Destinazione America - Settembre 2015

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Destinazione news america Pebble Beach Concours d’Elegance USABOUND PRESENTA: Dorchester Miami Beach n e w s s i n c e 1 9 7 9 SOUTHERN MUSIC BEST LOCATIONS settembre 2015

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Numero Settembre 2015 di Destinazione America: Pebble Beach Southern Music USABOUND / Dorchester Valpolicella negli USA Birrerie Artigianali a Sonoma County Appuntamenti d'arte e musicali Guidare negli USA

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Pebble Beach Concours d’Elegance

USABOUND PRESENTA: Dorchester Miami Beach

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SOUTHERN MUSIC BEST LOCATIONSse

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Un viaggio, di lavoro o di

piacere, è sempre una sco-

perta, prima di luoghi nuo-

vi è la scoperta di ciò che

i luoghi nuovi fanno alla

tua mente e al tuo cuore.

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Pebble Beach Concours d’Elegance SOUTHERN MUSIC BEST LOCATIONS Eventi fuori città... why not? “SAFE DRIVE” IN CALIFORNIA

USABOUND PRESENTA:Dorchester Miami Beach

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sommario

Sempre più birra artigianale a SONOMA

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il Valpolicella è solo un ricordo?

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ARTE, CINEMA e MUSICA negli USA

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Sinatra, Hemingway e Fellini entrano in un bar...

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ospita ogni anno uno degli eventi più attesi al mondo, il Pebble Beach Concours d’Elegance. A metà di agosto auto e motocicli d’epoca in-vadono le strade della 17 Miles Drive, appositamente chiusa al traffi-co, rendendo ancora piu attraente un luogo che già lo è di per sé. Il concorso, avvenuto per la prima volta nel 1950, nacque come evento lo-cale per trasformarsi con il tempo nello show automobilistico più famoso al mondo. Non si tratta ovviamente di una gara di velocità, ma di una competi-zione nella quale collezionisti provenienti da ogni parte del mondo si batto-no puntando sulla storicità, le caratteristiche tecniche e lo stile dei mezzi che scelgono di presentare. Proprio queste sono, infatti, le tre caratteristiche su cui la commissione si basa per determinare il vincitore. Le iscrizioni al concorso sono aperte dal novembre al gennaio precedenti all’evento e nel corso dei tre mesi successivi un gruppo di esperti in materia seleziona i privilegiati che avranno l’onore di vedere le loro auto sfilare davanti ad un pubblico sempre molto entusiasta. “È assolutamente esilarante venire a Carmel e vedere tutte queste persone così impazienti di vedere delle macchine d’epoca...davvero divertente!” afferma Dan Erceg, partecipante al concorso. “Il Pebble Beach Concours è il migliore. È esattamente ciò che conferisce a un auto il pedigree.” afferma Jay Leno, presentatore americano anch’ egli concorrente in gara. Un misto fra divertimento e serietà caratterizza lo svolgersi dello show: sei giorni nel corso dei quali fra parades, forum, esposizioni e aste, anno-iarsi diventa davvero impossibile. A sfilare, motori dei marchi più famosi. Solo per fare un esempio, il premio “Best of Show” della scorsa edizione è stato vinto da Jon Shirley di Medina, Washington, con la sua Ferrari 375 MM Scaglietti Coupe del ‘54. Nomi importanti compaiono anche nella li-sta degli sponsor che finanziano l’evento, fra i quali Rolls Royce, Ferrari e Cadillac. Questi, assieme all’ aiuto di centinaia di volontari e di molti par-tener aziendali, rendono possibile ogni anno l’ accumulo di denaro da de-stinare alla beneficenza che quest’anno ha raggiunto i 19 milioni di dollari.

Pebble Beach Concours d’Elegance

Carmel, cittadina della California situata nella Contea di Monterey e famosa soprattutto per il suo ricco passato artistico,

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L’evento è stato pubblicizzato attraverso posters fin dal primo 1950. Lo stile utilizzato, rimasto quasi invariato, ricorda la grinta e la vitalità degli anni in cui, appena finita la guerra, il mondo era pronto a vivere una nuova era. Anche nei manifesti più recen-ti questo messaggio sembra leggersi chiaramente e un misto fra attesa, frivolezza e competizione crea delle aspettative impossibili da deludere. Fra i nomi di designer più ricorrenti: Eldon Dedini, Julian Gra-ham e Barry Rowe; tutti artisti connessi in qualche modo alla città di Carmel, innamorati di essa e in-tenzionati a renderle un tributo in qualche modo.

Silvia Bergamin – Redazione Destinazione America

POSTER 1975 Dick Cole

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SOUTHERN MUSIC BEST LOCATIONS

Nashville e Memphis, in Tennessee,

culla della Southern Music.

Nashville e Memphis, in Tennessee, culla della Southern Music, stanno acco-

gliendo negli ultimi anni nuovi musei di grande successo per i loro program-

mi innovativi e i sofisticati appuntamenti culturali e musicali che ospitano.

Innanzitutto, il Ryman Auditorium a Nashville, che nasce nel 1892 per vo-

lontà di Thomas Ryman (1843–1904) come santuario della musica gospel.

Fra il 1943 e il 1974 diventa casa della Grand Ole Opry, show che rende que-

sto genere musicale molto famoso e apprezzato grazie alla presenza di arti-

sti come Hank Williams, Patsy Cline, Bill Monroe e Minnie Pearl. “Il Ryman

Auditorium è uno dei più importanti luoghi di incontro al mondo e ciò che

identifica Nashville come Città della Musica” dice Karl Dean, parte del Me-

tropolitan Government di Nashville. “Il miglior teatro al mondo” lo defini-

scono i Coldplay. Madre patria della Country Music, l’auditorium offre ogni

giorno dei tours guidati che includono il cosiddetto “Soul of Nashville”, uno

show creato dalla BRC Imagination Arts of California che riporta in vita cen-

tinaia di performance leggendarie e che racconta la storia dei Ryman. Attra-

verso una serie di effetti speciali e di tecnologie avanzate lo spettatore viene

coinvolto totalmente in un’esperienza multimediale di cui diventa il centro.

Altro sito da non dimenticare è il Musicians Hall of Fame and Museum, aper-

to il 6 giugno 2006 a Nashville, che onora musicisti appartenenti a qualsiasi

genere musicale provenienti da diverse parti del Paese. In primo piano non ci

sono, però, i grandi della musica, ma quegli artisti poco conosciuti che fanno

loro da supporto. Quest’estate, allo spazio espositivo già a disposizione, si è

aggiunta la sala di produzione di Brian Ahern dove furono registrati più di

70 album d’oro e di platino con nomi quali Emmylou Harris, Bob Dylan e Ja-

mes Taylor. Entro settembre, inoltre, si aprirà una grande Grammy Gallery,

ossia uno spazio musicale interattivo che permetterà a studenti e visitatori

di sperimentare dal vivo il mondo all’interno di uno studio di registrazione.

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attraverso il periodo in cui inizia a mancare

concerti a causa di problemi con l’alcol e l’era

in cui diventa re dei tabloid durante il suo matri-

monio con Tammy Wynette. Inoltre, è possibi-

le assistere a performance musicali e compra-

re oggetti e ricordi che rappresentano l’artista.

La più sorprendente fra tutte le location di

Nashville è, però, Acme Feed & Seed, riaperta

dopo vent’anni di inattività lo scorso settem-

bre grazie all’iniziativa di Tom Morales, attua-

le proprietario. Dotata di ristorante, bar e sito

per performance musicali di qualsiasi genere,

la struttura vanta la vista del Cumberland Ri-

ver, del Nissan Stadium e di Riverfront Park.

L’atmosfera che si respira è decisamente al-

ternativa grazie alla presenza di elementi par-

ticolari quali firme originali, fotografie della

casa editrice Acuff-Rose rappresentati famose

star della musica country e materiale grafico

da “Wanted! The Outlaws”, primo album di

musica country a vendere un milione di copie.

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Spostandosi leggermente piu a sud, a Memphis, i famosi Stax Museum

of American Soul Music e il National Civil Rights Museum, che utilizzano

rappresentazioni molto coinvolgenti e di grande effetto, sono da poco stati

affiancati dal Memphis Music Hall of Fame. Tributo alle icone di Memphis

che hanno impressionato il mondo con la loro musica bizzara, questa espo-

sizione, divertente, affascinante ed educativa allo stesso tempo, si distingue

per i “memorabilia” che nasconde: video di performances rare e interviste,

esperienze interattive, e molto altro. I musicisti qui celebrati hanno fatto la

differenza nella storia della musica. Fra questi, Kay Starr, Big Star, Southern

Gospel Blackwood Brothers, Memphis Jug Band, W.C. Handy, Sam Phil-

lips. Il mix di jazz, blues, rock, pop, gospel e country caratterizza una scena

che, attraverso pianoforti pendenti dal soffitto e metà della Cadillac di Jerry

Lee Lewis che spunta da una parete, esprime lo spirito frivolo della città.

Sempre a Memphis l’8 maggio 2015 apre il Blues Hall of Fame. Iniziato nel

1980 dalla Blues Foundation come una semplice lista di artisti, è stato dotato

ora di una struttura fisica in onore di coloro che il blues l’hanno suonato, docu-

mentato e vissuto. In un’area relativamente stretta ma accogliente delle mini-

gallerie somiglianti a chioschi celebrano i grandi di tutte le ere. La collezione è

ricca di oggetti che ricordano gli ultimi giorni di artisti come Luther Allison, Joe

Louis Walker, Jimmy Reed, Koko Taylor. Inoltre, si possono ammirare la cravat-

ta di Lead Belly, il vestito di Howlin Wolf e la chitarra elettrica di Otis Spann.

Insomma, decisamente niente noia in queste due città per tutti coloro che ama-

no un tipo di musica così fresco, vivo e carismatico quale il Southern Music.

Da non perdere anche il Johnny Cash Mu-

seum, aperto ufficialmente il 30 maggio

2013 e presto divenuto una delle attrazio-

ni più visitate di Nashville grazie alla pre-

senza di oggetti personali provenienti dalla

carriera del famoso “Man in Black”. Gran-

de spazio è dato anche alla proiezione di

filmati dedicati agli amici di Cash, fra que-

sti rock stars del calibro di Elvis Presley, Jer-

ry Lee Lewis, Roy Orbison e Carl Perkins.

Ancora, nel cuore di Downtown Nashville un

museo perfetto per qualsiasi tipo di evento,

il George Jones Museum, che rende onore ai

sessant’anni di carriera dell’uomo universal-

mente conosciuto come il miglior vocalista

della musica country. La sua vita, singolare

e turbolenta, è raccontata nel dettaglio: par-

tendo dalla sua infanzia trascorsa in Texas

fino agli anni in cui arriva a ottenere mon-

tagne di premi e riconoscimenti, passando

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Nonostante questa familiarità visiva con

la vita quotidiana americana, molti – pur-

troppo troppi – meeting planner italiani

continuano a proporre ai propri clienti ita-

liani solo location (hotel, ristoranti, centri

congressi) urbane, nel centro delle città,

trascurando i quartieri o le destinazioni

periferiche, i temuti suburbs che invece

offrono l’opportunità ai partecipanti agli

eventi italiani di vivere la vera America.

Per ragioni storiche (la protezione offerta

dalle cinte murarie dagli attacchi dei bar-

bari o nemici del comune confinanti), gli

italiani sono abituati a vivere le attività so-

ciali del pomeriggio e della sera nei centri

storici, dove ci sono gran parte dei ristoranti

e locali di prestigio. Un po’ il contrario di

quello che succede negli Usa, dove gran

parte dei centri cittadini si popolano di gior-

no per il commercio e gli affari e si svuotano

nel tardo pomeriggio, quando I pendolaris

ritornano nei propri quartieri di residenza.

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Eventi fuori città... why not?

Negli Stati Uniti, spesso,una location per eventi fuori dai centri urbani può essere vincente!

“È come nei film”. “Mi sembra di esserci già sta-

to”. Probabilmente sono questi i commenti più

comuni dei visitatori stranieri che arrivano per la

prima volta negli Stati Uniti: dal taxi a Manhattan

arrivando dal JFK oppure guidando l’auto a noleg-

gio a Miami o Los Angeles, tutti hanno la sensazio-

ne di trovarsi subito “a casa”. Questo ovviamente

grazie a Hollywood e alle migliaia di film e serie

televisive che tutti hanno visto, ambientati in ogni

possibile città, quartiere, paese e stato degli Usa.

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Anche nei centri urbani ad altissima densità abitativa quali

New York e Chicago esiste una forte distinzione tra i quar-

tieri commerciali e quelli più residenziali. Nei primi, i locali

del centro che rimangono aperti per la cena sono frequen-

tati esclusivamente da turisti o comunque business travel-

ler in visita temporanea, mentre invece le vie delle aree

residenziali si popolano di abitanti locali che frequentano

bar, pub, ristoranti e locali notturni del proprio quartiere.

Nelle aree metropolitane più estese, per esempio San Franci-

sco e la Bay area, la centralissima Union Square si spopola,

mentre invece le aree “periferiche” di Polk, Chestnut e Mis-

sion si riempono di vita e sono frequentate sino a tarda sera.

Il fenomeno è ancora più accentuato nei centri di località

satellite quali Berkeley, Mill Valley, San Anselmo o Walnut

Creek, che offrono ottime opportunità per gastronomia esclu-

siva e ricercata (basti pensare a Chez Panisse a Berkeley).

Anche per meeting e convention queste località offrono

strutture per eventi originali ed eleganti: noi spesso con-

sigliamo la famose ballroom dei tempi d’oro del West,

spesso gestite dalle associazioni dei discendenti dei gruppi

etnici che le avevano costruite (dai danesi ai figli di Co-

lombo italiani). Nel corso degli anni abbiamo riscontra-

to di persona che inserire almeno un evento o una cena

in una location fuori dal classico centro città sia enor-

memente apprezzato dagli ospiti italiani, che vedono

per la prima “la vera America” e apprezzano un model-

lo di vita molto diverso da quello tradizionale italiano.

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Importante rispettare sempre:

- i limiti di velocita’, specie nei centri abitati, ed in presenza di bambini o lavori in corso

- la segnaletica verticale e orizzontale (corsie, etc.). Leggete con attenzione la cartellonistica sempre

utile e precisa.

- segnale STOP: fermarsi completamente. Non basta rallentare! Bisogna fermarsi anche se non c’e’

traffico nelle altre direzioni. Nel caso si incroci con stop in ogni direzione, la precedenza e’ in base a

ordine di arrivo.

- distanze di sicurezza. Avvicinarsi troppo all’auto davanti (come si usa in Italia) non solo e’ illegale, e’

considerato maleducazione

- ciclisti: evitate di superarli se farlo comporta di sfiorarli

- pedoni: hanno sempre precedenza assoluta (strisce e non). I pedoni si aspettano che Voi vi fermiate se

intuite loro intenzione di attraversare. Quando ci sono bambini, aspettare che questi siano arrivati al

marciapiede opposto. Non partire quando sono a meta’ strada, ancora attraversando.

- School Bus: fermarsi se hanno luci rosse lampeggianti. Fermarsi anche se sono nella corsia opposta,

se hanno aperto un cartello di stop sul loro lato sinistro. Vuol dire che I bambini, scesi dal bus, hanno

intenzione di attraversare la strada.

- Nelle Freeway fare attenzione alle corsie contrassegnate con il simbolo romboidale, significa Carpools.

“SAFE DRIVING” IN CALIFORNIADestinazione

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I nostri consigli per una guida sicura e rilassata in California.

Parcheggio- Non parcheggiare davanti agli idranti

- se parcheggiate in discesa/salita, lasciare le ruote davanti

girate verso il marciapiede e non parallele alla strada

- marciapiedi rosso: vietato parcheggiare

- segnale NON STOPPING: non fermarsi neanche per pochi secondi.

- scritta orizzontale “CLEAR” agli incroci: spazio da lasciare libero,

non occuparlo se traffic fermo

- XING: avvisa prossimo passaggio pedonale e /o incrocio pericoloso.

Inoltre:- ricordarsi che e’ possibile superare a destra

- Non scendete dall’auto se fermati dalla polizia. Aspettare

seduti con le mani bene in vista sul volante

- E’ vietato avere bottiglie / lattine / contenitori aperti con be-

vande alcoliche. Attenzione: arresto immediato per il guidatore

anche se questo non ha bevuto

- veicoli di soccorso con sirena: spostarsi e fermarsi a destra

- In California e’ legale girare a destra con il semaforo rosso,

dopo aver fatto stop completo ed essersi accertati che non ci

sia traffico in arrivo da sinistra e pedoni in attraversamento a

destra.

- se andate piano per godervi il paesaggio, per cortesia usate le

piazzole “TURN OUT” per farsi superare

Golden Gate Bridge: verso San Francisco: NON fermatevi

Pagamento solo in entrata automatico con lettura della targa

In uscita da San Francisco: Non si paga - NON fermatevi

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Dorchester Suites Hotel (4 Stelle SFC)

Paradiso Tropicale nel cuore di Miami Beach

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USABOUND PRESENTA:

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ARTE, CINEMA e MUSICA negli USA

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Boston - fino al 21 febbraio 2016

Museum of Fine Arts:Le fotografie della collezione Peter J. Cohen

Chicago - febbraio 2016

Art Institute of Chicago:presenta due capolavori di Degas

Houston - fino al 24 gennaio 2016

The Museum of Fine Arts:Retrospettiva attesissima dedicata a Mark Rothko

New Yorkfino al 7 febbraio 2016

Le sculture di Picasso al Moma

Los Angeles - fino al 7 febbraio 2016

Getty Museum: Potere e passione, le sculture di bronzo dell'ellenismo

San Francisco - fino al 14 febbraio 2016

De Young Museum: Le foto di WIlliam Worden

Film:Mill Valley Film Festival 8-18 ottobre 2015

Concerti:

Kayne WestHollywood Bowl (Los Angeles) 25 - 26 ottobre 2015

THE WHO Madison Square Garden (New York) 27 ottobre 2015

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Nonostante sia ancora conosciuta soprattutto per

i suoi vini, la contea di Sonoma, nella California

del Nord, vicina e concorrente della più famo-

sa Napa, sta guadagnando maggiore attenzione

e rispetto grazie ad una produzione sempre più

elevata in quantità e qualità di birra artigianale.

Nel cuore del territorio famoso per la produzio-

ne del Sauvignon Blanc, si possono assaggia-

re craft beers invecchiate in botte alla Fogbelt

Brewing Company di Santa Rosa, locale arreda-

to in stile post-industriale con lampade da offici-

na che pendono dalle tubature in quella che un

tempo era una stanza dedicata al wine tasting.

Fogbelt è una delle più nuove birrerie della regione,

subito diventata anche un bar esclusivo. La passio-

ne locale per tutto ciò che è fatto in casa, unito alla

preferenza per le birre artigianali rispetto al vino da

parte dei “millenials”, ha visto crescere e diffonder-

si un gran numero di gastro pub, piccole birrerie e

craft-beer bars nella californiana “regione di vino”.

Sulla base di statistiche fatte dalla California Craft Brewers Association, il numero di birrerie nella zona è cresciuto del 25% tra il 2012 e il 2014. Nella Contea di

Sonoma sempre più beer-tour vans condividono la strada con le limo dei wine-tour, inoltre molte mappe e apps aiutano i visitatori a girare questo “paese della birra”.

Sin dagli anni Cinquanta la Contea di Sonoma era la zona principale per la produzione di luppolo dello Stato, prima che questa si spostasse verso il Pacific

Northwest. Poiché gli ingredienti usati nella birra non si coltivano, i birrifici, a differenza delle cantine, non hanno bisogno di sedi e punti di consumazione

lussuosi, quindi Fogbelt e molte altre sono meno Downton Abbey e piu downtown chic. “Non credo che un nostro cliente vorrebbe andare in uno chateau

per avere una birra”, dice Paul Hawley, il proprietario della Fogbelt, il cui padre era un produttore di vino a Kendall Jackson, uno dei vigneti locali più famosi.

Viaggiando attraverso i verdi pascoli spettinati, le fattorie rovinate dalle intemperie e i greggi di pecore lungo la State Route 116 (chiamata an-

che Stage Gulch Road), tra Sonoma e Petaluma, è facile immaginare come fosse questo paesaggio un secolo fa, oggi ancora esattamente uguale.

Sempre più birra artigianale a SONOMA

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Arrivati all’incrocio con Lakeville Highway, si trova la la-

miera ondulata di Ernie’s Tin Bar, dorata dal sole del tramon-

to. Di proprietà della stessa famiglia dal 1923, Ernie’s è sia

un bar che un garage, nonostante l’officina nel retro sem-

bri piu un’esposizione da museo che una stazione Shell.

Il piccolo bar è decorato con cimeli, corna e con le

teste di un orso e un’ antilope. Ovunque la frase “Er-

nie’s Tin Bar, No Cellphone Use”, Il locale offre 17

birre artigianali californiane con i loro nomi scaraboc-

chiati su una lavagna, ma quasi nulla da mangiare ap-

parte noccioline, carne di manzo essiccata e patatine.

I padroni del posto, gli Altenreuther, e lo stile partico-

lare sono rimasti invariati sin dagli anni ‘20. Ernie’s ri-

mase aperto addirittura durante il proibizionismo.

“Quando arrivava lo sceriffo, gli davano da bere” dice

l’attuale proprietario Ernie Altenreuther a proposito dei

suoi parenti che al tempo gestivano il locale. Mr Alten-

reuther, che si descrive come un fanatico della birra, ha

introdotto le birre artigianali nove anni fa. E questo lo

deve alle donne, che, a differenza di quel che si pen-

sa, amano riempire i loro bicchieri. “Le donne bevono

birra e la apprezzano tanto quanto gli uomini”, dice.

“All’esterno un gruppo di ragazze, fresche di manicu-

re e agghindate di gioielli che si riflettono nelle lenti

dei loro occhiali firmati, con in mano i loro bicchie-

ri di Belgian Ale. Provenienti da Kansas e Oklahoma,

in paese per il 30esimo compleanno di un amico.”

Non molto lontano, seguendo un’ anonima strada secondaria, la Lagunitas Brewing Company,

produttore della famosa IPA, è allo stesso tempo l’ epicentro e la periferia del “territorio della

birra” di Sonoma. La sede di questa birreria, ora distribuita anche a New York ed altri stati della

Costa Est, nel weekend ospita una parade di clienti tatuati, turiste in tacchi alti, e contadini locali.

A Sebastopoli, a pochi minuti d’auto, consigliamo Woodfour Brewery Il titola-

re, Mr. Wood, ha fondato Woodfour due anni fa al posto di ciò che un tempo era un

conservificio di mele. Egli unisce tecniche di produzione del vino e della birra, fa-

cendo invecchiare alcune varietà in barili di pinot per anni. (I barili da vino permettono l’as-

sorbimento solo di una piccola dose di ossigeno, il che è l’ideale per l’invecchiamento del-

la birra; botti da vino usate di recente danno alla birra un retrogusto di Pinot e Zinfandel.)

Uno dei muri dell’arioso locale in legno chiaro è decorato con 104 bottiglie che, illumina-

te, creano una specie di motivo a rombi; la birra è servita al bancone in delicati bicchierini.

Consigliamo di provare “Miel et Framboise,” una birra infusa con fiori selvaggi e lamponi.

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Il passaggio da super famoso a completamente dimenticato capita sia alle star

hollywoodiane che ai vini. Prendiamo ad esempio il Valpolicella. Vino molto

amato da Frank Sinatra, Federico Fellini e Ernest Hemingway, che lo defini-

vano “accogliente come la casa di un fratello”, oggi è negli Stati Uniti una

presenza piuttosto rara sia al ristorante che nelle vinoteche e supermercati.

Sinatra, Hemingway e Fellini

entrano in un bar...il Valpolicella è solo un ricordo?

Page 17: Destinazione America - Settembre 2015

Stando alle parole di Lars Leicht, addetto stampa per la Banfi Vintners, l’importatore

americano della cantina Franco Bolla, questo rosso del Veronese rappresentava un mar-

chio di qualità negli anni ‘50 e ‘60. Lo stesso Bolla era una star televisiva negli anni

‘70 e ‘80 grazie a una campagna pubblicitaria nella quale compariva dal nulla con

una bottiglia di Bolla in ristoranti, patries privati o matrimoni. La battuta era “più di un

semplice vino”. Il vino proposto dal Signor Bolla era gradevole, conveniente e perfetto

per l’estate, insomma esattamente ciò che si intende se si parla di un buon Valpolicella.

Ora invece negli Stati Uniti gli amanti del Cabernet di Napa Valley ricercano avidamen-

te il Ripasso, soprannominato comunemenete “Baby Amarone”, o lo stesso Amarone.

Page 18: Destinazione America - Settembre 2015

I rivenditori dicono che gli amanti del buon vino hanno dimostrato un interesse

maggiore nei confronti di questi vini più costosi e particolari, mentre le vendite dei

Valpolicella più semplici sono diminuite. Una ragione potrebbe essere che altri ros-

si leggeri e affabili sono prodotti in altre regioni d’Italia e del mondo. Jeff Kellogg,

direttore della sezione vini del Maialino, rinomato ristorante di New York, afferma

inoltre che quando si parla di rossi sia i sommeliers che i consumatori tendono

a ignorare la regione del Veneto a favore di altre come la Toscana e il Piemonte.

Lui stesso ammette di tralasciare spesso il Valpolicella nelle sue ricerche e di pre-

ferire, invece, vini come lo Schiava e il Frappato, che considera più affascinanti.

Anche gli importatori hanno qualche esitazione a sceglierlo e poi promuoverlo.

Katell Pleven, della Vine Collective, incontra maggiore entusiasmo nei confron-

ti di un altro rosso, il Bardolino. Proveniente dalla stessa denominazione del Val-

policella e prodotto dalla stessa uva, il Bardolino è un vino più fruttato e leggero.

Page 19: Destinazione America - Settembre 2015

NEL PROSSIMO NUMERO - Manhattan vs. Brooklyn - Fenomeno Shake Shack

- Mill Valley Film Festival

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