Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la...

32

Transcript of Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la...

Page 1: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta
Page 2: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta?

Dermatite è un termine generico che indica una condizione morbosa della pelle che si caratterizza per la presenza di un processo infiammatorio; i suoi principali sintomi sono prurito, secchezza, gonfiore, arrossamento ed eruzioni cutanee. Talora poi possono anche manifestarsi desquamazione, piccole lesioni, bolle e crosticine. Essa in effetti, può essere considerata una reazione della cute sia ad agenti esterni (si pensi, ad esempio, agli al-lergeni) che a fattori interni (infezioni, carenze o eccessi alimentari, reazioni allergiche, contatto con prodotti irritanti ecc.).

Questa patologia, lo ricordiamo, può colpire diverse aree del corpo, ma le zone più a rischio sono il viso, le mani e il cuoio capelluto. Essa, inoltre, può essere acuta, se si manifesta in maniera occasionale, oppure cronica, quando la sua sintomatologia si presenta ripetutamente.

Alla base di questo processo infiammatorio possono esserci diverse cau-se, ciascuna delle quali determina una particolare forma di dermatite con specifiche caratteristiche. Si pensi, ad esempio, a quella atopica, denomi-nata anche eczema, alla dermatite seborroica, alla periorale, alla dermatite allergica o a quella da stress: a seconda del tipo di infiammazione sarà necessario ricorrere a uno specifico trattamento.

Page 3: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Principali cure per combattere la dermatiteAl fine di contrastare la sintomatologia della dermatite atopica e di quella seborroica il paziente deve sottoporsi a un trattamento cortisonico topico o, nei casi più gravi, deve assumere farmaci cortisonici per via orale per un arco di tempo limitato. Inoltre è opportuno evitare tutti i possibili prodotti allergizzanti, sia di tipo alimentare che ambientale. Il ricorso agli antista-minici poi contribuisce a ridurre la sensazione di prurito e il conseguente grattamento, soprattutto se si tratta di una dermatite pruriginosa. Nel caso in cui il processo infiammatorio sia stato determinato da una infezione bat-terica, il medico prescriverà degli appositi farmaci antibiotici; in tal caso è raccomandabile la contestuale assunzione di probiotici, di cibi ricchi di omega 3 e omega 6 e di vitamina E, allo scopo di evitare il riacutizzarsi del processo morboso.

Eczema da contatto: di cosa si tratta?Una delle forme più diffusa è il cosiddetto eczema da contatto, noto anche come dermatite allergica o irritativa da contatto. Essa colpisce per lo più le mani, il viso e il cuoio capelluto, in quanto queste zone possono venire più facilmente in contatto con sostanze allergizzanti. Questo tipo di infiamma-zione ha luogo quando si viene in contatto con saponi, trucchi o tinture per capelli che contengono sostanze irritanti.

Dermatite da stress: di cosa si tratta?Con questo termine si intende una infiammazione della cute determinata da un elevato livello di tensione e di ansia: si ipotizza, infatti, che gli ormoni dello stress siano in grado di stimolare la risposta immunitaria all’irritazio-ne. Generalmente questo tipo di dermatite ha luogo in corrispondenza di periodi di eccessivo sovraffaticamento, sia mentale che fisico.

E’ chiaro che per una diagnosi bisogna effettuare una visita dermatologica.

Page 4: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Ischemia cardiaca: cos’e’ e come comportarsi

l’Ischemia cardiaca detta anche cardiopatia ischemica è una condizione patologica del cuore che compare quando c’è un’insufficiente ossigenazio-ne del muscolo cardiaco.

In condizioni normali, infatti, quando aumenta il lavoro muscolare si ha un aumento contemporaneo dell’afflusso di sangue ossigenato al cuore.

Quando però le coronarie, che sono i vasi che irrorano il muscolo cardiaco, non sono in grado di far fronte alle richieste di ossigeno del’organo, si ha una sofferenza del tessuto al quale non arriva sangue a sufficienza.

La cardiopatia ischemica presenta manifestazioni cliniche differenti quali l’angina pectoris stabile e instabile e l’infarto del miocardio.

L’ostruzione improvvisa delle coronarie può condurre all’infarto miocardico con un elevato rischio di arresto circolatorio e decesso.

Page 5: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Quali sono le cause della ischemia cardiaca?Le cause più frequenti di cardiopatia ischemica sono:

- L’aterosclerosi, malattia che coinvolge le pareti dei vasi sanguigni attraverso la formazione di placche a contenuto lipidico o fibroso, che evolvono verso la progressiva riduzione del lume o verso l’ulcerazione e la formazione brusca di un coagulo sovrastante il punto di lesione. L’aterosclerosi delle arterie coronarie è la causa più frequente di angina e infarto miocardico. - Spasmi coronarici, una condizione relativamente poco frequente che porta a una contrazione (spasmo) improvvisa e temporanea della parete dell’arteria, con riduzione o ostruzione del flusso di sangue.

I fattori di rischio cardiovascolare sono:

- Ipercolesterolemia o aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, che innalza proporzionalmente il rischio di aterosclerosi.- Ipertensione arteriosa: la “pressione alta” o ipertensione arteriosa può avere varie cause e si associa a una aumentata probabilità di sviluppare l’aterosclerosi e le sue complicanze.- Diabete, che insieme a ipertensione e ipercolesterolemia compone la sindrome metabolica, un quadro ad alto rischio di ischemia cardiaca.- Stress- Vita sedentaria- Obesità- Fumo- Predisposizione genetica

Quali sono i sintomi della ischemia cardiaca?Nei casi più tipici la cardiopatia ischemica si manifesta con dolore e oppressione al centro del torace (angina pectoris) che può diffondersi al braccio sinistro e, talvolta, alla gola con sensazione di soffocamento.

I sintomi in genere durano meno di 20 minuti; possono essere scatenati dall’attività fisica e risolversi con l’interruzione dell’attività.

Anche una forte emozione, un’arrabbiatura intensa può scatenare la sintomatologia.

L’infarto miocardico è un’urgenza cardiologica che richiede un intervento più rapido possibile e, quindi, si deve chiamare direttamente il 118.

Page 6: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Come prevenire l’ischemia cardiaca?La prevenzione è l’arma più importante contro la cardiopatia ischemica.Si basa su uno stile di vita salutare. Si deve agire sui fattori di rischio modificabili, perciò sono importantissimi:

• astensione dal fumo di sigaretta• regolare attività fisica• alimentazione bilanciata, con particolare attenzione all’assunzione dei grassi e, in particolare, di colesterolo.Anche l’ipertensione arteriosa e il diabete sono fattori di rischio per l’insorgenza di cardiopatia ischemica e, pertanto, devono essere tenuti sotto controllo anche per questo.

Diagnosi della ischemia cardiacaLa diagnosi di cardiopatia ischemica richiede esami strumentali che includono:• Elettrocardiogramma (ECG): registra l’attività elettrica del cuore e consente di individuare la presenza di anomalie suggestive per ischemia miocardica. L’Holter è il monitoraggio prolungato nelle 24 ore dell’ECG: nel caso di sospetta angina consente di registrare l’elettrocardiogramma nella vita di tutti i giorni e soprattutto in quei contesti in cui il paziente riferisce di avere la sintomatologia.• Il test da sforzo: l’esame consiste nella registrazione di un elettrocardiogramma mentre il paziente compie un esercizio fisico, generalmente camminando su un tapis roulant o pedalando su una cyclette. Il test viene condotto secondo protocolli predefiniti, volti a valutare al meglio la riserva funzionale del circolo coronarico. Viene interrotto alla comparsa di sintomi, alterazioni ECG o pressione elevata o una volta raggiunta l’attività massimale per quel paziente in assenza di segni e sintomi indicativi di ischemia.• Scintigrafia miocardica: è una metodica utilizzata per valutare l’ischemia da sforzo in pazienti il cui solo elettrocardiogramma non sarebbe adeguatamente interpretabile. Anche in questo caso Il paziente può eseguire l’esame con cyclette o tapis roulant. Al monitoraggio elettrocardiografico viene affiancata la somministrazione endovenosa di un tracciante radioattivo che si localizza nel tessuto cardiaco se l’afflusso di sangue al cuore è regolare. L’esame consente non solo di diagnosticare la presenza di ischemia ma anche di fornire un’informazione più accurata sulla sua sede e sull’estensione.• Ecocardiogramma: è un test di immagine che visualizza le strutture del cuore e il funzionamento delle sue parti mobili.• Coronarografia o angiografia coronarica: è l’esame che consente di visualizzare le coronarie attraverso l’iniezione di mezzo di contrasto

Page 7: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

radiopaco al loro interno. L’esame viene effettuato in un’apposita sala radiologica.• TAC cuore o tomografia computerizzata (TC): è un esame diagnostico per immagini per valutare la presenza di calcificazioni dovute a placche aterosclerotiche nei vasi coronarici, indicatore indiretto di un rischio elevato di patologia coronarica maggiore. Con gli apparecchi attuali, somministrando anche mezzo di contrasto per via endovenosa, e’ possibile ricostruire il lume coronarico e ottenere informazioni su eventuali restringimenti critici.• Risonanza Magnetica Nucleare(RMN): Permette di valutare la morfologia delle strutture del cuore, la funzione cardiaca ed eventuali alterazioni del movimento di parete secondarie a ischemia indotta farmacologicamente (RMN cardiaca da stress).

Terapia per la ischemia cardiacaIl trattamento della cardiopatia ischemica è finalizzato a ripristinare il flusso di sangue diretto al muscolo cardiaco. Ciò si può ottenere con farmaci specifici oppure con un intervento di rivascolarizzazione coronarica.

La terapia farmacologica dell’angina prevede calcioantagonisti, betabloccanti, nitroderivati e/o antiaggreganti piastrinici a seconda del parere del medico che, nel formulare la prescrizione, valuterà l’intensità del disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento.

Si tratta in ogni caso di farmaci che vanno assunti con regolarità, ogni giorno, e che non curano la malattia, ma ne prevengono le manifestazioni.Se la terapia non riesce a tenere sotto controllo l’ischemia è necessario prendere in considerazione l’angioplastica coronarica o il by-pass aortocoronarico.• Angioplastica coronarica percutanea, un intervento che prevede l’inserimento nel lume della coronaria, in corso di angiografia, di un piccolo pallone solitamente associato ad una struttura metallica a maglie (stent), che viene gonfiato ed espanso in corrispondenza del restringimento dell’arteria. Questa procedura migliora il flusso di sangue a valle, riducendo o eliminando i sintomi e l’ischemia.

• Bypass coronarico, un intervento chirurgico che prevede il confezionamento di condotti vascolari (di origine venosa o arteriosa) in grado di “bypassare” il punto di restringimento delle coronarie, facendo pertanto comunicare direttamente la porzione a monte con quella a valle della stenosi. L’intervento viene effettuato con diverse tecniche operatorie, con il paziente in anestesia generale e in molte circostanze con il supporto della circolazione extra-corporea.

Page 8: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

IPOACUSIAcalo dell’udito

Oggi parliamo di ipoacusia.Nell’ambito delle ipoacusie si distinguono quelle dovute a patologie dell’orecchio esterno, dell’orecchio medio ed infine, dell’orecchio interno.

Per quel che riguarda l’orecchio esterno, sono di particolare menzione le malformazioni congenite quali aplasia o ipoplasia del padiglione auricolare, cui possono associarsi mancato sviluppo del condotto uditivo: eczema acuto e cronico; otiti esterne ( foruncolo, otite esterna diffusa, otite esterna bollosa – emmorragica, herpes Zoster oticus, infezioni fungine); traumi dell’orecchio esterno; tappo di cerume (abnorme accumulo proveniente dalla secrezione delle ghiandole ceruminose); esostosi (accrescimento patologico dell’osso del condotto uditivo esterno); tumori (soprattutto epiteliomi, ma anche angiomi, condromi e sarcomi). Nel contesto delle patologie dell’orecchio medio, si devono citare: l’otite media purulenta acuta, processo flogistico che interessa la mucosa della cassa timpanica dovuta ad agenti batterici o virali; otiti medie croniche a timpano chiuso ed a timpano aperto secondarie ad otiti acute recidivanti o dovute a disfunzioni tubariche. Nel gruppo delle otiti a timpano chiuso, si annoverano: otite media secretiva, otite adesiva, timpanosclerosi. Tra le forme a timpano aperto, si nomenclano: otite media cronica semplice, otite cronica con esiti di tipo timpanosclerotico, otite media cronica colesteatomatosa.

Page 9: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Nelle ipoacusie neurosensoriali dell’orecchio interno distinguiamo: malattia di Ménière ad eziologia sconosciuta, caratterizzata da acufeni, ipoacusia fluttuante e vertigini; presbiacusia dovuta all’ invecchiamento dell’organo cocleare, cause neoplastiche ( neurinoma dell’acustico che rappresenta il 90% delle neoplasie dell’angolo pontocerebellare, meningioma, cisti epidermoidi, neurinomi del V e del VII paio dei nervi cranici, tumori glomici).

Non si possono tralasciare in questo breve excursus sulle cause di diminuzione dell’udito, le seguenti forme di ipoacusie: su base genetica; da cause immunologiche; da cause metaboiche, ormonali e vascolari; da agenti infettivi; da fistole perilinfatiche congenite ed acquisite; da sostanze ototossiche (alcune famiglie di antibiotici, i diuretici, i salicilati, gli antimalarici, gli antiblastici, alcuni solventi industriali); da rumore.

Una particolare menzione meritano due forme di ipoacusia:

otosclerosi, patologia ereditaria determinante un processo distrofico della capsula labirintica con blocco progressivo dell’articolazione stapedio – ovalare. Colpisce più frequentemente il sesso femminile rispetto a quello maschile in relazione all’intervento di fattori ormonali e si caratterizza per la classica triade dove all’ipoacusia si associano acufeni e vertigini. Nel tempo, le vertigini migliorano fino a sparire, mentre la sordità diventa via via più importante.

Ipoacusia improvvisa neurosensoriale, vera e propria emergenza audiologica che nella maggior parte dei casi riconosce una eziologia virale, la cui prognosi dipende dalla tempestività della diagnosi e dalla immediatezza del trattamento terapeutico. Il sintomo caratteristico è appunto l’ipoacusia che si instaura instantaneamente o nel giro di poche ore o giorni. Possono anche comparire vertigini, cefalea, pienezza auricolare ed acufeni di vario grado.

Nello studio delle suddette patologie è fondamentale, alla comparsa dell’ipoacusia, ricorrere alla visita otorinolaringoiatrica che si baserà sull’esame obiettivo, su esami di primo livello ( audiometria tonale e vocale, impedenzometria, ricerca dei riflessi stapediali) e di secondo livello ( potenziali evocati uditivi, potenziali evocati vestibolari, prove caloriche, stabilometria, RM cerebrale con gadolinio, con riguardo al pacchetto acustico – facciale ed all’angolo ponto . cerebellare, TAC dell’orecchio medio – interno con e senza mezzo di contrasto, ecc. ).

Page 10: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Patologie dei vasi sanguigni

La patologia steno-ostruttiva degli arti inferiori

La patologia steno-ostruttiva degli arti inferiori consiste nella formazione di placche aterosclerotiche, le quali causano un deficit di irrorazione sanguigna agli arti inferiori. Tali placche si formano nel segmento femoro-popliteo. Questo tipo di patologia steno-ostruttiva porta, progressivamente, a una marcia difficoltosa fino a lamentare dolore a riposo (anche di notte). Può causare inoltre ulcere e necrosi a carico degli arti inferiori.

Quali sono i sintomi della patologia steno-ostruttiva degli arti inferiori?In un primo momento tale patologia è asintomatica: in seguito sopraggiunge dolore di tipo crampiforme al polpaccio, intermittente in relazione allo sforzo o alla marcia compiuti. La malattia, progredendo, può impedire il riposo notturno, presentandosi quindi anche in condizioni di riposo. Può inoltre verificarsi ipotermia e cianosi degli altri, fino ad arrivare a ulcere periferiche e gangrene distali.Per una corretta diagnosi, gli esami utili sono l’ecocolordoppler arterioso degli arti inferiori, l’angio-risonanza magnetica, l’angio-TC e l’arteriografia degli arti inferiori.

Page 11: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Chi sono i soggetti a rischio per la patologia steno-ostruttiva degli arti inferiori?Innanzitutto coloro i quali presentano già altre patologie, come ad esempio infarto miocardico, angina o ictus. Incidono anche fattori di rischio quali fumo, diabete, dislipidemia, iperomocisteinemia e alcune malattie congenite. Sono più a rischio gli uomini (rispetto alle donne) e le persone che hanno superato i 50 anni.

Quali sono le terapie utili per la patologia steno-ostruttiva degli arti inferiori?Per quanto riguarda il trattamento medico, si procede innanzitutto con una terapia con antiaggreganti piastrinici, che bloccano l’aggravarsi della malattia impedendo il legame tra piastrine e placche arteriosclerotiche. Per rendere il sangue più fluido e permettergli di scorrere attraverso i vasi malati più facilmente, vengono utilizzati farmaci emoreologici. Per incrementare la vascolarizzazione periferica, vengono impiegati farmaci vasodilatatori. È inoltre fondamentale correggere i fattori di rischio del paziente: immediata astensione dal fumo e una corretta attività fisica ne possono essere degli esempi. Nelle fasi iniziali della malattia si possono ottenere buoni risultati.In alternativa, il trattamento chirurgico prevede una sostituzione, tramite bypass, del tratto arteriale occluso con una protesi sintetica o biologica. In alcuni casi è sufficiente la pulizia delle arterie (endoarterectomia), con la rimozione delle placche arteriosclerotiche dall’interno.Solo nei casi di stenosi segmentarie (e quindi non occlusive), si può procedere al trattamento endovascolare. Viene effettuata una arteriografia per via percutanea, dilatando le arterie in cui sono “ristrette” (stenotiche); tale procedura può richiedere l’impianto di uno o più stent.

La patologia steno-ostruttiva dei tronchi sovra-aorticiSi manifesta invece con placche arterosomatiche nell’arteria carotide. È una patologia che interessa i vasi sanguigni che portano il sangue al cervello: le placche, infatti, bloccano lo scorrimento libero del sangue e quindi impediscono un’adeguata irrorazione del cervello. Conseguenza di ciò possono essere gli ictus ischemici cerebrali.

Quali sono i soggetti a rischio?Soprattutto chi presenta altre malattie cardiovascolari con fattori di rischio associati, quali ad esempio fumo, diabete, ipertensione arteriosa e dislipidemia. Sono a rischio anche i soggetti che presentano familiarità positiva alle patologie arteriosclerotiche.

Come è possibile individuare tali patologie?

Page 12: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Gli esami utili al fine di individuare le patologie steno-ostruttive sono l’eco-color-doppler TSA(tronchi sovra-aortici) e l’angio-TC/angio-RM dei TSA.

L’aneurisma dell’aortaConsiste in una dilatazione dell’aorta addominale: tale dilatazione diventa patologica se presenta un diametro traverso pari a una volta e mezzo rispetto alle sue normali dimensioni.

Quali sono i sintomi?Solitamente l’aneurisma è asintomatico, ma in determinate situazioni può presentare dolore lombare o addominale. In caso di rottura, al dolore si associa uno stato di shock, insieme a manifestazioni tromboemboliche, difficoltà digestive o stitichezza e massa pulsante addominale.

Come è possibile individuarlo?Si effettua un eco-color-doppler addominale e degli arti inferiori, insieme a un TC e/o una risonanza magnetica dell’aorta addominale tramite mezzo di contrasto.

Quali sono i soggetti a rischio?Le persone che soffrono di patologie come l’arteriosclerosi e che presentano i fattori di rischio ad essa collegati: dipendenza dal fumo, diabete, dislipidemia e ipertensione arteriosa. Inoltre i soggetti che presentano traiumi, malattie congenite, infezioni della parete aortica e/o dissezione aortica. Gli uomini sono più a rischio rispetto alle donne, insieme alle persone con più di 50 anni.

Le varici degli arti inferioriSono dilatazioni, altrimenti dette gavoccioli venosi, facilmente visibili sulle vene superficiali degli arti inferiori.

Quali sono i sintomi?Principalmente una sensazioni di pesantezza delle gambe, unite a crampi notturni, formicolii, bruciore e gonfiore. In questo modo le varici diventano evidenti e a volte dolenti. Man mano che la patologia va aggravandosi, è possibile la comparsa di macchie brune, eczemi, ipodermiti, tromboflebiti, ulcerazioni e sanguinamenti.

Page 13: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Come è possibile individuarle?Solitamente con una visita specialistica di chirurgia vascolare; in alcuni casi si richiede un eco-color-doppler venoso degli arti inferiori, che rappresenta la metodica diagnostica maggiormente efficace al momento.

Gli eco-color-doppler: cosa sono e a cosa servonoQuando parliamo di eco-color-doppler intendiamo una metodica diagnostica non invasiva, con la quale si riescono a visualizzare i principali vasi sanguigni, in modo da poter analizzare, al loro interno, il flusso ematico. Tali esami non causano nel paziente alcun tipo di dolore o fastidio e servono ad analizzare la morfologia dei vasi sanguigni. Forniscono immagini dei flussi venosi e arteriosi, permettendo di riconoscere e valutare l’entità delle lesioni delle pareti dei vasi stessi.

Page 14: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Screening mammografico

Parliamo con la d.ssa Guaragna del Centro diagnostico Poliambulatorio Ionoforetica di Bologna.Screening mammografico.La senologia è una branca della medicina che si occupa di tutte le patologie della mammella.

Due sono gli obiettivi a cui deve rispondere la diagnostica senologica: diagnosticare in fase iniziale una neoplasia in modo da garantire una riduzione della mortalità e migliorare la qualità della vita e diagnosticare in modo corretto la patologia benigna in modo da evitare ansie ed interventi bioptici inutili.

La necessità di dar vita a una nuova branca della medicina che si occupi nello specifico della mammella deriva dalla consapevolezza sempre maggiore che il tumore della mammella è una malattia molto diffusa che rappresenta un problema non solo umano ma anche sociale ed economico.

Il tumore al seno è infatti la neoplasia più frequentemente diagnosticata nelle donne in tutte le face di età rappresentando il 41% nella fascia di età 0-49 anni, il 35% nella fascia 50-69 anni ed il 22% nelle ultrasettantenni.

Secondo i dati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), nel 2017 sono stati stimati in Italia 50.000 nuovi casi di tumore al seno.

Page 15: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Questo tumore, si conferma al primo posto anche come causa di morte nelle donne di tutte le fasce di età.

Dalla fine degli anni ’90 stiamo osservando una continua tendenza alla diminuzione della mortalità (-2,2% / anno).

I fattori di rischio sono molteplici: il rischio di ammalarsi di tumore della mammella aumenta con l’età, con una probabilità di sviluppo di tumore mammario del 2,3% fino a 49 anni (1 su 43), 5,4% nella fascia di età 50-69 anni, (1 su 19), 4,5% nelle ultrasettantenni (1 su 22), altri fattori di rischio sono rappresentati da: fattori riproduttivi, ormonali, dietetici e metabolici, precedenti trattamenti radioterapici displasie o neoplasie mammarie precedenti, familiarità ed ereditarietà.

Oggi in Italia la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è pari all’87%, questo grazie a trattamenti sempre più innovativi e personalizzati ma soprattutto grazie alla diffusione di strategie di prevenzione. Lo strumento della prevenzione secondaria è la diagnosi precoce. La diagnosi di tumore della mammella si basa sull’utilizzo di: esame clinico, diagnostica per immagini, esame citologico su agoaspirato o su secreto mammario, esame istologico su ago biopsia.

Visita senologica.La visita senologica è l’esame base nella senologia clinica per le donne in qualsiasi fascia di età; è una metodica diagnostica non invasiva, non vi sono infatti particolari precauzioni o controindicazioni, può essere effettuata in qualunque momento, anche se il momento più favorevole è dopo il ciclo mestruale, tra il settimo e il quattordicesimo giorno. Nel corso della visita senologica, l’anamnesi ha un ruolo fondamentale in quanto ha lo scopo di fornire informazioni circa la presenza di fattori di rischio e di sintomi. È necessario raccogliere informazioni relative alla storia personale e familiare, alle terapie ormonali continuative, alle pregresse patologie, alle abitudini e stili di vita. La fase successiva prevede l‘ispezione: la paziente è seduta e viene osservata in diverse posizioni, si analizza la forma di entrambe le mammelle, le dimensioni, la simmetria e il profilo. Si valutano eventuali ispessimenti, tumefazioni, rilievi, avvallamenti della cute, eczemi, retrazione o secrezioni del capezzolo. Si procede quindi alla palpazione nelle diverse posture, prima seduta, poi in posizione supina: si analizzano le caratteristiche degli eventuali sintomi, quali la presenza di un nodulo o di una tumefazione, l’infiammazione, la mastodinia e la secrezione del capezzolo. Durante la visita senologica è importante anche la valutazione dei cavi ascellari, delle fosse sopra e sotto clavicolari e dei solchi

Page 16: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

sottomammari alla ricerca di eventuali linfonodi sospetti. La visita viene completata con la palpazione del capezzolo e dell’areola, per la valutazione di ispessimenti e/o nodularità inoltre, con una delicata spremitura del capezzolo si può mettere in evidenza un’eventuale secrezione. In caso di dubbio o sospetto diagnostico la visita senologica può essere associata ad altre indagini strumentali quali l’ecografia mammaria, la mammografia digitale, l’esame citologico o la biopsia chirurgica in modo da avere un vero e proprio screening mammografico. In presenza di donne sintomatiche con lesioni palpabili, la precisione diagnostica della visita senologica è molto elevata, al contrario in donne asintomatiche ed in presenza di piccole lesioni, a causa della sua scarsa sensibilità, non è un test sufficiente ad escludere la presenza di un tumore per cui deve essere integrata da altri accertamenti (ecografia mammaria, mammografia).

Ecografia mammaria: è una tecnica diagnostica che utilizza ultrasuoni per lo studio del parenchima della ghiandola mammaria e delle sue alterazioni patologiche. L’ecografia mammaria non è invasiva, è priva di rischi, non presenta controindicazioni, non necessita di alcuna preparazione da parte della paziente, è tuttavia opportuno portare con sé i risultati delle ultime ecografie o mammografie eseguite al fine di poter valutare se eventuali anomalie riscontrate siano di nuova insorgenza o meno. Per consentire una migliore valutazione della ghiandola mammaria la paziente viene invitata a sdraiarsi su un lettino con le braccia alzate e con le mani dietro alla testa. L’esame si esegue appoggiando una sonda sulla mammella dopo avervi deposto una piccola quantità di gel per facilitare lo scorrimento dello strumento sulla cute, migliorare la trasmissione delle onde ultrasonore ed ottenere una migliore qualità delle immagini. Gli ultrasuoni emessi dalla sonda sono riflessi in maniera diversa a seconda del tipo di tessuto, ciò permette di visualizzare zone della ghiandola mammaria che hanno una densità diversa da quella del tessuto normale e di individuare eventuali formazioni all’interno del seno e distinguere tra quelle a contenuto liquido e quelle a contenuto solido. Nel corso dell’esame ecografico devono essere indagate tutte le porzioni della ghiandola, la sonda esplora tutti i quadranti dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto, poi in senso radiale per analizzare più correttamente le strutture ghiandolari e la regione peri e retro areolare.

L’esame ecografico della mammella va completato da un accurato studio dei cavi ascellari alla ricerca di eventuali alterazioni linfonodali, del solco sottomammario e dello spazio intermammario.L’interpretazione si basa sulla conoscenza del quadro normale, delle varianti e degli aspetti multipli della patologia mammaria.

Page 17: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Gli apparecchi ecografici attuali hanno un gran numero di parametri che influenzano la qualità dell’immagine ottenuta ma l’esperienza del medico è fondamentale, la buona conoscenza dell’aspetto ecografico della ghiandola mammaria e delle sue variazioni fisiologiche permette di apprendere meglio le immagini patologiche per la loro diversità. Per questo motivo, è importante che l’indagine venga eseguita presso centri specializzati e da medici che abbiano competenze specifiche sulle patologie mammarie e sulla loro identificazione ecografica.L’ecografia mammaria in campo senologico è un esame di fondamentale importanza per la diagnosi e la caratterizzazione della patologia nodulare della mammella; il suo ruolo più importante è senza dubbio quello di stabilire la natura solida o liquida di un nodulo, nelle donne giovani, è indicata come completamento diagnostico alla visita senologica per lo studio del seno denso cioè con una prevalenza di tessuto di tipo fibroghiandolare, è utile per lo studio delle alterazioni benigne della mammella (cisti, fibroadenomi, lipomi), per valutare il seno in presenza di noduli palpabili o di patologie infiammatorie o alterazioni post traumatiche (mastite, ascesso e trauma), per valutare un addensamento rilevato dalla mammografia e per monitorare una paziente operata di tumore. L’ecografia mammaria rappresenta inoltre una guida per il prelievo citologico ed il tatuaggio per la localizzazione preoperatoria di lesioni non palpabili.

Nelle donne sintomatiche o nelle quali alla visita clinica si sia rilevata una alterazione mammaria, l’iter diagnostico dipende dall’età della paziente. La mammella è un organo bersaglio di diversi ormoni e, sotto lo stimolo ormonale subisce infatti importanti modificazioni nel corso della vita: nelle donne giovani prevale la componente ghiandolare, mentre con il progredire dell’età questa parte si riduce a favore della porzione adiposa e fibrosa delle mammelle.Nelle donne molto giovani, di età inferiore a 30 anni, nelle quali è frequentemente riscontrabile un seno denso a prevalente componente ghiandolare, l’ecografia deve essere considerata l’esame strumentale di prima istanza a completamento della visita senologica. L’ecografia può essere infatti in questi casi quasi sempre già dirimente e conclusiva consentendo di identificare nella maggior parte dei casi alterazioni benigne della mammella che verranno successivamente sottoposte a periodici controlli clinico strumentali.

Nei casi ecograficamente dubbi si procederà ad un approfondimento diagnostico mammografico o direttamente ad una tipizzazione citologica mediante agoaspirato a seconda delle caratteristiche della mammella ed in particolare al grado di densità della stessa che possa o meno rendere difficoltosa l’indagine radiologica.Nelle donne tra i 30 ed i 40 anni l’ecografia si può ancora considerare l’esame di prima scelta a seguito della

Page 18: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

visita senologica, in presenza di un nodulo palpabile necessita comunque, qualora il reperto ecografico sia di alterazione benigna, di periodici controlli. Se le caratteristiche ecografiche della lesione riscontrata sono sospette, l’esame viene completato da una mammografia ed eventualmente da un agoaspirato.

Oltre i 40 anni la mammografia rappresenta l’esame di prima istanza nella paziente sintomatica, in presenza di un nodulo palpabile, l’ecografia può comunque rappresentare un valido completamento diagnostico nella differenziazione solido/liquido della formazione, nello studio delle mammelle ad elevata componente fibroghiandolare e nello studio di quelle opacità nodulari che all’indagine mammografica non presentino quegli aspetti tipici della benignità.

Ovviamente ed ancor più in questa fascia di età che è a più elevato rischio per carcinoma della mammella, tutti i casi dubbi o sospetti necessitano di un approfondimento diagnostico mediante agoaspirato o biopsia chirurgica.L’esame ecografico della mammella, se associato alla tecnica color-doppler, consente inoltre di studiare la vascolarizzazione delle formazioni nodulari in esame. Nell’ultimo decennio si è affermata una nuova metodica ecografia: l’elastosonografia : questa tecnica è in grado di valutare l’elasticità e la rigidità dei noduli della mammella con il presupposto di base che la rigidità e la consistenza sono proprie delle formazioni tumorali maligne mentre l’elasticità è propria delle lesioni benigne. Generalmente si effettua al termine dell’esame tradizionale su noduli dubbi o sospetti.

Il contributo della mammografia bilaterale nella diagnosi precoce del carcinoma mammario è fondamentale perché è un esame di semplice e rapida esecuzione, altamente sensibile e specifico, con rapporto costo/efficacia favorevole ed è ampiamente disponibile sul territorio. Il maggior vantaggio della mammografia è quello di riuscire a scoprire anche le formazioni di piccole dimensioni e le microcalcificazioni che possono essere talora l’unico segno di un tumore in fase iniziale.

Da alcuni anni ha fatto la sua comparsa la mammografia digitale e più recentemente la mammografia con Tomosintesi che si sono dimostrate indagini sempre più efficaci nella diagnosi precoce del tumore della mammella. Altri accertamenti diagnostici sono: la Risonanza Magnetica raccomandata quando la struttura mammaria appare complessa alle altre indagini, in presenza di protesi, in aggiunta alla mammografia annuale per

Page 19: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

le pazienti con mutazione di BRCA-1 e/o BRCA-2; la Galattografia che è un esame radiologico della mammella che serve a studiare i dotti galattofori in caso di secrezione sospetta dal capezzolo, per scoprire l’eventuale causa e la sua sede nel sistema duttale oppure al fine di pianificare correttamente un eventuale intervento chirurgico.La valutazione citologica/istologica costituisce l’ultimo passaggio al fine di meglio definire la diagnosi di lesioni dubbie, sospette o positive.

Page 20: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Colecisti Calcoli alla colecisti:sintomi e diagnosi e cura.Parliamo con la d.ssa MariaPia Giambersio di Ionoforetica dei calcoli alla colecisti.

Cos’è la colecisti?La colecisti (detta anche cistifellea) è una piccola “sacca”, dotata di parete propria, lunga circa 7-8 centimetri e localizzata sulla faccia inferiore del fegato, in cui si raccoglie e si concentra la bile prodotta dal fegato.La bile raggiunge la colecisti attraverso i dotti epatici e vi si accumula per poi essere rilasciata in occasione dei pasti.Il cibo ingerito , infatti, soprattutto se ricco di grassi, stimola la contrazione della colecisti e la liberazione della bile nell’intestino (attraverso il dotto coledoco) per la digestione e l’assorbimento dei grassi stessi.

La formazione di calcoli all’interno della colecisti è un evento molto frequente i cui fattori di rischio comprendono: familiarità, obesità, sesso feminile, età , dieta occidentale .

I calcoli biliari si formano a partire da precipitati cristallini di colesterolo, possono essere di varie dimensioni, da pochi millimetri a diversi centimetri e contenere una certa quantità di sali di calcio.

Page 21: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Quali sono i sintomi?I sintomi possono essere variabili e recidivanti, i più frequenti sono:

cattiva digestione, intolleranza per i cibi grassi, gonfiore addominale, sensazione di nausea postprandiale, dolore al centro dell’addome che si irradia sotto l’arcata costale di dx e posteriormente sotto la scapola dx. Se il calcolo si muove e occlude il dotto biliare principale si ha una colica addominale acuta con sintomi di ostruzione e di infiammazione, quali forte dolore addominale, ittero (colorazione giallastra di cute e mucose), vomito e febbre, con possibili gravi complicanze, come la perforazione colecistica e la pancreatite acuta.

I quadri acuti gravi richiedono un trattamento urgente con ricovero ospedaliero ed intervento chirurgico in emergenza-urgenza.In altri casi i calcoli colecistici non causano alcun sintomo e vengono scoperti casualmente nel corso di un esame ecografico eseguito per altri motivi.

Come si fa la diagnosi?Nel sospetto di calcolosi colecistica , la diagnosi si fa agevolmente mediante Ecografia addominale, eseguita a digiuno da almeno 6-8 ore, con la quale si dimostrano direttamente i calcoli all’interno della colecisti ed eventuali complicanze.L’esame ecografico periodico è consigliato anche alle persone già operate di colecistectomia, in quanto persiste il rischio di formazione di nuovi calcoli all’interno del dotto biliare comune.

Cosa fare se si scopre di avere i calcoli nella colecisti? Quale terapia?In assenza di sintomi è opportuno monitorare il quadro mediante controlli ecografici periodici.In alcuni casi è possibile dissolvere i calcoli mediante una terapia per via orale protratta per molti mesi , che può essere efficace per i calcoli puri di colesterolo e per quelli a basso contenuto di calcio.Appena compaiono i sintomi, invece, date le frequenti recidive delle coliche e le temibili complicanze, è consigliato l’intervento chirurgico di colecistectomia, che consiste nell’asportazione chirurgica della colecisti per via laparoscopica. Rispetto all’intervento classico standard, l’intervento in laparoscopia è oggi preferito nei casi non complicati , per i tempi più brevi di convalescenza e per la minore estensione delle cicatrici chirurgiche.

La rimozione chirurgica della colecisti non causa problemi nutrizionali, né particolari restrizioni alimentari dopo l’intervento.

Page 22: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Emocromo completo. Quanto è importante conoscerne i valoriPerchè è importante monitorare i valori dell’emocromo completo?L’esame emocromocitometrico, meglio conosciuto con l’abbreviazione emocromo, è un esame di laboratorio eseguito su sangue ed è utile per dare informazione, su colore e quantità della cellula del sangue. Sono necessari pochi millilitri di sangue per ottenere i risultati attendibili.Dai valori dell’emocromo si determina il numero dei globuli rossi o eritrociti, globuli bianchi o leucociti, delle piastrine, dell’ematocrito ed altri valori che vedremo fra poco. Il referto di laboratorio indica i valori del campione di sangue e l’intervallo di riferimento (normalizzato per sesso, età e strumento utilizzato).

Come viene eseguito l’emocromo completo?il sangue prevelato viene conservato a temperatura ambiente in una provetta contenente EDTA (sostanza che previene la coagulazione del sangue).Il campione giunto al laboratorio analisi viene esaminato con uno strumento detto conto globuli o contatore di Coulter, che lavora su sistema inpenziometrico. Le provette sono inserite in una porta salk. (ne può contenere fino a 100), il sangue viene risucchiato generando bolle di aria e veicolate in direzione di elettrodi di rilevazione; il passaggio delle particelle figurate del sangue interrompe il campo elettrico della macchina generando una tensione che è proporzionale al tipo e al numero di cellula, sfruttando la tecnologia del citofluorimetro, si può ottenere la formula leucocitaria.L’emogramma o formula leucocitaria non è altro che la percentuale dei vari tipi di globuli bianchi o leucociti (glanulociti, neutrofili,

Page 23: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

basofili, eosinofili, linfociti e monociti).I globuli rossi, cellule anucleate a forma di disco biconcavo sono deputate al trasporto dell’ossigeno e anidride carbonica nel sangue. La loro emitiva (vita media è di circa 120 gg). Sono prodotti dal midollo osseo e distrutti per emocateresi alla fine del loro ciclo biologico dalla milza.Il benessere del nostro organismo dipende dal loro numero (concentrazione) e del contenuto di emoglobina (proteina quaternaria con al centro atomo di Fe) dal caratteristico colore rosso responsabile del legame con O2 e CO2 (in poche parole questa proteina permette di veicolare ossigeno in tutte le parti del corpo grazie ai globuli rossi).I globuli bianchi, sono le cellule del sangue deputate alla difesa del nostro organismo da parte di virus batteri, funghi e parassiti. Circolano come cellule sentinella nel sangue, esplicano la loro azione prevalentemente a livello tissutale (passando tra le cellule con movimenti ameboidi di diapedesi).

Formula leucocitariaGranulociti neutrofili, cellule con nucleo lobato, il cui nome deriva del fatto che non inglobano né coloranti acidi o basici.

Rappresentano il 50 – 70% dei leucociti. Hanno emivita 7 e 10 ore nel sangue e sono deputate alla difesa dalle infezioni di batteri e funghi.

Granulociti basofili hanno un nucleo bilobato, il loro nome deriva dal colorante che assumo i loro granuli citoplasmatici, che è ematossilina – eosina, che è il tipo basico.

Rappresentano lo 0,5 – 1% dei leucociti. La loro funzione è quella di attivarsi in risposta di allergeni o nei fenomeni di Ipersensibilità.

Granulociti eosinofili hanno un nucleo bilobato, il loro nome deriva dal fatto che legame un colorante acido detto eosina che gli conferisce un colore rosso arancio.Rappresentano il 2-4% dei leucociti sono deputati alla difesa dai parassati e possono aumentare nel corso di fenomeni allergici. Svolgendo la loro azione a livello del connettivo.Bisogna sottolineare un’altra loro azione; il fatto che aumentano i leucotrieni (molecole imputate nella patologia asmatica) molecole che causano bronco- costrizione e secrezione di muco.Il loro numero varia a seconda del ritmo circadiano a ciclo mestruale nella donna.

Monociti: sono prodotte dal midollo osseo, circolano nel torrente circolatorio per poi migrare a livello dei tessuti dove si trasformano in macrofagi (cellule spazzino) in grado di fagocitare e poi distruggere (per mezzo dei lisosomi) micro organismi e agenti esterni (esempio polvere). Sono cellule di dimensioni maggiori rispetto alle precedenti oltre alla funzione di

Page 24: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

difesa diretta, possono cooperare con i linfociti nel promuovere la risposta immunitaria e sintetizzano proteine del complemento e della coagulazione.

La presenza dei globuli bianchi, invece, è fondamentale per contrastare le infezioni.

Nei risultati delle analisi dell’emocromo, sono presenti anche altri valori: l’ematocrito o HTC, che indica la percentuale di globuli rossi in riferimento al volume complessivo del sangue ; MHC, che indica il livello medio di emoglobina presente all’interno di ogni singolo globulo rosso; MCHC, che considera la concentrazione cellulare media di emoglobina; RDW, che rappresenta la variazione delle dimensioni dei globuli rossi e il valore MCV, che indica la dimensione media di un singolo globulo rosso.

L’emocromo, o esame emocromocitometrico è’ importante per tenere sotto controllo dei valori riconducibili e diverse patologie del sangue, come l’anemia e infezioni ricorrenti, fino ai tumori. Con i risultati di questo esame, il medico può prescrivere determinate cure o comunque avere chiara la situazione del paziente preso in esame.

L’emocromo completo di solito viene eseguito dopo una precisa richiesta del medico, utile per raccogliere informazioni su tutte le attività legate al paziente. Può servire, ad esempio, per capire lo stato di persone colpite da un’infezione o a tenere sotto controllo gli effetti dell’assunzione di particolari tipi di medicinali.Un numero alto di globuli bianchi per esempio potrebbe essere dovuto ad una infezione o addirittura potrebbe essere sintomatico di una neoplasia (tumore).Un numero di globuli rossi bassi per esempio potrebbe essere sintomo di anemia.

Per effettuare un emocromo completo non c’è la necessità di una preparazione particolare, ad esclusione di un digiuno preventivo, consigliato dal medico. Dopo essersi recati presso un ambulatorio, nella maggior parte delle occasioni, verrà effettuato il prelievo usando una vena del braccio. In casi eccezionali, come ad esempio un bambino, può anche essere usato il tallone.

Page 25: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

I valori dell’emocromo variano da uomo a donna e sono i seguenti:

Emocromo range uomo range donnaLeucociti -WBC 4.00-10.00 4.00-10.00Neutrofili – NE% 40.0-70.0 40.0-70.0Linfociti – LY% 20.5-45.5 20.5-45.5Monociti – MO% 5.5-12.5 5.5-12.5Eosinofili – EO% 0.9-5.0 0.9-5.0Basofili – BA% 0.0-2.5 0.0-2.5Neutrofili – NE 2.2-4.8 2.2-4.8Linfociti – LY 1.3-2.9 1.3-2.9Monociti – MO 0.3-1.1 0.3-1.1Eosinofili – EO 0.0-0.5 .0-0.5Basofili – BA 0.0-0.3 0.0-0.3Eritrociti-G.R.-Rbc 4.7-6.1 4.2-5.4Emoglobina – HGB 14.0-18.0 12.0-16.0Ematocrito – HCT 42.0-52.0 37.0-47.0Vol.corpuscolare medio 82.0-97.0 82.0-97.0

Quindi possiamo affermare tranquillamente che parlare di emocromo basso o emocromo alto, non ha molto senso in quanto l’esame emocromocitometrico completo comprende molteplici valori diversi fra loro ma che analizzati assieme hanno un senso, altrimenti no.

Page 26: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Risonanza magnetica: alcuni approfondimenti

La Risonanza Magnetica (RM) è una tecnica di diagnostica per immagini che si basa sull’applicazione di un campo magnetico e di onde di radiofrequenza, emesse da un’apparecchiatura appositamente dedicata, ad un distretto corporeo da esaminare e studiare.

Uno dei vantaggi maggiori di questa metodica è che non usa radiazioni ionizzanti, come per esempio Radiologia e TAC, ma consente ugualmente di ottenere immagini di ottima qualità per la diagnosi di patologie in vari distretti corporei.

Non tutte le apparecchiature di risonanza sono uguali. In commercio sono presenti differenti apparecchiature di RM, prodotte da diverse ditte, ma essenzialmente divise in due grandi gruppi.

· Risonanze ad alto campo (superiore a 1 tesla) a “tunnel”· Risonanze a basso campo (0,2 – 0,4 tesla) cosiddette “aperte”

Le apparecchiature RM ad alto campo magnetico, tra 2 – 4 tesla sino a 7 tesla, sono autorizzate all’installazione ed all’uso dal Ministero della Salute e vengono usate generalmente per ricerca, mentre le RM fino a 2 tesla sono soggette ad autorizzazione regionale e sono quelle di uso più comune.Il magnete è l’elemento che determina la qualità di una risonanza magnetica: maggiore è l’intensità e l’omogeneità del campo magnetico nel tempo e nello spazio, maggiore è la risoluzione ed il dettaglio anatomico

Page 27: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

dell’immagine, fattori che garantiscono una diagnosi più accurata, precisa e sicura.

Il magnete delle RM ad alto campo è estremamente costoso e necessita inoltre di un sistema di raffreddamento ad elio anch’esso molto costoso in termini di consumo di energia elettrica. Questo tipo di magnete permette di ottenere sia una intensità di campo molto elevata che un’ottima stabilità, caratteristiche fondamentali e determinanti per ottenere il massimo di nitidezza e di dettaglio delle immagini e quindi massima precisione diagnostica. Si possono eseguire tutti i tipi di esame, non solo i più semplici come gli articolari, ma anche i più complessi come esami funzionali, spettroscopia, studio del cervello, massiccio facciale, addome, colonna in toto, apparato cardio-polmonare, total-body; gli ospedali e i centri universitari di eccellenza utilizzano risonanze magnetiche a tunnel da 1,5 tesla nonostante gli elevatissimi costi.

Il magnete permanente montato nelle risonanze aperte è più piccolo e già di per sé meno costoso in quanto una volta istallato non necessita di energia elettrica, né per indurre il campo magnetico, né per essere raffreddato; questo tipo di magnete, a fronte di costi nettamente inferiori di installazione e di gestione, ha però il grosso svantaggio di poter raggiungere intensità di campo magnetico molto basse, solitamente da 0,2 ad un massimo di 0,4 tesla (4-8 volte inferiori di un magnete a 1,5 tesla) ed inoltre ha una stabilità ed un’omogeneità di campo non eccellenti, aspetti responsabili di una più bassa risoluzione delle immagini e quindi in una minore qualità e precisione diagnostica; per questo motivo le RM aperte hanno un utilizzo solitamente più limitato rispetto alle apparecchiature ad alto campo e sono dedicate per lo più ai pazienti fortemente claustrofobici; inoltre le risonanze cosiddette aperte, in realtà sono aperte solo lateralmente e la distanza tra il lettino porta-paziente ed il magnete è di 30-40 cm; questo spazio così ristretto impedisce di fatto l’esecuzione dell’esame nei pazienti di corporatura robusta.

E’ possibile prenotare online una risonanza magnetica in convenzione con le principali assicurazioni nazionali, a questo link (https://www.medicorapido.it/prenotazione_online.html).

Page 28: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Lombosciatalgia, sintomi cause e rimedi

Il nervo sciatico, chiamato anche nervo ischiatico, è il nervo più grande e più lungo del corpo umano, che si estende dalla parte bassa della schiena e percorre tutto l’arto inferiore, arrivando fino al piede. La compressione nel nervo sciatico porta ad una patologia nota come sciatica o sciatalgia lombare. Per lombosciatalgia infatti si intende una condizione che provoca dolore nella zona lombare, in uno dei due glutei e in uno dei due arti inferiori; può localizzarsi sia posteriormente che lateralmente.

Il dolore provocato dalla lombosciatalgia, oltre ad essere ben delimitato ad un’area del corpo, è acuto e può causare anche sensazioni di formicolio, mancanza di forza muscolare e difficoltà nel camminare. Nei casi più gravi, costringe la persona che ne è colpita all’assoluto riposo anche per diversi giorni.

Lombosciatalgia: le causeLa patologia, comunemente nota come “sciatica”, spesso è causata da un sovraccarico di lavoro. Chi solleva pesi, esegue lavori pesanti, determinando una torsione ripetitiva del tronco, può provocare questo tipo di irritazione del nervo sciatico. Oltre a ciò, possono giocare a sfavore eventuali alterazioni patologiche o interventi chirurgici della colonna vertebrale.La lombosciatalgia può trovare la sua causa anche dalla presenza di un’ernia del disco o da altre problematiche che comportano un eccessivo lavoro da parte della zona muscolo-scheletrica lombare.

Page 29: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Altri fattori che certamente non aiutano sono alcune condizioni particolari come il sovrappeso, l’obesità, la sedentarietà, l’anzianità, patologie come l’artrite e il diabete, traumi alle natiche e alle cosce, ed anche la gravidanza. Soprattutto negli ultimi mesi, infatti, la futura mamma si vede sovraccaricata del peso del bambino che può irritare il nervo sciatico.

Lombosciatalgia: i sintomiFin dalla prima irritazione del nervo sciatico, la lombosciatalgia si presenta con sintomi evidenti. Il dolore dipende dallo stadio di avanzamento dell’infiammazione. Le persone che ne soffrono avvertono dolori penetranti, brucianti o forti come delle scosse elettriche.Questi sintomi spesso sono avvertiti con maggiore intensità dopo starnuti, colpi di tosse o quando la persona si alza in piedi dopo aver trascorso molto tempo in posizione seduta.In ogni caso, i sintomi della lombosciatalgia sono monolaterali; il dolore, quindi, non interessa mai entrambi i lati del corpo, ma colpisce solo la parte destra o quella sinistra. Se il dolore viene avvertito a livello del gluteo sinistro, quindi, potrà diffondersi anche lungo l’arto sinistro e la stessa zona lombare, ma non nella corrispettiva area destra.

Il formicolio, la scarsa sensibilità e la mancanza di forza muscolare che si possono avvertire in concomitanza con il classico dolore da sciatalgia spesso si localizzano in zone diverse rispetto a quest’ultimo.

Lombosciatalgia: come comportarsi?Poiché possono essere diversi i motivi per i quali il nervo sciatico si infiamma, è opportuno prima di tutto andare ad individuare con certezza la causa scatenante. Ѐ importante rivolgersi al proprio medico quando ci si accorge che i sintomi della sciatica tendono a peggiorare, quando i dolori sono troppo forti da poter essere sopportati o quando si sono presentati in modo repentino in seguito ad un trauma o ad un impatto violento.

Bisogna, quindi, sottoporsi ad un esame obiettivo, da condurre in concomitanza con l’anamnesi del paziente. Solitamente, si ricorre a procedure diagnostiche più elaborate solo quando il dolore è fortissimo o si ipotizza una causa scatenante particolarmente grave. Solamente in questi casi, si può sottoporre la colonna vertebrale ai raggi X, alla risonanza magnetica nucleare, alla TAC o all’elettromiografia.

Nella maggior parte dei casi la guarigione dalla lombosciatalgia è spontanea. Eventuali farmaci, fisioterapia e chirurgia rappresentano strumenti da adottare solo in casi estremi o situazioni di peggioramenti repentini delle condizioni del paziente.

Page 30: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

Studio del campo visivo e pachimetria

Durante il campo visivo, conosciuto anche come campimetria, al paziente viene prima valutato un occhio e poi l’altro e per ogni occhio la valutazione può durare anche più di 15/20 minuti.L’esame di focalizza sull’analisi della funzionalità dell’occhio, cioè la soglia di visione.

Il campo visivo cos’e’ e a cosa serve?il campo visivo quindi è un esame che valuta l’occhio, in particolar modo l’estensione massima oculare, dal centro alla periferia, entro cui la persona riesce a vedere e quindi a riconoscere degli stimoli visivi presentati e quindi capire se si è in presenza di un campo visivo ridotto.Lo studio del campo visivo computerizzato puo’ essere condotto sia monocularmente (un occhio alla volta) che binocularmente (con entrambi gli occhi aperti).Quest’ultima modalità viene eseguita per fini medico legali.Il campo visivo binoculare puo’ essere richiesto dal medico in occasione del rinnovo della patente di guida oppure per quantificare il residuo visivo nelle procedure che conducono alla certificazione di invalidità e cecità civile.

Lo svolgimento dell’esame campo visivo avviene con la correzione da vicino: il paziente deve quindi avere preferibilmente i referti della visita oculistica nella quale viene identificata la sua correzione per leggere, quindi per guardare da vicino.La richiesta deve contenere il valore di correzione ottica (lenti) da utilizzare durante l’esame:se una persona porta occhiali per la visione per lontano o per vicino, in questo caso occorre tenerne conto

Page 31: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta

durante la preparazione all’esame. All’inizio dell’esame si chiede al paziente di guardare in un punto fisso e si accendono, con intervalli più o meno regolari, delle lucine; quando il paziente vede la lucina che si accende, clicca per avvisare che ha visto il segnale luminoso. Successivamente vengono valutati quanti falsi positivi e negativi ci sono stati, ossia quante volte il paziente ha cliccato pure non essendoci la luce accesa e quante volte non ha cliccato pur essendoci la luce accesa.Esistono diversi programmi di esame, che testano estensioni di visione diverse: ad esempio 24° , 30°, 120° ecc..Attraverso lo studio del campo visivo si possono vedere vari tipi di patologie e fare anche una prima diagnosi sull’entità di un eventuale danno da glaucoma nel paziente e in base a ciò si valuta la terapia più adeguata.

La pachimetria corneale è uno degli esami per la diagnosi del glaucoma.Misura lo spessore corneale, dato fondamentale per la precisa valutazione della pressione oculare.Più la cornea è spessa, maggiori saranno i mm di Mercurio che l’oculista dovrà sottrarre al valore pressorio rilevato con il tonometro; al contrario, un minore spessore corneale corrisponderà ad un aumento dei mm di Mercurio.Si tratta di un esame di rapida esecuzione (pochi minuti), previa instillazione di una goccia di collirio anestetico, che non altera la qualità visiva nel post esame.Si effettua tramite una sondina che viene posta a contatto della cornea per pochi istanti.

Page 32: Dermatite da stress o eczema da contatto, di cosa si tratta? · 2020-07-08 · disturbo, la presenza di eventuali altre malattie, la risposta individuale al trattamento. Si tratta