DEPAL NEWS3
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I L P E R I O D I C O S C R I T T O T U T T I I G I O R N I D A L L A T U A S Q U A D R A
NOVEMBRE - DICEMBRE 2010
Scacco matto al dolore
Indici performance di vendita ims
Kinesiologia e dolore
Storie di medicina
news
2
DOLORE
La ricerca AISD-GfK Eurisko
La ricerca “Il dolore cronico nella popolazione italiana” è stata condotta su di un campione di
15.000 cittadini, rappresentativi della popolazione italiana adulta per area geografica, ampiez-
za, sesso ed età, dai 18 anni in su. Da questa indagine è emerso che oltre il 20% degli intervistati
ha dolore cronico. Fra essi, circa il 4% (quasi 2 milioni della popolazione italiana) soffrono di
dolore cronico con componente neuropatica, con grave impatto sulla qualità della vita quoti-
diana, sia concretamente, negli aspetti pratici del vivere quotidiano, sia psicologicamente. Per
lo più sono donne (72%), più adulti/ anziani (71% oltre 45 anni), con un’istruzione bassa (media
inferiore/elementare 80%), e prevalentemente casalinghe e pensionati (59%). A fronte di un
grande bisogno di cura e presa in carico del problema gli intervistati hanno manifestato una
generale insoddisfazione verso il medico e i farmaci e la percezione di una scarsa sensibilità
sociale sul problema.
Quanto il dolore influisce sullanormale vita quotidiana?Quanto sulla vita relazionale?Quanto sulla produttività?Per rispondere a queste domande è fonda-
mentale conoscere l’entità del fenomeno.
Sono due le ricerche recenti sul dolore cronico
non oncologico: quella commissionata dall’As-
sociazione Italiana per lo Studio del Dolore a
GfK Eurisko (2007) e la ricerca ‘Pain in Euro-
pe’, realizzata dalla Federazione Europea del-
le Società per lo Studio del Dolore (EFIC). Nel-
la letteratura scientifica non esistevano molti
dati epidemiologici sul dolore nelle patologie
croniche benigne, mentre è nota l’incidenza
del dolore cronico nei malati con cancro: dati
elaborati dall’OMS indicano in 17 milioni il nu-
mero di persone nel mondo affette da tumore
e il dolore cronico è costantemente presente
nel 50% dei malati neoplastici (a tutti gli sta-
di) e nel 75% dei malati terminali. Dalla ricer-
ca European Pain in Cancer, curata dalla Eu-
ropean Association for Palliative Care – EAPC
(dati 2007) risulta che il 96% dei malati ha
sofferto nell’arco dell’ultimo mese, con una
frequenza quotidiana nella metà dei pazienti
e di “almeno diverse volte alla settimana” nel
74% dei casi. Solo il 16% degli intervistati ita-
liani (24% per gli europei, in generale) ha giu-
dicato realmente efficace la terapia prescritta
per il proprio dolore e nel 70% dei casi i far-
maci assunti non sono stati in grado di scon-
giurarne la ricomparsa. Lo specialista di riferi-
mento, per il 74% dei pazienti italiani, risulta
essere l’oncologo medico, seguito dal terapi-
sta del dolore (12%); secondo un paziente su
5 il medico curante si dedica esclusivamente al
trattamento del cancro, disinteressandosi del
dolore ad esso connesso. I dati emersi dalle
recenti indagini epidemiologiche sono al tret-
tanto sconfortanti.
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
3
La ricerca “Pain in Europe” Altrettanto preoccupanti i dati emersi dalla ricerca Pain in Europe
condotta su oltre quarantacinquemila pazienti: il dolore cronico coinvolge il 19% della popola-
zione europea e il 21% degli italiani. Il dolore cronico colpisce soprattutto il sesso femminile: il
56% contro il 44% dei maschi. In pratica, quindici milioni di italiani, secondo i dati riportati dal-
l’indagine “Pain in Europe”, vivono con un dolore che li accompagna in media per 7,7 anni, men-
tre per uno su cinque di questi è “compagno di vita” addirittura per vent’anni. La differenza è
ancora più evidente se analizzata in alcune fasce di età: al di sotto dei diciotto anni l’esperienza
di dolore cronico riguarda il 19,5 per cento dei ragazzi contro il 30,4 per cento delle ragazze. E
lo stesso significativo divario si ripresenta dopo i 65, con il 23,7% degli uomini contro il 40,1%
delle donne. Non a caso l’International Association for the Study of Pain (IASP), la European
Federation of IASP Charter (EFIC) e l’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD) hanno
proclamato il 2008 come l’Anno contro il dolore nella donna, producendo molte iniziative di
informazione e sensibilizzazione pubblicate sulle principali riviste scientifiche.
Ecco alcuni dati in sintesi:
Il dolore è intenso e persistente: in media i sofferenti convivono con questo dolore da 8
anni, dura quasi tutto il giorno e per il 65% delle persone si tratta di un dolore forte/ molto
forte (scala di dolore 7-10), tanto forte che l’83% dei sofferenti ritiene di non riuscire più a
sopportare il dolore.
Il dolore ha un impatto importante sulla vita quotidiana e lavorativa: interferisce con il lavoro
così tanto che metà dei sofferenti intervistati dichiara che il dolore gli ha impedito di recarsi al
lavoro e tutti stimano soggettivamente una perdita della capacità produttiva/capacità di con-
centrazione intorno al 40%.
Le persone dichiarano di non riuscire a condurre una vita normale, si sentono irritabili e stanchi.
Per circa metà degli intervistati l’esperienza del dolore è un’esperienza anche psicologicamente
devastante: si sentono soli, depressi, impotenti di fronte al dolore.
È emerso anche un senso di profonda incomprensione da parte “degli altri”: i sofferenti hanno
dichiarato la difficoltà ad esprimere a parole il proprio dolore e a farsi capire dagli altri, com-
preso il medico che, nella percezione dei sofferenti, spesso sottovaluta il dolore. Anche a livello
sociale si segnalava una scarsa sensibilità sul tema: “Si parla poco di dolore”, “Bisognerebbe
sensibilizzare di più le persone su questo tema”.
Prof. Franco Marinangeli Professore di Medicina del Dolore dell’Università dell’Aquila
Dott.ssa Lorenza SainiAddetta stampa dell’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore
© supplemento del sole 24 ore prodotto da mediaplanet
news
4
Aderenza alla TerapiaUn’ efficace arma terapeutica nel trattamento del dolore cronico
Quando si parla di aderenza alla terapia, si pensa subito ad una generica accettazione della
terapia da parte del paziente, ma non è così. L’aderenza alla terapia è intimamente legata al-
l’efficacia, al punto tale che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ritenuto
necessario emanare linee guida per gli operatori della Sanità, avendo individuato nell’aderenza
uno dei principali fattori che influenzano l’efficacia delle terapie, con impatto negativo sulla
salute della popolazione.
Cosa emerge dai dati?
L’aderenza alle terapie croniche nei paesi sviluppati è circa del 50%. Le conseguenze di una
scarsa aderenza alle terapie croniche sono scarsi risultati clinici e incremento dei costi sanitari.
Secondo una stima dell’Ispettorato Generale degli Stati Uniti, ogni anno la non aderenza al
trattamento causa 125.000 morti per malattie cardiovascolari; e non sorprende che più del 23%
dei ricoveri in case di cura, più del 10% delle ospedalizzazioni, tutta una serie di visite mediche,
test diagnostici e trattamenti non necessari potrebbero essere evitati se le persone assumessero
i farmaci come prescritto.
Ma che cos’è l’aderenza? É il grado in cui il comportamento di una per-sona corrisponde alle raccomandazioni mediche ricevute, con una deci-sione reciprocamente condivisa.
E qual è la relazione tra livello di aderenza ed effi-
cacia nelle terapie croniche?
Analizziamo 2 situazio- ni croniche quali Iperten-
sione e Depressione; malattie molto diverse tra
loro ma caratterizzate dal comune denominato-
re della cronicità. Nei paesi sviluppati solo il 51%
dei pazienti trattati per ipertensione aderisce al
trattamento prescritto. La scarsa aderenza è sta-
ta identificata come la principale causa del falli-
mento del controllo pressorio. I dati nei pazienti
con depressione rivelano che solo una quota tra
il 40% ed il 70% aderisce al trattamento; ma sono
sorprendenti le conclusioni di Thompson pubbli-
cate sull’American Journal of Psychiatry: “il livello
di aderenza è stato positivamente correlato con
i risultati del trattamento nei pazienti depressi,
indipendentemente dal farmaco antidepressivo
usato”. In effetti, è stato anche fatto un profilo
del paziente poco aderente. Per esempio pazienti
con problemi psicologici che decid no, a seconda
dell’umore, se, come e quando assumere un far-
maco. Pazienti con deficit cognitivi cui non sempre
è facile spiegare come assumere un farmaco. Pa-
zienti che al primo effetto collaterale rinunciano.
Pazienti politrattati che alla fine si stancano di as-
sumere i farmaci come prescritto. In caso di terapie
croniche,un’analisi riportata da Claxton su Clinical
Therapeutics del 2001 mostra come l’aderenza alla
terapia, nel rispetto dei tempi di assunzione, sia
del 74% con una sola somministrazione e del 58%
con due somministrazioni; una differenza di 16
punti percentuali.
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
5
© supplemento del sole 24 ore prodotto da mediaplanet
Prof. Antonio Gatti Professore aggregato di Anestesia e Terapia del Dolore,
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Ma, a questo punto, che succede nel dolore cronico?
Conosciamo bene la situazione del paziente con tumore, che lamenta dolore nel 30%-50% in
stadio precoce e nel 70%-80% in stadio avanzato. L’OMS, nel capitolo dedicato ai pazienti con
tumore, riportando i dati di Miaskowski, Du Pen e Ward, evidenzia come uno dei principali
fattori che contribuiscono al sottotrattamento del dolore da cancro è la perdita d’ aderenza al
regime terapeutico da parte del paziente.
L’OMS, affrontando il problema del dolore da cancro, sottolinea come, tra i fattori relativi alla
terapia, quelli che influiscono negativamente sulla aderenza sono la complessità del trattamen-
to e la frequenza delle dosi. Per contro, tra quelli che migliorano l’aderenza vengono indicati la
monoterapia e la semplificazione del regime terapeutico.
Le cose stanno anche peggio nel paziente con osteoartrosi, spesso anziano, affetto da comor-
bilità, che arriva ad assumere fino a 20 compresse al giorno, e che, nonostante un dolore invali-
dante, assume i farmaci analgesici a dosi inferiori a quelle prescritte, con conseguente riduzione
delle attività quotidiane.
Che il dolore faccia parte della vita è spesso una semplicistica espressione con cui queste perso-
ne giustificano la loro stanchezza di assumere cronicamente medi- cine. É quì che il medico può
e deve intervenire: da un lato coinvolgendo il paziente nella responsabilità a seguire bene le
terapie, dall’altro nel prescrivere terapie che facilitano l’adesione al regime terapeutico.
Si capisce meglio allora perchè l’OMS arriva a dichiarare che: “aumentare l’efficacia degli inter-
venti sull’aderenza può avere sulla salute della popolazione un impatto di gran lunga maggiore
di qualsiasi miglioramento del trattamento medico- specifico”.
news
6
I dati IMS, il sistema di distribuzione e gli indici di performances
REPORT
IMS è l’organismo Internazionale che si occupa di raccogliere i dati di vendita, ac-
quisto, dispensazione dell’intero mercato dei medicinali commercializzati in Italia da
tutte le aziende farmaceutiche.
I dati raccolti da IMS riguardano sia i medicinali da prescrizione sia i medicinali
da automedicazione, fondamentale per il processo di tracciatura è però la condi-
zione che questi prodotti passino attraverso i canali ufficiali di vendita o dispen-
sazione riconosciuti dallo Stato Italiano, ovvero grossisti, farmacie ospedaliere o
territoriali e ASL.
Il servizio è svolto da IMS a vari livelli, Nazionale, Provinciale, fino ad arrivare a
stratificazioni del dato davvero molto dettagliate, come nel caso dei Brick e Micro-
brick, che praticamente rappresenta una zona di poche decine di metri quadrati e
poche Vie, dove sono presenti al massimo 2-3 farmacie. Verrebbe da dire un vero e
proprio “isolato”.
I servizi offerti sono i seguenti:
IMF / ITS Mercato Farmaceutico Italiano. E’ un Rapporto Statistico sugli acqui-
sti di specialità medicinali e farmaci generici da parte delle farmacie italiane.
Il dato IMF è rilasciato a livello Nazionale, il dato ITS è rilasciato a livello Pro-
vinciale. La frequenza di rilevazione è mensile, il rilascio del dato è mensile
ma si riferisce al mese precedente rispetto a quello di rilascio.
IMFO Mercato Farmaceutico Ospedaliero. E’ il Rapporto Statistico sui consu-
mi di specialità medicinali e farmaci generici dispensati dalla farmacia ospe-
daliera ai reparti e con la modalità di “distribuzione diretta ospedaliera”. Il
dato è rilasciato a livello Nazionale. La frequenza di rilevazione è mensile ma
il rilascio del dato è trimestrale.
a cura di Andrea Fantoni
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
7
IMS rileva l’entrata del farmaco in farmacia e quindi rileva, in gergo tecnico, il cosiddetto SELL-IN (prezzo di vendita in entrata), secondo lo schema se-guente.
La maggior parte delle vendite delle Aziende Farmaceutiche sono vendi-te indirette, ovvero fatte attraverso il Grossista, stiamo parlando di circa il 78% dell’intera distribuzione dei farmaci. Il 10% circa è invece venduto dalle aziende direttamente alle farmacie, l’11% circa è venduto direttamente alle aziende Ospedaliere e il rimanente 1% circa va ad Enti Assistenziali e Gover-nativi.
Per quanto riguarda il dato IMF (vendite Retail) la copertura dell’universo dei grossisti è praticamente completa e raggiunge il 99,2%, quindi il dato rileva-to è praticamente certo.
Riguardo invece al dato IMFO (canale Ospedaliero) la copertura dell’universo è del 77,3%, per questo motivo il dato trimestrale risulta talvolta meno at-tendibile e soggetto a revisioni ed aggiustamenti.
news
8
Più in generale il flusso dei farmaci (Filiera distributiva) a partire dall’azienda
farmaceutica fino ad arrivare al paziente segue questo schema.
La linea tratteggiata rossa rappresenta la cosiddetta Distribuzione per Con-
to, ovvero la consegna dei farmaci alle farmacie territoriali attraverso il
passaggio del medicinale dalle ASL, quindi attraverso un prezzo di vendita
più basso perché comprendente un maggior sconto applicato dall’azienda
farmaceutica.
Parlando invece di prodotti questi sono raggruppati secondo i criteri del-
la Classificazione Anatomico-Terapeutica (ATC). La Classificazione Anatomi-
co-Terapeutica è garantita dalla validazione dell’organismo europeo E.Ph.
M.R.A. (European Pharmaceutical Marketing Research Association).
La Classificazione Anatomico-Terapeutica è codificata con sistema alfa-nume-
rico e suddivide i prodotti farmaceutici in 16 Gruppi Generali (1° livello).
REPORTa cura di Andrea Fantoni
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
9
I 16 Gruppi Generali sono i seguenti:A Apparato digerente e metabolismoB Sangue ed organi ematopoieticiC Apparato cardiovascolareD DermatologiciG Apparato genito-urinario ed ormoni sessualiH Ormoni non sessualiJ Anti-infettivi generali per uso sistemicoK Soluzioni ospedaliereL Antineoplastici/Immunomodul.M Apparato muscolo-scheletricoN Sistema nervosoP AntiparassitariR Apparato repiratorioS Organi di sensoT Agenti diagnosticiV Varie
Infine, di seguito trovate un elenco di principali indici di performances calco-labili attraverso l’analisi dei dati fornita da IMS, sia a livello Nazionale sia a livello territoriale, che possono essere utili per meglio valutare l’andamento dei prodotti nella propria zona di competenza.
I valori sono espressi in migliaia di euro, senza decimali. Le unità sono espres-se in migliaia di confezioni, con un decimale, e includono anche le confezioni in omaggio alle farmacie.
Per ‘Progressivo’ si intende il periodo intercorrente tra il 1° Gennaio e l’ulti-mo giorno del mese rilevato. Per ‘12 mesi mobili – MAT - (Moving Annual Total) si intende l’anno mobile che termina con l’ultimo giorno del mese rilevato. Ad esempio, se la rileva-zione di riferisce alla fine del mese di novembre 2010, il dato si deve leggere come complessivo del periodo Dicembre 2009 - Novembre 2010.
news
10
Indici di Performance e di vendita
REPORT
fonte: ims
I dati assoluti e i periodi di tempo standard
Assorbimento(o quota di mercato o percentuale verticale)
Definizione:è il rapporto percentuale tra un elemento e il suo diretto superiore.
Misura il peso delle vendite dell’elemento scelto rispetto alle vendite dell’elemento gerachicamente superiore
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
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Come si calcola
ScostamentoDefinizione:calcola la variante percentuale tra il periodo t (presente) e il periodot-1 (es. stesso periodo dell’anno precedente).
Come si calcola
news
12
fonte: ims
Indice di Evoluzione
Definizione:è il rapporto tra la variazione percentuale delle vendite di un elemento, rispetto alla variazione percentuale delle vendite dell’elemento ad esso direttamente superiore.
Misura l’evoluzione delle vendite del prodotto nel tempo comparata con il trend del mercato.
Come si calcola
REPORT
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
13
Quote di mercato orizzontale
Definizione:Esprime la percentuale delle quantità vendute di un elemento rispetto al suo diretto superiore.
Misura il peso delle vendite di un prodotto in una zona rispetto alle vendite del suo mercato nella stessa zona.
Come si calcola
news
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fonte: ims
Indice di penetrazione orizzontale (H/MI)
Definizione:è il rapporto tra la quota di mercato a livello territoriale delle vendite di un elemento, rispetto alla quota di mercato a livello nazionale registra-ta dallo stesso.
Misura l’efficacia della forza vendite in una regione per un prodotto confrontata alla performance ottenuta dal prodotto a livello nazionale.
Come si calcola
REPORT
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
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Indice di evoluzione orizzontale (H/IE)
Definizione:é il rapporto tra la variazione percentuale delle vendite di un elemento, rispetto alla variazione percentuale delle vendite dell’elemento ad esso direttamente superiore.
Misura l’evoluzione delle vendite del prodotto nel tempo comparata con il trend del mercato nell’area di riferimento.
Come si calcola
scelte e numero scelte per medico generico
PIEMONTE
VALLE D’AOSTA
LOMBARDIA
PROV. AUTON. BOLZANO
PROV. AUTON. TRENTO
VENETO
FRIULI VENEZIA GIULIA
LIGURIA
EMILIA ROMAGNA
TOSCANA
UMBRIA
MARCHE
LAZIO
ABRUZZO
MOLISE
CAMPANIA
PUGLIA
BASILICATA
CALABRIA
SICILIA
SARDEGNA
ITALIA
47
-
20
1
18
87
18
28
50
112
33
59
127
33
1
65
41
9
8
251
22
1,030
1,3
0,0
0,3
0,4
4,6
2,4
1,8
2,0
1,5
3,6
4,3
4,6
2,6
3,0
0,4
1,5
1,2
1,8
0,5
5,8
1,6
2,2
326
12
296
14
50
314
116
189
299
399
124
148
776
150
34
331
401
68
141
522
169
4.897
9,3
12,2
4,5
5,5
12,7
8,7
11,3
13,5
9,1
13,0
16,3
11,6
15,8
13,6
12,2
7,6
12,2
13,3
9,3
12,1
12,1
10,4
725
21
983
21
60
603
253
374
689
663
143
244
1.140
242
83
738
737
133
369
921
356
9.498
20,7
21,4
14,8
8,2
15,2
16,7
24,7
26,6
21,1
21,5
18,8
19,2
23,3
21,9
29,9
17,0
22,3
26,1
24,2
21,4
25,5
20,2
DATI
Distribuzione di medici generici per classi di
REGIONE
N° % N° % N° %
Da 1 a 50 Da 51 a 500 Da 501 a 1000
M e d i c i G e n e r i c i d i s t i n t i
news
16Fonte: Ministero della salute
1.844
52
2.898
57
163
1.854
502
649
1.525
1.441
387
619
2.054
501
127
2.075
1.567
260
791
2.077
710
22.153
52,6
53,1
43,7
22,3
41,4
51,4
49,0
46,2
46,6
46,8
50,9
48,7
41,9
45,4
45,7
47,9
47,5
51,0
51,9
48,2
50,9
47,2
564
13
2.441
163
103
751
135
164
707
466
74
201
800
178
33
1.125
552
40
214
540
137
9.401
16,1
13,3
36,8
63,7
26,1
20,8
13,2
11,7
21,6
15,1
9,7
15,8
16,3
16,1
11,9
26,0
16,7
7,8
14,1
12,5
9,8
20,0
3.506
98
6.638
256
394
3.604
1.024
1.404
3.270
3.081
761
1.271
4.897
1.104
278
4.334
3.298
510
1.523
4.311
1.394
46.961
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
2.752
30
4.538
52
218
2.667
514
814
2.304
2.103
515
944
1.700
757
134
2.127
2.032
360
638
1.562
639
27.427
78,5
30,6
68,4
20,3
55,3
73,9
52,8
58,0
70,5
68,3
67,7
74,3
34,7
68,6
48,2
49,1
61,6
70,6
41,9
36,2
45,8
58,4
1.115
1.114
1.271
1.645
1.110
1.155
1.057
1.017
1.137
1.046
1.032
1.065
1.010
1.047
1.030
1.191
1.090
1.036
1.088
1.029
1.045
1.114
N° %
Da 1001 a 1500
N° % N° % N° %
Oltre 1.500 Totale
Di cui Indennitàpwer attività in
forma associativa Numero scelte
per medico
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
17
p e r c l a s s i d i s c e l t e
Di seguito sono esposte due tabelle, che possono essere utili a tutti, soprattutto per chi ha come target di riferimento il Medico di Medicina Generale, per comprendere come si muove il proprio territorio a livello Regionale.La prima tabella mostra la distribuzione dei MMG per Regione e per classi di Scelta, ovvero per numero di assistiti presi in carico, si possono identificare così a livello Regionale, ad esempio, il numero di MMG massimalisti (che trattano cioè oltre 1.500 pazienti).La seconda tabella mostra invece un dato molto più generico, utile a livello informativo a tutti quanti, ovvero il dato ISTAT della popolazione residente in Italia, divisa per Regione.
news
18
4.352.828
124.812
9.545.441
487.673
507.030
4.773.554
1.212.602
1.607.878
4.223.264
3.638.211
872.967
1.536.098
5.493.308
1.309.797
320.074
5.790.187
4.069.869
591.338
1.998.052
5.016.861
1.659.443
59.131.287
12,5 37,9 26,9 12,0 10,7
13,4 39,6 26,6 10, 79,7
13,8 40,5 26,1 10,8 8,9
16,9 42,2 23,9 9,1 7,9
15,4 39,8 25,9 9,5 9,4
14,0 40,6 26,0 10,2 9,2
12,1 37,7 27,3 11,7 11,1
11,2 35,1 27,1 13,3 13,4
12,6 38,6 26,0 11,4 11,4
12,3 37,9 26,5 11,6 11,7
12,6 38,2 25,9 11,5 11,9
13,1 38,9 25,4 11,2 11,4
13,9 40,7 26,0 10,5 8,9
13,3 40,1 25,2 10,6 10,7
13,1 39,8 25,1 10,9 11,2
17,3 43,7 23,5 8,4 7,1
15,5 42,3 24,6 9,4 8,2
14,2 41,4 24,3 10,4 9,6
15,0 42,2 24,3 9,6 8,8
15,9 41,7 24,2 9,5 8,6
12,7 42,5 26,9 9,8 8,2
14,1 40,4 25,6 10,5 9,5
010 Piemonte
020 Valle d’Aosta
030 Lombardia
041 Prov. Auton. Bolzano
042 Prov. Auton. Trento
050 Veneto
060 Friuli Venezia Giulia
070 Liguria
080 Emilia Romagna
090 Toscana
100 Umbria
110 Marche
120 Lazio
130 Abruzzo
140 Molise
150 Campania
160 Puglia
170 Basilicata
180 Calabria
190 Sicilia
200 Sardegna
Italia
Regione 15-44anni
45-64anni
65-74anni
75 e piùanni
TotaleCodiceRegione
0-14anni
DATI
Popolazione residente 2007percentuale per classi di età
Fonte: ISTAT - Istituto Nazionale di Statistica
1818
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
I.S.F Bruno Farmaceutici Regione Liguria
SILVIA BOTTINO
Intervista
NOTIZIE dal CAMPO
1 - COSA TI ACCOMUNA AL COLLEGA MOLTENI DELLA TUA ZONA?
La nostra affinità dipende sostanzialmente dal considerarci una risorsa l’uno per l’altro e di credere
realmente di aver fatto scaturire una sinergia nel lavorare insieme.
2 -I PRIMI MESI: COSA E’ STATO LUI PER TE?
Per me Andrea è fonte di supporto sia a livello scientifico, visto la sua più lunga esperienza nel
campo degli oppiacei, sia a livello di collaborazione nell’organizzazione pratica.
3 - ...E COSA SEI TU PER LUI?
Da parte mia gli ho messo a disposizione il mio entusiasmo sul lavoro, la mia conoscenza e intro-
duzione sul territorio. Crediamo entrambi che l’informazione sia, tra le altre cose, anche un lavoro
di fantasia, sta nel trovare strade sempre nuove e apprezzabili dal medico...Andrea ha la mia stessa
elasticità di pensiero.
4 - AVETE UN APPROCCIO DIVERSO DAL MEDICO?
Sostanzialmente no, forse il feeling è “decollato” completamente proprio quando ci siamo confron-
tati insieme al medico. Da li ho capito che pur essendo caratterialmente diversi,abbiamo un approc-
cio comunicazionale molto simile col medico discreto, delicato, attento ad ascoltare le problemati-
che del medico al fine di aiutare a risolvere il problema dolore mettendo a sua disposizione tutte le
nostre conoscenze. La nostra forza è l’ascolto e l’incisività sul messaggio.
5 - QUINDI,IL DIALOGO PRIMA DI TUTTO?
Sì, proprio per questo è emersa la necessità dei meeting a tema. La proposta di incontri a tema per
piccoli gruppi di medici, da cui sono scaturite interessanti e costruttive tavole rotonde che hanno
avuto l’effetto di iniziare a cambiare la cultura del medico sul dolore.
6 - COS’E’ PER VOI L’INFORMAZIONE?
Con queste iniziative stiamo fornendo ai MMG ed agli specialisti un servizio. Non a caso questi
incontri hanno fatto scaturire una cascata di domande e dubbi e stanno aiutando il medico a far
affrontare il dolore dei suoi pazienti come vera e propria malattia, non come sintomo.
7 - COME AVETE ORGANIZZATO L’ECM?
Siamo partiti con una riunione comune Bruno, Molteni e il Presidente SIMG Regione Liguria,
responsabile scientifico del corso per concordare le modalità. Quindi ci siamo suddivisi i compiti:
Bruno per quanto riguarda l’invito dei MMG sul territorio, Molteni si è occupata dei relatori e loro
interventi.
8 - COSA TI DIFFERENZIA DAL COLLEGA MOLTENI?
Io sono una persona molto entusiasta ma a volte un pò ipercinetica...Andrea è più pacato e mi sa
tranquillizzare in caso di attacchi d’ansia!!Quindi ci completiamo piuttosto bene. Colgo l’occasione
per salutarlo e ringraziarlo!
a cura di Ilaria Gabrielli
STORIE di MEDICINAStoria della Canapa
news
a cura di: Sergio Papadia
Altri studiosi ritengono che ci siano invece 3 specie diverse:1 Cannabis sativa(alta fino a oltre 6 m., ramificazione rada, foglie rade, allungate e sottili)
2 Cannabis indica(molto più bassa, a sviluppo piramidale, con ramificazione fitta, foglie larghe e molto fitte)
3 Cannabis ruderalis(non coltivata, molto più piccola e esile, con rami brevi, foglie piccole e rade).
Formalmente classificata da Linneo nel 1753 come Cannabis sativa. Ancora oggi qual-cuno sostiene che al genere Cannabis appartiene una sola specie (sativa), pur con sottospecie regionali diverse, che differiscono per l’altezza, la ramificazione, l’aspetto delle foglie e il diverso contenuto in fibre e in sostanze psicoattive.
La Cannabis è probabilmente originaria dell’Asia Centrale a est del Mar Caspio (odierni Kazakhistan, Uzbekistan, Tagikistan), ma se-condo alcuni sarebbe originaria della Cina.
I reperti archeologici più antichi arrivano dalla Cina (Taiwan): si tratta di residui di corde di canapa risa-lenti a almeno 10.000 anni fa. Altri resti (trovati nel Turkestan) risalgono al 3000 a.C.L’uso di corde di canapa al posto delle deboli corde di fibre di bambù fu un grosso passo avanti.I tessuti di canapa erano molto pregiati, e venivano usati anche come abbigliamento dei defunti. Il reper-to più antico (frammenti di stoffa in una tomba) risa-le alla dinastia Chou (1122-249 a.C.).La carta, inventata in Cina intorno al I secolo a.C., era originariamente ottenuta dalla canapa.
USI Fu certamente una delle prime piante coltivate dal-l’uomo (l’agricoltura ha origine circa 10.000 anni fa). Ammettendo che la sua area di origine sia stata nel-l’Asia Centrale, la Cannabis fu portata già in tempi antichissimi sia verso est (Cina) sia verso ovest (Afgha-nistan, Pakistan, Persia, Arabia, medio oriente medi-terraneo, Grecia, Roma, Europa centrale) e verso sud ( India).L’uso come fibra, per corde e più tardi per tessuti, e come alimento (semi e olio dai semi) sembra molto più antico della scoperta delle proprietà psicoat¬tive e dell’uso come sostanza inebriante e come farmaco.
DOCUMENTAZIONE SCRITTA C’è un riferimento scritto “mitologico”: Pen Ts’ao Ching, trattato cinese di farmacologia, attribuito al mitico imperatore Shen-Nung, tradizionalmente datato 2737 a.C. (in realtà molto più tardo, probabilmente I sec. a.C., anche se basato su conoscenze più antiche). Come medicina, la canapa era considerata molto importante per-ché conteneva entrambi i principi o influenze o forze primitive della natura, che sono alla base della filosofia, della scienza e della medicina cinese: lo yin (femminile, negativo, umido, scuro, freddo, debolezza) e lo yang (maschile, positivo, secco, luminoso, caldo, forza). Indicazioni: malaria, stitichezza, dolori reumati¬ci, malattie femminili, disturbi mentali... Negli antichi testi cinesi, la canapa è anche citata come sostan¬za che ”faceva vedere demoni“ (probabile riferimento agli effetti psicoattivi - i demoni sono centrali nella cultura e nella me-dicina cinese: le malattie sono provocate da demoni che invadono il corpo).Il più antico riferimento scritto databile con sicurezza è l’Atharva Veda (India, fra 1400 e 2000 a.C), uno dei 4
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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
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INDIALa Cannabis è da sempre usata nella medicina po-polare per “ravvivare la mente, prolungare la vita, abbassare la febbre, indurre il sonno, curare la dis-senteria”, e poi per stimolare l’appetito, migliorare la digestione, curare la lebbra, il mal di testa, le malattie veneree, la tubercolosi...Diversi sistemi medici indiani, tra cui la medicina Ayur-vedica, mettono la Cannabis fra i farmaci principali.La canapa è quotidianamente usata dagli “uomini santi” indù (sadhu) come mezzo di illuminazione e di contatto con il divino. In una leggenda vedica, il dio Shiva trova riparo all’ombra di una pianta di Canna-bis , ne mangia le foglie e da allora ne fa il suo cibo preferito. Anche per il dio del firmamento, Indra, la Canapa è la bevanda preferi¬ta.Nella tradizione del Buddhismo Mahayana, durante i sei passi verso l’illuminazione, Buddha visse di un seme di canapa al giorno.
La canapa è da secoli usata in molti riti e feste popo-lari con scopi più terreni e banalmente ricreativi, e si usano almeno 3 preparazioni di diversa potenza:- il bhang, la preparazione più leggera: foglie e infio-rescenze secche, preparate con altre spezie in dolcetti detti maajun, o da usare in infusione.- la ganja, molto più potente: da fumare, a volte me-scolata a tabacco, fatta con le infiorescenze femminili ricche di resina- il charas, la preparazione più potente di tutte: pura resina anch’essa da fumare (hashish)Anche in Tibet la Canapa, per le sue proprietà psi-coattive, assume un ruolo importante nella nascita (VII sec. d.C.) della religione tantrica - derivata dal Buddismo e da religioni locali più antiche. La Canna-bis veniva usata per raggiungere stati di meditazione profonda e per esaltare la coscienza.
(fig.1)
LA CANAPA IN MEDIO ORIENTE Gli Assiri usano la Cannabis come incenso nel IX sec. a.C. La Cannabis è anche citata nelle tavolette della Biblioteca di Assurbanipal a Ninive (databili 650 a.C., ma basate su materiali molto più antichi).Lo Zend-Avesta (libro sacro persiano, attribuito a Zoroastro, circa 600 a.C.) parla di una pianta che dà una “resina inebriante” - quasi certamente la Canapa. La stessa Bibbia ha molti passaggi in cui qualcuno identifica la Canapa.
libri vedici (libri scritti in sanscrito dagli Ariani, che invadono il nord dell’India arrivando dalle regioni a nord dell’Himalaya). Secondo l’Atharva-Veda la canapa “libera dall’angoscia”. È possibile che le proprietà psicoattive siano state scoperte in India, dove la canapa come sostanza inebriante venne ampiamente integrata non solo nella medicina ma anche nella religione e nella vita quotidiana.
LA CANAPA IN OCCIDENTE Il reperto più antico in Europa risale a circa il 500 a.C. (urna funeraria scoperta vicino a Berlino, contenente resti di foglie e semi).Il più antico e più famoso riferimento scritto si trova nelle Storie di Erodoto (500 a.C.), che parla dell’uso della Canapa fra gli Sciti (popolo guerriero delle steppe transcaucasiche) e le popolazioni delle isole del fiume Arasse, che si raggruppano in una tenda, siedono in circolo, buttano la ca-napa sul fuoco e “inalano il fumo, diventando ebbri per l’odore come i Greci si inebriano con il vino... finché si alzano, ballano e si abbando¬nano al canto” (fig.1). Prove di questi riti, compresi braceri e resti di canapa, datati fra il 300 e il 500 a.C., sono state recentemente trovate in Asia Centrale.Riferimenti alla Cannabis come sostanza psicoat¬tiva si trovano anche in Democrito (460 a.C.), che parla di una bevanda a base di vino, canapa e mirra, usata per produrre visioni.Scienziati e medici antichi - come Dioscoride (“Materia medica”), Plinio, Galeno (I-II sec d.C.) e altri - citano l’uso della canapa come inebriante. Galeno, il medico dell’imperatore Marco Aurelio, mette in guardia dal consumo eccessivo, quando viene usata come “dessert” alla fine dei pranzi di lusso.Nell’antica Roma, la canapa viene ampiamente usata anche per le corde, per i tessuti e più tardi per le vele delle navi. Non è coltivata direttamente, sembra, ma importata da Babilonia, dalla Grecia e più tardi dalle Gallie (valle del Rodano).
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I SUFI (Persia)
I Sufi sono una setta islamica eretica (Sufi = poveri), nata intorno al 1100,
che predica che Dio (Allah) non si può conoscere se non attraverso l’espe-
rienza diretta dell’estasi: uno dei mezzi per raggiungere l’estasi è l’uso
di Cannabis. I Sufi vennero perseguitati, e il fatto che facessero uso di
hashish portò alla loro emarginazione nel mondo arabo, in cui divennero
una specie di paria. Ci furono anche dei tentativi delle autorità religiose
di proibire l’hashish proprio per colpire i Sufi (la scusa era già allora che
l’uso di hashish portava alla pazzia).
LA CANAPA NEL MEDIO EVO
Nel Milione, Marco Polo descrive l’uso della Cana-
pa in Siria, presso gli Hashishin (da cui “Assassini”),
i guerrieri del Vecchio della Montagna, una spe-
cie di setta di fanatici che uccisero diversi sceic-
chi arabi rivali del loro capo (Marco Polo riferi-
sce in realtà racconti di seconda mano, perché
all’epoca del suo viaggio, la setta degli Assassini
era già stata distrutta dall’invasione mongola).
Il Vecchio, o meglio lo Sceicco della Montagna
(sheikh=vecchio e =capo), faceva ai suoi seguaci
una specie di lavaggio del cervello convincen-
doli che a combattere per lui il Paradiso era as-
sicurato. E un assaggio di Paradiso veniva loro
dato in speciali occasioni in un meraviglioso
giardino segreto, pieno di fiori, fontane e bel-
lissime fanciulle, in cui i giovani venivano in-
trodotti dopo una forte dose di una bevanda
a base di canapa.
Si parla di canapa anche nei racconti delle
Mille e una notte (1000-1700 d.C.) e fu pro-
babilmente attraverso il Milione di Marco
Polo e questi racconti che l’hashish venne
conosciuto in Europa.
Una leggenda racconta la scoperta della canapa da parte di Haydar, fondatore dell’ordine religioso dei Sufi.
Haydar, un asceta che da 10 anni vive chiuso in un monastero da lui costruito, un giorno esce e va per i campi.
Quando torna è particolarmente vivace e allegro e alle domande dei discepoli racconta che aveva mangiato
alcune foglie dell’unica pianta che, sotto il sole rovente, non restava immobile, ma sembrava quasi danzare.
I discepoli sono molto incuriositi, ma Haydar gli indica la pianta solo dopo averli fatti giurare che non ne
avrebbero parlato con nessuno se non con altri Sufi. Haydar visse fino al 1221, sempre nutrendosi di canapa,
e volle che questa fosse piantata intorno alla sua tomba.
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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
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IN EUROPA
Nel Medio Evo, oltre che base per la produzione di tessuti, la C. fu un ingrediente delle pozioni delle streghe,
insieme all’oppio, al giusquiamo, alla belladonna. Rabelais (1490-1553) molto probabilmente si riferisce alla
canapa quando parla dell’Erba Pantagruelion e delle sue proprietà ine¬brianti.
ULTERIORE ESPANSIONE
Le fibre di canapa sono un bene economico importantissimo fin dai tempi antichi, e solo di recente sono state in
gran parte soppiantate dalle fibre sintetiche. Per secoli, corde e tessuti resistenti furono fatti solo di canapa.
Fin dal Medio Evo, i commercianti arabi introducono la C. in Egitto e nell’Africa orientale, fino al Mozambico
e al Sudafrica.
Anche in Africa, oltre ad essere usata come sostanza inebriante da fumare (o bere/mangiare), entra a far parte
di molti sistemi di medicina tradizionale. P. es. fra i Boscimani e gli Ottentotti viene usata durante il parto, per
applicazioni locali sulle ferite o sui morsi dei serpenti.
Gli spagnoli portano la Cannabis in Cile, Messico, Perù intorno al 1545-50. I portoghesi (e forse anche i loro
schiavi africani) la portano in Brasile¬. Gli inglesi invece la introducono in America del Nord (Canada 1606, Vir-
ginia 1611, New England 1630). Nel 1762, in Virginia è obbligatorio per gli agricoltori coltivare anche canapa,
pena forti multe. Lo stesso Giorgio Washington cita nelle lettere le sue piantagioni di Canapa.
Il tentativo di coltivare Cannabis a Cuba e a Giamaica ( inizio ‘800) viene presto abbandonato a favore della can-
na da zucchero e del caffè. Ma verso il 1850, con un’ondata di immigrazione di lavoratori dall’India (a seguito
dell’emancipazione degli schiavi negri), arriva a Giamaica l’abitudine di fumare la Canapa - che col tempo, come
si sa prenderà persino la forma di un culto religioso (i Rastafarians, cultori di Ras Tafari e del ritorno del popolo
nero alla Madre Africa, il movimento a cui si ispirerranno Bob Marley e i musicisti reggae...).
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In America, nel 1856 Fitz Hugh Ludlow (grande ammiratore del De Quincey delle Confessioni) pubblica il libro
The Hashish Eater sulle sue esperienze con l’h. (e prima ancora con tutte le altre droghe disponibili, dal cloro-
formio all’etere all’oppio) comprato nella farmacia sotto casa a partire dai 16 anni.
In Italia, i preparati a base di Cannabis indica sono usati per diverse indicazioni, soprattutto come calmanti,
antidolorifici, sonniferi. Come forse molti ascoltatori sapranno, Giorgio Samorini ha scritto un bellissimo libro
(“L’erba di Carlo Erba”) proprio sulla storia della canapa nella medicina italiana dell’800.
In Inghilterra, ancora nel 1890 un eminente medico scrive su Lancet che, avendo un’esperienza di 30 anni di uso
della Cannabis la considera “una delle nostre più utili medicine”. Il grande William Osler scrive nel 1898 che la
C. è probabilmente il miglior farmaco per l’emicrania.
Fino al 1937 (anno della proibizione in USA), la Cannabis fa parte di moltissimi medicinali in Europa e in USA,
che sono, come tutti gli altri farmaci in vendita libera. Gli usi principali sono come analgesico, tranquillante,
sonnifero, stimolante dell’appetito, ma inoltre ha indicazioni specifiche per le nevralgie, colera, convulsio-
ni, spasmi muscolari, reumatismo, tetano, idro¬fobia, isteria, depressione mentale, delirium tremens, pazzia,
emorragie uterine. Oggi è in corso in tutto il mondo una rivalutazione delle proprietà terapeutiche della Can-
nabis e dei suoi derivati in numerose malattie.
LA CANAPA COME FARMACO/DROGA NELL’OTTOCENTO
In India, nell’800 domina la Compagnia delle Indie, inglese, che fa soldi
soprattutto vendendo oppio alla Cina. Verso il 1870, iniziano a sentirsi
denunce contro la Cannabis , ampiamente usata per scopi medici, re-
ligiosi, o puramente ricreativi. Dopo anni di dibattiti, nel 1893 viene
istituita una Commissione anglo-indiana sulla canapa con il compito
di investigare su tutti gli aspet¬ti dell’uso di Cannabis : l’estensione
del consumo, le modalità di consumo, gli effetti sulla salute e sulla
produttività nel lavoro.
Lo studio viene pubblicato nel 1894 (un volume per il Rapporto e 6
volumi di Appendici), e le conclusioni, per dirla in breve sono: il bhang,
la preparazione più blanda, è anche la più usata l’uso moderato, che
è la norma, non porta a conseguenze negative né per la salute né per
il lavoro non ci sono prove di un legame causale fra l’uso di Cannabis
e comportamenti criminali, o malattie mentali di conseguenza, non ci
sono motivi per esercitare più stretti controlli
In Europa, la preparazione più forte di canapa - l’hashish - arriva pro-
babilmente a inizio ’800, con i soldati di Na¬poleone, dopo la campa-
gna d’Egitto.
In Francia, nel 1845, lo psichiatra Moreau di Tours pubblica il suo libro
(“Sull’hashish e sull’alienazione mentale”) in cui descrive ampiamente
le sue ricerche storiche, le sue esper¬ienze personali, e suggerisce che
la C. potrebbe anche utile per lo studio e la cura delle malattie menta-
li. Circa nel 1850, a Parigi c’è il Club des Haschischins: vi parte¬cipano
Baudelaire, Gautier, Dumas padre e altri artisti. Baudelaire (che oltre
alla Cannabis usa alcool e oppio) descriverà le sue esperienze nel libro
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IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
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USO RICREATIVO L’uso ricreativo della Cannabis - sia come “erba” che come resina (haschish) - è molto diffuso in Oriente e in Africa fin dai tempi più antichi. Gli schiavi negri portati in Brasile e gli indiani emigrati a Giamaica portano l’uso della marijua-na in America.Negli Stati Uniti del Sud, l’abitudine di fumare la marijuana viene introdotta dai lavoratori messicani (Texas, California). Solo verso la fine dell’800 in USA cominciano i riferimenti nei giornali scandalistici alla Cannabis usata come droga in “fume-rie di hashish” simili a quelle di oppio. Verso il 1900, la marijua-na è molto diffusa a New Orleans. Verso il 1920, diventa la dro-ga dei musicisti di jazz. Mezz Mezzrow, clarinettista jazz bianco, dà molto spazio alla marijuana nella sua autobiografia (“Ecco i blues” - Longanesi) e nel 1927, la Louisiana è il primo stato a proibirla. Il Colorado segue nel 1929. Nel 1937, con il Marihuana Tax Act, fortissimamente voluto dal capo del Federal Narcotics Bu-reau, Harry J. Anslinger, la marijuana è infine proibita a livello fe-derale, e in pochi anni viene proibita in tutto il mondo occidentale. Tuttavia, è noto come negli ultimi decenni diverse organizzazioni e movimenti politici si siano schierati a favore della “liberalizzazione” della marijuana ed in primis a fini terapeutici.
news
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Secondo un recente studio dei reumatologi americani la malattia non deve essere più definita solo attraverso il dolore localizzato in sedi caratteristiche (vedi immagine), ma anche in base ad altri elementi quali la stanchezza, le vertigini e la sindrome da colon irritabile.
Dolori muscolari, ipersensibilità del dolore al tatto e stanchezza: sono alcuni sintomi della fibromialgia.
È una patologia molto controversa, come la sindro-me da stanchezza cronica: alcuni esperti danno la colpa a cause biologiche, altri la considerano un disturbo psicologico, e poi infine ci sono quelli che ritengono che sia scatenata da fattori fisi-ci e psicologici insieme. Insomma, uno dei casi più complessi.
Entrambe le malattie rientrano nella cate-goria delle “sindromi clinicamente inspie-gabili”: i sintomi sono reali, ma non c’è consenso sulle cause che lo scatenano. E non esistono cure. Si tratta di una delle patologie più de-bilitanti conosciute.
Il dolore diventa malattia:la Fibriomialgia
STUDI E RICERCHEa cura della redazione
IL PERIODICO SCRITTO TUTTI I GIORNI DALLA TUA SQUADRA
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Kinesiologia e DoloreLa kinesiologia applicata nasce negli anni ’60 dal genio di G. Goodheart un chiropra-tico statunitense. Sommando scoperte di altri professionisti ad intuizioni efficaci creò una disciplina che è tuttora in sviluppo.La kinesiologia è nata da subito come una disciplina olistica in quanto Goodheart era convinto che la salute delle persone dipendesse dall’armonia degli aspetti struttura-li, psicologici e biochimici ai quali va comunque aggiunto quello energetico secondo la Medicina Tradizionale Cinese.L’integrazione dei dati clinici classici con l’osservazione della persona e l’analisi at-traverso il test muscolare ci da un “linguaggio corporeo” che la kinesiologia cerca di decodificare per arrivare alla causa dei disturbi.Nel caso di un dolore muscolo-scheletrico l’innovazione di Goodheart consistette nella ricerca di un muscolo la cui debolezza generava tensione e quindi dolore in un altro muscolo correlato. Tale debolezza può dipendere da vari fattori in quanto il muscolo viene considerato il terminale di un sistema di cui fanno parte organi, ghiandole, sistema nervoso e sistema energetico dei meridiani.Il test muscolare permette di capire da dove proviene lo squilibrio che genera il
RIMEDI NATURALI
dolore, quale sia l’area disfunzionale e nel contempo ci indica dove si deve agire.Le aree su cui si concentrano le maggiori attenzioni del kinesiologo sono i cinque fattori connessi alla vertebra, ovvero il sistema nervoso che comprende anche squilibri nutrizionali, il linfatico, il vascolare, il sistema respiratorio cranio sacrale e il sistema dei meridiani di agopuntura.Che cosa significa questo in pratica? Significa che posso riequilibrare un muscolo debole ad esempio som-ministrando un integratore specifico tra quelli già codificati per quel muscolo specifico o massaggiando un punto legato al sistema linfatico o ad un meridiano. Il ripristino di un corretto equilibrio a livello mu-scolare e quindi articolare spesso cancella il dolore in maniera semplice, quasi incredibile.Posso ricorrere comunque a svariate tecni-che che sono di preferenza strutturali ma si riferiscono anche a campi come quello psico-emotivo. In perfetta logica psico-somatica un dolore può dipendere da un’emozione che a lungo andare mina l’orga-no cui è legata secondo la Me-dicina Cinese e quindi il muscolo correlato. Dovrò quindi operare a questo livello per riequilibrare tutto il sistema. Spesso questa è il motivo per il quale la sola corre-zione strutturale non dura molto nel tempo.
A cura del Dott. Farmacista Gianni Cortelli (esercita a Firenze)
G. Goodheart
RIMEDI NATURALI
ERBA CORNACCHIA O “ERBA DEI CANTANTI”L’erba comacchia o erba dei cantoni deve il suo nome alla fama, maritata, di rimedio contro le laringiti acute e croniche, con abbassamento di voce. Ha un effetto mucolitico e antinfiammatorio ed è pertanto il rimedio naturale indicato nelle tracheobronchiti. È molto utile anche per tutte quelle persone che soffro-no di mal di gola ricorrenti.
Uso e dosi:in tintura madre, 40 gocce, due volte al giorno. Fino a miglioramento.
Influenza, raffreddore e malanni di stagione
Scopri i rimedi naturali che stimolano le difeseimmunitarie, per prevenire e curare i malanni autunnali
I rimedi naturali sono un vero e proprio scudo, una corazza da vestire per rinforzare le nostre difese. Grazie a un’efficace cura naturale, mirata sui sintomi e le “debolezze” del soggetto, si può ridurre fino al 95% la possibilità di contrarre patologie come raffreddore, influenza, affezioni delle vie respiratorie. Ecco un breve vademecum che ci guiderà alla scelta del percorso “verde” che fa per noi per prevenire o curare gli antipatici malanni di stagione con i giusti rimedi naturali, dalla fitoterapia all’aromaterapia. Rimedi naturali: fitoterapia.
ECHINACEA L’echinacea è il rimedio naturale fitoterapico per potenziare il sistema immuni-tario. La sua azione, infatti, stimola l’aumento della fagocitosi (con cui le cellule delle difese immunitarie eliminano i “nemici”). L’altro meccanismo che l’echina-cea mette in atto è l’aumento della produzione di interferone e “properdina”, una proteina in grado di attivare le difese contro le cellule estranee. Da utiliz-zare in ogni caso di indebolimento con presenza di primi sintomi influenzali e soprattutto durante le fasi acute (influenzali e febbrili).
Uso e dosi:per le malattie da raffreddamento, come prevenzione (1-2 capsule al giorno di estratto secco per almeno due mesi) e come trattamento (30-50 gocce di tintura madre in un po’ d’acqua, 3 volte al giorno, fino alla guarigione); per il mal di gola: aggiungere 40 gocce di tintura madre a un bicchiere d’acqua e utilizzare la miscela per gargarismi.
CARPINIO BIANCO (Carpinus betulus I.)Se siamo vulnerabili soprattutto nelle vie respiratorie e soffriamo di tosse, riniti, faringiti, il carpinio bianco è il rimedio naturale che fa al caso nostro. Carpinus betulus è infatti un importante decongestionante delle vie respiratorie che può svolgere anche una funzione protettiva e non solo antinfiammatoria. L’azione di questo rimedi naturale sarà triplice: riparativa, antitussigena e antispasmo-dica.
Uso e dosi:50 gocce di macerato glicerico, 2-3 volte al giorno, nel periodo acuto.
A cura della Redazione
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Oli essenziali e
IL CACHIfrutto, pelle e picciolo sono il rimedio naturale che
stimola le difese.
Da un punto di vista energetico il cachi è il simbolo
di un sole che entra nelle nostre ossa, le riempie di
luce e ci fornisce il calore necessario per mettere
K.O. i malanni invernali. Come dal suo albero stanno
alla larga i tarli e i parassiti, così anche nel frutto
è contenuto il segreto della capacità di difendersi
dagli insulti esterni. La pianta emette secrezioni che
tengono lontano gli invasori. Secrezioni che devo-
no percepire anche gli uccelli, che non vanno mai a
nidificare tra i suoi rami. Il cachi protegge energe-
ticamente anche le nostre difese immunitarie. Oltre
al frutto, a questo scopo è importantissima la tisana
preparata con le foglie.
Ecco il procedimento: fare una tisana con 4-5 fo-glie di cachi tritate, il picciolo e i semi e consumarla alla fine del pasto (colazione, pranzo, cena) dopo aver mangiato il frutto. Oppure, tritare una foglia nell’insalata. Le foglie e il picciolo hanno un’azione protettiva della pelle e in più trasferiscono l’energia della pianta.
Il modo più corretto per utilizzare i rimedi naturali offerti dall’aromaterapia e dagli oli essenziali è la diffusione aerea in ambiente, che si ottiene lasciando cadere 5-7 gocce nell’apposito erogatore. Se preferiamo, al contrario, godere dei profumi della natura attraverso un bagno caldo, poniamo 4-5 gocce nella vasca in cui stiamo per immergerci. Infine, per quanto riguarda l’applicazione cutanea (attenzione a non interessare le zone infiammate), utilizzare 2-3 gocce in un cucchiaio in 50 ml di crema neutra.
aromaterapia
OLI ESSENZIALI DI EUCALIPTOL’olio essenziale di Eucalipto è uno dei migliori febbri-
fughi, é antisettico, balsamico, antivirale (stimola le
difese dell’organismo), può essere largamente usato
in tutte le manifestazioni influenzali, nelle malattie
da raffreddamento, nelle sinusiti. Un vero e proprio
toccasana per l’intero organismo e per dare energia
alla nostra mente.
OLI ESSENZIALI DI CANNELLA L’olio esssenziale di Cannella è particolarmente
indicato per prevenire e curare gli “acciacchi” da
freddo (colpi d’aria, umidità, sbalzi di temperatu-
ra) e a risollevare il corpo e lo spirito dalle aste-
nie post-influenzali. Un vero e proprio supporto
quando ci sentiamo debilitati e nelle fasi in cui lo
stato influenzale sembra non abbandonarci più.
Ottimo stimolante ed energizzante.
OLI ESSENZIALI DI BENZOINOL’olio essenziale di Benzoino costituisce un ottimo ri-
medio naturale contro l’influenza. E’ una pianta consi-
derata un po’ magica per le sue proprietà equilibranti,
sia a livello psichico che organico. Risulta molto effica-
ce per scacciare i malumori e i sintomi dell’influenza.
Da assumere quando ci sentiamo spossati e con i pri-
mi indizi di raffreddamento.
A cura della Redazione
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news
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CURIOSITÀ
Come fa il ghepardoad essere così veloce?
120 KM/h
120 km/h: è la velocità di punta del ghepardo. Un record sulla terra, ma solo su brevi distanze: i suoi sprint non superano mai i 500 metri.Il primato è avvicinato dai 110 km/h del levriero che però è in grado di mantenere questa andatura molto più a lungo del ghepardo.Se il ghepardo è il re dello sprint, il cervo nordame-ricano è il dominatore del fondo: è capace di cor-rere ininterrottamente a 56 km/h per 6 chilome-tri. Ogni parte del corpo del ghepardo (Acinonyx jubatus)è “progettata” per prestazioni da record: il più veloce mammifero terrestre può accelerare da 0 a 64 km/h in tre falcate e raggiunge la sua ve-locità massima di 112 km/h in soli tre secondi.È l’unico felino ad avere artigli corti, spuntati, semi-retrattili che come i tacchetti delle scarpe da calcio, consentono un’eccellente aderenza. Le sue zampe sono più snelle di quelle degli altri grandi felini e i suoi cuscinetti, più duri, lo aiutano a effettuare sterzate improvvise ad alta velocità senza scivolare.
Con tutti quei finti occhi disseminati sul
suo corpo, non è facile capire che cosa stia
passando per la testa a questa Manduca
sexta, una specie di falena le cui larve (nel-
la foto) sono ghiotte di foglie di tabacco.
L’enigmatico lepidottero in natura, ha un
comportamento un po’ masochista. Quan-
do la pianta del tabacco è assediata da pa-
rassiti come la Manduca, emette dei com-
posti chimici volatili - una sorta di “SOS”
- per richiamare insetti predatori che divo-
rino in fretta uova e larve dei profittatori.
Un recente studio ha dimostrato come ad
attivare il segnale a proprio rischio e peri-
colo, sia la manduca stessa, tramite una so-
stanza chimica contenuta nella sua saliva.
Il motivo di questa condanna auto-inflitta
rimane ancora un mistero.
Sprint breve. La struttura compatta e leggera, le zampe lunghe ne fanno, anche dal punto di vista aerodinamico, un modello ideale. I muscoli spe-cializzati degli arti lo aiutano ad accelerare molto rapidamente, mentre la coda, lunga e muscolosa, funziona come stabilizzatore. Il ghepardo ha anche narici ampie che permettono un efficiente ingres-so dell’aria durante la corsa. La sua respirazione, in corsa, aumenta da 60 a 150 respiri al minuto: ma a questo ritmo può correre solo per poco più di 500 metri prima di essere stanco.
Sguardo autolesionista
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Novembre
Vuoi leggere verde? Leggi elettronico.Il monito arriva dalle pagine del popolare online magazine Slate, che dal suo sito annuncia: “leggere sull’ iPad o su uno dei numerosi ebook oggi in commercio inquina molto meno che leggere sulla carta”. Sarà vero? Ma perché la cosa funzioni occorre leggere un numero minimo di libri e non cambiare tablet ogni anno.
Gli esperti di Slate hanno calcolato che un libro, nel suo ciclo di vita, causa indirettamente l’emissione di circa 7,5 kg di CO2, contro i 130 di un iPad e i 168 di un Kindle. Ciò significa che l’iPad inzia ad avere un eco vantaggio sulla carta stampata a partire dal 18 titolo letto, mentre il Kindle diventa conveniente a partire dal 23° volume. E i libri elettronici sono vantaggiosi anche per ciò che riguarda l’impiego delle risorse idriche: la produ-zione di un volume cartaceo richiede in media 26 litri di acqua, mentre un lettore digitale ne “beve” 300. I conti si pareggiano attorno al 12° libro.In Italia si continua comunque a leggere poco: secondo l’ISTAT nel 2009 il 45,1% della popolazione di 6 anni e più (oltre 25 milioni e 300 mila persone) dichiara di aver letto almeno un libro.
Leggi tanto?
Meglio l’elettronica. Leggere inquina: produzione e trasporto dei volumi sono infatti responsabili dell’emissione di tonnellate di CO2 ogni anno. Dobbiamo smettere di leggere? No, affatto: basta solo diventare un po’ più....tecnologici.
(Focus.it, 20 settembre 2009)
1 Paola Sanò
6 Angela Siena
6 Andrea Fantoni
8 Katia Andreoli
8 Fabrizio Oddo
12 Paolo Luciolla
13 Francesca Visentin
15 Silvestrin Barbara
14 Francesco Bevilacqua
21 Scala Angela
27 Andrea Rollando
29 La Martina Emanuela
1 Serena Giorgio
1 Alfredo Fangano
3 Cavallaro Mario
7 Gerarda De Cristoforo
9 Valeria Macrì
10 Giovanna Zoppi
10 Andrea Concetti
11 Anna Puolo
11 Maria A. Pennacchia
13 Francesco Minniti
14 Francesco Bevilacqua
20 Zanon Annalisa
22 Fabiana Gulizia
22 Paolo Burresi
25 Andrea Chiacchera
29 Antonella Macchini
Dicembre
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