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Rivista semestrale di teologia sistematica
A Biannual Journal of Systematic Theology
Anno 63deg
201802
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Anno 63deg 201802
ANTONINO POSTORINO
La scienza di DioIl tomismo anagogico di Giuseppe Barzaghi O P
come testa di ponte verso
una teologia per il terzo millennio
SACRA DOCTRINARivista semestrale di teologia
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DirettoreEditor Antonio Olmi OP
Consiglio di redazioneAssociate Editors Membri del Dipartimento di Teologia Sistematicadella Facoltagrave Teologica dellrsquoEmilia-Romagna (FTER) Members of the Departmentof Systematic Theology of the Theological Faculty of Emilia-Romagna (FTER)
Consiglio scientificoScientific Board Giorgio Carbone OP Attilio Carpin OPErio Castellucci FranccediloisDermineOPDanieleGianotti靖保路 Jigraveng Bolugrave Sergio ParentiOPCesare Rizzi Marco Salvioli OP Rocco Viviano SX
5
SO M M A R I O
II INTRODUZIONE GENERALE 13
1 Filosofia e teologia 13
2 Ragioni della riproposizione di unrsquoanalisia suo tempo condotta 18
3 Gli ambiti costituenti il quadro introduttivo 25
4 Criteri teorici e redazionali della riproposizione 26
II QUADRO INTRODUTTIVOA LA METAFISICA COME PROBLEMA 29
5 Filosofia laquoprimaraquo e filosofia laquosecondaraquo 29
6 Originarietagrave dellrsquoistanza metafisica 32
7 Lrsquooriginaria impossibilitagrave del laquonon essereraquo 35
8 Contraddittorietagrave del laquopluralismoraquo e crisi della veritagrave 38
9 La deriva laquonichilisticaraquo dellrsquoontologia come tale 40
10 Il laquosapere di non sapereraquo e lrsquoaffiorare del laquoconcettoraquo 43
11 Essere laquosensibileraquo ed essere laquointelligibileraquoi laquogeneriraquo dellrsquoessere 46
12 Persistenza nichilistica nel laquoterzo genereraquo 50
13 Non essere relativo o laquodiversoraquo non essere assolutoo laquonullaraquo 53
14 Teoria del divenire ontologico e nichilismo insuperato 55
15 Univocitagrave dellrsquoessere e perdita degli individui reali 59
16 La laquovia anticaraquo e la laquovia modernaraquo 62
17 Il risorgere dualistico della metafisicalaquopensieroraquo ed laquoestensioneraquo 65
18 La laquorivoluzione copernicanaraquodella produttivitagrave trascendentale 68
6
19 Ritorno al problema originarioidentitagrave di laquoessereraquo e laquopensieroraquo 72
20 La contraddizione come struttura dellrsquoassolutonecessitagrave di una nuova logica 74
21 La nuova logica mancante il surrogato etico 76
22 La nuova logica mancante il surrogato estetico 79
23 La nuova logica realizzata lrsquoontologia dialettica 80
24 Struttura dellrsquoontologia dialettica 84
25 Persistenza nichilistica nellrsquoontologia dialettica 87
26 Lrsquolaquointeroraquo e la laquototalitagrave del realeraquonegazione destinale dellrsquoincontrovertibile 89
27 Lrsquoapprodo attualistico e lrsquoassolutizzazione del divenire 91
28 Superamento dellrsquoapprodo attualisticoe persistenza nichilistica 94
29 Ontologia dellrsquooriginario e metafisica laquorigorizzataraquolrsquoincontrovertibile 97
III QUADRO INTRODUTTIVOB PER UNA EPISTEMOLOGIA TEOLOGICA 102
30 Lrsquooriginaria laquorivelazioneraquo della veritagrave 102
31 Dallrsquolaquoomologiaraquo al laquomito verosimileraquo 104
32 Emergere dellrsquoopposizione tra laquofederaquo e laquoragioneraquo 108
33 Positivitagrave della relazione laquocircolareraquo 112
34 Lrsquoautoritagrave laquoveraraquo e la ragione laquorettaraquo 115
35 La fede in cerca della necessaria intelligenza di se stessa 117
36 Fede e ragione come architettura sistematica 120
37 Natura della laquoeccedenzaraquo del sapere teologico 122
38 Eclissi dellrsquoepistemologia teologica 123
39 Veritagrave della fede e laquofatica del concettoraquo 127
40 Lrsquounitagrave precategoriale di laquofederaquo e laquoragioneraquo 132
41 La distinzione categoriale e la laquoreciproca ambientazioneraquo 136
42 Lrsquolaquoambiente assolutoraquo e il circolo dellrsquoanagogia 137
IV QUADRO INTRODUTTIVOC UNA laquoTEOLOGIA DI COMBATTIMENTOraquo 139
43 Il dilagare della laquomorte di Dioraquo 139
44 Il concreto rischio di una teologia laquoperdenteraquo 143
45 La percezione di una laquoalteritagrave salvificaraquo 144
46 Limite della teologia laquofilosoficaraquo arapporto fra laquointelligibileraquo e laquointelligenzaraquo 146
47 Limite della teologia laquofilosoficaraquo binsufficienza dellrsquouniversalitagrave 147
48 Il circolo vizioso tra caduta nichilisticae necessario superamento 150
49 Eclissi della fede nel mondo contemporaneo 151
50 Epistemologia teologica e ontologia dellrsquooriginario 153
51 Possibile obiezione e risposta circa la natura laquognosticaraquodella soluzione proposta 154
52 La teologia anagogica come laquosistematica sapienzialedellrsquoincontrovertibileraquo 156
IV LA TEOLOGIA ANAGOGICA DI PADRE BARZAGHICOME SISTEMATICA SAPIENZIALE DELLrsquoINCONTROVERTIBILE 157
53 Premessa sui riferimenti bibliografici 157
54 Introduzione 158
CAPITOLO I1 Premessa generale 161
55 Prima strutturazione di campo 161
2 Prima strutturazione di campo 163
56 A) La divina Rivelazione 163
57 B) La veritagrave necessaria 167
58 C) La scienza teologica 171
CAPITOLO II1 Il concetto di scienza 182
59 Il concetto di scienza 182
7
2 Struttura della scienza teologica 18760 A) La sillogistica 187
61 B) La dialettica 192
62 C) Il sillogismo teologico 197
CAPITOLO III1 La dissociazione metodologica 201
63 A) Declaratio terminorum 201
64 B) La dissociazione 2032 Lrsquoontologia dialettica 206
65 A) Il laquocontemporaneoraquo in filosofia 206
66 B) Al di lagrave di ogni dualismo 212
67 C) La laquoesposizione di Dio prima della creazioneraquo 2163 Il contenuto della premessa maggiore 225
68 Il contenuto della premessa maggiore 2254 Lrsquointrascendibile ontologico 229
69 Lrsquointrascendibile ontologico 2295 Logica del probabile e logica dellrsquoincontrovertibile 230
70 A) La logica del probabile 230
71 B) La logica dellrsquoincontrovertibile 232
72 C) La mutua inclusione 234
CAPITOLO IV1 Teologia e struttura originaria 236
73 A) Lrsquoessenza del Cristianesimo 236
74 B) Il Cristianesimo sub specie aeternitatis lrsquoeterno Disegno 240
75 C) Lo sguardo di Dio apparire finito e apparire infinito 244
76 D) Ambiente divino e ambientazione 2482 Dialettica e struttura originaria 252
77 A) Il Sapere assoluto definitivitagrave e apertura 252
78 B) La struttura originaria come condizionedi possibilitagrave della dialettica 261
79 C) La philosophia perennis 267
8
3 Dialettica esplicita e dialettica segreta 26880 A) Con Tommaso oltre Tommaso 268
81 B) Il toglimento originario della negazione prima 274
82 C) Le due dialettiche 277
CAPITOLO V1 Filosofia e magistero ecclesiastico 282
83 A) La questione di fondo 282
84 B) Note a margine 2832 Potenzialitagrave di raccordo della teologia anagogica 297
85 Potenzialitagrave di raccordo della teologia anagogica 2973 La sistematica sapienziale dellrsquoincontrovertibilecome teologia post-moderna 30286 La sistematica sapienziale dellrsquoincontrovertibilecome teologia post-moderna 302
87 Riferimenti bibliografici 320
88 Appendice bibliografia completadi Padre Giuseppe Barzaghi O P 323
INDICE GENERALE DELLrsquoANNATA 2018 333
9
LA SCIENZA DI DIO
Il tomismo anagogico
di Giuseppe Barzaghi O P
come testa di ponte verso una teologia
per il terzo millennio
ANTONINO POSTORINO
Editorrsquos note Professor Antonino Postorino has several timesalready taken on the pages of Sacra Doctrina the point of view ofldquorigorised metaphysicsrdquo that is to say of a study of being-in-itselfaiming to satisfy the most stringent requirements of the Westernanalytical mentality This approach is characterised by a sort ofldquoParmenidean reductionismrdquo which consists in the absolutisationof the principle of non-contradiction ndash ldquobeing is non-being is notrdquo ndashconsidered as the exclusive validity criterion of human knowledgeActually we should say the principle of non-contradiction is partof a larger and more complex set of cognitive principles and originalcertainties which the encyclical Fides et ratio (n 4) calls ldquoimplicitphilosophyrdquo ldquoa kind of spiritual heritage of humanity [hellip]sharedin some measure by allrdquo ldquoalbeit in a general and unreflectivewayrdquo constituted by ldquothe principles of non-contradiction finalityand causality as well as the concept of the person as a free andintelligent subject with the capacity to know God truth andgoodness [and furthermore by] certain fundamental moral normswhich are shared by all [] Once reason successfully intuits andformulates [such] first universal principles of being and correctlydraws from them conclusions which are coherent both logicallyand ethically then it may be called right reason or as the ancientscalled it orthoacutes logos recta ratiordquoTo put the accent exclusively on the principle of non-contradictionwe should also say leads ndash as is clearly shown by the history ofWestern metaphysics ndash to the ldquoobsession with nihilismrdquo that isto consider the ldquoidentification of being with nothingrdquo the supreme
11SD 632 (2018) pp 11-28
risk of thought This identification ndash inevitable considering theldquohyperanalyticalrdquo cognitive attitude from which this venerablephilosophical trend starts ndash is according to Postorino avoided ndash orat least greatly reduced ndash by Giuseppe Barzaghi OPrsquos ldquosapientialsystematic of the incontrovertiblerdquo which can rightfully aspire tothe role of a ldquobridgeheadrdquo towards every possible future theology
12 A POSTORINO
IINTRODUZIONE GENERALE
sect 1Filosofia e teologia
Essendo il tema di questo numero monografico stato affrontatodallo scrivente quale argomento della sua Tesi di Licenza1 ed essen-do questo tema in quellrsquooccasione declinato secondo una sintesiteorica che ne portasse immediatamente in luce i momenti teoretica-mente rilevanti dando sostanzialmente per scontato il quadro gene-rale nel quale la ricerca prendeva campo e trovava senso appare quiopportuno riproponendo questo tema in maniera non occasionaleapprofondire prima di tutto questo quadro generale per giungere inprimo luogo a mostrare il radicamento di quel primo lavoro insecondo luogo le ragioni di una sua riproposizioneLrsquointuizione da cui lo scrivente muove originariamente egrave quella
di una teologia che non si limiti ad una pur legittima autoreferen-zialitagrave nel senso di una chiarificazione razionale della dottrinadella fede ma che sappia mostrare la propria scientificitagrave a tuttotondo dando alla fonte assoluta della fede in una divina rivelazio-ne il suo posto allrsquointerno di una dimensione epistemologica chesappia procedere con un cammino infinito verso una testimonian-za sempre piugrave complessa e profonda della veritagrave dandosi taleveritagrave in pari tempo come struttura ontologica retta dal principiodi necessitagrave2
13
1 La Tesi dal titolo laquoDialettica esplicita e dialettica segreta nella teologia ana-gogica di P Giuseppe Barzaghi OPraquo egrave stata presentata e discussa presso laFacoltagrave Teologica dellrsquoEmilia Romagna in data 11 settembre 2009
2 Lrsquooriginarietagrave di questa intuizione e lrsquointento di dare ad essa una formasempre piugrave articolata e rigorosa egrave documentabile dai quattro lavori di tesiche hanno segnato il percorso di studi teologici dello scrivente Il primolavoro relativo al Magistero in Scienze Religiose (3 luglio 2003) aveva come
14 A POSTORINO
Filosofia e teologia entrano cosigrave in una relazione di reciprocainclusione che per un verso implica il potersi costituire di ciascunadelle due come totalitagrave includente lrsquoaltra quale sua parte per unaltro verso implica una assolutamente peculiare eccedenza dellateologia Lrsquoinclusione egrave rigorosamente simmetrica nel senso che lafilosofia contiene la teologia quale suo vertice teoretico3 in una pro-
titolo laquoLa filosofia come servizio ecclesiale Appunti per la definizione diuna diaconia filosoficaraquo e si proponeva preliminarmente di definire inmaniera teologicamente pertinente la filosofia come servizio LrsquoEsercitazio-ne di Baccalaureato (30 maggio 2007) aveva come titolo laquohellipUt iustitiae postu-lata intellegi et in ambitu politico perfici possint (laquoDeus caritas estraquo n 28) ndashOsservazioni sulla razionalitagrave fondativa nella dottrina della Chiesaraquo ecominciava a riflettere sulla necessitagrave che questo servizio ecclesiale dellafilosofia si traducesse in un mostrare come la Chiesa debba valorizzare nellasua teologia gli sviluppi piugrave avanzati della razionalitagrave filosofica La Tesi diLicenza (citata alla precedente nota 1) laquoDialettica esplicita e dialettica segretanella teologia anagogica di P Giuseppe Barzaghi OPraquo (11 settembre 2009)coglieva questa valorizzazione ecclesiale degli sviluppi piugrave avanzati dellariflessione filosofica nella teologia anagogica di Padre Barzaghi Infine laDissertazione per il Dottorato che aveva come titolo laquoLa sapienza dellacroce Unrsquointerpretazione anagogica della kenosi formulabile nel quadro delprogramma bontadiniano della rigorizzazione della metafisicaraquo (3 aprile2014) cercava di mettere alla prova il modello teologico progressivamentemesso a punto cimentandosi con un argomento dottrinariamente comples-so come la riduzione della figura della kenosi a quella della nietzschianalaquomorte di Dioraquo riduzione operata allrsquointerno della cosiddetta laquoteologiadella morte di Dioraquo la quale solo in ragione di un difettoso modello ontolo-gico poteva cosigrave ridurre quella figura teologica non intendendo lrsquoaltra facciadella kenosi come pleroma
3 La teologia egrave il vertice teoretico della filosofia nel senso che essa egrave laquoscienzadi Dioraquo essendo tale genitivo sia soggettivo sia oggettivo egrave scienza di Dionel senso che egrave il sapere che Dio ha di tutte le cose ed egrave scienza di Dio nelsenso che egrave il sapere che noi abbiamo di Dio Cfr ARISTOTELE Metafisica I 2983 a laquoNeacute bisogna credere che esista unrsquoaltra scienza piugrave rispettabile diessa giaccheacute essa egrave la piugrave divina e veneranda [θειοτάτη καὶ τιmicroιωτάτη] ed
15I Introduzione generale
spettiva del tutto indipendente dal momento della fede che nellafilosofia come tale non ha luogo4 mentre la teologia contiene lafilosofia quale ossatura concettuale della dottrina della fede da leiliberamente accoltaPassando alla peculiare eccedenza della teologia il discorso
deve farsi piugrave attento poicheacute vi egrave un lato secondo cui la stessaeccedenza egrave simmetrica ndash egrave lrsquoaltra faccia del potersi costituire tantodella filosofia quanto della teologia come totalitagrave includente lrsquoaltraquale sua parte ndash mentre vi egrave un altro lato secondo cui questa sim-metrica eccedenza ha nei due casi un significato diverso formalenel caso della filosofia contenutistico nel caso della teologia
essa sola puograve avere tali prerogative per due aspetti infatti una scienza egravedivina [θεία τῶν ἐπιστηmicroῶν ἐστί] sia percheacute un dio la possiede al massimogrado [microάλιστἂ ἂν ὁ θεός ἔχοι] sia percheacute essa stessa si occupa delle cosedivine [κἂν εἴ τις τῶν θείων εἴη]raquo (Per questa e per tutte le altre successivecitazioni di passi aristotelici il testo di riferimento egrave ARISTOTELE Opere4 voll Laterza 1973 il testo dellrsquointerpolazione greca egrave da Aristotelis OperaOmnia Graece et Latinae Parisiis Editore Ambrosio Firmin-Didot 1868)Giagrave la pura filosofia aristotelica prefigura dunque il tomistico e scolasticoDeus per Deum cognoscitur la nostra scienza di Dio non egrave che una nostra par-tecipazione della scienza che Dio ha di se stesso
4 Aristotele (Metafisica I 3 983 b 6 ivi b 25) distingue quelli che laquoper primifilosofarono [πρῶτον φιλοσοφησάντων]raquo da quelli che laquoper primi teologizza-rono [πρώτους θεολογήσαντας]raquo indicando con questo secondo termine lacultura mitologica pre-filosofica in ragione del suo riferire i principi dellecause naturali alle vicende degli dei Egrave per questo che piugrave avanti (II 4 1000a 9-14) Aristotele lamenta lrsquoinverificabilitagrave delle affermazioni dei laquoteologiraquo(vale a dire dei mitografi) fondate su ciograve che loro semplicemente credonolaquoI contemporanei di Esiodo e tutti quanti i teologi [πάντες ὅσοι θεολόγοι]badarono soltanto alle loro personali convinzioni ma non si diedero pensie-ro di noi [hellip] Essi introducono questi nomi [cioegrave quelli delle divinitagrave e deicaratteri del mondo divino] come se si trattasse di cose a loro ben note matuttavia quello che essi hanno detto circa lrsquoapplicazione di queste cause egraveuna cosa superiore alle nostre forzeraquo
16 A POSTORINO
La simmetria della stessa eccedenza egrave facilmente ravvisabile lateologia egrave parte della filosofia nel senso che egrave quel lato di essa chesi occupa della gerarchia sistematica dellrsquoessere immutabile essen-do almeno in prima istanza lrsquoeccedenza la totalitagrave dellrsquoessere dive-niente la filosofia egrave parte della teologia nel senso che ne egrave ndash comegiagrave detto ndash lrsquoossatura concettuale essendo lrsquoeccedenza la positivitagravedella dottrina che ha come fonte la fedeVenendo allrsquoeccedenza della teologia in senso stretto che non
nega neanche in questo caso la simmetria ma che mostra fra le duesimmetriche eccedenze una differenza che implica il richiamo alladistinzione tra forma e contenuto osserviamo che tanto la filosofiaquanto la teologia in quanto autocoscienze finite dellrsquointero sannodi avere fuori di seacute un plesso infinito di determinazioni in certamisura destinato a restare tale ossia fuori dellrsquoautocoscienza inquanto riflessione dellrsquointero in se stesso nella finitezza Ma mentrela filosofia vede questa eccedenza formalmente ndash nel senso che vedecon necessitagrave che questa eccedenza deve esserci peraltro non poten-done sapere niente fino a che tale eccedenza non si comunichi pro-gressivamente alla coscienza motu proprio ndash la teologia vede questanecessitagrave altrettanto formalmente ndash e qui sta la simmetricitagrave che valeanche in questo caso ndash ma di piugrave ndash e qui sta la detta peculiare ecce-denza della teologia ndash assume il contenuto eccedente dalla fede inuna divina rivelazione e cerca di ricondurre questo contenuto aquellrsquoossatura ontologica che sa doverci essere anche se non sa ancoracome tale contenuto creduto si incardini in quellrsquoossatura necessaria5
5 Di questa relazione tra fede e ragione si diragrave piugrave avanti nello sviluppo siste-matico di questo quadro introduttivo Invece dellrsquoomologia tra teologia eontologia si egrave parlato nel nostro precedente articolo Utrum sacra doctrina sitscientia in laquoSacra Doctrinaraquo 601 (2015) pp 293-345 Qui si mostrava(sectsect VIII-XI) nel quadro della teoria generale della subalternanza comelrsquoessere la teologia scienza quasi-subalterna ndash vale a dire subalterna per iprincipi ma non per lrsquooggetto ndash fa di essa una scienza imperfetta solo incammino verso la perfezione e come questo carattere per ragioni che lagravevengono precisate sia proprio anche dellrsquoontologia
17I Introduzione generale
Anche se su questa relazione tra fede e ragione si dovragrave eviden-temente tornare si puograve tuttavia dire giagrave da qui che lrsquoantico para-digma della philosophia ancilla theologiae 6 ndash in seacute inaccettabile tantoda parte della filosofia in forza della sua stessa natura7 quanto daparte di una teologia che comprenda lrsquoautentica essenza della filo-sofia e non intenda stravolgerla ndash ha invece un lato secondo cui egravedel tutto pertinente ed egrave il lato della laquoministerialitagraveraquo liberamenteassunta da una filosofia che voglia mettersi al servizio della teolo-gia non ispirandosi a un irenismo approssimativo e arrotondanteche da ultimo egrave solo servile ndash ciograve che fa il danno tanto della filoso-fia che si snatura quanto della teologia che si trova servita nelmodo peggiore ndash bensigrave esercitando unrsquoazione critica di controllo afini costruttivi che corrisponda al massimo della sua capacitagrave dirigore solo essendo davvero filosofia questa puograve davvero servire lateologia Verragrave cosigrave assicurato alla dottrina della fede un fonda-mento razionale che egrave retrospettivo rispetto allrsquoassolutezza del cre-dere ma egrave blindato e inossidabile rispetto allrsquoassolutezza del capi-re ciograve che giagrave si crede8
6 Del valore di questa formula si egrave giagrave trattato nel nostro precedente articoloPer un tomismo anagogico Il contributo della teoria dellrsquoExemplar in laquoSacraDoctrinaraquo 611 (2016) pp 216-272 nota 2
7 Tale natura egrave quella libera e la filosofia egrave lrsquounica fra le scienze a possederlaCfrMetafisica I 2 982 b laquoEgrave chiaro allora che noi ci dedichiamo a tale inda-gine senza mirare ad alcun bisogno che ad essa sia estraneo ma come noichiamiamo libero un uomo che vive per seacute e non per un altro cosigrave ancheconsideriamo tale scienza come la sola che sia libera [οὕτω καὶ αὕτη microόνηἐλευθέρα οὖσα τῶν ἐπιστηmicroῶν] giaccheacute essa soltanto esiste di per seacute [microόνη γὰραὑτῆς ἕνεκέν ἐστιν]raquo
8 Di questo si dovragrave parlare ripetutamente e da varie angolazioni
18 A POSTORINO
sect 2Ragioni della riproposizione di unrsquoanalisi a suo tempo condotta
Muovendosi lungo questa direttrice teologica risulta del tuttoconsequenziale ndash come si cercheragrave di mostrare in tutto il presentelavoro ndash vedere nellrsquoopera di Padre Barzaghi9 il fronte piugrave avanzato
9 Gli scritti che hanno giocato nel determinare lrsquoapproccio al tema della Tesi diLicenza sono i seguenti G BARZAGHI La teologia come scienza Esplicitazioni eapprofondimenti del concetto tomistico in laquoDoctor Communisraquo 1 (1995) pp 3-34ID Dialettica della Rivelazione Proposta di una sistematica teologica laquoStudiTomisticiraquo ESD Bologna 1996 ID La teologia come scienza Esplicitazioni e ap-profondimenti del concetto tomistico in laquoDoctor Communisraquo 1 (1995) pp 3-34ID Dialettica della Rivelazione Proposta di una sistematica teologica laquoStudiTomisticiraquo ESD Bologna 1996 ID Dio e ragione La teologia filosofica diS Tommaso drsquoAquino ESD Bologna 1996 ID Diario di metafisica Concetti edigressioni sul senso dellrsquoessere ESD Bologna 1997 ID Soliloqui sul divino Me-ditazioni sul segreto cristiano ESD Bologna 1997 ID Lrsquoalteritagrave tra il mondo e Diola veritagrave dellrsquoessere e il divenire (conferenza dibattito con Emanuele Severino) inlaquoDivus Thomasraquo 3 (1998) pp 57-81 ID I fondamenti metafisici della mistica inlaquoRivista di Ascetica e Misticaraquo 3 (1999) pp 337-362 ID Philosophia Il piacere dipensare Il Poligrafo Padova 1999 ID Ambientazione teologica della filosofia severi-niana in laquoAnnali Chiedesiraquo (1999) pp 93-107 ID Oltre Dio ovvero omnia inomnibus Pensieri su Dio il divino la deitagrave Giorgio Barghigiani Bologna 2000ID Ambientazione teologica del concetto di laquogioiaraquo severiniano in I VALENT(a cura di) Cura e la salvezza Saggi dedicati a Emanuele Severino Moretti amp VitaliBergamo 2000 pp 229-243 IDMistica cristiana come estetica assoluta in laquoDivusThomasraquo 3 (2001) pp 23-59 ID Anagogia Il Cristianesimo sub specie aeternitatisETCModena 2002 IDMistica anagogica in laquoDivus Thomasraquo 1 (2003) pp 204-215ID Lo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica Cantagalli Siena 2003 IDLrsquoinseitagrave redentiva della creazione Logica anagogica e metafisica della redenzione inlaquoDivus Thomasraquo 1 (2004) pp 215-298 ID Habitat ecclesiale e habitus teologico inlaquoDivus Thomasraquo n 40 Gennaio-Aprile 12005 pp 46-107 ID Le condizionimetafisiche della divinizzazione La presenza di immensitagrave e la presenza di grazia inlaquoDivus Thomasraquo 3 (2005) pp 40-64 ID La teologia come scienza della graziaTheoria ed episteacuteme in laquoDivus Thomasraquo 41 2 (2005) pp 93-103 ID Dialetticadella Rivelazione la teologia fra theoria ed episteme corso tenuto nel 1deg Semestre
19I Introduzione generale
di una teologia che procede con sicurezza in una dimensione che sipuograve dire post-moderna10 costituendo cosigrave come dice il titolo diquesto lavoro monografico una vera e propria laquotesta di ponteraquoverso una teologia laquofuturaraquo11 Questo costituiragrave propriamentelrsquooggetto dellrsquointero quadro introduttivo ma giagrave da questa sede ndashche egrave in qualche modo lrsquointroduzione dellrsquointroduzione ndash egrave possibi-le e opportuno suggerire quali siano i parametri per formulare que-sto giudizio sulla teologia di Padre Barzaghi con lrsquoavvertenza chela loro analisi verragrave poi adeguatamente sviluppataIl Cristianesimo egrave lrsquounica religione12 che abbia fatto interamente
proprio il patrimonio della tradizione filosofica13 e questo gli ha
dellrsquoAA 2006-2007 per il Dipartimento di Teologia Sistematica presso laFacoltagrave Teologica dellrsquoEmilia Romagna ID La dictio trinitaria la processione delLogos come condizione metafisica di ogni esprimibilitagrave e comunicazione corso tenutonel 2deg Semestre dellrsquoAA 2007-2008 per il Dipartimento di Teologia Sistematicapresso la Facoltagrave Teologica dellrsquoEmilia Romagna ID Fenomenologia metafisicaanagogia in laquoDivus Thomasraquo 2 (2008) pp 5-16 Volendo indicare gli scritti piugraverecenti che riguardano il nostro tema senza alcuna pretesa di completezzaricordiamo ID Il fondamento teoretico della sintesi tomista LrsquoExemplar ESDBologna 2015 ID La Trinitagrave Mistero giocato tra i riflessi ESD 2016 ID La mae-stria contagiosa ESD 2017 ID Lrsquooriginario La culla del mondo ESD 2017
10 Il termine va assunto in un senso tecnico molto preciso che lo costituisca para-dossalmente proprio come il superamento del debolismo della narratologia e ingenere di quelle direttrici che invece per il senso comune culturale identificanoappunto la post-modernitagrave Di questo si diragrave con maggior precisione piugrave avantiessendo tale tema trattato nellrsquoIntroduzione a quella Tesi di Licenza di cui qui an-diamo costituendo il quadro introduttivo inmaniera doverosamente sistematica
11Anche di questa valenza del termine laquofuturoraquo riguardo alla teologia si dovragravein qualche modo rendere adeguatamente conto
12Definire il Cristianesimo una laquoreligioneraquo non egrave un tema pacifico e anzi visono consistenti ragioni teologiche per non farlo Questo problema egrave richia-mato nella Tesi che andiamo introducendo e per la sua trattazione egrave bene rin-viare appunto a quel luogo
13 Ciograve pone il problema che ha mosso la cosiddetta laquodeellenizzazioneraquo delCristianesimo intendendosi con questo termine una necessaria liberazionedel messaggio cristiano da quelle che sono apparse come incrostazioni e
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dato quella caratura unica per la quale viene dai recessi piugrave pro-fondi della fede lrsquoinvito a considerare il linguaggio della necessitagraverazionale come lo stesso linguaggio divino14 La fede cristiana
calcificazioni culturali deformanti che ne avrebbero fatto perdere il senso ori-ginario Papa Benedetto XVI si egrave occupato di questo problema tenendo la lectiomagistralis del 12 settembre 2006 presso lrsquoUniversitagrave di Ratisbona distinguen-do tre laquoondateraquo di intento de-ellenizzante quella della Riforma protestanteche seguendo il principio del sola Scriptura avvertiva estranea la strutturametafisica sorta in etagrave patristica e poi scolastica quella della laquoteologia liberaleraquodi Adolf von Harnack che si proponeva di tornare al fulcro morale di Gesugraveuomo raccordabile con la ragione moderna e quella della piugrave recente societagravemulticulturale che intendendo lrsquoellenismo come una laquoinculturazioneraquo delCristianesimo si propone di tornare a monte di essa liberando da essa ilCristianesimo e ritrovandone il volto originario Benedetto XVI trova questateoria laquogrossolana e imprecisaraquo poicheacute il Nuovo Testamento egrave scritto in grecoe la mentalitagrave filosofica ellenistica non egrave per il Cristianesimo un accidente stori-co casuale si tratta infatti della religione del Logos incarnato e san Giovanniaprendo il suo Vangelo pone il Logos laquoin principioraquo (Gv 11 ἐν ἀρχῇ ἦν ὁΛόγος) cosigrave come nellrsquoAntico Testamento egrave posta laquoin principioraquo la creazionedel mondo da parte di Dio (Gen 11 bereshit barah Elohimhellip)
14 Lrsquoespressione laquoessere logici nel Logosraquo per seacute del tutto significativa si trovaquale sottotitolo del terzo dei saggi raccolti in G BARZAGHI Lo sguardo di DioSaggi di teologia anagogica Cantagalli Siena 2003 laquoLrsquounum argumentum diAnselmo drsquoAosta e il fulcro anagogico della metafisica Essere logici nelLogosraquo Essa ritorna poi come una figura chiave in diversi luoghi degli altrisaggi Si potrebbe qui aggiungere che egrave curiosa la posizione teologica di chiponendosi in figura di censore della presunzione umana ammonisce di nonpretendere troppo dallrsquouso della ragione che in nessun modo puograve renderelrsquoaltezza incomparabile della veritagrave divina Chi cosigrave ragiona in veritagrave sta deli-neando due diverse giurisdizioni quella umana che ha come guida la ragio-ne e quella divina che per essere indagata deve rispettosamente acconten-tarsi del momento della fede Ciograve che qui non si riesce affatto a capire egrave la pre-sunzione crediamo ben piugrave grave di assegnare allrsquouomo la giurisdizionedella ragione come se lrsquoEssere e il suo ordine cogente dipendessero da lui enon da Dio il quale certo ci dagrave nella fede quellrsquoeccedenza di veritagrave che laragione ancora non intende ma che non vi egrave motivo per pensare che essadeve rinunciare a cercare in ogni modo di intendere
cioegrave egrave fede nella veritagrave incontrovertibile di cui egrave veicolo la divinarivelazione dunque la tradizione cristiana si egrave orientata da subito acollegare la dottrina della fede con lrsquoambito filosofico che egrave appun-to quello della veritagrave incontrovertibile sicura che il collegamentosarebbe stato organico e sistematico arrecando alla fede il vantag-gio di una chiarificazione di nodi la cui chiarezza egrave in seacute giagrave nelladottrina rivelata dovendo solo essere esplicitata e arrecando allaragione il vantaggio di una guida sapienziale anticipatrice per isuoi percorsi di indagine retta dalla necessitagrave15Ciograve che perograve accadeva lungo lrsquointero corso della filosofia moder-
na delle sue origini cartesiane al suo epilogo kantiano era una pro-gressiva messa in mora del concetto stesso della veritagrave metafisica lacui liquidazione egrave consumata nel trascendentalismo kantiano e ilcui recupero in unitagrave con la logica che si realizza nellrsquoontologiadialettica hegeliana avrebbe provocato una vivace e incandescentepolemica che squassa tutta lrsquoetagrave post-hegeliana che apre quellacontemporanea con esiti stavolta liquidatori non soltanto dellaveritagrave metafisica ma della veritagrave come tale16 Le conseguenze gene-
21I Introduzione generale
15 Egrave questa lrsquoarchitettura teologica della grande filosofia scolastica a suo tempovertice riconosciuto della cultura come tale Questa struttura di fondo dellafilosofia scolastica egrave stata esaminata nellrsquoarticolo Utrum sacra doctrina sit scien-tia cit alla nota 5
16 La liquidazione della veritagrave come tale ha assunto nella filosofia contempora-nea lo schema generale della nietzschiana laquomorte di Dioraquo non costituendoperograve ancora il punto piugrave avanzato della liquidazione stessa Sullo scenariosegnato da questo schema consumato la veritagrave filosofica risorgeva a nuovavita nellrsquoopera di Edmund Husserl segnata dalla generale rifondazione feno-menologica di cui Husserl egrave portatore appellandosi allrsquoincontrovertibilelaquoprincipio di tutti i principiraquo asserente laquoche ogni visione originariamenteofferente egrave una sorgente legittima di conoscenza che tutto ciograve che si dagrave origi-nalmente nellrsquointuizione (per cosigrave dire in carne ed ossa) egrave da assumere comeesso si dagrave ma anche soltanto nei limiti in cui si dagraveraquo (in Ideen zu einer reinenPhaumlnomenologie und phaumlnomenologischen Philosophie 1913) La fenomenologiacercava perograve una sua fondazione trascendentale e saragrave proprio MartinHeidegger che esordisce come assistente di Husserl a escludere la possibilitagravedi uno sviluppo in quel senso procedendo invece in direzione di
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rali ndash che permeano una situazione nella quale siamo tuttoraimmersi ndash sono il concetto esteso come mai prima al senso comu-ne di una veritagrave coincidente con i risultati sempre provvisori dellascienza sperimentale valevoli solo fino a prova contraria e deltutto privi di necessitagrave mentre la filosofia da un lato si polverizzanella pletora delle laquofilosofie al genitivoraquo17 dallrsquoaltro ostenta inmaniera imbarazzante la propria estraneitagrave ad una presunta veritagraveassoluta considerata ormai soltanto oggetto per un museo dellacultura La teologia poi che nella veritagrave incontrovertibile della filo-sofia aveva il proprio avallo retrospettivo si trova ad essere pensa-ta come costruzione sia pure ordinata di una veritagrave di fede ma deltutto priva di significato quando quella fede non si condividaLa vita profonda della filosofia drsquoaltro canto erompeva in tempi
recenti portandosi al di lagrave di questo generalizzato canto funebre18 e
una ontologia fenomenologica che a partire da laquoEssere e temporaquo (Sein undZeit 1927) andragrave considerando quella Uumlberwindung della metafisica o suosuperamento irreversibile come il divenire infine per seacute ciograve che la metafisi-ca egrave sempre stata in seacute vale a dire pura laquovolontagrave di potenzaraquo col che torna-va al di lagrave di Husserl la nietzschiana laquomorte di Dioraquo quale liquidazionedellrsquointera prospettiva della veritagrave
17 Volendo esemplificare non si ha che lrsquoimbarazzo della scelta Dopo geniti-vi che hanno ancora un senso nel quadro dellrsquounitagrave sistematica dellrsquounicafilosofia (filosofia della natura filosofia della storia filosofia dello spirito ealtri analoghi ma sempre fra loro correlati) venendo meno proprio lrsquounitagravesistematica assumono le forme piugrave varie filosofia della scienza della mate-matica dellrsquoarte del diritto della politica del lavoro delle relazioni e viadiscorrendo senza altro limite che lrsquoimmaginazione individuante semprelasciando il conto aperto con lrsquooggetto originario della filosofia che egrave perprincipio lrsquointero o la totalitagrave di ogni cosa
18 Questi tempi recenti si possono far coincidere col secondo dopoguerra ndashpiugrave di mezzo secolo fa ndash quando il lavoro teorico di Gustavo Bontadini siportava al di lagrave dellrsquoattualismo gentiliano delineando la posizione laquoneo-classicaraquo mirante a una metafisica laquorigorizzataraquo entrando in relazione siadialettica che polemica con lrsquoallievo e poi collega Emanuele Severino il qualendash pur respingendo in linea di principio il concetto della rigorizzazione quale
23I Introduzione generale
mostrava come lrsquoeclissi della veritagrave metafisica avesse la sua radice inquel tarlo teoretico che si puograve chiamare laquonichilismoraquo19 e che consistenella segreta identificazione fra essere e nulla Accogliendo questaproblematica risalente al problema posto da Parmenide e articolatosinellrsquoeleatismo ndash problema in parte superato da Platone ma in veritagravepersistente nello stesso platonismo e nel successivo aristotelismo20 ndashci si poteva rendere conto che il difetto nichilistico resta al fondo del-
pensato dal maestro ndash sviluppava questa problematica in forma di ontologiaautonoma con opere successive di grande rilevanza teoretica Essendo que-sto quadro ontologico al centro della Tesi da noi qui riproposta e dunque alcentro del nostro quadro introduttivo non aggiungiamo qui altro rinviandoalla trattazione organica Solo ci sembra opportuno ricordare che la filosofiaseveriniana nellrsquoocchio del ciclone al tempo dellrsquoestromissione di Severinodallrsquoinsegnamento allrsquoUniversitagrave Cattolica e negli anni seguenti consideratandash ancora oggi per molti lo egrave ndash una posizione di nicchia al di fuori delle gran-di direttrici di pensiero egrave sempre piugrave riconosciuta dalla Chiesa come unasorta di punto di non ritorno con cui fare inevitabilmente i conti (basti ricor-dare a questo proposito la posizione di Piero Coda e quella di PierangeloSequeri entrambi in posizione assai elevata nellrsquointelligenza teologica costi-tuita) e dal mondo della ricerca filosofica non solo come un punto di nonritorno ma come un punto di partenza per allargare la prospettiva di un inte-ro universo filosofico piugrave avanzato di quello che continua a parlare di supera-mento della metafisica Egrave sorta recentissimamente lrsquolaquoAssociazione di StudiEmanuele Severinoraquo (ASES) che ha tenuto a Brescia nei giorni 2-3 marzo2018 nei locali dellrsquoUniversitagrave degli Studi e dellrsquoUniversitagrave Cattolica il suoprimo convegno dal titolo laquoAllrsquoalba dellrsquoeternitagrave ndash I primi sessantrsquoanni deLa Struttura Originariaraquo con unrsquoarchitettura sistematica e un numero di inter-venti qualificati sorprendenti e davvero ingenti
19 Il termine laquonichilismoraquo ha designato nella contemporaneitagrave numerosi at-teggiamenti diversi fra loro alcuni fatti valere anche come positivi Noi quiintendiamo e continueremo a intendere il laquonichilismoraquo quale definito daSeverino (E SEVERINO Essenza del nichilismo (1972) nuova edizione amplia-ta Adelphi Milano 1982) ossia quale incongrua identificazione fra essere enulla
20 Di tutto questo si dovragrave trattare sia pure brevissimamente
24 A POSTORINO
lrsquointera tradizione filosofica raccogliendo nella crisi della veritagrave svi-luppatasi nel corso della modernitagrave e dilagata nella contemporaneitagraveun destino inevitabile Emendata lrsquoontologia dal difetto nichilisticorisorgeva la metafisica come metafisica laquorigorizzataraquo21 tale da poterfare di nuovo da referente ontologico di una teologia che superasse lesecche di quella crisi che la coinvolgeva a livello di fondamento siapure retrospettivoEcco allora percheacute come prima si diceva la teologia di Padre
Barzaghi si presentava22 a chi vedesse lrsquointera problematica sopraenunciata come la detta testa di ponte verso una teologia per il terzomillennio Una teologia per il terzo millennio sarebbe quella che nonsolo ritrova la dimensione della veritagrave come tale nel senso di pre-sente nella dimensione ecclesiale e comunicabile nella dimensioneextra-ecclesiale a prescindere dalla condivisione del momento dellafede ma mostra che proprio nel momento della fede egrave presente laradice di questa veritagrave incontrovertibile Ciograve che si mostrava nellateologia di Padre Barzaghi era dunque prima di tutto la strutturacanonica della grande teologia scolastica nella sua mutua inclusionecon la filosofia in secondo luogo la valorizzazione di quellrsquoontologiadialettica che era il superamento sorgivo del dualismo gnoseologicofra essere e pensiero avente le sue radici nel piugrave antico dualismoontologico fra essere immutabile ed essere diveniente23 ndash dualismoche dunque attraversa lrsquointera tradizione filosofica permeandola dinichilismo ndash e in terzo luogo la relazione a quellrsquoontologia dellrsquoori-ginario nella quale viene superato quanto di nichilistico resta inevi-tabilmente al fondo dellrsquoontologia dialettica24
21 Cfr quanto anticipato nella nota 1822 Il riferimento egrave allo scrivente nel suo orientarsi in occasione della Tesi diLicenza verso lrsquoanalisi di struttura di questa teologia
23 Appunto sul momento della dialettica era centrata la Tesi di Licenza perquanto come qui si vede ndash ma anche nella Tesi pur nella sua naturale limi-tazione si vedeva ndash si tratta soltanto per cosigrave dire di un ingranaggio dellamacchina teoretica che questa teologia mette in campo
24 Di questo si dovragrave parlare ma si puograve ricordare che di tale problema si egrave giagravereso conto nellrsquoarticolo Per un tomismo anagogico Il contributo della teoriadellrsquoExemplar cit alla nota 6
sect 3Gli ambiti costituenti il quadro introduttivo
Siamo cosigrave in grado di delineare anticipatamente gli ambiti cheandranno a costituire questo quadro introduttivo alla teologia ana-gogica di Padre Barzaghi analizzando in maniera piugrave articolata eapprofondita i momenti cardine che costituiscono la problematicadi una teologia laquofuturaraquo giagrave sommariamente delineataVi egrave prima di tutto la questione della scienza filosofica sorta sto-
ricamente come sapere incontrovertibile che per sua essenza si op-poneva ad ogni sapere precedente e travolta in seguito in quellacrisi della veritagrave come tale che la vedeva protagonista di unrsquoimmen-sa operazione autodistruttiva ai cui esiti siamo oggi di fronteAbbiamo giagrave detto essere lrsquoorigine di questo destinale processo auto-distruttivo il momento nichilistico ndash sebbene piugrave precisamente sidovrebbe dire il momento del nichilismo teoretico che in manieraontologicamente inconseguente riflette lrsquoistintivo nichilismo delsenso comune dando cosigrave una grammatica al linguaggio spontaneoche intende il divenire come un venire delle cose dal nulla e un lorotornare nel nulla Questa destinalitagrave autodistruttiva della tradizionefilosofica e il suo superamento in forza di unrsquoontologia dellrsquoorigina-rio dovranno essere chiariti nei loro svolgimenti particolari poicheacutesta in questrsquoontologia dellrsquooriginario il risorgere di una metafisicarigorizzata che dia fondamento retrospettivo alla scienza teologicaIl secondo ambito da esaminare egrave quello della relazione tra filo-
sofia e teologia nella sua dinamica storico-teoretica muovendodallrsquoetagrave nella quale lrsquounica teologia era quella filosofica per giunge-re allrsquoetagrave nella quale assurgeragrave a tema cardinale la relazione tra ilmomento della fede e quello della ragione nella grande e articola-ta complessitagrave di valenze che ne costituiscono lrsquointerna strutturapermettendo che la teologia possa rivendicare un rigoroso statutodi scientificitagrave in quel modello epistemologico unico nel suo genereche include un fondamento assoluto di fede senza per questo com-promettere lrsquoaltrettanto assoluto fondamento razionaleVi egrave infine da esaminare lo stato attuale della teologia nelle sue
anche grandiose costruzioni dottrinarie ma anche nelle sue innega-bili difficoltagrave in quanto impossibilitata ndash data anche la crisi genera-le del concetto della veritagrave come tale ndash ad uscire da una sostanziale
25I Introduzione generale
autoreferenzialitagrave essendo sicuramente capace di rafforzare la fededi chi giagrave la possiede ma non di svolgere una funzione apologeticaverso il mondo extra-ecclesiale dunque di svolgere una funzioneche non soltanto sappia consolidare la comunitagrave ecclesiale ma sap-pia espanderla valendosi puramente della propria dottrina
sect 4Criteri teorici e redazionali della riproposizione
Concludiamo questa introduzione generale anticipando perchiarezza i criteri che presiedono a questa riproposizione di unaTesi di Licenza sul piano della concezione generale e delle regoledi stesuraLa prima cosa da chiarire egrave che non si tratta della riproposizione
di un testo in forza del suo presunto valore dove il quadro introdut-tivo servirebbe solo a ragguagliare il lettore intorno ai tempi e allecircostanze della redazione Del valore del testo posto che ci siagiudicheragrave eventualmente il lettore ma il senso della riproposizioneegrave un altro che giagrave si egrave cercato di chiarire ed egrave questo senso che infor-ma i criteri redazionali propri della riproposizioneIl primo criterio egrave quello della continuitagrave della stesura La Tesi di
Licenza come si egrave detto muoveva da un concetto della teologiache si intuiva come lrsquounico possibile pensando a una teologialaquofuturaraquo e individuava nella teologia anagogica di Padre Barzaghiil punto assolutamente piugrave avanzato nella realizzazione di questoconcetto Molte cose erano quindi date per scontate ndash anche persemplici esigenze di spazio e di proporzionamento del contributoteorico ndash e si procedeva ad argomentare sulla base di un consisten-te non detto che restava necessariamente presupposto Lrsquooccasionedi questa riproposizione sembra cosigrave il luogo piugrave idoneo ad esplici-tare questo non detto venendosi a costituire la Tesi come conclu-sione di una riflessione e non come unrsquounitagrave autonoma che si trattisemplicemente di introdurre laquostoricamenteraquo Quindi non si potevapensare a due parti separate lrsquouna introduttiva e lrsquoaltra ripropositi-va ma si doveva pensare come si egrave fatto ad un percorso organicoche si dia da seacute i suoi momenti dei quali la tesi riproposta costitui-sce lrsquoultimo per quanto necessariamente piugrave ampio e articolato
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Il secondo criterio egrave quello dellrsquoapertura teorica Se la Tesi ripro-posta non egrave pensata come qualcosa di laquopassatoraquo da introdurre laquosto-ricamenteraquo ma come qualcosa cui mette capo una riflessione laquopre-senteraquo essendo poi tale riflessione come si egrave detto volta a una teo-logia laquofuturaraquo ciograve implica il pensare questo testo per quel che essopossa valere come lrsquoinvito a un laboratorio di studi nel quale trovi-no posto gli infiniti possibili sviluppi e approfondimenti che posso-no dipartirsi da questo nucleo teorico Ciograve ha sconsigliato di propor-re in questa sede quegli approfondimenti che giagrave lrsquoultimo decenniodellrsquoindefesso lavoro teorico di Padre Barzaghi ha prodotto neacute que-gli approfondimenti che muovendo dalla prospettiva focalizzatadalla Tesi sono semplicemente pensabili Essi sarebbero cosigrave staticome compressi e quindi semplificati per astrazione il che parlandodi approfondimenti egrave una contraddizione in terminiIl terzo criterio egrave quello della strutturalitagrave Egrave chiaro che ragio-
nando in termini di passato presente e futuro come noi abbiamofatto lrsquointera problematica teoretica non puograve darsi che come unsuccedersi di momenti dei quali i successivi tengono conto dei pre-cedenti Ma egrave lo stesso dettato teorico di ciograve di cui tecnicamente cioccupiamo a suggerire che la temporalitagrave egrave solo la scansione diffe-renziata dellrsquoeterno per cui lrsquoavvertimento di fondo di questa ri-proposizione egrave stato quello di storicizzare il meno possibile ripor-tando ogni momento a una struttura originariamente data da noiconosciuta incompletamente solo in ragione del non essere ladimensione temporale giunta al suo compimentoDal punto di vista della logica redazionale al di lagrave di quanto giagrave
detto intorno alla scansione delle parti egrave sembrato decisamenteopportuno unificare lrsquointero percorso ndash tanto il quadro introduttivoquanto la Tesi riproposta ndash in una struttura di paragrafi in progres-sione mantenendo continua e unitaria ndash in ragione della chiarezzadei riferimenti interni ndash anche la numerazione delle note a piegrave dipagina Per quanto riguarda la progressione dei paragrafi che dalquadro introduttivo si prolunga nella Tesi riproposta abbiamoritenuto filologicamente doveroso mantenere lrsquoesatta struttura delprimitivo indice della quale egrave stato modificato soltanto il modo didenominare le unitagrave interne ai capitoli nella Tesi chiamate para-grafi (simbolo sect) e qui semplicemente numerate per evitare la
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confusione con i paragrafi in continuazione omogenea dal quadrointroduttivo Il contenuto della tesi cioegrave riproposto letteralmenteha avuto denominate come paragrafi le unitagrave minime significativeche nella tesi erano interne ai vecchi paragrafiUnrsquoultima avvertenza riguarda le ripetizioni in alcuni casi
risultate inevitabili Dovendoci infatti valere di riferimenti e cita-zioni in tutto il quadro introduttivo per evitare ripetizioni avrem-mo dovuto o rinviare in avanti al testo della Tesi ndash il che oltre chescorretto egrave apparso macchinoso e scomodo ndash o cambiare questotesto con rinvii allrsquoindietro verso il quadro introduttivo il che egraveapparso altrettanto e anche piugrave scorretto e parimenti scomodoAbbiamo cosigrave preferito ripetere riferimenti e citazioni (la cui quan-titagrave egrave peraltro modesta) per favorire sia la correttezza della ripro-posizione sia la facilitagrave di muoversi allrsquointerno nellrsquointero lavoro
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IIQUADRO INTRODUTTIVOA LA METAFISICA COME PROBLEMA
sect 5Filosofia laquoprimaraquo e filosofia laquosecondaraquo
Egrave noto che Aristotele nel dare alla sua poderosa costruzionefilosofica la struttura sistematica che la caratterizza definiva unalaquofilosofia primaraquo25 come distinta da una laquofilosofia secondaraquo o piugraveprecisamente da un insieme di indagini filosofiche specifiche checadevano sotto il denominatore comune dellrsquoavere il loro oggettonecessariamente dominato dalle determinazioni indicate dallalaquofilosofia primaraquo
Ciograve dipendeva dal fatto che Aristotele valorizzando le acquisi-zioni della filosofia platonica26 affermava lrsquoincontrovertibile inesi-
29
25 Aristotele identifica esplicitamente teologia e filosofia prima ossia metafi-sica laquoQuindi ci saranno tre specie di filosofie teoretiche cioegrave la matemati-ca la fisica e la teologia [microαθηmicroατική φυσική θεολογική] essendo abbastan-za chiaro che se la divinitagrave egrave presente in qualche luogo essa egrave presente inuna natura siffatta ed egrave indispensabile che la scienza piugrave veneranda sioccupi del genere piugrave venerando Perograve se le scienze contemplative sonopreferibili alle altre questa egrave preferibile alle altre scienze contemplativeraquo(Metafisica V 11026 a) Tale scienza suprema saragrave piugrave tardi indicata comelaquometafisicaraquo muovendo lrsquoespressione da microετὰ τὰ φυσικά denominazionealludente al suo occuparsi di ciograve che sta laquoal di lagrave della fisicaraquo vale a diredellrsquoessere immutabile al di lagrave dellrsquoessere mutevole
26 Soprattutto del Platone degli ultimi dialoghi e segnatamente del Sofistadove la teoria dei laquogeneri sommiraquo permetteva unrsquoaffermazione incontrad-dittoria del molteplice ontologico ossia di un laquonon essereraquo relativo fermarestando la negazione parmenidea del laquonon essereraquo assoluto (dal che illaquoparricidioraquo affermato in questo dialogo dove restava incontrovertibile lanegazione parmenidea del laquonullaraquo ndash e in questo senso Parmenide restavalaquopadreraquo ndash ma veniva superata la sua affermazione della contraddittorietagravedel molteplice con lrsquointroduzione del genere del laquodiverso [θάτερον]raquo ndash e in
SD 632 (2018) pp 29-101
30 A POSTORINO
stenza del nulla ma la perfetta incontraddittorietagrave della diversitagrave27dunque il puro essere parmanideo si costituiva come essere determi-nato o ente e la laquofilosofia primaraquo restava definita come scienzadellrsquolaquoente in quanto enteraquo28 Stanti cosigrave le cose il dominio dellalaquofilosofia primaraquo sulle laquofilosofie seconderaquo era garantito da ciograve chequalunque ente ossia qualunque essere determinato prima di esseredeterminato in questo o quel modo egrave determinato come tale dunqueuna scienza dellrsquoente o dellrsquoessere determinato in quanto talequale egrave la laquofilosofia primaraquo egrave necessariamente scienza di qualunqueoggetto nel suo nucleo essenziale fatte salve le determinazioni piugravespecifiche che costituiscono lrsquooggetto delle laquofilosofie seconderaquo29
questo senso si realizzava il parricidio sacrificale simbolico significante lanecessaria emancipazione dalla pur riconosciuta autoritagrave paterna) Senzaquesta emancipazione ndash dice Platone ndash laquonon saragrave possibile catturare il sofi-staraquo cioegrave rispondere alle sue critiche circa la contraddittorietagrave del moltepli-ce ontologico (cfr Sofista 241 d Per questa e per tutte le altre successivecitazioni di passi platonici il testo di riferimento egrave PLATONE Opere 2 vollLaterza Roma-Bari 1974 il testo dellrsquoeventuale interpolazione greca egrave dallacollezione oxoniense)
27 Cfr Sofista 241d laquoLO STR Allora di questo io ti voglio pregare ancora conmaggiore insistenza TEET Di che cosa LO STR Non credere che io divengaquasi un parricida [πατραλοίαν] TEET E percheacute mai LO STR Percheacute perdifenderci saragrave necessario che noi sottoponiamo a esame il discorso delnostro padre Parmenide [τὸν τοῦ πατρὸς Παρmicroενίδου λόγον] e dovremo soste-nere con forza che ciograve che non egrave in un certo senso egrave esso pure [τό hellip microὴ ὂν ὡςἔστι] e che ciograve che egrave a sua volta in certo senso non egrave [καὶ τὸ ὂνhellip ὡς οὐκ ἔστι]raquo
28 Cfr Metafisica IV 1 1003 a laquoCrsquoegrave una scienza che studia lrsquoessere in quantoessere [τὸ ὂν ᾗ ὂν] e le proprietagrave che gli sono inerenti per la sua stessa natu-ra Questa scienza non si identifica con nessuna delle cosiddette scienzeparticolari giaccheacute nessuna delle altre ha come suo universale oggetto diindagine lrsquoessere in quanto essere ma ciascuna di esse ritaglia per proprioconto una qualche parte dellrsquoessere e ne studia gli attributiraquo
29 Sono laquofilosofie seconderaquo quelle laquocosiddette scienze particolariraquo a cui si rife-riva il passo citato nella precedente nota 28 ciascuna delle quali laquoritagliaper proprio conto una qualche parte dellrsquoessere e ne studia gli attributiraquo
31II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
Egrave poi altrettanto noto che al momento della riedizione dellrsquoope-ra aristotelica in etagrave romana affidata ad Andronico di Rodi30 quel-la che Aristotele chiamava laquofilosofia primaraquo avrebbe ricevuto econsolidato il nome di laquometafisicaraquo nome che avrebbe poi sempremantenuto indicando concettualmente appunto quella scienzadellrsquoessere immutabile che presiede a qualunque trasformazione sirealizzi nella dimensione dellrsquoessere mutevole31 Egrave proprio del con-cetto di una tale scienza che come giagrave si egrave detto lrsquoetagrave modernaavrebbe condotto una critica progressiva e alla fine radicale costi-tuendo la premessa della crisi della veritagrave come tale che segna lacontemporaneitagrave
Ciograve che qui si puograve aggiungere a titolo di pura anticipazione egraveche proprio nella separazione fra un essere immutabile e un esseremutevole agiva quella astrazione che egrave insieme effetto e causa diquel laquonichilismoraquo che avrebbe costituito lrsquointero sviluppo filosoficocome processo alla fine autodistruttivo (causa in quanto nichilismospontaneo del pensiero comune effetto in quanto nichilismo teore-
30 Filosofo peripatetico e decimo scolarca del Liceo dopo Aristotele Andronicodi Rodi assume il compito di produrre lrsquoedizione critica delle sue opereacroamatiche o esoteriche tra il 40 e il 20 aC Il termine laquometafisicaraquo giagravespiegato nella nota 25 deriva del suo dover trovare nome al voluminosomanoscritto senza titolo in quattordici libri designandolo dunque partendodal suo contenuto che egrave appunto la laquofilosofia primaraquo o la scienza dellrsquolaquoentein quanto enteraquo come tale immutabile Questi libri vengono dunque collocatilaquoal di lagraveraquo di quelli che si occupano di laquofisicaraquo o di cose mutevoli e lrsquolaquoal di lagraveraquoegrave nel senso della collocazione bibliografica In Andronico cioegrave lrsquoesserelaquooltreraquo indica posterioritagrave materiale dei libri ndash propriamente lrsquoespressione egraveτὰ βιβλία microετὰ τὰ φυσικά laquoi libri che stanno al di lagrave di quelli che si occupano difisicaraquo ndash e solo per naturale attinenza col significato dellrsquoulterioritagrave ontologi-ca il termine daragrave poi alla laquometafisicaraquo il significato noto
31 In seguito la detta ulterioritagrave materialmente bibliografica (cfr la precedentenota 30) avrebbe perduto il suo valore e lrsquoaltrettanto detta attinenza colsignificato dellrsquoulterioritagrave ontologica avrebbe imposto il suo significato conesito permanente
32 A POSTORINO
tico che da quello deriva)32 La questione dunque dal punto divista della nostra trattazione nel suo intento dichiarato riguardo alconcetto della teologia egrave assolutamente indifferibile ed egrave con que-sto problema che bisogna fare i conti
sect 6Originarietagrave dellrsquoistanza metafisica
Una prima osservazione riguarda lrsquoessere la metafisica unadimensione teoretica specifica sorta a un certo momento dello svi-luppo filosofico come la sua attestazione storica sembra dimostra-re o il suo essere qualcosa di originario A questo proposito non civuol molto a capire come lo statuto speculativo della metafisicacolto nella sua strutturalitagrave e non nella sua esplicitazione storicasia connotato appunto dallrsquooriginarietagrave
La filosofia come tale sorge dalla tensione a comprendere quale sialrsquounitagrave stabile che sta a fondamento della molteplicitagrave mutevolealla quale siamo immediatamente di fronte e che ci sia una taleunitagrave stabile egrave inizialmente un puro presupposto Infatti in primaistanza niente di questa molteplicitagrave mutevole sembra poter sugge-rire una tale unitagrave stabile essendo la dimensione della molteplicitagravemutevole invalicabilmente onnicomprensiva Ciograve nonostante ndash perragioni che andranno subito chiarite ndash il pensiero si trova permeatoda questo presupposto e formula spontaneamente33 i concetti
32 Di ciograve si egrave anticipato nel sect 3 e su ciograve si dovragrave evidentemente tornare conuna analisi pertinente
33 In questa laquospontaneitagraveraquo opera evidentemente una forza obbligante che lanascente filosofia avverte e anche dichiara dandole nome (la parola χρεώνindica laquociograve che deve essereraquo laquociograve che non puograve non essereraquo laquoinevitabileraquo laquoine-luttabileraquo vi egrave poi la parola ἀνάγκη che vale come laquocostrizioneraquo laquocoazioneraquo)ma che ancora non teorizza si tratta della laquonecessitagraveraquo che piugrave tardi Aristoteleporragrave implicitamente a fondamento del laquoprincipio di contraddizioneraquo (ἀρχήτῆς ἀντιφάσεως Metafisica IV 3 1005 b) ndash di cui evidentemente si parleragrave ndashprincipio da cui sorge lrsquointera dimensione della metafisica Per quanto riguar-da la struttura latina della parola laquonecessitagraveraquo egrave da rilevare che essa egrave da nec-cedere o nec-cessare designando cosigrave ciograve che non viene meno e non cessa ossiache dagrave garanzia di mantenersi sempre e comunque come veritagrave indiscutibile
33II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
della φ9σις o laquonaturaraquo e dellrsquo-ρχή o laquoprincipioraquo rappresentandoil primo appunto la totalitagrave diveniente e il secondo lrsquounitagrave stabileche ne costituisce il fondo34 Questi concetti come egrave facile vederesono di natura precisamente metafisica problematizzando lrsquounitagraveimmutabile che sta al di lagrave della molteplicitagrave mutevole
Si egrave detto che le ragioni della laquospontaneitagraveraquo della direttrice me-tafisica ndash spontaneitagrave determinata segretamente dalla necessitagrave35 ndashdevono subito essere chiarite e questo si puograve fare osservando lrsquoo-perare del genio speculativo dellrsquolaquooscuroraquo Eraclito di Efeso36 Si egravedetto sopra che niente della molteplicitagrave mutevole sembra potersuggerire unrsquounitagrave stabile ma questo si egrave altrettanto detto solo inprima istanza Infatti in seconda e definitiva istanza se niente egraveimmutabile in quanto ogni cosa egrave travolta dal divenire immutabileegrave appunto il divenire e in modo incontrovertibile37
34 La φύσις egrave lrsquointero in quanto si dagrave in un perpetuo e inarrestabile divenire eil termine egrave appunto da φύω laquofluireraquo laquoscorrereraquo mentre lrsquoἀρχή egrave lrsquoelemen-to eterno e permanente in questo fluire e il termine egrave da ἄρχω cioegrave laquoesserprimoraquo sia nel senso temporale del laquoprecedereraquo sia nel senso gerarchicodel laquocomandareraquo
35 Cfr quanto detto alla nota 3336 Eraclito egrave indicato come ὁ σκοτεινός laquolrsquooscuroraquo per la sua opera che diver-
samente dai περ5 φ9σεως degli altri filosofi presocratici non ha andamentotrattatistico ma si presenta come raccolta di aforismi densi e profondi didifficile comprensione
37 Ciograve non egrave detto certamente da Eraclito in questa forma apodittica e vieneespresso mediante i lapidari laquoframmenti del fiumeraquo (DK 22 B 12 laquoAcquesempre diverse scorrono per coloro che si immergono negli stessi fiumiraquoDK B 91 laquoNello stesso fiume non si puograve scendere due volteraquo DK B 49 alaquoNegli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo siamo e non siamoraquo) ovveroponendo la laquoguerra fra contrariraquo come principio di tutte le cose (DK 22 B 53laquoΠόλεmicroος egrave padre di tutte le cose di tutte re e gli uni disvela come degravei glialtri come uomini gli uni fa schiavi gli altri liberiraquo) La forma apoditticaperograve puograve essere costruita in modo assolutamente rigoroso ed egrave tale damostrare che la necessitagrave di fondo ha la forza di far affermare con infallibilecertezza unrsquoapparente contraddizione cioegrave lrsquoimmutabilitagrave del mutamento
34 A POSTORINO
Lrsquooriginarietagrave dellrsquoistanza metafisica egrave cosigrave comprovata ed egrave com-provata in modo tale ndash anche questo egrave un lato del genio filosofico diEraclito forse il meno riconosciuto ndash che il principio metafisico non egraveal di lagrave del divenire ma egrave nello stesso divenire senza quella trascen-denza ontologica la cui critica saragrave il nerbo portante dellrsquoanti-metafi-sica moderna e contemporanea Certo Eraclito non era affatto ingrado di rendere conto teoreticamente dellrsquoessere immutabile del di-venire38 e sarebbe bastata la nascente ontologia parmenidea a mette-re in crisi lrsquointero sistema filosofico di cui Eraclito rappresenta la posi-zione piugrave avanzata e in certa misura profetica39 ma lrsquoinsufficienza diEraclito non sembra affatto grave quando si pensi che il problemadella relazione fra essere e divenire non risolto nellrsquoambito della filo-sofia greco-classica sarebbe rimasto al fondo della filosofia classico-cristiana della grande tradizione scolastica e avrebbe prodotto la suc-cessiva crisi la cui soluzione sta soltanto nel superamento del nichili-smo e nel concetto di una metafisica rigorizzata quale risulta daunrsquoontologia dellrsquooriginario
infatti ciograve che muta per essere un ciograve che vale a dire un soggetto che compialrsquoazione espressa dal verbo deve mantenersi nel corso di tale azione dunquepermanere a fondamento del propriomutamento (essendo lui appunto ciograve chemuta) Qualora non ci fosse tale permanenza il verbo laquomutareraquo resterebbeprivo di un soggetto e lrsquoazione da lui espressa sarebbe impossibile
38 Come si egrave visto Eraclito resta laquooscuroraquo nella sua profonditagrave percheacute si trovaancora al confine tra nascente filosofia e continente mitopoietico esprimen-do la potenza dei suoi concetti come elementi di una ἀρχή ndash se cosigrave si puograveancora dire ndash di debordante complessitagrave il laquoprincipioraquo per Eraclito egravelaquoguerra dei contrariraquo ma egrave anche laquoidentitagrave dei contrariraquo e cosigrave laquoarmonianascostaraquo laquouno-tuttoraquo laquodioraquo laquofuocoraquo laquoλόγοςraquo
39 Parliamo qui di valore laquoprofeticoraquo della filosofia di Eraclito percheacute venen-do infine al pettine il nodo del dualismo irrisolto nellrsquointera tradizione filo-sofica ndash dualismo giunto col criticismo kantiano a negare lrsquoontologia cometale ndash la superatrice ontologia dialettica porragrave il laquodivenireraquo quale primoconcreto giagrave stabile nel suo strutturale mutamento ed esso resteragraveal fondo dellrsquointero cammino dialettico Egrave nota lrsquoaffermazione di Hegel delsuo sottoscrivere uno per uno tutti i frammenti di Eraclito
35II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
sect 7Lrsquooriginaria impossibilitagrave del laquonon essereraquo
Ciograve che spinge il pensiero verso la comprensione dellrsquounitagrave sta-bile ndash si egrave visto ndash egrave la forza della laquonecessitagraveraquo40 ma questa scaturiscedallrsquoaristotelico laquoprincipio di non contraddizioneraquo41 che impediscedi pensare lrsquoattribuzione di un certo predicato a un certo soggetto einsieme ndash cioegrave fermi restando il qui e lrsquoora il luogo e il tempo ndashlrsquoattribuzione a quel soggetto del predicato consistente nella nega-zione del primo Questo principio ndash dice Aristotele ndash egrave il piugrave eleva-to dei principi42 ed egrave tanto indimostrabile quanto inconfutabile43reggendo interamente la filosofia prima
40 Cfr nota 3341 Il laquoprincipio di contraddizioneraquo (cfr nota 33) si articola comrsquoegrave noto nel
principio di laquoidentitagraveraquo (lrsquoente egrave se stesso) in quello di laquonon contraddizio-neraquo (egrave impossibile che il medesimo attributo fermi restando il qui e lrsquooraappartenga e non appartenga al medesimo soggetto) e in quello che vasotto il nome di laquoterzo esclusoraquo (dato un soggetto e dato un attributo fermirestando il qui e lrsquoora tale attributo o appartiene o non appartiene a quelsoggetto e qualunque terza possibilitagrave egrave esclusa)
42 Egrave definito laquoil principio piugrave saldo di tutti [βεβαιοτάτη δrsquoἀρχὴ πασῶν]raquo laquoquelloche egrave piugrave noto [γνωριmicroωτάτην]raquo e che laquonon egrave fondato su ipotesi [ἀνυπόθετον]raquovale a dire che ha valore assoluto (Metafisica IV 3 1005 b)
43 Egrave indimostrabile poicheacute appartenendo alla struttura di qualunque dimo-strazione provando a dimostrarlo si cade in un circolo vizioso ed egrave incon-futabile poicheacute quando si voglia che le parole significhino qualcosa e noninsieme il contrario ndash e questa condizione egrave imprescindibile per qualunquedimostrazione o confutazione ndash esso egrave tale da essere preventivamenterichiesto dalla sua stessa confutazione cosigrave che per essere affermato falsodeve prima di tutto essere affermato vero (in modo tale che lrsquoaffermazionedi falsitagrave abbia un senso giusta o sbagliata che lrsquoaffermazione poi sia)Il principio di non contraddizione per essere falso in actu signato deve esse-re vero in actu exercito e chi volesse negarlo non potrebbe sostenere a paro-le tale negazione senza contraddirsi dovrebbe cioegrave ndash dice Aristotele ndashridursi laquosimile a una pianta [ὅmicroοιος φυθῷ]raquo (Metafisica loc cit)
36 A POSTORINO
Il principio egrave segretamente operante fin dallrsquoinizio e lrsquoabbiamovisto essere alla radice dello stesso originario conato filosofico44Ma saragrave proprio in forza di questo originario segreto operare delprincipio che la filosofia cosigrave come trae da esso la sua direttricecostruttiva cosigrave trova in esso un ostacolo apparentemente insor-montabile Questo si fa palese in modo eclatante nella filosofia diParmenide che egrave a tutti gli effetti il sorgere storico dellrsquoontologia
Se la logica dellrsquo-ρχή in quanto domanda sullrsquounitagrave del molte-plice o sullrsquoidentitagrave dei diversi si chiede che cosa tutte le coseabbiano in comune45 il termine necessario di questa direttrice spe-culativa si offre naturalmente nella determinazione dellrsquolaquoessereraquoche tutte le cose hanno in comune in quanto appunto sono cioegrave esi-stono o sussistono non egrave dato per la forza primigenia del princi-pio di non contraddizione affermare che qualcosa laquonon egraveraquo poicheacuteil fatto stesso che pensiamo tale cosa cosigrave da poterne parlare dimo-stra che questa cosa egrave essendo quanto meno ciograve che pensiamo eciograve di cui parliamo46
44 Cfr quanto detto nel precedente sect 645 Cosigrave tutte le cose hanno in comune lrsquoessere fatte di uno stesso elemento dalquale tutte provengono e nel quale tutte finiscono che poi questo elementosia da riconoscersi nella consistenza fluida capace di assumere qualunqueforma (lrsquolaquoacquaraquo di Talete) nellrsquoassoluta indeterminatezza sostanziale checostituisce lrsquoalternativa a tutti gli elementi costituiti (lrsquoἄπειρον di Anassi-mandro) nellrsquoἄπειρον in quanto sensibilmente percepibile (lrsquolaquoariaraquo diAnassimene) nel numero e nella composizione geometrica delle unitagrave ele-mentari (lrsquoἀριθmicroός pitagorico) ciograve egrave il tema di riflessione dellrsquointera laquofisiolo-giaraquo presocratica (i testi per questa stagione sorgiva della filosofia inH DIELS-WKRANZ Die Fragmente der Vorsokratiker trad it I PresocraticiTestimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975)
46 Cfr DK 28 B 2-3 laquoPercheacute il non essere neacute lo puoi pensare (non egrave infatti pos-sibile) neacute lo puoi esprimere [οὒτε γὰρ ἂν γνοίης τὸ microὴ ἐὸν (οὐ γὰρ ἀνυστὸν)οὒτε φράσαις] lo stesso infatti egrave il pensare e lrsquoessere [τὸ γαρ αὐτὸ νοεῖν ἐστιντε καὶ εἶναι]raquo
37II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
Ciograve significa che il laquonon essereraquo neacute si puograve pensare neacute di lui sipuograve parlare senza contraddizione47 e questo ha conseguenzeimmediatamente aporetiche per la possibilitagrave stessa della cono-scenza in quanto riflessione razionale sul contenuto dellrsquoesperien-za Dallrsquoesperienza risulta infatti una totalitagrave molteplice e dive-niente ma nel molteplice ciascuno dei termini laquonon egraveraquo lrsquoaltro e neldivenire ciascuno dei termini laquonon egrave piugraveraquo ciograve che era e laquonon egraveancoraraquo ciograve che saragrave
Lrsquointera esperienza va dunque rigettata come luogo di un appa-rire senza veritagrave riflesso dal linguaggio48 lrsquointera sapienza prece-dente va respinta come erramento di chi non riesce ad avere unamente ferma49 e la filosofia sembra doversi ridurre alla silente con-templazione dellrsquolaquoessereraquo quale si dagrave alla ragione in quei tratti cheessa mostra necessari50 cioegrave unitagrave omogeneitagrave indivisibilitagrave im-mutabilitagrave immobilitagrave eternitagrave51
47 Cfr DK 28 B 6 laquoBisogna che il dire e il pensare sia lrsquoessere egrave dato infattiessere mentre nulla non egrave [ἔστι γὰρ εἶναι microηδὲν δrsquoοὐκ ἔστι] che egrave quanto tiho costretto ad ammettereraquo
48 Cfr DK 28 B 8 vv 43-45 laquoPerciograve saranno tutte soltanto parole [πάντrsquoὄνοmicroα ἔσται] quanto i mortali hanno stabilito convinti che fosse vero nascere e perireessere e non essere cambiamento di luogo e mutazione del brillante coloreraquo
49 Cfr DK 28 B 6 laquoDa questa via di ricerca infatti ti allontano e inoltre da quellaper la quale mortali che nulla sanno vanno errando gente dalla doppia testa[δίκρανοι] Percheacute egrave lrsquoincapacitagrave che nel loro petto dirige lrsquoerrante mente[πλακτὸν νόον] ed essi vengono trascinati insieme sordi e ciechi istupiditigente che non sa decidersi da cui lrsquoessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici per cui di tutte le cose egrave reversibile il camminoraquo
50 Cfr DK 28 B 8 vv 1-7 laquoMa tu da questa via di ricerca allontana il pensiero neacute lrsquoabitudine nata dalle molteplici esperienze ti costringa per questa via a usare lrsquoocchio che non vede e lrsquoorecchio che rimbomba di suoni illusori e la lingua ma giudica col raziocinio [κρῖναι δὲ λόγωι] la pugnace disami-na che io ti espongo Non resta ormai che pronunciarsi sulla via chedice che egrave Lungo questa sono indizi in gran numero [σήmicroατrsquoἔασι πολλὰ]raquo
51 Tutti questi tratti vengono enumerati nel piugrave lungo dei frammenti parmenidei(DK 28 B 8) non in forma esteriore trattatistica e classificatoria ma persprofondamento e intrinsecazione speculativa retta dalla piugrave ferrea necessitagrave
38 A POSTORINO
sect 8Contraddittorietagrave del laquopluralismoraquo e crisi della veritagrave
La filosofia di Parmenide nella sua apparente paradossalitagrave desti-nata ad essere un vero rompicapo per il pensiero successivo erainsieme il sorgere dellrsquoontologia e lrsquoopposizione originaria al nichili-smo che dellrsquoontologia sarebbe stato il tarlo segreto Ciograve che infattiParmenide escludeva in forza della laquodominatrice necessitagraveraquo52 eralrsquoidentificazione dellrsquoessere col non essere e tale identificazione egravequella che il nichilismo pre-teoretico del senso comune suggeriscetacitamente alla ragione filosofica producendo il non visto nichilismoteoretico Ora lrsquoontologia in quanto appena sorgente nel pensiero diParmenide esclude originariamente questo nichilismo spontaneoanche se il prezzo dellrsquoesclusione egrave la totale perdita della dimensionedellrsquoesperienza che la necessitagrave suggeriva priva di veritagrave
Il pensiero filosofico bensigrave reagisce a questo stallo da un latoprendendo atto di quelli che sono i caratteri necessari dellrsquoesseredallrsquoaltro cercando di recuperare la veritagrave dellrsquoesperienza ipotiz-zando una pluralitagrave di laquoesseriraquo53 ciascuno dei quali avente in seacute
52 Cfr DK 28 B 8 vv 33-35 laquoE rimanendo identico nellrsquoidentico stato sta inse stesso e ligrave rimane immobile infatti la dominatrice Necessitagrave [κρατερὴ helliprsquoΑνάγκη] lo tiene nelle strettoie del limite che tutto intorno lo cingeraquo
53 Da qui la denominazione di laquopluralistiraquo che la storia della filosofia assegna a que-sti filosofi si tratta di Empedocle Anassagora Democrito ultimi rilevanti pensa-tori dellrsquoetagrave presocratica Il pluralismo di Empedocle teorizza le quattro laquoradiciraquo(ριζώmicroατα) quello di Anassagora la molteplicitagrave delle laquoomeomerieraquo (da τὰὁmicroοιοmicroερῆ laquociograve che ha parti della stessa qualitagraveraquo) Infine il pluralismo diDemocrito che riduce al minimo le differenze teorizza gli laquoatomiraquo (ἄτοmicroα) e ilvuoto in cui essi si accampano e si combinano (DK 68 B 9 a laquoOpinione il dolceopinione lrsquoamaro opinione il caldo opinione il freddo opinione il colore veritagravegli atomi e il vuoto [ἐτεῆι δὲ ἄτοmicroα καὶ κενόν]raquo) dove lrsquoessere in un potente stereo-tipo per la storia culturale si presenta come il laquopienoraquo ossia come ciograve che occupauno spazio opponendosi a uno spazio esterno come saragrave in ogni futuro laquomate-rialismoraquo Gli atomi e il vuoto lrsquoessere materiale e il non essere spaziale sarannopropriamente il laquoqualcosaraquo e il laquonon qualcosaraquo (DK 68 B 156 laquolrsquoente [τὸ δὲν ilqualcosa] non esiste a maggior ragione del niente [τὸ microηδὲν il non qualcosa]raquo)
questi caratteri necessari e dalla cui composizione aggregazione odisgregazione dipenderebbe la varietagrave presente nellrsquoesperienza stes-sa che tenta cosigrave di legittimarsi come veritagrave incontraddittoria inquanto rispettosa dei caratteri necessari dellrsquoessere posseduti daciascuna delle sue componenti elementari
Non ci vuol molto perograve a rendersi conto che lrsquointera direttrice laquoplu-ralisticaraquo era votata al fallimento Sia pure infatti che ciascuno deglilaquoesseriraquo teorizzati dal pluralismo potesse rivendicare almeno in primaapprossimazione i caratteri dellrsquoessere parmenideo cosigrave per esempiolrsquointerna omogeneitagrave (lrsquoaggregazione egrave per cosigrave dire granulare e noninficia lrsquointerna omogeneitagrave di ogni particella) lrsquoimmutabilitagrave (ciograve chemuta egrave il composto ma in esso i componenti possono essere per sestessi immutabili) e anche lrsquoeternitagrave (la temporalitagrave mutevole ancorariguarda il composto e non i componenti) Ciograve perograve non si puograve direper lrsquoindivisibilitagrave (gli laquoesseriraquo devono ben dividersi per potersi poimescolare) neacute per lrsquoimmobilitagrave (aggregazione e disgregazione sonoforme di movimento) da ultimo e come difficoltagrave insuperabile nonsi puograve dire per lrsquounitagrave gli laquoesseriraquo del pluralismo sono diversi e cometali sono fra loro in una relazione per la quale lrsquouno non egrave lrsquoaltro e ilproblema si ripresenta tale e quale era allrsquoinizio
Per finire ndash in quanto una crisi di tale gravitagrave mostra poi sempredi essere crisi a tutto tondo ndash gli laquoesseriraquo del pluralismo che si de-vono pensare come aggregati a fondamento ontologico della realtagravediveniente devono per ciograve stesso essere pensati come particelle tal-mente piccole da sfuggire alla visibilitagrave essendo indicabili solo daun ragionamento senza che poi tale ragionamento pertinente ingenerale possa condurre a capire qual egrave la veritagrave di queste particelle(le laquoradiciraquo le laquoomeomerieraquo gli laquoatomiraquo o altro ancora) La veritagravedellrsquoesperienza cosigrave faticosamente e difettosamente ritrovata an-cora fuggiva via dileguando laquonel profondoraquo54
39II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
54 Cfr DK 68 B 117 laquoNulla conosciamo secondo veritagrave percheacute la veritagrave egrave nelprofondo [ἐν βυθῶι γὰρ ἡ ἀλήθεια]raquo
sect 9La deriva laquonichilisticaraquo dellrsquoontologia come tale
Questa crisi della veritagrave spalancava le porte allrsquoetagrave sofisticanella quale uomini di cultura formatisi in ambito filosofico e con-sapevoli dello stallo in cui si veniva a trovare la filosofia accoglie-vano in fondo con favore questo farsi altamente problematico delconcetto stesso della veritagrave
Le vicende politiche della Grecia nel V secolo aC determinava-no infatti il sorgere e il rafforzarsi dei governi democratici e le ric-chissime borghesie cittadine ambivano a una formazione culturaleper i propri rampolli tale da avviarli ai fasti della vita politicaSi apriva cosigrave un vero mercato della laquosapienzaraquo i cui protagonistiin figura di venditori e promotori di se stessi non sono piugrave gli ante-signani φυσιολ8γοι o studiosi della natura coincidenti con la figuradel σοφ8ς o del laquosapienteraquo la nuova figura egrave il σοφιστ4ς il laquosofistaraquoo laquoesperto di sapienzaraquo che vende a prezzi elevatissimi quelle chevenivano chiamate le laquoarti dellrsquoassemblearaquo e che si potrebberounificare sinteticamente come laquoarte dellrsquoavvocatoraquo vale a dire lacapacitagrave di dimostrare ovvero di confutare qualunque tesi
Questa capacitagrave ndash che egrave decisiva per il candidato politico che debbamuoversi in assemblea proponendo se stesso e screditando gli altri ndashpuograve attuarsi tanto piugrave liberamente ed efficacemente quanto menovenga riconosciuta una veritagrave oggettiva vincolante ed egrave per questoche come si egrave detto i sofisti nel loro offrirsi come precettori del futu-ro uomo politico accolgono in fondo con favore la crisi della veritagravequando infatti lrsquoesistenza di una veritagrave oggettiva sia riconosciuta ilsofista egrave passibile dellrsquoaccusa di essere un mistificatore di comodo maquando nessuna veritagrave oggettiva ci vincoli puograve ben valere la tesi chein assenza di una veritagrave univoca egrave del tutto lecita la tecnica volta adeterminare la veritagrave piugrave opportuna e conveniente in situazione
Cosigrave infatti accade e ndash quando si guardi non alla sofistica di piugravebasso livello (la cosiddetta laquoeristicaraquo ndash da ρ6ζω laquocontendoraquo ndash che fa deldibattito teorico una sorta di scontro pugilistico nel quale senza nessunriferimento al problema della veritagrave si mira a vincere come che sia per-suadendo gli spettatori di questa vittoria) ma si guardi ai sofisti mag-giori che possono essere a ragione posti tra i filosofi ndash egrave almeno signifi-cativo che si ritrovi nelle loro tesi una radice precisamente parmenidea
40 A POSTORINO
Per intendere questo fatto apparentemente incongruo si deveosservare preliminarmente come la stessa filosofia di Parmenidenella sua paradigmatica denuncia della contraddizione dovendoin ragione della coerenza con questa denuncia abbandonare allrsquoap-parenza non vera il portato dellrsquoesperienza non puograve poi evitare dicadere implicitamente nella contraddizione La realtagrave sensibile ediveniente infatti non cessa di esistere per il fatto di essere denun-ciata come contraddittoria e tutto quanto Parmenide puograve fare egraveconfinarla nella pura apparenza i cui oggetti non possono esserereali Ma se qualcuno chiedesse a Parmenide ndash ed egrave certo lecitofarlo ndash se fra essere e apparire crsquoegrave differenza nessuna delle duerisposte possibili salverebbe la coerenza della posizione parmeni-dea rispondendo infatti che crsquoegrave differenza ndash come si deve fare pergarantire la veritagrave dellrsquoessere di contro alla non veritagrave dellrsquoappa-renza ndash per ciograve stesso si deve affermare il non essere (lrsquoessere non egravelrsquoapparire) e la coerenza va perduta rispondendo invece che non crsquoegravedifferenza ndash come si deve fare per evitare lrsquoassurdo del non essere ndashper ciograve stesso anche lrsquoapparire cade nellrsquoessere con la sua contrad-dizione e ancora la coerenza va perduta
Ora questa contraddizione interna allrsquoeleatismo giocheragrave sotter-raneamente proprio a legittimazione della sofistica maggiore of-frendo sia al relativismo di Protagora55 sia al nichilismo di Gorgia56la ragione teorica per legittimare lrsquolaquoarte retoricaraquo57 Se il non esserenon puograve esistere ndash diragrave Protagora ndash allora non puograve esistere neanchelrsquoerrore che egrave il non esser vero quindi qualunque apparire nella sua
41II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
55 Cfr DK 80 B 1 laquoDi tutte le cose misura egrave lrsquouomo [πάντων χρηmicroάτων microέτρονἐστὶν ἄνθρωπος] di quelle che sono per ciograve che sono di quelle che nonsono per ciograve che non sonoraquo
56 Cfr DK 82 B 3 laquo[egli pone tre capisaldi lrsquouno conseguente allrsquoaltro]1) nulla esiste [οὐδὲν ἔστιν] 2) se anche alcuncheacute esiste non egrave comprensibileallrsquouomo 3) se pure egrave comprensibile egrave per certo incomunicabile [hellip]raquo
57 Si parla di ῥητορικὴ τέχνη laquoarte persuasivaraquo attribuendo a questa attivitagravenon una qualifica teoretica ma quel senso dellrsquolaquoarteraquo che apparenta que-strsquoultima con la laquotecnicaraquo cioegrave con una capacitagrave essenzialmente pratica
42 A POSTORINO
contraddittorietagrave egrave veritagrave o tutto egrave Se lrsquoessere egrave tale quale dice Parme-nide ndash diragrave Gorgia ndash allora nessuna delle cose presenti nellrsquoesperienzaha quei caratteri (unitagrave indivisibilitagrave immutabilitagrave eternitagrave ecc)dunque nulla egrave e ogni presunta veritagrave egrave solo una contraddittoriacreazione linguistica Nellrsquouno e nellrsquoaltro caso non sussistendoalcun discrimine tra veritagrave e non veritagrave cade qualunque ragione percriticare lrsquoarte retorica
Lrsquoontologia sorgeva quindi come originariamente affetta dalnichilismo58 e la sua storia successiva mostreragrave che nonostante iformidabili guadagni costituiti dalla filosofia platonico-aristotelicae piugrave avanti dalla filosofia cristiano-patristico-scolastica il proble-ma resteragrave al fondo59 non potendo evitare la dinamica autodistrut-tiva che saragrave portata in lei dalla modernitagrave culminante nella con-temporaneitagrave
58 Ciograve accadeva percheacute lrsquoidentificazione fra essere e nulla egrave bensigrave contraddit-toria e come tale sembrerebbe dover essere respinta dalla filosofia cometale ma la presenza del divenire egrave tale da mettere la necessitagrave contro sestessa e questo ndash o piuttosto il trarre da questo conflitto ogni conseguenzapratica ndash veniva in luce con la massima chiarezza nella riflessione dellasofistica maggiore (si egrave visto nel 5deg cv del presente paragrafo) e segnata-mente nel laquonichilismoraquo di Gorgia Egrave contraddittorio dire che laquonulla egraveraquo mapassando a dire che laquoqualcosa egraveraquo non si evita la contraddizione secondo laquale questo laquoqualcosaraquo per laquoessereraquo non deve affatto avere quei caratteriche la necessitagrave le assegna (unitagrave omogeneitagrave indivisibilitagrave immutabilitagraveimmobilitagrave ecc) visto che nellrsquoesperienza immediata tutto ciograve che esiste eperciograve laquoegraveraquo presenta i caratteri opposti (pluralitagrave eterogeneitagrave divisibilitagravemutevolezza movimento) Quindi delle due lrsquouna o si tiene fermo allanecessitagrave fenomenologica (ciograve che appare non puograve che essere cosigrave comeappare) e si entra in contraddizione con la necessitagrave logica (lrsquoessere egrave unoimmutabile ecc) o si tiene fermo alla necessitagrave logica e si entra in contrad-dizione con la necessitagrave fenomenologica In entrambi i casi si tratta di unacontraddizione e la tesi nichilistica non appare meno sostenibile di quellache logicamente le si oppone
59 Tale problema egrave stato esaminato analiticamente nellrsquoarticolo Per un tomismoanagogico cit Parte III sectsect 18-23
43II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
sect 10Il laquosapere di non sapereraquo e lrsquoaffiorare del laquoconcettoraquo
Il passaggio che consente alla filosofia di portarsi al di lagrave dellacrisi sofistica si deve al pensiero socratico60 dal quale muoveragrave quel-lo platonico facendolo preliminarmente proprio61 Dunque Socrateprendendo le distanze dalla φυσιολ8γ6α che lascia alle sue contrad-dizioni sfruttate dalla sofistica per ridurre la filosofia a tecnica retori-ca afferma di non sapere niente e fa di questa ignoranza un vessillo eun assunto preliminare Da qui perograve risorge come per virtugrave propriala problematica della veritagrave che nellrsquoetagrave sofistica era del tutto dile-guata per le ragioni viste Questa ignoranza egrave infatti una certezza edessendo una certezza come tale incontrovertibile essa non puograve nonavere come corrispettivo oggettivo una veritagrave Si tratta solo di capireche veritagrave sia62
60 Il salto di qualitagrave rappresentato dalla figura di Socrate egrave testimoniato dallastessa individuazione metodologica di una filosofia laquopresocraticaraquo ndash laφυσιολογ6α che in etagrave socratica appare esaurita ndash rispetto alla quale la laquofilo-sofiaraquo ndash che in assoluto proprio con la φυσιολογ6α comincia ndash si presenta conquei tratti (movimento del pensiero che avviene esplicitamente nellrsquoelementodellrsquouniversalitagrave concettuale) che in seguito sempre la caratterizzeragrave facendodi Socrate in qualche modo il laquopadreraquo della filosofia come tale
61 Egrave noto che Socrate ndash per ragioni attinenti al metodo laquodialogicoraquo il cui assuntoegrave la necessitagrave di non immobilizzare dogmaticamente il pensiero in camminoverso la veritagrave ndash non scrive niente e tutto ciograve che noi sappiamo su di lui lo sap-piamo nella sua quasi totalitagrave dal suo discepolo Platone che ne fa sistematica-mente il protagonista dei suoi Dialoghi genere letterario che in campo filosofi-co ha proprio in Platone la sua origine Socrate egrave cioegrave nel filosofare platonicola stessa filosofia personificata che ha nel procedere dialogico il suo metodo (ilsimbolico presentarsi di Socrate come figlio di uno scultore e di una levatriceindica i due cardini della ricerca filosofica e cioegrave il saper procedere oltre leasserzioni dogmatiche ndash il progenitore degli scultori Dedalo sa dar vita allestatue ndash e il saper guidare chi partecipa al dialogo a partorire da se stesso laveritagrave ndash per cui il metodo dialogico egrave insieme metodo laquomaieuticoraquo)
62 Leggiamo nella platonica Apologia di Socrate (20 c ndash 23 c) come lrsquooracolo diDelfi richiesto di pronunciarsi sulla sapienza di Socrate abbia decretato
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Dunque io so con certezza di non sapere e questa sembra a tuttaprima una semplice contraddizione o unrsquoillusione retorica mediantela quale voglio far passare come sapienza quella che al contrario egraveunrsquoignoranza La cosa perograve non egrave cosigrave semplice poicheacute la mia certezzadi non sapere implica che qualcosa so sarebbe in effetti quellrsquoillusoriogioco retorico quando volessi far passare come veritagrave una sempliceconstatazione di ignoranza che peraltro sarebbe essa stessa priva dicertezza come ogni altra cosa (mi sento ignorante percheacute ho lrsquoim-pressione che qualunque veritagrave fugga via ma proprio per questo an-che la veritagrave del mio sentirmi ignorante puograve fuggire via e io non pos-so essere certo della mia ignoranza) Se invece so di essere ignorante enon semplicemente mi ci sento occasionalmente questo dipende dalfatto che anche se fin qui non me ne sono accorto so che cosrsquoegrave il saperee sapendo che cosrsquoegrave so di non averlo (non si puograve essere certi di nonavere una cosa quando non si sappia che cosa questa cosa sia)
Sapere che cosa qualcosa sia significa avere il concetto di questoqualcosa63 ossia significa conoscere questo qualcosa formalmente
essere lui il piugrave sapiente dei greci Socrate stupito da quella risposta ndashessendo lui il primo a dichiararsi del tutto ignorante ndash si chiede che cosamai puograve aver voluto dire il dio che come tale non puograve sbagliare e infinearriva a capire la veritagrave della risposta dellrsquooracolo egli egrave in effetti il piugravesapiente dei greci poicheacute nessuno di essi sa ma neanche sa di non saperementre lui che come gli altri non sa tuttavia sa di non sapere e qui sta lasua superiore sapienza
63 Nella vulgata filosofica Socrate egrave padre e fondatore dellrsquoetica DiogeneLaerzio in Vite dei filosofi II 16 pone Socrate dopo il periodo laquonaturalisticoraquoe dice che lui laquointrodusse lrsquoeticaraquo laquofu poi considerato come inventore dellrsquoe-ticaraquo Senofonte in Memorabili I 1 16 presenta Socrate come impegnato acapire laquoche cosa fosse pio che cosa empio che cosa bello che cosa bruttoche cosa giusto che cosa ingiusto che cosa prudenza che cosa pazzia checosa coraggio che cosa viltagrave che cosa Stato che cosa statista che cosa go-verno e le altre cose la cui conoscenza secondo lui rendeva gli uomini ec-cellenti lrsquoignoranza invece li faceva giustamente chiamare schiaviraquo Egrave nellaseconda testimonianza quella di Senofonte che lrsquoessere Socrate fondatoredellrsquoetica si lega al momento piugrave avanzato e difficile del suo insegnamento
45II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
anche se non lo si conosce nel suo intero contenuto materiale Che iosia certo di non sapere significa che so essere il sapere ndash quanto menoil sapere filosofico che egrave quello che mi interessa ndash un sapere con ne-cessitagrave nel senso di un sapere capace di negare ciograve che lo nega mostran-dosi cosigrave incontrovertibile E poicheacute vedo di non possedere ndash almenonon fino a questo momento ndash un tale sapere (poicheacute vedo che ognicontenuto del mio sapere puograve essere negato) proprio per questosono certo di non sapere Nel sapere di non sapere non vi egrave dunquecontraddizione neacute tantomeno illusorietagrave sofistica poicheacute ciograve che so egraveche cosa il sapere concettualmente sia ciograve che non so egrave quale contenutoquesto sapere dovrebbe avere per rendere il pensiero testimone diveritagrave Ed egrave proprio il mio non sapere quale sia questo contenuto ndashrestando cosigrave il mio sapere esposto ad ogni negazione ndash che mirende certo di non possedere quel qualcosa che egrave il sapere qualedefinito formalmente o concettualmente il quale egrave un sapere che nonegrave esposto alla negazione essendo capace di negarla
La prospettiva della veritagrave che con la sofistica era dileguata inmodo apparentemente irreversibile risorge dunque da capo anco-ra vuota ma strutturata in modo tale da essere capace di riempirsiin un certo senso per virtugrave propria64
teorico vale a dire la definizione del concetto che sta appunto alla base dellafondazione dellrsquoetica in quanto scienza filosofica e non semplice precettistica(sapere il concetto significa sapere lrsquoessenza secondo il posteriore approfondi-mento platonico infatti come dice Senofonte si tratta di sapere laquoche cosa siapioraquo laquoche cosa sia empioraquo e cosigrave via) Tale valore del pensiero di Socrate egrave pre-cisamente testimoniato da Aristotele il quale parlando di Platone dice chelaquoaccettograve anche lrsquoinsegnamento di Socrate il quale dedito soltanto ai problemidi etica e del tutto disinteressato alle questioni della natura nel suo complesso[τῆς ὅλης φύσεως] in quelli aveva ricercato lrsquouniversale [τὸ καθόλου] e perprimo aveva concentrato la sua riflessione sulle definizioni [περὶ ὁρισmicroῶν]raquo(cfr Metafisica I 6 987 a 32 ndash b 8 XIII 4 1078 b 12-32) La ricerca dellrsquouni-versale attraverso la definizione altro non egrave che la ricerca del concetto
64 Ciograve accade nella dinamica della laquomaieuticaraquo poicheacute dando dogmatica-mente un oggetto come esterno al pensiero egrave evidente che il pensiero
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sect 11Essere laquosensibileraquo ed essere laquointelligibileraquo i laquogeneriraquo dellrsquoessere
Drsquoaltronde se la veritagrave era ritrovata al di lagrave della crisi sofistica que-sto non poteva che implicare un nuovo pluralismo ndash un pluralismocerto infinitamente piugrave avanzato di quello immediatamente post-par-menideo ma in fondo a ben considerare ancora un pluralismo conla segreta tara nichilistica che il pluralismo reca in seacute come tale
La via aperta dalla speculazione socratica implicava infatti la se-parazione dualistica della dimensione formale da quella materialeil laquoconcettoraquo non egrave che lrsquoidentitagrave formale di enti che in assoluto sonodiversi (questa mela verde e questa mela rossa questa mela maturae questa mela acerba questa mela grande e questa mela piccola sonoenti diversi che vengono chiamati tutti laquomelaraquo per quella certa iden-titagrave di struttura che gioca il ruolo di una forma comune che apparentail verde e il rosso lrsquoacerbo e il maturo il grande e il piccolo Si trattadel concetto della laquomelaraquo che il pensiero trae dal confronto tra queglienti diversi e che in Socrate mantiene lo statuto dellrsquoessere pensato dicontro alle differenze presenti nellrsquoessere reale mentre in Platonequellrsquoessere pensato si metteragrave in cerca del suo referente ontologiconellrsquoessere reale aprendo la dimensione dellrsquolaquoidearaquo)
chiamato ad esprimerlo non soltanto puograve sbagliare in infiniti modi ma nonha neanche alcun riscontro per verificare che la rappresentazione mentale cor-risponda alla struttura oggettiva dellrsquooggetto rappresentato e dunque che lediverse rappresentazioni mentali di quellrsquooggetto in diversi soggetti si corri-spondano (a tale consapevolezza aveva condotto la sofistica cfr DK 82 B 3cit alla nota 56 nulla esiste ndash dice Gorgia quando poi esista egrave incomprensibi-le e quando sia comprensibile egrave incomunicabile) Tale difficoltagrave egrave perograve supe-rata col metodo maieutico poicheacute ciograve che si cerca la veritagrave dellrsquooggetto egrave lasua essenza saputa dal concetto e il concetto si raggiunge per confronto di tuttigli oggetti individuali che giagrave nel linguaggio hanno ricevuto lo stesso nome eche quindi hanno sicuramente unrsquoessenza comune che muove inconsciamenteil linguaggio nella sua attivitagrave denominatrice e che solo si tratta di definirefacendo muovere il pensiero in quellrsquoelemento intersoggettivo che egrave il dialogo(laquodialogoraquo egrave da διά-λογος o λόγος che si muove tra poli diversi)
47II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
Lrsquoessere si scinde dunque in un essere laquoformaleraquo o laquoidealeraquo che egravelrsquoessere intelligibile e in un essere laquocontenutisticoraquo o laquomaterialeraquo che egravelrsquoessere sensibile 65 Il primo egrave la ritrovata dimensione della veritagravenecessaria dellrsquoesperienza ndash necessitagrave che consiste nel laquopartecipareraquo leidee lrsquouna dellrsquoaltra66 col che egrave impossibile che partecipandoA della forma B e la forma B della forma C A non partecipi dellaforma C67 Il secondo egrave la dimensione nella quale lrsquoesperienza mantie-ne la sua accidentalitagrave assegnando alle equivalenze e alle correlazioniconcettuali contenuti indefinitamente e imprevedibilmente diversi
Essere sensibile ed essere intelligibile costituiscono quindi giagrave diper seacute un dualismo che egrave come tale un pluralismo Lrsquoapprofondirsidella speculazione platonica mostreragrave poi che questo dualismo egrave
65 Lrsquoevoluzione del senso comune filosofico della modernitagrave porta a non inten-dere il senso autentico del termine laquointelligibileraquo confondendo ciograve che que-sto termine indica con lrsquoessere un prodotto dellrsquointelligenza In veritagrave i termi-ni αἰσθητός laquosensibileraquo (da αἴσθησις laquosensazioneraquo) e νοητός laquointelligibileraquo(da νοῦς laquointelligenzaraquo) sono perfettamente omologhi e indicano due diver-se forme di percezione rispetto a un oggetto esterno nel primo caso percepi-to mediante i sensi (sens-ibile) come nella normalitagrave dei casi nel secondocaso che diventa tipico analogamente percepito ma attraverso lrsquointelligenza(intellig-ibile) In entrambi i casi egrave garantita da un lato lrsquooggettivitagrave del per-cepito dallrsquoaltro la pura recettivitagrave della coscienza che vi si relaziona
66 La relazione fra mondo intelligibile e mondo sensibile viene pensata daPlatone secondo le quattro categorie della laquoimitazioneraquo (microίmicroησις) della laquopar-tecipazioneraquo (microέθεξις) della laquopresenzaraquo (παρουσία) e della laquocomunioneraquo(κοινωνία) Le cose laquoimitanoraquo le idee assumendo la spazialitagrave la loro formalaquopartecipanoraquo della loro essenza hanno in se stesse la traccia della loro laquopre-senzaraquo cosigrave come la causa egrave presente nellrsquoeffetto e hanno con loro unrsquoessenzalaquocomuneraquo Mentre la prima di queste categorie riguarda solo la relazione fraidee e cose sensibili le altre tre che riguardano ugualmente questa relazioneriguardano anche la relazione delle idee fra di loro (le quali partecipano leune delle altre sono lrsquouna presente nellrsquoaltra hanno fra loro variamente unacomunione di essenza)
67 Questa dimensione della necessitagrave formale che riguarda non le essenzecome tali ndash che conservano una loro inappellabile fattualitagrave ndash ma le loro
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insufficiente a spiegare quel che accade allrsquointerno dellrsquoessere Poniamoinfatti che lrsquoessere sensibile laquoimitiraquo quello intelligibile assumendo daesso tutte le sue forme Drsquoaltronde lrsquoatto dellrsquoimitare implica un sog-getto imitante che deve avere una sua consistenza indipendente dal-lrsquoatto imitativo se ndash dice Platone ndash lrsquoessere intelligibile che costituisceil sistema delle forme ideali egrave il laquoprimo genereraquo di essere e lrsquoesseresensibile che costituisce la sua imitazione egrave il laquosecondo genereraquolrsquoessere imitante considerato per se stesso egrave il laquoterzo genereraquo di esse-re68 che coincide con la χρα o laquospazialitagraveraquo pensabile come laquomate-riaraquo delle forme ideali per seacute totalmente informe69 Ma la pluralizza-zione dellrsquoessere non egrave ancora finita poicheacute non egrave ancora chiara laragione dellrsquoimitazione del primo genere da parte del terzo avente
relazioni in un sistema gerarchico coerente egrave prima di tutto quella dellalaquodialetticaraquo platonica che coincide secondo Platone con la stessa filosofiae in secondo luogo quella della laquosillogisticaraquo aristotelica che costituisce laparte piugrave complessa dellrsquo῎Οργανον cioegrave dellrsquoinsieme delle opere logicheche studiano tutti i possibili sviluppi necessari del portato dellrsquoesperienza
68 Cfr Timeo 48 e ndash 49 a laquoQuesto ragionamento intorno allrsquouniverso avragrave piugravepartizioni del precedente Allora noi distinguemmo due specie ora noidobbiamo dichiarare una terza specie nuova [τρίτον ἄλλο γένος] Percheacute neldiscorso di prima ne bastavano due [] ma ora sembra che il ragionamen-to ci costringa a tentare di chiarire con le parole questa specie difficile eoscura [χαλεπὸν καὶ ἀmicroυδρὸν εἶδος]raquo
69 La difficoltagrave e oscuritagrave del laquoterzo genereraquo (cfr la conclusione del passo citatoalla precedente nota 68) sta in ciograve che tale genere dovendo laquoricevere fedel-mente in ogni sua parte le immagini di tutte le sostanze che sono sempre con-viene che sia per natura estraneo a tutte le formeraquo (Timeo 49 a) Dunque laquolamadre e il ricettacolo delle cose generate visibili e pienamente sensibili nondobbiamo chiamarla neacute terra neacute aria neacute fuoco neacute acqua neacute alcuna delle coseche sono nate da queste o da cui queste sono nate ma dicendo che egrave una spe-cie invisibile [ἀνόρατον] e informe [ἄmicroορφον] e ricettrice di tutto [πανδεχές] epartecipe in qualche modo oscuro dellrsquointelligibile e incomprensibile[δυσαλωτότατον] noi non ci inganneremoraquo (Timeo 51a-b)
49II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
come risultato il secondo Non si puograve dire infatti che lrsquoimitazione siaprovocata dallrsquoessere del primo genere poicheacute essendo esso eterna-mente immobile puograve costituirsi al massimo come causa formale manon come causa dinamica Neacute si puograve dire che lrsquoessere del terzo gene-re spontaneamente imiti le forme ideali poicheacute il terzo genere si egravevisto essere per seacute privo di ogni determinatezza e dunque certo dellatendenza ad imitare Neacute infine si puograve certo dire che la causa dellrsquoimi-tazione sia il secondo genere poicheacute esso ne egrave viceversa lrsquoeffetto Nonresta quindi che introdurre un laquoquarto genereraquo che nel senso dellarazionalitagrave necessitante egrave una causa attiva (poicheacute deve produrrelrsquoimitazione) e intelligente (poicheacute deve comprendere il modello daimitare che egrave un essere intelligibile) mentre nel senso dellrsquoimmaginemitopoietica che Platone adopera per indicare questa quarta causa70si tratta del laquodemiurgoraquo o artigiano cosmico che contemplando eter-namente i modelli ideali eternamente produce il mondo sensibileimprimendo quelle forme nella spazialitagrave materiale71
70 Si tratta del platonico laquomito verosimileraquo di cui piugrave avanti si diragrave in modopiugrave preciso
71 Cfr Timeo 27 d ndash 28 b laquoPrima di tutto secondo la mia opinione si devonodistinguere queste cose Che egrave quello che sempre egrave e non ha nascimento e che egravequello che nasce sempre e mai non egrave Lrsquouno egrave apprensibile dallrsquointelligenzamediante il ragionamento percheacute egrave sempre nello stesso modo lrsquoaltro invece egraveopinabile dallrsquoopinione mediante la sensazione irrazionale percheacute nasce emuore e non esiste mai veramente Tutto quello che poi nasce di necessitagrave[ἐξ ἀνάγκης] nasce da qualche cagione [ὑπrsquoαἰτίου τινὸς] percheacute egrave impossibileche alcuna cosa abbia nascimento senza cagione Ora quando lrsquoartefice[ὁ δηmicroιουργὸς] guardando sempre a quello che egrave nello stesso modo e giovando-si di cosiffatto modello esprime la forma e la virtugrave di qualche opera questa dinecessitagrave riesce tutta bellaraquo E ancora Filebo 23 c ndash 30 e laquoSOCR Non abbiamoaffermato in qualche modo che il dio ha rivelato la presenza dellrsquoinfinito e delfinito nelle cose che sono PROT Certo SOCR Poniamo dunque questi comedue generi e come terzo [τὸ δὲ τρίτον] una certa unitagrave mista che risulta dai primidue [] Mi pare ci sia bisogno ancora di un quarto genere [τετράρτουhellip γένους]PROT Dimmi quale SOCR Guarda alla causa [τὴν αἰτίαν] della commistione diquesti fra loro e ponimi questa causa come quarto genere oltre a quei treraquo
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sect 12Persistenza nichilistica nel laquoterzo genereraquo
Lrsquoappena visto nuovo pluralismo dellrsquoessere sembra bastare diper seacute a mantenere operante un nichilismo del quale non ci si egrave libe-rati e in un certo senso egrave davvero cosigrave il laquoprimo genereraquo non egrave illaquosecondo genereraquo o lrsquoessere non egrave lrsquoessere e cosigrave via La speculazioneplatonica perograve si applica a questo problema e lavorando sul pianodelle forme ideali come si egrave giagrave accennato risolve il problema dellaquonon essere relativoraquo ossia del non essere come laquodiversoraquo Posto cheal vertice della piramide gerarchica delle idee appena al di sottodellrsquolaquoidea del Beneraquo72 non sta semplicemente lrsquolaquoessereraquo ma stanno ilaquogeneri sommiraquo ndash e cioegrave laquoessere [1ν]raquo laquoidentico [τα2τ8ν]raquo laquodiverso[θάτερον]raquo laquoquiete [στάσις]raquo laquomovimento [κ6νησις]raquo73 ndash ciascunocapace di costituirsi come lrsquouniversale che presiede a se stesso e aglialtri quattro il laquonon essereraquo cessa di essere contraddittorio poicheacutelrsquoente partecipando di tutti e cinque prima di tutto laquoegraveraquo cioegrave esiste insecondo luogo egrave laquoidenticoraquo cioegrave identico a se stesso in terzo luogo egravelaquodiversoraquo cioegrave diverso dagli altri poi egrave in laquoquieteraquo ossia puograve essereconsiderato quale egrave per se stesso infine egrave in laquomovimentoraquo ossia puograveessere considerato quale egrave in relazione agli altri Due enti possonoessere incontraddittoriamente identici e insieme diversi poicheacuteessendo il primo diverso dal secondo e il secondo diverso dalprimo sono identici nel loro essere lrsquouno diverso dallrsquoaltro
72 Lrsquolaquoidea del bene [τὴν τοῦ ἀγαθοῦ ἰδέαν]raquo trova come paradigma il laquosoleraquo nelsenso che laquociograve che nel mondo intelligibile il bene egrave rispetto allrsquointelletto eagli oggetti intelligibili nel mondo visibile egrave il sole rispetto alla vista e aglioggetti visibiliraquo (cfr Repubblica 508 b ndash 509 a) Stante lrsquoanalogia col sole cheegrave fonte di luce e dunque di comprensibilitagrave ma prima ancora di calore equindi di vita o di esistenza ciograve che ad ogni idea viene dalla partecipazionedellrsquoidea del bene puograve essere sintetizzato in due punti ciascuno in seacute artico-lato a) capacitagrave dellrsquoidea di essere ciograve che egrave sia in se stessa sia in relazionead ogni altra b) capacitagrave dellrsquoidea di essere intesa per ciograve che egrave sia in sestessa sia in relazione ad ogni altra
73 Ai laquogeneri sommiraquo si era giagrave accennato nella nota 26 La trattazione platonicasi trova in Sofista soprattutto 236 d ndash 259 d
51II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
I quattro laquogeneriraquo visti (essere intelligibile essere sensibile ma-teria demiurgo) possono essere pensati senza contraddizione nellaloro pluralitagrave poicheacute la teoria dei generi sommi messa a punto nelSofista egrave appunto la sistemazione teorica della molteplicitagrave ontolo-gica che era uno dei due formidabili problemi posti da Parmenideessendo lrsquoaltro quello del divenire74
Il fatto perograve che questa pluralitagrave dei generi dellrsquoessere non impli-chi per seacute nichilismo non significa che il nichilismo presente giagravenella dualitagrave di intelligibile e sensibile sia scongiurato come egrave facilevedere confrontando il primo genere col terzo Abbiamo detto75 chela dottrina dei generi sommi era pensata da Platone come un laquoparri-cidioraquo nel senso del superamento simbolico del dominio del padredel quale permane peraltro la riconosciuta autoritagrave infatti venivaguadagnato allrsquoincontraddittorietagrave il non essere relativo come laquodi-versoraquo ndash e qui sta il parricidio ndash ma restava del tutto precluso ilnon essere assoluto come laquonullaraquo ndash e qui sta la persistente autoritagraveparmenidea
Confrontando ora ndash come si diceva ndash il primo genere col terzo cioegravela sfera iperurania dellrsquoessere ideale e la χρα risulta che la stessaautoritagrave parmenidea viene violata in maniera paradossalmente da unlato necessaria dallrsquoaltro inammissibile (ciograve di cui Platone come subi-to si diragrave egrave pienamente consapevole) La χρα infatti egrave la laquomateriaraquomediante cui si realizza lrsquoimitazione del mondo ideale e pertanto egravequalcosa di altro rispetto al mondo ideale o qualcosa di esterno adesso Il mondo ideale perograve ci piaccia o non ci piaccia egrave lrsquoessere e nonegrave lrsquoessere inteso secondo il primo dei generi sommi che esprime lapura esistenza indeterminata ma egrave lrsquoessere dellrsquoesistenza determina-ta che deve la sua determinatezza alla partecipazione a tutti e cinquei generi sommi ogni idea allrsquointerno del mondo delle idee esistecome identica a se stessa e come diversa da ogni altra come ciograve chepuograve essere inteso in quanto egrave per se stesso e in quanto egrave in relazionead ogni diverso da seacute
74 Cfr quanto detto al sect 775 Cfr nota 26
52 A POSTORINO
Ciograve che cosigrave accade egrave che per un verso i quattro generi dellrsquoesse-re necessari a spiegare lrsquoordinamento cosmico ndash essere intelligibileessere sensibile materia demiurgo ndash sono effettivamente ricondottiallrsquoincontraddittorietagrave franca dal nichilismo in ragione della teoriadei generi sommi ma per un altro verso uno di loro ndash la χρα olaquomateriaraquo ndash si oppone allrsquounitagrave incontraddittoria di se stessa e degli altritre e si costituisce come un esser fuori dallrsquoessere o come quel nonessere assoluto o nulla che lo stesso laquoparricidioraquo escludeva rispettan-do la necessitagrave portata irreversibilmente in campo dal laquopadreraquoParmenide la χρα egrave letteralmente un laquonulla esistenteraquo o un laquononessere (assoluto) che egraveraquo (lo sforzo platonico di dare nome a questarealtagrave paradossale approda appunto al concetto della χρα o laquospa-zialitagraveraquo che come laquovuotoraquo egrave quanto di piugrave vicino al concetto di unnulla esistente si possa pensare) Con ciograve il nichilismo originaria-mente connesso col pluralismo torna inesorabilmente a mostrare ilsuo operare sotterraneo solo transitoriamente rimosso
Platone come sopra si egrave detto egrave perfettamente consapevole diquesta difficoltagrave e nel parlare della materia dice che essa egrave laquounaspecie difficile e oscuraraquo76 la quale egrave laquopartecipe in qualche modooscuro dellrsquointelligibileraquo77 ed egrave da ultimo laquoincomprensibileraquo78La materia partecipa dellrsquointelligibile percheacute egrave ben qualcosa vistoche ne parliamo e le attribuiamo una funzione ma questa parteci-pazione egrave laquooscuraraquo poicheacute non appena venga posta come tale ciograveche egrave cosigrave posto non egrave la materia ma lrsquoidea della materia mentre lalaquoveraraquo materia da capo dilegua essendo ciograve che realizza quellrsquoideaimitandola peraltro dileguando nellrsquoatto stesso del farsi soggettoimitante79 Da qui lrsquoinsuperabile laquoincomprensibilitagraveraquo della materiache Platone non vede come un dato transitorio eventualmentesuperabile ma come un dato strutturale
76 Cfr Timeo cit alla nota 68 χαλεπὸν καὶ ἀmicroυδρὸν εἶδος77 Cfr Timeo cit alla nota 69 microεταλαmicroβάνον δὲ ἀπορώτατά πῃ τοῦ νοητοῦ78 Cfr ibidem δυσαλωτότατον79 Questa natura laquooscuraraquo della materia egrave colta con rara penetrazione da
Plotino Cfr Enneadi II 4 6 laquoLa profonditagrave di ogni cosa egrave la materia [τὸ δὲβάθος ὕλη] di conseguenza la materia egrave tenebrosa [διὸ καὶ σκοτεινὴ πᾶσα]
53II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
sect 13Non essere relativo o laquodiversoraquo non essere assoluto o laquonullaraquo
Dei due grandi problemi posti da Parmenide ndash che egrave poi comedire i due lati dellrsquounico problema posto dallrsquoontologia come tale ndashcioegrave il laquonon essere (questo o quello)raquo implicato dal molteplice e illaquonon essere (piugrave o ancora)raquo implicato dal divenire Platone risolve-va brillantemente il primo ndash anche se questo non libera la sua filo-sofia dal nichilismo come si egrave appena visto ndash mentre Aristotelerisolve brillantemente il secondo ndash anche se a ben piugrave forte ragionesi puograve dire che non liberi la sua filosofia dal nichilismo come an-diamo subito a vedere
Il problema del divenire egrave teoreticamente piugrave difficile di quellodel molteplice poicheacute nel caso del molteplice i termini che si con-trappongono in quanto lrsquouno laquonon egraveraquo lrsquoaltro sono tuttavia compre-senti e in questo senso entrambi laquosonoraquo (nel senso del primo deigeneri sommi) permettendo cosigrave che si delinei la soluzione del nonessere relativo o laquodiversoraquo che egrave appunto la soluzione platonicaNel caso invece del divenire i termini che si contrappongono inquanto lrsquouno laquonon egraveraquo lrsquoaltro non sono entrambi compresenti poicheacutela presenza immediata dellrsquouno esclude la presenza immediata dellrsquoaltro
poicheacute la luce egrave la forma [ὃτι τὸ φῶς ὁ λόγος] e lrsquoIntelligenza egrave forma [κα5 0νοltς λ8γος] E siccome vede la forma in un essere giudica che la sua profon-ditagrave sia unrsquooscuritagrave posta sotto quella luce similmente lrsquoocchio che egrave lumi-noso rivolgendosi a quella luce e ai colori che sono luce chiama oscuro emateriale ciograve che sta sotto i colori percheacute egrave nascosto dai coloriraquo Cosigrave egrave coltoil dileguare della materia dallrsquoessere col semplice essere laquomateriaraquo cioegrave ideao forma della laquomateriaraquo Cfr ivi II 5 5 laquoChe diremo dunque di essa Comepuograve essere materia degli esseri In quanto essa egrave in potenza [ἢ ὅτι δυνάmicroει]Dunque essa in quanto egrave giagrave in potenza non egrave ancora ciograve che poi diventeragravema il suo essere egrave soltanto lrsquoessere futuro che in lei srsquoannunzia cosigrave il suo es-sere si riduce a ciograve che saragrave Essa non egrave potenzialmente nulla di particolarema egrave potenzialmente tutte le cose e poicheacute in seacute essa egrave nulla [microηδὲν δὲ ὂνκαθrsquoαὑτὸ] ma egrave in quanto materia essa non egrave in atto Se fosse qualcosa inatto quello che essa fosse attualmente non sarebbe piugrave materia [hellip]raquo
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Nel divenire non ci se la cava dunque con un non essere relativo poi-cheacute entra in scena senza poterlo estromettere il non essere assolutoposto che A divenga B prima che lo divenga B egrave ancora nulla dopoche lo egrave divenuto A egrave ormai nulla
Quando di questa maggiore difficoltagrave del problema del divenireservisse una controprova basti ricordare come la soluzione platonicaal problema del molteplice implicante una pluralitagrave di generi dellrsquoes-sere e quindi a rischio di nichilismo evitava questa caduta grazie allateoria dei generi sommi che fonda incontraddittoriamente la moltepli-citagrave ontologica e in questo senso includeva nel sistema dellrsquoesseredeterminato la stessa materia solo che poi ad essere cosigrave inclusa risul-tava essere non la materia ma lrsquoidea della materia o la sua essenzaimmutabile mentre la materia reale dileguava via e si contrapponevaallrsquointero sistema dellrsquoessere determinato costituendosi come quellaquonulla esistenteraquo che egrave conseguenza fatale del segreto operare delnichilismo nel pluralismo dellrsquoessere inteso a tutto campo Ora non egraveun caso che proprio la χρα ndash solo uno dei generi dellrsquoessere necessaria spiegare lrsquoordinamento cosmico ndash mostrava di essere quel genereche da un lato sta nel sistema incontraddittorio dellrsquoessere moltepliceda un altro lato non sta in questo sistema e vi si contrappone contrappo-nendosi cosigrave anche a se stesso in quanto incluso nel sistema La χρα olaquomateriaraquo egrave infatti quel genere ndash il laquoterzoraquo come si ricorderagrave τρ6τονγένος ndash nel quale si realizza lrsquoimitazione del mondo intelligibilein maniera instabile ed effimera quale egrave il mondo sensibile ossia quel gene-re su cui si fonda il divenire cosmico incapace di evitare il nichilismo
Ciograve pregiudica in qualche modo in partenza quello che saragrave losforzo aristotelico di rendere incontraddittorio il divenire come losforzo platonico aveva reso incontraddittorio il molteplice Si egravevisto80 come il nichilismo alla fine fosse riuscito a manifestarsicome non risolto al di lagrave del rilevante guadagno della soluzioneplatonica al problema del molteplice81 Passiamo ora a vedere
80 Cfr il precedente sect 1281 Egrave la vista tematica del laquoparricidioraquo anticipata nella nota 26 e sviluppata nel sect 12
A proposito di questo persistere del nichilismo si egrave poi parlato di laquoparricidiomancatoraquo (cfr E SEVERINO Il parricidio mancato Adelphi Milano 1985)
55II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
come il nichilismo persista ndash il problema si egrave detto era per essenzapiugrave difficile ndash anche nella soluzione data da Aristotele al problemadel divenire
sect 14Teoria del divenire ontologico e nichilismo insuperato
Abbiamo visto come il recupero della veritagrave al di lagrave della crisisofistica non poteva non implicare un nuovo pluralismo per quantopiugrave avanzato82 e si egrave esaminato come esso giocasse allrsquointerno dellaspeculazione platonica Ora questo nuovo pluralismo nellrsquoarticolarelrsquoessere in laquoformaraquo e laquomateriaraquo si costituiragrave come il centro profondodella filosofia aristotelica vale a dire il concetto della laquosostanzaraquo83
Dunque Aristotele vede che il divenire permea la realtagrave sensibilee sente di doverlo spiegare ndash in fondo in maniera analoga a quelladel pluralismo pre-socratico ndash come diversa composizione di ele-menti per seacute immutabili cosigrave che lrsquoinammissibile laquonullaraquo ndash dal qualele cose divenienti sembrano venire e nel quale sembrano tornare ndashpotesse essere escluso Egli pensa dunque il divenire come laquotrasfor-mazioneraquo o mutamento di forma da parte di una materia e a questoproposito indica le laquocauseraquo del divenire ossia le condizioni di possi-bilitagrave che consentano di pensarlo come incontraddittorio
Queste cause sono quattro la causa materiale (non vi egrave trasfor-mazione che non sia supportata da una materia) la causa formale(non vi egrave trasformazione che non sia un mutamento di forma) lacausa efficiente (la forma subentrante non potendo venire dal nullanon puograve che venire dallrsquoessere laquoin potenzaraquo nella materia che subi-sce la trasformazione) e la causa finale (essendo la trasformazione
82 Cfr sect 11 questo nuovo pluralismo egrave prima di tutto nel dualismo di essereintelligibile ed essere sensibile il primo essere laquoformaleraquo o laquoidealeraquo il se-condo essere laquocontenutisticoraquo o laquomaterialeraquo
83 Lrsquoοὐσία aristotelica (letteralmente laquoessenzaraquo in quanto astratto del participiopresente οὖσα femminile di ὤν laquoessenteraquo) egrave unitagrave inscindibile o laquosinoloraquo(σύνολον) di laquoformaraquo (εἶδος) e laquomateriaraquo (ὕλη) unitagrave che si mantiene al disotto delle variazioni accidentali ed egrave cosigrave laquosostratoraquo (ὑποκείmicroενον) termineche ha lrsquoidentica struttura e senso del latino substantia da cui laquosostanzaraquo
56 A POSTORINO
non cieca e casuale ma orientata ndash tantrsquoegrave che lrsquoordine naturale vienemantenuto ndash deve sussistere una forma determinata che orienta lacausa efficiente a trarre dalla potenza della materia proprio quella enon altre)84
Tutto sembra cosigrave sistemato e il divenire sembra salvo dalla con-traddizione ammettendo ndash come testimonia lrsquoevidenza fenomenolo-gica ndash che una mela verde maturando diventi rossa la veritagrave egrave chequesta trasformazione avviene in un sostrato materiale85 il quale simantiene immutato alla trasformazione essendo essa determinatadal sostituirsi in questo sostrato di una forma allrsquoaltra ed essendoanche le forme come laquospecieraquo ciascuna per seacute immutabile Nelnostro esempio il sostrato egrave la mela che crsquoegrave sia prima sia dopo la tra-sformazione tanto egrave vero che egrave lei che la subisce e le forme succe-dentisi sono il colore verde e il colore rosso le quali in quanto spe-cie sono anchrsquoesse immutabili e sussistono sia pure diversamenteindividuate sia prima sia dopo la trasformazione
Ciograve che egrave ora da osservare egrave che questa teoria del divenire operain veritagrave secondo una radicale astrazione non essendo in grado direndere conto del problema posto dal concreto che sta sotto questaastrazione Ciograve che infatti si conserva nel divenire sono i suoi mo-menti logici come separati lrsquouno dallrsquoaltro e cosigrave passanti dalla con-cretezza allrsquoastrazione Si conserva la mela separata dal suo essereverde o rossa mentre questa mela o egrave verde o egrave rossa ciograve che si con-serva cioegrave egrave il concetto che accomuna la mela verde precedente e lamela rossa successiva ossia unrsquoastrazione Cosigrave si conserva il verde
84 CfrMetafisica I 3 983 a85 Per quanto si debba qui distinguere se la trasformazione egrave laquoaccidentaleraquo o
laquosostanzialeraquo nel primo caso il sostrato egrave una sostanza ossia un composto dimateria e forma aggiungendo la trasformazione alla forma sostanziale cheappartiene al sostrato una forma accidentale mentre nel secondo caso ilsostrato egrave materia pura e le forme che si succedono sono in veritagrave sostanzeossia composti di materia e forma le cui materie formate hanno in comune ilmomento della materia prima (queste determinazioni della filosofia aristote-lica sono state esaminate nel nostro articolo Per un tomismo anagogico citParte II sectsect 6-17)
57II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
come separato dal suo essere il verde di questa mela mentre questoverde egrave appunto il verde di questa mela ciograve che si conserva cioegrave egrave ilconcetto dellrsquoesser verde che accomuna la mela precedente e ognialtro oggetto verde ossia ancora unrsquoastrazione Passando dallrsquoappa-rente andare nel nulla allrsquoapparente venire dal nulla cioegrave rivolgendolrsquoattenzione allrsquoessere rosso lrsquoaffermazione che il rosso che saragrave dellamela sussiste comunque immutabilmente come specie dunque nonviene dal nulla non riguarda il rosso di questa mela divenuta rossama riguarda il concetto dellrsquoessere rosso che accomuna il rosso chesaragrave di questa mela e ogni altro oggetto rosso ossia ancora e sempreunrsquoastrazione Alla domanda ndash che egrave ultimativa ndash su dove sia finitaquella che si poteva indicare concretamente come laquoquesta-mela-verderaquo al momento del farsi presente di quellrsquooggetto che egrave ormailaquoquesta-mela-rossaraquo e su dove fosse quella che ora si puograve indicareconcretamente come laquoquesta-mela-rossaraquo al momento dellrsquoessereancora presente di quellrsquooggetto che si poteva indicare come laquoque-sta-mela-verderaquo la risposta puograve essere una sola la prima egrave ormainulla la seconda era ancora nulla86
86 Lrsquoessere sospeso della cosa tra essere e nulla che si vede pienamente pre-sente in Aristotele era espressamente riconosciuto da Platone che ndash comefa osservare Emanuele Severino (cfr E SEVERINO Destino della necessitagraveKatagrave tograve chreograven Adelphi Milano 1980 p 21) ndash laquoporta alla luce il senso dellacosa ndash lrsquoorizzonte al cui interno cresce lrsquointera storia dellrsquoOccidente ndashponendo la cosa come un ἐπαmicroφοτερίζειν (Repubblica 479 c) ossia un ἐρίζεινἐπὶ τὰ ἀmicroφότερα Lrsquoespressione τὰ ἀmicroφότερα (ldquolrsquouno e lrsquoaltrordquo) si riferisceallrsquoessere e al niente La cosa egrave il ldquodibattersi tra lrsquouno e lrsquoaltrordquo La parolagreca ἐπαmicroφοτερίζειν mette lrsquoaccento su questo aspetto dellrsquoρ6ζειν e quindisignifica innanzitutto ldquolrsquoesser incerto indeciso oscillanterdquo in utramque par-tem inclinans Ma la cosa si dibatte tra lrsquouno e lrsquoaltro appunto in quanto essisono un contenderselaraquo Questo dibattersi fra essere e nulla non riguardalrsquoessere immutabile della scienza ma lrsquoessere diveniente dellrsquoopinioneContinua Severino (loc cit pp 21-22) laquoSi puograve ritenere che il contesto(Repubblica 478 e sgg) in cui Platone nomina questa contesa non consentadi porre lrsquoἐπαmicroφοτερίζειν come essenza dellrsquoente in quanto ente Al terminedel libro V della Repubblica ci si propone infatti di stabilire la differenza tra
58 A POSTORINO
Come si vede il nichilismo non egrave un difetto accidentale di cuibasta avere la consapevolezza per eliminarlo ma egrave un meccanismoche opera nel profondo sorgendo dallrsquointuizione comune e dive-nendo spontaneamente grammatica del pensiero ndash una grammati-ca difettosa percheacute contrastante con la necessitagrave e quindi con lastessa pensabilitagrave e tuttavia dotata di una forza di penetrazionetale da condizionare lrsquointero sviluppo del pensiero filosofico Egrave perquesto ndash come dovrebbe essere ormai chiaro ndash che abbiamo intito-lato questa intera sezione della nostra trattazione laquoLa metafisicacome problemaraquo non si tratta cioegrave di una dizione generica ma del-lrsquoavvertimento che lrsquointera tradizione metafisica ndash spina dorsaledella filosofia e referente primario per la teologia ndash ha in lei un pro-blema risolvendo il quale si apre nuovamente lrsquoorizzonte dellaveritagrave incontrovertibile alla quale la teologia cerca di ricondurre gliarticoli del suo depositum fidei ma non risolvendo il quale si haquella negazione della veritagrave che egrave ormai coincidente con lo stessosenso comune identificandosi poi questa negazione con lrsquoeclissidella filosofia e con la riduzione della teologia a insieme di creden-ze la cui accettazione resta puramente opzionale
il contenuto della scienza (ἐπιστήmicroη) e il contenuto dellrsquoopinione (δόξα) Ilcontenuto della scienza egrave lrsquoessere immutabile (τὸ παντελῶς ὂν) ldquolrsquoente chesempre egrave e non egrave conteso dalla nascita e dalla morterdquo [] Il contenuto del-lrsquoopinione egrave invece lrsquoἐπαmicroφοτεριστής lrsquoindeciso tra lrsquoessere e il niente cheproprio percheacute indeciso egrave compagno (microετέχον) di entrambi [] Sembraquindi fuori discussione che nellrsquoἐπαmicroφοτερίζειν non si apra il senso dellrsquoen-te in quanto ente ma soltanto il senso dellrsquoente in quanto divenienteraquo Che inAristotele questo essere e questo non essere abbiano ciascuno la sua partericonosciuta egrave del tutto chiaro dal seguente passo laquoEgrave necessario [ἀνάγκη]che lrsquoessere sia quando egrave [τὸ microὲν οὖν εἶναι τὸ ὂν ὅταν ᾗ] e che il non esserenon sia quando non egrave [καὶ τὸ microή ὂν microὴ εἶναι ὅταν microὴ ᾗ] tuttavia non egrave necessa-rio che tutto lrsquoessere sia neacute che tutto il non essere non sia non egrave infatti lastessa cosa che tutto ciograve che egrave sia necessariamente quando egrave e lrsquoesseresenzrsquoaltro necessitagrave La stessa cosa si dica del non essereraquo (ARISTOTELEDe interpretatione 9 19 a 23-27)
59II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
sect 15Univocitagrave dellrsquoessere e perdita degli individui reali
Si egrave detto che la crisi della concezione metafisica prende campolungo il corso della filosofia moderna che si dagrave canonicamentecome estremi la rifondazione cartesiana e il trascendentalismo kan-tiano In veritagrave questa crisi ndash per non dire come si egrave giagrave detto cheha le sue radici piugrave lontane nel segreto nichilismo che permea ilpensiero filosofico a partire dal pluralismo immediatamente post-parmenideo ndash si puograve dire che abbia radici piugrave prossime ancheprima della modernitagrave e precisamente nella cosiddetta via modernacorrispondente al pensiero di Guglielmo drsquoOckham la quale veni-va contrapposta alla via antiqua che si faceva corrispondere al pen-siero della grande scolastica da Anselmo a Tommaso e ancora aGiovanni Duns Scoto
Il momento chiave di questa crisi incipiente o almeno il suomomento sorgivo si puograve trovare proprio nelle raffinate analisiontologiche di Duns Scoto che non per caso era detto doctorsubtilis Questo pensatore dunque muovendosi ormai in un qua-dro creazionista che permetteva di superare il dualismo di fondoche segna lrsquointera filosofia greco-classica87 nonostante questa gua-dagnata posizione piugrave avanzata che per seacute rafforzava lrsquounitagrave dellafilosofia scolastica conduceva unrsquoimportante riflessione che avreb-be finito per fare da discrimine tra questa filosofia di cui DunsScoto egrave in qualche modo lrsquoultimo grande esponente mantenendosaldissimo il rapporto con la metafisica ndash la via antiqua ndash e il nomi-nalismo occamista con la sua chiusura soggettivistica e il suo so-stanziale abbandono della tradizione metafisica ndash la via modernaEgrave proprio seguendo questa riflessione che da capo si fa chiarocome lrsquoaffiorare di nuove contraddizioni ndash per la veritagrave sempre lastessa contraddizione indefinitamente rimossa ndash egrave la spia dellrsquoinin-terrotto cammino sotterraneo del nichilismo
87 Anche del superamento di questo dualismo in forza della concezione crea-zionista si egrave detto nel nostro articolo Per un tomismo anagogico cit Parte IIIsectsect 18-23
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Ricordiamo come il recupero della veritagrave al di lagrave della crisi sofisti-ca comportasse un nuovo piugrave avanzato pluralismo che aveva allabase il dualismo fra essere intelligibile formale o ideale ed esseresensibile contenutistico o materiale88 Questo dualismo avrebbesegnato lrsquointera filosofia greco-classica e un suo primo fondamenta-le superamento si aveva col passaggio in ambito classico-cristianoalla concezione creazionistica89 Ma in quanto il pensiero filosoficocontinua instancabile a indagare sui risultati raggiunti era inevitabi-le che lrsquoipoteca della contraddizione accesa con lo stesso sorgeredellrsquoontologia tornasse a rivendicare i suoi diritti e proprio nel qua-dro del creazionismo che per altro verso invece superava il prece-dente dualismo e la sua interna contraddizione
Dunque Duns Scoto osserva che la metafisica in quanto scienzadellrsquoens commune ossia dellrsquouniversale predicabile di molti nonpuograve pretendere da un lato di parlare di Dio in quanto Dio sialrsquoindividuo creatore dellrsquointera dimensione dellrsquoessere dallrsquoaltrolato di parlare degli individui naturali in quanto eccedano la loroquidditas riconducibile allrsquouniversale90 Ciograve che Duns Scoto vede egravein alto la contraddizione implicita nellrsquoanalogia in quanto predi-chiamo analogicamente di Dio che egrave un essere infinito determina-zioni pertinenti nellrsquoessere finito dobbiamo aspettarci che Dioinsieme sia e non sia ciograve che noi diciamo ed ecco la contraddizione
88 Cfr sect 1189 Cfr il riferimento contenuto nella nota 8790 Non egrave facile ndash data la modalitagrave espositiva di Duns Scoto precisa fino alla
pedanteria nelle analisi ma in qualche modo altalenante e rapsodica riguar-do ai temi piugrave generali ndash offrire corrispondenze puntuali con quanto andia-mo dicendo circa il significato complessivo della sua filosofia Indichiamoqui dellrsquoOrdinatio almeno alcuni passi valorizzabili a questo fine I d3q2 n24 (sullrsquoessere quale primo concetto) I d3 q2 n5 (sullrsquounivocitagravedellrsquoessere) I d2 nn 388 segg (dottrina della distinzione) I d1 nn 80-146 (su necessitagravelibertagrave il volontarismo) II d12 q1 (sulla materia) IId3 q3 (sul principium individuationis e lrsquohaecceitas) II d3 q6 (sullrsquoentitascommune e lrsquoentitas singularis)
Per converso in quanto predichiamo essenzialmente dellrsquoindivi-duo naturale determinazioni pertinenti nellrsquoorizzonte metafisicodobbiamo aspettarci che due individui aventi la stessa essenza deiquali peraltro lrsquouno non egrave lrsquoaltro sul piano dellrsquoesistenza introduca-no nellrsquoessenza che egrave per seacute incontraddittoriamente identica a sestessa lrsquoautocontraddizione dellrsquoessere e non essere se stessa dellrsquoes-serlo in quanto essenza del non esserlo in quanto essenza parteci-pata da individui dei quali lrsquouno non egrave lrsquoaltro
Dunque lrsquoanalogia che egrave strutturalmente insuperabile in ambitometafisico ma non implica contraddizione e ha significati univociin quanto i termini della predicazione siano degli universali impli-ca invece contraddizione in quanto il soggetto della predicazionesia un individuo reale La conclusione egrave che lrsquoens commune dellametafisica dovendo mantenere il carattere dellrsquounivocitagrave che garan-tisca il rigore delle dimostrazioni deve escludere da seacute lrsquointeradimensione degli individui
La metafisica dunque si rinsaldava in se stessa con una sicurez-za senza pari arroccata nella sua dimensione dimostrativa conclu-dente ad una veritagrave incontrovertibile con valore univoco ma que-sta sicurezza le costava la perdita dellrsquointera dimensione degliindividui esistenti Lrsquoindividuo creatore Dio ndash che egrave poi come direla ragione della sussistenza dellrsquointero essere univoco di cui lametafisica parla con assoluta certezza ndash non puograve ricevere altradeterminazione che quella di essere libera volontagrave creatrice mentregli individui creati la natura ndash che egrave poi come dire lrsquoassoluto pro-dotto di quella libera volontagrave creatrice ndash non puograve ricevere altredeterminazioni che quella della pura esistenza fattuale come taleindeducibile
Cade cosigrave riguardo al rapporto fra metafisica e teologia da unlato la circolaritagrave agostiniana dallrsquoaltro lrsquoarchitettura sistematicatomista e si profila una separazione che giagrave di per seacute prelude allamodernitagrave Allo stesso modo prelude alla modernitagrave la separazio-ne tra metafisica e scienza naturale i cui oggetti da un lato ndash comedrsquoaltronde lrsquooggetto della teologia ndash possono essere ricondotti allametafisica per ciograve che hanno in loro di essenza universale ma daun altro ndash del tutto specifico per la scienza naturale come per la teo-
61II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
62 A POSTORINO
logia ndash rendono conto di seacute in modalitagrave diverse rispetto alla moda-litagrave dimostrativa della metafisica informata dal principio di noncontraddizione lrsquooggetto della teologia rende conto di seacute nellamodalitagrave di una divina rivelazione affidata alla Sacra Scrittura eproposta alla fede lrsquooggetto della scienza naturale in quella di unfattuale darsi sensibile immediato proposto alla riflessione empiri-ca che si dispone ad una prassi conoscitiva per prova ed errore
Conclusivamente la necessitagrave che regge la veritagrave incontroverti-bile della metafisica risulta cosigrave non essere altro che il principiodellrsquoidentitagrave con seacute di ciograve che egrave per quel che egrave mentre quel che egrave restaprotetto dallrsquoassoluta indeducibilitagrave e come tale franco dal princi-pio di non contraddizione che gli si puograve imporre solo dopo il suoessere cosigrave e non altrimenti determinato (il quale dipende solodalla libera volontagrave creatrice di Dio di cui lrsquointera realtagrave egrave comelrsquoimmagine materializzata) Lrsquoipoteca nichilistica accesa con lostesso sorgere dellrsquoontologia e differita in forza della riconquistadella veritagrave grazie alla separazione tra essere formale ed esseremateriale91 non poteva rivendicare con maggior forza i suoi diritti
sect 16La laquovia anticaraquo e la laquovia modernaraquo
Duns Scoto salva il rigore incontrovertibile della metafisica re-stringendo il suo oggetto allrsquoens commune o allrsquouniversale e ri-nunciando allrsquoincontrovertibilitagrave dellrsquointera dimensione degli in-dividui reali ma col senno di poi si puograve ritenere ingenua questameditata linea difensiva La teologia la metafisica e la scienza em-
91 Egrave opportuno rimarcare ndash per non far sollevare dubbi intorno alla rigorosacoerenza della speculazione di Duns Scoto ndash che lrsquolaquoindividuoraquo da cui muo-ve la direttrice dellrsquoastrazione e a cui perviene la direttrice dellrsquoindividua-zione non egrave lrsquoindividuo reale che cade fuori della metafisica ma egrave lrsquoessenzauniversale dellrsquoindividuo ossia ciograve che tutti gli individui hanno in comunelrsquolaquoindividualitagraveraquo Lrsquoindividuo reale egrave un laquoquestoraquo un haec (Aristotele dice-va un τόδε τι) mentre lrsquoindividualitagrave egrave una laquoquestitagraveraquo una haecceitas
63II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
pirica in quanto diverse e ormai distinte forme del sapere nonpossono comunque eliminare il sostrato comune che le sostiene ndashcioegrave lrsquoessere ndash e quando lrsquoessere come tale non sia garantito diincontraddittorietagrave egrave illusorio pensare che ne sia garantita unasua parte Dal rigoroso realismo oggettivistico di Duns Scoto allrsquoinqualche modo conseguente nominalismo soggettivistico di Gu-glielmo drsquoOckham il passo egrave infatti molto breve e si puograve facilmen-te comprendere
Tornando alla dimensione univoca della metafisica di DunsScoto troviamo in essa le formalitates ossia lrsquoinsieme delle formepartecipanti le une delle altre che possono essere progressivamenteraggiunte muovendo dallrsquoindividuo allrsquoessere universale lungo ladirettrice dellrsquolaquoastrazioneraquo dallrsquoessere universale allrsquoindividuolungo la direttrice dellrsquolaquoindividuazioneraquo Queste formalitates ndash sidice nella scuola scotista ricordando la proverbiale sottigliezza delmaestro ndash sono laquopiugrave che pensiero meno che realtagraveraquo piugrave che pen-siero poicheacute non essendo forme immaginarie non possono cheriflettere una realtagrave che le costituisce per come sono meno cherealtagrave poicheacute essendo degli universali hanno in loro il momentodel confronto tra gli individui che appartiene al pensiero ma nonalla realtagrave mentre la realtagrave contiene gli individui che il pensieronon contiene92
Muovendo da qui Guglielmo drsquoOckham giungeva alla conclu-sione che il pensiero come intelligenza ha quale contenuto gliintelligibili che sono universali ma del radicamento di questi uni-versali fuori del pensiero niente si puograve sapere poicheacute il pensieroguardando alle formalitagrave che per Duns Scoto sono ancora oggettodella metafisica (ossia laquopiugrave che pensieroraquo) guarda in veritagrave se stessoossia guarda il proprio articolarsi interno in relazione allrsquoesperien-za essendo i termini di questo articolarsi puri laquonomiraquo93 e non puogravein alcun modo portarsi al di lagrave di se stesso poicheacute sarebbe in qual-che modo come voler saltare al di lagrave della propria ombra
92 Cfr i testi indicati nella nota 9093 Cfr Summa totius logicae I
64 A POSTORINO
Nel loro rapporto col mondo esterno al pensiero queste forma-litagrave non sono altro che laquosegniraquo94 ossia termini di una intentio nellaquale ciograve a cui si tende egrave visibile solo per la forma che prende nelpensiero mentre resta per seacute irraggiungibile La scienza naturalecome giagrave in Duns Scoto egrave scienza empirica per prova ed errore ela teologia altrettanto come nello Scoto dipende puramente dauna divina rivelazione consegnata alla fede
La filosofia di Duns Scoto egrave il limite estremo al quale la metafi-sica classica riesce a giungere confrontandosi col mondo dellerealtagrave individue e pagando lo scotto della rinuncia ad esse qualioggetti di un sapere incontrovertibile Ma le stesse formalitagrave meta-fisiche hanno cosigrave il lato debole di rivendicare una relazione allarealtagrave del pensiero che la pensa mentre poi questa realtagrave esterna alpensiero non egrave in nessun modo raggiungibile Cala cosigrave il laquorasoioraquodi Ockham cioegrave una sorta di regola laquoeconomicaraquo della ricerca perla quale non si devono ammettere piugrave enti di quelli rigorosamenterichiesti dalla necessitagrave95 e non egrave questo il caso della duplicazionedellrsquounica realtagrave con la quale possiamo avere a che fare nella dua-litagrave di laquoessereraquo e laquopensieroraquo Ci resta dunque la scienza del pensie-ro la logica puro strumento per regolare la scienza empirica men-tre la scienza dellrsquoessere la metafisica non ha piugrave corso
94 Cfr Summa totius logicae XIV95 Il laquorasoioraquo di Ockham consiste in una serie di aforismi tra cui i principali
sono laquoGli enti non devono essere accresciuti di numero se non ve nrsquoegrave lanecessitagraveraquo (Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem) laquoNon si devemai porre una pluralitagrave se non egrave necessarioraquo (Numquam est ponenda plurali-tas sine necessitate) laquoInutilmente si fa per mezzo di molti ciograve che puograve esserefatto per mezzo di pochiraquo (Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora)laquoQualsiasi cosa possa essere conservato mediante la specie puograve essere con-servato con uguale facilitagrave senza di essaraquo (Quicquid potest salvari per speciempotest salvari sine ea aeque faciliter) (in G DE RUGGIERO Storia della FilosofiaLaterza Bari 1967 vol III p 18)
65II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
sect 17Il risorgere dualistico della metafisica
laquopensieroraquo ed laquoestensioneraquo
La filosofia di Duns Scoto egrave lrsquoultima roccaforte di una metafisicaormai limitata per estensione che egrave tuttavia in procinto di cederedeterminando il contenuto della filosofia come pensiero autoco-sciente in un rapporto del tutto problematico con la realtagrave Cosigrave ildubbio sulla veritagrave dilagava e mentre le intelligenze meno conse-quenziali e meno acute continuavano ad affermare la metafisica inuna prospettiva di stanca e miope conservazione le intelligenze piugravevive avvertivano il bisogno di una rifondazione
La rifondazione ndash assunta canonicamente come inizio del pen-siero moderno ndash egrave quella cartesiana Cartesio dopo aver esaminatocon la massima attenzione critica lrsquointera dimensione del dubbiogiunge alla conclusione che su unrsquounica cosa non puograve sussisterealcun dubbio e cioegrave sullrsquoesistenza attuale del pensiero pensante96
96 Egrave il teorema del cogito ergo sum assunto quale fondamento del pensieromoderno Leggiamo nella Parte IV del Discorso sul Metodo laquoInfine consi-derando che gli stessi pensieri che noi abbiamo quando siam desti posso-no tutti venirci anche quando dormiamo bencheacute allora non ve ne sia alcunovero mi decisi a fingere che tutto quanto era entrato nel mio spirito sino aquel momento non fosse piugrave vero delle illusioni dei miei sogni Ma subitodopo mrsquoaccorsi che mentre volevo in tal modo pensare falsa ogni cosabisognava necessariamente che io che la pensavo fossi pur qualcosa Percui dato che questa veritagrave io penso dunque sono [je pense donc je suis =cogito ergo sum] egrave cosigrave ferma e certa che non avrebbero potuto scuoterlaneanche le piugrave stravaganti supposizioni degli scettici giudicai di poterlaaccogliere senza esitazione come il principio primo della mia filosofiaraquo Sitende stranamente anche in molta manualistica accreditata a dimenticareche questo teorema certo formulato da Cartesio con efficacia tale da dive-nire un discrimine epocale ha avuto un precedente sostanzialmente equi-valente in santrsquoAgostino impegnato come molto piugrave tardi Cartesio asuperare il momento dello scetticismo Leggiamo in De Civitate Dei XI 26laquoSe mrsquoinganno vuol dire che sono [si enim fallor sum] Non si puograve inganna-re chi non esiste se dunque mrsquoinganno per ciograve stesso io sono [nam qui non
66 A POSTORINO
Si trattava ancora in fondo dellrsquoautocoscienza occamiana in rap-porto problematico con lrsquoaltro da seacute97 con la rilevante differenzatuttavia del riconoscimento della realtagrave del pensiero o del suo essereil che apriva la prospettiva di una nuova metafisica per quanto acondizioni radicalmente diverse
Lrsquoessere del pensiero egrave infatti inizialmente lrsquounico di cui sipossa fondatamente parlare e che sussista un diverso essere egrave unasemplice ipotesi cui le idee presenti nel pensiero spingono senzaperaltro poter dare a questo essere laquoesternoraquo altro statuto che quel-lo dellrsquoipotesi Il vero problema ndash si constata seguendo passo passola speculazione cartesiana ndash egrave se vi sia nel pensiero almeno una ideache il pensiero non sia in grado di produrre autonomamente entrose stesso98 Questa idea egrave lrsquoidea di Dio ossia lrsquoidea del Perfetto che
est utique nec falli potest ac per hoc sum si fallor] Poicheacute dunque esisto dalmomento che mrsquoinganno come posso ingannarmi a credere che esistoquando egrave certo che io esisto dal momento che mrsquoinganno [quia ergo sum sifallor quomodo esse me fallor quando certum est me esse si fallor] Poicheacute dun-que anche nellrsquoipotesi che mrsquoinganni esisterei pur ingannandomi nonmrsquoinganno certamente nel conoscere che esistoraquo
97 In Cartesio i segni della presenza di unrsquoalteritagrave rispetto al pensiero sono lelaquoideeraquo ndash in un senso totalmente diverso da quello platonico cioegrave non strut-ture ontologiche ma laquorappresentazioniraquo presenti al pensiero ndash ma il lorovalore egrave del tutto problematico Leggiamo in Meditationes de prima philoso-phia III laquoOra di queste idee alcune mi sembrano nate con me [innanae]altre estranee e venute dal di fuori [adventitiae] altre ancora fatte e inventa-te da me stesso [factitiae] Infatti la facoltagrave di concepire una cosa una veritagraveo un pensiero sembra non venirmi da altro che dalla mia natura ma seodo adesso qualche rumore se vedo il sole se sento caldo fino ad ora hogiudicato che queste sensazioni provenissero da cose esistenti fuori di meed infine mi sembra che le sirene glrsquoippogrifi e tutte le altre chimere sianofinzioni e invenzioni del mio spiritoraquo
98 Cosigrave non egrave per le idee adventitiae che nonostante sembrano come dice iltermine che le indica venire da fuori sono poi prodotte da noi nellrsquoattivitagravedel sogno neacute le idee factitiae che lo stesso termine indica esplicitamentecome prodotte da noi nellrsquoattivitagrave dellrsquoimmaginazione e della fantasia
67II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
non puograve essere prodotta dal pensiero che egrave imperfetto in quantodubitante Ne consegue che necessariamente Dio esiste al di fuoridel pensiero e poicheacute Dio egrave garante della veritagrave di ciograve che si dagrave conevidenza99 e si dagrave con evidenza lrsquoalteritagrave fra il pensiero e ciograve che sidagrave come laquoestesoraquo ossia misurabile100 ecco che per necessitagrave esisteanche il mondo come dominio dellrsquoestensione e del movimentomeccanico che ne collega le parti pensate come rotelle e levismi diun gigantesco ingranaggio a orologeria
Resta da vedere fra le idee innatae e fra queste lrsquoidea di Dio che egrave il primo evero fondamento per lrsquoaffermazione dellrsquoesistenza di qualcosa che trascen-de il pensiero mediando la sua necessaria esistenza la stessa esistenza delmondo Ancora in Meditationes de prima philosophia III laquoNon resta dunqueche la sola idea di Dio nella quale bisogna considerare se vi sia qualchecosa che non sia potuta venire da me stesso Con il nome di Dio intendouna sostanza infinita eterna immutabile indipendente onnisciente onni-potente e dalla quale io stesso e tutte le altre cose che sono (se egrave vero cheve ne sono di esistenti) siamo stati creati e prodotti Ora queste prerogati-ve sono cosigrave grandi e cosigrave eminenti che piugrave attentamente le considero emeno mi persuado che lrsquoidea che ne ho possa trarre la sua origine da mesolo E per conseguenza bisogna necessariamente concludere da tutto ciograveche ho detto per lo innanzi che Dio esiste poicheacute sebbene lrsquoidea dellasostanza sia in me per il fatto stesso che sono una sostanza non avrei tutta-via lrsquoidea di una sostanza infinita io che sono un essere finito se essa nonfosse stata messa in me da qualche sostanza veramente infinitaraquo
99 Allrsquoopposto del laquogenio malignoraquo ndash figura simbolo del passaggio cartesianodal dubbio laquometodicoraquo al dubbio laquoiperbolicoraquo ndash e che lo scetticismo piugraveradicale pone quale possibile alternativa a Dio che egrave garante della veritagraveoggettiva dellrsquoevidenza soggettiva Il laquogenio malignoraquo esprime invecequesta sua malignitagrave nellrsquoingannarci facendoci credere che almeno ciograve chesi dagrave con evidenza sia vero mentre invece questa veritagrave non sussiste affat-to Il dubbio cade cosigrave sugli stessi fondamenti della matematica gli uniciche riuscivano a salvarsi dal dubbio laquometodicoraquo
100 Sorge cosigrave la metafisica dualistica dellrsquoetagrave moderna che oppone una rescogitans a una res extensa che hanno in comune soltanto lrsquoessere state crea-te entrambe da Dio
68 A POSTORINO
La metafisica cartesiana del pensiero e dellrsquoestensione egrave lrsquoos-satura portante dellrsquointera filosofia moderna ma le sue declinazio-ni sono subito controverse rispetto alla legittimitagrave della metafisicacostituendosi lo schieramento dellrsquoaffermazione e quello dellanegazione101 Il primo ritiene che la veritagrave metafisica sia raggiungi-bile fondandosi sulle laquoidee innateraquo presenti nel pensiero il secon-do ritiene che non vi sia alcuna idea innata essendo il pensierouna tabula rasa che riceve le idee solo dallrsquoesperienza per cui nonha senso pensare che grazie alle idee lrsquoesperienza possa essereoltrepassata in direzione di un laquoessereraquo assoluto e immutabile chestarebbe al di lagrave di essa visto che solo da essa le idee derivano
Il dualismo cartesiano fra pensiero ed estensione egrave la forma piugraverecente di pluralismo dopo quello post-parmenideo degli elementicosmici e quello platonico-aristotelico del sensibile e dellrsquointelligi-bile Questi come quelli sono segnati dal segreto nichilismo per ilquale lrsquoessere immutabile ponendo fuori di seacute lrsquoessere mutevolelascia sussistere nellrsquoessere mutevole lrsquoidentitagrave di essere e nullacosigrave scardinando la stessa necessitagrave originante dal principio di noncontraddizione e destinandosi ad essere lui stesso travolto neldivenire nichilistico
sect 18La laquorivoluzione copernicanaraquo della produttivitagrave trascendentale
La negazione della metafisica come scienza saragrave esplicita esolennemente dichiarata nella filosofia kantiana Kant non senzauna certa enfasi afferma di aver operato in filosofia una vera epropria laquorivoluzione copernicanaraquo102 nel senso dellrsquoessere passato
101 Sono i due schieramenti che la manualistica filosofica chiama rispettiva-mente laquorazionalismoraquo (occasionalisti Spinoza Leibniz) ed laquoempirismoraquo(Berkeley Locke Hume)
102 Cfr I KANT Kritik der reinen Vernunft trad it Critica della ragion pura 2 tomia cura di G Gentile e Lombardo-Radice Laterza Roma-Bari 1981 Prefazionealla 2a edizione (1787) laquoSinora si egrave ammesso che ogni nostra conoscenza
69II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
dallrsquoera in cui veniva posto al centro lrsquoOggetto col Soggetto che gliorbitava intorno cercando di adeguarvisi (la classica adaequatiointellectus ad rem) alla nuova era nella quale al centro andava postoil Soggetto costituendosi lrsquoOggetto come ciograve che gli orbita intornoassumendo le forme che il Soggetto gli imprime proprio per costi-tuirlo come Oggetto conosciuto il cui essere conosciuto non egrave unariproduzione una adaequatio ma la nervatura essenziale della suaoggettivitagrave come tale che sorge proprio mediante lrsquoatto soggettivodella conoscenza
dovesse regolarsi sugli oggetti ma tutti i tentativi di stabilire intorno ad essiqualche cosa a priori per mezzo di concetti coi quali si sarebbe potuto allar-gare la nostra conoscenza assumendo un tal presupposto non riuscirono anulla Si faccia dunque finalmente la prova di vedere se saremo piugrave fortu-nati nei problemi della metafisica facendo lrsquoipotesi che gli oggetti debbanoregolarsi sulla nostra conoscenza ciograve che si accorda meglio colla desideratapossibilitagrave drsquouna conoscenza a priori che stabilisca qualcosa relativamenteagli oggetti prima che essi ci siano dati Qui egrave proprio come la prima idea diCopernico il quale vedendo che non poteva spiegare i movimenti celestiammettendo che tutto lrsquoesercito degli astri rotasse intorno allo spettatorecercograve se non potesse riuscir meglio facendo girare lrsquoosservatore e lasciandoinvece in riposo gli astriraquo Egrave forse opportuno far osservare che questo modoin cui Kant presenta lrsquoanalogia con la rivoluzione copernicana sembra dire ilcontrario di quanto dice il modo in cui noi lrsquoabbiamo presentata avendo noidetto che si tratta di passare dalla centralitagrave fissa dellrsquooggetto essendo il sog-getto lrsquoorbitante alla centralitagrave fissa del soggetto dove ad orbitare egrave lrsquoogget-to Il fatto egrave che Kant si riferisce al sistema fisico dove la rivoluzione mettein effetti in movimento lrsquoosservatore prima ritenuto immobile (la terra)rispetto allrsquoosservato che ora si fa stabile mentre prima era ritenuto in movi-mento (il sole e i pianeti) ma passando dal piano dellrsquoattivitagrave fisica a quellodellrsquoattivitagrave conoscitiva i rapporti si invertono e la rivoluzione mette inmovimento lrsquoosservato prima ritenuto immobile (il sistema delle determina-zioni dellrsquoessere) rispetto allrsquoosservatore che ora si fa stabile mentre primaera ritenuto in movimento (lrsquoIo trascendentale che non si muove intorno aquelle determinazioni per conoscerle bensigrave le produce mantenendo per seacutela propria immutata natura)
70 A POSTORINO
Lrsquoesaurirsi in Kant della metafisica di origine cartesiana egrave poidel tutto strutturale poicheacute lrsquounica traccia di una veritagrave extra-sog-gettiva vale a dire lrsquoestensione egrave ricondotta alle forme a prioridella soggettivitagrave trascendentale cioegrave lo spazio e il tempo chesono le intuizioni pure ossia il luogo interno al pensiero nel qualequesto accoglie la pura materia sensibile esistente che origina dallacosa-in-seacute Il laquofenomenoraquo kantiano del tutto analogo alla laquosostan-zaraquo aristotelica egrave costituito come quella di forma e materia soloche in quella sia la forma che la materia sono componenti ontologi-che dellrsquooggetto operando il pensiero per laquoastrazioneraquo sulla so-stanza portando in seacute le forme separate dalla materia e cosigrave pensandola sostanza103 mentre in Kant il pensiero opera sulla pura materiaoriginante dalla cosa-in-seacute portando in essa le sue forme e cosigraveproducendo il laquofenomenoraquo
Ed ecco percheacute le metafisica finisce per essere radicalmente negataessa egrave infatti quella presunta scienza il cui oggetto sarebbe lrsquolaquoessereraquoeterno e immutabile esterno al pensiero mentre di esterno al pensie-ro non vi egrave che la cosa-in-seacute la quale egrave pura materia informe che solodallrsquoessere laquoconosciutaraquo acquista oggettivitagrave fenomenica mediantelrsquoinsieme delle forme che il pensiero le conferisce facendone appun-to un laquofenomenoraquo o un qualcosa percepibile la cui struttura formale egraveconoscibile a priori dal pensiero percheacute appunto dal pensiero viene equesto non fa che ritrovare immediatamente ciograve che lui stesso haprodotto mentre egrave conoscibile a posteriori per ciograve che riguarda il suocontenuto materiale la cui origine egrave la cosa-in-seacute
Al di lagrave del pensiero non vi egrave dunque un laquoessereraquo che possaessere conosciuto104 ma soltanto una vuota condizione di esistenza
103 Egrave noto che per Aristotele lrsquolaquoastrazioneraquo (ἀφαίρεσις) egrave laquoseparazioneraquo nellasostanza della forma dalla materia (Analitici Secondi I 18 81a-b) cosigrave chelrsquoanima ndash forma della sostanza dellrsquouomo vivente ndash assume tutte le formeche trae dalle sostanze esterne e laquolrsquointelletto quando egrave in atto egrave i suoistessi oggettiraquo Lrsquoanima dunque laquoegrave in qualche modo tutte le cose [ἡ ψυχὴ τὰὄντα πώς ἐστι πάντα]raquo (Dellrsquoanima III 7-8 431 b)
104 Abbiamo in Kant la programmatica liquidazione dellrsquoontologia laquoLrsquoAnali-tica trascendentale pertanto ha questo importante risultato che lrsquointelletto a
71II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
affincheacute le costruzioni formali del pensiero possano apparire ocostituirsi come laquofenomeniraquo la cui essenza resta peraltro puramen-te fenomenica La stessa cosa-in-seacute poi che egrave appunto questa con-dizione di esistenza non potrebbe essere pensata come tale se nonfosse essa stessa interna al pensiero il suo essere laquocosaraquo dipendeinfatti dal suo essere pensata mentre il suo essere laquoin seacuteraquo esprimeil suo essere laquofuoriraquo del pensiero ma un esser fuori che diventalaquocosaraquo solo in quanto vi si faccia interno
Considerando la questione sui tempi lunghi non egrave particolar-mente difficile constatare lrsquoanalogia di struttura fra la cosa-in-seacutekantiana e la χώρα platonica Entrambe sono matrici cieche di undivenire per seacute informe che riceve ogni sua forma essenziale dallrsquoe-sterno la χρα platonica dallrsquoessere intelligibile la cosa-in-seacute kan-tiana dallrsquointelligenza produttiva del pensiero compendiata nel-lrsquolaquoIo-penso [Ich-denke]raquo trascendentale E come la χώρα platonicarappresentava il fatale nichilismo di un pensiero che se per unverso riesce a venire a capo del problema della molteplicitagrave dellrsquoes-sere superando ma conservando la necessaria veritagrave parmenideadellrsquoinesistenza del nulla o del non essere non relativo ma assolu-to per altro verso si trova a dover ammettere in maniera laquoincom-prensibileraquo proprio questo non essere assoluto105 cosigrave la cosa-in-seacutekantiana rappresenta il persistente e fatale nichilismo di un pensie-ro che avendo concentrato in seacute lrsquoorigine di qualunque realtagrave sitrova ad avere fuori di seacute un essere che non egrave un essere ossia unalaquocosaraquo che egrave tale quando egrave in lui alludendo a un laquofuoriraquo ma chenon riesce ad essere tale quando egrave davvero laquofuoriraquo
priori non puograve mai far altro che anticipare la forma di una esperienza possibi-le in generale e poicheacute ciograve che non egrave fenomeno non puograve essere oggetto dellrsquoe-sperienza lrsquointelletto non puograve mai sorpassare i limiti della sensibilitagrave dentro iquali soltanto ci sono dati gli oggetti I suoi sono semplicemente principi del-lrsquoesposizione dei fenomeni e lrsquoorgoglioso nome di Ontologia che presume didare in una dottrina sistematica conoscenze sintetiche a priori delle cose ingenerale [hellip] deve cedere il posto a quello modesto di semplice Analitica del-lrsquointelletto puroraquo (Critica della ragion pura cit I II I Lib II Cap III)
105 Cfr sect 12 note 76-78
72 A POSTORINO
sect 19Ritorno al problema originario identitagrave di laquoessereraquo e laquopensieroraquo
Ciograve che accade nella filosofia kantiana non egrave soltanto come vuoleil suo ruolo paradigmatico lrsquoesito ultimo del pensiero moderno origi-nante da Cartesio e prefigurato in Guglielmo drsquoOckham ma egrave ilredde rationem dellrsquointera storia del pensiero in quanto di fronte alproblema posto dallrsquoontologia come tale fin dal suo albeggiare par-menideo ndash albeggiare peraltro di una tale incisivitagrave da determinareunrsquoalternativa secca tra il buio e la luce106 ndash prende la via del sepa-rare e contrapporre ciograve che egrave originariamente unito provocandoun problema che avrebbe attraversato lrsquointera tradizione filosoficain attesa della propria soluzione
Dice Parmenide che τ7 γ3ρ α2τ7 νοεν στ6ν τε κα5 εναι laquolo stessoinfatti egrave il pensare e lrsquoessereraquo107 Parmenide intende farci osservareche non possiamo in alcun modo parlare del laquonon essereraquo poicheacutequesto per poter essere pensato egrave giagrave un essere per cui il nonessere come assurdo devrsquoessere rigorosamente escluso dallrsquooriz-zonte della veritagrave come tale Egrave perograve proprio questa proposizione a
106 Ciograve si presenta nel Poema parmenideo con tutta la potenza simbolica dellanarrazione mitica mettendoci di fronte lrsquoimmagine dei due sentieri quellodella Notte e quello del Giorno laquoLe cavalle che mi trascinano tanto lontanoquanto il mio animo poteva desiderare mi fecero arrivare poi che le dee miportarono sulla via molto celebrata che per ogni regione guida lrsquouomo chesa Lagrave fui condotto lagrave infatti mi portarono i molto saggi corsieri che trascina-no il carro e le fanciulle mostrarono il cammino Lrsquoasse dei mozzi mandavaun suono sibilante tutto in fuoco (percheacute premuto da due rotanti cerchi dauna parte e dallrsquoaltra) allorcheacute si slanciarono le fanciulle figlie del Sole[lsquoΗλίαδες κοῦραι] lasciate le case della Notte [δώmicroατα Νυκτός] a spingere ilcarro verso la luce [εἰς φάος] levatisi dal capo i veli Lagrave egrave la porta che dividei sentieri della Notte e del Giorno [Νυκτός τε καὶ Ἤmicroατος hellip κελεύθων] e unarchitrave e una soglia di pietra la puntellano essa stessa nella sua altezza egraveriempita da grandi battenti di cui la Giustizia che molto punisce [∆ίκηπολύποινος] ha le chiavi che aprono e chiudonoraquo (DK 28 B 1 vv 1-14)
107 Per i riferimenti testuali cfr nota 46
porre il problema cardine dellrsquoontologia in essa infatti egrave contenutoτ7 α2τ7 laquolo stessoraquo e i termini dellrsquoequivalenza sono νοεῖν il laquopen-sareraquo e εναι lrsquolaquoessereraquo Ciograve che in questa proposizione capitale sidice cioegrave egrave che lrsquointero egrave originariamente autocosciente ossia oppo-sto a se stesso nellrsquounitagrave di fondo dellrsquoopposizione Lrsquoessere egrave ciograveche sta di fronte al pensiero e poicheacute lo stesso pensiero sta di fron-te a se stesso lo stesso pensiero egrave essere il pensiero egrave ciograve che ha difronte a seacute lrsquoessere e poicheacute lo stesso essere egrave quel che egrave stando difronte al pensiero lo stesso essere egrave pensiero
Questa opposizione egrave originaria ed egrave ugualmente originaria lacontraddizione per la quale lrsquoessere che egrave pensiero essendo peraltroopposto a lui insieme non egrave pensiero cosigrave come il pensiero che egraveessere essendo peraltro originariamente opposto a lui insieme nonegrave essere Essere e insieme non essere significa violazione del princi-pio di non contraddizione e questa violazione scardinando laforza della necessitagrave priva il pensiero filosofico della sua unicabussola sulla via dellrsquoincontrovertibilitagrave
Ora la direzione che il pensiero prende per confermarsi su que-sta via egrave quella come si egrave sopra detto di separare e contrapporreciograve che egrave originariamente unito pur nella problematicitagrave dellrsquounio-ne Cosigrave si produce lrsquoopposizione fra essere e pensiero prendendolrsquoessere su di seacute i tratti necessari relativi allrsquoeterna immutabilitagraveche risultano dallrsquooperare della ragione e prendendo il pensiero sudi seacute i tratti fattuali relativi alla perpetua mutevolezza che risulta-no dallrsquoimporsi dellrsquoesperienza
Mantenendosi in seguito lrsquoopposizione accadeva fatalmenteche il pensiero astraendo dal proprio essere e pensando lrsquoessere sol-tanto come ciograve che gli sta di fronte giungesse alla conclusione diavere in lui ogni realtagrave mentre infatti ndash questo il pensiero crede divedere in modo innegabile ndash solo lui sta di fronte a se stesso imme-diatamente lrsquoessere gli sta di fronte mediatamente attraverso il pen-siero che lui egrave Il risultato egrave quella negazione dellrsquoessere in seacute eter-no e immutabile che egrave lrsquooggetto della metafisica e questa negazio-ne egrave compiuta e pensante se stessa come definitiva nella filosofiakantiana
73II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
74 A POSTORINO
sect 20La contraddizione come struttura dellrsquoassoluto
necessitagrave di una nuova logica
La ricomposizione di questa gigantesca e millenaria frattura ini-ziava nel pensiero immediatamente post-kantiano e proprio muo-vendo dalla palese per quanto rimossa contraddittorietagrave del con-cetto della laquocosa-in-seacuteraquo fulcro di tutto il kantismo108
Dopo molte istanze critiche peraltro solo approssimative par-ziali e non del tutto coerenti quanto a proposta di soluzione il filo-sofo che metteva per primo le mani sul problema quale era alla suaradice egrave Fichte Ciograve che questo filosofo infine vedeva egrave propriolrsquooriginaria scissione e opposizione a seacute dellrsquoAssoluto con lrsquoinsu-perabile contraddizione che questa scissione porta con seacute Kantaveva parlato di un laquoIo-pensoraquo che unificava lrsquoattivitagrave formativadiretta alla pura laquomateriaraquo costituente la cosa-in-seacute e insistevasulla finitezza di questo Io-penso responsabile di ogni forma essen-
108 Pubblicata nel 1781 e poi riveduta nel 1787 la Critica della ragion pura ndashnella quale si sviluppa lrsquoautentica matrice dellrsquointero criticismo kantiano ndashsolleveragrave una discussione il cui centro egrave proprio lo statuto altamente pro-blematico e da ultimo inevitabilmente contraddittorio della laquocosa-in-seacuteraquoessa infatti richiesta con necessitagrave da un principio filosofico che concentranellrsquoattivitagrave dellrsquoIo-penso ogni determinazione universale del contenutonon potendo peraltro attribuire allrsquoIo-penso unrsquoattivitagrave creatrice da unlato in quanto appunto laquoin seacuteraquo devrsquoessere dichiarata sussistente ma inco-noscibile da un altro lato in quanto di essa parliamo e ne facciamo unadelle strutture fondanti della realtagrave data essa egrave tuttrsquoaltro che inconoscibileanzi a rigore egrave lrsquounico autentico oggetto dellrsquoattivitagrave conoscitiva A questadiscussione che si svolge fra il 1789 e il 1796 partecipano con contributiautonomi variamente centrati Karl Leonhard Reinhold Gottlob ErnstSchulze Salomon Maimon Jakob Sigismund Beck Gli esiti in qualchemodo riepilogativi e sintetici di Beck contenuti in un Compendio chiarifica-tore in 3 volumi scritti nel 1793-1796 costituiscono una sorta di anticipa-zione generale per altro verso ritardataria della soluzione rigorosa data alproblema da Johann Gottlieb Fichte nella Dottrina della scienza la cuiprima edizione egrave del 1794
75II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
ziale ma non dellrsquoesistenza di ciograve che egrave cosigrave formato109 Tale finitez-za era perograve una figura dellrsquoastratta separazione fra essere e pensie-ro separazione che doveva essere ricomposta drsquoaltronde pagando ilprezzo della contraddizione che non poteva piugrave essere un accidentecausato da un errore del pensiero ma veniva ad essere un nessostrutturale richiedente una sistemazione teorica
LrsquoIo doveva dunque cessare di essere una pura funzione pensan-te separata dallrsquoesistenza dellrsquooggetto del suo pensiero e dovevaprodurre questo oggetto essendo lrsquoatto produttivo proprio quellodella scissione e contrapposizione a seacute dellrsquoAssoluto scissione e con-trapposizione originaria mediante la quale lrsquoAssoluto si costituivacome Io non piugrave dunque laquoIo-penso [Ich-denke]raquo separato dalla cosa-in-seacute ma laquoIo-puro [reinen-Ich]raquo originariamente opposto a se stesso ecosigrave laquoio empiricoraquo di fronte al proprio oggetto oggetto il quale non egravealtro che ancora lrsquoIo-puro che si dagrave a se stesso come altro da seacute110
Venendo alla contraddizione originaria prodotta dallrsquoopporsi aseacute dellrsquoAssoluto costituente lrsquoAssoluto come Io ndash e cosigrave autoco-scienza della cosa-in-seacute ndash egrave da osservare che lrsquoIo non ha in seacute lacontraddizione ma egrave la contraddizione opposto a se stesso lrsquoIo egraveopposto al non-Io e per essere Io deve avere di fronte a seacute il non-Io
109 Ciograve che la dottrina kantiana rischiava strutturalmente era infatti lrsquoidentifi-cazione dellrsquoIo-penso con Dio (basti pensare che il laquotrascendentaleraquo egrave insan Tommaso ciograve che egrave comune a tutti gli enti in quanto essi sono prodottidallrsquoattivitagrave creatrice di Dio portando come il sigillo dellrsquoessenza divinamentre in Kant egrave ciograve che egrave comune a tutti i fenomeni in quanto essi sonoprodotti dallrsquoattivitagrave formatrice dellrsquoIo-penso) Per evitare questa incon-grua identificazione Kant insiste sul concetto dellrsquolaquoIo pensoraquo avendo ilverbo laquopensareraquo un valore transitivo che implica finitezza e alteritagrave rela-zionale Lrsquoesistenza di una laquocosa-in-seacuteraquo coi problemi teorici che comporta(cfr la precedente nota 108) era dunque richiesta con necessitagrave dal concet-to di un Io finito formatore e non creatore
110 Questo passaggio avviene nellrsquoopera di J G FICHTE Grundlage der gesam-ten Wissenschaftslehre 1794 e versioni successive trad it con testo a fronteFondamento dellrsquointera dottrina della scienza Bompiani Milano 2003
76 A POSTORINO
LrsquoIo che egrave in fondo lrsquooggetto piugrave comune presente nella nostraquotidianitagrave dal quale non possiamo in nessun modo separarci senon separandoci da noi stessi dormendo senza sogni o morendo ndashe che la modernitagrave a partire da Cartesio con la formidabile antici-pazione di santrsquoAgostino111 afferma essere lrsquounico oggetto di cuiabbiamo certezza assoluta ndash egrave a ben vedere la stessa negazionedellrsquoaristotelico principio di non contraddizione per questo princi-pio egrave impossibile che una cosa sia e non sia se stessa mentre lrsquoIocon la massima e piugrave rigorosa precisione egrave se stesso in quanto non egravese stesso (lrsquoIo egrave essenzialmente coscienza e per essere coscienzadeva avere di fronte a seacute dentro di seacute qualcosa che non egrave lui ossiadeve essere altro da se stesso non essere se stesso)112
Si trattava come abbiamo cercato introduttivamente di dire delvenire al pettine del nodo finora irrisolto dellrsquoontologia come talenella sua genesi parmenidea cioegrave lrsquoessere laquolo stessoraquo del laquopensareraquoe dellrsquolaquoessereraquo113 con lrsquooriginaria contraddizione che ne deriva
sect 21La nuova logica mancante il surrogato etico
Fichte poneva il problema per come devrsquoessere posto e traevada questa posizione tutte le sue conseguenze col massimo rigorema non egrave poi in grado di indicarne la soluzione circa lo statuto dellacontraddizione che per un verso egrave inevitabile quando lrsquoAssoluto siaun Io per un altro verso egrave impensabile come gravante sullrsquoAssolutocome tale stante lrsquoinvalicabilitagrave strutturale della sua identitagrave con sestesso
111 Cfr quanto detto nella nota 96112 Questa patente e strutturale negazione dellrsquoaristotelico principio di con-
traddizione era giagrave di per seacute tale da far intuire una svolta epocale e darichiedere una nuova logica che non negasse quella aristotelica ma che lasuperasse comprendendola e portandola a quel superiore livello di veritagraveche egrave in potenza nel suo profondo saragrave questa lrsquohegeliana Wissenschaft derLogik o laquoScienza della Logicaraquo
113 Cfr il precedente sect 19
Lrsquoesito a cui Fichte egrave condotto egrave che la soluzione apparentemen-te impossibile sul piano logico stia in una dimensione diversa daquella logica Osserviamo allora che lrsquolaquoessereraquo di cui qui si puograve par-lare non egrave lrsquoessere della metafisica classica che ha come requisitounrsquoidentitagrave con seacute che in questa nuova posizione non puograve avereessendo la contraddizione insuperabile Si tratta quindi ndash diceFichte mostrando un grande ardimento categoriale rispetto allrsquoon-tologia ndash di un laquodover essere [Sollen]raquo cioegrave di una tensione allrsquoiden-titagrave con seacute identitagrave che lrsquoIo avrebbe solo quando si annullasse il non-Io lasciando in campo lrsquoIo-puro privo di opposizione a seacute
Ma la categoria del dover-essere richiama la costruzione kantia-na nella quale il laquodovereraquo corrisponde alla libertagrave dellrsquoIo trascen-dentale dalla sollecitazione egoistica empirica obbedendo allrsquolaquoim-perativo categoricoraquo e realizzando il fine assoluto della moralitagrave chesi raggiunge quando si riesce a comportarsi come se la cosa-in-seacute ndashche pure egrave onnipresente ndash non ci fosse Ora ci vuol poco a vedereche nel sistema fichtiano alla cosa-in-seacute corrisponde il non-Io ilche egrave come dire che lrsquoAssoluto riesce ad essere se stesso ndash conver-tendo il suo laquodover-essereraquo in laquoessereraquo ndash solo in quanto lrsquoazioneumana realizzi il fine assoluto della moralitagrave cosigrave vanificando ndashnon sul piano statico ma su quello dinamico ndash la sussistenza delnon-Io
Il problema dunque come si diceva non si risolve sul pianologico ma su un piano diverso che egrave ormai chiaro sia quello dellamoralitagrave Lrsquoidealismo fichtiano114 egrave cosigrave laquoidealismo eticoraquo e lrsquoatto
77II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
114 Il termine laquoidealismoraquo si trova di solito compromesso da quellrsquoastratta sem-plificazione del senso comune che lo contrappone a laquorealismoraquo quasilrsquoidealista fosse una specie di sognatore e il realista unrsquointelligenza concretache sta ai fatti In veritagrave giagrave in Fichte e poi in Schelling troviamo lrsquoavvertenzadella perfetta simmetricitagrave e pariteticitagrave tra realismo e idealismo al punto daproporre entrambi la categoria dellrsquoideal-realismo (Ideal-Realismus) o real-idealismo (Real-Idealismus) (cfr FICHTE Fondamento dellrsquointera dottrina dellascienza cit III sect 5 II p 549 SCHELLING Sistema dellrsquoidealismo trascendentalecit in REALE-ANTISERI Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi 3 voll LaScuola Brescia 1988 pp 55-56) Infatti la parte del pensiero egrave qui svolta
morale mostrando di essere ben piugrave che la realizzazione della libertagravedello spirito finito in una dimensione essenzialmente psicologica sidagrave come compimento ontologico o realizzazione dellrsquoidentitagravedellrsquoAssoluto con se stesso al di lagrave della sua eterna contraddizioneprendendo in questo senso valenze addirittura teologiche115
78 A POSTORINO
dalla riflessione ed egrave svolta esercitando la sua funzione piugrave propria che egravelrsquoastrazione connessa con lrsquoinduzione (cfr ARISTOTELE An Post I 18 81 a-b) essendo la base materiale dellrsquoattivitagrave astrattiva la totalitagrave del realequale si dagrave immediatamente nellrsquoesperienza sensibile ed essendo il sog-getto dellrsquoattivitagrave astrattiva in quanto operante altrettanto reale dellrsquoog-getto a cui si rivolge dunque necessariamente incluso in quella realtagravesulla quale opera
115 Abbiamo visto lrsquooggettivo avvicinarsi del concetto dellrsquolaquoIo-pensoraquo allostesso concetto di Dio al punto che Kant insisteva sullrsquoaspetto relazionaledel pensiero e sul necessario concetto complementare di una laquocosa-in-seacuteraquo(cfr nota 109) Fichte che ndash superando il concetto della laquocosa-in-seacuteraquo laquale diventava nientrsquoaltro che quel non-Io appartenente strutturalmenteallrsquoIo ndash giunge al concetto dellrsquolaquoIo-puroraquo osserva con stupita ammirazioneil coincidere dellrsquoAssoluto che di per seacute prendeva forma nella sua filosofiacon lrsquolaquoIo sonoraquo attestato scritturisticamente come nome del Dio biblicoleggiamo in Es 313-14 che laquoMosegrave disse a Dio ldquoEcco io vado dagli Israelitie dico loro Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi Mi diranno Qualegrave il suo nome E io che cosa risponderograve lorordquo Dio disse a Mosegrave ldquoIo sonocolui che sono [ehjeh asher ehjeh]rdquo E aggiunse ldquoDirai agli Israeliti Io-Sonomi ha mandato a voirdquoraquo Egrave poi noto che nella traduzione greca dei LXXehjeh asher ehjeh laquoio sono colui che sonoraquo diventa Ἐγὼ εἰmicroι ὁ ὤν laquoIo sonolrsquoEssenteraquo dunque lrsquoAssoluto come Essente egrave un Io ed egrave questo che pro-voca lrsquoammirato stupore di Fichte Per questa e per tutte le seguenti cita-zioni bibliche La Sacra Bibbia CEI laquoeditio princepsraquo 2008 note e commen-ti di La Bible de Jeacuterusalem nuova edizione 1998 Imprimatur Card CarloCaffarra Arcivescovo Bologna 14 novembre 2008 Per il testo grecoNOVUM TESTAMENTUM GRAECE ET LATINE curato da A Merk SJ Editio deci-ma (Editio prima anno 1933) Romae Sumptibus Pontificii InstitutiBiblici 1984 Imprimatur R P Maurice Gilbert s j Rector PontificiiInstituti Biblici Romae die 12 febr 1984
79II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
sect 22La nuova logica mancante il surrogato estetico
La svolta epocale dellrsquoAssoluto come autocoscienza si prolunga-va poi da Fichte a Schelling nel senso di una maggiore complessitagravedi struttura senza che venisse peraltro risolto il problema della con-traddizione neacute superata lrsquoidea che quel problema si potesse risolve-re solo su un piano diverso da quello logico
Schelling osserva dunque ponendosi esplicitamente sulla via diFichte che data lrsquoopposizione dellrsquoAssoluto in Io e non-Io nonnecessariamente lrsquoAssoluto doveva prendere la forma dellrsquoIo essen-do il non-Io solo mediatore dellrsquoautocoscienza con pari dirittolrsquoAssoluto puograve prendere la forma del non-Io dove a farsi mediatoredi autocoscienza egrave lrsquoIo Nel primo caso si ha lrsquoAssoluto soggettivo cheper essere coscienza di seacute come tale si fa oggetto nel secondo caso siha lrsquoAssoluto oggettivo che per essere cosciente di seacute come tale si fasoggetto Nel primo caso lrsquoAssoluto egrave laquoSpirito [Geist]raquo unitagrave di Io enon-Io in forma di Io nel secondo caso egrave laquoNatura [Natur]raquo unitagrave diIo e non-Io in forma di non-Io Lo Spirito egrave laquoNatura coscienteraquo laNatura egrave laquoSpirito inconscioraquo
Venendo perograve al problema della contraddizione Schellingosservava che questa era insuperabile nella dimensione dellacoscienza ndash il che equivaleva al riconoscimento della scontata man-canza di una soluzione logica per tale problema per Schellingcome per Fichte ndash per cui la stessa soluzione fichtiana che indicala dimensione etica non egrave in veritagrave risolutiva come vorrebbe poi-cheacute questa dimensione si mantiene nellrsquoorizzonte della coscienzadove la contraddizione egrave inevitabile116 La dimensione ndash ancora
116 Fichte egrave dal canto suo perfettamente consapevole di questa contraddizioneirrisolta poicheacute in lui ndash che fa da spartiacque tra criticismo e idealismo ndash lacosa-in-seacute crsquoegrave e non crsquoegrave o piugrave precisamente crsquoegrave per essere negata in un processoche fa dellrsquoAssoluto non un laquoessereraquo ma un laquodover essere [Sollen]raquo infinita-mente differito (cfr sect 21) Questa consapevolezza di Fichte egrave tale da farglipensare che a rigore ha le sue ragioni tanto il temperamento passivo e fata-lista che non prende iniziative ritenendo che tutto sia giagrave determinato (egravequesto il laquodogmaticoraquo) quanto il temperamento attivo che sfida ogni
non logica ndash nella quale la contraddizione puograve essere almeno intui-tivamente superata egrave quella estetica includendo la produzione del-lrsquoopera drsquoarte il momento inconscio dellrsquolaquoispirazioneraquo dunque ilmomento di quella identitagrave dellrsquoAssoluto con se stesso che la di-mensione logica non riesce a restituire
Nel primo laquoidealismoraquo come si vede il problema fondamentaledellrsquoontologia risalente al suo fondatore Parmenide egrave infine postosecondo la sua natura mentre non ne egrave affatto raggiunta la soluzione
sect 23La nuova logica realizzata lrsquoontologia dialettica
Questa soluzione sarebbe stata offerta dallrsquoimponente specula-zione filosofica di Hegel che metteva capo allrsquoontologia dialetticaSi trattava diversamente da quel che pensavano i suoi immediatipredecessori di una soluzione logica e non etica o estetica comepensata da chi non era affatto arrivato a vedere neanche la lontanapossibilitagrave di una soluzione logica117
Il problema era quello di una scienza assoluta dellrsquoAssoluto cherisolvesse la questione della fatale contraddittorietagrave dellrsquooriginariaopposizione ontologica fra essere e pensiero Ciograve egrave stato da noi
80 A POSTORINO
difficoltagrave presente nella realtagrave costituita sapendo che essa egrave strutturalmentesuperabile (egrave questo lrsquolaquoidealistaraquo) cosigrave che lrsquoidealismo come ultima e piugraveavanzata filosofia egrave un modo di essere tipicamente laquogiovanileraquo di controalla senescenza dei temperamenti dogmatici laquoPer essere filosofi ndash posto chelrsquoidealismo si dovesse dimostrare come lrsquounica vera filosofia ndash si deve esserenati filosofi bisogna venir educati ad esserlo ed educare se stessi a diven-tarlo ma non esiste nessuna arte umana che faccia diventare filosofo Egrave perquesto dunque che questa scienza si ripromette pochi proseliti fra gliuomini che sono giagrave fatti e se le egrave consentito sperare allora essa si aspettadi piugrave dai giovani la cui forza innata non egrave ancora stata distrutta dalla fiac-chezza del nostro temporaquo (1a Introduzione alla Dottrina della Scienza)
117 Lrsquoopera in cui si compie questo passaggio egrave quella richiamata nella nota 112GWF HEGEL Wissenschaft der Logik trad it di A Moni Scienza dellaLogica 3 voll Laterza Roma-Bari 1974
mostrato118 e che lo stesso pensiero antico fosse profondamente con-sapevole di questo problema si puograve verificare seguendo lrsquoultimagrande espressione speculativa della grecitagrave classica ossia il neopla-tonismo di Plotino119 Nonostante questa consapevolezza il proble-ma avrebbe attraversato la filosofia patristica e poi scolastica120 consoluzioni non molto diverse da quella neoplatonica ndash che egrave poi la viadella teologia apofatica ndash quindi sarebbe passato nel sottosuolodella filosofia moderna dove lrsquoapofatismo riguardo a Dio avrebbefinito per scaricarsi in qualche modo sullrsquoessere121 traducendosinella nota negazione della metafisica Lrsquoetagrave post-kantiana come si egravevisto poneva infine il problema come devrsquoessere posto ma non erainizialmente in grado di offrirne la soluzione122 Vediamo dunquequale sia la soluzione offerta dallrsquoontologia dialettica
Egrave del tutto incontrovertibile la posizione dellrsquoidentitagrave dellrsquoAssolu-to o dellrsquointero con se stesso laquoA egrave Araquo A = A Ma tale incontroverti-bile identitagrave per essere tale ha bisogno di termini e i termini sonoin modo altrettanto incontrovertibile altri lrsquouno allrsquoaltro laquoA non egraveAraquo A ne A123 Questa alteritagrave non impedisce ma al contrario consente
81II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
118 Cfr sect 19119 LrsquoUno plotiniano che ha in lui la radice di questa contraddizione proprio
per questo egrave laquoinconcepibile [ἀνόητος]raquo (V 3 2) laquoineffabile [ἄρρητον]raquo (V 313) laquoal di lagrave dellrsquoessere [ἐπέκεινα 1ντος]raquo laquoal di lagrave dellrsquoessenza [ἐπέκειναοὐσίας]raquo laquoal di lagrave dellrsquointelligenza [τοῦτο δὲ καὶ νοῦ]raquo laquoal di lagrave del tutto[ἐπέκεινα τῶν πάντων]raquo (V 4 2)
120 Lrsquoesame di questo attraversamento egrave stato condotto nellrsquoarticolo Per untomismo anagogico cit Parte III sectsect 18-23
121 Ricordare in Kant la liquidazione dellrsquoontologia come tale (cfr il testokantiano riportato alla nota 104) e la conseguente inconoscibilitagrave dellalaquocosa-in-seacuteraquo nellrsquointima contraddittorietagrave di tale teorema (cfr quantodetto alla nota 108)
122 Cfr sectsect 20-22123 I due A sono bensigrave identici per essenza ma non lo sono per esistenza poicheacute
lrsquouno egrave laquofuoriraquo dellrsquoaltro se non lo fosse lrsquoidentitagrave non potrebbe essere postamancando la duplicitagrave dei termini della relazione (non egrave qui fuori luogo ricor-dare Duns Scoto a proposito della relazione fra individui cfr sect 15)
82 A POSTORINO
di porre lrsquoidentitagrave si puograve dire che laquoA egrave Araquo solo in quanto A di cui sideve predicare lrsquoidentitagrave con seacute egrave per cosigrave dire laquouscito da seacuteraquo cioegrave siegrave scisso e contrapposto a se stesso creando la situazione in cui laquoAnon egrave Araquo e cosigrave portando in campo i termini necessari per poteraffermare che laquoA egrave Araquo nella duplicitagrave appunto di termini che rendepossibile lrsquoespressione dellrsquoidentitagrave Solo la differenza di laquoesistenzaraquopermette di porre lrsquoidentitagrave di laquoessenzaraquo124
Abbiamo cosigrave una strutturazione di negazioni correlate la ne-gazione di se stesso da parte di ciograve di cui si deve affermare lrsquoiden-titagrave con seacute egrave la laquonegazione primaraquo lrsquoaffermazione dellrsquoidentitagrave deitermini cosigrave venuti a contrapporsi costituisce la laquonegazione secon-daraquo o laquonegazione della negazioneraquo125 affermare lrsquoidentitagrave egrave infattinegare la negazione che egrave necessaria per creare i termini dellrsquoiden-titagrave stessa I tre momenti sono allora A (laquoA egrave Araquo) A ne A (laquoA non egraveAraquo) A ne (ne A) (laquoA non egrave ciograve che non egrave Araquo ossia laquoA egrave Araquo) essendoil primo lrsquoAssoluto soltanto laquoin seacute [ansich]raquo il secondo lrsquoAssolutoche in forza della negazione prima si fa laquoper seacute [fuumlrsich]raquo cioegrave sipone in relazione a se stesso il terzo lrsquoAssoluto che in forza dellanegazione seconda si fa per seacute ciograve che egrave in seacute cioegrave identico a sestesso nella relazione di alteritagrave ed egrave laquoin seacute e per seacute [anundfuumlrsich]raquo
Alla domanda ora su quella fatale contraddizione che sorge conlo stesso sorgere dellrsquoontologia ossia su che fine quella contraddi-zione abbia fatto la risposta egrave che quella contraddizione lungi dal-
124 Le determinazioni dellrsquolaquoessenzaraquo e dellrsquolaquoesistenzaraquo sono qui poste tra vir-golette poicheacute si tratta di determinazioni che nello sviluppo della scienzadella logica si trovano in una posizione piugrave avanzata di quella che quiconsideriamo rivelando una complessitagrave ben maggiore e dovendo quiessere considerate per cosigrave dire in radice
125 Cfr Scienza della Logica cit Vol I Lib I Sez I Cap 2 A c laquoSe non che aquesto proposito importa assai distinguere la negazione come negazioneprima o come negazione in generale [die Negation als erste als Negationuumlberhaupt] dalla negazione seconda la negazione della negazione [von derzweiten der Negation der Negation] Questrsquoultima egrave la negativitagrave concretaassoluta [die konkrete absolute Negativitaumlt] la prima invece non egrave che lanegativitagrave astratta [die abstrakte Negativitaumlt]raquo
83II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
lrsquoessere un errore da emendare egrave strutturalmente interna allrsquoAsso-luto in quanto questo egrave autocoscienza o opposizione di seacute a seacute126Ciograve perograve non significa che la contraddizione logica abbia lrsquoultimaparola (alla quale si possa reagire solo sul terreno etico o su quelloestetico) la contraddizione infatti essenziale allrsquoaffermazione del-lrsquoidentitagrave egrave conservata in questa affermazione e insieme superata Lacontraddizione cioegrave egrave laquotolta [aufgehoben]raquo ossia egrave come inseritairremovibilmente nella memoria oggettiva di un essere che solopassando per essa puograve arrivare a porre la propria necessaria iden-titagrave con seacute Il laquotogliere [aufheben]raquo e il laquotoglimento [Aufhebung]raquosono cosigrave le nuove categorie di unrsquoontologia che da esse egrave intera-mente attraversata e strutturata127
126 Fichte giagrave perveniva a questa conclusione dando allrsquoAssoluto la figuradellrsquoIo (cfr sect 20) e Schelling la confermava nella doppia figura delloSpirito e della Natura (cfr sect 22) anche se nessuno dei due era poi in gradodi dare la soluzione logica del problema
127 Cfr Scienza della Logica cit Vol1 Lib1 Sez1 Cap1 C 3 Nota pp121-122laquoQuello del togliere e del tolto [Aufheben und dasAufgehobene] (ossia dellrsquoideale[das Ideelle]) egrave uno dei piugrave importanti concetti della filosofia egrave una determi-nazione fondamentale [eine Grundbestimmung] che ritorna addiritturadappertutto e di cui occorre cogliere precisamente il senso distinguendolain particolar maniera dal nulla ndash Quello che si toglie non perciograve diventanulla [was sich aufhebt wird dedurch nicht zu Nichts] Nulla egrave lrsquoimmediato[Nichts ist das Unmittelbare] Ciograve che egrave tolto allrsquoincontro egrave un mediato [einAufgehobenes dagegen ist ein Vermitteltes] egrave un non essere ma comerisultato [as Resultat] derivato da un essere Quindi ha ancora in seacute la deter-minatezza da cui proviene [es hat daher die Bestimmtheit aus der es her-kommt noch an sich] La parola togliere ha nella lingua il doppio sensoper cui val quanto conservare ritenere e nello stesso tempo quanto far ces-sare metter fine Il conservare stesso racchiude giagrave in seacute il negativo chequalcosa egrave elevato dalla sua immediatezza e quindi da una esistenza aper-ta agli influssi estranei affin di ritenerlo ndash Cosigrave il tolto egrave insieme un con-servato [So ist das Aufgehobene ein zugleich Aufbewahrtes] il quale haperduto soltanto la sua immediatezza ma non perciograve egrave annullatoraquo
84 A POSTORINO
sect 24Struttura dellrsquoontologia dialettica
Lrsquoontologia passava cosigrave dallrsquoavere una struttura statica ndash indi-spensabile a una scienza dellrsquoessere che secondo necessitagrave egrave immu-tabile ndash allrsquoavere una struttura dinamica ndash lrsquoontologia dialettica sisviluppa in un processo inesorabile che muove dal piugrave astrattoverso il piugrave concreto ndash e tuttavia ancora non si tratta di una con-traddizione fra mutevole e immutabile Per comprendere questobisogna osservare minimamente il prendere avvio di questa onto-logia osservando che il processo dialettico egrave secondo una figuragiagrave aristotelica un laquoavere se stesso come proprio fineraquo128 laddovelrsquoimmutabile include nella propria immutabilitagrave gli stessi passaggiche visti astrattamente si configurano come un mutamento Es-sendo lrsquooggetto dellrsquointera ontologia dialettica lrsquoAssoluto o lrsquointerouna scienza assoluta dellrsquoAssoluto deve cominciare con lrsquoassumerela veritagrave dellrsquointero per come essa puograve darsi in modo incontroverti-bile per poi mostrare come da tale veritagrave sorgano i predicati neces-sari dellrsquointero che in seacute sono giagrave in lui nella loro eterna immutabi-litagrave mentre per farsi per seacute e ritrovare quindi lrsquounitagrave con ciograve cheerano giagrave in seacute si deve produrre un processo o uno sviluppo dal-lrsquoimmutabile allrsquoimmutabile attraverso un apparente mutamento ilquale perograve non significa altro che il venire in luce di ciograve che giagraveimmutabilmente era nel profondo dellrsquoAssoluto
Dunque lrsquointero puograve fare da laquocominciamento [Anfang]raquo del pro-cesso dialettico solo nella forma massimamente astratta dellrsquolaquoimme-diato indeterminato [unbestimmt Unmittelbar]raquo cioegrave della totalitagravepresente al pensiero dalla quale lrsquoattivitagrave astrattiva ha cancellato
128 La figura aristotelica a cui si fa riferimento egrave la ἐντελέχεια sinonimo diἐνέργεια ed entrambi significanti lrsquolaquoattoraquo opposto alla δύναmicroις o laquopotenzaraquoOra lrsquoatto egrave la realizzazione dellrsquoessenza per virtugrave propria dellrsquoente la virtugravepropria egrave espressa da ἐνέργεια composto da ἐν-ἔργον laquoavere in seacute il propriooperareraquo mentre la realizzazione dellrsquoessenza la quale muovendo daPlatone egrave il bene dellrsquoente e quindi il suo fine egrave espressa da ἐντελέχεια com-posto da ἐν-τέλος-ἔχειν laquoavere in seacute il proprio fineraquo o appunto laquoavere sestesso quale proprio fineraquo
qualunque determinazione Chiedendosi ora che cosa incontrovertibil-mente sia questa immediata indeterminatezza priva di differenze illinguaggio ordinario oggi come al tempo di Parmenide rispondeche si tratta del puro laquoessere [Sein]raquo Ora osserviamo perograve che dataquesta massima astrattezza di quel necessario predicato dellrsquointeroche egrave lrsquolaquoessereraquo tale predicato non esaurisce la determinatezza in seacutedellrsquointero essendo quindi un altrettanto necessario predicato del-lrsquointero tutto ciograve che quel primo predicato lascia fuori di seacute ossiatutto ciograve che lui non egrave o il suo laquocontrarioraquo Ma il contrario di laquoessereraquoegrave laquonulla [Nichts]raquo e risulta cosigrave che lrsquointero da un lato egrave laquoessereraquo dal-lrsquoaltro egrave laquonullaraquo (e lrsquointuizione piugrave elementare conferma immediata-mente questa veritagrave apparentemente paradossale quella totalitagrave chelrsquoastrazione rende vuota e priva di differenze corrisponde tanto alpensiero del puro laquoessereraquo quanto al pensiero del puro laquonullaraquo) Dettoper inciso questa non egrave affatto una caduta nichilistica al contrario egravelrsquoevidente dimostrazione che ciograve che chiamiamo laquonullaraquo e pensiamocome laquonullaraquo proprio per il fatto che lo chiamiamo e lo pensiamodimostra di non essere il vero nulla che egrave effettivamente impensabilee innominabile come dichiarava solennemente Parmenide Ciograve chenoi pensiamo anche se lo chiamiamo laquonullaraquo egrave lrsquoessere poicheacute ndash diceParmenide tetragono di fronte a qualunque laquoparricidioraquo ndash laquolo stessoegrave il pensare e lrsquoessereraquo
Ora tanto lrsquolaquoessereraquo che il laquonullaraquo in quanto ciascuno egrave per sestesso lrsquoimmediato indeterminato del cominciamento non hanno inloro la determinatezza del non essere lrsquouno lrsquoaltro se penso laquoessereraquo emi trovo di fronte a un vuoto assoluto privo di differenze concludoche ciograve che sto pensando non egrave altro che laquonullaraquo mentre se pensolaquonullaraquo e mi trovo di fronte a quel medesimo vuoto assoluto midico che peraltro esso egrave ciograve che egrave ossia vuoto assoluto e come talenon egrave altro che laquoessereraquo Cosigrave lrsquolaquoessereraquo diviene laquonullaraquo il laquonullaraquodiviene laquoessereraquo e questa determinatezza il laquodivenire [Werden]raquo legaimmutabilmente quei due immutabili che sono lrsquoessere e il nulla e si ponecosigrave come un terzo predicato incontrovertibile dellrsquointero che perogravenon si aggiunge casualmente dallrsquoesterno neacute sorge da una riflessionesempre possibilmente arbitraria tale nuovo predicato infatti contie-ne i due precedenti e la loro relazione negando ndash per quanto ancorasolo implicitamente ndash la negazione per la quale lrsquouno laquonon egraveraquo lrsquoaltro
85II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
86 A POSTORINO
(infatti lrsquouno si fa lrsquoaltro) e cosigrave togliendo ndash per quanto ancora soloimplicitamente ndash la contraddizione dellrsquoessere lrsquointero tanto lrsquounoquanto lrsquoaltro
Essere nulla e divenire costituiscono la prima assoluta delletriadi dialettiche che si succedono nello sviluppo di questa ontolo-gia Tutte le successive sono assolutamente omologhe presentan-do lrsquoopporsi a seacute del concreto raggiunto per il toglimento degliopposti astratti con instaurazione della contraddizione dellrsquoesserelrsquointero connotato da due predicati opposti e col toglimento di talecontraddizione nel concreto successivo a sua volta destinato adopporsi a seacute col suo intero bagaglio di contraddizioni poste e poitolte in un crescendo di concretezza Cosigrave il divenire si oppone a seacutecome laquonascere [Entstehen]raquo e laquoperire [Vergehen]raquo la contraddizionefra i quali si toglie nel concreto dellrsquolaquoesserci [Dasein]raquo che si oppo-ne a seacute come laquorealtagrave [Realitaumlt]raquo e laquonegazione [Negation]raquo la con-traddizione fra le quali si toglie nel concreto laquoqualcosa [Etwas]raquocorrispondente allrsquolaquoenteraquo della metafisica classica ossia allrsquoesseredeterminato nel quale la struttura della laquonegazione della negazio-neraquo viene infine ad essere posta come tale129 E cosigrave via finoallrsquolaquoidea assoluta [die absolute Idee]raquo vertice della concretezza nelquale ogni contraddizione egrave infine tolta ossia posta superata econservata
129 Il laquoqualcosa [Etwas]raquo ndash dice Hegel ndash egrave laquola prima negazione della negazione[die erste Negation der Negation] come semplice essente relazione a seacute [einfa-che seiende Beziehung auf sich] con essa lrsquoessere egrave dentro di seacute [Insichsein] ed egravecosigrave un ente determinato [Dasein = essere determinato Daseiendes = entedeterminato]raquo Come tale egrave laquoil cominciamento del soggetto [der Anfang desSubjekts]raquo avendo qui il laquosoggettoraquo il valore assolutamente oggettivo del-lrsquoessere il primo dei due termini di una predicazione stante lrsquoaffermazionelaquoA egrave Araquo A egrave prima di tutto un qualcosa (cfr Scienza della Logica cit Vol ILib I Sez 1 Cap 2 A c)
sect 25Persistenza nichilistica nellrsquoontologia dialettica
Nellrsquoontologia dialettica egrave superato ogni dualismo fra essere epensiero e cosigrave egrave sanata la contraddizione che affetta lrsquoontologiafin dal suo sorgere In questo senso ndash giagrave lo si egrave detto ndash si tratta diun approdo epocale il cui precedente cammino coincide con lrsquoin-tera storia della filosofia
Ciograve che resta da vedere ndash e la questione non egrave cosigrave semplice econsequenziale come potrebbe sembrare ndash egrave se in questo approdosia superato il momento nichilistico che il dualismo fondamentaleha sempre avuto come conseguenza diretta e in un certo sensocome causa Per verificare questo punto non si deve ispezionareminutamente lrsquoontologia dialettica per vedere se il nichilismoalberghi in qualcuno dei suoi recessi piugrave intimi e meno evidenti ndashunrsquooperazione di questo genere si annuncia fin dallrsquoinizio comeinutile e oziosa dato che il procedere dellrsquoontologia dialettica allaluce di quel principio di non contraddizione che essa stessa fondae che fa porre come necessario ogni suo sviluppo esclude in par-tenza una qualche segreta equivalenza fra lrsquoessere e il nulla indici-bile della filosofia parmenidea Il problema si fa invece piugrave perspi-cuo osservando la relazione fra lrsquointero edificio presentato dallascienza della logica e lrsquoesperienza originaria per astrazione dallaquale si egrave costituito il laquocominciamentoraquo di questa scienza
Tale laquocominciamentoraquo come laquoimmediato indeterminatoraquo si egravevisto costituirsi mediante lrsquoastrazione radicale da qualunque determi-nazione presente nellrsquoesperienza immediata Questa astrazione radi-cale presentava incontrovertibilmente il proprio oggetto come lrsquointero(porre che non sia lrsquointero significa porre dei confini tra esso e lrsquointeroma i confini sono determinazioni e queste determinazioni nel comin-ciamento non ci sono in quanto proprio da esse si fa astrazione)Lrsquoopporsi poi questrsquooggetto a se stesso come primo passo dellrsquoon-tologia dialettica che finisce per determinare tutti i predicati in-controvertibili dellrsquointero significa che qualunque cosa sia lrsquooggettodalle cui determinazioni il cominciamento fa astrazione lrsquointerointeso come lrsquoimmediato indeterminato risultante da quellrsquoastrazio-ne ha necessariamente tutti i predicati universali che risultano almodo visto dello sviluppo dialettico
87II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
Ciograve che in questa complessiva strutturazione finisce per fareproblema egrave quel qualunque cosa sia lrsquooggetto dalle cui determinazio-ni il cominciamento fa astrazione proprio per poter essere comin-ciamento In tale oggetto originariamente presente infatti e laquopre-cedenteraquo lrsquoinizio della scienza della logica concludente allrsquoontolo-gia dialettica vi sono sicuramente quegli individui che stanno alfondo di qualunque universalitagrave e che proprio in quanto comeindividui sono altro dallrsquoindividualitagrave che li accomuna130 non pos-sono raccordarsi in sistema come pur nella scienza della logicaaccade facendo anche di essi un predicato dellrsquointero ma appuntoin quanto raccordati in sistema131 Considerati invece nella loroinvalicabile e incomunicante unicitagrave ndash quali sono al fondo dellaquocominciamentoraquo e vi restano per lrsquointero sviluppo della scienzadella logica che su di esso si costituisce ndash unicitagrave che li oppone sianella contemporaneitagrave sia nella successione essi sono in un rap-porto tale che lrsquouno egrave il nulla dellrsquoaltro e che ciascuno viene dal pro-
88 A POSTORINO
130 Egrave ancora come si ricorderagrave il tema dellrsquohaec e dellrsquohaecceitas (cfr sect 15) acui si applicava la formidabile sottigliezza del pensiero di Duns Scoto
131 Anche di ciograve si egrave trattato nellrsquoarticolo Per un tomismo anagogico cit ParteIV sect 27 e ci sembra opportuno riportare un passo da quellrsquoarticolo laquoOrala questione egrave se tale movimento del pensiero verso la manifestazione perseacute del concreto soltanto in seacute da cui egrave partito possa raggiungere gli enti indi-viduali che in quel concreto soltanto in seacute restano nascosti e la risposta egraveche puograve raggiungerli formalmente quali ldquomisurerdquo ndash ciascuno per seacute irripe-tibile unitagrave di qualitagrave e quantitagrave ndash nel sistema universale della ldquomisura[Maszlig]rdquo ma non puograve raggiungerli nella loro singolare e irripetibile fisiono-mia poicheacute da tale singolare e irripetibile fisionomia si fa inizialmente astra-zione compendiando lrsquointero col suo interno divenire nellrsquoldquoimmediatoindeterminatordquo e facendo sorgere da lui con necessitagrave le determinazionicapaci di costituirsi come suoi predicati Ora i singoli enti individuali sonocerto predicati dellrsquointero ma nel sistema che li correla o anche se si vuoleciascuno per seacute ma come recante in seacute lrsquoessenza formale dellrsquointero rela-zionale del quale egrave momento e che egrave sorto dalla dialettica mentre il lorocontenuto singolare va perduto cioegrave resta al fondo dellrsquoimmediato indeter-minato da cui la dialettica prende le mosse [hellip]raquo
89II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
prio nulla e vi ritorna Il nichilismo egrave dunque fuori dellrsquoontologiadialettica ma in qualche modo resta al suo fondo non visto
Che questa non sia una nostra illazione che presuma di criticarelrsquoontologia dialettica come se questo fosse facile e come se si potesseprendere Hegel in fallo vediamo come questi sappia con assolutachiarezza ciograve che noi andiamo dicendo e ne parli con sicurezza e per-tinenza nellrsquoaffrontare quello sviluppo dialettico per il quale lrsquoIdeaassoluta ndash vertice concreto raggiunto dalla scienza della logica ndash sioppone a se stessa come Natura per poi tornare in seacute come Spirito132Qui si fa chiaro ed egrave chiaramente affermato che resta nella naturauna laquocontraddizione insoluta [unaufgeloumlste Widerspruch]raquo133 in quantovi egrave una laquoimpotenza della natura [Ohnmacht der Natur]raquo a togliere lacontraddizione che resta in lei Si dice poi con la massima precisioneche laquoquella impotenza della natura pone limiti alla filosofia [JeneOhnmacht der Natur setzt der Philosophie Grenzen]raquo134 e con ciograve si toccaquel problema che noi abbiamo indicato come una segreta persisten-za del nichilismo nellrsquoontologia dialettica
sect 26Lrsquolaquointeroraquo e la laquototalitagrave del realeraquo
negazione destinale dellrsquoincontrovertibile
Egrave questa segreta ipoteca non sciolta a far sigrave che lrsquoontologia dia-lettica venga a costituirsi come un punto drsquoapprodo della massimaimportanza ma non ancora come il fine ultimo da raggiungersiper il compimento risolutivo della problematica ontologica
Lrsquoorizzonte dellrsquoontologia dialettica infatti a causa dellrsquoinsuperatofondo nichilistico viene a costituirsi come autocoscienza imperfetta del-lrsquointero135 cadendo in quella destinalitagrave che Gustavo Bontadini
132 Si tratta degli sviluppi presenti in GWF HEGEL Enzyklopaumldie der philo-sophischen Wissenschaften 1817 trad it di B Croce Enciclopedia delle scienzefilosofiche in compendio 2 voll Laterza Bari 1907 19805 sectsect 247-251
133 Cfr ivi sect 248 p 221134 Cfr Ivi sect 250 p 224135 Cfr ancora Per un tomismo anagogico cit Parte IV sectsect 26-27
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indicava distinguendo fra il concetto dellrsquolaquointeroraquo e quello dellalaquototalitagrave del realeraquo136 Il primo egrave lrsquoambito nel quale laquounaraquo filosofiaconduce la sua riflessione dandosi un oggetto assunto come laquotota-litagrave del realeraquo essendo perograve tale oggetto sempre meno dellrsquolaquointeroraquoche sempre lo contiene ma con una eccedenza
Lrsquoorizzonte di questa laquounaraquo ndash qualunque ndash filosofia che Bontadinichiama laquopiano taletianoraquo (in omaggio a Talete primo filosofo) coin-cide col luogo della ricerca di quel laquoprincipioraquo che unifica ciograve cheviene assunto come laquototalitagrave del realeraquo e il cui carattere di laquototalitagraveraquoin quanto sempre ecceduta dallrsquolaquointeroraquo si riveleragrave soltanto astrattoo formale Ciograve significa che qualcosa cade fuori da quella determina-zione formale facente capo al laquoprincipioraquo e resta indeterminato colche la supposta laquototalitagrave del realeraquo trovandosi ecceduta da questoqualcosa e cosigrave autocontraddittoria tende ad integrarlo portandosiallrsquoaltezza del proprio concetto dunque dando un nuovo contenutoal laquopiano taletianoraquo Il processo egrave destinato a ripetersi e il nuovooggetto assunto sul piano taletiano come totalitagrave del reale verragrave anco-ra trasceso dallrsquointero che lo conterragrave con lrsquoeccedenza di un ulterioreindeterminato che sfugge ancora alla determinazione formale origi-nante dal nuovo laquoprincipioraquo
Ogni assunzione di totalitagrave risulteragrave cosigrave limitata sul piano strut-turale e relativizzata sul piano storico un sapere che pretende didominare la totalitagrave senza potersi liberare dalla parzialitagrave e che pre-tende allrsquoassolutezza senza potersi liberare della relativitagrave Cosigrave ognilaquofilosofiaraquo ndash questa sembra essere la destinalitagrave della radice nichili-
136 Cfr G BONTADINI Per una filosofia neoclassica in Conversazioni di metafisicaintroduzione di A Bausola Vita e Pensiero Milano 1995 tomo I pp 269-270laquoOccorre naturalmente ad evitare fraintendimenti [] non confonderelrsquoIntero con la Totalitagrave del reale LrsquoIntero egrave lrsquoambito entro cui si indagaintorno alla Totalitagrave del reale in cui si pone lrsquoidea di questa totalitagrave e il rela-tivo problemaraquo I due termini ndash dice Bontadini ndash sembrano sinonimi ma nonlo sono e laquoad evitare lrsquoinganno della sinonimia giova riportare altre espres-sioni che possono ridare il concetto dellrsquointero come implesso originariostruttura originaria orizzonte circonfondente ordine teoretico e altreraquo
91II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
stica ndash cadendo fatalmente in contraddizione col proprio assunto diavere quale oggetto la totalitagrave continuamente deve dimettere la pre-tesa allrsquoincontrovertibilitagrave e accontentarsi dello statuto di veritagrave par-ticolare ndash sempre si intende che i propri interni nessi di necessitagravesiano coerenti ndash che puograve stare semplicemente accanto a unrsquoaltra laquofilo-sofiaraquo altrettanto coerente con se stessa accettando lrsquoidea che la scel-ta di lei o della veritagrave con lei concorrente sia libera e arbitraria e chela scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra sia altrettanto possibile quanto lo egrave ilrifiuto dellrsquouna o dellrsquoaltra ovvero di entrambe
Cosigrave seguendo il filo conduttore non strutturale ma storicolrsquoontologia dialettica ndash che egrave sicuramente la maggiore e piugrave com-plessa costruzione teorica dellrsquointera storia della filosofia da moltivista come il suo irreversibile compimento onninclusivo ndash finivaper essere soltanto la piugrave recente posizione della laquototalitagrave delrealeraquo nellrsquoorizzonte taletiano destinata ad essere travolta da unindeterminato che si opponeva a lei nellrsquointero negando la sua pre-tesa ultimativitagrave137
sect 27Lrsquoapprodo attualistico e lrsquoassolutizzazione del divenire
Crsquoegrave un unico modo ndash dice ancora Bontadini ndash per arrestare la de-stinale crisi dellrsquoorizzonte taletiano in quanto lrsquooggetto posto in essocome totalitagrave reale sia inevitabilmente trasceso da unrsquoeccedenza inde-terminata allrsquointerno dellrsquointrascendibile orizzonte dellrsquointero Questounico modo egrave la rinuncia a pensare che la totalitagrave del reale da porsi
137 Ciograve non egrave unrsquoastratta ipotesi di scuola ma egrave una concreta effettualitagrave stori-ca che sta sotto il segno dellrsquoanimosa e veemente critica del sistema hege-liano (Schopenhauer Marx Kierkegaard Comte per non citare che i nomipiugrave noti) Per non dire che lo stesso Gentile che pur dalla filosofia hegelia-na muove e della quale egrave in qualche modo un epigono ndash sia pure di asso-luto e autonomo valore ndash afferma la necessitagrave di andare oltre Hegel giudi-cato come lrsquoultimo e superiore produttore di un contenuto di ciograve cheBontadini chiama il laquopiano taletianoraquo essendo qualunque contenuto unalaquototalitagrave del realeraquo destinata ad essere ecceduta nellrsquolaquointeroraquo
92 A POSTORINO
nellrsquoorizzonte taletiano sia un contenuto di veritagrave poicheacute nessuncontenuto puograve evitare di essere trasceso nellrsquointero da quellrsquoinde-terminato eccedente che lo priva della sua incontrovertibilitagrave Larinuncia al contenuto egrave lrsquoapprodo a un formalismo puro lrsquoorizzontetaletiano constatata la destinalitagrave di ogni formulazione contenuti-stica della totalitagrave del reale a farsi parzialitagrave ecceduta e cosigrave contro-vertibile pensa la veritagrave come forma della totalitagrave del reale e taleforma egrave cosigrave incontrovertibilmente la forma dellrsquointero come taleintrascendibile e infine incontrovertibile come lrsquooggetto del pianotaletiano cerca di essere fin dallrsquoinizio
Questrsquoapprodo ndash continua Bontadini ndash non egrave unrsquoipotesi astrattama qualcosa di giagrave accaduto nello sviluppo filosofico si tratta dellrsquoat-tualismo gentiliano che muove bensigrave dallrsquoontologia dialettica macogliendo in essa quanto resta di parziale rendendola esposta al tra-scendimento nellrsquoorizzonte dellrsquointero138 procede al di lagrave di lei perve-nendo infine allrsquoincontrovertibilitagrave ma al prezzo della rinuncia allaveritagrave di qualunque contenuto stabile che non sia il puro atto di ciograve cheegrave presente e che subito dilegua vanificando qualunque positiva stabi-litagrave Alla fine di una storia piugrave che bimillenaria lrsquoessere consumatitutti i tentativi di regolamentare e cosigrave governare il divenire giungein qualche modo alla conclusione di identificarsi con esso lrsquoatto delpensiero pensante coincide col porre se stesso come pensiero pensato esolo a fronte di se stesso cosigrave trasceso mantenersi come pensante maper cadere ancora nel pensato non appena si rivolge a se stessovedendosi pensante ossia pensandosi come pensante e facendo cosigravedi se stesso pensante un pensato Non vi egrave altra oggettivitagrave chelrsquoeterno farsi oggetto dellrsquoeterna soggettivitagrave opponentesi a se stessa ecosigrave confermantesi nel negarsi lrsquounico essere egrave lrsquoessere del divenire
Si trattava di un approdo che altrove abbiamo definito laquogran-diosamente fallimentareraquo139 poicheacute era la vittoria sul nemico otte-nuta identificandosi semplicemente con lui con lrsquounico vantaggio
138 Cfr quanto detto nel precedente sect 26139 Cfr il nostro precedente articolo Il concetto della laquocreatio ex nihiloraquo Ipoteca
nichilistica e rigorizzazione metafisica in laquoSacra Doctrinaraquo 62 1 (2017)pp 199-269 Parte IV sect 24
93II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
di dare a lui il proprio nome mentre se ne assume completamentelrsquoidentitagrave Bontadini ritiene che lrsquoattualismo gentiliano sia il punto diapprodo dellrsquointera storia della filosofia drsquoaltronde inaccettabile co-me tale Il problema che egli si poneva dunque era lrsquooltrepassamentodi questo estremo approdo140 aprendo la prospettiva di una rifon-dazione della metafisica che potesse far fronte a tutte le difficoltagraveincontrate nella lunga e tormentata storia dellrsquoontologia una meta-fisica laquorigorizzataraquo141 che fosse davvero il punto drsquoarrivo ndash stavoltapienamente accettabile ndash dellrsquointero sviluppo filosofico
140 Cfr ivi Parte IV sect 23 Riportiamo anche qui i passi bontadiniani riportatiin quellrsquoarticolo che egrave da G BONTADINI Come oltrepassare Gentile (1965) inConversazioni di metafisica cit p 168 laquoSecondo il Gentile la risoluzionedel logo astratto nel concreto (che corrisponde poi speculativamente allarisoluzione del presupposto naturalistico in quanto tale) non egrave un guada-gno storico che una volta conseguito debba essere passato allrsquoarchivio[] ma egrave qualcosa di permanente [] Il pensiero cioegrave dovrebbe conti-nuamente strutturalmente alienare da seacute lrsquooggetto per poi rifarne il recu-pero In tale situazione il formalismo assoluto si presenta come un tra-guardo definitivo ndash proprio in quanto mai definitivo ndash e come un limiteinsuperabileraquo E ancora laquoMa se la tesi attualistica viene portata fuori daquella dialettica del soggetto e dellrsquooggetto che essa ha il merito peculiaredi aver consumato se viene portata al competente livello della pura edassoluta dialetticitagrave [] allora anche questo irrigidimento quasi ipostatiz-zazione dellrsquoassunto attualistico si scioglie ed il puro formalismo si pre-senta in tutta la sua infinita disponibilitagrave Questo formalismo assoluto dicui vorremmo mettere in risalto la funzione speculativa (cioegrave propriamen-te laquofilosoficaraquo nel senso millenario del termine) consiste in effetti nellasemplice posizione della figura dellrsquoIntero corrispondente allrsquoAtto genti-liano o allrsquoIo trascendentale (che veniva chiamato io ancora per inerziagnoseologistica) Figura che trova altri corrispondenti nella filosofia con-temporanea come si vorragrave concedere quando in essa si veda essenzial-mente lrsquoorizzonte della comprensione assolutaraquo
141 Sulla laquorigorizzazioneraquo bontadiniana e sul suo sostanziale sviluppo nel-lrsquoontologia severiniana cfr quanto detto nella nota 18
94 A POSTORINO
sect 28Superamento dellrsquoapprodo attualistico e persistenza nichilistica
Oltrepassare qualcosa significa superarlo conservandolo142 e que-sto cerca di fare Bontadini riguardo a Gentile da un lato accettando-ne come insuperabile la concezione dellrsquouniversale divenire dallrsquoal-tro emendando questa concezione dalla positiva presenza del nullaimplicata dal divenire ontologico143 positiva presenza esclusa da ciograveche Bontadini chiama il laquoprincipio di Parmenideraquo144
142 Lrsquoaufheben hegeliano si colloca in veritagrave ancora sotto il presidio categorialedel laquoparricidioraquo platonico (cfr sect 12) nel senso che la veritagrave necessariaresta in ogni caso intangibile mentre il pensiero procede altrettanto neces-sariamente al di lagrave di essa conservandola quale elemento portante di unastruttura che va sviluppando la sua complessitagrave
143 Ciograve puograve non essere subito chiaro poicheacute nel divenire si ha passaggio dal nullaallrsquoessere e dallrsquoessere al nulla mentre non sembra si dia quella identificazionedellrsquoessere col nulla che caratterizza il nichilismo (per il significato adottato diquesto termine poi largamente adoperato nel presente scritto cfr la nota 19)Si tratta perograve soltanto di uno sguardo superficiale che non mostra la veritagravepiugrave profonda nelle cose Posto infatti che i tre momenti del divenire sianoun A che egrave laquonullaraquo un B che egrave laquoessereraquo e un C che egrave di nuovo laquonullaraquo il pas-saggio da A a B egrave il momento del divenire nel quale il nulla diviene essere eil passaggio da B a C egrave il momento nel quale lrsquoessere di nuovo diviene nullaOra ciograve che quel primo sguardo non vede egrave che quando A sia divenuto B ndashil nulla sia divenuto essere ndash essendolo divenuto ora lo egrave dunque il nulla egraveessere E quando B sia divenuto C ndash lrsquoessere sia divenuto nulla ndash essendolodivenuto ora lo egrave dunque lrsquoessere egrave nulla
144 Cfr G BONTADINI La metafisica nella filosofia contemporanea Principio dellametafisica in ID Dal problematicismo alla metafisica (1952) introduzione diP Faggiotto Vita e Pensiero Milano 1996 p 211 laquoIl principio della metafisi-ca afferma la impossibilitagrave che lrsquoessere sia originariamente limitato dal nonessere [] Non esclude la positivitagrave o plasticitagrave del negativo simpliciter que-strsquoultima esclusione egrave propria dellrsquoeleatismo il quale perciograve nega la stessapossibilitagrave del divenire Nonostante questa esorbitanza ndash alla quale si ovviacon la distinzione appunto dellrsquooriginario dal partecipato ndash siccome il
95II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
Si tratta allora da un lato di riconoscere senza riserve ciograve chelrsquoesperienza ci pone di fronte guidando il pensiero allrsquoesito attuali-stico da un altro lato di laquosalvareraquo lrsquoessere dallrsquoassurda identifica-zione col nulla Ciograve si puograve realizzare ndash pensa Bontadini ndash integran-do il laquoprincipio di Parmenideraquo ndash dettato dallrsquoassoluta ragione filo-sofica ndash col laquoprincipio di creazioneraquo il quale non egrave come superfi-cialmente si puograve pensare un semplice dettato della fede che laragione possa negare ma egrave altrettanto un dettato della ragione filo-sofica ndash soltanto orientata dalla fede ndash che si metta in cerca delsuperamento dellrsquoinammissibile dualismo che segna la concezionegreco-classica145
Dunque nel divenire che lrsquoesperienza ci mette di fronte trascor-rono infinite determinazioni positive che apparentemente sorgonodal nulla e tornano nel nulla Il loro essere perograve non puograve andare per-duto e infatti sussiste eternamente in Dio Che poi Dio debba esisterecome questa totalitagrave di determinazioni essenti in atto Bontadini lomostra tornando alle prove aristotelico-tomistiche ma non in fun-zione di suffragio bensigrave per una critica meditata che le superi inpositivo La critica sta nellrsquoosservare che la categoria di causalitagraveche regge quelle prove prima di tutto si fonda su un semplice pre-supposto ndash il presupposto che ciograve che si muove sia mosso da altroescludendo pregiudizialmente che possa muoversi di per seacute ndash e insecondo luogo in quanto categoria non regge alla critica radicalead essa rivolta dal pensiero moderno146
Principio si trova contenuto (anche se non esattamente formulato) per laprima volta nella storia della filosofia occidentale nello stesso eleatismo cosigraveesso puograve ad honorem esser chiamato Principio di Parmenideraquo
145 Del dualismo insuperato che informa la concezione classica ci si egrave occupatitanto nellrsquoarticolo Per un tomismo anagogico cit quanto nellrsquoarticolo Il con-cetto della laquocreatio ex nihiloraquo cit
146 La critica del concetto di laquocausaraquo egrave dovuta soprattutto al pensiero di DavidHume nelle opere laquoTrattato sulla natura umanaraquo (A Treatise of HumanNature 1740) e laquoRicerca sullrsquointelletto umanoraquo (An Enquiry ConcerningHuman Understanding 1748) Hume assumendo rigorosamente il princi-pio empiristico per il quale non crsquoegrave veritagrave dove non ci siano laquoimpressioniraquo
96 A POSTORINO
Una prova dellrsquoesistenza di Dio franca da questi difetti e mossada una genuina necessitagrave si ha invece proprio dalla connessione frail laquoprincipio di Parmenideraquo e il laquoprincipio di creazioneraquo Rinuncian-do al presupposto che regge le antiche prove cioegrave lrsquoomne quod move-tur ab alio movetur si deve quindi mettere in campo la possibilitagrave checiograve che si muove non sia mosso da altro ma si muova di per seacute Soloche ammesso questo si deve ammettere la coincidenza fra lrsquointero eil divenire ndash che egrave poi la posizione attualistica ndash e questa ammissio-ne implica una originaria limitazione dellrsquoessere da parte del non essere ilche implica a sua volta una positiva sussistenza del nulla ndash ciograve che egraveescluso dal laquoprincipio di Parmenideraquo In veritagrave non sussiste che lrsquoesseree lrsquoessere egrave eternamente raccolto in se stesso in tutte le sue infinite de-terminazioni dunque tutto ciograve che come si egrave detto si fa presente neldivenire che lrsquoesperienza ci pone di fronte deve sussistere eterna-mente in Dio e ciograve che resta da spiegare egrave il nostro vederlo sorgeredal nulla e tramontare nel nulla
Subentra qui il laquoprincipio di creazioneraquo pensato come eterna rela-zione fondativa fra Dio immutabile nel quale si raccoglie la totalitagravedellrsquoessere e mondo diveniente nel quale questa totalitagrave appare for-malmente ma non nella sua interezza materiale presentandosi glienti dispersi nello spazio e nel tempo Dio stesso ndash egrave da osservare ndashha in lui la dimensione del divenire o dellrsquoessere mutevole ndash essa egraveinfatti per se stessa una realtagrave che come tale non puograve non esserecontenuta in Dio ndash ma ce lrsquoha come essere cioegrave come immutabile e ilfarla sussistere fuori di lui come luogo della necessaria contraddizionendash tale egrave infatti il mondo separato da Dio ndash egrave il prodotto di una liberavolontagrave eternamente attuata Dio crea il mondo che egrave il luogo in cui
ndash cioegrave determinazioni forti e vivaci rispetto alle quali il pensiero sente dinon avere alcun potere ndash osserva che quando per esempio si lanci una pallada biliardo colpendone unrsquoaltra si attribuisce al moto della prima il poterecausale di determinare il moto della seconda mentre di questo potere non viegrave impressione lrsquoimpressione riguarda bensigrave la successione dei moti ma non ilpotere del primo sul secondo pertanto il pensiero tende a caricare lrsquoelemen-to precedente di qualcosa di inverificabile a cui da ultimo non si puograve attri-buire veritagrave
97II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
gli enti mostrandosi in relazione col nulla sono coinvolti essen-zialmente nella contraddizione ma questa contraddizione nontocca lrsquoessere di Dio che fa essere fuori di seacute il luogo della contrad-dizione che egrave in lui incontraddittoriamente e che resta incontrad-dittorio fincheacute viene tenuto in relazione con lui147
sect 29Ontologia dellrsquooriginario e metafisica laquorigorizzataraquo
lrsquoincontrovertibile
Siamo cosigrave allrsquoultima fase ndash la piugrave recente e tuttora in corso disvolgimento ndash della lunghissima storia nel corso della quale lrsquoon-tologia tenta di liberarsi dalla contraddizione nichilistica che su dilei ha pesato fin dallrsquoinizio Ultima fase nella quale la stessa solu-zione bontadiniana ndash la piugrave avanzata e criticamente vagliata ndash vie-ne a mostrare in lei un insuperato momento nichilistico A condur-re questa critica per poi procedere verso la visione autenticamenterisolutiva infine liberatrice dellrsquoontologia dalla sua tara nichilisti-ca egrave lrsquoallievo di Bontadini e poi suo collega nellrsquoinsegnamentopresso lrsquoUniversitagrave Cattolica di Milano Emanuele Severino148
147 Era questo il fondamento della laquorigorizzazioneraquo della metafisica doveveniva portato in campo quellrsquolaquoimplesso originarioraquo o laquostruttura origina-riaraquo (cfr il passo bontadiniano citato nella nota 136) che avrebbe costituitoil punto di partenza della speculazione di Severino e avrebbe dato titoloalla sua prima opera di portata rilevante
148 Non egrave questo il luogo per porre la questione molto complessa e per nullaunivoca del rapporto fra Bontadini e Severino nellrsquoambito del programmadi laquorigorizzazioneraquo della metafisica Lrsquoipotesi di lavoro egrave bontadiniana ein tale prospettiva Severino ancora suo allievo sulle prime si orientasalvo poi muovere al maestro la critica di non aver risolto il problemarestando nel suo contributo pur riconosciuto il piugrave avanzato di fatto insu-perato il nichilismo da emendare Ne sarebbe seguita una polemica ndash an-che aspra nei toni ndash nella quale perograve non viene mai meno il rapporto dia-lettico del riconosciuto comune intento Qui non possiamo che suggerire
98 A POSTORINO
Dunque Severino afferma149 che la soluzione bontadiniana perquanto la piugrave avanzata in assoluto non egrave franca dal nichilismodunque non egrave ancora la soluzione Dire infatti che lrsquointera quantitasrealitatis presente nel divenire egrave eternamente salva in Dio ma direpoi che essa si intreccia nel mondo creato col venire dal nulla elrsquoandare nel nulla quanto meno del proprio apparire significa daun lato testimoniare la veritagrave parmenidea come Bontadini program-maticamente fa ma dallrsquoaltro lato tradirla e il tradimento ndash ciograve cheegrave piugrave grave ndash non lascia indenne la testimonianza lrsquoidentificazionedellrsquoessere col nulla infatti quandrsquoanche si realizzasse in un solopunto dellrsquointero (poniamo lrsquoapparire dellrsquoessere) sarebbe tale dascardinare totalmente la normativitagrave del principio di necessitagrave edunque sarebbe tale da vanificare la stessa nuova dimostrazione
le fonti minime per un approfondimento del problema Crsquoegrave prima di tuttolrsquoopera di Gustavo Bontadini recentemente edita dalla casa editrice Vita ePensiero G BONTADINI Saggio di una metafisica dellrsquoesperienza (1938) intro-duzione di V Melchiorre Vita e Pensiero Milano 1995 ID Studi sullrsquoidea-lismo (1942) introduzione di E Severino 1995 ID Dallrsquoattualismo al proble-maticismo (1946) introduzione di C Vigna 1996 ID Dal problematicismoalla metafisica (1952) introduzione di P Faggiotto 1996 ID Studi sulla filo-sofia dellrsquoepoca moderna (1966) introduzione di E Agazzi 1996 IDConversazioni di metafisica (1971) 2 tomi introduzione di A Bausola 1995ID Metafisica e deellenizzazione (1975) introduzione di A Ghisalberti 1996ID Appunti di filosofia (sd) introduzione di F Rivetti Barbograve 1996 Crsquoegrave poilrsquoopera di Severino che si svolge in un cinquantennio di lavoro speculati-vo intenso e difficile Di questo imponente lavoro vanno ricordate almenole seguenti opere tutte pubblicate dalla casa editrice Adelphi E SEVERINOLa struttura originaria (1958) nuova ed ampliata Adelphi Milano 1981ID Essenza del nichilismo (1972) nuova ed ampliata 1982 ID Studi di filo-sofia della prassi (1962) 1984 ID Destino della necessitagrave κατὰ τὸ χρεών 1980ID La Gloria ἄσσα οὐκ ἔλπονται Risoluzione di laquoDestino della necessitagraveraquo2001 ID Oltrepassare 2007 ID La morte e la terra 2011
149 Il luogo della frattura con Bontadini egrave lrsquoarticolo E SEVERINO Ritornare aParmenide in laquoRivista di filosofia neo-scolasticaraquo 1964 (II) poi in Essenzadel nichilismo (1972) nuova ed ampliata Adelphi Milano 1982
99II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
dellrsquoesistenza di Dio inteso come totalitagrave in atto degli essenti conla resa ndash contro ogni progetto ndash allrsquoattualismo come affermazionedellrsquounico essere del divenire o nichilismo compiuto150
Bisogna dunque ndash dice Severino ndash avere il coraggio di trarre ildado e affermare lrsquoeterna immutabilitagrave dellrsquoente in quanto tale non cioegravesoltanto dellrsquoente in quanto raccolto in Dio e cosigrave salvo dal nulla maanche dellrsquoente mondano assumendo in toto il gigantesco problemadellrsquoapparire e dello sparire dellrsquoeterno al di lagrave del suo sussistereeternamente e immutabilmente Egrave questa lrsquoontologia compiuta chemuovendo dallrsquoanalisi della laquostruttura originariaraquo151 va delineando-si come ontologia dellrsquooriginario emendando infine lrsquointera tradi-zione filosofica da quel nichilismo il quale ha posto in lei come untarlo che lrsquoha destinata allrsquoautodistruzione
150 Circa lrsquoautentico rapporto fra lrsquoopera di Bontadini e quella di Severino checome abbiamo detto egrave piugrave intricato intrecciato e strutturato di quantopossa sembrare (cfr quanto detto alla nota 148) egrave da ricordare lrsquoimportantelavoro teorico di Leonardo Messinese il quale mostra con analisi profondecomplete e rigorose che non vi egrave frattura ma continuitagrave da un lato traBontadini e Severino dallrsquoaltro tra le due diverse fasi della riflessione severi-niana (quella che precede e quella che segue lrsquoarticolo Ritornare a Parmenidedel 1964) rientrando questa riflessione al di lagrave dellrsquoesplicita presa didistanza critica di Severino dallrsquointera tradizione filosofica dellrsquoOccidentenella realizzazione del programma bontadiniano della laquorigorizzazioneraquodella metafisica Di Messinese sono da considerare almeno le seguentiopere L MESSINESE Il cielo della metafisica Filosofia e storia della filosofia inGustavo Bontadini prefazione di V Melchiorre Rubbettino SoveriaMannelli 2006 ID Lrsquoapparire del mondo Dialogo con Emanuele SeverinoMimesis Milano 2008 ID Il paradiso della veritagrave Incontro col pensiero diEmanuele Severino ETS Pisa 2010
151 Che il titolo della prima opera importante di Severino La struttura origina-ria (cit alla nota 148) abbia origini bontadiniane lo si puograve vedere dalpasso di Bontadini riportato alla nota 136 dove il termine era dato qualedesignazione dellrsquointero insieme ad altri (laquoimplesso originarioraquo laquoorizzon-te circonfondenteraquo laquoordine teoreticoraquo ecc)
100 A POSTORINO
Qui la nostra breve sintesi comrsquoegrave del tutto ovvio deve fermarsipoicheacute lrsquointento di questo che ndash lo ricordiamo ndash non egrave altro che unquadro introduttivo egrave chiarire quanto possibile le motivazionioggettive che portavano a suo tempo lo scrivente a vedere nellateologia anagogica di Padre Barzaghi come una laquotesta di ponteraquoverso una teologia per il terzo millennio Lrsquointera problematicarelativa allrsquoontologia dellrsquooriginario si egrave sviluppata lungo un cin-quantennio con opere fondamentali progressive e correlate152 e aldi lagrave di perplessitagrave polemiche e approcci inadeguati ha finito perimporsi al mondo filosofico con riconoscimenti sempre piugrave ampi econ lrsquoapertura sistematica di unrsquointera dimensione di studio153
Lrsquoultimo punto che vorremmo richiamare ndash anche per coerenzacol titolo dato a questa sezione ndash egrave lo statuto della metafisica inquanto ontologia dellrsquooriginario Designandola ndash come giagrave abbiamofatto ponendoci al seguito di Bontadini ndash metafisica laquorigorizzataraquoesprimiamo soltanto il suo essersi portata infine al di lagrave del nichili-smo ma resta da chiarire la ragione per designarla ancora comelaquometafisicaraquo Il termine infatti comrsquoegrave noto esprime il suo essere lascienza di ciograve che sta laquoal di lagraveraquo della laquofisicaraquo dunque scienza dellrsquoes-sere immutabile che sta al di lagrave dellrsquoessere mutevole di cui si occupala laquofisicaraquo Ma se come abbiamo detto il tratto fondamentale del-lrsquoontologia dellrsquooriginario egrave lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoente in quanto tale lostesso termine laquometafisicaraquo puograve sembrare ormai inadeguato per lasemplice ragione che non sussiste piugrave una laquofisicaraquo La metafisica perogravecome mostra la stessa ontologia dellrsquooriginario ha precise ragioniper mantenersi come laquometafisica originariaraquo154 Come infatti giagraveBontadini vedeva e come noi abbiamo ricordato lrsquointera dimensio-ne dellrsquoessere mutevole egrave ben una realtagrave e come tale non puograve nonessere contenuta nellrsquointero immutabile Vi egrave perograve contenuta comeimmutabile o come luogo della contraddizione prodotta dal mutamen-to luogo che immutabilmente sussiste nellrsquointero immutabile e
152 Le opere sono state indicate nella nota 148153 Il recente sorgere dellrsquoassociazione di studi ASES egrave stato ricordato alla
nota 18154 Il termine dagrave titolo al cap XIII ultimo dellrsquoopera La struttura originaria
101II Quadro introduttivoA la metafisica come problema
che solo una libera decisione dellrsquointero immutabile155 puograve far eter-namente e immutabilmente sussistere fuori di lui
La metafisica come laquometafisica originariaraquo non egrave dunque la scienzadi ciograve che sta laquoal di lagraveraquo dellrsquoessere diveniente ma di ciograve che contienelrsquoessere diveniente come immutabile In questo senso continua ad esserescienza dellrsquoessere immutabile solo che ormai come tale si egrave fattascienza dellrsquointero come la stessa necessitagrave richiede
155 Il concetto della creazione come laquodecisione dellrsquoimmutabileraquo ndash per quantonon presentata sotto la categoria della creazione ma come determinazionestrutturale puramente ontologica ndash si trova nellrsquoopera La struttura originariacit XIII 31-33 laquoPoicheacute egrave autocontraddittorio che vi sia altro oltre lrsquointeroimmutabile e la totalitagrave del divenire [hellip] non vi egrave altro oltre lrsquoimmutabilesenza di cui la totalitagrave del divenire non sarebbe questrsquoultima cioegrave nonrichiede altro per essere che lrsquointero immutabile Sigrave che lrsquoimmutabile non egravesemplicemente ciograve senza di cui la realtagrave diveniente non egrave ma egrave ciograve per cui que-sta realtagrave egrave [hellip] Allrsquoopposto lrsquointero immutabile egrave anche se la totalitagrave deldivenire non egrave Il che da un lato discende dalla accertata autocontradditto-rietagrave dellrsquoappartenenza necessaria del divenire allrsquointero dallrsquoaltro lato egraveottenuto direttamente cheacute se lrsquointero immutabile fosse solo in quantolrsquoorizzonte del divenire egrave questo orizzonte conterrebbe una positivitagrave chenon egrave contenuta nellrsquoimmutabile [hellip] Se la totalitagrave del divenire non appar-tiene necessariamente allrsquointero e se lrsquoimmutabile intero egrave ciograve per cui quellatotalitagrave egrave che la totalitagrave del divenire sia egrave una decisione dellrsquoimmutabileraquo
102
IIIQUADRO INTRODUTTIVOB
PER UNA EPISTEMOLOGIA TEOLOGICA
sect 30Lrsquooriginaria laquorivelazioneraquo della veritagrave
Il rapporto dellrsquouomo con quella veritagrave di cui egrave in cerca per undesiderio di sapere legato a doppio filo col desiderio di salvezza156 egravecaratterizzato da due intuizioni originarie spontanee Una egrave quella ndashnegativa ndash di un sorgere delle cose dal nulla e del loro tornare adessere nulla egrave ciograve che abbiamo chiamato nichilismo pre-teoreticoe che solo in seguito troveragrave una grammatica filosofica peraltroontologicamente inconseguente Lrsquoaltra egrave quella ndash positiva ndash delsussistere di un oltre rispetto alla dimensione dellrsquoesistenza insu-perabile per lrsquouomo anche questa intuizione troveragrave solo in segui-
156 Entrambi i momenti si trovano in quella σοφία cui tende la φιλο-σοφία la σοφ$αegrave laquosapienzaraquo ed egrave lrsquoastratto che esprime il sapere del σοφός che egrave tantolaquosapienteraquo quanto laquosaggioraquo termine imparentato con σαφής che egrave laquochiaroraquolaquoevidenteraquo laquomanifestoraquo a sua volta imparentato con φῶς laquoluceraquo da una radi-ce indoeuropea BHĀ che significa laquochiaroreraquo laquoluminositagraveraquo laquosplendoreraquo I duemomenti della laquosapienzaraquo e della laquosaggezzaraquo il primo di timbro teorico ndashconoscere la veritagrave ndash il secondo di timbro pratico ndash sapere come giudicare lesituazioni e che cosa fare in ogni occasione ndash sono legati di per seacute poicheacute solosapendo qual egrave la veritagrave si puograve giudicare intorno alla realtagrave che ci sta di fronte edecidere che cosa fare Che poi la condizione esistenziale sia tale da produrredesiderio di salvezza egrave dato dalla laquogettatezzaraquo (la Geworfenheit heideggeriana)che la caratterizza ossia dallrsquoessere laquogettatiraquo in una situazione incomprensibiledalla quale non si puograve uscire e della quale non si capisce la ragione ScriveBlaise Pascal laquoInfine che cosrsquoegrave lrsquouomo nella natura Un nulla in confrontoallrsquoinfinito un tutto in confronto al nulla qualcosa di mezzo tra il nulla e iltutto Infinitamente lontano dal comprendere gli estremi il termine delle cosee il loro principio sono per lui invincibilmente nascosti in un segreto impene-trabile Egli egrave ugualmente incapace di scorgere il nulla da cui egrave tratto elrsquoinfinito in cui egrave inghiottitoraquo (PASCAL Pensieri Chevalier 84 Brunschvicg 72)
SD 632 (2018) pp 102-138
to una grammatica filosofica nella teorizzazione della dimensionemetafisica ndash dimensione che dato il persistere dellrsquoinconseguenzache caratterizza la grammatica del nichilismo si riveleragrave alla finefallimentare almeno nella sua prima e storicamente piugrave lunga con-figurazione teoretica157
Portando ora lrsquoattenzione sul lato positivo dellrsquooltre vediamo chela fonte conoscitiva per questa dimensione intuita come trascendenteil mondo visibile egrave dallrsquoantichitagrave piugrave remota una sorta di laquorivelazio-neraquo che questa dimensione fa di seacute valendosi della voce di laquoispiratiraquosciamani veggenti illuminati poi sacerdoti Questi attraverso sognivisioni interpretazione di eventi inconsueti rivendicano a seacute il pote-re riconosciuto dalla comunitagrave di testimoniare della realtagrave divina edella volontagrave delle potenze divine158 Tutto ciograve sarebbe forse conti-nuato indefinitamente se non fosse sorta quella forma di sapere chesulle prime si chiama φυσιολογ$α e poco piugrave tardi φιλοσοφ$α159 si trat-ta di un sapere che non cessa di credere in una laquorivelazioneraquo che ilnon visibile fa di seacute ma ritiene che questa rivelazione non sia media-ta dal linguaggio di ispirati ma sia una rivelazione che le cose fanno dise stesse attraverso segni che ogni uomo purcheacute laquofilosoforaquo egrave in gradodi interpretare col semplice uso della ragione160
Nasceva cosigrave per la prima volta una tensione ndash dialettica in sensolato ma non priva di accenti anche polemici ndash che oppone la moda-litagrave mitopoietica alla modalitagrave filosofica nella concezione del divi-no161 e questo anche se la stessa filosofia egrave ancora parzialmente av-volta nellrsquoelemento mitopoietico si tratta infatti di un avvolgimento
103III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
157 Egrave il risultato alla cui analisi egrave stata dedicata la precedente Parte II158 Ricordare che ispirati sciamani e sacerdoti dellrsquoetagrave ancestrale permeata di
mitopoiesi sono per Aristotele quelli che laquoper primi teologizzarono[πρώτους θεολογήσαντας]raquo (cfr nota 4)
159 La φυσιολογία egrave la scienza della φύσις (cfr sect 6)160 Cosigrave la sapienza di Eraclito laquoIl signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute
nasconde ma indica [οὔτε λέγει οὔτε κρύπτει ἀλλά σηmicroαίνει]raquo (DK 22 B 93)161 Dice ancora Eraclito laquoLrsquounico il solo saggio [cioegrave il λόγος che attraversa
ogni cosa] vuole e non vuole [οὐκ ἐθέλει καὶ ἐθέλει] essere chiamato con il
104 A POSTORINO
linguistico e simbolico mentre il cuore razionale fa ormai valere lasua forza necessitante162
Siamo giagrave qui alle prime battute e per cosigrave dire agli albori di quelloche saragrave nellrsquointero Occidente il problema della relazione tra laquofederaquo elaquoragioneraquo vale a dire tra una rivelazione trasmessa nelle parole di unautore ispirato al quale spontaneamente si crede e la rivelazione chela realtagrave fa di se stessa trasmettendo a unrsquointelligenza informata dallanecessitagrave la veritagrave dellrsquointero come tale incontrovertibile
sect 31Dallrsquolaquoomologiaraquo al laquomito verosimileraquo
La separazione fra dimensione mitopoietica e dimensione filosofi-ca che in linea di principio si fa netta solo dopo lrsquoetagrave socratica dellaquoconcettoraquo163 non egrave perograve tale da vanificare lo spessore laquorivelativoraquodella prima Platone che sviluppa la problematica del concetto in dire-zione del suo referente ontologico portando a compimento la separa-zione fra essere sensibile ed essere intelligibile va dal momento sog-gettivo del laquodialogoraquo al momento oggettivo della laquodialetticaraquo la quale
nome di Zeusraquo (DK 22 B 32) Questo egrave detto altrove laquoil dioraquo (DK 22 B 67laquoIl dio [ὁ θεός] egrave giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame emuta come il fuoco quando si mescola ai profumi e prende nome dallrsquoaro-ma di ognuno di essiraquo) e questi laquovuoleraquo essere chiamato con il nome diZeus percheacute si tratta in effetti del dio di cui parla la religione mentre laquononvuoleraquo essere chiamato con quel nome percheacute quel nome evoca unrsquoimma-gine antropomorfica che non si attaglia alla vera natura della divinitagraveDunque la filosofia tratta del divino in modo piugrave proprio e pertinente diquanto non faccia la religione
162 I frammenti di Eraclito sono un paradigma insuperato di profonditagrave filo-sofica in figure ancora immerse nel pensiero mitopoietico Cosigrave il laquoprinci-pioraquo egrave per lui laquoguerra dei contrariraquo (DK 22 B 53) laquoarmonia nascostaraquo (DK22 B 54) laquounitagrave dei contrariraquo (DK 22 B 67) laquouno-tuttoraquo (DK 22 B 50)laquofuoco sempre viventeraquo (DK 22 B 30)
163 Cfr sect 10
105III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
nei suoi momenti laquoascensivoraquo e laquodiscensivoraquo164 unifica la totalitagrave del-lrsquoessere intelligibile in struttura gerarchica sistematica delineando ladimensione della veritagrave filosofica quale momento induttivo e dedutti-vo tra la base degli individui reali e il vertice dei laquogeneri sommiraquo edellrsquolaquoidea del beneraquo essendo tutti i gradi gerarchici connessi nellalaquopartecipazioneraquo Egrave questa la dimensione della veritagrave necessaria dimo-strativa165 che perograve ndash Platone vede bene ndash coinvolge la dimensione del-lrsquointero formalmente ndash lrsquoessere intelligibile egrave lrsquointero essere intelligibile ndashma nonmaterialmente quale sia la veritagrave dellrsquointero concreto risultantedallrsquointerazione dei quattro laquogeneriraquo (intelligibile sensibile χampραdemiurgo) la dialettica con puograve affatto dire limitandosi a testimoniaredel suo scheletro logico essenziale
Immaginando ora un dialogo laquosocraticoraquo che diversamente daquelli laquonegativiraquo esemplificati negli scritti platonici soprattutto delprimo gruppo166 arrivi a definire lrsquoessenza cercata con lrsquoassensodei partecipanti che sul piano oggettivo egrave la ὀmicroολογία fra di essiciograve che ancora non egrave dato egrave il significato concreto di quellrsquoessenzaallrsquointerno dellrsquointero concreto Qui ndash dice Platone ndash bisogna affi-darsi a un laquomito verosimileraquo167 cioegrave a una costruzione teorica che
164 Il momento laquoascensivoraquo della dialettica (cfr Repubblica VII 533 c-d) egrave quellodella laquounificazioneraquo (συνγωγή) il momento laquodiscensivoraquo (cfr Fedro 265 c-e)quello della laquodivisioneraquo (διαίρεσις) Lrsquounificazione si realizza nel sensoche risalendo dalle specie al genere i molti mostrano di partecipare di uncomune esser-uno la divisione si realizza nel senso che discendendo dalgenere alle specie lrsquounitagrave si articola nelle differenze fra quei molti che diquellrsquounitagrave partecipano
165 Tale saragrave ancora nel pensiero di Duns Scoto quasi due millenni dopo cfr sect 15166 Si tratta dei dialoghi giovanili nei quali il fine non egrave tanto giungere a defini-
zioni positive della veritagrave cercata quanto mostrare il metodo della ricerca167 Cfr Gorgia 522 e ndash 527 a laquoAnzi se ti fa piacere vorrei farti un racconto
[λόγον] che serva a provarti che quel che ti ho detto egrave realmente in questomodo [] Ascolta dunque come si dice un bel discorso che tu credoriterrai un mito [ὃν σὺ microὲν ἡγήσῃ microῦθον] ma io un ragionamento [ἐγὼ δὲλόγον] ragionamento che infatti desidero esporti quasi fosse una veritagrave[ὡς ἀληθῆ]raquo E ancora laquo[hellip] siccheacute intorno a queste cose conviene accettareuna favola verosimile [τὸν εἰκότα microῦθον]raquo (Timeo 29 c-d)
106 A POSTORINO
per un verso egrave fantastica ndash poicheacute egrave liberamente prodotta dalla fan-tasia mitopoietica ndash per un altro verso non lo egrave ndash poicheacute la fantasianel disporsi allrsquoattivitagrave produttiva si dagrave i limiti pregiudiziali del-lrsquoessenza razionalmente compresa che devrsquoessere soltanto sostan-ziata e materiata con determinazioni che riportino lrsquouniversalitagraveallrsquoimmediatezza sensibile pur soltanto rappresentata
Si ha cosigrave ndash dice ancora Platone ndash una visione delle cose che laquosecertamente non egrave la veritagrave certamente egrave qualcosa che vi somigliaraquo168certamente non egrave la veritagrave poicheacute viene in parte dalla fantasia crea-trice che egrave solo analogica e simbolica certamente vi somiglia poi-cheacute la fantasia ricostruisce il concreto guidata dallrsquoessenza che laragione dimostra e che costituisce di quellrsquoimmagine mitologicaprodotta lo scheletro razionale la veritagrave e quel mito cioegrave anche sediversi partecipano della stessa essenza e questa egrave una certezza poi-cheacute noi stessi abbiamo costruito il mito in comunione essenziale conla veritagrave necessaria che guida la ragione
Platone ndash cosigrave risulta da studi specialistici sulla sua opera169 ndash sivale del mito almeno in tre modi Il primo egrave quello appena descrit-to ed egrave il modo teoreticamente piugrave rilevante Il secondo implicita-mente connesso col primo consiste nel consapevole uso del mito afini espositivi cioegrave in funzione di laquoparabolaraquo che riesca a renderepiugrave immediatamente comprensibile una veritagrave filosofica comples-sa e puograve essere utilizzato in posizione introduttiva o conclusiva Ilterzo modo platonico di tirare in campo il mito egrave quello di utilizza-
168 Cfr Fedone 114 d laquoCertamente sostenere che le cose siano veramente cosigravecome io le ho esposte non si conviene a un uomo che abbia buon senso[οὐ πρέπει νοῦν ἔχοντι ἀνδρί] ma sostenere che questo o qualcosa di simile aquesto debba accadere [ἢ ταῦτrsquoἐστὶν ἢ τοιαῦτ᾽ἄττα] [] ebbene questo mipare che si convenga e che metta conto di arrischiarsi a crederlo percheacute ilrischio egrave bello [καλὸς γὰρ ὁ κίνδυνος] E bisogna che con queste credenzenoi facciamo lrsquoincantesimo a noi medesimi ed egrave per questo che io da unpezzo protraggo il mio mitoraquo
169 Un resoconto sintetico egrave in F ADORNO Introduzione a Platone LaterzaRoma-Bari 1986
re come mito verosimile miti giagrave esistenti e attestati nella tradizioneculturale Questo terzo modo si basa sul presupposto che ciograve che ilfilosofo fa intenzionalmente con consapevolezza metodologicalrsquouomo lrsquoabbia sempre fatto in modo spontaneo e inconsapevoleper il filosofo ciograve a cui viene data forma fantastica tendendo a unavisibilitagrave concreta egrave il prodotto piugrave avanzato dellrsquoindagine filosofi-ca per lrsquouomo comune di ogni tempo egrave unrsquointuizione profondaquella stessa che costituisce la laquorivelazioneraquo riconosciuta dallo spi-rito religioso170
Platone cosigrave ndash per quanto in una modalitagrave che non devrsquoessereconfusa neacute concettualmente neacute terminologicamente con quella pro-pria della dimensione religiosa e piugrave tardi teologica ndash determinanel sapere filosofico una funzione per la laquofederaquo171
107III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
170 Platone conia miti di straordinaria forza poetico-filosofica come la cadutadellrsquoanima la reminiscenza il mito di Amore quello del demiurgo quellodellrsquoandrogino e infiniti altri minori Inoltre semplicemente adotta mitiesistenti come quelli legati alla religione misterica e fra di essi quellodella metempsicosi
171 Cfr Timeo 29 a-c laquoIl mondo cosigrave nato egrave stato fatto secondo il modello chesi puograve apprendere con la ragione [πρὸς τὸ λόγῳ] e con lrsquointelletto e che egravesempre allo stesso modo E se questo sta cosigrave egrave assoluta necessitagrave che que-sto mondo sia immagine di qualche cosa Ora in ogni questione egrave di gran-dissima importanza il principiare dal principio naturale cosigrave dunque con-viene distinguere fra lrsquoimmagine e il suo modello come se i discorsi abbia-no qualche parentela con le cose delle quali sono interpreti Pertanto quel-li intorno a cosa stabile e certa e che risplende allrsquointelletto devono esserestabili e fermi e per quanto si puograve inconfutabili e invincibili e niente ditutto questo deve mancare Quelli poi intorno a cosa che raffigura quelmodello ed egrave a sua immagine devono essere verosimili [εἰκότα] e in pro-porzione di quegli altri percheacute ciograve che egrave lrsquoessenza alla generazione [ὅτιπερπρὸς γένεσιν οὐσία] egrave la veritagrave della fede [τοῦτο πρὸς πίστιν ἀλήθεια]raquo
108 A POSTORINO
sect 32Emergere dellrsquoopposizione tra laquofederaquo e laquoragioneraquo
Del tutto nella dimensione della fede religiosa ci si trova invecespostandosi dallrsquoambito della speculazione filosofica a quello della tra-dizione biblica172 Qui egrave tutto solidamente raccolto intorno a quelnucleo di veritagrave indiscussa che egrave la parola di Dio trasmessa da ispirati eprofeti dove si stringono in unitagrave vicende storiche annunci profetici eproduzioni poetico-sapienziali cementando con una forza senza pre-cedenti lrsquoautocoscienza di un popolo che ritiene se stesso il popolo diDio173 legato a lui da una Alleanza che ha come suo momento unaPromessa di salvezza e vive al suo interno il dramma dellrsquoinadem-pienza umana rispetto a tale Alleanza
Da tale inadempienza e dalla continua condiscendenza misericor-diosa di Dio sarebbe sorta la promessa di una laquonuova Alleanzaraquo
172 Anche nel caso della fede puramente religiosa crsquoegrave tuttavia una differenzatra la mentalitagrave essenzialmente laquoteoreticaraquo della grecitagrave e quella essenzial-mente laquopraticaraquo dellrsquoebraismo Per la prima la fede egrave semplicemente cre-dere a ciograve che peraltro non si puograve dimostrare e in questo senso verso lafede crsquoegrave diffidenza (ricordare Paolo allrsquoAreopago in At 1722-33 gli ascol-tatori lo ascoltano fincheacute lui riesce a giocare sul denominatore comune dellaquoDio ignotoraquo ma tutti se ne vanno appena comincia a parlare di risurre-zione dei morti) Per la seconda invece la fede egrave fiducia nellrsquoautorevolez-za del rivelante e in questo senso egrave un momento di stabilitagrave (ricordareAgostino che in De Trinitate XV 2 2 afferma citando laquoil profetaraquo laquoNisicredideritis non intelligetisraquo laquoSe non avrete fede non potrete intendereraquoma nel profeta Isaia a cui Agostino si richiama si trova laquoSe non credere-te non resterete saldiraquo (Is 79)
173 Cfr Es 193-6 laquoMosegrave saligrave verso Dio e il Signore lo chiamograve dal montedicendo ldquoQuesto dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli IsraelitiVoi stessi avete visto ciograve che io ho fatto allrsquoEgitto e come ho sollevato voisu ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me Ora se vorrete ascoltare lamia voce e custodirete la mia alleanza voi sarete per me la proprietagrave tratutti i popoli percheacute mia egrave tutta la terra Voi sarete per me un regno disacerdoti e una nazione santa Queste parole dirai agli Israelitirdquoraquo
scritta stavolta nel cuore dellrsquouomo174 e piugrave tardi il riconoscimentoche il meshiah lrsquolaquoUntoraquo di Dio promesso per la fine dei tempi eraDio stesso in figura di Figlio ossia era Dio incarnato e pronto apagare il prezzo piugrave alto per la salvezza dellrsquoumanitagrave cioegrave la mortesulla croce Egrave questo il contenuto della fede del laquovero Israeleraquo175che riconosce oltre allrsquoAntico anche un Nuovo Testamento ossiail contenuto della fede cristiana nelle abissali difficoltagrave teorichelegate al voler esprimere questa fede in concetti filosofici
Egrave proprio con lrsquoaffermarsi della fede cristiana che la questione delrapporto tra fede e ragione viene fuori come la conosciamo Un taleproblema non aveva luogo ndash o almeno non con la nettezza di un pro-blema teorico e precisamente epistemologico data lrsquoambizione dellateologia a presentarsi come scienza176 ndash nellrsquoambito della grecitagrave clas-sica che a parte le viste profonde connessioni valorizzate da Platoneresta essenzialmente governato dalla ragione Neacute aveva luogo nel-lrsquoambito dellrsquoebraismo chiuso nella sua logica veterotestamentaria
109III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
174 Cfr Ger 3131-34 laquoEcco verranno giorni ndash dice il Signore ndash nei quali con lacasa di Israele e con la casa di Giuda io concluderograve una alleanza nuovaNon come lrsquoalleanza che ho conclusa con i loro padri quando li presi permano per farli uscire dal paese drsquoEgitto una alleanza che essi hanno viola-to bencheacute io fossi loro Signore Parola del Signore Questa saragrave lrsquoalleanzache io concluderograve con la casa di Israele dopo quei giorni dice il SignorePorrograve la mia legge nel loro animo la scriverograve sul loro cuore Allora io sarograveil loro Dio ed essi il mio popolo Non dovranno piugrave istruirsi gli uni glialtri dicendo Riconoscete il Signore percheacute tutti mi conosceranno dalpiugrave piccolo al piugrave grande dice il Signore poicheacute io perdonerograve la loro ini-quitagrave e non mi ricorderograve piugrave del loro peccatoraquo
175 Cfr Gv 147-49 laquoGesugrave intanto visto Natanaele che gli veniva incontrodisse a lui ldquoEcco davvero un Israelita in cui non crsquoegrave falsitagraverdquo Natanaele glidomandograve ldquoCome mi conoscirdquo Gli rispose Gesugrave ldquoPrima che Filippo tichiamasse io ti ho visto quando eri sotto il ficordquo Gli replicograve NatanaeleldquoRabbigrave tu sei il Figlio di Dio tu sei il re di Israelerdquoraquo
176 Anche di questo carattere scientifico della teologia ricercato problematiz-zato sedimentato e infine trionfalmente affermato si egrave trattato nellrsquoartico-lo Utrum sacra doctrina sit scientia cit
110 A POSTORINO
ambito essenzialmente governato dalla fede Sorge invece nei primisecoli del Cristianesimo quando da un lato uomini formatisi nellarazionalitagrave filosofica e poi convertitisi al Cristianesimo provano ilbisogno di giustificare a se stessi e agli altri lrsquoadozione di un momentodi fede che poteva apparire in contrasto con la ragione177 da un altrolato la Chiesa in progresso di tempo affermatasi e radicatasi in posi-zione dirigente riteneva importante sia per lrsquoordine dottrinario inter-no sia per adempiere alla sua funzione missionaria verso il mondoantico-pagano esprimere il contenuto della fede cristiana in un lin-guaggio concettuale coerentemente filosofico178
Senza entrare in analisi che sarebbero sproporzionate al tagliodel presente lavoro vogliamo qui solo ricordare i due moduli inqualche modo opposti che si offrivano per delineare il rapporto trafede e ragione ndash moduli la cui relativa opposizione connotavamantenendo il discorso molto sulle generali la patristica di linguagreca e quella di lingua latina
Alla base teorica del primo modulo crsquoegrave il passo del libro del-lrsquoEsodo dove Dio a Mosegrave che gli sta di fronte nel roveto ardente eche gli chiede il suo nome risponde in modo tale da rendere fon-data lrsquointerpretazione che ne viene data al tempo della traduzionegreca dei LXX cioegrave lrsquoessere Dio lo stesso Essere179 Lo schema eracosigrave piugrave che invitante Dio egrave lrsquoEssere che si egrave rivelato alla ragionefilosofica per laquosemiraquo laquoscintilleraquo laquotracceraquo laquoframmentiraquo180 mentre
177 Si tratta comrsquoegrave noto della vena laquoapologeticaraquo della piugrave antica filosofiapatristica
178 Si tratta ancora comrsquoegrave noto della finalitagrave essenziale dellrsquointera Patristica179 Cfr il passo di Es 313-14 riportato alla nota 115180 Egrave la precomprensione classica della patristica greca Cfr GIUSTINO
2a Apologia 13 laquoOgnuno espresse quel tanto di veritagrave che riuscigrave a compren-dere dai semi del Verbo [τοῦ σπερmicroατικοῦ θείου λόγου] sparsi tra gli uomini diogni tempo Ma quanti di loro annunciarono principi tra loro opposti su temidi vitale importanza dimostrano di non avere una scienza molto elevata neacuteuna conoscenza inconfutabile Quanto di nobile egrave stato detto da altri appar-tiene a noi cristiani Noi infatti adoriamo e amiamo il Verbo che viene subitodopo il Padre non creato e ineffabile egli srsquoegrave fatto uomo per noi per guarire
111III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
si egrave rivelato alla fede in parole pregnanti e definitive Il Cristianesi-mo egrave cosigrave in un certo senso lrsquoultima grande filosofia nella qualelrsquoEssere dopo aver dato alla ragione quanto le serve per intendereil divino in una modalitagrave impersonale e dunque concettuale infinesi rivela Persona la cui Parola egrave fonte di veritagrave che la filosofia puograve edeve confermare
Alla base teorica del secondo modulo crsquoegrave invece il momento oppo-sto della discontinuitagrave e del paradosso il Dio cristiano egrave un Dio che siincarna e muore che vince perdendo che egrave forte essendo debole edegrave cosigrave laquoscandalo per i giudei e follia per i paganiraquo essendo la suasapienza appunto una sapienza laquofolleraquo181 Con un vero e propriocapovolgimento qui egrave lrsquoincomprensibilitagrave a farsi segno di at-tendibilitagrave arrivando alla celebre posizione del credo quia absurdum182posizione per la quale lrsquoassurditagrave della veritagrave affermata coincide conla piugrave efficace persuasivitagrave della sua origine divina
Quando perograve rientriamo dallrsquoastrazione che ci fa vedere questaopposizione quasi di termini reciprocamente esclusivi non egrave diffi-cile focalizzare la struttura profonda della nascente epistemologiateologica In questa struttura fede e ragione sono robustamente
i nostri mali divenendone egli stesso partecipe Tutti gli scrittori alla luceinnata del seme del Verbo [διὰ τῆς ἐνούσης ἐmicroφύτου τοῦ λόγου σπορᾶς]hanno potuto intravedere parzialmente tale realtagrave Ma una cosa egrave il seme elrsquoimitazione entro certi limiti e altra cosa egrave la realtagrave completa di ciograve che egraveconcesso di imitareraquo
181 La sapienza folle egrave la laquosapienza della croceraquo Cfr 1 Cor 117-18 laquoCristoinfatti non mi ha mandato a battezzare ma a predicare il vangelo nonperograve con un discorso sapiente [οὐκ ἐν σοφία λόγου] percheacute non venga resavana la croce di Cristo La parola della croce [ὁ λόγος hellip τοῦ σταυροῦ] infattiegrave stoltezza [microωρία] per quelli che vanno in perdizione ma per quelli che sisalvano [τοῖς δὲ σῳζοmicroενοῖς] per noi egrave potenza di Dio [δύναmicroις Θεοῦ]raquo
182 Egrave la posizione che si riporta normalmente a Tertulliano il quale in Decarne Christi 54 afferma che lrsquoarticolo di fede che riguarda la morte delFiglio di Dio laquoegrave assolutamente credibile in quanto insensato [credibile estquia ineptum est]raquo e che la risurrezione del Figlio dalla sepoltura laquoegrave cosacerta proprio percheacute egrave impossibile [certum est quia impossibile]raquo
112 A POSTORINO
connesse in modo tale che non solo lrsquouna non esclude lrsquoaltra ndash il chesarebbe un concordismo ancora insoddisfacente percheacute superficiale ndashma lrsquouna costituisce il complemento teoretico dellrsquoaltra impedendoqualunque riduzionismo astratto Il teorema della continuitagrave ontolo-gica garantisce lrsquounitagrave della veritagrave di fede e di quella di ragione e per-mette lrsquoestensione del regime della necessitagrave filosofica nella conside-razione dellrsquoessenza di Dio garantendo la teologia da una pura visio-narietagrave densa di pericoli irrazionalistici Il teorema della paradossa-litagrave in prima istanza incomprensibile garantisce invece la trascenden-za del sapere divino connotato necessariamente dallrsquoinfinitagrave rispettoal sapere finito che quanto meno sul piano contenutistico ndash anche senon su quello formale ndash connota lrsquoontologia garantendo cosigrave la teo-logia da un riduzionismo filosofico che le farebbe perdere il suocarattere peculiare e per questo verso unico
sect 33Positivitagrave della relazione laquocircolareraquo
Questa struttura epistemologica della teologia prende in san-trsquoAgostino la forma ndash rimasta classica e in un certo senso definitivandash della circolaritagrave di fede e ragione183 Questa forma ha quale pre-supposto lrsquointero sviluppo fin qui considerato ed egrave tenendo pre-sente questo sviluppo che la posizione agostiniana raggiunge lasua piena intelligibilitagrave
Dunque Dio egrave per un verso lrsquoEssere con cui ha a che fare lafilosofia e che costituisce lrsquooggetto dellrsquoontologia per un altro ver-so egrave lrsquoessenza infinita che trascende lrsquoastrattezza formalistica nellaquale lrsquoEssere si dagrave nellrsquoorizzonte della finitezza potendosi addi-
183 Agostino afferma che laquolrsquointelligenza egrave frutto della fede [intellectus mercesest fidei]raquo dunque laquonon cercare [hellip] di capire per credere ma credi percapire [crede ut intellegas]raquo (Commento al Vangelo di Giovanni 29 6) Egrave la for-mula del credo ut intellegam intellego ut credam che resta ancora lo schemafondamentale del rapporto tra fede e ragione lrsquoenciclica Fides et ratio scrit-ta da Giovanni Paolo II nel 1998 consta di sette capitoli dei quali il secon-do ha come titolo laquocredo ut intellegamraquo e il terzo laquointellego ut credamraquo
rittura presentare entro questrsquoorizzonte come paradosso e folliaStanti cosigrave le cose la questione diventa se accogliendo questosapere folle come un sapere superiore esso egrave in grado di far crescerelrsquointelligenza razionale184
Se non si tratta di questo e la laquofolliaraquo egrave una delle tante che lafantasia umana puograve produrre egrave piugrave che evidente che lrsquointelligenzanon cresceragrave e si saragrave solo creata confusione intorno al sapere ra-zionale che resta lrsquounico proponibile Ammettendo invece che lrsquoin-telligenza cresca allora entreragrave legittimamente in campo lrsquoipotesiche quella sapienza folle sia in effetti un sapere superiore il cui appa-rire folle dipende dallrsquooscura complessitagrave nella quale lrsquoinfinito sidagrave nel finito
Ora Agostino non solo enuncia un principio ipotetico ma adottain effetti un principio di pura fede e constata in effetti il cresceredella sua intelligenza filosofica al punto tale che muovendo daldubbio piugrave radicale ndash non solo religioso ma anche puramente filo-sofico ndash perviene a una veritagrave incontrovertibile che in qualche modoegrave laquofruttoraquo della fede e tuttavia anticipa addirittura la rifondazionecartesiana della filosofia moderna185
113III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
184 Che ne sia in grado non egrave da Agostino semplicemente affermato ma egravedimostrato in quel superamento dello scetticismo che inizia col capovolgi-mento della prospettiva di indagine suggerito dal passo biblico (Es 313-14 il passo egrave riportato alla nota 115) nel quale Dio presenta se stesso colnome di Io-Sono Questo suggerisce ad Agostino che forse il vero oggettodella riflessione egrave proprio lrsquoIo (laquoEro divenuto per me stesso un grosso pro-blema [factus eram mihi magna quaestio]raquo dice Agostino in Confessioni IV4) e lo porta a quella rivoluzione della laquometafisica interioreraquo che si trovaenunciata al meglio in De vera religione XXIX 72 laquoNon andare fuori di teritorna in te stesso La veritagrave dimora nellrsquouomo interiore E se scoprirai chela tua natura egrave mutevole trascendi anche te stesso [Noli foras ire in teipsumredi in interiore homine habitat veritas et si tuam naturam mutabilem inveneristranscende et te ipsum]raquo Questa rivoluzione speculativa porteragrave poiAgostino a quel superamento dello scetticismo che troviamo enunciato inDeCivitate Dei XI 26 (il passo chiave egrave stato riportato nella nota 96)
185 Ciograve egrave stato osservato nella nota 96
114 A POSTORINO
Si egrave cosigrave realizzato il credo ut intellegam e un momento di fedeha fatto crescere lrsquointelligenza filosofica in maniera prima insospet-tata e insperata Ora accade conseguentemente il contrario ed egravelrsquoavvenuta crescita del sapere filosofico che fa crescere in manieraprima insospettata e insperata il momento della fede Se infattilrsquoadozione di un sapere razionalmente incomprensibile ha fattocrescere la comprensione razionale questo sembra significare ndashricordiamo il senso biblico della fede come riconoscimento di auto-revolezza della fonte della Rivelazione che egrave Dio stesso ndash che quelsapere razionalmente incomprensibile era in effetti un sapere supe-riore come poteva in effetti essere senza peraltro averne ancoradato prova Dunque ora la mia fede egrave cresciuta e mi aspetto dallamedesima fonte un ulteriore incremento di veritagrave di cui la suapotenza rivelativa si egrave dimostrata capace
Dal credo ut intellegam sorge dunque lrsquointellego ut credam e sidetermina una laquocircolaritagrave virtuosaraquo fra i due momenti della fede edella ragione costituiti ormai come tali che la crescita dellrsquouno pro-voca la crescita dellrsquoaltro186
186 Giovanni Reale storico della filosofia antica (G REALE Storia della filosofiaantica Vita e Pensiero 5 voll Milano 1984) e filosofo cattolico riprendendola metafora platonica della laquoseconda navigazioneraquo cioegrave del passaggio aduna navigazione piugrave difficile e faticosa (dalla vela ai remi) necessario nelpassare dalla considerazione del sensibile a quella dellrsquointelligibile (cfr Fe-done 99 c-d laquo[hellip] vuoi che ti esponga o Cebegravete il nuovo modo di naviga-zione [τὸν δεύτερον πλοῦν] che intrapresi per andare alla ricerca di questacausaraquo) propone la metafora della fede come laquoterza navigazioneraquo avendoin mente il riferimento giagrave agostiniano alla metafora platonica della naviga-zione (cfr di Agostino il Commento al Vangelo di Giovanni Omelia II) laquoEgravecome se uno vedesse di lontano la patria e ci fosse di mezzo il mare eglivede dove arrivare ma non ha come arrivarvi Cosigrave egrave di noi che vogliamogiungere a quella stabilitagrave dove ciograve che egrave egrave percheacute esso solo egrave sempre cosigravecomrsquoegrave E anche se giagrave scorgiamo la meta da raggiungere tuttavia crsquoegrave dimezzo il mare di questo secolo Ed egrave giagrave qualcosa conoscere la meta poicheacutemolti neppure riescono a vedere dove debbono andare Ora affincheacute avessi-mo anche il mezzo per andare egrave venuto di lagrave colui al quale si voleva andareE che ha fatto Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare
115III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
sect 34Lrsquoautoritagrave laquoveraraquo e la ragione laquorettaraquo
Crsquoegrave nella circolaritagrave agostiniana un presupposto assoluto o piugraveprecisamente un implicito che nonostante la sua assoluta fondati-vitagrave e il suo ovvio riconoscimento non egrave espresso a livello metodo-logico il presupposto cioegrave dellrsquounicitagrave della fonte creativa e dellafonte rivelativa In Agostino lrsquoepistemologia che coinvolge fede eragione presenta un sapere la cui certezza cresce su se stessa ed egravecausa del crescere di ciascuno dei suoi momenti in forza dellrsquoaltroma non viene sottolineata la ragione di questa reciproca feconda-zione Tuttavia se la fede fa crescere la veritagrave razionale egrave percheacute ilsapere segreto di cui la fede egrave portatrice egrave lo stesso sapere che pro-duce lrsquoordine razionale delle cose e se la ragione fa crescere la fedeegrave percheacute la sua crescita ad opera della fede suggerisce che il sapereche produce lrsquoordine razionale delle cose egrave lo stesso sapere segretodi cui la fede egrave portatrice
Lrsquounicitagrave della fonte con tutto ciograve che vi egrave connesso viene a porsinella teologia di Giovanni Scoto Eriugena il quale riflettendo sulledue direttrici che discendono da quellrsquounica fonte ndash la ragione e laRivelazione ndash afferma che esse non possono mettere capo a veritagrave diver-se Ciograve naturalmente a condizione che lrsquouna e lrsquoaltra direttrice sod-disfino alle condizioni che sono peculiari di ciascuna Cosigrave la ragionedevrsquoessere retta e lrsquoautoritagrave interpretativa della Rivelazione devrsquoes-sere vera187 Una ragione laquorettaraquo (recta ratio ρθς λγος) egrave quella chenon commette errori logici come nellrsquoimperfezione della finitezzaegrave sempre possibile e unrsquoautoritagrave laquoveraraquo (vera auctoritas) egrave quellache trae dalla Sacra Scrittura i suoi autentici significati non caden-
Nessuno infatti puograve attraversare il mare di questo secolo se non egrave porta-to dalla croce di Cristo Anche se uno ha gli occhi malati puograve attaccarsi allegno della croce E chi non riesce a vedere da lontano la meta del suocammino non abbandoni la croce e la croce lo porteragraveraquo
187 Questo schema si trova nel De divisione naturae I 63 laquoLa vera autoritagrave nonegrave opposta alla retta ragione e viceversa percheacute lrsquouna e lrsquoaltra promananoda una sola fonte la sapienza divinaraquo
116 A POSTORINO
do come nellrsquoimperfezione della finitezza egrave altrettanto possibile ininterpretazioni parziali o erronee188
Questo richiamo a unrsquoautoritagrave laquoveraraquo nellrsquointerpretazione dei testisacri ha probabilmente provocato nella gerarchia ecclesiastica uncerto malanimo verso questo autore che insinuava scopertamente lapossibilitagrave di unrsquoautoritagrave non vera negli esegeti e questo malanimotendeva a designare Scoto Eriugena come eccessivamente filosofo eper questo poco rispettoso del principio drsquoautoritagrave189 Una riflessionemeno pregiudiziale rivela invece in questo pensatore una forza moltoconsistente assegnata alla fede Per cominciare la teoria dellrsquounicoautore per la creazione e per la Rivelazione con la conseguentenecessaria concordanza delle due veritagrave (sub condicione della vera auc-toritas e della recta ratio) era un assunte di fede il che significa cheScoto Eriugena fa della necessaria concordanza di ragione e fedequalcosa di preliminarmente creduto Questo a ben vedere rispettata
188 Cfr ivi I 64 laquoOra infatti dobbiamo seguire la ragione che indaga la veritagrave enon egrave soffocata da nessuna autoritagrave neacute le egrave impedito dichiarare apertamenteciograve che ha cercato e trovato nellrsquoambito dei suoi faticosi ragionamentiBisogna infatti sempre seguire lrsquoautoritagrave della Sacra Scrittura poicheacute in essaquasi in segreti scrigni egrave contenuta la veritagrave Ma non bisogna credere cheessa usi sempre termini e parole proprie quando ci istruisce sulla naturadivina poicheacute la Sacra Scrittura si serve spesso di similitudini e di varieespressioni traslate per accondiscendere alla nostra debolezza e innalzare inostri sensi ancora rozzi e infantili con un insegnamento sempliceraquo
189 Scoto Eriugena affermava per esempio che nel caso di uno scarto fra ragio-ne e autoritagrave crsquoera un buon motivo teorico per tener fermo alla ragionelaquoOra sappiamo che la ragione egrave anteriore per natura lrsquoautoritagrave egrave anteriorenel tempo Sebbene infatti la natura sia stata creata insieme col tempolrsquoautoritagrave non ha cominciato ad esistere allrsquoinizio del tempo e della naturala ragione invece egrave nata da principio con la natura e col tempo [hellip]Lrsquoautoritagrave infatti egrave derivata dalla vera ragione ma non la ragione dallrsquoauto-ritagrave Ed ogni autoritagrave che non egrave confermata dalla vera ragione ha poco valo-reraquo (ivi I 68) Quasi provocatoria infine poteva suonare lrsquoaffermazione chenon si entra in cielo se non per mezzo della filosofia laquonemo intrat in caelumnisi per philosophiamraquo (Annotationes in Marcianum 64)
117III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
la condizione della correttezza esegetica asserisce senza alcundubbio la veritagrave della Rivelazione per come questa egrave proposta allafede e dunque tenuto anche conto del richiamo alla correttezzarazionale si puograve dire che Scoto Eriugena per quanto in una formamentis filosofica proprio per il rigore di questa forma mentis ha ilmerito di chiarire con grande precisione le condizioni metodologi-che per una epistemologia teologica190
Unrsquoultima cosa si puograve aggiungere circa questa posizione del pro-blema in relazione alla questione piugrave generale del rapporto tra fedee ragione E cioegrave che in forza di essa si determina una maggiore sol-lecitudine verso la ragione nel soggetto che fa propria la posizionedi fede piuttosto che nel soggetto che intende attestarsi nella pro-spettiva della pura ragione Questrsquoultimo infatti respingendo perprincipio il non dimostrabile liquida lrsquointera problematica adombra-ta dallrsquointuizione profonda e si trova cosigrave per sua stessa scelta rele-gato ad amministrare una sillogistica alla cui uscita non crsquoegrave per prin-cipio niente di piugrave di quanto non vi sia allrsquoentrata Colui invece chedagrave credito a quellrsquointuizione profonda senza peraltro cedere allrsquoinge-nuitagrave del non porre condizioni epistemologiche e riscontri essendoprima di tutto persuaso della fonte unica di tale intuizione e dellrsquoor-dinamento razionale si trova a lavorare su entrambi i termini cioegraveda un lato sullrsquoesegesi possibile e dallrsquoaltro sugli approfondimentiontologici possibili in cerca di una concordanza che lui crede doverciessere anche se ancora non egrave in grado di vedere come si realizzi
sect 35La fede in cerca della necessaria intelligenza di se stessa
Questo credere in una razionalitagrave ancora non visibile saragrave laposizione di forza della teologia anselmiana Anselmo drsquoAosta as-sume implicitamente da un lato la circolaritagrave agostiniana dallrsquoal-
190 Egrave questa indipendente acribia di Scoto Eriugena a indisporre nei suoi con-fronti almeno una parte della gerarchia ecclesiastica ossia quella piugraveattenta allrsquoindiscutibilitagrave della propria autoritagrave che non alle condizionioggettive per una scienza ecclesiale della veritagrave rivelata
118 A POSTORINO
tro lrsquounitagrave della fonte creativa e di quella rivelativa che sta al fondodi quella circolaritagrave e che si costituisce nel pensiero di ScotoEriugena come un presupposto creduto e ne trae uno schema epi-stemologico destinato a restare classico quanto quello della circola-ritagrave agostiniana peraltro in esso implicitamente inclusa
Dunque ndash dice Anselmo191 ndash essendo lrsquoautore della Rivelazioneil medesimo di quello della creazione egrave evidente che lrsquoautoritagravemessaci di fronte egrave la stessa solo giungente a noi per canali diversiDrsquoaltronde anche se il canale della Rivelazione proposta alla fedenon richiede di per seacute un riferimento alla razionalitagrave neacute specifichecapacitagrave razionali in chi ne accoglie la veritagrave192 egrave evidente che larazionalitagrave implicita nellrsquoordine creato e coincidente con la Sapien-za divina193 resta necessariamente al fondo di Dio in quanto autoredella Rivelazione e dunque egrave evidente che al fondo della veritagraverivelata alla fede vi sia una ratio che la fede non vede ma che sadoverci essere
191 Ci riferiamo per tutte le successive citazioni di Anselmo relative al qua-dro introduttivo allrsquoopera di ANSELMO DrsquoAOSTA Proslogion a cura diL Pozzi (il testo latino adottato egrave quello stabilito da FS Schmitt nella suaedizione critica laquoSancti Anselmi Cantauriensis Archiepiscopi Opera Omniaad fidem codicum recensuit FS Schmitt OSB Edimburgi 1946-1961raquo)BUR Milano 2007
192 Si puograve ricordare nel passo agostiniano riportato nella nota 186 la conclu-sione laquoNessuno infatti puograve attraversare il mare di questo secolo se non egraveportato dalla croce di Cristo Anche se uno ha gli occhi malati puograve attac-carsi al legno della croce E chi non riesce a vedere da lontano la meta delsuo cammino non abbandoni la croce e la croce lo porteragraveraquo
193 Cosigrave parla la Sapienza creatrice personificata in Pr 827-31 laquoQuando eglifissava i cieli io ero lagrave quando tracciava un cerchio sullrsquoabisso quan-do condensava le nubi in alto quando fissava le sorgenti dellrsquoabisso quando stabiliva al mare i suoi limiti cosigrave che le acque non ne oltrepas-sassero i confini quando disponeva le fondamenta della terra alloraio ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno giocavodavanti a lui in ogni istante giocavo sul globo terrestre ponendo lemie delizie tra i figli dellrsquouomoraquo
119III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
Egrave questa la ratio fidei194 che come si diceva egrave creduta primaancora del suo manifestarsi nellrsquoelemento a lei consustanziale dellarazionalitagrave Questa ratio soltanto creduta perograve ndash senza che questotocchi in alcun modo la libera spontaneitagrave del credere ndash non puogravenon produrre in quellrsquoessere razionale che lrsquouomo egrave per delibera-zione di Dio che lo crea a sua immagine il desiderio di ca
pire ciograve che giagrave crede Siamo cosigrave allo schema classico di cui sidiceva che egrave quello della fides quaerens intellectum195
Lo schema anselmiano qui si lega di fatto organicamente allrsquoon-tologia classica aristotelica sia per quel che riguarda il versantemetafisico sia per quel che ne consegue sul versante etico Se lrsquoes-senza in quanto ντελέχεια o realizzazione di se stessa dandosiquale proprio fine lrsquoesistenza della propria essenza egrave nel casodellrsquoessere umano superamento di seacute 196 egrave inevitabile che lrsquouomocreato da Dio appunto secondo questa essenza desideri superarela propria finitezza avvicinandosi quanto piugrave puograve allrsquoessenza divinae se Dio stesso ha creato lrsquouomo dandogli questo modo di esserenon egrave possibile che poi consideri questa spinta a capire come unapresunzione Lrsquouomo puograve dunque chiedere a Dio di dargli modo diessere ciograve che Dio stesso voleva che fosse197 Lrsquouomo per se stesso deve
194 Presentando il Proslogion Anselmo drsquoAosta fa riferimento al precedenteMonologion che definisce laquoun opuscolo come esempio di meditazionesulla ragione della fede [opusculum quoddam velut exemplum meditandide ratione fidei]raquo (sottolineatura nostra)
195 Come il titolo originale del Monologion era Exemplum meditandi de rationefidei (cfr nota 194) cosigrave il titolo originale del Proslogion era Fides quaerensintellectum
196Dice Aristotele in Etica Nicomachea X 7 1178 a laquoNon bisogna perograve seguirequelli che consigliano che essendo uomini si attenda a cose umane ed essen-do mortali a cose mortali bensigrave per quanto egrave possibile bisogna farsi immor-tali [ἀλλrsquoἐφrsquoὅσον ἐνδέχεται ἀθανατίζειν] e far di tutto per vivere secondo la partepiugrave elevata di quelle che sono in noi se pur infatti essa egrave piccola per estensio-ne tuttavia eccelle di molto su tutte le altre per potenza e valoreraquo
197 Nel primo capitolo del Proslogion a introduzione del suo lavoro Anselmocosigrave prega laquoMi sia permesso di guardare la tua luce [Liceat mihi suspicere
120 A POSTORINO
cercare di capire piugrave che puograve lrsquoessenza divina e deve farlo per impli-cita deliberazione dello stesso Dio creatore Saragrave poi Dio a stabilireil limite al quale lrsquouomo puograve arrivare e lrsquouomo non potragrave che resta-re in quel limite stabilito da sempre peraltro non sapendo dove puogravearrivare e dove no e per seacute non ponendo limiti pregiudiziali198
sect 36Fede e ragione come architettura sistematica
Lrsquoepistemologia teologica pur senza essere enunciata come taleraggiungeva cosigrave una compattezza e unrsquointerna coerenza che costitui-scono un approdo definitivo e questo approdo prende forma rigoro-samente sistematica nel pensiero di san Tommaso Qui egrave ormai scon-tata lrsquounica veritagrave di fondo della ragione e della Rivelazione e questoteorema risulta fondatamente presupposto in un quadro che affermalrsquoautonomia del momento della ragione capace di per seacute di giungeread una teologia laquorazionaleraquo o laquonaturaleraquo che costituisce necessaria-mente lo scheletro astratto filosoficamente autosufficiente di unsapere superiore che lo comprende e lo trascende
lucem tuam] anche se da lontano o dal profondo [vel de longe vel de profun-do] Insegnami a cercarti e mostrati a me che ti cerco [Doce me quaerere te etostende te quaerenti] poicheacute non posso cercarti se tu non me lo insegni [quianec quaerere te possum nisi tu doceas] e non posso trovarti se tu non ti mostri[nec invenire nisi te ostendas] Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cer-candoti [Quaeram te desiderando desiderem quaerendo] Che io ti trovi aman-doti e ti ami trovandoti [Inveniam amando amem inveniendo]raquo
198 Cosigrave prega ancora Anselmo riprendendo lo schema agostiniano laquoNontento o Signore di penetrare la tua profonditagrave [Non tento domine penetrarealtitudinem tuam] poicheacute in nessun modo metto con essa a confronto ilmio intelletto [quia nullatenus comparo illi intellectum meum] ma desiderointendere in qualche modo la tua veritagrave quella che il mio cuore crede e ama[sed desidero aliquatenus intelligere veritatem tuam quam credit et amat cormeum] Non cerco infatti di intendere per poter credere [Neque enim quaerointelligere ut credam] ma credo per poter intendere [sed credo ut intelligam]raquo
Lrsquointera teorematica della necessitagrave metafisica va cosigrave a costitui-re i praeambula fidei199 vale a dire tutto ciograve che chi si rapporta allaveritagrave rivelata deve presupporre con la certezza che niente di taleveritagrave rivelata lo contrasteragrave se non per errore200 Lo scarto che cisi deve invece aspettare riguarda una eccedenza della veritagrave rivela-ta la quale veritagrave egrave contenuta negli articula fidei che devono esseresemplicemente accolti Questa eccedenza dipende dalla infinitagravecome compattata e compressa nel depositum fidei di contro allanecessaria finitezza della struttura della razionalitagrave in qualchemisura sempre invalicabilmente astratta
Cosigrave la veritagrave infinita custodita negli articula fidei affrontata conla consapevolezza della sua struttura di fondo riflessa dai praeambu-la fidei va a produrre la sacra doctrina cioegrave la classica teologia tomi-sta che costituisce il vertice della Scolastica e che puograve ormai mostra-re di fondarsi su una esplicita e meditata epistemologia teologica201In questa teologia i due momenti della fede e della ragione sono tal-mente interconnessi in maniera sistematica che per cosigrave dire ciascu-no dei due egrave onnicomprensivo avente lrsquoaltro quale suo momento202Guardando la cosa dal punto di vista della fede egrave chiaro che Dio saimmediatamente se stesso e il nostro avere laquofederaquo nella veritagrave da luirivelata equivale ad essere ammessi per un dono di grazia a parte-
121III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
199 Cfr STh I q 2 a 2 ad 1 laquoAd primum ergo dicendum quod Deum esseet alia huiusmodi quae per rationem naturalem nota possunt esse de Deout dicitur Rom I non sunt articuli fidei sed praeambula ad articulos sic enimfides praesupponit cognitionem naturalem sicut gratia naturam et ut per-fectio perfectibile Nihil tamen prohibet illud quod secundum se demon-strabile est et scibile ab aliquo accipi ut credibile qui demonstrationemnon capitraquo (sottol nostra)
200 Si potrebbe forse aggiungere per un errore di ragionamento o di esegesiscritturistica come a suo tempo stabilito da Scoto Eriugena (sect 34)
201 Di tale epistemologia si egrave trattato in maniera articolata e determinata nel-lrsquoarticolo Utrum sacra doctrina sit scientia cit
202 Questa reciproca inclusione con pari onninclusivitagrave prenderagrave nel tomismoanagogico di Padre Barzaghi ndash come piugrave avanti si vedragrave ndash la forma dellalaquoreciproca ambientazioneraquo
122 A POSTORINO
cipare della scienza immediata che Dio ha di se stesso203 Guardandoinvece la cosa dal punto di vista della ragione egrave altrettanto chiaroche Dio sa se stesso in tutte le possibili mediazioni interne allrsquoipsum esseper se subsistens che lui egrave dunque ndash dice Tommaso ndash essendo il con-tenuto della fede in seacute visione gli articoli di fede che a noi sono notinon per se stessi ma per altro ndash ossia appunto per lrsquoessere statiammessi alla visione immediata che Dio ha di se stesso ndash in seacute ndash ossianella scienza che Dio ha di se stesso in tutte le sue interne mediazio-ni ndash sono noti per se stessi e noi attraverso la riflessione teologicavalendoci di quellrsquoatto di grazia che ci mostra immediatamente o perfede la veritagrave di quegli articoli siamo messi in grado di giungere atale veritagravemediatamente o per via di ragione204
sect 37Natura della laquoeccedenzaraquo del sapere teologico
Si egrave a suo tempo vista la tripartizione del sapere nel pensiero diDuns Scoto il che suggerisce ad una manualistica piuttosto frettolo-sa lrsquoidea di una frantumazione della scienza scolastica dove la filo-sofia e la teologia cadono in dimensioni separate la prima affidatapuramente alla ragione e la seconda puramente alla fede
203 La radice filosofica di fondo di questo teorema teologico egrave come giagrave si egraveaccennato nella metafisica aristotelica (cfr quanto detto alla nota 3)
204 Scrive Tommaso in Super Sent lib 3 d 24 q 1 a 2 qc 1 arg 2 laquoPraeterealumen fidei se habet ad articulos sicut lumen naturale ad principia naturali-ter cognita Sed lumen naturale facit videre principia per se nota Ergo etlumen fidei facit videre articulosraquo Si puograve cosigrave tradurre e interpolarelaquoInoltre la luce della fede si offre agli articoli come la luce naturale ai princi-pi naturalmente conosciuti Ma la luce naturale fa vedere principi per seacutenoti Quindi anche la luce dalla fede fa vedere [cosigrave] gli articoli [= come perseacute noti]raquo Questa lettura egrave avallata dallo Chenu in MD CHENU OP La teolo-gia come scienza Jaca Book Milano 1971 cap IV laquoLuce di fede e sapereteologicoraquo nel paragrafo San Tommaso nelle Sentenze laquoin futuro quandoDio saragrave visto nella sua essenza gli articoli saranno cosigrave noti per seacute e visticome adesso lo sono i principi della dimostrazioneraquo
A ben vedere invece le cose non stanno affatto cosigrave e le analisidi Duns Scoto non solo non producono alcuna frattura ma al con-trario indicano con un rigore piugrave avanzato il significato di quellaeccedenza del sapere teologico rispetto a quello filosofico che avevariconoscimento ndash piugrave presupposto che teoreticamente definito ndash daScoto Eriugena ad Anselmo a Tommaso Da un lato infatti ladimensione metafisica della necessitagrave dimostrativa poteva fondarsisullrsquoessere creato e portato allrsquounivocitagrave detraendo da esso ladimensione degli individui reali ndash lrsquounico creatore e gli infiniti enticreati ndash per cui la teologia che specificamente non puograve dire di Dioche il suo essere libera volontagrave creatrice pone poi implicitamenteal fondo di questa potenza creativa lrsquointero ordine univoco che lametafisica vi trova (egrave questa la ratio fidei anselmiana che viene inluce quando ci si rapporti alla Rivelazione secondo lo schematomistico degli articula fidei considerati alla luce dei praeambulafidei) Da un altro lato lrsquoeccedenza della veritagrave contenuta negli arti-cula fidei della quale egrave testimone in Tommaso la sacra doctrina sifonda ligrave sullrsquoinfinitagrave dellrsquoessere divino rispetto alla finitezza dellrsquoo-rizzonte ontologico colto dalla metafisica In Duns Scoto questastruttura egrave del tutto confermata ma con la precisazione stretta-mente teoretica che la dimensione eccedente riguarda gli individuireali dei quali il pensiero filosofico puograve cogliere solo lrsquouniversalitagrave
Le frettolose dichiarazioni di rottura dellrsquounitagrave scolastica si rive-lano quindi come quasi sempre accade delle verificabili astrazio-ni e lrsquoepistemologia teologica non si frantuma ma piuttosto sicompie ndash nei limiti storici del suo sviluppo ndash nel pensiero di DunsScoto
sect 38Eclissi dellrsquoepistemologia teologica
Egrave invece vero che questa epistemologia entra per cosigrave direnello stallo dellrsquooblio nella tarda scolastica post-occamiana e su diessa scende lrsquoeclissi nellrsquointero corso della filosofia moderna
Lrsquoemergenza trionfale dei tempi era la scienza empirica prefi-gurata sul piano teoretico da Duns Scoto e privilegiata nella suaautonomia da Guglielmo drsquoOckham e il futuro di questa direttrice
123III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
124 A POSTORINO
conoscitiva era la profezia baconiana del regnum hominum205 e ilmetodo sperimentale galileiano con tutti i corollari che da esso sipotevano trarre intorno alla separazione tra scienza e filosofia e apiugrave forte ragione tra scienza e teologia206
205 Sir Francis Bacon (Franciscus Baco Francesco Bacone) ritiene se stessolaquobuccinatorraquo nunzio antesignano e profeta della moderna etagrave della scien-za la quale egrave la laquovera magiaraquo che non cerca piugrave di dominare la naturavalendosi di appelli occultistici a spiriti e demoni mediatori ma la dominacomprendendone le leggi Scrive Bacone in Novum Organum libro I afori-sma III laquoLa scienza e la potenza umana coincidono percheacute lrsquoignoranzadella causa fa mancare lrsquoeffetto La natura infatti non si vince se non obbe-dendo ad essa [natura non nisi parendo vincitur] e ciograve che nella teoria havalore di causa nellrsquooperazione ha valore di regolaraquo Ripete lrsquoidenticomotto nel Proemio dellrsquoInstauratio magna Egrave valorizzando questo dominioche lrsquouomo trasformeragrave il mondo instaurando il regnum hominum come silegge in Novum Organum libro I aforisma LXVIII laquoAbbiamo cosigrave parlatodelle singole classi di idoli [= schemi pregiudiziali] e del loro apparatotutte devono essere negate e respinte con solenne e ferma decisione elrsquointelletto deve esserne interamente liberato e purificato in modo chelrsquoingresso al regno dellrsquouomo [regnum hominum laquoregno degli uominiraquo]fondato sulle scienze non sia diverso dallrsquoingresso nel regno dei cieli ldquonelquale non egrave dato entrare se non si ritorna bambinirdquoraquo
206 Mentre Galilei vero fondatore del metodo sperimentale pensa ancora la pro-pria scienza come lrsquoultima forma presa dalla filosofia egrave Newton col suolaquohypotheses non fingoraquo a sancire il vero e proprio distacco della scienza dallateologia e dalla filosofia in quanto metafisica Leggiamo in PhilosophiaeNaturalis Principia Mathematica 1687 2a ediz 1713 Scolio generalelaquoLrsquoelegantissima compagine del sole dei pianeti e delle comete non poteacutenascere senza il disegno e la potenza di un ente intelligente e potente E se lestelle fisse sono centri di analoghi sistemi tutti questi essendo costruiti conun identico disegno saranno soggetti alla potenza dellrsquoUno soprattutto inquanto la luce delle stelle fisse egrave della stessa natura della luce del sole e tutti isistemi inviano la luce verso tutti gli altri E affincheacute i sistemi delle stelle fissenon cadano a causa della gravitagrave reciprocamente lrsquouno sullrsquoaltro questo stes-so pose una distanza immensa fra di loro Egli regge tutte le cose non come
125III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
Nel frattempo la filosofia tardo-scolastica da un lato si perdeva informalismi ormai privi di interesse da un altro lato ripeteva stanca-mente un aristotelismo superato dai tempi207 Non egrave poi impropriodire che la rifondazione cartesiana mirava in qualche modo a costituir-si come fondamento metafisico della nuova scienza208 e che la cadutadualistica di questa nuova metafisica facesse coincidere lrsquooggettivitagraveesterna al pensiero con lrsquoestensione ossia con ciograve che egrave misurabile nonpuograve che fare da controprova di questa interpretazione
Ciograve che accade cioegrave egrave che la filosofia moderna si va a costituireessa stessa come epistemologia ma come epistemologia della scienza
anima del mondo ma come signore dellrsquouniverso E a causa del suo domi-nio suole essere chiamato signore Dio pantokratorraquo E poco piugrave avanti laquoInveritagrave non sono ancora riuscito a dedurre dai fenomeni la ragione di questeproprietagrave della gravitagrave e non invento ipotesi [hypotheses non fingo]Qualunque cosa infatti non deducibile dai fenomeni va chiamata ipotesi enella filosofia sperimentale non trovano posto le ipotesi sia metafisiche siafisiche sia delle qualitagrave occulte sia meccaniche In questa filosofia le propo-sizioni vengono dedotte dai fenomeni e sono rese generali per induzioneraquo
207 Era di questa cultura che Cartesio sentiva lrsquoinsufficienza rispetto ai nuoviproblemi posti dallrsquoormai affermata scienza sperimentale
208 Cartesio conosce e ammira Galilei ma non vede in lui il teorico sistematicodi quella nuova filosofia di cui la scienza ha bisogno e che lo stesso Galileiesercita spontaneamente ma solo volta per volta Scrive nella Lettera sulMetodo laquoInizierograve questa lettera con le osservazioni sul libro di Galilei Trovoche generalmente parlando egli faccia filosofia molto meglio delle personecomuni poicheacute per quanto puograve egli si sbarazza degli errori della Scuola etenta di esaminare i problemi fisici mediante ragioni matematiche Su que-sto punto mi sento completamente drsquoaccordo con lui e sostengo che non esi-ste alcun altro metodo per scoprire il vero Ma mi sembra che egli difettiassai nel fare continuamente digressioni e nel non soffermarsi a spiegare inmodo esauriente ogni problema Questo mostra che egli non ha esaminatole questioni sistematicamente e che non avendo preso in considerazione lecause prime della natura egrave soltanto andato in cerca delle ragioni di certieffetti particolari siccheacute la sua costruzione egrave priva di ogni fondamentoraquo
126 A POSTORINO
moderna dove lrsquoepistemologia teologica che ha la filosofia come solo unodei suoi momenti egrave naturalmente eclissata dal divenire dei tempi Inquesti frangenti la metafisica si sdoppia conformandosi allo schemagnoseologistico e dei suoi due termini lrsquouno ndash quello la cui esistenzarisultava da una mediazione ndash era fin dallrsquoinizio destinato ad esserevanificato lasciando il posto soltanto allrsquoaltro quello che si davaquale fondamento immediato E poicheacute questrsquoultimo era il pensiero ndashdal cogito cartesiano allrsquoIo-penso kantiano ndash era la metafisica ossia lascienza dellrsquoessere immutabile il termine destinato alla vanificazio-ne come accade puntualmente in Kant209
Da questo corso filosofico egrave dunque del tutto dileguato il mo-mento della fede poicheacute tutta lrsquoessenzialitagrave cade nella dinamica ra-zionale del soggetto pensante mentre ogni contenuto strutturatoda questa dinamica ha la sua origine nellrsquoimmediatezza sensibiledirettamente sperimentabile Lrsquoepistemologia della scienza speri-mentale che si ingegna a fondare la legittimitagrave filosofica dei suoirisultati non pensa neanche piugrave alla problematica dellrsquoepistemolo-gia teologica nella quale era la stessa filosofia in quanto sistemadellrsquouniversale astratto a dover rendere conto del suo radicamentoallrsquointerno dellrsquoessere concreto
La giagrave richiamata manualistica tendenzialmente frettolosa in-tende in modo pregiudiziale questa intera vicenda fin dalle origi-ni come un emanciparsi della razionalitagrave autonoma dal fondoancestrale mitopoietico per dar luogo alla grande costruzione dellafilosofia classica quindi come una ricaduta della razionalitagrave nellrsquoe-lemento della laquofederaquo lungo il periodo cristiano-medioevale e infi-ne come un ritorno della filosofia a se stessa con lrsquoinizio dellrsquoetagravemoderna dove il problema della laquofederaquo esce definitivamente discena riguardando soltanto lo spirito religioso dove esso si mani-festa senza necessaria relazione con la filosofia La nostra indagi-ne invece dovrebbe aver mostrato che questa relazione tra laquofederaquoe laquoragioneraquo egrave originaria e implica una precisa consapevolezza epi-
209 Questo accade in Critica della ragion pura cit I II I Lib II Cap III (ilpasso chiave che si trova al termine dellrsquoAnalitica trascendentale egrave giagravestato interamente riportato nella nota 104)
127III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
stemologica Che questa non sia unrsquoidea extravagante e magaripregiudiziale in senso inverso rispetto alla versione corrente egravedato da ciograve che il problema del rapporto tra fede e ragione torna amostrarsi come centrale nel punto della massima complessitagrave teo-retica raggiunta in etagrave post-kantiana210 e si mostra proprio comesviluppo teorico di quellrsquoepistemologia teologica che noi abbiamocercato di delineare
sect 39Veritagrave della fede e laquofatica del concettoraquo
Non egrave senza significato che Hegel frequenti lrsquoUniversitagrave di Tubin-ga da interno allo Stift il Seminario Teologico di quella cittagrave e chetutti i suoi primi scritti siano di natura essenzialmente teologica211 Inuno di questi scritti laquoLo spirito del Cristianesimo e il suo desti-noraquo212 Hegel conduce una lunga analisi del laquodiscorso della Mon-tagnaraquo formulando la tesi che in esso venga superata sia lrsquoete-ronomia della legge divina ebraica sia lrsquoautonomia della legge mora-le kantiana entrambe sono infatti fondate sullrsquoopposizione fra laquoesse-reraquo e laquodover essereraquo mentre lrsquoamore cristiano realizza il laquocompi-mentoraquo della scissione dove i termini scissi tornano allrsquounitagrave concre-ta Hegel usa per questo laquocompimentoraquo la parola Ausfuumlllung laquoriem-pimentoraquo ma anche lrsquoessenziale termine Aufhebung destinato adiventare tecnico nella costruzione dellrsquoontologia dialettica213
210 Paradigmaticamente nella filosofia hegeliana cfr GWF HEGEL Glaubenund Wissen in laquoKritisches Journal der Philosophieraquo 1802 trad it Fede eSapere in Primi scritti critici Mursia Torino 1971
211 Col titolo Teologische Jugendschriften Herman Nohl pubblicava nel 1907 gliscritti hegeliani databili tra il 1790 e il 1800 dunque relativi ai periodi diTubinga Jena e Francoforte Lrsquoedizione italiana egrave GWF HEGEL Scritti teolo-gici giovanili trad Di N Vaccaro ed E Mirri 2 voll Guida Napoli 1977
212 Der Geist des Christentums und sein Schicksal in Teologische Jugendschriftencit (nellrsquoedizione italiana vol 2 pp 353-414)
213 Il passo dalla Scienza delle Logica su questo termine egrave riportato alla nota 127
128 A POSTORINO
Questa fondamentale determinazione del laquosuperare e conservareraquo egravevista da Hegel nettamente affermata nello schema del laquoAvetevistohellip ma io vi dicohellipraquo214 dove la normativitagrave dellrsquoantica legge vie-ne confermata fin nelle minime sfumature di significato215 salvo ilportarsi al di lagrave di essa positivamente integrandola nel superamento
Allrsquointera ontologia dialettica il punto piugrave avanzato del pensie-ro contemporaneo fino alla tematizzazione dellrsquoemendamento dalnichilismo216 viene cosigrave attribuita unrsquoorigine in qualche modo teo-logica nel senso che la fede immediata nella veritagrave dellrsquoamorequale compimento assoluto e superamento di ogni contraddizioneanticipa lo sviluppo logico nella sua struttura dialettica217 La veritagravefilosofica egrave per cosigrave dire teologica per essenza e lo Spirito vertice
214 Cfr Mt 521-22 laquoAvete inteso che fu detto agli antichi Non ucciderai chiavragrave ucciso dovragrave essere sottoposto al giudizio Ma io vi dico chiunque siadira con il proprio fratello dovragrave essere sottoposto al giudizio [hellip]raquo Loschema si ripete poi ancora per cinque volte nei vv 27-48
215 Cfr Mt 517-20 laquoNon crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o iProfeti non sono venuto per abolire ma per dare compimento In veritagrave vidico fincheacute non siano passati il cielo e la terra non passeragrave neppure uniota o un trattino dalla legge senza che tutto sia compiuto Chi dunquetrasgrediragrave uno solo di questi precetti anche minimi e insegneragrave agliuomini a fare altrettanto saragrave considerato minimo nel regno dei cieli Chiinvece li osserveragrave e li insegneragrave agli uomini saragrave considerato grande nelregno dei cieli Io vi dico infatti se la vostra giustizia non supereragrave quelladegli scribi e dei farisei non entrerete nel regno dei cieliraquo
216 Cfr sect 29217 Cfr 1 Cor 131-2 laquoSe parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non
avessi la caritagrave [ἀγάπην δὲ microὴ ἔχω] sarei come bronzo che risuona o comecimbalo che tintinna E se avessi il dono della profezia se conoscessi tutti imisteri e avessi tutta la conoscenza [τὰ microυστήρια πάντα καὶ πᾶσαν τὴνγνῶσιν] e possedessi la pienezza della fede [πᾶσαν τὴν πίστιν] cosigrave da tra-sportare le montagne ma non avessi la caritagrave [ἀγάπηv δὲ microὴ ἔχω] non sononulla [οὐδέν εἰmicroι]raquo E ancora 1 Gv 48 laquoChi non ama non ha conosciuto Diopercheacute Dio egrave amore [ὁΘεὸς ἀγάπη ἐστίν]raquo
129III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
dellrsquoontologia dialettica vede nel luogo della fede religiosa qualco-sa come il laquosantuario della veritagraveraquo218
Questa natura essenzialmente teologica della filosofia non restapoi genericamente un impianto di fondo ma sostanzia precisicontenuti e quel che piugrave conta non contenuti di un teismo astrat-to quale aveva dominato lrsquoilluminismo ma contenuti concreta-mente dogmatici quali lrsquoincarnazione219 la divinitagrave e umanitagrave di
218 Questo sentimento egrave originario e accompagna da sempre lrsquoesperienza filo-sofica come si puograve vedere per esempio in Platone laquoMEN E non ti sembraSocrate che sia questo un ragionamento assai ben condotto SOCR A meno MEN Dimmi percheacute SOCR Certo Percheacute ho sentito dire da uomini edonne assai addottrinati nelle cose divine MEN Cosa dicevano SOCRCose vere mi sembra e belle MEN Quali e chi sono coloro che le disseroSOCR Sacerdoti e sacerdotesse quelli a cui stava a cuore saper rendereragione del proprio ministero E quelle stesse cose dice anche Pindaro emolti altri poeti i poeti divini [ὅσοι θεῖοί εἰσιν]raquo (Menone 80 e) Ed eccoHegel nellrsquointroduzione alle sue lezioni sulla storia della filosofia laquoEgraveunrsquoidea assurda quella che i sacerdoti in generale abbiano inventato unareligione per ingannare e sfruttare i popoli ecc ed egrave proprio superficiale ederrato il credere la religione un prodotto dellrsquoarbitrio e dellrsquoinganno I sacer-doti hanno bensigrave abusato di essa ma egrave una possibilitagrave che consegue dai rap-porti esteriori e dallrsquoesistenza temporale della religione Essa puograve quindiqua e lagrave essere avversata sotto questo aspetto esteriore ma essa in quanto egravereligione si contrappone ai fini temporali e alle loro implicanze e dischiudeinvece una regione sublime Questa regione dello spirito egrave anzi il santuariodella veritagrave stessa in cui si dissolvono le restanti illusioni del mondo sensi-bile le rappresentazioni e i fini limitati tutto ciograve che egrave oggetto di opinione edi arbitrioraquo (GWF HEGEL Introduzione alla storia della filosofia a cura di APlebe e P Emanuele Laterza Roma-Bari 1991 pp155-156)
219 Cfr GWF HEGEL Fenomenologia dello Spirito trad it di E De NegriLa Nuova Italia Firenze 1979 vol I pp 177-178 laquoPer la coscienza singolaquindi egrave semplicemente un accadere che lrsquointrasmutabile riceva la figura dellasingolaritagrave cosigrave come anche la coscienza singola semplicemente si trovaopposta a quello ed ha perciograve questa relazione per natura chrsquoessa infine
130 A POSTORINO
Cristo220 la sua morte che egrave la stessa morte di Dio221 il mistero
si trovi nellrsquointrasmutabile ciograve le appare avverarsi in parte bensigrave mediantelei stessa o aver luogo percheacute essa stessa egrave singola ma una parte di taleunitagrave ndash sia secondo la sua origine sia in quanto essa egrave ndash alla coscienzasingola appare come pertinente allrsquointrasmutabile e in questa unitagrave stessaresta lrsquoopposizione In effetto avendo lrsquointrasmutabile assunto una figura ilmomento dellrsquoal di lagrave non solo egrave rimasto anzi egrave a dirittura rafforzatogiaccheacute se da una parte mediante la forma dellrsquoeffettualitagrave singola questomomento sembra sia stato avvicinato alla coscienza singola esso drsquoaltraparte le sta di contro come un impenetrabile Uno sensibile [als ein undur-chsichtiges sinnliches Eins] con tutta la crudezza di una realtagrave effettuale[mit der ganzen Sproumldigkeit eines Wirlichen][hellip]raquo
220 Cfr GWF HEGEL Lezioni sulla storia della filosofia trad it di E Codignola eG Sanna La Nuova Italia Firenze 1981 (ristampa anastatica dellrsquoedizione del1945) 3 I p 94 laquoChe perograve per lrsquouomo in quanto egli egrave suscettibile del divinodebba esistere anche lrsquoidentitagrave della natura divina e umana di ciograve gli uominiacquistarono coscienza in maniera immediata in Cristo come in colui nelquale la natura divina e lrsquoumana sono in seacute uno stesso Questo egrave adunqueappunto accaduto nel mondo che lrsquoassoluto egrave stato rivelato come il concreto eprecisamente non solo nel pensiero in maniera generale come mondo intelli-gibile ma in quanto lrsquoassoluto si egrave avanzato in se stesso sino alla sua ultimaintensitagrave In tal modo esso egrave un seacute reale un io lrsquoUniversale assoluto lrsquoUniver-sale concreto che egrave Dio e inoltre lrsquoassoluto contrapposto di questa determina-zione lrsquoassoluto finito esistente in spazio e tempo ma questo finito determi-nato come Seacute in unitagrave con lrsquoeterno Lrsquoassoluto inteso come concreto la unitagrave diqueste due determinazioni assolutamente differenti ecco il vero Dio ciascunadi esse egrave astratta e lrsquouna di esse per seacute non egrave dunque ancora il vero Dio Chegli uomini abbiano cosigrave in questo compimento avuto coscienza del concretocome Dio ciograve fa il rivolgimento della storia mondialeraquo
221 Cfr G W F HEGEL Fede e Sapere cit pp 252-253 laquo[hellip] e cosigrave a ciograve che eraancora allrsquoincirca o precetto morale di un sacrificio dellrsquoessere empirico o ilconcetto dellrsquoastrazione formale il concetto puro deve dare unrsquoesistenzafilosofica deve dare dunque alla filosofia lrsquoidea della libertagrave assoluta e conciograve la Passione assoluta [die absolute Passion] o il Venerdigrave Santo speculativo[der spekulative Karfreitag] che fu giagrave storico e deve ristabilire questrsquoultimoin tutta la sua veritagrave e la durezza della sua assenza di Dio [Gottlosigkeit]raquo
131III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
pasquale222 Anticipate alla fede queste veritagrave rivelate troveranno poila loro forma filosofica Se lrsquoimpianto generale di questa filosofiafonda la veritagrave sullrsquoessere giagrave accaduto di ciograve di cui si parla223 lrsquoesseregiagrave accaduto dellrsquoontologia dialettica egrave proprio la veritagrave rivelata dalCristianesimo il quale come religione laquoassolutaraquo o laquorivelataraquo224 egrave ilpunto piugrave alto della dimensione religiosa rispetto al quale la filosofia
222 Al laquoVenerdigrave Santo speculativoraquo (cfr la nota precedente) segue la laquoPasquadello Spiritoraquo
223 Egrave lo schema della laquonottola di Minervaraquo per il quale la filosofia arriva sem-pre dopo lrsquoessere accaduto dei fatti elevandone la struttura ad unitagrave rifles-sa Da ciograve la veritagrave della filosofia che in nessun caso pretende di avere unaveritagrave sua tale da dire come il mondo deve essere limitandosi a descriverequellrsquounitagrave riflessa come ciograve che il mondo di fatto egrave Cfr GWF HEGELLineamenti di filosofia del diritto trad it di F Messineo Laterza Roma-Bari1913 nella UL 1972 Prefazione p 20 laquoDel resto a dire anche una parolasulla dottrina di come devrsquoessere il mondo la filosofia arriva sempre troppotardi Come pensiero del mondo essa appare per la prima volta nel tempodopo che la realtagrave ha compiuto il suo processo di formazione ed egrave bellrsquoe fattaQuesto che il concetto insegna la storia mostra appunto necessario checioegrave prima lrsquoideale appare di contro al reale nella maturitagrave della realtagrave epoi esso costituisce questo mondo medesimo colto nella sostanza di essoin forma di regno intellettuale Quando la filosofia dipinge a chiaroscuroallora un aspetto della vita egrave invecchiato e dal chiaroscuro esso non silascia ringiovanire ma soltanto riconoscere la nottola di Minerva inizia ilsuo volo sul far del crepuscoloraquo
224 Ciograve si trova in GWF HEGEL Vorlesungen uumlber Philosophie der Religion trad itLezioni sulla filosofia della religione a cura di E Oberti e G Borruso Za-nichelli Bologna 1974 Il Cristianesimo egrave presentato tra le forme religiosecome religione laquoassoluta [absolute]raquo o laquorivelata [offenbare]raquo in ragione delpresentarsi del Cristianesimo con la sua identitagrave di umano e divino inGesugrave Cristo come ritorno in seacute dellrsquoautocoscienza che egrave soltanto in seacute nel-lrsquoimmanenza greca per seacute o fuori di seacute nella radicale trascendenza ebraicainfine in seacute e per seacute nella fede cristiana che prende avvio dalla rivelazioneassoluta di Gesugrave circa lrsquoidentitagrave tra il Figlio e il Padre
132 A POSTORINO
non ha che da esercitare la laquofatica del concettoraquo225 traducendo informa razionale quanto egrave giagrave stato rivelato alla fede in forma laquorap-presentativaraquo226
Come si puograve vedere ben difficilmente lrsquoepistemologia teologicache abbiamo messo a tema poteva trovare un ritorno alla luce piugravepotente dopo la sua eclissi nella filosofia moderna E si tratta di unritorno alla luce non passatista o nostalgico o conservatore matrionfante nel momento piugrave elevato della speculazione filosoficasuperatrice del complesso strutturale delle astrazioni che costitui-sce la segreta impalcatura della filosofia moderna
sect 40Lrsquounitagrave precategoriale di laquofederaquo e laquoragioneraquo
Lrsquounico luogo teoreticamente piugrave avanzato di questo egrave quello nelquale lrsquoontologia dialettica mette a tema la persistenza residuale delnichilismo in lei227 mettendosi sulla via di una laquorigorizzazioneraquo cheoffra alla teologia il supporto metafisico di cui ha bisogno per pre-sentarsi fondata in una compiuta epistemologia teologica Con ciogravesiamo alla teologia anagogica di Padre Barzaghi alla cui presenta-
225 La laquofatica del concetto [Anstrengung des Begriffs]raquo egrave quella del pensiero chericonduce a unitagrave concettuale quello che nella storia si dagrave come semplice einappellabile depositarsi dei prodotti dellrsquoassoluta fattualitagrave Nasce da quilo sguardo della laquonottola di Minervaraquo (cfr nota 223)
226 Egrave questo il passaggio sistematico dalla religione alla filosofia la religioneappartiene allrsquoorizzonte della fattualitagrave storica allrsquointerno della quale laveritagrave si dagrave come rivelazione alla fede e tale rivelazione egrave nella forma dellalaquorappresentazione [Vorstellung]raquo che nel passaggio alla filosofia e me-diante la laquofatica del concettoraquo (cfr nota 225) raggiunge la forma del laquocon-cetto [Begriff]raquo Si tratta quindi della medesima veritagrave e la filosofia si dagrave cometale in figura teologica conservando in seacute la fede non come astrattamentenegata ma come concretamente conservata ossia come tolta la veritagrave dellafede si dagrave in una rivelazione immediata che si fa fondamento di quellamediazione in cui la filosofia per se stessa consiste
227 Cfr sectsect 25-28
133III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
zione tanto lrsquoindagine sulla metafisica come problema228 tantolrsquoindagine sullrsquoepistemologia teologica229 costituiscono correlata-mente unrsquointroduzione
Lrsquolaquoanagogiaraquo come quarto dei sensi relativi allrsquointerpretazionescritturistica230 si definisce come sforzo di capire e contemplare ilcontenuto rivelato laquodallrsquoaltoraquo231 ossia di comprendere tale conte-nuto non per il significato che esso ha quoad nos cioegrave in forma sto-rico-narrativa diacronica ndash la laquostoria della salvezzaraquo ndash ma per ilsignificato che ha quoad se che egrave quello del disegno eterno che pre-siede a quella storia tale disegno che fonda nella volontagrave di Diolrsquointera creazione e al suo interno la storia della salvezza sarebbela Rivelazione sub specie aeternitatis Per intendere quanto possibilela Rivelazione in questo modo occorre chiarire una volta per tuttela relazione tra fides e ratio e non saragrave difficile rendersi conto chetutte le posizioni precedentemente esaminate si raccolgono nellrsquoe-pistemologia anagogica in articolata e organica unitagrave
Vi egrave dunque nellrsquouomo lrsquointuizione originaria di una veritagrave chelo coinvolge trascendendolo e vi egrave altrettanto per quanto questonon sia parallelo e costante ma solo occasionale il sentimento dellacertezza che un certo contenuto della coscienza coincida appuntocon questa veritagrave Questa coscienza puograve chiamarsi laquofederaquo in unamodalitagrave precategoriale ndash vale a dire precedente qualunque distin-
228 La nostra Parte II229 La nostra Parte III230 Troviamo questi quattro sensi definiti in una tradizione di origine patristi-
ca poi codificata e sviluppata in ambito scolastico (cfr UGO DI SAN
VITTORE De Scripturis III) senso laquoletteraleraquo laquoallegoricoraquo laquotropologicoraquolaquoanagogicoraquo Lo schema mnemonico di Agostino di Dacia (AGOSTINO DI
DACIA Rotulus pugillaris I) dice che laquola lettera insegna i fatti (littera gestadocet) lrsquoallegoria che cosa credere (quid credas allegoria) il senso morale checosa fare (moralis quid agas) lrsquoanagogia dove tendere (quo tendat anagogia)raquo
231 Il termine laquoanagogiaraquo etimologicamente si potrebbe tradurre con laquoeleva-zioneraquo egrave il movimento che conduce (ἄγω) in alto (ἀνα) per cui su unpiano traslato egrave la guida a guardare le cose dallrsquoalto cioegrave a una visionesuperiore
134 A POSTORINO
zione tra laquofederaquo e laquoragioneraquo in senso tecnico232 ndash e puograve esseredescritta come certezza di essere di fronte alla veritagrave qualunque poisia la ragione di questo sentimento
Passando dal piano precategoriale a quello categoriale lalaquofederaquo egrave la modalitagrave per la quale il sentimento della certezza egrave im-mediato e spontaneo e puograve essere connesso con lrsquoapparire sogget-tivamente evidente di una certa cosa anche quando questa eviden-za non venga condivisa da altri oppure con la fiducia indiscussanella credibilitagrave di chi riferisce su una qualche veritagrave affermatacome tale La laquoragioneraquo egrave invece la modalitagrave per la quale la co-scienza prendendo atto di un possibile scarto tra certezza e veritagravendash testimoniato per esempio da certezze passate poi sconfermatedallrsquoesperienza ndash comincia ad esigere prove per ogni presuntaveritagrave facendo scendere il dubbio su ogni spontanea certezza
Considerando ora queste due diverse modalitagrave osserviamoprima di tutto che esse hanno entrambe al loro fondo la laquofederaquo pre-categoriale ndash nel primo caso spontanea e immediata nel secondocaso da recuperarsi attraverso il dubbio e la mediazione ndash ma ciograveche resta da vedere egrave se la seconda modalitagrave supera irreversibilmentela prima ovvero se la supera conservandola Infatti la seconda moda-litagrave che egrave quella della laquoragioneraquo sembra potersi ritenere piugrave avan-zata della prima essendo portatrice di un dubbio poi superato conuna istanza di metodo mentre la prima appare ingenua e cometale superabile in modo irreversibile
Ciograve che egrave ora da considerare egrave come questo superamento presun-tamente liquidatorio sia a sua volta ingenuo non accorgendosi delmomento di laquofederaquo che la laquoragioneraquo ha necessariamente in lei
232 Parliamo qui di un concetto per cosigrave dire primordiale della fede la parolalaquofederaquo egrave dalla radice indoeuropea bheid- che indica la persuasione che una certacosa sia vera da questa radice viene il verbo πείθοmicroαι ndash cioegrave lrsquoessere persuaso ndashe ancora la parola πίστις ndash credenza o ancora fede ndash e il latino fides (cfr GBARZAGHI Fede teologale e vita eterna Congresso Tomista Internazionale laquoLrsquou-manesimo cristiano nel III millennio prospettiva di Tommaso drsquoAquinoraquoRoma 21-25 settembre 2003)
Assumiamo infatti il punto di vista della ragione e consideriamo lacritica che essa rivolge alla fede La ragione vede bensigrave che anche alsuo fondo crsquoegrave lrsquoelemento del credere ma ritiene che mentre il crede-re della fede egrave immotivato il proprio credere egrave motivato in forza delprincipio di necessitagrave che regge la filosofia la veritagrave della ragionefilosofica egrave innegabile percheacute la coerenza col principio di non con-traddizione rende contraddittoria la sua negazione Il sapere dellafede mostra cosigrave di essere infondato e di non accorgersi di essere talementre il sapere della ragione egrave fondato e sa di essere tale
Lrsquoingenuitagrave della ragione nellrsquoattestarsi in questa certezza sta nelnon rendersi conto che la certezzamotivata del credere ha la sua moti-vazione nella contraddittorietagrave della sua negazione ndash contraddittorietagraveche egrave poi il deterrente per chi volesse appunto negare la veritagrave dellaragione Ma che lrsquoessere sia per se stesso incontraddittorio ndash il che egravefondamento dellrsquoessere il sapere razionale un sapere motivato ndash egrave pernecessitagrave una credenza immotivata volendola infatti motivare si do-vrebbe usare come motivazione quella che invece egrave la condizione di possibi-litagrave percheacute tale motivazione funzioni con chiaro circolo vizioso Laveritagrave della ragione si fonda sullrsquoincontraddittorietagrave dellrsquoessere malrsquoincontraddittorietagrave dellrsquoessere non potendosi fondare se non con-traddittoriamente su se stessa deve semplicemente essere creduta
Egrave questo il momento di laquofederaquo che la laquoragioneraquo ha necessaria-mente in lei e che solo ingenuamente puograve non sapere di avere lafede che lrsquoessere abbia un ordine ndash ciograve che senza alcuna valenza spe-cificamente religiosa si potrebbe chiamare una laquofede ontologicaraquoLa ragione infatti al negatore della sua veritagrave non puograve rinfacciarealtro che il suo contraddirsi ma lrsquoaltro ribatterebbe che infatti lrsquoes-sere egrave come tale contraddittorio e non crsquoegrave di che stupirsi del fattoche il negatore della veritagrave razionale dal canto suo si contraddicacome drsquoaltronde fa qualunque cosa Il negatore del contenuto dellalaquofede ontologicaraquo egrave dunque a sua volta portatore di una fede chesi potrebbe chiamare una laquofede nichilisticaraquo
135III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
136 A POSTORINO
sect 41La distinzione categoriale e la laquoreciproca ambientazioneraquo
Ciograve che si viene a configurare cosigrave non egrave la tradizionale oppo-sizione tra fede e ragione mediabile nei molti modi visti ma unareciproca inclusione fra la dimensione della fede e quella della ragio-ne ndash reciproca inclusione pensabile come laquoreciproca ambientazio-neraquo233 nel senso che ciograve che si ambienta da un lato prende su di seacutecaratteri che vengono dallrsquoambiente da un altro lato conferisceallrsquoambiente caratteri suoi propri
Lrsquoambientazione della ragione nella fede egrave quella appena vistaper la quale la ragione sulle prime persuasa della propria assolutafondativitagrave negatrice dellrsquointera dimensione della fede egrave infinecostretta a riconoscere il proprio reale fondarsi su ciograve che abbiamochiamato una laquofede ontologicaraquo ossia un credere immediato chelrsquoessere abbia un ordine La ragione egrave in questo senso pensiero puroossia pensiero che si muove entro se stesso senza altro limite chenon sia il principio di necessitagrave sapendo che il proprio credere nellapropria veritagrave non dipende da niente di esterno a lui ma egrave origina-riamente il credere in se stesso in forza di se stesso
Lrsquoambientazione della fede nella ragione egrave invece quella per laquale la fede sapendo di essere prima di tutto fede nellrsquoordineincontraddittorio dellrsquoessere essendo peraltro in quanto fedeapertura a una modalitagrave rivelativa che non egrave quella dellrsquoesperien-za ma quella di unrsquoautoritagrave immediatamente percepita come cre-dibile pone quale condizione per lrsquoaccettazione della veritagrave rivelatada questa fonte autoritativa la sua possibilitagrave ossia il suo essereanche se magari non immediatamente riconducibile allrsquoincontrad-dittorietagrave La fede egrave in questo senso fede teologale234 ossia produttri-
233 Il concetto si trova trattato in G BARZAGHI Lo sguardo di Dio Saggi di teolo-gia anagogica cit ID Soliloqui sul divino Meditazioni sul segreto cristianocit ID Philosophia Il piacere di pensare cit ID Oltre Dio Ovvero omnia in omni-bus Pensieri su Dio il divino la Deitagrave cit
234 Il concetto si trova definito per es in G BARZAGHI Fede teologale e vita eter-na testo per il Congresso tomista internazionale laquoLrsquoumanesimo cristianonel III millennio prospettiva di Tommaso drsquoAquinoraquo cit alla nota 232
137III Quadro introduttivoB per una epistemologia teologica
ce di veritagrave teologica (nessun limite si puograve infatti porre a un credereanche nelle cose piugrave assurde ma un tale credere che connota lrsquoir-razionale ingenuitagrave dellrsquoapertura infantile al mondo delle favole eche non si puograve escludere sia presente nella dimensione generica-mente religiosa non puograve costituirsi quale fondamento di una ve-ritagrave teologica essendo la teologia nella sua assoluta specificitagrave epi-stemologica laquoscienza di Dioraquo e dunque dottrina che avendo lalaquoscienzaraquo quale sua componente essenziale non puograve prescinderedalla condizione dellrsquoincontraddittorietagrave del suo oggetto)
sect 42Lrsquolaquoambiente assolutoraquo e il circolo dellrsquoanagogia
Fede teologale e pensiero puro in una relazione di totale fusione edi osmosi (come devrsquoessere stante la reciproca ambientazione) costi-tuisce lrsquolaquoambiente assolutoraquo235 e lrsquoambiente assoluto egrave il luogo di par-tenza di quello che si puograve descrivere come il laquocircolo dellrsquoanagogiaraquo
Ciograve che il pensiero puro nellrsquoambiente assoluto ha immediata-mente di fronte a seacute egrave il mondo dellrsquoesperienza nel suo intero con-tenuto Applicandosi a questo il pensiero puro obbedendo alprincipio di necessitagrave che egrave la sua unica regola porta in luce me-diazioni sempre piugrave complesse costituenti eternamente la strutturaoriginaria della veritagrave e giunge infine per via discorsiva alla co-
235 Cfr G BARZAGHI Lo sguardo di Dio cit III pp 70-71 laquoQuesto Ambiente as-soluto identificato con questa procedura di carattere filosofico ha gli stes-si lineamenti dellrsquoambiente delineato dalla fides la fides nel suo aspettometacategoriale In entrambi i casi ci si situa o ci si scopre situati (ambien-tati) assolutamente nellrsquoAssoluto Potremmo denominare questa situazio-ne accomunante fede teologale e filosofia nella sua radicalitagrave esperienza tra-scendentale dellrsquoAssoluto il che equivale a dire intendimento assoluto del-lrsquoAssoluto visto che trascendentale egrave sinonimo di metacategoriale e di puraattivitagrave di pensiero o puro pensare [] Questo ambiente comune alla fedeteologale metacategoriale e al puro pensare trascendentale egrave appunto lasituazione nella quale il non evidente si ambienta nellrsquoevidente elrsquoevidente nel non evidenteraquo
scienza dellrsquouniversale concreto o dellrsquoautocoscienza assoluta del-lrsquointero nei limiti dellrsquoastrazione formalistica che condiziona talevisione in quanto oggetto di una coscienza finita Siamo qui al ver-tice ndash sempre concretamente differibile mai assolutamente supera-bile ndash della scienza filosofica
Qui perograve il pensiero puro convertendosi in fede teologale puograveincontraddittoriamente interpretare questa sua scienza necessaria ecosigrave incontrovertibile dellrsquoEssere come un essere stato investito diun dono di grazia santificante col quale Dio ndash il Dio della rivela-zione biblica ndash gli ha concesso di vedere lrsquoEssere col suo sguardotrovandosi la controprova dellrsquoessere un tale dono di grazia pro-prio nellrsquoincontrovertibilitagrave di quel sapere
Ma se cosigrave egrave ndash e che cosigrave sia la fede teologale puograve incontradditto-riamente credere ndash allora alla fede teologale si apre la dimensioneanagogica della Rivelazione ossia la dimensione in cui la Rivelazionesi comunica non per come noi la percepiamo nella nostra prospetti-va temporale-narrativa ma per ciograve che egrave per seacute ossia come il Disegnoche eternamente presiede alla nostra percezione Lo sguardo ontolo-gico si fa cosigrave sguardo anagogico e dal punto drsquoarrivo della massi-ma mediazione torna a guardare il punto di partenza della massimaimmediatezza essendo stavolta di fronte a seacute non il mondo dellrsquoe-sperienza ma la dimensione della Sacra Scrittura
La veritagrave scritturale scandisce cosigrave i momenti del cammino diritorno del circolo dellrsquoanagogia ma in questo cammino di ritornoallrsquoambiente assoluto lo sguardo anagogico trova lo spazio ontolo-gico giagrave strutturato dal cammino di andata e ha modo di constata-re passo passo il significato necessario di quella veritagrave per altroverso accolta assolutamente per fede Il cammino di andata rettodalla necessitagrave dellrsquoEssere dispone cosigrave il terreno sul quale il cam-mino di ritorno retto dallrsquoautoritagrave della Parola ha modo di mostra-re il suo radicamento
Si tratta come si egrave detto introduttivamente del punto piugrave avan-zato e compiuto dellrsquoepistemologia teologica che ne contiene in seacutetutti i momenti correlati in unrsquounitagrave organica che non egrave frutto diunrsquounificazione sistematica condotta riflessivamente a posteriorima egrave quellrsquounitagrave originaria che dal profondo ha guidato il succe-dersi e il raccordarsi di ogni sua figurazione parziale
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IVQUADRO INTRODUTTIVOC
UNA laquoTEOLOGIA DI COMBATTIMENTOraquo
sect 43Il dilagare della laquomorte di Dioraquo
Nessun lettore ndash come atto di pietagrave verso lo scrivente ndash perda ilproprio tempo a far rilevare il carattere politically incorrect della cate-goria del laquocombattimentoraquo riferita alla teologia236 Intendiamo conquesto termine solo richiamare lrsquoattenzione su una necessaria funzio-ne attiva della teologia volta a superare quella fattuale laquoirrilevanzaraquoche su di essa pesa nel nostro tempo forse come non mai237Che si tratti di un fatto culturale se non esclusivo del nostro
tempo almeno fortemente caratteristico di esso potrebbe essereavallato da innumerevoli analisi e studi circostanziati intorno alle
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236 Egrave fin troppo ovvio che come promotrice di spiritualitagrave ecclesiale la teolo-gia egrave promotrice di pace e mai di guerra neanche in senso traslato e checombattere per la pace ndash espressione peraltro spesso usata ndash egrave un sempliceossimoro Il laquocombattimentoraquo al quale noi ci riferiamo egrave lrsquoattivitagrave volta ndashcome vuole il motto gesuitico ndash ad maiorem Dei gloriam su un piano piugravescherzoso quello per cui padre Barzaghi egrave stato definito probabilmenteda Emanuele Severino un laquofrate da combattimentoraquo (in G BARZAGHIDiario di metafisica Concetti e digressioni sul senso dellrsquoessere IV ESDBologna 1997)
237 Su questa laquoirrilevanzaraquo scrive il cardinal Kasper laquoNel realizzare il suoprogramma di ldquoaggiornamentordquo la chiesa corre il pericolo di presentarsiin modo ancora confuso ad un mondo che esige assoluta franchezza mase poi essa cerca di parlare in modo chiaro e inequivocabile corre il rischiodi muoversi in una sfera estranea agli uomini e ai problemi che li trava-gliano Se si preoccupa della propria identitagrave rischia di smarrire la propriarilevanza se si preoccupa invece della propria rilevanza rischia di perderela propria identitagraveraquo (in W KASPER Jesus der Christus 1974 by Matthias-Gruumlnewald-Verlag Mainz trad it Gesugrave il Cristo Queriniana Brescia 197519968 p 9)
SD 632 (2018) pp 139-156
140 A POSTORINO
cause di questo tratto epocale238 Noi qui ci limitiamo a ricordareun fenomeno altamente significativo quanto meno per il suo esse-re interno alla dimensione teologica la cosiddetta laquoteologia dellamorte di Dioraquo altrimenti detta laquoateismo cristianoraquo239
238 Si tratta dellrsquoindagine conducibile da innumerevoli punti di vista dellrsquoazio-ne concomitante e storicamente sempre piugrave influente da un lato della rivo-luzione scientifico-tecnologica dallrsquoaltro della cosiddetta laquosecolarizzazioneraquocol risultato di una coscienza mondiale sempre piugrave volta allrsquoimmediatamenteverificabile sul piano dellrsquoesperienza sensibile e confinante tutto quantoeccede questa verificabilitagrave nella regione dellrsquoirreale e dellrsquoimmaginario
239 I prodromi dellrsquolaquoateismo cristianoraquo sono individuabili in ambito europeonellrsquoopera del vescovo anglicano John Robinson autore nel 1963 del libroHonest to God (JAT ROBINSON Honest to God SCM Press Londra 1963 tradit a cura di G Sighinolfi Dio non egrave cosigrave Vallecchi Firenze 1965) riflessioneproblematica di taglio in un certo senso apologetico Il fenomeno cresce poiin ambito americano dove giagrave nel 1961 Gabriel Vahanian aveva parlato dilaquomorte di Dioraquo e di laquoera post-cristianaraquo (G VAHANIAN The Death of GodThe Culture of Our Post-Christian Era G Braziller New York 1961 trad it diG Sardelli La morte di Dio Ubaldini Roma 1966) Abbiamo qui lrsquoopera diHarvey Cox che si muove in un registro sociologico tessendo le lodi dellasecolarizzazione (H COX The Secular City Secularization and Urbanization inTheological Perspective The Macmillan Company New York 1965-1966 tradit di A Sorsaja La cittagrave secolare Vallecchi Editore Firenze 1968) e di Paulvan Buren che esamina la laquoinsignificanzaraquo di Dio per la cultura contempo-ranea (P VAN BUREN The Secular Meaning of the Gospel The MacmillanCompany New York 19663 trad it di I Cherubini e M Sampaolo Il signifi-cato secolare dellrsquoEvangelo Piero Gribaudi Editore Torino 1969) Abbiamo poiquello che si potrebbe chiamare il decostruttivismo o residualismo diWilliam Hamilton (W HAMILTON The New Essence of Chritianity AssociationPress New York 1961 trad it La nuova essenza del Cristianesimo QuerinianaBrescia 1969) in cerca di un laquoquanto restaraquo del Cristianesimo e infine lalaquoteologia della morte di Dioraquo o laquoateismo cristianoraquo in senso radicale nellrsquoo-pera di Thomas Altizer (TJJ ALTIZER The Gospel of Christian AtheismWestminster Press Filadelfia 1966 trad it Il Vangelo dellrsquoateismo cristianoUbaldini Roma 1969) impegnato a valorizzare il concetto genuinamente
141IV Quadro introduttivoC una laquoteologia di combattimentoraquo
Ciograve che allrsquointerno di questo movimento accadeva ndash prescindendoqui dagli sviluppi particolari che peraltro sembrano disporsi in unasorta di fatale piano inclinato del quale giagrave dallrsquoinizio si vede ilfondo240 ndash era la maturazione della persuasione che il linguaggio e laconcettualitagrave teologica fossero rimasti legati a una concezione delmondo irreversibilmente superata dai tempi con lrsquoesito di un allon-tanamento generale dellrsquouomo comune dallrsquoambito ecclesiastico241Essendo peraltro questo allontanamento compreso dagli stessi
membri dellrsquointelligenza della Chiesa che avevano maturato ladetta persuasione il problema non appariva risolvibile con un at-teggiamento parenetico poicheacute gli stessi ipotetici esortatori eranoaffetti da quella malattia la guarigione dalla quale era ciograve verso cuilrsquoesortazione avrebbe dovuto spingere Si trattava invece di ripen-sare il formarsi della concettualitagrave teologica liberandola da quelle
nietzschiano della laquomorte di Dioraquo individuando proprio in quello lrsquoau-tentico significato del Cristianesimo Lrsquoanalisi approfondita e particolareg-giata di questo complessivo fenomeno costituisce la prima parte della disser-tazione di dottorato dello scrivente (A POSTORINO La sapienza della croce Unainterpretazione anagogica della kenosi formulabile nel quadro del programma bonta-diniano della rigorizzazione della metafisica Agoragrave amp Co Lugano 2014)
240 Egrave lrsquoimmagine adottata dallo scrivente nella sua dissertazione di dottorato(cfr nota precedente)
241 Cosigrave scrive Robinson in Honest to God laquoSono infatti convinto che vi egraveormai una frattura sempre piugrave ampia tra il tradizionale soprannaturali-smo ortodosso e le categorie che il mondo laquolaicoraquo (diciamo laquolaicoraquo soltan-to per mancanza di un termine migliore) reputa valide e vitaliraquo (ROBINSONDio non egrave cosigrave cit p 28) Questa frattura non egrave tra Cristianesimo e mondonon cristiano e comunque non egrave di questo che si vuole parlare laquoLa frattu-ra attuale egrave unrsquoaltra e che essa non tocchi la veritagrave del Vangelo lo dimo-stra il fatto che molti cristiani si trovano dalla stessa parte di quelli chenon lo sono e che fra i nostri amici non cristiani molti sono ben piugrave vicinial Regno dei Cieli di quanto essi stessi probabilmente immaginano Essipensano infatti di aver rifiutato il Vangelo ma in realtagrave hanno respintosoltanto una concezione del mondo che giustamente ritengono ormaiinaccettabileraquo (ibidem)
142 A POSTORINO
calcificazioni che la facevano avvertire come scaduta e tornandoalle fonti scritturali per vedere se di esse non fosse possibile unadiversa interpretazione che restituisse alla teologia unrsquoattualitagraveperduta242Ora ndash ed egrave proprio questo che accade ndash lrsquoanalisi del senso comu-
ne contemporaneo che si lega a doppio filo con la percezioneimmediata del vuoto esistenziale mette immediatamente capo alsentimento di quella laquomorte di Dioraquo di cui Friedrich Nietzsche siera eretto a profeta243 e che voleva significare la fine di ogni illu-
242 Era in un certo senso lrsquoistanza dellrsquoantico Scoto Eriugena (cfr sect 34) ilquale non discuteva la veritagrave della Rivelazione ma esigeva che lrsquoautoritagraveinterpretativa fosse laquoveraraquo mentre cosigrave non sembrava piugrave ai teologi di cuistiamo parlando quella della teologia contemporanea
243 Cfr F NIETZSCHE La gaia scienza in Opere trad it di F Masini e M Mon-tanari Adelphi Milano 1965 vol V tomo II pp 129-130 (in E SEVERINOAntologia filosofica Rizzoli Milano 1988 p 377) laquoIl folle uomo balzograve inmezzo a loro e li trapassograve con i suoi sguardi ldquoDove se nrsquoegrave andato Dio ndashgridograve ndash ve lo voglio dire Siamo stati noi ad ucciderlo voi ed io Siamo noitutti i suoi assassini Ma come abbiamo fatto questo Come potemmo vuo-tare il mare bevendolo fino allrsquoultima goccia Chi ci dette la spugna perstrusciar via lrsquointero orizzonte Che mai facemmo a sciogliere questa terradalla catena del suo sole Dovrsquoegrave che si muove ora Dovrsquoegrave che ci muoviamonoi Via da tutti i soli Non egrave il nostro un eterno precipitare E allrsquoindietrodi fianco in avanti da tutti i lati Esiste ancora un alto e un basso Nonstiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla Non alita su dinoi lo spazio vuoto Non si egrave fatto piugrave freddo Non seguita a venire nottesempre piugrave notte Non dobbiamo accendere lanterne la mattina Dellostrepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio non udiamo dun-que nulla Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione Anchegli degravei si decompongono Dio egrave morto Dio resta morto E noi lo abbiamoucciso Come ci consoleremo noi gli assassini di tutti gli assassiniQuanto di piugrave sacro e di piugrave possente il mondo possedeva fino ad oggi siegrave dissanguato sotto i nostri coltelli chi detergeragrave da noi questo sangueCon quale acqua potremmo noi lavarci Quali riti espiatori quali giuochisacri potremo noi inventare Non egrave troppo grande per noi la grandezza
143IV Quadro introduttivoC una laquoteologia di combattimentoraquo
sione di laquosensoraquo dellrsquoesistenza Cosigrave la laquomorte di Dioraquo ndash intesa nelsenso definitivo e irreversibile in cui la presenta Nietzsche244 ndashentrava dapprima surrettiziamente in forme differite poi esplicita-mente in forma tematica in quella che peraltro si continuava apensare come una teologia cristiana245
sect 44Il concreto rischio di una teologia laquoperdenteraquo
Una teologia che faccia propria la laquomorte di Dioraquo in senso nietz-schiano essendo convinta che si tratti di un passaggio irreversibileche debba semplicemente essere fatto proprio e valorizzato quantopossibile246 egrave ndash ci si passi la semplificazione e la rozzezza concet-tuale ndash una teologia laquoperdenteraquo Egrave vero che si egrave trattato di un feno-meno limitato nel tempo nello spazio e nei presupposti di fede247
di questa azione Non dobbiamo noi stessi diventare degravei per apparirealmeno degni di essa Non ci fu mai unrsquoazione piugrave grande tutti coloro cheverranno dopo di noi apparterranno in virtugrave di questa azione ad una sto-ria piugrave alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggirdquoraquo
244 Non si dovrebbe dimenticare che la morte di Dio correlata con la sua eter-na risurrezione egrave prima di tutto un articolo della fede cristiana mentre egrave latemporalitagrave irreversibile che connota la visione nietzschiana facendoglipensare a una etagrave del laquoSuperuomo [Uumlbermensch]raquo che segue la laquomorte diDioraquo
245 Il fondo del laquopiano inclinatoraquo (cfr nota 240) egrave la laquoteotanatologiaraquo diThomas Altizer per la quale lrsquoautentico valore sacrificale e redentivo dellacroce di Cristo sta nel fatto che Gesugrave di Nazaret uomo tra gli uominiprende su di seacute il carico oppressivo della sacralitagrave primordiale che egrave sem-pre pesata sullrsquouomo e la conduce consapevolmente alla fine sopportandola passione e la morte per la liberazione dellrsquoumanitagrave
246 Questo fa appunto lrsquolaquoateismo cristianoraquo culminante nella concezione diAltizer brevemente esposta nella precedente nota 245
247 Ha riguardato essenzialmente la teologia protestante americana del primodecennio della seconda metagrave del secolo scorso con effetti per quantosegnalabili sostanzialmente irrilevanti nel mondo cattolico
ma non ci se la puograve cavare con questa palese rimozione i teologidella laquomorte di Dioraquo sono forse stereotipati nella formazione filo-sofica e scarsamente o per nulla sensibili al problema della veritagravecome coscienza ecclesiale ndash essendo invece assai concentrati sullapropria esperienza personale peraltro riflettuta con assoluta tra-sparenza ndash ma non si puograve dire che manchino di fede nella veritagraverivelata dalla Scrittura tantrsquoegrave che il loro sforzo egrave proprio quello diinterpretare questa veritagrave in modo adeguato essendo la variabileindipendente la configurazione della coscienza contemporanea Egravedunque rispetto al tenore spirituale di questa coscienza che la teo-logia ndash e in questo senso tutta la teologia ndash rischia di essere percepi-ta come laquoperdenteraquoLrsquouomo egrave da sempre consapevole di uno stato di dolorosa tran-
sitorietagrave della sua esistenza e di tutte le cose che ama e che a questaesistenza danno senso e a questa transitorietagrave ha posto rimedio datempo immemorabile con un insieme di proiezioni immaginarieche costituiscono il fondo mitologico ancestrale della dimensionereligiosa La scommessa della teologia ndash quando questa scienza egravesubentrata dando struttura alla dimensione religiosa retta dallafede ndash egrave quella di mostrare la veritagrave che sta al fondo di quelle credenzeil cui aspetto fantastico molteplice e variegato egrave solo un infinitoinsieme di variazioni infondate che riposano su un nucleo fondatoSe la scommessa egrave questa egrave proprio lei ad essere laquoperdenteraquo
quando lrsquoesito teologico sia quello di cui ci stiamo occupando lafilosofia di Nietzsche non egrave infatti altro che il ricondurre a gram-matica il linguaggio intuitivo della transitorietagrave dolorosa e insensa-ta che solo con un gioco di prestigio lui capovolge in gioiosa accet-tazione Ed egrave proprio per far fronte al problema di una teologialaquoperdenteraquo che occorre sfoderare una laquoteologia di combattimentoraquo
sect 45La percezione di una laquoalteritagrave salvificaraquo
Compito della teologia egrave rendere presente quella che rispetto alladimensione dellrsquoesperienza immediata ndash fattualmente lrsquounica checi egrave data ndash egrave una alteritagrave salvifica Prescindendo dalle dette figura-zioni immaginarie della religiositagrave ancestrale ciograve egrave fatto prima di
144 A POSTORINO
145IV Quadro introduttivoC una laquoteologia di combattimentoraquo
tutto dalla filosofia che si dagrave fin dallrsquoinizio come una scienza ne-cessaria del laquodivinoraquo248Il laquodivinoraquo della nascente filosofia ndash come drsquoaltronde su un
diverso piano quello della religiositagrave ancestrale ndash non egrave la dimen-sione che accoglie lrsquouomo rispondendo al suo drammatico deside-rio di immortalitagrave personale ma egrave per cosigrave dire lrsquoassicurazione cheal di lagrave del caotico e spiazzante divenire che travolge tutte le cosecrsquoegrave la quieta dimensione dellrsquoeternitagrave dove le eterne potenze chereggono questo divenire stanno raccolte in una serena immobile emaestosa unitagrave Nella filosofia questo mondo divino supera lrsquoan-tropomorfismo della mitopoiesi e si dagrave infine in forma concettualeretta dalla necessitagrave rassicurando lrsquointelligenza circa la veritagrave diquellrsquoalteritagrave giagrave a suo modo salvificaLa filosofia svolge cosigrave in modo curiosamente contraddittorio
la funzione di superare su un piano intuitivo non ancora attento aldettaglio quello spontaneo nichilismo pre-teoretico che sta alfondo dellrsquoesperienza esistenziale La contraddizione sta in ciograve cheproprio la filosofia forniragrave in seguito per quanto inconsapevol-mente la grammatica di quel nichilismo e lo faragrave quando lrsquoatten-zione al dettaglio la costringeragrave a contrapporre il mondo eterno del-lrsquoimmutabile al mondo transitorio del mutamento ponendo inquestrsquoultimo ciograve da cui veniva cosigrave preservato il primo cioegrave lrsquoiden-tificazione dellrsquoessere col nulla che nella dimensione del diveniresembra insuperabile
248 La filosofia muove dalla ricerca dellrsquoρχή della φσις cioegrave del laquoprincipioraquodella laquonaturaraquo intesa come totalitagrave fluente e rendendosi conto del necessarioessere uno di tale principio (poicheacute quando fossero anche solo due si porreb-be da capo il problema di ciograve che li unifica cioegrave del vero principio) del suoessere eterno (poicheacute immaginando un suo inizio e una sua fine si porrebbeda capo il problema del da dove esso venga e di dove esso finisca cioegrave ancoradi quale sia il vero principio) e infine del suo essere autonomo nel determinareil sorgere delle differenze e la loro distruzione (poicheacute quando questa poten-za venisse dal di fuori questo di fuori sarebbe lui lrsquoautentico principio) la piugraveantica filosofia egrave concorde nellrsquoassegnare al principio il carattere del laquodivinoraquoθεῖον egrave detta lrsquoἀρχή da tutti i presocratici
146 A POSTORINO
Proprio questa contrapposizione perograve faragrave perdere al mondo lacertezza circa la veritagrave di quella dimensione salvifica249 e costrin-geragrave la filosofia a mettersi su una strada che se per un verso le faragraveritrovare quella veritagrave per un altro verso condizioneragrave tale ritrova-mento a un vero e proprio sdoppiamento dellrsquoessere con tutte leconseguenze che alla lunga tale sdoppiamento avrebbe procurato
sect 46Limite della teologia laquofilosoficaraquoa
rapporto fra laquointelligibileraquo e laquointelligenzaraquo
Lo sdoppiamento era quello tra essere laquosensibileraquo ed esserelaquointelligibileraquo250 indicando tali concetti due distinte oggettivitagravequella percepibile coi sensi o visibile e quella percepibile conlrsquointelligenza caratterizzata dallrsquoessere invisibile Ora la dimensio-ne dellrsquoalteritagrave salvifica si attesta interamente nellrsquoinvisibile e ilfatto che la sua realtagrave sia fondata sulla necessitagrave non mette ancoratale realtagrave al riparo dallrsquoimpressione che si tratti soltanto dellarealtagrave del pensiero e non di quella dellrsquoesperienza immediata cheal pensiero sta di fronteSappiamo infatti che lrsquoaffermazione dellrsquoessere intelligibile egrave
mediata dal laquoconcettoraquo251 e che questo non egrave dapprima chelrsquounificazione operata dal pensiero di determinazioni che nellrsquoim-mediatezza sensibile sono separate e indifferenti Saragrave la specula-zione platonica a far osservare che la radice di tale unificazionedeve pur essere nelle cose per cui al fondo delle cose sensibili crsquoegraveuna realtagrave a loro trasversale che le apparenta in termini di laquoessen-zaraquo La differenza tra intelligenza e intelligibile egrave perograve nonostantela loro necessaria distinzione e opposizione talmente sottile daessere oscillante252 cosigrave il senso comune ignaro di filosofia puograve
249 Cfr sect 8250 Cfr sect 11251 Cfr sect 10252 Si veda lrsquointero passo aristotelico di Metafisica XII 7 1072 a segg dove silegge laquoLrsquointelletto pensa se stesso per partecipazione dellrsquointellegibile giac-
ricevere lrsquoimpressione che al di lagrave delle problematiche assicurazio-ni dei filosofi i quali parlano sempre di cose invisibili non vi siaalcuna alteritagrave salvifica rispetto al nullificante travolgimento ditutte le cose che lrsquoesperienza sensibile attesta lasciando ben pocomargine al dubbioQuella che possiamo chiamare la laquoteologia filosoficaraquo riesce
dunque bensigrave a dimostrare la necessaria esistenza di un sistemaordinato e gerarchico di determinazioni che non soggiacciano aquel travolgimento nullificante ma egrave arduo e ottimistico pensareche tale dimostrazione sia tale da rassicurare il senso comune libe-randolo dallrsquoangoscia di fondo della sua esperienza esistenzialeNon resterebbe allora che lrsquoelemento della fede in una qualche
laquorivelazioneraquo percepita come autorevole ma quando tale rivela-zione si dia come alternativa netta al portato della ragione ndash dalcanto suo fallimentare nel dimostrare lrsquoalteritagrave salvifica su un pia-no che sia davvero infallibilmente distinto da quello del pensiero ndashegrave almeno difficile pensare che da essa possa derivare unrsquoautenticarassicurazione
sect 47Limite della teologia laquofilosoficaraquob
insufficienza dellrsquouniversalitagrave
Un problema ancora piugrave determinato riguardo alla potenza oimpotenza della teologia filosofica nella rassicurazione dellrsquouomo enella sua liberazione dallrsquoangoscia riguarda un carattere essenzialedellrsquoessere intelligibile non ancora considerato a questo propositocioegrave la sua universalitagrave
147IV Quadro introduttivoC una laquoteologia di combattimentoraquo
cheacute esso stesso diventa intellegibile [νοητὸς γὰρ γίγνεται] venendo a contatto colsuo oggetto e pensandolo di modo che intelletto e intellegibile vengono adidentificarsi [ταὐτὸν νοῦς καὶ νοητόν] Egrave infatti lrsquointelletto il ricettacolo dellrsquointel-legibile [δεκτικὸν τοῦ νοητοῦ] ossia dellrsquoessenza e lrsquointelletto nel momento incui ha il possesso del suo oggetto egrave in atto e di conseguenza lrsquoatto piuttostoche la potenza egrave ciograve che di divino lrsquointelletto sembra possedere e lrsquoatto dellacontemplazione egrave cosa piacevole e buona al massimo gradoraquo
148 A POSTORINO
Lrsquoessere intelligibile in quanto referente ontologico del concetto egraveper sua natura laquouniversaleraquo cioegrave egrave una determinazione identica aseacute e tuttavia predicabile di soggetti diversi che di tale determina-zione laquopartecipanoraquo Ora Platone ragionando sullrsquoimmortalitagrave del-lrsquoanima253 arriva a dire che di tale immortalitagrave egrave persino possibileunrsquoesperienza in questa vita Essendo infatti lrsquoanima laquociograve che piugravesomigliaraquo allrsquoidea quando lrsquouomo riesca a concentrarsi in se stessoliberandosi dalle percezioni sensibili e contemplando la strutturadellrsquoordine iperuranio la sua costante contemplazione astraentedal tempo che egrave la dimensione dellrsquoessere sensibile da cui ci si egraveliberati sarebbe eterna tanto quanto il contemplato e lrsquouomoavrebbe esperienza diretta della propria immortale eternitagrave254
253 Tema a cui egrave dedicato soprattutto il Fedone254 Cfr Fedone 79 b-d laquoOra dimmi soggiunse non ci sono in noi stessi due cose dauna parte il corpo [τὸ microὲν σῶmicroα] dallrsquoaltra lrsquoanima [τὸ δὲ ψυχή] ndash Precisamentedisse ndash E qual egrave delle due specie sopra dette quella a cui diremo che sia piugrave simi-le e piugrave congenere [συγγενστερον] il corpo ndash Egrave chiaro a tutti disse che egrave la visibi-le ndash E lrsquoanima egrave visibile o invisibile ndash Non certo dagli uomini egli disse oSocrate egrave visibile ndashMa evidentemente le cose visibili e le non visibili noi le dice-vamo cosigrave riferendoci alla natura umana o tu forse pensi di riferirti a qualchealtra natura ndash No alla natura umana ndash Dunque che cosa diciamo dellrsquoanimache egrave visibile o non egrave visibile ndash Che non egrave visibile ndash Dunque egrave invisibile ndash Sigrave ndash Eallora lrsquoanima egrave piugrave del corpo simile allrsquoinvisibile e il corpo al visibile ndash Neces-sariamente o Socrate ndash E dicevamo da un pezzo anche questo che lrsquoanimaquando per qualche sua ricerca si vale del corpo adoperando la vista o lrsquoudito oaltro senso qualunque ndash percheacute ricercaremediante il corpo egrave come dire ricercaremediante i sensi ndash allora lrsquoanima egrave trascinata dal corpo a cose che non sono maicostanti ed ella medesima va errando qua e lagrave e si conturba e barcolla comeebbra percheacute tali appunto sono le cose a cui si appiglia ndash Precisamente ndashQuando invece lrsquoanima procede tutta sola in se stessa [αὐτὴ καθrsquoαὑτην] alla suaricerca allora se ne va colagrave dovrsquoegrave il puro [εἰς τὸ καθαρόν] dovrsquoegrave lrsquoeterno [τε καὶ ἀεὶὂν] e lrsquoimmortale [καὶ ἀθάνατον] e lrsquoinvariabile [καὶ ὡσαύτως ἔχον] e come di que-sti egrave congenere [συγγενὴς] cosigrave sempre insieme con questi si genera ogni voltache le accade di raccogliersi in se medesima [αὐτὴ καθrsquoαὑτὴν γένηται] e le egrave possi-bile e cessa dal suo errare e rimane sempre rispetto ad essi invariabilmentecostante percheacute tali sono appunto codesti esseri a cui egli si appigliaraquo
149IV Quadro introduttivoC una laquoteologia di combattimentoraquo
Platone perograve ben conosce lrsquouomo e cosigrave ben conosce lrsquouditoriodel suo Socrate il quale afferma di sapere bene che non egrave questalrsquoimmortalitagrave che lrsquouomo desidera Questa esperienza di immortalitagraveimplica infatti lrsquoastrarre dalla vita sensibile e lrsquoastrarre dalla vitasensibile implica la perdita del se stesso individuale che egrave fatto di espe-rienze di piaceri e di dolori di desideri e di paure di ricordi di atte-se e di speranze Ciograve che lrsquouomo vuole con tutte le sue forze egrave chequesto nucleo singolo vibrante e reattivo duri indefinitamente eciograve che teme laquocome i bambini lrsquoOrcoraquo255 egrave che esso venga menoQuesto perograve la filosofia non puograve garantirlo anche se non puograve
escluderlo e tutto ciograve che puograve offrire comrsquoegrave caratteristico del filo-sofare platonico egrave un laquomito verosimileraquo256 che in questo caso nonegrave un mito creato da Platone ma egrave quello che resta al fondo delmistero orfico-dionisiaco ossia la laquometempsicosiraquo257 vale a dire latrasmigrazione dellrsquoanima di corpo in corpo fino a ricongiungersicol divino dal quale era stata separata per una colpa originariaQuesto luogo teorico aggiunge qualcosa di rilevante rispetto al
problema della potenza o impotenza della teologia filosofica nellarassicurazione dellrsquouomo Abbiamo detto infatti che la pura federeligiosa abbia bisogno per raggiungere il senso comune di unqualche supporto ontologico ndash supporto che giagrave lrsquoontologia dellrsquoin-telligibile offre a fatica a causa dellrsquoambiguitagrave oscillante fra essere
255 Cfr Fedone 77 d-e laquoAd ogni modo mi pare che anche tu e Simmia anche suquesto punto avreste piacere di investigare un poco piugrave a fondo e che siatecome i ragazzi con la paura addosso che veramente quando la nostra animasaragrave ligrave per uscire dal corpo il vento la soffi via e la disperda del tutto massi-me poi che ci si trovi a morire non giagrave in un momento di calma ma in mezzoa una grande bufera E Cebete sorridendo Proprio come se srsquoavesse pauradisse o Socrate vedi di persuaderci e di farci animo o meglio non come sesrsquoavesse paura noi cheacute crsquoegrave forse anche dentro di noi come un fanciullino edegrave lui che ha di questi sgomenti Tu dunque cerca che muti animo questo fan-ciullo e si persuada a non aver paura della morte come dellrsquoOrco [microὴδεδιέναι τὸν θάνατονὥσπερ τὰ microορmicroολύκεια]raquo
256 Cfr sect 31257 In Platone prende la forma del laquomito di Erraquo in Repubblica 614 a ndash 621 d
150 A POSTORINO
ed essere del pensiero Ciograve che qui si aggiunge egrave che questa ontolo-gia egrave inefficace a causa del suo essere costituita da determinazioniuniversali mentre il desiderio umano egrave volto alle determinazionipiugrave assolutamente singole Dunque egrave a tale dimensione dellrsquoenteindividuo che lrsquoontologia deve pervenire assicurandone lrsquoeternitagravee ciograve fa appunto lrsquoontologia dellrsquooriginario258
sect 48Il circolo vizioso tra caduta nichilistica
e necessario superamento
La via di una teologia filosofica che volesse proporsi quale testi-monianza rassicurante di unrsquoalteritagrave salvifica non puramente affida-ta al laquocredereraquo suggerito dalla fede religiosa sarebbe dunque quelladi mettere a punto unrsquoontologia che spingesse la sua analisi fino alledeterminazioni singole non fermandosi al piano dellrsquouniversalitagraveCiograve fa perograve cadere in un fatale circolo vizioso Il punto di parten-
za di questa teologia filosofica sarebbe infatti il divenire nullificantetestimoniato dallrsquoesperienza immediata e la sua direttrice sarebbequella della necessitagrave risultante dal principio di non contraddizioneTale necessitagrave porterebbe a oltrepassare il nichilismo implicato inquel divenire nullificante testimoniando dellrsquoinnegabile incontrad-dittorietagrave dellrsquoessere Quando drsquoaltronde questa via conducesse ndashcome il fattuale sviluppo storico mostra che conduce ndash a separarelrsquoessere mutevole dallrsquoessere immutabile riportando questrsquoultimoalla sua necessaria incontraddittorietagrave e lasciando la contraddizio-ne a gravare sullrsquoessere mutevole qui il nichilismo persisterebbe econ esso lrsquoidentificazione dellrsquoessere col nulla nella sua radicaleassurditagraveQuesta persistenza nichilistica poi scardinerebbe la struttura
stessa della necessitagrave cosigrave che il superamento della contraddizionenichilistica possibile solo in forza del principio di necessitagrave diven-terebbe impossibile Il singolare circolo vizioso starebbe dunque inciograve che egrave il nichilismo spontaneo pre-teoretico a mostrare il diveni-
258 Cfr sect 29
re come nullificante e a far sorgere lrsquoangoscia esistenziale mentrela teoresi superatrice procedente in forza del principio di necessitagravein quanto approdante in forza della detta separazione a un magariinconsapevole nichilismo ormai teoretico vanificherebbe quelprincipio di necessitagrave che egrave lrsquounica via per superare il nichilismopre-teoreticoInsomma egrave come se il nichilismo da cui il problema sorge riu-
scisse a introdursi nella soluzione al problema vanificandola comesoluzione e mostrandosi da ultimo come assolutamente trionfantea spese da un lato della veritagrave dallrsquoaltro della testimonianza diunrsquoalteritagrave salvifica che di quella veritagrave egrave momento
sect 49Eclissi della fede nel mondo contemporaneo
Lo stallo della teologia filosofica non lascerebbe dunque che lapura fede nella laquorivelazioneraquo di unrsquoalteritagrave salvifica ma qui ndash a parte ladebolezza di una pura fede (in quanto proposta e non originariamen-te vissuta) che non sia avallata in nessun modo dalla ragione ndash egrave pro-prio il nostro tempo a costituire la dimensione piugrave lontana dallrsquoasse-gnare a questa pura fede una qualche autoritagrave veritativaLrsquouniverso sconfinato e sconosciuto delle piugrave antiche culture
umane offriva possibilitagrave illimitate per collocare le eterne potenzedel mondo divino E ancora lrsquouniverso sferico e geocentrico dellacultura dellrsquoOccidente mosso da un sistema di cause che comun-que fanno capo a Dio egrave ancora capace di concepire un laquooltreraquomovente e causa finale di ogni movimento Nel primo universo lafantasia mitopoietica nel secondo la teologia razionale erano talida lasciare concepire luoghi e modi nei quali la laquorivelazioneraquo reli-giosa poteva testimoniare della propria veritagraveLrsquouniverso almeno in prima istanza inabitabile da parte delle
figure suggerite dalla fede religiosa egrave quello che si mostra allrsquolaquooc-chialeraquo di Galilei come infinito spazio vuoto al di lagrave della suppostalaquosferaraquo delle stelle fisse abitato da corpi celesti prima sconosciutinellrsquoassoluta perturbazione di ogni precedente schema ordinatoLo Spirito Santo ndash dice Galilei citando indirettamente forse il cardi-nal Baronio ndash vuole insegnarci laquocome si vadia al cielo non come
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152 A POSTORINO
vadia il cieloraquo259 e da ligrave in avanti lrsquouniverso della scienza apparesempre piugrave respingente rispetto alla veritagrave di una teologia che sifondi su una metafisica sempre piugrave avvertita come datata e scadutaI tempi successivi avrebbero rafforzato la sicurezza della scien-
za e indebolito lrsquoautoritagrave della teologia in quanto essa si propones-se come sapere cosmologico e lrsquoincongruo braccio di ferro tra fedee scienza durato forse tre secoli avrebbe avuto un esito infinearmonico e ragionevole260 ma tale da rendere da un lato la scien-za indifferente alla fede restando questrsquoultima confinata nellasfera della coscienza privata da un altro lato la fede indifferentealla scienza restando questrsquoultima qualcosa di acquisito e di utilema di non rilevante circa i massimi problemiCiograve che andava del tutto perduto era la prospettiva della veritagrave
ciograve che non per caso era anche lrsquoesito ultimo cui approdava la storiadella filosofia261 Da un lato dunque la veritagrave della fede perde credi-bilitagrave perdendo nel mondo contemporaneo lrsquoavallo della veritagravedella ragione che egrave ormai la ragione scientifica Da un altro lato laveritagrave della ragione che egrave appunto ormai solo la ragione scientificalascia che perda credibilitagrave la veritagrave della ragione filosofica che egraveancora lrsquoantica istanza della necessitagrave volta allrsquoincontrovertibileLrsquoangoscia esistenziale dellrsquouomo comune cosigrave da un lato
appare senza soluzione che non sia quella della pura fede separatadalla ragione ndash il che egrave certo una proposta ma una proposta deboleper chi quella fede non ha Da un altro lato il raccordo con la veritagravedella ragione non egrave in grado di rafforzare in alcun modo la credibi-litagrave della veritagrave della fede poicheacute la ragione ndash la ragione per quelche essa egrave diventata nel senso comune dellrsquoetagrave contemporanea ndashpuograve affermare al massimo la propria compatibilitagrave con la veritagravedella fede alla quale resta peraltro indifferente
259 Dalla Lettera a Madama Cristina di Lorena Granduchessa di Toscana 1615260 Cosigrave egrave nel Concilio Vaticano II soprattutto nella Costituzione PastoralelaquoGaudium et spesraquo sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (7 dicembre 1965)e anche nella Dichiarazione Conciliare laquoGravissimum educationisraquo sullrsquoe-ducazione cristiana (28 ottobre 1965)
261 Cfr sect 27
Di fronte ai massimi problemi connessi con la prospettiva dellalaquosalvezzaraquo a fronte della perpetua nullificazione fonte di angosciaesistenziale siamo dunque per cosigrave dire a una smobilitazione ge-nerale rispetto alla guerra per lrsquounitagrave di fede e ragione in una pro-spettiva di reciproca inclusione Da qui il bisogno di una laquoteologiadi combattimentoraquo
sect 50Epistemologia teologica e ontologia dellrsquooriginario
Questa teologia deve risolvere un duplice problema i cui termi-ni sono necessariamente correlati Il primo problema egrave quello distabilire una relazione non volontaristica ma teoretica e strutturaletra fede e ragione procurando cosigrave alla veritagrave accolta liberamenteper fede la legittimazione retrospettiva della ragione Il secondoproblema egrave quello di adottare in questa connessione strutturaleuna ragione emancipata dal difetto nichilistico che lrsquoha storicamen-te condotta a quella negazione di seacute che egrave insieme negazione dellaveritagrave come taleCome si puograve vedere si tratta di un problema complesso e per cosigrave
dire scivoloso nel senso che qualunque soluzione astratta mostra achi tenta di metterla in opera il proprio essere caduto in un circolovizioso Chi muovendo dalla debolezza propositiva della semplicefede separata dalla ragione si mette sulla via del cercare un supportorazionale di quella veritagrave deve poi constatare che lrsquoelemento raziona-le quale si egrave andato storicamente configurando non riesce neanche asupportare la veritagrave propria dunque non egrave certo in grado di suppor-tare quella della fede che da ultimo resta affidata a se stessa e allapropria riscontrata ma insuperabile debolezza Chi invece muoven-do dalla debolezza che la ragione egrave andata storicamente determinan-do entro se stessa si mette sulla via di una veritagrave quanto meno testi-moniata dalla fede deve poi constatare che questa veritagrave rivela in sestessa unrsquoanaloga debolezza riportando chi cosigrave si egrave mosso almomento della ragione che da ultimo resta affidata a se stessa e allapropria riscontrata ma insuperabile debolezzaNon saragrave sfuggito il fatto che il primo problema quello di stabi-
lire una relazione non volontaristica ma strutturale tra fede e
153IV Quadro introduttivoC una laquoteologia di combattimentoraquo
ragione egrave quello da noi affrontato nella seconda sezione di questoquadro introduttivo che egrave quella di unrsquoepistemologia teologicamentre il secondo problema che egrave quello di adottare una ragioneemancipata dal difetto nichilistico egrave quello affrontato nella primasezione cioegrave la considerazione della metafisica come problema
sect 51Possibile obiezione e risposta circa la natura laquognosticaraquo
della soluzione propostaAmmettendo che questi problemi siano avviati a soluzione e
che la nostra laquoteologia di combattimentoraquo sia nel pieno dei suoipoteri o si avvii ad esserlo potrebbe sorgere il sospetto che tuttaquesta costruzione sia in fondo lrsquoaffermazione di una soluzionelaquognosticaraquo al problema della teologia La messa a punto di unrsquoon-tologia non nichilistica come egrave lrsquoontologia dellrsquooriginario capace dioffrire alla teologia il sostegno di una metafisica rigorizzata egrave infondo unrsquooperazione portata a termine dalla speculazione filosofi-ca E la messa a punto di unrsquoepistemologia teologica nella quale lafede mostri di raccordarsi con la ragione nel sistema di unrsquoauten-tica laquoscienzaraquo egrave ancora unrsquooperazione della speculazione filosofi-ca che in questrsquooperazione fa della fede una semplice categoriaformale del tutto omogenea in quanto formale con la categoriadella ragioneLa risposta a questo sospetto gnostico si produce portando
lrsquoattenzione sulla dimensione sottovalutata come poche altre delpersistere dellrsquoastrazione allo stabilirsi del concreto Lrsquointelligenzaquando egrave tale non puograve sottrarsi al principio di necessitagrave dunquepuograve in maniera relativamente agevole essere guidata al concreto cheinclude in seacute come superata ogni precedente astrazione Problema-tico egrave invece il fatto che la medesima intelligenza cosigrave pervenuta alconcreto mediante una guida sappia poi farsi guida sicura di se stes-sa e ricondurre ogni astrazione che incontra a quel concreto che in seacuteegrave giagrave stabilito in lei Il caso piugrave assolutamente frequente egrave invece quel-lo in cui lrsquointelligenza non sappia essere coerente con se stessa e ndash suben-do una pesante isteresi dellrsquoastrazione ndash resti quasi meccanicamentepersuasa di cose che gli sviluppi teorici da lei stessa acquisiti sottoguida esterna dovrebbero portarla a negare radicalmente
154 A POSTORINO
155IV Quadro introduttivoC una laquoteologia di combattimentoraquo
Cosigrave egrave assolutamente ingenuo aspettarsi che una teologia com-pattata in una solida epistemologia e raccordata con una solidaontologia sia per se stessa in grado di raggiungere il senso comu-ne ndash senso comune che costituisce lrsquoelemento pre-filosofico (ma nelquale ricade continuamente la stessa coscienza che pur segue losviluppo filosofico) ndash operando quellrsquoallargamento della comunitagraveecclesiale che abbiamo detto essere il fine di una teologia non sol-tanto per quanto legittimamente autoreferenziale262La veritagrave egrave ndash come sempre ndash piugrave complessa ed egrave che lrsquointelligen-
za deve tendere a credere in quella alteritagrave salvifica che la nostralaquoteologia di combattimentoraquo puograve mostrare essere formalmentepresente anche seguendo la via di una ragione che sappia portarsial di lagrave del suo difetto nichilistico Solo questa tendenza a crederepuograve infatti risvegliare e portare alla massima attivitagrave quella facoltagravedi attenzione e riflessione che normalmente riposano tacitamentein se stesse lasciando che la coscienza si abbandoni a quegli auto-matismi del senso comune dai quali lrsquointelligenza potrebbe o piugraveprecisamente dovrebbe liberarsiDetto conclusivamente la filosofia puograve salvare la teologia ndash pro-
curandole quellrsquoapparato teoretico che sappia legittimare retro-spettivamente la sua veritagrave ndash solo se prima o insieme la teologia ndasho il momento di fede che egrave strutturalmente in lei ndash salva la filosofiandash stimolando nellrsquointelligenza quellrsquoattenzione e concentrazionerettamente intenzionata che ne impedisca lrsquoastratto regresso alsenso comune e al suo tacito e spesso inconsapevole accettare lacontraddizione La ragione filosofica ha come unica bussola lanecessitagrave cioegrave lrsquoimpossibilitagrave di accettare ciograve che egrave contraddittorioma che la contraddizione sia inaccettabile percheacute lrsquoessere ha un suoordine che non dipende dalla nostra volontagrave non egrave qualcosa che sipossa dimostrare senza cadere in un circolo vizioso (sect 40) dunqueegrave qualcosa in cui bisogna credere
262 Cfr sect 3
156 A POSTORINO
sect 52La teologia anagogica come laquosistematica sapienziale
dellrsquoincontrovertibileraquo
La Tesi dalla quale si conclude qui il quadro introduttivo defini-va la teologia anagogica riconosciuta esito piugrave avanzato nel deli-nearsi di una teologia per il terzo millennio come una laquosistematicasapienziale dellrsquoincontrovertibileraquo Intorno alla piugrave esatta valenzadi questa definizione diragrave dunque piugrave precisamente quella Tesi quiriproposta anche se giagrave da ora ossia alla conclusione del quadrointroduttivo un tale concetto dovrebbe aver guadagnato una suavisibilitagraveIl circolo dellrsquoanagogia come si egrave visto263 permette uno sguardo
sulla Rivelazione in forza del quale la veritagrave della Scrittura vistaalla luce della fede teologale si dispone in uno spazio ontologicostrutturato dal pensiero puro e cosigrave mostra progressivamentelungo un cammino infinito lrsquoesser per seacute di quelle connessioni chesulle prime si danno e sono credute in virtugrave di quellrsquoesser per altroche egrave appunto la veritagrave della fedeCiograve significa che gli articoli di fede volgono in questo cammino
infinito a diventare momenti strutturali di una veritagrave totale che egravein seacute incontrovertibile e puograve mostrare di esserlo alla luce dellanecessitagrave Egrave questa dunque a tutti gli effetti una laquosistematica del-lrsquoincontrovertibileraquo la cui sistematicitagrave egrave visibile alla luce del pen-siero puro e la cui incontrovertibilitagrave egrave rilevabile alla luce dellanecessitagrave che la strutturaQuesta sistematica egrave peraltro laquosapienzialeraquo poicheacute i suoi conte-
nuti non risultano semplicemente dallrsquooperare del pensiero puronella dimensione dellrsquoEssere ma sono determinati dallrsquooperaredella fede teologale nella dimensione della Parola Questa laquosiste-matica sapienzialeraquo ha nella sapienza della fede teologale la fontedel suo contenuto nella strutturazione necessaria determinata dalpensiero puro la sua forma incontrovertibile
263 Cfr sect 42
VLA TEOLOGIA ANAGOGICA DI PADRE BARZAGHI
COME SISTEMATICA SAPIENZIALE DELLrsquoINCONTROVERTIBILE
sect 53Premessa sui riferimenti bibliografici
Questo lavoro egrave centrato sulla teologia anagogica di Padre Barzaghidunque i riferimenti anche se non in maniera esclusiva sarannonella loro grande maggioranza alle sue opere
Al fine di evitare continue lunghe ripetizioni o viceversa il ri-schio di rimandi poco chiari a causa degli usuali rinvii semplificatimanterremo per tutti gli altri riferimenti il sistema tradizionale dellacitazione in nota mentre per le opere di Padre Barzaghi daremo laprima volta il riferimento bibliografico completo mentre per tutti isuccessivi richiami adopereremo le seguenti abbreviazioni
Dialettica della Rivelazione Proposta di una sistematica teologica1996 DRDiario di metafisica Concetti e digressioni sul senso dellrsquoessere1997 DMSoliloqui sul divino Meditazioni sul segreto cristiano 1997 MSCLrsquoalteritagrave tra mondo e Dio (Barzagli-Severino) 1998 AMDI fondamenti metafisici della mistica 1999 FMMOltre Dio ovvero omnia in omnibus Pensieri su Dio il divinola deitagrave 2000 ODLo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica 2003 SDHabitat ecclesiale e habitus teologico Per un tomismo anagogico2005 HHLa teologia come scienza della grazia Theoria ed episteacuteme 2005 TSGCompendio di storia della filosofia 2006 CSFQuando un teologo pensa alla poesia Logica e metafisica delle immagini2007TPIl luogo poetico e contemplativo del sapere filosofico-teologico 2007 LPCFenomenologia metafisica anagogia 2008 FMA
157SD 632 (2018) pp 157-331
sect 54Introduzione
Ritorneremo conclusivamente e a quel punto si spera con unamaggior forza argomentativa sul tratto che crediamo denoti nellamaniera piugrave pregnante la teologia anagogica di Padre Barzaghi vale adire la suamodernitagrave (usiamo questo termine per la sua forza immedia-tamente comunicativa anche se in senso tecnico il termine egrave ambiguoe rischia di significare il contrario di quel che deve come subito sivedragrave piugrave esatto sarebbe dire che la teologia anagogica di PadreBarzaghi si offre come lrsquounica pensabile teologia della post-modernitagraveche si trovi al di lagrave delle secche del debolismo e della narratologia)
Questo tratto richiamare il quale egrave essenziale per enunciarelrsquointenzionalitagrave di questo studio colpisce in certo modo a sorpresadissipando rapidamente il senso di inattualitagrave che il linguaggiotomista con le sue distinzioni sottodistinzioni e apodissi concate-nate non puograve non indurre in un orecchio filosofico disabituato aquesto procedere a causa di un clima culturale che assecondalrsquoarrotondamento di tutti gli spigoli e lrsquoevocazione di aure coinvol-genti assai piugrave che il cimento col duro elemento del concetto
Questa teologia muove bensigrave dalla temperie tomista ma col radi-cale intento di esplicitarne lrsquointenzionalitagrave profonda che egrave poi alme-no come suo interno momento quella dellrsquoanalisi ontologica severi-niana Di tutto questo si dovragrave parlare adeguatamente ma giagrave daquesta sede introduttiva si puograve anticipare che questa impostazioneteologica dissipando le illusioni ideologiche di una modernitagrave cheha creduto nella linearitagrave evolutiva del processo storico azzera ogniillusione di laquoprogressoraquo dunque ogni idolatria di una salvezza seco-larizzata e consegnata a un provvidenzialismo anonimo e meccanicoovvero a un Deus ex machina concepito a misura nostra per indicarela via di una veritagrave necessaria giagrave aperta e dispiegata che mette capoalla visione dellrsquoeternamente identico e per raggiungere la qualenon manca che lo sguardo che egrave lo stesso sguardo di Dio del quale sipuograve partecipare solo mediante la mente di Cristo Logos incarnatoper grazia divinizzatrice coincidente con la salvezza creaturale
Precisato il senso di modernitagrave come assoluta attualitagrave senso chesi pone a questo punto proprio come superamento della modernitagravestoricamente concepita si puograve cominciare a capire il movente del
158 A POSTORINO
presente studio Momento culminante della modernitagrave e aperturadella dimensione del contemporaneo egrave lrsquoontologia dialettica messa apunto nella filosofia hegeliana la quale si offre come toglimento for-male della storia e insieme come suo sviluppo aperto che perpetua-mente decanta sedimentando nella dimensione della veritagrave eterna(le interpretazioni storiche che sono state date di questa filosofialrsquohanno fatta unilateralmente coincidere col culmine dellrsquoimmanen-tismo cosigrave snaturandola in maniera contraddittoria rispetto alla suastessa natura di realizzazione di quella coincidentia oppositorum nellaquale immanenza e trascendenza si richiamano in maniera neces-sariamente reciproca e rendendola cosigrave almeno sospetta al magi-stero ecclesiastico mentre sembra ragionevole ritenere che le vir-tualitagrave teologiche di questa filosofia sono state per ora valorizzatesolo in minima parte) Ebbene lrsquoosservazione che nel ricorso alladialettica che si trova nella sistematica teologica di Padre Barzaghiquesta ontologia dialettica non venga utilizzata e lo stesso richia-mo ad essa venga fatto solo ellitticamente con lrsquoesplicito intendi-mento di dissociarvisi lascia sulle prime perplessi poicheacute lrsquoevi-dente modernitagrave di questa teologia sembra sulle prime compro-messa da questo fatto o piugrave precisamente non si capisce come talemodernitagrave possa imporsi come di fatto si impone pur prescinden-do da questo plesso di determinazioni
Da qui lrsquointeresse soggettivo per una ricerca i cui risultati cre-diamo significativi Le analisi che seguono mostreranno infatticome la teologia anagogica di Padre Barzaghi che si vale della dia-lettica prima di tutto come strumento di riconduzione della veritagravedi fede alla scienza teologica secondo un impianto rigorosamentetomistico non respinge affatto astrattamente il plesso di determi-nazioni in cui consiste lrsquoontologia dialettica ma semplicementelascia che cada in un livello per cosigrave dire sotterraneo che costituiscela dialettica segreta di questa teologia Crsquoegrave dunque un secondolivello dialettico drsquoaltronde esplicitamente enunciato ma non enfa-tizzato in quanto lrsquointera sua dinamica egrave originariamente tolta chesi colloca proprio sul piano ontologico e che integra il livello prece-dente restando per altro verso in esso integrato Lrsquoesplicita presadi distanza non significa dunque unrsquoastratta negazione teoreticama piuttosto una consapevole e concreta distinzione metodologica
159V La teologia anagogica di P Barzaghi come sistematica sapienziale
Lrsquoespressione segreta per questa dialettica di secondo livello(al posto di implicita che sarebbe stato forse tecnicamente piugrave preci-so e avrebbe evitato il rischio del voler sembrare accattivante) nonvuole significare come confidiamo sia chiaro che questo studioabbia presunzioni di scoperta o intenda produrre improbabili cla-morose rivelazioni significa soltanto che vuole segnalare allrsquoattenzionee alla comprensione scientifica una complessitagrave sulle prime non vista e forsesuperficialmente non visibile in questa teologia Egrave questa complessitagrave afare di essa quella teologia della post-modernitagrave che supera perograve diquestrsquoultima ogni suggestione evanescente e affabulatrice restituen-do a un pensiero oggettivistico irreversibilmente disincantato ilsuperiore incantamento oggettivo della Veritagrave necessaria e cosigrave con-tinuando ad attualizzare in un tempo che crede di averle perdute lepiugrave abissali profonditagrave della tradizione cristiana
160 A POSTORINO
CAPITOLO I
1 PREMESSA GENERALE
sect 55Premessa generale
Come sempre accade nei sistemi complessi qualunque incipitinteso ad iniziare un percorso descrittivo comunica subito a chi statentando la descrizione il bisogno di dover retrocedere fondativa-mente fornendo al lettore le premesse per poter meglio intenderequanto si va dicendo Questo dipende dal fatto che il sistema hauna sua autofondazione circolare che rende lrsquoincipit in quanto im-mediato anche in certa misura necessariamente astratto dunquesempre bisognoso di completamento
Il miglior modo di procedere sembra quello di non tentare diimporre un ordine espositivo preconcetto ma piuttosto di abban-donarsi a questa progressiva richiesta di integrazione fondazionalelasciando che sia essa a guidarci nellrsquointrodurre gli elementi neces-sari allrsquoesposizione Alla fine lrsquoordine intrinseco dellrsquooggetto sesaremo stati docili alle interconnessioni della sua architettura e ailoro interni rimandi dovrebbe aver prodotto una strutturazione dicampo sufficientemente concreta per poter avviare una riflessionecostruttiva
Nel nostro caso tutto comincia dallrsquoidea di una sistematica teologicanella quale struttura sillogistica e movimento dialettico sono messi inrelazione per integrare la veritagrave rivelata alla fede teologale nel si-stema razionale della scienza teologica Il che come si diceva mo-stra subito implicazioni che accrescono la complessitagrave di questoprimitivo nucleo descrittivo Prima di tutto ci troviamo di fronte aun concetto della divina Rivelazione che se per un verso non puogravenon presentare questrsquoultima come connessa con la dinamica stori-ca per un altro verso la concepisce come veritagrave originariamente con-segnata alla fede che la accolga e alla ragione che ne vada esplici-tando il contenuto secondo i canoni della veritagrave necessaria costi-tuendo progressivamente la scienza teologica Ma lo stesso concet-to qui risultante della scienza teologica genera altre implicazioni
161
sia in quanto essa egrave scienza sia in quanto egrave scienza teologica Infattiaffincheacute questa scienza possa presentarsi come sistema formal-mente necessitato che va mostrando le proprie connessioni organi-che in virtugrave dellrsquointerno movimento dialettico che anima le struttu-re esplicative della sillogistica essa non puograve essere concepitasecondo il modulo lineare della scienza empirica nel quale la cono-scenza egrave pensata come progressiva addizione di parti esterne a unnucleo opaco e per seacute indifferente La scienza devrsquoessere invececrescita circolare di un nucleo originario che va rivelandosi a sestesso come crescente trasparenza di seacute a se stesso nella costantepresenza alla coscienza della relazione di ogni determinazioneconosciuta o meno con ogni altra in seno alla Totalitagrave Infine inquanto questa scienza sia scienza teologica devrsquoessere presente inessa la duplice polaritagrave della fede e della ragione ma in quanto sianello stesso tempo scienza necessaria non puograve sopportare alcundualismo precostituito e irrisolto Il che significa che il momentodella fede teologale e quello della ragione filosofica devono rivela-re un fondamento comune che permetta il loro raccordo epistemolo-gico e legittimi la loro relazione osmotica
Oggetto di questa prima strutturazione di campo dovrebbe dun-que essere il plesso relazionale che collega divina Rivelazione veritagravenecessaria e scienza teologica Unrsquoultima avvertenza introduttiva che aquesto punto dovrebbe risultare di per seacute chiara egrave che ci troveremofin dalle primissime battute a utilizzare concetti e connessioni chesolo nella visione finale drsquoinsieme rivelano il loro senso piugrave proprioci troveremo dunque a procedere immersi in certo modo nel viziodella petitio principii Questo difetto sembra strutturalmente insupe-rabile e bisogna confidare in una dinamica discorsiva che guadagniconcretezza lentamente col tornare continuamente su se stessa inmaniera circolare ogni volta sperando in una maggiore perspicuitagravedellrsquointero quadro e in esso di ciascun elemento
162 A POSTORINO
2 PRIMA STRUTTURAZIONE DI CAMPO
sect 56A) La divina Rivelazione
La Rivelazione occupa nella strutturazione dialettica dellascienza teologica la posizione tetica di base ossia la positio264 essaegrave laquoplesso originario di natura e soprannaturaraquo ossia laquolrsquoambientedivino nel quale il mistero propriamente soprannaturale di Dio sifonde con lrsquoambiente umano o mondanoraquo e dove laquola comunicazio-ne dellrsquoignoto o per seacute inconoscibile puograve avvenire solo attraverso ilnoto o il conosciuto o conoscibileraquo265
Prescindendo qui dallo sviluppo dialettico successivo che nellascienza teologica sulla Rivelazione si innesta266 e passando ad esa-minare lrsquoarticolazione dialettica interna a questo primo momentotroviamo i tre momenti della Rivelazione per seacute (= Dio = la sopran-natura) della Rivelazione in seacute (= Mondo divino = la natura nellasoprannatura) e della Rivelazione per noi (= Dio mondano = lasoprannatura nella natura)267 Si tratta dunque di un plesso relazio-nale nel quale Dio e mondo si trovano sia identificati sia distinti inuna modalitagrave particolarmente complessa268 che richiamando giagrave
163Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
264 Coi termini positio resolutio compositio vengono indicati i momenti della scan-sione dialettica come piugrave avanti si vedragrave cfr GBARZAGHI Dialettica dellaRivelazione Proposta di una sistematica teologica laquoStudi Tomisticiraquo EdizioniStudio Domenicano Bologna 1996 (da qui in avanti DR) pp 29 segg
265 DR p 31266 Cfr DR pp 32-34 la resolutio consiste nella laquocritica razionaleraquo la composi-
tio nella laquoteologia speculativaraquo267 Cfr DR pp 35 segg268 Questa analisi dellrsquoidentitagrave-distinzione fra Dio e mondo si trova in DR pp 39-
45 e per la sua precisione e importanza verragrave ripresa in G BARZAGHIDiario dimetafisica Concetti e digressioni sul senso dellrsquoessere ESD Bologna 1997 (da quiin avanti DM) pp 93-95 e ancora in G BARZAGHI Soliloqui sul divinoMeditazioni sul segreto cristiano ESD Bologna 1997 (da qui in avanti MSC)pp 86-89 Lo stesso testo torna con poche varianti a costituire la prima parte del-
164 A POSTORINO
da qui la nozione di ambiente divino269 ci colloca in una prospettivache si lascia alle spalle ogni antropomorfismo e temporalitagrave storicadella comunicazione (i quali restano bensigrave nellrsquoesperienza umanama come tolti nella raggiunta visione sub specie aeternitatis) permostrarci come si diceva la originarietagrave della Rivelazione
Entrando piugrave nel merito delle connessioni la Rivelazione per seacutelaquoegrave Dio stesso che essendo lrsquoEssere per seacute sussistente egrave perfetta-mente tutto lrsquoessere senza nulla escludereraquo270 Ma se Dio come To-talitagrave autocosciente egrave perfettamente trasparente a se stesso non haalcun bisogno di rivelarsi A chi dunque egrave rivolta la rivelazione chetestimonia di se stessa in quanto categoria sussistente Deve essererivolta laquoa ciograve che non egrave Dio e che quindi non egrave in grado di conosceree capire Dio in se stessoraquo271 Prescindendo qui dal problema ontolo-gico posto dallrsquoesistenza di un altro da Dio272 osserviamo intantocome Dio conoscendo se stesso conosce anche in se stesso laquole infini-te possibili realizzazioni similitudinarie partecipative o creaturalidella propria essenzaraquo273 e queste ultime non sono che il mondo
lrsquoomologa trattazione inserita in G BARZAGHI I fondamenti metafisici dellamistica in laquoRivista di Ascetica e Misticaraquo 3 (1999) (da qui in avanti FMM)pp 341-344 Tanto la trattazione del rapporto Dio-mondo in MSC quantoquella in FMM si prolungano poi nella trattazione della trasparenza o dia-fania di Dio nel mondo (MSC pp 89-90 FMM pp 344-345) e questa ha ilsuo luogo drsquoorigine in DM pp 96-97
269 Il termine egrave tecnico e ricorrente ma una trattazione approfondita e siste-matica si ha in G BARZAGHI Oltre Dio ovvero omnia in omnibus Pensieri suDio il divino la deitagrave Giorgio Barghigiani Bologna 2000 (da qui in avantiOD) pp 23-35
270 DR p 36271 Ibidem272 Lrsquoanalisi e soluzione di questo problema si trova nei testi citati alla nota 268273 DR pp 36-37 Padre Barzaghi osserva in una nota al testo che Dio conosce
dunque perfettamente anche lrsquoimperfetto ossia conosce perfettamente ogniente individuo e cosigrave non puograve non essere dato che Dio egrave lrsquoEssere che include econosce ogni ente qualunque sia il modo del suo essere Dio non egrave lrsquoens commu-ne ma lrsquoipsum esse per se subsistens (p 37)
165Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
Risulta dunque che laquoil mondo in Dio egrave la stessa essenza di Dio inquanto concepita come una sua somiglianza capace di essere intel-ligibile da ciograve che appartiene allrsquoordine creaturaleraquo274
Siamo cosigrave passati dalla Rivelazione per seacute (= Dio quale egrave per sestesso e quale in assoluto noi non conosceremo mai)275 alla Rivelazio-ne in seacute o Mondo divino laquoil mondo in Dio egrave Dio ma nel modo con ilquale Dio si pensa intelligibile da una soggettivitagrave non divinaraquo276 Diocioegrave per potersi realizzare come quella rivelazione che noi ricevia-mo e che testimonia di se stessa si deve pensare come mondo277 Inquesto senso opporre Dio e mondo egrave unrsquoastrazione affatto priva dicoerenza metafisica278
Il terzo momento dialettico come compositio stringe in unitagrave laRivelazione per seacute e la Rivelazione in seacute ossia Dio e Mondo divinoed egrave Rivelazione per noi laquocioegrave la comunicazione effettiva di Dio anoiraquo279 la cui figura egrave quella del Dio mondano con essa si deveintendere che Dio il quale nel rivelarsi a noi si costituisce assoluta-mente come Mondo divino in quanto questo rivelarsi effettivo egraveuna laquoestroflessione creativaraquo del Mondo divino280 insieme trascende
274 DR p 38275 Se non nella modalitagrave partecipativa dellrsquoesperienza mistica culminante nella
visione beatifica con tutti i difficili problemi del passaggio dal regime di fede alregime di visione e dunque della relazione fra visione divina e visione creaturalenel quadro della divinizzazione per grazia cfr per questo MSC il penultimocapitolo intitolato laquoI gradi dellrsquoesperienza di graziaraquo (pp 124-139)
276 DR p 38277 Cfr DR ivi laquoIn questo senso dico che il mondo divino cioegrave il mondo in
Dio egrave la Rivelazione in seacute per rivelarsi Dio si deve pensare cosigrave e la mani-festazione di Dio egrave il mondoraquo
278 Cfr ibidem laquoBasterebbe questo per aiutarci ad allontanare il piugrave possibilelrsquoidea di una stupida quanto artificiosa opposizione tra Dio e mondoOpporli infatti significa opporre Dio a se stessoraquo
279 DR p 39280 Questa determinazione viene impiegata piugrave avanti per differenziare lrsquoec-
cedenza del Dio mondano rispetto al Mondo divino per cosigrave dire ordinariada quella che si realizza in modo nuovo in quella Rivelazione laquoin sensostrettissimoraquo che egrave lrsquoincarnazione (cfr DR p 46)
166 A POSTORINO
questa manifestazione della propria essenza in quanto intelligibileper noi cosigrave che questa manifestazione rinvia ad altro (cioegrave il mondoche egrave prima di tutto Mondo divino rinvia a Dio che egrave in questocaso Dio mondano)
Sorvolando anche qui trovandoci ancora in sede preliminare sullaprecisa relazione ontologica tra Dio mondano e Mondo divino281 nesappiamo perograve giagrave abbastanza per capire che la Rivelazione la quale egraveprima di tutto rivelazione dellrsquoessenza di Dio allrsquoaltro da Dio egrave nelsuo eterno contenuto eternamente in Dio come eternamente in Dio egrave lostesso altro da Dio (neacute potrebbe essere altrimenti pena il fare di Dio uncontraddittorio cattivo infinito)282 Il che significa che lrsquoattuarsi dellaRivelazione nel tempo storico ha come fondamento un darsi originariodi essa che egrave da sempre e per sempre in Dio283
281 Cfr per questo i luoghi indicati nella nota 268 Qui annotiamo semplice-mente che laquola distinzione egrave delicatissimaraquo laquonel primo caso il mondo in Dioegrave sostanzialmente Dio nel secondo caso Dio nel mondo non egrave sostanzial-mente il mondo pur non aggiungendo nulla il mondo a Dio cioegrave non incre-mentando ontologicamente la totalitagrave dellrsquoessere che egrave Dioraquo (DR p 39)
282 Questa determinazione egrave implicita nel ricorrente avvertimento di laquosupera-re la maldestra opposizione tra immanenza e trascendenzaraquo (DR p 12)laquoLa stessa trascendenza di Dio infatti non si oppone alla sua immanenzaAnzi la nozione di trascendenza divina se non vuole essere banalmentetravisata in senso fisicistico ndash quasi indicasse un luogo separato dalmondo ndash non puograve che essere pensata in stretta relazione con la nozione diimmanenza divinaraquo (DR p 48) La determinazione egrave poi puntualmentedescritta trattando della contraddizione che investe lrsquoinfinito quandovoglia come in prima istanza deve escludere da seacute il finito laquoBene ma selrsquoinfinito esclude il finito che infinito egrave E un finito che esclude lrsquoinfinitonon egrave forse capace di limitare lrsquoinfinito Dunque lrsquoesclusione della con-traddizione che identifica finito e infinito ci porta alla contraddizione diun infinito limitato dal finitoraquo (FMM p 355)
283 Lrsquooriginarietagrave della Rivelazione egrave esplicitamente affermata in G BARZAGHILo sguardo di Dio Saggi di teologia anagogica Cantagalli Siena 2003 (da quiin avanti SD) p 130 laquoSe il pensiero egrave il trasparire dellrsquoessere possiamodire che la Rivelazione egrave originaria intendendo in questo caso ldquopensierordquocome ldquoPensiero assolutordquo cioegrave Dio stessoraquo
167Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
Questo spiega il significato della scienza teologica non come sem-plice scienza razionale del contenuto della fede ossia della Rivela-zione simpliciter nel senso del depositum fidei inteso come chiuso edefinitivo nei suoi significati Dato infatti che la Rivelazione ndash il cuicontenuto originario egrave lrsquoEssenza divina vale a dire la Totalitagrave diogni realtagrave ndash in quanto si comunichi nellrsquoorizzonte della finitezzaha sempre un implicito la teologia si presenta come scienza del rivelatoimplicito virtuale o del rivelabile284 Qui sta nellrsquoorizzonte della fini-tezza la sua infinita potenzialitagrave comunicativa
sect 57B) La veritagrave necessaria
Se la Rivelazione egrave originaria essa egrave anche in una maniera dachiarire necessaria285 Il contenuto della Rivelazione egrave infatti Diostesso e Dio come abbiamo giagrave visto laquoessendo lrsquoEssere per seacute sus-sistente egrave perfettamente tutto lrsquoessere senza nulla escludereraquo286Ora lrsquoEssere per seacute sussistente egrave la Totalitagrave assoluta di ogni realtagraveil che egrave formalmente lrsquooggetto della metafisica287 ciograve significa che
284 Una prima definizione si trova in DR p 28 laquoOggetto formale della teologiainfatti egrave il rivelato implicito virtuale o il rivelabileraquo La stessa definizionetecnicamente piugrave elaborata si trova in OD p 19 laquoLrsquooggetto formale quo ola ratio scibilitatis della scienza teologica egrave il ldquorivelabilerdquo o il rivelato impli-cito virtuale Egrave proprio la nozione di lsquorivelabilersquo che distingue la teologiadallrsquoesperienza mistica e dallrsquoispirazione profetica conoscenze che conessa condividono il riferimento al medesimo oggetto formale quod Dionella sua deitagrave Ed egrave proprio su questa nozione che si concentra tutta lapregnanza della mediazione tipica della scienza teologicaraquo
285 Il che egrave subito detto nel seguito del passo citato alla nota 283 laquoPerciograve lanecessitagrave della Rivelazione si puograve dare sotto due aspetti la necessitagrave dellaRivelazione percheacute lrsquoessere di suo egrave il disvelarsi che in assoluto egrave in Dioma anche in ogni intenzionalitagrave quindi anche nel pensiero umano malrsquointenzionalitagrave non pareggia il contenuto dellrsquoessereraquo (SD p 130)
286 DR p 36 (cfr nota 270)287 Cfr DM p 16 laquoLa metafisica ha per oggetto lrsquoessente o lrsquoessere in quanto
tale al di lagrave del quale crsquoegrave il nulla cioegrave non crsquoegrave nienteraquo
168 A POSTORINO
Dio egrave originariamente tutto quanto mai la scienza teologica possaesplicitare della sua Essenza nel gioco discorsivo intrecciato (e co-me si vedragrave dialettico) di fede teologale e ragione filosofica
Questa posizione del problema carica la teologia di un formidabi-le quanto inevitabile onere adeguare ogni interpretazione dellrsquoes-senza divina al dettato della necessitagrave il quale non egrave revocabile indiscussione senza revocare in discussione tutta la teologia nella suaessenziale pretesa di essere scienza razionale della fede288 Si puograve
288 Egrave questo lrsquoimponente compito che si assume Padre Barzaghi e lo fa muo-vendo da unrsquoistanza profondamente radicata nel tomismo e sviluppandolaal di lagrave della lettera tomista secondo le linee affioranti dellrsquoanalisi ontologi-ca severiniana Il profondo radicamento nella metafisica tomista egrave dato dallaconcezione di Dio come dellrsquoIpsum esse per se subsistens ciograve che costituisce diper seacute un formidabile lascito problematico Riflettendo sui presupposti diquesto lascito e confrontandoli con i risultati dellrsquoanalisi severiniana si puogravearrivare a configurare il seguente schema interpretativo laquo[hellip] secondo mela riflessione teologica classica (tomistica) puograve essere intesa come una vialunga per arrivare ad affermare consequenzialmente ciograve che la via breveseveriniana affermaraquo (OD p 16 corsivi nostri) Il tomismo cioegrave ha unadirettrice profonda che lo porta a trascendere se stesso per intima coerenzacon se stesso laquoVoglio dire che la metafisica tomistica percorre di diritto un iti-nerario che postula un suo oltrepassamento conclusivo almeno nel senso per cui itermini usati e le tesi enunciate presi nel loro valore profondo esprimono unaradicalitagrave immediatamente insospettabileraquo (ibidem corsivi nostri) Questo fulcrogeneratore egrave come si egrave detto la concezione di Dio laquo[hellip] una volta ammessoquesto Dio le conseguenze metafisiche non possono essere che quelle del-lrsquoammettere Dio come ambiente divino piugrave che come unrsquoentitagrave separata dalmondo LrsquoIpsum esse subsistens lrsquoEssere assoluto non puograve non divorare tuttocioegrave non puograve essere inteso come qualcosa accanto ad altre cose e conseguen-temente diviene il punto di vista rigoroso per lrsquoispezione del tutto Per vede-re adeguatamente il tutto occorre porsi dal punto di vista del tutto cioegravedellrsquoAssoluto vedendo assolutamente Vedere tutto dal punto di vista di Dio[hellip] Ma a questo punto lrsquoambiente divino non ha forse la fisionomia dellrsquoappa-rire infinito di cui parla Severino nei suoi scritti E questo apparire infinitonon egrave forse la scienza di Dio ndash scientia Dei ndash cui eternamente appaiono
169Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
infatti dimostrare con neanche tanta fatica che qualunque laquodistribu-zioneraquo di comodo della necessitagrave nel dominio dellrsquoessere creato edella libertagrave divina nel dominio dellrsquoonnipotenza creatrice egrave tale darendere contraddittoria e da ultimo inintelligibile proprio lrsquoessenzadivina e non in quanto essa egrave effettivamente destinata a restare talerealizzandosi come oltrepassamento del concetto ma proprio in quantoessa dovrebbe invece essere intelligibile realizzandosi la non-con-cettualitagrave dellrsquoessenza divina come meta-concettualitagrave o appuntocome oltrepassamento e non come rivendicazione di una diversa giu-risdizione (diversitagrave inammissibile senza rendere Dio finito propriocol contrapporlo come infinito libero al finito necessitato)
La veritagrave nella quale ci si colloca originariamente egrave la veritagrave dellrsquoes-sere la quale non puograve che sottostare alla legge inviolabile dellrsquoessereossia lrsquoantichissimo principio parmenideo secondo il quale lrsquoessere egravee il non essere non egrave 289
Da questo principio discende con ferrea necessitagrave lrsquoeternitagrave dellrsquoentecome tale e dunque di ogni singolo ente anche il piugrave tenue e labile290
gli eterniraquo (ivi p 17) Lrsquooperazione teoretica di Padre Barzaghi si collocadunque come lui stesso dice citando il suo maestro Gustavo Bontadinilaquocon Tommaso ma ormai oltre Tommasoraquo (ivi p 23) Un confronto serratodi Padre Barzaghi con lrsquoopera di Severino si trova in MSC pp 82-95 ossiail capitolo intitolato laquoLrsquoeterno nel Cristianesimoraquo confronto che continuain un dibattito col filosofo che in certa misura fa seguito a quel librocfr G BARZAGHI Lrsquoalteritagrave tra il mondo e Dio la veritagrave dellrsquoessere e il divenire(conferenza dibattito con Emanuele Severino) in laquoDivus Thomasraquo 3(1998) (da qui in avanti AMD) pp 57-81
289 Tale principio fonda la metafisica come tale (cfr DM p 26) fonda ildiscorso severiniano (cfr OD p25) e fonda metafisicamente lrsquoanagogia(cfr SD p 19)
290 Cfr SD p 24 laquoTutto egrave eterno pena la contraddizione dellrsquoammettere che inun certo momento il non-niente ndash che egrave lrsquoente e ogni ente ndash sia nienteraquoQuesta esigenza di eternitagrave del tutto non puograve essere soddisfatta da un con-cetto formale della totalitagrave poicheacute laquociograve che appare appare in un mododeterminato e lrsquoapparire che esige lrsquoeternitagrave egrave determinato (questo sospi-ro)raquo (Ivi p 25)
170 A POSTORINO
negare questa eternitagrave affermando che ciograve che egrave puograve non essere statoe potragrave non essere piugrave significa infatti affermare che il soggetto del-lrsquoessere attuale che egrave ben un ente in un tempo passato (proprio quel-lrsquoente) non era e in un tempo futuro (proprio quellrsquoente) non saragrave (pre-dicando cioegrave in entrambi i casi il non essere dellrsquoessere contro lalegge inviolabile suddetta) ovvero riferendosi allrsquoente che in questomomento appare e pertanto egrave dicendo che prima non era certo dalmomento che un istante prima di apparire ossia di essere ancoranon era al momento in cui appare e pertanto egrave questo essereemergente puograve essere predicato solo del non essere (con analoga viola-zione della legge inviolabile dellrsquoessere)291
Siamo dunque fin dal principio immersi nella dimensione intra-scendibile della veritagrave necessaria la quale si presenta come un siste-ma compiuto di determinazioni originariamente compresenti dellequali noi conosciamo solo una minima parte essendo invece capaci dipensare lrsquointero sistema come totalitagrave formale ossia in certa misuraastratta292 La loro originaria ed eterna compresenza perograve del tutto
291 Egrave questa secondo Severino la laquofolliaraquo dellrsquoOccidente che sta alla base delsuo nichilismo (cfr MSC p 82) follia descrivibile come persuasionelaquodella nientitagrave dellrsquoenteraquo e nella quale sarebbe coinvolto lo stessoCristianesimo (cfr MSC p 82 AMD p 58) La diagnosi di Severino inve-ste lrsquointero Occidente in quanto risale alla formulazione aristotelica pro-prio di quel principio di non contraddizione laquoche vuole essere la difesapiugrave rigorosa della incontraddittorietagrave dellrsquoessereraquo e che invece finisce peressere secondo Severino laquola forma peggiore della contraddizioneraquo lapeggiore laquopercheacute la contraddizione viene nascosta nella formula stessacon la quale ci si propone di evitarla e di bandirla dallrsquoessereraquo (SEVERINORitornare a Parmenide cit in MSC p 78) La formulazione aristotelica diceinfatti che laquouna cosa non puograve essere e non essere nello stesso temporaquo ilche perograve lascia sussistere lrsquoaffermazione che possa essere e non essere intempi diversi ed egrave proprio questo che a unrsquoanalisi piugrave rigorosa appare ine-vitabilmente contraddittorio (per questa critica del principio di non con-traddizione cfr MSC pp 78-79 SD pp 20-21)
292 Questa differenza fra pensare e conoscere egrave essenziale La considerazioneinfatti che il pensiero non ha neacute puograve avere limiti puograve indurre a frainten-
al di lagrave di quelle che si riveleranno essere le nostre conoscenze fat-tuali costituisce la condizione di possibilitagrave di una scienza che comesi voleva non proceda secondo il modulo astrattamente addizionaledelle scienze empiriche ma possa invece essere pensata secondoquanto prima anticipato come crescente trasparenza a se stessa del-lrsquoarticolazione interna di un sistema giagrave originariamente dato al pen-siero (a prescindere dal suo essere conosciuto) nellrsquoimmutabile cor-relazione di tutte le sue parti in seno alla Totalitagrave
sect 58C) La scienza teologica
Lrsquoappena vista nozione della veritagrave necessaria risponde al proble-ma posto dalla scienza teologica in quanto essa debba essere sempli-cemente scienza In quanto perograve scienza teologica essa deve rendereconto della duplicitagrave di principi fondanti che spesso (o quasi sem-pre) nella teologia viene presentata come semplice e duro sincreti-smo (a sua volta talora enfatizzato come necessaria correzione delprocedere filosofico il quale sarebbe viziato da una sorta di peccatodi presunzione o di vano orgoglio)
171Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
dere questo fatto come una sorta di onniscienza Il pensiero non ha neacute puograveavere limiti percheacute la sua estensione coincide con quella dellrsquoessere laquoIl pensieroe lrsquoessere sono la stessa cosa percheacute come nulla egrave fuori dellrsquoessere cosigrave nullaegrave fuori del pensieroraquo (DM p 17) in questo senso il pensiero egrave intrascendi-bile laquoSe uno prova a pensare che crsquoegrave qualcosa che non pensa giagrave lo sta pen-sando [hellip] Non crsquoegrave proprio niente che cada fuori dal pensiero In questosenso il pensiero ha unrsquoestensione infinita Egrave impossibile cioegrave trovare deilimiti o confini al pensiero o al pensare nel suo attoraquo (ivi p14) Drsquoaltrondequella totalitagrave infinita che il pensiero ha come estensione egrave come tale del tuttovuota o formale e non garantisce affatto della comprensione del variamenteconfigurabile contenuto laquoUna cosa egrave lrsquoestensione della capacitagrave di pensarealtra cosa egrave la comprensione che questa medesima capacitagrave possiedePossiamo pensare infinite cose ma non possiamo capire infinitamente Nonegrave detto cioegrave che per il fatto di pensarle le conosciamoraquo (ivi pp 14-15)
Sul fatto che la teologia sia scienza del contenuto della fede ragio-ne credente o fede raziocinante e che sia classicamente opus fidei etrationis293 non puograve neacute deve sussistere alcun dubbio Quello perograve chela sua natura di scienza richiede egrave che il contenuto rivelato accettatoper fede non sia incompatibile con la veritagrave necessaria dellrsquoessere dal-lrsquoessere stesso mostrata con assoluta cogenza Se lo fosse ciograve nonimpedirebbe che la fede con un incoercibile arbitrio tenesse per larivelazione respingendo ogni vincolo logico-ontologico solo che que-sto significherebbe da un lato la fine della teologia come tale dallrsquoaltroe conseguentemente la caduta in un dualismo di scienza e religionedove la prima seguirebbe la sua via estromettendo ogni elemento difede (come accade nella cosiddetta scienza contemporanea) e laseconda continuerebbe a conferire realtagrave allrsquooggetto di un anelito allatrascendenza non in grado di difendere in nessun modo la propriapretesa di veritagrave finendo cosigrave inevitabilmente su posizioni auto-iso-lanti e conseguentemente difensivo-aggressive (come accade peresempio nei cosiddetti fondamentalismi contemporanei)
La questione poi egrave ulteriormente complicata da una concezionedella veritagrave necessaria non soltanto formale ma sebbene in un gradosempre incompleto di contenuto ontologico Non si tratta cioegrave semplice-mente di verificare che la veritagrave rivelata non sia auto-contraddittoria (vale adire che sia formalmente coerente con se stessa a prescindere da ciograve chedice) ma inoltre che non contraddica al volto che lrsquoessere mostra a se stesso aprescindere da quella Rivelazione laquoin senso strettissimoraquo che passa perlrsquoIncarnazione294 (vale a dire che il contenuto rivelato dal Dio mondanoche si offre nella modalitagrave unica dellrsquoIncarnazione non contraddica alpiugrave ampio contesto rivelativo nel quale il Dio mondano si dagrave comeestroflessione creativa del Mondo divino e cosigrave come Totalitagrave assolutadellrsquoEssere organizzato come co-implicazione della totalitagrave degli enti)
A questo proposito vanno introdotti due temi correlati in manie-ra talmente stretta da costituire le due facce dellrsquoidentica medaglia
172 A POSTORINO
293 Cfr DR p 28 laquoPer questo motivo tomisticamente parlando la teologia egraveun opus fidei et rationis cioegrave un lavoro scientifico prodotto insieme dallafede e dalla ragioneraquo
294 Cfr DR p 46 laquoA questo punto dobbiamo dire che un fatto di questo genere[scilicet il fatto che laquoDio puograve dunque decidere di manifestarsi anche nella
173Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
il primo egrave quello della essenza del Cristianesimo e il secondo quellodella critica della religione
Quando sopra abbiamo detto che il vero problema di una scien-za teologica non soltanto formalistica egrave quello di una coerenza dicontenuto ontologico fra la Rivelazione in senso stretto del Logos in-carnato e la rivelazione in senso lato del Dio mondano non abbia-mo perograve detto che egrave la prima a garantire lo sguardo capace di cogliere lacoerenza della seconda con la prima Procediamo con ordine La Rive-lazione in senso stretto ci egrave data nellrsquoelemento della temporalitagravestorica che caratterizza lrsquoautocoscienza finita e conserva in seacute trac-ce profonde di questo linguaggio antropomorfico295 Quando dun-que questo linguaggio venga a confronto con lrsquoorizzonte della veri-tagrave necessaria egrave facile e consequenziale la conclusione che il Cristia-nesimo (almeno quello espresso da questo linguaggio restandosub judice se ne sia possibile un altro) resti fuori dallrsquoorizzonte dellaveritagrave e in ultima analisi partecipi della laquofolliaraquo nichilistica del-
dimensione dellrsquoincomprensibile per noi ndash cioegrave nella sua essenza intima dalui solo compresa ndash pur passando attraverso la mediazione della realtagrave mon-danaraquo] egrave ciograve che chiamiamo in teologia Rivelazione in senso strettissimo Dionella sua stessa deitagrave si propone alla conoscenza dellrsquouomoraquo
295 Che questo linguaggio vada superato egrave ribadito piugrave volte laquoNoi dobbiamousare concetti modellati sul finito per parlare dellrsquoinfinito Occorre oltre-passarli pur essendo necessitati ad usarli Tutto il nostro linguaggio egrave inqualche modo antropomorfo il nostro modo di parlare di Dio egrave inevitabil-mente pieno di antropomorfismi [hellip]raquo (OD p 65) Ancora a propositodella via eminentiae (per la quale cfr anche FMM pp 357-358) laquoEgrave quindievidente che la inadeguatezza del nostro linguaggio e del nostro modo diconcettualizzare Dio implicano uno scavalcamento speculativo una gram-matica speculativa quella soluzione teoretica che i classici chiamavano viadi eminenza Ma nonostante questa forma risolutiva il nostro linguaggiorimane sempre antropomorfico non nel senso evidente dellrsquouso di imma-gini o metafore [hellip] ma anche nella modalitagrave articolativa di soggetto epredicato nella enunciazione o nella attribuzione Dio egrave tutto insieme econosce e agisce nellrsquoistantaneitagrave permanente del suo essere assoluto enon subisce aggiunte e non entra in relazione reale con altro da seacute Ilnostro linguaggio va purificato per quanto egrave possibileraquo (SD pp 38-40)
174 A POSTORINO
lrsquoOccidente296 Ora la risposta di Padre Barzaghi a questa tesi liqui-datrice egrave che il Cristianesimo colto nella sua essenza piugrave profonda egraveproprio la capacitagrave di vedere le cose sub specie aeternitatis297 dunque egraveproprio lo sguardo su quella veritagrave assoluta dellrsquoessere che secondo icritici del Cristianesimo dovrebbe viceversa liquidarlo Egrave questo losguardo di Dio298 di cui si puograve partecipare solo per un dono dellagrazia santificante che realizza la nostra divinizzazione299
296 Egrave questa comrsquoegrave noto la conclusione di Severino che ha poi determinato ilsuo scontro con la Chiesa e che segna ancor oggi la sua posizione In rispo-sta a Padre Barzaghi che sostiene la conciliabilitagrave del Cristianesimo con laveritagrave necessaria dellrsquoessere e anzi si chiede se laquoaffermare lrsquoeternitagrave deltutto e di ogni enteraquo non possa essere laquouno dei criteri interpretativi dellostesso Cristianesimoraquo (AMD p 58) Severino afferma che la visione sug-gerita da Padre Barzaghi non egrave piugrave Cristianesimo e conclude provocatoria-mente coinvolgendolo in unrsquoeventuale liquidazione consensuale di que-strsquoultimo laquoHo sinceramente qualche perplessitagrave che questo sia ilCristianesimo e credo che questa sua spoliazione ne sia anche lrsquouccisioneUnrsquouccisione sulla quale noi due possiamo anche andare drsquoaccordo perograveprendendoci la responsabilitagrave di quello che stiamo facendoraquo (ivi p 72)
297 Cfr SD Introduzione p 9 laquoSub specie aeternitatis questa egrave la prospettivaanagogica cioegrave della visione dal punto di vista dellrsquoeterno Il nostro mododi discorrere di Dio e della sua Rivelazione deve collocarsi dal punto divista di Dio pena il negare il valore della Rivelazione divina Se conti-nuassimo a concepire e a parlare delle cose di Dio e delle nostre cose dalpunto di vista umano il Cristianesimo si risolverebbe in dottrina umanaoppure ndash il che egrave la stessa cosa ndash si configurerebbe come comprensione psi-chica di ciograve che invece ha una densitagrave pneumatica [hellip]raquo
298 Lrsquoespressione egrave talmente centrale da far apparire superfluo ogni rinvio te-stuale allo laquosguardo di Dioraquo egrave intitolato un capitolo del Diario di metafisica(DM pp 109-114) un capitolo dei Soliloqui sul divino (MSC pp 22-28) elrsquointera raccolta di laquosaggi di teologia anagogicaraquo Lo sguardo di Dio
299 Cfr FMM p 339 laquoI padri latini chiamano il processo per il quale lrsquouomoriceve la grazia santificante giustificazione i padri greci invece lo chiama-no divinizzazione Ma si tratta assolutamente della stessa cosa la parteci-pazione della vita divina e tale egrave la grazia santificanteraquo
175Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
Ora la divinizzazione egrave la vera essenza del Cristianesimo300 ed egraveanche il vero contenuto del segreto cristiano301 egrave in virtugrave di essa chelo guardo dellrsquouomo puograve mutarsi nello sguardo divino302 e dun-que egrave in virtugrave di essa che lo sguardo cristiano invece di arenarsinegli antropomorfismi che lo mettono in conflitto con la veritagravenecessaria dellrsquoessere assume proprio questa veritagrave come proprio conte-nuto in una perfetta identitagrave di fede teologale e ragione filosofica303
Egrave di questa identitagrave che occorre conclusivamente parlare maprima egrave opportuno completare la problematica impostata Si eradetto infatti che i due temi correlati da introdurre erano lrsquoessenzadel Cristianesimo e la critica della religione Ora egrave molto facile pas-sare dal primo al secondo col semplice considerare che questo pas-saggio appena evidenziato ndash col quale il Cristianesimo egrave dono digrazia della divinizzazione ed essendo tale egrave anche assunzione dellosguardo assoluto sullrsquoAssoluto in virtugrave del quale la prospettiva dellafede teologale egrave identica a quella della filosofia pura304 ndash questo
300 Cfr ibidem301 Cfr MSC p 15 laquoIl segreto cristiano egrave dunque il segreto della divinizza-
zione della vita umana e della umanizzazione della vita divinaraquo302 Cfr OD pp 79-80 laquoLa divinizzazione dellrsquouomo non cambia la sostanza
delle cose ma dagrave semplicemente il modo divino della vita [hellip] Viveredivinamente ciograve che cambia egrave il modo di vedere le stesse cose ldquoPassa lascena di questo mondordquo (1 Cor 7 31) non il mondo E la scena (scopein) egravenello sguardo non nelle coseraquo
303 Le espressioni di questa identitagrave sono molto forti e pregnanti laquoLa teologiaegrave dunque il risultato dellrsquoapplicazione della ragione filosofica alla fede teo-logale O se si preferisce la teologia egrave la filosofia coinvolta dalla graziadivina nella conoscenza di Dio e del divino [hellip] La teologia egrave la filosofiaelevata dalla grazia egrave la divinizzazione della filosofia o la manifestazionedella divinitagrave intrinseca della filosofiaraquo (MSC p 64)
304 Cfr SD p 93 in conclusione del capitolo sullrsquoargomento ontologico ansel-miano dove si egrave mostrata la perfetta coincidenza in esso di fede e ragionesi afferma laquoNellrsquoargomento ontologico la fides quaerens intellectum elrsquointellectum quaerens fidem convergono nellrsquounico quadro protologico delLogos divino che genera assolutamente (cioegrave divinamente) nel sapere assoluto
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passaggio egrave proprio ciograve che differenzia il Cristianesimo dalla religione Egravequesto uno dei temi ricorrenti nellrsquoopera di Padre Barzaghi305 chesottolinea addirittura lrsquoalteritagrave oppositiva fra Cristianesimo e religio-ne essi laquorispondono a due processi diversi e contrariraquo in quanto lareligione laquoegrave il processo che va dallrsquouomo a Dioraquo mentre il Cristia-nesimo laquoegrave il processo che va da Dio allrsquouomoraquo neacute si puograve pensareche si tratti di due processi complementari pacificamente integra-bili essi laquonon sono affatto complementariraquo e anzi laquosi tratta di duemodi antagonisti di affrontare ed esprimere il rapporto uomo-Dioraquo il Cristianesimo egrave infatti la divinizzazione dellrsquoumano mentrela religione egrave lrsquoumanizzazione del divino (e mentre il primo processoindica lrsquoacquisizione di quello sguardo assoluto sullrsquoAssoluto cheidentifica la prospettiva della fede teologale con quella della filoso-fia pura il secondo indica proprio quella antropomorfizzazione diDio da cui occorre liberare la fede cristiana per condurla dalle apo-rie della Rivelazione storica alla visione dellrsquoeterna veritagrave cherischia di restare solo implicita al suo fondo)306
dellrsquoAssoluto con la fede teologale e del logos umano che esprime il pro-prio esser generato con interezza nuotando con la propria formalitagrave (cioegravecome se fosse a casa propria) nellrsquoOceano della Deitagrave rivelataraquo
305 Il tema egrave cosigrave importante che il Cardinal Biffi nello scrivere la Prefazione aLo sguardo di Dio cita un passo di Padre Barzaghi che si trova nel volumeaffermando che ciograve che in esso si dice egrave un pensiero laquotra i piugrave significativie piugrave arguti del libroraquo con cui lui si trova laquosingolarmente consonanteraquo(cfr SD pp 6-7) Il passo egrave il seguente laquoQuando faccio teologia ho semprepresenti tre cose una la so una la credo una neacute la so neacute la credo ma miinfastidisce percheacute egrave una assurditagrave [hellip] La cosa che so egrave che lrsquoessere egrave e ilnon essere non egrave La cosa che credo egrave che Cristo egrave tutto in tutti La cosa chemi infastidisce egrave la confusione tra Cristianesimo e religioneraquo (ivi pp 335-336)
306 Cfr OD pp 9-10 Il Cristianesimo come superamento della religione egrave qual-cosa che la mistica intuisce da sempre e che ha un preciso fondamentoscritturistico In dialogo con Severino Padre Barzaghi citando ancheBonhoeffer ndash laquonoi dobbiamo vivere al cospetto di Dio senza Dioraquo ndash richia-ma questo difficile tema (che dagrave poi titolo al libro Oltre Dio ovvero omnia inomnibus citato alla nota 269) scrivendo laquoLa mistica a volte ha rasentato
177Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
Ciograve che resta da vedere per concludere con questo paragrafoormai lungo la prima strutturazione di campo egrave come si realizziquella identitagrave originaria di prospettiva della fede teologale e dellaragione filosofica che permette alla scienza teologica di collocarsi aldi lagrave di ogni dualismo irrisolto senza per questo essere caduta in unmonismo unilaterale di tipo razionalistico o di tipo fideistico Il tematrattato in varie occasioni e con successivi approfondimenti negliscritti maggiori307 puograve essere riassunto nel modo che segue
Fede teologale e ragione filosofica sono in prima istanza saperidiversi e in certa misura opposti la cui identificazione non puograve cheessere contraddittoria la filosofia egrave un sapere dellrsquoevidente la fede egraveun sapere dellrsquoinevidente Il grado massimo dellrsquoevidenza egrave lrsquoincontro-vertibilitagrave laquocioegrave della affermazione che si presenta con lrsquoimpossibilitagravedella sua negazioneraquo308 Tale incontrovertibilitagrave dipende dalla forzanecessitante del principio di non contraddizione espresso nella for-mula lrsquoessere egrave e il non essere non egrave La veritagrave incontrovertibile egrave talepercheacute la sua negazione implica la violazione di questa legge e metteil pensiero nellrsquoimpossibilitagrave anche solo di pensare come veritagrave ciograve chesi dagrave come negazione di una veritagrave incontrovertibile
lrsquoateismo Questa egrave unrsquoaltra conseguenza della partecipazione alla vita diDio Per Dio crsquoegrave Dio No Dio non ha Dio quindi uno che partecipa dellavita divina della vita dellrsquoassoluto non ha Dio [hellip] Percheacute se tu sei divi-nizzato hai forse un Dio Devi rivolgerti religiosamente a qualcuno diversoda te a cui sei debitore di qualcosa e quindi rendi il culto che gli egrave dovutoNo percheacute sei divinizzato Tutto questo egrave in perfetta linea con la Letteraagli Ebrei dove egrave indicato come unico sacrificio quello di Cristo Nonannoiamoci con atti di religione egrave spazzata via la religione non crsquoegrave piugrave lareligione percheacute crsquoegrave solo quello come sacrificio il sacrificio di CristoQuindi ciograve che ci insegnano i mistici egrave fedele al dettato del Vangeloraquo (AMDp 63)
307 Cfr MSC il capitolo laquoLa divinizzazioneraquo (pp 103-116) OD i capitoli suc-cessivi laquoIl pensiero puroraquo (pp 65-67) e laquoCirca la teoria dellrsquoarmonia trafede e ragioneraquo (pp 67-69) SD il capitolo III laquoLrsquounum argumentum diAnselmo drsquoAosta e il fulcro anagogico della metafisicaraquo (pp 65-93)
308 SD p 69
178 A POSTORINO
Quando perograve si volesse esprimere questo fatto appena detto dellaradice unica dellrsquoincontrovertibilitagrave nel principio di non contraddizio-ne e quindi proclamare questo principio come il sommo dei principifilosofici (il che noi sicuramente facciamo) ci si deve rendere contoche questrsquoultima affermazione egrave diversa dal principio di non contrad-dizione Dunque volendo tener fermo alla nostra persuasione dellafondazione dellrsquoincontrovertibilitagrave nel principio di non contraddizio-ne delle due lrsquouna o riconosciamo come incontrovertibile anche que-sta affermazione del principio ma allora ne disconosciamo lrsquounicitagrave edi fatto produciamo una contraddizione tra ciograve che affermiamo inactu signato (cioegrave lrsquounicitagrave) e ciograve che affermiamo in actu exercito (cioegrave lanon-unicitagrave) oppure riconosciamo che questa affermazione del prin-cipio non egrave incontrovertibile come il principio stesso ma allora dob-biamo riconoscere anche che laquolrsquoincontrovertibile egrave segnalato e testi-moniato dal controvertibileraquo309 Il risultato egrave che laquoci troviamo immer-si in un ambiente che egrave intrascendibile non possiamo uscire dallanostra coscienza attestanteraquo310 essa attesta lrsquoincontrovertibile come ilcontrovertibile
Questa coscienza attestante egrave lrsquooriginario311 ed egrave quel pensare puronel quale si fa trasparente a se stesso il vertice della stessa metafisicala metafisica infatti egrave la scienza dellrsquoessere in quanto essere e laquoil pen-siero e lrsquoessere sono la stessa cosaraquo in quanto laquocome nulla egrave fuoridellrsquoessere cosigrave nulla egrave fuori del pensieroraquo312 Egrave ciograve che Eckhart chia-ma il fondo dellrsquoanima e che Padre Barzaghi indica come laquopensare oatto del pensare allo stato puroraquo313 osservando che esso egrave laquola condi-
309 Ibidem310 Ibidem311 Ivi p70 laquoE lrsquoattestare della coscienza sia che si riferisca allrsquoincontroverti-
bile sia che si riferisca al controvertibile egrave sempre un attestare Un attesta-re assoluto non lascia vie di scampo Con la sua leggerezza e permeabi-litagrave aleggia e penetra ovunque Egrave lrsquooriginario Egrave inoriginabile giaccheacute hagiagrave assorbito la propria presunta origine pensandolaraquo
312 DM p 17313 OD p 65
179Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
zione di possibilitagrave dei concetti che egrave senza concettiraquo in quanto laquolacondizione del concetto egrave senza concettoraquo Rispetto allrsquoobiezione chein questo modo ci si contraddice con una laquoautofagiaraquo (lrsquoaffermazio-ne sembra mangiarsi da sola) bisogna far afferrare il vero sensodella inobiettivabilitagrave del pensare puro essa egrave quella del pensiero pen-sante rispetto al pensiero pensato314 ed egrave lrsquoautocoscienza come datooriginario laquolrsquoautotrasparenza attiva a seacute del pensante-pensante lrsquoau-toconsapevolezza abituale e non la concettualizzazione descrittivadi seacuteraquo315 Questa autocoscienza originaria metaconcettuale o assolu-to pensiero pensante egrave di fatto un Ambiente assoluto il quale laquoiden-tificato con questa procedura di carattere filosofico ha gli stessilineamenti dellrsquoambiente delineato dalla fidesraquo intesa laquonel suo aspet-to metacategorialeraquo laquoIn entrambi i casi ci si situa o ci si scopre situati(ambientati) assolutamente nellrsquoAssolutoraquo Questa laquosituazione acco-munante fede teologale e filosofiaraquo si puograve chiamare esperienza tra-scendentale dellrsquoAssoluto laquoil che equivale a dire intendimento assolutodellrsquoAssoluto visto che trascendentale egrave sinonimo dimetacategoriale e dipura attivitagrave di pensiero o puro pensareraquo316
314 Cfr OD p 66 laquoMa ciograve che voglio dire con il riferimento al pensiero puroo al pensare come atto egrave che esiste un primato di assolutezza del pensie-ro-pensante rispetto al pensiero-pensato Lrsquoinobiettivabilitagrave del pensierocome atto significa soltanto questo il pensante-pensante egrave lrsquoorizzonteassoluto la condizione assoluta dei concetti tra i quali si dagrave ndash come con-cetto accanto ad altri concetti ndash il concetto stesso del pensante ma che egraveappunto cosigrave pensante-pensatoraquo
315 Che ci sia in Tommaso una lontana radice di questa relazione fra pensieropensante e pensiero pensato si vede da un passo del De Veritate Q 10 a 8riportato in OD p 66 laquolrsquoanima vede se stessa mediante la propria essen-za cioegrave per il fatto stesso che la sua essenza le egrave presente essa egrave capace dipassare allrsquoatto della conoscenza di seacuteraquo
316 Tutte le precedenti citazioni in SD pp 70-71 Per il significato di questaidentitagrave di fede e ragione cfr ancora SD la sezione laquoIl rapporto fede-ragio-neraquo pp 141-146 Non egrave infine cosa trascurabile che nella teoresi di PadreBarzaghi questo principio venga precisamente ricondotto alla distinzionetomista tra intelletto possibile e intelletto agente Il tema egrave affrontato in
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Fede e ragione nella scienza teologica non sono dunque in con-traddizione ma in un rapporto di reciproca ambientazione317 il che
MSC pp 49-54 laquoIl pensare corrisponde allrsquointelletto agente cosigrave comeviene descritta nella filosofia aristotelico-tomistaraquo la sua funzione egrave laquoren-dere intelligibile lrsquooggetto della conoscenza che egrave lrsquoattivitagrave dellrsquointellettopossibileraquo dunque lrsquointelletto agente ha il laquomodo intellettivo dellrsquointende-re e non del conoscereraquo essendo lrsquointendere laquoun sapere non ancora con-cettuale cioegrave non specificoraquo Sorge perograve un problema che determinaanche in questo caso uno sviluppo della dottrina tomista al di lagrave del tomi-smo Come la luce non verrebbe meno per il venir meno delle cose visibi-li laquoallo stesso modo lrsquointelletto agente egrave sempre in azione anche se non visono concetti cioegrave non ci sono oggetti di conoscenzaraquo Risulta cosigrave chelrsquointelletto agente egrave sempre in atto ossia egrave una sostanza che coincide colsuo stesso operare Questo perograve puograve essere detto soltanto di Dio cosigraveS Tommaso dopo aver detto che laquolrsquointelletto agente egrave sempre in attosecondo la sua sostanzaraquo (In 3 De Anima 1 10) aggiunge che questo suoessere il suo stesso operare non egrave laquoper essenzaraquo ma laquoper concomitanzaraquo(STh I 54 1 ad 1) Padre Barzaghi torneragrave su questo punto in FMMpp 353-354 e osserveragrave che laquola specificazione differenziale posta daS Tommaso egrave inferita e non fenomenologicamente rilevabileraquo Ne con-clude con notevole ardimento speculativo che laquodescrittivamente constalrsquoidentitagrave punto e bastaraquo La dottrina dellrsquointelletto agente cosigrave sviluppa-ta dunque arriva allo stesso risultato della dottrina del pensiero-pensan-te e del pensiero-pensato ossia dellrsquoesperienza trascendentale laquoSelrsquointelletto agente egrave sempre in atto non egrave attivato Dunque egrave il suo atto lasua attivitagrave Ciograve che consta egrave lrsquoattivitagrave del pensare Dunque fenomenolo-gicamente essa egrave lrsquoAssoluto Lrsquointrascendibilitagrave del pensiero come attoporta ad escludere fenomenologicamente [hellip] la separazione fra un esserepensante e unrsquoattivitagrave pensante partecipata una separazione tra pensieroe pensare Ed egrave proprio questo pensiero-pensare che occorre cogliereraquo
317 Cfr per questo la sezione laquoLa teoria dellrsquoAmbiente e lrsquoAmbiente teoreti-coraquo in SD pp 67-73 Si trova qui tra lrsquoaltro la nozione classica comequella di intelletto agente e ad essa precisamente correlata (cfr SD p 95)di laquopotenza obbedienzialeraquo (nozione giagrave trattata in MSC pp 108-110) laquale egrave laquola condizione di possibilitagrave del collegamento o di permeazione
181Capitolo I ndash 2 Prima strutturazione di campo
toglie di mezzo ogni duro e respingente dualismo Non si tratta na-turalmente di unrsquoincongrua confusione di contenuti ma dellrsquoapertu-ra del luogo unico nel quale lrsquoevidente si ambienta nellrsquoinevidente elrsquoinevidente nellrsquoevidente Lrsquoambientazione dellrsquoevidente nellrsquoinevi-dente significa che lrsquointero sistema concettuale che integra in seacute tuttele relazioni di necessitagrave egrave assolutamente attestato non essendo lrsquoatte-stazione evidente essa infatti come assoluto non puograve essere in quel-la relazione in cui la necessitagrave consiste Lrsquoambientazione dellrsquoinevi-dente nellrsquoevidente significa invece che lrsquoattestazione assoluta di en-trambi nella loro relazione in quanto debba essere pensata cade neldominio del relativo concettuale e diventa uno degli elementi del si-stema della necessitagrave (o pensiero pensato) delegando la realtagrave (non ilconcetto) dellrsquoAssoluto alla persistente trascendente e intrascendibilecoscienza attestante (o pensiero pensante) Semplificando forse oltremisura lrsquointero sistema della razionalitagrave egrave dato in una rivelazione daaccogliersi per fede lrsquointero contenuto della fede egrave rivelato a un pen-siero internamente governato dalla necessitagrave dellrsquoessere che struttu-ra il sistema della razionalitagrave
osmotica tra fede teologale e pensare puroraquo (SD p 71) Rilevato che la reci-proca ambientazione non si colloca come potrebbe sembrare al di lagrave dellrsquoe-videnza e dellrsquoinevidenza ndash in quanto laquoproprio percheacute egrave connaturale allrsquouo-mo la conoscenza concettuale sia essa evidente o non evidente lrsquoordinedella concettualitagrave diviene sinonimo di evidenteraquo ndash la conclusione egrave laseguente laquoIn questo senso si potragrave dire che lrsquoevidente si ambienta nel nonevidente come il relativo concettuale si ambienta nellrsquoassoluto metaconcet-tuale o metacategoriale E questa egrave appunto lrsquoambientazione nella ldquopotenzaobbedienzialerdquo cioegrave nella pura spiritualitagrave come pura attivitagrave spiritualeassoluta e intrascendibileraquo (ivi pp 71-72)
182 A POSTORINO
CAPITOLO II
1 IL CONCETTO DI SCIENZA
sect 59Il concetto di scienza
Se lrsquounico oggetto egrave la Totalitagrave318 e in quanto questa non aven-do niente fuori di seacute319 ed essendo cosigrave necessariamente irrelativaegrave lrsquoAssoluto320 ogni scienza riguardante il contenuto egrave altrettantonecessariamente relativa321 la scienza egrave laquoconoscenza certa ed evi-
318 Cfr DM p 23 laquoQuando infatti adoperiamo la parola essere indichiamo latotalitagrave di ciograve che si presenta o puograve presentarsi alla nostra esperienza ditutto ciograve che puograve presentarsi al nostro pensiero di tutti i diversi modisotto i quali tutto ciograve che si presenta puograve presentarsi e di fatto si presentaIndichiamo e intendiamo lo stesso presentarsi e esser presenteraquo
319 Ivi p 16 laquoLa metafisica non oltrepassa proprio nulla non va al di lagravehellip per-cheacute il suo oggetto egrave il tutto in quanto tutto La metafisica ha per oggettolrsquoessente o lrsquoessere in quanto tale al di lagrave del quale crsquoegrave il nulla cioegrave non crsquoegravenienteraquo
320 Cfr ivi p 91 dove a spiegazione del fatto che il mondo non aggiungeassolutamente nulla a Dio si dice laquoSe cosigrave non fosse Dio e mondo sareb-bero le due parti nelle quali si risolverebbe il tutto dellrsquoessere ma cosigrave Dionon sarebbe lo stesso Essere per seacute sussistente e non sarebbe lrsquoassolutopercheacute entrerebbe in composizione con il mondo nel costituire la realtagraveassoluta Allora questrsquoultima sarebbe Dio la totalitagrave dellrsquoessere appuntolo stesso Essere per seacute sussistenteraquo
321 Cfr DR p 15 sul concetto dello speculativo laquoOgni conoscenza di riflessoegrave anzitutto la conoscenza di una cosa attraverso unrsquoaltra cosigrave come guar-dando uno specchio vi vediamo riflessa lrsquoimmagine di qualcosa che non egravelo specchio stesso Si tratta dunque di una conoscenza relativa o di rinvioRelativa non nel senso della superficialitagrave o inconsistenza ndash cosigrave come puograveopporsi alla conoscenza cosiddetta assoluta della scienza ndash ma nel sensodella opposizione alla conoscenza assoluta percheacute isolata decontestualiz-zata e primitiva o fenomenologica quale egrave quella rivelativa di un semplicedato immediatamente immotivato (nudo e crudo)raquo
183Capitolo II ndash 1 Il concetto di scienza
dente di un enunciato in forza del suo percheacute proprioraquo322 dove
322 SD p 50 Tale definizione egrave un ampliamento della definizione classicadella scientia come cognitio rerum per causas proprias della quale viene con-servato lrsquoimpianto aristotelico di genere prossimo e differenza specifica(cfr per questo Dialettica della Rivelazione la teologia fra theoria ed epistemecorso tenuto da Padre Barzaghi nel 1deg Semestre dellrsquoAA 2006-2007 per ilDipartimento di Teologia Sistematica presso la Facoltagrave Teologica dellrsquoEmiliaRomagna) Nella definizione classica la differenza specifica (per causas pro-prias) dice che la cognitio rerum in questione in quanto debba essere scien-tia deve per cosigrave dire ritagliarsi una struttura particolare nellrsquoIntero eallrsquointerno di essa articolare il sistema parziale delle cause che determina-no la res in questione nel tacito presupposto che questo sistema parziale siconnetta poi al sistema totale delle relazioni Ogni vero atto di scienzacosigrave egrave quello che colloca il proprio oggetto nellrsquoIntero raccordandolo perquanto ciograve risulti possibile alla struttura totale Ciograve detto vanno ancoraprecisati i diversi momenti logici della definizione allargata a) I due ter-mini laquocertaraquo ed laquoevidenteraquo designano il primo la certezza soggettiva chetuttavia per seacute non egrave sufficiente a garantire la veritagrave oggettiva per la qualeci vuole dimostrabilitagrave intesa come ostensione di unrsquoevidenza (col che laconoscenza risultante egrave certa evidente e non-immediata mentre egrave imme-diata quella dei principi primi su cui si fonda la dimostrazione) b) La pre-cisazione laquodi un enunciatoraquo porta lrsquoattenzione sul fatto che bencheacute sussi-sta una certezza pre-linguistica che riguarda cose (cognitio rerum) e nonenunciati contenuto di questa certezza egrave una realtagrave immediata suscettibiledi diverse interpretazioni sul piano dello specifico grado di astrazione chedetermina lrsquoobiectum formale quod (cfr anche OD p 13 nota 1) e sololrsquooperazione linguistica di tradurre quella certezza in un enunciato deter-mina esattamente il piano attrattivo prescelto al quale la scienza egrave relativae sul quale puograve raggiungere la propria esattezza nel raccordo assoluto del-lrsquooggetto allrsquointero relazionale c) Infine la determinazione del laquopercheacuteproprioraquo ndash che riguarda solo gli enunciati non evidenti e dunque bisogno-si di dimostrazione scientifica mentre quelli evidenti si fondano da soli ndashindica quale requisito del carattere di laquoproprietagraveraquo del laquopercheacuteraquo prima ditutto il momento ostensivo in cui il percheacute deve passare al vaglio dellrsquoadegua-tezza e della prossimitagrave (cfr SD p 56) in secondo luogo il momento esclusivo
184 A POSTORINO
questo carattere relativo nel senso di assolutamente relazionale323risulta chiaro dal modello esplicativo del percheacute (= per-cheacute a causadi quale cosa o in relazione a che cosa)
Questo concetto della scienza ha carattere olistico ossia egrave ingrado di laquopoter comprendere le diverse tipologie scientifiche (teo-riche e sperimentali)raquo324 ed egrave tale da non patire alternative325 ilche risulta evidente sia a priori che a posteriori326
Che sia evidente a priori risulta da un procedimento elencticodi riduzione allrsquoassurdo327 Che sia evidente a posteriori risultainvece sia verificandone induttivamente il carattere olistico conlrsquoapplicarlo alle diverse scienze sia constatando il carattere auto-contraddittorio di ogni definizione riduzionistica328
Questo carattere auto-contraddittorio non egrave subito evidentepoicheacute una definizione non egrave un giudizio dunque non egrave una pro-posizione suscettibile di essere vera o falsa Tuttavia una definizio-ne della scientificitagrave ha a che vedere con la veritagrave essendo la scien-
per il quale il percheacute proprio deve mostrare di essere unico pena il caderenellrsquoindeterminatezza dellrsquoopinione a favore dellrsquouna o dellrsquoaltra spiega-zione (ciograve che egrave garantito per la veritagrave evidente che fonda lrsquounicitagrave sullanecessitagrave corrispondente alla contraddittorietagrave del contrario mentre egrave solotendenziale per la veritagrave non evidente il cui carattere di scienza devrsquoessereconquistato attraverso lrsquoindagine e la mediazione logica)
323 Per questo senso tecnico e non svalutativo della relativitagrave per cui essa coin-cide con la mediazione speculativa cfr il passo da DR citato alla nota 58
324 SD p 50325 Cfr ibidem326 Cfr ivi p 51327 Cfr ivi pp 52-55 della definizione proposta vengono negati volta a volta
il carattere di laquoconoscenzaraquo la certezza lrsquoevidenza il suo vertere su unenunciato il suo fondarsi su un laquopercheacuteraquo e lrsquoesser proprio di questo laquoper-cheacuteraquo mostrando come in ciascuno di questi casi lrsquoesito egrave comunque auto-contraddittorio
328 Cfr ivi p 50
185Capitolo II ndash 1 Il concetto di scienza
za un sapere garantito di essere vero crsquoegrave dunque un lato per ilquale questa implicazione si ritorce sulla definizione stessa329
Lrsquoauto-contraddizione emerge con chiarezza quando si percorrala via del moderno empirismo a partire da Hume il quale rivendicala sensatezza della proposizione a partire dal suo contenuto se essocorrisponde alla descrizione di strutture logiche oppure di dati difatto (vale a dire se crsquoegrave di esso una impressione interna o esterna)allora egrave sensata e suscettibile di essere vera o falsa altrimenti non egravevera neacute falsa ma soltanto insensata e ce ne possiamo tranquillamenteliberare330 Ma come egrave facile vedere una tale tesi egrave costruita inmaniera tale da negare da sola la sensatezza della proposizione che laesprime331 dunque egrave a suo modo auto-contraddittoria
Ponendo ora di definire la veritagrave scientifica per esempio comelaquociograve che puograve essere detto nella forma di relazioni matematiche spe-rimentalmente verificateraquo (il che egrave con buona approssimazione ladefinizione che la scienza galileiano-newtoniana dagrave di se stessa) ci
329 Cfr ivi p 50 laquoIn che senso questa descrizione non patisce alternativaUna descrizione egrave una quasi definizione e una definizione puograve esserebuona o cattiva non certamente vera o falsa non egrave un giudizio Ma si puograverispondere dicendo che anche la bontagrave o meno della definizione dipendedal suo cimento predicativo cioegrave dalla sua formulazione a modo di predi-cato e dunque dalla veritagrave o falsitagrave che essa generaraquo
330 Si legge nelle Ricerche sullrsquointelletto umano laquoQuando persuasi di questiprincipi scorriamo i libri di una biblioteca di che cosa dobbiamo disfarciSe prendiamo in mano qualche volume ndash di teologia o di metafisica scola-stica ad esempio ndash chiediamoci Contiene forse dei ragionamenti astrattiintorno la quantitagrave e il numero No Contiene dei ragionamenti basati sul-lrsquoesperienza e relativi a dati di fatto o allrsquoesistenza delle cose No Alloradiamolo alle fiamme giaccheacute esso non puograve contenere nientrsquoaltro che sofi-sticheria e ingannoraquo
331 Cfr SD p 51 laquoIl dire che lsquola sensatezza di una proposizione consiste nellasua verificabilitagrave empiricarsquo si autoesclude immediatamente da tale ordinedi sensatezza e dunque di scientificitagrave Infatti la proposizione che dicelsquola sensatezza di una proposizione consiste nella sua verificabilitagrave empiricarsquonon egrave verificabile empiricamente ed egrave perciograve priva di sensoraquo
186 A POSTORINO
vuol poco a verificare come questa formulazione quando vengaesaminata sulla base del criterio di veridicitagrave scientifica da lei stes-sa enunciato non goda di alcuna veridicitagrave E siccome qualunquealtra definizione ndash nella misura in cui voglia ridurre il criterio discientificitagrave a un elemento singolo separato per astrazione dalsistema totale delle relazioni ndash non puograve evitare la contraddizionela fatale conclusione egrave che il criterio di scientificitagrave delle proposi-zioni risulta espresso in una proposizione non scientifica E se lascienza egrave assunta come garanzia di veritagrave si deve concludere chetale garanzia in una concezione riduzionistica della scienza non egravegarantita come veridica ossia come mediatrice di veritagrave332
Il carattere auto-contraddittorio di questa concezione puograve esse-re espresso conclusivamente con precisione addirittura scolasticaquesta concezione afferma essere garantito come veridico ciograve cherestando relativo a ciograve che non puograve essere garantito come veridicoa causa della stessa natura della garanzia a sua volta non puograveessere garantito come veridico Insomma ciograve che egrave garantito comeveridico per ciograve stesso non egrave garantito come veridico
La definizione proposta invece risulta essere essa stessa scien-tifica senza contraddizione nel senso che come giagrave si egrave detto nonpatisce alternative e il non patire alternative (impossibile aliter se habere) egraveprerogativa del pronunciamento che secondo san Tommaso egrave pro-prio della scienza333
332 Di questo problema egrave pienamente consapevole la stessa epistemologia con-temporanea Di fronte ad esso Wittgenstein che di questa epistemologia egraveper piugrave aspetti ispiratore e mentore nella celebre proposizione 654 del suoTractatus logico-philosophicus afferma laquoLe mie proposizioni sono chiarifica-zioni le quali illuminano in questo senso colui che mi comprende infine lericonosce insensate se egrave asceso per esse ndash su esse ndash oltre esse (Egli deve percosigrave dire gettar via la scala dopo che vrsquoegrave salito)raquo Ma gettare la scala dopoaverla usata significa separare il metodo dal suo risultato ossia produrre unacesura fra essere e pensiero che egrave poi una cesura allrsquointerno dellrsquoessere il cheegrave insostenibile in unrsquoontologia incontraddittoria La difficoltagrave ha una testimo-nianza definitiva nellrsquoopera di Goumldel il quale dimostrava che la veritagrave coe-rente di un sistema non puograve essere fondata allrsquointerno del sistema stesso
333 Cfr SD p 50
187Capitolo II ndash 1 Il concetto di scienza
La scienza deve dunque stare alla definizione data e sentendosiassolutamente allrsquointerno della totalitagrave relazionale ossia sapendodi dimorare nellrsquoEssere consistente nella totalitagrave degli enti inter-relati deve amministrare un processo mediazionale che riconducaprogressivamente alla struttura dellrsquoevidenza e perciograve allrsquoincon-trovertibile quanto ancora si dagrave in modo semplicemente fattuale ofenomenologicamente immediato
2 STRUTTURA DELLA SCIENZA TEOLOGICA
Il concetto della scienza sopra definito vale per la scienza come talesenza ancora far entrare in gioco la specifica problematica dellascienza teologica Questo concetto si va ora ad articolare coinvol-gendo la struttura della sillogistica e quella della dialettica e solodopo lrsquoanalisi di questa articolazione si potragrave sviluppare in manie-ra tecnicamente pertinente la problematica della scienza teologicaavvicinandoci cosigrave al cuore della presente indagine
sect 60A) La sillogistica
Dalla definizione di scienza data al punto 1 (= sect 59) si passadirettamente alla struttura della sillogistica in virtugrave del carattererelazionale o di mediazione334
La sillogistica egrave la dottrina del sillogismo e questrsquoultimo espri-me come suggerisce la sua etimologia il movimento razionaledella veritagrave (συν-λampγος cioegrave pensieri presi insieme pensiero colle-gato con se stesso) Questo carattere dinamico puograve ingenerare
334 Cfr DR p 23 dove quella definizione viene ripresa e cosigrave collegata laquoSitenga presente anzitutto che per scienza si intende una conoscenza certa(soggettivamente) ed evidente (oggettivamente) di un enunciato sulla basedel suo percheacute o della sua ragione propria Si tratta dunque di un saperemediato o dimostrativo Come tale esso si configura sillogisticamente amodo di conclusione scientia est conclusionumraquo
188 A POSTORINO
lrsquoequivoco deduttivista come se la conclusione di un sillogismofosse una veritagrave che risulta a priori da principi generali mentre ilprocedere sillogistico egrave qualcosa di molto diverso vale a direlrsquoesplicitazione delle conseguenze logiche necessarie a partire da pre-messe riconosciute La scienza che procede sillogisticamente cosigravenon fa che valersi di questa dinamica logica per ricondurre unaveritagrave di per seacute incerta allrsquoedificio della conoscenza scientifica tramiteil rinvenimento di nessi mediazionali in seacute sussistenti ma ancora nonesplicitati335 Dando cioegrave in presupposto la totalitagrave originaria dellerelazioni fra gli enti il sillogismo consiste nel concentrare lo sguardosu un plesso relazionale e tenendo ferme le relazioni giagrave accertateesplicitarne le conseguenze necessarie ma ancora implicite Quandoinvece si muova da un enunciato problematico e ci si interroghisulla sua veritagrave il percorso egrave inverso si tratta cioegrave di scavare allabase del nesso predicativo problematico per vedere se sussista fra isuoi termini lrsquoidentitagrave attualmente non visibile336 nel senso che essasi possa configurare come una conclusione sillogistica discendentealla maniera vista da relazioni giagrave accertate Se questo si riveleragravepossibile lrsquoenunciato problematico entreragrave legittimamente nellrsquoedifi-cio della scienza nel senso che lrsquoedificio della scienza saragrave stato spin-to a produrlo e dunque a conservarlo nella propria unitagrave sistematicacome ogni suo prodotto necessario
335 Cfr DR p 24 laquoAssai spesso sulla scia di questo inquadramento epistemi-co si afferma che la scienza egrave una conoscenza dedotta da principi Inrealtagrave noi non deduciamo proprio un bel niente Noi riconduciamo sem-plicemente un enunciato problematico a un altro enunciato o complesso dienunciati non problematici o evidenti per poterlo risolvere in essiraquo
336 Cfr SD p 58 laquoIl legame copulativo ldquoegraverdquo indica sostanzialmente una iden-titagrave Ma una identitagrave che va scoperta percheacute non immediatamente data[hellip] Il problema si dissolve o si risolve scoprendo che cosa sta nascosto[hellip] sotto la copula ldquoegraverdquo E se la copula ldquoegraverdquo indica identitagrave scoprire che cosaessa nasconde egrave scoprire lrsquoidentitagrave del soggetto e del predicato Lrsquoopera-zione scientifica egrave unrsquooperazione di scavo si scava dentro la nozione delsoggetto e dentro la nozione del predicato per vedere se nel loro fondodicano qualcosa di identico cosigrave che sia finalmente palesata la correttezzadella istituzione dellrsquoidentitagrave originariamente problematicaraquo
189Capitolo II ndash 2 Struttura della scienza teologica
Accadragrave cosigrave che avendo lrsquoenunciato problematico ormai presola forma della conclusione scientifica questrsquoultima non differiragravematerialmente da esso ma soltanto formalmente essendosi laforma interrogativa convertita in quella affermativa337 la domandacioegrave avendo trovato lrsquoidentitagrave tra soggetto e predicato che ne mediala differenza e ne supera cosigrave la problematicitagrave si costituisce di perseacute come risposta a se stessa
Passando ora a considerare le cose piugrave da vicino ci renderemoconto che questa identitagrave fra soggetto e predicato che egrave condizioneprima della proposizione scientifica costituisce in veritagrave un diffici-le problema338 A costituire problema cioegrave egrave giagrave la semplice propo-sizione non tautologica laquoA egrave Braquo nella quale la copula che egravelrsquoequivalente dellrsquoidentitagrave identifica termini che in veritagrave sono dif-ferenti In questa situazione la stessa mediazione sillogistica si rive-la impossibile poicheacute dire che lrsquoidentitagrave fra A e B si realizza attra-verso M (laquoA egrave M ma M egrave B dunque A egrave Braquo) non dispensa dal chia-rire come possa A essere M ed M essere B cosigrave che il problema non-cheacute non essere risolto egrave piuttosto raddoppiato
Lrsquounica via per la quale il problema puograve trovare soluzione egrave quel-la informata dalla concezione eidetica vale a dire la via maestra del-lrsquoanalogia dellrsquoessere laquoA egrave Braquo significa che lrsquoesser-A partecipa dellrsquoes-ser-B ossia che il concetto di A include lrsquoesser-B fra i tratti che costi-tuiscono la sua comprensione logica e che viceversa il concetto di B
337 Cfr DR p 24 laquoCalibrando questo discorso in termini piugrave specifici si devedire che la conclusione scientifica egrave materialmente lo stesso enunciato pro-blematico formalmente invece se ne distingue in quanto sostituisce laforma interrogativa con quella esclamativa in forza della dimostrazione ndashcioegrave per mezzo della mostrazione della ragione o motivo o percheacute o causapropriaraquo
338 Si tratta del problema della predicazione non tautologica che nel mondoantico in un clima filosofico giagrave profondamente segnato dalla laquosfida eleati-caraquo faceva arenare la speculazione post-socratica di ambito cinico megari-co e cirenaico dove la problematica socratica del concetto poneva diffi-coltagrave apparentemente irrisolvibili al di lagrave delle quali porteragrave soltanto ilcontributo platonico poi sistematizzato nella teoria logica aristotelica
190 A POSTORINO
include lrsquoesser-A fra gli oggetti il cui insieme egrave coperto dalla suaestensione logica339
Lrsquoanalogia dice sia identitagrave sia differenza e in effetti laquoA egrave Braquo signi-fica che A egrave B in quanto lrsquoesser-A partecipa dellrsquoesser-B ossia signi-fica in ultima analisi che quella parte di A in cui consiste lrsquoesser-Begrave in effetti identica allrsquoesser-B ossia egrave identica a se stessa si trattacioegrave di una identitagrave tautologica parziale che sottostagrave non vista alladifferenza di superficie che fa apparire contraddittoria la predica-zione Si puograve anche dire cosigrave laquoA egrave Braquo significa lrsquoidentitagrave tautologi-ca di una parte di A con se stessa cioegrave quella parte che essendocomune ad A e ad altri soggetti analoghi ma essendo in paritempo accompagnata nei singoli soggetti da differenze che oppon-gono i soggetti stessi mostra una sua autonomia che le vale ilnome laquoBraquo Quando volessi designare quei soggetti differenti do-vrei adoperare nomi propri mentre lrsquoautonomia che B mostra ri-spetto a ciascuno di essi (autonomia logica ndash si badi ndash e non ontolo-gica poicheacute B come parte di ciascuno dei soggetti sussiste in essicioegrave in altro e non in seacute e per seacute) gli vale lrsquoattribuzione di un nomespecifico laquoBraquo che saragrave un nome comune
Vedendo le cose conclusivamente la predicazione non tautolo-gica laquoA egrave Braquo egrave possibile senza contraddizione soltanto in una con-cezione analogica che tiene insieme nella medesima unitagrave identitagravee differenza lrsquoidentitagrave si svolge come tautologia dellrsquoidentificazio-ne della parte di A chiamata B con se stessa mentre la differenza egravequella che si stabilisce fra la parte di A che eccede il suo essere B eappunto il suo essere B
Ciograve detto lrsquointero processo mediazionale trova la sua condizio-ne di fondatezza e acquista il suo senso Ripartendo infatti dallascienza come conoscenza in forza del percheacute proprio si puograve vede-
339 Questo entrare nel dettaglio della struttura mediazionale dice qui cosecerto scontate ma rimarcare fin dallrsquoinizio il problema del fondamento inultima analisi tautologico di ogni predicazione non contraddittoria egrave indi-spensabile alle successive analisi che cercheremo di condurre per com-prendere la relazione fra la dialettica in generale e lrsquoontologia dialetticaformulata nella filosofia hegeliana
191Capitolo II ndash 2 Struttura della scienza teologica
re come la struttura elementare del laquopercheacuteraquo in quanto esso egrave pro-prio ossia esprima lrsquoin seacute dellrsquoenunciato340 generi di per seacute i terminidel sillogismo che costituisce lrsquoenunciato come conclusione scientifi-ca la domanda laquoA egrave Braquo che egrave lrsquoenunciato problematico di cui si vor-rebbe avere scienza esige la mediazione fra A e B ossia esige il rin-venimento di un termine M di cui sia giagrave nota sia lrsquoidentitagrave con A (laquoAegrave Mraquo) sia lrsquoidentitagrave con B (laquoM egrave Braquo) Questo termine medio egrave appuntoil percheacute proprio che converte lrsquoenunciato problematico in enunciatodichiarativo nel senso che alla domanda laquoA egrave Braquo trovato il termineM si risponde laquoA egrave B percheacute egrave Mraquo Ora lrsquoenunciato dichiarativo laquoA egraveBraquo che risolve la problematicitagrave vale come conclusione scientificadel sillogismo che ha come premessa minore laquoA egrave Mraquo e come pre-messa maggiore laquoM egrave Braquo341
340 Cfr per questo la successiva nota 341341 Cfr SD p 57 laquoLa conoscenza propria egrave intrinseca allrsquoenunciato dice la sua
inseitagrave Per esempio lrsquoenunciato che dice lsquolrsquouomo egrave libero percheacute egrave raziona-lersquo egrave scientifico percheacute si automostra con la propria inseitagrave Il percheacute proprioegrave infatti lrsquoin seacute dellrsquoenunciato Infatti la nozione che egrave immediatamenteposta dopo il percheacute indica il medio dimostrativo dellrsquoargomentazione omediazione scientifica Se si distribuisse in forma sillogistica quellrsquoenunciatoinfatti la sua struttura sarebbe la seguente lrsquouomo egrave razionale (premessaminore) ora chi egrave razionale egrave libero (premessa maggiore) dunque lrsquouomo egravelibero (conclusione) Come si vede il termine razionale che compare duevolte nellrsquoantecedente egrave il termine medioraquo Segue lrsquoispezione del terminemedio da un punto di vista sia formale che materiale Da un punto di vistaformale risulta la semplice necessitagrave logica della conseguenza laquoSi dice ter-mine medio in quanto cade tra gli estremi che sono il soggetto (estremo mino-re) e il predicato (estremo maggiore) della conclusione se si considera dalpunto di vista estensionale (cioegrave lrsquoinclusione dellrsquoinsieme uomo nellrsquoinsiemerazionale e dellrsquoinsieme razionale nellrsquoinsieme libero) o sillogistico la media-zione (badando cioegrave alla semplice necessitagrave formale della conseguenza)raquo Daun punto di vista materiale invece che egrave quello che riguarda piugrave propria-mente il contenuto scientifico risulta con chiarezza in che senso il medio egravelrsquoin seacute dellrsquoenunciato laquoMa se si considera la mediazione dal punto di vistascientifico cioegrave intensionale (comprensione dei termini in riferimento al con-tenuto essenziale) o dimostrativo (badando cioegrave alla necessitagrave materiale del
192 A POSTORINO
Avendo cosigrave verificato come la scienza prenda di per seacute la formasillogistica vediamo ora percheacute la sillogistica come procederescientifico prenda di per seacute la forma dialettica
sect 61B) La dialettica
In quanto la sillogistica sia considerata come semplice esplicita-zione di veritagrave necessarie soltanto implicite nelle premesse poste inrelazione la dialettica bencheacute in seacute onnipresente potrebbe restarenon vista e comunque non tematizzata nella descrizione del pro-cedere sillogistico
In quanto invece il procedere sillogistico venga consideratocome funzionale alla dimostrazione scientifica partendo da unenunciato problematico la dialettica sorge spontaneamente e restainestricabilmente connessa con lo sviluppo dimostrativo Abbiamoinfatti visto come trattandosi di rinvenire lrsquoidentitagrave attualmentenon visibile nel nesso predicativo problematico bisogna iniziareunrsquooperazione di scavo nella nozione del soggetto e in quella delpredicato per portare alla luce lrsquoidentitagrave sotterranea espressa dalmedio Ebbene lrsquooperazione di scavo egrave intrinsecamente dialetticapoicheacute si tratta di laquoscomporre e ricomporre smontare e rimontareper capire il dato originarioraquo342
Questo ci mette prima di tutto di fronte alla dialettica comeallrsquoautentica dimensione speculativa egrave in essa infatti che la totalitagraverelazionale dipana i suoi nodi e mostra le proprie interconnessioni
conseguente oltre che alla necessitagrave formale della conseguenza) il medio egravetale percheacute dice lrsquoessenza (del soggetto) e tutto ciograve che essa implica (predicato)Egrave lrsquoin seacuteraquo
342 SD p 58 Ma la procedura di scavo oltre ad essere laquouna procedura didecomposizione dei dati complessi alla scoperta degli elementi o basi sempli-ciraquo ed essere come tale laquola procedura della dialetticaraquo egrave anche quelladellrsquoanagogia laquoQuesto scavo nel fondo egrave una elevazione nellrsquoalto egrave unavisione anagogicaraquo
193Capitolo II ndash 2 Struttura della scienza teologica
cosigrave da permetterci il passaggio dallrsquoastrattamente immediato alconcretamente mediato e cosigrave dalla forma problematica a quellascientifica del sapere343
Si tratta prima di tutto di passare dallrsquoenunciato problematicoallrsquoapertura del sistema delle relazioni allrsquointerno del quale trovarecon il medio dimostrativo il percheacute proprio dellrsquoenunciato Questaoperazione egrave una risoluzione o analisi
Rinvenuti gli elementi tali da costituirsi in premesse sillogisti-che legate dal medio dimostrativo diverragrave possibile articolare con-cretamente il sillogismo la cui conclusione coincideragrave material-mente con lrsquoenunciato problematico ormai scientificamente dimo-
343 Crsquoegrave in questo ndash osserva Padre Barzaghi ndash un fascino speculativo senzapari poicheacute nellrsquoabbandonarci al ritmo della dialettica noi entriamo in unadinamica di assimilazione di noi stessi alla Totalitagrave mediante una sorta diatto sacrificale Il passo da DR pp 18-19 merita di essere riportato perintero laquoNiente di piugrave affascinante della sacrificalitagrave speculativa del giococoncettuale che si situa nella sua stessa dimensione teoretica A mio giudi-zio la legge teoretica della speculazione egrave una legge sacrificale percheacute lanostra ragione giunge alla comprensione e alla interpretazione di un datoattraverso le vie dellrsquoanalisi e della sintesi Nella conoscenza speculativa diun dato noi decomponiamo e ricomponiamo smontiamo e rimontiamo distrug-giamo e ricostruiamo sacrifichiamo gnoseologicamente lrsquooggetto sacrifican-do le nostre energie nellrsquoatto di comprenderlo Ecco assimilazione Si trattadi un meccanismo di assimilazione reciproca assimiliamo lrsquooggetto assi-milandoci ad esso La radice e al contempo la forma di questa legge teore-ticamente sacrificale egrave la dialetticaraquo Ma sulla sacrificalitagrave della dialetticacfr anche MSC pp 60-61 laquoLa sacrificalitagrave la capacitagrave di sacrificio ndash qua-litagrave per nulla passiva ma attiva tanto quanto lrsquoaggressivitagrave dellrsquoistintofemminile orientato alla maternitagrave ndash corrisponde alla complessiva dinami-ca dialettica dellrsquoargomentare Lo so che questa egrave una delle mie idee fissela dialettica ha unrsquoanima sacrificale Smontare e rimontare comporre ericomporre questa egrave la sua anima Da ultimo il dono o il parto della menteche segue il concepimento dialettico ad esso corrisponde quindi la conclusionedellrsquoargomentazioneraquo
194 A POSTORINO
strato e perciograve in forma affermativa Questa operazione egrave unacomposizione o sintesi344
In prima istanza quindi i momenti della dialettica sono duequello risolutivo o analitico e quello compositivo o sintetico me-diante il primo risaliamo dallrsquoenunciato problematico allrsquoanalisi deisuoi termini dalla quale scaturisce il medio dimostrativo che con-sente la costruzione sillogistica mediante il secondo sviluppiamoquesta costruzione in senso discendente compositivo e convertiamocosigrave lrsquoenunciato problematico in conclusione scientifica Posto ora chelrsquoenunciato problematico sia la tesi da dimostrare la conclusionescientifica egrave la tesi dimostrata ossia egrave la sintesi della tesi e della suaragione dimostrativa Per stare al formulario dialettico dunque losviluppo risolutivo o analitico nel corso del quale quella ragionedimostrativa appare egrave lrsquoantitesi che nella sintesi viene stretta in unitagravecon la tesi345
Ciograve che si tratta ora di capire egrave se i tre momenti della scansione dia-lettica restino necessariamente distribuiti sul versante ascendente orisolutivo (dalla tesi allrsquoantitesi o da laquoA egrave Braquo ad laquoA egrave Mraquo laquoM egrave Braquo) esu quello discendente o compositivo (dallrsquoantitesi alla sintesi o da
344 Cfr DR p 25 laquoBasti pensare che risoluzione egrave appunto analisi decomposi-zione dellrsquoenunciato complesso nei suoi elementi semplici o principi per rag-giungerne la comprensione La comprensione perograve dice la composizionedegli elementi cioegrave la loro sintesi Il che significa che al processo di risoluzio-ne di ordine ascensionale ndash posta la proposizione problematica si sale al disopra di essa alla ricerca dei suoi principi ndash si accompagna il processo di com-posizione ndash via di composizione ndash o di sintesi Evidenziati i principi si ritornadiscensivamente alla proposizione di partenza ndash cioegrave al problema ndash compren-dendola e dissolvendo il problema in questo momento la proposizione dipartenza assume la fisionomia della conclusione dimostrativaraquo
345 Cfr DR p 26 laquoA questa condizione la tesi e la conclusione coincidonomaterialmente anche se formalmente si distinguono nel senso che la con-clusione egrave la tesi compresa sviluppata La tesi egrave lrsquoenunciato che ci faccia-mo carico di provare o di ridurre a comprensione una volta compreso inforza della sua riduzione-ricomposizione (smontato e rimontato) da sem-plice tesi diviene sintesiraquo
195Capitolo II ndash 2 Struttura della scienza teologica
laquoA egrave Mraquo laquoM egrave Braquo ad laquoA egrave Braquo) o se non siano ravvisabili tutti e tre sulversante discendente cosigrave che la scansione sillogistica e quella dia-lettica vengano a coincidere346 A rigore laquoA egrave Braquo ossia la tesi nonfigura sul versante discendente o meglio vi figura in posizione diconclusione con la forma cambiata in assertoria ossia laquoA egrave Braquo vifigura cioegrave come sintesi non come tesi Su questo versante si trove-rebbero cioegrave soltanto lrsquoantitesi e la sintesi Egrave perograve da osservare chelrsquoantitesi si compone di due momenti quelli risultanti dalla risolu-zione analitica della tesi (laquoA egrave Mraquo laquoM egrave Braquo) e che non essendo lasintesi altro che la tesi piugrave la sua ragione dimostrativa sul versantediscendente compositivo figurano in effetti tutti gli elementi checostituiscono la sintesi Ciograve che manca egrave solo la tesi in forma proble-matica che devrsquoessere data in presupposto e inoltre la presenzadella posizione tetica e di quella antitetica che devono essere ricava-te entrambe dal momento che nel processo piugrave ampio rappresentalrsquoantitesi Ma si egrave visto che questo momento egrave doppio e inoltre cosadecisiva la prima identitagrave laquoA egrave Mraquo costituente la premessa minoredello sviluppo sillogistico contiene quel M che egrave giagrave di per seacute identi-co a B essendo la premessa maggiore laquoM egrave Braquo nientrsquoaltro che la suaesplicitazione esercitando cosigrave quellrsquoazione analitica o risolutiva cheegrave tipica dellrsquoantitesi347 La cosa puograve dunque essere presentata in que-sto modo dando in presupposto la tesi problematica laquoA egrave Braquo elrsquoazione risolutiva dellrsquoantitesi che dipana le relazioni in cerca delmedio dimostrativo il percorso compositivo dallrsquoantitesi alla sintesiegrave esso stesso dialettico articolandosi lrsquoantitesi piugrave ampia consistente
346 Questo egrave precisamente ciograve che si puograve osservare come viene detto in DR p 27laquoOra sviluppando questa disamina della struttura dialettica del discorre-re sillogistico dimostrativo si deve notare che anche il rapporto che inter-corre tra le premesse stesse e tra le premesse e la conclusione si modellasecondo la scansione dialetticaraquo
347 Cfr DR p 27 laquoEbbene attraverso la premessa maggiore si opera lrsquoanalisi ola resolutio Egrave la premessa maggiore che consente la penetrazione delle vir-tualitagrave insite nella premessa minore virtualitagrave che giustificano o che rappre-sentano la giustificazione compositiva della conclusione cioegrave della sintesiraquo
nelle due premesse contenenti il medio in una tesi che affermalrsquoidentitagrave dellrsquoestremo minore col medio (laquoA egrave Mraquo) e che contenendolrsquoestremo minore egrave la premessa minore e in unrsquoantitesi che esplicitalrsquoidentitagrave del medio con lrsquoestremo maggiore (laquoM egrave Braquo) e che conte-nendo lrsquoestremo maggiore egrave la premessa maggiore La prima strut-tura dialettica dunque la quale ha una tesi (= lrsquoenunciato problema-tico) unrsquoantitesi (= le premesse sillogistiche) e una sintesi (= il sillo-gismo) include una seconda struttura dialettica coincidente appun-to col sillogismo che egrave il suo momento compositivo questa secondastruttura ha in lei una tesi (= la premessa minore del sillogismo)unrsquoantitesi (= la premessa maggiore del sillogismo) e una sintesi(= la conclusione del sillogismo)348
Questa onnipresenza della dialettica non deve stupire poicheacuteessa costituisce in se stessa la trama di ogni relazione fra gli enti epertanto struttura in profonditagrave ogni recesso della Totalitagrave essa nonegrave come una tradizione formalistica e convenzionalistica tende a farcredere il trascorrere del pensiero in rinvii arbitrari e soggettivi mail riflesso nel pensiero dellrsquoauto-strutturazione dellrsquoessere o la tra-sparenza al pensiero della struttura originaria della necessitagrave Cosigravelo stesso sillogismo che viene presentato come un artificio logicoutile alla comprensione o una semplice stilizzazione astratta del ra-gionamento umano non egrave in quanto appunto discorso che lrsquoadatta-mento del pensiero allrsquoeterno disvelarsi dellrsquoessere e come taledevrsquoessere compreso349
196 A POSTORINO
348 Cfr DR p 27 laquoCerto possiamo dire che si tratta di un rapporto sostan-zialmente identico anche se apparentemente diverso Infatti se si conside-ra che la conclusione dimostrativa non egrave altro che una esplicitazione dellapremessa minore attraverso il principio analitico della premessa maggio-re risulta assai agevole schematizzare la struttura sillogistica nei terminidialettici di tesi antitesi e sintesi Infatti la premessa minore egrave la tesi lapremessa maggiore lrsquoantitesi la conclusione la sintesiraquo
349 Cfr SD p 60 laquoIn senso strutturale il sillogismo dimostrativo egrave lrsquooriginarioil nostro discorso sillogistico egrave lrsquooriginato La razionalitagrave sta allrsquoorigine dellalibertagrave dellrsquouomo anche se nella proposizione che la riconosce comparesolo alla fineraquo
197Capitolo II ndash 2 Struttura della scienza teologica
La dialettica riflette lrsquoeterna struttura dellrsquouniversale e necessa-ria relazionalitagrave e il suo contrario consiste nella concezione del-lrsquoente isolato dunque di qualcosa che a ben vedere egrave impensabile oegrave pensabile solo per astrazione350 Il sillogismo non fa che ritagliareuna piccola sezione di questa totalitagrave relazionale facendo venire inluce attraverso le connessioni note quelle ancora soltanto in seacute eacquisendole alla riflessione Il movimento sillogistico non puogravecosigrave non essere permeato dal movimento dialettico realizzandocon esso una vera consustanzialitagrave
sect 62C) Il sillogismo teologico
Tutto quanto detto fin qui vale per la scienza speculativa cometale Volgendoci perograve alla scienza teologica occorre affrontare ilproblema del suo specifico statuto epistemologico La teologia egraveinfatti opus fidei et rationis351 ed entrambe le dimensioni devonoentrare nella sua veritagrave scientifica
350 Da Eraclito ad Anassagora da Platone a Plotino da Scoto Eriugena aCusano da Spinoza a Hegel lrsquointuizione profonda della veritagrave dialetticasegna la storia della filosofia (anche se col richiamo ricorrente al suo carat-tere possibilmente ingannevole come in maniera esemplare in Aristotelee in Kant) Richiamandosi in apertura e in chiusura a Spinoza e ad Anas-sagora cosigrave Padre Barzaghi descrive la necessitagrave di questa strutturazionedel reale laquoOmnis determinatio est negatio A per essere A deve essere Acioegrave non deve essere non A e non deve essere percheacute non puograve essere nonA Se A fosse non A sarebbe nulla non sarebbe una determinazione mauna indeterminazione Ma proprio per essere A A deve includere in seacutelrsquoesclusione di non A E se non A egrave la totalitagrave delle determinazioni altre daA A le include in seacute in modo mediato (A egrave A = A non egrave non A = A egrave nonnon A = A egrave A) A egrave concretamente lrsquointero cioegrave egrave sempre la compagniadellrsquoaltro lrsquointero egrave A che include lrsquoesclusione di non A Questo egrave il sensoprofondo della tesi anassagorea tutto in tutti e ogni cosa in ogni cosaraquo (SDpp 60-61)
351 Vedi cap I n 2 sect 58 nota 293 e rinvio
198 A POSTORINO
Ora laquoil compito della teologia egrave quello di portare alla comprensio-ne razionale del contenuto di fede [hellip] nel senso di capire che cosa sicrede Oggetto formale della teologia infatti egrave il rivelato implicitovirtuale o il rivelabileraquo352 Il paradigma teologico353 saragrave quello diassegnare alla premessa minore un contenuto di fede teologale e allapremessa maggiore un contenuto di ragione filosofica354 Questopone inizialmente un problema alla riflessione razionale355 ma que-sto problema egrave giagrave stato da noi affrontato preliminarmente356 conla teoria della reciproca ambientazione di fede teologale e ragionefilosofica Si tratta dunque di volgerci al paradigma teologico pervedere con maggior precisione quali ne siano i momenti e dunqueper guadagnare alla nostra indagine una postazione piugrave avanzata
Nostro riferimento egrave da questo momento in poi il sillogismo teolo-gico In esso la positio o tesi egrave costituita dalla premessa minore e trae ipropri contenuti dalla Rivelazione consegnata alla fede teologale Laresolutio o antitesi egrave costituita dalla premessa maggiore e trae i pro-pri contenuti essenzialmente dalla ragione filosofica La compositio osintesi egrave la conclusione in termini di scienza teologica357
352 DR p 28 Per il precedente accenno allrsquooggetto della teologia come laquoilrivelato implicito virtuale o il rivelabileraquo vedi cap I n 2 sect 56 nota 284 erinvio
353 Cfr DR quarto capitolo (pp 31-34) intitolato appunto laquoIl paradigma teologicoraquo354 Cfr DR p 28 laquoA modo di specificazione la premessa minore appartiene
alla soprannatura in quanto egrave oggetto della fede teologale la premessamaggiore invece appartiene allrsquoordine naturale percheacute possiede unaluciditagrave di tipo razionale cioegrave filosofica o culturaleraquo
355 Cfr ibidem laquoHo tralasciato momentaneamente il problema teologico Mariconducendo queste considerazioni [cioegrave la struttura dialettica del sillogi-smo cfr sopra sect 61 passo citato alla nota 348] a quel preciso discorsopossiamo ulteriormente approfondire lrsquoimmagine dialettica del sillogismodimostrativo giaccheacute in questo caso tra premessa maggiore e premessaminore esiste una certa disomogeneitagraveraquo
356 Vedi cap I n 2 sect 58357 Cfr DR p 29 dove viene presentato conclusivamente questo paradigma
199Capitolo II ndash 2 Struttura della scienza teologica
Egrave nellrsquoambito strutturale del sillogismo teologico che si deve dun-que svolgere la nostra indagine intorno alla dialettica esplicita e alladialettica segreta nella teologia anagogica di Padre Barzaghi Lo stessosillogismo egrave infatti un nucleo dialettico ma in quanto sillogismo teo-logico la cui funzione egrave mediare tra fede teologale e ragione filosofi-ca mostreragrave in forza della virtugrave di auto-incassamento delle strutturedialettiche di includere formalmente in una delle sue premesselrsquointero sviluppo di ogni virtualitagrave discorsiva attualizzabile sul fonda-mento della struttura originaria della necessitagrave358 Stante poi il fattoche le filosofie storicamente attestate non sono altro che forme diquesto sviluppo discorsivo dellrsquooriginario359 la premessa maggioredel sillogismo teologico risulta giagrave da ora contenere non soltanto
358 Cfr E SEVERINO La struttura originaria (1958) nuova edizione ampliataAdelphi Milano 1981 p 119 laquoIl carattere che la manifestazione del giudi-zio originario assume in quanto essa si determina come discorsivitagrave equindi come quei potenziamenti della discorsivitagrave che sono costituiti dallinguaggio e dalla scrittura suggerisce lrsquoopportunitagrave delle considerazionisopra svolte La discorsivitagrave come tale e cioegrave come svolgimento o proces-sualitagrave della manifestazione egrave infatti la stessa distinzione formale dellrsquoa-nalisi e della sintesi (e in generale dei singoli momenti dellrsquooriginario)come realizzata Nella discorsivitagrave come tale infatti i singoli momenti del-lrsquooriginario si realizzano nel loro essere semplicemente lrsquouno fuori dellrsquoal-tro o appunto nella loro semplice distinzione formale Sigrave che egrave in relazio-ne a questa realizzazione e per il peso di essa che sorge la possibilitagrave diintendere la posizione analitica dei termini del giudizio e la posizionedella loro sintesi come reciprocamente indipendenti o irrelativeraquo
359 Cfr ivi p 124 laquoCome giagrave si egrave avuto occasione di dire il particolare divienecosigrave oggetto di una cura che egrave quello stesso interesse senza cui come ricordalo Hegel gli uomini non farebbero nulla Si produce in tal modo lrsquoaccaderedi ldquounardquo filosofia Questo accadere perograve non ha un significato ingenuamen-te realistico quasi che si intenda la realtagrave della coscienza astratta come ldquoindi-pendenterdquo o ldquoal di fuorirdquo della coscienza concreta infatti qui si egrave dato sem-plicemente il concetto concreto del concetto astratto dellrsquoastratto [concettoastratto dellrsquoastratto egrave la singola filosofia che si crede esaustiva della totalitagraveconcetto concreto dellrsquoastratto sarebbe una filosofia che vede se stessa nella con-creta relazione con ogni altra filosofia ndash relazione nella quale assumeragrave il suo
200 A POSTORINO
ogni filosofia storicamente attestata che possa dirsi tale ndash vale adire che realizzi autenticamente per quel che le compete la strut-tura originaria della necessitagrave ndash ma anche ogni filosofia futura chepresenti questa medesima caratteristica360 Stante infine il fatto chelrsquointero sviluppo della storia della filosofia puograve essere inteso senzacontraddizione come articolazione dialettica dellrsquoauto-rivelazionedellrsquoessere insieme definitiva e aperta ossia come unrsquoontologiadialettica fondamentale risulta conclusivamente che il contenutodella premessa maggiore del sillogismo teologico preposto amediare il contenuto della fede teologale vale a dire ad ambientar-lo nellrsquoelemento della necessitagrave razionale egrave almeno concepibilecome ontologia dialettica361
Egrave proprio la relazione tra la macro-dialettica operante nel sillo-gismo teologico e la micro-dialettica inclusa nella sua premessamaggiore362 che deve essere capita essa si riveleragrave una relazione dimutua inclusione e delineeragrave lo scenario sul quale prende senso laduplicitagrave di piani dialettici cui allude il titolo del presente lavoro
proprio significato concetto concreto del concetto astratto dellrsquoastratto egrave lo strut-turarsi delle molte filosofie intesa ciascuna come concetto astratto dellrsquoa-stratto nella laquostoria della filosofiaraquo] o la coscienza astratta egrave considerata nelsuo valere come contenuto della coscienza concreta ndash o che egrave il medesimocome momento della struttura originariaraquo
360 Egrave in questo senso che Severino fa seguire provocatoriamente ai tre volumisulla filosofia antica moderna a contemporanea un volume sulla filosofiafutura (E SEVERINO La filosofia futura Rizzoli Milano 1989)
361 Nel capitolo IX della Struttura originaria (cit alla nota 95) paragrafo 11 (laquoLi-miti del contributo dello Hegel alla determinazione della struttura dellenegazioni del fondamentoraquo pp 392-396) Severino scrive laquoDrsquoaltra parte selo sviluppo sistematico proposto dallo Hegel egrave sostanzialmente gratuito nonegrave nemmeno immediatamente contraddittorio progettare come giagrave si egrave dettoche il metodo dialettico si realizzi in uno sviluppo sistematico correttoraquo
362 Qui i prefissi macro- e micro- non hanno evidentemente nulla a che vederecon lrsquoidea di una dialettica di piugrave ampia portata e di una dialettica i cui plessirelazionali siano piugrave minuti e univocamente contenuti nella dialettica mag-giore Unrsquoidea del genere sarebbe in seguito necessariamente smentita dai
201
CAPITOLO III
1 LA DISSOCIAZIONE METODOLOGICA
sect 63A) Declaratio terminorum
Come si egrave giagrave annotato363 la dialettica egrave una dimensione anti-chissima e noncheacute originaria sul piano ontologico pressocheacute ori-ginaria anche sul piano della consapevolezza storica della veritagravefilosofica364 Proprio per questo le sue accezioni possono presentareuna certa variabilitagrave e Padre Barzaghi ritiene impossibile laquoprescin-dere dal precisare almeno il senso con il quale questa nozioneviene assunta in questo quadro sistematicoraquo365
La definizione che segue distingue due aspetti che egrave importanteprecisare da subito laquoMa ora per dialettica intendo il processo logico[a] per il quale arriviamo alla comprensione di un concetto attraversola sua decostruzione e ricostruzione teoretica [b] oppure arriviamoalla comprensione della veritagrave incontrovertibile di un enunciatocimentandolo con il suo antagonista contraddittorio il che vuol direappunto seguire le linee del metodo analitico-sinteticoraquo366
contenuti e in ogni caso basta a smentirla il rapporto di mutua inclusionefra le due dialettiche che piugrave avanti verragrave in luce Quei due prefissi sonopiuttosto suggeriti da unrsquoidea di visibilitagrave giocando sulla naturale associa-zione fra piccolezza e invisibilitagrave la macro-dialettica egrave cioegrave quella paleseed esplicita vale a dire quella che si realizza nellrsquooperare metodologico delsillogismo teologico la micro-dialettica egrave invece la dialettica segreta for-malmente contenuta sia pur estendendosi essa a misura di totalitagrave cosigrave daincludere la stessa macro-dialettica come suo momento soltanto nella pre-messa maggiore del sillogismo teologico
363 Cfr nota 350364 Hegel afferma non esservi alcuna proposizione di Eraclito che egli non
sottoscriverebbe365 DR p 19366 Ibidem interpolazioni nostre
202 A POSTORINO
[a] Il primo concetto egrave come si puograve constatare quello preceden-temente descritto ed ha prima di tutto i suoi tre momenti nellrsquoe-nunciato problematico (positio = tesi) nel rinvenimento del mediodimostrativo capace di articolare premesse sillogistiche (resolutio =antitesi) e nel concreto attuarsi del sillogismo che ha come conclu-sione lrsquoenunciato di partenza ormai connesso allrsquoedificio dellascienza (compositio = sintesi) In secondo luogo perograve lo stesso sillo-gismo compositivo ha una struttura dialettica che rientra in questoconcetto in quanto lrsquoenunciato problematico egrave dato in presuppo-sto la premessa minore contenente il medio come predicato egrave latesi la premessa maggiore che contiene il medio come soggetto ene esplicita la natura nel suo predicato egrave lrsquoantitesi la conclusioneche ha il soggetto della premessa minore e il predicato della mag-giore egrave la sintesi
[b] Il secondo concetto egrave invece qui aggiunto rispetto al conte-sto specifico per completezza di definizione anche percheacute egrave unluogo fondamentale dellrsquointera teologia anagogica ed egrave quellodove la dialettica viene posta come logica dellrsquoincontrovertibile367
367 Arrivare laquoalla comprensione della veritagrave incontrovertibile di un enunciatocimentandolo con il suo antagonista contraddittorioraquo significa confermaredialetticamente lrsquoidentitagrave con se stessa ponendola concretamente comenegazione della negazione Leggiamo in MSC p 38 nel contesto del capito-lo intitolato laquoIl ragionare divinoraquo laquoNon egrave la stessa cosa sapere che A egrave A esapere che A egrave non non A o che A non egrave non A [cfr il passo da SD pp 60-61citato alla nota 87] nel secondo caso si egrave passati attraverso il cimento con ildubbio della possibile identitagrave di A anche con non A e lo si egrave sconfittoMaterialmente si sa la stessa cosa ma in due modi diversi uno ingenuo elrsquoaltro criticoraquo Il modo critico egrave evidentemente quello di chi conoscelrsquoincontrovertibilitagrave di quellrsquoidentitagrave e saprebbe difenderla contro la sua nega-zione mostrando la negazione stessa come auto-contraddittoria (questainterpretazione egrave confermata da FMM p 377 dove il precedente passo egravepraticamente ripreso e la conclusione egrave che la maggiore profonditagrave criticasta in ciograve che laquosappiamo che A egrave A percheacute siamo coscienti che non puograveessere altrimentiraquo) Leggiamo ancora in SD pp 133-134 laquoLa teoria delladialettica come non isolamento egrave incontrovertibile dal punto di vista logico
203Capitolo III ndash 1 La dissociazione metodologica
Mentre il primo concetto dunque ha un valore piugrave marcatamentemetodologico il secondo anche se egrave richiamato per la sua efficacia logi-ca a causa dellrsquounitagrave di logica e metafisica che quanto meno nella tradi-zione platonica egrave posta nella dialettica richiama con maggiore forza ilquadro ontologico368 per il primo concetto la dialettica egrave una proceduradi mediazione dei contenuti verso la struttura dellrsquoincontrovertibile peril secondo egrave la stessa logica oggettiva che connette tale struttura
sect 64B) La dissociazione
laquoIn particolare la dialettica qualificata come processo logico siambienta in un quadro che volutamente trascende le leggi ontolo-giche Perciograve non intendo qui riferirmi a modelli idealistici o mate-rialistici della dialessi Il luogo specifico di questo metodo egrave quellodella logica e della conoscenza calibrata speculativamenteraquo369 CosigravePadre Barzaghi dichiara esattamente lrsquoaccezione della dialettica di cuifaragrave uso nel quadro della sua laquoproposta di una sistematica teologi-caraquo370 e prende chiaramente le distanze dai laquomodelli idealistici omaterialistici della dialessiraquo371
metafisico [hellip] Con il pensiero dialettico ho il telaio generale da cui nonposso dedurre i singoli esistenti questi mi sono dati dallrsquoesperienza ma seci sono obbediscono a tale struttura La dialettica manifesta e formula inmodo incontrovertibile la struttura formale del tutto o intero e non entra nelmerito dei contenuti se non in quanto condizionati da questa struttura dicondizione di intelligibilitagrave cioegrave di incontraddittorietagraveraquo
368 Cfr SD pp 133-134 laquoLogica e metafisica hanno uno stesso grado di astra-zione secondo STommaso i platonici mettono insieme logica e metafisicanella dialettica Un telaio dialettico di questo tipo mette insieme logica emetafisica e diventa uno strumento esplicativo molto piugrave potente dellametafisica tradizionaleraquo
369 DR p 19370 Si tratta del sottotitolo del volume Dialettica della Rivelazione citato alla
nota 264371 Il riferimento quasi esplicito egrave alla dialettica hegeliana e alla sua interpreta-
zione marxiano-engelsiana che va sotto il nome di laquomaterialismo dialetticoraquo
204 A POSTORINO
Egrave questa la dissociazione di cui si parlava nellrsquoIntroduzione eche presa sommariamente e astrattamente rispetto alla sua precisaposizione contestuale puograve indurre a un giudizio semplicistico cir-ca la vera relazione che questa impostazione teologica egrave in grado dimostrare in rapporto alla dialettica nella sua accezione piugrave vasta diontologia dialettica
Considerando ora la cose piugrave da vicino e con maggiore atten-zione risulteragrave che questa dissociazione egrave del tutto naturale e chela sua esplicitazione era doverosa sul piano della chiarezza meto-dologica Non si deve infatti dimenticare che il problema dellarelazione fra logica e metafisica che egrave poi quello dello statuto onto-logico della dialettica o viceversa delle implicazioni dialettiche del-lrsquoontologia egrave un problema puramente filosofico che coinvolge laragione naturale ma non ancora la teologia se non nella formaancora filosofica della semplice teologia razionale Tutto ciograve cheaccade in questo quadro teorico ha a che vedere col dispiegamentodella veritagrave necessaria in forza del suo interno principio di incon-traddittorietagrave e costituisce un sistema aperto nel quale la discorsi-vitagrave va sedimentando le determinazioni dellrsquooriginario372 In que-sto senso la dialettica costituisce un problema di contenuto edessendo tra lrsquoaltro il sistema della Totalitagrave in quanto contenutoconosciuto bensigrave definitivo ma altresigrave aperto il rigore teoreticovuole che questrsquoapertura sia lasciata tale offrendo allrsquoindaginespeculativa soltanto quella parte della veritagrave necessaria che egrave giagravesedimentata nellrsquoorizzonte dellrsquoautocoscienza e vi si egrave sistematacome sapere dellrsquooriginario a quel peculiare grado di concretezzacontenutistica (e quindi di astrazione residua) che il processo deldispiegamento discorsivo rende disponibile
Ora tornando al sillogismo teologico questrsquointero contenutocade nella giurisdizione della premessa maggiore e costituisce ilpatrimonio critico che consente la mediazione del contenuto dellafede teologale cadente questrsquoultimo nella giurisdizione della pre-
372 Cfr i passi di Severino citati nelle note 358 e 359 Ciograve che si dice in questoparagrafo infatti egrave stato brevemente anticipato nel paragrafo sul sillogi-smo teologico (cap II n 2 sect 62)
205Capitolo III ndash 1 La dissociazione metodologica
messa minore verso il sistema della veritagrave necessaria Il sillogismoteologico cosigrave riceve da altro il suo particolare contenuto e cioegravedalla fede teologale e dalla ragione filosofica mentre di suo ha carat-tere essenzialmente formale esso costituisce la stessa dinamica dellarelazionalitagrave in quanto essa stessa abbia di incontraddittorio e cometale non deve neacute puograve compromettersi con qualunque determinazio-ne di contenuto ontologico positivo Se lo facesse fallirebbe la suafunzione essenzialmente mediatrice in quanto subordinerebbe lostesso carattere della mediazione ad uno soltanto dei termini e inol-tre assunto immediatamente La ragione sia pure intesa al suo mas-simo sviluppo di contenuto ontologico non deve mediare il rappor-to tra fede e ragione cosigrave come non deve farlo il contenuto della fedeal suo massimo sviluppo di densitagrave teologale tale mediazione infat-ti non devrsquoessere unrsquooperazione terza rispetto ai termini contraddit-toriamente svolta da uno dei termini ma unrsquoosmosi nella pariteticitagravedei termini contenutisticamente intesi il cui telaio non puograve che esse-re formale ossia puramente logico373
373 A fronte dellrsquoaporia se il superamento dellrsquoopposizione tra fede e ragionenon debba appartenere alla fede o alla ragione vanificando il superamentostesso (cfr OD lrsquoultimo capitolo intitolato laquoUna falsa conciliazioneraquopp 104-111) bisogna rispondere negativamente laquoma si tratta di una rispo-sta che va cautamente motivataraquo (OD p 108) laquoPer fare questo occorreprecisare che in questo caso i due termini in contesa vanno assunti dal loropunto di vista radicale e originario Il loro punto di vista radicale o origina-rio egrave il pensiero puro nel quale essi coincidono quasi dissolvendosiraquo (ibi-dem) Allrsquoosservazione che laquoquesto argomento egrave un argomento che appar-tiene alla ragioneraquo bisogna precisare il concetto di ragione laquoMa per ragio-ne non intendo ndash e non si deve intendere ndash lrsquoinsieme dei contenuti concet-tuali specifici che lrsquoelaborazione razionale propone in modo sistemico piugraveo meno rigoroso Crsquoegrave cosigrave la ragione aristotelica che egrave diversa dalla ragionehegeliana crsquoegrave la ragione positiva che egrave diversa dalla ragione esistenzialecrsquoegrave la ragione scientifico-sperimentale che egrave diversa dalla ragione idealisti-ca ecc Per ragione qui intendo semplicemente il procedere del pensierosecondo la non contraddizione E ancor piugrave fondamentalmente il pensieroin quanto tale cioegrave la trasparenza dellrsquoessere come taleraquo (ibidem) Egrave solo
206 A POSTORINO
La presa di distanza ha dunque carattere di rigore metodologico edi coerenza epistemica dellrsquointero edificio della sistematica teologicama per ragioni che non sono soltanto quelle dichiarate nellrsquoIntrodu-zione circa la visibile modernitagrave della teologia anagogica ndash ragioniche resterebbero ancora esterne ndash ma sono anche intrinseche allateologia anagogica considerata a tutto campo e che continuamenteaffiorano dallrsquoopera di Padre Barzaghi sorge in chi si avvicini a que-sta teologia il desiderio di capire lrsquoautentico rapporto che essa intrat-tiene con lrsquoontologia dialettica dunque di capire le ragioni della suamodernitagrave non soltanto sul piano delle suggestioni intuitive ma suquello freddo e necessitante della teoresi
2 LrsquoONTOLOGIA DIALETTICA
sect 65A) Il laquocontemporaneoraquo in filosofia
Ciograve da cui Padre Barzaghi correttamente si dissocia in sede dimetodologia teologica egrave un possente insieme di risultati speculati-vi col quale culmina la filosofia moderna Ma non da ciograve che in uncerto senso superando se stessa la filosofia moderna implica comeriapertura implicita alla possibilitagrave del quadro metafisico Cosigrave siapre la dimensione del laquocontemporaneoraquo in filosofia374
allrsquointerno di questo elemento che si realizza lrsquoosmosi contenutisticamediata dal sillogismo teologico cosigrave che questo elemento ne egrave condizionedi possibilitagrave ossia egrave condizione di possibilitagrave della stessa potenza obbe-dienziale laquoQuesto non significa porre una identitagrave tra fede teologale epensare puro si tratterebbe evidentemente di un errore teoreticamenterilevante si cadrebbe in un semplicistico nominalismo che confonde mag-maticamente ogni realtagrave Ciograve che invece si intende rilevare egrave la condizionedi possibilitagrave del collegamento o di permeazione osmotica tra fede teolo-gale e pensare puro che con vocabolo classico si dovrebbe chiamare poten-za obbedienzialeraquo (SD p 71)
374 Su questo concetto del laquocontemporaneoraquo in filosofia Gustavo Bontadinicentrava il suo intervento al convegno di Gallarate del 1946 Scrive
207Capitolo III ndash 2 Lrsquoontologia dialettica
Questo concetto esprime la dimensione speculativa che si dischiu-de col superamento dello gnoseologismo che ha caratterizzatolrsquointera filosofia moderna e nella quale dunque lrsquointero patrimoniodella metafisica classica risolvendo in se stesso lrsquoelemento contrad-dittorio che vi resta connesso fin dal fondamento375 ritrova la sua
Adriano Bausola a commento di questa posizione (in A BAUSOLA laquoNeosco-lastica e spiritualismoraquo in AAVV La filosofia italiana dal dopoguerra ad oggiLaterza Roma-Bari 1985 pp 279-280) laquoIl pensiero moderno (da Cartesio aKant) con il suo dualismo tra certezza e veritagrave tra apparenza e realtagrave (con ilsuo gnoseologismo) aveva bloccato la strada alla metafisica (e di conse-guenza a unrsquoetica con valore assoluto) ma esso attraverso lrsquoidealismoaveva compiuto unrsquoautocritica che lo aveva portato a recuperare lrsquointimitagravelrsquounitagrave dellrsquoessere col pensiero dissolvendo lrsquoantitesi fenomeno-noumeno eaveva quindi riaperto la possibilitagrave della metafisica intesa come discorsoassoluto sullrsquoessere Il pensiero contemporaneo veniva perciograve di diritto atrovarsi dopo lrsquoidealismo [ma anche dopo (o insieme con) la fenomenologiae lrsquoesistenzialismo (in larga parte) i quali pure avevano recuperato lrsquointen-zionalitagrave della conoscenza il suo carattere rivelativo dellrsquoessere (nota a piersquo dipagina)] nella situazione di apertura di disponibilitagrave oggettiva verso lametafisica che ora si trattava di spingere verso lrsquoattuazione (dalla potenzaallrsquoatto)raquo Questa disposizione di slancio costruttivo egrave nelle parole dello stes-so Bontadini (in G BONTADINI laquoIncontro della filosofia scolastica con la filo-sofia modernaraquo in Dal problematicismo alla metafisica Milano 1952 p 120)laquoPer il moderno la metafisica in senso classico non ci puograve essere per ilcontemporaneo non crsquoegrave semplicemente La scomparsa della pregiudizialeantimetafisica che era di carattere gnoseologistico lascia rientrare nellospirito lrsquoesigenza nativa della metafisica In questo senso il classico inquanto si sia riconosciuto che dalla critica moderna non era stato preso inconsiderazione secondo la sua genuina natura ritorna come aspirazione alcontemporaneo o almeno come una proposta che deve essere ripresa inconsiderazioneraquo
375 Riprendendo Severino Padre Barzaghi scrive laquoIl principio di non contrad-dizione che vuole essere la difesa piugrave rigorosa della incontraddittorietagravedellrsquoessere in realtagrave egrave esso stesso ldquola forma peggiore della contraddizioneproprio percheacute la contraddizione viene nascosta nella formula stessa con la
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veritagrave piena e ormai concreta e cosigrave apre un nuovo corso filosofico376Di questo nuovo corso filosofico il protagonista piugrave recente e
significativo egrave Emanuele Severino377 allrsquoanalisi ontologica del qualePadre Barzaghi non ha difficoltagrave a fare apertamente riferimento378
quale ci si propone di evitarla e di bandirla dallrsquoessererdquo (E SEVERINO Ritor-nare a Parmenide in ID Essenza del nichilismo Milano 1995 p 22)raquo (MSCp 78) laquoIl ldquoprincipiordquo di non contraddizione egrave in se stesso contraddittoriopercheacute ammette un tempo nel quale si dagrave quella identitagrave di essere e nonessere che invece lo stesso principio di non contraddizione intende respin-gere Infatti dire che lsquouna cosa non puograve essere e non essere nello stessotemporsquo significa dire che puograve essere e non essere in tempi diversi cioegrave chenon si dia contraddizione nellrsquoammettere un tempo in cui quella stessacosa non siaraquo (SD pp 20-21 con poche variazioni anche MSC pp 78-79)
376 Questo carattere epocale dellrsquoidealismo tedesco vale a dire del superamen-to dialettico dello gnoseologismo moderno in cui consiste il laquocontempora-neoraquo in filosofia si trova tra gli assunti di Padre Barzaghi che comeSeverino viene dal magistero bontadiniano Egli cosigrave apre il suo laquoQuadroteoretico generale della storia della filosofiaraquo (in G BARZAGHI Compendio distoria della filosofia ESD Bologna 2006 da qui in avanti CSF) laquoLa storiadella filosofia si articola speculativamente in tre movenze dialettiche per lequali il nostro periodo contemporaneo segnerebbe la possibilitagrave di un ritornocritico positivo al valore metafisico della riflessione classico-medievale perdissolvimento dellrsquoantitesi gnoseologistica-antimetafisica della modernitagraveraquo(CSF p 9) Allrsquoanalisi del periodo contemporaneo sono dedicate le ultimepagine del Compendio col titolo laquoLa rinascita della metafisicaraquo sono quiindicate le due linee della rinascita del tomismo (Gilson Maritain Fabro)e del ritorno a Parmenide (Bontadini Severino) (CSF pp 201-208)
377 Bausola nello scritto citato (cfr nota 111) dedica un paragrafo al passag-gio da Bontadini a Severino e alle discussioni sollevate dalla posizionebontadiniana (cfr A Bausola op cit pp 320-331)
378 Questo riferimento egrave costante ma si tratta di una posizione complessa lacui analisi farebbe oggetto di indagine di per se stessa Padre Barzaghiaccetta senza difficoltagrave lrsquoontologia severiniana in quanto non egrave neanchesfiorato dal vizio di fondo della filosofia come dossologia ndash vizio comune
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per la veritagrave ad ogni tempo ma trionfante soprattutto nellrsquoindividualismoastratto dellrsquoetagrave attuale Se la veritagrave filosofica egrave la sedimentazione nellrsquoauto-coscienza delle determinazioni necessarie dellrsquooriginario attraverso ladiscorsivitagrave la veritagrave garantita da questa necessitagrave non egrave di Tizio o di Caioma egrave semplicemente la veritagrave a partire da Parmenide (verrebbe quasi dapensare data la tesi fondamentale di Padre Barzaghi intorno alla mediazio-ne cristologica dellrsquoassunzione dello laquosguardo di Dioraquo a 1 Cor 111-13 laquoMi egravestato segnalato infatti a vostro riguardo fratelli dalla gente di Cloe che visono discordie tra voi Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice ldquoIo sonodi Paolordquo ldquoIo invece sono di Apollordquo ldquoE io di Cefardquo ldquoe io di Cristordquo Cristoegrave stato forse diviso Forse Paolo egrave stato crocifisso per voi o egrave nel nome diPaolo che siete stati battezzatiraquo) In questo senso gli aggettivi come laquoplato-nicoraquo laquoaristotelicoraquo laquocartesianoraquo laquohegelianoraquo o nel nostro caso laquobontadi-nianoraquo o laquoseverinianoraquo mentre sono utili alla comunicazione indirizzandolrsquoascoltatore verso la giusta regione nella strutturazione totale del campofilosofico sono del tutto fatui quando si guardi al loro contenuto oggettivoOra Padre Barzaghi spinge questa naturale apertura alla veritagrave necessariafino al confronto aperto e trasparente (in MSC pp 82-95 il capitolo intitola-to laquoLrsquoeterno nel Cristianesimoraquo ha come contenuto appunto questo con-fronto) e giunge alla netta affermazione laquoA questo punto io direi che postequeste premesse epistemologiche e posto che il Cristianesimo sia la parteci-pazione della stessa vita divina o vita eterna nellrsquouomo la filosofia piugrave ade-guata alla comprensione razionale cioegrave teologica del Cristianesimo egrave quellafilosofia che si pone dal punto di vista dellrsquoeterno La premessa maggioredel sillogismo teologico egrave data dalla filosofia severiniana Non sto dicendoche lrsquoessenza del Cristianesimo sia la filosofia di Severino sto dicendo che lafilosofia di Severino consente lrsquoapprofondimento piugrave adeguato di ciograve chechiamiamo Rivelazione si tratta della mediazione razionale o filosofica piugravepertinente per la comprensione dellrsquoessenza del Cristianesimoraquo (OD p 23)Ma come non vi egrave preclusione nellrsquoaccettare la filosofia severiniana in forzadella sua necessitagrave cosigrave non vi egrave sopravvalutazione dellrsquooriginalitagrave di questafilosofia le scaturigini dellrsquoanalisi ontologica severiniana vengono indivi-duate in un tomismo giagrave di per seacute al di lagrave di se stesso (cfr OD p 16 laquoVogliodire che la metafisica tomistica percorre di diritto un itinerario che postulaun suo oltrepassamento conclusivo almeno nel senso per cui i terminiusati e le tesi enunciate presi nel loro valore profondo esprimono una
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Ora Severino nellrsquoopera da cui prende avvio la sua intera riflessio-ne379 in maniera del tutto consequenziale rispetto allrsquointera strutturadi questo plesso storico-teoretico prende posizione riguardo alla dia-lettica hegeliana vale a dire proprio a quellrsquoontologia dialettica di cuiandiamo parlando correlandola organicamente sub condicione diunrsquoadeguata interpretazione alla struttura originaria della necessitagrave380
radicalitagrave immediatamente insospettabileraquo) Questa radicalitagrave conduceTommaso per una laquovia lungaraquo ad affermare ciograve che Severino afferma peruna laquovia breveraquo (cfr ibidem) Lrsquoanalisi severiniana in altri termini egrave lrsquoesitoestremo e formalmente rigorizzato di quanto in Tommaso egrave ancora soltan-to esigenza sotterranea peraltro con plastici esiti di superficie laquoIntendodire che se Tommaso drsquoAquino ammette la contingenza dellrsquoente in quan-to indifferente allrsquoessere e al non essere [hellip] tuttavia il motivo implicitoche lavora dentro lrsquoesigenza di inferire lrsquoessere necessario ndash cioegrave Dio ndash egraveche la legge dellrsquoessere egrave quella del non poter non essere Non ci si puograveaccontentare razionalmente dellrsquoente contingente cioegrave dellrsquoente che egrave mapotrebbe non essere percheacute implicitamente si ammette che lrsquoente non puogravenon essere Ciograve che conta [hellip] egrave riconoscere che nel fondo dellrsquoinferenzametafisica classica dellrsquoesistenza di Dio gioca il principio parmenideo cheesige lrsquoaffermazione dellrsquoeternitagrave del tuttoraquo (ibidem) Ed ecco infine il verosignificato dellrsquoopzione severiniana laquoMa egrave ovvio che posto questo ricono-scimento sulla base di premesse tomistiche egrave insieme posto anche il togli-mento ndash per conseguenza ndash della via lunga tipica della teologia tomisticao classica Per dirla con unrsquoespressione cara al mio maestro GustavoBontadini ciograve che sto facendo egrave senzrsquoaltro con Tommaso ma ormai oltreTommasoraquo (ivi p 23)
379 Cioegrave La struttura originaria cit alla nota 358 Cosigrave Severino inizia il lungosaggio introduttivo (pp 13-101) allrsquoedizione del 1981 laquoLa struttura originaria(1958) rimane ancora oggi il terreno dove tutti i miei scritti ricevono ilsenso che egrave loro proprioraquo
380 Riportiamo qui il passo dalla Struttura originaria giagrave citato alla nota 361laquoDrsquoaltra parte se lo sviluppo sistematico proposto dallo Hegel egrave sostan-zialmente gratuito non egrave nemmeno immediatamente contraddittorio pro-gettare come giagrave si egrave detto che il metodo dialettico si realizzi in uno svi-luppo sistematico correttoraquo Il problema di questo sviluppo sistematicocorretto egrave il contenuto dellrsquointero capitolo IX (pp 365-406)
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Se dunque sulla via dellrsquoanalisi bontadiniana Emanuele Severinosul piano filosofico e Padre Barzaghi su quello teologico rappresenta-no il contemporaneo resta chiaro giagrave da adesso che in questa dimen-sione resta inclusa come tolta381 lrsquointera ontologia dialettica382
381 Una dimostrazione pressocheacute evidente dellrsquoincidenza dellrsquoontologia dia-lettica nellrsquoanalisi ontologica severiniana egrave il continuo impiego nel lin-guaggio della Struttura originaria della categoria del laquotogliereraquo (aufheben)del laquotoglimentoraquo (aufhebung) e del laquotoltoraquo (aufgehoben) di diretta ed espli-cita ascendenza hegeliana
382 Per ciograve che riguarda Padre Barzaghi va osservato che di questa integra-zione dellrsquoontologia dialettica non si fa certo un mistero e proprio nellaprospettiva del laquocontemporaneoraquo in filosofia laquoNon crsquoegrave alteritagrave tra pensie-ro ed essere pensare che ci sia in quanto la si pensa non egrave piugrave unrsquoalteritagraveegrave giagrave un contenuto di pensiero Lrsquooperazione hegeliana di dimostrare chelrsquoalternativa gnoseologistica non crsquoegrave egrave ormai unrsquooperazione compiutaTeoreticamente egrave un problema superato In questo senso come notavaBontadini il pensiero filosofico della modernitagrave ha chiuso il cerchio ritor-nando alle originiraquo (SD p 135) Nella nuova prospettiva laquoil punto di vistadellrsquoAssoluto o della Totalitagrave o dellrsquoUnitotalitagrave (come la denomina Biffisulla scia di Solovrsquoeumlv) egrave imprescindibile per la fondazione metafisica sitratta della definibilitagrave di una materia dal punto di vista del Tutto o Interoraquo(ivi p 158) laquoProprio per questo motivo occorre il raffinamento dei con-cetti a ciograve egrave predisposta la procedura dialettica sia nella sua scansioneneoplatonico-tomista sia in quella hegelianaraquo (ivi p 159) Si tratta quindinella prospettiva di laquoriaprire il discorso sul mondo dal punto di vistadellrsquoEssere Assolutoraquo di laquoaprire la possibilitagrave di un confronto positivo conle filosofie dellrsquoAssoluto dove il gioco concettuale puograve trovare una con-vergenza implicita sotto lrsquoapparente coltre della diversitagrave esplicitaraquo (ivi p162) E poicheacute laquoanche lrsquoimpostazione dialettica hegeliana mira alla com-prensione concreta della totalitagraveraquo laquoalmeno per quanto concerne la proce-dura formale puograve essere assunta nellrsquoinquadratura del nostro discorsoraquo(ibidem)
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sect 66B) Al di lagrave di ogni dualismo
Lo gnoseologismo moderno cui pone fine almeno virtualmentelrsquoavvento del contemporaneo si incardina sul fondamentale duali-smo tra essere e pensiero Questo dualismo radicalmente persi-stente nel criticismo kantiano383 viene meno negli sviluppi ideali-
383 Avvertendo che lrsquoesito del suo stesso pensiero portato a radicale coerenzavalicava di per seacute il limite tra autocoscienza trascendentale e cosa-in-seacute ndashoperazione poi condotta in porto da Fichte sebbene nel quadro di unrsquoonto-logia solo esigenziale e ancora immatura ndash Kant si dava da fare a costruireargini quanto piugrave possibile solidi per contrastare la deriva idealistica(cfr per esempio la confutazione dellrsquoidealismo formulata in I KANTKritik der reinen Vernunft trad it Critica della ragion pura 2 tomi a cura diG Gentile e Lombardo-Radice Laterza Roma-Bari 1981 pp 229-230laquoLrsquoidealismo (materiale) egrave teoria che dichiara lrsquoesistenza degli oggetti nellospazio fuori di noi o semplicemente dubbia o indimostrabile o falsa e impossibi-le il primo egrave lrsquoidealismo problematico di Cartesio che dichiara indubitabilesolo una affermazione (assertio) empirica cioegrave Io sono il secondo egrave quellodogmatico di Berkeley che considera lo spazio con tutte le cose a cui essoaderisce quale condizione inseparabile come qualcosa in se stesso impos-sibile e dichiara perciograve anche le cose nello spazio semplici immaginazioniLrsquoidealismo dogmatico egrave inevitabile quando si consideri lo spazio comeuna proprietagrave che debba spettare alle cose in se stesse giaccheacute in tal casoesso con tutto ciograve a cui serve di condizione egrave un non-essere [Unding =non-cosa] Ma nellrsquoestetica trascendentale noi abbiamo distrutto il fonda-mento di questo idealismo Quello problematico che non si pronunzia suciograve ma solamente mette avanti la sua impotenza a provare con una espe-rienza immediata unrsquoesistenza fuori della nostra egrave ragionevole e confor-me a una solida maniera filosofica di pensare cioegrave che non sia permessodi pronunziare un giudizio decisivo prima drsquoaver trovato una prova suffi-ciente La prova desiderata dunque deve dirci che noi delle cose esterneabbiamo non semplice immaginazione ma anche esperienza ciograve che nonpuograve avvenire se non dimostrando che la nostra stessa esperienza internaindubitabile secondo Cartesio egrave possibile solo nel supposto di una espe-rienza esternaraquo Segue il teorema appena enunciato e la sua dimostrazione)
213V La teologia anagogica di P Barzaghi come sistematica sapienziale
stici fichtiano e schellinghiano senza peraltro che lrsquounitagrave ritrovatapossa essere ricondotta a concetto384
Saragrave compito di Hegel calarsi nel profondo di una Sostanza cheegrave in pari tempo Soggetto385 per cogliere lrsquooperare della potenza del
Ciograve che spingeva Kant in questa direzione era verosimilmente il timore diun idealismo soggettivo che vanificando la resistenza della cosa-in-seacutecadesse nellrsquoillusione di una soggettivitagrave non soltanto produttrice diforma ma altresigrave creatrice di esistenza materiale ossia cadesse in unaincongrua identificazione dellrsquoIo trascendentale con un Dio creatore
384 Comrsquoegrave noto lrsquoAssoluto fichtiano in forma di Io egrave abitato dalla contraddizio-ne fra Io e non-Io che rende tale assoluto una negazione patente dellrsquoaristo-telico principio di non contraddizione lrsquoIo infatti egrave se stesso (= un Io cioegraveuna coscienza) quando non egrave se stesso (= quando ha in lui la sua negazione ilnon-Io come realtagrave mondo o oggetto che fa appunto di lui una coscienza)LrsquoIo non egrave un essere (soggetto al principio di non contraddizione) ma undover essere ossia un conato allrsquoidentitagrave con seacute che si puograve realizzare solo sulpiano morale e assolutamente mai sul piano teoretico dove la contraddi-zione egrave irremovibile Neacute sortisce migliori risultati lrsquoAssoluto schellinghia-no in forma di NaturaSpirito qui infatti i due termini hanno il vantaggiodi essere ciascuno unitagrave di Io e non-Io [la Natura (= non-Io) come Spirito(= Io) visibile inconscio lo Spirito (= Io) come Natura (= non-Io) invisibileconscia] ma mentre lrsquoidentitagrave si puograve realizzare solo nellrsquounitagrave inconsciaassolutamente inarticolata (la famosa laquonotte in cui tutte le vacche sononereraquo espressione caustica di Hegel nella Prefazione alla Fenomenologiadello Spirito) al livello della coscienza la contraddizione resta irremovibiletantrsquoegrave che anche la soluzione di Schelling come giagrave quella di Fichte ecce-de il piano teoretico portandosi stavolta su quello estetico
385 Cfr GWF HEGEL Phaumlnomenologie des Geistes 1807 trad it Fenomenologiadello Spirito trad di E De Negri La Nuova Italia Firenze 1979 p 13laquoSecondo il mio modo di vedere che dovragrave giustificarsi soltanto merceacutelrsquoesposizione del sistema stesso tutto dipende dallrsquointendere e dallrsquoespri-mere il vero non come sostanza [nicht als Substanz] ma altrettanto decisa-mente come soggetto [sondern eben so sehr als Subjekt]raquo
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negativo386 come doppia negazione la prima come negazioneastratta che nega lrsquoidentitagrave soltanto in seacute dellrsquoassolutamente inde-terminato e pone la differenza astratta come differenza per seacute econ ciograve la contraddizione fra identitagrave e differenza la seconda comenegazione concreta che nega la prima negazione e ripristina lrsquounitagravedellrsquoassolutamente indeterminato ma ormai come identitagrave con seacuteincontraddittoria togliente in seacute la differenza astratta prodottadalla prima negazione ossia come identitagrave in seacute e per seacute387
386 Ivi pp 25-26 laquoIl circolo che riposa in seacute chiuso e che tiene come sostanzai suoi momenti egrave la relazione immediata che non suscita quindi meravi-glia alcuna Ma che lrsquoaccidentale ut sic separato dal proprio ambito checiograve chrsquoegrave legato noncheacute reale solo nella sua connessione con altro guadagniuna propria esistenza determinata e una sua distinta libertagrave tutto ciograve egravelrsquoimmane potenza del negativo [die ungeheure Macht des Negativen] esso egravelrsquoenergia del pensare del puro Io [die Energie des Denkens des reinen Ichs]raquo
387 Per un riepilogo di queste determinazioni dialettiche cfr GWF HEGELEnzyklopaumldie der philosophischen Wissenschaften 1817 trad it di B CroceEnciclopedia delle scienze filosofiche in compendio 2 voll Laterza Bari 190719805 sectsect 79-82 Per la loro esplicita adozione nel quadro teoretico dellateologia anagogica cfr SD pp 162-163 con particolare riferimento al fon-damentale riconoscimento laquoLa contraddizione dovuta allrsquoastrattezza oisolamento delle nozioni intellettuali egrave tolta togliendo il loro isolamentocioegrave concependo la loro unitagrave e relazione la vita per essere concepita comevita cioegrave non-morte deve essere concepita con il suo opposto cioegrave con lamorte di cui egrave negazione e viceversa NB lo speculativo o positivo-razio-nale egrave il vedere il positivo nel negativo cioegrave il toglimento della contraddizionecome negazione della negazione Quindi Hegel non nega il principio di con-traddizione ldquoTutto ciograve che egrave reale egrave razionale e tutto ciograve che egrave razionale egraverealerdquoraquo Questrsquoultima affermazione tratta dalla Prefazione ai Lineamenti difilosofia del diritto (GWF HEGEL Grundlinien der Philosophie des Rechts1821 trad it di F Messineo Lineamenti di filosofia del diritto LaterzaRoma-Bari 1913 UL 1972 p 16 laquoMa egli [Platone] si egrave dimostrato gran-de spirito appunto perciograve che il principio intorno al quale gira lrsquoelementocaratteristico della sua idea egrave il cardine intorno al quale ha giratolrsquoimminente rivolgimento del mondo Ciograve che egrave razionale egrave reale e ciograve che egrave
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Col togliersi della differenza tra essere e pensiero388 cadono tutti idualismi della storia della filosofia a partire dallrsquoetagrave antica quello traprincipio e principiato389 quello tra metodo e risultato scientifico390
reale egrave razionale [Was vernuumlnftig ist das ist wirlich und was wirlich ist dasist vernuumlnftig]raquo) egrave ripresa prima che qui in SD in DM p 18 laquoCosigrave lalegge della incontraddittorietagrave vale sia per lrsquoessere che per il pensiero per-cheacute a questo livello essi coincidono Questo ndash e non altro soprattutto searricchito di distorte fantasie iperrealistiche ndash vuol dire che il reale egrave razio-nale e che il razionale egrave reale La legge dellrsquoessere egrave legge del pensiero e lalegge del pensiero egrave legge dellrsquoessereraquo
388 Cfr DM p 17 laquoLa battaglia dei giganti della metafisica si consuma nelpensiero percheacute il pensiero e lrsquoessere sono la stessa cosa Il pensiero elrsquoessere sono la stessa cosa percheacute come nulla egrave fuori dellrsquoessere cosigravenulla egrave fuori del pensieroraquo
389 Ogni gerarchia metafisica rigida entra infatti nella circolaritagrave della media-zione onnipervasiva laquoQui si puograve solo allegar questo che non vrsquoegrave nullanulla neacute in cielo neacute nella natura neacute nello spirito neacute dovunque si voglia chenon contenga tanto lrsquoimmediatezza quanto la mediazione cosiccheacute questedue determinazioni si mostrano come inseparate e inseparabili e quellaopposizione come inesistente Per quello poi che riguarda la discussionescientifica le determinazioni dellrsquoimmediatezza e della mediazione e per-ciograve la discussione della loro opposizione e della loro veritagrave si affacciano inogni proposizione logicaraquo (GWF HEGEL Wissenschaft der Logik trad it diA Moni Scienza della Logica 3 voll Laterza Roma-Bari 1974 p 65)
390 Cfr ibidem laquoMa voler venire in chiaro intorno al conoscere prima dellascienza significa pretendere che il conoscere sia esaminato fuori di essascienza Ora si ammetteragrave che fuori della scienza ciograve non si puograve effettuare inmaniera scientifica mentre intanto egrave solo di questa maniera scientifica che quisi trattaraquo Cade a questo proposito la battuta sul fatto che laquovoler conosceredunque prima che si conosca egrave assurdo non meno del saggio proposito diquel tale scolastico di imparare a nuotare prima di arrischiarsi nellrsquoacquaraquoSi tratta qui di quella laquooperazione hegeliana di dimostrare che lrsquoalternativagnoseologistica non crsquoegraveraquo e che laquoegrave ormai unrsquooperazione compiutaraquo cosigrave chelaquoteoreticamente egrave un problema superatoraquo (cfr nota 382)
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quello tra logica e metafisica391 e il sapere assoluto dellrsquoAssolutocome pensiero pensante392 puograve ormai darsi come contenuto opensiero pensato393 il sistema della scienza394
sect 67C) La laquoesposizione di Dio prima della creazioneraquo
Scrive Hegel nella Introduzione al Volume I della Scienza dellaLogica laquoLa logica egrave perciograve da intendere come il sistema della ragio-ne pura come il regno del puro pensiero Questo regno egrave la veritagravecome essa egrave in seacute e per seacute senza velo Ci si puograve quindi esprimer cosigrave
391 Il superamento del dualismo tra logica e metafisica non egrave altro che la dia-lettica la quale sulla via della tradizione platonica e passando per S Tom-maso laquodiventa uno strumento esplicativo molto piugrave potente della metafi-sica tradizionaleraquo (cfr nota 368)
392 Cfr SD pp 70-71 laquoQuesto Ambiente assoluto identificato con questa pro-cedura di carattere filosofico ha gli stessi lineamenti dellrsquoambiente deli-neato dalla fides la fides nel suo aspetto metacategoriale In entrambi i casici si situa o ci si scopre situati (ambientati) assolutamente nellrsquoAssolutoPotremmo denominare questa situazione accomunante fede teologale efilosofia nella sua radicalitagrave esperienza trascendentale dellrsquoAssoluto il cheequivale a dire intendimento assoluto dellrsquoAssoluto visto che trascendenta-le egrave sinonimo di metacategoriale e di pura attivitagrave di pensiero o puropensareraquo
393 Per la differenza e la relazione fra pensiero pensante e pensiero pensatocfr OD p 66 (passo citato alla nota 314)
394 Cfr GWF HEGEL Fenomenologia dello Spirito cit p 4 laquoLa vera figuranella quale la veritagrave esiste puograve essere soltanto il sistema scientifico di essa[das wissenschaftliche System derselben sein] Collaborare a che la filosofia siavvicini alla forma della scienza ndash alla meta raggiunta la quale sia ingrado di deporre il nome di amore del sapere [der Liebe zum Wissen] peressere vero sapere [wirkliches Wissen] ndash ecco ciograve che io mi sono propostoLrsquointeriore necessitagrave che il sapere sia scienza sta nella sua natura e rispet-to a questo punto il chiarimento che piugrave soddisfa egrave unicamente la presen-tazione della filosofia stessaraquo
che questo contenuto egrave la esposizione di Dio comrsquoegli egrave nella sua eter-na essenza prima della creazione della natura e di uno spirito finitoraquo395Lrsquoespressione egrave stata talora assunta come simbolo della smodatapresunzione della filosofia persino con un certo sentore di traco-tanza sacrilega che sarebbe poi passata in giudicato per lrsquointerocorso dellrsquoidealismo tedesco Eppure in Hegel non vi egrave neanchelrsquoombra di unrsquointenzione di questo genere396 e si puograve mostrare chela proposizione corrisponde perfettamente allrsquointelaiatura dellrsquoon-tologia dialettica costituendo in questo senso unrsquoespressione rigo-
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395 GWFHegel Scienza della Logica cit p 41396 Ci si puograve valere per questo di un testimone di primrsquoordine come il teologo
Karl Barth insospettabile di inclinazioni hegeliane anche se tra i piugraveprofondi conoscitori di questa filosofia Nel suo lucidissimo saggio suHegel (in K BARTH Filosofia e rivelazione Silva Editore Milano 1965 tradit introd e note di V Vinay ndash il volume raccoglie diversi saggi Fides quae-rens intellectum Anselms Beweis der Existenz Gottes Muumlnchen Chr KaiserVerlag 1931 e inoltre dallrsquoopera Die protestantische Theologie im 19Jahrhundert Zollikon-Zuumlrich Evangelischer Verlag 1947 i saggi suRousseau Hegel e Schleiermacher) Barth scrive laquoDa questo punto divista si possono intendere tutte le peculiaritagrave formali della filosofia hege-liana Fondata sullrsquoidentitagrave della fiducia in Dio e della fiducia in se stessodeve qui pervenire a un metodo che mai fallisca mai venga menoFondata su questa identitagrave deve mostrare come risultato del pensiero unsistema un calcolo della conoscenza e un bilancio della veritagrave in pareggio[hellip] Se accanto a questa filosofia la teologia in un primo momento sembraimpallidire ciograve non avviene percheacute confutata e dissolta in un modo parti-colarmente pericoloso ed efficace ndash Hegel non pensa minimamente aunrsquoimpresa cosigrave indelicata egli egrave stato in fondo tutta la vita un figlio fede-le dellrsquoIstituto Teologico di Tubinga ndash ma percheacute tutto ciograve che sembra esse-re lo splendore particolare e la particolare dignitagrave della teologia apparequi incomparabilmente meglio custodito e onorato che nelle mani deglistessi teologi (fatta eccezione forse di Tommaso drsquoAquino) percheacute la teo-logia qui alimentata e custodita non viene superata nellrsquoatto di questafilosofia ma ha superato se stessaraquo (pp 385-386)
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rosamente tecnica e meritando una certa attenzione da parte dellateologia anagogica397
Dovendo trovare un laquocominciamento [Anfang]raquo della scienzaHegel dimostra in un ampio scritto introduttivo398 non poter esse-re questo punto di avvio che il sapere puro dellrsquolaquoimmediato inde-terminato [unbestimmt Unmittelbar]raquo coincidente in prima istanzacon lrsquoessere parmenideo399 solo in esso infatti non sussistendo
397 In prima istanza la teologia anagogica non sembra entrarci dato che lolaquosguardo di Dioraquo egrave quello conferito dalla divinizzazione che lrsquouomo rag-giunge per grazia santificante con la mediazione della mente di Cristo maegrave poi vero che laquola mente di Cristo egrave persuasiva percheacute egrave autorevole cioegrave egraveil Principio che fa crescere ciograve che egrave giagrave impresso come struttura originariaquesto egrave il cuore cristico dellrsquoanagogia Il cristocentrismo cosmico egrave la strut-tura originaria che presiede alla ricezione di se stessaraquo (SD pp 10-11)Osservando poi come Hegel si muove si vedragrave che il punto di partenzadella Scienza della Logica egrave proprio quellrsquoambiente assoluto che comepotenza obbedienziale egrave laquola condizione di possibilitagrave del collegamento o dipermeazione osmotica tra fede teologale e pensare puroraquo (ivi p 71 cfranche il contenuto della nostra nota 317) In questo senso il prodotto delpuro movimento del pensiero entro se stesso sembra realizzare con lacontroassicurazione della coscienza di origine empirica (come piugrave avantinel testo si vedragrave) la vera intelaiatura entro cui prende forma lrsquoordine delmondo peraltro senza alcuna pretesa di esaustivitagrave dal lato dellrsquoindivi-duale concreto che resta aperto allrsquoinesauribile ricchezza del contenuto Sitratta in altri termini del luogo tipico in cui la filosofia prende essa stessasu di seacute quella divinitagrave che Padre Barzaghi le riconosce con espressioniforti e decise (giagrave citate alla nota 303) laquoLa teologia egrave la filosofia elevatadalla grazia egrave la divinizzazione della filosofia o la manifestazione delladivinitagrave intrinseca della filosofiaraquo (MSC p 64)
398 Cfr GWF HEGEL Scienza della Logica cit pp 63-81 laquoCon che si deveincominciare la scienzaraquo
399 Cfr ivi pp 65-68 laquoIl cominciamento egrave logico in quanto devrsquoesser fatto nel-lrsquoelemento del pensiero che egrave liberamente per seacute cioegrave nel sapere puro [hellip]La semplice immediatezza egrave essa stessa una espressione di riflessione e siriferisce alla differenza del mediato Nella sua vera espressione questa
219Capitolo III ndash 2 Lrsquoontologia dialettica
ancora alcuna determinazione non crsquoegrave ancora assolutamente nien-te da presupporre neacute da spiegare400
Risulta qui istruttivo seguire lrsquoevolvere delle determinazioni sulpiano storico e sul piano intemporale della dialettica Il filosofo chesi imbatte nellrsquoEssere ndash ossia che si trova per la prima volta nellrsquooriz-zonte del pensiero puro intrascendibile ndash egrave Parmenide che ne dagravetestimonianza nel fatidico frammento 3 del suo Poema401 τ γαρ ατνοεν στιν τε κα$ εναι laquolo stesso egrave infatti il pensare e lrsquoessereraquo Lastoria della filosofia in senso rigoroso comincia qui poicheacute le sia purformidabili intuizioni ioniche e pitagoriche e la stessa sintesiprofondissima della concezione eraclitea del λampγος non sono ancoradel tutto fuori dal linguaggio mitopoietico vale a dire conservano illimite del dogmatismo non essendo ancora in grado di negare fon-
semplice immediatezza egrave quindi il puro essere Come per sapere puro nonsrsquoha da intender altro che il sapere come tale in maniera cioegrave affatto astrat-ta cosigrave anche per essere puro non srsquoha da intender altro che lrsquoessere in gene-rale lrsquoessere e niente piugrave senzrsquoalcunrsquoaltra determinazione e riempimentoraquo
400 Cfr ivi p 68 laquoCosigrave il cominciamento devrsquoessere un cominciamento assolutoo ciograve che in questo caso significa lo stesso un cominciamento astratto Nonpuograve cosigrave presupporre nulla non deve esser mediato da nulla neacute avere alcunaragion drsquoessere Anzi devrsquoesser esso stesso la ragion drsquoessere o il fondamen-to di tutta la scienza Devrsquoesser quindi semplicemente un immediato omeglio soltanto lrsquoimmediato stesso Come non puograve avere una determinazionedi fronte ad altro cosigrave non puograve nemmeno avere alcuna determinazione inseacute non puograve racchiudere alcun contenuto percheacute una tal determinazione ocontenuto sarebbe una distinzione e un riferirsi di diversi lrsquouno allrsquoaltroepperograve una mediazione Il cominciamento egrave dunque il puro essereraquoLrsquoassoluta necessitagrave di questo cominciamento egrave ribadita conclusivamentelaquoQualunque altra forma si prenda per aver altro cominciamento che ilvuoto essere il cominciamento presenta i difetti accennati Quelli che nonrestan contenti di questo cominciamento provino loro a soddisfare al com-pito di cominciar diversamente per scansar poi questi difettiraquo (ivi p 77)
401 H DIELS-WKRANZ Die Fragmente der Vorsokratiker trad it I PresocraticiTestimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 28 B 3
220 A POSTORINO
datamente la propria negazione come accade in Parmenide median-te il rasoio inappellabile dellrsquoassurditagrave del non-essere402
Drsquoaltronde il seme della contraddizione egrave giagrave in Parmenide e vicova silenzioso laquolo stesso egrave il pensare e lrsquoessereraquo egrave inevitabilmenteunrsquoidentitagrave di termini diversi e si potrebbe chiedere al filosofo direndere conto di quella differenza che lrsquoinammissibilitagrave del non-esse-re rende impossibile Parmenide puograve rispondere solo scindendolrsquoessere (uno identico immutabile) dallrsquoapparire (molteplice variodiveniente) e cosigrave in effetti fa ma noi possiamo osservare come allo-ra egli non potrebbe rispondere alla domanda circa la differenza tralrsquoessere e lrsquoapparire se infatti tale differenza sussiste siamo da capoallrsquoinammissibile non-essere (lrsquoessere non egrave lrsquoapparire) se invece nonsussiste allora lrsquointero apparire rifluisce nellrsquoessere con un volumedi non-essere ben piugrave esteso e ormai onnipervasivo (neacute si tratta dispeculazioni nostre lrsquoidentificazione dellrsquoessere con lrsquoapparire egravelrsquoesito relativistico protagoreo dellrsquoeleatismo lrsquoidentificazione dellarealtagrave col non-essere egrave lrsquoesito nichilistico gorgiano) Insomma la dif-ferenza non si lascia rimuovere per dare requie al pensiero e il pen-siero egrave fin dallrsquoinizio nella contraddizione fra essere che coincideperfettamente con la sua estensione e pensare che essendo un pen-sare lrsquoessere almeno per questo lato non egrave lrsquoessere Egrave questa differen-za o contraddizione originaria403 a costituire la dialettica come parte
402 Si tratta della grandiosa figurazione delle laquodue vieraquo laquoOrbene io ti dirograve etu ascolta attentamente le mie parole quali vie di ricerca [ὁδοι hellip διζήσιος]sono le sole pensabili [microοῦναι hellip νοῆσαι] lrsquouna lt che dice gt che egrave e che nonegrave possibile che non sia [ἡ microὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς ἔστι microὴ εἶναι] egrave il sentierodella Persuasione [Πειθοῦς] (giaccheacute questa tiene dietro alla Veritagrave[Ἀληθείηι γὰρ ὀπηδεῖ]) lrsquoaltra lt che dice gt che non egrave e che bisogna che nonsia [ἡ δrsquoὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι microὴ εἶναι] questa io ti dichiaro unsentiero del tutto inindagabile [παναπευθέα] percheacute il non essere neacute lopuoi pensare (non egrave infatti possibile) neacute lo puoi esprimere [οὔτε γὰρ ἂνγνοίης τὸ γε microὴ ἐὸν (οὐ γὰρ ἀνυστόν) οὔτε φράσαις ]raquo (DK 28 B 2 segue il fon-damentale frammento 3)
403 Cfr E SEVERINO La struttura originaria cit il capitolo VIII intitolato laquoIlfondamento come contraddizioneraquo
integrante della struttura originaria Questa differenza poi egrave lrsquoeter-no prodotto dellrsquoeterna potenza negativa che costituisce la sostanzainsieme come soggetto404
Drsquoaltronde i termini contraddittoriamente identificati sono davveroidentici non vi egrave infatti modo di trovare al confronto una differenzaassoluta tra essere e pensiero e lrsquounica differenza sta nel loro essereappunto confrontabili vale a dire nellrsquoessere lrsquouno fuori dellrsquoaltro la dif-ferenza egrave dunque solo relativa cioegrave il pensiero egrave pensiero dellrsquoesserelrsquoessere egrave essere del pensiero Da un punto di vista ontologico il pro-cesso dialettico consiste quindi nellrsquoandare fuori di seacute dellrsquoesseresotto la spinta della negazione prima e nel tornare in seacute sotto la spin-ta della negazione seconda portando nellrsquoin seacute come tolte le determi-nazioni relative al momento dellrsquoesser fuori di seacute405
Stanti cosigrave le cose ossia costituendo la dialettica un ritmo neces-sario e inarrestabile che dal supremamente astratto muove versolrsquoindividuo concreto406 tutto ciograve che resta da fare al pensiero egrave ilpuro stare a vedere ciograve che si svolge davanti ai suoi occhi407
221Capitolo III ndash 2 Lrsquoontologia dialettica
404 Cfr i passi citati alle note 385-386405 Per la doppia negazione dialettica e la determinazione del togliere cfr sect 66
nota 387406 La descrizione che qui abbiamo dato del processo dialettico e che in genere
si dagrave essendo impossibile sottrarsi al condizionamento del linguaggio ordi-nario rischia proprio a causa di questo condizionamento lrsquointerpretazionesnaturante di tipo cronologico (snaturamento che sta alla base per esempiodel cosiddetto laquomaterialismo dialetticoraquo) Dicendo che lrsquoessere va fuori di seacutee che ritorna in seacute togliendo in seacute le determinazioni poste nellrsquoesser fuori di seacuteil linguaggio evoca irresistibilmente una successione cronologica che con ledeterminazioni logiche dellrsquoontologia dialettica non ha proprio nulla a chefare Nessuno dei laquomovimentiraquo della dialettica sarebbe infatti possibile quan-do ciograve che si dagrave come loro risultato non sussistesse originariamente cosigrave cheil fine ultimo del movimento risulti insieme il suo motore primo Questo egravechiarissimo nellrsquointera costruzione hegeliana e se cosigrave non fosse Severinonon potrebbe affatto come invece fa (cfr il passo citato alle note 361 e 380)postulare un assorbimento della dialettica nella struttura originaria
407 Cfr GWF HEGEL Scienza della Logica cit p 67 laquoAffincheacute ora partendo daquesta determinazione del sapere puro il cominciamento resti immanente
222 A POSTORINO
Ciograve che invece egrave importante rimarcare egrave che questo processoinesorabile verso il concreto non egrave affatto un processo formale inquanto resta sotto lo stretto controllo della coscienza empirica408Ciograve che accade nella Scienza della Logica egrave qualcosa che potrebbeessere presentato come unrsquoanamnesi platonica ribaltata Nella dot-trina platonica la conoscenza del mondo intelligibile egrave raggiuntainduttivamente muovendo dalla natura sensibile essendo tuttaviala possibilitagrave stessa dellrsquoinduzione fondata sulla visione originariadellrsquointelligibile vale a dire sulla presenza originaria nel pensierodei modelli assoluti delle forme naturali ai quali dunque le formenaturali rinviano come laquoricordandoliraquo Nella Logica hegeliana in-vece si realizza la pretesa inaudita di laquodedurreraquo il mondo intelligi-bile nella peculiare e unica modalitagrave costruttiva della dialettica409Ora questa modalitagrave costruttiva ci mette di fronte come giagrave egrave statodetto a un processo inarrestabile che rischia di essere scambiatoper un processo formale come tale astrattamente aperto allrsquoinfini-to Ciograve che invece connota il processo come concretamente conte-nutistico egrave il fatto che le determinazioni logiche via via che risulta-
alla scienza di esso non vrsquoegrave da far altro che considerare o meglio non vrsquoegraveda far altro scartando tutte quelle riflessioni od opinioni che si hanno cheaccogliere soltanto ciograve che ci sta dinanziraquo
408 Cfr lrsquoanticipazione di questo fatta alla nota 397409 Lrsquoequivoco deduttivista che ha fatto consumare un inutile fiume di inchio-
stro in critiche mal centrate e mal dirette nasce dal risultare a priori delledeterminazioni dialettiche Si tratta perograve di un a priori sintetico e non anali-tico che non pretende affatto di dedurre il concreto dai suoi principi astrat-ti ma che al contrario costruisce il concreto valendosi della naturale dina-mica per cui lrsquoastratto richiama lrsquoaltro astratto da cui egrave stato separatoNellrsquoandare dallrsquoastratto al concreto della dialettica cioegrave non crsquoegrave affatto ildifetto tipico della deduzione per il quale ciograve che nel concreto dedottoeccede il principio astratto da cui viene dedotto resta materia morta sussi-stente in maniera inspiegata nella dialettica al contrario il concreto risul-tante egrave ricomposto in tutti i suoi momenti ed egrave sempre di piugrave rispetto alprincipio da cui deriva tanto quanto la determinazione dellrsquointero egrave logi-camente superiore a quella della somma delle parti
223Capitolo III ndash 2 Lrsquoontologia dialettica
no come prodotti del processo dialettico vengono riconosciutecome quelle stesse determinazioni che lrsquointelligenza raggiunge perinduzione muovendo dal sensibile nel corso dellrsquointera storia dellafilosofia solo raccolte in unitagrave sistematica Per questo abbiamodetto che si realizza qui qualcosa come unrsquoanamnesi platonicaribaltata nella dialettica platonica egrave il mondo sensibile a laquoricorda-reraquo lrsquointelligibile che gli fa da modello nella dialettica hegelianainvece egrave il mondo intelligibile dialetticamente costruito a laquoricorda-reraquo il mondo sensibile da cui quelle forme intelligibili possono sor-gere per induzione e che dunque egrave a rigore lrsquounico vero modelloconcreto di ogni forma astratta410
Ed ecco infine percheacute come abbiamo detto allrsquoinizio la laquoesposi-zione di Dio prima della creazioneraquo egrave unrsquoespressione tecnica enientrsquoaffatto superba o tracotante Dio egrave qui lrsquoessere per se stessosussistente che si riflette in se stesso come pensiero puro e chemuovendosi entro se stesso ndash laquomovimentoraquo che essendo dialetticoegrave del tutto estraneo al tempo411 e corrisponde allrsquooriginaria totalitagraverelazionale che risulta come laquoprodottoraquo di questo movimento ndashdetermina in se stesso il mondo inteso come mondo divino cheestroflesso creativamente egrave il nostro mondo il quale non puograve nonrinviare a Dio inteso come Dio mondano412
410 Egrave almeno curioso constatare come nella filosofia hegeliana cosigrave spessochiamata in causa polemicamente come aprioristica e deduttivistica sirealizzi in funzione di controllo dei prodotti del movimento a priori delladialettica il piugrave rigoroso empirismo e la piugrave scrupolosa coscienza delcarattere a posteriori della conoscenza in Hegel come in Aristotele ndash dalui considerato come il massimo filosofo dellrsquoetagrave antica e piugrave in generale diogni tempo ndash resta assolutamente vero che nihil est in intellectu quod priusnon fuerit in sensu
411 Cfr quanto detto a questo proposito nella nota 406412 Egrave ovvio che queste determinazioni appartenenti alla teologia anagogica
(cfr DR pp 39-45) sono qui richiamate in un contesto estraneo come ladialettica hegeliana solo per notare come lrsquoassunto e lrsquoesito di questa dia-lettica non sono affatto incompatibili col quadro teoretico generale diquella teologia (il che egrave drsquoaltronde esplicitamente ammesso da PadreBarzaghi cfr nota 382)
Certo si potrebbe obiettare che la dialettica essendo mediazio-ne universale resta sul piano trascendentale ndash nel senso astrattodella coscienza finita ndash mentre questa coscienza trascendentalenon puograve affatto essere rappresentativa dellrsquoessenza divina Dioinfatti conosce in se stesso ogni ente individuo fino al piugrave irrile-vante413 Ma a questa obiezione si puograve rispondere osservando cheil movimento dallrsquoastratto al concreto in cui la dialettica consisteapproda necessariamente al concreto individuo ndash necessariamentein quanto il concreto egrave lrsquooriginario e rispetto ad esso la dialetticanon egrave che la struttura di raccordo di tutti gli astratti nel concretopensata come processo e svolgentesi effettivamente come processoin un intelletto finito Ma lrsquointelletto finito egrave ndash come dice il passohegeliano di apertura ndash parte integrante della creazione mentreniente impedisce di pensare che la esposizione di Dio laquoprimaraquodella creazione ndash vale a dire laquonella sua eterna essenzaraquo ndash possaavere un andamento dialettico nel tacito presupposto che tale dia-lettica approdi ndash sia giagrave da sempre approdata ndash al mondo divino
224 A POSTORINO
413 Si svolge in OD pp 23-24 un laquonuovo argomento inferenzialeraquo circa lrsquoesi-stenza di Dio (ripreso in SD pp 24-25 e ancora pp 341-342) in esso siosserva che laquose tutto egrave eterno anche lrsquoapparire dellrsquoente egrave eterno devequindi continuare ad apparire (eternamente) anche quando non appareDunque se tale apparire non permane nellrsquoorizzonte dellrsquoapparire che egrave lamia coscienza percheacute consta lrsquoapparire-scomparire dellrsquoente deve comun-que continuare ad apparire alla coscienza trascendentale cioegrave allrsquoAssolu-to cioegrave Dioraquo Alla conclusione laquoesiste quindi Dio percheacute deve esistere lascienza onnivisiva di Dioraquo egrave possibile unrsquoobiezione laquonon potrebbe basta-re lrsquoio trascendentale lrsquoatto del pensare cui nulla sfugge mai percheacute se sipensa che qualcosa sfugga lo si pensa comunque e quindi non sfuggeraquoLa risposta allrsquoobiezione egrave laquoNo non basta percheacute lrsquoapparire non sfugge alpensiero puro secondo la sua nozione indeterminata ma sfugge secondola sua determinazione individua Ciograve che appare appare in un mododeterminato e lrsquoapparire che esige lrsquoeternitagrave egrave determinato (es questosospiro) Esso deve continuare ad apparire in modo determinatissimodunque alla sola scienza di Dio cui eternamente appaiono gli eterniraquo(parte di questo passo egrave giagrave stata utilizzata nella nota 290)
225Capitolo III ndash 2 Lrsquoontologia dialettica
inteso nelle piugrave intime pieghe della sua essenza totale Poco impor-ta allora che la nostra coscienza dialettica finita incontri una di-scontinuitagrave e un vuoto tra la piugrave concreta determinazione raggiun-gibile speculativamente e il mondo esistente delle essenze indivi-due tale vuoto egrave per noi ma non egrave in seacute e la garanzia di ciograve stanella necessaria unitotalitagrave originaria414 dove tutto egrave trascendenta-le anche lrsquoessenza individua piugrave irrilevante e lo egrave per il semplicemotivo che tutto egrave uno e che questrsquouno egrave in tutto415
3 IL CONTENUTO DELLA PREMESSA MAGGIORE
sect 68Il contenuto della premessa maggiore
Detto nella maniera piugrave generale il contenuto della premessamaggiore del sillogismo teologico egrave la ragione filosofica ma giagravedalla prima indagine preliminare questo contenuto rivelava unanotevole complessitagrave416 La ragione filosofica non egrave infatti la vuotastruttura formale della coerenza logica coincidente in pratica con lafunzione di controllo del principio di non contraddizione ma egravecome giagrave abbiamo detto lrsquointero sviluppo di ogni virtualitagrave discor-siva attualizzabile sul fondamento della struttura originaria dellanecessitagrave417 Ma questo sviluppo discorsivo dellrsquooriginario non egrave
414 Cfr SD pp 22-23 laquoUnitotalitagrave egrave in qualche modo lrsquoaltro nome dellrsquoessereSe nulla cade fuori dellrsquoessere lrsquoessere egrave tutto egrave tutto e ogni cosa O me-glio lrsquoessere esprime tutto e ogni cosa La nozione di essere o ente egrave on-nicomprensiva e onniespressiva Tutto ciograve che in qualunque modo egrave rien-tra nellrsquoorizzonte di comprensione e di espressione dellrsquoessere o ente Par-lare di essere e parlare di tutto da questo punto di vista egrave equivalenteraquo
415 Cfr SD p 148 laquoLa razionalitagrave ndash lrsquoordine della esprimibilitagrave e della concet-tualizzabilitagrave ndash si offre in un telaio basilare che egrave il Quadro Fondativo di ognidiscorso Si tratta della ldquostruttura originariardquo omnia in omnibus et quodlibetin quolibet Dio egrave lrsquoAssoluto dentro e oltre ogni determinazioneraquo
416 Cfr cap II n 2 sect 62417 Cfr nota 358
226 A POSTORINO
poi altro che lrsquoinsieme delle filosofie storicamente attestate418 e per-sino di quelle future419 cosigrave che il contenuto della premessa mag-giore viene a configurarsi in seconda approssimazione come phi-losophia perennis vale a dire come il progressivo sedimentare nellacoscienza filosofica delle determinazioni dellrsquooriginario intesocome unitotalitagrave concreta
Una di queste filosofie egrave lrsquoontologia dialettica hegeliana la qua-le per un verso egrave appunto una fra le tante per un altro verso egravequella fra tutte che presenta ogni filosofia come momento di ununico sviluppo organico420 dunque che cerca di delineare il qua-dro fondativo proprio della philosophia perennis mostrando che lasedimentazione storica non egrave casuale e scollegata ma egrave il progres-sivo mostrarsi di ciograve che in seacute egrave fin dal principio unitagrave sistematicaEgrave quindi naturale che Severino nello sviluppare la prospettiva del-lrsquooriginario senta di dover fare i conti con la dialettica (la quale hapur fatto apparire al suo maestro Bontadini la dimensione del con-temporaneo in filosofia) e li fa assorbendola ontologicamente acondizioni date nella struttura originaria421
Egrave solo a questo punto che Padre Barzaghi arriva ad affermareche laquola premessa maggiore del sillogismo teologico egrave data dallafilosofia severinianaraquo422 pur con tutte le precisazioni necessarie423
418 Cfr nota 359419 Cfr nota 360420 Cfr JN FINDLAY Hegel a re-examination Allen amp Unwin Ltd 1958 trad
it Hegel oggi Isedi 1972 p 380 laquoA questo punto ci possiamo riferire allegiustamente famose Lezioni sulla storia della filosofia [GWF HEGELVorlesungen uumlber die Geschichte der Philosophie 1a ediz Del Michelet 1833-36] nelle quali Hegel cerca di mostrare con inconcepibile altezza di sape-re e di intendimento come in ogni tempo sia esistita una sola e unica filo-sofia necessariamente dotata di una serie di lati distinti e come la succes-sione storica dei sistemi filosofici non sia casuale ma rappresenti la neces-saria linea di sviluppo del sapere-di-seacute pensanteraquo
421 Cfr il passo di Severino giagrave ripetutamente citato note 361 e 380422 OD p 23 cfr nota 376423 Cfr nota 378
227Capitolo III ndash 3 Il contenuto della premessa maggiore
Questo perograve significa che il contenuto della premessa maggioreegrave tutta la filosofia che in qualunque tempo sia attualmente tale ndashossia incremento discorsivo di quella parte dellrsquooriginario giagraveacquisita allrsquoorizzonte della coscienza filosofica Si trova qui la phi-losophia perennis giagrave sedimentata e quella in corso di sedimentazio-ne fino ad ogni movenza della speculazione pura che sviluppan-dosi lungo le nervature dellrsquooriginario continui indefinitamentead incrementare il processo del suo disvelamento Il contenutodella premessa maggiore egrave con le precisazioni giagrave fatte e senzaulteriori specificazioni la filosofia come tale424
424 Alla filosofia si deve in linea di principio aggiungere la laquoculturaraquo (cfr DRp 29 laquoSi deve dire perciograve che lrsquoitinerario della risoluzione-composizioneteologica va dallrsquoimplicito (rivelazione) allrsquoesplicito (teologia) attraverso ilcriterio razionale della filosofia e della culturaraquo) Considerando infattilrsquointero momento della resolutio di laquocritica razionaleraquo (cfr ivi p 31) si vedecome la positio interna egrave definita laquosenso comune e culturaraquo (ivi p 51) e chelrsquoulteriore analisi vede la positio del laquosenso religiosoraquo la resolutio del laquosensocomuneraquo e la compositio della laquoculturaraquo (ivi p 57) La ragione di questoampliamento del contenuto della premessa maggiore risulta chiara dallrsquoarti-colazione nel dettaglio della dialettica di critica razionale (ivi pp 57-69)dove si coglie analiticamente il sorgere della filosofia dalla cultura nonessendo altro la filosofia che laquouna riflessione critica sul senso comune infunzione giustificativaraquo (ivi p 51) Giagrave unrsquoanticipazione perograve ci permettedi semplificare il problema quanto meno al livello di focalizzazione pro-prio del presente studio laquoIl plesso originario della riflessione filosoficacomprende anche la cultura in senso piugrave elevato Potremmo dire che lacultura egrave la sapienza umana speculativo-pratica posseduta in modo abi-tuale ma a livello opinabile e pre-critico cioegrave pre-filosoficoraquo (ivi p 52)Questo in veritagrave taglia la testa al toro e ci permette di parlare per ciograve cheriguarda il contenuto della premessa maggiore senza riserve di filosofiacome tale come abbiamo fatto nel testo Se infatti egrave vero che nei modelliesplicativi della scienza teologica si egrave spesso fatto ricorso a figurazionianalogiche appartenenti genericamente allrsquoambito della cultura ma privedi vera necessitagrave filosofica (si pensi tanto per esemplificare alle figurazio-ni della teologia trinitaria) resta comunque il fatto che ragionando in
228 A POSTORINO
Per finire ci sarebbe ancora da osservare che il contenuto dellapremessa maggiore non egrave materialmente diverso da quello dellapremessa minore Il contenuto della premessa minore egrave la Rivela-zione ossia pensando al rivelato implicito virtuale425 egrave la stessaEssenza divina come totalitagrave di ogni realtagrave e in questo senso la Ri-velazione egrave originaria e necessaria426 La vera differenza tra le pre-messe sillogistiche sta nella forma entrambe contengono lrsquounitota-litagrave ma nella premessa minore in forma inevidente e in gran parteimplicita nella premessa maggiore in forma evidente e in granparte solo formale Il movimento della scienza teologica egrave cosigrave unpassaggio del contenuto della premessa minore dallrsquoimplicito allrsquoe-splicito con la mediazione della premessa maggiore la quale con-tiene la struttura originaria in quanto nota e permette cosigrave chelrsquoesplicitazione sia insieme un entrare nella struttura della scienzarazionale necessaria La scienza teologica diciamo cosigrave egrave il pro-
linea di principio sulla struttura del sillogismo teologico ed essendo inesso la specifica funzione della premessa maggiore quella di mediare icontenuti rivelati in direzione della veritagrave razionale conosciuta che egravecomunque parte della struttura originaria non puograve sussistere in questrsquoam-bito un contenuto qualunque che possa figurare nel pre-filosofico Talecarattere infatti non si puograve porre che nellrsquoorizzonte filosofico cosigrave che lapre-filosofia se crsquoegrave ndash ossia se egrave posta ndash lo egrave come tolta (cfr E SeverinoLa struttura originaria cit pp 134-135 laquoDato che la precedenza di un qual-siasi tipo di sapere (e quindi di realtagrave) rispetto al sapere filosofico vienestabilita solo allrsquointerno di questo sapere ne viene allora che qualora siastabilita in altro modo questo stabilire non ha maggior fondamento di ciograveche egrave stabilito come una precedenza e rientra esso stesso nellrsquoorizzontedel precedente Onde esso stesso puograve essere posto solo nellrsquoapertura delsapere filosofico [hellip] Neacute puograve essere diversamente percheacute se il prefilosofi-co giustificasse il suo negare la negazione di seacute medesimo cioegrave se si sapes-se davvero tener fermo di contro alla negazione che gli srsquoappunta essonon sarebbe piugrave il prefilosofico ma filosofare in atto se per ldquofilosofiardquo siintende lrsquoapertura del fondamento di ogni possibile sapereraquo)
425 Cfr per questo concetto cap I n 2 sect 56 e nota 284426 Cfr cap I n 2 sect 57 primo capoverso e note 285-287
229Capitolo III ndash 3 Il contenuto della premessa maggiore
gressivo integrarsi di Dio per la nostra coscienza contenutistica inquella struttura originaria della Totalitagrave che Dio per se stesso egrave dasempre e per sempre e le due premesse del sillogismo teologicoospitano la prima Dio nel suo darsi implicito alla fede la secondaDio nel suo darsi esplicito alla ragione La scienza teologica egrave ildarsi di Dio alla creatura razionale
4 LrsquoINTRASCENDIBILE ONTOLOGICO
sect 69Lrsquointrascendibile ontologico
Abbiamo esaminato le ragioni legittime per le quali Padre Barzaghisi dissocia in sede metodologica da qualunque valenza ontologicadella dialettica427 Ora bisogna portare lrsquoattenzione su quel lato del-lrsquointera strutturazione di campo per il quale lrsquointero movimento logi-co mediante il quale si va costituendo la scienza teologica egrave al di lagrave diqualunque possibile dubbio un movimento che si realizza nellastruttura stessa dellrsquoessere dunque trattandosi di un movimentodialettico bisogna osservare che almeno da questo lato la dialetticaha una valenza ontologica
Scrive Padre Barzaghi laquoTuttavia riconosciamo che avendo a chefare la teologia con il pensiero creatore e rivelatore di Dio questeleggi dialettiche di ordine puramente logico assumono una rilevan-za anche ontologica almeno dalla parte del modo con il quale ilmondo creato da Dio ci immerge nel pensiero di Dio [hellip] Lo stessomondo dalla parte di Dio egrave il modo con il quale Dio pensa se stessocome intelligibile dallrsquoaltro da seacute [hellip]raquo428
Ora noi sappiamo giagrave che non crsquoegrave affatto bisogno di questocavallo di Troia per far penetrare lrsquoontologia dialettica nella teoresi
427 Cfr n 1 sect 64428 DR pp 21-22 Questa strutturazione necessaria dei termini della divina rive-
lazione coi relativi problemi egrave stata giagrave trattata in cap I n 2 sect 56 terzocapoverso con riferimento ai testi di Padre Barzaghi nelle note 270-274
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della teologia anagogica e non ce nrsquoegrave affatto bisogno percheacute il rico-noscimento di questa strutturazione dialettica dellrsquooriginario egrave aper-to e scontato429 La ragione per cui il passo citato egrave interessante nel-lrsquoeconomia generale della nostra indagine egrave invece la seguente se ilcoinvolgimento del piano ontologico da parte della struttura dialet-tica non riguarda solo il fondo originario costituente il contenutodella premessa maggiore ma ndash come drsquoaltronde non puograve non esserendash lo stesso movimento logico in cui si esprime la dinamica metodo-logica che fa della premessa maggiore soltanto una delle polaritagrave sucui si incardina il movimento stesso ndash movimento che non puograve cherealizzarsi su quel fondo originario ndash allora tra dialettica logico-metodologica e dialettica ontologica si viene a stabilire un precisorapporto di mutua inclusione del quale andiamo ora a parlare
5 LOGICA DEL PROBABILE E LOGICA DELLrsquoINCONTROVERTIBILE
sect 70A) La logica del probabile
Nella dialettica metodologica ascensivo-discensiva mediante laquale dallrsquoenunciato problematico ci si porta allrsquointerno della totalitagraverelazionale per quanto essa egrave nota alla ricerca del medio dimo-strativo che costituisce il percheacute proprio dellrsquoenunciato dunque siindividuano le premesse sillogistiche discendendo dalle quali si ot-tiene lrsquoenunciato in forma di conclusione dimostrativa scientifica430il punto di partenza non egrave il sistema relazionale ndash nel qual caso il
429 Cfr n 2 sect 65 ultimo capoverso e nota 382 Srsquointende che lrsquoontologia dia-lettica di cui qui si parla passando per il vaglio severiniano si egrave giagrave libera-ta da qualunque pregiudiziale cronologica (cfr nota 406) venendo cosigrave acoincidere con la totalitagrave relazionale originaria che egrave condizione di possibi-litagrave di qualunque movimento dialettico possa offrirsi come tale sul pianodel disvelamento discorsivo dellrsquooriginario
430 Cfr cap II n 2 sect 61
231Capitolo III ndash 5 Logica del probabile e logica dellrsquoincontrovertibile
sillogismo funziona come semplice esplicitazione dellrsquoimplicito ndashma una certa determinata relazione espressa da un enunciato pro-blematico la quale non puograve entrare a far parte del sistema dellascienza se non mediante lo sviluppo dimostrativo che il sillogismocostituisce431
Essendo il punto di partenza un immediato la mediazione ndashposto che ci sia432 ndash egrave da trovare serve cioegrave una vera inventio medii433in cui lrsquointelligenza del ricercatore si muova liberamente risalendo ediscendendo lungo lrsquoalbero gerarchico delle essenze fino a trovare losnodo nel quale gli estremi sono il soggetto e il predicato dellrsquoenun-ciato problematico e il medio egrave appunto il medio dimostrativo cer-cato che permetteragrave la costruzione sillogistica
Il movimento dellrsquoinventio si svolge cosigrave in una logica del probabile434ossia in una prospettiva nella quale la prova della veritagrave dellrsquoenun-
431 Cfr cap II n 2 sect 60432 Se la mediazione si trova assumendo lrsquoenunciato problematico laquoLrsquouomo egrave
liberoraquo rinvenendosi come medio il concetto di laquorazionaleraquo (PMINlaquoLrsquouomo egrave razionaleraquo PMAG laquoogni razionale egrave liberoraquo CONC laquoLrsquouomo egraveliberoraquo egrave lrsquoesempio che si trova in DR p 26 e in MSC p 61) nessunamediazione si potragrave trovare per lrsquoenunciato poniamo laquoLrsquouomo egrave uncavalloraquo o comunque per una struttura relazionale non attestata nel siste-ma razionale della veritagrave in quanto auto-contraddittoria
433 Cfr Dialettica della Rivelazione la teologia fra theoria ed episteme cit allanota 322
434 Cfr G BARZAGHI Il luogo poetico e contemplativo del sapere filosofico-teologicoLrsquoanima del giudizio scientifico in laquoDivus Thomasraquo 2 (2007) (da qui in avan-ti LPC) p 200 qui la laquologica del probabileraquo viene identificata con la dialet-tica come laquologica del concreto o dellrsquointeroraquo e contrapposta laquoalla logicascientifica che egrave lrsquoanaliticaraquo In La dictio trinitaria la processione del Logoscome condizione metafisica di ogni esprimibilitagrave e comunicazione (corso tenutoda Padre Barzaghi nel 2deg semestre dellrsquoAA 2007-2008 per il Dipartimentodi Teologia Sistematica presso la Facoltagrave Teologica dellrsquoEmilia Romagna)la logica del probabile viene ancora identificata con la dialettica e con lalogica dellrsquointero ma con la precisazione che egrave tale in Dio mentre per noi egraveappunto logica del probabile Mentre la ragione scientifica procede secondo
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ciato problematico costituita dal poterlo porre come conclusione diun sillogismo scientifico deve ancora essere fornita Nella logicadel probabile la dialettica funziona come il movimento della provache toglie cosigrave il provabile nel provato
sect 71B) La logica dellrsquoincontrovertibile
Se nella logica del probabile la dialettica egrave vista come in movimen-to abbiamo peraltro giagrave osservato come la dialettica purificata daqualunque isteresi cronologica dal discorsivo435 coincida con la stes-sa strutturazione originaria della totalitagrave esprimendo lrsquouniversalerelazionalitagrave e togliendo qualunque isolamento come astrazione436 Sitratta di quella seconda accezione della dialettica che abbiamo trova-to dichiarata allrsquoinizio del capitolo437 per la quale essa viene a porsicome logica dellrsquoincontrovertibile438
Nella logica dellrsquoincontrovertibile la dialettica egrave originariamentetolta in quanto tale logica coincide con la struttura originaria nellaquale la totalitagrave degli enti si trovano interrelati in maniera univocae dunque la loro essenza relazionale si trova definita in manierairrevocabile quale in unrsquoottica processuale si potrebbe pensarecome il risultato ultimo di un processo dialettico integrale
le ragioni proprie giagrave trovate la logica del probabile procede per communiasul piano analogico in cerca appunto delle ragioni proprie con le qualilrsquoenunciato problematico possa essere provato Questo concetto del probabi-le etimologicamente egrave quello corrente (probabilis da probare ossia veritagravesolo ipotetica che deve ancora essere provata) ma lrsquoaccento semanticonon va come nel comune uso dellrsquoaggettivo sul difetto dellrsquoattuale assen-za di prova (= non egrave provato quindi anche se egrave probabile puograve ancora nonesser vero) ma sulla dimensione costruttiva della dimostrazione (= non egraveancora provato ma egrave in grado di esserlo)
435 Cfr nota 406436 Cfr cap II n 2 sect 61 ultimi due capoversi note 349-350437 Cfr n 1 sect 63 [b]438 Cfr n 1 sect 63 e nota 367
233Capitolo III ndash 5 Logica del probabile e logica dellrsquoincontrovertibile
Essa perograve puograve sempre essere suscitata in forma discorsiva pren-dendo un aspetto di movimento analogo a quello della logica delprobabile e questo ogni volta che si voglia dimostrare lrsquoincontro-vertibilitagrave di unrsquoaffermazione mostrando la contraddittorietagrave dellasua negazione Questo movimento egrave infatti possibile solo in quantoessendo tutto connesso con tutto la negazione di qualunque ele-mento dellrsquoinsieme urta contro lrsquointera struttura dellrsquoinsieme mede-simo439 che lascia per cosigrave dire a quellrsquoelemento solo la parte che egrave
439 Nella Scienza della Logica cit Hegel nella Nota I del Capitolo I difenden-do lrsquoidentitagrave dialettica del puro essere col puro nulla contro le critiche delsenso comune scrive laquoUn essere determinato finito egrave un essere che siriferisce ad altro egrave un contenuto che sta in un rapporto di necessitagrave con unaltro contenuto con il mondo intiero Riguardo alla reciproca dipendenzadellrsquoinsieme la metafisica poteacute giungere alla affermazione (sostanzialmen-te tautologica) che se venisse distrutto un granello di polvere rovinerebbelrsquointiero universo Se nelle istanze che vengon fatte contro la proposizionein questione qualcosa non si mostra indifferente quanto al suo essere onon essere ciograve non egrave giagrave a cagione dellrsquoessere o non essere ma a cagionedel contenuto di codesto qualcosa per cui viene a connettersi con un altroqualcosa Quando si presuppone un contenuto determinato un qualchedeterminato esistere questo esistere essendo determinato sta in una mol-teplice relazione verso un altro contenuto Per quellrsquoesistere non egrave alloraindifferente che un certo altro contenuto con cui sta in relazione sia o nonsia peroccheacute solo per via di tal relazione esso egrave essenzialmente quello cheegraveraquo (pp 90-91) Poco piugrave avanti nella stessa Nota I Hegel osserva che egraveproprio la mancata considerazione della necessitagrave di questa connessionetotale a fondare la critica kantiana dellrsquoargomento ontologico anselmianosolo infatti quando si faccia astrazione da essa per i cento talleri egrave indifferen-te essere o non essere ai fini del concetto laquoIl concetto dei cento talleri diceKant non viene accresciuto per il fatto che sian percepiti Concetto significaqui i giagrave accennati cento talleri quale oggetto di rappresentazione isolata Oraisolati a questo modo i cento talleri son certo un contenuto empirico matagliato fuori senza connessione e senza determinatezza contro altro laforma dellrsquoidentitagrave con seacute toglie loro la relazione ad altro e li rende indiffe-renti ad essere percepiti o noraquo (p 91) Ma questo ndash continua Hegel ndash
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fattualmente sua e negando la quale lrsquoelemento che non puograve libe-rarsi di questa parte che egrave la sua essenza e subisce peraltro la suanegazione non puograve che costituirsi come unrsquoauto-contraddizione
sect 72C) La mutua inclusione
Possiamo ora vedere conclusivamente che la dialettica intesacome logica del probabile e la dialettica intesa come logica dellrsquoincon-trovertibile si pongono fra loro in un rapporto di mutua inclusione440
Chiamando con una certa astrazione semplificatrice la prima dia-lettica metodologica e la seconda dialettica ontologica risulteragrave chia-ro prima di tutto che la dialettica ontologica la quale egrave di fattolrsquoontologia dialettica intesa come struttura originaria dalla quale sedi-menta la philosophia perennis in quanto contenuto della premessamaggiore441 egrave inclusa nella dialettica metodologica come soltantouno dei suoi momenti logici strutturali
egrave un falso concetto dei cento talleri poicheacute questi hanno la loro vera essenzasolo nella relazione concreta ad altro ossia nella relazione ad un percipienteper il quale fa differenza che essi appartengano realmente al suo patrimo-nio oppure no Ed ecco la ragione del successo della critica kantiana e perconverso il suo difetto laquoQuesta critica si egrave resa generalmente plausibile acagione del suo esempio popolare Chi non sa che cento talleri reali sondiversi da cento talleri semplicemente possibili Chrsquoessi costituiscono unadifferenza nel mio patrimonio Poicheacute questa diversitagrave si mostra cosigrave facil-mente nei cento talleri il concetto (cioegrave la determinatezza del contenutocome vuota possibilitagrave) e lrsquoessere son diversi uno dallrsquoaltro Dunque ancheil concetto di Dio egrave diverso dal suo essere e come dalla possibilitagrave deicento talleri io non posso produrre la lor realtagrave cosigrave dal concetto di Dionon posso ldquoscernere e cavar fuorirdquo la sua esistenza mentre in questo scer-nere e cavar fuori lrsquoesistenza di Dio dal suo concetto ha da consistere laprova ontologicaraquo (pp 95-96) La critica della prova ontologica si basaquindi su unrsquoastrazione poicheacute per lrsquoessere determinato non egrave affattoindifferente essere o non essere
440 Egrave quanto egrave stato anticipato al termine del n 4 sect 69441 Cfr n 3 sect 68
235Capitolo III ndash 5 Logica del probabile e logica dellrsquoincontrovertibile
Ma in secondo luogo riprendendo lrsquoosservazione che il movimen-to logico in cui consiste la sillogistica e che costituisce la logica delprobabile non puograve in nessun modo restare fuori della dimensioneontologica442 risulteragrave altrettanto chiaro come lrsquointera dialettica meto-dologica nella sua apparente contingenza443 sia solo un momentodella dialettica ontologica intesa strutturalmente come totalitagrave concre-ta originaria e che quindi la prima egrave inclusa nella seconda come reci-procamente la seconda era risultata inclusa nella prima
442 Cfr il passo da DR pp 21-22 citato al sect 4 In una prospettiva piugrave stretta-mente sistematica mette conto di riportare il passo di SD p 60 giagrave citatonella nota 349 laquoIn senso strutturale il sillogismo dimostrativo egrave lrsquooriginarioil nostro discorso sillogistico egrave lrsquooriginato La razionalitagrave sta allrsquoorigine dellalibertagrave dellrsquouomo anche se nella proposizione che la riconosce comparesolo alla fineraquo
443 Per il toglimento nella scienza dellrsquooriginario di ogni contingenza cfr SDp 207 dove la riconduzione della stessa logica dellrsquoastratto alla logica delconcreto si vale del teorema di Leibniz secondo il quale la conoscenza com-pleta di una singola monade implicherebbe lrsquoapparire come necessario diogni singolo accadimento fortuito e apparentemente inessenziale riferibile aquellrsquoindividuo in cui la monade consiste sapremmo cosigrave che Giulio Cesaredoveva passare il Rubicone e questo gesto sarebbe ricavato analiticamentedallrsquoessenza di Cesare (in quanto originariamente connessa con lrsquointerouniverso)
236 A POSTORINO
CAPITOLO IV
1 TEOLOGIA E STRUTTURA ORIGINARIA
sect 73A) Lrsquoessenza del Cristianesimo
Lrsquoopzione di Padre Barzaghi per la filosofia severiniana come qua-dro di riferimento per la teologia cristiana444 sembra in attrito col fattoche Severino il quale pur proviene dal magistero bontadiniano portan-done una traccia profonda abbia successivamente preso le distanzedal Cristianesimo sviluppandone una critica radicale e riconducendo-lo da ultimo alla laquofolliaraquo nichilistica dellrsquoOccidente445
444 Cfr nota 378445 Cfr cap I n 2 sect 58 e nota 296 Riferendosi al nodo Bontadini-Severino
Vittorio Mathieu (citato da Bausola in laquoNeoscolastica e spiritualismoraquo citalla nota 374) parla anche se in un senso essenzialmente filosofico dilaquoapostasia severinianaraquo (p 326) e in linea di massima il vero legame di Se-verino col Cristianesimo al di lagrave della sua eclatante rottura con la Chiesaresta problematico Padre Barzaghi tematizza la questione in SD cap VIInei paragrafi intitolati laquoLrsquoobiezione di Severinoraquo (pp 295-298) e laquoRispo-steraquo (pp 298-308) e osserva a) che la sua adozione della filosofia severi-niana non implica neacute che questa filosofia sia Cristianesimo neacute che Severi-no debba essere cristiano b) che drsquoaltro canto dal fatto che qualcuno nonsi dica cristiano laquonon segue che non possa esserloraquo (p 305) Per il primolato Padre Barzaghi afferma semplicemente di fare con Severino ciograve che STommaso ha fatto con Aristotele e Bontadini con Gentile per il secondoricorda con forza il debito di Severino verso il Cristianesimo al di lagrave dellasua presa di distanza laquoLa filosofia di Severino egrave una sineddoche logica delCristianesimo Ne prende lrsquoossatura e ne lascia la carne cioegrave la vitametaforizzando concettualmente il suo contenuto piugrave profondo tanto darendersi ultimamente debitrice dello stesso linguaggio E il desiderosodibattito con il pensiero cristiano egrave il segno piugrave evidente del fatto che lafilosofia di Severino si comporta come le ossa aride di Ezechiele 37 aspiraalla carne viva e vitale del Cristianesimo Del resto lrsquounico interlocutorerazionale egrave rimasto per lui il Cristianesimo il laicismo non se ne curacome non si cura del Cristianesimoraquo (p 306)
La posizione laquostoricaraquo (o meglio piuttosto mediatica) della que-stione egrave tale da averla talora ridotta a poco piugrave che una bega acca-demica intorno a proprietagrave e prioritagrave autoriali (e non egrave purtroppoimprobabile che la cosa venga intesa in questo modo anche damolti di quegli addetti ai lavori che pur dovrebbero elevare il giu-dizio su un piano di maggiore profonditagrave e respiro)
In veritagrave la questione egrave enorme percheacute ciograve che egrave in gioco egrave da unlato lrsquoesito estremo e invalicabile dellrsquooggettivismo moderno nel suopiugrave radicale disincanto dallrsquoaltro lrsquoessenza stessa del Cristianesimoche ci si chiede se possa sopravvivere a questo consuntivo finale Ilproblema cioegrave non egrave se Severino si ritenga cristiano e per conseguen-za se la sua filosofia sia o non sia idonea ad inquadrare una teologiacristiana Al contrario il problema egrave se il Cristianesimo sia idoneo adinquadrarsi in quel rigoroso sistema della necessitagrave oggettiva che si egraveandato dispiegando alla coscienza filosofica in ormai quasi tre millen-ni e alla cui esposizione Severino ha dedicato tutta la sua attivitagrave446
La risposta di Padre Barzaghi egrave non tanto che il Cristianesimo egraveidoneo a inquadrarsi in questo sistema (quasi dovesse sostenerelrsquoesame estrinseco di un criterio indipendente) quanto che questosistema rappresenta il vero oggetto di una coscienza cristiana concepi-ta come tale da un pensiero che abbia riportato il Cristianesimo rive-lato alla fede alla sua vera essenza che appunto quella fede rivela447
Questo riporta lrsquoattenzione sulla giagrave detta relazione fra Cristia-nesimo e religione448 Mentre infatti la religione egrave la via ascensivache non riesce a superare lrsquoumanizzazione di Dio il Cristianesimo
237Capitolo IV ndash 1 Teologia e struttura originaria
446 Per il riconoscimento in Severino del carattere in un certo senso monote-matico della sua intera opera gravitante sullrsquoesposizione della strutturaoriginaria della necessitagrave cfr la nota 379
447 Cfr cap I n 2 sect 58 con le note 297-303448 Cfr cap I n 2 sect 58 con le note 304-306 Egrave qui da aggiungere che il termine
religione egrave passibile di una sostanziale rivalutazione (cfr SD p 338) a partiredal concetto giobertiano della sua identitagrave con la relazione in questo senso essasarebbe il legame universale di tutto con tutto coincidente con lrsquoatto creativo(cfr SD p 238) e sarebbe religione metafisica non volontaristica o moraleQuesto perograve riguarda la rivalutazione di un termine a indicazione di un diver-so concetto non del concetto che con quel termine tradizionalmente si indica
238 A POSTORINO
egrave la via discensiva che ha come esito inaudito la divinizzazionedellrsquouomo per grazia santificante In questo senso tra Cristianesi-mo e religione come si egrave giagrave detto non si dagrave neanche complemen-taritagrave ma netta opposizione e il Cristianesimo egrave in un certo sensoil toglimento della religione intesa in senso tradizionale449 Togli-
449 Si allarga qui una problematica vastissima che conferma la mera apparenzadi angustia scolastica della questione del rapporto fra teologia cristiana e filo-sofia severiniana Che il Cristianesimo non sia una religione fra le altre ma lareligione assoluta che realizza il capovolgimento dialettico della religione infilosofia egrave uno dei risultati della speculazione hegeliana per la quale ciograve cheper la teologia egrave il carattere di assoluto dono della grazia santificante o divi-nizzante viene reso con lrsquoequivalente dellrsquoattribuzione al Cristianesimo dellanatura di religione assoluta ovvero di religione rivelata che lrsquoattesa escatologi-ca sia almeno per un verso terminata e che per questo verso lrsquoindefinitaestensione del futuro ricada nellrsquoassoluta presenzialitagrave del regno escatologicorealizzato egrave espresso da Hegel in passi di plastica rilevanza Si veda peresempio circa lrsquoassolutezza della rivelazione laquoChe perograve per lrsquouomo inquanto egli egrave suscettibile del divino debba esistere anche lrsquoidentitagrave dellanatura divina e umana di ciograve gli uomini acquistarono coscienza in maniera imme-diata in Cristo come in colui nel quale la natura divina e lrsquoumana sono in seacuteuno stesso Questo egrave adunque appunto accaduto nel mondo che lrsquoassoluto egravestato rivelato come il concreto e precisamente non solo nel pensiero inmaniera generale come mondo intelligibile ma in quanto lrsquoassoluto si egraveavanzato in se stesso sino alla sua ultima intensitagrave In tal modo esso egrave un seacutereale un io lrsquoUniversale assoluto lrsquoUniversale concreto che egrave Dio e inoltrelrsquoassoluto contrapposto di questa determinazione lrsquoassoluto finito esistentein spazio e tempo ma questo finito determinato come Seacute in unitagrave conlrsquoeterno Lrsquoassoluto inteso come concreto la unitagrave di queste due determina-zioni assolutamente differenti ecco il vero Dio ciascuna di esse egrave astratta elrsquouna di esse per seacute non egrave dunque ancora il vero Dio Che gli uomini abbianocosigrave in questo compimento avuto coscienza del concreto come Dio ciograve fa ilrivolgimento della storia mondiale [corsivi nostri]raquo (GWF HEGELVorlesungen uumlber die Geschichte der Philosophie 1a ediz Del Michelet 1833-362a ediz 1840-41 dalla quale la trad it Lezioni sulla storia della filosofia a curadi Codignola e Sanna La Nuova Italia 1973 3 I p 94) Da questo punto divista la perfezione della religione intesa in senso categoriale egrave raggiunta
239Capitolo IV ndash 1 Teologia e struttura originaria
dallrsquoebraismo nel quale la trascendenza di Dio egrave assoluta e la divinizzazionedel cosmo egrave posta al termine di una attesa Che lrsquoattesa sia finita e la Promessasia adempiuta egrave invece il portato della rivelazione cristiana nel cui laquogiagrave e nonancoraraquo escatologico egrave contenuto il giagrave che significa lrsquoinstaurazione dellrsquoeter-nitagrave mentre il non ancora significa la persistenza in essa della coscienza fini-ta che impedisce il darsi nellrsquoevidenza della totalitagrave degli enti immersi nellatotalitagrave delle relazioni la quale resta accessibile solo nella modalitagrave poeticadellrsquoesperienza mistica Tornando alla vera sostanza di questo problema ealla mera apparenza della sua angustia dottrinaria ci troviamo di fronte aduna situazione estremamente significativa Di fronte ndash ragionando col metrocorrente ndash a un autore che valorizza lrsquoopera di un altro in un quadro chelrsquoaltro afferma di non condividere e allrsquoaffermazione del primo che lrsquooperadellrsquoaltro valorizzata ha alle sue fonti proprio quel quadro egrave inevitabile ilsospetto che questo primo autore stia facendo di necessitagrave virtugrave approprian-dosi ciograve di cui ha bisogno per misconoscere il debito Solo che qui questoschema puograve attecchire solo a un livello di straordinario semplicismo poicheacutela presenzialitagrave assoluta del Cristianesimo e il suo infrangere sorgivamente loschema religioso della trascendenza e dellrsquoattesa sono un dato emergentenellrsquointera storia della teologia cristiana fin dalle origini ed egrave davvero moltostrano che questo non venga riconosciuto subito senza ulteriori problematiz-zazioni egrave come se due millenni di persistente interpretazione religiosa delCristianesimo ci avessero disabituato a pensarne lrsquoessenza originaria e selrsquoistanza di Padre Barzaghi ndash che egrave poi come lui stesso continuamentemostra quella della teologia primitiva paolina e giovannea della mistica edella via maestra della speculazione cristiana da Tommaso a Eckhart aCusano a Gioberti ndash fosse quasi un suo modo personale di deformare ilCristianesimo per adattarlo alla filosofia di Severino ndash come lo stessoSeverino sembra a un certo momento intendere (cfr AMD p 72 doveSeverino afferma laquoHo sinceramente qualche perplessitagrave che questo sia ilCristianesimo e credo che questa sua spoliazione ne sia anche lrsquouccisioneUnrsquouccisione sulla quale noi due possiamo anche andare drsquoaccordo perograveprendendoci la responsabilitagrave di quello che stiamo facendoraquo certo indulgen-do molto verso ciograve che il Cristianesimo sembra essere nella coscienza corren-te informata dalla visione religiosa e non considerando affatto ciograve che ilCristianesimo egrave stato per lrsquoanima mistica dellrsquoOccidente che egrave il luogo piugraveautentico ove si custodisca il senso della rivelazione cristiana)
240 A POSTORINO
mento che eventualmente si puograve far coincidere con la posizionedella religione intesa nel senso concreto di totalitagrave relazionale450
Egrave poi evidente che questo toglimento del concetto tradizionaledella religione nel concetto della religione metafisica implica unalinea interpretativa del depositum fidei alla quale siamo scarsamenteabituati e che appare in fase di approfondimento e di sistemazionenel quadro della teologia anagogica si tratta della visione delCristianesimo sub specie aeternitatis
sect 74B) Il Cristianesimo sub specie aeternitatis lrsquoeterno Disegno
Lo schema di base per interpretare la relazione fra Cristianesi-mo sub specie aeternitatis e Cristianesimo sub specie temporis egrave quelloche mette in relazione la struttura originaria e la sua manifestazio-ne processuale451 Tutto ciograve che si manifesta processualmente hacome condizione di possiblitagrave del manifestarsi come tale lrsquoessere diciograve che si manifesta ma poicheacute lrsquoessere pena la contraddizione egrave
450 Per questa rivalorizzazione del concetto di religione e per la sua disconti-nuitagrave rispetto al concetto tradizionale cfr quanto detto nella nota 448
451 Cfr E SEVERINO La struttura originaria cit p 116 laquoQui importa avvertireche la fondatezza dellrsquoanalisi egrave data dalla compresenza della sintesi corri-spondente Ossia che la fondatezza del modo di presentazione della strut-tura originaria consistente nella processuale posizione o considerazionedei singoli termini della struttura in quanto tali o in quanto sono ciograve chesono egrave data dalla compresenza del modo di presentazione di tale struttu-ra che consiste nella posizione della relazione dei termini stessi Tale com-presenza egrave il concreto modo di presentazione di cui i modi precedenti inquanto formalmente distinti sono i momenti astratti La manifestazionedellrsquooriginario non egrave dunque un risultato che si realizzi soltanto al terminedellrsquoanalisi bensigrave egrave immanente ad ogni momento di questa [hellip] Mostrarepertanto la validitagrave della posizione di un momento dellrsquooriginario signifi-ca mostrare esplicitare il contesto che originariamente lo include Onde sidice appunto che la validitagrave dellrsquoanalisi importa che quellrsquoesplicitazionesia un che di giagrave originariamente avvenutoraquo
241Capitolo IV ndash 1 Teologia e struttura originaria
eterno in qualunque sua determinazione anche minimale452 ne con-segue che lrsquointero contenuto materiale della manifestazione proces-suale sussiste insieme nellrsquoeterno453
Questa sussistenza sincrona ndash o piuttosto originaria dato chenella dimensione non temporale la sincronia e la diacronia riman-gono prive di senso ndash egrave sistema e lo egrave necessariamente dato che ilpresentarsi prima o dopo nella scansione temporale ha certamenteuna ragione nella cosa stessa cosigrave che alla prioritagrave cronologica nonpuograve non corrispondere nellrsquooriginario unrsquoanaloga prioritagrave la qua-le non puograve che essere ontologica e poicheacute un sistema di prioritagraveontologiche non puograve tradursi sul piano dellrsquoeterno che in terminidi rapporti gerarchici ciograve che nella scansione processuale egrave succes-sione nellrsquooriginario egrave struttura gerarchica o sistema
Questo egrave il Disegno o eterna struttura della volontagrave di Dio ori-ginariamente attuata in tutti i suoi minimi dettagli454 e tale Dise-
452 Cfr SD p 24 laquoTutto egrave eterno pena la contraddizione dellrsquoammettere che inun certo momento il non-niente ndash che egrave lrsquoente e ogni ente ndash sia nienteraquo e pocooltre (p 25) laquociograve che appare appare in un modo determinato e lrsquoapparireche esige lrsquoeternitagrave egrave determinato (questo sospiro)raquo (cfr note 290 413)
453 Questo egrave certo un risultato cospicuo della filosofia severiniana ma a confer-ma di quanto si diceva circa lrsquouniversale oggettivitagrave delle determinazioni filo-sofiche (cfr nota 115) lo troviamo giagrave espresso con grande nettezza sebbeneovviamente in un diverso quadro di analisi nella filosofia platonica laquoPoicheacuteil padre che lrsquoaveva generato vide muoversi e vivere questo mondo divenutoimmagine degli eterni degravei se ne compiacque e pieno di letizia pensograve di farloancor piugrave somigliante al suo modello Come dunque questo egrave un animaleeterno cosigrave anche questrsquouniverso egli cercograve secondo il suo potere di renderlotale Ora la natura dellrsquoanima era eterna e questa proprietagrave non era possibileconferirla pienamente a chi fosse stato generato e perograve pensa di creareunrsquoimmagine mobile dellrsquoeternitagrave [εἰκὼ δrsquoἐπενόει κινητόν τινα αἰῶνιος ποιῆσαι]e ordinando il cielo crea dellrsquoeternitagrave che rimane nellrsquounitagrave unrsquoimmagine eter-na che procede secondo il numero [κατrsquoἀριθmicroὸν ἰοῦσαν αἰώνιον εἰκόνα] quellache abbiamo chiamato tempo [τοῦτον ὃν δὴ χρόνον ὠνοmicroάκαmicroεν]raquo
454 Cfr DM p 22 laquoSe Dio egrave creatore dellrsquouniverso lrsquouniverso non dipende da Diosolo quanto alla sostanza ma anche quanto allrsquoordine verso il suo fine ultimoche egrave la stessa bontagrave divina Ora la provvidenza egrave appunto lrsquoordinamento
242 A POSTORINO
gno egrave il quadro di riferimento per lrsquointerpretazione anagogica dellaScrittura455
Questo non deve far pensare ad una vanificazione del contin-gente456 e nemmeno della libertagrave dellrsquoagente spirituale457 poicheacute
delle cose al fine debito presente nellrsquointelletto divino Ad essa corrisponde sulpiano temporale lrsquoesecuzione di questo piano eterno che prende il nome digoverno del mondo Tutte le cose nella loro stessa singolaritagrave soggiacciono allaprovvidenza divina percheacute la causalitagrave si estende a tutte le cose individueraquo
455 Cfr SD p 14 laquoMa questa operazione metafisica [scilicet laquola risoluzionedel relativo nellrsquoassolutoraquo (p 13)] ha anche un riverbero teologico-biblicocioegrave allrsquointerno dellrsquointerpretazione dei sensi della Sacra Scrittura Il sensoanagogico egrave appunto lrsquointerpretazione della Scrittura nella sua evocazionedelle realtagrave celesti cioegrave appartenenti alla gloria eterna del cielo Potremmodire che si tratta dellrsquointerpretazione della Scrittura dal punto di vistadella vita eterna cioegrave di Dio secondo il disegno eterno che presiede e che siesprime nella creazione Ma proprio precisando il modo nel quale va e-spresso il termine disegno si puograve introdurre il discorso metafisico chefonda lrsquoanagogia cioegrave il punto di vista privilegiato sotto il quale leggere laRivelazione divina e la vita come pure egrave possibile comprendere che la sin-tesi di questa lettura vitale e di fede si realizza nellrsquoesperienza misticaraquo[per questrsquoultima affermazione cfr il successivo punto D cioegrave il sect 76]
456 Cfr DM pp 122-123 laquoCiograve che avviene in modo contingente non egrave talepercheacute le sue cause prossime sono contingenti se cosigrave fosse lrsquoeffetto dellacausa prima sarebbe reso contingente dal difetto della causa seconda manessuna causa seconda puograve impedire lrsquoefficacia della causa prima divinaoppure si dovrebbe dire che ciograve che avviene in modo contingente a ragio-ne della contingenza della causa seconda avviene al di fuori dellrsquointenzio-ne divina ma anche cosigrave si negherebbe lrsquoassoluta perfezione di Dio Perciogravenon resta che ammettere che il modo necessario e il modo contingentedegli effetti dipendono entrambi dallrsquoefficacia perfetta della volontagrave diDio Poicheacute Dio vuole che alcuni effetti avvengano in modo contingentedispone delle cause proporzionate a tali effettiraquo
457 Cfr DM p 123 laquoLo stesso libero arbitrio dellrsquouomo soggiace alla provvi-denza e volontagrave di Dio esso egrave mosso infallibilmente da Dio ma non neces-sitatoraquo Se la volontagrave di Dio egrave infatti che lrsquouomo agisca liberamente ciograve che
243Capitolo IV ndash 1 Teologia e struttura originaria
tanto il contingente quanto tale libertagrave appartengono positivamente alcontenuto della volontagrave di Dio eternamente in atto cosigrave come viappartengono i prodotti di tale agire libero inconoscibili e dunqueimprevedibili nellrsquoordine temporale prima del loro prodursi feno-menologico e tuttavia originariamente correlati in tutte le loro par-ticolari sequenze come elementi strutturali del Disegno totale
Egrave alla luce di questa consapevolezza dellrsquoeterno Disegno strut-turale che il linguaggio del Cristianesimo va purificato ed emenda-to dagli antropomorfismi che riguardano soprattutto la visione subspecie temporis458 Egrave perograve anche da dire che il nostro intero linguag-gio resta condizionato dalla sua funzione rappresentativa cheevocando continuamente il sensibile non puograve non portare il segnodella dimensione spazio-temporale soltanto nella quale il sensibilepuograve accamparsi dunque non puograve liberarsi dellrsquoevocazione di unadimensione intrinsecamente processuale
Il compito della teologia anagogica egrave cosigrave quello di focalizzare pro-gressivamente il Disegno che sta a fondamento della propria manife-stazione storico-mondana ossia quella di guadagnare progressiva-mente per quanto la nostra finitezza lo consenta lo sguardo di Dio
cade sotto la necessitagrave assoluta di tale volontagrave egrave appunto la libertagrave dellrsquoagi-re umano i cui prodotti imprevedibili sul piano temporale sono correlaticompatti e ormai necessitati solo sul piano dellrsquoeterno nel senso dellrsquoesse-re stati originariamente e necessariamente atti liberi
458 Lrsquoistanza purificatrice del linguaggio teologico dagli antropomorfismi edai cronologismi ricorre in piugrave di un luogo cfr SD pp 39-40 laquoMa nono-stante questa forma risolutiva [scilicet la via eminentiae] il nostro linguag-gio rimane sempre antropomorfico non nel senso evidente dellrsquouso diimmagini o metafore [hellip] ma anche nella modalitagrave articolativa di un sog-getto e predicato nella enunciazione o nella attribuzione Dio egrave tutto insie-me e conosce e agisce nellrsquoistantaneitagrave permanente del suo essere assolutonon subisce aggiunte e non entra in relazione reale con lrsquoaltro da seacute Ilnostro linguaggio va purificato per quanto possibile Soprattutto occorreevitare lrsquoequivoco piugrave grosso nel discorrere di Dio quello che ldquotempora-lizzardquo lrsquoAssoluto e lo aggiunge al mondoraquo Cfr ancora SD cap V p 157pp 159-161 cap VI p 156
244 A POSTORINO
attraverso la mediazione della mente di Cristo459 cui la fede teologalepuograve accedere solo per grazia santificante o divinizzante460
sect 75C) Lo sguardo di Dio apparire finito e apparire infinito
Fin dal primo momento in cui la teologia osa rivolgersi a Dio noncome semplice contemplazione indeterminata ma come scienza puograveessere assalita dal senso della sproporzione che fa avvertire come col-pevole presunzione il proprio desiderio di sapere Quando santrsquoAn-selmo formulato mentalmente il formidabile argomento ontologicosi accingeva a dargli forma scritta faceva precedere lrsquoesposizione daquella straordinaria preghiera che certo nella realtagrave della sua ricercaaveva effettivamente preceduto almeno nella sostanza la sua sco-perta e nella quale viene lasciato a Dio il compito di decidere lamisu-
459 Cfr SD pp 10-11 laquoLo sguardo di Cristo egrave lo sguardo anagogico per eccel-lenza La fede (pistis) egrave la persuasione lrsquoattenzione suscitata dal maestroche parla Ed egrave della stessa qualitagrave dellrsquoautoritagrave del maestro percheacute egrave lrsquoas-similazione alla sua stessa mente operata dalla sua mente ldquonoi abbiamola mente (noun) di Cristordquo (1 Cor 2 16) La mente di Cristo egrave persuasivapercheacute egrave autorevole cioegrave egrave il Principio che fa crescere ciograve che giagrave egrave impres-so come struttura originaria questo egrave il cuore cristico dellrsquoanagogia Il cri-stocentrismo cosmico egrave la struttura originaria che presiede alla ricezionedi se stessaraquo
460 Cfr MSC pp 146-147 laquoQuindi tra i due orizzonti trascendentali [scilicetlrsquoorizzonte dellrsquoapparire finito e quello dellrsquoapparire infinito vale a direlrsquoautocoscienza umana e quella divina] crsquoegrave insieme identitagrave e distinzioneCome crsquoegrave identitagrave e distinzione tra concreto e astratto Ciograve che cambia egrave ilmodo di vedere le cose Lrsquoastratto egrave lo stesso concreto visto isolatamentedal tutto Il pensiero che pensa tutto ma non vede tutto egrave il pensieroastraente o astratto il pensiero che pensa tutto e lo vede egrave il pensiero con-creto Il pensiero astratto o di visione astratta egrave il pensiero umano o nelsuo versante umano il pensiero concreto egrave il pensiero divino o nel suoversante divino Per scoprire lrsquoidentitagrave occorre ndash per cosigrave dire ndash un capo-volgimento psichico Occorre che lrsquoombra appaia come luce Egrave ciograve che fa lagrazia santificanteraquo
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ra nella quale lrsquointelletto umano puograve ricevere e accogliere come com-preso ciograve che peraltro egrave fin dallrsquoinizio creduto461
Lrsquoesigenza di una misura egrave posta dallrsquoinevitabilitagrave di uno scartoe questo egrave quello tra apparire finito e apparire infinito Lrsquoidentitagravedi estensione fra essere e pensiero462 fonda lrsquounitagrave originaria e la
461 Cfr Proslogion I laquoO Signore tu sei il mio Dio e il mio Signore e io non tiho mai visto [numquam te vidi] Tu mi hai creato e ricreato [tu me fecisti etrefecisti] e mi hai dato tutto quello che ho di bene [et omnia mea bona tumihi contulisti] e io non ti conosco ancora [et nondum novi te] Infine sonostato creato per conoscerti e non ho ancora fatto ciograve per cui sono statocreato [ad te videndum factus sum et nondum feci propter quod factus sum][hellip] Mi sia permesso di guardare verso la tua luce [liceat mihi suspicerelucem tuam] almeno da lontano almeno dal profondo [vel de longe vel deprofundo] Insegnami a cercarti e mostrati a me che ti cerco [doce me quaere-re te et ostende te quaerenti] poicheacute non posso cercarti se tu non me lo inse-gni [quia nec quaerere te possum nisi tu doceas] neacute trovarti se tu non ti mostri[nec invenire nisi te ostendas] Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cer-candoti [quaeram te desiderando desiderem quaerendo] Ti trovi amandoti e tiami trovandoti [inveniam amando amem inveniendo] [hellip] Non tento oSignore di penetrare la tua profonditagrave [non tento domine penetrare altitudi-nem tuam] percheacute in nessun modo le paragono il mio intelletto [quia nulla-tenus comparo illi intellectum meum] ma desidero comprendere in qualchemodo la tua veritagrave [sed desidero aliquatenus intelligere veritatem tuam] che ilmio cuore crede e ama [quam credit et amat cor meum] Non cerco infatti dicomprendere per credere ma credo per comprendere [neque enim quaerointelligere ut credam sed credo ut intelligam]raquo (in ANSELMO DrsquoAOSTAProslogion a cura di G Zuanazzi La Scuola Brescia 1993)
462 Cfr DM pp 14-15 laquoSe uno prova a pensare che crsquoegrave qualcosa che nonpensa giagrave la sta pensando Egrave incontestabilmente vero se uno pensa che cisono infinite cose che non pensa le sta giagrave pensando Non crsquoegrave proprioniente che cada fuori dal pensiero In questo senso il pensiero haunrsquoestensione infinita Egrave impossibile trovare dei limiti o confini al pensieroo al pensare nel suo atto [hellip] Dire che lrsquooggetto adeguato del nostro intel-letto sia lrsquoessente o lrsquoessere equivale a dire che lrsquoestensione del nostro pen-siero egrave la medesima dellrsquoessereraquo
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possibilitagrave di osmosi di fede teologale e ragione filosofica463 mapone fin dallrsquoinizio uno scarto fra pensare e conoscere464 La totalitagraveegrave data originariamente al pensiero puro e coincide con esso masolo nella sua massima indeterminatezza mentre si contrae altret-tanto originariamente nelle concrezioni parziali che definisconolrsquoorizzonte dellrsquoapparire finito allrsquointerno del quale la stessa tota-litagrave decade a contenuto di se stessa come astrazione pensiero pen-sato accanto ad altri contenuti pensati ente determinato accanto adaltri enti determinati nel sistema parziale delle determinazioni chela mia coscienza attuale costituisce
Questo stesso sistema egrave per me lrsquooriginario ma con unrsquoorigi-naria necessaria eccedenza implicata dal sorgere in esso di deter-minazioni prima assenti e dal dileguare da esso di determinazioniprima presenti465 Siccome perograve questo sorgere e dileguare nonpuograve riguardare lrsquoessere di queste determinazioni puograve riguardaresolo il loro apparire il divenire riceve cosigrave la sua definizione piugrave
463 Cfr OD p 68 laquoDunque allo stesso modo [scilicet come il genere si predicaunivocamente delle specie] fede e ragione dicono la stessa cosa percheacute sonola stessa cosa sono identiche E la loro identitagrave consiste appunto nel pen-siero puro il sapere metaconcettuale previo alle distinzioni dellrsquoevidenza edellrsquoinevidenza dovute alla concettualizzazione Egrave ovvio che qui la fede vaintesa nel senso della fede teologale Come tale essa egrave la stessa conoscenzache Dio ha di se stesso partecipata dalla creatura ragionevole egrave dunque laconoscenza assoluta dellrsquoAssoluto ndash conoscenza assoluta e come tale meta-concettualeraquo
464 Cfr DM pp 14-15 laquoUna cosa egrave lrsquoestensione della capacitagrave di pensarealtra cosa egrave la comprensione che questa medesima capacitagrave possiedePossiamo pensare infinite cose ma non possiamo capire infinitamenteNon egrave detto cioegrave che per il fatto di pensarle le conosciamoraquo
465 Si tratta del dato fenomenologico interpretato come laquodivenireraquo affermato daEraclito come principio sostanziale negato da Parmenide come implicantelrsquoassurda posizione del non-essere e in seguito presupposto costante dellrsquointe-ro sviluppo della consapevolezza filosofica fino alla piugrave recente negazione se-veriniana (cfr E SEVERINO Ritornare a Parmenide cit alla nota 112) intesa a ri-portare lrsquoOccidente sul parmenideo laquoSentiero del Giornoraquo (cfr DK 28 B1 v 9)
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propria che non egrave il venire dal nulla e lrsquoandare nel nulla malaquolrsquoapparire e scomparire nellrsquoorizzonte della nostra esperienza diciograve che egrave eternoraquo466
Questo entrare e uscire degli eterni dal cerchio dellrsquoapparireverrebbe drsquoaltronde a costituire una nuova forma di divenire467qualora ciograve che esce dal cerchio dellrsquoapparire cessasse con questodi apparire o ciograve che vi entra iniziasse solo con questo ad apparire(il cessare e lrsquoiniziare sarebbero infatti accidenti degli enti eterniche ne contraddicono il carattere di eternitagrave) La conclusione egrave chedeve sussistere lrsquoorizzonte dellrsquoapparire infinito468 che struttural-mente include ogni orizzonte dellrsquoapparire finito Nellrsquooriginarionon si dagrave essere in seacute che soltanto egrave ma non egrave visto percheacute se cosigravefosse esso soltanto potrebbe essere visto ma quando lo fosse in virtugravedi un atto realizzatore questrsquoatto costituirebbe come tale un enteossia il suo esser visto e questo sarebbe eterno come ogni entedunque originario cosigrave lrsquoesser visto di quellrsquoente che noi avevamointeso come semplice potenza ndash e tale doveva essere se si ammetteche lrsquoente pur senza essere visto egrave ndash cade fatalmente allrsquoindietronellrsquooriginario il quale ultimo si rivela come lrsquoorizzonte dellrsquoappa-rire infinito o Dio stesso
Come il Dio aristotelico anche quello risultante da questa nuo-va prova egrave lrsquoatto in atto di ogni potenzialitagrave specificando che allepotenzialitagrave dellrsquoente in quanto ente appartiene lrsquoesser visto e chedunque in Dio nulla egrave semplicemente ma egrave come visto da DioCosigrave siamo noi stessi insieme ad ogni altra cosa469
466 MSC p 80 viene qui riportata anche la definizione severiniana del dive-nire come laquoil processo della rivelazione dellrsquoimmutabileraquo (nel Poscritto diEssenza del nichilismo cit p 89)
467 Egrave una delle prime obiezioni di Bontadini alla posizione che andava assu-mendo Severino cfr A BAUSOLA cit pp 323-324
468 Si tratta di quel laquonuovo argomento inferenzialeraquo circa lrsquoesistenza di Dio dicui abbiamo riferito nella nota 150 che si trova trattato in OD pp 23-24 eripreso in SD pp 24-25 e pp 341-342
469 Cfr SD p 219 laquoLrsquoessere di Dio egrave il suo guardare lo sguardo di Dio non ciabbandona mai cosigrave come il suo essere dunque noi siamo percheacute Dio ciguarda Il nostro essere egrave un essere guardatiraquo
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sect 76D) Ambiente divino e ambientazione
Lo scarto fra i due orizzonti dellrsquoapparire finito e dellrsquoapparireinfinito esclude di per seacute lrsquoultimativitagrave dellrsquoorizzonte concettualesulla via della conoscenza dellrsquoAssoluto LrsquoAssoluto quale appareallo sguardo di Dio egrave la totalitagrave relazionale completa fino ai minimidettagli degli individui reali ossia egrave il contenuto assoluto dellascienza divina onnivisiva il Disegno auto-trasparente
Dio non trascende affatto questa totalitagrave percheacute semplicementela egrave e questo egrave il primo lato secondo il quale lrsquoorizzonte concettualenon egrave ultimativo lo stesso nome laquoDioraquo ha bisogno di quella purifi-cazione del linguaggio470 che ci faccia superare lrsquoaccezione equivo-ca della prioritagrave gerarchica dal momento che una prioritagrave di Dioimplica un subordinamento a lui di ciograve che non egrave lui e questo egrave ciograveche egrave precisamente da escludere Dio egrave lrsquoipsum esse per se subsistense mentre ogni gerarchia egrave in lui nessuna relazione gerarchica puogravecoinvolgere termini sotto di lui e cosigrave fuori di lui471
470 Cfr nota 458471 Questa necessitagrave di superare lo stesso concetto di Dio quale adombrato sur-
rettiziamente dal nome egrave uno dei grandi temi della teologia anagogica e perla sua trattazione si possono citare nellrsquoopera di Padre Barzaghi molteoccorrenze (AMD p 76 FMM pp 355-356 OD lrsquointero capitolo laquoOltreDioraquo pp 61-65 inoltre pp 80-81 SD pp 161-162 e ancora pp 331-332) Latesi egrave comunque formulata nella sua radicalitagrave in MSC pp 148-149 laquoDio egravelrsquoEssere Assoluto Non egrave in relazione ad altro Il vero e proprissimo nome diDio egrave Essere Assoluto lo stesso Essere per seacute sussistente Questo nome egraveincomunicabile Il nome ldquoDiordquo invece non egrave proprissimo dellrsquoEssereAssoluto percheacute egrave comunicabile per analogia (cf S TOMMASO DrsquoAQUINOSumma Theologiae I 13) Ed egrave comunicabile percheacute indica una certa superio-ritagrave nellrsquoordine ndash e quindi in un qualsiasi ordine Lrsquoordine dice relazione egraverelazione quindi il nome ldquoDiordquo esprime implicitamente una relazione didipendenza da seacute Dio in quanto Essere Assoluto egrave irrelato e neppure puograveavere una relazione di dipendenza da altro da seacute Questo vuol dire che perDio non crsquoegrave ldquoDiordquo Dio egrave senza ldquoDiordquo Vedere le cose dal punto di vista diDio egrave dunque vedere solo Dio senza vedere ldquoDiordquo Egrave vedere Dio senza ldquoDiordquo
Vedendo le cose in questo modo ndash ossia quello secondo cui Dionon avendo nulla fuori di seacute con cui stare in relazione egrave perfettaauto-trasparenza ndash Dio non puograve che essere lrsquoAmbiente divino472 eogni scienza di Dio che muova dalla fede teologale sulla via del pas-saggio dal genitivo oggettivo al genitivo soggettivo non puograve che con-figurarsi come ambientazione Ora ambientarsi nellrsquoAmbiente divinosignifica assumere lo sguardo di Dio ma questo sguardo a causadella finitezza dellrsquoorizzonte creaturale puograve essere ottenuto solo pergrazia divinizzatrice Quello che resta allora da esaminare egrave la connes-sione il confine complesso e frastagliato che segna il naturale esaurir-si dello sguardo della creatura ndash il quale non puograve che essere concet-tuale ndash e il suo dissolversi nello sguardo del Creatore senza peraltroperdere lrsquouniverso che come comprensione concettuale del Mondodivino fa parte integrante della visione473
Muovendo dallrsquoorizzonte vuoto del puro essere che egrave puro pen-siero dove lrsquointendimento assoluto dellrsquoAssoluto egrave comune alla ra-gione filosofica e alla fede teologale lrsquointelletto agente che comepotenza obbedienziale egrave capace di ricevere la vita divina474 puograve giagrave
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In questo senso si puograve dire che la vita cristiana la vita di grazia sia vivere conDio senza ldquoDiordquo O secondo lrsquoespressione bonhoefferiana ndash debitamente inte-sa ndash ldquoCon e al cospetto di Dio noi viviamo senza Diordquo (Lettera del1671944)raquo
472 In SD pp 342-343 dopo aver ripreso la prova dellrsquoesistenza di Dio come oriz-zonte dellrsquoapparire infinito o scienza onnivisiva (cfr nota 150) si afferma laquoLafisionomia di Dio in questa prospettiva egrave quella dellrsquoAmbiente divino lacoscienza assoluta autotrasparente nella quale traspare il mondo (mundus)raquoQuesta nozione egrave giagrave stata anticipata nel cap I n 2 sect 56 nota 269
473 Cfr DR p 38 laquoAbbiamo comunque il fatto che il mondo in Dio egrave Dio [hellip]La Rivelazione in seacute egrave il mondo divino proprio in questo senso il mondoin Dio egrave Dio ma nel modo con il quale Dio si pensa intelligibile da unasoggettivitagrave non divinaraquo
474 Cfr SD p 120 laquoSe lrsquointelletto agente egrave ciograve che chiamo puro atto del pensaree il puro atto del pensare egrave lrsquoessenza dellrsquoanima allora lrsquointelletto agente egravelrsquoessenza dellrsquoanima lrsquoessenza dellrsquoanima ha dimensione infinita Mate-rialmente la potenza obbedienziale egrave la stessa anima che in quanto haquesta dimensione infinita egrave capace di ricevere la vita infinita di Dioraquo
muovere lrsquointelletto possibile secondo la modalitagrave creaturale che egravelrsquoastrazione475 Su questa via lrsquointelletto ricostruisce in seacute il sistemadel Disegno divino e lo fa nella modalitagrave della dialettica negando lapropria negazione o includendo nella propria essenza lrsquoesclusionedellrsquoaltro476 ogni ente si collega ad ogni altro nel sistema totale dellerelazioni Questo reticolo o telaio omnicomprensivo egrave la condizionedi possibilitagrave dellrsquointelligibilitagrave di qualunque contenuto477
Il reticolo perograve egrave astratto e per quanto le determinazioni quali-tative possano spingersi verso la differenziazione organica lrsquointel-letto finito ha nellrsquouniversalitagrave il suo limite insuperabile Dietro iltelaio dialettico spinto al massimo verso la concretezza il pensierointuisce una debordante ricchezza di determinazioni piugrave specifi-che fino a quelle dellrsquoindividualitagrave sensibile ossia una concretezzatotale e immediata che mai potragrave essere per lui Qui lo soccorre lapoesia che per cosigrave dire supera la dialettica sulla sua stessa viache egrave quella del concreto e offre al pensiero una concretezza cheeccede il suo modo concettuale portando la vita dove essa per lo
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475 Cfr ibidem laquo[hellip] lrsquointelletto agente quanto al nostro modo di strutturarci haunrsquoestensione infinita funzionale allrsquoastrazione i contenuti propri della nostraconoscenza sono i concetti che elaboriamo a partire dalla realtagrave sensibile [hellip]il puro atto di pensare ha senso indipendentemente dallrsquoessere capace di rice-vere la vita divina percheacute la sue estensione infinita egrave psicologicamente funzio-nale alla capacitagrave attrattiva per elaborare concettiraquo
476 Cfr SD p 208 laquoIl concreto egrave la mediazione il Medio dimostrativo egrave illogos percheacute egrave il legame distintivo la intelligibilitagrave degli estremi il loroessere concreto egrave la determinazione implicante tutto direi che lrsquoinclusionedellrsquoesclusione dellrsquoalteritagrave egrave inclusione mediata dellrsquoalteritagraveraquo
477 Cfr SD pp 133-134 laquoLa teoria della dialettica come non isolamento egraveincontrovertibile dal punto di vista logico-metafisico [hellip] Con il pensierodialettico ho il telaio generale da cui non posso dedurre i singoli esistentiquesti mi sono dati dallrsquoesperienza ma se ci sono obbediscono a tale strut-tura La dialettica manifesta e formula in modo incontrovertibile la strut-tura formale del tutto o intero e non entra nel merito dei contenuti se nonin quanto condizionati da questa struttura di condizione di intelligibilitagravecioegrave di incontraddittorietagraveraquo (passo giagrave citato alla nota 367)
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stesso imperativo dellrsquoastrazione (che in quanto dialettica era essastessa una via al concreto) era sfuggita via tra le maglie del reticolo478La poesia egrave cosigrave a suo modo una dialettica piugrave avanzata479
Con lrsquoassimilazione di dialettica e poesia nella logica dellrsquointero480siamo ormai posto lrsquoindeducibile intervento della grazia santificantenellrsquoAutocoscienza divina e questa egrave la logica della vita trinitaria nellaquale il Figlio da sempre incarnato e da sempre presso la carne soffe-rente481 porta questa stessa carne nellrsquoeconomia dellrsquoamore trinitariola compassione482 egrave sintesi non piugrave solo concettuale come nella dialetti-
478 Per questa funzione della poesia e per questo suo rapporto con la dialetticacfr LPT p 194 dove si dice che laquola questione della densitagrave egrave risolta nellapoesia percheacute la poesia egrave un sillogismo contrattoraquo e inoltre G BARZAGHIQuando un teologo pensa alla poesia Logica e metafisica delle immagini inlaquoSacra Doctrinaraquo 4 (2007) pp 42-77 (da qui in avanti TP) Leggiamo inquestrsquoultima opera laquoPer fare questo [scilicet svolgere una funzione specu-lativa] la dialettica egrave logica dellrsquointero cosigrave come lo egrave la poesia Del restoanche il sillogismo ha unrsquoinseitagrave poetica Il synlegein egrave il dire-insieme il cheegrave possibile solo nellrsquoordine ideale Unrsquoidea egrave nellrsquoaltra una visione egrave nel-lrsquoaltra La poesia egrave ciograve che condensa un argomento cosigrave come un argo-mento scioglie la poesiaraquo (p 89)
479 Cfr LPC p 201 laquoMa anche nella poesia vale questo quadro epistemologi-co Anzi forse egrave proprio ligrave che esso trova il suo significato piugrave densoIntendere una poesia egrave come scorgere il punto di fuga di una prospettivaLa poesia dice lrsquointero egrave la vera dialetticaraquo
480 Cfr le precedenti note 478-479481 Si tratta della visione anagogica Cfr OD p 41 laquoLrsquoincarnazione passione
morte e risurrezione di Cristo egrave la rivelazione del fatto metafisico dellapresenza di Dio da sempre e per sempre presso la carne sofferente inmaniera innocenteraquo
482 Per la compassione come vertice della contemplazione cfr TP p 66laquoE perciograve contemplazione potrebbe voler dire osservare o considerare attraversoun ritaglio cioegrave una prospettiva oppure osservare o considerare insieme i ritagliE forse egrave meglio intendere cosigrave la parola oppure coalizzando le due possibi-litagrave osservare o considerare ponendo insieme tutti i ritagli tutto il tempo nella pro-spettiva dellrsquoeterno sub specie aeternitatis Insomma un prendere insieme tuttotutto tutto come lo sa prendere la compassioneraquo