Descrizione e modalità d'uso del codice di calcolo ad ...di elementi finiti disponibili e...
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Comitato Nazionale Energia Nucleare
Descrizione e modalità d'uso del codice di calcolo ad elementi finiti SAFE-SHELL. B nella versione IBM/360
F. CESARI. L. LABANTI. I. PALMIERI
Comi taro Nazionale Energia Nucleare
Descrizione e modalità d'uso del codice di calcolo ad elementi finiti SAFE-SHELL. B nella versione IBM/360
F. CESARI. L. LABANTI. 1. PALMIERI
RT/ING(73)19
Testo pervenuto il U dicembre 1973
Snmpaw in form«o UNI proso .1 Cornicilo Nmonile ptt l'Enere.» Nucleire. Diviiione Affari Interninomi, , S,udi Etonomici. Ufficio Ediaiom Scientifiche, ^bcrttorio Tecr.ofr.fico
Rom». Viil« Regina Margherita 125 (ed 8521)
- I -
I N D I C E
INTRODUZIONE
1. CE^'I SUL METODO DELL'ELEMENTO FINITO
1.1 Generalità pag. 1
1.2 Cenni sul metodo adottate dal codice
SAFE-SHELL.B " 3
2. ISTRUZIONI PER L'USO DEL CODICE SAFE-
SHELL " 7
2.1 Suddivisione della struttura in elemen
2 .2
2 . 3
2 . 4
2 . 5
2 .6
2 .7
2 .8
2 . 9
2.10
t i
Formazione del r e t i c o l o
Punti nodali
Sezioni
Gradi di l ibertà
Vincoli
Convenzione sui segni dei carichi
Sistema di unità di misura
Condizioni di carico
Descrizione dei dati di ingresso
i l
M
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»
i
10
13
13
15
15
16
18
18
22
- I I -
2.11 F a c - s i m i l e d e l l e schede d a t i p a g . 33
2.12 D e s c r i z i o n e d e i r i s u l t a t i " 33
2 .13 Eserrpio " 4'J
BIBLIOGFAFIÀ
- I l i -
INTRODUZIONE
I l c o d i c e SAFE-SHELL, p r e d o t t o d a l l a Genera l A t o
mic , è un programma di c a l c o l o ad e l e m e n t i f i n i t i pe r l a
a n a l i s i di q u a l s i a s i s t r u t t u r a a s s i a l s i m m e t r i c a a .u sc io
s o t t o p o s t a a c o n d i z i o n i d i c a r i c o aESia l s imi r . e t r i co , mec
c a n i c o e t e r m i c o .
I l c o d i c e è s t a t o s o s t a n z i a l m e n t e m o d i f i c a t o p r e s
so i 1 C e n t r o d i C a l c o l o d e l CNEN d i Bologna onde i r i g l i o -
r a r n e l a p r e c i s i o n e , e aumentarne l a p o t e n z i a l i t à . E'
s t a t o i n f a t t i p o r t a t o a 299 i l numero di e l e m e n t i f i n i t i
u t i l i z z a t i l e p e r s c h e m a t i z z a r e una s t r u t t u r a ed è s t a t a
i n t r o d o t t a la p o s s i b i l i t à d i a n a l i z z a r e g l i e f f e t t i d i
c a r i c h i t i p o neve e peso p r o p r i o .
I l r a p p o r t o d e s c r i v e d e t t a g l i a t a m e n t e l e moda l i t à
d ' u s o r e l a t i v e a l l a nuova v e r s i o n e d e l programma che è
s t a t o i n s e r i t o n e l l a b i b l i o t e c a c o d i c i d e l C e n t r o d i Cai
c o l o con l a denominazione SAFE.SHELL.B.
I l c o d i c e p r o v a t o s u l s i s t e m a d i c a l c o l o IBM 360 /
/ 7 5 e u t i l i z z a t o p e r l ' a n a l i s i d e l l o s t a t o d i s o l l e c i t a
z i o n e d i c o n t e n i t o r i | 8 | , | 9 j , r i c h i e d e un ' amp iezza d i
memoria c e n t r a l e d i 2 40 k b y t e s e impiega p e r l a r i s o l u
z i o n e d i s t r u t t u r e s c h e m a t i z z a t e con i l numero massimo
d i e l e m e n t i f i n i t i d i s p o n i b i l i e s o t t o p o s t e a c o n d i z i o n i
d i c a r i c o t e r m i c o e meccanico con temporaneamente , un tem
pò d e l l ' o r d i n e di q u a l c h e m i n u t o .
I
I - CENNI SUL METODO DELL'ELEMENTO FINITO
1.1. Generalità
L'esigenza di studiare strutture sempre più com
plesse e la necessita di approfondire la conoscenza dello
stato di sollecitazione, in concomitanza con lo sviluppo
del calcolo numerico mediante calcolatori elettronici, ha
portato alla formulazione matriciale dell'analisi struttu
rale da parte di LAGENFORT e successivamente alla esposi
zione del metodo dell'elemento finito da parte di J.H.AR-
GYRIS il quale pubblicò una serie di articoli su questo
argomento nel 1954-55 [1].
II concetto di schematizzare un solido continuo me
diante l'insieme di elementi è basato sulla necessità di
trovare una forma alternativa di equazioni di equilibrio,
che siano più facilmente risolubili delle equazioni diffe
renziali scritte per il solido continuo [2].
Mediante la suddetta schematizzazione si riduce la
2
risoluzione del sisteaa di equazioni differenziali a que_l
la di un sistema di equazioni algebriche.[3] [4].
Il procedimento di analisi mediante l'elemento fi
nito si puj articolare nelle seguente azioni [5]:
a) - Definizione della funzione spostamento per l'elemen
to.
La funzione di spostamento deve soddisfare le seguen
ti ipotesi:
1) La deformazione tra elementi adiacenti deve esse
re compatibile. Non sono ammesse né vuoti né so -
vrapposizioni nel sistema di elementi finiti de -
formati.
2) La funzione di spostamento deve rappresentare gli
spostamenti rigidi dell'elemento.
3) La funzione di spostamento deve essere continua
all'interno dei singoli elementi.
b) - Descrizione dello stato di deformazione dell'elemen
to come derivata della funzione di spostamento.
e) - Applicazione della relazione tensione-deformazione
dell'elemento, rappresentata dalla legge di Hooke gè
neralizzatr. per materiali isotropi, ortotropi od ani
sotropi.
d) - Espressione dei coefficienti incogniti del polinomio
funzicne di spostamento tramite gli spostamer ti dei
punti nodali dell'elemento.
e; - Espressione delle deformazioni degli elementi come
combinazbne lineare degli spostamenti nodali dell'e
lemento.
f) - Derivazione della matrice di rigidez.a dell'elemonto,
3
come funzione dei coefficienti che legano le forze
nodali agli spostamenti nodali, mediante la ricerca
della stazionarietà dell'energia totale di deforma -
zione dell'elemento.
g) - Sovrapposizione delle matrici di rigidezza dei singo
li elementi per ottenere la matrice di rigidezza {K}
totale.
L'operazione si riduce ad una semplice somma di ma -
trici, se tutte le rigidezze degli elementi sono e -
spresse nello stesso sistema di coordinate.
h) - Risoluzione dell'equazione di equilibrio
}K' . ivi = <F: dove tv) ed <FJ sono i vettori
spostamento nodale e forza nodale rispettivamente.La
risoluzione di tale equazione permette di determina
re gli spostamenti nodali.
i) - Calcolo delle deformazioni dell'elemento mediante le
relazioni cinematiche e calcolo delle tensioni nello
elemento tramite le relazioni tensioni-deformazioni.
1.2. Cenni sul metodo adottato dal codice SAFE-SHELL
Si i già detto che il codice SAFE-SHELL può analiz
zare strutture assialsimmetriche a guscio che siano cari
cate in modo assialsimmetricc. Un guscio di rivoluzione
pud essere approssimato con un insieme di elementi tron -
co-conici, che possono degenerare in elementi piani o ci
lindrici (cfr. la Fig. 1.1.) [5] [6].
*.
k. Ouecio di rlroluslome I.
B. Schematlssazloiu ad elemeat©
finito i/..
C. Elemento ooaioo » guscio
Pig. 1.1 Vista bi-dimensional» dl an «urnelo di rirolusloae.
5
Un sistema di deformazioni assialsimmetrico di eia
scun elemento conico i specificato in termini di tre com
ponenti di spostamento in ciascun punto nodale: spostamen
to radiale, spostamento assiale, e rotazione. Poiché il
contatto tra gli elementi d presente solo nei nodi, la
compatibilita della deformazione è automaticamente assicu
rata.
Resta da definire la funzione spostamento in terni
ni di sei coordinate generalizzate indipendenti.
Al fine Ji ottonare la ricostruzione più vicina a
quella del guscio reale continuo la funzione di spostamen
to scelti è tale da avere la derivata seconda continuò e
diversa da una costante. La funzione scelta è rappresenta
ta da [5]-
1 e 0 0 0 0 2 3
I 0 0 1 f , 5 t
l1
che in forma polinomiale si trasforma nella seguente rela
zione:
2 3 V * "1 + °2 i * °3 + °4 £ + °5 C + °6 C
Tralasciando la trattazione analitica del metudo dell'eie
mento finito, adottato dal codice SAFE-SHELL, è opportuno
riportare alcuni cenni riferentesi al metodo di risoluzio
ne del sistema di equazioni di equilibrio, che va sotto
il nome di "metodo diretto di tridiagonalizzazione" [4]
[5]. Quando la struttura da schematizzare permette di di-
I 1.0 £«* U
lu lu Urn
m MÌA I.I mm %m
mm I l i 1'••
6
sporre ì punti nodali in maniera tale da ottenere una ma
trice a banda, come nel caso delle strutture assialsimme-
triche a guscio, le matrici di rigidezza sono tridiagona-
lizzate, cioè possono essere suddivise in maniera tale
che la banda consiste", nella sottomatrice diagonale ed in
due altre sottomatrici: una sottodiagonale ed una sopra -
diagonale.
La sottomatri^e diagonale è chiamata matrice di ri
gidezza segmento, le altre due sono denominate matrici di
accoppiamento.
E* possibile eliminare tutte le matrici sottodiago
nali per ottenere da queste una nuova matrice di rigidez
za che è composta da un nuovo gruppo di sottomatrici dia
gonali e di matrici sopradiagonali.
Con questo artificio si disaccoppia l'equazione di
equilìbrio relativa all'ultimo punto nodale della struttu
ra dalle equazioni relative agli altri punti nodali; si
può risolvere tale equazione, ricavando cosi lo spostamen
to del nodo.
Noto lo spostamento del nodo n fi possibile risolve
re le equazioni relative al nodo n-1 e cosi via fino al
nodo 1.
7
2 - ISTRUZIONI PER L'USO DEL CODICE SAFE-SHELL
In questo capitolo vengono fornite le istruzioni
necessarie all'uso dei codice di calcolo SAFE-SHELL;quale
esempio di applicazione, viene presa la struttura della
fig. 2.1. [7].
2.1. Suddivisione della struttura in elementi
La struttura è suddivisa in elementi finiti, ognu
no dei quali d individuato da due punti che vengono chia
mati punti nodali. Ai punti nodali vengono associati indi_
ci numerici.
Ogni elemento è inoltre caratterizzato dal suo spes
sore, dalle caratteristiche fisiche del materiale quale
il modulo di elasticità E, il modulo di Poisson v ed il
coefficente di dilatazione termica lineare a. Il sistema
dì riferimento globale d in coordinate cilindriche (r,e,z).
9
Essendo il guscio assialsiscaetrico, saranno nulli
gli spostamenti v secondo 9; pertanto è sufficiente rap -
presentare la struttura in un piano (r,z). Ne segue che
un elemento è individuato dalle coordinate (r,z) dei due
punti est resti o nodi.
Infine, nei punti nodali, vengono assegnate (quan
do esistono) le forze ed i momenti applicati, gli sposta
menti imposti e l'andamento della temperatura nello spes
sore.
Per facilitare la preparazione dei dati di ingres
so, per le più comuni forme geometriche, quali cilindro,
cono, piastra, sfera, ellissoide e toro la suddivisione
della struttura in elementi viene effettuata automatica -
mente dal programma.
La generazione automatica di un cono, un cilindro
oppure una piastra si ottiene definendo le coordinate(r,z)
delle estremità del segmento di linea retta generatrice
della struttura in esame, il numero di elementi nel qua
le si vuol suddividere tale struttura e l'indice del pri
mo elemento e del primo punto nodale.
La generazione automatica di una afera o di un to
ro, si ottiene definendo le coordinate (r,z) dei nodi e -
stremi e del centro della circonferenza generatrice del
guscio, inoltre il numero di elementi nel quale si vuole
suddividere le strutture e l'indice del primo elemento e
del primo punto nodale.
Per la generazione automatica di un ellissoide so
no necessari gli stessi paranctri richiesti dalla sfera,
sostituendo alle coordinate del centro della circonferen-
10
za, le coordinate del punto di intersezione dall'asse mag
giore con l'asse minore dell'ellisse generatrice.
Le procedure di generazione automatica sono indivi
duate da un parametro "Key" che vale 1 per la piastra, il
cono ed il cilindro, 2 per la sfera ed il toro, 3 per lo
ellissoide ed il toroide ellittico.
Le geometrie individuate dai parametro "Key « 1"
possono essere costruite con una uniti sola di generazio
ne autonatica; mentre quelle individuate dal parametro
Key = 2 o 3 con una unità di generazione è possibile co -
struire al massimo un quadrante.
Qualora la generatrice si estendesse per più di un
quadrante, sono necessarie due o più unità di generazio -
ne.
Il toroide ellxttico e l'ellissoide è suddiviso in
elementi lunghi di piccola curvatura ed in elementi brevi
di grande curvatura.
Ciascuna unità pud essere collegata alle altre uni
tà osservando la condizione descritta nel paragrafo 2.4..
2.2. Formazione del reticolo
Il guscio continuo della fig. 2.2. è schematizzato
mediante un insieme di elementi tronco-conici, cilindrici
e piani.
L'assemblaggio di tali elementi forma un reticolo
al quale sono riferiti i dati di ingresso e di uscita.
Nella fig. 2.3. è mostrata una sezione meridiana
dell'insieme di elementi a destra dell'asse di rivoluzio-
12
Pig. 2.3 Schematizzazione del recipiente in
pressione con il «etodo dell»elemento
finito. Indice degli elementi.
ne.
Gli alesanti sono individuati come già detto da un
indice misterico, e possono essere al massimo 299, non ne
cessariamente numerati in una sequenza che corrisponde al.
la loro posizione geometrica.
2.3. Panti nodali
Ciascun punto nodale è definito dalle sue coordina
te nel sisteaa di riferimento globale (r,z).
I punti nodali sono contraddistinti da indici nume
rici she variano con continuità da 1 al numero totale dei
nodi della struttura (cfr. la fig. 2.4.).
I nodi non possono quindi essere numerati arbitra
riamente, ma secondo i criteri stabiliti dal metodo di
risoluzione per trldlagonali7zazione.
I punti nodali possono essere al massimo 300.
2.4. Sezioni
Per sezione si intende un insieme di punti nodali
con Ìndice consecutivo.
La sezione può contenere al massimo 20 punti noda
li.
La prima sezione contiene i nodi con indice più
basso, la seconda sezione contiene quelli con indice più
alto di quelli, della prima e cosi via.
Ciascun elemento pud avere entrambi 1 nodi in una
sola sezione, oppure pud avere un nodo nella sezione n e
15
l'altro nella sezione n+1 od n-1; un elemento quindi non
può avere nodi in due sezioni non consecutive.
E* questo un limite notevole del programma, poiché
condiziona il numero di elementi in una parte della strut
tura intersezione di più gusci.
2.5. Gradi di libertà
Le deformazioni della struttura sono determinate
nei punti nodali.
Ciascun punto nodale ha tre gradi di libertà:tra -
slazione nella direzione radiale, traslazione nella dire
zione assiale e rotazione attorno ad un asse perpendicola
re al piano meridiano.
2.6. Vincoli
Il codice SAFE-SHELL ammette vincoli con cedimenti
nulli o non nulli su più punti nodali.
Si assegna il valore di spostamento desiderato con
siderando questi vincoli come condizioni al contorno.
E' possibile vincolare un nodo secondo una, due o
tutte e tre le componenti di spostamento.
Alle componenti di spostamento vincolato, alle qua
li non è stato assegnato un valore specifico/ viene auto
maticamente assegnato un valore uguale a zero.
Per assicurare l'equilibrio statico della struttu
ra è necessario vincolare assialmente almeno un nodo.
Questo nodo sarà assunto come punto a spostamento
lb
assiale nullo, tutti gli altri avranno lo spostamento ri
ferito ad esso.
2.7. Convenzione sui segni dei carichi
Nel metodo dell'elemento finito sono usati due si
stemi di riferimento: il sistema *i riferimento locale
che cambia per ogni elemento ed il sistema di riferimento
globale a cui tutti gli elementi sono riferiti.
La fig. 2.5. è la rappresentazione schematica di
un elemento tronco-conicc. Come già detto, le coordinate
globali della struttura scio date nel sistema di riferi -
mento (r, z). All'elemento tronco-conico viene associato
un sistema di riferimento locale in coordinate U,n ).
L'orientamento del sistema di coordinate locali di
per.de dagli indici i, j dei punti nodali dell'elemento,do
ve i è il minore dei due.
L'asse £ cade nel piano meridiano, è tangente allo
elemento ed ha il verso che va da i a j; l'asse n forma
con l'asse E, un sistema destrorso quando, come nella fig.
2.5., è rappresentata la parte dell'elemento a destar del
l'asse di simmetria della struttura.
Con il sistema di coordinate U,n) ora definitole
condizioni di carico di pressione e di carico termico di
pendono dal verso di n.
Il segno algebrico della pressione è positivo quan
do agisce nel verso positivo dell'asse « e negativo quan
do agisce nel verso opposto.
Per i carichi termici la superficie n positiva è 1
18
dentificata come superficie 1 e la superficie n negativa
come superficie 2.
2.8. Sistema di unità di misura
Il codice SAFE-SHELL, non prevede l'uso di partico
lari sistemi di misura, è lasciata all'utente la scelta
del sistema più adatto al problema da risolvere.
2.9. Condizioni di carico
Alla struttura possono essere applicati carichi
meccanici, termici e di pressione o combinazioni di essi
secondo indicazioni cha verranno precisate in seguito.
I carichi meccanici sono forniti in unità di forza
per unità di lunghezza della circonferenza sulla quale a-
giscono.
I segni sono presi con la convenzione che i momen
ti e le rotazioni sono positivi se hanno verso antiorario
nel sistema di coordinate r, z.
I carichi di pressione sono forniti in unità di
forza per unità di superficie con il negno stabilito dal
le considerazioni fatte nel paragrafo 2.7..
Deve essere specificato il numero di elementi sot
toposti ad un certo valore di pressione, il valore della
pressione stessa e la lista degli elementi interessati da
tale carico.
I carichi termici sono imposti specificando il cam
pò di temperatura nei punti nodali interessati dal cari -
19
co.
Un campo di teraporatura senza gradiente nella dire
zione radiale vichiede ia conoscenza della sola temperatu
ra sulla superficie media del guscio.
Se è presente un gradiente radiale di temperatura,
è richiesta la specificazione di tre temperature:
sulla superficie media
sulla superficie 1
sulla superficie 2
dove t è lo spessore ael guscio.
Un problema con gradiente di temperatura nella di
rezione assiale richiede la conoscenza delle temperature
nei successivi punti nodali.
Il programma prevede pure la possibilità di ricava
re lo stato di tensione conseguente all'applicazione del
le forze di massa e di un carico tipo neve.
Per esaminare il carico dovuto alle forze di massa
e più precisamente alle forze gravitazionali, è necessa -
rio specificare il peso specifico del materiale.
Il carico neve viene fornito in unità di forza per
unità di superficie.
Il codice SAFE SHELL pud risolvere lo stato tensio
naie di una struttura soggetta a due condizioni di carico
fornendo prima i risultati della prima condizione di cari
co e successivamente i risultati della seconda condizione
di carico.
In questo modo, viene calcolata la matrice di rigi
dezza una sola volta con evidente risparmio sul tempo di
T (o) n = o
T (D „ = + |
T (2) „ = - |
20
calcolo.
Il parametro LOAD sterilisce quante condizioni di
carico la macchina deve esaminare.
Si possono effettuare innumerevoli combinazioni di
carico per ciascuna condizione di carico.
Occorre osservare che nella seconda condizione di
carico non può comparire né il carico di pressione né il
carico delle forze gravitazionali né il carico neve (cfr.
la tab. 2.1.).
Quando vengono esaminate due condizioni di carico,
il carico termico compare solo nella seconda condizione
di carico e non nella condizione di carico 1 ; è pertanto
impossibile fare una combinazione di carichi meccanici e
termici nella prima condizione di carico. Pertanto volen
do esaminare la combinazione del carico termico col cari
co di pressione, è necessario fare il calcolo escludendo
la seconda condizione di carico ponendo cioè LOAD = 1.
Tabella 2.1
Tipo di o ostinazione
A
B
C
Condizione di carico
1
CARICO:
- Meocanico - Pressione - Peso prorio - Here - Spostamento
Presi singolarmente oppure in una delle possibili combinazioni.
CARICO:
- Meccanico - Termico - Pressione - Peso proprio - Here - Spostamento
Presi singolarmente oppure in una delle possibili combinazioni.
CARICO:
- Meccanico - Pressione - Peso proprio - Neva - Spostamento
Presi singolarmente oppure in una dalle possibili combinazioni, (come le combinazioni tipo A)
Condizione di carico
2
CARICO:
- Meccanico - Termico - Spostamento
Presi singolarmente oppure in una delle possibili combinazioni.
Valore del parametro LOAD
1
1
2
2.10. Descrizione dei dati di Ingresso
SIMBOLO DESCRIZIONE
SCHEDA 1 TITOLO
TITLE Titolo del problema in 72 caratteri alfinirne
rici.
SCHEDA 2 CARATTERISTICHE DEL PROBLEMA
NSECT II numero delle sezioni nel quale è diviso
il sistema per la risoluzione. Ogni sezione
può conteiere al massimo 20 punti nodali.
LOAD Parametro che stabilisce il numero di condi
zioni di carico esaminate (cfr. paragrafo
2.9.).
NUMEL Numero di elementi nella intera struttura
< 299.
NUMNP Numero di punti nodali nella intera struttu
ra <_ 300.
NUMEL 1 Numero di elementi non generati automatica -
mente. Stabilisce quante schede 5 occorrono.
NUMNP 1 Numero di punti nodali non generati automati
camente. Stabilisce quanti gruppi di schede
6 occorrono.
NUMBC Numero di punti nodali della struttura vinco
lati in uno o più gradi di liberta. Stabili
sce quante schede 11 occorrono.
LOADPT Numero di punti nodali sottoposti a carico
meccanico concentrate o a carico termico.
Stabilisca quanti gruppi di schede 7 occorro
23
no. Queste istruzioni sono particolarmente u
sate quando si effettua la generazione auto
matica degli elementi, perchè non impone al
l'utente la conoscenza delle coordinate del
punto nodale.
N 1 Parametro che permette di effettuare o meno
il controllo dei dati di ingresso.
L'utente pud verificare i dati di ingresso e
correggere gli eventuali errori prima di ese
guire il calcolo dello stato di tensione e
di deformazione.
N 1 = 0 Esegue il calcolo senza il preventi
vo controllo dei dati di ingresso.
N 1 » 1 Stampa i dati per permettere il con
trollo senza eseguire il calcolo.
N 2 Numero totale dei nodi vincolati con compo -
nenti di spostamento diverse da zero.
Stabilisce il numero di schede 9 necessarie.
N 3 Numero di gruppi di pressione applicati.
Stabilisce il numero di gruppi di schede 8
necessari.
Un gruppo di pressione comprende tutti gli
elementi della struttura che sono sottoposti
allo stesso valore di pressione.
NEPE Parametro che permette di calcolare le solle
citazioni e gli spostamenti della struttura
dovuti alle forze gravitazionali.
NEPE * 0 Forze di massa - 0
NEPE - 1 Esegue il calcolo delle sollecita -
24
zioni e degli spostamenti dovuti al_
le forze gravitazionali.
E* necessario fornire il peso speci
•ico del materiale nella scheda 3
nel sistema di misura prescelto.
N 5 Indica il numero di uniti di generazione au
tomatica di elementi.
Stabilisce il numero di gruppi di schede 4
necessari.
N 6 Parametro che permette la preparazione dei
risultati su schede.
N 6 = 0 non perfora schede.
N 6 = 1 perfora schede.
SCHEDA 3 CARATTERISTiCHE DEL MATERIALE
Contiene le proprietà del materiale comuni alla
maggior parte degli elementi che costituiscono la struttu
ra.
ET Modulo elastico di Young.
XW Coefficente di Pois.;on.
TT Spessore del guscio.
OELT Temperatura della struttura.
r?COEFF Coefficente di dilatazione termica lineare.
GAMA Peso specifico.
SCHEDA 4 GENERAZIONE AUTOMATICA DI ELEMENTO
KEY Forma della generatrice del guscio.
KEY » 1 La generatrice è una retta.
Genera una piastra, un cono oppure
25
NEVE
NPARTS
NFIRST
MFIRST
R 1
Z 1
R 2
un cilindro.
K1Y » 2 La generatrice è una circonferenza.
Genera una sfera o un toro.
KEY » 3 La generatrice e una ellisse.
Genera un ellissoide o un toroide el
littico.
Parametro che permette di calcolare le solle
citazioni e gli spossamenti della struttura
dovuti al carico di pressione neve. (Con an
damento cosinusoidale in funzione della cola
titudine).
NEVE * 0 Pressione Neve uguale a zero.
NEVE = 1 Esegue il calcolo delle sollecita -
zioni e degli spostamenti dovuti al.
la pressione neve.
c" necessario fornire nella scheda
4a il valore di PNEVE nelle unità
prescelte.
Numero di elementi compresi nell'unità di gè
nerzzione.
Indice del primo elemento di questa unità di
generazione.
Indice del primo punto nodale in questa uni
tà di generazione.
I nodi di questa unit?, sono numerati con se cu
tivomente partendo da MFIRST.
Coordinata radiale di MFIRST.
Coordinata assiale ii MFIRST.
Coordinata radiale dell'ultimo punto nodale
26
dell'unita di generazione.
Z 2 Coordinata assiale dell'ultimo punto nodale
dell'unità di generazione automatica.
R c Coordinata radiale del centro della cireo©fé
renza che genera la sfera od il toro, oppure
del centro dell'ellisse che genera un ellis
soide od un toroide ellittico.
RC non è richiesto per la piastra, il cilin
dro ed il cono, cioè quando KEY » 1.
Z C Coordinata assiale del centro della circonfe
renza che genera la sfera od il toro, oppure
del centro dell'ellisse che genera un ellis
soide od un toroide ellittico.
ZC non è richiesto quando KEY * 1.
Omettere se N5 * 0.
Ogni scheda 4 deve essere seguita dalla corrispondente
scheda 4a.
SCHEDA 4a VARIAZIONI DELLE CARATTERISTICHE
DEL MATERIALE DEGLI ELEMENTI DEL
L'UNITA' GENERATA AUTOMATICAMEN
TE
I valori delle caratteristiche del materiale che
sono in questa scheda saranno sommati algebricamente ai
rispettivi della scheda 3.
ET 1 Variazione del modulo elastico di Young per
gli elementi di questa uniti di generazione.
XW 1 Variazione del coefficente di Poisson per
gli elementi di questa unità di generazione.
27
TT 1 Variazione dello spessore per gli elementi
di questa unità di generazione.
GAMMA 1 Variazione del peso specifico per gli elemen
ti di questa unità di generazione.
PNEVE Pressione equivalente al carico tipo neve
per gli elementi di questa unità di genera ~
zione.
I valori ET1, XW1, TT1, GAMMA1, sono sommati algebricamen
te rispettivamente a ET, XW, TT, GAMA della scheda 3.
Omettere se N5 « 0.
SCHEDA 5 ELEMENTI NON GENERATI AUTOMATICA
MENTE
Quando è sconveniente o addirittura impossibile gè
nerare internamente qualche elemento, oppure si vuole cam
tiare qualche caratteristica di un elemento generato in -
ternamente, è necessaria una scheda 5.
Di schede 5 ne sono necessarie NUMEL 1.
N Indice dell'elemento.
NPI (N) Indice del primo punto nodale dell'elemento.
NPJ (N) Indice dell'ultimo punto nodale dell'elemen
to.
YM (N) Variazione del modulo elastico di Young del
l'elemento N.
XU (N) Variazione del modulo di Poisson dell'elemen
to N.
THICK (N) Variazione dello spessore dell'elemento N.
GAMMA (N) Variamone del peso specifico dell'elemento
N.
28
I valori YM(N) , XU(N), THICK (N) , GAMMA (N) sono som
znati algebricamente a ET, XW, TT, GAMA rispettivamente
della scheda 3. Omettere se NUMEL 1 = 0 .
SCHEI» 6 PUNTI NODALI
Non essendo sufficienti i caratteri di una scheda
per fornire i dati relativi ad un punto nodale, si è ri -
corsi all'uso di due schede.
Per descrivere ciascun punto nodale non generato
automaticamente, è necessario un gruppo di schede 6, per
tanto si avranno NUMNP1 gruppi di schede 6. Ciascun punto
nodale generato internamente, pud essere cambiato mediante
un gruppo di schede 6.
II carico imposto in questa scheda nella condizio
ne di carico 1 è sommato a quelli che eventualmente già
vi fossero quali la pressione, carico neve, peso proprio
e carico termico (quando LOAD = 1 ).
Il carico imposto nella condizione di carico 2 (so
lo quando LOAD = 2) è sommato a quello termico, quello di
spostamento imposto, qualora fossero stati applicati.
I gruppi di schede 6 possono essere forniti in qua
lunque ordine, purché ogni scheda 6 sia eseguita dalla
scheda 6a.
Scheda 6
M Indice del punto nodale.
XORD (M) Coordinata radiale del punto nodale M.
YORD (M) Coordinata assiale del punto nodale M.
XLOAD (M,1) Forza radiale per unità di lunghezza applica
ta nel punto nodale M (condizione di carico
1).
YLOAD (M,1) Forza assiale per unità di lunghezza applica
ta nel punto nodale M (condizione di carico
1).
ZLOAD (M,1) Momento per unità di lunghezza applicato nel
punto nodale M (condizione di carico 1).
XLOAD (M,2) Forza radiale per unità di lunghezza applica
ta nel punto nodale M (condizione di carico
2).
YLOAD (M,2) Forza assiale per unità di lunghezza applica
ta nel punto nodale M (condizione di carico
2).
Scheda 6a
ZLOAD (M,2) Momento per unità di lunghezza applicato nel
punto nodale M (condizione di carico 2).
TEMP (M,1) Temperatura sulla superficie media della
struttura nel punto M. (cfr. § 2.9.).
TEMP (M,2) Temperatura sulla superficie 1 della struttu
ra nel punto nodale M. (cfr. § 2.9.).
TEMP (M,3) Temperatura sulla superficie 2 della struttu
ra nel punto nodale M (cfr. 5 2.9.).
Omettere se NUMNPI » 0
SCHEDE 7 CARICHI
I gruppi di schede 7 sono organizzati come i grup
pi di schede 6.
Al contrario delle 6 le schede 7 non richiedono le
30
coordinate del punto nodale N.
Pertanto Putente può caricare la struttura con ca
richi meccanici o termici, dopo aver generato automatica
mente gli elementi e quindi i nodi.
il significato delle variabili che compaiono nelle
schede 7 è identico a quello delle variabili che compaio
no nelle schede 6. Sxio valide anche le consideraz.oni
fatte sull'organizzazione dei gruppi di schede.
Sono necessari LOADPT gruppi di schede 7.
Omettere se LOADPT = 0.
SCHEDE 8 CARICO DI PRESSIONE
I carichi di pressione vengono forniti mediante le
schede di tipo 8. In questo modo si evita all'utente il
lavoro di ripartizione del carico .sui nodi.
Sono necessari N3 gruppi di schede 8 cioè tanti
quanti sono i gruppi di elementi soggetti allo stesso va
lore di pressione.
Come già detto nel § 2.9. il carico di pressione
viene imposto solo nella condizione di carico 1.
Per ogni elemento è ammesso un solo carico di pres
sione.
Omettere se N3 ••» 0.
Scheda 8
NBC Numero di elementi sui quali agisce la pres
sione PRES.
PRESS Valore algebrico della pressione agente su -
gli elementi che saranno poi elencati.
31
Scheda 8a, 8b, , ecc.
In queste schede sono elencati gli SBC elementi
si*i quali agisce il valore di pressione PRESS.
Il numero di schede necessarie è variabile di vol
ta in volta e dipende da NBC.
HPB (L) Per L » 1, NBC. Indice dell'elemento sul qua
le agisce la pressione PRESS.
SCHEDA 9 SPOSTAMENTI IMPOSTI
I punti nodali che hanno almeno una componente di
spostamento fissata ad un valore diverso da zero, debbono
essere v.ncolati secondo la direzione di quella componen
te mediante una scheda 11.
Nel caso che tutte e tre le componenti di sposta -
mento siano nulle, la scheda 9 è superflua, è sufficente
la sola scheda 11.
Possono essere vincolate una, due o tutte e tre
le componenti di spostamento.
Sono necessarie N2 schede 9.
M Indice del punto nodale le cui componenti di
spostamento sono vincolate ad un valore di -
verso da zero.
Y (N,1) Valore imposto allo spostamento del punto no
dale M lungo la direzione radiale.
Y(M,2) Valore imposto allo spostamento del punto no
dale M lungo la direzione assiale.
Y(M,3) Valore imposto (in radianti) alla componente
rotazionale del punto nodale M.
Omettere se N2 « 0.
J 2
SCHEDA 10 SEZIONI
La struttura è divisa in sezioni; in questa scheda
viene stabilito il numero di punti nodali compresi in o -
gni sezione (cfr. § 2.4.).
LIM (NS) Numero dei punti nodali in ciascuna sezione;
(NS varia da 1 a NSECT).
LIM (NS) non può essere maggiore di 20.
Omettere se NJ = 0.
SCHEDA 11 VINCOLI
In questa scheda vengono forniti quei punti nodali
che compaiono nelle schede 9 oltre a quelle che hanno tut
te le componenti di spostamento imposto uguale a zero.
Sono necessarie NUMBC schede 11.
NPB (K) Indice del punto nodale vincolato.
NFIX (K). Y Parametri che individuano il tipo di vincolo
MFIX (K) ) imposto nel punto nodale NPB (K).
Le componenti di spostamento con valore di -
verso da zero (se esistono) date nella sche
da 9 e quelle uguali a zero saranno le compo
nenti fanali di spostamento per il nodo
NPB (K).
NPB (K) con incastro perfetto
NFIX (K) = 0 MFIX (K) = 0
NPB (K) con vincolo radiale
NFIX (K) » 1 MFIX (K) = 0
NPB (K) con vincolo assiale
NFIX (K) = 2 MFIX (K) = 0
33
NPB (K) con vincolo rotazionale
NFIX (K) » 3 MFIX (K) = 0
NPB (K) con vincolo radiale ed assiale
NFIX (K) - 1 MFIX (K) = 2
NPB (K) con vincolo radiale e rotazionale
NFIX (K) » 1 MFIX (K) = 3
NPB (K) con vincolo assiale e rotazionale
NFIX (K) « 2 MFIX (K) = 3
2.11. Fac-slmile delle schede dati
P<*r facilitare all'utente la preparazione dei dati
d'ingresso; qui di seguito sono riportate le tavole che
riproducono le schede dati.
La ognuna di esse va effettuata la suddivisione
dei campi in corrispondenza dei quali è stata riportata
la variabile, la colonna alla quale va perforata ed il
formato.
2.12. Descrizione dei risultati
La stampa dei risultati è suddivisa in due punti ;
la prima comprende il riepilogo dei dati di ingresso e la
ricostruzione del]a geometria della struttura e delle con
dizioni di vincolo imposte.
La seconda parte della stampa riporta i risultati
del calcolo:
1) Gli spostamenti e la rotazione dei punti nodali.
Gli spostamenti sono espressi nella stessa unita di
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lunghezza dei dati d'ingresso, le rotazioni sono e
spresse in radianti. Per i segni valgono le convenzio
ni fatte per i dati di ingresso.
2) Le tensioni di membrana.
Tensione di membrana meridiana (N )
Tensione di membrana circonferenziale (N_)
Momento meridiano (M )
Momento circonferenziale (M )
Taglio
fforza
[lunghezza [forza [lunghezza [forza [lunghezza forza ]
lunghezza; forza
lunghezza
Le torsioni di membrana meridiana e circonferenziale
sono costanti nello spessore del guscio.
3) Le sollecitazioni:
a) Tensione meridiana (o )
b) Tensione circonferenziale (o ) o
e) Tensione meridiana flessionale
d) Tensione circonferenziale flessionale
e) Sforzo di taglio
superficie forza t
forza
superficie forza
superficie forza superficie
forza superficie
La a) e la b) sono costanti sullo spessore.
Le e) e d ) sono al bordo della struttura avendo un anda
mento triangolare con valore nullo sulla superfice me -
dia.
40
2-13 ESEMPIO
Si fa riferimento al contenitore con sostegno a
forx.a cilindrica riportato in fig. 2.1 soggetto ad un ca
rico di pressione interna.
Per questo esempio vengono riportati i dati d'in
gesso richiesti dal programma e i risultati ottenuti
con l'uso del codice SAFE-SHELL.B.
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