dell’Istituto Comprensivo CENTROSTORICO · quando aveva circa dieci anni, si trasferirono a S....

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ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 16 - FEBBRAIO 2006 GENNAIO N ei miei ricordi mio nonno Silvio Ca- tuzza è un perso- naggio mitico, di quelli che sanno suscitare meraviglia e sorpresa con episodi cla- morosi e trasgressivi, co- me andare di sera con lui al night “La Cambusa” al- l’età di quattro anni. Mio nonno era nato il 21 settembre 1912 a Giulia- no di Roma, un paesino della Ciociaria, figlio di Antonio e Maria, i quali, quando aveva circa dieci anni, si trasferirono a S. Felice Circeo, dove il mio bisnonno lavorava alla cava di pietra. Silvio imparò presto a lavorare il legno diventando un buon falegname in grado di fare piccoli mobili, ma, avendo un carattere particolarmente estro- so ed intraprendente, capì di potersi mettere in gioco con le sue capacità di intrattenitore, suonando la chitarra e beven- do in compagnia un bicchiere di vino. Nel 1937 conobbe la donna della sua vita, mia nonna Fir- mina, che era in vacanza al Circeo con la cugina e la fami- glia. Finita la vacanza, nonna tornò a Roma e nonno la seguì per poterla corteggiare. Si sposa- rono nell’aprile del 1938. Erano gli anni della guerra, il lavoro non si trovava e vivere a Roma era sempre più diffici- le, così, con due figli piccoli, mia madre Ornella e mio zio Marco, ritornarono al Circeo, avendo ricevuto un’offerta di lavoro da parte di Italo Gemini. In realtà fu mia nonna ad es- sere convinta al trasferimento dalla moglie di Gemini, sig.ra Argentina Valenti, di cui era la sarta. Ultimata nel 1941 la co- struzione di “Villa Argentina” i miei nonni furono assunti co- me custodi della stessa. Poi nonno fu chiamato sotto le armi per andare a combattere in Russia, ma proprio quando era già in viaggio, con una buona dose di fortuna chiama- ta “Italo Gemini”, seppe di po- ter tornare a casa. Durante l’occupazione tedesca (1943-44) Villa Argentina fu occupata dal comando dei tede- schi. Quando se ne an- darono, alcuni sanfelicia- ni presero dei mobili, che Catuzza si occupò di recuperare. Finalmente la guerra finì e mia nonna, attraverso il suo lavoro di sarta presso le grandi famiglie come i Tittoni, gli Aguet e i Gemi- ni, ebbe l’opportunità di avere un prestito per po- ter trasformare la casetta presa in affitto nel 1946 e avviare un locale tipo bar, “Lo Chalet”, che, nel 1948, fu trasformato in una piccola pensione, con cinque camere da letto. Nacque così il “Miramare”! In precedenza aveva anche ac- quistato una caldaia e affittato un locale a Fontana Copella e si era messo a fabbricare sa- ponette con il marchio “Cir- I l r a d d o p p i o d e l p o r t o L a sen- tenza n. 1456/2002 del TAR La- zio, confermata nel 2004 dal Consiglio di Stato, aveva an- nullato l’approvazione del progetto di ampliamento del- l’attuale porto. Secondo numerose associa- zioni ambientaliste, tra cui Legambiente, l’ampliamento avrebbe prodotto effetti de- vastanti sull’ecosistema su vasta scala, modificato le correnti marine fino a Terra- cina e amplificato il fenome- no di erosione delle spiagge causato dalla realizzazione del porto esistente. Fino ad oggi tutti gli interventi per contrastare l’erosione, che ancora continua, sono stati finanziati da enti pubblici (Ministeri o Regioni) e quin- di, in ultima analisi, rappre- sentano un onere per tutti i cittadini. Lo scorso 7 novembre 2005 la Soc. Penta ha presentato alla Regione Lazio istanza di valutazione di compatibilità ambientale con un progetto modificato, se possibile, in peggio. Non solo non sono stati risolti i problemi creati col preceden- te progetto (tanto è vero che era stata prescritta la realizza- zione di ulteriori parcheggi) ma anzi si aggrava la situazio- ne, non contemplando nem- meno quelle opere migliorati- ve di cui originariamente la Penta si era fatta carico (edifi- Un uomo dal carattere particolarmente estroso Silvio Catuzza Con lui nacque il “Miramare” Lo ricordano la nipote Eleonora Giannini e Nicola Di Prospero C u l t u r a Un miracolo avvenuto al Circeo il 21 giugno 1829 di Stefano Pagliaroli a p a g . 5 T e r r i t o r i o Rendere conto della gestione di Giuseppe Cerasoli a p a g . 3 VUOTI DI MEMORIA Il personaggio continua a pag. 6 C ENTR O S T ORICO SAN FELICE CIRCEO S c u o l a Il progetto stranieri dell’Istituto Comprensivo “L. da Vinci” a p a g . 1 1 I l f a t t o Water World di E. Dantes a p a g . 7 L e i d e e Indian summer a San Felice Circeo di Emilio Di Brizzi a p a g . 8 - 9 Editoriale Errare humanum est, perseverare diabolicum (Errare è umano, perseverare diabolico) di ALESSANDRO CRESTI sotto la notizia Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma E d i t o r i a l e E r r a r e h u m a n u m e s t , p e r s e v e r a r e d i a b o l i c u m V u o t i d i m e m o r i a S i l v i o C a t u z z a 1 B i l a n c i o R e n d e r e c o n t o d e l l a g e s t i o n e 3 T u r i s m o D i a r i o d i v i a g g i o 4 C u l t u r a U n m i r a c o l o a v v e n u t o a l C i r c e o i l 2 1 g i u g n o 1 8 2 9 5 I l f a t t o W a t e r W o r l d 7 E v e n t o I n d i a n s u m m e r 8 - 9 T e r r i t o r i o B i C i r c e o 2 0 0 5 - L e t t e r e 1 0 S c u o l a I l p r o g e t t o s t r a n i e r i 1 1 D a l l a C i t t à D e l i b e r e 1 2 I n t r a t t e n i m e n t o P e r s o n a g g i O r o s c o p o 1 3 S p o r t C a l c i o - C a n o a 1 4 T e m p o l i b e r o C u c i n a R a c c o n t i C i n e m a O r a l e g a l e 1 5 S o m m a r i o S o m m a r i o continua a pag. 2 Silvo Catuzza P e r l a s e r i e V u o t i d i m e m o r i a p e r s o n a g g i d i S a n F e l i - c e C i r c e o , in questo numero parlia- mo di Silvio Catuzza, vis- suto intorno agli anni ’50 a San Felice Circeo contri- buendo con il suo caratte- re socievole e allegro al lancio turistico del Paese. Costruì il Miramare, prima piccola pensione, poi in- grandita con bar e night, dove le serate erano sem- pre animate dalla sua pre- senza con chitarra, siga- rette e bicchieri di vino. La generazione di sanfelicia- ni che lo hanno conosciu- to conserva il ricordo pia- cevole di questo perso- naggio bizzarro, promoto- re di iniziative nuove e al- l’avanguardia. Di lui ci hanno parlato la nipote Eleonora Giannini e l’ami- co Nicola Di Prospero.

Transcript of dell’Istituto Comprensivo CENTROSTORICO · quando aveva circa dieci anni, si trasferirono a S....

ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 16 - FEBBRAIO 2006GENNAIO

Nei miei ricordi miononno Silvio Ca-tuzza è un perso-

naggio mitico, di quelli chesanno suscitare meravigliae sorpresa con episodi cla-morosi e trasgressivi, co-me andare di sera con luial night “La Cambusa” al-l’età di quattro anni.Mio nonno era nato il 21settembre 1912 a Giulia-no di Roma, un paesinodella Ciociaria, figlio diAntonio e Maria, i quali,quando aveva circa diecianni, si trasferirono a S.Felice Circeo, dove il miobisnonno lavorava alla cava dipietra.Silvio imparò presto a lavorareil legno diventando un buonfalegname in grado di farepiccoli mobili, ma, avendo uncarattere particolarmente estro-so ed intraprendente, capì dipotersi mettere in gioco con lesue capacità di intrattenitore,suonando la chitarra e beven-do in compagnia un bicchieredi vino.Nel 1937 conobbe la donnadella sua vita, mia nonna Fir-mina, che era in vacanza alCirceo con la cugina e la fami-glia.Finita la vacanza, nonna tornòa Roma e nonno la seguì perpoterla corteggiare. Si sposa-rono nell’aprile del 1938.Erano gli anni della guerra, illavoro non si trovava e viverea Roma era sempre più diffici-le, così, con due figli piccoli,mia madre Ornella e mio zioMarco, ritornarono al Circeo,avendo ricevuto un’offerta dilavoro da parte di Italo Gemini.In realtà fu mia nonna ad es-

sere convinta al trasferimentodalla moglie di Gemini, sig.raArgentina Valenti, di cui era lasarta. Ultimata nel 1941 la co-struzione di “Villa Argentina” imiei nonni furono assunti co-me custodi della stessa.Poi nonno fu chiamato sotto learmi per andare a combatterein Russia, ma proprio quandoera già in viaggio, con unabuona dose di fortuna chiama-ta “Italo Gemini”, seppe di po-ter tornare a casa.

Durante l’occupazionetedesca (1943-44) VillaArgentina fu occupatadal comando dei tede-schi. Quando se ne an-darono, alcuni sanfelicia-ni presero dei mobili,che Catuzza si occupò direcuperare.Finalmente la guerra finìe mia nonna, attraverso ilsuo lavoro di sarta pressole grandi famiglie come iTittoni, gli Aguet e i Gemi-ni, ebbe l’opportunità diavere un prestito per po-ter trasformare la casettapresa in affitto nel 1946

e avviare un locale tipo bar,“Lo Chalet”, che, nel 1948, futrasformato in una piccolapensione, con cinque camereda letto.Nacque così il “Miramare”!In precedenza aveva anche ac-quistato una caldaia e affittatoun locale a Fontana Copella esi era messo a fabbricare sa-ponette con il marchio “Cir-

Il raddoppiodel porto

L a sen-tenza n.

1456/2002del TAR La-

zio, confermata nel 2004 dalConsiglio di Stato, aveva an-nullato l’approvazione delprogetto di ampliamento del-l’attuale porto. Secondo numerose associa-zioni ambientaliste, tra cuiLegambiente, l’ampliamentoavrebbe prodotto effetti de-vastanti sull’ecosistema suvasta scala, modificato lecorrenti marine fino a Terra-cina e amplificato il fenome-no di erosione delle spiaggecausato dalla realizzazionedel porto esistente. Fino adoggi tutti gli interventi percontrastare l’erosione, cheancora continua, sono statifinanziati da enti pubblici(Ministeri o Regioni) e quin-di, in ultima analisi, rappre-sentano un onere per tutti icittadini.Lo scorso 7 novembre 2005la Soc. Penta ha presentatoalla Regione Lazio istanza divalutazione di compatibilitàambientale con un progettomodificato, se possibile, inpeggio.Non solo non sono stati risoltii problemi creati col preceden-te progetto (tanto è vero cheera stata prescritta la realizza-zione di ulteriori parcheggi)ma anzi si aggrava la situazio-ne, non contemplando nem-meno quelle opere migliorati-ve di cui originariamente laPenta si era fatta carico (edifi-

Un uomo dal carattere particolarmente estroso

Silvio CatuzzaCon lui nacque il “Miramare”Lo ricordano la nipote Eleonora Giannini e Nicola Di Prospero

CulturaUn miracolo avvenuto alCirceo il 21 giugno 1829di Stefano Pagliaroli

a pag. 5

TerritorioRendere conto dellagestionedi Giuseppe Cerasoli

a pag. 3

VUOTI DI MEMORIA

Il personaggio

continua a pag. 6

CENTRO STORICOSAN FELICE CIRCEO

ScuolaIl progetto stranieri dell’Istituto Comprensivo“L. da Vinci”

a pag. 11

Il fattoWater World

di E. Dantesa pag. 7

Le ideeIndian summer a San Felice Circeodi Emilio Di Brizzi

a pag. 8-9

EditorialeErrare humanum est,

perseverare diabolicum(Errare è umano,

perseverare diabolico) di ALESSANDRO CRESTI

sottola notizia

Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma

Editoriale Errare humanum est, perseverare diabolicum

Vuoti di memoria Silvio Catuzza 1

Bilancio Rendere conto della gestione 3

Turismo Diario di viaggio 4

Cultura Un miracolo avvenuto alCirceo il 21 giugno 1829 5

Il fatto Water World 7

Evento Indian summer 8-9Territorio BiCirceo 2005 - Lettere 10Scuola Il progetto stranieri 11Dalla Città Delibere 12Intrattenimento Personaggi – Oroscopo 13Sport Calcio-Canoa 14Tempo libero Cucina – Racconti –

Cinema – Ora legale 15

S o m m a r i oS o m m a r i o

continua a pag. 2

Silvo Catuzza

Per la serie “Vuoti di memoria” personaggi di San Feli-ce Circeo, in questo numero parlia-mo di Silvio Catuzza, vis-suto intorno agli anni ’50a San Felice Circeo contri-buendo con il suo caratte-re socievole e allegro allancio turistico del Paese.Costruì il Miramare, primapiccola pensione, poi in-grandita con bar e night,dove le serate erano sem-pre animate dalla sua pre-senza con chitarra, siga-rette e bicchieri di vino. Lagenerazione di sanfelicia-ni che lo hanno conosciu-to conserva il ricordo pia-cevole di questo perso-naggio bizzarro, promoto-re di iniziative nuove e al-l’avanguardia. Di lui cihanno parlato la nipoteEleonora Giannini e l’ami-co Nicola Di Prospero.

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 2

VUOTI DI MEMORIA

Il personaggio

ce”, che avevano impresse la testa di un cavallo.Al “Miramare” mia nonna si occupava della cucina,mentre nella conduzione della pensione era aiutatada Iuccio e Osvaldo, che servivano ai tavoli, da Cesa-rina, Iolanda e sua sorella Gloria per le camere e infi-ne da Nicolino, che faceva il bagnino sulla spiaggiaprospiciente l’albergo.Nicolino ha nei confronti di Catuzza un debito di rico-noscenza, perché da lui ebbe in concessione per al-cune stagioni estive la gestione della darsena, pro-prio quando, poco più che ventenne, senza più il pa-dre, si trovava con il peso di una famiglia numerosain cui c’erano molte bocche da sfamare e Catuzza conquello slancio di generosità alleviò non poco le lorodifficili condizioni di vita.E proprio Nicolino, Nicola Di Prospero, ancora oggisostiene che a distanza di molti anni dalla scomparsadi Catuzza, è ancora viva e nitida in lui l’immagine diquest’uomo non molto alto, dal viso rotondo, gli oc-chi vispi, i capelli corvini, il quale con l’immancabilesigaretta in mano, amava prendere in giro le personeche lo avvicinavano, con quella sua capacità innata equel gusto per la battuta che non era mai usata peroffendere, ma semplicemente per strappare una risa-ta. In fondo, per Catuzza quest’atteggiamento era so-lo un modo per attirare l’attenzione, un sano ego-

centrismo che si manifestava soprattutto in un biso-gno viscerale di fare feste nel suo locale, accampan-do delle scuse improbabili, una necessità ancestraledi calore umano che lo facesse sentire eternamentegiovane, così come, in effetti, sentiva d’essere. Percatalizzare l’attenzione, da vero anfitrione, amava fe-steggiare il suo compleanno più volte nell’arco di unastagione ed ogni volta che qualcuno gli chiedeva co-sa si festeggiava, lui con il suo ghigno, tra il serio edil faceto, diceva…”festa mia!”. Tra le cose più simpatiche, ancora vive nella mente diNicola Di Prospero, c’è quella volta in cui, dal forni-tore dell’Algida che passava anche al Miramare, con ilcompianto Ugo Capponi si fecero lasciare una va-schetta di gelato e presero in cucina due cucchiai.Con un cucchiaio ciascuno, cominciarono a divorarequella leccornia, finché all’improvviso non arrivò Ca-

tuzza, il quale sorpreso dal mo-do inusuale di mangiare il gela-to, tanto per non smentire il suogusto per lo scherno disse te-stualmente…”eh, eh, mangiateil gelato come pasta e fagio-li!”…Oggi, a distanza di molti anni, ilricordo di Silvio Catuzza è vivoin quella generazione di sanfeli-ciani, che ha avuto la fortuna diconoscere questo personaggiod’altri tempi, originale in ognisua esternazione, in ogni trova-ta azzeccata od insensata chefosse. Catuzza era così, per luinon esistevano le mezze misu-re, era “buio o luna piena”, “ac-qua o fuoco”, non era avvezzoai compromessi, “prendere o lasciare”.Così decise l’acquisto del traghetto che collegavaAmalfi a Capri, “Il Maestrale”, che prima sfruttò percollegare il Circeo con Ponza e poi, stanco dell’im-presa poco vantaggiosa economicamente, lo trasfor-mò in cabinato, lavorandoci tutto un inverno, conl’aiuto di un falegname.Come dimenticare che in quella occasione prese lamisura dell’altezza dell’entrata che portava alla cabi-na di pilotaggio e, poiché non aveva un metro per ef-fettuare la misurazione, decise che la sua statura nonproprio eccelsa, sarebbe stata quella giusta per l’in-gresso nella zona comandi dell’imbarcazione, con laconseguenza che chiunque non fosse stato a cono-scenza dell’arcano segreto, sarebbe andato a sbatte-re con la testa contro la parte superiore del telaio!Il cabinato ebbe vita breve e finì dimenticato a PortoBadino.Il dispiacere per la fine ingloriosa de “Il Maestrale”passò rapidamente, perché Catuzza fu subito assor-bito da un altro progetto: l’ampliamento della pen-sione.

Detto fatto. Chiese un prestito alla Cassa del Mezzo-giorno e ottenutolo cominciò aumentando il numerodelle camere, poi rinnovando il bar e via dicendo finoa costruire il night.Era il 1965, gli anni in cui la gente aveva tanta vogliadi divertirsi e di dimenticare tutte le privazioni e le

sofferenze cheaveva portato laguerra e Catuzzacon la sua mentevulcanica semprein movimento sa-peva rendere la vi-ta al “Miramare”molto piacevole,soprattutto duran-te i periodi di va-canza.Le signore, al po-meriggio, uscivanodalle loro ville perriunirsi nella ve-randa e ai tavolinidel bar giocavano

a canasta mentre i figli ballavano al suono delle can-zoni del juke-box sulla piattaforma, lì si ballarono iprimi rock and roll.L’ambiente era di grande prestigio, per la presenza distranieri di ogni nazionalità, di attori affermati, o alleprime armi, stelline e astri nascenti, politici e nobili,come il giovane Vittorio Gassman, in procinto di par-tire per gli Stati Uniti, per sposare l’attrice SherleyWinters, Tognazzi, Renato Rascel, Anna Magnani etanti altri.In occasione di una festa, organizzata in una delletante serate estive in cui non faceva mai mancare lasua presenza, Catuzza si accorse che una ragazzagiovane e di bell’aspetto stava da sola su un diva-netto del suo locale notturno, “la Cambusa”, rimasesorpreso, anche perché non accettava di buon gradoche qualcuno non si divertisse alle sue feste. Con lasigaretta, sua eterna compagna di viaggio, tenutaben stretta tra l’indice ed il medio della mano si avvi-cinò alla giovane donna e le chiese…”ma lei nonballa?”, la ragazza rispose…”veramente, non ci so-no i cavalieri!”, e lui di rimando, con una battuta adoppio senso le disse…”ma è pieno di cavalli! Ugo,Nicolino, Marco, Aldo, tutti cavalli!”.La moglie con il figlio Marco, che aveva frequentatoall’estero la scuola alberghiera, presero in mano laconduzione dell’albergo. Tutto procedette tranquilla-mente, finché i due non si separarono. Catuzza si tra-sferì in un altro locale nei pressi della Cona, ma il suodeclino era già iniziato e poi, con la morte del figlioMarco e dopo tante delusioni e vicissitudini legate alMiramare morì nel 1971 all’età di cinquantanove an-ni.Da questo racconto emerge un’idea chiara della

straordinarietà del personaggio, di quale forza tellu-rica e di quale impatto può avere avuto per il costu-me degli anni sessanta al Circeo. Quanto detto rap-presenta soltanto la punta di un iceberg di una serieinterminabile d’aneddoti che ci dicono di come Ca-tuzza, fosse una mente arguta e brillante, con una“facondia dialettale” che manifestava, senza esage-rare, un gran talento naturale da caratterista e d’at-tore navigato dell’avanspettacolo. Sono passati tantianni, ma di quest’uomo rimarrà certamente nella me-moria la sua ilarità contagiosa, le sue uscite bizzarre,il suo essere, volente o nolente, personaggio al difuori degli schemi, uno spirito libero con una gran vo-glia di vivere. ■

separatosi dalla moglie, dopo la mortedel figlio Marco e dopo tante vicissitudini

legate al Miramare, Catuzza è morto nel 1971all’età di 59 anni

“ “

segue dalla pag. 1

Silvio Catuzza

Silvio Catuzza anno 1967

Pensione Miramare

Silvio Catuzza nacque il 21 settembre1912 a Giuliano di Roma; a dieci anni si

trasferì con la famiglia a San Felice Circeo“ “

nel 1941 Catuzza e la moglie furono as-sunti da Italo Gemini come custodi di

“Villa Argentina”“ “

Nel corso degli ultimi due nu-meri il nostro giornale hafornito alcune riflessioni si-

gnificative sullo stato dei conti pub-blici del Comune di San Felice Circeo,segnalando in maniera accurata alcu-ne criticità sulle quali l’Associazione

ritornerà nel corso dei prossimi mesi con alcune ini-ziative “ad hoc”. Prima di ciò ritengo utile, però, al-largare la nostra visuale e cercare di illustrare alcuneforme di gestione e rendicontazione evolute che con-sentano di fornire al cittadino una visibilità piena del-l’operato degli Amministratori Pubblici, al fine di po-ter esprimere un corretto giudizio in sede elettorale.

① IL BILANCIO SOCIALE

Uno degli strumenti innovativi più indicato per darevisibilità alle domande ed alla necessità di informa-

zione e trasparenza di tutti i“portatori di interesse” dicui un accorto Ente Localedovrebbe dotarsi è sicura-mente il Bilancio Sociale. IlBilancio sociale è uno stru-mento potenzialmentestraordinario, che consentedi rappresentare, agli occhidella comunità di riferimen-to, come la gestione della“cosa pubblica" contribui-sca a migliorare la qualità

della vita dei membri della popolazione.Il bilancio sociale è, dunque:✓ un mezzo di comunicazione esterna; ✓ un mezzo per migliorare l'organizzazione, la ge-

stione, la comunicazione interna; ✓ un mezzo per elaborare una strategia sociale; ✓ un mezzo per individuare la propria missione so-

ciale. In particolare, tale strumento ha la funzione di de-scrivere il più analiticamente possibile le ragioni percui si sostengono o si sono sostenuti determinati co-sti, esplicitando in maniera compiuta come essi sia-no stati o meno produttori di vantaggi per alcune ca-tegorie portatrici di specifici interessi (stakeholder).Non esiste in tal senso, infatti, una utilità globale mauna serie di utilità, ognuna per ogni pubblico di rife-rimento. E’ ovvio che il Bilancio Sociale non potrà es-sere mai totalmente neutrale come può esserlo il bi-lancio d’esercizio, ma è chiaro che deve esserequanto più possibile verificabile ed oggettivo, in ca-so contrario assai scarso potrebbe essere l’interes-se degli stakeholder più avveduti, che potrebberoconsiderare tali informazioni incomplete, non signifi-cative, o cosa più grave inattendibili. L’obiettivo chesi pone è quello di rafforzare la percezione pubblicadell’importanza delle attività poste in essere, di da-re maggiore visibilità all’attività svolta, in modo daaccrescere quindi la propria legittimazione nella co-munità locale di riferimento e il consenso a livellosociale. In particolare poi il Bilancio Sociale dovrebbe:

✓ consentirci di comprendere il ruolo svolto dalle no-stre attività nella comunità locale;

✓ essere uno strumento che confrontando quantorealizzato con le esigenze sociali preesistenti, for-nisce informazioni sul raggiungimento degli obiet-tivi sociali prefissati;

✓ dimostrare che il fine dell’Ente Locale è quello difornire un valore aggiunto per la comunità;

✓ essere considerato come un fattore di cruciale im-portanza per lo sviluppo della democrazia e dellatrasparenza nell’ambito delle attività;

✓ rappresentare un momento di riflessione sull’im-pegno che si ha all’interno dell’Ente per migliora-re qualità di servizio, rapporto con i cittadini, sicu-rezza sul posto di lavoro, rispetto dell’ambiente.

② IL BILANCIO PARTECIPATIVO

Uno strumento innovativo per le politiche di program-mazione e gestione dell’Ente Locale è, invece, il Bi-lancio Partecipativo. In termini generali, il BilancioPartecipativo potrebbe essere definito come un pro-cesso decisionale che consiste in un'apertura dellamacchina statale alla partecipazione diretta ed effetti-va della popolazione nell'assunzione di decisioni su-gli obiettivi e la distribuzione degli investimenti pub-blici. Il Bilancio Partecipativo deve essere considerato,infatti, come uno strumento per garantire la parteci-pazione degli abitanti alle scelte concernenti i loroterritori di vita o di lavoro. In genere si dovrebbe cer-care di condividere con i cittadini la gestione delle ri-sorse con carattere maggiormente ‘flessibile', adesempio quelle destinate ad opere e servizi. Neppurela percentuale delle voci messe sul tavolo della dis-cussione tra abitanti ed amministrazione è indicabilecome fissa, seppur sarebbe auspicabile che si avvici-nasse alla totalità delle risorse disponibili. Gli stru-menti della discussione con i cittadini possono essere‘informali' (assemblee aperte, sondaggi, questionaridistribuiti alle famiglie, piazze tematiche, ecc.) o più‘formali' (referendum cittadini o circoscrizionali, con-sulte e commissioni, ecc.). Il Bilancio Partecipativo harimesso l'accento sul bilancio (a lungo caricato di unvalore quasi ‘politicamente neutro' e puramente tecni-co, una mistificazione che celava il suo forte contenu-

to di ‘luogo di scelta politica') come strumento di con-trollo dei cittadini sui propri eletti che deve farsi ‘tra-sparente e intelligibile', e soprattutto ne ha recupera-to visibilmente il contenuto politico di strumento concui si decidono i ‘fini' del governo urbano, prima an-cora che l'ottimizzazione dei mezzi per il loro rag-giungimento. La discussione con i cittadini è ‘effetti-va' perché non si tratta di semplice consultazione. Sitratta, al contrario, di una reale apertura - ancorchépromossa e sviluppata nella prassi dalle Giunte e nonnecessariamente codificate in legge - della macchinaamministrativa al controllo dei cittadini e al loro coin-volgimento diretto nelle scelte maggiori che riguarda-no il loro territorio. È quindi un processo partecipati-vo che ha un forte valore decisionale di tipo ‘strategi-co', non limitato a orientare le istituzioni su meri det-tagli realizzativi o a costruire ‘consenso' su scelte giàpre-compiute. La sperimentazione del Bilancio Parte-cipativo in varie realtà locali non solo ha mostrato im-portanti contenuti pedagogici e capacità di mobilitarele risorse costituite da una cittadinanza attiva ed im-pegnata nella co-gestione del territorio, ma – attra-verso la ridemocratizzazione e la ‘messa in trasparen-za' del governo locale - ha anche facilitato le opera-zioni di responsabilizzazione nella gestione (accoun-tability) e il raggiungimento di un'elevata ‘efficienzagestionale' coniugata all'efficacia delle politiche intra-prese attraverso la costruzione di scelte condivise. ■

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 3

IL TERRITORIO

Bilancio

Una sana abitudine dell’amministratore della cosa pubblica

Rendere conto della gestioneIl “Bilancio Sociale” e il “Bilancio Partecipativo” sono strumenti innovativi per le politiche diprogrammazione e gestione di un Ente Locale

di Giuseppe Cerasoli

Economia partecipata

N el quadro del progetto della Regione Lazio “Per una Economia Partecipata”, il14 novembre 2005 è stato presentato all’Assessorato al Bilancio della RegioneLazio il documento avente come oggetto: Contributo dell’ Associazione Cultura-

le “Il Centro Storico” di San Felice Circeo al Documento di Programmazione Economico-Fi-nanziaria 2006/2008Tre delle osservazioni presentate dalla nostra Associazione sono entrate a far parte del do-cumento finale redatto dalla Regione Lazio. Esse riguardano gli incentivi per il commercionei centri storici, la manutenzione delle spiagge in concessione e il rispetto delle previsio-ni del piano dei porti. Si tratta di un nuovo riconoscimento che ci riempie di orgoglio e ci sti-mola ad andare avanti nel nostro impegno a favore del nostro paese e di chi a San Feliceabita, lavora o viene in vacanza.

Q uelle che servono sono politiche peruna crescita sostenibile, giusta e de-mocratica. Questa è la ragione dello

sviluppo. Lo sviluppo non è uno strumentoper aiutare poche persone ad arricchirsi oper creare una manciata di inutili settori pro-tetti da cui trae vantaggio solo una elite ri-stretta. Sviluppo significa trasformare le so-cietà, migliorare la vita dei poveri, dare atutti una possibilità di successo e garantire achiunque l’accesso ai servizi sanitari e all’i-struzione.

Joseph E. Stiglitz

Argentina, agosto 2005

Diario di viaggioDall’aereo mi appare un panorama di rara bellezza … le montagne si tuffano nel mare

di Uz’

Buenos Aires, 13 agosto 2005

La prima impressione che mitrasmette Buenos Aires è difamiliarità. I volti e gli sguar-

di della gente del quartiere Palermo -dove alloggio - mi sembrano cono-

sciuti.Il primo giorno un “classico” lungo giro alla Boca, do-ve mi ritrovavo immerso nella turistica e allo stessotempo seducente atmosfera di Caminito e del tango.Visito una mostra di pittura contemporanea della fon-dazione Proia, al porto viejo e poi mi concedo unalunga pausa a Porto Madero. Mi sposto in Plaza de Majo. Strana sensazione.... nontrovo le “madres” ma un inspiegabile spiegamento dipolizia, cancellate anti-sommossa e solo qualche re-duce della guerra delle Malvinas.Ho la sensazione che si voglia cancellare il ricordodella tragedia della dittatura e dei desaparecidos.

17 agosto Buenos Aires continua a stupirmi per il suo essermifamiliare anche negli eccessi di lusso e di povertà chesi incontrano per la strada.

In Plaza deMajo mi im-batto in unp i c che t todi disoccu-pati. I colo-ri della ma-nifestazio-ne fannoassumereall’immagi-ne severadella piaz-

za, alla Casa Rosada, alla Cattedrale e al Cabildo untono diverso...A piedi raggiungo il cuore del quartiere di Sant’El-mo….Una lunga pausa-pranzo nell’omonimo caffè di PlazaDorrego dove scopro il piacere del tempo che scorrecon un caffè e il mio ormai inseparabile “Commissa-rio Montalbano”.

El Calafate, 19 agostoSono in Patagonia.Incredibile! Il pilota del volo Aerolineas prima di at-terrare a El Calafate sorvola a bassa quota il Lago Ar-gentino per mostrarci i ghiacciai perenni.El Calafate è una piccola città turistica di quasi10.000 abitanti. Nonostante la bassa stagione misembra vivace e accogliente … il sole rende più ac-cettabile la temperatura. Si, perché a El Calafate fafreddo!È la prima volta che mi aggiro per un tempo così pro-lungato in città fondate sulla maglia ortogonale, la“quadricola” che caratterizza le città costruite dagliSpagnoli in America Latina, Buenos Aires, Montevi-deo, ora anche la piccola El Calafate: devo ancora ca-pirne il perché ma secondo me, dal punto di vista ur-banistico, la “griglia” ispanica funziona proprio bene.È geniale. È una struttura urbana apparentemente

“piatta”, sempre uguale a se stessa. Eppure all’inter-no di questa maglia indifferente la città si qualifica, sidota di luoghi centrali, di spazi di relazione, di iden-tità, insomma. E non credo che le nostre periferie re-centi siano in grado di esprimere una siffatta energia.Secondo me la città di fondazione spagnola in Ame-rica latina è geniale!

20 agostoStamattina, la sveglia ha suonato presto: sono anda-to al parco dei ghiacciai, con un catamarano veloceche ha percorso tutto il Lago Argentino.Non ho mai visto un ghiacciaio perenne… ma nean-che due condor e due picchi al lavoro!!!È da poco trascorsa la mezzanotte. Sto tornando inalbergo dopo una piacevole cena. Ma questa voltachiamo un taxi…. E, all’arrivo, una sensazione magica: mi accorgo chesta nevicando!

21 agostoGuardo il ghiacciaio del Perito Moreno. Sarà per la neve che, lentamente, continua a cadereper tutto il giorno, sarà per la fama che lo precede intutto il mondo ma… rimango a bocca aperta.E penso che nessuna fotografia potrà mai restituire lospettacolo della luce che attraversa i cristalli di ghiac-cio e di volta in volta diviene blu, viola, azzurra.

22 agostoManca poco più di un’ora al volo per Ushuaia.Lascio questi luoghi incredibili con un ricordo moltopiacevole. La gente simpatica e molto rispettosa. E’chiaro che questa città vive del turismo legato aighiacciai, ed è significativa la cordialità e disponibili-tà con cui trattano i turisti.Allo stesso tempo, però, è evidente la cura e la con-siderazione che questa gente ha per il territorio, con-sapevole dell’unicità delle risorse naturali e paesag-gistiche che ha in affidamento. La zona del ParqueNacional de los Glaciales è stata nominata Patrimoniomondiale dell’umanità dall’Unesco fin dal 1981. Nonsi può essere in disaccordo.All’interno del Parco due cose in particolare mi han-no colpito: l’attenzione a non lasciare e a non far la-sciare anche il più piccolo dei rifiuti, che vanno rac-colti in buste di plastica da portare poi in città e ri-porre negli appositi contenitori. E poi la modalità co-struttiva degli approdi nel lago Argentino per i tra-ghetti ultramoderni (e poco inquinanti) che portano ituristi fin sotto i diversi ghiacciai: strutture mobili intubolari di acciaio che usano le pietre locali comecontrappeso.Mi ritorna alla mente quella cura e quel rispetto chevidi nel parco nazionale dei laghi di Plitvi?ka in Croa-zia. Credo che questo siaun comportamento tipicodi quelle comunità chesanno di fondare la pro-pria economia sulle risor-se del paesaggio e solosu quelle...Ushuaia. La tierra delFuego, fin del mundo. Dall’aereo mi appare un

panorama di rarabellezza … le mon-tagne si tuffano nelmare della Tierra delFuego, mentre la ne-ve si riflette in unmare trasparente az-zurro e verde…..sulla costa si svilup-pa Ushuaia. L’aero-porto è su una peni-sola ….. si atterrasfiorando l’acqua.Faccio subito un giro in auto per la città, vivace, e unpo’ retrò e molto accogliente.

Ushuaia, 25 agostoSono ai piedi del Glacial Martial, in mezzo alle mon-tagne e alla neve. Come mi disse una persona cui voglio molto, moltobene , “il silenzio… il silenzio è assordante”.È vero, qui ti senti più vicino a una realtà sovranna-turale, quasi mistica.Da dove sono seduto si vede il mare, il Canal Beagle,e poi la porzione cilena della Terra del Fuego… Cheincredibile paesaggio!

Buenos Aires, 26 agostoDi nuovo a Buenos Aires.Oggi mi dedicherò agli acquisti. Ho girato un pomeriggio per librerie tra Av. Bollao eAv. Corrientes imbattendomi in una quantità rilevantedi volantini pubblicitari di spettacoli porno che distri-buiscono per la strada. Incontro i “cartoneros”, i“clasificadores de la vasura” di ogni età... Da queste parti la raccolta differenziata pare si effet-tui a destinazione: gruppi di persone, tra i più pove-ri, si occupano di selezionare i rifiuti riciclabili diret-tamente all’intero delle cataste maleodoranti nellediscariche, o in città, tra cassonetti e cestini.Si muovono tra i rifiuti accumulati per strada, lavora-no tra la gente che li evita, indifferente.Buenos Aires è anche questo: convivenza (forse) didiversità. Stridente come i palazzi di trentatre piani accanto al-le vecchie costruzioni sette-ottocentesche in chiarostile europeo che non superano i cinque piani.

Roma, 30 agostoTornare a casa dopo un lungo viaggio ha sempre un sa-pore particolare: la gioia di ritrovare il proprio ambien-te, le proprie cose, quel senso rassicurante che ti av-volge. Ma anche quella tristezza velata che ... “è finito”. Stamattina poi mi sono svegliato alle 8.00.... di Bue-nos Aires!

Porto un ritardo di 5 ore,spero di recuperarlo infretta.Sto svuotando le valigie,facendo ordine.E mi scorrono davanti leimmagini del mio viaggio.A Roma fa caldo… sta perpiovere.Bentornato a casa. ■

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TERRITORIO

Turismo

Perito Moreno

Lago Argentino

Boca

Amezzogiorno del 21 giugno1829 al Circeo avvenne unmiracolo. Il primo ad accor-

gersi che una forza superiore ed in-comprensibile stava soggiogando edinvertendo le ferree leggi della natu-

ra fu un signore che svolgeva la sua attività profes-sionale in quella stanza della cosiddetta Torre deiTemplari che si affaccia, con una finestrella sotto l’o-rologio, sulla piazza centrale del paese. Trovo la no-tizia in un taccuino di appunti di Mercurio Pa-gliaroli, che tra l’altro proprio in quell’annoconduceva alcune sue curiose indagini di fisi-ca sul volo dei corvi, forse anche approfittan-do, all’occorrenza, dei venti del promontorio.Pochi mesi più tardi egli pubblicava anche unopuscolo, nel quale, alle pp. 8-10, tra i «mol-ti mezzi cooperatori o ausiliari [...] da me im-maginati per il moto orizzontale degli aerosta-ti» troviamo cenni generali proprio alla «edu-cazione di uno o più corvi» – l’opuscolo è dav-vero più unico che raro: conosco soltanto altridue esemplari: Roma, Biblioteca dell’Accade-mia Nazionale dei Lincei e Corsiniana, e Was-hington, Library of Congress; il titolo è lun-ghissimo e occupa quasi tutto il frontespizio:Progetti del Dott. Fisico Mercurio Pagliaroli diVeroli sulla direzione orizzontale degli aero-stati per impulso aereo [...]; su alcuni mezzidei più atti per sollevare e dirigere l’uomo inaria e farlo passeggiare nelle acque, cosa utile spe-cialmente ai cacciatori; su la riforma della nave a va-pore per impedire i pericoli e gl’incomodi svolgendole vele allorché soffia un vento favorevole [...]; su iltrapano per scavare ne’ letti de’ fiumi e de’ porti, conuomo che discende nel fondo delle acque con mezzisicuri e da potervi reggere lungamente [...], Roma,Tipografia Mauri, 1830) –.Tornando a noi, la breve nota autografa del Pagliaro-li è datata 2 luglio 1829 e recita, in un italiano che hauno strano sapore antico: «Attesi il Dottore nella Tor-re per tre ore, e arrivai da Veroli “cum alba nautisstella refulgeret” [si tratta di una citazione, credo amemoria, dall’amato Orazio, Carmina, 1, 12, 24-25;pare dunque di capire che egli fosse arrivato al Circeoche non era ancora giorno]. Alfine venne, stanchissi-mo e vecchissimo, con occhi acutissimi sotto l’oc-chiali, che credetti essere daverouna fantasima, ma tutto vestitode niro, salendo da un cunicolet-to tutto buio, pensai dal sotterra-neo della Torre stessa. E mi disseche l’orologio da sole più grandedella piazza avrebbe dato ancorail miracolo con l’ombra che retro-cede, non dubitare, al mezzodì,come ai ventuno passati. E m’in-dicò la finestrella quadra pro-spettante la piazza. Poi nell’atte-sa e ragionando mi invitò a bereun Thè, che ci venne servito daun camerierino». Ora, chiunque sappia come fun-

ziona un orologio solare – il Pagliaroli, a mio giudi-zio, faceva riferimento alla meridiana oggi un po’scalcinata, ma ancora ben conservata e visibile pro-prio davanti alla Torre dei Templari: si osservino quinella pagina le foto da me scattate il 5 gennaio 2006;altre ipotesi non mi sentirei al momento di formulare,anche perché non sono un esperto della materia –,chi conosce almeno un po’ le meridiane di quel ge-nere, dicevo, subito capisce che sulla loro superficieverticale l’ombra dello stilo può retrocedere solo ed

esclusivamente a una condizione, e cioè che inter-rompa il suo corso e torni indietro il sole, dal qualedipende integralmente il corretto funzionamento diquesti antichissimi progenitori dei nostri orologi: è diconseguenza del tutto evidente quale sia l’assurdo –o, se si preferisce, il meraviglioso o il miracoloso – diuna simile dichiarazione. D’altra parte delle paroledel Pagliaroli io non mi sentirei assolutamente di du-bitare: è probabile che il giovane scienziato alle pri-me armi fosse davvero venuto a conoscenza – perquale via lo ignoro – del miracolo avvenuto al Circeo,e non sapesse resistere alla tentazione, un po’ inge-nua, di andare subito a rendersi conto lui stesso del-l’accaduto. E a chi altri rivolgersi se non al «Dottore»in persona, che non nomina, e il cui studiolo si affac-ciava proprio sulla piazzetta, e che era forse stato ilprimo, se non l’unico, a vedere e poi a raccontare

quanto era avvenuto a mezzo-giorno del 21 giugno 1829 sottoi suoi occhi stupefatti? Purtrop-po, per quante ricerche io abbiafatto, del miracolo non mi è statofinora possibile rinvenire ulterioririscontri documentari. Anche ri-guardo alla identità del «Dottore»,pazienti indagini da me condottetra i possibili candidati in quellostretto giro d’anni non mi hannomesso nella condizione di poter-ne individuare nemmeno uno cherispondesse anche soltanto inparte alle presumibili caratteristi-che fisiche e spirituali del nostro.

Aggiungo perciò solo un paio di noterelle, per non la-sciare del tutto così in sospeso, dopo averla rievoca-ta, questa vicenda.Giambattista Brocchi, discorrendo della leggenda, an-cora assai viva ai suoi tempi tra gli abitanti del Circeo,di Circe e dei suoi sortilegi e delle erbe da lei ma-neggiate, scriveva che appunto «il nome di Circe è co-là [cioè al Circeo] generalmente cognito al volgo»(Viaggio al Capo Circeo ed osservazioni naturali inque’ contorni. Lettere del sig. Brocchi al sig. Seba-

stiani professore di botanica nell’Università diRoma, «Biblioteca Italiana o sia Giornale di let-teratura, scienze, lettere ed arti compilato davari letterati», 7 [1817], p. 261); e più avanti:«Io non so se Circe abitasse colassù [l’alto pic-co roccioso e aguzzo del promontorio], ma ècerto una diabolica montagna quella che van-ta il suo nome: ripida, scoscesa, tutta ingom-bra di grossi macigni e di folte e intricate bo-scaglie, fra le quali è forza aprirsi il varco perattingere la cima. Ma giunti su quell’altura tro-vasi un compenso dal faticoso viaggio nellamagnifica prospettiva che si padroneggia cosìdalla parte di mare come da quella di terra»(ibid., p. 262). A parte il panorama però, eccoche, sfogliate poche pagine, il Brocchi viene adiscorrere del mitico moly omerico, che alcunistudiosi hanno identificato con la mandragora,e inaspettatamente riferisce: «Io non l’ho rin-venuta: ma siccome si potrebbe incolparne lastagione [il Brocchi scriveva nell’agosto del1817], dirò che il sig. Jella, medico del paese

e studioso di botanica, mi comunicò una lista di 120piante da lui osservate in quel suolo» (ibid., p. 266).E in seguito precisa: «Ora, io trovo la mandragora re-gistrata in una lista di piante del Capo Circeo, che mifu comunicata dal sig. Jella, medico del paese [...]:ma non avendo seco lui tenuto alcun ragionamentointorno a tale materia, non posso dire se quell’erbasia ivi spontanea o se l’abbia adocchiata in qualcheorto. Assai importerebbe di avverare il fatto, essendoper anche oscuro, a quel che ne giudico, se la man-dragora nasca tra noi» (ibid., p. 435). Mi rendo conto però di aver tirato un po’ troppo perle lunghe il mio racconto. Aggiungo soltanto che ci sipotrebbe ovviamente chiedere se il dottore, espertoraccoglitore di erbe, in occasione di un eventuale in-contro con il Brocchi, che giungeva stanco al Circeodopo aver attraversato le paludi, gli avrebbe offerto,chissà, un infuso o una tisana. Io personalmente midomando anche quando esattamente Mercurio Pa-gliaroli abbia redatto nel suo diario quella nota rela-tiva al suo viaggio al Circeo del 2 luglio 1829. Riten-go probabile, ad ogni modo, che quel giorno egli –bevuto o no il «Thè» – non attendesse il ripetersi delmiracolo del 21 e abbandonasse alla svelta lo stu-diolo all’interno della Torre dei Templari, se intendobene il senso della frase che aggiunge subito dopo:«Alla mezz’ora dopo il mezzodì, sempre al dì di duedi luglio, fermai alla Badia di Fossa Nuova presso Pi-perno per il grandissimo caldo. Mangiai lì con i Padrie me ne partii alla volta di Veroli prima che facesse lasera». Il che lascia credere che egli avesse lasciato ilCirceo, distante quaranta chilometri da Fossanova, al-meno tre o quattro ore prima. ■

CULTURA

Archeologia fantastica

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 5

Ad accorgersi dell’evento fu un signore che svolgeva la sua attività nella Torre dei Templari

Un miracolo avvenuto al Circeo il 21 giugno 1829“l’orologio da sole più grande della piazza avrebbe dato ancora il miracolo con l’ombra che retrocede”

di Stefano Pagliaroli

Meridiana

Torre dei Templari

ci di servizio che si affacciavano sul piazzale del portovecchio e sul nuovo porto, oltre ad una nuova stradadi collegamento tra il piazzale e Via Bergamini). Da ultimo e con una sorta di colpo di mano, i privatihanno sottoposto al Parco Nazionale del Circeo, chepure doveva essere coinvolto sin dalla fase prelimina-re della progettazione, un porto “chiavi in mano”,escludendo, per la seconda volta, l’Ente dalla fase de-cisoria. La disinvoltura con cui sia l’attore privato cheil Comune (che ha sempre condiviso ed avallato qual-siasi azione posta in essere dalla società Penta) han-no scelto di stralciare le opere a terra per occuparsidelle sole (più lucrative) opere a mare, lascia quanto-meno perplessi. Davanti a tanta “leggerezza” ammini-strativa bisogna affermare con forza che una correttavalutazione dell’impatto ambientale non può realizzar-si, come in questo caso, proponendo agli Enti e a noicittadini una raccolta di dati, se non contraddittori,quantomeno vecchi di decenni, mentre si lasciano nuo-vamente inevase le molte problematiche così ben evi-denziate nel “libro bianco sul Circeo” redatto daglistudiosi dell’Università Roma Tre e presentato lo scor-so 24 giugno 2004: “…le priorità urbanistiche del-l’attuale amministrazione comunale e tra queste quel-la collegata al progetto di raddoppio del porto e delsuo completamento funzionale sollevano gravi per-plessità circa la loro compatibilità con gli spazi a dis-posizione e soprattutto con la presenza di numerosecriticità urbanistiche e ambientali”. Perché allora non puntare ad un più razionale com-pletamento dell’attuale porto rendendolo accessibi-le e fruibile in modo facile? Perché non regolamen-tare l’uso dissennato dei posti barca, oggi occupatida imbarcazioni che non si spostano mai, fatto que-sto che impedisce il rinnovarsi del movimento in tut-te le stagioni, rendendo impossibile quel flusso tu-ristico necessario per positive ricadute economichee di immagine sulle attività commerciali dell’interopaese? Si fa un gran parlare del modello di portua-lità francese, cui ci si vorrebbe ispirare per trasfor-mare la costa laziale in un susseguirsi di porti edapprodi a distanza di pochi chilometri l’uno dall’al-tro. Ma se rivolgiamo la nostra attenzione a Saint

Tropez, ad esempio, vedremo che in quei porti lapermanenza massima è di soli quindici giorni, il checonsente il frequente avvicendarsi di turisti, con evi-denti vantaggi per quella località così rinomata. Per-ché a San Felice invece si vuole un porto-parcheg-gio, privo di spazi per i servizi?Il territorio di San Felice Circeo risulta già eccessiva-mente sfruttato e “gravemente minato da vicendeedilizie che, a partire dalla fine degli anni cinquan-ta, ne hanno trasformato duramente l’aspetto”, tan-to da erodere le risorse fin quasi al loro totale esau-rimento. Questi dati di fatto, evidenti anche al turi-sta di passaggio, devono d’ora in poi diventare labase per far sì che la programmazione urbanistica(e non la sua frantumazione in varianti, progetti in-frastrutturali ed edificazione libera) non aggravi igià esistenti squilibri territoriali; è necessario avvia-re azioni di recupero sulle tante aree degradate dalmancato rispetto delle regole, ivi incluso quella del-la vigilanza sul territorio, ed è soprattutto necessa-rio che si smetta di avallare progetti a forte impattoambientale. Per questi motivi la nostra Associazioneha presentato alle competenti autorità regionali unlungo elenco di osservazioni alla documentazionepresentata dai proponenti l’iniziativa il raddoppiodel porto, invitando la Regione a respingere il pro-getto.Noi lo vorremmo annullato definitivamente, almeno fi-no a quando il porto esistente non verrà completato,apportando così il suo reale contributo all’intera co-munità e non solo a vantaggio di quanti, pur legittima-mente e con impegno, hanno in questi ultimi 30 annipotuto usufruirne, a leggere il bilancio comunale, gra-tuitamente. Temiamo però che questa strada risulti im-praticabile per questa amministrazione, troppo com-promessa per aver sostenuto non la portualità in ge-nere – il che potrebbe anche essere comprensibile –ma solo alcuni progetti, lasciando abbandonato perdieci anni (la prima elezione di Giuseppe Schiboni asindaco risale infatti al 1996) il porto esistente, le cuicondizioni di degrado sono sotto gli occhi di tutti.Confidiamo che le prossime amministrazioni sappia-no divincolarsi dai sostenitori di questo progetto diportualità “parassitaria” e che, nel frattempo, la Re-gione Lazio esplichi, nel rispetto delle proprie com-petenze, la funzione di garante delle normative vi-genti, comprese quelle in materia di valutazionedell’impatto ambientale.Stamë ancóra a carissëmë amichë. (Siamo ancora acarissimo amico, cioè all’inizio dell’opera) ■

SOTTO LA NOTIZIA

Editoriale

segue dalla primaEditoriale

Errare humanum est, perseverare diabolicum(Errare è umano, perseverare diabolico)

di ALESSANDRO CRESTI

Raddoppio del porto

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Colandrea

Restauro Palazzo Baronale

Con lettera dell’11 ottobre e succes-sivo sollecito del 5 dicembre 2005 alComune di San Felice Circeo sonostate rappresentate dall’Associazione“Centro Storico” alcune perplessità echiesti chiarimenti in merito al restau-ro del Palazzo Baronale.Nessuna risposta.

TTuu tt ee ll aa ddee ll tt ee rr rr ii tt oo rr ii oo

Nei mesi di novembre e dicembre2005 l’Associazione “Il Centro Stori-co” ha chiesto ed ottenuto incontricon gli Assessori ai Lavori Pubblici,all’Urbanistica e alla Tutela dei citta-dini della Regione Lazio per rappre-sentare agli stessi la situazione urba-nistica del territorio di San Felice Cir-ceo con particolare riferimento alleproblematiche connesse all’ipotesidel raddoppio del porto. Si è in atte-sa di incontrare l’Assessore all’Am-biente, on.le Angelo Bonelli.

Raddoppio del portoIl 16 dicembre 2005, a norma di legge,sono state presentate agli Assessoraticompetenti della Regione Lazio le os-servazioni dell’Associazione “Il CentroStorico” in merito all’ipotesi del rad-doppio del porto di San Felice Circeo.

CCoonnvveeggnnooA primavera, l’Associazione “Il CentroStorico”, su richiesta dell’Associazio-ne Regionale per la lotta contro le il-legalità e le mafie nel Lazio “Antoni-no Caponnetto”, organizzerà un con-vegno a San Felice Circeo, al qualeparteciperà il Procuratore NazionaleAntimafia, dott. Piero Grasso.

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Èl’anno 2099. L’ultimobaluardo della resisten-za ponzese, arretrato da

circa due mesi sull’isola di Pal-marola, è caduto eroicamente. Si

trattava di una fortezza ormai simbolica, eppu-re i feroci Gommonauti, come loro costume,non hanno fatto prigionieri. La storia avevaavuto inizio circa cinquanta anni prima, quandola Provincia Pontina Dei Porti si era proclamataindipendente anche grazie allo strapotere eco-nomico che le veniva dal fatto di aver trasfor-mato in approdo turistico fino all’ultimo metrodei suoi centoventi chilometri di costa. Già agliinizi del XXI secolo si era capito quale sarebbestato il destino di quest’area posta al centro delMediterraneo, vale a dire da quando, nel giro dipochissimi anni si erano visti comparire, nel-l’ordine: il raddoppio del porto del Circeo, lacostruzione della sontuosa Marina di Torre Ole-vola, la realizzazione della Mega Darsena diGolfo Sereno, il nuovo porto di Terracina, l’am-pliamento di quello di Sperlongaper non parlare delle struttureciclopiche di Gaeta e Formia;inoltre era stato completato ilporto di Latina a Foce Verde chesi univa idealmente (e non solo)al Circeo grazie al porto-canaledi Rio Martino e alla Darsena In-terna che, di fatto, aveva trasfor-mato i Laghi Costieri – resi co-municanti tra loro – in una baiaesclusiva. Lo sfruttamento inten-sivo del fiume Sisto e dei canalidi Badino e Borgo Sant’Antonioera stato portato a termine e perfino il CanaleMussolini era stato reso navigabile. La provin-cia nata dalla Bonifica divenne oggetto dei de-sideri di tutti i marinai della domenica che co-minciarono a prenderla d’assalto in numerosempre maggiore; e sempre di più furono lebarche che solcarono quello che era stato unodei tratti di mare più belli del mondo, un mareche, alla fine si arrese e si trasformò in unacloaca a cielo aperto: nessuna forma di vita,con fondale pieno zeppo di rifiuti organici edinorganici e sulla cui superficie ormai galleg-giava, e galleggia tuttora, uno strato di alcunicentimetri di benzina e gasolio. Ma la cosa nonsembrò impressionare chi era stato causa diquesto desolante scenario perché ormai quelloche rimaneva del mare era diventato il loromondo, il loro WaterWorld, la loro droga; ed an-zi si organizzarono in Bande e partirono allaconquista di altri Territori a cominciare dalleIsole Pontine. Ora, dopo averle distrutte, sistanno dirigendo oltre, verso il Sud dove, dico-

no, la gente del posto si prepara alla difesasotto le insegne gloriose degli Amalfitani...

Fantascienza? Credete che lo scenariodescritto sia così improbabile? E allora sappiate che tutti i progetti elencati so-no in massima parte assolutamente veri (e chis-sà quanti, che vanno oltre la nostra immagina-zione, giacciono in qualche cassetto in attesa ditempi opportuni); e sappiate che molti sono ipolitici di questa provincia che, più o menoapertamente, non vedrebbero male la loro rea-lizzazione. Come pure, naturalmente, non man-cano gli imprenditori che, da bravi speculatoricresciuti e pasciuti, non esiterebbero a fare car-ne da macello del Circeo e del suo mare, salvopoi andarsi a godere il ricavato della specula-zione su qualche atollo incontaminato. Il tuttocon la benedizione del sindaco di San Felice,Giuseppe Schiboni, il quale aiuta a tacitare le

coscienze sostenendo che il si-stema delle nostre coste è ormai“sclerotizzato”e che può, quindi,subire qualsiasi ulteriore violen-za.Ed in questo verso rema anchequalche aspirante nostrano alPremio Pulitzer che scrive su cer-ta stampa a proposito del rad-doppio del Porto del Circeo; infat-ti, dalle colonne di una testataprovinciale (Il Territorio del31/12/05 e del 04/01/06) sonostati esternati alcuni concetti a

sostegno delle imprese private che voglionorealizzare nuove strutture portuali, che, diciamola verità, ci lasciano un po’ perplessi. Ve ne sot-topongo uno che è una vera chicca “Gli armato-ri e gli imprenditori sono in fermento ma tuttoviene bloccato. E’ come se la regina di Spagnaavesse detto a Colombo che le barche (sic!) nonsi potevano costruire perché tagliare gli alberiper il legno era un attacco alla natura e all’am-biente. A quest’ora non avremmo scoperto l’A-merica”. Ma non meno efficace è la seguentecarrellata: “Fare il porto al Circeo? E' brutto co-me lo è stato fare Ninfa, Pompei, la Lanterna diGenova. Ma la costa si erode? Anche il Vesuviosi è arrabbiato contro Ercolano e Pompei, tra ilCirceo e i Monti Ausoni e Lepini c'era il mare, enessuno allora aveva costruito porti perché gliuomini non c'erano. Facciamo le strade, realiz-ziamo i porti, sogniamo di cambiare il mondoperché senza il nostro mondo cambiato l'uomonudo e debole verrebbe sbranato dalle fiere. Ladifferenza tra l'uomo e gli altri esseri viventi sta

nel pollice opponibile,nella possibilità di fa-re. Se non fa, se noncostruisce non è sem-plicemente più uomo.”Cari signori, abbiatepazienza, ma un paiodi modeste osservazio-ni le vorremmo fare.Siamo certamente traquelli cui vengono ibrividi al pensiero diuna vita senza pomodoro e senza cioccolato an-che se, quando si parla della scoperta delleAmeriche, il pensiero corre prima ai 32 (trenta-due) milioni di nordamericani e sudamericanimassacrati in una maniera o nell’altra sia dagliintraprendenti conquistadores cui non venne le-sinato il legno per fare le barche, che dai lorodiscendenti. Per quanto riguarda le avventatesortite filosofico-antropologiche, facciamo nota-re che il pollice opponibile lo hanno anche mol-ti altri esseri viventi; ad esempio, è tipico dellaquasi totalità dei Primati (scimmie, tanto per ca-pirci) e non ci risulta che scimpanzé, oranghi,gorilla ecc. abbiano costruito strade o porti. E,aggiungeremmo, per fortuna; dal momento cheloro, oltre al pollice, hanno anche l’alluce oppo-nibile! La verità è che quello che distingue laspecie homo sapiens sapiens dalle altre non ètanto la capacità di costruire ma bensì quella didistruggere, il che è proprio quello che si otter-rebbe con l’attuazione dei programmi degli “im-prenditori” pontini o ciociari che siano. Lo scrittore e filosofo americano Elbert Hub-bard, noto per i suoi aforismi, sosteneva che ilgiornalista è una persona il cui lavoro consistesoprattutto nel separare il grano dalla pula; e,naturalmente, nel provvedere che la pula siastampata. Si tratta di una opinione forse esa-geratamente ricca di acredine ma ogni voltache si leggono cose prive di senso come quel-le di cui abbiamo voluto farvi partecipi, ci vie-ne da pensare che il suo giudizio sia fin trop-po generoso. ■

È pura fantascienza?

Water World La costa del Circeo nel mirino di speculatori cresciuti e pasciuti

di E. Dantes

DALLA CITTÀ

Il Fatto

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Borgo Montenero

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TERRITORIO

Evento

Sabato 29 ottobre, un lumi-noso pomeriggio di sole alCirceo, con il mare fermo e

placido come l’olio, una sorta diIndian Summer (quel periodo distabilità meteorologica e tempe-

rature più alte della media, che sovente ricorrealle latitudini nordamericane tra la fine di otto-bre e gli inizi di novembre) o se volete, per ri-maner legati alle nostre ben più antiche tradi-zioni, un bell’anticipo dell’estate di San Martino,a segnare l’inizio di un lungo ponte di vacanza.I notiziari sciorinano, solerti e zelanti, i dati sul-la situazionemeteo e sullecode di vacan-zieri e migrantidel ponte inmarcia su stra-de, come al so-lito, ingorgate(cosa c’è di piùrilassante daraccontare, conla finanziariache incom-be?)… E SanFelice? Sonnec-chia, placido co-me sempre, a godersi il sole che illumina il pro-montorio e dirada a fatica la foschia sul mare. Sistiracchia un po’ a rilento, nel sole del mattinoe scruta, incuriosito, la spiaggia, i marciapiedi diLa Cona o i tavolini della piazza per scorgere unpo’ di quel “movimento”, solo un po’ e senzaesagerare, perché della folla e del traffico ferra-gostano proprio non si sente la mancanza. Epoi, si sa, il troppo stroppia. E invece niente, lemezze misure sembrano aver fatto la stessa fi-ne delle mezze stagioni: non ci sono più!.. Tra inegozi, le gelaterie ed i ristoranti (quelli “stori-ci” aperti anche in questo periodo, si intende)si notano di più le facce rilassate dei cittadini edegli addetti (a ranghi ridotti) agli esercizi com-merciali, che al Circeo ci vivono, che non quelleincantate o incuriosite dei gitanti o dei viandan-ti, sia pure occasionali. Ma le spiagge? Magari èlì che sono andati i turisti di cui si parla, a go-dersi il bel sole autunnale. Qualcuno lì c’è, edostenta, fiero, la propria indifferenza all’essereuna sparuta minoranza rispetto ai tanti bambinidi San Felice, agli habituè del footing, ed aimolti cani che frugano e scorazzano, felici, tra icumuli di rami secchi e di altri articoli di moder-nariato (uno addirittura sonnecchia sulla carcas-sa di una lavatrice) che una recente mareggiataha depositato sulla spiaggia, davanti agli stabi-limenti chiusi come tabaccai quando hai finito le

sigarette. Un’anziana coppia in sgargianti co-stumi, trova anche il coraggio di immergersi inmare, proprio davanti ad una signora che acuta-mente fa osservare al proprio compagno:“…sono senz’altro stranieri; a loro sembra cal-do perché vengono dal freddo; ma per noi nonè così, perché veniamo dal caldo. E’ tutto un fat-to psicologico…”. Già, un fatto psicologico,come lo è il fatto che l’aritmia di cui soffre que-sto luogo - che fibrilla nelle poche settimaneestive per offrire ai molti turisti che passano inquel periodo ciò che sembrava già poco ai po-chi (e sono sempre di meno) che al Circeo sono

“di casa”(anzi, di se-conda casa) odisposti atrattenersi dipiù, e cheboccheggia ilresto dell’an-

no ad inseguire e gli uni e gli al-tri che è riuscito entrambe ascontentare (miracolo!) - è con-siderata soltanto un banale ac-ciacco, non poi così grave da farrischiare l’infarto o il collassodel paese. Si può pensare che,in fondo, l’antico blasone (sep-pure un po’ appannato), il sole(quando c’è), il mare (quando èpulito) e il promontorio (se resta verde) conti-nueranno a fare l’altro annuale miracolo delmangia due mesi e dormine pure dieci, alla fac-cia delle tante cassandre, sempre pronte a vati-cinare sciagure, oscurando così il futuro del ca-sato. E finora è stato, forse, proprio così. Madomani? Basteranno il sole e il mare o non sarànecessario cambiare rotta per evitare gli scogli?La nostra associazionese lo è chiesto ed hapromosso la discussio-ne del tema nel corsodella presentazione dellibro “Il sistema turisti-co di San Felice Circeo –Caratteristiche e temicruciali” avvenuta il 29ottobre 2005. E nondev’essere stata la pri-

ma o la sola a farlo a giudicare dalle tante per-sone che sono state presenti per ascoltare le re-lazioni ed hanno fatto sentire la propria voce.Una voce talvolta critica verso le Autorità pre-senti, talvolta volenterosa ma un po’ fuori tema,talvolta infastidita per l’”esternalità” dell’inizia-tiva (a cosa poi ci serviranno questi dotti studiche vengono a spiegarci i nostri miracoli o dircicome e cosa fare, avranno pensato i presen-ti…) ma, e ben venga anche la critica se servealla discussione, hanno avuto l’occasione di far-lo. Soprattutto, grazie alla generosa sensibilitàdimostrata dalle due prestigiose Università ver-so l’impegno profuso da una piccola (ma nean-che tanto) associazione culturale, hanno avutoun’occasione di riflessione su problemi di SanFelice e su prospettive economiche e di qualitàdella vita di tutti i Sanfeliciani, senza distinzionidi professione, di censo o di appartenenza. Po-trà non sembrare molto, è vero, ma è comunqueun’opportunità non data a tutte le comunità; ove

poi fosse stata anche solo percepita come unmodo alternativo alle sagre o alle riffe ferrago-stane, ormai dilaganti, (senza volerne sminuirela funzione che, in certi contesti, esse pure han-no) per impiegare risorse, in questo caso repe-rite senza costo per la collettività che ne bene-ficia (altro miracolo!), per finalità utili, non sem-brerà affatto poco.

29 ottobre 2005 - Hotel Maga Circe

Indian summer a San Felice CirceoRiflessioni sulla presentazione dei risultati dello studio della LUISS

di Emilio Di Brizzi

““IILL SSIISSTTEEMMAA TTUURRIISSTTIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO””

e““LLIIBBRROO BBIIAANNCCOO SSUULL CCIIRRCCEEOO””Coloro che fossero interessati ad avere gratuitamente una copia

delle pubblicazioni, possono telefonare al n. 328.6110379Coloro che fossero interessati ad avere gratuitamente una copiaColoro che fossero interessati ad avere gratuitamente una copia

delle pubblicazioni, possono telefonare al n. 328.6110379

Lungomare inizio anni ’40

Paesaggio anni ’50

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 9

TERRITORIO

Evento

Occorre però chiedersi se quanti hanno decisodi assistere alla presentazione possano riteneredi aver dedicato un pomeriggio al proprio vive-re futuro a San Felice o di avere, masochistica-mente, sottratto le proprie membra al sole d’au-tunno. E qui onestà intellettuale vuole che, al dilà delle caratteristiche della domanda e dell’of-ferta turistica locale evidenziate nello studio, cisi domandi soprattutto se i punti di debolezzaemersi corrispondono alla realtà e se le possi-bili soluzioni prospettate siano concretamentepraticabili. Ciò perchè il valore e l’importanzadell’ambiente, della bellezza del posto, dellatradizione e dei tanti altri valori positivi, pureemersi, noi, miracolati Sanfeliciani, li conoscia-mo bene.“Bisogna trovare il modo di vendere, anche al-

l’estero, una giornata di sole così….”, ha os-servato il Professor Caroli. Ci ha poi spiegato,però, che per farlo occorre avere strutture e ser-vizi, non solo adeguati per numero, ma anchesempre fruibili (e ci vengono in mente i negozi,i ristoranti, gli alberghi, gli stabilimenti pieni co-me uova in agosto e serrati come carceri ad ot-tobre), operatori che cooperano tra loro o conoperatori di aree limitrofe e chiedano od orga-nizzino eventi di interesse turistico di qualità(improvvisamente ci ricordiamo che a San Feli-ce lo straccio si chiama “targinese” e che per laprossima riffa dovremo aspettare l’estate), cheoccorre darsi un posizionamento strategico escegliere un tipo omogeneo di turisti verso cuiorientare la propria offerta (e ci viene in mentela solitaria coppia di stranieri che abbiamo in-contrato sulla spiaggia la mattina e la variopin-ta folla di frequentatori che incontreremo al Cir-ceo l’estate prossima), la fruibilità delle proprierisorse di valore (e qui ci viene in mente, malin-conicamente, il cane sulla lavatrice della mattinaed il verde promontorio del Circeo, inaccessibi-le come uno scrigno). Ci dice, infine, che fattotutto questo, si potrebbe e dovrebbe rilanciarel’immagine del Circeo. E qui ci sembra che abbiaproprio ragione: farlo prima sarebbe come pub-

blicizzare una nuova cura mostrando ilpaziente in piedi, sì, ma con le flebo an-cora attaccate al braccio.E il Sindaco cosa ne pensa? Annuisce edillustra alcuni problemi del paese, avver-titi nei due mesi di pienone estivo, co-me il traffico, la viabilità, i parcheggi,l’assenza di adeguate infrastrutture turi-stiche e, soprattutto, ricettive: i postiletto sono davvero pochi. Quest’ultimasembra la carenza più grave su cui in-tende intervenire, favorendo la costru-zione di nuovi alberghi (verso il lungo-mare), ma anche campi da golf e centrisportivi (verso Montenero); e cita, ad

esempio, il fatto che ove mai il Comune “impaz-zisse” e disponesse di risorse per effettuareuna campagna promozionale, in Italia o all’este-ro, che procurasse l’afflusso di nuovi turisti, nonsi saprebbe dove sistemarli (ci chiediamo, incu-riositi in che periodo arriverebbero e cosa po-tremmo offrirgli, mare a parte ed esclusa laspiaggia. Idea: una riffa con i biglietti in ingle-se…). Illustra quindi altri progetti relativi all’a-pertura di nuove strade sul promontorio (versoil faro), un nuovo assetto della viabilità già spe-rimentato, la creazione di nuovi parcheggi (sulpromontorio e non solo), la creazione di un col-legamento pedonale tra il porto ed il centro sto-rico, lungo le pendici del promontorio, la crea-zione, in quest’ultima area, di un parco archeo-logico (ci chiediamo di che resti archeologici sitratti) insieme all’esproprio e l’apertura al pub-blico della Villa di Lepido, a San Rocco. Storditidall’elenco, pensiamo immediatamente a comepotremo, in tranquillità, pagare i parcheggi a lu-glio ed agosto, senza doverci litigare il postocon Romani e Napoletani, e che avremo un’infi-nità di spazi (anche nel verde, all’ombra dellequerce del promontorio) e strutture vuote, dasettembre a giugno, per poter organizzare sa-gre, riffe e spettacoli di majorettes (non ci han-no, in fondo, appena spiegato che bisogna de-stagionalizzarsi?…)

Ma, banditi gli scherzi, ora che abbiamo letto ediscusso gli studi, che si fa?Semplicemente, si inizia.Si inizia ad operare, nei limiti delle forze e del-la possibilità che questa associazione ed i suoiassociati avranno, per realizzare nuove iniziati-ve e progetti, coerenti con quanto abbiamo ap-preso e già ben chiari nella nostra mente, che iSanfeliciani, tutti e nessuno escluso, potrannogiudicare e, se lo riterranno, contribuire a rea-lizzare. La partecipazione e la discussione, conquanti di Voi disponibili, delle idee che abbia-mo già e di quelle che ci verranno ascoltando leVostre, vuole e deve essere il costume e l’es-senza della nostra associazione. Già, perché se

c’è una cosa che per noi è già cer-tezza è il bisogno dei cittadini diparlare dei propri problemi e diparlarsi ricevendo, però, proposteper una loro soluzione. Abbiamo,perciò, intenzione di rispondereanche a questo bisogno, proce-dendo per singole tematiche edorganizzando appositi incontri,che porteremo pubblicamente al-l’attenzione di chi può o deve agi-re, senza però trasformarci, è benedirlo subito e con chiarezza, da“promotori” civici, quali intendia-mo essere nell’ambito delle regole

e degli scopi della nostra associazione, in meridifensori civici: San Felice è vivo e combattivo enon ha bisogno di altri tutori.Siamo tuttavia consapevoli che le idee e le in-tenzioni, anche le migliori, hanno spesso biso-gno di diventare tangibili e concrete, di trasfor-marsi in azioni e dare risultati. Ed è ciò che ci siaccinge a fare, con convinzione ed abnegazio-ne, nei prossimi mesi.All’associazione, dunque, il compito di farequello che saprà e potrà, ai cittadini tutti la fa-coltà di partecipare al suo futuro e giudicarlaper ciò che, ci auguriamo, riuscirà ancora a rea-lizzare per questo Paese. ■

GioielleriaLuigina Bartelloni

Piazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEO

Centro Storico

tel. 0773.548292

Rinomata Macelleria

COCCIAVia XX Settembre, 13

S. Felice Circeo - Centro storico

tel. 0773.546454

Associazione Culturale “Il Centro Storico”Coloro che fossero interessati alle nostre iniziative possono

telefonare al n. 328.6110379, inviare un fax al n. 06.5198 5217o inviare una e-mail a: [email protected]

In piazza: barbiere

Spiaggia e lungomare primi anni ’50. Stabilimento “da Mario” oggi “la Bussola”

Via Cristoforo Colombo inizi 1900

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 10

TERRITORIO

Piste ciclabili - Lettere

Forse ci siamo fatti trasportaredal dato estremamente positi-vo dello scorso anno quando

in neanche due mesi erano state rac-colte oltre 2500 firme. Forse eravamoconvinti che residenti e turisti avreb-

bero capito i motivi di tale iniziativa e che ci avrebbe-ro seguito con costanza ed entusiasmo nel corso deiprossimi anni fino al raggiungimento dell’obiettivo fi-nale, una rete sufficientemente estesa, fruibile e sicu-ra di piste ciclabili. Così non è stato ed a fronte di tan-to impegno ci ritroviamo con un risultato che è ugual-mente importante ma che lascia un pò di amaro inbocca: 1603 firme raccolte in più di quattro mesi.Anche questa volta, quello che fa più riflettere non èil dato prettamente numerico, anche perché più di1500 firme non sono mai poche, ma i commenti chehanno accompagnato questa iniziativa ed il fatto cheuna parte importante di persone non ha ritenuto ne-cessario impegnarsi nuovamente nella raccolta dellefirme. Cerchiamo, allora, di dare risposta ad alcunedelle osservazioni che sono state mosse nei confron-ti di BiCirceo 2005.Per qualcuno è stato sufficiente aver firmato l’annoscorso. Ma l’idea di riproporre ogni anno la raccolta fir-me, cercando di arricchirladi contenuti e di estenderlaanche ai territori di Sabau-dia e di Terracina, porta consé l’obiettivo primario di fa-re costante pressione alla/eAmministrazione/i locali perriuscire ad avere in futuro una rete tale da coprire leprincipali vie di comunicazione ed estendersi fino allungomare di Sabaudia ed al suo centro, a Terracina edalla pista ciclabile che porta verso la località Campo So-riano, al Parco Nazionale del Circeo ed ai suoi sentieri.Con la possibilità, quindi, di poter girare in biciclettasenza rischiare di essere investiti e, come purtroppocontinua ad accadere, di vedere delle vite spezzate inmodo così violentemente stupido; di dare ulterioreprestigio a San Felice Circeo poiché sono molti i turistiche amano girare in bicicletta ed una destinazione tu-ristica che ne risulta priva perde inevitabilmente “clien-ti” a favore di quelle località che possono vantare al-cune decine di chilometri riservati esclusivamente a

questo mezzo di trasporto; di dare sollievo al traffico,al problema dei parcheggi e, in parte, all’inquinamen-to nei periodi più caldi dell’estate.Secondo altri, invece, visto che a seguito della prece-dente edizione nulla era stato ancora fatto, firmare ofar firmare non sarebbe ser-vito alla causa “piste cicla-bili”. Ma non è possibilepensare di veder realizzataanche solo una pista cicla-bile nel giro di pochi mesi. Questo perché su buonaparte del territorio di San Felice ricadono numerosi vin-coli legati all’esistenza del Parco Nazionale del Circeo,paesaggistici ed ambientali ed ottenere i necessari fi-nanziamenti dalla Provincia di Latina così come dallaRegione Lazio comporta comunque dei tempi media-mente lunghi. Quello che si può osservare è come maii suddetti vincoli vengano presi in considerazione nelcaso di opere di pubblica utilità, come adesempio le piste ciclabili, ed ignorati inve-ce quando si tratta di realizzare interventiedilizi e/o infrastrutturali più o meno dis-cutibili. Ma questa è tutta un’altra storia.Queste motivazioni sono comunque validee ci sentiamo in dovere di rispettarle ma

fanno riflettere sulla possi-bilità, nei prossimi anni, diproporre iniziative che ab-biano come obiettivo un in-teresse collettivo, cosa chenon sembra essere molto

frequente daqueste parti,e che sonoun impegnonon indiffe-rente per chile organizza.Lasceremoallora le sor-ti di San Feli-ce Circeo,per quel cheriguarda lepiste ciclabi-li, nelle mani

di questa Amministrazione nella speranza che abbiacapito ed accolga le istanze della sua popolazione. Ri-mane sempre aperta la nostra disponibilità a prenderein considerazione quanto singoli ed associazioni vor-ranno proporre in futuro per cercare di riqualificare San

Felice Circeo.Tornando a BiCirceo 2005,le firme raccolte, come acca-duto in precedenza, saran-no consegnate presso l’Uffi-

cio Protocollo del Comune e di ciò sarà data comunica-zione sul prossimo numero de “Il Centro Storico”. Inquell’occasione faremo anche il punto della situazionesullo stato delle opere in programma, in particolare lepiste ciclabili e/o marciapiedi che dovrebbero portareverso Mezzomonte (con la possibile estensione fino atorre Paola), Terracina e Borgo Montenero.Non ci rimane, a questo punto, che ringraziare tutti

coloro chehanno contri-buito allarealizzazioneed al succes-so di quest’i-n i z i a t i v a ,

nella passata così come nell’attuale edizione. Cosìtante persone che ci è impossibile nominarle tutte.Come lo scorso anno, allora, salutiamo il nostro LucaGiordani di 11 anni, che anche questa volta si è con-traddistinto per generosità ed impegno. Un esempioper tutti! ■

Si è conclusa la seconda edizione della raccolta firme per le piste ciclabili

BiCirceo 2005: dei conti…la resa?Un risultato non convincente che fa riflettere

di Carlo Saverio Zanni

quest’anno la raccolta di firme per lepiste ciclabili lascia un po’ di amaro

in bocca“ “

per qualcuno è stato sufficiente averfirmato l’anno scorso“

secondo altri, visto che nulla era statoancora fatto, firmare o far firmare non sa-rebbe servito“ “

Lettere al Direttore

✉ La carica dei CentocelleCaro Direttore,vorrei condividere anche con lei il disappunto che ho provato nell’apprendere la notizia diun ulteriore esborso, da parte del mio comune, di 20.000,00 €, destinati a finanziare laormai famosa semifinale del concorso “La carica dei Centocelle”. Già questa estate mi nac-quero molte perplessità sul fatto che danaro pubblico dovesse essere utilizzato per eventidi dubbia utilità, ma pensai che le motivazioni addotte dal Sindaco e dall’Assessore al Tu-rismo andassero verificate. Cosa sostenevano, infatti, i nostri eminenti politici? Che l’imma-gine del Circeo avrebbe tratto benefici incredibili da quella manifestazione anche grazie alfatto che le riprese effettuate dietro le quinte avrebbero costituito il materiale per un rea-lity show da distribuire sul circuito Sky. Ebbene, ho voluto controllare ed ecco cosa ho po-tuto vedere: in tarda serata, sul canale Leonardo di Sky (quanti lo seguono?) sono sfilati iragazzi del concorso dei quali ci veniva detto più o meno tutto della loro vita e delle loroaspirazioni; il tutto intervallato dalle riprese di un cortile nel quale tutti i concorrenti balla-vano mentre, solo sporadicamente, veniva mostrato uno scorcio di un lungomare che solouna persona del luogo o un villeggiante abituale potevano identificare con quello del Cir-ceo. Insomma, il nulla mischiato col niente!Nonostante ciò, i nostri amministratori hanno voluto accogliere la richiesta di un ulteriorefinanziamento da parte degli organizzatori dello spettacolo sostenendo, come si legge nelrelativo atto deliberativo che “il ritorno di immagine per questo comune è stato superiorealle aspettative per gli interventi mediatici televisivi e delle testate giornalistiche nazionalied internazionali”. Non mi voglio lasciare andare a commenti ingiuriosi e non voglio neppure gridare “Vergo-gna!” all’indirizzo di chi evidentemente non è più capace di provare questo stato d’animo; mauna cosa vorrei evidenziare e cioè i pareri tecnici che accompagnano la deliberazione dellaGiunta: il primo della Responsabile del Settore Turismo che dice: “Favorevole, in considera-zione di esplicita direttiva dell’Ente” (traduzione: non sarei d’accordo, ma se il Capo vuole

segue a pag. 12

SCUOLA

Un progetto

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 11

Il progetto stranieri dell’Istituto Comprensivo

“L. da Vinci “ di San Felice Circeo (LT)

L’Istituto Leonardo da Vincidi San Felice Circeo nel-l’anno scolastico 2005/06

annovera 849 alunni iscritti, di cui 70sono stranieri. Essi rappresentanol’8,2% dell’intera popolazione scola-stica e, se allarghiamo la prospettiva,

in un paese come San Felice Circeo che conta circa8000 abitanti residenti, la presenza di extra comuni-tari regolarmente registrati e residenti è di 478, circail 6% della popolazione residente (2 punti percen-tuale più del dato italiano che è del 4,1% -datiISTAT). Sempre secondo le analisi dell’ISTAT per ilprossimo anno si prevede un incremento della popo-lazione straniera (stimato del 1,4% - 1,8% circa).Tale incremento della popolazione straniera residen-te nel nostro paese è dovuto anche, in misura nontrascurabile, al continuo aumento dei nati di cittadi-nanza straniera (figli di genitori residenti in Italia, en-trambi stranieri) che si traduce in un saldo naturale(differenza tra nascite e decessi) in attivo. L’appor-to della popolazione straniera alla crescita demogra-fica è decisamente rilevante, soprattutto se contrap-posto al bilancio naturale della popolazione residen-te di cittadinanza italiana che risulta negativo nellamaggior parte delle regioni.Dati significativi che disegnano un quadro dai colorisempre più vari e raccontano storie di popoli prove-nienti da paesi sempre più lontani. La realtà scolastica dunque sta cambiando; alunni in-diani, polacchi, russi, rumeni, arrivano nelle nostreclassi, spesso senza nemmeno conoscere il vocabo-lario minimo per lo scambio di un saluto.Con la loro silenziosa determinazione, ascoltano lanuova lingua, i nuovi gesti, i nuovi usi. Questi bambi-ni e questi ragazzi rappresentano, per le loro fami-glie, la speranza di una integrazione; essi sono spes-so l’unico tratto d’unione con l’esterno, l’unico con-tatto linguistico con la gente del posto.La scuola più di ogni altra Istituzione vive diretta-mente la dimensione antropologica del paese e me-glio di ogni altra Istituzione è sensibile ai bisogni delterritorio.Per loro, per i ragazzi stranieri che frequentano la no-

stra scuola, è già in atto un progetto di alfabetizza-zione e di integrazione, previsto dal POF (Piano del-l’Offerta Formativa), articolato e strutturato, che pre-vede interventi sia in aula che fuori dall’aula. I do-centi coinvolti nell’insegnamento dell’Italiano aglistranieri sono stati formati preventivamente, con uncorso interno all’Istituto, e hanno acquisito gli stru-menti didattici per effettuare un intervento linguisticosugli studenti non italofoni. In tutti e tre gli ordini discuola (infanzia, primaria e secondaria), presentinell’Istituto Comprensivo L. da Vinci, lavorano dun-que insegnanti che oltre ad avere disponibilità, ver-satilità ed entusiasmo per un tipo di attività “diversa”da quella tradizionale, hanno anche maturato alcunecompetenze specifiche come la conoscenza di tecni-che glottodidattiche. L’insegnamento dell’Italiano co-me lingua seconda (L2), così infatti viene definitauna lingua straniera che si apprende direttamente nelluogo in cui si parla, può essere poco efficace semancano le conoscenze minime per un “approcciomirato” e i risultati potrebbero non arrivare mai. L’im-portanza fondamentale per l’acquisizione della lin-gua è data dalla motivazione. L’intervento sarà piùefficace se toccherà argomenti di interesse rilevanteper il destinatario.La scuola oggi è il microcosmo di una società mul-tietnica e multirazziale. Prendere atto di una trasfor-mazione, che coinvolge a vari livelli tutto il territorionazionale, significa razionalizzare l’entità del feno-meno e gestire come risorsa la presenza degli stra-nieri nel nostro paese. Lo scambio culturale, il reciproco rispetto dell’indivi-duo in quanto tale, la solidarietà, sono tutti valori lacui giusta considerazione non può che giovare ad unasocietà democratica. Il primo passo va in direzione dell’accettazione dell’al-tro, in quanto “diverso” per co-lore, per lingua, per religione;nei confronti di chi è distantedalla cosiddetta “normalità”. L’impegno della scuola consi-ste nel generare spiriti consa-pevoli e aperti, nel maturareconvinzioni per scambi solida-li e reciproci nei confronti dichi, in un dato momento stori-co, è più debole.

La scuola inoltre promuove l’integrazione sociale elinguistica, il rispetto per l’individuo e i suoi diritti. Lavita in un paese straniero non è sempre facile. L’ur-genza della quotidianità, non supportata dal lessicominimo della sopravvivenza, potrebbe essere vera-mente difficile. La conoscenza di base della lingua italiana risolve iproblemi di chi necessita di cure mediche, di chi de-ve provvedere ai bisogni alimentari propri e dei fami-liari, di chi vuole raggiungere stazioni ferroviarie, callcenter, aeroporti e così via.L’acquisizione di un codice linguistico, seppure ini-zialmente caratterizzato da un bagaglio lessicale mi-nimo, che esprima i bisogni del “qui ed ora”, con-sente a queste famiglie di sentirsi meno isolate, piùintegrate almeno inizialmente attraverso l’integrazio-ne dei figli.Ma operare solo su un fronte non basta, non è suffi-ciente coinvolgere i giovani che vivono all’internodella comunità scolastica. E’ necessario che il lavorosi compia anche all’esterno, che lo sforzo sia con-giunto.Per questo il “Progetto stranieri” oltre ad attuare unintervento diretto agli alunni stranieri iscritti pressol’Istituto rivolge la sua attenzione alle famiglie dei ra-

gazzi e si occupa concretamenteanche degli adulti, attraverso unprogetto di alfabetizzazione pri-maria della lingua italiana.È stata concepita l’idea di un’al-fabetizzazione primaria, comediritto che ogni uomo possiededi giungere, attraverso l’educa-zione permanente, ad una digni-tosa esistenza. La conoscenzadella lingua potrebbe consentire

un’integrazione delle famiglie che spesso si chiudo-no all’interno delle loro etnie senza tentare un mini-mo rapporto con la gente del posto. L’ Istituto Comprensivo “L. da Vinci “ si sta adope-rando per attivare un corso di lingua italiana per stra-nieri, contando soltanto sulle proprie risorse umaneed economiche. Una considerazione finale: In un mondo in cui tutto si muove all’insegna della su-perficialità e dell’interesse economico, per i pochi su-perstiti di ideologie anacronistiche veterotestamenta-rie, come siamo noi insegnanti, la scuola rimane unadelle poche istituzioni che investe ancora in valori co-me il rispetto, la fiducia e l’attenzione verso il prossi-mo di qualsiasi razza, colore o religione esso sia.n.b.: Non sono azioni quotate in borsa. ■

L’Istituto Comprensivo“Leonardo da Vinci”

Da questo numero inizia unacollaborazione con la scuola e

precisamente l’IstitutoComprensivo “L. da Vinci” al

quale verrà d’ora in poiriservato un apposito spazio sul

nostro giornale da gestire inmodo del tutto autonomo.

Extracomunitari al lavoro nei campi

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 12

TERRITORIO

Lettere - Delibere

così, obbedisco); il secondo dellaResponsabile del Settore Ragione-ria che recita: “Favorevole ma sub-ordinato alla efficacia della delibe-razione di Consiglio di assestamen-to di Bilancio” (traduzione: i soldinon sono ancora disponibili ma seil Capo ha bisogno di dimostrareche pagherà per un impegno giàpreso, obbedisco). Caro Direttore,vuole anche la ciliegina sulla torta?Eccola: né l’Assessore al Turismoné l’Assessore al Bilancio hanno fir-mato la deliberazione in questione.Il Circeo è proprio misterioso!

(lettera firmata)

n.d.r.: Che dire? Personalmente hosentito solo commenti negativi sul-la manifestazione di quest’estate enon posso che condividere e unir-mi alla sua protesta per la nuovainiziativa.

✉ Borgo MonteneroCaro Direttore,sono una mamma di Borgo Monte-nero e desidero sapere per quantotempo ancora i miei figli dovrannoaspettare la famosa palestra tantopromessa e inserita nel program-ma elettorale dell’AmministrazioneSchiboni.Anni ormai sono passati e si senteancora solo parlare di piscina,campi da golf ed altro! Quello cuinoi genitori teniamo di più è la pa-lestra. Le promesse per la sua rea-lizzazione che fine hanno fatto?Come possono poi pretenderequesti signori di riconquistare ilnostro voto dopo questa incapaci-tà di risolvere un problema così ur-gente e necessario?

(lettera firmata)

n.d.r.: Gentile Signora, ho imparatoha diffidare delle promesse di que-sta Amministrazione ma, volendoessere sempre positivo, la invito anon disperare che prima o poi lapalestra da voi tanto desideratavenga realizzata.

Gentile Direttore,in seguito alla lettera di richiesta didelucidazioni sull’operato pocotrasparente dell’Associazione “LaTorre” desidero unirmi a coloroche aspettano chiarimenti riguardola mancata convocazione dell’As-semblea Generale e conseguentenomina del nuovo Direttivo.Non credano coloro che continua-no a firmarsi “La Torre” che le per-sone non abbiano la capacità di ri-flettere e trarre le dovute conside-razioni.

(lettera firmata)

n.d.r.: Come Lei sa ho già chiestoun chiarimento. Approfitto per sol-lecitarlo.

N Data Oggetto

190 del 02/11/05 Rideterminazione delegazione trattante di parte pubblica. Annullamento atto G.C. n. 87/04

191 del “ Costituzione in giudizio ricorso c/o TAR Lazio – De Marzi Claudio contro Comune. Nomina legale. Prelievo dal fondo di riserva. (avv. C. De

Angelis – 3683,26 €)

192 del “ Revoca incarico professionale arch. Del Duca F.A. conferito con del. di G.C. n. 29/04 per progettazione e redazione completamento P.P.E.

Centro Storico

193 del 07/11/05 Variazione N. 1 al PEG settore AA.GG.

194 del “ Atto di prelazione per acquisto immobile vincolato di Torre Olevola

195 del “ Variazione N. 2 al PEG settore AA.GG.

196 del 16/11/05 Adesione al progetto di servizio territoriale per lE Government

197 del “ Patrocinio morale alla Coldiretti per giornata del ringraziamento

198 del “ Patrocinio morale alla locale Biblioteca per presentazione libro

199 del “ Patrocinio terza edizione Master in agenti di sviluppo locale anno accademico 2005/06 presso sede di Latina Facoltà di Economia (7.000,00 €)

200 del 23/11/05 Nomina esperti esterni in tecniche di valutazione per realizzare il controllo di gestione (importo non definito)

201 del “ Modifica art. 3 del Regolamento per il funzionamento nucleo di valutazione

202 del 24/11/05 Revoca atto di Giunta del 16/11/05

203 del “ Partecipazione al Bando CNIPA per la costituzione del CST

204 del “ Patrocinio morale alla soc. See Level Entertaiment per cortometraggio

205 del “ Variazione PEG settore Amministrazione Generale

206 del 29/11/05 Lavori completamento bonifica dissesti in località Quarto Caldo e Vigna La Corte. Approvazione nuovo quadro economico.

207 del “ L.R. n. 60 del 27/09/91. Richiesta contributo per interventi a sostegno della promozione turistica di San Felice Circeo

208 del “ Mostra Simultaneart verso l’isola di Circe. Richiesta contributo Regione Lazio e Provincia di Latina

209 del “ Evento di Moda e Spettacolo Agosto 2006. Richiesta contributo economico Regione Lazio

210 del “ Prelievo dal fondo di riserva per luminarie natalizie e calendario manifestazioni (30.000,00 €)

211 del “ Prelievo fondo di riserva per contributo a 3 Centri Sociali Anziani (6.000,00 €)

212 del “ Costituzione in giudizio Guerra Alberto. Nomina legale (avv. C. DeAngelis – 4.646,77 €)

213 del “ Patrocinio associazione C.A.L.T. Lotta ai tumori

214 del “ Costituzione in giudizio ricorso al TAR Lazio Soc Coop. Il Cormorano contro Comune . Nomina legale (avv. C. De Angelis – 4.646,77 €)

215 del “ Costituzione in giudizio atto di citazione avanti Giudice di Pace Terracina promossa da Catone Antonio. Nomina legale (avv. F. Altieri -

612,00 €)

216 del “ Prelievo dal fondo di riserva per tumulazione salma (1.200,00 €)

217 del “ Ulteriore finanziamento allaM.P. Film per manifestazione “La Carica dei Centocelle” (20.000,00 €)

218 del “ Costituzione in giudizio ricorso innanzi C.d.S. promosso dal sig. De Marzi Claudio / Comune – Nomina legale (avv. C. De angelis –

6.102,01 €)

219 del “ Costituzione in giudizio avanti al Tribunale di Latina contro Angellotti per rilascio terreno località Borgo Montenero di proprietà del Comune

di San Felice Circeo . Nomina legale. (avv. C. De Angelis – 5.089,39)

220 del 16/12/05 Lavori completamento marciapiedi Borgo Montenero. Approvazione progetto preliminare e definitivo. Estensione incarico professionale.

221 del 23/12/05 Bando per la progettazione, realizzaione e gestione delle infrastrutture per il collegamento ad Internet

222 del “ Festa della madonna della Mercede. Erogazione contributo anno 2005 (3.500,00 €)

223 del “ Circeo Comix Show – seconda edizione. Concessione Patrocinio e contributo (23.000,00 €)

224 del “ Prelievo dal fondo di riserva per riparazione vettura di servizio (1.592,00 €)

225 del “ Costituzione in giudizio ricorso TAR Lazio Capponi Nando/Comune. Nomina legale. Prel. fondo di riserva (avv. V. Macari – 3.913,46 €)

226 del “ Patrocinio morale realizzazione giochi gonfiabili per bambini

227 del 27/12/05 Anticipazione di tesoreria per anno 2006-01-11

228 del “ Prelievo fondo riserva – Insufficienza intervento di bilancio 1.01.02.03 (2.000,00 €)

229 del “ Somme non soggette a pignoramento 1° semestre 2006

230 del “ Pagamento somme al sig, Fabrizi Pietro per restituzione capitale di affranco terreno Pantano Marino- Prelievo dal fondo di riserva

(5.503,17 €)

231 del 29/12/05 Integrazione capitolo 56/4 – Autorizz. prelievo fondo di riserva (600,00 €)

232 del “ Dizionario del dialetto circeiense. Acquisto copie (1.080,00 € )

233 del “ Ricorso forma lavoro interinale per reperimento n. 5 istruttori contabili per mesi 6 (importo non indicato)

234 del “ Indirizzi inerenti la riscossione delle entrate comunali ICI e TArsu anno 2006

235 del “ Affidamento incarico per progettazione e redazione variante urbanistica zona di La Cona – Pantano Marino (arch. A Montuori – arch. M

Mastroianni. 79.240,00 €)

236 del “ Contributo Associazione “La Voce delle Donne” .Prelievo dal fondo di riserva. (3.000,00)

237 del “ Affidamento incarico per programmazione e redazione P.P.E. in variante di P.R.G. di La Cona e via Sabaudia (104.040,00 €)

238 del “ Servizio di segretariato sociale anno 2006

Delibere di Consiglio Comunale83 del 12/12/05 Riconoscimento debiti fuori bilancio decreto ingiuntivo avv. Marcelli

84 del 22/12/05 Richiesta di giudizio di compatibilità ambientale relativa a “Progetto di completamento funzionale del porto turistico nel comune di San Fe-

lice Circeo” depositato in data 07/11/05 dalla PENTA s.r.l. RESPINTA (la proposta di delibera era stata presentata dai consiglieri di mino-

ranza)

85 del “ Adeguamento e compendio della tavola n. 5 di zonizzazione del vigente P.R.G. alle disposizioni della d.g.r n. 5736/79

86 del “ Approvazione progettazione preliminare ai sensi della L. 109794 impianto polisportivo con piscine e servizi Borgo Montenero

Delibere di Giunta Comunale

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 13

INTRATTENIMENTO

Personaggi Tipici - Oroscopo

Felicetto e Umberto, condannati a sei mesi direclusione, per aver disarmato e malmenatoun brig. Di finanza, scontarono la pena nel

carcere di Viterbo.Per la verità i due non si sentivano colpevoli e riteneva-no la condanna ingiusta, perché il giudice non aveva te-nuto conto della provocazione da parte del brigadiere.Comunque, per il loro temperamento socievole e ancheper passare il tempo, fecero amicizia con tutti i dete-nuti. In particolare, Felicetto legò con Romoletto, capodi una piccola banda di ladruncoli, che nell’immediatodopoguerra operava nei mercati generali di Roma.Romoletto non si considerava un delinquente e tan-tomeno un ladro. Per lui i ladri erano quelli che ruba-vano ai poveri o svaligiavano le case degli anziani.Lui, assieme alla sua combriccola, si arrangiava pervivere, senza danneggiare seriamente qualcuno. In-fatti prelevavano da ogni autocarro uno, massimodue colli, cioè cesti o platò.Gli autocarri, carichi di merce varia, arrivavano alleprime ore del mattino e stazionavano incolonnati nelpiazzale antistante il mercato. In attesa che la sirenane annunciasse l’apertura, gli autisti, stanchi, schiac-ciavano un pisolino.La zona era scarsamente illuminata e la vigilanzaquasi inesistente.Romoletto operava con quattro collaboratori, mentreun quinto, proprietario di un autofurgone, attendevala merce in un angolo nascosto nelle vicinanze. Lamerce era destinata, secondo le ordinazioni, a dei ri-

venditori periferici, i qualifacevano un taglio del 20-30% ai prezzi correnti.Quando l’autofurgone ave-va fatto il pieno, o meglioraggiunto il quantitativo or-dinato, partiva per la con-segna e Romoletto e i quat-tro se ne andavano alle rispettive case.Romoletto, saltuariamente, per arrotondare gli introi-ti, faceva il facchino; anzi, ufficialmente, questo era ilsuo mestiere.Il ricavato della merce veniva diviso in sei parti ugua-li. La banda aveva delle regole precise da osservare:1) Come già riferito, si poteva prelevare da ogni au-tocarro uno, massimo due colli, in modo da non ap-portare danni e, nel contempo, farla franca. Infatti,quasi mai si accorgevano dell’ammanco. 2)Qualorafosse stato beccato qualunque di loro, non dovevaassolutamente rivelare i nomi degli altri. 3)Nel casoche uno della banda finisse in prigione, la sua quotadoveva essere corrisposta ai familiari.Per questo motivo, Romoletto si sentiva tranquillo,poiché alla moglie e ai suoi due bambini, non manca-va il minimo da vivere.Felicetto possedeva un florido vigneto di moscato incontrada Mezzomonte. L’uva di quella zona, comequella del Brecciaio e della Giuncarella era la più preli-bata e commerciabile, perché conservava il suo coloregiallo-oro e la sua freschezza anche per diversi giorni.

Per tale motivo era molto ricercata e alcuni commer-cianti l’acquistavano, per fare la “ncuppatura” al mo-scato di Terracina.Felicetto, ogni tanto accompagnava la sua merce, perassistere alla vendita.Una volta l’autocarro arrivò dopo la mezzanotte ementre l’autista faceva la pennichella, Felicetto scesefuori e si accese una sigaretta.All’improvviso si sentì chiamare per nome; si voltò ericonobbe Romoletto.Dopo abbracci e baci, ecco il dialogo intercorso:”Matu! Cosa fai qua? Non dovevi scontare ancora qualchemese?!” – “Sono uscito a seguito dell’ultima amni-stia e ho ripreso la mia attività. Ma tu! Felicetto, co-me mai da queste parti?” – “Sono venuto con questoautocarro, che trasporta anche l’uva della mia vigna,per assistere alla vendita – continuando Oh! Mò staiattento a non fregare proprio me!”“Ma Felicetto! Ti pare?!” e Felicetto: “Tutta questa fi-la di autocarri viene dal mio paese e trasporta l’uva diSan Felice” e Romoletto: “Stai tranquillo! Adessopasso parola e vedrai che nessuno si permetterà ditoccare un grappolo né della tua uva, né di quella deituoi compaesani”. ■

da O’KEA’MUSdi Andrea De Sisti

ArietePer tutto il mese, in amore, potrebbero verificarsi alcune incomprensioni; biso-gna dialogare di più e agire con più dolcezza. Saturno vi sostiene anche nellasalute e nei rapporti di lavoro. Siate sereni e fiduciosi. (dal 21/3 al 20/4)

ToroMarte ancora nel tuo segno, fino a metà mese, stimola le tue più nascoste qualità:capacità organizzative, valutazione prudente della tua economia ed una certa grintache ti incoraggia ad osare. Anche in amore sei in gran forma. (dal 21/4 al 20/5)

GemelliIl mese inizia con un bel Mercurio e questo vuol dire che t’invita a superare pic-coli contrattempi quotidiani di lavoro e di studio. Un Saturno dinamico ti aiuta seti impegni con buona volontà e perseveranza e … queste ultime non ti sonoproprio congeniali. (dal 21/5 al 21/6)

CancroDato il favore di Marte, Urano e Giove puoi scegliere se privilegiare l’amore o illavoro. Se preferisci l’amore dimostrati più tenero ed espansivo. Nel lavoro in-vece ti si presentano proposte per migliorare la tua carriera. (dal 22/6 al 22/7)

LeoneSaturno starà nel tuo segno per molto tempo, non solo per questo mese. Il fred-do pianeta ridimensiona la tua tendenza a comandare. Puoi riassettare ragione-volmente la tua vita amorosa. Potrai anche far valere la tua capacità organizza-tiva nel lavoro con i fatti, senza tante parole. (dal 23/7 al 23/8)

VergineSplendido mese con Venere e Marte favorevoli che ti stimolano a fare scelte im-pegnative e forse rivoluzionarie. L’amore sarà una boccata d’aria fresca che ti ri-sveglierà dal torpore delle abitudini. Nel lavoro: nuove indicazioni da seguiresenza ripensamenti. (dal 24/8 al 22/9)

BilanciaSaturno ti sostiene positivamente, mentre venere disarmonica potrebbe re-galarti momenti eccitanti, ma effimeri, da vivere serenamente senza peròpuntare all’eternità. Nel lavoro un po’ di fatica e qualche tensione. (dal 23/9al 22/10)

ScorpioneL’opposizione di Marte (ancora per pochi giorni) va gestita senza farsi prende-re dalla voglia di “fare” a tutti i costi. Giove favorisce l’espansione in tutti i set-tori della vita: amore, lavoro, studio. Non trascurate l’aspetto fisico … potrestemettere su qualche chilo! (dal 23/10 al 22/11)

SagittarioË il momento giusto per una ripresa in campo professionale ed economico. L’a-more può darti più di quanto pensi, ma non proprio tutto. Le energie sono almassimo: occorre concentrarsi. (dal 23/11 al 21/12)

CapricornoIn amore vi attende un progetto ambizioso, con Venere e Giove favorevoli; po-trebbe riuscire se avrete la costanza di portarlo avanti. Intensi momenti di tene-rezza. Non nascondete il vostro lato romantico. (dal 22/12 al 20/1)

AcquarioNon è più tempo di tentennamenti o di compromessi. Saturno v’invita ad esserepiù seri ed affidabili. Novità in amore e nuove possibilità di lavoro. (dal 21/1 al19/2)

PesciCresce il desiderio di cambiamenti e fidatevi, in questo momento, delle vostre in-tuizioni. Seguite gli impulsi del cuore otterrete più di quanto desiderate. Bene illavoro e i rapporti sociali. (dal 20/2 al 20/3)

Oroscopo di Febbraio 2006

di Aldebaran

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IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 14

SPORT

Calcio/Canoa

Abbiamo rischiato le dimissioni del Presidente Ciampa

“Franchi tiratori” sulla Nuova CirceNonostante la squadra abbia raggiunto la categoria della “promozione”

Non è miaintenzio-ne fare

una requisitoria,però ritengo do-veroso commen-

tare un evento che ha rischiato se-riamente di “gettare alle ortiche” illavoro di una stagione agonistica.Arrivo subito al punto; di ritorno inautobus, dopo l’esaltante vittoriadi Torrice in terra ciociara, in unclima d’esaltazione e gioia colletti-va per il risultato acquisito, con inbocca il gradevole sapore del suc-cesso, che rende meno snervantee più gradevole il viaggio che ci ri-porta a casa, il presidente Ciampasi è rivolto ai ragazzi ringraziando-li per l’entusiasmante giornata disport che gli hanno regalato, poitra lo stupore generale, visibilmen-te corrucciato ha espresso la vo-lontà di lasciare la carica di massi-mo dirigente per questioni perso-nali. Non mi c’è voluto molto percapire che il presidente si è senti-to ferito nella sua dignità da “unqualcuno” che usando degli "esca-motage" da “falso delatore”, l’haaccusato d’usare la Nuova Circecome uno “specchietto per le allo-dole” per coprire degli interessimeramente personali. Ora, senzacercare aiuto e copertura sotto“l’ala protettrice” di un’autorevo-lezza che volente o nolente, inogni caso mi appartiene, poiché ri-copro in seno alla formazione san-feliciana il ruolo d’addetto stampae quello di redattore sportivo diquesto giornale, ma tenendo fedead un patto con il lettore che comeha detto Pier Paolo Pasolini “ con-sidero degno d’ogni più scandalo-sa ricerca”, ci tengo a far presenteche in queste due stagioni vissutea stretto contatto con l’ambientedella Nuova Circe, ho trovato sol-

tanto l’amore viscerale ed a volteistintivo di un uomo che ha visto inquesta squadra una propaggine dise stesso, una persona che ha in-vestito molto, tanto denaro spesoin cinque anni, un “vuoto a perde-re” che trova giustificazione sol-tanto in una passione sconfinata. Ilpresidente ha sempre adempiuto ipagamenti dei rimborsi spese, equel qualcuno che ha fatto delle il-lazioni così denigranti ed ingiurio-se dovrebbe sapere, se conosce lastoria della Nuova Circe, che laPromozione, categoria nella qualemilita la formazione sanfeliciana,qualche hanno fa era un’utopia, ese oggi è un vanto per questo pae-se si deve soprattutto all’attualegruppo dirigente, con il presidenteCiampa in testa. Posso garantireche nella Nuova Circe c’è soltantogente che lavora seriamente, per-sone che “regalano” tempo e de-naro, ed alle quali certi “colpi bas-si”, certi “chiacchiericci” da bar,partoriti evidentemente da chi pro-va un’invidia strisciante, fanno ca-dere le braccia. Fortunatamente, ilpresidente Ciampa, è tornato suipropri passi e ci auguriamo che laprossima volta il “mistificatore”parli con cognizione di causa anzi-ché infangare il lavoro di un grup-po dirigente, che in questi anni hafatto i salti mortali per mantenerela squadra ad un certo livello. Tor-nando a parlare di calcio giocato,la Circe dopo la vittoria sul Sant’A-pollinare, è stata sconfitta per 1-0sul campo del Boville, la squadrafavorita al salto di categoria ed hapareggiato in casa contro La Luccaper 0-0. Dopo questi due passi fal-si, la formazione di mister Laurettiha reagito con orgoglio vincendocon un largo 3-0 a Torrice, graziea Di Emma e ad una doppietta delredivivo Mancini. In casa, contro la

Terra di San Be-nedetto, la Circes’imponeva per

2-0 con reti di Mancini e Farinella,e sfiorava a più riprese la terza re-te con un irresistibile Pecchia econ Palmieri che coglievano i legnidella porta. Era una Circe che la-mentava diverse defezioni quellache perdeva pesantemente controil Formia 1905 per 3-0. Dopo unprimo tempo equilibrato, la squa-dra sanfeliciana si disuniva ad ini-zio ripresa, appena dopo l’espul-sione di Palmieri che fino alloraaveva tenuto uniti i reparti. Con ilriposo natalizio, arrivato giusto atempo per recuperare gli infortu-

nati, c’è stato il gradito ritorno diDe Liguoro, l’attaccante che avevagià vestito la maglia della NuovaCirce, nella precedente esperienzadi mister Lauretti. A Scauri, su uncampo sempre difficile per tutti, laNuova Circe portava a casa un me-ritato pareggio per 1-1, grazie aMancini che a metà della ripresa ri-equilibrava la partita con la trasfor-mazione di un calcio di rigore sa-crosanto, per un fallo su Pecchia.Nella partita interna con il Prosse-di, una Nuova Circe con i soliti pro-blemi di formazione e con tantigiovani, teneva testa con orgoglioalla blasonata formazione deimonti Lepini, ma era costretta a la-sciare i tre punti per una rete sub-ita in circostanze fortuite verso lafine del primo tempo. ■

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Molte vittorie per le sorelle Eleonora e Denise Di Matteo

2005. UN ANNO“PIENO” D’AGONISMOProgetti ancora più ambiziosi per il 2006

di Eleonora Di Matteo

Per me e mia sorella Denise, il 2005 è statoun anno corredato di successi anche se cisiamo contraddistinte in due specialità leg-

germente diverse. Io, Eleonora, mi sono tolta moltesoddisfazioni nel Dragon Boat, sport emergente inItalia, mentre mia sorella Denise si è contraddistintain ambito canoistico. In effetti, per Denise è stato unanno indimenticabile poiché oltre alle soddisfazioniottenute per le vittorie negli svariati Campionati Ita-liani nella categoria ragazzi (sulle distanze di 500 –1000 – 5000 – 12000 metri), ha conquistato le me-daglie nella categoria juniores, accedendo in questomodo nella squadra Nazionale e partecipando a ga-re di notevole rilevanza. In particolare, voglio ricor-

dare la gara internazionale di velo-cità che si è svolta in Germania, ilCampionato Europeo di velocità inBulgaria nella categoria juniores, ilCampionato Mondiale in Ungheria,le Olimpiadi per ragazzi a Lignanoed una finale mondiale raggiuntacon il k4, nella categoria junioressulla distanza di 500 metri. Io misono cimentata nel Dragon Boat,partecipando a varie competizionie ottenendo sempre buoni risulta-ti. La mia preparazione è comincia-ta ad Aprile quando ha partecipatoalle selezioni per i Campionati

Mondiali di Firenze, nelle quali ho vinto, mentre aLuglio con Martina Celebrin, una ragazza di BorgoVodice, ho preso parte hai Campionati Italiani Senio-res (anche se sono ancora junior) riuscendo a con-quistare un sudatissimo quarto posto. Dopo questirisultati, sono partita per Venezia dove mi sono al-lenata in vista dei Mondiali tenutisi a Berlino in ago-sto, nei quali ho fatto parte dell’equipaggio juniordella Nazionale Italiana. Sfortunatamente, abbiamosoltanto accarezzato il sogno di portare a casa del-le medaglie, poiché nei 1000 metri siamo arrivatiquinti, mentre nei 200 e 500 metri abbiamo sfiora-to il bronzo. Dopo due settimane dai Mondiali, sonopartita per Caldonazzo, vicino Trento per partecipa-re al “Palio dei Draghi dei Comuni d’Europa”, men-tre nel mese di settembre ho dato priorità alla ca-noa, poiché c’erano gli assoluti a Milano. La “miastagione”, si è conclusa il 15 ottobre con i Campio-nati Italiani juniores di canoa, nei quali con l’equi-paggio di Sabaudia ho potuto vincere l’oro sia nei200 sia nei 500 metri. Per il 2006 l’obiettivo di miasorella Denise sarà di raggiungere delle finali nel k1nelle gare all’estero, per me invece quello di entra-re di nuovo a far parte della Nazionale Italiana diDragon Boat. ■

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Lo spazio della città

IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG. 15

Ellie ha da poco compiuto sette anni quando sua so-rella maggiore Andrea viene brutalmente uccisa. Tresono i sospettati dell'omicidio: il rampollo della più

ricca famiglia del paese, un timidissimo compagno di scuo-la, e un operaio quarantenne. È stata Ellie

a trovare il cadavere ed è stata la sua testimonianza a in-chiodare quello che lei ritiene il colpevole. Sono passativentidue anni da quel terribile delitto e l'uomo che avevaaccusato da bambina sta per essere rilasciato: Ellie nonpuò fare a meno di impegnarsi per inchiodare, una se-conda volta, il colpevole...Un libro scorrevole, che si legge facilmente ma… con unfinale estremamente deludente; stavolta la Clark non ri-esce a soddisfare l’accanito pubblico di lettori che la se-gue fedelmente. Dopo tanti successi come “La culla vuota” e “Dove sonofiniti i bambini” questo testo lascia un tantino insoddisfatti, forse per lamancanza di suspence e di colpi di scena, fatto sta che non è uno dei mi-gliori. Sarà perchè non ha saputo creare l'atmosfera della provincia, o for-se perchè cade leggermente nello scontato sia nella trama che nel finale,cosicché è una lettura che non piace all’unanimità come invece è accadu-to per i precedenti. ■

ORA LEGALEdi Antonio Di Salvo

Le Azioni a difesa del possesso /2: Si fa seguito all’articolo pubblicato nel numeroso ul-timo scorso del ns. giornale, per proseguire l’analisidelle azioni a difesa del possesso.

La azione che succintamente analizziamo in questo numero è l’a-zione di reintegrazione (o di spoglio) di cui agli artt. 1168 e 1169cod. civ..L’art. 1168 c.c. prevede che: «… Chi è stato violentemente o oc-cultamente spogliato del possesso può, entro l’anno dal soffertospoglio, chiedere contro l’autore di esso la reintegrazione del pos-sesso medesimo. L’azione è concessa altresì a chi ha la detenzio-ne della cosa, tranne il caso che l’abbia per ragioni di servizio o diospitalità. Se lo spoglio è clandestino, il termine per chiedere lareintegrazione decorre dal giorno della scoperta dello spoglio. Lareintegrazione deve ordinarsi dal Giudice sulla semplice notorietàdel fatto senza dilazione.» (cfr. art. ult. rich.)Attraverso l’esperimento di questa azione, colui che è stato violen-temente o clandestinamente spogliato del suo possesso chiede,contro l’autore dello spoglio, il recupero del possesso medesimo.Il temine per l’esercizio dell’azione è di un anno dallo spoglio o,nel caso questo fosse clandestino, dalla scoperta dello spoglio. Ilcodice prevede che il Giudice dovrà ordinare la restituzione dellacosa in base alla semplice notorietà del fatto operando con la mas-sima celerità procedurale. L’azione potrà essere avviata sia dalpossessore sia dal detentore della cosa figure, queste, ben distin-te nell’ordinamento vigente. Infatti il detentore è colui che ha ladisponibilità della cosa potendola utilizzare tutte le volte che cre-de senza difficoltà alcuna pur riconoscendo che la proprietà dellacosa è di altri (es.: il conduttore, il comodatario); invece, il pos-sessore è colui che non ha la detenzione del bene (es.: il locato-re).Nel prossimo numero verrà trattata l’azione di manutenzione di cuiall’art. 1170 c.c.. ■

ANGOLO DELLA POESIA

I libri più letti

La figlia prediletta di Mary Higgins Clark

di Alessia Bravo

Panzanella aceto e mentucciaIngredienti:pane raffermoacetomentucciaoliosale

Ponete su un piatto delle fette di pane leggermente bagnate. Condite conuna spruzzata d’aceto, sale, mentuccia e abbondante olio.

Introspezionedi Tommaso Di Prospero

La notte è calata, con lei il buio che copre i colori del paesedella mia spensierata fanciullezza, e complice Morfeo,chiude gli occhi al tempo che c’è ma non a quello andato…riflessioni aspettano la coscienza e l’anima.Si libra la mente, evadono pensieri e ricordi nella quietee nella cecità di cui l’oscurità è pregna…introspezioneattende all’orizzonte.Accanto al promontorio che supino riposa; su, all’antico borgo,nel dedalo di piccole ed anguste viuzze illuminateda bagliori appena accennati, davanti al mare, con le onde che si vanno a spiaggiare, trovando in questa dipartitala loro sublime essenza, riposa l’acredine…che virulentascorre nelle viscere, facendo di me un uomo solo che affrantovaga…Le stagioni mutano, la natura rinnova e cambia le suetonalità, ed io…lì a contemplare…l’andirivieni edil fluire del tempo.

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Compleanni

Il 4 Febbraio è il compleanno di Tatiana Neri. Tanti Auguri per i suoi 12 anni da mam-ma papà, Giorgia e dalla famiglia Aquino.

4 Febbraio. Dai Valerio! Sono 19! È ora che vai a prendere la patente? Auguri da chiti vuol bene.

Buon compleanno il 7 Febbraio a Fiorella Barbisan dalla mamma e dalle sorelline.

Un mondo di auguri l’8 Febbraio a Giancarlo che compie 38 anni, con amore Gianna.

8 Febbraio. Tatiana e Giorgia Neri fanno tanti auguri al loro papà di Buon Complean-no con un messaggio “Sei fantastico, non cambiare mai…ti vogliamo bene così co-me sei.”

Auguri a Giancarlo Neri l’8 Febbraio dai tanti amici che con simpatia e disponibilità hasaputo conquistare.

Il 12 Febbraio compie gli anni il centrocampista Andrea, tanti auguri da mamma e pa-pà.

14 Febbraio. Innamorato come sei non potevi nascere in un giorno diverso….a Da-nilo Menegatti tanti Auguri di Buon Compleanno dalla moglie e dalle figlie.

Buon Compleanno il 16 Febbraio a Gianna Del Vecchio da amiche e amici.

20 Febbraio. Tanti Auguri ad Anna Del Vecchio per il suo compleanno da Gianna,Giancarlo, Tatiana, Giorgia, Giovanni, Nunzia e Nico.

20 Febbraio. A Lorenzo “Primula Rossa” tanti auguri di Buon Compleanno dalle zie

Buon Compleanno a Giuliana Marin il 2 Marzo dalla mamma.

2 marzo. Tanti auguri di buon onomastico a Nico Aquino da chi gli vuole un mondodi bene. La famiglia Neri.

Il giorno 14 Marzo di 10 anni fa, in casa Marin, è sbocciato un bellissimo e piccolis-simo fiore di nome Giordana. Con la stessa intensità di quei momenti viene vissutoogni anno. Tanti Auguri da mamma e papà.

Auguri il 14 e 15 Marzo a Serena e Marco Coppi dalla nonna Dora e dalle zie.

21 marzo. La famiglia Aquino fa i migliori auguri a Cristiana Attanasio per il suo com-pleanno.

Buon Compleanno a Marilena Barbisan dalla mamma e sorelline il 23 Marzo.

25 marzo. Giancarlo, Gianna, Tatiana e Giorgia. Tanti auguri alla loro amica Nunzia.

Il 27 Marzo la nostra carissima Mena compie i suoi meravigliosi 50 anni e noi amicidesideriamo esprimerle tutto il nostro affetto, la nostra gratitudine e l’immensa stimache abbiamo nei suoi confronti. Auguri di cuore dagli amici.

Alla porta bandiera più pazza del Borgo, non solo in occasione del Carnevale… tan-ti auguri per i suoi primi 50 anni il 27 Marzo, dai numerosi amici sparsi per il Lazio.

Anniversar ioA Tonino e Graziella,

gli eterni innamorati … auguroni il 12 Febbraio.

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Il 24 Febbraio è l’anniversario di Milvia e Gianfranco.

Anche se in ammollo da 27 anni il vostro matrimonio non è

ancora ammuffito…..continuate così.Tanti auguri dagli amici.

PAOLAParrucchiera

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