Depressione, considerazioni psicosomatiche: le cause e le soluzioni olistiche più efficaci per...

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Depressione (è buio pesto; sembra che non ci sia una via di uscita, la malinconia, la solitudine e la tristezza dominano completamente il quadro) la manifestazione corporea: sessualità (con il calo o la mancanza di "tono" l'organismo come reazione di difesa cerca il più possibile di risparmiare energia e quindi eviterà in qualche modo di realizzare investimenti di grande portata nell'ambito affettivo e sessuale); Insonnia (i risvegli notturni sono all'ordine del giorno; si gira e si rigira nel letto, da cui non ci si vuole assolutamente "staccare"; disinteresse totale per l'inizio della giornata; il passato domina la scena con pensieri pessimistici e colpevolizzanti); disturbi respiratori (con la funzione respiratoria si mantiene la vita e il rapporto con il mondo esterno, l'infiammazione può rappresentare, quindi, la manifestazione dei sentimenti depressivi e la voglia di porre fine a questo devastante malessere).

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Page 1: Depressione, considerazioni psicosomatiche: le cause e le soluzioni olistiche più efficaci per uscire dal buio. Luigina Bernardi Progetto Benessere Completo

Depressione, considerazioni psicosomatiche: le cause e le soluzioni olistiche più efficaci per uscire dal buio

Mercoledì 30 Luglio 2014

Depressione (è buio pesto; sembra che non ci sia una via di uscita, la

malinconia, la solitudine e la tristezza dominano completamente il quadro)

la manifestazione corporea: sessualità (con il calo o la mancanza di "tono"

l'organismo come reazione di difesa cerca il più possibile di risparmiare

energia e quindi eviterà in qualche modo di realizzare investimenti di

grande portata nell'ambito affettivo e sessuale); Insonnia (i risvegli notturni

sono all'ordine del giorno; si gira e si rigira nel letto, da cui non ci si vuole

assolutamente "staccare"; disinteresse totale per l'inizio della giornata; il

passato domina la scena con pensieri pessimistici e colpevolizzanti); disturbi respiratori (con la funzione

respiratoria si mantiene la vita e il rapporto con il mondo esterno, l'infiammazione può rappresentare, quindi, la

manifestazione dei sentimenti depressivi e la voglia di porre fine a questo devastante malessere).

Depressione: che cosa vuol dire?

Le cause della depressione sono di solito riconducibili a un insieme di più fattori che convergono a produrre la

crisi: esistenziali, affettivo-relazionali, biologici e genetici. Ognuno di noi può vivere una crisi depressiva nell’arco

della vita, ma alcuni sono più predisposti di altri, sia per fattori genetici sia relativi alla storia personale. In

generale, ogni situazione che produce un senso di perdita (in ogni ambito) può innescare la crisi se giunge in un

momento di fragilità emotiva: per esempio un lutto, il periodo dopo il parto, il pensionamento, la menopausa, il

matrimonio di un figlio, una separazione, la perdita del lavoro, una malattia

I simboli-chiave legati alla depressione

Ogni depressione, almeno nelle fasi iniziali, è in relazione con la perdita di qualcosa che era sentito come vitale e

indispensabile. In generale, la perdita riguarda uno o più dei seguenti elementi: un importante legame affettivo, un

contesto sentito come “casa”, un ruolo in cui si era fortemente identificati, il senso della vita che si sta conducendo,

un’immagine valida di se stessi, la possibilità di esprimersi in modo autentico. La sensazione è quella di aver perso

l’aggancio con la realtà, il ponte con la vita: il disinteresse e l’apatia indicano che il cervello, al momento, non trova

più stimoli e al contempo lo proteggono dall’esposizione inopportuna alle consuete azioni e agli incontri

quotidiani.

La crisi

La depressione spazza via un modo di essere e ci obbliga a fermarci. Rendendo difficile svolgere le consuete

attività, ci impedisce di proseguire sulla strada che stavamo seguendo. Spesso si tratta di un “blocco” salutare

perché, fermandoci, la depressione ci sta dicendo: «Attento, quella vita non è adatta a tee ti sta creando

sofferenza». In questi casi è un errore voler tornare “quelli di prima” e non ascoltare il messaggio: anzi, proprio

la”vita di prima” è responsabile della sofferenza attuale.Se la depressione non può compiere fino in fondo la

“missione” per la quale è venuta, cioè trasformarci, farci cambiare vita rischia di diventare cronica e di bloccare

davvero la nostra vita.

Come inizia

Spesso l'inizio della malattia è molto subdolo, quando ci si accorge di essere “depressi” in realtà si soffre già da

parecchio tempo e da quel momento in poi inizia il dramma. L'esordio solitamente assume i contorni di un

desiderio non realizzato, di un pensiero che rimane tale, di un'azione non portata a termine, perchè nel momento

della realizzazione qualcosa crea un blocco: il ricordo di una situazione traumatica, un giudizio negativo sulle

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proprie capacità, il ricordo di qualcosa che è successo molto tempo prima, insomma qualunque cosa impedisce di

realizzare ciò che si desidera. Subdolamente quest'energia bloccata crea frustazione, ansia, paura indecisione,

chiusura ecc. Ed ecco che, senza volerlo, ci si trova in un vortice sempre più forte che trascina via via sempre più in

basso, fino a quando una mattina ci si sveglia e il mondo non è più lo stesso.

Ma perchè improvvisamente il mondo si è oscurato?

In realtà il mondo è sempre lo stesso, sono io che lo vedo con occhi diversi ed è dentro di me e solamente dentro

me stesso che potrò trovare la via di uscita. L'unica vera strada percorribile è il cambiamento; devo cambiare me

stesso, mettermi in contatto con il mio sé superiore e trovarvi la forza di uscire dal tunnel. Solo contattando la

parte più profonda di me, dove risiede la mia originaria innocenza e dove c'è una risposta ad ogni domanda posso

sperare di attuare quel cambiamento necessario al mio percorso di vita, che rappresenterà per me l'uscita definitiva

dalla depressione. La depressione mi dice che c'è qualcosa che non va nella mia vita, è un messaggio dell'anima

che si è smarrita a causa dei mille conflitti e problemi che la vita in quest'epoca così tortuosa ha posto lungo il

cammino, è il grido di dolore dello spirito che non sopporta più di essere ignorato e bistrattato, è il pianto della

coscienza inascoltata che chiede disperatamente di ricordarci chi siamo e di ritrovare il sentiero perduto.

Depressione i cambiamenti negativi

Nella depressione sono presenti quattro tipi di cambiamento negativo: nel pensiero, nell'umore, nel

comportamento e nelle risposte fisiche. Il cambiamento negativo del pensiero induce un'immagine cupa di sé, del

mondo e del futuro. Il soggetto ha un umore triste, si sente scoraggiato e senza speranza (disperato). Il

comportamento è improntato alla passività (riesce a eseguire esclusivamente compiti di routine e si arrende

facilmente di fronte a un ostacolo), manifesta indecisione e può culminare nell'azione suicida. Sul piano fisico vi è

spesso un senso di malessere generale con inappetenza, insonnia, mancanza di interesse per i rapporti sessuali e

presenza di disturbi circolatori, muscolari, gastrointestinali, oculari, cutanei.

Le alterazioni neuroendocrine

La concomitanza frequente di disturbi comportamentali e disturbi somatici è riconducibile a una modificazione

della funzionalità del sistema ipotalamo-ipofisario che esprime la sua azione su un duplice livello: i recettori

presenti nel sistema nervoso centrale (SNC) e i recettori somatici. Vi sono molteplici evidenze cliniche e

sperimentali della presenza di alterazioni neuroendocrine nella depressione: i livelli di cortisolo plasmatici sono

costantemente elevati e non rispettano le variazioni indotte fisiologicamente dal ritmo circandiano, vi è una

ridizuione nella risposta di secrezione del TSH allo stimolo da TRH, vi è insufficiente risposta ai test di stimolazione

della produzione di GH, sono presenti picchi plasmatici notturni di iperprolattinemia. Ma il punto nodale sembra

essere la disarmonia del sistema CRH, il fattore ipotalamico che induce l'ipofisi a secernere corticotropina (ACTH) e

che a sua volta stimola la corticale del surrene a produrre cortisolo. Uno dei principali stimolatori del CRH è la

serotonina che è anche implicata sul versante somatico (piastrine) nella regolazione della risposta infiammatoria. In

alcune forme depressive (melanconia) vi è un'ipereccitabilità dei neuroni ipotalamici che producono CRH, nella

depressione “atipica”, al contrario, vi è un deficit di CRH. Questa considerazione dovrebbe far riflettere sull'uso

indiscriminato di farmaci antidepressivi che agiscono inibendo la produzione di CRH.

Adattamento dell'organismo

Il sistema CRH, con l'asse ipotalamo-ipofisi-cortico-surrene, è lo stesso invocato nelle risposte di stress e in

questa ottica possiamo comprendere le modificazioni biologiche e quelle psichiche della depressione come schema

di reazione con significato adattativo dell'organismo. Non si tratta in questo caso di uno stress individuale che

attiva un programmma di pretezione dell'incolumità fisica (reazione attacco-fuga), né di uno stress che interferisce

sulla sopravvivenza della specie e che comporta l'attivazione del programma riproduttivo (sessualità, gravidanza,

cure parentali); nella depressione lo stimolo che comporta la reazione di stress è connesso all'evento della perdita

di rapporti interpersonali significativi, quindi alla sopravvivenza sociale.

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La mancata eliminazione degli stressor crea cronicità

L'obbiettivo è, come in tutte le reazioni di stress, la neutralizzazione dello stimolo perturbante, in questa visione,

lo stato di disagio depressivo reattivo, che consegue all'esperienza della perdità, spinge il soggetto al ripristino di

nuovi legami di attaccamento al posto di quelli interrotti. Ma, come per lo stress individuale, la mancata

eliminazione dello stressor realizza una condizione di cronicizzazione. A questo punto bisogna precisare che

l'evento oggettivo può riguardare la perdita reale, la perdita minacciata e la perdita simbolica, ma è importante

l'esperienza soggettiva della perdita alla luce della valutazione cognitiva. Nei confronti di un evento negativo tutti

sperimentiamo uno stato di demoralizzazione, ma, mentre per alcuni questa condizione è transitoria e in tempi

brevi essi si riprendono, per altri questa condizione dura più a lungo. Lo stato di demoralizzazione deriva

principalmente dalla condizione di impotenza che si accompagna all'evento negativo; questa condizione percepita

viene mantenuta più a lungo nei soggetti con atteggiamento pessimistico, cioè in coloro che hanno la tendenza a

spiegare le cause dell'evento negativo (lo “stile esplicativo”, secondo Seligman) in maniera autocolpevolizzante, con

estensione di lunga durata nel tempo (addirittura per sempre) e coinvolgimento di tutti o di gran parte degli ambiti

della propria vita.

Trasformazione e rinascita

Se si riesce a osservare la depressione nel suo insieme, ecco che gradualmente emerge l’aspetto creativo della crisi.

La depressione infatti esprime il grande tema della morte-rinascita presente a ogni livello della natura. In natura

tutto ciò che nasce lo fa al buio, in silenzio, nel segreto, dopo un periodo di oscuramento/gestazione: il bimbo

nella pancia della mamma, la farfalla nel suo bozzolo, il seme nelle profondità della terra. Questa legge, per la

quale una creazione deriva sempre da una “morte” (perdita, disagio, ripiegamento), vale anche per l’ambito

esistenziale: nella vita le scelte e i cambiamenti fondamentali che facciamo nascono sempre da un più o meno

lungo momento di crisi o di depressione, nel quale il vecchio schema si spezza e fa spazio al nuovo, che deve

ancora configurarsi ma che in realtà, in modo embrionale, è già presente nelle premesse che hanno prodotto la

crisi stessa. La depressione è quindi dolore, sofferenza e – su un piano organico – alterazione chimica dei

neurotrasmettitori; ma è anche l’espressione della capacità del cervello di riconoscere quando è il momento di

cambiare, di trasformarsi.

Depressione: chi è più a rischio?

Persone che non riescono a sottrarsi a situazione cariche di sofferenza o che richiedono un prolungato dispendio

energetico. Persone che non abbandonano o non modificano uno stile di vita nel quale da tempo non si

riconoscono più. Persone con tratti di personalità dipendente, che si appoggiano agli altri nella maggior parte delle

situazioni che vivono.

Quali gli aiuti

E' possibile fornire al soggetto, soprattutto in via preventiva, quelle abilità cognitive di controllo personale che

intervengono sul meccanismo di elaborazione dell'atteggiamento e che permettono di cambiare lo stile esplicativo

in modo da interrompere la genesi e il perdurare del sentimento di impotenza. Queste modalità non hanno nulla a

che vedere con le facili e, pertanto, inefficaci ricette del “pensiero positivo” alla Pollyanna che esortano a vedere la

vita esclusivamente tinta di rosa, ma, al contrario, mettono a fuoco una realtà espressa da una considerazione di

Virginia Satir: “La vita non è quella che dovrebbe essere. E' quella che è. E' il modo in cui l'affronti che crea la

differenza”.

Le soluzioni più efficaci per ritrovare il benessere

Un grande aiuto ci arriva dalla medicina quantistica grazie al check up quantistico in biorisonanza e in biofeedback

che ci consente in dettaglio di scoprire , la o le cause del problema e definire un profilo completo sullo stato

psicofisico generale, individuando il valore dello stress (alto o altissimo: “emergenza”), ma anche l'apatia o la

depressione, ma soprattutto le cause e le somatizzazioni nel corpo, oltre al sistema nervoso autonomo che ne è il

protagonista. Effettua il riequilibrio degli organi e dei sistemi armonizzandoli energeticamente Analizza stress di

varia origine, stanchezza mentale, ossessione, fobie; tratta e riequilibra questi disturbi con sistemi radionici di

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risonanza trivettoriale, utilizza cioè, unico al mondo, tre sistemi d’informazione: biorisonanza, biofeedback e

radionica.

Per maggiori informazione e/o per prenotare il tuo check up quantistico, contattacisenza esitare. Saremo lieti di

aiutarti.

Le informazioni qui riportate hanno solo il fine di operare una informazione, non sono riferibili nè a

prescrizioni nè a consigli medici.

Operatore specializzato Luigina Bernardi

Bibliografia e altre fonti

1) Catia Trevisani, 2010, “Curarsi con la Naturopatia”, vol. 2 - Edizioni Enea, pag. 16 – 17 – 19 – 20 21;

2) sito web www.gioiabertha.it e www.progettobenesserecompleto.it;

3) sito web www.riza psicosomatica.it

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