Deserti B

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Musica: “ Dawa” – Kauzay S incronizzato

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Musica: “ Dawa” – Kauzay S incronizzato

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La prima volta che mi trovai nel Sahara, nel versante tunisino, mi apparve un’immensa distesa di sabbia

finissima, impalpabile come polvere.

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Rimasi stupefatta e senza fiato davanti a questo spettacolo e cominciai a correre lanciandomi giù

dalle dune, a fare capriole con infantile felicità, ridendo di niente.

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Con adolescenziale curiosità e leggerezza chiesi a mio marito di accompagnarmi la sera stessa e lasciarmi per un po’ da sola per

sperimentare com’è trovarsi nel deserto, volevo conoscere tutto di quella meraviglia: lui tentò di dissuadermi ma il mio entusiasmo

lo convinse.

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Naturalmente non avrei tentato neppure se non fossi stata assolutamente certa di ritrovarlo lì ad aspettarmi;

memorizzare il posto sembrava facile pur con il lieve chiarore della sera che andava scurendosi sempre di più.

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Sperimentai ben presto che i riferimenti si perdono immediatamente dietro alla prima duna,

che in breve ci si trova a girare in tondo e che basta poco a far tremare le proprie certezze.

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Mi ritrovai a pensare a cosa mi serviva tutto ciò che avevo imparato, qui, in questo frangente;

cosa avrei fatto di fronte a un incontro con gli esseri fra i più velenosi che popolano il deserto;

o se avessi perso l’orientamento non conoscendo le stelle e con un silenzio così assoluto che “bucava” i timpani

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mantenevo la razionalità, certo, ma venni in contatto con tutte le mie paure più o meno sopite, travestite da ottime e obiettive ragioni;mi ero ripromessa di non voltarmi ma istintivamente, con la coda

dell’occhio, controllavo le luci del villaggio: mi resi conto allora che non era il caso di proseguire, che l’esperienza mi bastava, la paura

provata anche e tornai indietro, il deserto mi aveva sconfittain pochi minuti.

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Fu un’esperienza unica e terrificante che mi fece comprendere, una volta di più, quanto fosse lunga la strada per conoscere séstessi e i propri limiti; di fronte a qualcosa di sconosciuto sireagisce sempre in modo imprevedibile.

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Viaggiando ho visto altri deserti, sempre affascinanti dal punto di vista turistico,

ma non ho ripetuto mai più l’esperimento.

Avevo camminato poco, mio marito mi abbracciò sorridendo, non disse nulla, aveva compreso tutto al primo sguardo.

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Ho visto palme isolate che preannunciavano una vicina fonte di acqua e un’oasi,

spesso un grande villaggio

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“case” nel deserto

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stupende striature formate dalla forza combinata di vento e sabbia

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che con l’erosione e l’aiuto del tempo plasmano i contorni delle rocce

in flessuose forme

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Ho visto deserti rocciosi, sabbiosi, misti , conosco la forza distruttiva del loro continuo avanzamento che travolge animali, città e vita ma anche la capacità dell’uomo di arrestare questo

processo (Israele)

ed ora so che, più di questi, il deserto più pericoloso in assoluto è quello sentimentale, che uccide dentro come un lento, micidiale

veleno per il quale non ci sono antidoti

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saremmo perduti se provassimo solo indifferenza verso tutto e tutti; meglio affrontare rischi o possibili delusioni

ma voler bene, mantenere il cuore traboccante di amorealimentandolo sempre

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forse il tempo ci indurirà, forse non saremo immuni da questa desertificazione interiore, ma possiamo tenercene lontani .

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