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C on il quarto comandamento iniziamo a riflettere sulle relazioni, che cosa si- gnifica veramente amare il prossimo, a cominciare dalle relazioni familiari. “Onora tuo padre e tua madre” (Es 20,12 e Dt 5,16). E’ il primo comandamento che unisce il rapporto verso Dio al rapporto verso l’uomo. Ci dice il valore e l’importanza che ha la famiglia nel disegno di Dio. Ci troviamo da- vanti al comandamento che assicura il bene fondamentale della comunità umana, proprio perché la famiglia sta alla base di ogni comu- nità umana e di ogni società. Infatti non vi è legame che unisce le persone in modo più stretto del legale coniugale e familiare. Siamo dinanzi ad un comandamento che non inizia con un imperativo di proibizione: “Non”. Anzi, è l’unico comandamento a cui se- gue una benedizione. “Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel terra che il Signore, tuo Dio, ti dà” (Es 20,12). Il verbo onorare va inteso non solo come obbedienza o vago rispetto. E’ il verbo ebrai- co (“Kabbed”) usato per esprimere la vene- razione nei confronti di Dio. Fa riferimento al sostentamento dei genitori ma si estende ancora di più nel suo significato: porta affetto sincero verso chi ti ha generato; se sei giova- ne segui le giuste indicazioni; se sei adulto sostienili nella vecchiaia e nella malattia; oc- cupati di loro, non abbandonarli; porta onore e rispetto nei loro confronti. La Sacra Scrittura usa parole assai pesanti nei confronti di coloro che trascurano i genito- ri o, peggio ancora, li maltrattano: “Maledetto chi maltratta il padre e la madre!” (Dt 27,16); “Colui che percuote suo padre o sua madre, sarà messo a morte” (Es 21,15). Così pure si condanna: “Chi deruba il padre o la madre e dice: ‘Non è peccato’, è simile a un assassino” (Pr 28, 24), si colpisce anche: “chi maledice il padre o la madre, vedrà spegnersi la sua lam- pada nel cuore delle tenebre” (Pr 20,20). Come suonano, poi, belle quelle parole del Siracide: “Il Signore infatti ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il dirit- to della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati, chi onora sua madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al Signore darà conso- lazione alla madre. Chi teme il Signore, onora il padre e serve come padroni i suoi genitori. Con le azioni e con le parole onora tuo padre, perché scenda su di te la sua benedizione” (Sr 3, 2-10). Il decalogo questo ci ricorda: per essere felice, occorre stabilire un serio rapporto con la nostra famiglia di origine. C’è anche una visuale spirituale che dobbiamo saper cogliere da questo coman- damento. I genitori richiamano l’immagine di Dio: come Dio ha dato la vita agli uomini, così il padre e la madre hanno donato la vita ai figli; come Dio si prende cura dell’umanità, così i genitori si preoccupano della propria prole. Come Dio ama gli uomini, così i geni- tori amano e devono amare i figli; come gli uomini sono chiamati ad amare Dio, così i figli sono chiamati a onorare e rispettare i propri genitori. Pensiamo al dono della vita che ci hanno dato, l’affetto, il sostegno. Spesso siamo po- veri di gratitudine. Siamo abituati a chiedere, non a dare. Molti genitori non ricevono aiuto, se hanno bisogno; alcuni, ormai anziani, di- verse volte sono lasciati soli. Questo comandamento chiede di resti- tuire in affetto, gratitudine, cure, quell’amo- re che gratuitamente abbiamo ricevuto dai genitori. Riconosciamo come nella nostra società occidentale stiamo assistendo a una progres- siva demolizione del nucleo familiare e alla messa in discussione dei legami sociali rico- nosciuti da secoli. Quanto poco affetto portiamo verso co- loro che ci hanno generato! Semplicemente un raffronto. Quante case per anziani che si aprono! Segno di che cosa? Quanta solitu- dine! Quanto abbandono da parte dei figli! Quale e quanto aiuto morale e materiale of- friamo loro? Riporto un detto amaro dello scrittore inglese Oscar Wilde:“I figli cominciano con l’amare i loro genitori; quando crescono, li giudicano e il più delle volte li dimenticano”. Ricordiamoci che proprio ai nostri geni- tori dobbiamo la propria esistenza, l’educa- zione e il mantenimento, spesso pagati con tanto lavoro e molta sofferenza: “Ricorda che essi ti hanno generato: che darai loro in cam- bio di quanto ti hanno dato?” (Sr 7, 28). Abbiamo bisogno di scavare più in pro- fondità in questo comandamento per scopri- re l’ampiezza del suo orizzonte. Nella concretezza delle scelte quotidia- ne, in una società che non trova alcuno spa- zio per le persone anziane e la presenza di un genitore anziano può complicare la gestione già difficile della vita di una famiglia, il richia- mo all’occuparsi dei genitori ci obbliga a tro- vare delle soluzioni creative rispettose della loro dignità. E ricordiamoci della parola di Dio: “Chi onora il padre espia i peccati …; avrà gioia dai propri figli; vivrà a lungo e felice”. Ricor- diamoci del verbo “onorare” tramandatoci da secoli: implica un comportamento di ob- bedienza e di amore, di fedeltà e di aiuto. E viene assicurato lo sviluppo dei rapporti tra le generazioni non solo in famiglia ma anche nella stessa società. della Parrocchia S. Alberto Magno - Via Principe Galletti – San Cataldo (CL) Tel. e Fax 0934 571476 - www.santalbertomagno.it Anno XVII Gennaio 2017 - n. 1 Sac. Angelo Spilla parroco Onora il padre e la madre

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Con il quarto comandamento iniziamo a riflettere sulle relazioni, che cosa si-gnifica veramente amare il prossimo, a

cominciare dalle relazioni familiari. “Onora tuo padre e tua madre” (Es 20,12

e Dt 5,16). E’ il primo comandamento che unisce il rapporto verso Dio al rapporto verso l’uomo. Ci dice il valore e l’importanza che ha la famiglia nel disegno di Dio. Ci troviamo da-vanti al comandamento che assicura il bene fondamentale della comunità umana, proprio perché la famiglia sta alla base di ogni comu-nità umana e di ogni società. Infatti non vi è legame che unisce le persone in modo più stretto del legale coniugale e familiare.

Siamo dinanzi ad un comandamento che non inizia con un imperativo di proibizione: “Non”. Anzi, è l’unico comandamento a cui se-gue una benedizione. “Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel terra che il Signore, tuo Dio, ti dà” (Es 20,12).

Il verbo onorare va inteso non solo come obbedienza o vago rispetto. E’ il verbo ebrai-co (“Kabbed”) usato per esprimere la vene-razione nei confronti di Dio. Fa riferimento al sostentamento dei genitori ma si estende ancora di più nel suo significato: porta affetto sincero verso chi ti ha generato; se sei giova-ne segui le giuste indicazioni; se sei adulto sostienili nella vecchiaia e nella malattia; oc-cupati di loro, non abbandonarli; porta onore e rispetto nei loro confronti.

La Sacra Scrittura usa parole assai pesanti nei confronti di coloro che trascurano i genito-ri o, peggio ancora, li maltrattano: “Maledetto chi maltratta il padre e la madre!” (Dt 27,16); “Colui che percuote suo padre o sua madre, sarà messo a morte” (Es 21,15). Così pure si condanna: “Chi deruba il padre o la madre e dice: ‘Non è peccato’, è simile a un assassino” (Pr 28, 24), si colpisce anche: “chi maledice il padre o la madre, vedrà spegnersi la sua lam-pada nel cuore delle tenebre” (Pr 20,20).

Come suonano, poi, belle quelle parole del Siracide: “Il Signore infatti ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il dirit-to della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati, chi onora sua madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al Signore darà conso-lazione alla madre. Chi teme il Signore, onora il padre e serve come padroni i suoi genitori. Con le azioni e con le parole onora tuo padre, perché scenda su di te la sua benedizione” (Sr 3, 2-10).

Il decalogo questo ci ricorda: per essere felice, occorre stabilire un serio rapporto con la nostra famiglia di origine.

C’è anche una visuale spirituale che dobbiamo saper cogliere da questo coman-damento. I genitori richiamano l’immagine di Dio: come Dio ha dato la vita agli uomini, così il padre e la madre hanno donato la vita ai figli; come Dio si prende cura dell’umanità, così i genitori si preoccupano della propria prole. Come Dio ama gli uomini, così i geni-tori amano e devono amare i figli; come gli uomini sono chiamati ad amare Dio, così i figli sono chiamati a onorare e rispettare i propri genitori.

Pensiamo al dono della vita che ci hanno dato, l’affetto, il sostegno. Spesso siamo po-veri di gratitudine. Siamo abituati a chiedere, non a dare. Molti genitori non ricevono aiuto, se hanno bisogno; alcuni, ormai anziani, di-verse volte sono lasciati soli.

Questo comandamento chiede di resti-tuire in affetto, gratitudine, cure, quell’amo-re che gratuitamente abbiamo ricevuto dai genitori.

Riconosciamo come nella nostra società occidentale stiamo assistendo a una progres-siva demolizione del nucleo familiare e alla messa in discussione dei legami sociali rico-nosciuti da secoli.

Quanto poco affetto portiamo verso co-loro che ci hanno generato! Semplicemente un raffronto. Quante case per anziani che si aprono! Segno di che cosa? Quanta solitu-dine! Quanto abbandono da parte dei figli! Quale e quanto aiuto morale e materiale of-friamo loro?

Riporto un detto amaro dello scrittore inglese Oscar Wilde:“I figli cominciano con l’amare i loro genitori; quando crescono, li giudicano e il più delle volte li dimenticano”.

Ricordiamoci che proprio ai nostri geni-tori dobbiamo la propria esistenza, l’educa-zione e il mantenimento, spesso pagati con tanto lavoro e molta sofferenza: “Ricorda che essi ti hanno generato: che darai loro in cam-bio di quanto ti hanno dato?” (Sr 7, 28).

Abbiamo bisogno di scavare più in pro-fondità in questo comandamento per scopri-re l’ampiezza del suo orizzonte.

Nella concretezza delle scelte quotidia-ne, in una società che non trova alcuno spa-zio per le persone anziane e la presenza di un genitore anziano può complicare la gestione già difficile della vita di una famiglia, il richia-mo all’occuparsi dei genitori ci obbliga a tro-vare delle soluzioni creative rispettose della loro dignità.

E ricordiamoci della parola di Dio: “Chi onora il padre espia i peccati …; avrà gioia dai propri figli; vivrà a lungo e felice”. Ricor-diamoci del verbo “onorare” tramandatoci da secoli: implica un comportamento di ob-bedienza e di amore, di fedeltà e di aiuto. E viene assicurato lo sviluppo dei rapporti tra le generazioni non solo in famiglia ma anche nella stessa società.

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Anno XVIIGennaio 2017 - n. 1

Sac. Angelo Spillaparroco

Onora il padre e la madre

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Nello scorso mese di Novembre il gruppo parrocchiale di Azione cat-tolica e quello dei catechisti hanno

animato il primo dei quattro ritiri spirituali che ogni anno si svolgono in parrocchia.

Il tema oggetto di riflessione ha riguar-dato l’Esortazione del Papa “ Amoris laeti-tia” e, nella fattispecie, i primi due capitoli del documento papale.

Si è evidenziato che il filo condutto-re che lega tutti i capitoli del documento verte sulle problematiche della famiglia e, quindi, ben si è adattato all’uditorio presente in sala domenica 27 novembre, formato essenzialmente dai gruppi par-rocchiali e dai genitori dei ragazzi che fre-quentano i corsi di preparazione alla prima confessione e, dunque, rappresentanti di-retti delle famiglie odierne.

Nella riflessione di questo ritiro spiri-tuale si è detto che la famiglia oggi è for-temente in crisi. Il Papa se ne è voluto fare interprete scrivendo questa Esortazione per dare a tutti i cristiani e alla Chiesa in generale spunti di riflessione per attenzio-nare maggiormente la famiglia e guidarla

nel suo difficile percorso all’interno della società attuale; un cammino, quello della famiglia, difficile sì, ma nello stesso tempo esaltante perché rappresenta l’elemento propulsore e determinante della società: il motore che la spinge verso la realizzazione del Regno di Dio nella storia.

Purtroppo, oggi, questa forza che ren-de la famiglia speciale è fortemente incri-nata per una serie di condizionamenti vari; la famiglia ha smarrito il senso della sua missione, non trova più il bandolo della matassa, ed è per questo che il Papa , nel 1° cap. del documento in esame, vuole dare un contributo perché la famiglia ritrovi se stessa riscoprendo le origini divine che la caratterizzano, guidando il lettore, quasi tenendolo per mano, lungo un percorso di consapevolezza all’interno del panorama biblico.

Se la famiglia oggi è in difficoltà, di-sorientata, martoriata, dice il Papa, non bisogna turbarsi e perdere la speranza; i problemi al suo interno sono sempre esi-stiti e sempre esisteranno( e qui il rimando puntuale ai brani biblici è costante e inci-

sivo), però la Parola, se fedelmente letta e meditata, non diventa una sequenza di tesi astratte, ma una compagna di viaggio anche per le famiglie che sono in crisi o at-traversano qualche dolore e indica loro la meta del cammino.

Questo è stato il cuore della riflessione del primo capitolo che è continuata con il secondo capitolo attraverso la puntua-lizzazione delle sfide antropologiche, so-ciali, politiche ed etiche che coinvolgono la famiglia di oggi e, per riflesso, anche la Chiesa.

Una delle sfide cruciali che investono l’uomo contemporaneo è l’individualismo, una vera piaga sociale che chiude l’uomo egoisticamente in se stesso, impedendo-gli l’incontro e l’apertura verso l’altro, con ripercussioni negative nella società e in particolare all’interno della famiglia.

Papa Francesco sollecita il superamen-to di tale limite individualistico richiaman-do la necessità della donazione e dell’ab-braccio all’altro, atteggiamenti questi non estranei alla natura dell’uomo, ma insiti nel DNA del cristiano, creato a immagine di Dio e indispensabili per favorire la sta-bilità del matrimonio che ne suggella la sacramentalità.

Alla sfida individualistica si aggiunge quella della cultura del provvisorio, la qua-le non favorendo relazioni durature pro-voca instabilità negli affetti, fragilità dei legami e attitudine a scartare ciò che non si ritiene più utile. Naturalmente, l’ambito

Amoris lAetitiA“Alla luce della Parola.La realtà e le sfide delle famiglie”

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di vita che immediatamente risente di tali atteggiamenti negativi è la fa-miglia e la sua stabilità.

Non bisogna dimenticare, però, che tale cultura del provvisorio è fortemente influenzata da fattori culturali, sociali ed economici, di cui le politiche in primis dovrebbero farsene carico; parimenti le comunità parrocchiali non sono esenti dall’assunzione di responsabilità, ma sono anch’esse interpellate ad offrire il loro apporto per sostenere sul piano pastorale le coppie di famiglie giovani mediante il coinvolgimento di quelle adulte e già consolidate.

Il ritiro è stato un momento di grazia e di comunione che si è arricchi-to ulteriormente, durante i lavori di gruppo, di altre riflessioni e propositi positivi che in questi giorni si sono tradotti in atti concreti.

Si è vissuto un momento di grazia vivendo l’esperienza di una gior-nata dove la comunità parrocchiale si è ritrovata attorno alla mensa eucaristica, nell’ascolto e nella riflessione della Parola di Dio attraverso l’insegnamento del Magistero, attorno alla mensa per la condivisione dei pasti e nella fraternità. Tutti uniti adulti e giovani, genitori e figli…alla luce della Parola.

Emilia Giordano e Maria Pirrello

O perfettissimi adoratori del neonato Messia, Santi Magi, veri modelli del cristiano coraggio, che nulla vi sgomentò del gravoso viaggio e che prontamente al segno della stella seguiste le divine aspirazioni, ottenete a noi tutti la grazia che a vostra imitazione s›abbia sempre di andare a Gesù Cristo e di adorarlo con viva fede quando entriamo nella sua casa, e gli offriamo continuamente l›oro della carità, l›incenso dell›orazione, la mirra della penitenza, e non decliniamo giammai dalla strada della santità, che Gesù ci ha insegnato così bene col proprio esempio, prima ancora che con le proprie lezioni; e fate, o Santi Magi, che ci si possa meritare dal Divin Redentore le sue elette benedizioni qui sulla terra ed il possedimento poi della gloria eterna. Così sia.

PREGHIERA per il

NATALE

PREGHIERA AI RE MAGI

Venite adoriamoTra gli adoratori del Tempo di Natale bisogna

annoverare certamente i santi Magi. Riguar-do ad essi, san Matteo non fornisce molte in-formazioni. Non dice quanti siano, sicuramen-te almeno due o più perché parla al plurale, né precisa da dove vengano, ma si limita a dire «da oriente», una zona non meglio precisata a orien-te della Palestina.Ebbene, questi Magi – a differenza di Erode e dell’intera città di Gerusalemme – giungendo dal Bambino e vedendolo – dice il testo – «con Maria sua madre», «si prostrarono e lo adorarono». L’a-dorazione, come sappiamo, è il vertice della pre-ghiera. Adorare,dal greco proskynein, significa: in atto di prostrazione di tutto il corpo portare la mano di fronte alla bocca e con un bacio in-dirizzarla verso la divinità, al fine di esprimere la propria venerazione, il proprio rispetto, la dona-zione totale di sé stessi. Dunque, ecco la stranez-za: mentre i magi pur essendo pagani adorano, Gerusalemme preparata per secoli a riconoscere il Messia si turba.«Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra».I pa-dri della Chiesa hanno dato un’interpretazione simbolica ai doni dei magi: l’oro spetta al Bam-bino nella mangiatoia in quanto re, l’incenso fa riferimento alla sua divinità e la mirra alla sua morte sulla croce.Aggiungo, però, che questi omaggi possono es-sere espressione anche dei doni che noi dovrem-mo offrire a Gesù, per cui: l’oro esprimerebbe la preziosità del nostro amore, l’incenso manifeste-rebbe il nostro desiderio di lui, mentre la mirra l’offerta del nostro dolore e delle ferite che la vita produce. Vogliamo dunque vivere bene il nostro rapporto con Dio? Facciamo semplicemente sci-volare in quella fragile mangiatoia già piena del dolore e del peccato del mondo, il nostro amore, il nostro desiderio, le nostre ferite.

padre Vincenzo Valenza

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1. Concorso Presepe: “Natale Insieme 2016”. La premiazione avverrà la sera dell’Epifania, 6 gennaio al termine della S. Messa delle ore 19,00.

2. Tutti i giovedì di ogni mese (Sant’Alberto Magno):- Adorazione Eucaristica: dalle ore 8.30 alle ore 19.30- Celebrazione dei Vespri. ore 19.00- Lectio Divina: ore 19.30

3. Oratorio parrocchiale: Martedì e Giovedì dalle ore 18.00 alle ore 20.00 presso i locali dell’Oasi parrocchiale in Sant’Alberto Magno.

4. OrariO S. MeSSa Sant’Alberto Magno:

Feriali: ore 8.00 e 18.00 (non si celebra la Messa serale di Mercoledì e Giovedì) Sabato: ore 8.00 – 19.00 (ore 20.00: Comunità Neocatecumenali) Domenica: ore 8.00 - 11.00 - 19.00

Santa Maria di Nazareth: Feriali: ore 17.30 (solo Mercoledì e Sabato) Domenica: ore 09.30

BATTESIMI: Scalzo Antonio;

Lo Porto Carlo, Giuseppe Maria; Guarneri Elena Maria

FuNErALI: Arcarese Giuseppa;La Marca Gaetana;

Luzio Giuseppa;Ferrara Emilio;

Casarubea Rosalia;Di Forti Cataldo

aLTri aVViSi

aVVeNiMeNTi

AVVISI LITURGICO – PASTORALI

GeNNaiO 2017Domenica 1 Maria SS.ma Madre di Dio

50° Giornata Mondiale della Pace: “La non violenza: stile di una politica per la pace”

Venerdì 6Ore 18.45Ore 19.00

epifania del SignoreProcessione del Bambino GesùS. Messa. Segue premiazione del 17° concorso presepe “Natale Insieme 2016”

Lunedì 9 Ore 17.30 Incontro Gruppo Caritas Martedì 10 Ore 19,00 Incontro con i genitori dei ragazzi del catechismo di

scuola Elementare e MediaMercoledì 11 Ore 18.30 Incontro Gruppo CatechistiVenerdì 13

Ore 18,00 Primo venerdì del meseSanta Messa per i malati

Lunedì 16 Ore 19,00 Consiglio affari economiciMercoledì 18 Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

(18-25 gennaio)GiovedìVenerdìSabato

192021

Sacre Quarantore – Sant’alberto MagnoOre 9.30 S. Messa con esposizione del SS. SacramentoOre 18.00 Adorazione ComunitariaOre 19.00 Vespri solenni e Benedizione EucaristicaSabato 21: Ore 17,30-18,30: Adorazione Comunitaria; Ore 18,30:Vespri solenni; Ore 19.00 – Santa Messa

Domenica 22 Ore 16,30 Cineforum Parrocchiale “Quasi amici” di O. Nakache e E. Toledano (2011) - presso il salone di Santa Maria di Nazareth

Lunedì 23 Ore 18.45 Incontro Ministri Straordinari della ComunioneMercoledì 25 Conclusione settimana di preghiera

per l’unità dei cristianiGiovedìVenerdìSabato

262728

Sacre Quarantore - Santa Maria di NazarethOre 9.30 S. Messa con esposizione del SS. SacramentoOre 16.30 Adorazione ComunitariaOre 17.30 Vespri solenni e Benedizione EucaristicaSabato 28Ore 9.30 S. Messa con esposizione del SS. SacramentoOre 16.00 Adorazione comunitariaOre 17.00 Vespri solenni e Benedizione EucaristicaOre 17.30 Santa Messa

Domenica 29 Ore 9.30 17.00

ritiro spirituale Parrocchiale presso la Chiesa Santa Maria di Nazareth: “Amoris Laetitia: La vocazione della famiglia; L’amore nel matrimonio” animazione: gruppo famiglia e gruppo giovani, con la partecipazione anche dei ragazzi che si preparano alla cresima e dei loro geni-tori. Portare pranzo da condividere.

LA REDAZIONETel. 0934 571476

www.santalbertomagno.itE-mail [email protected]

Autorizz. del Tribunale di Caltanissetta N. 213 del 15/05/2008

Direttore Responsabile: Sac. Angelo SpillaHanno collaborato: I Sacerdoti della Parrocchia, con Carlo Medico, Salvatore Paruzzo, Morena Vicari, Angelo Lo Piano, Maria Grazia Capizzi, Graziella Riggi.

Messaggeri dell’ECO: Amico Gina; Balsamo Pina; Bella Lidia; Cantella Giuseppa; Cazzetta Maria; Dell’Uomini Maria; Diliberto Assunta; Falzone Vincenzo; Galletti Aldo; Galletti Gianluca; Giannavola Concetta; Guarneri Federico; Lauricella Provvidenza; Mangione Rosa; Miceli Francesco; Palermo Enza; Paruzzo Sal-vatore; Pignatone Michelina; Riggi Rosetta; Sanguedolce Dina; Tirrito Giuseppe; Tomasella Antonio; Vicari Benito.

Impaginazione: Fatima ConsiglioStampa: Tipolitografia PARUZZO (Z.I.) Caltanissetta - www.paruzzo.it

DiCeMBre 2016

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