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IL REGNO DEGLI ASCOLTI di Bruno Fazzini 45 Fedeltà del Suono n. 166 Sistema di altoparlanti da pavimento WLM LA SCALA PASSATO E PRESENTE Ricordare gli storici diffusori Altec e JBL che ho posseduto negli anni ‘70 è stata l’impressione ricevuta, ad una prima occhiata, da queste casse acustiche austriache. Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo nel vedere adottato un tweeter in carta di quasi 6,5 cm con un regolatore di emissione (poi ho scoperto anche un cross over minimalista e un’elevata efficienza del sistema), e mi sono detto, prima d’iniziare gli ascolti, che se una ditta moderna e con ingegneri di livello ha operato una tale scelta, gli obiettivi dovevano essere precisi. A conclusione degli ascolti mi sono reso conto che tale filosofia costruttiva è stata operata per raggiungere un preciso scopo che, va detto chiaramente, non è quello di riproporre un suono vecchio stile. L a WLM (Weiner Lautsprecher Manufak- tur) è un’azienda fondata nel 2002 con le sedi di progettazione e produzione in Austria. Figura di primo piano è sicuramente Hannes Frick, responsabile della progetta- zione, della produzione e del marketing. Ad oggi gestisce, con successo, un noto studio high-end nell’Austria occidentale, chiamato Fricco Reference Audio. Addetto allo sviluppo e alla produzione è l’ingegner M Martin Schüt- zenauer. La sua passione per la musica lo ha guidato dal settore della tecnologia delle co- municazioni ai diffusori e alle elettroniche. Infine il responsabile di produzione dei cabi- net, T Thomas Gröfler, è un accreditato mastro artigiano. LA FILOSOFIA DELL’AZIENDA L’idea trainante del progetto WLM La Scala è basata sulla realizzazione di prodotti che por- tino alla massima espressione le consolidate teorie costruttive dei diffusori che, iniziate al- cuni decenni fa, hanno fatto scuola fino ad oggi. I trasduttori scelti (tweeter di grandi di- mensioni) e i materiali di cui sono composti (carta), le regolazioni operabili dall’utente (po- tenziometro sul tweeter), la tipologia del cross over (minimalista), l’elevata sensibilità (93 dB), la scelta del tipo di connessioni (solo monowi- ring), la realizzazione del cabinet (semplice, squadrata e robusta) e la finitura estetica (sol- tanto una, in ciliegio europeo), concorrono al raggiungimento di questo scopo. Gli stessi com- ponenti vengono impiegati per la realizzazione del modello La Scala Monitor da stand che, in virtù del minore litraggio, fornisce, probabil- mente, un basso un poco più snello, anche se a fronte di una sensibilità leggermente inferiore (91 dB). Questa azienda costruisce anche mo- delli di categoria superiore, con la serie Refe- rence e con la serie Signature, caratterizzati da particolari scelte progettuali sempre relative ai tweeter. LA COSTRUZIONE Il diffusore oggetto della nostra recensione ap- partiene alla serie Base della WLM. E’ un clas- sico sistema a due vie costituito da due driver, un tweeter da 6,4 cm e un woofer da 21 cm en- trambi con cono in carta rigida, che ricevono il loro rispettivo segnale da un cross over molto semplice realizzato in maniera “purista”. Dopo vari test, l’Ing. Schützenauer ha concluso che una certa tipologia di carta è un ottimo mate- riale per ottenere un equilibrio di risposta fra massa, rigidità e risonanza; egli tiene in parti- colare conto quest’ultimo aspetto, dal momento che, secondo la sua esperienza, nessun driver ne è completamente privo. Quindi non è solo una riduzione della distorsione ad essere fon- damentale al raggiungimento di un buon risul- tato, ma lo è anche la distribuzione delle risonanze. In questo caso, la carta risulta più adatta di altri materiali ad arrivare a tali obiet- tivi, all’interno di una categoria economica come quella del prodotto in prova. Il compo- nente per le alte frequenze adottato, anche se all’apparenza può sembrare economico è, in re- altà, un driver di buona qualità e di moderna costruzione, scelto per le sue doti di abbinabi- lità con il grande woofer, oltre che per la sua capacità di fornire notevole sensibilità (mag- giore è la superficie del trasduttore, maggiore è la sensibilità), rispetto ai suoi concorrenti. Que- sto tweeter, nonostante le generose dimensioni, riproduce agevolmente frequenze che arrivano fino a 25.000 Hz. La combinazione di materiale cartaceo, bobina piccola e sospensione dura, è finalizzata ad ottenere una modalità di suono molto naturale. Infine, la bassa massa permette una risposta molto veloce agli impulsi dinamici. Stiamo parlando di un buon trasduttore, con molti pregi e pochi difetti, scelto con cognizione di causa all’interno di una categoria economica medio-bassa, ma per categorie superiori questi componenti devono cedere il passo ad altopar- lanti più performanti (materiali più evoluti, massa ancora più bassa, migliore estensione in frequenza, sonorità più ariose e dalla grana più fine, superiore raffinatezza di riproduzione) ma molto più costosi. Il cross over opera un taglio a 1.200 Hz (piuttosto in basso, pensate che da questa frequenza fino a 25.000 Hz tutto il la- voro è svolto dall’originale tweeter) ed ha una costruzione piuttosto semplice, volutamente realizzato così anche per non far sopportare al sistema perdite di sensibilità. In gamma bassa, il grande woofer e il volume di oltre 46 litri, permettono la riproduzione di frequenze che scendono fino a 30 Hz. Il trasduttore deputato alla riproduzione di queste gamme è un com- ponente con un magnete non molto grande e un economico (per contenere i costi è inevita- bile) cestello in lamiera. La sospensione, a dif- ferenza di quella del tweeter, è in gomma. La struttura del mobile de La Scala è costituita da tavole di MDF da 22 mm di spessore, con grandi e solidi rinforzi interni in legno per au- mentare la rigidità e per cercare di abbattere il più possibile le nefaste risonanze interne. L’apertura invisibile sottostante del bass reflex, per una diffusione senza troppi vincoli dettati

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IL REGNO DEGLI ASCOLTIdi Bruno Fazzini

45Fedeltà del Suono n. 166

Sistema di altoparlanti da pavimento

WLM LA SCALAPASSATO E PRESENTE

Ricordare gli storici diffusori Altec e JBL che ho posseduto negli anni ‘70 è stata l’impressione ricevuta, ad una prima occhiata,da queste casse acustiche austriache. Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo nel vedere adottato un tweeter in carta di quasi6,5 cm con un regolatore di emissione (poi ho scoperto anche un cross over minimalista e un’elevata efficienza del sistema), emi sono detto, prima d’iniziare gli ascolti, che se una ditta moderna e con ingegneri di livello ha operato una tale scelta, gliobiettivi dovevano essere precisi. A conclusione degli ascolti mi sono reso conto che tale filosofia costruttiva è stata operataper raggiungere un preciso scopo che, va detto chiaramente, non è quello di riproporre un suono vecchio stile.

La WLM (Weiner Lautsprecher Manufak-tur) è un’azienda fondata nel 2002 conle sedi di progettazione e produzione in

Austria. Figura di primo piano è sicuramenteHannes Frick, responsabile della progetta-zione, della produzione e del marketing. Adoggi gestisce, con successo, un noto studiohigh-end nell’Austria occidentale, chiamatoFricco Reference Audio. Addetto allo sviluppoe alla produzione è l’ingegner MMartin Schüt-zenauer. La sua passione per la musica lo haguidato dal settore della tecnologia delle co-municazioni ai diffusori e alle elettroniche.Infine il responsabile di produzione dei cabi-net, TThomas Gröfler, è un accreditato mastroartigiano.

LA FILOSOFIA DELL’AZIENDAL’idea trainante del progetto WLM La Scala èbasata sulla realizzazione di prodotti che por-tino alla massima espressione le consolidateteorie costruttive dei diffusori che, iniziate al-cuni decenni fa, hanno fatto scuola fino adoggi. I trasduttori scelti (tweeter di grandi di-mensioni) e i materiali di cui sono composti(carta), le regolazioni operabili dall’utente (po-tenziometro sul tweeter), la tipologia del crossover (minimalista), l’elevata sensibilità (93 dB),la scelta del tipo di connessioni (solo monowi-ring), la realizzazione del cabinet (semplice,squadrata e robusta) e la finitura estetica (sol-tanto una, in ciliegio europeo), concorrono alraggiungimento di questo scopo. Gli stessi com-ponenti vengono impiegati per la realizzazionedel modello La Scala Monitor da stand che, invirtù del minore litraggio, fornisce, probabil-mente, un basso un poco più snello, anche se afronte di una sensibilità leggermente inferiore(91 dB). Questa azienda costruisce anche mo-delli di categoria superiore, con la serie Refe-rence e con la serie Signature, caratterizzati daparticolari scelte progettuali sempre relative aitweeter.

LA COSTRUZIONE Il diffusore oggetto della nostra recensione ap-partiene alla serie Base della WLM. E’ un clas-sico sistema a due vie costituito da due driver,un tweeter da 6,4 cm e un woofer da 21 cm en-trambi con cono in carta rigida, che ricevono illoro rispettivo segnale da un cross over moltosemplice realizzato in maniera “purista”. Dopovari test, l’Ing. Schützenauer ha concluso cheuna certa tipologia di carta è un ottimo mate-riale per ottenere un equilibrio di risposta framassa, rigidità e risonanza; egli tiene in parti-

colare conto quest’ultimo aspetto, dal momentoche, secondo la sua esperienza, nessun driverne è completamente privo. Quindi non è solouna riduzione della distorsione ad essere fon-damentale al raggiungimento di un buon risul-tato, ma lo è anche la distribuzione dellerisonanze. In questo caso, la carta risulta piùadatta di altri materiali ad arrivare a tali obiet-tivi, all’interno di una categoria economicacome quella del prodotto in prova. Il compo-nente per le alte frequenze adottato, anche seall’apparenza può sembrare economico è, in re-altà, un driver di buona qualità e di modernacostruzione, scelto per le sue doti di abbinabi-lità con il grande woofer, oltre che per la suacapacità di fornire notevole sensibilità (mag-giore è la superficie del trasduttore, maggiore èla sensibilità), rispetto ai suoi concorrenti. Que-sto tweeter, nonostante le generose dimensioni,riproduce agevolmente frequenze che arrivanofino a 25.000 Hz. La combinazione di materialecartaceo, bobina piccola e sospensione dura, èfinalizzata ad ottenere una modalità di suonomolto naturale. Infine, la bassa massa permetteuna risposta molto veloce agli impulsi dinamici.Stiamo parlando di un buon trasduttore, conmolti pregi e pochi difetti, scelto con cognizionedi causa all’interno di una categoria economicamedio-bassa, ma per categorie superiori questicomponenti devono cedere il passo ad altopar-lanti più performanti (materiali più evoluti,massa ancora più bassa, migliore estensione infrequenza, sonorità più ariose e dalla grana piùfine, superiore raffinatezza di riproduzione) mamolto più costosi. Il cross over opera un taglioa 1.200 Hz (piuttosto in basso, pensate che daquesta frequenza fino a 25.000 Hz tutto il la-voro è svolto dall’originale tweeter) ed ha unacostruzione piuttosto semplice, volutamenterealizzato così anche per non far sopportare alsistema perdite di sensibilità. In gamma bassa,il grande woofer e il volume di oltre 46 litri,permettono la riproduzione di frequenze chescendono fino a 30 Hz. Il trasduttore deputatoalla riproduzione di queste gamme è un com-ponente con un magnete non molto grande eun economico (per contenere i costi è inevita-bile) cestello in lamiera. La sospensione, a dif-ferenza di quella del tweeter, è in gomma. Lastruttura del mobile de La Scala è costituita datavole di MDF da 22 mm di spessore, congrandi e solidi rinforzi interni in legno per au-mentare la rigidità e per cercare di abbattere ilpiù possibile le nefaste risonanze interne.L’apertura invisibile sottostante del bass reflex,per una diffusione senza troppi vincoli dettati

IL REGNO DEGLI ASCOLTIWLM LA SCALA

dall’ambiente, semplifica l’ubicazione di que-ste casse acustiche all’interno della salad’ascolto. Le sue punte d’acciaio regolano l’al-tezza de La Scala (e quindi la distanza dellaporta di bass reflex dal pavimento) adattando,grazie a questa modalità di accordatura, la ri-produzione in bassa frequenza all’acusticadella sala d’ascolto. L’unica finitura disponi-bile (per contenere i costi non si poteva farealtrimenti) è in ciliegio europeo che crea ungradevole contrasto estetico con il pannellofrontale verniciato in nero. Le connessioni peril cavo di potenza sono realizzate con morsettirobusti e a norma, solo monowiring e che ac-cettano diversi tipi di terminazione. Tali mor-setti sono alloggiati su una piastra metallicache prevede anche un regolatore dell’efficienzadel tweeter all’interno di un ampio range didB. Il sistema di controllo del tweeter, che vada + 3 dB a – 3 dB, nonostante possa far stor-cere il naso a qualche purista, può rivelarsi ve-ramente utile a regolare la prestazione in altafrequenza del diffusore, in modo da adattarlaal gusto individuale o all’acustica della stanza.E’ disponibile, a livello opzionale ed in so-

vrapprezzo, una copertura frontale di tela acu-stica nera.

IL POSIZIONAMENTO IN AMBIENTECollocare La Scala nell’ambiente d’ascolto èun’operazione decisamente semplice, sostan-zialmente per tre motivi. Il primo riguarda lacollocazione inferiore del foro d’accordo chenon obbliga ad allontanare troppo i diffusoridalla parete di fondo; in questo modo si è svin-colati da un posizionamento forzato.Il secondo motivo riguarda la comodità di nondover sottostare ad un punto d’ascolto fisso, alvertice del classico triangolo, grazie alle gene-rose dimensioni del tweeter che permettono allemedio-alte frequenze di dispiegarsi su una su-perficie d’ascolto più ampia di quella propostada un tweeter più piccolo. Il terzo motivo è relativo alla possibilità di ope-rare una fine accordatura sia della gamma alta,tramite il potenziometro per l’attenuazione ol’esaltazione del tweeter, sia della gamma bassa,variando l’altezza delle punte da terra, allonta-nando la distanza del foro d’accordo dal pavi-mento. Più si desidera un suono asciutto e

maggiore dovrà essere questa distanza. Taledoppia accordatura si è rivelata molto utile, du-rante le varie prove d’ascolto effettuate, nel col-locamento in ambienti diversi enell’abbinamento con amplificazioni dal diffe-rente carattere sonico.

GLI ABBINAMENTI D’ASCOLTOCome per il posizionamento in ambiente, ancheriguardo ai partner di lavoro, queste casse acu-stiche si sono mostrate piuttosto docili, non di-sdegnando però qualche preferenza. Bisognatenere presente alcune considerazioni (energianecessaria e timbrica) per il raggiungimento deimigliori risultati. Cominciamo dalla potenza ne-cessaria. La dichiarazione del costruttore dipoter pilotare La Scala anche con amplificatori(presumo valvolari) di soli 7 watt mi è sembratapiuttosto ottimistica; non perché i diffusori nonsuonino, ma perché con tale, poca, potenzal’anima di queste casse acustiche rimane come“nascosta” all’interno di un involucro. Ho co-munque provato ad utilizzare finali che mon-tano le classiche valvole 3300 B eroganti 6/8watt per canale, ottenendo risultati che, per imiei gusti, mi sono sembrati un po’ carentisotto il profilo dell’articolazione dinamica. Sonopoi rimasto nell’ambito valvolare adottando ifinali KKlimo Kent che erogano una quarantinadi dinamici watt per canale, ottenendo una si-tuazione decisamente preferibile, non solo rela-tivamente all’impatto dinamico riprodotto, maanche per il controllo della generosa gammabassa generata dal grande woofer e dal note-vole litraggio del cabinet. Ho poi voluto esage-rare, arrivando a pilotare La Scala con un finalepotente (70 watt per canale a triodo e 140 a te-trodo), dinamico e controllato qual è il VVTL ST150. Con questa configurazione si è aperto unaltro mondo in termini di articolazione e rigoresul basso, oltre che precisione e focalizzazionein gamma medio-alta. Insomma, avrete capitoche quaranta/cinquanta watt a valvole sono lapotenza ideale per far cantare a dovere il pro-dotto della nostra prova. In ambienti più pic-coli della nostra sala di Redazione e del mio

Cross over estremamente minimalista per questi diffusori austriaci.

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IL REGNO DEGLI ASCOLTIWLM LA SCALA

47Fedeltà del Suono n. 166

personale ambiente d’ascolto (una cinquantinadi metri quadrati), le potenze necessarie pos-sono anche essere minori. Passiamo ora allostato solido. Ho abbinato a La Scala elettroni-che sia integrate che in due telai, ottenendobuoni risultati. Sono rimasto, riguardo alla po-tenza, nell’intorno dei watt adottati nei prece-denti ascolti con i valvolari, iniziando con unostorico integrato da 33 watt (ma all’atto praticosembrano essere molti di più) in pura classe A,il SSugden A 21 SE. Bellissima accoppiata elet-trica e che verrà apprezzata soprattutto da chiama sonorità caratterizzate dal timbro vellutatoin stile inglese. Ho poi provato a raddoppiare lapotenza utilizzando un integrato PPathos ClassicOne con la sezione pre valvolare, riscontrandoche queste casse acustiche austriache mostranouna certa predilezione per le valvole, mentremacchine tutte a stato solido sono state menogradite dai difusori della nostra prova. Abbina-menti con pre e finali più importanti mi sonosembrati eccessivi per casse acustiche dal costodi 4.000 euro la coppia, anche se non ho resi-stito alla tentazione dell’abbinamento che pre-diligo, quello ibrido: pre a valvole e finale astato solido, cercando soluzioni dal costo con-tenuto. Il piccolo pre CCopland CTA 305 e il preentry level di CConrad Johnson, il modello CClas-sic, accoppiati con un finale PPlinius P 10 da 200watt per canale, hanno fornito, al costo di unintegrato economicamente impegnativo, pre-stazioni molto interessanti, soprattutto riguardoal controllo e all’articolazione della gammabassa. Come sorgenti digitali e cablaggi ho fattodelle scelte che privilegiassero, il più possibile,la neutralità.

ANALISI D’ASCOLTODal paragrafo precedente s’intuisce la predile-zione per le valvole da parte dei diffusori inprova, anche se l’accoppiata ibrida mi è piaciutamolto, proprio perché va a colmare uno deipunti critici di questi diffusori che è, come lamaggioranza delle casse acustiche con accordoreflex e woofer di grandi dimensioni, quello delcontrollo in gamma bassa. Anche il miglior val-volare da me provato non riesce a governarecome un buon finale a stato solido quel rangedi frequenza. Le valvole, però, hanno creato ingamma alta la trasparenza, l’ariosità e la tramasonora che anche un finale a stato solido moltoraffinato come quello da me adottato non è riu-scito a fornire. Una caratterizzazione di questo prodotto ri-guarda l’eequilibrio timbrico decisamente pro-nunciato in gamma medio bassa. Talecaratteristica porta a rendere subito accattivantela riproduzione, con bellissime voci maschili,ma un poco distante dal codice dell’assolutaneutralità proposto da altri prodotti che, però,non hanno il fascino sonico de La Scala. Ilbasso generoso riprodurrà con forza sia l’or-gano che le percussioni, sia il sax baritono cheil contrabbasso, rendendo piacevole ogniascolto. Salendo in frequenza ecco che entra,con estrema grazia e in punta di piedi, il lavorodel tweeter. In realtà sarebbe più corretto par-lare di mid tweeter, dal momento che questotrasduttore comincia a riprodurre frequenze ap-pena sopra i 1.000 Hz per arrivare ben oltre illimite superiore dell’udibile. Ciò comporta, da

parte sua, un grande impegno, offrendo unanotevole coerenza di emissione, a tutto vantag-gio della sensazione di compattezza armonica.Il merito di tutto questo è anche del cross overminimalista, in grado di “tenere per mano”, ac-compagnandoli nello svolgimento del lavoro, idue particolari altoparlanti. Da quanto dettoscaturisce un suono sul medio alto molto ac-cattivante, con suadenti voci femminili, anchese qualche caratterizzazione timbrica fa scivo-lare la timbrica verso delicate colorazioni ta-bacco. Ancora più in alto il tweeter riproduce inscioltezza violini e flauti, trombe e piatti dellabatteria, non arrivando però a generare unanetta sensazione di aria fra gli strumenti. Per-sonalmente prediligo tweeter dalle minori di-mensioni, in modo che vengano iniettate ingamma alta superiori dosi di ossigeno, portan-dosi dietro un maggiore contenuto di armoni-che. Devo però complimentarmi con il risultatoraggiunto dai tecnici austriaci, i quali hannofatto raggiungere a La Scala, con questo tra-sduttore, un piacevole senso di musicalità. I mi-gliori risultati da questo componente li hoottenuti esaltando di 2 dB il suo range di la-voro, sia nella sala della Redazione che nellamia personale sala d’ascolto, ricreando una mo-dalità riproduttiva più vicina ai miei gusti per-sonali. Questa regolazione ha aiutato non pocoanche le volumetrie fra gli artisti collocati sullascena acustica. Nonostante questo, però, iltweeter di grandi dimensioni i miracoli non èriuscito a farli, impedendo di elargire abbon-danza di aria per tutti. In ogni caso gli esecutorisul palco beneficiano di un sufficiente senso dispazialità, che permette all’ascoltatore di ren-derli tutti distinguibili nella posizione. L’utentericeve, inoltre, un gran regalo da un tweetercosì grande: è possibile spostarsi dalla posizionedi vertice dell’ascolto che normalmente si as-sume, e guadagnare molti gradi di mobilitàsenza perdere la correttezza della ricostruzionescenica. Il messaggio riprodotto, seppure nonappaia particolarmente svincolato dai diffusori(soprattutto in altezza), riesce lo stesso a fornireuna buona sensazione di lateralizzazione. Sem-

Morsetti solo mono wiring per il cavo di po-tenza e potenziometro che regola l’emissionedel tweeter da –3 dB a +3 dB.

IL REGNO DEGLI ASCOLTIWLM LA SCALA

48 Fedeltà del Suono n. 166

CARATTERISTICHE TECNICHE

Tipo: da pavimentoNumero vie: dueAccordo: bass reflex inferioreRisposta in frequenza: 30 Hz - 25 kHzImpedenza: 8 OhmSensibilità: 93 dB - 1m/1WPotenza raccomandata: da 7 a 200 WattTweeter: 6,4 cm Woofer: 21,0 cmDimensioni (lxpxh): 25,6x27,3x103,0 cmPeso: 48 Kg la coppiaPrezzo IVA inclusa: euro 4.000,00 la coppiaDistributore: LP Audio – Web: www.lpaudio.it

pre riguardo al lavoro prodotto dal particolaretweeter, devo dire che tale componente ha per-sonalizzato la riproduzione del parametro ttra-sparenza. Intendo dire che, all’atto pratico, nonmancano né i dettagli fini e finissimi, né i par-ticolari che arricchiscono l’evento sonoro ri-prodotto, merito, anche, di un portentoso sensodi coerenza armonica. Ma il grande tweeter nonha, per sua costituzione fisiologica, la capacitàdi generare le snellissime evoluzioni in gammaalta che è in grado di eseguire un componenteda 2,5 cm. Ciò comporta che la risoluzione delleminute sfumature soniche che devono raggiun-gere l’ascoltatore attraverso la trama sonora, ri-mangano un poco frenate all’interno delle suemaglie, abbassando leggermente la sensazionedi trasparenza di questi diffusori. Anche perquesto motivo sono da preferire amplificazionivalvolari che, riguardo ciò che stiamo conside-rando, sono superiori ai risultati ottenibili daamplificazioni a stato solido di pari categoriaeconomica. L’importante è adottare valvolarimoderni e dall’adeguato controllo della gammabassa, altrimenti il generoso basso de La Scalatenderà ad invadere il range di frequenza supe-riore, facendo abbassare il generale livello dellatrasparenza.Ma è proprio questo basso che, se governato adovere, concederà una entusiasmante ddinamica,ricca ed esuberante, anche in virtù della ottimaefficienza del sistema. I 93 dB delle casse acu-stiche in prova non sono pochi, ma non biso-gna lasciarsi commuovere da tanta grazia.Come ho detto nei paragrafi precedenti, dimen-ticate che 7 watt di potenza possano tirare fuorila vera anima de La Scala. Con 35 watt valvo-lari questi diffusori cominceranno a cantarebene; con 70 watt valvolari esploderanno inuna dinamica travolgente; con 140 watt a statosolido si otterranno gli stessi risultati appenadescritti ma con diverse connotazioni timbri-che. Insomma, se ben pilotate, queste casse acu-stiche regaleranno emozioni a non finire.Magari la microdinamica non sarà delle più raf-finate, non si percepiranno tutte le microevolu-zioni armoniche all’interno di intricatogroviglio orchestrale, ma la macrodinamica ga-rantirà l’impatto e il coinvolgimento di unevento dal vivo. Il grande woofer e il non tra-scurabile litraggio elargiranno bordate a non fi-nire. In particolare, nella riproduzione dellagrande orchestra, La Scala è in grado di rega-lare un piacevolissimo senso di “verità dina-mica”, nonostante la microdinamica dalla

struttura viscosa tenda a rallentare un poco loscorrimento di un generale fluire che, comun-que, non esagero a definire travolgente.

CONCLUSIONI La Scala è un diffusore molto interessante chemi ha favorevolmente colpito per le scelte co-raggiose e un po’ in disuso con le quali ha rag-giunto risultati di rilievo, soprattutto inconsiderazione del suo range economico di ap-partenenza. Certamente caratterizzato timbri-camente (ma con i partner giusti si mitiga moltola mancanza di una spiccata neutralità), questoprodotto ha pochi rivali riguardo a dinamica ecoerenza poiché, grazie alle scelte progettualiattuate, si è ottenuta una notevole sensibilità eduna capacità di riprodurre, ad opera di un twee-ter di grandi dimensioni, un vastissimo rangedi frequenza. Per contro, una tale scelta co-struttiva ha portato ad avere una gamma altanon ariosissima, nonostante venga riprodottauna frequenza abbondantemente sopra la so-glia dell’udibile. È sicuramente questo partico-lare trasduttore a dare le direttive soniche atutta la riproduzione, determinando il risultatodescritto nell’analisi sonora. Per questa partico-lare scelta va dato atto ai tecnici austriaci diaver realizzato un prodotto dal positivo, anchese personale, risultato. Facile da pilotare e, so-prattutto, da collocare in ambiente, La Scala èun diffusore che dimostra come le scelte tecni-che classiche, se riproposte adottando soluzioniall’avanguardia, portino ancora a risultati ditutto rispetto.

Il particolare tweeter di grandi dimensioni che ca-ratterizza l’intera emissione sonora de La Scala.