São Paulo, Av. 5 Outubro,Lamego 5100-065 LAMEGO - Tel. 254 613 114.

11° Tappa: Peso de Regua-Carneiro

30 km. (+1100 -1000 m)

Iniziamo questa nuovo giorno di cammino conuna sorpresa: la promessa colazione non ci

viene data a causa della nostramattiniera partenza (ore 6.00). Nonè senz’altro un buon viaticopensando anche che oggi compio47 anni. Beviamo un caffè al volo nelbar alla rotonda di Godim. eseguiamo l’indicazione della frecciagialla. Percorriamo l’AvenidaSacadura Cabral finché non vediamouna strada stretta a destra che sale.La percorriamo fino ad oltrepassareil passaggio a livello. Ora il cammino

si impenna e ci porta con velocità in altomentre il panorama dietro di noi sulla valle delRio Douro si apre sempre di più. A Sergude lasalita sembra darci un po’ di tregua ma è soloun’illusione perché poco dopo a Fontelascomincia un’altra prolungata ascesa. Dopo ilborgo ci lasciamo alle spalle la valle del RioDouro e sempre procedendo circondati daterrazzamenti di vigneti e qualche frutteto, suuna tranquilla strada asfaltata, fortunatamentepoco trafficata arriviamo ai paesi di Oliveira eNostim. entrando nella valle del torrente Ribeirade Seromenha. Essendo la valle profonda eimpossibile da attraversare, la si deve percorreresolo aggirandola per attraversarla nel punto piùcomodo. Dopo il borgo di Nostim, ad unincrocio in località Moura Morta si prende lastrada d’asfalto che scende verso sinistra fino adun borgo di case dove a sinistra inizia il sentieroche scende verso il ponte Cavalar cheattraversa il torrente Ribeira de Seromenha.Oltrepassato il ponte inizia la salita al paese diMartir nel quale, appena oltrepassata la chiesa,

troviamo una provvidenziale fonte di acquafresca presso la quale facciamo sosta. Dalpaese di Martir solo 4 km. ci dividono dalpaese di Mesão Frio che raggiungiamocamminando su una strada panoramicadalle vedute mozzafiato con sempre alcentro la Vallata dei Rio Douro e irigogliosi vigneti coltivati sulle pendici dellecolline. Facciamo un’altra sosta presso lafontana Chafariz nel Largo do Cruseiro diMesão Frio approfittando per fare

Panorami lungo il Cammino.La ripida scalinata

mattutina.

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rifornimento della tienda li vicino. Passiamodavanti alla Casa dos Albergarias in centro aMesão Frio e ci informiamo sull’esistenza diqualche albergue o residential. L’unico hotel èchiuso. Forse qualche bar potrebbe assicurareuna camera per la notte oppure bisognerebberivolgersi anche qui ai Bombeiros Voluntários(Rua Santo António 5040-353 Mesão Frio - Tel. 254 892 086/222; Email:[email protected]). Decidiamocomunque di proseguire oltrepassando il centrodi Mesão Frio e scendendo verso un ponte. Al di la inizia una impegnativa salita checonduce ai centri abitati di Portela e di Graça,dove sostiamo presso una provvidenzialefontana. Poco oltre ci sono anche bar e tiendas.Continuando a salire in località Gestaco siabbandona l’asfalto e si prende a destra unastrada lastricata di porfido che sale tra pini equalche orto fino alle ultime case della localitàÁguas Mortas dove la strada diventa unacarrareccia che punta senza sconti al sommitàpiù elevata del nostro cammino: Chã das Arcas(925 m). Il panorama verso la vallata del RioDouro e Mesão Frio è magnifico. Il Chã dasArcas è un’altura priva di alberi e quindi diombra popolata nella sua sommità dagigantesche pale eoliche che sembrano salutarcial nostro passaggio. Inizia ora la discesa neipressi di un pascolo con mucche e cavallisempre in ambiente selvaggio caratterizzato dagrossi massi di granito. Si segue la sterrata indiscesa fino ad incontrare la strada nazionaleN321 che prendiamo verso destra epercorriamo per arrivare ad un grande incrociocon la strada nazionale N101 (che collegaAmarante a Mesão Frio) dove vediamo leprime indicazioni per Carneiro. Qui troviamodei venditori di meloni: la fame, il caldo e lastanchezza ci portano a comprarne uno perconsolarci un po’. In fondo è anche il miocompleanno! Dall’incrocio scendiamo per stradaasfaltata in direzione di Carneiro. Qui (16 km.prima di Amarante) immaginiamo di trovare unpaese, con la sua chiesa, la sua piazza, i suoiesercizi commerciali. Nei fatti però lungo lastrada troviamo solo un bar. Il resto del paese èsparso qua e là, in un circondario molto ampiodentro una vallata dalle difficili comunicazioni.Eppure è qui che abbiamo appuntamento con

Daniel Ribeiro, un giovane archeologo diAmarante, responsabile della Confraternita delCammino di Santiago di Amarante. Daniel èstato avvisato da Josè Carlos del nostropassaggio e come responsabile dellaConfraternita vuole farci gli onori di casa. In attesa dell’arrivo di Daniel conosciamoAnabela, segretaria della Unione della Freguesiadi Bustelo, Carneiro e Carvalho de Rei, la qualeviene a salutarci e a farci un po’ di compagnia.All’arrivo di Daniel comprendiamo il perché diquell’appuntamento in un luogo così sperdutocome Carneiro, quando avevamo il tempo e leforze per scendere fino ad Amarante. A Carneiro esiste una vecchia scuola, da tempochiusa, la quale con alcuni piccoli interventipotrebbe diventare un ottimo albergue per ipellegrini sul cammino di Santiago. Daniel volevafarcela vedere e parlarci del progetto.

Panorami lungo il Cammino.

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Da Carneiro Daniel ci porta in macchinaall’albergue di Aboadela per passare la notte.Prima però ci fa vedere la sede dellaConfraternita del Cammino di Santiago, dovepossiamo mettere il timbro nella nostracredenziale. L’albergue di Aboadela è unabellissima struttura, di recente ristrutturazione,che offre ospitalità ad escursionisti e turisti inautogestione in cambio di un donativo.Purtroppo non è situato sul cammino: ne distacirca 5/6 km. Daniel ha prenotato per noi duenotti, perché da qui ritorneremo a Carneiro ilgiorno seguente per percorrere il tratto dicammino fino ad Amarante e poi passeremo lanotte prima della tappa Amarante - Guimarães.Daniel rimane con noi per la notte. Loavvisiamo subito che io e Dario di notte citrasformiamo in Pavarotti e Carreras. Subito èincredulo. Al mattino però lo troviamo a

dormire nel divano del soggiorno anziché acondividere la nostra stanza. Mah! Per resto:camere, bagni, cucina, soggiorno… sonoveramente confortevoli e soprattutto benattrezzati. Grazie Daniel. Per l’utilizzodell’albergue di Aboadela bisogna fareriferimento all’ Associazione “Viver Canadelo eSerra do Marão”. Email: [email protected];[email protected].

Per contattare Daniel Ribeiro in qualità dicoordinatore della Confraternita del Camminodi Santiago di Amarante: Centro Rainha DonaMafalda - Apoio Peregrinos Santiago:[email protected]

Altre possibilità di alloggio in Amarante: Casa daCultura e da Juventude de Amarante, AvenidaGeneral Silveira, 193, Tel. 255 420 234;Residencial Príncipe, Largo Conselheiro AntónioCândido, Tel. 255 446 104; ResidencialRaposeira, Largo Conselheiro António Cândido,Tel. 255 432 221.

12° Tappa: Carneiro-Amarante 14 km.

(+50 -400 m)

Stamani piove a dirotto. Dopo la fatica delgiorno precedente il desiderio di restare ariposare è forte. Non abbiamo però il coraggiodi spegnere l’entusiasmo di Daniel che si stapreparando per riportarci a Carneiro dove ciaveva incontrato il giorno prima. Non essendodei “talebani” del cammino questi 14 km.mancanti non ci avrebbero certo guastato ilcammino. Comunque ci pieghiamo al destino esaliamo in macchina dirigendoci verso la

Prima della partenza con Daniel.

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superstrada. Finora avevamo notato una certa“imperizia” automobilistica del nostro autista manon ci eravamo particolarmente preoccupati. Iosono seduto sul posto anteriore mentre Darioè accomodato alle mie spalle. Nel mentre di unsorpasso Daniel riesce, in barba a tutti i principidella meccanica, a scalare dalla 5 alla 1 marciafacendo praticamente bloccare la macchina nelmezzo della superstrada..…con la codadell’occhio intravedo al margine della carreggiatauna signora in nero che brandeggia una falcementre sento come un artiglio la mano del mioamico che, alle mie spalle, stringeconvulsamente. Si odono alle spalle concerti diclacson che comunque non scompongono piùdi tanto il nostro autista che borbottandoriparte praticamente da fermo ed in breveriprende velocità. Scendiamo un po’ scossidall’auto e verso le 10 stiamo già arrancandosotto la pioggia scendendo su strada asfaltataRúa Marquês de Pombal in direzione diAmarante. Il cammino qui scende parallelo allastrada nazionale N101 per la strada chiamata“Pombalina” da Marquês de Pombal, la qualeattraversa un gran numero di piccole borgatecome Outeiro, Reboreda, Bailadouro, Corujeirase Vinhateiro. Quando la strada arriva adincrociare nuovamente la nazionale N101,all’altezza del borgo di Cavalinho, giriamo a

sinistra, lasciando lastrada e senza piùl’ausilio delle frecce,guidati dal GPS siimbocca più avanti unsentiero che tra la fittavegetazione sale nelbosco. Si saleapparentementeallontanandosi dai centriabitati della primaperiferia di Amarante inrealtà si passano alcuniborghi, in particolare sisale e si scende unaripida strada di porfido,fino al ponte cheattraversa il Rio Ovelha.Siamo oramai alle portedi Amarante. Prima peròdobbiamo passare sotto

le arcate dell’autostrada e poi scendere (conprudenza per il traffico) lungo la strada N101.Una volta in città è semplicissimo arrivare incentro. Si passa sul maestoso ponte il RioTâmega per approdare al convento e alla chiesadi São Gonçalo. Come nel cammino franceseSanto Domingo de la Calzada e il suo discepoloSan Juan de Ortega si prodigarono percostruire una serie di infrastrutture al fine difacilitare i pellegrini a raggiungere Santiago,ugualmente São Gonçalo si prodigò nel sec. XIII,dopo essere stato lui stesso pellegrino per 14anni tra Roma e Gerusalemme, nel ricostruirel’antico ponte romano sopra il Rio Tâmega,rendendo possibile il passaggio dai monti allacittà di Porto e dei pellegrini diretti a SantiagoVerso la sera di sabato, Daniel ci porta alla S. Messa in un antica chiesa dedicata a San Verissimo, dove viviamo un momento dicondivisione e preghiera con una bella e vivacecomunità cristiana. Rientrati in albergue ciprepariamo una sontuosa pastasciuttaaccompagnata da qualche bottiglia di vino checondividiamo con il nostro amico Daniel.

13° Tappa: Amarante-Guimaraes

42 km. (+1100 -1000 m)

Amarante è ancora avvolta dalle brume dell’albaquando attraversiamo il suo centro. Dall’acqua

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Lungo la discesa.

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del Rio Tâmega la nebbia sale leggera fino araggiungere i quartieri abbarbicati in alto sullecolline circostanti. E’ domenica e non troviamoanima viva in strada. Solo nel bar dove facciamocolazione decine di giovani segnati in volto dallaveglia sono seduti ai tavoli per un caffè ebrioche dopo una notte spericolata… Ma noipellegrini non proviamo nessuna invidia. La bellacosa di oggi è la presenza di Daniel che siaffianca a noi come guida. Vuole farci percorrerel’antica strada per Santiago. Secondo Daniel ilpercorso identificato dai pellegrini spagnoli eindicato dal gps e dalla guida del link non èquello autentico. Ci fidiamo di lui e della suaesperienza di archeologo e siamo ben contentidi camminare assieme. Per un fitta rete di stradeprima cittadine, poi periferiche, che si alternanoa carrarecce e sentieri, sempre in salita, usciamoda Amarante. Purtroppo seguendo Daniel nonriusciamo ad avere una idea del percorso chestiamo facendo e delle località cheattraversiamo. Non ci sono neppure frecce oindicazioni. Percorriamo una pista ciclabilericavata sul sedime della vecchia ferrovia.

Attraversiamo piccoli borghi, piazze di paesi incui la gente vestita a festa si raduna per la S. Messa domenicale. Daniel procede con unpasso sostenuto, non solo perché è giovane, maanche perché non ha lo zaino pesante cheabbiamo noi sulle spalle. Fatto che sta che indue ore e mezza di cammino facciamo più di11 km… Ma che fatica!!! Daniel ci lascia pocoprima di entrare nel paese di Lixa. Non sareiriuscito a sostenere ancora a lungo il suo passo.Ci fa rientrare nel cammino segnato daglispagnoli che corrisponde alla nostra traccia gps.Passiamo attraverso delle fattorie fino al centrodi Lixa (qui la fontana sulla piazza) dovefacciamo una sosta. Usciamo dal paeseattraverso una lunga strada che lo attraversa allafine della quale si va verso sinistra e si rientranel verde della campagna. Inizia un lungo trattodi cammino che alterna asfalto a carrarecce,sentieri e strade in granito, campagna e borghiabitati passando per luoghi carichi di storiacome la bella chiesa in Cerdeira das Ervas ezone rurali dove la coltivazione principale èquella della vite. Passiamo davanti la Calçada

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Il monastero di Pombeiro.

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Romana detta della “Piedade” nei pressi delmonastero di Caramos che purtroppo nonriusciamo a visitare. Attraversiamo i centri abitatidi Varziela, Lagares e Pombeiro. Vediamo tantebelle abitazioni, ristrutturate di recente mamolte di queste disabitate anche se i giardinisono molto curati. Con ogni probabilità di trattadi case di portoghesi che lavorano all’estero.Seguendo le frecce scendiamo fino al fondovalle dove immerso nella natura troviamo ilmonastero di Santa Maria di Pombeiro. Ilmonastero benedettino su fondato verso lametà del XII sec e venne abbandonato daimonaci nel 1834 con la soppressione degliordini religiosi in Portogallo. Approfittiamo dellafontana per fare una sosta poi lasciamo ilmonastero per la strada a ciottoli che scendeverso sinistra e poco dopo passiamo vicino allagrande costruzione del vecchio seminario diBurgo. Incontriamo lungo l’antica Rua dellaCalçada Romana case modeste ma ancheabitazioni signorili. Si cammina alternando asfaltoa granito ma anche i grandi massi della originaleCalçada Romana o la semplice terra. Arriviamoall’antico ponte di Arco sul rio Vizela. Superato ilponte romano il nostro cammino continua insalita. Si attraversa ancora la strada nazionaleper inoltrarci in strade secondarie, passandosotto i viadotti dell’autostrada, fino a risalire adun incrocio dove le frecce ci mandano a sinistra,mentre il gps a destra, in direzione Fafe.Seguiamo il gps e dopo aver attraversato unborgo di case con il bar, a sinistra saliamo peruna ripida strada che ci porta alla stradaciclabile che collega Fafe a Guimarães: si trattadel vecchio tratto della ferrovia che prendiamosempre andando a sinistra. La comoda pistaciclabile è lunga circa 8 km. e conduce senzasforzo, anche attraverso un tunnel, fino alleporte di Guimarães. Prima di arrivare al centrodella città bisogna percorrere almeno altri 3 km.La città con il suo castello e le sue chiese,complice la bella giornata di sole, si presentamolto bella. Andiamo comunque direttamenteverso il centro di Guimarães alla ricerca delnostro hostal, considerata la stanchezzaaccumulata nel lungo cammino e sapendo che ilgiorno dopo avremo avuto tutto il temponecessario per visitare il cuore della città,chiamata anche “culla del Portogallo”. L’amico

Josè Carlos ha prenotato per noi presso l’hostalMy Hostel, Rua Francisco Agra, 135 4800-157Guimarães, Tel. 967 075 755/962111639; Email:[email protected]; http://myhostel-guimaraes.webnode.pt/. Come pellegriniabbiamo uno sconto del 25% (paghiamo unastanza doppia con bagno e colazione €. 31,5)

14° Tappa: Guimaraes-Braga 20 km.

(+450 -460 m)

La tappa di oggi, che da Guimarães ci porterà aBraga, è breve e senza particolari dislivelli, aparte la salita alla località Falperra di 250 m. Per cui ci prendiamo tutto il tempo necessarioche visitare bene il centro di Guimarães con lesue piazze e ai suoi splendidi monumenti. Ilnostro punto di partenza è ancora la Piazza diSantiago dalla quale usciamo dirigendoci versola periferia della città per la strada nazionale

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N101, sulla qualefacciamo unabreve deviazionea destra, perattraversare ilpontemedioevale diRoldes sopra ilcorso d’acquaSelho, Tornatisulla N101 pocodopo la si lasciaper proseguire asinistra attraversouna zonapopolare (qui lacappella diCampo Novo inlocalità Ponte)

con belle case immerse nel verde dellacampagna circostante. Per un breve tratto disentiero che passa per vigneti poi attraversiamoun torrente affluente del Rio Ave e arriviamoalla chiesa parrocchiale di Prado. Qui un signoreincuriosito dalle nostre persone ci ferma perchiederci dove stiamo andando. Dopo averglidetto che siamo pellegrini sul cammino diSantiago ci chiede come possa passare propriodi lì il cammino. Gli facciamo vedere le freccegialle proprio davanti a noi e ci risponde chenon le aveva mai notate prima. Da qui, sempreper asfalto, ci dirigiamo verso il paese di Caldasdas Taipas, entrando attraverso il meravigliosoPonte das Taipas, sopra il Rio Ave, sul qualestanno allestendo i fuochi d’artificio per la festapopolare del paese. Oltrepassato il paese diCaldas das Taipas ci dirigiamo verso ilpromontorio di Falperra. Si cammina in zoneverdi dove incontriamo piccoli borghi e altissimevigne che appositamente vengono fattesviluppare verso l’alto. Poco oltre la strada iniziaa salire decisamente, prima su un lastricato digranito, poi sui resti di una strada romana finoad entrare in un bosco di eucalipti in cuil’orientamento risulta alquanto incerto senza ilgps. Si sbuca sulla sommità del promontorioFalperra dove sorgono un prestigioso hotel masoprattutto la chiesa di Santa Marta. Prima discendere verso Braga sostiamo davanti ad una

Lungo il Cammino.

A Braga con i nostri amici Josè Carlos e Fatima.

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fresca fontana. Entrando a Braga attraversiamoquartieri nuovi ma anche antichi camminamenti.Si alternano scorci su nuovi quartieri a parti piùantiche. Facciamo ingresso nella città antica perla porta de Largo de S. Tiago. La sera ceniamoin compagnia di Josè Carlos che è venuto daPorto a trovarci e con Fatima anche leipellegrina incontrata durante il Primitivo.Albergue de Peregrinos, Rua de S. João nº 3(dietro la Sé Cattedral), Braga, (Centro deAcolhimento e Formação Jovens em.Caminhada) Tel. 253 215 165; Email:[email protected]. - www.joemca.com.

15° Tappa: Braga-Ponte de Lima

35 km. (+440 -460 m)

La tappa odierna è piuttosto lunga: 35 km. e cisono anche un paio di dislivelli piuttostoimpegnativi. Proprio per questo programmiamodi partire presto. Il cielo minaccia pioggia.Usciamo dall’albergue di Braga che sta subito

dietro la “Sé Catedral”. Usciamo dal centro diBraga attraverso la Rua Boavista e dopo esseretransitati per un sottopasso pedonale ciimmettiamo nella strada principale del paese diReal. Sulla strada N201 purtroppo dobbiamocamminarci per 7 km. E’ il tratto più faticoso eindisponente di tutta la giornata a causa deltraffico sostenuto. Passiamo per i paesi Frossose di Merelin: ecco chiesa di São Bras. Arriviamoal fiume Cávado che attraversiamo per ilmaestoso ponte costruito nel 1617. Questo ponte è successivo ad un preesistente

ponte romano che permetteva ilpassaggio del fiume lungo la ViaRomana XIX del percorso diAntonino, il quale univa Braga conAstorga passando per Lugo. Entriamonella cittadina di Vila do Prado. A partire da qui il Cammino diSantiago coincidecon molti trattidella Via RomanaXIX e in molticasi si trovanosegnalazionidell’uno edell’altropercorso.

A Francelos si passa nelleprossimità della cappella diSantiago. Dopo tanto asfaltoe traffico finalmentetroviamo tratti di camminosolitari e silenziosi. Entriamonella freughesia di Mourefino alla frazione di Ribeira,dove passiamo accanto adun grande olmo secco e alprimo incrocio giriamo adestra in presenza di un

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Goaes.

Salendo verso la Torre di Penegate...

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cruzeiro con l’iscrizione delcammino di Santiago salendoverso la chiesa di Ribeira(Moure). A Carreiras facciamouna sosta presso la chiesa diSão Miguel. Si prosegue versole indicazioni per la cappella etorre di Penegate. Purtroppo acausa della pioggia non cifermiamo a visitare torremedioevale poi inizial’impegnativa salita tra boschidi eucalipti in località Porteladas Cabras per scendere poinella valle del fiume Neiva inlocalità di Goães Attraverso ilPonte Pedrinha di originemedioevale passiamo oltre ilfiume Neiva. Da qui ilcammino, in una serie dicontinui piccoli saliscendi, traorti e vigneti e qualche

boschetto, su asfalto o carrareccia, attraversauna serie di borghi (Rio Mau, Albergaria,Queijada…), come in un continuo labirinto. Le segnalazioni sono sempre ben evidenti.Sempre in località di Albergaria il camminoprocede sotto l’ombra delle viti incrociando quae là la Via Romana XIX. Molto bello il cammino

quando ad un certo punto si inoltra tra campi evigne in una carrareccia a metà coperta da uncorso d’acqua e poi dentro un pioppeto. Dopo quasi km. 30 percorsi, non lontano daPonte de Lima, ritroviamo la strada N201 chepercorriamo brevemente per prendere a destrala strada che sale verso i campi da golf. Oltre entriamo in una zona esclusiva dovefanno bella mostra residenze nobiliari al centrodi tenute agricole di rara bellezza. Da quiscendiamo verso il centro di Ponte de Lima.Nonostante il cielo nuvoloso la cittadina sipresenta in tutta la sua bellezza. Dapprima incontriamo il palazzo Marques e lastatua bronzea di D. Teresa, fondatrice di Pontede Lima. Ecco il Largo de Camões da cui siaccede al meraviglioso ponte romano cheattraversa il fiume Lima conducendo alla bellachiesa di Santo António da Torre Velha.Attraversiamo felici il ponte perché l’alberguedei pellegrini di recente ristrutturazione è subitodopo il ponte romano. A Ponte de Lima ilnostro cammino Torres confluisce sul camminoPortoghese e dopo 15 giorni di assolutasolitudine incontriamo i primi pellegrini. Dopo leconsuete abluzioni rientriamo in città per farprovvista e ci prepariamo la ormai consuetamonumentale pastasciutta.

Albergue de Peregrinos, Casa do Arnado -Além. da Ponte, Tel. 925 403 164 / Tel. 258 240 200; Email:[email protected]; 60 Places – 5 €

16° Tappa: Ponte de Lima-Rubiaes

18 km. (+400 -200 m)

La tappa odierna nel nostro programma dovevaportarci direttamente a Tui (primo paesespagnolo oltre il confine del Portogallo) per untotale di quasi 40 km. Essendo però in anticipodi un giorno sul programma (guadagnato nellatappa con arrivo ad Almeida) decidiamo difrazionare in due tappe il nostro itinerariofacendo sosta a Rubiães. Uscendo all’albergue siva subito a destra e si entra in una strada disasso che passa prima tra le case e poi entra inaperta campagna. A causa della pioggia notturnatroviamo diverse pozzanghere e un po’ di fango.Passiamo sotto il viadotto della IP9. La presenza

Il ponte romano a Ponte de Lima.

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di molti pellegrini è evidente anche dai segniche lasciano del loro passaggio sulla fanghigliadel percorso. Entriamo nel paese di Arcozelo;poco dopo, in località Regatal Costa,attraversiamo il fiume Labruja per continuare ilcammino su una strada di pietre dall’altra partedel fiume. Poco oltre troviamo il centro per lapesca sportiva “Riba Rio” quindi per la secondavolta attraversiamo il fiume Labruja su passerellein ferro, giusto a lato del viadotto della A3.Continuando sul nostro cammino troviamoprima il borgo di Arco epoi quelli di Salgueiro eCodeçal. A Codeçal ciaccoglie bella la cappelladedicata a Nª Sª dasNeves, con la crocedavanti l’ingresso e unbar tienda proprio afianco. Continuiamo suasfalto il nostrocammino fino a goderedi uno sguardomeraviglioso sulla valledel fiume Labruja. Piùavanti troviamo la Fontedas Tres Bicas dove ciapproviggioniamod’acqua. A cominciaredalla fonte inizia la salita

all’Alto da Portelade Labruja. Primasu strada in pietrapoi su sentiero,passando per laCruz dos Mortoso de los Francesesattorno alla qualeogni pellegrinoposa una pietra amodo di preghiera,scrivendovi a volteanche il proprionome si arriva altermine della salita.Una volta arrivatialla cima e gustatoil bel panorama siinizia a scendereattraverso una

pineta verso la località di Agualonga. Nel fondovalle al paese si passa un piccolo ponte romanoper poi si trovare la strada nazionale nei pressidi São Roque (qui la cappella di São Roque).Qui si prende un sentiero sulla destra e dopoun tratto di bosco si trovano le primeindicazione di Rubiães e in poco si arriva albellissimo albergue di Rubiães. L’albergue dispone di cucina e ad un km. didistanza c’è un negozio nel quale si possonoacquistare generi alimentari. Ci concediamo per

Appena dopo la partenza.

Cruz Dos Mortos.

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cena un’ottima pasta che condividiamo con unacoppia di pellegrini svedesi (Siyabend ed Eva).

Albergue de Peregrinos de Rubiães, EN 201-Costa, Tel. 917 164 476Email: [email protected]. (34 Places – Donativo)Ninho – Alojamento Local, Estrada de S. Pedro, 695, Tel. 251 941 002; Email: [email protected]. (17 Places – €. 12 Breakfest €. 3)

17° Tappa: Rubiaes-Tui 20 km.

(+275 -250 m)

La tappa odierna è un percorso senza

particolari difficoltà eopportunamente breve in vistadelle tappe più impegnativedell’ultima parte del camminoprima di Santiago. Nel bellissimo albergue diRubiães hanno passato la nottesolo 4 pellegrini (noi e unacoppia di svedesi): una cosa piùunica che rara in questoperiodo dell’anno. Più che unalbergue assomiglia ad unresort a nostra disposizione.

Curiosando nel registro deipellegrini dell’albergue vediamoche da metà maggio 2014 ad

oggi sono passati quasi 1700 pellegrini e di tuttiquesti solo 3 provenivano da Salamanca. Comedire: il cammino Torres resta ancoraun’esperienza per pochi. La giornata è moltobella e si profila anche calda, ma il verde delpaesaggio attorno a noi offre un senso difreschezza e di benessere. Dall’alberguescendiamo per la strada N201 e dopo 200 m.giriamo a sinistra 180° per imboccare unacarrareccia in pietra che ci conduce al fiumeCoura che attraversiamo per il ponte romanodi Rubiães. Dopo il ponte alla sinistra del barseguiamo una carrareccia di pietra che affianca ilfiume Coura il quale in alcuni punti si mostra intutta la sua bellezza. Poco oltre si ritorna ancora

sulla strada N201 che sipercorre brevemente perprendere a destra unacarrareccia di pietra che sale ein breve si arriva al borgo diPecene, dove incontriamo lacappella di Nª Sª do Alivio.Continuiamo per asfalto earriviamo al Santuario di SãoBento da Porta Aberta (sec. XVII). Qui si trova un bar.Giriamo a sinistra delsantuario ed entriamo in unbosco per scendere versoGontomil, prima su antichepietre poi su sentiero.Arriviamo ad un balconepanoramico verso la fine del

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L’Albergue di Rubiaes.

Fra le fortificazioni di Valnca Do Minho.

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40bosco: davanti a noi la vallata del Minho. Scesi avalle nei pressi di Fontoura si cammina su unstretto camminamento di pietre per evitare loscolo d’acqua. Arriviamo così alla chiesa diFontoura dedicata a São Miguel e alla cappelladel cimitero dedicata a Santiago apostolo.Proseguiamo uscendo dal paese (c’è un bar) eincrociamo nuovamente la strada N201passando per il paese di Paços fino adincontrare non molto oltre il ponte romano di A Pedreira. Qui troviamo per l’ultima volta inostri amici svedesi (Siyabend e Eva) con i qualiabbiamo condiviso la cena e la notte all’alberguedi Rubiães. Ancora per poco il cammino procedeper zone rurali per entrare presto in areeurbanizzate. Incontriamo una rotonda nella stradaEN13 e una freccia ci manda a sinistra per unastrada parallela meno trafficata. Qui troviamo lacappella del Senhor do Bonfim. presso la qualegiriamo a sinistra per dirigersi verso Arão. Siamo oramai in prossimità di Valença do Minho,nella quale entriamo passando nei pressi dellastazione dei bus, salendo poi a destra attraversola Avenida de São Teotónio (si passa accantoall’albergue dei pellegrini). In prossimità della cintamuraria della città vecchia troviamo le indicazionidel confine di stato. Entriamo per la prima porta

detta “da Coroada” si oltrepassa la fossa chesepara le due cinta murarie per transitareattraverso la seconda porta detta “do Meio”.Sopra la cinta muraria si può accedere ai posti diavvistamento ma soprattutto si può godere di unbellissimo panorama su Valença do Minho e sullastessa cittadina di Tui che sta oltre il fiume Minho.Dalla porta procediamo verso il centro dellacittadina, lo attraversiamo e usciamo dalla cintamuraria, sempre guidati dalle frecce gialle, pertrovarci sulla strada della vecchia dogana, oggiabbandonata, di Valença do Minho. Il vecchioponte internazionale ferroviario e stradalecostruito nel 1886 collega il nord del Portogalloalla Galizia. Oltre il ponte entriamo in Spagna. Si prosegue verso destra e ad un distributore dibenzina si scende verso il fiume Minho dovearrivava il cosiddetto “Camiño da Barca”, ossiadove attraccavano le imbarcazioni che portavanoi pellegrini da una parte all’altra del fiume. Dalla riva del fiume saliamo verso il centro di Tuie troviamo il primo dei tanti “mojones de granito”che la Xunta de Galicia ha posto sul cammino persegnalare la distanza da Santiago. L’ingresso perl’albergue dei pellegrini è esattamente dietro lacattedrale. Siamo i primi due pellegrini e pocodopo arrivano altri due pellegrini catalani.L’albergue sarà per tutta la notte a completadisposizione solo per noi 4. L’hospitalera Teresa cidà ottime indicazioni per la cena (ristorante SantaColumba; 8€ a testa) e per poter partecipare allaS. Messa. Unico neo dell’albergue: avere unacucina nuovissima però completamente priva distoviglie e di piatti. Probabilmente sarà una sceltapolitica per favorire i ristoranti locali. Mi chiedo:cosa può servire una cucina se non viene dotatadi pentole? Ai posteri l’ardua sentenza! Teresa ciinforma inoltre che di fronte a noi ci sono almenouna cinquantina di pellegrini in cammino….

Albergue di Tui, C/ Párroco Rodríguez Vázquez,4; Tel. +34 646 982 906; Responsabile: Teresa Morais Carball; 40 posti, €. 6.

Albergue “San Teutonio”, Av. José MariaGonçalves, Valença do Minho; Tel. +351 966 473 409;[email protected];[email protected]; 85 posti – Donativo.

Sul ponte fra Portogallo e Spagna.

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18° Tappa: Tui-Arcade 40 km.

(+500 -450 m)

La tappa di oggi è volutamente lunga. Secondo ilnostro programma abbiamo tre giorni per

avvicinarci il più possibile a Santiago e un quartoper raggiungerla. Trascorriamo una notte serenae ristoratrice nel grande albergue di Tui e almattino l’ora della sveglia è condivisa anchedagli altri due pellegrini. Usciamo verso le 6.30ed è ancora buio. Causa l’oscurità e la frettanon riusciamo vedere molto di Tui. Il primoluogo significativo davanti al quale sostiamo è lachiesa di San Bartolomeo de Rebordans. Altroluogo a cui arriviamo poco dopo è il Ponte daVeiga sopra il fiume Louro. Non attraversiamo ilponte ma continuiamo il cammino sul lastricatodella Via Romana XIX che intercetteremo piùvolte nel corso della giornata. Camminiamo perun po’ su strada d’asfalto e attraversiamo sucavalcavia l’autostrada, per tornare a camminarein una carrareccia lungo la quale incontriamo, inuno splendido bosco, la croce di S. Telmo e ilpiccolo ponte medioevale detto “das febres”(della febbre). Nei pressi di Orbenile si camminasi comoda carrareccia che affianca il fiume lungola quale si trova anche un guado aiutato dadelle pietre. All’altezza di Orbenile troviamolungo la strada una serie di segnalazioni

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Il primo mojon.

L’orrida zona industriale di O’Porrino.

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42cancellate. In tutti i modi si è cercato dioccultare le indicazioni che mandavano per unacarrareccia a sinistra, invitando il pellegrino aproseguire dritto sulla strada d’asfalto.Controllato il gps anche noi decidiamo diproseguire dritti. Facciamo male. Infatti un paiodi km. oltre, dopo aver superato il Centocultural “A Lagoa”, un area di riposo per ipellegrini entriamo nella zona industriale di O Porriño. Oramai è troppo tardi per tornareindietro: le frecce cancellate ci mandavano perun percorso alternativo che raggiunge O Porriño evitando questo orribile tratto dicammino lungo la zona industriale. A O Porriñoc’è un albergue: Avenida de Buenos Aires;Tel. +34 986 33 54 28; Email: [email protected]; Página web: www.xacobeo.es. Usciamo da O Porriño e guidati da buone frecce arriviamosulla N550. Oltre una rotonda, all’altezza di una cappellacon un crocefisso, stiamo sulla strada a destra,parallela alla nazionale, fino a Ameiro Longo. Si ritorna ancora sulla strada N550 che bisognapercorrere per circa un 1 km, per poi andare asinistra e attraversare di nuovo il Rio Louro equindi dirigersi verso Veigadana.

Si attraversa O Castro e poi per asfalto, salendogradualmente, arriviamo al Concello de Mos: quitroviamo la chiesa di Santa Eulalia. Vicino alpalazzo dei Marchesi, in quella che è chiamata“Casa Blanca”, si incontra l’albergue Santa Baiadi Mos: Rúa Santa Eulalia, 19; Tel. +34 986 334269. Continuiamo la salita per la rúa dosCaballeros, fino ad incontrare un bellissimocrocifisso policromo datato 1733, poi sempreper asfalto arriviamo alla sommità del monteSantiago de Antas. Qui troviamo una serie disegni che celebrano il cammino: un mojon cheindica i 90 km. a Santiago, con altre pietrecommemorative. Incomincia la discesa in unbosco di pini detto Chan das Pipasavvicinandoci a Redondela. Andiamo a destraper la Rúa del Muro per arrivare in breveall’albergue di Redondela ubicato nella “Casa da Torre” (sec. XVI): Plaza Ribadavia; Tel. +34 986 40 41 96.

All’albergue ci facciamo mettere il timbro sullacredenziale e poi ci rimettiamo in cammino: lanostra metà è Arcade e mancano ancora 7,5 km. Usciamo da Redondela per la parteantica della città. Passiamo sotto un viadotto inpietra e poi a fianco ad un antico hórreo nellaCalle del Loureiro. Si cammina su asfalto, sucontinui saliscendi, anche ai margini della stradanazionale che attraversiamo per salire, in alcunitratti ripidamente, in direzione di Outeiro dasPenas dove troviamo una croce e una fonte.Dopo la fonte si sale ancora su quello che èchiamato il “Camiño dos Peregrinos”. Quando ilcammino inizia a scendere ecco davanti a noi labaia di Vigo. La bellezza di questo tratto dicammino è senza confronti, qualcosa che tilascia a bocca aperta. Purtroppo la carrarecciadagli scorci mozzafiato alla fine della discesaincrocia nuovamente la N550. Questa volta nonci sono alternative: in modo pericoloso la sideve percorrere per circa 1,5 km. prima dientrare in Arcade. Qui chiediamo informazionisull’albergue. Purtroppo una signorina ciconsiglia male, ci fa attraversare la cittadinemandandoci addirittura dall’altra parte delponte di Sampaio. Qui gentilmente ci fannocapire che siamo fuori strada e dobbiamoritornare sui nostri passi per quasi 1,5 km,perché l’albergue si trova proprio lungo il

Verso Aereal.

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cammino. Le cattive indicazioni ci hanno fattocamminare di più, però ci hanno permesso divedere bene il maestoso ponte Sampaio cheattraversa il fiume Verdugo giusto prima disfociare nella baia di Vigo. Passiamo la nottepresso l’albergue O Lar de Pepa, Calle Ribeironº 1., Arcade, Tel. +34 986 678 006 / 649 714 950 / 649 494 905; Email: [email protected]; €. 10 a persona.

Il luogo è confortevole e accogliente. Dotato di una cucina ben attrezzata. Poco lontano c’è un supermercato.

19° Tappa: Arcade-Caldas de Reis

35 km. (+300 -250 m)

Anche oggi ci attende una tappa moltoimpegnativa. Riposiamo veramente beneall’albergue O Lar de Pepa, grazie anche allalauta cena che ci siamo peparati nella cucinadell’albergue. Partiamo che è ancora buio. In pochi minuti siamo sul ponte Sampaio ancoraavvolto dall’oscurità notturna, ma

completamente libero da auto o pedoni. Oltre il ponte il cammino prosegue salendo asinistra per la strette stradine del quartiere diPontesampaio. Dopo le ultime case entriamo inuna zona verde. Attraversiamo un pontechiamato “Ponte do Arco” sopra il río Ulló. La discesa nei pressi di Bergunde avvienesempre immersi nel verde. Troviamo il borgo diFigueirido, ma non ci sono servizi. Dopo unattraversamento, il percorso continua su unsentiero di terra tra alti eucalipti sempreimmersi nel verde e ottimamente guidati dallefrecce. Arriviamo in località O Marco dove, inprossimità della ben curata cappella di SantaMarta, ci concediamo una sosta. A partire daqui siamo già nel Concello di Pontevedra eanche il traffico sulla strada aumenta. Dobbiamo camminare ancora per circa tre km.prima di far ingresso nel centro urbano diPontevedra. Entriamo a Pontevedra passandonei paraggi della stazione dei pullman edell’albergue dei pellegrini. Puntiamo verso ilcentro della città in una giornata grigia, con unaleggerissima pioggia. Essendo sabato mattina la

43Il ponte Sampaio.

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città ancora dorme. Sempre guidati dai segni delcammino che troviamo puntuali ai nostri passientriamo nella piazza dove si affaccia la chiesa diS. Francesco. Non ci fermiamo molto e usciamo presto dalcentro per attraversare il Ponte di O Burgo, per il quale oltrepassiamo il fiumeLérez. A sinistra, dopo aver oltrepassato il ponte,per la rúa da Santiña andiamo velocemente fuoridalla città e attraversiamo una zona perifericarurale. Camminiamo per una carrareccia a fiancodella ferrovia per circa un km. e più avantiincontriamo uno splendido hórreo in località O Castrado. Poi il cammino avanza in piano sucarrareccia tra il fiume Gándara e la ferrovia.Troviamo dei grandi cavalcavia dove viene fattatransitare la ferrovia mentre noi continuiamo acamminare a fianco di ferrovia e torrente.Quando arriviamo nei pressi della ferrovia lastrada ci porta ad attraversarla. Più avantitroviamo la cappella di San Amaro con il relativoborgo dove si possono trovare dei bar per

ristorarsi. Camminiamo su asfalto e, non moltooltre, incontriamo la deviazione per l’alberguemunicipale di Barro. Sempre procedendo sulpiano, alternando asfalto e sterrato, entriamoandando a sinistra nella N550 e arriviamo neipressi di Briallos dove si trova un albergue dellaXunta de Galicia. Oltrepassata la rotonda diBriallos, poco dopo si prende a sinistra unacarrareccia e si cammina tra vigneti ed orti,passando il borgo di Tivo, fino a Caldas de Reis.Si entra in città passando vicini alla chiesa diSanta Mariña. Dopo il ponte sul fiume Umia, siva a sinistra per una via del centro. Dopo ilponte sul fiume Umia, si va a sinistra per una viadel centro. Subito dopo il ponte si troval’albergue “Pousada Dona Urraca”. Purtroppo l’albergue non è dotato di cucina enon si presenta ben ristrutturato e accoglientecome i precedenti. Inoltre è molto affollato edopo le solitudini del Torres e i pochi incontridel Portoghese questa situazione ci apparestrana.

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Costeggiando la ferrovia.

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Albergue Pousada Dona Urraca, C/ Campo dela Torre, 1; Caldas de Reis; Tel.: +34 986 540 038 / 986 541 310. €. 6.

20° Tappa: Caldas de Reis-Teo 29 km.

(+250 -200 m)

Mancano soli 44 km. a Santiago. E’ l’ultimogiorno di cammino impegnativo. All’ultimogiorno lasciamo i rimanenti 14 km. per gustaretutta l’emozione degli ultimi passi e l’ingresso aPiazza Obradoiro. Nonostante i limitidell’albergue di Caldas de Reis riposiamo benee ci alziamo presto. Quando partiamo fa ancorabuio e piove, ma secondo le previsioni il meteodovrebbe cambiare. Comunque a questo puntosolo un’alluvione avrebbe potuto fermarci!

Usciamo da Caldas de Reis per la Rúa di SanRoque passando vicini all’omonima chiesa chepurtroppo intravvediamo solo a causa del buio.Ritorniamo a camminare brevemente sullastrada nazionale N550, e prima di una curva,andando a destra, ci ritroviamo su unacarrareccia immersi nel verde della campagna,

dove procediamo in parallelo al fiume Bermaña.Durante il cammino transitiamo sopra unsingolare guado fatto lastre di granito.L’ambiente è solitario anche se altri pellegrini ciprecedono e ci seguono. Dopo 5/6 km.arriviamo nei pressi del borgo di Carracedo,dove troviamo un bar aperto. Entriamo perfarvi colazione e concederci una breve pausaristoratrice. Nel frattempo ha smesso dipiovere. Uscendo da Carracedo incontriamo labellissima chiesa di Santa Mariña, la quale èinserita in un contesto naturale molto bello. Il cammino procede ora tra le case di un borgo,per ritornare poi sulla strada nazionale eaffiancare per un po’ l’autostrada dell’AtlanticoA9 che attraversiamo su di un ponte. Entriamonel Concello di Valga, dove ritorniamo acamminare avvolti dal verde della campagna suuna comoda carrareccia, con leggeri saliscendi.Camminiamo fiancheggiando il fiume Valga chead un certo punto attraversiamo su di unponte. Dopo questo in breve arriviamo a SanMiguel de Valga, con la sua chiesa barocca. La zona è ricca d’acqua e le fontane per i

45Lungo il Cammino.

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pellegrini sono numerose come numerosi sonoi mojones e altri segni che celebrano ilcammino (qui siamo a meno 30 km. daSantiago). Dopo San Miguel de Valga il camminoscende per la valle del fiume Ulla, prima nelverde, poi per incontrare le località di Pedreira,Cimadevilla e infine le prime case con la grandefabbrica “fumante” al centro di Pontecesures.Attraversiamo la cittadina per le strette calli eritorniamo sulla strada N550 per attraversare ilPonte sul fiume Ulla oltre il quale entriamo nelConcello di Padrón. In seguito al ponte andiamoa destra fino ad incontrare l’altro fiume Sar, alfianco del quale cammineremo fino ad entrarein Padron. Sarebbe proprio questo il fiume sulquale arrivarono in una barca di pietra lereliquie di S. Giacomo per poi attraccare su unmasso (Padron) dal quale prese nome la città.Entriamo a Padron per il paseo del Espolónanimato da numerosissime bancherelle essendola domenica giorno di mercato. Poco primatroviamo sulla destra le indicazioni perl’albergue che si trova nei pressi del conventodel Carmen.

Entriamo per una breve visita nella chiesa diSantiago dove è conservata la pietra sulla qualesecondo la tradizione è stata ormeggiata labarca che portava le reliquie dell’apostolo. Da Padron inizia quello che secondo latradizione è il cammino che fecero Teodoro edAtanasio discepoli dell’apostolo Giacomo perportare le sue reliquie lì dove ora si trovano.Appena fuori Padron troviamo la collegiata diSanta Maria in Iria Flavia. Il cammino fiancheggiabrevemente la ferrovia poi per un paio di km.ritorniamo a camminare sul ciglio della stradanazionale N550. Dopo l’hotel Scala dobbiamoandare verso sinistra. Entriamo in una zonarurale, in cui come un labirinto procediamo trale calli strette di diversi borghi (Romarís, Rueiro,Cambelas, Tarrío e Vilar) privi di qualsiasiservizio. Nei pressi di Loureiro ritorniamonuovamente sulla N550 per raggiungere inbreve il Santuario da Escravitude, una splendidachiesa barocca del XVIII ai piedi della quale sitrova una fonte miracolosa la cui acqua guarìdalla schiavitù dell’infermità un pellegrino che sistava recando a Santiago.

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Lungo il Cammino.

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Il Santuario sulla facciata ripresenta le torri dellacattedrale di Santiago. A partire dal Santuario sisale verso destra, camminando nel verde trapini e vigne, attraversando i paesi di Angueira deSuso e Areal dove passiamo veloci tra le strettecalli. Ad Areal siamo già nel Concello di Teo.Ancora una volta dobbiamo camminare sulciglio della strada N550 per circa un km. inleggera salita, fino ad un grande incrocio, doveprendiamo in direzione di Pazo do Faramello.Dopo non molto arriviamo a Teo e troviamo leindicazioni per l’albergue dei pellegrini. La struttura è molto bella ma piuttosto affollata.A fine serata risulteranno tutti i posti lettooccupati. Stavolta rinunciamo a prepararci lacena per mangiare in un bel ristorantino pocodistante. Albergue di Teo, Tel. +34 63 93 12 187 / 98 18 15 700; Email: comunicacion@concellode teo.com.Fornito di cucina. Ci sono bar e negozio dialimentari.

21° Tappa: Teo-Santiago 14 km.

(+200 -100 m)

E’ l’ultimo giorno del nostro cammino. Sono i

km. conclusivi prima della meta. E’ un giornoimportante perché il desiderio che abbiamocoltivato nel nostro cuore per un camminolungo 20 giorni finalmente si realizza. Vogliamoarrivare presto in piazza Obradoiro, quandoancora c’è poca gente. Per questo partiamo daTeo alle ore 5.30. Per più di un’ora camminiamoveloci con la frontali accese, attenti a nonperdere le frecce e i mojones. L’oscurità cinasconde il mondo attorno a noi, ma oggi nonè giorno per fermarci a guardare. Voliamo versoSantiago svuotati di pensieri quasi in unarivisitazione del cogito cartesiano: camminoquindi sono. Giungono le ore 7.00 quando laluce prevale sull’oscurità della notte e illuminacielo e terra. Abbiamo già passato il modernocentro urbano di Milladoiro, completamentedeserto, e siamo all’altezza dell’autostrada, doveun balcone naturale ci affaccia alla città diSantiago, mostrandoci i quartieri periferici. Lastrada scende veloce verso le prime case, maprima dobbiamo attraversare ancora un trattoferroviario e poi un vecchio ponte medioevale,oltre il quale a destra si entra in un trattoboscoso in direzione di Conxo, lungo il fiume 47

All’alba in vista di Santiago.

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Sar. Il centro di Santiago non è lontano: siamooramai davanti al monastero di Santa María deConxo. Qui ci ritempriamo nelle forze facendocolazione e ci diamo una sistemata per arrivarein modo decoroso dall’Apostolo. Eccoci quindi a

camminare velocemente lungo le strade dellacittà nuova che presto ci conduce alle calli delsuo cuore antico. E’ presto e le calli sono ancoravuote. Considerata l’ora mattutina potremoprendercela comoda, abbiamo tutto il tempo

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L’arrivo alla Cattedrale.

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che vogliamo,ma il desideriodi arrivareprevale su ognialtro pensiero. La gioia ciassale alla vistadelle gugliedella basilica efinalmenteeccoci in piazzaObradoiro:sono le ore8.30. Perun’ultima voltafacciamo unpasso: quelloche chiude unlungocammino,iniziato semprecon un passosimile. Ma quanti passi tra l’uno e l’altro!

Ci riserviamo qualche minuto di raccoglimentodi fronte alla cattedrale. Come d’abitudineormai, mi distendo nel centro della piazzaassaporando questi momenti magici. Poi, dopoessere passati per l’officina del pellegrino perritirare la nostra “Compostela” e farciautenticare il cammino compiuto, andiamoanche nella chiesa di S. Francesco per ritirare ildiploma che ricorda gli 800 anni delpellegrinaggio di S. Francesco. Poi di corsa drittiin basilica, in primis per la S. Messa delpellegrino. L’ultimo momento significativo delnostro pellegrinaggio ci viene offerto nellachiesa di S. Francesco da Frei Paco, un giovanefrate minore compostelliano, che nei mesi diluglio e agosto accoglie i pellegrini offrendo loroun momento fraterno di spiritualità e preghierapresso una suggestiva cappella all’interno delconvento.

Epilogo, notizie e considerazioni

Contrariamente ad altri miei articoli, in questocaso ho voluto privilegiare la descrizioni degliitinerari ed i punti di riferimento a discapito diconsiderazioni ed impressioni personalirendendo la lettura probabilmente più faticosa e

monotona. Motivo di questa scelta il fatto chenon esistendo praticamente della letteraturarelativa a questo cammino ho voluto privilegiarela parte pratica/escursionistica cercando difacilitare il cammino a coloro che forse, miauguro, ci seguiranno. Per dover di correttezzaed onestà preciso che ho pescato e copiato apiene mani le descrizioni dal blog del miocompagno di avventura il quale hapazientemente preso nota durante il camminodelle informazioni e descrizioni. Consiglio unavisita al suo blog:http://www.stradesentieri.blogspot.it/2014/06/camino-torres-venezia-salamanca.html

Innanzi tutto le temperature sono state sempreabbastanza miti: nei primi 100 km. versomezzogiorno si era sui 27/28 gradi. A detta degliabitanti però questa era una situazionepiuttosto rara. Normalmente fa più caldo. L’unica guida che abbiamo trovato è stata quelladel sito del cammino Torres, altro non c’era.L’itinerario è segnato con le consuete frecce main maniera molto discontinua; in alcuni tratti siviaggiava per km. senza nessuna indicazione,alcuni bivi non erano segnalati, l’uscita dalle cittàera in alcuni casi problematica. Noi abbiamoutilizzato il gps e le tracce scaricate dal sito.

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Foto di rito.

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giorno dopo se ne fanno 20. Naturalmente unavolta entrati nel portoghese a Ponte de Lima ilcammino riprende le solite connotazioni note.Finite le dolenti note vediamo gli aspetti positivi:i paesaggi dei primi 100 km. sono magnifici; siviaggia per decine di km. senza incontrare népaesi né persone immersi in campi di grano equerce secolari. Praticamente nessun dislivello: siseguono sterrate e sentieri nella più completasolitudine e silenzio.Entrati in Portogallo i paesaggi cambiano:presenza d’acqua, orti coltivati, piccoli paesi efrazioni immersi nel verde. Si oltrepassanoparecchie città fortificate con i bastioni ancoraintatti. Anche qui come nella prima partespagnola pochissimo asfalto. Momenti preziosicon gli abitanti davvero socievoli e disponibili.Poi, più avanti si visitano alcune belle città(Braga, Guimaraes, Amarante) ed infine si entra

nel portoghese. Ora veniamo allafrequentazione: dallapartenza a Salamancafino all’innesto con ilportoghese a Ponte deLima non abbiamoincontrato nessunpellegrino. L’ultimo erapassato circa 15 gg prima.Anzi aggiungerei che nonabbiamo fatto incontri dinessun tipo. Grande solitudine quindinel bene e nel male.Giudizio (personale) sulcammino: splendido, inalcuni trattientusiasmante,soprattutto la parteiniziale. Ma non è per tutti: alcunetappe dure, incertezzacirca la segnaletica epunti di appoggio, inalcune tappe totalemancanza di possibilità dirifornirsi di alcunchédurante la marcia. Ma viene tuttoripagato…

Senza questo ausilio credo sia molto difficilepercorrerlo senza errori. Questo soprattuttonella prima parte, poi entrati nel camminoPortoghese a Ponte de Lima la segnaleticadiventa continua ed efficace. La logistica nella primi 100 km. è moltocarente: degli albergue descritti 2 erano chiusiper ristrutturazione, uno era abitato da unvecchietto cui era bruciata la casa, un altro nonesisteva… Entrati in Portogallo ci si appoggia suhostal residencial ecc. una volta siamo andati adormire dai bombeiros. Naturalmente la partedel portoghese è ottimamente servita daalbergue.I costi nella parte portoghese sono comunquemolto bassi (una camera doppia con bagno eprima colazione veniva 12 euro circa a testa).Anche le tappe alle volte non sono moltologiche: si fanno tirate da oltre 40 km. e magari il

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Il Cammino Torres.