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Anno XIX n. 89 della nuova serie Taxe perçue Italy Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 periodico trimestrale - ottobre 2015– mero doppio (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 NE/TS in caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto. IL DALMATA Giornale fondato a Zara nel 1866 e soppresso dallʼAustria nel 1916 Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE DALMATI ITALIANI NEL MONDO - LIBERO COMUNE DI ZARA IN ESILIO Successo del 62° Raduno dei dalmati italiani nel mondo A SENIGALLIATUTTI PRESENTI NONOSTANTE I BOICOTTAGGI di Rosanna Turcinovich Giuricin I Raduni degli esuli sono sempre stati una festa, determinata dal de- siderio dell’incontro, dalla viva- cità delle genti istriano-fiumano- dalmate, dai tanti progetti da realizzare, dai programmi e dal- le battaglie da affrontare, anche quella di coinvolgere le seconde e terze generazioni, forse la sfi- da più difficile. Consapevolezza quest’ultima che ha reso gioioso l’inizio del 62.esimo incontro dei Dalmati riuniti per la decima volta a Senigallia nello scorso fi- ne settimana, perché a “tagliare” il nastro della manifestazione è stata una bambina di soli nove mesi, figlia e nipote dei Matulich, e il suo nome è Zara. Crescendo scoprirà di avere radici in una terra bellissima, di far par- te di un popolo sparso con una storia difficile da comprendere e che si cerca di trattenere in vario modo ma, in particolare, salvan- do quella dimensione culturale che è il collante fondamentale per saldare un’appartenenza. Il primo a rivolgersi ai Dalmati con grande affetto e profonda umanità è stato il vescovo, Mons. Giuseppe Orlandoni, seguìto dal Sindaco Maurizio Magialardi, che ha preso parte anche alla ce- rimonia di domenica durante la quale è stato reso omaggio a tutte le vittime delle guerre e ai defunti, con la partecipazione, sempre sentita, della Fanfara dei Bersaglieri in congedo. Il tutto da- vanti al Duomo dopo la Santa Messa, come da programma. Come al solito, il Raduno è co- minciato con l'Incontro con la cul- tura dalmata, il 19.esimo, nella mattinata di sabato; è proseguito con la riunione del Consiglio co- munale, svoltosi nel pomerig- gio, dove è stato possibile tocca- re con mano la tristezza di rapporti umani compromessi da una dia- triba che dura da troppo tempo tra Padova, dove si riunisce la Giun- ta dell’Associazione Dalmati ita- liani nel Mondo-Libero Comune di Zara in Esilio, ed il responsa- bile della sede triestina della Fon- dazione Rustia Traine, e si è con- cluso con l'assemblea della do- menica mattina, dopo la Santa Messa e le celebrazioni di rito. Il fatto: a San Marino nel 2011 è sta- to rieletto sindaco dei Dalmati l’imprenditore Franco Luxardo, votato dalla maggioranza dei pre- senti che l’avevano preferito al controcandidato Renzo de’ Vi- dovich. La pesantezza è presente al Ra- duno, dove ci si conta. Per ragioni anagrafiche, quello dell’esodo è un mondo che sta scomparendo, pochi i giovani che si conoscono tra loro tanto da poter assicurare un ricambio. Gli incontri di mi- gliaia di persone degli anni Cin- quanta, di diverse centinaia fino a qualche anno fa, stanno diven- tando un ricordo. Se deve finire dovrebbe avvenire con quell’e- leganza e civiltà di cui il popolo dalmata è sempre stato un esem- pio per tutti. L’appello del Con- siglio è di tentare di ricomporre questa frattura a tutti i costi, non Il “Meeting dell’Amicizia fra i Popoli”, organizzato annual- mente a Rimini dalla Fondazio- ne Meeting, sotto gli auspici di Comunione e Liberazione, regi- stra un’affluenza di centinaia di migliaia di visitatori, appartenenti al Movimento e non: giovani, che prestano la loro opera di volon- tariato in modo encomiabile, an- che come camerieri e addetti al- le pulizie, famiglie intere con bambini piccoli, adulti di ogni Per la prima volta SI È PARLATO DELL’ESODO AL MEETING DI RIMINI di Adriana Ivanov Il nostro stand è stato, a detta dei visitatori, uno dei più innovativi e tecnologici presenti nelle ultime edizioni La neonata Zara Matulich, di otto mesi, figlia di Sergio e nipote del nostro assessore Walter, saluta l'Assemblea dei Dalmati continua a pag. 8 continua a pag. 2

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Anno XIX n. 89 della nuova serie Taxe perçue Italy Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

periodico trimestrale - ottobre 2015– mero doppio (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 NE/TSin caso di mancato recapito, inviare all’Ufficio Trieste-CPO per la restituzione

al mittente, che si impegna a corrispondere il diritto fisso dovuto.

IL DALMATAGiornale fondato a Zara nel 1866 e soppresso dallʼAustria nel 1916Rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo

ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONEDALMATI ITALIANI NELMONDO - LIBERO COMUNE DI ZARA IN ESILIO

Successo del 62° Raduno dei dalmati italiani nel mondoA SENIGALLIATUTTI PRESENTI NONOSTANTE I BOICOTTAGGI

di Rosanna Turcinovich GiuricinI Raduni degli esuli sono semprestati una festa, determinata dal de-siderio dell’incontro, dalla viva-cità delle genti istriano-fiumano-dalmate, dai tanti progetti darealizzare, dai programmi e dal-le battaglie da affrontare, anchequella di coinvolgere le secondee terze generazioni, forse la sfi-da più difficile. Consapevolezzaquest’ultima che ha reso gioiosol’inizio del 62.esimo incontrodei Dalmati riuniti per la decimavolta a Senigallia nello scorso fi-ne settimana, perché a “tagliare”il nastro della manifestazione èstata una bambina di soli novemesi, figlia e nipote deiMatulich,e il suo nome è Zara.Crescendo scoprirà di avere radiciin una terra bellissima, di far par-te di un popolo sparso con unastoria difficile da comprendere eche si cerca di trattenere in variomodoma, in particolare, salvan-do quella dimensione culturaleche è il collante fondamentale persaldare un’appartenenza.

Il primo a rivolgersi ai Dalmaticon grande affetto e profondaumanità è stato il vescovo,Mons.Giuseppe Orlandoni, seguìto dalSindaco Maurizio Magialardi,che ha preso parte anche alla ce-rimonia di domenica durante laquale è stato reso omaggio atutte le vittime delle guerre e aidefunti, con la partecipazione,sempre sentita, della Fanfara deiBersaglieri in congedo. Il tutto da-vanti al Duomo dopo la SantaMessa, come da programma.Come al solito, il Raduno è co-minciato con l'Incontro con la cul-tura dalmata, il 19.esimo, nellamattinata di sabato; è proseguitocon la riunione del Consiglio co-munale, svoltosi nel pomerig-gio, dove è stato possibile tocca-re conmano la tristezza di rapportiumani compromessi da una dia-triba che dura da troppo tempo traPadova, dove si riunisce la Giun-ta dell’AssociazioneDalmati ita-liani nelMondo-Libero Comunedi Zara in Esilio, ed il responsa-

bile della sede triestina della Fon-dazione Rustia Traine, e si è con-cluso con l'assemblea della do-menica mattina, dopo la SantaMessa e le celebrazioni di rito. Ilfatto: a SanMarino nel 2011 è sta-to rieletto sindaco dei Dalmatil’imprenditore Franco Luxardo,votato dallamaggioranza dei pre-senti che l’avevano preferito alcontrocandidato Renzo de’ Vi-dovich.La pesantezza è presente al Ra-duno, dove ci si conta. Per ragionianagrafiche, quello dell’esodo è

unmondo che sta scomparendo,pochi i giovani che si conosconotra loro tanto da poter assicurareun ricambio. Gli incontri di mi-gliaia di persone degli anni Cin-quanta, di diverse centinaia finoa qualche anno fa, stanno diven-tando un ricordo. Se deve finiredovrebbe avvenire con quell’e-leganza e civiltà di cui il popolodalmata è sempre stato un esem-pio per tutti. L’appello del Con-siglio è di tentare di ricomporrequesta frattura a tutti i costi, non

Il “Meeting dell’Amicizia fra iPopoli”, organizzato annual-mente a Rimini dalla Fondazio-ne Meeting, sotto gli auspici diComunione e Liberazione, regi-stra un’affluenza di centinaia dimigliaia di visitatori, appartenenti

alMovimento e non: giovani, cheprestano la loro opera di volon-tariato in modo encomiabile, an-che come camerieri e addetti al-le pulizie, famiglie intere conbambini piccoli, adulti di ogni

Per la prima voltaSI È PARLATO DELL’ESODOALMEETING DI RIMINI

di Adriana Ivanov

Il nostro stand è stato, a detta dei visitatori, uno dei più innovativi etecnologici presenti nelle ultime edizioni

La neonata Zara Matulich, di otto mesi, figlia di Sergio e nipote delnostro assessore Walter, saluta l'Assemblea dei Dalmati

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pag. 2 ottobre 2015 IL DALMATA

età. La Fiera di Rimini, monu-mentale struttura di nove enormipadiglioni, si riempie di un’uma-nità festosa e partecipe, che ri-sponde a tutte le proposte cultu-rali che vengono offerte, qualiconferenze di esponenti di spic-co delmondo della religione, del-la cultura, della politica, conve-gni e tavole rotonde, mostre. Perchi non appartiene a quella real-tà è un’esperienza significativa etoccante constatare lo spirito dipartecipazione e di fratellanza,senza che affiorino spunti di pro-selitismo o di integralismo, e ri-conciliarsi con la gioventù checontemporaneamente sulle spiag-ge riminesi e non solo riempie lecronache di episodi di alcoolismo,droga e spreco dell’esistenza.In questo gigantesco contenitore,

nell’edizione 2015 dal 20 al 26agosto è stata accolta unamostradedicata all’Esodo giuliano-dal-mata, grazie al pluriennale inte-ressamento di Maria Rita San-guigni, “ciellina” della primaora e collaboratrice del fondato-re delMovimento don Giussani,romana che ha sposato la nostracausa fino al midollo (al puntoche per un periodo ha ricopertola carica di Delegata all’Ammi-nistrazione dell’A.N.V.G.D.).L’iniziativa ha avuto come ca-pofila proprio l’A.N.V.G.D., maha visto coinvolte tutte le sigle as-sociative del nostroMondo, tan-to che – a dimostrazione di que-sto – un pannello iniziale le ri-cordava. Davide Rossi è stato ilCoordinatore di un ComitatoScientifico di alta qualità (LuciaBellaspiga, Tullio Canevari, Pie-ro Cordignano, Piero Delbello,Giuseppe de Vergottini, MarinoMicich, Giuseppe Parlato, GuidoRumici, Lorenzo Salimbeni, Do-

natella Schürtzel, Giorgio Fe-derico Siboni, Lucio Toth, Chia-ra Vigini, oltre alla sottoscritta),nonché curatore scientifico del-la mostra, affiancato dal Segre-tario Nazionale dell’A.N.V.G.D.Alessandro Scardino che l’haallestita; hanno co-organizzatoCoordinamento Adriatico (ov-viamente sotto l’egida del pro-fessor deVergottini) ed ilCentrodi DocumentazioneMultimedia-le della Cultura Istriana, Fiu-mana e Dalmata, per cui il ri-sultato di questa sinergia è un pro-dotto di altissima qualità, che –a detta dei visitatori – risulta, senon la più bella, una tra le più in-novative e tecnologiche presen-ti nelle ultime edizioni. Tra quel-le non direttamente realizzatedagli organizzatori, è risultata lamaggiormente visitata. Perchèproprio nell’ edizione 2015 delMeeting è stato possibile inseri-re la nostra tematica?

Di che è mancanza questamancanza,/ cuore,/ che a un

tratto ne/ sei pieno?Il motto delMeeting 2015 era af-fidato ai versi del poeta ermeti-coMario Luzi, giocati sull’ossi-moro del cuore pieno di man-canza, ovvero pieno di vuoto.Dacosa può scaturire il senso di vuo-to dell’animo umano? Dalla per-dita di valori o dell’identità, daifallimenti esistenziali, dai tradi-menti degli uomini e della storia,dall’alienazione, dallo strania-mento, dallo sradicamento… Echi più degli esuli è portavocedello strazio del distacco violen-to dalle proprie radici? Nel con-tenitore gigantesco delMeeting,ecco che era motivata la presen-za di una nicchia per il nostroEsodo: uno stand, dove la nostrastoria scorre in forma multime-diale, attraverso immagini, di-dascalie, filmati, ricostruzionianimate, allestimenti, video tri-dimensionali, che hanno strega-to in primis noi addetti ai lavori,chiamati ad illustrare la mostra,e soprattutto i visitatori, chespesso son tornati per visitarla dinuovo o per accompagnare pa-renti e amici, in un commoven-te passaparola.

Il percorso della MostraConfesso che mi risulterà ar-duo, anche se abitualmente nonmi accade, trovare parole ade-guate per riuscire a descrivere l’impatto visivo ed emotivo del-l’allestimento.La “facciata” della mostra è,partendo da sinistra, una lungaparete verde sulla quale è dise-gnata la “linea del tempo”, in cuisi susseguono, a partire dal 1797(Trattato di Campoformio), le da-te e i rispettivi eventi storici chehanno segnato la nostra storia,concludendosi simbolicamentecon il 2013, anno dell’entrata uf-ficiale della Croazia nell’U.E. Os-serva la linea del tempo, con for-te allusività, la nostra bambina-esule giuliana con la valigia, or-mai logo delGiorno del Ricordo.Accanto a lei, un monitor in si-stema ad alta definizione su cuiininterrottamente viene proietta-ta la presentazione della storiadell’Esodo da parte del prof. deVergottini, una lezione di storiachemolti hanno seguito prima (emolti pure alla conclusione) di en-trare nello spazio espositivo ve-ro e proprio. In questo precisopunto si trova l’ingresso, sulla de-stra il banco d’accoglienza, conlo sfondo di una gigantografia deltripudio di Trieste tornata italia-na nel 1954, e ancora a destra, pri-ma l’ uscita, poi l’immagine diCristicchi e un monitor cheproietta immagini di “Magazzi-no 18”, tappa che conclude il per-corso espositivo. Qui campeggiail manifesto della mostra, una gi-gantografia che mostra esuli diPola infagottati all’ imbarco sul“ Toscana”, con il motto della no-stra mostra “Tu lascerai ogni co-sa diletta più caramente” (pre-stito dalla Divina Commedia edoveroso tributo di esuli all’esu-le più alto della nostra letteratu-ra). L’esilio dei Giuliano-Dalmatialla fine del Secondo ConflittoMondiale.Il tema dominante è l’Esodo.Ma entriamo nella prima sala, unasinfonia di immagini sul temadell’“ESODO”, scritta che do-mina su tutte, per indicare ilcontinuum con il leitmotiv del

Meeting, il senso dimancanza delcuore, come dicevamo.Un’interaparete è costituita da un filmatorealizzato come se una lunga fi-la di profughi di varie età si av-viasse accorata lungo un molo (in realtà il MoloAudace di Trie-ste), verso l’estremità della sala,dove li attende la nave Toscana,tra varie immagini dell’esododa Pola, come sappiamo l’unicoche si è potuto documentare, da-to che la città nel ’47 era encla-ve sotto amministrazione ingle-se. Un monitor proietta a ciclocontinuo il documentario della“Settimana INCOM” dell’epoca,restaurato e reso disponibile dalComitato Monza-Brianza del-l’A.N.V.G.D. (di cui è Presiden-te il nostro giovane Pietro Cer-lienco), evidenziando lo straziodi quel lacerante addio. Si iniziadall’Esodo dunque, una delletappe finali del nostro Calvarioper i motivi su indicati e quindista a chi illustra lamostra spiegareche a tale biblica tragedia si ègiunti dopo un cammino mille-nario di civiltà romana e vene-ziana e di pacifica convivenza in-teretnica, possibile nelle terre difrontiera finchè i famigerati“ismi” nazionalismo, nazifasci-smo, comunismo – scatenaronol’odio tra le etnie, dall’ esplode-re dei nazionalismi di metà Ot-tocento, alla snazionalizzazioneattuata dall’Austria, via via finoalle conseguenze della I GuerraMondiale, al fascismo di fron-tiera, all’occupazione della Ju-goslavia, al fatidico 8 settembre1943. Solo ora si può essere“iniziati” alla fase successivadella mostra, facendo semprepresente che ogni evento tragicoha portato alla conseguenza del-l’Esodo, tema d’esordio dellamostra.

A RIMINI STREPITOSO SUCCESSO DELLAMOSTRA“Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente”. L'esilio dei Giuliano-Dalmati alla fine del Secondo Conflitto Mondiale.

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LAFIERADIRIMINIREGISTRA

TRADIZIONALMENTECENTINAIADIMIGLIAIADIVISITATORI

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IL DALMATA ottobre 2015 pag. 3

Le foibeUna tenda nera e si entra in unospazio angusto, volutamente sof-focante e buio, dove si odono ilcrepitìo di sassi che franano e col-pi di arma da fuoco: è la rico-struzione “psicologica” della foi-ba, la cui definizione tratta dai di-zionari campeggia su di unosfondo anch’ esso scuro. All’al-tra estremità, ancora una tendanera e uno spazio in cui la real-tà della foiba prende forma: unapianta dell’Istria con l’indicazionedelle principali foibe e di quelledi cui è avvenuta la ricognizione,mentre sulla parete accanto in-combe, alta tanto da intimidire, lasezione della “foiba” di Baso-vizza, con l’indicazione dellastratigrafia e della profondità.Sotto i piedi è riprodottal’imboccatura di una foiba, conun tale potere evocativo da co-stringere a farsi da parte, a met-tersi in cerchio intorno a quel ne-ro foro infernale. Il resoconto del-le pratiche dell’infoibamento as-sume in questa collocazione sce-nografica una forza evocativatremenda, ammutolisce i visita-tori, con gli occhi sgranati espesso umidi di pianto…Un saluto e un omaggio subitodopo al volto sorridente di Nor-ma Cossetto e alla sua tragica eparadigmatica fine suggellanol’ incontro con il film dell’orro-re che siamo costretti a narrare eche immagini di riesumazioni do-cumentano su pannelli successi-vi.

Dalle foibe alla fine dellaguerra all’ Esodo

Il percorso si apre poi su di unospazio attrezzato con posti a se-dere davanti ad un enorme scher-mo: ombre nere, quasi novellipersonaggi in cerca d’autore, af-fiorano dal fondo e una alla vol-ta si illuminano con effetto tridi-mensionale per prendere la pa-

rola. Siamo una quindicina diesuli, intervistati sulla memoriapersonale e familiare dell’Esodo,che come in un puzzle compo-niamo attraverso le nostre testi-monianze il quadro del ricordo edel dolore della nostra tragediacosì a lungo dimenticata. Sullaparete opposta si innalzano, co-me su pilastri, immagini della no-stra romanità, del “Golfo di Ve-nezia”, dei bombardamenti diZara, via via, fino alla lapide conl’elenco dei morti di Vergarollae ad un’efficacissima ricostru-zione tramite immagini che sisusseguono su di uno schermodei mutamenti del confine orien-tale, dal 1866 al 1995, ad indicarecome le linee di confine segna-te sulle carte dai Signori dellaGuerra trancino territori, radici,vite, anime. “Partire- Restare” èl’ alternativa proposta nella par-te finale, con le motivazioni del-le rispettive, ed entrambe stra-zianti, scelte; ci sorridono dal“Wall of Fame”, il “Muro dellaGloria”, i volti degli esuli che “cel’hanno fatta”, dal nostroMissoni,a Marchionne a Endrigo a Pa-mich a Benvenuti ad Alida Val-li… ma in mezzo alla sala, a ri-cordare il cammino di doloreche ciascuno di noi ha compiu-to e a ricondurci ciclicamente altema iniziale dell’Esodo, chiu-dendo il cerchio, dentro un’inte-laiatura di legno stanno, muti te-stimoni di un’Atlantide perduta,masserizie qui portate dal Ma-gazzino 18: sedie col nome delproprietario, carrozzelle, bici-

clette, mastelli di zinco, la rete diun pescatore… il povero mondodi povera gente, non di gerarchifascisti in fuga, che ci consentedi documentare la vastità dell’

Esodo, la difficoltà dell’inseri-mento, le ragioni politiche dellamancata accoglienza, le respon-sabilità di Togliatti, il treno di Bo-logna…Accanto, un’ altra intelaiatura abase quadrata, con i lati chiusi dalacere coperte e dentro una fotopresa dall’alto dell’interno di uncampo profughi, con gli squalli-

di box destinati alle singole fa-miglie. Mi si perdoni una nota-zione personale, ma devo con-fessare che, finchè ho avuto vo-ce, poi irrimediabilmente perdu-ta, ho guidato almeno 20-25 (hoperso il conto) gruppi di visitatoriin questo percorso espositivo etutte le volte, giunta davanti aquelle coperte, che già ho con-

fessato essere il mio primo ri-cordo d’infanzia, data lamia per-manenza tra i 15 e i 21 mesi incampo profughi, regolarmentemimettevo a piangere, trascinandocon me il pubblico. E le copertesono diventate “ le coperte dellaIvanov”.Gli addetti ai lavori: esperienzevissuteHo trascorso l’ intera settimanadedicandomi a questo ruolo inrappresentanza dell’ ADIM-LCZE e come me altri si sonoprestati per tutto il periodo, Da-

vide Rossi con Scardino, MariaRita Sanguigni, Italia Giacca,Braico, Codarin, Sluga, Nedoh,Cordignano, altri per alcuni gior-ni, come Ballarin, Cuk, Caneva-ri ed Eufemia Budicin - o altri an-cora per un atto di presenza - inteoria con funzione di testimonidisponibili per eventuali do-mande solo alla fine del percor-

so, ma in realtà ingaggiati dalle11 del mattino anche fino amez-zanotte!Abbiamo registrato illustri pre-senze, del giudice emerito dellaCorte Costituzionale Cassese,del presidente Violante, dell’o-norevole Di Stefano, del pres. delConsiglio Regionale del VenetoCiambetti, di amministratori lo-

Visto il successo di pubblico ottenuto, la FONDAZIONE MEE-TING RIMINI ha chiesto di rendere itinerante la nostra mostra

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pag. 4 ottobre 2015 IL DALMATA

cali, di insigni prelati. Iniziava-mo la visita con gruppi di 15-20persone, ma altre si aggregavanoed uscivamo con più di 50! Ar-rivavano a frotte i visitatori, chie-dendo visite guidate, sollecita-vanomateriale illustrativo che ab-biamo distribuito tanto da esau-rirlo già nei primi giorni, vole-vano acquistare il catalogo, pur-troppo ancora in fieri, e ci guar-davano, ci guardavano con gran-di occhi sgranati, con lacrimemalcelate, manifestando sensidi colpa per non saper niente dinoi… come se fosse colpa loro!Sappiamo che l’esperienza nonfinisce qui, un capolavoro non si

esaurisce in una singola espe-rienza. La Fondazione MeetingRimini ha già richiesto di poterrendere itinerante la nostra mo-stra, dato il successo di pubblico:oltre 14.000 visitatori in una set-timana!!!!Abbiamo dedicato tutto il nostroimpegno e la nostra fatica a qual-cuno lassù, che con l’Esodo ci haportati a vivere nella libertà…sperando che davvero possa ve-dere il nostro tributo d’amore peri sacrifici, la dignità, il dolore concui ha affrontato il viaggio dellasperanza.Valga per tutti, come gesto ri-paratore, quello di una signora

dellamia età che, vincendo lamiaresistenza a farmi abbracciare,perché ero cosparsa di sudore, enon solo per il caldo…, mi hastretto forte forte dicendo: - Io le

chiedo perdono a nome del po-polo italiano per quello che le ab-biamo fatto!-Singhiozzavamo insieme…

Lo scorso 18 aprile è stata in-augurata presso il MA*GA diGallarate la mostra “Missoni,l’arte, il colore” che sarà apertaal pubblico fino al prossimo 15novembre: imperdibile occa-sione per esplorare lo straordi-

nario percorso professionale eartistico del nostro indimenti-cabile sindaco e amico Ottavioe di sua moglie Rosita.Dal formidabile sodalizio deiMissoni ha avuto origine unaproduzione che riassume in séalta sartorialità e vero e proprio

talento artistico, in una fusionedi abilità e sensibilità diverse chenon ha uguali nel mondo dellamoda né in quello dell’arte. Trei curatori: Luciano Caramel,noto critico e storico dell’arte,Luca Missoni, secondogenito

della coppia, ed Emma Zanella,direttore artistico del Museod’Arte di Gallarate, appunto.Non è la prima volta che ilmondo dell’arte accoglie neipropri spazi eventi dedicati aiMissoni: era successo già nel1978 a Milano, in occasione

dei 25 anni dellaMaison; e, an-cora, a New York, dove, per lastessa mostra, vennero allestitele sale del Whitney Museum, eancora a Firenze, in Giappone,e già a Gallarate, località dovenel 1953 era stato avviato ilprimo laboratorio di maglieriadella coppia.Una retrospettiva incentrata suldialogo, mai interrotto, tra Ot-tavio e Rosita e l’arte europeadel ’900: alla video-installazione– in apertura – dell’artista turcoAli Kazma, prodotta nel 2009nei laboratori Missoni, segue in-fatti l’esposizione di opere re-alizzate da importanti nomi delleavanguardie storiche (Delau-nay, Depero, Munari, Balla , Ve-dova, Dorfles…), la cui arte è

stata fonte d’ispirazione ancheper il linguaggio espressivo cheha caratterizzato tutta la pro-duzione Missoni.Al piano superiore, l’atmosferararefatta di un “bosco” costitu-ito da grandi colonne di tessutocolorato illuminate dall’alto, èamplificata da suoni lontani…Il percorso si conclude conl’esposizione degli abiti e deglisplendidi arazzi: e sono questiultimi, realizzati con la tecnicapatchwork, il vero trionfo dellacreatività di Ottavio e Rosita, cheha avuto, nella sapiente misceladi colori, filati e segno grafico,la propria cifra artistica.Per noi, che siamo dalmati, il ri-cordo di Ottavio anche comeartista è motivo d’orgoglio!

Fino al 15 novembre, la mostra a Gallarate “MISSONI, L’ARTE, IL COLORE”IL RICORDO DI OTTAVIO MISSONI MOTIVO DI ORGOGLIO PER NOI DALMATI

di Elisabetta Barich

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TI CO NU E NU CO TI: SUGGESTIVACELEBRAZIONE A PADOVA

di Adriana Ivanov

I 400 anni della Serenissima nella città patavina sono stati cele-brati con una manifestazione svoltasi il 30 agosto nel corso del-l’intera giornata, organizzata da quattro Associazioni sotto il Pa-trocinio del Comune di Padova. Il corteo storico militare, forma-to da figuranti che ripropongono con le loro divise e stendardi ivari Reggimenti dell’esercito veneziano, compreso quello degliSchiavoni, da Prato della Valle ha sfilato fino a schierarsi davan-ti al Municipio e al Palazzo del Bo’; dopo la presentazione deisingoli Reggimenti, seguito da salve di moschetti, e una brevesintesi della storia della Serenissima, con frequenti riferimenti al-la Dalmazia e in particolare a Zara, è stato rievocato lo struggen-te addio di Perasto alla patria veneta. La presentatrice GiustinaRenier ha ricordato il ruolo rivestito dalla cittadina delle Bocchedi Cattaro, alla quale era affidato il Gonfalone marciano della na-ve ammiraglia veneziana, a testimonianza della fedeltà dello“Stato da Mar”, e ha poi recitato il dolente giuramento del conteViscovich, suggellato da quel “Ti co nu, nu co ti”, che è parte dinoi, della nostra storia, della nostra orgogliosa identità di esulidell’Adriatico Orientale.

C’eravamo, noi dalmati: in prima fila, accanto al palco delleautorità, Adriana Ivanov ed Orietta Politeo reggevano com-mosse la bandiera dalmata. Molti hanno rivolto un sorrisopartecipe ai nostri tre leopardi…

IL DALMATA ottobre 2015 pag. 5

DALMATI NEL MONDO

IlProf. Konrad Eisenbichler èlussignano, figlio di un au-striaco nato a sua volta a Lus-sino e di IvettaMartinolich, difamiglia dalmata italiana

Cresciuto ad Hamilton, una cit-tà industriale canadese sul lagoOntario, ha coltivato i rapporticon gli esuli giuliano-dalmatitanto da divenire direttore delgiornale “El Boletin” e presidentedella Federazione dei giuliano-dalmati del Canada.Docente di letteratura italiana delRinascimento, insegna a Toron-to e in giro per il mondo, è ri-cercatore di storia della letteraturae della cultura del Rinascimentoe studioso del teatro religioso delCinquecento.Fondatore della Società deglistudi sulle confraternite e del pe-riodico “Confraternitas”, cheesce a Toronto dal 1990, ha da-to il suo fondamentale contribu-to ai RaduniMondiali degli Esu-li giuliano dalmati e alla nascitadei vari Club sparsi per il mon-do, come quelli di Halifax, Ha-milton, Montreal, New Jersey,NewYork, Ottawa, Vancouver eCascate del Niagara.

Konrad Eisenbichler ha merita-to numerosi riconoscimenti ac-cademici, come il Premio Flaia-no e l’affiliazione allaCanadianRoyal Society. L’Italia gli haconferito il titolo di Commen-datore della Repubblica, mentreVenezia quello di Cavaliere diSanMarco. La Camera di Com-mercio di Trieste, su suggeri-mento dell’Associazione Giu-liani nel Mondo, gli ha assegna-to la Medaglia d’oro per la Fe-deltà al Lavoro e per l’opera divolontariato svolta all’internodell’associazionismo giulianodalmata.L’ingresso come membro del-l’Accademia nella Società Rea-le canadese rappresenta il mag-giore riconoscimento in camposcientifico in Canada, dimo-strando il livello di eccellenza chegli uomini di Dalmazia sannoraggiungere.Recentemente, dopo aver av-viato un dibattito accademicosulla tematica dell’immigrazio-ne in Canada dei nostri esuli, hapromosso e realizzato con suc-cesso un corso di storia e lette-ratura degli emigrati giuliano-dalmati presso l’Università diToronto.Il corso, iniziato a settembre, fi-nirà a dicembre e racconterà lastoria dell’esodo da Istria, Fiumee Dalmazia, l’immigrazione inCanada negli anni Cinquanta, laletteratura prodotta dai giuliano-dalmati in Canada: un fatto ec-cezionale che ricorderà e faràconoscere la ricchezza e la di-gnità di un intero popolo dis-perso in tutto il mondo.

Incontro per la celebrazione di una S. Messa per i defunti dalmati.Da sinistra: Romana Merico Gazzari, Gioia Calussi Gabaldo, ilGuardian Grande Aldo Sigovini, il Cancelliere Piero Gazzari, InesCecconi, Don Angelo Pagan, Vicario Generale del Patriarcato di Ve-nezia, Franca Balliana Serrentino e Maria Rode Ciriotto

Il Dalmata n. 89 si può facilmente leggere on line nei seguenti siti:- hpp://www.arcipelagoadriatico.it

il sito del C.D.M centro di documentazione Multimediale di Trieste- hpp://www.adriaticounisce.it

sito del concorso della Mailing List Histria per le scuole italiane di Istria, Fiume e Dalmazia- hpp://libertates.com

sito del nostro Direttore Dario Fertilio- hpp://it.group.yahoo.com/group/dalmazia_fid/fileII%20%20%20dalmazia/

sito in collegamento con il gruppo Fid Dalmazia

LASTORIADEGLI ESULI GIULIANO DAL-MATIALL’UNIVERSITÀ DI TORONTO

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pag. 6 ottobre 2015 IL DALMATA

L’Ing. Tito Sidari, Vice Sindaco del Libero Comune di Pola inEsilio, organizzatore e coordinatore del corso, ci invita a farepubblicità all’iniziativa. Lo facciamo ben volentieri, sperandoche qualche lettore della provincia di Milano sia interessato.

“Storia e cultura di Istria, Fiume e Dalma-zia” e “50 anni di Guerra Fredda” pressola UTE - Università della Terza Età di Se-

sto San Giovanni (Milano)L’Università della Terza Età di Sesto San Giovanni (Milano),emanazione dei Lions, ospita il corso di storia e cultura delle no-stre terre per il decimo anno accademico consecutivo, il 2015-16.I docenti sono gli esuli Guido Brazzoduro (Fiume), FedericoCociancich (Fiume, 2a generazione), Giovanni Grigillo (Zara),Roberto Stanich (Pola), Tito Sidari (Pola), Piero Tarticchio (Po-la) e il Prof. Arnaldo Mauri dell’Università degli Studi di Mila-no. Tutti prestano la loro opera gratuitamente.Le 24 lezioni, sempre il venerdì dalle 16.45 alle 18.00, secondoun preciso calendario, illustrano la storia e la cultura delle nostreTerre dalla più lontana preistoria fino ad oggi e i 50 anni dellaGuerra Fredda corredate di ampie dispense.La sede è in viale Bruno Buozzi 144 (bis) a Sesto, facilmenteraggiungibile da Milano con la metropolitana Linea 1, fermata“Sesto Marelli” a tariffa urbana, e con numerosi mezzi che ser-vono Sesto, Monza e la Brianza.Per spese organizzative e dispense, la UTE chiede una quota diiscrizione di 60 euro che dà diritto a scegliere fra numerosi cor-si di varie discipline, per un totale di 48 lezioni, e a parteciparead iniziative culturali. Per l’iscrizione non sono richiesti titoli distudio.Per informazioni: ing. Tito Sidari cell. 339.851.85.91;email: [email protected]. Segreteria e Fax: 02.26.22.72.16;e-mail: [email protected] ; sito: http://www.utesestosg.it

Il giorno 12 settembre scorso è nato a Milano EDOARDO SCALE-RA, figlio della Consigliera Margherita Grigillo e nipote del nostroAssessore e Caporedattore Gianni Grigillo.Alla mamma e al neonato gli auguri di tutta la Redazione

Tanti auguri anche alla coppia Cetteo Cipriani

PAOLO LUXARDO FESTEGGIA I 50 ANNI DI MATRIMONIOFelicitazioni e auguri dalla Redazione de “Il Dalmata”

È nata Marina! Il 20 settembre fiocco rosa a Modena e grande festain casa Monzali. Ne danno il lieto annuncio mamma Estera e papàLuciano, lo storico dei Dalmati Italiani degli anni Duemila.

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Ed è grazie alla conoscenzadella compagna di classe che ar-rivava da Zara che poi si è oc-cupato anche di questi argo-menti nei suoi libri?“E come no, anzi in uno dei tan-ti “libracci” che ho scritto sullaguerra civile, proprio in quelloche ho intitolato “La guerrasporca dei partigiani e dei fa-scisti”, c’è un capitolo che la ri-guarda, ovvero La bionda di Za-ra. Quando è arrivata abbiamopensato che fosse tedesca, bion-da naturale, una top model perusare un termine moderno, chepiaceva a tutti. Ma poi uno deipochi che l’hanno interrogata so-no stato io, e lei mi ha raccon-tato di Zara, ma anche di Fiumee di Pola”.

Che cosa le ha detto?“Soprattutto del cambiamentoterribile, da un giorno all’altro,della vita dei civili di queste zo-ne. Con i tedeschi era stata mol-to dura ma con i partigiani di Ti-to lo era diventata molto di più,al punto che furono costretti adandarsene. L’esodo è un esilioobbligato, costretto dalle armi diquesti partigiani titini, non tut-ti dei criminali ma esecutoridella politica di Tito nei con-fronti delle zone italiane di quel-l’area dell’Adriatico, che è sta-ta di una crudeltà terribile: gli ar-tigiani hanno smesso di avere ilaboratori, i commercianti sonostati rapinati dei negozi, gli in-tellettuali sono stati uccisi, gliimpiegati sono stati licenziati, ledonne sono state perseguitate ese non cedevano rischiavano dimorire anche loro fucilate osparire. La cosa che lei ci haspiegato e di cui nulla sapevamoè stata la tragedia delle foibe, ov-vero una sepoltura immediata edun assassinio coperto dal buio diqueste caverne. Su Zara mi dis-se che questa città era stataun’isola italiana in un territoriodiventato croato dopo la primaguerra mondiale, era una speciedi nostra enclave, che avrebbedovuto appartenere alla nostra

storia, cultura, ricordi. E invecenell’Italia di allora c’era postosolo per una cultura comunistache pervadeva la scuola, le ca-se editrici, l’intellettualità, leuniversità”.

Come mai nonostante una nuo-va consapevolezza la stampaitaliana rifiuta ancora l’ideadell’italianità di quelle zone,lo vediamo dall’uso croato deinomi delle città. Che cosa le su-scita questo comportamento?“Mi fa schifo e vedo una cosacontro la quale ho sempre com-battuto, ovvero la contraffazio-

ne della storia. Lo si capisce datutti i miei libri e non soltanto daquelli che potremmo chiamaredel ciclo revisionista, in uno diquesti c’è anche la storia di co-me si muovevano i comunisti diTito.“Ai giovani nati dopo l’esodoconsiglio soltanto una cosa: dinon perdere le proprie radici equindi di andare anche fisica-mente in questi posti, Zara, Fiu-me, Pola anche se hanno nomicroati e sloveni, … di salvare lapropria individualità, farla frut-tare al meglio.Avere dei ranco-ri non serve, le nostalgie servo-no anche meno. Ciò che inveceè importante è non perdere lamemoria.”

Ottavio Missoni è stato il pre-sidente storico dei Dalmatinel Mondo. Anche in occasio-ni pubbliche usava sempre ildialetto palesando le sue ori-gini. Che cosa pensava di que-sto suo orgoglio manifestod’appartenenza alla Dalma-zia?“Mi ha fatto ricordare che io ildialetto non l’ho mai parlato. Mipiaceva molto sentire Missoniparlare il suo dialetto dalmata,poi mi piaceva lui come perso-naggio e la sua famiglia, …Missoni era un personaggiostraordinario, quando lo sentivoparlare in dialetto lo ammiravo.”

Premio Tommaseo a Giampaolo PansaPubblichiamo il sunto dell’intervista rilasciata dallo scrittore a Rosanna Turcinovich Giuricin

Riguardo alla scelta di Giampaolo Pansa per il Pre-mio Tommaseo, ritengo si sia fatto onore non soloall'uomo coraggioso, all'anticonformista affilato, algiornalista scrittore di vaglia. La scelta di Pansa, amio giudizio, segna l'ulteriore apertura della nazio-ne dalmatica a tutti i suoi ideali sostenitori, di qual-siasi origine e credo, purché impegnati nella difesadei valori di libertà, di tradizione, di memoria, in-somma di verità. Per la generazione cui apparten-go, approdata al giornalismo negli anni Settanta,Pansa ha rappresentato un modello moderno e ir-riverente di informare e fare riflettere. Se è vera lacelebre definizione di Enzo Bettiza riguardo al ca-rattere mitteleuropeo e dalmatico - una particolaredisposizione battagliera alla critica, alla denunciaironica, alla passionalità quasi feroce - credo che lascelta di Pansa sia stata perfetta.

Dario Fertilio

IL DALMATA ottobre 2015 pag. 7

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pag. 8 ottobre 2015 IL DALMATA

ci possono essere due associa-zioni. La metà di uno, quando sitratta delle persone, come la mi-tologia insegna, non crea altredue metà, porta alla morte.Il Consiglio ha votato quindiuna decisione, confermata ilgiorno successivo in assemblea,che sancisce l’atteggiamento neiconfronti di de’Vidovich.In questo clima di preoccupa-zione ed attesa, la vivacità dal-

mata si è manifestata, nonostan-te tutto, nella presentazione del-la rassegna editoriale diAdrianaIvanov, grande oratrice, che consapienza e simpatia ha presenta-to la ventina di libri di tematichedalmate selezionati nel corso diun anno, dall’ultimo Raduno.Romanzi, riviste e saggi di cui sidarà ampio resoconto nel pros-simo numero di questo periodi-co.

M O Z I O N EL’Assemblea nazionale dell’Associazione dei Dalmati Italiani nelmondo -Libero Comune di Zara in esilio, riunitasi a Senigallia(AN) il 20 settembre 2015

e s p r i m epiena fiducia, stima e vivo apprezzamento all’operato del proprio Sin-daco dott. Franco Luxardo, e dei componenti della Giunta comuna-le, legittimamente e democraticamente eletti in occasione del Radunonazionale di San Marino nel 2011, e fatti oggetto di calunnie, insul-ti, denigrazioni, e offese personali, ripetutamente elargiti sia a mez-zo della stampa (in particolare tramite Il Dalmata Libero) che di po-sta elettronica, da parte dell’On.le Renzo de’Vidovich e suoi acco-liti ed emissari;

c o n f e r m ache l’elezione dei componenti del Consiglio comunale, con manda-to 2011-2016, da parte dei Dalmati, effettivi e aderenti all’Associa-zione, è avvenuta nel pieno rispetto delle modalità in uso nella stes-sa secondo una prassi inveterata, fin dalla sua costituzione, senza ec-cessivi formalismi, ma in piena trasparenza e concordanza, con il buonsenso proprio delle nostre genti, e mai da alcuno contestate se noncon un recente ricorso, mai comunicato agli interessati, del consiglierecomunale Renzo de’Vidovich, inoltrato a un fantomatico Collegiodi probiviri, privo di poteri perché mai validamente costituito, e chein data 23.02.2015, avrebbe azzerato tutti gli organi dell’Associazione;

e v i d e n z i ache sul piano formale e sostanziale, le deliberazioni elettive del Sin-daco, del Consiglio comunale e della Giunta comunale, adottate nel2011, con validità quinquennale, sono pienamente valide ed esecu-tive, non essendo mai state oggetto di impugnazione giudiziale daparte di alcuno, nei termini di legge;

v a l u t asiccome nulla e improduttiva di effetto alcuno la precitata pronun-cia del 23.02.2015 dei signori Bais, de Dominis e Giorgolo, arbi-trariamente costituitisi in Collegio dei probiviri, in quanto la propostadi loro nomina a tale organismo è stata respinta dal Consiglio comunaletenutosi a Padova in data 12.06.2014 a maggioranza di voti (18 su29);

e s p r i m eamarezza e disappunto per le iniziative promosse dai consiglieri co-munali Renzo de’ Vidovich e Guido Cace, sia con la pubblicazionedi un altro periodico riproducente la stessa testata del Dalmata ori-ginale, unico organo ufficiale della nostra Associazione, sia racco-gliendo nuove iscrizioni di soci, invero inefficaci se non validate dal-la Giunta comunale in carica, secondo Statuto, sia diffondendo no-tizie false e fuorvianti su un’asserita sospensione dell’odierno Radunonazionale, e che stanno ingenerando disorientamento e fastidio nel-la comunità dalmata, e stanno minando un patrimonio storico, cul-turale e sociale, che con passione, generosità, attaccamento e fierezzadei valori genuini della nostra terra, si è alimentato e tramandato daoltre sessant’anni, grazie anche a quanti si sono succeduti con disin-teresse, altruismo, disponibilità, gratuità, oculatezza di spesa, e gran-de onestà intellettuale, nella guida degli organi associativi e rappre-sentativi della grande famiglia dalmata;

i n v i t ail dott. Guido Cace a trasmettere alla Giunta comunale in carica, co-me già richiesto, le domande di iscrizione finora raccolte e le quoteindebitamente percepite a nome dell’Associazione, per validarle e unir-le all’elenco anagrafico di cui è depositario il Libero Comune di Za-ra in Esilio, e che sarà concordemente aggiornato, al fine di assicu-rare la maggiore partecipazione di dalmati e aderenti al prossimo rin-novo delle cariche sociali, statutariamente fissato nel 2016, impegnandola Giunta e il Consiglio comunale in carica a elaborare apposito re-golamento delle rispettive elezioni, che sarà approvato dal Consigliostesso, a norma di Statuto, previo confronto sia con Guido Cace cheRenzo de’ Vidovich, che del resto, sono ancora, di diritto, membridel Consiglio comunale;

s a l u t acon cordialità i Dalmati che parteciperanno al raduno indetto il pros-simo ottobre a Grado da Renzo de’ Vidovich, raduno che non con-sidera alternativo a quello odierno, alla cui Assemblea soltanto com-pete di validamente agire in nome e per conto dell’Associazione deiDalmati Italiani nel Mondo-Libero Comune di Zara in Esilio, ma puòcostituire l’occasione per desistere da ulteriori diatribe e divisioni eriunirsi nella casa comune, superando avversioni, malintesi o per-sonalismi.

La domenica mattina si è svolta la Santa Messa dove sono state ri-cordate le persone scomparse nel corso dell’anno

Auditorium Chiesa dei Cancelli – 21° Incontro con la Cultura Dal-mata – Intervento e messaggio di saluto di S.E. Mons. Giuseppe Or-landini, Vescovo di Senigallia

segue da pag. 1

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IL DALMATA ottobre 2015 pag. 9

A. Riccardo Adrario e Signora Ma-ria Stella, Fiorenza Angelucci, Ma-ria Rosaria Armano autrice del ro-manzo I Delfini, Silvia Arneri, Do-natello Baione e Signora, FrancaBalliana Serrentino, Antonio Balla-rin, Elisabetta Barich, Rossella Be-nevenia e marito, Alberto Benvenu-ti, Maria Luisa Botteri Fattore e figlio,Donatella Bracali Bua, Guido Braz-zoduro, Walter Briata, Loris Bucz-kowski, Elsa Cagner, Lella Calmet-ta e marito dalla Sardegna, Gioia Ca-lussi Gabaldo, Carlo e Cristina Car-letti Orsini da Sassoferrato, PietroCerlienco, Guerrino Cerlienco e Si-gnora Cristina, Antonio Cettineo,Carlo Cetteo Cipriani e Signora,Renzo Codarin e Signora, AntonioConcina, Pietro Cordignano, LianaCosta con marito e la figlia, FulvioCosta con signora e figlia Orietta,Guido Costa con Signora e figlioMarco, Emy e Sonia Cova, Lionel-la Cronia, Icilio Degiovanni, EzioDietrich, Daniela Dotta, Nora Fabu-lich Cova, Guerrina Fisulli, Fioren-za Fisulli e marito T. Gaggiotti, Ro-berto Formica, Edoardo Frati il fo-tografo del Raduno, Daniela Fratoni,Piero Gazzari, Clelia Giurin, SignorGiurissich, Alma Grigillo Cornac-chini, Carlo Alberto Cornacchini,Alessandra Cornacchini, GiovanniGrigillo e Signora, Mietta Grigillo-Mazzucconi e nonno di Sara Maz-zucconi, Mario Gusar da Zara,Adriana Ivanov Danieli e marito, No-vella Jurinich, Salvatore Jurinich,Marco Livich e Signora, GiorgioLorini e Signora Rita Santucci, Flo-ra Lovrovich e marito Lino Baratto,Guido Lunazzi, Franco Luxardo,David Mac Daniel da Houston USA,Loredana Madrusian da Spalato,Sandra Madrusian Radic da Spalato,Lorenzo Maggi e Signora FrancescaPivirotto, Giuseppe Manni e Signo-ra, Giorgio Marussi da Basilea, Mar-cello Mastrosanti e SignoraArianna,Giovanni Matesic da Zara, Gigi Ma-tesich, Antonio Matkovic da Lesina,Pierpaolo Mattias, Sergio Matulichcon Signora ed erede Zara, WalterMatulich nonno di Zara, Marino Mi-cich, Piergiorgio Millich Vicario del-la Scuola Dalmata di Venezia, Mat-teo Miotto, Umberto Nani e Signo-ra, Marco Nicosia, Laura Nicosia,

Elena Paladini, Benny Pecota, Ri-naldo Perovich, Roberto Perovich,Simona Perovich, Paolo Peruginida Cattaro, Honorè Pitamitz, OrestePocorni e Signora, Alfredo Polessi,Dalmato Politeo, Orietta Politeo,Anna Poni, Pietro Prever con Signorae sorella,Antonio Projic da Spalato,Fabio Puccinelli, Flavio Rabar, Mi-chela Radovani, Secondo RaggiKaruz, Giampaolo Rallo, Elio Ric-ciardi, Franco Rismondo, GiuseppeRitschl il nostro Agente a Senigalliaper l’organizzazione del Raduno,Antonio Rolli e Signora NicolettaPierri, Paolo Rolli, Davide Rossi, Ma-rina Rougier con Marito e figlia, Ma-rio Rude –Presidente del Collegio deiSindaci revisori dei Conti, di famiglia

esule da Sebenico nel 1920, ClaudioSala e Signora, Giovanni SalghettiDrioli, Signora Santona, Stelio Sa-scor e Signora,Alessandro Scardino,Maria Schitarelich, Umberto Senine Signora, Enzo Serini e Signora So-nia Bertini, Aldo Sigovini-GuardianGrande della Scuola Dalmata di Ve-nezia, Vincenzo Suraci e Signora, Lu-cio Toth e Signora, Rosanna Turci-novich Giuricin, Giorgio Varisco,Corrado Vecchi, Signora Villani daTrento, Elena Vian Projic da Spala-to, Mara Zanella e figlia Enrica Or-lando, Patrizia Zanella, Carla Zerialie figlia Giovanna, e dulcis in fundoSerena Ziliotto che da ultima della li-sta raccoglie per condividere con tut-te le altre sopraelencate , presenti oassenti giustificate, tutti i complimentiche meritano le nostre mule zaratine,di nascita o per matrimonio, madri ozie o incredibili nonne sempre giovanie cocole, eleganti e radiose, sorridentee imborezada mularia zaratina, nostroattuale sale e zucchero e lievito e mor-

bin e garanzia del futuro dei nostri ra-duni nello spirito di sempre, quellodell’ANDAZ, associazione degli“amici” zaratini e cittadini del Libe-ro Comune per libera adesione, aper-ta a tutti quanti condividono i nostristessi sentimenti , senza bisogno ditessere e bollini. Oltre alla fanfara deibersaglieri in congedo di Jesi guida-ta dal bravo Daniele Ciattaglia chia-mato dal nostro Generale Elio Ric-ciardi ricordiamo il Maggiore Carri-sti Vincenzo Nardella Presidente delComitato d’Intesa delle Associazio-ni Combattentistiche e d’Arma di Se-nigallia che, rispondendo all’invito delGenerale Domenico Schipsi, maritodella zaratina Loreta Vaich, ha coor-dinato la presenza delle Associazio-

ni intervenute alla S. Messa ed alla de-posizione della corona nel Sacrarioappena restaurato con i labari ed i lo-ro Presidenti: Ass. Nastro Azzurro:Almerino Rossetti e V. Bers. Fran-cesco Papa-Ass. Combattenti e Re-duci: Luigi Bonvini -Ass. Caduti eDispersi in Guerra: Armando Gob-betti-Ass. Mutilati ed Invalidi diGuerra: Elpidio Spinozzi -Ass. Polizia di Stato: Vito Mimun-no -Ass. Carristi: Giuseppe Pietrini -Ass. Marinai d’Italia: Luigi Dia-mantini. Dei 13 attori della compa-gnia Impiria, senza nominarli tutti ri-cordiamo che il testo del lavoro“Giulia” è di Michela Pezzani e la re-gia di Andrea Castelletti. Un grazieva all’amica Alessandra Panzini dimadre istriana che ha ideato e rea-lizzato con sentimento il bel manifestoe la grafica del Raduno, al tecnicoGianni Mencarelli che ci ha assisti-to alla Chiesa dei Cancelli, al sig. Ric-cardo della Top Service per l’impiantoaudio e video, al tecnico Lorenzo Ba-

ci della Fenice, al cortese efficientepersonale degli uffici Cultura e Tu-rismo del Comune di Senigallia, alSindaco Maurizio Mangialardi in-tervenuto alla S.Messa e deposizio-ne della corona e per far finire tutti sal-mi in gloria al parroco del Duomo edil nostro grazie particolare al Vesco-vo Mons. Giuseppe Orlandoni che intempo di Cresime si è riservato unospazio per noi per portarci la sua pa-rola all’incontro del sabato mattina.In vario modo hanno fatto i miglio-ri auguri al Raduno di Senigalliaesprimendo la loro solidarietà aiDalmati presenti molti impossibilitatiad intervenire, tra questi abbiamo re-gistrato le seguenti adesioni ricevu-te a voce, via e-mail e per lettera: Fla-vio Asta. MariaVittoria barone Rol-li, Giorgio Baroni, Guido Battara,Francesco Bongi console onorario diRagusa di Dalmazia, Mario Borto-luzzzi, Aligi Botteri, Manuele Brai-co, presidente della Associazionedelle Comunità Istriane assente per ra-gioni di salute, Sergio Brcic, MariaLuisa Budicin, Marina Buffoni, Mar-cella Bujas Casolini, Tullio CanevariSindaco del Libero Comune di Polain Esilio, per ragioni di salute, Car-lo Roberto (Titti) Carloni e signoraEmilia, Silvio Cattalini per ragioni disalute, Raffaele Cecconi idem,AndreaClementoni, Enzo Concina, PaolaConcina, Maria Rita Cosliani, Ales-sandro Cuck, Franco Dazzara, Giu-liano De Zorzi, Rachele Denon Pog-gi, Umberto Donati, Matteo Duiella,Sandro Dunatov,Antonio Fares, Da-rio Fertilio, Claudia Galetto (Mussap),Gianni Garcovich, Silvio Gaspar e Si-gnora, Michele Pietro Ghezzo, ItaliaGiacca, Bianca Maria Gilardi, Mar-gherita Grigillo, Paolo Luxardo, Gio-vanni Malagò, Nora Miotto, Lucia-no Monzali ( in quei giorni gli è na-ta Marina, auguri anche ad Estera),Paola Morin, Bruno Politeo, Rober-to Predolin, Paolo Radivo, Giu-seppe Rocco, Guido Rumici, MariaRita Sanguigni, Luisa Scimemi, Gior-gio Siboni, Angela Teja, Piero Tony,Giorgio Vallery, Tullio Vallery, Fran-co de’ Vergada, Giuseppe de’ Ver-gottini, Giovanni Battista Zannoni,Antonio Zett, Franco Ziliotto, LuigiZiliotto, Alvise Zorzi.

“ Abbiamo visto al raduno nostante il tentato sabotaggio…”Dimentichiamo certamente molti nomi di amici con cui fin d’ora ci scusiamo, siamo tuttavia felici di essere riusciti a ricordarela gran parte dei presenti all’unico Raduno Nazionale dei Dalmati che di nuovo salutiamo fraternamente

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pag. 10 ottobre 2015 IL DALMATA

Quest’anno l’annullo e la carto-lina commemorativi del Radu-no sono stati dedicati a France-sco Rismondo

Il Madrinato anche quest’annoha continuato ad impegnarsiper tutelare, restaurare e con-servare le tombe dei nostri as-sociati; tombe che si trovanonel nostro vecchio cimiteroitaliano di Zara che è nel cuo-re di tutti anche per essere sto-ricamente importante in quan-to documentazione del passatodella nostra città. Dobbiamoinformarvi che a causa dell’o-nere sostenuto da diversi annidal Madrinato per il pagamen-to delle tasse cimiteriali que-st’anno versa in serie difficol-tà. Il problema è dovuto dalfatto che il numero delle tom-be senza eredi stanno aumen-tando ed inoltre diversi eredinon provvedono, nonostanteripetuti solleciti al versamentodi quanto dovuto. Le offertegenerose che ogni anno ci arri-vano ci permettono solo inparte di sostenere questa spesae quest’anno abbiamo dovutointaccare il fondo di riserva.Perdurando questa situazionenon ci sentiamo in grado diimpegnarci per programmarenuovi restauri. A questo puntodobbiamo prevedere che a bre-ve termine molte tombe deinostri cari a Zara finiranno peressere abbandonate. Sarà ne-cessario, in occasione delviaggio-pellegrinaggio di no-

vembre a Zara e nella prossi-ma assemblea del Madrinato,valutare l’interesse effettivoesistente per il futuro di questetombe. Come è ormai consue-tudine anche quest’anno an-dremo a Zara per commemora-re i Santi e onorare i Mortiportanto un fiore sulle nostretombe che troveremo tutte pu-lite e ordinate ed, inoltre, assi-steremo alla Santa Messa inloro suffragio officiata in ita-liano. Invito tutti a partecipareal viaggio a Zara.Alla fine del-l’Assemblea del Raduno ildott. Concina ha rivolto un ap-pello ai presenti per sollecitarea fare un’offerta per il Madri-nato. La sua iniziativa ha reso600 euro. Il Madrinato lo haringraziato pubblicamente.

Relazione del Madrinato dalmatico diGioia Calussi Cabaldo

Un momento dello spettacolo Giulia del sabato sera

I radunisti alla domenica mattina durante l’Assemblea

DE’VIDOVICH ESPULSODAL LIBERO COMUNE DI ZARA

Visti gli art. n. 4 dello Statuto e n. 2 del Regolamento Co-munale, la Giunta dei Dalmati Italiani nel Mondo - LiberoComune di Zara in Esilio, riunita il 17 ottobre, con votounanime ha deciso l’esclusione dall’associazione di Renzode’ Vidovich.Queste in sintesi le motivazioni comunicate all’interessato:- per avere assunto comportamenti ed iniziative moral-mente riprovevoli nei riguardi del Comune e dei suoiorganismi liberamente eletti,

- per avere ripetutamente indirizzato – sulla stampa e at-traverso i media – ingiurie e calunnie ai danni di nu-merosi esponenti della comunità dalmata,

- per non aver rispettato le decisioni democraticamenteassunte dai Consigli Comunali del 14 giugno e del 4 ot-tobre 2014 e del 19 settembre 2015,

- per avere tentato di sostituire gli organi legittimi del-l’associazione, creando disagio ed imbarazzo nella co-munità dalmata e tra le associazioni consorelle dell’eso-do giuliano dalmata,

- per aver tentato di sabotare lo svolgimento del 62° Ra-duno dei Dalmati di Senigallia dando alla stampa, di-rettamente al Sindaco ed agli alberghi della città, la fal-sa notizia della sua sospensione, creando così confusio-ne fra le autorità e scompiglio tra i partecipanti,

- per avere promosso a Grado il 4 ottobre un altro in-contro, falsamente propagandando un “raduno nazio-nale dei dalmati 2015” come indetto dalla nostra asso-ciazione.

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IL DALMATA ottobre 2015 pag. 11

Perché la nostra storia continui dopo di noiSPAZIO AI GIOVANI

Questa rubrica è nata per dare spazio, in ogni numero, a coloro che rappresentano la terza generazione, la speranzaper la continuazione della nostra memoria e il rinnovamento della nostra identità, coloro che saranno, ce lo auguriamo,i futuri dirigenti delle nostre associazioni.

Guido Becich di San Servolo èun esule di terza generazione na-to a Milano che vanta un’inte-ressante genealogia: la sua fami-glia, originaria da Budua pressoleBocche di Cattaro, nelXVII se-colo ottenne dalla Repubblica diVenezia quale riconoscimentoper i servigi resi il feudo di SanServolo, nelle campagne di Pa-renzo. Dalmate dunque le origi-ni, comuni a tutti noi le vicendedell’esodo: il bisnonno e il non-no (nato nel 1909 a Parenzo), du-rante i tragici avvenimenti del ’43-’45 in Istria, dichiarati “nemici delpopolo” dai titini, furono co-stretti a fuggire per evitarel’infoibamento. La diaspora liportò dapprima aVenezia, poi inaltre sedi, finchè la famiglia si sta-bilì parte a Conegliano, parte aMilano.Attraverso le memorie familiarie i racconti di amici di famigliala Dalmazia è giunta fino a Gui-do. La cognizione del dolore in-giustamente subito gli ha datoconsapevolezza, ha cementatoin lui il senso di appartenenza.Visitare quella terra, in mediaogni due anni, significa per lui

non solo ammirarne le bellezzenaturalistiche ed artistiche, maanche condividerne simpateti-camente il messaggio di dolore,rivivere la sofferenza della gen-te dalmata, oltre che della suafamiglia. Ed insieme il suosguardo, che non è quello di unturista comune, sull’ altra spon-da dell’Adriatico coglie la len-tezza dell’ integrazione euro-pea, la persistenza del mai sopi-to nazionalismo, la mancanzadi una memoria condivisa.Riconosce che nella sua carrie-ra di studi raramente il tema delConfine Orientale è stato af-frontato dai docenti, seppurepiù di quanto avvenuto in pas-sato per i suoi familiari, a causadella sopravvivenza di un pre-giudizio politico che ostacolauna serena, nonché ormai do-vuta, analisi di quella paginastorica.Guido sta costruendo il suo futuroanche attraverso la scelta di ri-siedere all’Estero per consegui-re prestigiosiMaster: attualmentefrequenta un corso diMBA(Ma-ster Business Administration)presso l’università di Madrid.In questa fase d’esordio della suacarriera lavorativa gli è difficileoffrire un contributo attivo allanostra causa, anche se già si è ci-mentato in una tesi che affrontail tema dellamemoria diretta e in-diretta e spera di poter pubblica-re altro materiale, divenendoparte attiva della vita associa-zionistica degli esuli.Non gli mancano il desiderio dipartecipare e la disponibilitàpersonale, nell’auspicio che lapolitica sgombri il campo a fa-vore della ricerca storica, dellacondivisione, del riconosci-mento dell’italianità delle no-stre terre. Più pessimista è sullapossibilità di ottenere equi in-dennizzi.Da figlio dei suoi tempi qual è,individua nei Social Networkslo strumento più efficace per lacorretta informazione e divul-

gazione della vicenda dell’Eso-do. Ci auguriamo di poter pas-sare il testimone a giovani co-me lui, che sanno usare gli stru-

menti tecnologici per rendereveramente storica quella me-moria collettiva che tutti noiesuli ci portiamo dentro.

RAGGI KARUZDONA UN QUADRO

ALLA CASA DEL RICORDODI ROMA

La Casa del Ricordo dell’Esodo degli istriani, fiumani edalmati a Roma ha ospitato giovedì 9 luglio un incontro-conferenza dell’artista zaratino Secondo Raggi Karuz pro-mosso dal Comitato provinciale romano dell’ANVGD edalla Società di Studi Fiumani. Oltre al protagonista sonointervenuti Donatella Schürzel, Marino Micich ed EufemiaGiuliana Budicin.Per l’occasione Raggi Karuz ha donato alla Casa del Ri-cordo una sua opera, che è stata esposta.

Lorenzo Rolli, nipote di Maria Vittoria Baroni Rolli atleta di palla-mano, ha donato il midollo osseo per salvare una persona grave-mente ammalata di leucemia.

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pag. 12 ottobre 2015 IL DALMATA

Branko Sbutega era un pretecattolico in Montenegro. FraCattaro e Perasto c’è un centrochiamato Dobrota. Una bellissi-ma chiesa e una grande vec-chissima casa con muri moltogrossi e un po’storti. In questa ca-sa Branko Sbutega ci hamostratola biblioteca che qui c’è in foto-grafia.Veramente, quello che si vede èsolo un piccolo angolo dellagrandissima biblioteca di Bran-ko Sbutega. L’ultima volta che cisiamo stati non ci ha ricevuto.Pensavamo al capriccio di un ge-nio, invece, dopo pochi giorni, ilSignore lo chiamò a Lui. Era an-cora giovane e pieno di vita…Dopo il grande terremoto chescosse tutto il Montenegro nel1979, Sbutega si diede da faredappertutto, senza tregua, senzarisparmio e quando andammo atrovarlo ci ha accompagnato conentusiasmo mostrandoci quelloche stava facendo.Ad esempio sisapeva di un grande tempio diGiove sicuramente esistito mache era introvabile. Ebbene, ro-vistando fra le pietre cadute al-l’interno della chiesa, si scoprìche il Duomo di Cattaro era sta-to costruito esattamente sopra iltempio di Giove. Senza il terre-moto non lo si sarebbe mai po-tuto scoprire! Poiché le due gran-di torri del Duomo sono rimastein piedi, il buon Sbutega, scher-zando disse che se fossero caduteanche quelle, chissà che cosaavremmo potuto scoprire…Tutti sappiamo che l’ultimoGon-falone di Venezia nel 1797 ven-

ne solennemente sepolto nelDuomo di Perasto. Durando laSerenissima, in tempo di guerradodici marinai di Perasto eranosempre sulla nave ammiraglia ve-neta come “Gonfalonieri”. For-se oggi si sarebbero chiamati“Corazzieri…” Quindi, alla ca-duta della Repubblica, l’ammainabandiera di Perasto, ultima cittàdalmata ad arrendersi, fu un av-venimento assolutamente solen-ne, ed ebbe onori solenni ancheda parte del nemico.Ebbene, il nostro Branko Sbute-ga, nei giorni del dopo terremo-to del 1979, andò a cercare la se-poltura del sacro Gonfalone.An-dò rovistando fra tutte le rovinee rovesciando tutto quello che sipoteva rovesciare, il Gonfalonenon fu ritrovato. Ma a Sbutegafrullava sempre in mente ancoraqualche posto che doveva esser-gli sfuggito.Quando ci trovavamo al Risto-ranteVardar di Cattaro davanti aun brodetto di pesce che profu-mava tutta la piazza, il buonSbutega dava il meglio di sé.An-che se non parlava mai della suapermanenza inVaticano, o dellepiccole miserie quotidiane sottocasa, egli si allargava sulle festepopolari in Montenegro o dellanuova Chiesa di Medjugorje.Ma non c’era cosa che lui non co-noscesse, non c’era cosa chenon sapesse raccontare.Aveva una voce sciolta e accat-tivante come l’attore Paolo Polie un pensiero acuto ed enciclo-pedico come Pico della Miran-dola…Branko Sbutegamiman-ca.Avrei potuto imparare molto dalui.

BRANKO SBUTEGAdi Giuliano De Zorzi

I MULI DELTOMMASEO SI RIUNISCONOANCORA

L’annuale Raduno, il trentesimo, degli ex allievi dell’Istitutobrindisino, che nel dopoguerra ospitò ben 250 allievi profughi giu-liani, si terrà quest’anno a Garda, in provincia di Verona, pressol’hotel “Sole”, in via Monte Baldo, da venerdì 9 a martedì 13 ot-tobre.Il programma del Raduno prevede l’arrivo dei partecipanti vener-dì 9 ottobre, con cena in albergo e a seguire chiacchiere e canti. Sa-bato 10 ottobre alle ore 10 l’Assemblea generale, nel corso dellaquale saranno presentate le relazioni dei consiglieri ed eletto il Se-gretario generale dell’Unione. Domenica 11 ottobre, alle ore 11, ipartecipanti al Raduno assisteranno tradizionalmente alla SantaMes-sa. Seguirà il pranzo ufficiale e, nel pomeriggio, uno spettacolo. Lu-nedì 12 ottobre alle ore 9,30 è prevista la partenza per Gardone convisita al Vittoriale. Si rientrerà a Garda in pullman con sosta in luo-ghi di interesse. Cena in hotel e a seguire chiacchiere e canti.L’incontro si concluderà martedì 13 ottobre.

LE NUOVE NOMINEDIPLOMATICHEIN CROAZIA

Adriano Chiodi Cianfaranisuccederà a Emanuelad’Alessandro come nuovo Am-basciatore d’Italia in Croazia.L’insediamento avverrà in que-sto mese di settembre.Lo scorso mese di agosto, Pao-lo Palminteri è subentrato aRenato Cianfarani nella carica diconsole generale d’Italia a Fiu-me.Ad entrambi le congratulazionie gli auguri della Redazione deIl Dalmata

VECI DALMATINoi semo dei dalmatiantica manierae portemo dentrola nostra bandiera

perché semo vecie i piedi xe stanchii schiachi e i dolorino xe che i ne manchi

e anca se ormaii ani xe tantinoi anche se pochiguardemo in avanti

savendo che spessose vedi dal visoqualcosa xe morto:xe morto il soriso.

Ma pur se la terraLasciata è lontanane resta per patriala lingua italiana

L’ANGOLODELLAPOESIA

CONTRIBUTI A “IL DALMATA”Il vero conto corrente postale n. 001019266285 -

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IL DALMATA ottobre 2015 pag. 13

LETTERE AL DALMATA

BANDOAI CONTRO-RADUNI!

Tutte queste polemiche e attacchiingiustificati generano confu-sione e disagio in chi crede nei ca-noni di una semplice associazionedi persone che vogliono, ancoraoggi, tenere in vita il ricordo e leemozioni che hanno legato i no-stri genitori. Siamo, per la mag-gior parte, figli di quel-la generazione che ha vissuto lastoria delle vicende di Zara eDal-mazia solo dalla tradizione ora-le dei nostri cari. Il nostro unicoscopo, nei nostri incontri, deve es-sere quello di una “bona ma-gnada“ e di una spensierata can-tada rievocando canzoni e ritor-nelli della nostra tradizione po-polare. Stiamo uniti e … al ban-do i contro-raduni e gli scismi de-gni degli antipapi.WZara italianae Veneziana!!!!!!

Bruno Predolin

ANCORASULRIFIUTODELLACITTADINANZA

CROATAChi ragiona come Grigillo, ra-giona col cuore, ma non con lamente.Quale doveva essere, a mio mo-destissimo giudizio, il fine dellevarie associazioni degli esuli? Ilritorno nelle terre d’origine degliesuli e discendenti.Acquistando e non Riacquistan-do la cittadinanza croata, mamantenendo l’italiana (come pre-visto dalla legge croata), avresteavuto tutti i diritti degli Italiani“regnicoli” e i diritti dei Croati.Sareste diventati una delle mi-noranze della Croazia, quellaitaliana, irrobustendo i Rimasti.Avreste ripopolato le vostre ter-re e riavuto i beni. Cosa c’entrase i Croati avrebbero detto que-sto o quello. Lasciateli dire ri-battendo i falsi storici. Sareste sta-ti Croati di diritto e Italiani di di-ritto e di sentimenti, come sonoItaliani di diritto eTedeschi di na-zionalità i Sudtirolesi.Che errori madornali sono statifatti da voi e dalle vostre asso-ciazioni.

Io ho conosciuto dei croaticissi-mi che hanno avuto la cittadi-nanza italiana e giocano su duetavoli. Ad es. la famiglia dellaprof. Burgeles (Università diDubrovnik- denominazione uf-ficiale) e quel Tiberi.Ora voi gestite la “camera mor-tuaria” degli esuli i cui lumini sistanno spegnendo.Un forte abbraccio e ti promettoche non ribattterò più alla tua ri-sposta a questa mia, che speropubblicherete sul Dalmata.

Giulio VignoliPubblichiamo, certamente! Èargomento di dibattito sofferto.Lasciamo alla storia il responso.Forse il Prof. Vignoli ha ragio-ne: abbiamo previlegiato il cuo-re, non la mente. GG

RIBATTERE COLPOSU COLPO

Sergio Siccardi scrive una letteraalla Redazione de Il Dalmatachiedendone la pubblicazione(anzi, dichiarando “non solo viautorizzo, ma sarei gratificato sequanto da me scritto fosse pub-blicato anche in parte”). Ce nescusiamo con l’autore, ma nonpossiamo pubblicarla. E non perla sua dimensione (di 3 pagine ol-tre allegati), ma perché, nella let-tera, il Siccardi si lamenta aspra-mente dimenzogne pubblicate suIl Dalmata Libero e di compor-tamenti scorretti di Renzo de’Vi-dovich.Ebbene, nonostante gli insultidi cui il personaggio ci ricopre an-che a titolo personale, vogliamomantenere lo stile che ci ha finoracontraddistinti, senza far scendereil nostro periodico al livello diquello del nostro contraddittore,pur sapendo che questo nostro at-teggiamento ci procurerà le cri-tiche di quegli amici che sosten-gono la necessità di ribatterecolpo su colpo.Preferiamo prendere atto e dareconto ai nostri lettori delle meri-tevoli attività che il Siccardi ha svi-luppato negli anni a favore dellacausa degli esuli giuliano-dalma-ti, senza averne avuto il dovuto ri-

conoscimento: l’organizzazionedel concerto dato a Trieste alTeatro Verdi, compreso il pro-gramma musicale, l’attività diprofessore d’orchestra sviluppataper ben 35 anni, l’organizzazionedi tutti i concerti per laRustia-Trai-ne, le ricerche per rintracciare lanipote del Tenente Luigi Cascia-na ed ottenere da lei la fotografiadel nonno, la pubblicazione del re-lativo libro sull’eroicomilitare uc-ciso a Trieste nel 1920, eccetera.Quanto alla perplessità solleva-ta circa l’accusa che, a pagina 15de Il Dalmata Libero del luglioscorso, viene rivolta ai “masso-ni di Padova” di aver “sabotatola presenza di Staffan de Mistu-ra al Concerto dato in suo ono-re al Teatro Verdi di Trieste”, ri-teniamo che l’autore della dida-scalia, con le parole “in suo ono-re”, volesse probabilmente rife-rirsi ad Ottavio Missoni, nomi-nato poche righe più sopra, e nona Staffan de Mistura. E, natural-mente, smentiamo di avermai sa-botato la presenza dell’ex Sotto-segretario di Stato, nostro stimatoamico e conterraneo.

Gianni Grigillo

IL SALUTODIALVISE ZORZI

Desolato che mie condizioni disalutemi vietino di partecipare al-l’annuo Convegno, prego viva-mente trasmettere il mio affet-tuosissimo saluto ai Dalmati chesaranno presenti al Raduno ed alSignor Sindaco del Comune di

Zara in esilio. Desidererei anchefar giungere, nella mia qualità divincitore del Premio Tommaseo2014, i miei rallegramenti più vi-vi all’illustre collega GianpaoloPansa, del quale sono lettore edestimatore. Con un abbraccio

Alvise Zorzi

PER RICORDAREVINCENZO SERRENTINO,

ULTIMO PREFETTODI ZARA

SerrentinoVincenzo, già ufficialedi fanteria e combattente nellaPrima Guerra Mondiale, vennenominato prefetto di Zara il 2 no-vembre 1943. Encomiabile ilsuo comportamento a favore de-gli abitanti di quella martoriatacittà, vittima di feroci e ripetuteincursioni aeree anglo-america-ne. Nell’infausta primavera del’43 il Serrentino si trovava aTrie-ste per incombenze relative al suomandato. Ripetutamente sconsi-gliato di rientrare a Zara, già oc-cupata dalle bande comunistetitine, volle comunque rispettarequello che riteneva un obbligo ci-vile e morale: ritornare tra i suoicittadini in una situazione tantodifficile.Arrestato e trattenuto incarcere per ben due anni, vennefucilato il 15 maggio 1947.Nella cerimonia del “Giorno delRicordo” 2007, l’allora Presi-dente della Repubblica Napoli-tano ha consegnato agli eredi ungiusto attestato al valore.

Gianni Botter

Le lettere dei lettori sono il sale del giornale. La rubrica accoglierà ogni opinione, senza pregiudizi, ma nel limite dimensionale e dicontenuti riservato all’indipendente giudizio del direttore. Per essere pubblicabili, devono cioè essere mantenute nella lunghezza mas-sima di 1200 battute.

FALSITÀ E SUPERFICIALITÀNON AIUTERANNO

L’ASSOCIAZIONISMO DALMATAÈ assolutamente falso ciò che “ilDalmata Libero” afferma in pri-ma pagina nello spazio intitola-to “Cessa la stampa della Dife-sa Adriatica”, e cioè che i fondidella legge 72/2001 e sue modi-fiche vengono segretamentestanziati dallo Stato.“Esiste a tale proposito, a nor-ma di legge, una regolareCom-

missione governativa che vagliai progetti e li approva”. Questemenzogne recano solo gravi dan-ni alle associazioni degli esuli,che si vedono rimandare da oltredue anni la composizione dellanuova Commissione governati-va per i progetti 2013, 2014 e2015. L’ANVGD per far fun-

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pag. 14 ottobre 2015 IL DALMATA

Oh, potere dei sovrumani! Oh,superiore possanza di eroi semi-divini, di superuomini nietz-chiani, di nobili mantellati di-scendenti tutti (ma anche no) dalombi di illustre ascendenza!Ai comunimortali è concesso ra-dunarsi in quel di Senigallia, innumero di circa 200, di operarenella Giunta e nel Consiglio re-golarmente eletti in quel diS.Marino, anche se qualcuno è dimemoria corta, di confrontarsinell’Assemblea dei cittadini, con-venuti nonostante i colpi bassi dichi, ormai alla canna del gas, lidiffama, boicotta, denigra conspregevoli iniziative personalitelefonando agli alberghi, al Sin-daco, al celebrante!!!Giù, sempre più giù sulla scalaetica e comportamentale, salvopoi risorgere, non proprio il ter-zo giorno, in quel di Grado, se-de di quel Patriarcato sorto untempo appositamente per offrireuna degna cornice al popolo de-gli eroi: i meno di 20 sopravvis-

suti ad un’autolesionistica cam-pagna di demonizzazione com-piuta da chi non si rassegna a fa-re il nonno, magari accompa-gnando i nipotini ai giardinetti,ma travolge in un vortice di fu-rore autoreferenziale una picco-la corte di clientes , legati da in-teressi più o meno scoperti.Ed ecco, Egli compie il miraco-lo, decantandolo in uno dei soli-ti articoli scritti da un prestano-me: i 20, ma anche meno, di-ventano 120 e si eleggono, si no-minano tra di loro, figli, figlioc-ci, compari e compagne. Ohgaudium magnum!Habemus anti-Papam, lo Sci-sma d’Oriente di Grado ha pro-dotto un mostro a due teste, tra-volgendo ingenui e sprovveduti,ma anche persone stimabili perdoti intellettive! E dunque, sullascia miracolistica, anche i libri diargomento dalmata rispetto ai 20recensiti dettagliatamente in queldi Senigallia si moltiplicano, di-ventano 152!!!

E vengono presentati “con peri-zia” dalla novella Musa del sa-pere dalmatico, che riesce inmeno di 2 ore a fermare il tem-po, a recensirne in media unoogni 30 secondi! Bazzecole poiche un intellettuale dello spessoredi Giampaolo Pansa sia statoinsignito del 19° Premio Tom-maseo: colui che tutto puote de-cide di assegnare il premio ormaitaroccato ad altri, anche se duo-le, e molto, che la persona che loha accettato, data la stima in-condizionata di cui gode pressotutti, sia caduta nella rete.Ma tant’è, i superuomini si cre-dono tali anche quando rotolanonella polvere, noncuranti del fat-to che a Grado fosse facile con-tare le presenze effettive e che lamistificazione, la millanteria e latracotanza si ritorcono sempre suchi le produce.Anche se affermadi aver fatto lamoltiplicazione deilibri e dei Dalmati.Secondo un Vangelo tutto suo.

Ricordo mio padre seduto allascrivania mentre disegnava tuttoassorto e concentrato, sentivo ilpennino che graffiava delicata-mente il foglio, mi avvicinavo emi spiegava tutto sorridente e so-gnante quello che stava facendo,vedi, mi diceva, sto creando leombre, le foglie degli alberi e imattoni delle chiese, e così neisuoi disegni, come nei suoi scrit-ti, ricordava la sua Zara, le suecalli e il suo mare. Quando èmancato è come se un’immensabiblioteca fosse andata perduta,scomparsa all’improvvisoma i li-bri più importanti, quelli dei ri-cordi sono rimasti. Li custodiscogelosamente e mi piace sfoglia-re questi volumi impalpabili chesono nellamiamente e perdermi:vedere il suo viso, sentire i suoiconsigli, ricordare giornate, atti-mi e tante volte il suono della suavoce. In una sua poesia disse: “la-

sciate che il tempo cancelli il no-me non il ricordo”. “Io non sonomorto, sono solo andato nellastanza accanto” scrisse uno scrit-tore in un suo rac-conto; così è perpapà, è sempre vi-cino, presente inmecon i suoi scritti econ i suoi disegni.Mi piace pensarlolassù, nella sua vec-chia Zara che tantoamava, a passeg-giare e a discuterecon i suoi concitta-dini e poi, il pome-riggio, seduto allascrivania intento adisegnarla per fis-sare e rendere im-mortali con i suoidisegni le bellezzeche aveva visto.

Giorgio Gaspar, era nato a Zaral’11 maggio 1935

Silvio Gaspar

IN RICORDO DI GIORGIO GASPAR

zionare la legge 72/2001 e suemodifiche si è esposta finanzia-riamente più di ogni altra asso-ciazione e sono i ritardi della la-vorazione della legge dovuti al-la burocrazia statale che hannomesso in crisi il meccanismo de-gli anticipi e dei saldi. Non solol’ANVGD ha avuto problemi matutte le associazioni coinvoltenella progettualità. Pertanto pri-ma di accusare occorrerebbe co-noscere i fatti nella loro concre-tezza. La linea del “Dalmata Li-bero” (direttore Renzo de’Vido-vich) è quella di screditare, spes-so con menzogne e notizie su-perficiali, la politica dei finan-ziamenti del Governo italianoagli esuli, la Federazione degliEsuli, l’Unione Italiana, il Libe-ro Comune di Zara in Esilio e dichiunque altro tenti di dire qual-cosa a difesa di queste istituzio-ni. Tutto è migliorabile ma lo sideve fare sempre con notizie ve-ritiere.Ora si andrà a fondare a Gradoun altro Libero Comune di Za-ra in Esilio – ADIM…A mio avviso, si tratta di un at-to assai grave, che non farà altroche indebolire alle fondamental’associazionismo dei dalmati, in-vece di creare nuova democraziaassociativa!I dalmati sono sempre di menoper ragioni esistenziali e ogni di-visione di queste proporzioninon potrà che essere deleteria.Operando in questo modo si dàil destro al Governo italiano didisinteressarsi ulteriormente delmovimento associativo degliesuli giuliano-dalmati. Il nume-ro delle associazioni è già alto co-sì com’è, crearne altre o proporre“doppioni”, non porterà benefi-cio a nessuno.Nei tavoli governativi si creeràsolo confusione. Si può com-prendere che spesso le associa-zioni non sono amministrate be-ne, ma arrivare a scissionismigravati da una messe di men-zogne e di insulti non è utile anessuno, a parte per coloro cheoptano sempre e in ogni caso perle proprie esigenze personali.

Marino MicichIn qualità di Consigliere del

Libero Comune di Zarain Esilio-ADIM

LAMOLTIPLICAZIONE DEI LIBRI E DEI DALMATIdiAdriana Ivanov

da pag. 13

CI HANNO LASCIATOa tutti i parenti le più sentite condoglianze

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IL DALMATA ottobre 2015 pag. 15

C I H A N N O L A S C I AT Oa tutti i parenti le più sentite condoglianze

DONSTEFANI, nato a Lussinoil 19 marzo 1924, si è spento aPordenone il 3 settembre 2015.Parroco a Porcia e poi a Spoka-ne negli Usa, nel 1982 fu cofon-datore di Casa Betania a Porde-none, residenza per sacerdoti an-ziani e persone sole che vivonola fede cristiana con forte inten-sità. È stato testimone e promo-tore della riconciliazione nel Se-colo Breve negli anni della Guer-ra Fredda, dando un senso cri-stiano alla sofferenza. Ne hannocelebrato le solenni esequiemons.Pellegrini vescovo della diocesipordenonese con i vescovi eme-riti monsignore Ovido Poletto eWalter Župan della diocesi di Za-ra. Con l’arrivo dei titini dovet-te abbandonare la casa e beni fa-miliari fuggendo esule. Ordina-to sacerdote nel 1948, speròsempre di poter continuare lamis-sione religiosa nella sua terra na-tale. Pur considerando con ama-rezza il regime comunista deiPaesi dell’Est Europa, fu uno deiprimi a favorire l’avvicinamentodegli esuli dalmati alle popola-zioni croate anticipando l’idea diun’Europa unita. Uomo d’azione,ha costruito aVeglia una casa si-mile alla residenza Betania. DonStefani nella sua vita ha volutoperpetuare il ricordo dei confra-telli e delle inique vicende che gliitaliani della Dalmazia subironoalla fine dell’ultimo conflittomondiale.Alla sua caramemorial’affettuoso saluto de Il Dalma-ta. gv

***GIULIALOVROVICH, nata aZara (Dalmazia), il giorno 8 ot-tobre 1929 è volata in cielo il 10giugno 2015 a Busto Arsizio(Varese). Giulia aveva 85 anni,una vita piena di forti emozioni,

ed un forte carattere deciso, conuna personalità spiccatamentesanguigna.Appassionata al ballo e al teatro,ha sempre vissuto i suoi anni co-me su un grande palcoscenico,quello della vita: le difficoltà di-ventavano una tragedia greca e legioie una commedia ricca di al-legria ed entusiasmo infinito.Era una donna speciale, con

grandi sofferenze ma, altrettantogrande amore per genitori, fra-telli, figli e nipoti che la segui-vano e l’ascoltavano sempre congrande attenzione ed entusia-smo; così come grande eral’entusiasmo e l’energia positivache sapeva trasmettere a tutti.Intensità di emozioni ma anchedi tribolazioni dovute ad un cam-mino difficoltoso da percorrere econ grandi ostacoli da superare.Rimasta senzamamma nella suaprima infanzia, riversa il suogrande amore verso la sua fami-glia, creando un legame specia-le con i fratelli, grande confortoe punto di appoggio e sostegnomorale nella sua vita (Don Gio-vanni, Piero e Mario). Una vitache incontra nella sua Zara laguerra, i bombardamenti ma an-che l’amore con il maritoAldo e,la nascita della loro primogenitaFlora.Il cammino del nuovo nucleo fa-miliare prosegue tra tante diffi-coltà per il campo profughi di Ca-tania dove, all’ottavomese di gra-vidanza nasce prematuramente ilpiccolo Giorgio.Per garantire un futuro migliorealla sua famiglia, Giulia e Aldoemigrano inArgentina dai fami-gliari Gazich.Duro lavoro e parsimonia li aiu-tano a realizzare il sogno di co-

struire una casa tutta per loro, perfar crescere felici i propri figlio-letti.Giulia allaccia nuove amici-zie,vive momenti di gioia con lepersone che incontra lungo ilcammino, ma dopo 13 anni, av-venuta la caduta del Peronismoe la Rivoluzione permano deimi-litari, lei e il marito decidono dirientrare in Italia.Con l’aiuto di Don Ceci trovanoalloggio e lavoro a BustoArsizio(VA), dove finalmente potrannostabilirsi per sempre.Giulia cresce amorevolmente i fi-gli , segue con cura e amore le ni-potiAlessia, Elisa e Laura, e creaun legame stretto anche con lanuora Lidia e il genero Lino.Trasmette a tutti l’amore per lasua Zara e per la terra di originedei suoi genitori, la piccola e ver-de Selve, immersa nel blu del suomare.Tanti momenti e tanti anni si sus-seguono, sempre circondata dal-l’affetto di una grande famigliaunita, allegra e vivace, proprio co-me l’aveva sempre desiderata!Tante feste passate tutti insiemeappassionatamente!Giulia ci manchi tanto!Una donna indimenticabile, unadonna che ha lasciato la sua im-pronta in tutti!Ci ricorderemo per sempre le suerisate, la sua allegria (ancoraaleggia nell’aria), le sue chiac-chiere……ed anche il suo bron-tolare. Quando era arrabbiata fa-ceva un mix di lingue (iniziavacon l’italiano, seguiva con il dal-mata, poi con il croato ed infinecon lo spagnolo rioplatense). Unvero e proprio mix creativo,tuttointegrato in un’unica frase!Lei era anche mia zia, moglie dimio zio Aldo, fratello della miacara mamma Gela. Giulia e Ge-la, oltre ad essere state coetaneee cognate, sono sempre stategrandi amiche e come sorelle(Giulia me lo diceva sempre),hanno affrontato la guerra,l’emigrazione, le mancanze, idisagi. E insieme hanno saputogodere tutto il bello della vita,sempre con il sorriso e con gran-de coraggio, speranza ed energia.

Senza mollare mai, segno carat-teristico delle nostre origini.Giulia rimarrà sempre nei nostricuori e veglierà sempre su di noi,portando il suo carattere giovia-le, le sue cantate e l’allegria an-che in cielo, circondata dai suoicari, i suoi affetti e le sue certez-ze di sempre.

Viviana Garilli Gazich***

Graziella Ferrari Cupilli annun-cia che il giorno 20 maggio2015, a Genova, è venuta aman-care la cara ETTA BONI-CIOLLI, nata a Zara il 29 otto-bre 1932, cara amica di tutti e, inparticolare, di Nives Perovich

***Il 12 dicembre 2012 si è spentoa Sydney mio fratello VITTO-RIO AGGIO, nato a BorgoErizzo il 4 febbraio 1932.La sua vita, dopo la SecondaGuerraMondiale, fu una continuaavventura. Nel maggio 1948 la-scia Zara e trova asilo presso di-versi campi profughi in Italia. Nelluglio del 1951, a bordo della Ca-stelfranco, arriva a Melbourne.Pochi giorni dopo si riuniscecon il fratello Carlo nelle mon-tagne nevose dell’Australia, do-ve ottiene un lavoro presso laSnowyMountainsHydro ElectricAuthority (SMHEA). Vittorioviene assunto come assistentecartografo, un lavoro poco desi-derabile, poiché si viveva in ten-da e le provviste arrivavano, a so-ma di cavalli, una volta la setti-mana, ma Vittorio trova idealequesta situazione che gli consentedi studiare inglese, matematica,astronomia, geodesia. Grazie aquesti sacrifici, dopo un paio distagioni, viene promosso ed in-caricato di provvedere alla pro-duzione di mappe per la costru-zione di strade, dighe, gallerie,stazioni idroelettriche.Nel 1966 sposa Shirley Booker.Nel 1968 viene assegnato ad unprogetto per la costruzione di unaautostrada da Sandakan a Ranau,nel Borneo. Nel 1972, con lamo-glie ed i figli Glen (1967) e Da-mian (1970), si trasferisce a LomSak (Tailandia). Dall’aprile 1975al giugno 1976 è a Kalimantan

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pag. 16 ottobre 2015 IL DALMATA

IL DALMATAPeriodico dell’AssociazioneDalmati Italiani nel Mondo –

Libero Comune di Zara in Esilio(ADIM – LCZE)

DIRETTORERESPONSABILE

Dario Fertilio

EDITOREAssociazione Dalmati Italiani

nel Mondo - Libero Comune diZara in Esilio

Via Romana n. 42 - 35038Torreglia (Padova)CF 93058500427

Aut. Tribunale di Trieste n. 972 del06.11.1997 ed al n. 349/2015 V.G.Realizzato col contributo del

Governo italiano ai sensidella legge 191/2009 e s.m.

CAPO REDATTOREGiovanni Grigillo

SEGRETERIARachele Denon Poggi(tel. 333 37 60 754)

REDAZIONEElisabetta Barich –

Guido Battara - Gioia CalussiAdriana IvanovFranco LuxardoWalter Matulich

Orietta Politeo - Elio RicciardiGiovanni Salghetti-Drioli

Giorgio Varisco

COLLABORATORIFranca Balliana Serrentino -Maria Vittoria Barone Rolli -Maria Luisa Botteri Fattore -

Sergio Brcic - Silvio Cattalini -Raffaele Cecconi - Antonio

Concina - Giuliano De Zorzi -Giorgio Giadrini -

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Casella Postale n. 139 – 34132Trieste Centro;

[email protected]

(Indonesia). Dall’agosto del ’77al maggio ’78 è a Ghana (Afri-caOvest). Continua a lavorare fi-no al 1995, quando i progetti del-la SMHEA cessano.Lo ricordano la moglie, i figli, inipoti Lauren e Jeremy, i fratel-li Carlo, Mario, Tonci, la sorel-laAngela e tutti i parenti dispersida Zara.

CarloAggio

da pag. 15

DAI NOSTRILETTORI…PER IL

GIORNALE

IL DALMATA PER L’ASILO DI ZARAL’ asilo “Pinocchio” di Zara ha bisogno di un’ insegnante di lin-gua madre italiana che nell’anno scolastico 2015-2016 affianchi ledue brave maestre già in attività. (Nell’ultimo numero abbiamoscritto erroneamente che le maestre già in attività sono quattro.Rettifichiamo scusandoci della involontaria imprecisione) È ne-cessario raccogliere quanto più possibile e la direttrice, signoraRina Villani che tutti conosciamo, ci ha chiesto se gli esuli possa-no aiutarla, mandando il contributo al c/c postale n.001019266285 o con bonifico a Poste Italiane IT37 P 07601 12100001019266285 del nostro giornale, oppure al c/c bancario ADIM- LCZE - Banca Monte dei Paschi di Siena - via 8 febbraio - Pa-dova - IBAN: IT11 P 01030 12150 000003500255, per bonifici dal-l’estero BIC: PASCITM1PVD, indicando la causale “Per l’Asilodi Zara”.

AGGIO CARLO da Isaacs (Cam-berra- Australia) per ricordare ilfratello Vittorio Aggio, nato a Bor-go Erizzo il 4.2.1932 100,00 $ AusARNERI SILVIA, Padova, ricordoi miei cari, € 25BARCELLESI PIERO, Codogno, €30BATTARA GUIDO, Chirla, € 20BECICH STEFANO, Milano, €40BENEVENIA ROSSELLA, Roma,per papà Lorenzo e per tutti i Be-nevenia e per Zara, € 30BERNETTI LILIANA, Trieste, in ri-cordo dei miei genitori Ivo e Tina edi mio fratello Giuliano, € 15BERTI CLOTILDE, Viareggio(LV), in ricordo dei miei genitoridott. Giovanni Berti e Micol GaspariCompani, € 10BUCARIZZA MARIA, Alessan-dria, per ricordare la mia amicaAnna Maria Bercich scomparsa aTrieste il 24 maggioBUCZKOWSKY LORIS, € 50BUSSANI MARIANNA, Trieste€ 20CATTANEO DANIELE, Milano, €20CAVALLARIN LAURA, Lido diVenezia (VE), € 50CECCONI LUCINA, Oriago, €20CHERUBINI PROF, MARIANO,Trieste, € 25COLANI SERGIO, Bergamo, in ri-cordo di Severino e Gina Colani edei loro cari fratelli, € 30CONCINA ANTONIO, Orvieto€50,00CIUCIULA GRAZIELLA, Udine,€ 20DELLANTONI BIANCA, NoviLigure, per i miei defunti, € 15DE DENARO LIANA, € 10de BENVENUTI GIULITTA, Sas-sari, € 10DE ZORZI GIULIANO FRAN-CO, € 100DUDEK ALBINA, Mestre (VE), €

25FERRARI CUPILLI GRAZIEL-LA, Genova, € 20FABULICH COVA DORA, Varese,€ 30KERSTICH CATERINA, Ciampi-no (RM), € 30GASPAR SILVIO, Venezia, in ri-cordo di Giorgio Gaspar da Silvio,Anita e Marisa Gaspar €30GAZICH FLORA, Castellanza, €20GRANDICH INES, Milano, € 20GAZZARI PIERO, Venezia, per ri-cordare mia madre Jurina Anna nelX anniversario della scomparsa, € 20LOLLIS ROBERTO, Gorizia, €25LORINI LUCIANO, Verona, in me-moria dei miei nonni zaratini MarioLorini, Ada de’ Benvenuti, DarioSantucci ed Emma de Franceschi €40MARSAN ANNA, Genova, € 20MERAVINI STEFANO, Bergamo,€ 50JELICH VED. MARZAGALLIFIORETTA, Milano, € 20PALADINI ELENA, Udine, € 25PAVICH ALICE, Pescara, € 30PINZ TROMBETTA LUCIANA,Solzago (CO), ricordando tutti imiei cari, € 30POLITEO DALMATO, Selvazzano

Dentro (PD), € 50POLITEO ORIETTA, Padova, €30SACCHI GALBIANI FIORELLA,Milano, € 50SCANO ANTONIO, Cagliari, a ri-cordare la cara mamma Anna Cau-cic, € 20SIGOVINI ALDO, Venezia, € 20SORICH ZILIOTTO LUPO, Romand’Ezzelino, € 40STIPANOVICH ESTER, Milano,per la mia terra, € 5TRELEANI MARIA, Cagliari, €30THOMAS BRUNETTA, Udine,ZANATTA PETCOVICH ROSA-RIA, Cremona, € 20ZANELLA MARA, San DonatoMilanese (MI), a tutti i nuovi muli za-ratini e al vecio mulo Nino Zanella,€ 50ZANELLA PATRIZIA, San Dona-to Milanese (MI), € 30ZANELLATO ANGELO, in ricor-do di Giuliana Pittoni, € 50ZERBO MANUELA, Biella, in ri-cordo di Remo Norina ed Anto-nietta Leinweberz, € 50ZOVATO PIERGIORGIO E SCU-DELLARI MARIA, Verona, € 50ZERAUSCHECH MARSAN EM-MA, Fertilia, in ricordo dei miei de-funti, € 20

PER LASCUOLADALMATACETTINEO ANTONIO, Falconara,in ricordo dei miei genitori, € 15

PERASILO DI ZARAALLACEVICH MARCO, Geno-va, € 50BARICH ELISABETTA, Milano, €30CALUSSI GIOIA, Vicenza, € 70COSTA SILVIA, Trento, e 20 €DE ZORZI GIULIANO Bolzano,€500DOPUGGI CLAUDIO, Trieste, €100LEINWEBERANNA, Biella, €100LUCIANI LUCIANO, Roma, €200LUXARDO PAOLO e CLARET-TA, Conegliano (TV), € 50

GRIGILLO GIOVANNI, Milano, €50GIORNETTI GIOVANNI, CagnanoVarano (FG), € 15Non si capisce il cognome MARIAPIA, Latina, € 50MAGNI SILVIA, Roma, € 20NN € 535PARISET CAMILLO E CRUCIA-NI DANIELA, Roma, € 30POLESSI ALFREDO, Verona, €40POCORNI ORESTE, Ravenna, €20PERCOVICH RINALDO, Novara,€ 20RADOVANI MICHELA, Treviso,€20ROLLI MARIAVITTORIA, Schio(VI), Maria Vittoria Rolli e figli inmemoria di Vanni Rolli, €50SASCOR STELIO, Bolzano, €100