Demetrio 19mag CAI

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  Sezione di Cremona Serata “Silenzi in cammino”  Porta con te un po' di tempo d a farci star dentr o il nostro silenzio che sappia accudire i nostri racconti e non li disperda tra i r umori del mondo  Angelo Andreotti Molti di noi vanno in montagna anche per andare a cercare quei momenti di silenzio che sempre più frequentemente non ci è più concesso dal frastuono quotidiano fuori e dentro di noi. Come scrive il teologo Reinhold Stecher: “Si sarebbe tenuti a credere che il mondo  solenne ed imponente delle montagne sia troppo greve per gli uomini di oggi.  Abituati come siamo a tuffar ci nel rumore per non dover rientrare in noi stessi, per non dover risolvere ciò che urge irri  solto nel pr ofondo dell’animo.  Ma questo silenzio maestoso è la prima terapia che ci viene offerta a noi, uomini  spesso frettolosi, conf usi, deviati e superficiali. Chi vuole ascoltar e il messaggio delle montagne deve abbandonarsi fiducioso a questa terapia”. Le nostre montagne, purtroppo, sono sempre più minacciate dal frastuono dei mezzi motorizzati che sempre più invadono i sentieri (grazie anche alla permissività di certe normative nazionali e regionali), dal rombo degli aerei e dagli schiamazzi di escursionisti che scambiano l'ambiente montano per un parco giochi. Può essere utile avviare, allora, una riflessione sulla natura del silenzio inteso non solo come assenza di rumore ma nelle su e più svariate sfaccettature. Non solo per analizzarne gli effetti piacevoli o sgraditi, ma per capire ciò che rappresenta, che  posto occupa nella vita di cia scuno di noi. Silenzio come pace, serenità, raccoglimento, concentrazione, ma anche ascolto, quindi, un silenzio attivo come amplificazione della nostra naturale capacità di sentire il mondo intorno: le persone, gli animali, ma anche i luoghi, le pietre, i corsi d'acqua . Parleremo non solo del bene che ci può portare ma anche della sua ombra, come incomunicabilità, oblio, indifferenza e perdita dello slancio vitale. Perché il silenzio può salvaguardare il proprio spazio sulle vette e ritornare nella nostra vita quotidiana solo se può trovare spazio dentro di noi. Si parlerà anche della scrittura che ci può aiutare a “ trattenere e n on dispe rdere la memoria delle emozioni e delle riflessioni scaturite dagli incontri col silenzio  (D. Demetrio )

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7/21/2019 Demetrio 19mag CAI

http://slidepdf.com/reader/full/demetrio-19mag-cai 1/2

 

Sezione di Cremona

Serata “Silenzi in cammino” 

 Porta con te un po' di tempo da farci star dentro il nostro silenzio

che sappia accudire i nostri racconti

e non li disperda tra i rumori del mondo

 Angelo Andreotti

Molti di noi vanno in montagna anche per andare a cercare quei momenti di silenzio

che sempre più frequentemente non ci è più concesso dal frastuono quotidiano fuori e

dentro di noi.

Come scrive il teologo Reinhold Stecher: “Si sarebbe tenuti a credere che il mondo

 solenne ed imponente delle montagne sia troppo greve per gli uomini di oggi. Abituati come siamo a tuffarci nel rumore per non dover rientrare in noi stessi, per

non dover risolvere ciò che urge irri solto nel profondo dell’animo.  Ma questo silenzio maestoso è la prima terapia che ci viene offerta a noi, uomini

 spesso frettolosi, confusi, deviati e superficiali. Chi vuole ascoltare il messaggio delle

montagne deve abbandonarsi fiducioso a questa terapia”. Le nostre montagne, purtroppo, sono sempre più minacciate dal frastuono dei mezzi

motorizzati che sempre più invadono i sentieri (grazie anche alla permissività di certe

normative nazionali e regionali), dal rombo degli aerei e dagli schiamazzi di

escursionisti che scambiano l'ambiente montano per un parco giochi.

Può essere utile avviare, allora, una riflessione sulla natura del silenzio inteso non

solo come assenza di rumore ma nelle sue più svariate sfaccettature. Non solo peranalizzarne gli effetti piacevoli o sgraditi, ma per capire ciò che rappresenta, che

 posto occupa nella vita di ciascuno di noi.

Silenzio come pace, serenità, raccoglimento, concentrazione, ma anche ascolto,

quindi, un silenzio attivo come amplificazione della nostra naturale capacità di sentire

il mondo intorno: le persone, gli animali, ma anche i luoghi, le pietre, i corsi d'acqua . Parleremo non solo del bene che ci può portare ma anche della sua ombra, come

incomunicabilità, oblio, indifferenza e perdita dello slancio vitale.

Perché il silenzio può salvaguardare il proprio spazio sulle vette e ritornare nella

nostra vita quotidiana solo se può trovare spazio dentro di noi.

Si parlerà anche della scrittura che ci può aiutare a “ trattenere e non disperdere lamemoria delle emozioni e delle riflessioni scaturite dagli incontri col silenzio  (D.Demetrio )

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Sezione di Cremona

Se il silenzio, non solo come assenza, ma come presenza, come esserci in un certo

modo, è un percorso che dobbiamo intraprendere, abbiamo pensato di fare “4 passi su

questo sentiero” con Duccio Demetrio  già professore di Filosofia dell'Educazioneall'Università degli studi di Milano-Bicocca e fondatore assieme a Nicoletta Polla-

Mattiot dell'Accademia del Silenzio formata da esperti in educazione alla cultura e

alle pratiche del silenzio.Duccio Demetrio con Saverio Tutino ha creato la Libera Università

dell'Autobiografia di Anghiari, di cui è il direttore, che è ormai divenuta una

comunità sparsa su tutto il territorio nazionale di ricerca e formazione sui temi della

scrittura di sé e autobiografica.

Oltre ai numerosi libri scritti sul tema della narrazione e della scrittura ha pubblicato

 La filosofia del camminare e  La religiosità della Terra dove affronta in particolare ilrapporto che lega l'uomo alla natura, temi che vengono sviluppati nella Scuola di

Ecologia Narrativa, attiva sempre ad Anghiari.

La serata sarà seguita, in data 6 giugno, da un'uscita  (vedi volantino) in cui

 potremo condividere sui sentieri di montagna nostri pensieri ed esperienze relative alsilenzio, affidandoci alla possibilità che offre la scrittura di comprendere e ascoltare.