Di Alessio Carrano II SANU Progetto di: Metodologie Didattiche e Comunicative per la Diffusione...

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Arte & Cibo di Alessio Carrano II SANU Progetto di: Metodologie Didattiche e Comunicative per la Diffusione della Cultura

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Arte&

Cibo

di Alessio Carrano II SANUProgetto di: Metodologie Didattiche e Comunicative per la Diffusione della Cultura Scientifica

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“Gli alimenti o cibo sono per definizione ogni sostanza che sia in grado di fornire energia, materiale per i tessuti o catalizzatore chimico a qualsiasi organismo vivente. Specificatamente nell'uomo, gli alimenti sono, a tutti gli effetti, organismi animali, vegetali e loro derivati, che la specie umana ha selezionato nel corso dei millenni in relazione alla loro reperibilità e alla loro capacità di rispondere ai bisogni di sostentamento biologico. . .

. . .Ove queste esigenze primarie siano superate, gli alimenti assumono ulteriori significati di tipo culturale e simbolico”

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Perché considerare il cibo soltanto elemento indispensabile per l’uomo?

Perché non farlo diventare . . . arte?

Probabilmente queste domande si è posto Giuseppe Arcimboldo quando creò le sue opere; non considerando frutta, verdura e ortaggi in quanto tali ma elementi di raffigurazione di una persona.

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Arcimboldo Autunno1573 Musée du Louvre, Paris.La testa spunta da un vecchio tino disfatto e rami di salice legano i singoli listelli di legno. Una pera succosa forma il naso bitorzoluto, la guancia rigonfia è una mela matura, il mento un melograno e probabilmente una rossola (specie di fungo) costituisce l’orecchio con un pendente a fico maturo. L’involucro spinoso della castagna forma la bocca e il frutto contenuto sembra una lingua appuntita che si spinge tra le labbra in attesa del delizioso piacere. Il capo è coronato sia da uva bianca sia da uva nera, un enorme zucca e pampini rossicci: chiaro il richiamo alle tradizionali rappresentazioni di Bacco. Nel complesso è il volto di un personaggio rude e grossolano.

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Arcimboldo Inverno 1573 Musée du Louvre, Paris.Come un mantello che avvolge l’inverno è utilizzata una stuoia di paglia. Per rendere la figura di un uomo vecchio e abbandonato è stato riprodotto un ceppo d’albero quasi essiccato con una corteccia spaccata e particolarmente nodosa sul collo. Il naso è una appendice spellata , la bocca gonfia e senza denti rappresentata da un fungo si colloca sopra il mento ispido grazie alle radici. L’occhio è incassato in una spaccatura della corteccia e il resto di un ramo spezzato suggerisce l’orecchio. Un intreccio di rami secchi, che si snodano in ogni direzione, forma la capigliatura e potrebbe alludere ad una corona. Il verde dell’edera che occupa la parte superiore della testa rafforza la speranza che l’inverno non duri eternamente e insieme a un’arancia e a un limone dai colori caldi, fuoriuscenti dal petto, portano una parvenza di sole e di calore nella desolazione della stagione fredda.

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Arcimboldo Primavera 1573 Musée du Louvre, Paris.Innumerevoli fiori con le loro foglie ed i loro steli, sapientemente assemblati in una combinazione naturalistica creano l’illusione dei capelli, del vestito e della pelle. IL verde delle foglie costituisce l’abito da ci sbuca un iris, mentre una serie di fiori bianchi crea unaspecie di colletto alto che lo separa dal volto. La pelle è composta da infiorescenze rosate, il naso è un bocciolo di giglio, l’orecchio un tulipano da cui pende un’aquileia (orecchino). Ciò lascia intendere che il dipinto raffiguri il volto di una giovane donna sorridente. Gli occhi sono due bacche di belladonna.I capelli sono resi mediante una corona di fiori variopinti e molto vari; dalla chioma spunta chiaramente un giglio bianco. Il vestito è ornato da foglie di lattuga e una miriade di spezie fresche, che completano un abito sicuramente primaverile.

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Arcimboldo Estate 1573Musée du Louvre, Paris.Qui un intreccio a trama semplice di spighe di grano che fuoriescono dal colletto forma il corpo; sulla manica compare la data d’esecuzione: 1573, il colletto riporta il nome dell’artista finemente intessuto, la lettera F sta per “fecit”. Sul petto un carciofo è

prominente. La carnagione tende ai toni dell’arancio grazie alla combinazione di frutti: una pesca per la guancia, ciliegie rosse formano le labbra … il naso è un cetriolo mentre l’orecchio è una melanzana. Tra i capelli notiamo prugne, una pannocchia di mais, lamponi e qualche spiga.

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Arcimboldo Rodolfo II in veste di Vertunno 1591 Skoklosters Slott Styrelsen, Stoccolma.

Nel dipinto Vertunno, dio delle mutazioni cui si attribuiva la facoltà di trasformasi in qualsiasi cosa desiderasse, è ritratto frontalmente e sono stati accorpati fiori e frutti di ogni stagione, nati sotto tutti i segni dello zodiaco e presenti in ogni parte di Europa. Una ghirlanda di fiori vari adagiata sulla spalla destra come una fascia per impreziosire il mezzo busto distoglie l’attenzione dal volto a causa del giglio bianco, senza dubbio il particolare più luminoso del quadro.

Una mela cotogna e una pesca formano le gote turgide, due succose ciliegie il labbro inferiore, una pera il naso, due baccelli di piselli verdi costituiscono le palpebre e la fronte alta e spaziosa è resa mediante una zucca. Tra i capelli si notano grappoli d’uva, prugne, olive, nonché spighe di grano. E’ quasi certa la volontà dell’Arcimboldo di raffigurare in questo dipinto l’imperatore Rodolfo II.

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Arcimboldo L'ortolano1590 Museo Civico Ala Ponzone, Cremona.

Apparentemente una innocua scodella piena di vegetali oppure, se ribaltata a 180 gradi, allude a Priapo “hortulano custode”, ultimo tra i personaggi che appartengono alla Battaglia d’amore in sogno di Polifilo. La seconda alternativa è avvalorata dal particolare sospetto dei tre elementi vegetali che formano il naso e le guance, molto somiglianti al classico “attributo” di Priapo.

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Arcimboldo Il Cuoco 1570Museo del Luxembourg, Parigi.

Nient’altro che pezzi d’arrosto formano la testa di un tipaccio dall’orrenda dentatura. Capovolgendo il quadro ne risulta un piatto succulento di arrosto ornato da una fettina di limone. Si intravedono le mani di qualcuno che sta coprendo la pietanza per evitare che si raffreddi.

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Lasciare la libertà di interpretazione agli osservatori.

Questo è, invece, il proposito di Sergio Scatizzi, artista contemporaneo che nei suoi quadri lascia libero spazio alla fantasia nel decifrare le sue opere composte da frutti sempre in continua mutazione.

In questi lavori il pennello cede il posto alla spatola e la spatola lavora come una cazzuola, mentre il colore modellato plasticamente diviene, grazie alla fantasia, essenza sempre più reale, ma pur sempre in costante cambiamento.

Il nome del quadro non potrà aiutarvi a comprendere l’intera composizione, ed è per questo che lascio a voi il compito di decifrare l’arte, prima di leggere il commento che svelerà ogni pezzo del puzzle.

Un solo consiglio. . .concedetevi qualche minuto nell’osservazione, tentando anche di indovinare quale cibo voleva rappresentare l’artista e vedrete che le possibilità di combinazione saranno infinite.

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Scatizzi Natura2000Galleria d‘Arte lo Zodiaco, Pisa

L’arte, in quest’opera, richiama inequivocabilmente i temi dell’autunno con i simboli di un grappolo d’uva nero e qualche mela ancora non matura, che prendono vita su uno sfondo indefinito.

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Scatizzi Natura1998Galleria d‘Arte lo Zodiaco, Pisa

In quest’opera ritroviamo da un lato una pera con una fetta di melone, dall’altra un melone intero ed una mela matura, che riempiono il quadro creando un’atmosfera pacata e calma, quasi invitando l’osservatore a prendere posto e a gustare i frutti della natura.

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Scatizzi Natura con Frutti2000Galleria d‘Arte lo Zodiaco, Pisa

Qualche mela, un agglomerato di prugne ed un enorme melograno sembrano galleggiare in un mare azzurro chiaro creando un contrasto tra i colori caldi dei frutti e lo sfondo leggermente più freddo sintomo del passaggio dall’autunno all’inverno.

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Scatizzi Natura Morta1997Galleria d‘Arte lo Zodiaco, Pisa

In questo quadro fanno fatica ad emergere una zucca ed un grappolo d’uva, mentre permane il dubbio sull’identità del frutto rosso. . .una prugna o un pomodoro?

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Scatizzi Natura sul Mare1999Galleria d‘Arte lo Zodiaco, Pisa

In quest’opera lampante è la forzatura nel contesto in quanto troviamo un grappolo d’uva e due limoni su una spiaggia, forse a indicare che ormai l’estate è al termine e che un nuovo ciclo si sta per riaprire.

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Due grandi artisti, due epoche così lontane, due tecniche distanti anni luce, due modi differenti di vedere e di interpretare la natura, eppure questi due artisti hanno saputo lasciare un immagine originale e individuale della loro visione del cibo.

Anche se con queste enormi differenze, entrambi gli artisti condizionano l’osservatore quasi invitandolo a prendere posto al banchetto ornato di frutti, ortaggi e verdure di ogni genere.

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GRAZIE MILLE PER L’ATTENZIONEDa

Alessio Carrano