DETAIL_Abitare collettivo

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Inserto ampliato in italiano 2 L’opinione Alessandra Zanelli 3 Abitare in Italia Villaggio olimpico a Torino, Benedetto Camerana (progettista capogruppo) Edificio residenziale IPES zona di espansione “Resia 1”a Bolzano, cdm architetti associati con B&F architetti ed ingegneri associati 6 Eventi e pubblicazioni sull’abitare  Nuove forme abitative – nuove strategie costruttive, VII Incontri dell’Annunziata Ascoli Piceno Alta densità abitativa, Case unifamiliari, Housing for People of All Ages, Case – Abitare oggi nel mondo, Edilizia sociale in Europa - Premio Ugo Rivolta 7 Prodotti  Duravit, Cassina, iGuzzini, Catellani & Smith, Ardo, Nemo illuminazione, Faber, Berloni 8 Traduzioni in italiano di testi e legende Tipologie Dibattiti Il dibattito architettonico spesso verte sulle attuali tendenze formali o sulla “spettacolariz- zazione”. Gli aspetti sociali dell’architettura di frequente hanno un ruolo marginale. In diverse città tedesche, sono attualmente allo studio concetti per l’avvenire; inoltre, si assiste alla rinascita della questione di nuove forme dell’abitare. Agli architetti si offre la possibilità di entrare nel dibattito attivamente sviluppando soluzioni innovative e non convenzionali in un settore edilizio caratterizzato da standard tradizionali. I progetti pro- posti in questo numero di Detail presentano tipologie per cui l’aspetto sociale ha un ruolo cardine dimostrando che al binomio individualità e collettività può corrispondere una differenziazione architettonica. Andreas Gabriel Rivista di Architettura 9 · Detail Conzept: Abitazioni collettive Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/208/ErgebnisHeft

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Inserto ampliato in italiano

  2 L’opinione AlessandraZanelli

  3 Abitare in Italia VillaggioolimpicoaTorino,BenedettoCamerana(progettista

capogruppo) EdificioresidenzialeIPESzonadiespansione“Resia1”aBolzano,

cdmarchitettiassociaticonB&Farchitettiedingegneriassociati

  6 Eventi e pubblicazioni sull’abitare  Nuoveformeabitative–nuovestrategiecostruttive,

VIIIncontridell’AnnunziataAscoliPiceno Altadensitàabitativa,Caseunifamiliari,HousingforPeopleofAll

Ages,Case–Abitareogginelmondo,EdiliziasocialeinEuropa-PremioUgoRivolta

  7 Prodotti  Duravit,Cassina,iGuzzini,Catellani&Smith,Ardo,

Nemoilluminazione,Faber,Berloni

  8 Traduzioni in italiano di testi e legende Tipologie Dibattiti

Ildibattitoarchitettonicospessovertesulleattualitendenzeformaliosulla“spettacolariz-zazione”.Gliaspettisocialidell’architetturadifrequentehannounruolomarginale.Indiversecittàtedesche,sonoattualmenteallostudioconcettiperl’avvenire;inoltre,siassisteallarinascitadellaquestionedinuoveformedell’abitare.Agliarchitettisioffrelapossibilitàdientrareneldibattitoattivamentesviluppandosoluzioniinnovativeenonconvenzionaliinunsettoreediliziocaratterizzatodastandardtradizionali.Iprogettipro-postiinquestonumerodiDetailpresentanotipologiepercuil’aspettosocialehaunruolocardinedimostrandochealbinomioindividualitàecollettivitàpuòcorrispondereunadifferenziazionearchitettonica. AndreasGabriel

Rivista di Architettura9 · Detail Conzept:

Abitazioni collettive

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http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/208/ErgebnisHeft

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2 L’opinione Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 9 ∂

In questi ultimi anni nell’Italia intera, sembra aver preso corpo una sensazione di emer-genza abitativa che, come spesso accade anche in altre situazioni, ha rappresentato il volano per una rinnovata operatività diffusa, a volte virtuosa, a volte no. A tre anni di distanza dalla denuncia del Cresme1 di un fabbisogno pregresso di al-loggi pari a 500.000 unità, sul territorio na-zionale, reso quasi incolmabile da uno sce-nario di allargamento continuo della domanda e dalla criticità della tipologia ri-chiesta, in massima parte rappresentata dal-le fasce deboli della popolazione, altri due fattori emergenziali incombenti - la crisi eco-nomica e la crisi energetica - contribuiscono oggi a modellare le forme di risposta alle esigenze sempre più eterogenee e articolate di abitazioni collettive. È necessario distin-guere tra le numerose pratiche di edilizia re-sidenziale oggi in atto e, in particolare, trala-sciando quelle forme abitative di massa spesso frettolosamente costruite per una collettività non meglio indagata e ascoltata, sono registrabili alcune esperienze proget-tuali sul tema della residenza multipiano che hanno i connotati di un intervento sociale. Il rammarico è che tali esperienze risultino an-cora troppo sporadiche e ben poco suppor-tate da regie e strategie di livello nazionale. Torino, Bologna, Milano, Roma, in questi an-ni sono teatro di grandi processi di trasfor-mazione infrastrutturale e di riqualificazione edilizia che prevedono al loro interno una quota parte di interventi destinati alla resi-denza di massa. Si tratta di percorsi di rin-novamento degni di nota, come nel caso delle residenze per il Villaggio olimpico di Torino, e che promettono un incremento del-la qualità urbana su molteplici livelli. Uno dei quali dovrebbe essere innescato proprio dal fattore: “nuove case per tutti”2. Ma se osserviamo, per esempio, nel detta-glio l’atlante dei nuovi interventi destinati a trasformare il cuore dell’area metropolitana milanese, ci accorgiamo che i nuovi spazi per l’abitare collettivo rappresentano solo una quota irrisoria dell’edificato complessivo previsto, variabile tra l’1% e il 3–4% nei mi-gliori dei casi3. D’altro canto, i medi e piccoli

istanze ecologiche o energetiche) e ritornan-do al tema dell’abitazione collettiva e della responsabilità dell’architetto nella sua inter-pretazione, servendosi di una naturale attitu-dine a vedere soluzioni ancora non chiara-mente espresse dalla società, potremmo chiederci: sappiamo noi costruire poetica-mente?7 Dopo i tanti percorsi intrapresi, for-se è tempo di tracciare una strada più in sin-tonia con l’arte, la poesia, delineando una progettualità di ascolto tanto con il cosmo quanto con i suoi abitanti, proponendo il ri-torno a quelle leggi della forma fondate sul “minimo energetico”8 e sul ricorso alla mini-ma quantità di materia rispondente alla mas-sima efficienza9. Un percorso ecologico ed economico, che alcuni grandi maestri han-no saputo segnare attraverso i monumenti del passato e che oggi è giunto il momento di sperimentare anche nell’architettura diffu-sa della casa.

centri allargano le periferie dotandole di nuove costruzioni legate al commercio e al terziario e destinando, ancora una volta, una piccola parte alla residenza. Anche in que-ste situazioni è urgente quanto auspicabile che venga attuato un ri-bilanciamento tra l’interesse privato e l’esigenza collettiva, poi-ché il problema maggiore, oggi, non è tanto quello di disattendere il bisogno di acquista-re o affittare un alloggio, quanto quello di in-nescare trasformazioni urbane prive dei ne-cessari presupposti di interpretazione delle reali condizioni di vita e di lavoro della so-cietà odierna e di prefigurazione dei bisogni futuri. Ciò che le comunità di autocostruzio-ne e di co-housing sembrano aver capito in modo nitido e tempestivo, è che oggi la so-cietà necessita di spazi abitativi da adattare, condividere e personalizzare; ma anche da lasciare e riprendere in cicli temporali sem-pre più brevi4. Se la crescente consapevo-lezza di una crisi energetica alle porte ha avuto come prima conseguenza la compar-sa sul mercato edilizio di una considerevole quantità di nuovi prodotti da costruzione dal-le promettenti (non sempre comprovate) performance di risparmio energetico, è si-gnificativo osservare che alcuni progettisti hanno saputo rispondere, proponendo solu-zioni tecniche non superficialmente pedisse-que alle novità dell’industria. Hanno cercato, come nel progetto di 52 residenze per an-ziani dell’Aler di Brescia, un’integrazione ef-fettiva dei dispositivi di minimizzazione dell’uso delle risorse energetiche, privile-giando al tempo stesso il ricorso a tecnolo-gie costruttive reversibili, in grado cioè di fa-vorire le pratiche di smontaggio e di riciclo dei materiali a fine vita5. Hanno voluto conci-liare, come nel caso degli 88 alloggi dell’Isti-tuto di edilizia sociale di Bolzano, le aspetta-tive di personalizzazione domestica con i requisiti di ordine generale, sia di matrice compositiva che di ordine fisico-tecnico e impiantistico. Infine sono stati pionieri, come nel caso della riqualificazione dei cortili delle case popolari di San Siro6, nella sperimenta-zione di pratiche di progettazione partecipa-ta. Tralasciando per un attimo le istanze economiche (anche quelle travestite da

L’opinione di Alessandra Zanelli

Costruire l’abitazione collettiva

Alessandra Zanelli, architetto e PhD, dal 2005 è ricer-catore presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’ambiente costruito del Politecnico di Milano. Membro dell’unità di ricerca SPACE, sviluppa la pro-pria attività scientifica attorno ai seguenti temi: i siste-mi costruttivi portatili e adattabili, i metodi e le tecnolo-gie per la reversibilità della costruzione, le tecniche di assemblaggio a secco e la loro applicabilità al settore residenziale, i processi produttivi dei materiali avanza-ti, con particolare riferimento ai tessili tecnici.

A Residenze per anziani – progetto B.I.R.D. di Bre-scia, sviluppato e coordinato da Ettore Zambelli con Ivan Angelo Ciocchi. A

1 AA. VV., Il mercato delle costruzioni 2006. XIII Rap-porto Congiunturale Cresme, CRESME Ricerche, Roma, 2005.

2 L’attualità del dibattito sul tema della casa è testi-moniato dalle seguenti mostre: Casa per tutti alla Triennale di Milano, e Home Delivery. Fabricating the Modern Dwelling al MoMA di New York.

3 S.BOERI, Caleidoscopio Milano, in Multiplicity Lab a cura di, Milano. Cronache dell’abitare, Bruno Mon-dadori, Milano 2007, pp. 9–17.

4 www.cohousing.it; promosso dalla società di servi-zi Innosense e dal Politecnico di Milano.

5 V.GIURDANELLA, Progetto reversibile. Strategie di decostruzione della residenza e scenari per la se-conda vita di materiali e componenti, Politecnico di Milano, Dipartimento BEST, Tesi di Dottorato, 2008.

6 A. DELERA, Progettazione partecipata nel quartiere di San Siro di Milano, Libreria Clup, Milano, 2004.

7 “Noi sappiamo abitare poeticamente?” si chiede Martin Heidegger in “...dichterisch wohnet der Mensch...”, 1951 (trad. it. “...poeticamente abita l’uomo...”, in Saggi e discorsi, a cura di Gianni Vat-timo, Milano, Mursia, 1976, 2a ed. 1991).

8 M. PIATTELLI-PALMARINI, Il ritorno delle leggi della forma, in AA.VV. La vita in Bilico, Ed. CPM, Roma, 2006, pp. 45-57.

9 F. Otto afferma: “I nostri tempi richiedono maggior leggerezza, maggiore risparmio di energie, maggiori mobilità e adattabilità; [...] L’architettura di domani, dovrebbe essere progettata perseguendo i principi della costruzione a massa minima e a energia mini-ma” (dalla introduzione di F. Otto in: B. Forster, M. Mollaert, Progettare con le membrane, ed.it. a cura di A. Zanelli, Maggioli, Rimini, 2007).

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“Prolungare nel tempo la memoria dei Giochi Olimpici ed esaltare il percorso di trasforma-zione concreta della città”.Il progetto considera le esigenze del breve ma importante evento internazionale e, al tempo stesso, l’evoluzione della Torino post-olimpica, privilegiando gli aspetti della fles-sibilità, della sostenibilità, dell’internazionali-tà e della relazione con il contesto. Il programma del concorso prevedeva tre lotti residenziali, il recupero delle arcate mo-derne dell’ex Mercato Ortofrutticolo (MOI) come Centro Servizi per atleti e giornalisti e un ponte pedonale sopra la ferrovia. Per otti-mizzare i tempi e rispettare le scadenze, si sceglie di elaborare un masterplan d’impo-stazione semplice e caratterizzato da una forte frammentazione che intende agevolare la futura dismissione per parti. All’interno di questo schema, le diverse soluzioni architet-toniche immaginate dai vari architetti trovano un comune denominatore nel concerto di colori, nella ricerca della qualità bioclimatica e del risparmio energetico, nell’articolazione degli spazi pubblici definita nel progetto di

paesaggio elaborato da Camerana. Lo spiri-to dell’Olimpiade viene espresso sia come multiforme aggregazione di linguaggi propo-sti da diversi architetti internazionali, sia tra-mite i colori dei prospetti, che intendono evocare le combinazioni cromatiche delle diverse bandiere nazionali. I 39 fabbricati sono disposti secondo uno schema a scac-chiera impostato su linee guida definite dalle arcate del MOI incrociate con le direttrici de-gli isolati a ovest, dando origine a vedute diagonali verso il Lingotto e la collina, oltre che sull’arteria diagonale ove si intrecciano giardini e corti. Camerana si occupa della progettazione del lotto 4, mentre a Steidle e Derossi sono affidati i lotti 3 e 5. La varietà di linguaggio dei lotti 3 e 4 è stata ulteriormen-te enfatizzata dalla partecipazione di quattro guest architects europei, invitati a interpreta-re liberamente due interventi per ogni lotto utilizzando solo i colori bianco e grigio, e di due architetti torinesi per aggiungere varia-zione al lotto 5. Nell’intervento di Camerana, insignito della Medaglia d’oro per l’Architet-tura Italiana - sezione Abitare, gli edifici han-

Abitare in Italia

Villaggio olimpico, TorinoProgettazione: Benedetto Camerana (capo-gruppo), AIA Architects, Albert Constantin, AIA Agibat, Derossi Associati, Hugh Dutton Associes, Angela Maccianti, Inarco, Prodim, Massimo Rapetti, Giorgio Rosental, Steidle und Partners, Carlo Perego di Cremnago, Agostino Politi Consulenza architettura: Diener + Diener, Atelier Krischanitz, Ortner + Ortner, Hilmer + Sattler

no un’impostazione volutamente semplifica-ta, con un impianto a scala centrale su cui si affacciano da due a quattro alloggi. La va-rietà è affidata ai prospetti, dove il colore gioca un ruolo fondamentale nell’enfatizzare le interazioni tra i diversi elementi del muro, della nicchia e della persiana scorrevole, generando una sorta di “tavolozza” in cui va-ri elementi cromatici possono assumere configurazioni diverse. Al già citato valore simbolico dei colori, si affianca la ricerca di un ideale collegamento con l’arte contempo-ranea, protagonista delle trasformazioni ur-bane di Torino con iniziative come Luci d’ar-tista e installazioni di artisti internazionali che punteggiano l’asse urbano della cosiddetta Spina. La conversione post-olimpica, com-pletata nell’arco di tre anni, conferma la vo-lontà dei progettisti di realizzare una nuova parte di città, dove il progetto ha previsto di destinare gli spazi del lotto 2 al commercio, ai servizi e all’Università, il lotto 4 alla sede degli uffici ARPA, il lotto 3 in parte al merca-to dell’abitazione e in parte a residenze per il CONI, il lotto 5 all’abitazione popolare.

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Abitare in Italia

Il progetto, commissionato dal’IPES – l’Istitu-to per l’Edilizia Sociale della Provincia Auto-noma di Bolzano è localizzato in un’area di recente espansione nella zona sud-est della città. L’intervento dello studio cdm è lungo la stra-da di accesso alla zona residenziale ed è caratterizzato da uno sviluppo planimetrico a “C”; aperto verso sud-ovest, a completa-mento della cortina edilizia del lotto. Gli edi-fici realizzati sono caratterizzati da una netta distinzione nel trattamento delle facciate. Seguendo un unico registro compositivo, i progettisti hanno individuato una diversità di soluzioni tra i prospetti rivolti verso lo spazio urbano e quelli affacciati sul cortile interno. Il

dell’edificio, i muri di recinzione dei giardini privati e l’involucro che contiene le griglie di aerazione dell’autorimessa interrata sono re-alizzati con elementi prefabbricati in calce-struzzo a vista.I tamponamenti esterni in termolaterizio, l’in-tonaco con isolamento a cappotto, i serra-menti ad alte prestazioni energetiche, l’im-pianto di riscaldamento a pavimento radiante a bassa temperatura, i pannelli so-lari termodinamici e il tetto giardino - sfrutta-to per la raccolta delle acque meteoriche da utilizzare nell’irrigazione del giardino - hanno contribuito a ridurre sostanzialmente il fabbi-sogno energetico del complesso, in linea con le restrittive norme della Provincia Auto-

fronte esterno è chiuso, ritmato da un mar-capiano continuo che regola l’altezza di tutte le aperture, apparentemente disposte senza regolarità; mentre le facciate sul cortile sono caratterizzate da grandi vetrate e profondi balconi continui. Il marcapiano, elemento or-dinatore dell’intero edificio, sostiene e regola il sistema dei pannelli scorrevoli in legno che, sul fronte esterno provvede al necessa-rio oscuramento degli ambienti, mentre su quello interno materializza i brise-soleil che garantiscono la privacy dei balconi. I serra-menti a tutta altezza offrono il massimo della luminosità interna e i parapetti in acciaio a montanti verticali caratterizzano tutte le aperture e i balconi interni. Lo zoccolo

Edificio residenziale IPES zona di espan-sione “Resia 1”, Bolzano Progettisti: cdm architetti associati – Edoar-do Cappuccio, Giuseppe DonatoTomaso Macchi Cassia con B&F architetti e ingegne-ri associati

A Vista sul cortile internoB Balconi con parapetti in acciaio e brise-soleil scor-

revoli in legno che affacciano sul cortile internoC Sezione di dettaglio della facciata sul cortile inter-

no scala 1:20D Vista della facciata sulla strada A

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noma. In contrapposizione con il disegno or-togonale imposto dalla tipologia edilizia dell’isolato chiuso, il progetto unitario degli spazi all’aperto introduce nuove gerarchie e articolazioni, adottando per tutta l’area un registro geometrico differente. Ampie super-fici rialzate, trattate a verde, sono attraversa-te da intagli circolari di dimensione variabile che individuano ben definiti ambiti funzionali dedicati al gioco e alla sosta. Le lunghe se-dute in iroko bordano i cerchi e integrano il sistema di areazione delle autorimesse inter-rate parallele al portico. Il trattamento geo-metrico e cromatico delle aree piantumate accentua la gerarchia tra le parti ed esalta gli assi visivi dello spazio pubblico.

C D

1 Solaio di copertura: tappeto di Sedum, terriccio, telo in poli-propilene, drenaggio 40 mm, feltro in polie-stere, manto imperme-abile, feltro in polieste-re, massetto in cls. 100 mm, isolante in polistirolo estruso 2≈ 50 mm, barriera al va-pore, solaio in latero-cemento 240 mm, intonaco

2 Parapetto: tubolari in acciaio 50/50 mm, piatti 50/5 mm e barre Ø 10 mm

3 Brise-soleil scorrevole: telaio in alluminio ano-

dizzato, doghe in le-gno 255≈180 cm

4 Parete divisoria tra bal-coni: struttura in accia-io zincato, pannelli in legno 256≈185≈15 cm

5 Solaio di interpiano: pavimento in klinker 15 mm, caldana 70 mm, guaina, mas-setto in cls. 60 mm, solaio in laterocemento 240 mm, intonaco

6 Soglia in pietra 30 mm8 Carter in alluminio,

sottostruttura in acciaio e isolante interno

9 Serramento a taglio termico in legno-allu-minio con vetrocamera

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6 Eventi e pubblicazioni sull’abitare Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 9 ∂

Edilizia Sociale in Europa, Premio Ugo Ri-volta 2007AA.VV., Editrice Abitare Segesta, 2008, Mila-no, 184 pp., ISBN 88-81116-96-1, ™ 22,00

Questo volume, presentato in occasione del XXIII Congresso Mondiale degli Architetti: Transmitting Architetture, tenutosi lo scorso luglio a Torino, non solo raccoglie i risultati del Premio Ugo Rivolta 2007, ma offre una serie di interessanti contributi sul tema del social housing.Da qualche anno in Europa la difficile con-giuntura economica ha riacceso l’interesse nei confronti dell’edilizia residenziale sociale, sollecitando l’informazione e il dibattito sul contributo che questo settore dell’architettu-ra è in grado di offrire alla qualità complessi-va dell’ambiente costruito. Istituito dall’Ordi-ne degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Milano, il Premio europeo di architettura Ugo Rivolta è uno strumento im-portante per diffondere la conoscenza dei migliori progetti di abitazioni a basso costo realizzati negli ultimi anni nel contesto euro-peo, tenendo viva l’attenzione dell’opinione pubblica nei confronti di un tema che da al-meno due secoli esercita un influsso non se-condario sull’assetto fisico e sociale delle nostre città. Significativamente il Premio è dedicato a Ugo Rivolta, architetto milanese recente-mente scomparso, esemplare figura di pro-gettista attento ai processi di costruzione dello spazio urbano collettivo. Il volume presenta le 45 architetture realizza-te che hanno partecipato al Premio in rap-presentanza di sette Paesi europei, analiz-zando in profondità le motivazioni e i risultati dei progetti ammessi alla seconda fase e dei quattro progetti finalisti. Ad integrazione delle schede illustrate, un ricco corredo di contributi specialistici e det-tagliati curati da esperti di fama internazio-nale offre una lettura il più possibile comple-ta e aggiornata del tema edilizia sociale, mettendone a confronto evoluzioni e prati-che recenti nei campi del progetto, della le-gislazione, della ricerca sociologica e della sostenibilità energetica.

Eventi e pubblicazioni sull’abitare

Nuove forme abitative – nuove strategie costruttive: innovazione tecnologica per il social housing “Incontri dell’Annunziata” – Giornate di studio sull’innovazione tecnologicaVII edizione 19 – 20 giugno 2008 Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno – Università degli Studi di Camerino

Le giornate di studio sull’innovazione tecno-logica, organizzate in occasione della VII edizione degli “Incontri dell’Annunziata”, han-no rappresentato un’occasione per riflettere sul tema del social housing con l’obiettivo di proporre soluzioni metodologiche ed opera-tive innovative e di alta qualità sotto il profilo procedurale, tecnologico ed ambientale in-tercettando ed assecondando le trasforma-zioni in atto nei processi produttivi e nei mo-di contemporanei dell’abitare.Scopo dell’evento è stato quello di porre le basi per una ricerca strategica e progettuale che veda coinvolti tutti i soggetti interessati nei processi di programmazione, produzione e realizzazione degli interventi di edilizia re-sidenziale sociale ed individuare metodolo-gie operative in grado di prefigurare un in-sieme organico di risposte prestazionali al mutato sistema delle esigenze abitative.L’evento è stato articolato in tre sessioni: “Politiche abitative e innovazione tecnologica per il social housing”,“Esperienze di social housing in Europa: innovazioni a confronto” e “Didattica del progetto per la costruzione dell’abitare contemporaneo: il contributo delle discipline tecnologiche” in cui politici, ammini-stratori, tecnici, imprenditori, produttori, pro-gettisti, ricercatori e docenti universitari si sono confrontati sul tema del social housing.In occasione dell’evento sono state inoltre allestite due mostre: “The housing of tomor-row - Declinazioni dell’abitare contemporaneo nella costruzione dello spazio domestico” che raccoglie una selezione di progetti didattici dedicati al tema del social housing elaborati nelle Università di Architettura italiane nell’ambito di Laboratori di Costruzione e te-si di laurea e la mostra itinerante “Thomas Herzog – reacting skin” dedicata ai progetti di edilizia residenziale dell’architetto tedesco.

Case unifamiliariChristian Schittich (a cura di), Birkhäuser Edition DETAIL, 2006, Basilea – Boston – Berlino, 192 pp., ISBN 978-3-7643-7635-5, ™ 65,00

La casa unifamiliare rappresenta la soluzio-ne abitativa più ambita sia oggi che in pas-sato. E’ forse questo il settore dell’architettu-ra che negli ultimi tempi ha visto più di ogni altro il radicale mutamento delle esigenze degli utenti. Nel frattempo stanno emergen-do nuove problematiche legate non solo alla multifunzionalità e alla sostenibilità, ma an-che al costo dell’energia e delle materie pri-me e all’avvento dei nuovi materiali.

Alta densità abitativaChristian Schittich (a cura di), Birkhäuser Edition DETAIL, 2005, Basilea – Boston – Berlino, 176 pp., ISBN 978-3-7643-7529-4, ™ 44,90

Di fronte alla prospettiva di una modificazio-ne continua degli stili di vita, la ricerca di flessibilità e adattabilità planimetrica sta di-ventando una delle priorità dell’architettura residenziale. Con l’attuale crescita della domanda di spa-zi all’interno dei centri urbani, l’edilizia resi-denziale ad alta densità abitativa rappresen-ta oggi più che mai una sfida importante e complessa per architetti e pianificatori.

Housing for People of All AgesChristian Schittich (a cura di), Birkhäuser Edition DETAIL, 2007, Basilea – Boston - Berlino, 176 pp., ISBN 978-3-7643-8119-6, ™ 65,00

Il mutare delle esigenze abitative e la com-presenza di tipologie di utenza differenziate all’interno dello stesso complesso residen-ziale hanno portato ad una concezione rin-novata del concetto dell’Housing. Questo nuovo volume, per ora disponibile in inglese e tedesco, raccoglie esempi di edilizia resi-denziale per utenti appartenenti a fasce di età differenti, analizzati con immagini, plani-metrie in scala e sezioni di dettaglio.

Case – Abitare oggi nel mondo Asensio Cerver Francisco, Mondadori Elec-ta, 2008, Firenze, 511 pp., ISBN 978-88-3705-440-3, ™ 29,00

Le 90 case monofamiliari raccolte in questo volume illustrano altrettanti modi di concepi-re l’architettura residenziale nel mondo: in città, nel verde, al mare, in montagna. Con 1700 illustrazioni a colori, che includono foto di alta qualità, piante, sezioni e dettagli tec-nologici, il volume offre un’ampia panorami-ca sulla ricerca architettonica dell’ultimo de-cennio e sulla risposta da parte degli architetti a esigenze abitative eterogenee e a condizioni ambientali e sociali differenti.

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Prodotti

Blue Moon, Duravit

“Luce e colore sono un elemento fonda-mentale della qualità della vita ed in-fluenzano enormemente il nostro benes-sere”, afferma Andreas Struppler, designer di Duravit. Da qui nasce l’idea di dotare la nuova vasca di luce emozio-nale. La vasca, che ricorda una piscina, occupa solo 140 ≈ 140 cm con profondi-tà di 53 cm. E’ disponibile in varie ver-sioni e si adatta perfettamente a qualsia-si bagno. Gli optional comprendono la luce colorata e i sistemi idromassaggio.

Amaz Graz, Ardo Amaz Graz fa crescere le piantine col calore che riutilizza dal condensatore posteriore. Si tratta infatti di una mini serra a recupero di calore con illumina-zione automatica temporizzata, bacinel-la interna per regolazione del tasso di umidità e pareti in vetro temperato di si-curezza. La serra poggia sul frigo classe energetica A+: compressore ad efficien-za, illuminazione a LED, ripiani interni in filo cromato incapsulato, trattamento an-tibatterico.

Eloro, Cassina

Leggero, eppure “solido” e rassicurante, il nuovo divano di Rodolfo Dordoni si ri-appropria in chiave contemporanea di quello straordinario patrimonio di know how produttivo di lavorazione del legno avviato con il maestro Giò Ponti. Il desi-gner milanese dà forma a questa tradi-zione lavorando su un elegante ossatura di legno di frassino, fatta di dettagli (co-me la particolarità del profilo della gam-ba), abbinata ad una grande scocca di cuoio, che ospita la seduta. Grandi cu-scini per una seduta ultracomoda..

Chain, Nemo illuminazione

Disegnata per Nemo da Ilaria Marelli, CHAIN è una lampada da tavolo che ri-chiama la superiore eleganza e la pre-ziosità del gioiello. Una catena in metal-lo, pieghevole, con angoli di apertura liberamente posizionabili, conduce “ma-gicamente” la luce. Sfiorando la base, CHAIN si accende e si regola perintensità. Un’illuminazione contempora-neamente intensa e morbida, basata su LED di ultima generazione, offre un comfort nell’utilizzo quotidiano.

MicroFrame, iGuzzini

Una gamma sobria ed elegante, dalle dimensioni assolutamente ridotte, nata per rispondere alle più diverse esigenze della progettazione illuminotecnica. Frut-to di continue evoluzioni formali e funzio-nali, MicroFrame Led si propone in com-posizioni da uno fino a quattro led, in versione monocromatica o multidiodo RGB, da installare ad incasso su contro-soffitti di spessore variabile da 12,5 mm a 30 mm. Il sistema può realizzare infiniti giochi di luce e colori e dar vita a sceno-grafie luminose.

Drop, Faber

Forme morbide per un design che si ispira alla natura e ai giochi di luci e om-bre: queste le caratteristiche di Drop. Un prodotto unico nel suo genere, elegante ed essenziale, dalla morbida forma a goccia, perfetta espressione della flui-dodinamica, è un elettrodomestico unico nel suo genere grazie alla maestria della lavorazione dell’acciaio e alla raffinata fi-nitura perlata. Il suo profilo tondeggiante non viene interrotto nemmeno dal pan-nello dei comandi, realizzati a scompar-sa e dall’aspirazione perimetrale.

1/5 Eco-Logic Light, Catellani & Smith

Al recente Light + Building di Francofor-te, Catellani & Smith ha presentato “1/5 Eco-Logic Light” una nuova collezione di apparecchi illuminanti “magici” e in-novativi. Enzo Catellani con intuito e cre-atività ha inventato un nuovo uso del LED creando nuove forme, come sem-pre libero da schemi. Il risultato è magi-co, magnifico, rilassante. L’uso del LED rispetto all’uso delle altre lampadine ri-duce i consumi energetici.

Quore, Berloni

Per l’edizione 2008 di Eurocucina, Berlo-ni ha lanciato QUORE, un progetto inno-vativo per la cucina, un “modulo” che in-tegra tutti i bisogni della zona living e nasconde, quando serve, gli angoli ope-rativi della cucina. Un’accattivante corni-ce cela contenitori e dispense e abbrac-cia il piano di lavoro, creando un gioco di incastri e forme che culminano nel “contenitore” del forno, che viene estratto solo nel momento dell’utilizzo. Design di Enzo Eusebi Nothing Studio.

Duravit Italia S.r.l.Via Faentina 207, Ravenna [email protected]

Cassina S.p.A.via Busnelli 1, [email protected]

iGuzzini illuminazione spaVia Mariano Guzzini 37, Recanatiwww.iguzzini.com [email protected]

Catellani & Smith S.r.l.via Antonio Locatelli 47, Villa di Serio [email protected]

Antonio Merloni S.p.A. Via V. Veneto 116, Fabriano [email protected]

Nemo Divisione luci S.p.AVia Milano 28, Mariano [email protected] www.meno.cassina.it

Faber S.p.AViale XIII luglio 160, Fabrianowww.faberspa.com

Berloni S.p.AVia dell’Industria 28, Pesarowww.berloni.it [email protected]

Page 8: DETAIL_Abitare collettivo

8 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 9 ∂

Pagina 896EditorialeIndividuale e collettivo

Il dibattito architettonico spesso verte sulle attuali tendenze formali o sulla “spettacola-rizzazione” dell’edificio. Gli aspetti sociali dell’architettura di frequente hanno un ruolo marginale. Negli ultimi decenni, raramente il progetto di architettura residenziale si è oc-cupato di includere elementi sociali. A se-guito del fatto che diversi esperimenti nel settore della collettività hanno dato risultati deludenti, sia i committenti che gli architetti hanno perso interesse mentre la richiesta di progetti simili è venuta a meno. Da allora, in alcuni paesi europei si sta operando una tra-sformazione delle strutture sociali: l’incre-mento della percentuale di single o di ragaz-ze madri, famiglie allargate o “patchwork” o un elevato numero di famiglie dove più com-ponenti sono soggetti a reddito dimostrano che i possibili modelli di vita sono diventati molteplici. In diverse città tedesche sono al-lo studio concetti per l’avvenire oltre ad assi-stere alla rinascita della questione di nuove forme dell’abitare. Dove viene a mancare un offerta specifica, i cittadini se consapevoli prendono in mano la situazione e arrivano a fondare anche società di costruzioni che in questo momento assumono sulla scena dell’edilizia residenziale un ruolo di grande impatto per il futuro. Contemporaneamente, agli architetti si offre la possibilità di entrare nel dibattito attivamente sviluppando solu-zioni innovative e non convenzionali in un settore edilizio caratterizzato da standard tradizionali. I progetti proposti in questo nu-mero di Detail rappresentano diverse tipolo-gie, ma per tutti l’aspetto sociale ha un ruolo cardine. L’ampio spettro affrontato–dall’inter-nato alla casa per studenti sino a progetti di autocostruzione- mostrano che la parola “società” ha significati molto diversi in rela-zione alle differenti situazioni di vita. I pro-getti dimostrano di conseguenza come al di-versificato gioco tra individualità e collettività può corrispondere ad una differenziazione formale ed architettonica. Andreas Gabriel

Tipologie

Pagina 922Abitare in comunitàPassato e presenteGerd Kuhn, Tilman Harlander

La città ideale descritta nel 1516 da Thomas More nel suo romanzo “Utopia” consta an-che di “case ben attrezzate” e di “edifici co-munitari di grande ampiezza” per la consu-mazione dei pasti. More anticipa quel processo di crescente personalizzazione protrattosi sino ad oggi e il desiderio degli

abitanti di ritirarsi in intime atmosfere familia-ri. Egli commenta profetizzando : “Dunque, anche se non viene proibito ad alcuno di consumare i pasti nelle case, nessuno lo fa volentieri, per il fatto che non viene conside-rato decoroso …..”. Il tentativo di rafforzare l’aspetto comunitario nel concetto dell’abita-re è stato fino a quel momento un desiderio prioritario delle utopie sociali e di tutti i movi-menti riformatori dell’abitare. Dopo avere as-sunto per decenni un ruolo marginale, l’at-tenzione torna a focalizzarsi intensamente su alcune forme di vita comunitaria, come testimonia la proliferazione di iniziative e progetti, forum e borse dell’informazione do-cumentati in questo saggio. Già nella fase storica di urbanizzazione più acuta, nel con-testo dei movimenti riformatori dell’abitare nascono diverse cooperative che nel pro-getto delle residenze e dei centri residenziali realizzano innumerevoli attrezzature comuni-tarie, come lavanderia, sala lettura, sala fe-ste e sala delle assemblee.

Progetti di centri residenziali e di abitazioni collettive

Il progetto dei centri residenziali e di abita-zione collettiva vive un periodo di intensa fioritura negli anni ’20; i progetti di residenze comunitarie vengono realizzati sia per mano di cooperative autogestite che in maniera crescente ad opera di governi locali. Di par-ticolare efficacia si dimostra l’operato delle cooperative edilizie svizzere con le “Colonie locali” o le costruzioni residenziali collettive viennesi con le “Corti”. Nei centri residenziali sorti in Germania, le attrezzature comuni as-sumono un ruolo importante anche se spes-so non vengono realizzate per questioni economiche. Dopo la Seconda Guerra Mon-diale, le strutture di solidarietà che erano so-pravvissute al Nazionalsocialismo si dissol-vono. Successivamente, i nuovi imput all’edilizia residenziale collettiva provengono dai movimenti alternativi ecologisti. Spesso negli anni ’70 e ’80 sotto l’egida di “progetta-re, costruire, vivere insieme” si realizzano spazi per forme di vita alternative. Provvedimenti orientati alla comunitàDopo la Seconda Guerra Mondiale, l’edilizia residenziale sociale non svolge un ruolo ve-ramente innovativo dal punto di vista della qualità dell’abitare e a partire dagli anni ’70 cade in una profonda crisi strutturale dalla quale non si è ancora completamente risol-levata. Quale contributo sia stato dato alla lotta iniziata in favore della qualità delle resi-denze sociali, stigmatizzate come residenze collettive marginali, è dimostrato da alcuni progetti esemplari come la ristrutturazione operata con ampio successo del centro di residenza sociale Lörracher “Im Salzert” con la realizzazione di un fabbricato comune. Gli esperimenti di Riem-Monaco di Baviera o il progetto Holzstraße di Linz costituiscono un interessante punto di partenza per realizzare

spazi gioco e di comunicazione per bambini all’interno di una pelle climatica protettiva unica. Negli anni passati, i costruttori di resi-denze di interesse collettivo sono stati parti-colarmente attivi nel settore delle residenze per anziani e plurigenerazionali. La GWG di Monaco, in occasione di un programma di nuove costruzioni, ha realizzato tre abita-zioni collettive con centro servizi (WGplus) e un’abitazione collettiva per persone affette da problemi caratteriali.Le opportunità offerte da un ampio potenzia-le di attrezzature di servizio e collettive per migliorare la qualità di vita delle persone hanno grandi probabilità di successo pro-prio nel settore della residenza per gruppi eterogenei di anziani. Interventi come il pro-getto pilota Grandmann-Haus di Stoccarda-Kaltental rappresentano un punto di riferi-mento.

Nuovi costruttori edili

Oggi, il ruolo più importante nello sviluppo di nuove forme di collettività per la residenza non è svolto dai costruttori tradizionali, ma dai cosìddetti “nuovi costruttori”: come le so-cietà di costruzione autogestite o i gruppi di committenti e le nuove cooperative. L’attuale fioritura di nuovi progetti collettivi per la resi-denza può essere interpretata come una re-azione sia al processo di individualizzazione che a quello di un’offerta standard, da parte di un mercato dell’edilizia preconfezionato, che non corrisponde più alla differenziazio-ne della domanda orientata verso nuove for-me e nuove culture di vita. Il progetto di resi-denza per donne Riesenfeld a Friburgo costituisce un prototipo di residenza che, tramite spazi comuni differenziati e pergolati dove poter soggiornare, si avvicina alle ne-cessità delle donne e in particolare delle madri sole con figli. In tal senso, i nuovi pro-getti di residenza collettiva si differenziano anche dai progetti delle cooperative tradi-zionali: non si tratta più di un sistema assi-stenziale con spazi di residenza, ma di vita privata in comunità. Ad Amburgo per esem-pio, la città che possiede la più vasta tradi-zione cooperativistica della Germania, a partire dagli anni ’80 sono stati realizzati di-versi progetti residenziali per mano di con-sorzi nati dal sistema di occupazione delle case ma aperti a sviluppi differenti. Nascono le così dette “Dachgenossenschaft” o “coo-perative tetto” che fungono da sistema strut-turale del progetto di residenza. I progetti si distinguono tra loro sia per dimensione che per scelta di vita (Olga Rabiata ad Ambur-go). I nuovi progetti residenziali delle coope-rative promuovono una sperimentazione sia nell’ambito delle forme di proprietà che in quello dell’elaborazione di strutture e archi-tetture di tipologia edilizia residenziale col-lettiva. A Darmstadt, nella cooperativa “Wo-hnsinn”, vengono sviluppate nuove forme di diritto domiciliare permanente e si sperimen-ta un abbinamento tra la proprietà collettiva

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∂ 2008 ¥ 9 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 9

e il diritto individuale a disporne. Il progetto di residenze “Karthago”, a Zurigo, sta svilup-pando nuove forme di flessibilità degli allog-gi. La vita collettiva è implementata con la presenza di un’ampia cucina professionale comune dove lavora una cuoca il cui onora-rio confluisce nelle spese accessorie di lo-cazione.

Società edilizie

Accanto alle nuove cooperative, lo sviluppo delle società edilizie costituisce un altro im-portante motore della residenza collettiva. Le prime comunità edilizie che realizzano al-loggi senza avvalersi di un impresa di co-struzioni vedono la luce all’inizio degli anni ’90 a Friburgo e nei quartieri a sud di Tubin-ga, diffondendosi poi in diverse città. Libera dall’ostacolo di strutture di pianificazione non flessibili, dalla tradizione e dalle ideolo-gie, si sviluppa una nuova forma di abitare in collettività. Una delle funzioni principali delle comunità edilizie è quella di incentiva-re la trasformazione da un domicilio indivi-duale e privato ad un domicilio collettivo. Le Comunità edilizie autogestite (definite spes-so anche società edili libere o private) impo-stano un processo costruttivo attivo che ha in primo piano l’auto-decisionismo e il deci-sionismo collettivo e in misura minore la pre-senza di uno “spazio comune” in cui la co-munità deve deliberare ed esprimersi. Di base, i nuovi progetti si differenziano in particolare nel dosare spazi semiprivati e di comunicazione –cortili, percorsi con pergo-lati, lastrico solare; in altri termini, i progetti di residenze collettive si potrebbero differen-ziare fra “introversi” ed “estroversi”. I progetti “introversi” sono tendenzialmente visti come un’isola della collettività in un contesto fondamentalmente estraneo. Il con-cetto trova espressione nei progetti a corte, tipologia adottata da diverse culture (ad es. “De Grote Hof”, Pijnacker-Nootdorp, Olan-da). In contrapposizione, citiamo i progetti “estroversi” che cercano di aprirsi verso i quartieri circostanti. Un esempio di progetto “estroverso” è rappresentato da “Die Sargfa-brik” e “Miss Sargfabrik”, a Vienna. Il proget-to sperimenta non solo una nuova cultura edilizia tramite tipologie di piante innovative e pareti “inclinate” o volumi di particolare spazialità, ma testa anche nuove forme di un abitare collettivo ed integrato. Le dotazioni previste vanno dalla “casa per i bambini” aperta all’intero quartiere, alla biblioteca fino alla terrazza comune e al caffè-ristorante. Nel frattempo, la casa della cultura Sargfa-brik è diventata un luogo con un indotto su tutti i quartieri occidentali di Vienna. Nel primo progetto di residenza sviluppato dalla cooperativa “Wagnis” a Monaco si cer-cava di avere una vitalità d’integrazione che avesse ripercussioni sull’intero quartiere. Abitare in collettività significa oggi determi-nare una nuova forma di equilibrio tra inte-ressi privati e pubblici, tra domicilio privato e

collettivo, cultura dell’abitare collettiva o spazio pubblico. I progetti di residenze col-lettive reagiscono all’altalena dei mutamenti della società. Le svariate forme di abitare collettivo aprono nuove prospettive, forme di autoregolazione comunitaria e di autodeter-minazione nella costruzione di edifici.

Pagina 926Nucleo di 4 edifici residenziali, Reims

Bétheny è un quartiere di nuova espansione sorto nella cittadina francese di Reims e ca-ratterizzato da palazzine residenziali poco vistose in parte realizzate con finanziamento pubblico. La composizione di corpi di fab-brica progettata dagli architetti Marjolijin e Pierre Boudry assume una posizione pecu-liare evidente nell’assetto in corrispondenza dell’ingresso orientale del quartiere. Il fatto che l’edificio sollevato da terra sia una co-struzione residenziale sperimentale emerge dalla considerazione del fatto che si tratta di edilizia convenzionata. Un tema prioritario per il committente era la ricerca progettuale di nuove soluzioni di vita comunitaria tra di-verse famiglie. Ne è derivato un impianto composto di due corpi di fabbrica con due appartamenti distribuiti su un livello unico e due duplex disposti su una terrazza in legno sopraelevata a formare un unico nucleo. Il dehors in legno separato dallo spazio ac-cessibile da strada tramite una passerella d’accesso, non ha solo la funzione di neces-saria area connettiva ma costituisce uno spazio utilizzato da tutti i condomini, uno spazio comune all’aperto dove i bambini vanno in bicicletta, dove disporre tavoli o se-die da giardino o stendere la biancheria ad asciugare. Contemporaneamente il solaio in legno corrisponde al solaio di copertura dell’area con stenditoio e garage. La scelta di realizzare il nucleo di quattro edifici resi-denziali con strutture in legno deriva da ri-flessioni ecologiche per un quartiere urbano concepito come “città giardino”. Se inizial-mente, il committente si era dimostrato scet-tico, alla fine era pronto agli esperimenti più insoliti, come la facciata in legno di cedro con superficie esterna “fiammata” durante alcuni lavori di montaggio. Si sono di conse-guenza modificati durabilità e irregolarità delle superfici lignee sottoposte ad un pro-cesso di invecchiamento dovuto all’esposi-zione di agenti atmosferici.

Planimetria generalescala 1:3000

Piante Sezioniscala 1:500

1 Posto auto2 Ripostiglio3 Accesso4 Soggiorno5 Cucina6 Camera7 Vuoto8 Terrazza9 Pontile d’ingresso

Periodo di costruzione: 2006–2007Superficie del lotto: 2125 m2

Superficie lorda nei piani: 1191 m2

Superficie utile netta: 422 m2

Dimensione degli alloggi: 101–110 m2

Altezza interna: 2,85 mParcheggi esterni: 10Costo di costruzione per sup. utile lorda: 1600 ™/ m2

Costo di costruzione lordo complessivo : 969.000 ™Superficie comune all’aperto: 1800 m2

Piano interrato: 300 m2

Piano terra: 430 m2

Alloggi in locazione: 4Alloggi di edilizia convenzionata: 4Alloggi su un livello: 2Alloggi duplex: 2

Pagina 9299 case solari in linea, Monaco di Baviera

La differenza fondamentale tra le ville a schiera progettate da Ingo Bucher-Beholz e la maggior parte delle realizzazioni simili ai margini della periferia urbana non è solo la collocazione geografica. I nove committenti si sono associati con “Bauzeit” che ha svi-luppato il progetto, in una cooperativa edili-zia per realizzare 9 ville a schiera sull’area dell’ex caserma, tra il Parco olimpico e Sch-wabing. L’intervento si colloca in posizione centrale e vede la realizzazione delle aspet-tative di residenza personali dei committenti. Mentre gli architetti hanno definito la struttu-ra a scheletro di acciaio e legno senza pare-ti portanti e l’involucro formalmente armonio-so, i committenti sono intervenuti liberamente nella suddivisione degli spazi e nell’uso dei materiali. Il proprietario della ca-sa d’angolo orientata verso est, ad esempio, è un architetto che ha progettato gli interni a partire dalla struttura di base in maniera

Page 10: DETAIL_Abitare collettivo

10 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 9 ∂

completamente indipendente dagli altri. Ne sono risultate nove case in linea con interni completamente diversi tra loro, caratteriz-zati da aree più o meno trasparenti o stan-ze in parte soppalcate. 8 case sono abitate da famiglie per lo più con bambini, una è utilizzata come residenza collettiva per stu-denti. Accanto alla flessibilità al mutamento, un altro aspetto è rappresen-tato dall’efficienza ecologica ed economi-ca che soddisfa gli standard della casa passiva con caldaia termica centralizzata a pellet, impianto solare e una particolare at-tenzione agli aspetti costruttivi e biologici. Le ampie vetrate, in particolare sulla scala collocata all’interno, si estendono anche al piano interrato sul locale orientato verso sud.

Planimetria generalescala 1:3000

1 Ingresso al garage interrato 2 Impianti 3 Ripostiglio 4 Camera 5 Terrazza 6 Cucina 7 Corridoio 8 Soggiorno 9 Vuoto10 Scala11 Soppalco12 Balcone

PianteSezionescala 1:500

Periodo di costruzione: 2005–2006Superficie del lotto: 6363 m2

Superficie lorda nei piani: 1357 m2

Superficie utile netta: 1266 m2

Superficie abitazione: 141 m2

Altezza interna: 2,50 mParcheggi interrati: 9Costo medio lordo per abitazione (intermedia): 224.000 ™Costo medio lordo per abitazione (d’angolo): 256.000 ™

Numero case a schiera: 9

Pagina 932Pensionato della Fondazione Glarisegg, Steckborn

La struttura di accoglienza si adagia su un’idilliaca penisola lungo le coste del lago di Costanza, offrendo a giovani con pro-blematiche caratteriali un luogo dove svol-gere la propria attività di formazione scola-

stica. Accanto all’edificio principale, originario del XVI secolo, utilizzato come ho-tel e ristoro sino alla costituzione della fon-dazione (1971), si colloca l’edificio di pro-getto risultato di un concorso. Il nuovo fabbricato si compone di tre residenze, un appartamento per il custode e sale comuni, uffici amministrativi e accessori. L’edificio si estende piegandosi ad angolo con facciate in elementi a telaio lignei prefabbricati inte-grandosi nel contesto esistente. Mentre da un lato scandisce in maniera sistematica l’area, creando una piazza centrale intorno all’edificio esistente e chiudendo l’orto a confine, il nuovo fabbricato assume contem-poraneamente un ruolo centrale all’interno del plesso. La residenza degli studenti è il cuore del complesso. Per questo motivo, i tre settori residenziali sono stati concepiti articolando i volumi per i bambini di ogni gruppo di età sfalsati, rompendo la lineare successione di camere e accessori tipica degli hotel. I com-parti sono stati concepiti come spazi a fun-zione differenziata che si rispecchia in una sensibile composizione di spazi interni. Accanto a camere doppie e singole e spazi accessori, si collocano volumi intermedi con funzione di area comune di soggiorno, gioco e preparazione pasti. L’irregolarità ge-ometrica della pianta trafitta da visuali pro-spettiche diagonali verso il lago o il frutteto regala tridimensionalità agli appartamenti. Da un lato, gli spazi comuni del settore inferiore si estendono per l’intera altezza dell’edificio. Dall’altro, la superficie di coper-tura modellata tridimensionalmente si eleva sino a raggiungere il punto di colmo proprio sopra l’area di soggiorno, raggiungendo la massima altezza interna.

Planimetria generalescala 1:5000

PianteSezioniscala 1:750

1 Custode 2 Ricovero bici 3 Lavanderia 4 Impianti 5 Direzione 6 Spazio di gruppo 7 Guardaroba 8 Cucina abitabile 9 Camera per uno10 Camera per due11 Educatore12 Soggiorno13 Sala giochi14 Vuoto

Periodo di costruzione: 2006–2007Superficie del lotto: 2048 m2

Superficie lorda nei piani: 1944 m2

Superficie unità: 330–370 m2

Cucina abitabile: 35 m2

Soggiorno: 40 m2

Giochi: 25 m2

Altezza interna: da 3 a 6 mParcheggi esterni: 20Costo di costruzione per sup. utile lorda: 3600 Franchi CH

Costo di costruzione lordo complessivo: 7 mill. di Franchi CHSuperficie comune all’aperto: 1800 m2

Superficie dedicata ad attività: possibile al piano terra

Uffici, spazi di gruppo e bricolage: circa 200 m2

Unità su un livello: 3Alloggio custode: 1

Pagina 935Centro residenziale Steinacker, Zurigo

Per la realizzazione di spazi di residenza economicamente accessibili, l’amministazio-ne di Zurigo cercava un terreno di proprietà comunale da mettere a disposizione di una cooperativa di edilizia residenziale. La ricer-ca del terreno ha avuto esito positivo in un lotto ai margini della periferia meridionale urbana per il quale è stato istituito un concorso d’architettura. I progetti preliminari realizzati dai 10 architetti incaricati offrono diverse soluzioni: edifici in linea o con im-pianto organico e palazzine a sviluppo verticale. In considerazione delle indicazioni della committenza, la quale desiderava sfruttare il limite massimo di altezza saturan-do il lotto con tutta la superficie edificabile ammissibile, si è optato per una disposizio-ne a nucleo. Gli edifici posizionati in una doppia fila sfalsati nella distribuzione dei volumi edili-zi rispondono al costruito circostante enfatizzando le relazioni spaziali esterne. Mentre la successione in linea degli edifici isolati lungo l’asse longitudinale trasmette soprattutto l’immagine di un tessuto urbano saturo, lo sguardo lungo l’asse trasversale verso l’ambiente circostante si apre su tre lati verso uno spazio verde. Sia i corpi di fabbrica di uguale forma sia lo spazio esterno comune presentano una linearità priva di qualsiasi gerarchizzazione. Il carat-tere è enfatizzato dal fatto che si è scelto deliberatamente di ovviare a superfici all’aperto private e di evitare la disposizione di appartamenti al livello d’ingresso al posto dei quali sono stati ricavati spazi di deposito delle biciclette o dei passeggini, spazi per l’asciugatura della biancheria, cantine o area bricolage ed un’ampia hall d’ingresso costruita con requisiti acustici per consentire la realizzazione di feste o manifestazioni. La dimensione di circa 100 m2 degli apparta-menti riflette le indicazioni fornite dalle coo-perative che hanno partecipato al progetto e dalla città di Zurigo, oltre a rappresentare

Page 11: DETAIL_Abitare collettivo

∂ 2008 ¥ 9 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 11

l’attuale necessità del mercato immobiliare residenziale. Indipendentemente dall’età e dallo stato di famiglia, gli appartamenti non dovevano essere realizzati specificatamente per certi gruppi né escluderne altri. Le regole del costruire accessibile sono il denominatore comune dell’intervento: gli edifici del complesso oltre alle tipiche dotazioni, si arricchiscono di dettagli come le piastrelle antiscivolo, il forno posizionato in alto, finestre a tutta altezza in modo da consentire che anche persone relegate a letto possano guardare verso l’esterno. Presupposto per ampliare il target dei locatari è stata la progettazione di stanze di dimensione simile con dotazioni tecniche identiche. A parte l’ampio soggiorno-pranzo, negli altri spazi non è stata assegnata alcuna destinazione d’uso. La combinazione di diverse generazioni nel complesso resi-denziale si riflette anche nell’integrazione di un asilo con due gruppi di lavoro e di un gruppo di assistenza in grado di accogliere fino a sei anziani non autosufficienti al piano primo. Le due cooperative sono state premiate dalla fondazione svizzera “Age- stiftung” con una somma di 250.000 Franchi Svizzeri per la ricerca nel campo delle residenze plurifamiliari o dei centri residen-ziali che, oltre ad avere una location vantag-giosa e spazi senza barriere, siano in grado di offrire ottimali possibilità di orientamento e di identificazione, elevato confort e garanti-scano una composizione di residenti più possibile variegata. Il centro è stato visto come una risposta esemplare al cambio di andamento demografico tipico della nostra società.

PianteSezionescala 1:500

1 Ingresso 2 Deposito biciclette 3 Lavanderia 4 Cantina 5 Sala hobby 6 Asilo materno 7 Casa per anziani 8 Appartamento (3,5 locali) 9 Appartamento (4,5 locali)10 Appartamento (5,5 locali)11 Terrazza

Planimetria generalescala 1:5000

Periodo di costruzione: 2003–2005Superficie del lotto: 11.511 m2

Superficie lorda nei piani: 17.628 m2

Superficie utile netta: 8754 m2

Superficie alloggio: 91–152 m2

Altezza P.T.: 2,50 mAltezza P.1°: 2,40 mParcheggi interrati: 76Costo superficie utile lorda: 2920 Franchi CH

Spazi comuni: circa 73 m2

n.2 asili materni: 258 m2

Casa per anziani: 222 m2

Alloggi in locazione: 75Alloggi su un livello: 75

Pagina 938Centro residenziale per donne, Monaco di Baviera

Il quartiere di Riem, sorto insieme al nuovo quartiere fieristico sul sedime dell’ex aero-porto, costituisce una delle più ampie estensioni urbane di Monaco. Nel corso dell’ultimo decennio sono nati numerosi quartieri residenziali composti di edifici multipiano che spesso spuntano uno ac-canto all’altro ma raramente si relazionano tra loro. Il nuovo centro commissionato dalla fonda-zione “FrauenWohnen” si allontana netta-mente dall’anonimato formale dell’architet-tura circostante. E’ necessario precisare che non si tratta di un progetto residenziale a partecipazione e per il quale i contratti di locazione possono essere stretti esclusi-vamente con donne. L’architettura, nonostante la trasparenza al piano terreno, trasmette intimità. Obbiettivo della commit-tenza era proprio incoraggiare un equilibra-to rapporto tra apertura alla comunità e spazio privato personalizzato. Il tema è indi-viduabile nell’orientamento di balconi privati e terrazze verso l’esterno, mentre tutti gli spazi comuni si aprono verso le aree comu-ni. In linea con gli obbiettivi di progetto, un altro aspetto di altrettanta importanza è rap-presentato dal corpo di fabbrica disposto su due livelli e collocato lungo la via di con-nessione settentrionale. Al piano superiore trova posto un appartamento per gli ospiti e alcune superfici ad uso ufficio a locazione temporanea. Al piano terreno si colloca uno spazio comune utilizzato dalle locatarie di tutti i gruppi di età e di ogni ceto sociale per instaurare relazioni informali oppure per organizzare conferenze, presentazioni di libri o feste. Il fatto che non si siano crea-te solo relazioni di vicinato, ma anche rap-porti che coinvolgono i quartieri adiacenti è dimostrato dal numero di visitatori parteci-panti alle manifestazioni.

Planimetria generalescala 1:3000

PianteSezioni scala 1:750

1 Raccolta rifiuti2 Spazio comune3 Bilocali4 Trilocali5 Ufficio6 Appartamento per ospiti

Periodo di costruzione: 2005–2006Superficie del lotto: 2975 m2

Superficie lorda nei piani: 3759 m2

Superficie utile netta: 2708 m2

Superficie alloggio: 36–79 m2

Altezza interna: 2,75 mAltezza P.1°: 2,45 mCosto di costruzione sup. utile lorda: 1268 ™Costo di costruzione lordo complessivo: 3.500.000 ™

Spazio comune: 45 m2

Uffici: 1100 m2

Cortile comune, corte interna: 750 m2

Alloggi in locazione: 21Alloggi di edilizia convenzionata: 28Alloggi ospiti: 1Alloggi su un livello: 49

Pagina 941Casa per studenti, Ljubljana

A pochi minuti dal centro di Ljubljana, il volume monolitico della casa per studenti universitari riprende l’allineamento di un edi-ficio vicino fiancheggiando un parco in me-moria del Presidente Tito. Ne consegue un rigore e una chiarezza urbanistica fondati solo sul desiderio da parte dell’architetto di un ordine predeterminato. Ed è questa stes-sa logica d’ordine che caratterizza anche la struttura di accoglienza: una piastra ben proporzionata completamente vetrata con destinazioni d’uso collettive, costituisce -nel vero senso della parola- la base per le due stecche distribuite su 4 livelli con un to-tale di 56 appartamenti per studenti. Coe-rentemente con l’idea di connettere il micro-cosmo studentesco con l’intorno urbano, l’ingresso principale viene collocato verso il parco. Al di sotto dei due corpi di fabbrica degli appartamenti per studenti si concentrano il connettivo e le dotazioni sanitarie, aree tecniche e accessori oltre all’Internet caffè. Gli spazi comuni e quelli dedicati allo studio si aprono verso un atrio centrale. Nel cortile interno con il pavimento in legno, le superfici a verde e l’acqua si respira un’atmosfera di intimità, e che rappresenta il punto d’incon-tro preferito dagli studenti. Anche la facciata esterna in pannelli di alluminio traforato alternati a superfici finestrate a filo facciata rispecchia il contrasto fra privato e pubblico. Ad ogni piano si collocano otto appartamen-ti ognuno con quattro studenti. Ogni unità

Page 12: DETAIL_Abitare collettivo

12 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 9 ∂

d’abitazione si compone di un nucleo servi-zi igienici comuni in posizione centrale at-torno al quale si raccolgono due camere doppie con loggia. Le vetrate fisse pensate dall’architetto come “occhi” denotano la corrispondenza interna dell’area di prepa-razione e distribuzione pasti dell’apparta-mento per studenti di 65 mq di superficie che si ripete 8 volte a piano in maniera identica. Il sistema di oscuramento delle logge trasparente alla luce e all’aria, con-sente di schermare e movimentare la fac-ciata. La sovrapposizione di funzionalità pragmatica e rigore formale e concettuale ha prodotto spazi per 220 studenti.

PianteSezionescala 1:750

1 Servizi meccanici 2 Lavanderia 3 Deposito biciclette 4 Studio 5 Superficie in locazione 6 Internet 7 Foyer 8 Ingresso 9 Atrio10 Spazio collettivo11 Vuoto12 Appartamento studenti

Periodo di costruzione: 2005–2006Superficie del lotto: 5224 m2

Superficie lorda nei piani: 12692 m2

Superficie utile netta: 5588 m2

Dimensione degli alloggi: 64–67 m2

Altezza interna: 2,55 mPosti auto: 114Costo di costruzione sup. utile lorda: 730 ™/ m2

Costo di costruzione lordo complessivo: 9.250.000 ™

Spazio comune piano terra: 1596 m2

Cortile interno: 322 m2

Alloggi in locazione: 56Alloggi su un livello: 56

Pagina 944Edilizia residenziale convenzionata, Iquique

L’area di circa mezzo ettaro collocata cen-tralmente all’abitato di Iquique (Cile), città costruita nel deserto, è stato occupato una trentina di anni fa da un centinaio di fami-glie con edifici abusivi. La necessità di de-molire i fabbricati nasce dal recupero di su-perfici per realizzare idonei spazi

d’abitazione a basso costo ad uso delle stesse famiglie. “Elemental”, programma ci-leno-americano promosso a livello governa-tivo, sviluppa un progetto di centro residen-ziale a composizione di case a schiera bifamiliari che si sviluppa intorno a quattro corti. Nelle scelte progettuali, l’elevato prez-zo dei terreni in area urbana centrale si è di-mostrato sfavorevole all’edificazione di case unifamiliari, mentre la costruzione di edifici più economici distribuiti su più livelli non è stata presa in considerazione in quanto offri-va poche soluzione per eventuali amplia-menti futuri. Poche sovvenzioni statali e la carenza di ca-pitali propri hanno vincolato il progetto alla realizzazione di unità d’abitazione di piccole dimensioni da raddoppiare in una fase suc-cessiva e da adattare a nuove esigenze del-la famiglia tramite autocostruzione. Un altro obbiettivo particolarmente importante era quello di portare gli appartamenti ad un per-cettibile incremento di valore tramite una mi-gliore qualità abitativa e un ampliamento della superficie residenziale, al fine di pro-curare agli abitanti nuove prospettive nella lotta all’indigenza. Ogni unità residenziale è composta da un piano terra esteso a due dei corpi di fabbrica, ampliabile sul lato po-steriore oppure da due livelli superiori so-vrapposti di uguale estensione, tra i quali ri-mane libero uno spazio di tre metri. In linea di principio,le case a schiera sono state co-struite per metà. Ogni porzione di fabbricato sin dall’inizio è stata provvista delle fonda-mentali dotazioni (bagno, cucina, scala o delle pareti divisorie necessarie dal punto di vista costruttivo) che se predisposte in una fase successiva avrebbero richiesto un enorme investimento di denaro e lavoro. Il procedimento costruttivo adottato richiedeva una progettazione particolarmente attenta all’aspetto previsionale. Lavorando con una struttura e un concetto di pianta simile si li-mitano automaticamente sia i rapporti di abi-tabilità che le soluzione di estensione della superficie. Attualmente, a distanza di qual-che anno dalla fine lavori, l’impianto non contribuisce al caotico tessuto urbano ma la sua complessità compositiva offre un’im-pronta innovativa.

Periodo di costruzione: 2004–2005Superficie del lotto: 5700 m2

Superficie lorda nei piani: 3620 m2

Superficie utile netta per alloggio: 25–72 m2

Altezza interna: 2,25 mParcheggi esterni: 47Costo di costruzionesup. utile lorda: 305 USD/mqCosto di costruzione lordo complessivo: 1.100.00 USDSuperficie comune all’aperto: 1800 m2

Superficie dedicata ad attività: possibile al piano terra

Alloggi: 93Alloggi su un livello: 38Alloggi duplex: 55

Piante Sezioniscala 1:500

1 Corte2 Parcheggio3 Sala da pranzo4 Soggiorno5 Cucina6 Ampliamento/attività7 Camera8 Ampliamento/terrazza

Pagina 946Quartiere residenziale, Londra

Gli edifici residenziali che a Londra costitui-scono il 70% di tutta la sostanza edilizia ca-ratterizzano da soli l’intera struttura urbana. La soluzione proposta dallo studio di archi-tettura di Peter Barber ha vinto il primo pre-mio di un concorso di architettura per la pro-gettazione di una sorta di estensione urbana nel quartiere di Hackney. Accanto alla pos-sibilità di relazionarsi con i quartieri vicini tramite percorsi interni, il progetto si svilup-pa intorno all’idea di un costruito basso ma estremamente compatto. Gli assi viari non accessibili alle auto sono di passaggio co-mune oltre a costituire spazi per la vita col-lettiva del quartiere che si intrecciano con la residenza tramite verande, balconi e terraz-ze. All’interno dello spazio di comunicazio-ne, gli appartamenti disposti su uno, due o tre livelli sono isole private, dato che per sal-vaguardare un’ampia individualità dei resi-denti si è pensato di rinunciare ad una scala comune. L’equilibrata combinazione di pri-vato e pubblico realizza un quartiere resi-denziale sostenibile sia dal punto di vista ecologico che sociale in un contesto etero-geneo. Il progetto inizia nel 2002 quando il “Circle 33 Housing Trust” in collaborazione con la fondazione “Accomodation Change” indice un concorso di architettura per la ri-cerca di idee innovative nella progettazione urbana. Cardine del bando era il desiderio di migliorare qualitativamente uno spazio re-sidenziale accessibile a tutti, stimolando la riflessione sul significato contenutistico e for-male e sul conseguente miglioramento della qualità di vita. Il concorso richiedeva il pro-getto di un’area residenziale a Town Ham-lets-East London, una zona che nonostante la prossimità a Canary Wharf possiede una struttura sociale problematica. Il progetto è stato selezionato per la pianificazione com-patta, per le vie di comunicazioni e le piazze con circolazione non consentita alle auto. Gli appartamenti in vendita o in locazione, i du-plex e le ville non superano i tre piani. In ori-

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gine il quartiere viene indicato con il nome di “Donnybrook Quarter”, successivamente de-nominato per motivi di marketing “Fabrika”, e comprende appartamenti di proprietà e appartamenti sociali.

Planimetria generalescala 1:3000

PianteSezionescala 1:750

1 Alloggio su un livello2 Alloggio su due livelli3 Alloggio su tre livelli4 Strada residenziale5 Uffici e negozi6 Terrazza

Periodo di costruzione: 2004–2005Superficie del lotto: 3800 m2

Superficie lorda nei piani: 2618 m2

Superficie utile netta: 2560 m2

Superficie alloggio: 40–110 m2

Altezza interna: 2,40 mAltezza P.1°: 2,40 mCosto di costruzionesup. utile lorda: 1700 ™/ m2

Costo di costruzione lordo complessivo: 4.930.000 ™

Superfici in locazione, uffici: circa 146 m2

Alloggi di proprietà: 30Alloggi di edilizia convenzionata: 10Alloggi distribuiti su un livello: 17Alloggi duplex: 20Alloggi distribuiti su tre livelli: 3

Dibattiti

Pagina 952Casa per studenti, CopenhagenArchitetti: Lundgaard & Tranberg, Copenhagen

La pianta semicircolare della casa per stu-denti di Copenhagen esprime il ruolo della vita collettiva nella tradizione dei pensionati studenteschi danesi. Il nuovo fabbricato si colloca in adiacenza con il plesso universita-rio contrapponendo la sua forma cilindrica alla struttura rigorosa del costruito del vicino Orestadt Nord, un quartiere urbano rigato da canali d’acqua. La profondità delle stan-ze varia in un’alternanza ritmica conferendo alla superficie esterna dell’edificio un aspet-to cristallino. Al centro, nella corte inverdita

cinta dal fabbricato aggettano gli spazi co-muni. Le facciate mutano superano la monu-mentalità di una forma semplice di partenza, conferendo all’edificio un aspetto scultoreo e riflettendo l’individualità di ogni residente. Gli architetti rispondono alla richiesta del committente di realizzare un pensionato per studenti futuribile ma che tematizzi il gioco altalenante di collettivo ed individuale. Le superfici in calcestruzzo a vista in accurata composizione reciproca, i rivestimenti in compensato e un massetto industriale conti-nuo caratterizzano interni di grande spaziali-tà, conferendo un aspetto massivo ma al contempo rigoroso e semplice.

Cinque passaggi coperti situati al piano ter-ra che conducono nel cortile centrale danno accesso all’area dove si collocano le con-nessioni verticali e dividono l’edificio in 5 segmenti. Al piano terreno, si distribuiscono attrezzature comuni: un laboratorio, una sala computer, lavatrici e il deposito delle bici-clette. Al piano superiore, ad ogni segmento corrispondono 12 camere che seguono una disposizione differenziata in abbinamento con gli spazi comuni. Le camere dei 380 residenti sono disposte verso l’esterno affacciandosi sull’intorno. I corridoi, le sale comuni e gli ampi balconi sono invece orien-tati verso il cortile centrale. I pannelli di com-pensato che rivestono senza soluzione di continuità le pareti del corridoio sono state allestite con motivi grafici dagli artisti Agge-bo & Henriksen.

Planimetria generalescala 1:15000

Assonometria presentata in fase di concorso

SezionePiano terraPiano 3°Piano 4°scala 1:1000

1 Università Copenhagen 2 Metropolitana 3 Piazza dell’Università 4 Biblioteca Reale Danese 5 Amager Campus 6 Collegio Tietgen 7 Università IT 8 Residenza 9 Stazione radiofonica danese10 Ingresso principale11 Reception12 Ufficio13 Deposito biciclette14 Laboratorio15 Cucina16 Spazio riunioni17 Spazio assemblee18 Camera di musica19 Studio20 Computer-caffè21 Lavanderia22 Terrazza23 Cortile24 Residenze comuni25 Cucina comune26 Spazio di soggiorno collettivo27 Balcone28 Garage interrato

Pagina 956Il processo progettualePeter Thorsen, Lene Tranberg

Lo studio Lundgaard & Tranberg ha come obbiettivo quello di sviluppare ed implemen-tare progetti caratterizzati da concept archi-tettonici innovativi. Siamo convinti che du-rante il processo in cui le idee prendono forma debbano essere presi in considera-zione tutti gli aspetti dell’architettura per rag-giungere la massima qualità. Ogni incarico viene affrontato con grande interesse ricer-cando la peculiarità del luogo e del pro-gramma architettonico per conferire ad ogni progetto un’inconfondibile identità e un in-tenso legame con il proprio intorno. Non ci interessa solo la forma architettonica ma la composizione di forma, funzione, struttura e materiale. Un metodo d’approccio tettonico di questo genere trova fondamento in un profondo interesse per gli aspetti legati al processo produttivo e alla tecnologia edili-zia. Attraverso ogni progetto si implementa lo sviluppo della costruzione e dell’architet-tura. Anche un approccio equilibrato con le risor-se e l’ambiente costituisce per noi uno dei parametri dell’architettura. Secondo noi, la qualità contribuisce alla sostenibilità dell’ar-chitettura: le città, gli edifici e il paesaggio devono mantenere il proprio richiamo nei confronti degli utenti e della società. In real-tà, la qualità architettonica si manifesta negli edifici che funzionano, che sono affollati e accolgono attività, che sono stimati dagli utenti e dai passanti, che sono carichi di contrasti, sensuali e sorprendenti. Il nostro studio si occupa di tutti i vari stadi dell’architettura: il modo con cui il singolo edificio si inserisce in un contesto, lo spazio urbanistico o paesaggistico, l’edificio inteso come forma e composizione spaziale, lo stu-dio dei particolari architettonici e della mate-ricità delle parti di fabbricato, la vita all’inter-no e tra gli edifici.

Il concorso

L’idea di un edificio di forma circolare è nata sin da subito, nella fase iniziale di studio del progetto per il concorso. A livello intuitivo, la forma era perfetta sia in relazione al conte-sto urbano, sia per l’organizzazione degli spazi della residenza per studenti, luogo in cui la collettività possiede un ruolo centrale. Dato che però, la forma cilindrica entrava in conflitto con la pianificazione urbanistica, in un primo momento l’idea è stata tralasciata per prendere in esame altre soluzioni, ma nessuna di quelle considerate avevano la medesima intensità e linearità della prima. Dopo aver selezionato la soluzione di edifi-cio a pianta circolare, il lavoro è stato abba-stanza semplice: l’organizzazione interna è emersa dalla forma, le camere singole sono state spostate verso l’esterno, mentre gli spazi collettivi si collocano sul lato interno

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dell’anello intorno al cortile centrale. Una struttura radiale, conseguenza naturale della forma circolare determina il reticolo spaziale e strutturale. Durante la fase di svi-luppo progettuale, abbiamo dato molta im-portanza alla variazione del tema di base (la forma circolare). Il progetto presentato per il concorso ha un carattere concettuale: forma lineare e organizzazione funzionale la cui struttura spaziale in combinazione con un principio costruttivo insolito consente varia-zioni formali particolarmente espressive.

Dopo il concorso

L’intero processo di sviluppo del progetto è stato agevolato dalla presenza di un com-mittente che aveva come ambizione quella di realizzare un edificio insolito e contempo-raneamente aveva un dono molto raro e cioè di voler comprendere, rispettare e imple-mentare un processo formale. Uno dei temi fondamentali del processo di sviluppo del progetto era la semplificazione e il massimo grado di ripetitività: complessità formale da realizzare con mezzi semplici per limitare i costi di costruzione e rispettare la forma ar-chitettonica di base. Nella progettazione preliminare abbiamo sistematizzato le solu-zioni formali morfologiche, cioè l’ordine com-positivo fondato sotto l’aspetto geometrico e costruttivo su una logica interna. Le tipologie delle camere sono state ridotte a tre diversi tipi che combinati tra loro generano più di 30 diverse tipologie residenziali. Particolare valore è stato conferito alla progettazione della struttura, combinazione di calcestruzzo gettato in opera, elementi prefabbricati in calcestruzzo e funi di acciaio pretensionate. Dato che la struttura è a vista in tutto il fab-bricato, tutti i particolari, i materiali e i colori sono stati definiti con estrema cura.

Sezione orizzontaleSezione verticalescala 1:20

Sezione connessioniAssonometriafuori scala

1 Lamiera in Tombak (lega di rame ed ottone) 1,5/25 mm 2 C.a. superficie con qualità a vista 250 mm 3 Vetrata isolante float 6 + intercapedine 15 + stratificato di sicurezza 6 mm valore U= 1,1 W/m2k 4 Copri convettore in grigliato di acciaio inox 5 Protezione anticaduta interna profilo in acciaio inox 45/10 mm 6 Porta scorrevole telaio in legno di rovere vetrata isolante 7 Persiana scorrevole lamelle in legno di rovere in telaio di profili di acciaio inox 8 Armadio a muro in compensato 15 mm 9 Lamiera in Tombak

(lega di rame ed ottone) 1,5/25 mm ventilazione/profilo in alluminio 35 mm isolante termico 115 mm c.a 250/150 mm compensato 15 mm10 Tavole in legno di rovere 25/100 mm tavolato impregnato a pression 25/50 mm strato elastomerico pellicola non infiammabile 0,8 mm isolamento termico a due fogli 250 mm guaina impermeabilizzante sintetica in pendenza 1,5 mm c.a. 150 mm11 Tamponamento parapetto in funi di acciaio inox 4 mm12 Massetto magnesiaco 20 mm massetto fluido 40 mm pellicola PE, isolamento fonoassorbente 20 mm calcestruzzo alleggerito 80 mm c.a 200 mm13 Convettore sottopavimento14 Blocchi in calcestruzzo alveolare15 Guida persiana scorrevole in profilo di Tombak16 Lamiera in Tombak (lega di rame ed ottone) 1,5/25 mm ventilazione 20 mm struttura non a vista 80 mm isolante termico 60 mm

Sezione particolareggiata facciata verso il cortilescala 1:20

1 Strato di ghiaia telo filtrante isolamento termico a due strati 250 mm guaina impermeabilizzante sintetica in pendenza 1,5 mm c.a. 200 mm2 Lamiera in Tombak (lega di rame ed ottone)3 Finestra in legno di faggio con vetrata isolante valore U= 1,1 W/m2k stratificato di sicurezza 8 + intercapedine 15 + float 8 mm4 Tavole in legno di rovere 25/100 mm listelli in legno impregnati a pressione 50/50 mm strato elastomerico pellicola non infiammabile 0,8 mm guaina impermeabilizzante sintetica in pendenza 1,5 mm c.a. 200 mm5 Parapetto in profili di acciaio inox 55/10 mm6 Stratificato di sicurezza con ventilazione 6 mm7 Massetto magnesiaco 20 mm massetto fluido 40 mm pellicola PE, isolamento fonoassorbente 20 mm calcestruzzo alleggerito 80 mm c.a 200 mm trave in profili di acciaio 340/200 mm8 Facciata in montanti e traversi

in legno di rovere con vetrata isolante valore U= 1,1 W/m2k stratificato di sicurezza 12 + intercapedine 15 + stratificato di sicurezza 6 mm

Pagina 964Una sfida tecnico-costruttivaPeter Bjersing

La forma circolare del pensionato per stu-denti Tietgen è interrotta da cinque sezioni verticali che dividono visivamente e sotto l’aspetto funzionale l’edificio in cinque seg-menti permettendo l’accesso al cortile. Ogni segmento è separato dal punto di vista stati-co dagli altri ma eccezionalmente riceve i carichi verticali delle piattaforme intermedie e dei corpi scala che collegano i livelli supe-riori. La struttura circolare comprende 45 box in calcestruzzo in aggetto di tre differen-ti dimensioni, nei quali trovano collocazione le cucine, gli spazi comuni e gli spazi funzio-nali. I box dove si trovano le cucine sono re-alizzati con una luce libera massima di 8 metri e costituiscono un carico strutturale di 250 tonnellate (incluse tutte le dotazioni). Il peso considerevole del volume ha richiesto una progettazione complessa e lo svolgi-mento di test nella fase di inizio lavori. Per risolvere le difficoltà tecnico costruttive è stato adottato il “Freivorbaumethode” un me-todo conosciuto da tempo per la realizzazio-ne di ponti. Il concetto è in linea di principio abbastanza semplice, rende superflua la co-stosa ed impegnativa costruzione di ponteg-gi e di conseguenza vengono risparmiati de-naro e tempo nella fase di costruzione. Durante la fase iniziale di progettazione, di-versi metodi costruttivi sono stati accurata-mente indagati prima che la scelta ricades-se sui box in struttura leggera di acciaio. In ultima istanza è emersa come migliore solu-zione un sistema con struttura primaria com-posta di elementi parete in calcestruzzo pre-fabbricato disposta su due livelli. L’elemento parete è pretensionato tramite funi d’acciaio orizzontali a fissaggio profondo, cosa che determina un’area di compressione nel pun-to in cui i box in aggetto si connettono all’edificio principale disposto su 7 piani. L’elemento parete esteso a due interpiani è realizzato in calcestruzzo, flette in misura mi-nore se sottoposto a vibrazioni e presenta migliori requisiti di protezione climatica ri-spetto alla combinazione di una struttura in acciaio leggera con pareti in cartongesso. La struttura dei solai tra gli elementi parete è composta di una piastra di calcestruzzo su travi di acciaio prefabbricate. Per impedire che l’edificio principale di sette piani collassasse, il fabbricato è stato posi-zionato verticalmente tramite 65 funi di ac-ciaio tiranti fissate alla parte posteriore. Le funi di prepensionamento sono ancorate alla parete circolare perimetrale esterna del pia-no interrato che a causa dell’elevato carico

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delle parti di edificio che la sovrastano e per la vicinanza della falda freatica cui è sotto-posta è stata realizzata in calcestruzzo get-tato in opera. Per la parte superiore della parete si è previsto un ancoraggio con ele-menti ad asta che ancorano l’edificio 15-20 metri sotto la superficie di calpestio in pietra arenaria testata al carico di trazione.Il piano terra è arioso: i 6 piani superiori so-no supportati da telai massicci su tre sup-porti in calcestruzzo gettato in opera. I telai sono stati lasciati con le superfici faccia a vi-sta secondo il volere dell’architetto. Nei piani superiori al piano terreno, la struttura si com-pone di elementi prefabbricati di calcestruz-zo. Il risultato ha un effetto particolare, men-tre il metodo è efficace e razionale. Il prepensionamento di elementi prefabbricati in calcestruzzo consente la realizzazione di strutture insolite.

Peter Bjersing, classe 1968, lavora dal 1988 come in-gegnere civile presso il COWI ed è stato responsabile del team di progettazione esecutiva delle strutture per il progetto e la realizzazione della casa per studenti Tietgen

Pagina 968Alloggi a BerlinoArchitetti: roedig.schop architekten, Berlino

L’edificio plurifamiliare situato nella parte settentrionale di Berlino-centro si inserisce armoniosamente tra gli isolati circostanti. Osservando più attentamente, dietro un’ele-vata cortina di alberi si riconosce una fac-ciata ventilata articolata secondo un chiaro layout le cui variazioni individuabili da pavi-mento a pavimento riflettono soluzioni in pianta differenziate per ogni piano.

Nel progetto, a richiamare l’attenzione non è solo la complessità della facciata, ma anche il processo che ha portato alla realiz-zazione di un fabbricato lineare e discreto. Gli architetti oltre ad acquisire un incarico di progettazione, cercavano un appartamen-to di proprietà in centro a Berlino che fosse economicamente accessibile ma formalmen-te interessante. Da tali presupposti, approdano all’idea di fondare un gruppo che condivida con loro le medesime idee. Al contrario di molti inter-venti del genere, si richiede a tutte le perso-ne coinvolte un elevato grado di partecipa-zione nel processo progettuale e costruttivo. Nonostante il budget limitato, il progetto gode di soluzioni privilegiate quali la realiz-zazione di facciate in pannelli di fibrocemen-to, la messa a punto di particolari che con-sentono la realizzazione di luci strutturali relativamente ampie a favore di grande fles-sibilità in pianta, ma anche un ampio lastrico solare comune da cui godersi la vista su Berlino.

Pagina 970Costruzione partecipataIl processo di costruzione collettivoIntervista con Christoph Roedig e Ulrich Schop

Detail: Come avete ottenuto il progetto di Ber-lino, primo progetto di nuova costruzione e primo a partecipazione attiva da voi realizzato?roedig.schop: Volevamo andare a vivere in centro a Berlino e progettare il nostro appar-tamento. Inoltre, conoscevamo molta gente che aveva acquistato appartamenti non sod-disfacenti spendendo molto. Così abbiamo pensato: possiamo costruire coinvolgendo anche solo tre di queste persone. Abbiamo effettuato ricognizioni in bicicletta alla ricer-ca del lotto adeguato, testando poi nella cerchia allargata di conoscenti chi potesse avere interesse al progetto. In quel momento non c’erano molti esempi di progetti simili nemmeno a Berlino. Abbiamo consultato un testo che riportava progetti a finanziamento pubblico nel sud della Germania, ma non si trattava di gruppi di iniziativa privata. Nel frattempo, sono emersi diversi progetti simili a Berlino e noi stessi abbiamo iniziato a pro-gettare per altri gruppi.

Detail: Quali sono state le fasi successive?roedig.schop: Inizialmente, il gruppo ha fon-dato una società di progettazione che ci hanno affidato l’incarico come architetti. Successivamente, in concomitanza con l’elaborazione dei permessi di costruire e con l’acquisto del terreno, la società è stata convertita in una società di costruzione edi-le, per diventare al termine dei lavori una so-cietà di proprietari. Nella fase di progettazio-ne, è stata inserita una clausola per cui ogni associato doveva partecipare con un depo-sito di 1000–2000 Euro per unità d’abitazio-

ne. Oltre a rappresentare un passo impor-tante per sancire il vincolo, i depositi costituivano un fondo necessario per asse-gnare gli incarichi agli architetti, agli struttu-risti, ai certificatori, ecc.

Detail: Qual’è l’approccio progettuale quando si lavora con un gruppo?roedig.schop: Nella fase iniziale del proces-so progettuale, le riunioni di gruppo si svol-gono presso i vari partecipanti. Valutiamo in ogni singolo caso in quali condizioni vivono le persone, rileviamo bisogni e richieste, de-finiamo il programma funzionale; quindi, si procede a sviluppare il concetto di progetto e le regole di base. Il concetto che prevede due unità per piano con scala centrale offre diverse soluzioni per la possibilità di colloca-re bagni e cucine all’interno o verso l’esterno e per la possibilità di avere un impianto a loft o suddiviso in locali. La maggior parte dei partecipanti ha scelto di lasciare lo spazio flessibile potendo successivamente proce-dere ad una divisione relativa a mutate con-dizioni di vita. La possibilità di dividere, affit-tare o rivendere una parte di abitazione costituisce una sicurezza anche dal punto di vista economico. Per questo motivo vengo-no previsti due ingressi separati e due siste-mi di riscaldamento autonomi per ogni ap-partamento.

Detail: Come si sono accordati i partecipanti sulla scelta del piano dove collocare il proprio appartamento?roedig.schop: Per frenare l’assalto ai piani superiori abbiamo attribuito un fattore pre-mio ad ogni piano, da 0,8 per il piano terre-no a 1,25 per il quinto piano. Poi abbiamo detto: tutti gli appartamenti saranno ugual-mente belli, quindi noi prenderemo l’ultimo appartamento che rimarrà libero.

Detail: Come avete definito il budget di spesa?roedig.schop: Lo ha deciso il gruppo. Abbiamo definito i limiti di spesa per un edificio di standard medi in base alla dimen-sione del lotto, alla superficie prevista degli appartamenti e in base al costo stimato del terreno.

Detail: Nonostante il budget limitato, il lastrico solare condominale piuttosto che l’altezza me-dia interna di 2,80 metri sono un lusso.roedig.schop: Abbiamo avuto un costo me-dio totale di 1650 Euro/m2. In alcune cose abbiamo risparmiato, ad esempio realizzan-do noi stessi alcuni interventi come la forma-zione di giardini, la posa del pavimento in le-gno sul lastrico solare o il montaggio della facciata in fibrocemento al piano mansarda-to. Anche le superfici scelte erano economi-che. Il calcestruzzo è stato lasciato a vista sulle scale e in alcuni appartamenti. Abbia-mo anche accelerato le fasi di progettazione e di costruzione, abbiamo mantenuto integre le regole iniziali e inserito poche modifiche. Abbiamo anche avuto fortuna per aver otte-

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nuto rapidamente i permessi di costruire. I costi risparmiati sono serviti per la realizza-zione di una facciata ventilata e per permet-tere la realizzazione di un lastrico solare con appartamento per gli ospiti. Abbiamo inve-stito anche nella realizzazione di particolari che hanno consentito di realizzare ampie lu-ci e quindi ampia flessibilità dell’apparta-mento.

Detail: Avete chiesto un finanziamento collettivo?roedig.schop: Abbiamo consultato 25 ban-che senza riuscire a ricevere una proposta per un finanziamento di gruppo. In ultima istanza, il finanziamento è stato ottenuto tra-mite un prestatore di servizi finanziari presso diversi istituti. Nel frattempo, alcuni istituti hanno iniziato a proporre soluzioni di finan-ziamento per gruppi.

Detail: Fino a che punto i residenti sono stati coinvolti nella progettazione del layout della pianta?roedig.schop: In un primo momento abbia-mo analizzato con il gruppo il progetto preli-minare tramite schizzi e soluzioni alternative. Successivamente abbiamo discusso indivi-dualmente le piante. Dato che il gruppo do-veva esser informato con un certo anticipo di tutte le soluzioni per sopprimere le modifi-che più costose, abbiamo stabilito sin dalla fase di progettazione esecutiva delle giorna-te di lavoro per definire insieme le basi del progetto. Abbiamo esaminato ogni dettaglio e definito tutti i materiali. Abbiamo incontrato tutti, discutendo, correggendo e dialogando con i proprietari e i proprietari stessi tra di loro. Alla sera i risultati sono stati esposti, ognuno ha presentato il proprio apparta-mento, piante, materiali, impianti. Per la scelta dei materiali abbiamo fatto del-le proposte, parquet chiaro o scuro o lino-leum per i pavimenti. Per gli impianti sono stati installati sia il riscaldamento a pavimen-to, sia i radiatori con due sistemi di circola-zione e due temperature diverse. Al termine della progettazione preliminare abbiamo composto un pieghevole per i residenti in cui venivano documentate sia le scelte defi-nitive che le questioni irrisolte.

Detail: Fino a che punto il gruppo è stato coin-volto nelle successive fasi del processo edilizio?roedig.schop: L’appalto è una responsabilità del committente della costruzione. Nel gruppo, ognuno ha dunque gestito, assu-mendosene le responsabilità, l’intero volume di forniture e servizi dall’appalto sino alla consegna degli appartamenti e ognuno ha partecipato alle riunione affinché non ci fossero fraintendimenti. Chi non ha compe-tenza nel settore deve chiedere ogni cosa. Noi abbiamo assunto il ruolo che assumia-mo di solito. Fino alla consegna degli appar-tamenti, si è svolto un grande processo creativo che ha coinvolto i residenti non sol-tanto nella realizzazione pratica di dettagli

ma anche in questioni formali, nello sviluppo di una consapevolezza architettonica, fatti da cui noi stessi abbiamo imparato molto. Abbiamo discusso di facciate lisce o tettoni-che. Nel gruppo c’erano anche persone con un’intensa esperienza formale. Una desi-gner, architetti e architetti d’interni.

Detail: Quale importanza è stata assegnata al-la facciata nel processo di gruppo?roedig.schop: Per noi la facciata era parte integrante del processo. Abbiamo deciso in-sieme per una facciata ventilata verso stra-da. Verso il cortile è stata scelta una facciata più economica in blocchi di silicato di calcio intonacati. Abbiamo discusso diverse va-rianti cromatiche. Nonostante il budget limi-tato, dato che la facciata è il volto con cui l’edificio si presenta, è stata scelta una azienda che potesse realizzarla in tutta la sua complessità. Abbiamo presentato alter-native ai costi, ma il gruppo ha deciso.

Detail: Come siete riusciti a realizzare le super-fici in calcestruzzo a vista sulle scale e in alcuni appartamenti?roedig.schop: Abbiamo interpretato il desi-derio del gruppo. Inizialmente, avevamo pensato di lasciare superfici in calcestruzzo a vista solo nel nostro appartamento. La co-sa ha suscitato sempre più interesse.

Detail: Ogni dettaglio è stato sottoposto al va-glio del gruppo?roedig.schop: In linea di massima sì. Alcuni committenti volevano decidere ogni cosa, persino i componenti dei massetti. Abbiamo ridotto molte discussioni a questioni formali, mentre per quanto concerne i particolari tec-nici in linea di massima avevamo carta bian-ca. I committenti si fidavano.

Detail: Quale effetto ha avuto nel processo progettuale il vostro ruolo di architetti e com-mittenti?roedig.schop: Dato che eravamo coinvolti direttamente, i committenti si sono fidati maggiormente. Talvolta specificavamo “in qualità di committenti siamo di questo avvi-so” e “come architetti dobbiamo far notare che”.

Detail: Quali ripercussioni ha avuto l’intera pro-gettazione sulla comunità? Come lavora il gruppo?roedig.schop: Sicuramente partecipare ad un progetto di questo genere ha creato le-gami tra i componenti del gruppo oltre a de-terminare in ognuno un sentimento di inten-sa identificazione con il progetto. Anche le prestazioni d’opera realizzate da componen-ti del gruppo sono state un’esperienza inte-ressante. Alcuni avrebbero voluto costruire in gruppo, altri costruire in modo economico, alcuni sostenibile e alcuni partecipare al processo formale. Normalmente, un commit-tente privato può partecipare in modo creati-vo ad un processo progettuale solo nella co-

struzione di una casa unifamiliare, che di solito non si trova in centro città. In questo caso erano presenti entrambe le cose. Ogni gruppo segue la propria strada. Non esiste un approccio ideale al gruppo, si tratta di un processo completamente imprevedibile con mille variabili. Il nostro obbiettivo era costrui-re in modo partecipato.

Planimetria generaleScala 1:2000

Pagina 975

SezionePiantescala 1:250

Il progetto si basa su due unità d’abitazione senza pi-lastri con nucleo servizi centrale con l’obbiettivo di riu-scire a dividere in locali lo spazio oppure di lasciarlo completamente aperto con bagno e cucina in posizio-ne centrale isolata oppure addossati ai perimetrali.

1 Spazio all’aperto privato2 Raccolta rifiuti3 Pavimento in legno 4 Sabbia5 Prato6 Parete realizzata a secco o divisoria tra gli appartamenti7 Lastrico solare8 Appartamento ospiti

Pagina 976La facciata sud

In una fase relativamente precoce, si mani-festa l’idea di realizzare una facciata ricer-cata dove si legge la sovrapposizione delle unità d’abitazione e la diversificazione delle piante. La facciata ventilata enfatizza l’arti-colazione orizzontale degli interpiani e ac-consente al gioco di elementi chiusi e aperti dato dal layout diversificato e dalla necessi-tà di porre l’accento su due elementi struttu-rali verticali importanti. All’inizio, si pone anche la questione di avere balconi sul lato sud. L’edificio che si affaccia sull’Anklamer Straße si trova in un’area urbana sottoposta a recupero dove viene posta particolare attenzione alla creazione di un contesto coerente ed armonico. A parte due eccezio-ni le facciate sono piane, senza balconi né logge. L’ufficio tecnico ha acconsentito alla realiz-zazione di sporti profondi soltanto 20 cm. Le finestre a filo interno hanno un’apertura a 180°. I balconcini sono stati fissati con pochi bul-loni per lasciare l’eventuale possibilità di es-sere sostituiti da elementi più profondi. Questa opzione si è rivelata importante per il gruppo anche se probabilmente non sarà mai possibile realizzarla. Le fasce che scan-discono orizzontalmente la facciata accen-tuano la sovrapposizione delle unità d’abita-zione oltre a nascondere i cassonetti degli avvolgibili al piano terreno e a coibentare opportunamente lo spessore dei solai. L’edi-

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∂ 2008 ¥ 9 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 17

ficio poggia su un basamento massivo; inve-ce dei pannelli in fibrocemento sono stati uti-lizzati elementi in calcestruzzo con finitura a cannelli orizzontali.

Sezione particolareggiataFacciata sudverticaleorizzontale scala 1:20

1 Terrazza: tavole in legno di larice siberiano 25 mm distanziatore 3–50 mm materassino protettivo guaina in bitume polimerico d’impermeabilizzazione a due strati isolante termico stabile al calpestio 140 mm materassino fonoassorbente 22/20 mm barriera al vapore fondo di vernice a base bituminosa solaio in c.a. 2 Parapetto lastrico solare in acciaio zincato 3 Profilo in acciaio zincato L 200/100/10 fissato ad un interasse di 750 mm all’attico fascia in lamiera di acciaio rivestita 5 Rivestimento della facciata in pannelli di fibra di cemento 8 mm intercapedine d’aria 92 mm pellicola traspirante a poro aperto lana minerale rivestita 100 –140 mm blocchi in silicato di calcio 175 mm intonaco di gesso 6 Pavimento in parquet industriale 24 mm massetto 45 mm materassino fonoassorbente 30 mm 7 Porta finestra profilo in legno due ante angolo di apertura 180° posa in piano con parete interna 8 Vetrata a controllo solare neutra stratificato di sicurezza 26 mm 9 Graticcio zincato con aste saldate profilo doppio in acciaio HEA 14010 Porta finestra profilo in legno una o due ante angolo di apertura 90°11 Parapetto con aste saldate acciaio zincato fissaggio al profilo della finestra12 Pavimento in massetto rivestito13 Avvolgibile in lamiera di acciaio rivestito lamelle avvolgibile in alluminio14 Vetrata a controllo solare stratificato di sicurezza 34 mm in telaio di legno15 Elemento prefabbricato di calcestruzzo con rivestimento antigraffito 100 mm intercapedine d’aria 20 mm isolante perimetrale 100 mm blocchi in silicato di calcio 175 mm intonaco di gesso16 Imbotte in lamiera di alluminio fissata al profilo della finestra

Pagina 978Il lastrico solare

Il gruppo decide relativamente presto di non vendere a prezzo elevato ma di mantenere in comune il lastrico solare e l’appartamento per gli ospiti. Un lusso che nessuno dei resi-denti avrebbe potuto permettersi altrimenti. Dato che ogni appartamento non è dotato di spazi all’aperto privati avendo una porta bal-cone verso sud e balconi esposti a nord, il lastrico solare ha un ruolo importante nel progetto dell’intero edificio. Mentre il lastrico solare offre luce, aria e sole, la porzione di giardino comune offre uno spazio all’aperto ombreggiato. Spesso durante il fine settima-na, l’appartamento degli ospiti viene occu-pato dagli stessi residenti che possono tra-scorrere le ferie nella propria casa per godere del panorama su Berlino. I soffitti in calcestruzzo sono a vista all’interno dell’ap-partamento. L’appartamento è accessibile anche alle persone anziane tramite ascen-sore.

Sezione scala 1:200

1 Fascia in lamiera d’acciaio rivestita 2 Profilo in acciaio zincato L 200/100/10 fissato ad un interasse di 750 mm all’attico 3 Parapetto lastrico solare in acciaio zincato 4 Terrazza: tavole in legno di larice siberiano 25 mm correnti distanziatore materassino protettivo guaina in bitume polimerico d’impermeabilizzazione a due strati isolante termico stabile al calpestio 140 mm materassino fonoassorbente 22/20 mm barriera al vapore fondo di vernice a base bituminosa solaio in c.a. 200 mm 5 Blocco ai silicati di calcio 6 Pavimento in parquet industriale 24 mm massetto 45 mm materassino fonoassorbente 30 mm 7 Vetrata a controllo solare 26 mm in telaio di legno 8 Copertura (inclinata 3°) impermeabilizzazione per tetti strato di separazione isolante termico stabile al calpestio 100 mm barriera al vapore fondo di vernice a base bituminosa solaio in c.a. 160 mm 9 Copertura: zinco al titanio aggraffatura verticale strato di separazione assito isolante termico 100 mm barriera al vapore fondo di vernice a base bituminosa solaio in c.a. 160 mm10 Finestra piana per tetto11 Facciata nord: blocchi ai silicati di calcio 36,5 intonacato

Piano editoriale anno 2008:∂ 2008 1/2 Costruire con il Cemento

∂ 2008 3 Detail Conzept: Asili

∂ 2008 4 Luce e interni

∂ 2008 5 Materiali plastici

∂ 2008 6 Costruire semplice

∂ 2008 7/8 Grandi strutture portanti

∂ 2008 9 Detail Conzept: Abitazioni collettive

∂ 2008 10 Facciate

∂ 2008 11 Costruire con il Legno

∂ 2008 12 Tema particolare

∂ - Inserto in italiano

Zeitschrift für Architektur Rivista di Architettura 48° Serie 2008 · 9 Detail Conzept:

Abitazioni collettive

L’Impressum completo contenete i recapiti per la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a pag. 1049

Redazione Inserto in italiano: Frank Kaltenbach George Frazzica Rossella Mombelli Monica Rossi e-mail: [email protected] telefono: 0049/(0)89/381620-0

Traduzioni: Rossella Mombelli

Partner italiano e commerciale: Reed Businness Information V.le G. Richard 1/a 20143 Milano, Italia [email protected] [email protected]

Fonti delle illustrazioni:pag. 3 alto: Bruna Biamino, Torinopag. 3 basso sinistra: Michel Denancé, Parigipag. 4 alto: Giuseppe Donato, Bolzanopag. 4 basso: Tomaso Macchi Cassia, Milanopag. 5: Tomaso Macchi Cassia, Milanopag. 6 sinistra: Monica Rossi, Ascoli Piceno pag. 6 destra: Jesùs Bledayrosa, Granadapag. 9 sinistra: Jean-Michel Landecy, Genevapag. 9 destra: BauZEIT GmbH, Münsingpag. 10 sinistra: Walter Mair, Zurigopag. 10 destra: Ralf Hut, Zurigopag. 11 destra: www.mirankambic.compag. 12 destra: Morley von Sternberg, Londonpag. 13: Jens Lindhe, Kopenhagenpag. 15: Stefan Müller, Berlino

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3 libri + CD ROM in un cofanetto:

• Luce – naturale e artificiale

Materia luce

La luce, più di qualsiasi altro materiale, determina gli effetti volumetrici dello spazio, crea l’atmosfera e mette in scena l’architettura. Negli spazi ben illuminati ci sentiamo bene e siamo produttivi; la luce migliora la salute. Inoltre, un’accurata progettazione illuminotecnica in grado di coordinare le fonti naturali diurne con quelle artificiali conduce invariabilmente a grandi risparmi energetici, soprattutto negli ambienti destinati ad ospitare uffici. Il nuovo volume della collana DETAIL Praxis approfondisce i fondamenti della progettazione illuminotecnica sia nel campo della luce diurna che artificiale avvalendosi del contributo dei migliori specialisti in questo campo. Accanto alle semplici regole di buona progettazione che coinvolgono il disegno planimetrico, l’orientamento dell’edificio e l’articolazione della facciata, il manuale offre un’ampia visione d’insieme dei più attuali sistemi d’illuminazione naturale e artificiale, valutandone l’efficacia nel contesto di alcuni progetti esemplari.

Ulrike Brandi Licht, 2005102 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm

• Intonaci – stucchi e pitture

Le facciate intonacate e poi -pittura, tinta o rivestimento?

Gli intonaci, le tinteggiature e i rivestimenti determinano l’aspetto delle superfici, creano effetti spaziali, giocano con la luce. Il loro impiego è determinante per la caratterizzazione formale dell’edificio e per la qualità dello strato protettivo. Il nuovo volume di DETAIL Praxis “Intonaci, colori, rivestimenti” presenta convincenti soluzioni, sia tradizionali che innovative. Gli autori descrivono e definiscono i fondamenti della materia, indicano gli aspetti problematici e offrono utili suggerimenti per la pratica dell’edilizia. Utilizzando i particolari di due costruzioni esemplari, gli esperti documentano in scala 1:10 la realizzazione di tutti i giunti più importanti di un edificio.

Alexander Reichel, Anette Hochberg, Christine Köpke 2004.112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm

∂ P

raxi

s

• Trasparenze – vetri plastiche e metalli

Materiali trasparenti, traslucidi, perforatiLo stato dell’arte dei materiali da costru-zione diafani

Il materiale traslucido offre al progettista un’ampia libertà creativa, impensabile con il vetro, che consente un rapporto sensoriale con la luce e stimola l’avvin-cente alternanza di interni ed esterni. Attraverso l’impiego di nuovi vetri speciali, lastre di materiale sintetico, membrane e metalli perforati è possibile ottenere una nuova interpretazione delle atmosfere create dagli antichi finestroni colorati delle chiese, dalle sottili lastre di alabastro e dai riquadri di carta intelaiata dei tempi passati.

Frank Kaltenbach, 2003108 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm

Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG, Sonnenstr. 17, 80331 Monaco di Baviera, Germania, Tel. +49 89 38 16 20-0, Fax +49 89 39 86 70, E-Mail: [email protected]

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___ 3 Libri + CD ROM in un cofanetto (Intonaci, Luce, Trasparenze) € 139,10+ costo di spedizione e imballaggio per un cofanetto: � 9,63