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Som mario
2/3 Editoriali 4 Il "Cyl indrographe" di Moessard
Louis 0/atiz
14 L' ultima buona azione del la fotografia
Sara Filippin
18 Un l ib ro , un fotografo Pietro Betetto
22 Don Francesco Pascotto fotografo
Paolo Zovatto
26 Un prem io in memoria di Paolo Constanti n i
28 Un i nedito per '' Fotostorica "
30 Olatiz al Metropol itan d i New York
/taio Zannier
34 Piccolo gia l lo nel mio archivio
Alfredo Camisa
39 Come volevasi d imostrare
Mario Trevisan
42 Ugo Mulas, un ann iversa rio
Adriana Sca/ise
Rubriche 46 LA FOTOGRAFIA ALL'UNIVERSITÀ
Breve storia di internet e del WEB
Federica Via
L' immagine d i Venezia ne l l 'ed itoria fotografica
Filippo Leonardi
52 l CONTEMPORANEI CONSERVANO Pino Dal Gal
Luigi Gariglio
Livio Seniga l l iesi
Piermario Cian i
Simone Schiesani
Paolo Guolo
Andrea Negretto
60 LIBRI
Dossier 63 Gl i a rchivi fotografici del Veneto
Massimo Cane/la Adriano Favara Itala Zannier
80 F.A.S.T. NOTIZIE Il fondo Ettore Bragaggia
Fiammetta De Salvo Archivi ed emigrazione in Canada
Michele Rigo Il Premio Aldo Nascimben
94 MERCATO E COLLEZIONISMO a cura di Giuseppe Vanzella
42
63
Editoriali
I l lungo percorso di FOTOSTORICA. Storia di una anomalia.
Con rara lungim i ra nza ne l l 'anno 1995 la Provincia d i Treviso
autorizzò la nascita di questo periodico titolato Fotostorica.
Si consi der i che ta le attività non r ie ntrava tra i com piti
s pecifi c i d i u n ' Ente Loca le e che ta l e sce lta e a ncor pr ima
quel la d i i stitu i re u n a rch iv io fotografico storico fi na l izzato a d
opera re ne l propr io territo r io d i com petenza , poteva no
compiers i so lo per l a profonda com prens ione , da pa rte degl i
a m m i n i stratori e d i r igenti , d e l l a va le nza cu ltura l e
d e l l ' operaz ione , com piendo a nche uno sforzo d i
i nterpretaz ione d e l l e norme.
Una Provincia che edita una rivista nazionale su l la fotografia
storica è i nfatti una anomal ia , ammettiamolo, p iù un ica che rara
nel panorama desertico del l 'editoria periodica in questo settore.
Da l 1995 ad oggi la fortu na vo l l e che al governo di q uesto
E nte si s ia s ucceduti a m m i n istrator i attenti a l la sa lvaguard ia
d e i ben i c u lt u ra l i , de i qual i la fotografia storica fa parte , ma
a nche con u n occh i o d i r igua rdo agl i as petti sto r ic i ed
etnografic i e de l la tra d iz ione loca l e .
Fo rtu n a vo l l e , c o m e non d i r l o , che fossero presenti a nche l e
r isorse u m a n e d i operatori cu ltu ra l i , adatte a fa r decol l a re
q uesto progetto .
Nasce d a q uesto i ns ieme d i fattor i l a sp inta ad una
o peraz ione ed itoriale che ancora cont i nua e che s i è d i ffu sa
o ltre i confi n i a m m i n i strativi d e l l a p rovi nc ia di riferi mento .
Sce lta opportuna fu que l l a d i cond iv idere con u n ed itore
p rivato l ' o ne re di coed itare Fotostorica: senza l' i ntervento
i m porta nte d e l l e Ed iz ion i Canova pri m a , e de l l a Società
Veneta Ed itr ice po i , non avremmo potuto co ntare s u l l o
s pessore raggi u nto da q uesta r iv ista .
S u l l a nostra strada abb iamo poi i n contrato partners
i m portant i , come la Regione Veneto , che ha spesso cond iviso
in questi u lt i m i a n n i i l percorso del la r iv ista : un ra pporto che
potrebbe e dovrebbe rafforza rs i secondo le i nte nz ion i
de l l ' a m m i n istratore d i r ifer imento .
I l percorso s in q u i tratteggiato per la verità avrebbe dovuto
apr i rs i con una p remessa: ovvero che tutto ciò è potuto
avve n i re grazie a l l a a n nosa " p redicaz ione" u n ivers ita ria ed
ed itori a l e del Prof. Ita la Zann ier, che non a caso conti nua ad
essere a n i m a e motore d i qu esta i n iz iativa editori a l e .
Con q uesta sto r ia a l le spa l le Fotosto rica ha potuto a pr i rs i a
co l labo raz ion i extra-prov inc ia l i , ad una d iffus ione pr ima
regiona le , po i naz io n a l e , u n n u mero sem pre maggio re d i
abbonat i , d i a ppass i onati , d i co l laborator i , d i a m i c i , c i segue,
c i st i m o l a e so l lec ita su q u esta strada l u ngo l a q u a l e
abb iamo racco lto amp ie soddi sfaz i o n i , ma a volte , inevita b i l e ,
a n c h e d e l u s io n i , i n u n percorso umano e p rofess iona le , c h e
ch i scrive s i a ugura a ncora proficuo .
Lu ngo u n percorso d i ann i , Fotostorica s i è anche
trasformata e d a l sempl ice bol lett ino degl i esord i ,
amp l i ficatore d e l l ' attività de l l ' archiv io fotografico sto rico d i
rifer imento, è d iven uta u n a rivi sta come que l la attu a l e , con
una sua r iconosci uta e pec u l i a re autonom i a , autorevol ezza ,
ovv iamente grazie agl i i m po rta nti contri but i di a utori ita l ia n i
e d esteri ma a n c h e a l r iconosci uto ruo lo d i vo lano cu ltura le
da pa rte del la Regione Veneto .
Fotosto rica ha i n somma ragg iunto una sua " matu rità " che c i
si augura apprezzata d a i lettor i anzitutto , ma anche d a l l e
istituz ion i cu l tu ra l i naziona l i , de l le q u a l i s i ausp icano
co l l aboraz ione, partec i paz ione, sostegn o , per una i n iz iativa
anche economicam ente non fac i l e .
Adriano Favaro
Direttore Responsabile
Pietro Poppi La fontana delle Sirene (part.) Bologna, Esposizione 1888, Collezioni d'Arte, Cassa di Risparmio, Bologna
l n questi u lt imi tem pi , pare che anche in Ita l ia si stia awiando i l
col lezionismo del la fotografia , de l qua le in p iù occasioni , e
s istematicamente, si occupa " Foto storica " , nel la convinzione che
ciò sia utile per attivare maggiormente un'editoria scientifica, che
sia attend ib i le sia dal punto di vista storico che tecnico.
Soltanto così il col lezion ista può avere qua lche garanzia e un
indi rizzo in p iù per gl i acqu isti , che non può essere soltanto
quel lo economico nei "mercatini " , ma deve com prendere
soprattutto autori , che rappresentano la storia di questo mezzo
espressivo, che ha caratterizzato addi rittura il nostro tempo, che
io chiamo " Era de l l ' lconismo " .
La confusione nel settore, che pure sta gonfiandosi , è comunque
tota le; s i sfogliano i cataloghi delle aste straniere, Parigi-Lond ra
New York, e i prezzi indicati tolgono il respiro; molti non
capiscono perché una fotografia ( "ma è soltanto una fotografia . . !,
si d ice , e si chiedono lumi . . . ), può costare tanti m i l ioni di vecchie
l i re , centinaia di m igl iaia d i Euro , ecc . ; i record si rincorrono.
Ma che fotografie cercano i nostri col lezionisti , spesso
im prowisati e assist iti , non sempre da competenti?
In prim is , la "fotografia d ' arte " ; Paolo Gio i i specialmente, e Luigi
Gh i rr i , Luca Pate l la , Franco Fontana e pochi a ltri . Mario Giacomel l i
r imane un mito, è stato i l pr imo ital iano (e l ' unico ; persino
Friedlander conosceva soltanto G iacomel l i , tra i fotografi ital iani e
ignorava Ugo M u las, che pure gl i aveva ded icato un l ibro!), a
entrare nel l ' e lenco del le grandi case d 'asta .
Ora c'è, in America a l le aste, anche Mimmo Jodice,
finalmente, e Mario De Biasi e Berengo-Gardin e Ol ivo
Ba rbieri (e Guido Gu id i , che si aspetta?) . . . ; tra i
giovan i , Campigotto, Zanta, Biasiucci . . .
Gabriele Basi l ico h a sorpreso con una vendita
p lur imi l iona ria ; magnifico, è rimasto sorpreso
pure l u i .
Ma che cos'è questa "fotografia artistica "
del la quale continuiamo a parlare da un
seco lo e p iù a questa parte?
E l"' a ltra " fotografia , che cosa è, se
intendiamo quel la
"documentari a " , che però in
effetti è la " p iù fotografica" fra
tutte le tipologie?
Si cerca , tra queste, l 'anomal ia ,
la s ituazione singolare, e in effetti la
"vignetta " , la " scena di genere"
indigeno , ma quanto a l l 'Arte si passa sopra .
Il pittorialismo impera ancora ; si vuole una fotografia in
sospetto di pittura, di "manualità " , che in tal modo
sembra garantire la sua "unicità"; ma le fotografie
sono sempre poche e addirittura "uniche" ,
certamente più uniche delle incisioni e delle
l itografie, la cui stampa awiene
simultaneamente per tutta la tiratura.
La Fotografia è la Fotografia; i l
Col lezionista deve fidarsi del la
Fotografia , ma ha necessità d i una
cultu ra specifica, non raccattata dai
sol iti " storici del l 'arte " , che mettono in
crisi sia la cosiddetta " pittura " , che la
Fotografia , cercando connessioni ,
inquinament i , " scambi tra le a rti " ,
inevitab i l i ma spesso ambigu i ,
mentre la Fotografia pura è
Fotografia e basta. Che cosa
s i vuole d i p iù .
ltalo Zannier
IL " CYLINDROGRAPHE " DI Mo:EssARD LOUIS 0LATIZ
L'ansia di cogliere " tutto" in un colpo d'occhio
( un "clin d'oeil " , scriveva Tiphaigne De La
Roche, nel 1760), probabilmente è parte della
nostra curiosità animale, anche come tentativo
di difesa nell'ambiente, più o meno ostile, se
sconosciuto.
L'immagine " globale" , per l'uomo (e anche per
le a p i? o le rondini? . . ), è come un giro di valzer
a 360°, durante il quale si esplora velocemente
!' " intorno" , vicino e lontano, mentre noi siamo
al centro, siamo il fulcro che i romantici come
Fussli definivano addirittura divino.
Il "Panorama " , in fotografia, è così definito da
Luigi Gioppi, nel suo "Dizionario Fotografico"
(Hoepli, Milano 1892, p . 398):
è "La riproduzione di vedute panoramiche, tali che a bbracciano angoli grandissimi, oltre a i 9 0°
occorrendo si eseguisce tanto cogli apparecchi comuni riproducendo una dopo l 'a ltra le diverse parti delle vedute e raccordandole poi con ogni cura a l momento della stampa, quanto cogli apparecchi speciali panoramici come il ci lindrografo Moessard, o quelli Liesegang, Johnson ed Harrison, Benoist, Damoizeau, ecc . " Ma l ' idea del Panorama è precedente al la invenzione della fotografia; il termine Panorama precisa Silvia Bordini, che ha scritto una esaustiva "Storia del Panorama "1, "venne coniato intorno al 1 790, unendo due etimi greci, pan e orao, tradotti come 'veduta della totalità"'. Nel Panorama - che era dipinto con speciali vernici, su enormi tele, anche di centocinquanta metri di lunghezza e cinque di altezza, disposte in modo circolare in ambienti appositamente costruiti -, "si compendiavano alcune del le caratteristiche fondamentali, quali la veduta topografica, l 'effetto i lluministico di un nuovo tipo di immagine pittorica . . . " , osservava un critico d'arte francese, E.F. Miei, come ricorda la Bordini2•
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L. ]ansche e Karl Post Panorama di Vienna
1806
Francesco Bona/di Panoramica di Udine
1860 ca. (Udine, Musei Civici)
P. Moiissard Parigi 1888 fotografia a 140•, ripresa con il "Cylindrographe"
P. Moiissard Dintorni di Parigi 1888 fotografia a 140', ripresa con il "Cylindrograpbe"
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Si trattava non soltanto di "un nuovo tipo di immagine pittoric a " , ma di un nuovo modo di vedere e percepire più velocemente il territorio, di "vedere il mondo " , avviato proprio dalla modernità tecnologica, locomotive e mongolfiere complici. Già Cana letto o Bellotto avevano adattato l 'uso della "camera ottica " proprio a questo scopo, can un occhio persino scandalosamente moderno (secondo Ruskin, che non apprezzava troppo quelle "cartoline" giganti ) , pur senza arrivare al panorama globale, ma certamente ampliando il campo visivo, offrendo allo sguardo un'idea nuova di spazio, infine metafisica piuttosto che realistico; basti ricordare la veduta del bacino San Marco a Venezia, da Punta della Dogana, al l ' incirca di 120°.
La veduta a 360°, ossia il massimo della panoramicità, venne comunque brevettata il 1 9 giugno 1 787 a Londra, dal pittore Robert Barker di Edimburgo, con il termine, poi ribattezzato in " Panoprama" , "Nature à coup d'oeil "3• Con l 'avvento della fotografia, la possibilità di ottenere immagini non soltanto estese e prospetticamente corrette, come era già possibile con la "camera ottica", bensì nitide nei particolari e ancor più verosimili (si pensi ai "Panoramas" di Langlois e poi ai " Dioramas" di Bouton-Daguerre, i primi nel 1822, visibili al Bois de Boulogne, per pochi centesimi di franco), sollecitò anche la connessione topografica, a quel tempo soprattutto per la cartografia militare avviata in Francia dal colonnello Laussedat, nel 1850.
In Italia, il primo a realizzare una fotogrammetria terrestre ad ampio arco, fu l'ingegnere Pio Paganini, che per conto dell'Istituto Geografico Militare, ottenne un'immagine della Cava delle Colonnate sulle Alpi Apuane, nel 1878, nell'estensione di nove chilometri alla scala di 1/25000.
Non si trattava certamente di una prospettiva "curiosa", come osserva Manlio Brusatin, ossia di "una anamorfosi che deformava volutamente i soggetti rappresentati per ricomporre le immagini riconoscibili secondo un punto di vista preciso e orientato•, ma di un insieme illusoriamente documentale, simile al "vero" , se si considera l ' immobilità dell'occhio e del punto vista, che l'uomo però non sopporta fisiologicamente quindi esclude.
Problemi di percezione visiva, di codici di percezione, senza i quali l ' uomo non riuscirebbe neppure a orientarsi, e perciò la fotografia sembra addirittura risolutiva; ma anche la Fotografia, invece, ha un suo codice. "Il disagio provocato dall'effetto delle vedute ad ampio raggioscrive Gombrich -, indica tuttavia che noi desideriamo qualcos'altro. Vogliamo che le rappresentazioni prospettiche condividano con le mappe determinate caratteristiche. In altre
parole, non vogliamo che esse funzionino soltanto in scatole d'osservazione predisposte per uno sguardo monoculare da un punto fisso, ma che, molto similmente alle mappe, comunichino la loro informazione anche ad un occhio mobile ed esaminatore"'. La differenza tra una fotografia ripresa al grandangolare o con un obiettivo normale, continua Gombrich, "è una differenza psicologica "'; il cittadino, commenta inoltre Renzo Dubbini nel panorama si trova il centro ottico-geometrico della città\ e ciò provvisoriamente gli basta.
La fotografia incentivò le ricerche sulla percezione delle immagini, già avviate prima, basti ricordare lo "stereoscopio", per la visione tridimensionale, o tutti i marchingegni del precinema, riadattati con la fotografia stessa, che offrì nuove illusioni di realtà, nell'ipotesi fantascientifica di poter istituire il "doppio" della realtà stessa, come oggi illude la realtà virtuale e non sappiamo ciò che ci attende, nella nostra esaltante Era dell 'Iconismo.
Tra le invenzioni più significative nella storia della fotografia del XIX secolo, con lo scopo di ottenere immagini panoramiche unitarie e non composte a mosaico, in successione di vedute, c'è senz'altro il " Cylindrographe photographique" di Pau! Moessard, strumento di ripresa contemporaneo pressappoco al "Cylindrographe topographique" , sempre del Moessard, al " Cyclographe" di Damoizeau, alla "Plachette photographique" del Chevalier, e anche al "Photorama" dei Lumière, che comprendeva ben dodici obiettivi rotanti, con cui i geniali fratelli di Lione, intendevano ottenere pellicole cinematografiche con effetto panoramico totale. Dalla prima panoramica dagherrotipica di Frederic von Martens (3 e 3/4 x 12 e 112 pollici ) , una veduta della Senna dal Louvre, che è del 1846, a questi sofisticati risultati fin de siécle, c'è tutta la storia della tecnica fotografica della seconda metà del XIX secolo.
Presentiamo quindi ai nostri lettori, in fac-simile, alcune pagine del raro volume di Moessard (Le Cylindrographe, Appareil Panoramique, Gauthier-Villars et Fils, Paris 1889), conservato nella biblioteca di !taio Zannier, con le singolari e in parte inedite illustrazioni, che in originale sono stampate in collotipia. • Note ' S. Bordini, Storia del panorama, Officina, Roma 1984, p. 9 ' Idem, p. 13 ' Idem p. 13 • M. Brusarin, Storia delle immagini, Einaudi, Torino 1989, p. 75 ' E.H. Gombrich, L 'immagine e l'occhio, Einaudi, Torino 1985, p. 245 ' Idem, p. 246 ' R . Dubbi n i, Geografie dello sguardo, Einaudi, Torino 1994, p. 63
8
'nii3LIOTllÈQUE PllOTOGRÀPHIQUE.
CYLINDROGRAPHE APPAREIL PANORAMIQUE,
1'.\11
P. MOESSARD, Commandant tlU Génle lmHnlC, atlaché au Senlce Réogl'nph!flOO dc I'Arméo.
PREMIÈRE P ARTill. LE CYLINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE.
GHA!'ItDRE UNIVERSELT.E l'OU!l PORTRAJTS, GROOPES, PAYSAGES ET 'PANORA:\IAS.
PARIS, GA UTHIER-VILLARS ET FILS, IMPRIMEURS-LlBRAIR ES,
'ÉDITRURS DE L,\ B!DLIOTliÙQUE I'lTOTOGRAPIIIQUE:
55, Qun.i des Grands-Augustins. 1889
(Tous ùruiiJtr!S'!n�s.)
AVANT-PROPOS.
pliqués et plus ou moins pratiques; enfìn quelques exemples curieux de� résultats que l'on obtient eu inclinant ou en renversant l'axe de l'apparci!.
Cette première Parti e se termine par la description cles divers modèles de cylindrographes.
La seconde Parti e, sous le titre : Le cylindrographe topographique, est consacrée aux applications de l'appareil aux levés topographiques et aux mesures de préci'sion en général. Après lerappel succinct cles princi.pes fondamentaux sur lesquels reposent toutes !es opérations topographiques, et des essais divers qui ont déjàété te"ntés pour appliquer la Photographie à ces opérations, l'auteur signale les inconvénients pratiques que présente, dans cet ordre d'idées, la perspective piane, inconvénients qui disparaissent dès qu'à ce genre dc perspective on suhstitue la perspective cylindrique, telle qne la donne le cylindrographe. Suit la description des dispositifs simples dont l'adjonction suffit à transformer en apparci! de mesure d'une grande précision la chambre décrit� :--� en détail dans la première Partie. La méthode de construction dn canevas d'un levé et de calcul des cotes de proche en proche une fois exposée, on passe à la seconde série de travaux dont se com-
l l i
l
. ! -
AVANT-PROPOS.
Ce peti t Ouvrage est divisé en deux Parties. D�ns la première, intitulée :Le cylindrographe
plwtographique, l'appareil est étudié spécialement au point de vue pittoresque et photographique. C'est là qn'on trouvera exposés le principe théorique sur lequel il est fondé, sa descriptiou détaillée, son mode d'emploi, ]es applications variées auxquelles il se prete selon qu'on veut tirer un panorama complet, une vue d'étendue
' quelconque, d es groupes ou d es portraits séparés; la mesure du temps de pose et la manière de le
· faire varierà volonté en deux points quelconques d\ un mème cliché; la possibilité de réduire la pose
· à une fraction minime de seconde (,:, et audessous) pour avoir des instantanées de toutes dimensions, sans rien changer à la chamhre et sans employer d'ohtnrateurs plus ou moins com-
M. - ru PARTlE.
AVAN"T-PRO'POS.
pose tout levé, au relèvement età la mise cn p l ace d es détails; et là encore o n prouve, par la comparaison de résultats typiques fourois par la Photo-. éaphie piane et par la Photographie cylindriqtie, combien ces derniers sont supérieurs, plus ''rais, plus conformes à l'impression que donne la nature, plus aisés à mettre en ceuvre età interpréter géométriquemenl. . La façon de comhiner l es renseignements pbo
to�ra'phiques avec les croquis pris sur le terrain, de contruler et de compléter les uns par les autres, poor arriver à un levé in·éprocbahle, sert de concluslon à l'Ouvrage.
10 LE CfLTNDROGnAPHE PHOTOGRAPHrQUE.
tilles, telle qo'un objectif photograph.ique, peut,
an point de vue théorique, etre représentée par
une lentille unique, produisant sur !es rayons
lumineux !es memes effets que la combinaison
donnée ( théorie cles lentilles épaisses de Gauss).
Cette lentille sera complètement ùéfinie par ses
Fig. 2.
F'
deux plans focaux principaux F, F' (fig. 2) et
par ses denx points nodanx n et n'.
1° Tout pinceau de rayons para1lèles tomhant
sur une lentille forme son foyer sur le planfocal
principal, et inversement tout pinceau isso d'un
point du plan foca! principal donne naissance
à un faisceau émergent de rayons parallèles.
2° Soient une lentille (fig. 3), OR et O' R' deux
rayons de coorbure parallèles, C le ce n tre optique,
IR' un rayon incident, RE le rayon émergent cor-
'·
·'.
., : ...
, r
LE
CYLINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE.
Le cylindrographe est une chambre photogra
phiqoe portative qui, mise en station an point O
(fig. 1), donne l'image de tous !es objets situés
Fig. r.
A
dans le secteur AOB, de 170" d'ouverture, de telle
sorte que le panorama complet du poi n t O n'exige
. . que deux clichés (r) et ( 2) égaux et une frac
tion (3) de 20° de champ environ.
�rincipe de l'instrument. Rappel de quelques propriétés des lentilles
épaisses (fig. 2). - Tonte combinaison de len-
JlfiJNCJPE DE L1
lNSTRU�ENT. H . respondant, parallèle à IH-'; !es deux points n et n'
sontle; points nodattX, dont la position sor l'axe
. ne varie pas tant que l'angle d'incidence d es rayons
l�mineux i1'est pas trop grand. Donc, quaud nn
rayon ·incident passe, réellement ou virtuellement, par le point nodal d'incidence n', le rayon émer-
Fig. 3 ..
gent, auqnel il dQnne naissance, lui est parallèle
et pass�, réellement ou virtnellement, par le point
nodal d'émergence 1!.
3° Tous les objets de la nature compris dans un
angle.An'B (fig. 4), dont le sommet est le point
uodal d'incide·nce d'une lentille nn', donnent nais
sance à cles images réelles renversées, comprises
dans l'angle anb formé par nb parallèle à Bn1 et
na parallèle à An1; l'image m d'un point quel
conque M se trom•e sur nm parallèle à Mn1•
12 LIÌ Cl'LINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE. l Donc n est le point de vue de la perspec- ·
ti ve amb; c'est en n qu'il convient d_e pl.acer l'ccir
quand on regarde l'image amb, pour obtenir la
Fig. q.
A
B
restitution parfaite de la nature AMJ3, telle qu'elle apparait du point n'. n et n' son.t !es poin ts de vu� conjugués.
Fig. 5.
T
4" Soient'f'ladistancefocaleprincipalenF= n'F' (fig. 5), D et d les distances MF' et mF qui séparent l'objet et so n i m age cles foyers principaux;
14 LE C Y LIND ROGRAPli E PJIOTOGI\APHlQUE.
une surface SS' de forme variable, mais toujours concave par rapport au point n.
Ceci posé, soit nn objectif nn' (fig. 6) à champ limité, An'B: l'image de ce sectenr An'B se formera sur l'arc de cercle ab, de ce n tre n et de rayon 'i'· Si je suppose que cet ohjectif tonrne ho-rizontale!Jlent
autour d'un axe vertical passanl par le poinL n, l'image ab reste immobile, puisque le point de
D
Fig. 6.
{ù
E
vue n ne bouge _pas et que, le déplacement de n'
étant n.égligeable par rapport à la distance de<� objets A, B, les rayons }ssus de n ne varient·pas non
·.;
r
. l'RINCIVE DE L1JNSTI\U>IENT. 13 on a la relatiòn fondamentale
Dd=cp'. "' Si clone D=]� x w, on aura d=-'-· l p
j; . ( • -;·· 11 __ '· .. L -y-·· -:'i. /'"
Donc, quand D sera égal à 10 fois, 100 fois la 'distance focale, d sera égal à -fu, à +, de celte m eme distance; et D croissant, d deviendra rapidement négligeable, étant donné surtont que l'objectif que l'on emploie aura t�ujours une profoudeur de foyer supérieure à cette petite longueur .
Ain'si, pour 'P= 1 5'm et D= 15m 1 d sera égal à l mm, 5, bien inférieur à la profondeur de foyer
. qui est toujours de 3mm à 4'"'" au moins. Nous admettrons clone, dans tout ce qui va
suivre, que cette distance d est nulle, et que l'image m se forme en F, foyer pri�cipal de l'obj ectif.
Pour l es memes raisons, nous pourrons admettre s�ns erreur sensible que l'image d'Lm point T, si l'angle M n'T n'est pas trop grand, se forme en t, tel que nt == nF = 'f'· C�Lte hypothèse est d'autant plus proche de la vérité que le lieu cles fo)'ers des. faisceaux de'l·ayons incidents parallèles n'est pas en. réalité une ligne droite, et que le soi-disant plan foca! principal n'est pas un plan, mais bien
PRINC.IPE nR J.'INSTRUAIRNT. jèj plus en direction·. A mcsnee que l'objectif, et pat' cons�quent l'angle dc champ An' B, se déplacc, l es objets situés entre B, C, D, E, . . . vi ennent
· successivement former leur image sur l'are de cercle bcde, image qui reste de meme immobile pendant la rotati an; et, quand l'objectif a a'ccompli une demi-révolutio� à peu près, tout ce qui est s·itué dans le demi-tour d'horizon ABCDE � for1';1'\ son image sur abcde et cetle image, toujours immobile, a subsisté d'autant plus long-
� temps que la vitesse dc rolation a été moindre. Si l'on ramènc par un m ouvement inverse l'objectif à so n point de déparl, le m l: me fai t se reproduira, l'image se formera sur edcba identiquementla m è me que précédemment, et ceLte seconde impression lumineuse se superposcra exaclement à la première; et cela autant de fois que l'an recommenccra la meme manccuvre .
. Si m�intenaot je suppose enroulée sur le dcmicylìndre de révolution de base abccle une pelli-· cule photographique sensible, ces impressions lumineuses eogendreront une fìg·ure qui sera la perspectiPe CJ'lindrique du demi-tour d' hori::,on ABCDE.
;C'est là le principe du cylindrographe.
16 LE CYLINOROGIL\.PHE JlHOTOGRAPHIQUE.
Description de l'appareil. Le cylindrographe se compose essentiellement
dedeux demi-cercles en bois, égaux et horizontaux, Fig. 7·
le planchei· P ·et le plajond P',
diamètre par nn c ad re verticaJ e n bois G(fig. 7 et 8)..
18. LE C\'LINDROGRAPH& PIIOTOGRAP!IIQUE.
fìxés à diverses hauteurs à l' aide de crans et d'un
verrou d'arret , de façon à décentrer l'image et à
o-agner dn terrain vers le han t ou vers le bas. "
Un ample voile noir opaque, fait d'une double
étoffe caoutchoutée, intercepte le jour entre le
cadre et l'objectif, sans gener les mouvements de
ce dernier .
Pig. g.
En avan t de l'objectif, et monté à frottement
dur età ba'ionnette sur sa monture, s� place llU
tube en laiton p, dit parasoleil, de 4'm à 5'm de ]ono- munì J'une fente dans laqnelle on glisse
" ' . des diaphragmes, dits diaplu·agmes antérieurs,
de forme variée, don t nous étudierons plus loin le
role important (voir p. 23, 3o et 33).
Le chassis porte-pellicule (fig. g) est formé
d'un rectangle en matière élastique, fermé dessus
et dessous par deux rideaux cartonné·!ì, opaques
DESCRIPT10N DE L'
APPAREIL.
·Ces trois pièces, assemblées à charnière, se
replient l'une sur J'alltre pour le tra n sport (fig. 7); ·pour la pose, elles se montent sur un pied de campagne; deux crochets c (fig. 8) les fìxent dans la position voulue; une tringle de laiton t, réuniss�nt à l'arrière le plafond et le plancher , assure la
· solidité de l'ensemble . L'objectif, suspendu au · centre du cadre, est
porté par un a.xe de rotation vertical R, qui est - actiom;té par une manivelle m horizontale, placée
au-dessus du plafond, munic de deux pinnules verticales donnanL le champ de l'appareil el réunie à l'axe par une charnière. La planchette porteobjectif et l'axe de rotation ne sont reliés que par quatre vis de réglage à Lete carrée, qui permettent de faire avancer ou reculer l'objectif sur
l'axe.
Pour tonte positi.on de la manivelle, l'espace cmbrassé en hauteur et en Jargeur par le regard dirigé par ·les deux pinnules représente le secteur An'B(fig. 6), le champ momentané de l'apparci!, c'est-à-dire tonte l'étendue dont l'image se forme à c� t instant. en ab sur la pellicule seosible.
Cet axe et l'objectif qu'il porte peuvent, dans certains modèlcs, è tre mon tés ou descendus et
2.
RÉG(..J\G t1; DU Cl"LINDROGRAPHE. 19 !!L ll e�ibi�s , le rideau de po;e r et le rideau de joftd f;· deux ou trois pièces de laiton mince l maintiennent en dessous l'écartement des deux longs còtés d n rectangle; l es rideaux glissent dans
. d es coulisses pratiquées dans la fa ce interne du ree. taogle. Un crochet double d, don t l'axe traverse
l.� monture du cbassis, ferme !es deux rideaux enserr:ble.
Le chassis, pour la pose, se loge dans une rai"bure cop>prise, au bord du plafoncl et du p lancher, entre la bande dc cuivre qui cercle ces deux pièces et un bourrelet en bois intérieur b de t cm de sa lllie, parallèle à celte bande; le hout fermé dtl chassis s'appuic dans un logement pratiqué dans le m0ntant de dro i te dtl cadre; l'extrémité libre du. rideau de pose traverse une fente h pratiquée
dans l'aatre montan t du cadre, et peut étre saisie et tirée du dehors. Dans cetre position, le chassis, sous sa f�rme cylindrique, ferme her rn étiquement la �h ambre ·e n tre le ca d re, le plafond et le plancher.
Réglage du cylindrographe.
Régler le cylindrographe, c'est amener le poi n t
nodal d'émerge�ce de l'objectif sur l'axe de rota-·
-70-En tenninant, nous émettons un vceu : c'est
que toute photographie porte l'indication de l� distance du point de vue exact ainsi que de la tolérimce relative à la position de l'rei]; ces nombres peuvent etre calculés facilement dans chaque cas par les formules ou les Tableaux ci-dessus. Ce renseignernenl serait précieux, so i t pour l'examen direct du positif, soit pour la détermioalion des erreurs commises et le rélablissement de la perspective exacte.
FIN.
'• .
--�72-
CHAPITRE III.
Application des principes précédents ·
lJistance Jocale et format .... Tableau.x d,erreurs sur la di.stance.
PnfieS.
fJY 47 5o 52
Tableau. dJallongement et de raccourcissemelli. Tabl(!au, d,erreu.r angu.laire ... ·Moycns de ramener les ne"gatifs et les positifs à 'une
perspective exacte .. Amplirìcalion du clicluL ... A m plification d u posi tif par projection .. Vue au moyen de la ]oupe .....
CHAPITRE IV.
Inftueoce des details et des telotes.
Visibilité des détails. Formation des teintes . . .
InOuence de l'objet .. . lnliuence de l'objec�if.. lnfluence de la surface sensible.: .. Inlluence d� ·la pose et du développemeot ... i.nnuence du tira se du po_sitif. ..
-CONCLUSION • • .
FIN DE LA TA.ULE O:S MA1'iii!RÉS. '
5g 62 63 G3 64 66 67 6g
. -Pfl.tiS.- lmp. Gnuthier-Vlllnrs et fUs, 53, quai ùcs Grnulls··AngusLhis.
+ -:....�;. .;:·.lloi.•·
' '· t· . 11.: ··:·•
TABLE DES MATlÈRES.
PRBFACE,'. ' .... AYANT-PROPUF.
CHAPITRE I.
. -Perspective géométl'ique et restitutìon dans l'espace ·dans le cas d'un objectif simple.
Formation de la f,erspective géome'trique et poi11t de vue exact ... : . . .
Jnconvénients d1une mauvaise position de l'a!il .... 1• Erreur sur la distancc ..
Variation de la distancc de l'objet. . . 12
Variation de la distance du poi n t de vue exact.. 16 Variation de la distance de vision. . . 20 Expression dc l'allongemenl et duraccourcissemeut
prove11ant de l'erreur sur la dista n ce... 21
2• Eneur aogulaire.. 23
· Conditions de la vision dlslin.cle.. 1S Tolérance de position de·l'ceil... 'l"}
CHAPIT RE l I. �erspective géométrique et restitution dans le cas
d'un objectif composé.
Combi.Jtaiso'n convergente à ùnage rcnver!ée . 34 Combinaison con.vergenle à image redres!ée. . 38 Combinaison. convergente-divergente......... /j'l
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L'ULTIMA BUONA AZIONE DELLA FOTOGRAFIA SARA FILIPPIN
Un salvataggio fortuito, e casuale purtroppo, ha
consentito di donare al Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia,
l 'archivio documentale di una poetessa e
tragediografa di origine abruzzese, Fernanda
Regàlia Fassy, vissuta a Treviso per quasi un
ventennio1• Un nome conosciuto qui solo ai
pochi che le furono vicini in quegli ultimi anni
della sua vita passati nella casa-albergo Salce, e
ancora la ricordano: «Gran signora . . . era
bellissima . . . ». Raccontano del "salotto
culturale" dell'istituto di cui era una delle più
vivaci animatrici, e delle frequenti schermaglie
verbali con Gino Cavalieri, che occupava una
stanza attigua alla sua e tentava di imitarne i
modi ricercati e la gestualità, affascinato e
invidioso di lei, che lo sdegnava delusa che «un
uomo di tanto talento avesse atteggiamenti così
rOZZI».
Attrice cinematografica fin dal 1915, poi di
teatro (per citare qualche nome, lavorò con
Ettore Petrolini, Odoardo Spadaro, Ruggero
Ruggeri, Paola Borboni) raccontava di sé
trasfigurando il ricordo con l 'invenzione
letteraria - che, giovanissima, i genitori vollero
investire sulla sua bellezza per risollevare le sorti
economiche famigliari, e nei giorni di festa, la
agghindavano con gli abiti migliori e la
" esponevano " alla vista dei nobili e facoltosi
ospiti di quella casa, finché non giunse colui che la impalmò con tutta la pompa e la ricchezza che la situazione richiedeva. Frequentatrice quindi dei circoli culturali e mondani, vincitrice di parecchi premi letterari, presente in alcune antologie, i suoi versi furono tradotti in varie lingue, perfino il russo e il greco, ed ebbe pubblicate le sue opere persino ad Haiti. Di lei parlarono i critici allora più noti affiancandola a Saffo, Vittoria Colonna, Gaspara Stampa, Veronica Gambara, ed a Emily Dickinson, alla Woolf, alla Mansfield. I documenti ritrovati, raccolti e ordinati da lei stessa e da un amico devoto, con la cura minuziosa che la nostalgia può a volte suggerire - manoscritti, lettere, traduzioni, una dettagliata rassegna di recensioni letterarie - ci danno una visione, se non dei fermenti poetici più innovativi, di una maniera letteraria vitale ancora negli anni '60 ai '70, che concepiva la poesia e l'arte come "realismo lirico", purificazione, ma non travisamento della realtà; maniera praticata dalla Fassy in forma sintetica e incisiva e, per giudizio unanime, con una qualità tecnica elevata. Boa luminosa di questo salvataggio è stata un piccolo nucleo fotografico che ci ha spinto a curiosare su questa figura misteriosa: alcune stampe positive, un'autochrome e alcuni negativi, tutti ritratti di lei, nonché pochi altri positivi di cerimonie delle quali è stata protagonista. Questi ultimi ( formato 18x24), riguardano avvenimenti degli anni '50 e furono realizzati in parte dalla Publifoto, e in parte da un'altra meno nota Agenzia Bozzato Photo Service di Giulio Salaroli, ambedue di Milano. Anonimi e senza data i quattro negativi (uno di formato 18x24, tre di formato 1 3x18) , tre
Giulio Sa/aro/i Premio Madonnina. Medaglia d'oro a F. Regàlia Fassy. Agenzia Bozzato Photo Service, Milano Stampa positiva. Formato dell'originale: 18x24 cm
1 4
Mario Castagneri Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy Milano - Formato dell'originale: 1 8x24 cm
dei sei ritratti positivi, e l'autochrome ( 1 3xl8), tutti in ottime condizioni di conservazione e realizzati con grande cura e maestria da uno o più studi fotografici che, a giudicare dagli arredi e dai fondali, dovevano essere rinomati e servire una clientela di alto rango. In due dei negativi e in un bell'ovale virato seppia, lei ritratta a mezzo busto, recita un atteggiamento dolce e remissivo, con un occhio a certe eroine ottocentesche; un terzo negativo - definito "collo Pierrette" in un appunto manoscritto -cura essenzialmente valori formali e luministici; cerimonia d'ambiente in due ritratti positivi a figura intera (di uno è presente anche il negativo) ricchi di mezzi toni, che ci mostrano la Fassy in costume " Stuarda", e con velluti e piume di struzzo, in studi dagli arredi molto raffinati. In un positivo, il fotografo Baccarin? gioca con i riflessi, le sfocature appena accennate, e un effetto di mosso che colloquia con la trasparenza del tulle (suo è
Fot. Baccarini Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy Milano - Formato dell'originale: 18x24 cm
anche uno dei due ritratti precedenti ), e interpreta così l ' impertinenza dello sguardo del suo soggetto. La stampa all'olio firmata da Mario Castagneri è ( naturalmente) sulla scia pittorialista, forse un ritratto in costume di scena, con dei morbidissimi toni bruni. Infine, l'autochrome, uno dei pezzi più interessanti, collocabile cronologicamente verso la metà degli anni dieci. È splendidamente eseguita, cromaticamente molto equilibrata, anche nella resa dell'incarnato, e di ottima trasparenza (qualità non pienamente apprezzabili in stampa). Il tempo di posa non brevissimo ha consigliato l'uso di un sostegno per il braccio, ma ha anche consentito la scelta del leggerissimo effetto di movimento nel tamburello, scelta cosciente che rimanda ad alcuni tentativi delle avanguardie artistiche e fotografiche del periodo. Anche qui si è indotti a pensare ad un ottimo fotografo, un
1 6
provetto "autocromista " . Sfogliando le riviste dell'epoca è facile, infatti, rendersi conto che almeno agli inizi < < • • • ottenere dei buoni resultati diventava proprio un giUoco d'azzardo . . . >> 3• Era fondamentale seguire scrupolosamente le istruzioni fornite dal produttore, determinare con precisione il tempo di posa e la qualità della luce che impressionava la lastra; e ciò richiedeva esperienza e professionalità, pena l'ottenimento di immagini con colori non reali, bluastre, oppure scure e opache. Ci piace chiudere con una citazione di Edoardo Benone di Sambuy, dalla Fotografia Artistica, che evoca tutto il fascino esercitato allora dalle autochromes e insieme anche un gusto e un ambiente che ci pare di avere intravisto tra i vecchi fogli e le splendide fotografie della Fassy: « . . . car, en y voyant le vrai avec ses couleurs, nos prétentions augmentent, et nous en exigeons davantage. L'on agit de meme avec une ma!tresse dès qu'elle vous accorde quelques petites faveurs: cela rentre dans la nature humaine»4• •
Note
' Fernanda Regàlia Fassy, al secolo Fernanda Pollonara, era nata a Roma, da famiglia abruzzese, i l 27.09.1898; morì a Treviso il 25.06. 1991. 2 Si tratta, molto plausibilmente, dello stesso Baccarini, milanese, che due decenni dopo illustrerà, con Vender, Veronesi e Galimberti, il libro di Altredo Ornano Il ritratto in fotografia, Milano, Poligono, 1 945. 3 H. Kiihn, Appunti sulla tecnica del processo autocromo, in Bullettino della Società Fotografica Italiana, Anno 1 907, pag. 3 6 1 . ' E. d e Sambuy, Notes sur l'usage des plaques autochromes, in La Fotografia Artistica, n. l, Anno 1 908, pag. 8.
1 7
Autore non indicato Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy
(detto "collo Pierrette") Inversione digitale da negativo su vetro
Formato dell'originale: 1 3x18 cm
UN LIBRO, UN FOTOGRAFO PIETRO BETETTO
PIETRO BETETTO ( 1871-1942)
FOTOGRAFO A SALZANO
A cura di: Quirino Bortolato, Fabrizio Masiero, I vane Venturini Introduzione di Itala Zannier Elaborati grafici di Nicola Barbiera Amministrazione Comunale di Salzano - 2002
Il "potentissimo" Pietro Betetto, come si definisce
ironicamente in uno dei suoi autoritratti, si sarebbe
certamente compiaciuto di essere il protagonista di
una pubblicazione che a Salzano (Venezia) è stata
dedicata alle sue fotografie, scattate fra il 1907 ed il
1909. Il suo carattere esuberante, unito ad una
robusta dose di semplicità, ne avevano fatto uno dei
personaggi più conosciuti e rispettati in un paese di
campagna come tanti altri, dove ogni novità era
accolta con un misto di mistero, stupore e sospetto.
Sta di fatto che il nostro simpatico personaggio,
il " Si6r Pièro" per antonomasia, grazie alle
discrete disponibilità economiche derivanti dalle
rendite di vasti terreni ed alla sua cultura
superiore alla media, poteva esibire con orgoglio
il magico fonografo, il pianoforte, il violoncello,
la moto veloce e scintillante, l 'esotico cavallo
turco, il ricercato abbigliamento da caccia e,
come se tutto ciò non bastasse . . . l 'ultima
stupefacente meraviglia della tecnica: la
macchina fotografica ! Manovrando con sapiente
cognizione la sua Kodak Brownie n. 2, prima
vera macchina fotografica "popolare", Pietro Betetto si rendeva conto di suscitare il massimo dello stupore e della curiosità nei tanti compaesani che egli non si limitava solo a ritrarre, ma induceva anche ad improvvisare spettacolari scene di delitti, o improbabili navigazioni con la "mastela sotospina" durante una inondazione. Circa settanta fotografie di Pietro Betetto, complete di didascalie autografe, sono state recuperare a Salzano grazie alla disponibilità di molte persone, consentendo così la pubblicazione di un libro che risulta molto gradevole da sfogliare ed altrettanto interessante dal punto di vista storico per la grande quantità di informazioni che uno sguardo attento può cogliere nelle vive immagini o fra le annotazioni dell'autore. Pietro Betetto ci presenta così lo "storico paese di Salzano" proponendo i luoghi ed i personaggi che un secolo fa caratterizzavano la vita dei nostri nonni: la grande filanda degli ebrei Romanin Jacur voluta anche dal vecchio parroco di Salzano don Giuseppe Sarto, il papa Pio X regnante proprio negli anni di cui stiamo scrivendo, la benedizione delle case da parte del parroco mons. Eugenio Bacchion, la "celebre" sagra di san Bartolomeo con l'unica giosu·a e le
1 8
tipiche bancarelle, gli edifici più importanti del paese, i primi treni sulla linea della Valsugana in costruzione. . . Dimostrando una vera attitudine documentarista, il nostro fotoamatore salzanese provvedeva scrupolosamente a corredare le sue foto con didascalie molto dettagliate, fino ad indicare l'ora dello scatto con la precisione di Lm quarto d'ora. n suo modo di descrivere le immagini è il vero ritratto del fotografo stesso, lasciando trasparire allo stesso tempo ironia e cultura, autocompiacimento ed autentico amore per il proprio paese. n libro, pubblicato nell'ambito delle attività dell'Associazione Culturale
1 9
La copertina del volume dedicato a Pietro Betetto
"Tempo e Memoria", contiene alcuni saggi introduttivi ed ampie note storiche a cura di Quirino Bortolato, Fabrizio Masiero ed lvone Venturini, con una ricostruzione grafica del centro storico di Salzano agli inizi del '900 preparata da Nicola Barbiera. n successo di questa operazione culturale a Salzano conferma l'interesse attuale del pubblico per le immagini d'epoca, ma testimonia anche l'attrazione esercitata da un personaggio intelligente e bizzarro allo stesso tempo che ha voluto !asciarci le migliori testimonianze del "bel tempo perduto" . . . •
Jl - � o -z.z J. d e- 1\ a. n\. -a. > 5 c r i a d�1 5 i �n . f1 ct ro }etett .o _co l b tt o l , eh\. be.. v o n o n�11 a, V a f C.l. . }a �in,�1 ra. a: _J. e ttra: t1c.tt
.)ca.1c1\o l 1 rma Lacàu:Ua ) n1 4.l'� h � r1 \ a. O r'\ l , _�nfe.. . ; n l (1 _ 1 - - · - - �- Sé -2 .<"" ,. et _, -i 4 l') i ' _
20
L i non l : l z :o :w :l<i. '2.7, :!8 ot t ul ,n • l ! . O i a Salzano, r i petizione, m a
t d t't krrd > i lc c j ) i i l l u u pl d<' l l a receule ·1 6 - 1 7 mnggio t !}O:J. I � ' aia dd pa l a zzo de l � i g 1 1 o t· P ic l ro llelc l lo inondata . Un a mastela sollospiu a -;c r v • al t ra�iwrlo de l le p rso u e. 27 olt . '1 907, fra le 10 c 1 1 au.
2 1
D ON FRANCESCO PASCOTTO FOTOGRAFO PAOLO ZOVATTO
Come fotografo don Francesco era un
autodidatta, aveva coltivato da sé questa
passione e aveva immesso in essa il suo genio di
inventore, di costruttore di congegni, elettrici o
meccanici che fossero . Questa competenza era
nota alle autorità ecclesiastiche, ed era
apprezzata se nel 1928 il vescovo della diocesi di
Concordia si rivolse a lui per un incarico
importante, lungo e oneroso: fotografare tutte le
opere d'arte della diocesi.
Questo lavoro era stato ordinato "Per obbedire
alle disposizioni della Santa Sede e del Concilio
Provinciale del Veneto . . . " affinché "con la
massima possibile sollecitudine si dia opera alla
compilazione dei cataloghi e alle fotografie di
tutte le opere d'arte, nelle singole chiese, per il
Museo Diocesano. Le spese necessarie all'uopo
sono obbligatoriamente a carico delle
Fabbricerie" ; così decretava la curia vescovile .
Pertanto veniva comunicato ai reverendi parroci
di "Preparare tutti gli oggetti quali che possano
essere - che meritino di essere elencati" .
Lo scopo era evidentemente quello di
inventariare il patrimonio artistico ecclesiastico
al fine della sua valorizzazione e conservazione,
è quasi impossibile recuperare un'opera sottratta
ad una chiesa se non esiste una documentazione
fotografica di quell'opera, così come è difficile
accedere ai beni artistici da parte di appassionati
e studiosi in mancanza di un archivio o di una
banca dati disponibili. Solo a partire dagli anni '70 e ' 80
anche lo Stato italiano e le Regioni hanno istituito Uffici di catalogazione e restauro. Poche diocesi diedero seguito alle disposizioni canoniche: era un lavoro enorme, richiedeva personale, competente e mezzi finanziari, oltre che tanto tempo. Tra queste vi fu la diocesi di Concordia, ma solo perché qui c'era una figura del calibro e della competenza di don Francesco Pascotto, il quale svolse in cinque anni il lavoro e se ne assunse anche il peso economico, infatti, nonostante il decreto del Vescovo in forza del quale avrebbero dovuto essere le singole parrocchie a sostenere la spesa, queste a quei tempi erano in maggioranza povere parrocchie di montagna o eli campagna, per cui solo in parte pervenne un contributo. Dall'archivio diocesano risulta una lettera scritta dal Vescovo ai Fabbriceri in cui si scrive "Il lavoro del Reverendo Pascotto, a giudizio di tutti, è riuscito perfetto quanto umanamente era possibile ottenere. Don Pascotto vi ha lavorato con il miglior senso d'arte, con zelo. Vi ha speso anche, e tanto. Ora è doveroso non
Maniago, porta centrale e rosone
22 Gaio (Spilimbergo) Pilacorte
Porta centrale
Porcia Chiesa parrocchiale: dettaglio della cantoria, '400-'500
ricompensarlo del lavoro fatto - buono com'è ha fatto per il decoro della Diocesi, per la maggior gloria di Dio - ma risarcirlo almeno delle spese" . n Pascotto, in obbedienza al vescovo, diede inizio al compito affidatogli, lo portò a termine senza rientrare delle spese sostenute, con delle attrezzature che si era costruito (acquistava solo gli obiettivi e i vetrini per i negativi), con l'aiuto di un giovane che in cambio imparò dal fotografo i rudimenti dell'arte fotografica e dell'ottica ed ebbe come liquidazione le apparecchiature usate. Questo giovane si chiamava Enea Carniello e, finito il lungo stage con don Francesco, aveva imparato tanto da aprire un rinomato negozio di ottico e fotografo in quel di Sacile. A bordo della Fiat 509 di colore blu, stipata di attrezzature: una gigantesca macchina fotografica, il treppiedi, le scatole con le lastre sensibili, i sali per sviluppare e fissare le lastre e le foto, le bacinelle per gli sviluppi, i fissaggi e i lavaggi dei negativi e delle stampe e le apparecchiature per stampare a contatto e per gli ingrandimenti, don Francesco e il suo assistente percorsero in lungo e in largo la diocesi per più di due anni, lavorando dal lunedì al sabato. Si era costruito anche l'impianto per l'illuminazione a luce naturale, convogliando la
luce del sole nella camera oscura per mezzo di un tubo di legno, cosicché per poter stampare e fare gli ingrandimenti doveva lavorare solo nelle giornate di sole. Gli interni delle chiese erano ripresi di sera per evitare effetti di controluce con conseguente allungamento dei tempi di posa, che potevano arrivare a una o due ore. Finita la ripresa effettuava subito lo sviluppo e se il risultato non lo soddisfaceva ripeteva la posa. Quando il cattivo tempo non consentiva le riprese esterne era necessario ritornare successivamente nello stesso posto. A conclusione di questa fase del lavoro vennero selezionati ben 2500
negativi, di tre formati diversi, a seconda dell'ampiezza del soggetto: vi erano lastre di cm 1 8x24, di cm 13x18 e di cm 10x15. Furono stampate in triplice copia nei formati 24x30 o 30x40, le fotografie furono suddivise per parrocchia ed incollate in grossi album, realizzati dallo stesso Pascotto e utilizzando colla fatta in casa con la farina di frumento, e corredate ognuna di una didascalia appropriata, infine pressati con una pressa (naturalmente costruita dall'industrioso sacerdote). Questa parte del lavoro fu realizzata anche con l'aiuto dei giovani della parrocchia, tra cui i seminaristi Paolo, Lino, Osvaldo e Marco, che scrissero a macchina le note esplicative alle foto. n tutto si protrasse per tre anni, sicché nel 1933 il Pascotto poteva completare il
24
poderoso lavoro e consegnare al vescovo e alle parrocchie le riproduzioni fotografiche delle migliaia di quadri, statue, pale, bassorilievi, paramenti, argenterie, affreschi e chiese della diocesi di Concordia. Le parrocchie furono invitate a ritirare gli album particolari presso dei recapiti prefissati e a versare la quota prevista, ma, nonostante le dilazioni accordate e i solleciti inviati dalla Commissione Diocesana d'Arte Sacra, non tutte le chiese ritirarono gli album e tra quelle che lo fecero non tutte poi pagarono. I negativi furono per lungo tempo conservati dal fratello di don Francesco, Giacomo, la cui famiglia poi li donò all'archivio diocesano, dove si trovano tuttora insieme agli album fotografici. Una preziosa testimonianza di questa esperienza la dobbiamo all'unico protagonista ancora in vita di quella straordinaria avventura: il giovane assistente di allora, Enea Carniello, aveva 16 anni quando intraprese questa collaborazione e la terminò quando ne aveva 21 ed era pronto per la chiamata alle armi: "Ho imparato tante cose che mi sono servite per la vita e ho sempre avuto la convinzione di aver contribuito con don Francesco ad un servizio prezioso per la cultura e per l'arte e la loro salvaguardia". È singolare che di tutte le chiese immortalate dal Pascotto, non vi fosse proprio la piccola chiesa di Loncon, non esiste una documentazione fotografica né degli esterni né degli interni della "sua" chiesa, l'unica foto scattata in quei tempi ritrae il gruppo dell'Azione Cattolica con lo stesso don Francesco. Successivamente, quando entrò a far parte dei Padri Sacramentini, usò assai raramente la macchina fotografica, tuttavia non tralasciò di esprimere il suo genio inventivo, allorché si trattava di realizzare qualche opera utile alla Congregazione. Per il Seminario dei Sacramentini di S. Benedetto del Tronto, dove rimase per alcuni anni, Padre Pascotto progettò e realizzò personalmente un grande orologio che scandiva con segnali acustici diversi i vari momenti della giornata della comunità, funzionante elettricamente e a batteria. "Un'opera molto ammirata e studiata" . Un'altra conferma della genialità e dell'intelligenza di questo personaggio straordinario. •
25
Aviano Battistero del '500
UN PREMIO IN MEMORIA DI PAOLO CONSTANTINI
All'Università " Cà Foscari" di Venezia, un Premio per una Tesi di Laurea sulla Fotografia Italiana. Anche quest'anno è stato assegnato il Premio per una tesi di Laurea in Fotografia, valuto e sovvenzionato dalla Signora Susannah WilshireTorem, americana a Parigi, grande fotografa di moda negli Anni QuarantaCinquanta. Susannah ama Venezia e la Fotografia, e da alcuni anni ha promosso un Premio per una Tesi su questa disciplina all'Università di Venezia, dedicandolo al compianto Paolo Costantini, indimenticabile ed insostituibile studioso di rilievo internazianale. Quest'anno il Premio è stato assegnato alla dottoressa Beatrice Rossetto, che è anche collaboratrice di "Fotostorica ", per una tesi dal titolo: "Alois B eer, attività di un fotografo austriaco, nella seconda metà dell'800", relatore il pro(. /taio Zannier, correlatore il pro(. Nico Stringa; la tesi è stata valutata dalla Commissione con punti 1 1 O su 1 1 O e l'aggiunta della Lode. Nel dare questa notizia (ma è una informazione importante perché si tratta della prima attribuzione in Italia di un Premio per una Tesi sulla Fotografia, che a Venezia è alla sua terza edizione), si coglie l'occasione per pubblicare ["'ultima", struggente lettera di Paolo Costantini, inviata a ltalo Zannier 1'1 1 luglio 1 99 7. •
Paolo Costantini 'Venezia 'lr +39·41·522 8328 a\11 1/7/97 012: 16 [';1 /2
C aro !taio,
sono ormai a f',� i lano d a p i ù d i ur1 a d e ci n a d i gi orni, e p rovo a ved e re se si p ll Ò comLt n icare via fax, d ato che i l fi ato r icominc ia solo Lln p o'· alla volta a tornare .. .
D op o l'a p e rtu ra d e lla B i e nnale, e d op o che d siamo visti al wnvegno su Se lvati co, h o avuto u. n p eggi orame nbJ d e lla situ azione, p i uttosto rap id o, d ovu.to a p rob l e m i d i resp i razi one. P are che la m alattia eserciti u. n a pressi one sul cuore, i m p ed e nd ogli d i espa nd e rsi com e d ovllto. I l cuore eh e n e l fratte m p o, m iste ri d e l corpo u m an o, s i e ad attato a u.n a n u.ova sed e . S e l'azione d e i farm aci fLt nzi ona, il cLt ore si m L1.ove l i b e ram e nte, altr i m e nt i su b e ntrano 'l lleste d ifficolta d i ti p o " m e ccan i c o " . S i am o allora ven uti- a M i la n o, d ove h an n o d e ciso a l w n e mcx:l ifi che ai m i e i trattam e nti, e soprattutto d i te n e rm i sotto controllo.
In rPalta.mLp..ar.e...ar.a..d.Lstare w glia, rp1 e sti ultimi giowi la ce.spJr.azi.one....e...aru movimenti com inc iano a m igliorare; ho fatto d e lle appl i t:azioni d i rad i oterap i a, ch e contin u. e ra pe r Lt rl p o', sab1o com p l i cazi on i P e r i l m om e nto va b e n e e asp etti amo. L a cosa p are lun:;a.
rl osa t se m p re in su. p e r m ovi m e nt1J (tra Ve n ezia, f'll i lan o e ora gli esami p e r l 'Un iversita a Torin o) e su p e r affann no. S i e sobb arcata tutta la p re p araz ione d e i p acchi p e r i concorsi, d.bitntaild 1). letter.alme nte m atta pe r. le m i e e su. e f.ot1)copJe e /1).p.u .. bblicazioni. etc.E
----rt,eTaTrrP.nteo::..au:..ta; e po.rt10ppo; data la :..ituoziurre;-rrorrpu:...:..o e.:...:..er e d i neS!-atramto. Spero d i ri p re nd e rm i in fretta e p rovare a p e nsare a q Lt alche giorno d i b e n ed etta vacanza ... (termine orm ai q u asi d e l tLttto p rivo d i signifi cat1) per n oi).
l miei m e d ic i se m b rano fid ll ci osi, e soggettivame nte le cose van n o rnigliorand o. App roffittero p e r leggere, ri p osare, e cercare d i ri p re nd e re un po' d i peso.
l p acch i p e r i concorsi son o stati comu. n q u. e i nv i at i ; q u. and o r ie ntrero a Venezia, oltre alla fanwsa cena che ab b i amo i n sosp eso d a t e m p o, le ch ied e ro q u. alch e consigli o su. lle eventu.ali "strategi e " d a add .ottare (come se nto d ire d a con c1xrenti d egli altri raggru p p amenti, spec ie q u e llo d i storia d e ll' arch itettu. ra i ntorn o al q u ale p are d sia nwlta tension e, a Ve neLi a wm e altrove) ; a ch i m and are i titoli, chi contattare d i retta m ente, ch e cosa aggiunge re d i q u e llo fatto d opo, etc. N e i giorni d i B i e n n ale h o conosciu.to rapid amente, grazie a Spezzaferro, la f'.� essi n a e la Bord in i . M i p are d i cap i r e ch e ci sia tem p o, anche se forse sara m eglio mettersi i n contatto su.b ito, o com u n q u e d op o l ' estate?
S p t ro du: ... ne.l.fratt.tmp.o..a.bb.ia..a:o.w�it.te.ll .catalog:o diJ!.'..ar.gl:u:Ul..-.(attr=t.t=---------·
R o b e rta L 1)mb ard o d e ll 'Uffi cio Stam p a? l) i n caso d a f'M: scola d i rettam e nte d all'Assessorato d i Mestre) . Da i comm enti se ntiti, tra i giovan i i lavori d i C am pigotto e Zanta sono m olto a p p rezzati, sop rattutto d a molti stran i e ri . Du.e o tre ameri can i, collezi onisti a n c h e i m p ,)rtanti, h an n o p e rsi n 1) gia acqu istati) fotografi e d i C am p ig1)tt•' viste in nwstra!
26
2
Lo sp azi o d e lla m ostra p u rtropp o e p iuttosto i nf e li ce e trop p a costretta (e camb i ato rip etute volte fìtw a d LI. e gi orn i p ri m a p e r rid u rsì alla fi ne d rasticame nte risp etto alle p romesse in iziali ..• ), ma si amo alle solite n e i wnfwnti d e lla fotografia risp etto al gigantism o (u.n p o' gratll. ito) d e lla m o...<;tra d i O p p en h e im, al q t�. ale (e a C e lant) il C am u ne n on h a n egato rmlla, anzi. P e r non p arlare p oi d ei p mb le m i d ì com tt n ìca.zìon e e q u e lli d ei trasp orti (vap oretti, segn aletka), a d egli ìsterismì d e ll ' u. lt irn o rnorm nto d e ì fotografi itali ani (alcuni, i n re alta alq u anto d e lu d e n ti) ...
[1,\ i p i ace reb b e sap e re la su a op i n ion e . l p are ri, a p artire d a qu e lli d i ft,\ a_:,simo [ acci ari, SLI. q u esto d ' accord o con f�\ossetto, sembrano com u n q u e m olto p ositivi, an che a q Ll anto mi d i ce M .e scola. V ed �e m O-se il p.wgetto-d dl'A�·�hi•�o- j)')t�a. a11d.ar.e aJtantir ch-e sar.e bb.e la Gl)Sa p.ili, im p ortante, al d ì la d e lle m ostre fatte all ' u ltim a) m ome nto.
Ho ri cew.to u n m e.:.saggio d a .Ste p h en S h ore, Ga)ntentì.:.sìm o d ì ven ire a lavorare an CI)ra in Italia n e l worksh op sp i l i rn b e rgh ese con G u ìd a) d ì fi n e m ese. S p e ro p roprio d i p oterla) i n contrare. A Spi li m b ergo si p otre b b e w svi lt�.p p are b e n e q t1. estì p rogetti e far arrivare au.torì d i q u esto ti p o: che p rospe ttive ci son o'? Le p ote nzi alita sono se mp re i m rrwtate, e sono molte, anch e p e rch� mi pare non accad a n u lla i t1 giro. I m p ortante, p roprio p e r q u esto, sareb b e p rovare a d are Ll. na forma p i ù d efinita al Craf, ai rapporti con l'U niversitiì., e a i vari p rogetti a cui p otre b b e fare rife r ime nto, con conti rw.itiì., a n ch e a livello e tt rope a. In Italia contirlll.a a mancare Ltn v e ra p u nto d i rife rim e nto; S p i li m b e rgo, carne d 'altrond e p e nsiam o d a te m p o, sare b b e p e rfetto. E' u n p e ccato che p a.:.sino gli ann i ...
N e l caso, p u o mand arm i fax a Venezi a, che in q u alch e m od o mi ve ngono re cap i tati q u i a P.\ilano. Alm e n o fin che non ri p re nd o fiato p e r q ualch e chì acche rata.
Un caro saluto a L aura t: a p resto.
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UN INEDITO PER " FOTOSTORICA "
Autore non indicato Sul tetto di una casa, si fotografa il padre di Maurice Bucquet padre del futuro presidente del Photo-Ciub de Paris Parigi, 1860 ca. (Coli. Olatiz, Parigi)
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0LATIZ AL METROPOLITAN DI NEW Y ORK ITALO ZANNIER
Alfred Stieglitz soffrì assai per la delusione,
quando la nuova direzione del Metropolitan
Museum of Art di New York, rifiutò di
accogliere e di esporre, com'era stato
promesso, però solo verbalmente, le
fotografie della sua collezione, che
comprendeva i capolavori del " Photo
Secession " ( " La N uova Scuola Americana " ) ,
rientrati in America, dopo l 'Esposizione di
Torino del 1902.
La Collezione di Stieglitz aveva ricevuto a
Torino ben cinque diplomi d 'onore, due
medaglie d 'oro, quattro d 'argento , otto
segnalazioni; un grande
successo, ma nel frattempo il generale Di
Cesnola, direttore de l Metropolitan
scomparve e il successore non accettò subito
l ' acquisizione, che avvenne però nel 19 1 1,
con 4 18 stampe datate 1894 - 19 1 1 (cfr P.
Costantini, L'Esposizione Internazionale di
fotografia artistica, in AA. VV. , Torino 1902 .
Le Arti Decorative Internazionali dei Nuovo
Secolo, Fabbri , Milano 1994) .
Questo patrimonio è tuttora il fiore
all ' occhiello dell 'Archivio fotografico del
Metropolitan che comprende inoltre , tra i
molti incunaboli , l 'Album di disegni
fotogenici " The Bertoloni Album" ( 1839-
1840), un insieme di fotografie inviate da
Talbot in altra copia, anche a Giambattista
Amici di Modena, e tuttora conservate alla Biblioteca Estense di Modena, già oggetto di uno studio di Italo Zannier e di un catalogo edito da Lanfranco Colombo. Louis Olatiz è stato accolto con gentilezza, e assistito durante la permanenza, dalla curatrice Nora Kennedy e da Mia Fineman, Research Associate del Department of Photographs, giunto a New York per esaminare gl i originali fotografici conservati al Museo, specialmente quelli di autore o di soggetto italiano . Le sorprese sono state molte; innanzitutto la serie d i venticinque carte salate da calotipo, de l fotografo Luigi Pesce, eseguite in Persia e in particolare a Teheran tra il 1 85 8 e il l 859 . Immagini di grande bellezza, non soltanto iconografica e documentaria, che sollecitano l 'avvio di uno studio approfondito su questo autore, invece poco conosciuto in Italia. Lo storico francese, in visita all 'Archivio anche su indicazione di " Fotostorica" , ha inoltre esaminato i l singolare Album, "Vedute di Pola. Con Oggetti dell 'I .R. Marina" di Luigi Mioni, fotografo (e farmacista) di origine friulana, eseguito nel 1 8 80 ca. Il padovano Giacomo Caneva, è presente con quattro stampe salate, di grande freschezza, tutte di soggetto romano, che si trovano collocate accanto ad una serie di altre ca lotipie eseguite a Roma, però di autore sconosciuto, che meritereb bero a loro volta uno studio e una ricerca; si tratta forse di Calvert-Jones, o di altro fotografo-archeologo inglese, ma è un'illazione. Antonio Beato viene elencato anche in questa collezione, tra gli " italiani " , ma in effetti ( come i fratelli Felix e Maria Matilde) proveniva probabilmente da Corfu o da qualche altra isola con sopravvivenze "venezian e " . Altri italiani presenti, tra i fotografi dei X I X secolo: Guigoni & Bossi, Alinari, Duroni & Murer, Floriani, lnterguglielmi, Paolo Lombardi, Giovanni Morotti ( 1 8 6 0 ) , Giulio Rossi, Carlo Ponti, Carlo Naya. Vanno aggiunti gli autori stranieri in Italia, da Bernoud a Frith, da Braun a Mayer & Person, ecc ., ma spesso si tratta di raccolte spurie. Eccezionale una "piccola " fotografia origina le del Conte Primoli, " Campagna romana " , del 1 8 89 . Olatiz, prima di lasciare l e accoglienti e attrezzate stanze dell 'Archivio del Metropolitan, ha chiesto di vedere una fotodinamica conservata nel settore contemporaneo, " Cambio di posizione" del 1 9 1 1 ; una rarissima stampa a ll 'albumina, di formato 20x25 cm
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CONSERVATION RESOURCES
Amcric:tO lnstirute for Conservatinn of Hisroric and Ani�u: Wnrks (AIC). Narional membenhip organizarion of conservarion professionals providing publicarions and a referro! service. AJC, 11li K Srreet NW, Suire 200, Washingwn, D.C. 20006 Tcl. 1202) 451-9545; fax: (101) 452·9328; info@ajç.fajçorr· � lmage Perm11nence instirute {11.'1}. World's largesr independent, nonprofit resenro.:h labor:nory dc:voted ro photograph prt'Sen'Dtion. lP!, Rochesrer lnsrirure of Technology, 70 Lomb Memoria l Drive,
Rochesrcr, NY 14623·5604 Tel. !716) 475·5199; fxc 1716) 475-nJo;
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Thu•nn F..ol.,.., .\•ncn.:u.. lf!.l"'·ltt"l 'ic.>lr'J ,\Uk ""'"'""""""� /�W.. Pl..u-prw.l>o•wlllu<>ftr\4.:.�""" F ....... I<Nit�U7.l0<
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-�le:n�Wlc.-� t.\mcr..-..... """' �IDI-1�82\ G,.,...,po>(l!m.,..OII�.:< olrl>t1J:'""H""'"'- H.,.• o/ ltolvrr t:. lo.o•>l<utlO.u- !8�l \l"'- •il>ot P<"" fr<>ttl �""" -�nw .\. Hr-•tt \brn< f'un;fl.,.,. f<lftli. \Uno<>< t'btjpo�.,,n..q_;, !1U t!:IU.i1116..l! IT".Jion f.....,.IA�ncnc-..,. 1'103·1'-st. C.....t llon4 u,......,., ..,.,...on,.w., t-I>U>u, I'.IH filn,n'lt'UW. il'�!l<CI' EnMNd!""'• 1"-1 i l"'*",l.$�.1>-U•;pi.n-><t .d•·cr ,vtM m.t.tl •l'o. MCOI<>� �!...,. ,........ • .-Iw� Uboto.nlt'"'b
l'•nl ÙIJ(t'� Jr. · �PlellUII. IS'It-1'1'')' n... C: .. I fH nrud:m. "-l. J9l9 C.or1"" 1""'!- Fll<dMO(I)f�Lu!l<ct>on. t..uurl>ortl \l"""' '""'l'·""'.u>J JulmC. W...J.ld� J,�-,191!:'-IIOO.l'J
\m� w�•llwnllcnn �"' T�!lwjflttlu.h. l�·t•-· _.,od �><<>lu.o llntl>l;'lfWI Ou!do, iflll-1��81 Jh.�bU/Jw-. Ul�h 'i..ohcJ I"J'<"F'"U"I,_,I"•I"'r
""'t'"'o. r .. m...n r., .... c,...,J»>I. �
The Merropo!itan Museum of An 1000 Fifth Avcnue Ncw York, NY 10028
ca. , proveniente da un collezionista americano; in Italia è particamente impossibile avere una simile occasione. Olatiz ha suggerito alla Conservatrice di aggiungere a l nome Anton Giulio, anche quello del fratello Arturo, con il quale vennero realizzate le storiche fotodinamiche ( anzi, il " fotografo" fu proprio Arturo, mentre Anton Giulio, come si sa, fu l ' ideologo; ma è dall 'insieme che nacque il fotodi namismo) . I l Metropolitan conta naturàlmente anche su un laboratorio di restauro, del quale si occupa in particalare Nora Kennedy; pubblichiamo in formato ridotto, i l pieghevole di presentazione. •
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P H O T O G R A P H Y:
P R O C E S S E S
P R E S E RVAT I O N
C O N S E RVAT I O N
T H E M E T R O P O L I TA N M U S E U M O F A R T
I•HCYJ OG!(.\I'H CO:'\'II·.R\ATIO:'\ .'\1 T li E \!f-TROPOI n Ai' .\·I L � E t .\t Of -\R l
Photosraphs, whlch hav�r for 160 ytaD so maJia!ly r«<«<� our worK!, are dcltate obt«H, aub)CCt tO handh"' dlm.�gc, efll"ltOnmcnral dcgradaoon, and fla•-s-in thcir own chetnmr)'. Anyonc 'A-bo hu pullcd 1 famaly pboto album or box of �pshoa ftom a dusty anic or a damp bascmcnt is likt:l)· co ha� found ladcd IJJlaJn, washcd-out color prinu, 01" pcures fraycd, I:!Mt, :scntchcd, rom, suincd from ape 01" J,luc, or C'\"Ctl milckwcd. Bcausc fine an phorop'l.phs are abo Sl.lb,ea tO thew ills, Tbc Muropolitan Museum of An ha.s esublishecl a S'l:ate-of·thC·lln faci liry cfcv.otN ro rbc cxamin.aoon, an.Jiysn, prncrvanon, and trc::uJMnl of irs phc:xosraphic collcmon, onc of thc finnt in thc world. Tbc nn>.· cigh1 thousand-squarc·foor Shcrman Fa.ircl\il d Ctnttt fot '\l'orks on Proper and Phe�:�pb Conscrvarion includes a darkroom, cbnn.IStt� laboratof)", phomsraphic documcmarion and infran=d-camen room, miaoscopy b.bontory, I'ICUum tabln, ueatmcnt Jinlu, and tcchnical insa-umenauon for dlarcd usc by papcr and phoroçaph comtn'ators u wd\ as a libraf1·, semiru�r room, and rnafrinl and framil'l& snMbo. Hcrc, phorosraph consernton care for rhc MUlCUm's phorograpiUc hokbnp, undcnakc racarch, duscmmatc informarion, m-in fururc conservauxs, and aclvana: thc fidd of photopaph con�ervation.
Spcdalisrs in corucrvanon, Kimtc, an hist�; 1nd re!at«i ftelds collaborare 10 achle\'C: a fullcr undcnundina of thc compluit) and bcaury of the: works of an in rhrir cart. and to prescn•c thcm for fu�rt �nrions.
Pbotosnph conseTVJton not on!y rrcat da� �od dercnOfllrrd worb but aho cxanunc:, doc:umcm, ancl analyu rMm, m:ommcnd propcr stonae and bouJin& and momwr cm'UOJUIICflta! condirions, such u ll&hr, tcmpcrarurc, rtlarivc humidit); and arr qu.1lrry, rhar .1ffcct thc hcalrb of thc co.Uc«ion.
Thc mos1 common trnrmmts: for photot�raphs are ph)'SICal-mrndrns a tear, rtluar.g .1 crc::uc, or surfacc dcarung. Omn.ical ll'eabTICfllli IO fn'i� fadcd or staiJml lfni8CS are ccncra!J} l'·oidcd, sincc 1be)· are cxpenmenlll, unprtdictablt, aod irrcl-nlolbh:. Wnnm, phorop-aphK, ancl analytK...al ducumcmatiUII �re ahurs an csscnnal part of rhe trcatmmt: pnxcu, and profasional conscrvaton follo"' rhc Code o{ EJhia tmd CmJdmcs {or Prilctiu csrablnhcd lr.· thc Amuican lmrrtutc !or Coruervation. A compLete tccllnrcal uA<k-rsta.ndu'tl of pholosraphic procc:ssa, from tbc eariy dague� to the CO!'Itftnpota.ry lnk·jft pnnr, cnabln lhe conKn-ator to comiòcr a pbotosraph's plao: widun rhc- hlROI)" or 1tSlbfi:tia of ia rime u wdl u Wltbm ao individuai amst's arccr. l'M Sbenn.lln Fai.rduld Cencn- mcludcs a dukrvom equippnl ro rt-cJU�tc tbc full ranp: of hlllOI'K proccsacs, en.1blins consenrators and studcna 10 p.in a dn.ùcd tedJM:al undrr· standltll of oldtr worlu in rbc collccrion. Expt-rimcntal sampk:s proOuced ben an: a.iso uscd in analyrical studiC5 and tn accdcntttd asini tcm to lni"Htiptc me makcup and lona·rcrm snbiliry of specific prous.ses.
The scmtnar room for clasxs, mcctinp, and worlubops. housn a
library of techn�e�l ùnm.turc on photography and c:onscrvation and 1 nudr collcct•on of pborograpbic samples. The Cc:nrcr
mamt.1ins an onaoms pf'Oil'lll'l o! intcmslups, ft.llowships, •nd special prGJ«tS for srudcna and nCMCC conscrvaron from .11'0\lD<I !be warld. Thr Ccnter •Iso hosu confuencn, worksbopi, ancl t�ining SCUIO!l$ in which professiona.ls in �latcd fidds can
uchangc infonnation, praent resrarch, and funbt.r the under.mrnding of rhe manr issua invoh-cd tn prcKfVIUon .
I'RJNCli'Al I'HOTO G R A P H I C I'ROCESSES, ARRANGEO CHRONOLOGIC ALLY
.. .,..,_ . ......, ,_.. Dagut:rrtOl}� Ont-of..a-kind pbotognph on 1 highty polishe<.l, silvtr-p.latcd shcct o! coppa; dcvclopcd ovcr mcrcury fumes. Ch:atll.."'ltri:tm by a mirrorlikc surfacc and anoni1hing deuiL Thc first pho10grap!Uc proc:ess Ul'c:aled 10 the public, in 1 839; enjo)·cd widespread populariry in Europe, cspedally France, in thc 18105 and in Amaiot through 1M 18SOs.
Papcr nqpative.. The carliesr rype: of neptil·t, made: of fiiX writ.ing papcr scnsitiud \\.;th sih-er mlrs, cxposed in a camera, developcd, and fixcd; often waxcd or rreatcd fllf" addcd transparmcy. P111per ncg.1ri•·cs gcncrally impan a sfiJhdy fibrous tcxru� 10 d1e prim and a:a�tt comraru of light and duk.. lnvoncd by Hcnry
Talbot rn 18-40 and modrfied by many phocographcrs. Popular in Brimin inrbt- I8405aoclin Europc fromthc late 18o40s
rhrough thr mid·I850s; r.ucly used in Anlt.Tia. iAiso ca.lkd ;.-CII.Iotypc negative" ar •TaJixx}-pc negativc.�)
Glass negative jwrt piluc:}. Glass pla1e: coa1cd wirh a layt.r of colloclion (cellulose niu:.rr dissolvrd in r�her) and scns.itized in .1 sulution of silvcr salrs. Record� far grcater dctail than papcr nq;.anvcs but rcquircd thc photographcr 10 roat tbc pla1c imn.ediatdy bclort usc and 10 dewlop tbc cxposcd negati\•e be:forc tbc collodion dried. Publishcd in 1851; gaincd populariry throug.hout che 18SOs, almosr cnrirely rt.placi.ng rhe papcr ncgarh-c by 1860. Renuincd in usc unti! about 1880, wbcn .. dry platcs" wcre inmxluccd. {Also c.11led "wet collodion" process.}
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So.lt� p:.pn- print. Phowgraph on paper sensitiud witb 5ilvu ula, primcd m sun!ight in dil'C'CI conract wi1h a papcr or{lcss frcqucntly) glass neptive and fixcd. Cbar.Kteriud by a vd••ery matte surfacc; variations in chemistf)' yicldcd prinrsof varying huts. Uscd in Europc through thr mid·lSSOs;: LlScd ]eu frequcncly in America.
Albumn1 lilu:r pl'iut. Photognt}lb 011 papcr roatrd with cgg whitc and 5eOiiri%cd with Silvcrsalts; mon oftcn U5Cd to print glass ncgativcs. Charactcrizcd by a modcrately 1hiny surface and fìnc dctaii. Comrnercially prtpucd a!bumtn papcr was .naibblc bcginning in the mid-l850s and mnaincd popu!:u- rhrough thr 1890!. Thc most common photographic printing pwc;cs$afthc nincu-e:uh cemury.
Gl;ass nt&ative (dry plate:). Ctlmmtreblly pttpa� sias.s plare: coated witb a selarin bioder and scnsiriud wirb sih·n- sahs. Far mot"e convcnicnt than thc .,..'Cf platc, which it rapidlr rcplat"Cd in tht 18801. Panchrom:nìc dry pl1tcs, sensiti,·c 10 ali colors of thc specrrum, introduccd in 1906. CommonJy ulcd inro tbc 1.9201; availabk today but uscd only for spttialiud applications.
Pl:uinum ptint. Pb()tograph on p;�pcr scnsitizcd with a solurion of iron 1nd pbrinum sal[J; processcd to yield a plarinum ìmage. Usulll)' printcd in dircct comact wirh a nq;ativc. Charaaerizcd by pcrmancncy, widc IOUil tangc wi1h subtk gradarlons, and marre surface. ln\·cntcd in 1873; gaincd popubriry in thc late J880s. Searciry of platinum during World War l led 10 the subsnrunon of tih·ct'·platinum and p.1lladium papers. Undcrgoing rtYÌval sincc thc 1970s among anists usingcommercial and hènd-coatcd plarinum papcrs.
Photogravure. Photogr•phic image. printed in ink from an ctdtcd c:oppcr pbu:. Ch��n�ctcrized by rich inky blaclu; tht "whites• are thc bòlrt papcr. Onc of thc fines1 means for reproducing 1 photo�ph in largc numbers. Popular witb artisa: 11 1hc turn of thc rwmueth ccnrury.
Gum dìdlroJUAII.. print. Pb� on papa ('O.ltrd \1.1th a kmltlttd pm IO!uo.on conmnill8 pgottm; prin� in wnhglu tn dtr«1 C'OnfKI .,;,h a negati� aftd �-cloped 1n "':aftE. a..� br bro<d """" hq;h ""'""" onJ �.>« or dml\ gutn prin11 ofrcn mm�l* paìnri� pam:ls, or c:ha�l draWU�p. Popular am011; PKtonaltM pboc:ographm ci tht 18901 and
1� rwrdy used tocb)'. (Abo called "aum btchromalt' print. ")
Carbotr lr.ltl�!tt pnnt. Phorograph made b!' cont.xt prinull! 1 arbon UUut {�OICIIsfll1:rd, ripnn�ttd �bdn 011 thm �pc:r)., tu.Mf�rring a to �pe.r. :.nd del·dopinfl; it in Y,'Jitr. Oarac:ttnud by urrr� pMI'I:I� fint. pin. "'nd oonrinoous tonr. Carbon tnmct. Wt� COtn�IJf avatbhtt \!tgumlllJ fn 186-4, V!Uh fiftttn a»orta,'Jtbbk by 1893, moid)' shadt5ol rtddldl lJroy,-n, esr,plant. and bladt; usa:! ,.iJdr foc- an rt'pi'OdlX'tiOn and com�mal applk:uions..
l thn n.:�am�. S.mU..r ro tht glam: ocgativt:, caprurra; an imap .,,ft, li!,hr«nsfnn 51h""tt s:tks m a gdatift bukkt. Uscs a plaiUC
5Uf'PO" dat, unlikr gian, i:l lrght'ft<t:ight, nonbmkabk. fbibk, and can lx rotkd, so that many � tu lx nudt an onc �tn&th o( film. FkliJ'bk no:ptM- suppom .,'t.rt 11111oduad by
Eal(man Kodak ComiWlr m tbc bit' l S80L 1M earir tuppOn, cdlulòst nìmtt, w;u �illty rqtla«d by nnttiCS of cdlulow amatt and pol)-ntu btpnntng m tbc 19J0s. l( DOC sttft'd propnty,
nitn1c:s and cdlulose acttates ha"' mbtttnt S!:Jbihrr problt:ms..
Cd.un "'�tr prmt. Pho«JSnph on pa� or pl:Htlciztd plptr C'Olted wìrh an nnubtOn o( ùgbt-snuilh-c tlhrr salii � ift gclarin, printed out ar �klptd oot., a.nd fix-td. Came uno �ral usc in tbt 1880$; the �� ,·aritty rnnam� the �nodard bbc:k-4nd-whltt phorogr.lpluc procm.
Carbro pnnt. E.x-ctpnonaUy pam&ntnl fu�J.,cok,r phOUJSr.lphK' ìm� JNtfk. by IJ'IIMfttring rrAow, cyan, ami �u. bym of ptpnrnt to a fina l r«:lih1n&. �. \Md primarily fot portratlurt and in 11d,--mism& frttm d\r 1.92:0s ro thr J.9SOs.
..... --�;ç- pruu. Tht most comm<J��t rrJIC' ol tolor pholosnph, print«< from :1 d\romQcnric oo&or nrpti\'C COMIItS oC dyes: withln gdatin laym on a pbsuc-cNkd paptr bue:. Sub;cct to fading and color-dnfn: ut dm � ami on rxhibruon. lk1� an
tht 1.9<l05 IJ an ou�·rh of chromosmit color ll'Jnspllm'ICJts IKodilchrome, m,·mttd in l,li), Ukd by amartt�n and amst5
alike. IAbo callcd "C-pnm· or rtknul m by \'òlrious bn.nd mtmcLl
O,'C tr:a.nsl« pnnt. Cokw pboto(tnpb m:�dc b)' tn.nsftrring t0 papc:r �·. cy2n, and �ta d)U from color scpar2tions ol an imagc. Procns pamft� prcài;c ('()flnol of trtU;SC coJ.x I.Jx.d for finrartot-adl�prirus from dw: l:11e 1940s to rhceart)· 1990s..
l:h-r di V\!(Hl tr.\1\.(ft.r prnn (l'obf'Oid). Stlf-dc-\'C'Ioptnlcolor photograph. The compkx proctu., fint dcscribed b,• Edwin land
in 1947, has b«n popuLn amoug amarturs and anUts .�ince tht utl1' l.960s. {Aiso allcd .. in5t3nt color print'" or rckrml to br thf Product n:�mcs "Pobo:Qb"' or �-70. "l \ifwr d}'\" bkadJ pnnt. Dy� imagc m Jjebrin on a pbsnc or plastK'-coattd paptr OOst, m:aU'd from a po�th"t trll'llp3mK'}' n1bcr tban a MJ:Iti'"C. Unti! ttttndr, .1vailabk onl� wi1h a ht&hly ;b.sy J\llhcr. ��� su.bk tlun chromogmK prinu. ln1roducal in I.Ki. (Abo rdtmd rn h)· thc old brand n:�.me �ab.chromc. "l
lnl..--tn pnnt. Photograpb produooi b)· a compultr pnmer rrom a dignal fik using w':ltu-b:l� dro or ptgmn�tJ on paprr or 01:bc .surron.IAbo rdtrmi ro by tht bnnd namo: •tns pnn1� w "'Gidk-print.'"')
33
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Printed-out pOnt. PhOfotrapl'l.c: pont (.,.hether ultcd pa� albumC'!l stlves. gebrin llhW, or othcrl thar darkens snchalfr during long eJ�"posure w hshr t� a ntgarivc; rh� itlver f:lhs ;1rc mmdormcd mro rnmUic sd\'Cf' p:utides by the acrion of lilbr 3lon� wirhout chtmka! dr1'clopcrs . .\lost nmct«nth<mrury and some C3rly·l\\o'mnfih�tury �r.aphs weff "pnnrN out"' in sunlighr. Gencrally w.um '" color unltJs mncd. �� pruu. l'hotograph�e pnnr nude br brief �� ro lighr rhrough. a nq;am't co <."fe::U a larcnt: 'INF tbat 11 rhcn tn1nsiomwl mn> mct,J,tlit- iihw and nuJc ,·5jble br dlcrnal dt:\-d· OptTrlll. B.ricfl)' \l5N in tbc 11501 for .:omn�i:JJ phOUlSf'&pftit pubù5bing; trinaodua:d in tht ia�tt runetttnfh ce:nrury -.1 domina m in tht 0\'Cnticth. Qncrally axll or nNtUI IA roiof unks rootd. Ali btadr:,:md·whirc rq:u:n-a 3rt.llmibrly dcvdopcd.
Tònin.g. Ckmic::l! au.tmeN of .a pboc01rapbìc pnnt dun"' or aftcr fì!clng. Geattalty u� m alcrr d� color o! tbc prirtt for aestheric reasons or tO ÙJa\"ut thc ptonanence o( me UMSClndude$ gole! or pbrinum � o( prin«d-ouc lt1QP and sulfur Ol scleruum ronin3 of dn�.(MU imaga..
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.\Jl t)'J'tl of licbt .ltt danuc;ina m pl\otnar.aphs. no nmrer 'l'l bar pnguòons art r:�kcn, 2nd light danu:ge- to Otpftlc ma�tt�als is i�. !1.a-e!wt. tf�mrd ptw,tovo�phs w.,u � huns ;... :�R'n oi knrr lìcht: and awar rfom dtl"«t swUigbt. Ue a:lm or �Ire \\idi a bufk..w ulm:•ioid fìhtor far :addtd p«Mrction.. Whm poui�. rotate ptcruro; oo Tlt'W m reduc..� the � ol cxpostm" to lt&hr. Co«x pbou:tsuphl are R�actpnbk to f#dinc m both rhe ha:ht and dte dari.:. Mafly 1rwin.atiofK use c:old-stOnlf: TJUia ro prcsm.� totor phomcr:tpM.
T3ke pxxl are o( �dvcs u �'tll u f'O'Ìt"'f!l: ,( 'A>dl maintamed, nq;:ui•u an be � to 1nake n.:w prims. Do noc: uy ro ck01n or repair a photQCr;tph on }'OIIt O'o\'1\; k'ek thc ad�U o( a proi.eWonal COOkn'atoc- (�t'C "Con.o;avariorJ
Rcsoul'l.--a" bdowJ.
PICCOLO GIALLO NEL MIO ARCHIVIO ALFREDO CAMISA
Tra i più significativi fotografi del dopoguerra - in particolare, con Mario Giacomelli e Piergiorgio Branzi, tutti membri del "Gruppo MISA ", voluto da Giuseppe Cavalli come giovanile "prolungamento " del Gruppo "La Bussola " -, A lfredo Camisa (Bologna, 1 92 7) è oltretutto, tra gli intellettuali che in quegli anni si sono occupati di Fotografia (ricordo tra tutti l'indimenticabile Antonio Arcari), uno tra i più lucidi e impegnati nello studio delle problematiche culturali della "nuova immagine ", con saggi tuttora validi filologicamente e ideologicamente. È sufficiente ricordare la articolata prefazione all'annuario della rivista "Fotografia " di Ezio Croci, del 1 958, dove Camisa ha illustrato le varie tendenze della fotografia italiana, dal neoreaiismo al pittorialismo residuo, dal fotogiornalismo all'amatorismo, anche nel confronto internazionale, cercando di sistematizzare il coacervo di ricerche e di entusiasmi di quella stagione fotografica. Recentemente A lfredo Camisa, che aveva smesso di occuparsi di fotografia nel 1 96 1 , sta rivivendo il suo archivio che in effetti rappresenta un ampio arco della sua vita, della sua passione, del suo impegno d'artista. Presentiamo in queste pagine un suo breve racconto collegato a una delle sue più famose fotografie, "La Falce ", sintesi di una lunga sequenza, che dimostra la sua attenzione semiologica, l'intensità della ricerca, il desiderio della perfezione. I.Z.
(Da miei appunti abbozzati negli anm '60 e
ritrovati in questi giorni) .
Una delle mie foto più note, pubblicate e
premiate ( ':· ) negli anni '50 è certamente " La
Falce" (Titolo originario: " La Vecchia " ) .
Ricordo che ne stampai pochissime copie; la
maggior parte sono rimaste nelle mani di
redazioni di Riviste, organizzatori di Mostre,
editori, ecc .
Era una foto molto "coraggiosa" per quegli
anni, ancora intrisi dai dogmi cavalliani de "La
Bussola" : usciva completamente dagli schemi
tradizionali, ispirandosi semmai allo stile
" subjektive" che in Italia, con la eccezione di
Monti e di Donzelli, non aveva ancora
ammiratori e tanto meno seguaci. Rimasi praticamente senza copie. Ma della cosa non mi resi como, perché accadeva nel periodo del mio "grande silenzio" fotografico, durato circa 40 anni. Alcuni mesi fa decisi di fare qualche ristampa. Sono quindi partito a colpo sicuro alla ricerca del negativo (ricordavo bene luogo, anno e mese dello scatto). E, invece, la ricerca è stata stranamente infruttuosa. A questo punto non mi restava che affontare il problema in forma razionale, ricostruendo cioé la cronistoria delle mie riprese di allora. Ma 40 anni di intervallo non sono proprio uno scherzo, e, a volte, ci vorrebbe il miracolo per dare una mano . . .
STRANEZZA W l
Del soggetto furono eseguiti in totale 26 scatti, differenti per piccole o piccolissime varianti (presenza di gabbietta, o bilancia, o di imbuto, falce rivolta verso destra o verso sinistra, ecc . ) . Le foto, pur essendo la donna incredibilmente abbigliata in modo del tutto IDENTICO, sono state certissimamente scattate a distanza di un anno fra un gruppo ( 1 4 fotogrammi) e l ' altro ( 1 2 fotogrammi) . Più precisamente, 14 fotogrammi nell'agosto 1955 (film no 56 e 57) e 12 fotogrammi nell' agosto 1 956 (film no 208) . Un minuzioso esame dei frammenti di vetro dei bordi della finestra conferma questa affermazione.
STRANEZZA No 2
Il fotogramma da me selezionato per la stampa apparteneva al film no 56, scattato nel 1 955. Il film era composto da 9 fotogrammi: 7 del soggetto "Falci" e 2 da ritratti di famiglia. Sul provino originale corrispondente al no 56, figurano infatti le 7 foto "La Falce" e due altri fotogrammi, qui omessi in quanto non avevano alcuna attinenza di data o di luogo con l 'argomento della finestra e della vecchia contadina. Ma nell'ambito dei 7 fotogrammi c'è una grande "anomalia" . Infatti, mentre 4 di essi risultano scatti originali del soggetto (anche se, tra di essi, non compare il fotogramma poi utilizzato per la stampa), gli altri tre sembrerebbero fotografie di fotografie (vedi tracce di nastro adesivo ai bordi, ingrandimenti diversi fra i tre fotogrammi, ecc. ) . Come è possibile che contemporaneamente sul medesimo negativo compaia sia la ripresa originale che una sua copia (duplicato ) ?
34
Archivio A. CAMISA Provin i da lastre n ° 56 bis e ter.
STRANEZZA W 3
In Archivio, nel "file" corrispondente, ho trovato, al posto del negativo Rollei, due lastre di vetro formato 5,5x7,5 con la riproduzione della foto. Fatte da chi, come, quando e perché? E dove sono il negativo originale ed il relativo provino?
STRANEZZA No 4
In cantina ho ritrovato, un pò danneggiata dall'umidità e dalla muffa, una riproduzione gigante della foto originaria ( formato 60x100) stampata impropriamente su una carta inadatta (mat) che non avrebbe mai potuto rendere i toni catramosi da me voluti nella foto, assolutamente mai stampata nè fatta stampare da me. Chi la ha stampata, quando, dove e perché?
CONCLUSIONI
Purtroppo non ci sono conclusioni. Mi tengo bene al sicuro le mie
( ?) lastre, e credo che, malgrado questi chiarimenti, la vecchia con la falce si sia portata con sè i misteri di questa fotografia. Le remote vicende de "La Falce" restano avvolte nel mistero.
F I N E
E invece no, c 'è un finale a sorpresa! Che non risolve le stranezze ed i misteri di questa storia, ma porta qualche elemento chiarificatore della vicenda.
GENNAIO 2003
Ci sentiamo telefonicamente, per scambiarci gli auguri fra vecchi reduci della fotografia italiana della "golden age", con l ' amico Zannier (curatore di questa Rivista ) . Da discorso a discorso, l ' argomento scivola sulle Mostre degli anni '50, e plana, chissà perché, su quella di Salsomaggiore (Settembre 1956) . A proposito di questa Mostra, molto importante da un punto di vista "storico", Zannier rammenta di aver spedito alcune foto, di aver ricevuto un premio, ed infine ricorda che gli richiesero il negativo, per fare delle gigantografie per movimentare l ' esposizione. Ebbe di ritorno il negativo della fotografia premiata, "Donna Carnica", con un vistoso sfregio, e basta. Al termine di questa nostalgica rievocazione (Giacomelli, la Niccolai, Donzelli, ecc. ) , si è accesa la lampadina della mia memoria. A quella Mostra avevo partecipato anch' io, con ben cinque foto esposte ed una premiata. Ma, allora .. ? Sì, era successa la medesima cosa anche a me, ma con la "variante" delle lastre: in cambio della mia stampa e del negativo originale, mi vennero inviati due negativi di diversa gradazione, su lastra 5,5x7,5, e la gigantografia che ho da poco ritrovato, che mi è costata un patrimonio di restauro. Queste "gigantografie" (si fa per dire) poi inviate agli Autori, si intravedono nelle foto commemorative fatte il giorno della premiazione/inaugurazione (in alto, nell'angolo, "Tabacco" di Mario Giacomelli e, sul lato destro, "Bambini ad Harlem" della vincitrice Giulia Niccolai). E nel mio diligente quadernino di carico/scarico delle foto di quell'anno, ora tornato agli onori della cronaca, risultano - come molto spesso allora succedeva - come "non ritornate" le 5 foto esposte. Sino a che esisteranno delle "memorie storiche" della Fotografia Italiana degli anni '50, queste ricostruzioni - forse inutili divertimenti per gli addetti ai la v ori e per i nostalgici come noi -saranno ancora possibili. Per me resta poi sempre il mistero di come una pellicola impressionata da un certo soggetto possa contemporaneamente contenere una immagine di se stessa. •
3 6
' . .
Archivio A.CAMISA FILM N ° 56
Archivio A. CAM!SA FILM N ° 57
.' l : •.
•.
l l l l ·· · f.
Note bibliografiche
( * ) Pubblicata in: - Photography Year Book, - "Fotografia" - t'Ferrania" Esposta e premiata alla Mostra Nazionale di Salsomaggiore ( 1956) Esposta a varie Mostre/Concorso e Mostre Personali: - III ' Internazionale di Venezia, Cà Giustinian ( 1 956) - Pescara, Palazzo Pomponi ( 1957) - Senigallia, Expo-Ex, Giardini della Rocca ( 1991) - Milano, Spazio Foto San Fedele, "Immagini" ( 1995) - Rimini, "Realismi" (2001)
3 8
COME VOLEVASI DIMOSTRARE MARIO TREVISAN
Avevamo dedicato una parte dell ' articolo
apparso sul numero precedente, dove si
spiegavano i meccanismi di un'asta, alla
vendita Sotheby's di novembre ad Amsterdam
s egnalando le stime quanto meno inadeguate
della quasi totalità delle fotografie messe
al l ' incanto convinti che ciò non fosse dovuto
ad un errore di valutazione da parte
dell ' esperto ma ad un preciso disegno della
casa d 'aste per attirare più gente possibile. Si
era preso poi in esame i pro e i contro di tale
s istema di pubblicità . L'asta ovviamente è
andata benissimo raggiungendo una
percentuale di venduto incredibile ma non
certo per questi sotterfugi o piccoli trucchi
che incantano ormai ben pochi, ma al
semplice fatto che le riserve erano molto
basse . Guardando, dopo asta, i valori di
aggiudicazione si vede che tutti i lotti o quasi
hanno raggiunto un valore di vendita
adeguato ai valori di mercato a meno di una
ovvia percentuale di variazione.
Facciamo solo qualche esempio :
- lotto n . 60 I . Penn : " nudo " da loro stimato
2 .200-3.200 euro e da noi stimato invece ,
nell 'articolo precedente, 15 .000-20.000 ha
fatto 14 .500 euro ai quali va aggiunta la
commissione della casa d 'aste raggiungendo
così 18.000 (e noi non siamo degli indovini
ma ci siamo basati sui valori semplici di
39
mercato e delle altre aste internazionali ); - Lotto n . 72 M. Giacomelli : "Scanno" stimato 900-
1 .200 ha ottenuto 2.400 (2 .900 circa contando il valore finale) ;
- Lotto n . 69 R. Bernhard: "nudo" stimato 650-850 ha raggiunto 7.500 euro, circa dieci volte di più i l valore di stima;
- Lotto n. 1 6 0 S . Salgado: " Etiopia " stimato 800-1 .200 ha raggiunto 6 .500 .
Ora questo catalogo, come è stato detto, creerà solo confusione e sconcerto in un mercato non ancora del tutto consolidato, mercato che ha bisogno di tutto tranne che di queste cose. Forse si è dedicato anche troppo spazio a questa asta ma è stato importante sottolineare queste cose. Passando a consultare le varie case d'asta europee nell'annata passata si assiste a degli andamenti decisamente concordi . La crisi economica europea si è fatta sentire in modo evidente sul mercato dell'arte in generale e quindi anche su quello della fotografia.Tutto il mercato dell'arte è stato influenzato da questa crisi ma maggiormente colpita è stata la fascia media. La fascia alta del grande collezionismo è rimasta intatta, anzi i valori delle opere sono a volte lievitati, soltanto che percentualmente tale fascia incide poco in quanto non ci sono più tanti capolavori sul mercato. Il mercato medio ha avuto invece un calo considerevole. La percentuale degli invenduti è stata abbastanza pesante. Ovviamente il mercato della fotografia procede in parallelo con gli altri . In Italia le due aste Farsetti, quella Sotheby's Italia più due aste Finarte-Semenzato non specifiche ma con molti lotti di fotografie, sono andate in complesso abbastanza bene. Sono talmente poche che non possono far testo ed essere prese come termometro della situazione economica attuale. L'Inghilterra ha sempre l 'appoggio del mercato americano (anche se anche loro hanno qualche problemino economico ) . L e aste sono andate, a detta degli operatori, mediamente abbastanza bene nonostante che la situazione del paese sia forse tra le più pesanti in Europa . Resta d i fatto che nonostante le loro affermazioni l 'aria che si respirava in sala, soprattutto nel secondo semestre, non era brillante e frizzante come gli anni scors1.
Ruth Bemhard Nudo 1 950 ca.
In Germania invece la crisi del paese che sta attraversando una non lieve crisi economica ha segnato a b bastanza nettamente i risultati le aste del secondo semestre del 2002. Molt i invenduti rispetto la media degli ultimi anni, molta fatica a vendere in particolare a Berlino. Qualche bel risultato solo con cose importanti. Bisogna anche pur dire che questi cataloghi non erano poi al l 'altezza dei precedenti ma questo potrebbe essere l 'effetto e non la causa di quanto detto . Stesso discorso in Francia dove l'esperta di una nota casa d 'aste parigina ha detto al telefono due giorni prima del l 'asta : " Mario, moltissimo interesse ma non c'è " argent de poche " .
Ruberemo all'amica parigina la frase per sintetizzare l 'annata 2002 . I cataloghi della prossima stagione devono ancora ess�re stampati. Gli operatori delle varie case d'asta stanno raccogliendo con il solito entusiasmo per le aste di primavera che speriamo interessanti. Di questo parleremo nel prossimo numero. •
40
UGO MULAS, UN ANNIVERSARIO ADRIANA SCALISE
Artista "mancato" , aspirante poeta, fotografo
impegnato, ma solo a metà. Questo il profilo che
Ugo Mulas ha tracciato di se stesso, eppure, sotto
questo profilo modesto, appena abbozzato, emerge,
in tutta la sua semplicità e luminosità, la figura di
uno fra i più grandi e meno consapevoli di esserlo,
maestri di cui possa vantare la storia della
fotografia. L'arte di Mulas oltrepassa l'estetica del
linguaggio fotografico autoreferenziale e fine a se
stesso, la sua grandezza consiste nell'avere dato un
contributo assolutamente originale alla storia
dell'arte contemporanea, scrivendo, ma questa volta
con la "luce" , una delle pagine di critica d'arte più
genuine e più comprensibili che si siano mai lette,
nel più puro spirito di diffusione e di divulgazione,
proprio del mezzo fotografico.
Il rapporto di Ugo Mulas con gli artisti comincia
al Bar Giamaica, a Milano e finisce a New York
fra gli artisti della Pop Art, passando per la
Biennale di Venezia, dove fu presente dal 1954
al 1970 e dove scattò circa 20.000 fotogrammi,
che costituiscono il più affascinante documento
storico-critico che rimane dell'Istituzione
veneziana, oltre ad essere la testimonianza di un
ventennio di storia dell'arte contemporanea
raccontata attraverso le immagini. Nel 1974, un
anno dopo la sua prematura morte, la Biennale
gli dedica una retrospettiva, allestita presso i
Magazzini del Sale, curata da Tommaso Trini e
Nini Mulas: " Le Verifiche" e la storia delle
Biennali, che costituisce, con le sue 282 foto, un doveroso omaggio a colui che ha inteso le Biennali d'Arte di Venezia come un evento artistico imperituro, fatto di uomini e donne, protagonisti, operai, semplici spettatori, ma tutti in grado, con la loro presenza, di animare e valicare il manufatto artistico. La forza comunicativa di Mulas si estrinseca attraverso alcune memorabili "sequenze" qui di seguito esemplificate. sono stati versati fiumi d'inchiostro per spiegare la filosofia che sottende ai "tagli" di Lucio Fontana, ma solo Mulas, con una breve sequenza di fotogrammi ci fa capire quanta tensione, emozione e attesa c'è dietro ad un semplice gesto, risultato freddo ed estremo di un desiderio di conrrollare la propria forza fisica e istintiva. Mulas dice che "nulla è meno fotografico di una cosa che si muove", eppure, nessuno meglio di lui è riuscito a renderei il significato dei mobiles di Calder, fotografato assieme alle sue creature in atteggiamento scherzoso, mentre agita in maniera buffa le braccia e le gambe simulando il movimento delle sue opere. E se il premio alla Biennale di Venezia giunge inaspettato, come si evince dall'espressione sorpresa e felice di Alberto Giacometti, che Mulas ha saputo cogliere con esrrema sagacia, questo certamente aruibuisce valore emozionale alle statue, allampanate ed enigmatiche dello scultore. L'obiettivo di Mulas enrrando negli srudi degli artisti americani della Pop Art, ci mosrra, col fine gusto del reportage artistico-documentario quei magazzini industriali dismessi, meglio noti come factories, che gli artisti, all'epoca, affittavano per pochi soldi e utilizzavano, in molti casi, anche come dimora. Quello di Rauschenberg, ad esempio, era una specie di "caos organizzato", proprio come le sue opere, e in quello di Andy Warhol rutto era portato all'eccesso, esrremizzato, dal via vai continuo degli amici, alle feste che finivano con l'intervento della polizia. La parabola ascensionale di questo artista, formatosi con la pratica del lavoro e con la passione, si conclude, nella vita professionale, come in quella umana, con una riflessione profonda sulla storia della fotografia e sul mezzo che l'ha prodotta. n risultato di questa riflessione è costituito dalle "Verifiche", intense fotografie concettuali che di volta in volta vogliono essere omaggio a chi la fotografia l'ha inventata (Nièpce), usata (Lee Friedlander) o commercializzata (Alinari), oppure spiegazione pragmatica e insieme filosofica delle potenzialità che questo srrurnento ci offre. n ciclo delle "Verifiche" si chiude con la foto dedicata a Duchamp, artista del quale Mulas è stato profondo ammiratore e di cui ci ha lasciato alcuni ritratti superbi ed esplicativi di quell'atteggiamento di negazione che fu alla base dello spirito di questo grande esponente della corrente Dada. Figura di spicco, tanto per il
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mondo dell'Arte che per quello della Fotografia, a trent'mmi dalla sua morte i reportage artistici di Ugo Mulas rimangono ancora per la vitalità che li antina, insuperati e di grande attualità.
BIOGRAFIA Ugo Mulas nasce a Pozzolengo (Brescia) il 28 agosto 1 928. Dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà si giurisprudenza che abbandonerà per seguire i corsi all'Accademia di Belle Arti di Brera. A Milano frequenta il Bar Giamaica, luogo d'incontro di artisti ed intellettuali. Nel 1 954 inizia la sua attività professionale di fotografo, lavora per alcune importanti riviste quali: Illustrazione Italiana, Domus, Art International, e collabora con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Nel 1 962 fotograta David Smith nel suo atelier a Voltri, Alexander Calder a Spoleto e Saché in Touraine, dello stesso anno sono le belle foto che accompagnano la raccolta di poesie "Ossi di Seppia" di Eugenio Montale. Nel 1 964 alla Biennale di Venezia conosce la Pop Art americana e insieme ad Alan Solomon realizza il più importante libro dedicato a questa corrente artistica: New York: Arte e Persone (1 967). Escono poi i libri monografici su Alik Cavaliere (1967), su Alexander Ca/der (1971) e quelli fotografici Con Marianne Moore (1 968) e Allegria di Ungaretti (1969). Per la regia di Puecher realizza le scenografie teatrali delle opere di Benjamin Britten "The Turn of the Screw" e di Alban Berg "Woyzeck ". Negli anni settanta inizia la serie di "Le Verifiche", dodici fotografie sperimentali, ognuna accompagnata da un testo, nel quale ripercorre il suo essere fotografo e il suo "mestiere di uomo". Il libro Fotografare l'arte e la propria antologia Ugo Mulas l la Fotografia, usciranno postumi ne/ 1 973. Mulas muore a Milano i/ 2 marzo del 1 973. •
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Antonia Mulas Ritratto di Ugo Mulas
Tutti i dj ritti riservati Copyrigbt © Anronia Mulas
Per gentile concessione
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Ugo Mulas Alberto Burri 1963 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione
Ugo Mulas 11 trasporto delle opere di Robert Rauschenberg ai Giardini della Biennale Venezia, 1 966 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione
Ugo Mulas Enrico Castellani nella sua sala con Beatrice Mnnti, Biennale Venezia, 1 966 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione
Ugo Mulas James Rosenquist New York, 1 965 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione
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L a f o t o g r a f i a
a l l ' U n i v e r s i t à
Breve storia di i nternet e del WEB Federica V i o
Federica Via si è lauretata all'Università "Cà Foscari" di Venezia, con
110 e lode, nel giugno 2002, con una tesi su//'"Anal isi e
progettazione di siti web per un fotografo", relatore prof. l. Zan n ier,
della quale presentiamo una breve sintesi.
1 a costruzione di siti web sottintende la conoscenza di internet
Ldelle potenzial ità e delle problematiche di rete, o ltre ad una
precisa gestione degli elementi costituenti le web pages ed un
attento studio in cui anal isi e progettazione siano l 'adeguato
preludio a l la prototipazione e col laudo del sito stesso. Frutto di
un'accurata ricerca, la tesi mira ad approfondire quesiti e d ifficoltà
incontrate da un artista nel momento in cui decida di conquistare
una visibi l ità globale. Grazie ad un mirato studio sui siti fotografici,
l ' indagine si è poi focal izzata sugli impedimenti grafico-struttura l i di
questo tipo d i ipertesti , sono perciò stati proposti servizi atti a
rendere usabile, coerente e navigabi le il sito di un ipotetico
fotografo. A questo fine, sono state costruite delle schermate
prototipo che riassumessero alcune idee, nate dal convincimento
che gl i storici del l 'arte siano le figure più qual ificate per progettare e
creare questo tipo di contenuti .
La storia di Internet ebbe inizio il 4 ottobre 1957 quando i russi
mandarono nello spazio lo Sputnik, i l primo satel l ite artificiale.
Colpiti nel loro orgogl io, gli Stati Uniti decisero di ristabi l i re la loro
supremazia tecnologica . Nel 1958 infatti , nonostante la fortissima
resistenza da parte delle alte gerarchie mi l itari, fu fondata l 'ARPA,
un'agenzia per i progetti di ricerca avanzata che nel 1969 creò
Arpanet, il primo embrione di ciò che diventò Internet. L'ARPA, nel
mezzo della Guerra Fredda, cercò di rispondere concretamente al
timore che un attacco nucleare, facendo saltare la rete di
comunicazione, avrebbe messo in ginocchio tutta la nazione.
L'agenzia cercò di creare una struttura d i col legamento che
consentisse ai computer di continuare a comunicare tra loro, anche
nel caso una parte di essi venisse distrutta , o resa inutil izzabi le, a
causa di attacchi nemici . Erano perciò fondamental i i l
decentramento e l ' indipendenza dei computer facenti parte della
rete.
Nel 1960 queste idee furono elaborate da Paul Barand, uno
studioso che lavorava alla commutazione di pacchetto. Per i suoi
studi sulle reti d i trasmissione dati, egli si ispirò al funzionamento
del cervel lo umano, le cui funzioni , anche se in parte danneggiate,
possono ven i re rimpiazzate da nuove connessioni di neuroni rimasti
intatti . Barand ebbe anche la rivoluzionaria idea di frazionare i
messaggi in unità elementari di informazione, ciascuna in grado di
seguire un differente percorso a l l ' interno della rete e di
riassemblarsi infine nel messaggio originario.
La commutazione di pacchetto cercava di dare la possibi l ità ad un
vasto insieme di utenti di trasmettere dati d igita l i e d i usare e
condividere la stessa l inea di comunicazione.
La medesima idea fu elaborata da Joseph Lickl ider, che ebbe il
merito d i coinvolgere in questi progetti grandi centri di ricerca e
prestigiose università , dando modo ad Arpanet di svilupparsi al d i
fuori degli ambienti mi l itari.
In seguito, Larry Roberts e Wesley Clark cercarono di risolvere i
problemi di incomunicabil ità esistenti fra i vari computer. Clark
suggerì di util izzare una sottorete di computer tutti uguali e
compatibi l i , dedicati esclusivamente al le funzioni di trasmissione e
ricezione dei dati. Vennero costruiti così gli IMP (lnterface Message
Processar).
Nel 1966 un finanziamento di un mi lione di dollari diede vita al
progetto ARPA di rete distribu ita che nel 1969 prese awio grazie agli
in izial i quattro nodi situati in prestigiose università.
Nel 1973-74 fu inventato il protocollo TCP/IP che permette i l
trasferimento di dati tra d ifferenti t ip i d i reti . Esso ha reso possibi le
lo svi luppo del l 'attuale rete internazionale, in quanto garantisce
comunicazioni esenti da problemi .
Sempre nel 1973 fu inventato I 'FTP. un a ltro importante protocol lo
che permette l ' i nvio d i messaggi personali e che ha posto le basi
del servizio d i posta elettronica, l 'e-mail (che nascerà ufficialmente
nel 1977) .
Negli anni Ottanta , I nternet si espanse con una velocità eccezionale:
migl iaia d i enti di ricerca , un iversità e agenzie governative iniziarono
a connettersi alla rete, mettendo l iberamente a disposizione le
proprie risorse.
l meccanismi per i l trasferimento di files, i l co l legamento, l ' i nvio e la
ricezione di posta elettronica, erano però ancora troppo complicati
per gl i utenti inesperti.
Fu cosi che, a l la fine degl i anni ottanta, un gruppo di fisici del CERN
di Ginevra , coord inati da Tim Berners-Lee, allo scopo di poter
facilmente scambiare articoli scientifici e risu ltati di esperimenti,
creò il World Wide Web.
Il web è un sistema capace di sempl ificare l 'approccio ad internet,
grazie ad un nuovo l inguaggio che permette una navigazione facile
ed intu itiva , adatta a l grande pubbl ico. Inoltre , tramite gli ipertesti si
possono finalmente trasmettere anche immagin i e files
multimedia l i .
Per leggere le pagine web sono nati i browser: strumenti grafici
come il programma Mosaic, a cui presto sono seguiti i famosi
Netscape Navigator ed Internet Explorer.
La fase piu esplosiva nello sviluppo della rete è awenuta negl i anni
Novanta con i l commercio eletronico. Ciò ha fornito opportunità d i
business non solo a chi util izza internet per affari (e-commerce,
trading on l ine, home banking), ma anche ai produttori di hardware e
software, ai gestori di l inee telefoniche ed ai fornitori di servizi
internet. •
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Paul Parand Joseph Licklider
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U C L A
l primi quattro nodi della rete
La rete americana
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l progettisti deii ' IMP
I l primo Message Processor
L a f o t o g r a f i a
a l l ' U n i v e r s i t à
L' immagine di Venezia nell'editoria fotografica Fi l i ppo Leon a rd i
La ricerca dal titolo L' immagine d i Venezia nel l ' editoria
fotografica ha lo scopo di fornire una panoramica di tutte
quel le pubbl icazioni che hanno uti l izzato le fotografie del la c ittà in
modo particola rmente incis ivo o innovativo da Lerebours, 1841,
a i giorni nostri . Questo studio mette in luce un sostanziale
cambiamento del l ' immagi ne del la Serenissima che, come
osserva M ichel Levey, "è cambiata meno del modo di tradur la in
immagi n i "1 .
La pa rte introduttiva de l la ricerca è dedicata a l l ' iconografia d i
Venezia prima del l ' invenzione d e l l a fotografia .
L'architettura è i l soggetto de l le prime fotografie, soprattutto a
causa di un l im ite tecnico, che impedisce di fissare soggetti in
movimento; e come poter guardare al la città se non da un u n ico,
obbl igatorio, punto d i vista , dal quale registrare l ' immagine?
Emergono così le principa l i d ifferenze tra pittura e fotografia: la
creatività del la prima è soggetta solo ai vincoli imposti dal
pittore, mentre la seconda è l i m itata dal la tecnologia . La fantasia
del pittore può volare ovu nque, i l fotografo no, deve scegliere un
punto d i vista fisico.
I l punto d i passaggio fra la pittura e la fotografia è segnato da l le
Excursions Daguerriennes, pubbl icate a dispense tra i l 1841 e i l
1843 dal l 'editore francese M . P. Lerebours. Si tratta del le prime
immagin i d i Venezia , incise dal dagherrotipo, ad apparire in un
l ibro .
Nel le Excursions Daguerriennes l a fotografia è comunque ancora
legata a l la pittu ra , ne fa praticamente il verso. l figuranti ,
inventati da l la mano del d isegnatore , apportano un tocco di
rea l ismo a l l ' immagine del la c ittà , secondo i canoni del tempo. A
poco a poco la fotografia d iverrà invece lo strumento del la
pittura, a lcuni artisti arriveranno a d ipingere guardando o
lucidando le fotografie, il punto di vista gradualmente si sposta
fino ad identificarsi con quel lo del fotografo.
Le carto l ine , stampate da tutti gl i atel ier, contribuiscono a creare
l ' icona di Venezia che tutti conosciamo. Suggeriscono un' idea
romantica del la città , uti l izzando stereotipi che ancora oggi
resistono. Di pari passo vi è una cu ltura fotografica " a i i 'Ai inari " ,
che pretende im magi n i con l inee sempre ortogonal i , mai
"cadenti", dove tutto è rigorosamente a fuoco e dove niente è
nascosto da l l ' ombra.
Accanto a l le ormai c lassiche guide nascono gl i a lbum, i Souvenir
de Venise per i turist i , una sorta d i sintesi per immagin i de l la
c ittà attraverso i suoi luoghi p iù celebrati . Nel lo stesso tempo,
l 'esigenza degl i studiosi d i reperire fotografie arch itettoniche e la
necessità degli atel ier d i fornire queste immagin i , s'incontrano
nel la rea l izzazione dei cata logh i . S i tratta d i piccol i l ibri nei qua l i
poter recu perare l ' immagine desiderata, attraverso un codice
numerico corredato da una descrizione del l ' inquadratura: Piazza
San Marco vista dal l 'a la Napoleonica , Piazza San Marco vista
dal la Piazzetta Dei Leoncini , ecc.
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48
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FcRD. Onçitn !R - CD!TOf\.€ 1890 - 9J
In segu ito , nel l ' u ltimo quarto di secol o ed oltre, l ' editore
Ferd inando Ongania , grazie a l la tecnica di stampa el iotipica ,
riesce a fare di Venezia l' " oggetto di specia l i pubbl icazion i "2 •
A l l ' i n izio del novecento i l progresso tecnologico, attraverso i l
perfezionamento d i tecniche d i stam pa q u a l i la z incografia ,
l ' he l iogravure ( rotoca lco) e l 'offset, s i prepara a l l a forte
accelerazione che l 'editoria fotografica subirà nel la seconda metà
del XX secolo .
È dal dopoguerra i n poi che a Venezia s i comincia a guardare in
modo d iverso a l la fotografia . Per la pr ima volta Leiss incl ina la
macchina fotografica seguendo scopi non documentar i , come lo
erano i nvece quel l i d i Ruski n , che considerava le immagi n i veri e
propri a ppunti visivi privi di q ualsiasi valore estetico.
Nel 1953 Ferruccio Leiss pubbl ica I mmagin i d i Venezia, primo
fotol ibro sulla c ittà lagunare. È l ' i n iz io d i una nuova epoca della
fotografia . La soggettività d iventerà i l fi lo conduttore dei più
celebri l i bri su Venezia , quel l i d i Leiss, Roiter, Haas, Berengo
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Gard in e Bru no. Ma anche l i bri meno conosciuti di autori come
Monti , Fontana, Gent i l i e Campigotto , percorrono la strada di una
visione soggettiva del la città . M olti d i questi autori non
tra lasciano di attingere al la storia per restitu i rei una propria
visione del la realtà . Roiter, ad esem pio, si ispira ai poetici ch iari
di luna di Naya , Berengo Gard in a l la panoramica del Rewick del
1492.
Nel XX secolo si notano diverse variazioni nel l ' approccio
fotografico a l la c ittà che ci mostrano dettagl i di Venezia sempre
più piccol i e divers i , Venezia in controluce, affol lata , ferita dopo i l
d isastro d e l ' 6 6 e a ltro ancora.
Le innovazioni tecnologiche hanno contribu ito anch'esse a
modificare l ' i mmagine del la città. l te leobiettivi , ad esempio,
schiacciano gl i edifici l ' u no su l l 'a ltro creando i rrea l i vicinanze. La
leggerezza del le moderne attrezzature e il miglioramento del le
pel l icole, consentono a l fotografo d i muoversi ra pidamente e d i
poter fissare sul la pel l icola soggetti in movimento per real izzare
i m magin i molto d inamiche. Ecco che, grazie ai nuovi strumenti,
Berengo Gard in riesce a congelare in un fotogramma i l volo del
gabbiano , che ved iamo su l la copertina a color i d i Ven ise de
Saisons del 1964.
La tecnologia del fotografo conti nua ad andare di pari passo con
quel la del grafico e dello stam patore, che a volte uti l izza colori
ta lmente puri da far sembrare i rrea l i le immagi n i e talora la l oro
d igitalizzazione e sovrapposizione crea realtà estetica, come i n
Viaggio nel le Venezie, edito da Bib los, n e l 1999.
Negl i u lti m i decenni del novecento i l i bri hanno mostrato
particolari soggetti , come già Ongania aveva fatto nel 1889
pubbl icando Vere da Pozzo, e non solo particolari periodi storici o
i sol iti , canon ic i , percors i . Venezia Mi nore , Venezia e la sua
Gondola , Cannaregio , Pavi menti a l la Veneziana, I l Ghetto di
Venezia, G iard in i Segreti d i Venezia, sono solo a lcun i esempi d i
questi l ibr i , dove spesso la fotografia assume u n ' i m portanza
m aggiore del testo. •
Note
1 A. Corboz, "Profilo per un'iconografia Veneziana " , in AAW a cura di D. Succi, l. Reale,
Luca Carlevarijs e la veduta veneziana del Settecento, Electa, Mi lano, 1984, p. 34. ' s . i .a . , Raccolta delle vere da pozzo in Venezia , F. Ongania, Venezia, 1989, in P. Costantin i , "Ferdinando Ongania Editore veneziano e l ' i l lustrazione della Basilica di
San Marco", in AAW a cura di l. Zannier, Fotologia 1, Belborgo, Ferrara, 1984, p. 5.
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U' VENISE
5 1
l c o n t e m p o r a n e i
c o n s e r v a n o
Pino Da l Gal
Verona 4 febbra io 2003
Caro Professore,
Lei mi fa una domanda che, le confesso, mi ossessiona da
sempre: come organ izzare l ' a rchivio e conservare i negativi .
In tutti questi ann i , ho fatto e d isfatto l ' a rchivio varie volte a l la
ricerca d i u n modo " pratico e veloce " , per ritrovare le immagi n i . . .
ma h o dovuto prendere atto che l a perfezione non esiste!
Poi non sapendo come uscirne, ad un certo punto del la mia vita
fotografica , ho pensato che ammassando anno dopo anno
negativi , avrei fi n ito per lasciare una eredità "troppo pesante"
e qu ind i ho deciso che avrei " lasciato in eredità a l la storia " , solo
un numero di foto che io ritenevo degne di tale futuro.
Così ho buttato molti negativi e stampe "vi ntage " .
Dopo quel fa lò sentivo i l peso del l ' arch ivio (effettivamente) più
leggero.
Aver previsto che tutto quanto è vecchio d iventa bel lo! ! !
Per ciò che riguarda l a conservazione anch ' io faccio parte del la
vecchia scuola del le " scato le" .
Ne ho di tutte le misure e provenienze , e n dentro c'è tutta la mia
vita fotografica . Speriamo che sia un buon sistema e comunque
credo che i
restau ratori d i
negativi avranno un
gran lavoro in futuro!
No i , autori del la
vecchia squadra ,
scattavamo per
amore : non
pensavamo a cosa
sarebbe successo nei
Nudo
Capo Testa 1977 b/n silver print
50 ann i a veni re.
Un ritratto dì
Pino Dal Gal
Per quanto mi riguarda la ricerca va avanti come succede ad un
quals iasi artista e penso che la qual ità de l la produzione debba
m igl iora re con la matu rità e le esperienze vissute.
Ora m i sono organ izzato per gli ulti m i lavori con nuove scatole!
Le invio carissimi sa luti . •
Pino Dal Gal, vive e lavora a Verona , dove nasce nel 1936. I n izia
a fotografare negli ann i '50 e giovan issimo vince prestigiosi premi
naziona l i . La sua fotografia s i esprime nel la" narrazione"
attraverso cui descrive e racconta aspetti del la condizione
umana, fi no a l le cruenti storie d i denuncia, in metafora , a
chi usura degli ann i ' 70 ; mentre gli ann i '80 sono caratterizzati
dal la ricerca anal itica di forme antropomorfe di rocce e nud i .
Molto apprezzato dal lo storico H . Gernsheim che acquista per
I ' U n iversity of Texas in Austin molti suoi lavori e lo scegl ie nel '95
per rappresentare l ' Ita l ia nel la Selezione Internazionale di
H i ldesheim e (un ico ita l iano) per inaugurare lo spazio espositivo
Guggenbeim a Venezia . Sue i m magin i sono parte di prestigiose
col lezion i m usea l i in Ita l ia e a l l ' estero e col lezioni private.
52
Lu igi Gariglio
Prof. lta lo Zannier,
i nnanzi tutto vorrei ringraziarLa per l ' attenzione prestatam i e le
parole spese per il mio lavoro " persons in prisons " .
Le scrivo dopo u n po' d i tempo perchè Le am metto che i l
compito affidatomi d i scrivere del le brevi note su l la
conservazione , m i ha per un momento fatto sentire d isorientato e
un po' confuso. Non che fosse una richiesta a rdua o toppo
complessa , p iuttosto forse la mia situazione per certi versi non
fac i le , e g l i impegn i , non m i facevano trovare i l fi lo d i un i potetico
d iscorso che desideravo proporLe. Nuove prospettive ed
entus iasmi hanno prodotto la poca cosa che mi permetto di
i nviarLe .
Devo a m mettere che anche se opero nel settore del la fotografia
professionale da quasi qu indici ann i , q uesto a rgomento ha
attirato la mia attenzione solo in tem pi relativamente recenti ,
forse perchè non sono mai riuscito fi no in fondo a credere che
conservare le mie i m magin i potesse avere un qualche t ipo d i
senso. Ho scoperto i nvece i l valore cu lturale del la conservazione
q uando nel 2000 H ri psime Visser, curatrice della fotografia a l l o
Stedelijk Museum d i Amsterdam, ne l propormi l ' acquisto d i tre
opere per la col lezione del museo sottol ineò la necessità che le
i mmagi n i fossero di qual ità museale proprio dal punto di vista
del la conservazione. Adesso cerco di curare il mio a rchivio a
dovere, e la d igita l izzazione del le i mmagin i e la gestione dei dati
i nformatizzata mi è di grande aus i l io , a nche se continuo a
pensare a l la fotografia p iù come l i nguaggio che come opera e
credo che come ci d icevamo spesso con Marco, i l mio m igl iore
a m ico prematu ramente scomparso, la fotografia sia
principa lmente u n fatto di sguardi soggettivi . •
Un ritratto di
Luigi Gariglio
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Luigi Gariglio nasce a Torino nel 1968, dove vive e lavora.
Da l l ' anno accademico 2001/2002 col labora con la Cattedra d i
Sociologia d e l l a Comun icazione a l l ' interno del la q u a l e tiene un
modu lo d i Sociologia Visuale.
Vinc itore del Premio Marangoni per un progetto fotografico.
Dal 1995 conduce una ricerca fotografica a l l ' interno del le carceri
ita l iane ed olandesi .
Le princ ipa l i mostre col lettive a cui ha partecipato sono:
- 1995, Venti fotografi italiani, (a cura d i Paolo Costant in i ) ,
Castel lo de l Pio Carp i ;
- 1996, Turin L a nuit, Istituto ita l iano d i cu ltura, Lione, Francia;
- 199 7 , Archivio dello spazio 198 7/1997, Palazzo del l<,l Triennale,
M i lano;
- 2001, Selection from the new adquisition, Stedel ijk M useu m ,
Amsterdam, Olanda;
- 2002, Passaggio di testimone, (a cura d i Fi l i ppo Magga) ,
Pad igl ione Ita l ia , G iard in i d i Castel lo , Venezia;
- 2001, Vl lnternationale Fototage Herten , Herten, Germania .
Sue foto sono col lezionate nel Museo d i arte contemporanea d i
Amsterdam, Stedelijk M useu m .
l c o n t e m p o r a n e i
c o n s e r v a n o
Livio Sen igalliesi
Tra tradizione e modernità
Come archivio le mie fotografie. Poco si sposa con l 'era d igitale la mia
passione sacra per la material ità del negativo e delle tradizional i
stampe in bianco e nero. Già in passato - forzato da 'cause di
servizio' - passai dal mondo dei grigi a l le infinite tonal ità del colore, e
col tempo ne apprezzai l 'efficacia, come nel caso della fotografia qui a
fianco, divenuta quasi un ' icona del mio decennale lavoro nei Balcani .
Raccolgo con pazienza certosina negativi e diacolor frutto di tanti
viaggi e di tanti reportage divenuti poi pezzi di storia.
Paral lelamente, da qualche anno, ho iniziato a digital izzare il mio
archivio per salvaguardare la qual ità delle immagini e rendere agile e
veloce il loro util izzo. L'uso del computer è d ivenuto - mio malgrado -
indispensabile e sono giunto a poco a poco ad apprezzare i vantaggi
della tecnologia digitale, non fosse altro per la comodità ed
immediatezza della trasmissione del le immagini a migliaia d i
chilometri d i distanza in pochi secondi. Mediazione tra tradizione e
modernità, qualità e velocità sono - a mio awiso - la scelta vincente.
Fotografie
Entri in una casa appena sval igiata , razziata da qualche gruppo di
soldati d i passaggio. È una casa senza lusso, persa in una cittadina
delle tante guerre balcaniche. Lì, tra gli effetti personali sparsi per
terra, fra i giocattol i mutilati dei bambin i , vedi le fotografie. O meglio,
non sei tu che le vedi , ma loro che intrappolano i l tuo sguardo. Piccole
istantanee di vite senza storia, senza pretesa di bellezza , eppure così
importanti. Sono immagini di matrimoni o di compleanni e
rappresentano ormai l 'u ltima traccia della gente che ha abitato quella
casa . Cerchi di pensare al lavoro che devi fare, ma loro ti parlano di
momenti che sono stati anche i tuoi, di persone travolte dalla bufera
della guerra e trascinate via. Quando esci dalla casa ti accorgi di altre
fotografie cadute per terra. Hanno la leggerezza dei fantasmi e i volti
ritratti sono stati in parte cancellati dalla pioggia insieme ai momenti
di festa. Allora ti vengono in mente tutte le fotografie che non hai
scattato, ma che hai visto sul tuo cammino mentre attraversavi la
guerra. L' immagine di Tito nel fango; le istantanee che volavano come
foglie secche nel vento di Petrinja in una giornata così grigia che
sembrava pesarti addosso come un sudario. Oppure quelle che hai
calpestato scendendo da uno dei condomini di Grbavica a Sarajevo,
mentre i serbi scappavano portandosi via anche i morti dai cimiteri . E
ancora le fototessere strappate dai passaporti che lastricavano un
sentiero sulle montagne del Kosovo. Allora, quando ti vengono in
mente tutte queste fotografie, che di solito non finiscono nei l ibri,
capisci. È questione di un istante, ma comprendi dawero come la
guerra divori la memoria degli uomini e perché sei n. • Brano tratto da "Balkan" Ed. Ken Damy
Livio Senigalliesi, nato a Monza nel 1956, è giornal ista dall '81 e
lavora da più di dieci anni come reporter di guerra per le maggiori
testate nazionali ed estere. La passione per la fotografia intesa come
testimonianza e l 'attenzione ai fatti storici di questi ultimi anni l 'hanno
portato su fronti caldi come i l Medio-Oriente ed i l Kurdistan, durante la
guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riun ificazione, a
Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell 'Un ione
Sovietica e infine nella ex-Jugoslavia. Ha seguito tutte la fasi del
conflitto dal '91 e dalla fine delle ostil ità in Bosnia ha in iziato un
ampio lavoro di documentazione sui problemi del dopoguerra: un
viaggio lungo i nuovi confini sanciti dagli accordi di Dayton, dove
continua la tensione tra le varie etnie e dove si portano avanti tra
mi l le difficoltà i progetti di ricostruzione. Col labora con i l Photo-desk
dei i 'UNHCR di Ginevra, con l 'Ufficio della Cooperazione Ital iana di
Sarajevo e con numerose Ong (organizzazioni non governative). Ha
lavorato, in qual ità d i fotografo di scena, sul set del primo fi lm
bosniaco del dopoguerra, "Perfect Circle" , del regista Ademir Kenovic,
presentato al la rassegna cinematografica di Cannes del '97 e dove ha
riscosso un notevole successo di critica e pubblico.
l drammatici reportage dal Kosovo, frutto di una lunga e rischiosa
permanenza nella tormentata regione balcanica, sono valsi a l l 'autore
la nomination per il prestigioso " Bayeux War Corrispondent Award '98"
(www.prixbayeux.org/nomines98.htm). Nella primavera del 1999 Livio
Seniga l l iesi ha anche lavorato come volontario nei campi profughi
della Macedonia per conto deii 'Ong Cesvi. Recentemente ha
pubbl icato ampi reportage su Palestina, Cipro, Afghanistan, Sudan.
È autore di numerosi libri e d i una mostra fotografica itinerante dal
titolo 'Oltre i l muro' - 120 immagini dedicate alla memoria dei confl itti
conseguenti a l la caduta del Muro di Berlino.
Livio Senigalliesi ha recentemente esposto a: Brescia, Museo Ken
Damy di fotografia contemporanea - Mantova, Casa del Rigoletto
Salerno, Sala della Provincia - Sesto San Giovanni, Sala degl i Affreschi
Vi l la Visconti d 'Aragona - Napol i , Maschio Angioino - Verona, Scavi
Scal igeri - Brescia, Sala Vanvitel l i Piazza della Loggia - Milano, Centro
San Fedele - Parigi, Istituto Ita l iano di Cultura - Rovereto, Museo di
Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
L'ultimo giorno di guerra
SarajevojBosnia 18 marzo 1996
54
Piermario C ian i
Negativi o diapositive, bianconero o colore, piccolo o medio formato,
da almeno mezzo secolo sono i primi parametri di riferimento per tutti
i fotografi che si pongono il problema del l 'archiviazione di immagin i .
Negli ultimi tempi le cose stanno radicalmente cambiando a causa
della fotografia digitale che mette in soffitta gli acetati spalmati di
gelatina sensibile.
Dalla fotocamera si scaricano le immagini direttamente nel computer
e si archiviano su Hard Disk, Dat, Zip, CD-Rom, DVD . . . ma,
considerata la rapida obsolescenza delle tecnologie elettroniche, forse
l ' immediato futuro sarà un continuo riversare gli archivi sui sempre più
nuovi supporti che la tecnologia ci metterà a disposizione. Non più
lastre o negativi capaci d i attraversare i secol i ma memorie
microscopiche istantanee che durano solo qualche anno e i l cui
contenuto deve essere periodicamente trasferito per poter essere
fruito attraverso nuovi hardware e software. •
e Autoritrntti autocallanti • Piermario Cfillni 2001 . . . . . . . . . .
Bolli 2001
Autoritratto 01.02.03
55
Un ritratto di Piermario Ciani
Piermario Ciani è nato il 19 G iugno 1951 a Bertiolo (Ud) . È stato
a l l ievo di Luther B l issett a l la Psichogeogra ph ical Art School of
London.
Ha real izzato immagini con proced imenti manua l i , fotochimic i ,
elettrostatici e d igita l i . Pubbl ica ed espone le sue opere dal
1976: pr ima d ip inti , poi fotografie, xerografie , mai l-art,
instal lazioni mu ltimedia e adesivi. Predil ige i supporti cartacei ma
spesso le sue opere sono immateria l i e s i percepiscono ai confin i
tra la telepatica e la telematica.
Autoritratto 08.02.03
l c o n t e m p o r a n e i
c o n s e r v a n o
Si mone Sch iesan i
Scatole nomadi. E buste. Scatole e buste, custodi un tempo di
vergin i materie. Proteggono ospiti a ncora giovan i cambiando
spesso stanze, c ittà , case. Vanno stratificandosi del le percezion i
accadute e altri ben med itati pensieri e tutto conservano nel
prezioso meta l lo , r iempiendosi d i fogl ie , mur i , vo lti , c ie l i , l uoghi e
gatt i , sedimenti da i nterrogare c i rca le mie ere fotografiche.
Le tengo al buio, da dove sono venute; stampe dalla croccante
su perficie e negativi (anti-acido protetti garantit i ) , che attendono
d i essere scrutati e spiat i , controluce architettando che fare di
umi l i gregari a l soldo del fotogramma ben
i nquadratoespostosvi lu ppato.
Le scatole nomadi hanno un col laboratore, nomade. G l i è
riservata la parte p iù meritevole del le percezioni e dei pensieri ,
presentati in luminos i d iscendenti elettronici . Difesi da un n uovo
supporto dal la memoria capace e rapida, incurante di polvere e
umidità , intoccabi le anche volendo usare tutte le precauzioni . Ma
non conserva veramente, mostra soltanto, sono a ltri i luoghi del
vero Archivio, che racchiude ciò che non deve svan i re.
Perciò le tengo a l bu io , da dove sono venute. •
Volti 1
Un ritratto di
Simone Schiesani
Simone Schiesari, nato a Rovigo il 5 giugno 1974, si occupa d i
fotografia dal 1997 grazie a l l a frequentazione e a l l ' insegnamento
di Paolo G io i i e Roberta Va ltorta .
Nel 1998 ha prodotto i primi lavor i : Margin i , Elementi Para l le l i ,
ne l lo stesso anno ha partecipato ad un sem inario organizzato da
Fabrica e tenuto da Lewis Baltz.
Tra il 2000-2001 ha real izzato la serie "Volti " e nel 2001 ha
frequentato un corso su l l ' uso di Photoshop presso il C .F. P.
R iccardo Bauer d i M i l a n o . N e l 2002 h a parteci pato a l seminario
" Dentro la Città Europa" svoltosi presso La Triennale d i M i lano a
cura di Mu lt ip l ic ity, con la presenza di Lewis Ba ltz, Gabriele
Basi l ico, Francesco Jodice e Armin Linke.
Attua lmente vive e lavora a Mi lano come assistente fotografo.
56
Volti 3
Volti 2
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l c o n t e m p o r a n e i
c o n s e r v a n o
Paolo Guolo
I l solo pensare a l mio archivio fotografico mi getta in un crescendo
di emozioni che osci l lano fra ricordo e nostalgia, turbamento e
frenesia . Questi sentimenti, diventano poi ancora più acuti , al lorche
mi accingo a mettere fisicamente le mani sul l 'archivio. Passare in
rassegna le mie foto, indiscriminatamente, sia quelle realizzate su
commissione, sia que l le personal i , significa per me affondare nel la
memoria e da essa trarre stimolo per i l lavoro futuro.
Ciononostante, la stessa operazione suscita in me un desiderio
forte di riordino e di ammodernamento del l 'archivio, che spesso
sfocia nel l 'ansia, generata dal la consapevolezza di non riuscire a
trovare i l tempo sufficiente per real izzare questo desiderio.
Il mio archivio si potrebbe, concettualmente, dividere in due
momenti:
Archivio attuale: costituito da negativi, divisi in b/n e colore,
brevemente descritti , datati e numerati progressivamente;
diapositive conservate per lo piu in scatole di plastica con
caricatore; positivi contenuti in cassettiere corredate di
documentazione e schede in cui riporto la data , il titolo e l 'autore.
Se la foto è anonima e priva di soggetto, cerco comunque di
descriverla (questi accorgimenti sono riferiti a l le fotografie
del l 'Ottocento, di cui sono modesto, ma appassionato col lezionista).
Archivio ideale: è l 'archivio a cui tendo, con smania quasi
fanciu l lesca, è un archivio informatizzato, in cui tutte le informazioni
siano contenute in una base di dati specifica, faci lmente
consultabile. Tuttavia, a l la real izzazione di questa idea si frappone
un ostacolo d i dupl ice natura; l ' una legata al fattore tempo, sempre
mancante quando si tratta di affrontare operazioni di riordino, l 'a ltra
al fattore costi, comunque ancora elevati se si vuole acquistare e
mantenere una strumentazione informatica adeguata. •
Noname 1
Francesco Moretti Un ritratto di Paolo Guolo
Paolo Guolo (1944), scultore e fotograto, vive e lavora a Treviso. Ha
incominciato ad interessarsi al la fotografia nel 1965. Dal 1977 al
1990 ha tenuto corsi di tecnica e storia della fotografia presso il Liceo
Artistico, dove ha pure insegnato per molti anni figura e ornato
modellato. È stato cofondatore del gruppo "Magnum 70" con A.
Dorigo, M. Grespan, W. Fenuccio, e G . Coppola, che ha animato la
scena culturale fotografica trevigiana degl i anni ' 70 e curatore delle
esposizioni fotografiche nella galleria "Foto-grafia" dal 1981 al 1995.
Mostre personal i : Teatro& Teatro, presso la Fondazione Bevilacqua La
Masa (VE), 1971; Paris, presso la Libreria Einaudi (TV), 1976; 5x70
Momenti Quotidiani, presso la galleria Nuova Fotografia (TV), 1981;
5x70, presso la Galleria Arcimboldo (TV), 1984; Polaroids [1976-
2002], presso lo Spazio Antonino Paraggi (TV), fino al 3 novembre
2002.
[comprende una selezione di polaroids a colori scelte dal l 'ampia serie
che Guolo va realizzando come propria personale ricerca, dal 1976.
Esposte insieme a cinque terrecotte di recente produzione, le
polaroids di Guolo sono testimonianza di una complessa personal ità
artistica capace di apportare al l ' immagine fotografica una tensione
plastica d'ombre e luci spiccatamente scultoree]
Mostre Collettive:
l o Salon Européen d'Art Photographique (Orléan), 1972; Religione
S.p.A., Studio Martini (TV), 1972.
Sue immagini sono pubblicate, oltre che in d iversi cataloghi d i scultura
e pittura, in : Bettin i , L'ultima metafora di A. Viani, Ed. N. Pozza, 1969;
Dalla Costa, Volti e luoghi della resistenza , 1979; Bianchin, Treviso
negli anni del degrado, Ed. Matteo, 1981; D. Dal Pos, Burattini e
marionette a Castelfranco e nella Marca trevigiana, Ed . Corbo&Fiore,
1984.
Noname 2
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Andrea Negretto
« l "nuovi stra n ieri " , marocch in i , senegales i , nigerian i , ecc. ci
passa no a fanco nel le strade, sono in fi la con noi a l
supermercato, sono nel la cronaca dei giorna l i .
Ma troppo spesso questi volti non l i ved iamo veramente: la loro
d iversità cu lturale ed etnica ci spinge al sospetto, a l la diffidenza
e a considerar l i in maniera molto sbrigativa ma non per questo
p iù rassicurante, come una sorta di numero statistico, di entità
astratta , di potenziale pericolo.
Da quest' idea , nasce la volontà d i restituire a queste persone
una v is ib i l ità concreta , il riconoscimento cioè, d i una loro
presenza rea le , di una l oro dign ità umana . " •
59
Andrea Negretto, nato a Treviso n e l 1970, s i awicina a l la
fotografia durante una permanenza giovani le di due ann i a
Londra . Deciso ad approfondire le potenzial ità espressive del
mezzo fotografico, è tornato in Ita l ia per frequentare la scuola
fotografica " R . Bauer" d i M i lano.
Proprio a Mi lano i n izia la sua attività professionale entrando in
contatto con agenzie fotogiornal istiche con cui col labora per tre
ann i nei qual i , lavorando tra cronaca ed attual ità mi lanese, trova
il suo " senso fotografico " soprattutto nel le tematiche social i .
Tornato a Treviso nel l ' apri le '99, oltre a d in iziare nuove
col laborazioni con agenzie fotogiornal istiche loca l i , i n izia un
progetto fotografico riguardante il fenomeno del l ' immigrazione nel
Veneto, ed in particolare in Treviso, con l 'obiettivo d i "vedere" chi
sono e come vivono i nostri vic in i .
Negretto-Rulottopoli
ì
S e g n a l a z i o n e
L i b ri
a c u ra d i lta lo Za n n ier
AA. W , Thomas Struth, 1977-2002, The Metropol itan Museum of
Art, New York 2003.
Edito in col laborazione con i l Dal las Museum of Art, i l Museum of
Contemporary Art d i Las Angeles e i l M useum of Contemporary
Art d i Chicago, questo monumentale volu me è il catalogo del la
mostra antologica inaugurata in febbraio a New York, nel le
maestose sale del Metropol ita n , che ospita la Fotografia con la
stessa d ignità delle a ltre Art i . Dovremmo imparare! Dovremmo
anche noi poter contare su studiosi attenti al la contemporaneità,
carne Maria Morris Hambourg, curatrice del Dipartimento di
Fotografia del grande M useo americano!
Thomas Struth ( 1954) è un noto fotografo tedesco, che si è
ded icato soprattutto al paesaggio urbano e no, ma anche a l
ritratto e a l lo sti l i l ife.
In questo catalogo- l ibro , sono trascritte, con eccezionale
raffi natezza grafica, le sue spettacolari gigantografie , tra le qual i
a lcune di " i ntern i " ita l i an i : la Ch iesa dei Frari con L"'Assunta " del
Tiziano, o una sala del l 'Accademia d i Venezia, con i l Veronese a
fare da sfondo; i vis itatori fotografati nel l ' interno, penetra no
nel l ' i m magi ne globale, s i " schiacciano " e si i ntegrano nel la
scenografia , determ i na ndo un "quadro" nuovo. Chi guarda queste
gigantografie (quel la del l 'Accademia veneziana è di 184,5 x
228,3 cm) vi si trova coinvolto, entra nel l ' immagine, quasi come
accade con " Las Meninas" d i Velasquez.
Ma, soprattutto , l ' i ngigantimento sembra guasi sempre legitt imo,
ossia progettato sul vetro smerigl iato 20x25 cm, e non soltanto
una operazione tecn ica , oltretutto costosa, di laboratorio . I n
quel le d imensioni si rivelano dettagl i a ltrimenti i rr i leva nti , che
invitano a una lettura attenta del l ' immagine, per scoprire a l suo
interno tante " a ltre fotografie " , quasi come i n un montaggio a
mosaico. Pare che queste fotografie abbiano trovato col lezionisti
e musei disposti a paga rle o ltre mezzo m i l iardo delle vecch ie l i re !
I l l ibro è Made i n ltaly: Verona.
R. Bonavog/ia , Venezia. Suggestioni e colori, Comune d i Venezia,
2002.
L'ennesimo vol u me su Venezia, con i so l iti l uoghi comun i
(carnevale, nebbie, a rch itetture . . . ) , ma spesso riscattate dal la
qual ità del le i m magini di Rosario Bonavogl ia, "d i lettante in
fotografia " , però con i l talento de l profession ista.
I l l ib ro contiene anche due brevi testi di Woody Allen e Gore Vida l ,
che impreziosiscono la pubbl icazione, stampata con la sol ita cura
dal le Arti Grafiche Pizz i .
A. Modonesi, Fogliò, Centro Studi Va l le Imagna , Bergamo 2002 .
A. Modonesi, Chelò, Centro Studi Va l le I magna, Bergamo 2001.
Due vol umi del l 'ormai sol ito "grande formato" , raccolgono e
fanno conoscere l ' opera di uno tra i nostri p iù im pegnati fotografi
del dopoguerra, Alfonso Modonesi ( Berga mo, 1941), awiatosi a l la
fotografia nel 1960, nel pieno del d i battito "an photography" ,
mentre il neorea l ismo era a l canto del cigno. La sua fotografia ,
data l 'epoca legitti mamente in bianco-nero (e non per certo
snobismo nostrano, di ch i ritiene che i l b/n sia più "artistico" del
colore . . . ) , si ntetizza i l gusto e le tipologie degli anni ' 60-' 70 , e
specialmente la ricerca , quasi nostalgica, del "buon tempo
antico " , che nei due volumi appare accattivante, come nel l 'opera
magistra le di un a ltro bergamasco, Pepi Merisio.
l volumi sono efficacemente presentati da Cesare Colombo, con
introduzione d i Alessandro Ubertazz i .
Le fotografie origi na l i sono depositate presso l 'archivio
fotografico del Centro Stud i Va l le Imagna .
AA. W , Looking on , Accademia di Bel le Arti d i Ravenna l Linea di
Confine, Rubiera, 2002 .
AA. W , Nice to see you, IUAV 1 FDA 1 clasAV, Venezia - Linea di
Confine, Rubiera , 2002.
Ancora due sign ificative pubbl icazioni d i Linea d i Confine, nel
sol ito formato ad "a lbu m " , con la grafica raffinata di Camuffo;
una col lana che documenta s istematicamente la ricerca , spesso
trasgressiva , della " n uova " fotografia ita l iana, connotata
comunque da l magistrale Guido Gu id i , che si awerte presente in
primo p iano anche nel le opere de i suoi a l l iev i , i n questo caso
q uel l i de l l 'Accademia di Bel le Arti di Ravenna e del Laboratorio
presso I ' I UAV, dove Guid i riflette con intensità la sua filosofia.
Grazie.
M. Tonon, Gesti da Museo, Editrice Compositori , Bologna 2002 .
I l vol ume, cu rato da Marco Tono n , d irettore del Museo Civico d i
Scienze Natu ra l i d i Brescia , con l ' i ntervento di Laura Santarossa
e Vittorio Turozzi , raccogl ie " u na documentazione iconografica d i
gesti compi uti d a l l ' u o m o " , nel la vita d i montagna, con lo scopo d i
i l l ustrare anche metodologie d i lavoro ormai quasi obsolete, che
a lcuni piccol i musei hanno però proweduto a "conservare"
perlomeno nel le immagi n i .
Com 'è i l caso del le sequenze fotografiche rea l izzate quasi dieci
anni orsono da Giannanton io Battistel la , autore tra i più colti e
avanzati del la nostra giovane fotografia , e attua lmente docente di
questa d iscip l ina a l l ' U n iversità d i Udine.
I l suo racconto su l " lavoro di montagna" (fienagione, a rtigianato,
coltivazione, trasporto . . . , real izzato a suo tempo per il Museo
Casa Clautana di Claut in Valce l l ina) è un ecce l lente esempio di
a ppl icazione del la fotografia , cadenzata in a lcune sign ificative
serie di immagi n i ; "fi l ms a scatti " cadenzati nel tempo
de l l 'azione, quasi con un criterio cronofotografico.
G. Obici, Racconti metropolitani , G rafo, Brescia 2001.
I l volume raccogl ie u n ampio e d iacron ico reportage su l "segno
urbano " , di G iu l io Obici (Venezia, 1934), un "flaneur dei nostri
60
giorn i " , lo defin isce G razia Neri nel l ' i ntrod uzione. Dettagl i d i
paesaggio, spesso "giocati " con i l trompe l ' oe i l , l 'accostamento
del naturale con l ' a rtificiale (man ifest i , manichin i . . . ) , con a l lusioni
on i riche, d 'atmosfera surreale, anche nel ricordo ( inconscio ?) d i
un Atget, o d i Luigi Gh i rri qu i in b ianco-nero.
G. Rivecchio, Dizionario delle scoperte scientifiche e delle
invenzioni, BUR, M i lano 2001.
U n uti le d izionario del le scoperte e del le invenzioni , da tenere a
portata di mano come una grande enciclopedia ; peccato che per
la Fotografia ci s iano alcune imprecis ion i ; ad esempio, non è i l
19 agosto 1839 c h e viene presentata la Dagherrotipia , bensì i l 7
gen naio , da Arago-Biot-H u mbolt, a l l 'Accademia di Francia . Il 19
genna io , ci fu invece la comun icazione definitiva anche del
procedimento (e l ' i ndomani Daguerre pubbl icò i l "manuale") in
una emblematica seduta comune del l 'Accademia parigina del le
Scienze e d i quel la del le Bel le Arti con i l famoso " discorso" di
Arago. E poi , Daguerre non aveva "acquistato" da N iépce i l
" metod o " , ma d i Nicéphore N iépce era stato socio dal 1829 al
1833, quando questi morì . Ancora : Tal bot brevetta la calotipia nel
1841 , ma già nel 1839, pochi giorni dopo Daguerre, presenta i
suoi "d isegni fotogenic i " , con i l s istema negativo-positivo, già
sperimentato con successo nel 1835 (si veda " Latticed Window
with the Camera Obscura " , August 1835, Col i . Royal Society,
Londra) .
N iente d i grave , ma certamente crea , perlomeno a me, qua lche
i ncertezza .
G. Palazzi, Immagini fra poesia e neorealismo, G rafo, Brescia
2002.
G i useppe Palazzi (Brescia 1895-1994) è stato un fotografo assai
noto , specia lmente ne l l ' Ita l ia del dopoguerra, presente nel le
maggiori esposizion i , con immagi n i che si pongono, come
sottol i nea il titolo del volume, "fra poesia e neorea l ismo " ,
secondo una ricerca formale a ncorata però a una lettura
romantica del l 'ambiente socia le.
Che Mario G iacomel l i gl i s ia stato maestro, lo rivelano molte
i mmagi n i d i questo catalogo, curate da G iu l io Obic i , Eros
Fiammetti e V incenzo Lott ine l l i per l 'associazione bresciana " i l
B ianco e Nero" e i l Comune d i Bergamo.
U n doveroso ricordo del fatografo Pa lazzi , che i ntegra uti l mente la
nostra storia del la fotografia .
A . Gigli, Passanti, Charta, Mi lano 2002.
Att i l io G igl i (Pesaro , 1934) , del icato fotografo, dopo una laurea in
Lettere a l l ' Un iversità d i Roma , ha raccolto in questo l i bro u na
serie di immagi n i real izzate tra il 1993 e il 1996, che solo in
parte sono già conosci ute . Ha " i nseguito" i passanti nel loro
it inera rio quotid iano, cogl iendone i gesti di strada, spesso
6 1
sfuggenti, in accattivanti istantanee. Lo presenta brevemente
Roberta Valtorta, che defi n isce il lavoro di Gigl i , " P iccol i sogni
impossibl i " .
R . Bertasi, La ragazza con l a valigia, Desenzano 2003.
Dal l ' instancabi le Renzo Bertasi ricevo d i tanto in tanto vari l ibr i ,
che rivelano non soltanto una sua i nesauribi le passione per la
fotografia , ma una cu ltu ra fotografica ricca di motivazioni
semantiche e socio logiche.
Immagi n i "di donne" , in questa occasione, d i varia tipologia (dal
primissimo piano, a l la " posa" ambientata) , che però non
coincidono con il titolo, " La ragazza con la val igia" e neppure
sono un racconto sistematico su l la "condizione femmin i le" , come
suggerisce nel la prefazione Mauro Corradi n i ; ogni immagine, ogni
donna , ha u na sua storia, in questo l ibro che forse pretendeva
una d iversa, più funzionale impagi nazione.
L. Bussulati, AKH. Verso la luce, Charta , Mi lano 2002 .
Ancora un megavolume, con suggestive im magin i di paesaggi
"fantastici " - natura l i e strutturati -, ripresi con luci spettra l i .
notturne, artific ia l i , sospese nel mistero del la lettura fotografica.
Luigi Bussolati (1963) è un convincente fotografo di Parma, qu i
presentato da Aldo Carotenuto .
AA. VV. , Piermario Ciani, Dal Great Complotto a Luther Blisset,
AAA Edizioni e Ju l iet Art Magazine, Bertiolo (Ud ine) 2000.
AAA (Artisti Autobiografici Affamati) è l 'editrice d i questo si ngolare
volume, veramente "da col lezione" (cercatelo! ) , che ha per
protagon ista Piermario C ian i , un a utore diffici le da defin i re, "tra
fotografia e grafica " , l inguaggi comunque sempre i ntesi in modo
"trasgressivo " .
Piermario Ciani è stato presentato (scoperto?) come fotograto nel
primo numero del la rivista " Fetologia " , nel l 'orma i lontano giugno
1984, pubbl icando una serie di provocatorie "Colorxerox" , dai
colori acidi in fotocopia.
Ciani ha proseguito nel suo l ucido percorso interdiscip l inare,
p ionieristicamente awiato con le n uove tecnologie d ' immagine; ci
soffermeremo sul suo lavoro in un prossimo numero d i
" Fotostorica " . •
FACILE DA MONTARE E SMONTARE
REGIONE VENETO PROVINCIA DI TREVISO
Assessorato alle Politiche Assessorato
per la Cultura e l'Identità Veneta ai Beni Culturali
La Regi o n e Ve neto e g l i arch ivi de l l a fotografia Mass i m o Cane l l a
D i rezione Cu ltu ra Regione Veneto
S i s a c h e va ntagg i o e l i m ite d e l l ' età m atu ra
è c h e le n u ove s ituaz i o n i fa n n o scatta re i n
ge n e re r i c o rd i : e n u m e ros i r i c o rd i l egati a l
s e rv i z i o i n R egi o n e m i s u sc ita l ' a rgo m e nto
g l i a rc h iv i fotografi c i ve n eti - s u c u i Ad ri a n o
Fava ro m i h a c h i e sto u n a p p u nto , i n
occa s i o n e d e l l a p u b b l i c az i o n e d i u n d o s s i e r
i s p i rato a u n a r i c e rca reg i o n a l e i n m e r ito .
La c o n s a pevo l ezza d e l l e tem ati c h e re l at ive a l
b e n e c u lt u ra l e fotografi c o , m o strata u n p o '
d i scont i n u a m e nte m a con p recoc ità d a l l a
Regi o n e Ve n eto , h a u n n e s s o c o n l a
conte m p o ra n e a i stitu z i o n e a I l ' l U AV ( I st ituto
U n ivers ita r i o d i Arch itettu ra - Ve n e z i a ) d e l l a
p r i m a catted ra d i Sto r i a d e l l a Fotografi a
n e l l a sto r i a u n ive rs ita r i a ita l i a n a . l p r i m i a n n i
Otta nta s o n o stati u n m o m e nto d i fo rte
c o l l a bo raz i o n e fra l a Regi o n e e l e U n ive rs ità
ve n ete , n e l l a p rogetta z i o n e , seco n d o l a
m e nta l ità d e l l ' e p oca d e l l a p rogra m m a z i o n e
e c o n o m i c a e so p rattutto d e l l a
p rogra m m a z i o n e te rr ito r i a l e . C i ò h a po rtato
a l l ' e l a bo raz i o n e d i n u m e ro s i stu d i e a n c h e
a l l a p rod u z i o n e d i i m p o rtant i vo l u m i c u rati d a
staff d i doce nti , c o n i n evita b i l e atte n z i o n e
a l l ' a s petto i c o n ografi c o , s pesso c u rato da
l ta l o Za n n i e r. E Za n n i e r, doce nte a p p u nto d i
Sto r i a d e l l a Fotografi a , m etteva se m pre u n a
p u nta d ' atte n z i o n e pedagogica n e l
p re s e nta re q u e st ' u lt i m a n o n s o l o c o m e
mezzo d i documentazione e non tanto come riflesso
del la rea ltà oggettiva , q u a nto pi uttosto come
eserc iz io d i u n ' a rte e d i una tecn ica con una forte
capacità di proporre o di i nfl uenza re la percezione e
l ' i nterpretazione de l la rea ltà : l ' attività de l produttore
di i m magine ven iva non nascosta , ma p i uttosto
messa in evidenza n e l l a s u a natu ra di evento e
sto ric izzata . Ugual me nte co l l egata con lo stud io de l
territor io è l ' i m portante racco lta d i foto , soprattutto
aeree, p rodotte in re laz ione a l la produz ione de l la
Carta Tecn ica Regi ona le .
Ne l lo stesso a rco d i tem po fu mmo i nformati de l la
serie d i attività che s i a n dava no svi l u ppando ne l
campo de l la fotografia stor ica : g l i Arch ivi A l i n a ri d i
F i renze, l ' esperienza d e l l 'Archiv io Fotografico Toscano
d i Prato con l a sua be l la r iv i sta ; l a mostra su
Maur iz io Lotze a Veron a ; la va lor izzazione
d e l l ' a rch iv io fotografico Ferretto - Fin i da pa rte de l la
B i b l ioteca C iv ica d i Treviso , le attività d i Pal azzo
Fortuny. La produzione dei fotografi ottocenteschi
venez i a n i fu oggetto a quel tem po anche de l le
attenz ion i d i a utori come Alberto Moravia (per la
fotografia popu l i sta o d i genere) o u n m o lto gi ova ne
V ittor io Sga rb i ( pe r l a docu mentazione storico
a rt ist ica ) ; me ntre , in a m b ie nti d ivers i , ven iva
va lorizzata l a produz ione avente come soggetto l a
Venezia i n d u stri a l e , c u i l avorava g i à a l l ' e poca, fra g l i
a ltr i , Dan ie le Res i n i . Da profa n i , com i nc iammo a
cap i re la compless ità d e l l ' a p procci o che b i sogna
r iservare al bene fotografico, come fonte
docum entaria e ins ieme come prod uzione s i a
a rt ist ica , s ia tecn ico - co m merc ia l e : da u n lato l a
fotografia de i Venet i , d a l l ' a ltro , per cita re i l tito lo d i
u n b e l l i b ro d i Zann ie r, i l Veneto d e i fotografi .
Questa p resa d i coscienza , che è stata p ropr ia deg l i
a m m i n i strator i de l tempo pr ima che d i no i fu nz ion a ri
o d i r igent i , si è poi trad otta , a l di là d e l l ' a p poggio a
man ifestaz ion i este rne, i n due i n iz iative d i u n certo
r i l ievo.
La pr ima è stata la catal ogazione , nel l ' a mb ito d i
co l l aborazione con l a Sopr i ntendenza p e r i B e n i
Artistici Stor ic i e Demoetnoantro pologi c i , d i 7 700
negativi fotografic i su l a stre a l l a ge lati na del fo ndo
de l fotografo ve neziano Tommaso F i l i p p i , lasciato i n
eredità a i ' I R E d a l l a vedova E lv i ra . S i tratta d i u n
fondo d a l l a storia e d a l l a struttura complesse, c h e
contiene una vera m i n iera d i i m magi n i su l astra ,
posit iv i , carto l i ne d i vari autor i , desti naz ion i e
64
period i , ut i le per i r icercato ri , per la pro m ozione tur ist ica , per
i n iz iative ed ito ri a l i d i vario genere . Le schede i nformatizzate
costitu iscono i l p r imo nuc leo del settore s u i ben i fotografic i
de l Cata l ogo regiona le de i ben i c u ltura l i .
La seconda è stato l ' accog l i m ento d e l l a p roposta d i Zann ie r,
e de l comp ia nto Pa o lo Costant in i , d i una so rta d i cen s i m e nto
d e l l e rea l tà di fotografia storica ne l Veneto. Questo l avoro ,
effettuato con la co l laborazione d i u n gru ppo d i gi ova n i
stu d i o s i , ha po rtato a l l a redazione d i 2 3 0 schede d iv ise i n
d u e a ree d i r icerc a : a rch iv i e a l b u m . V i sono contenuti a nzi
tutto i dati anagrafic i d i ogni arch iv io e i l nome de l suo
res ponsa b i le , e l e i nfo rmazi o n i s u l l e t ipo /ogie dei m ateri a l i
fotografi c i conservati e s u a l b u m , soggetti e d a utori . A l l a fi ne
degl i a n n i Nova nta esso è stato ri preso per p rocedere al
necessar io aggiorna me nto : del le 230 rea ltà cens ite nel 1991
hanno r is posto in c inq uanta, d i c u i 2 6 hanno a uto rizzato la
d i ffus ione pubb l ica de i dati attrave rso i l s ito I nternet
www. regi one .veneto . itj c u ltu ra , dove essi sono attu a l m ente
reperi b i l i . Approfitto de l l ' occas ione per i nvita re c h i non ha
ancora riten uto di ader i re a quest ' i n iz iat iva a fa r lo ora , o a
segn a l a re eventu a l i i n esattezze: essa ce rca d i ass icura re u n
serviz io che vuo le fac i l ita re i perco rsi d i r icerca (costru i b i l i a
part i re s ia da l fo ndo , s ia d a l l ' a uto re , s ia da l soggetto) , e
sti m o l a re m agari i n iz iat ive u lterio ri .
Consa pevo le d e l l a va l i d ità di qu esta i n iz iativa , credo
ugu a l m e nte che abb ia avuto ragi one l ' a ssessore regi o n a l e
Se rrajotto ne l d i re , a l l a p resentazione trevigiana del 7
feb b ra i o d i quest ' a n n o de l dossier d i Fotosto rica s u l le foto
d e l la G rande G u e rra , che si è trattato di " va l ide i n iz iat ive che
n o n sono a rrivate a d assumere l a va l enza d i u n p rogetto
reg iona le d i l a rgo res p i ro " . U n a funz ione i m portante, che ha
superato sotto cert i r ispetti i l v incolo che la lega
organ icamente al s u o territo r io , va r iconosciuta a l l a P rovi ncia · d i Trev i so , che co l FAST ( Foto Arch iv io Storico Trevigia no) ha
sa puto d i a l oga re a nche con le a m m i n istraz ion i local i per
conse rvare e va lor izzare i mo lti prezios i fo n d i fotograf ic i
present i a nche ne i p i cco l i centri , r igu a rdanti temi forti
de l l ' i dentità veneta come le trad iz i o n i , l e a rc h itetture rura l i , i l
paesaggio - e natura lme nte q u e l l ' evento così determi na nte
per le popolaz io n i di qua e di là del P i ave che è stata la
G ra nde G ue rra . Ed è proprio a qu esto r iguardo e con l a
co l l aboraz ione de l FAST c h e la Regione h a fatto qua lche
passo s u u n a v ia poco esp lorata ; l a va lor izzazione de i fo nd i
fotograf ic i uti l i zzati o depos itati presso i muse i , le
b i b l i oteche e g l i a rch iv i d i ente loca le o d i i nteresse loca l e , i l
c u i o rd i na m ento r ientra fra le sue com petenze. S i sono
dovute aff idare l a scelta del le modal ità d i r i levazione
65
cata lografica , p rendendo atto del la d ivers ità de i s i ste m i
adottati a l l ' interno de i ben i a rt ist ic i e dei b e n i l i b ra r i e de l la
non u n ivoc ità de l le i nterpretaz ion i de l le norme d i ogn uno dei
s i ste m i , e l ' accertame nto del la titola rità dei d i ritti , co l legata
con l ' i n d iv iduaz ione de l le v icende dei fo nd i ; ci si è resi conto
che le esigenze d e l l a sa lvaguard ia de l la quota maggiore
poss i b i le d i patri mon io fotografico i m porrà spesso i n futuro
di accontentars i in un pr imo m omento de l l ' i nventa r iaz ione e
di descriz ion i sommar ie . Ma p iù i m portante a ncora d i queste
attività mi sono sembrate le forme di co l la boraz ione, cu i ha
parteci pato anche il Ce ntro Prov inc ia le di Serviz io per le
b i b l i oteche , per prom uovere u na coscienza d e l l a natura del
bene fotografico ne l l e strutture d i conservazi one con d iverse
fi na l ità e senza sez ion i s pec i a l i st iche: attività fo rmative e d i
aggiorna m ento p e r b i b l i oteca r i e a rch iv ist i c h e desse ro l o ro
le com petenze non catalografiche , ma tecn ico - fotografiche
m i n i me per fa r fronte a l l a conservazione dei patri m o n i lo ro
affi dat i , a parer m io da cont inuare ed este ndere .
Sem pre a l te m a de l la G ra nde Gue rra è col legata
l ' acq u i s iz ione del nuc leo p i ù s ign ificativo de l la sez ione
"fototeca " de l la Med iateca de l la Regione Veneto , ora
osp itata ne l la V i l l a Settembr in i d i Mestre: un gru ppo di c i rca
3 . 600 r iproduz ion i , acqu is ite co i relativi d i ritti , di foto
prove n i enti da l M u seo del R isorgi mento ospitato n e l
V ittor iano d i Roma. L' uti l izzo d i queste i m magi n i non è stato
f ino ra mo lto i ntens o , a n che se va nno r icordate a lcune be l le
i n iz iative espos it ive ed editor ia l i a n i m ate da l gruppo d i Ponte
di P i ave di Euge n i o Bucci o / . M a , se tutto andrà bene, esse
presto saranno d i s pon i b i l i , ass ieme a l le a ltre i m magi n i
fotografiche o aud iov isua l i de l la Med iateca, i n una rete
telematica attivata fra la Med iateca stessa e le sa le
m u lt i m e d i a / i da a l cune b i b l i oteche venete fi nanz iata d a l lo
Stato ne l l ' a m b ito de l progetto Mediateca 2000 a va lere su i
proventi d e l l a ve nd ita de l le concess ion i de l le freque nze per i
telefo n i n i d i u lt ima generaz ione. Se tutto andrà bene , gra n d i
pos s i b i l ità s i a pr i ranno con l ' estens ione d i qu esta rete , p e r
la tutela e la va /o rizzazione de i nostri patr imon i d i i m m agi n i .
I n q u este cose bi sogna sapersi rendere d ispo n i b i l i a l nuovo
senza i ne rz ie o r iserve: perché è vero, come d icevo a l l ' i n iz io ,
che l ' espe rienza è i n d i s pensab i le , ma è anche vero q u e l che
d iceva Wittgenste i n , che " b isogna saper buttare la sca la che
s i è usata per s a l i re " , ed andare avant i . •
Gli Arch ivi Fotografic i del Ve neto Ad ria n o Fava ro
C o n q u e sto n u m e ro Foto sto r ica a p re u n a
fi n e stra d e d i cata agl i a rc h iv i fotografi c i d e l
Ve n eto : n e l l e n o stre i nte nz i o n i q u e sto
Do s s i e r ed i s u cc e s s i v i c h e segu i ra n n o s u
q u e sto s pecif ico te m a , dovre b b e ro
p e rm ette re d i pre s e nta re p rogre s s iva m e nte
l e va r i e rea ltà a rc h i v i sti c h e d i fotografi a
sto r ica p re s e nti n e l l a n o stra regi o n e .
Fotosto r ica i nfatt i , o ltre a d effett u a re vo lta a
vo lta u n ' a n a l i s i d i te m i tec n i c i e s pec i a l i st i c i
d e l l a fotografi a sto r i ca , i n u n a v i s i o n e
n a z i o n a l e , h a o p e rato a n c h e e
p r i n c i pa l m e nte p e r l a d iffu s i o n e e l a
c o n o scenza d e l l a c u ltu ra regi o n a l e p e r i l
tra m ite d e l l a fotografi a , c o n u n a o pe ra z i o n e
c h e , n e l l ' u lt i m o d e ce n n i o , è stata re sa
pos s i b i l e gra z i e a d una n u ova s e n s i b i l i tà p e r
l a s a lvagu a rd i a d e l l a m e m o ri a e d e l l e
tra d i z i o n i l o ca l i .
Q u e sta s e n s i b i l ità h a po rtato a d u n s e m pre
p i ù va sto i nte rve nto d egl i E nti Loca l i
fi n a l i zzato a l l a ra cco lta d i i m magi n i
fotografi c h e p rove n i ent i d a l l e p i ù d i s pa rate
fo nti , a i fi n i d i u n a l o ro tute l a ed u s o
c u lt u ra l e p u b b l i c o .
È u n a o p e raz i o n e n e l l a q u a l e g l i e nt i
terr ito r i a l i de l Ve n eto h a n n o p e r c e rt i a s petti
a nt i c i pato u n a p o l i t ica n az i o n a l e in r ita rdo
ri s petto a i b i s ogn i c u ltu ra l i d e l terr ito r i o : a
Trev i s o l a P rov i n c i a p u ò co nta re a d ese m p i o
s u u n a rchivio fotografico operante da ben 1 2 ann i ed ha
finanziato a più riprese, spesso con il sostegno del la
Regione Veneto, specifici interventi nel campo del la
fotografia storica per d iffonderl i poi attraverso le pagine
di questa rivista.
Altre rea ltà di i n iz iativa nel campo de l la fotografia s i
s o n o p o i affacci ate a l l a r iba lta a Ve nezia , Padova ,
Vero n a , ed in tanti com u n i del te rritorio trevigi a n o , a
P i eve d i So l igo , a Castelfra nco, a S . Po l o di P iave, a
V ittor io Veneto , a Ponte di P iave , ecc.
Dunque l ' i ntervento degl i Enti Loc a l i veneti ha
frequentemente permesso una va lo rizzazione de l le
raccolte d i fotografie storica conse rvate presso le p iù
d ispa rate rea ltà d e l l a reg ione , q u a l i muse i ,
b i b l ioteche, a rch iv i , associazi o n i , i n dustri e , red az i on i ,
osped a l i , u n ivers ità , forze a rmate, istituti scolast ic i ,
co l lez ion isti privati ecc . : s i tratta d i l uogh i i n cu i
sono d i s pon i b i l i s ign ificative i nformazi o n i s u l la storia
d e l l e più d iverse attività umane , la cui t ipo logia var ia
a seconda del le fi n a l ità per c u i queste racco lte sono
state costitu ite , perm ettendo spesso u n lo ro uso
anche q u a l i fo nti d i n uovi dati etna-antro pologici da
parte d i d iverse d isc ip l i ne sto riografiche. Va
sotto l i neato come ne l lo svolgersi degl i i nterventi d i
sa lvaguard ia d i detti archiv i s i s iano spesso palesate
d iffi c i l i condiz i o n i di conservazione , una
cata logazione effettuata a volte con metod i sommar i
e non idone i comunque a l tratta mento d i materia le
fotografico stor ico, u n a r i prod uzione d i ta l i i m magi n i
concessa a l l ' ute n za , ma effettuata i n certi casi
se nza le dovute preca uz ion i per quel che attiene
l ' osse rva nza d i v i ncol i normativi (p rivacy, copyright,
ect . ) , evidentemente pesando la carenza d i spec ifica
fo rmazione degli operator i stess i .
È u n campo d ' i ntervento dove mo lto v i è ancora d a
costru i re e ne l qua le trova u n suo specifico ruolo
q uesta r iv ista , fi n a l izzata a ppunto a com u n icare e
d ivu lga re la cu ltura de l la fotografica sto rica , i n
q u esto caso po rta ndo a l l a l uce su q u este pagi ne la
vasta realtà degl i a rch ivi de l la fotografia veneta . •
66
Come i nterve n i re sugl i Arch ivi de l l a Fotografia : i nd icaz ion i o perat ive lta l o Za n n ier
Sca letta o perativa per un pri m o i ntervento
sci entifico sugl i a rch ivi d e l l a fotografia :
- ritrova mento
- i n d iv iduazione
- pri mo soccorso
- trasfer imento
- r iproduzione
- cata l ogazione
- a rc h iviaz ione
- con servazione
- resta u ro
- ve icolaz ione
1. " Ritrovare-individuare . . . " ; " scopri re " s ign ifica
o ltretutto ca p i re l ' i m porta nza del l ' a rch ivi o ,
a n c h e s e p iccolo e fa m ig l i a re , come può essere
u n A l b u m conservato i n u n cassetto ; ma per c iò
è necessa rio conoscere la fotografia nei suoi
e l e m e nti storici essenzi a l i , a ltr imenti c i s i
r iferisce so ltanto a l l ' i m po rta nza iconografica ,
sem pre che a nche q uesta s ia " riconosci uta " ;
i nsom m a , è necessa ria u na "cu ltu ra d e l l a
fotografia " e se questa non c ' è b i sogna
affi d a rs i a l l ' esperto , ma che s ia veramente ta le .
2. " Primo soccorso " ; non s posta re gl i oggetti
fotografic i ritrovati , o per lomeno non
sconvo lgerne l ' assetto , regi strarne la loro
co l l ocaz i o n e , re laz ione e seq uenza , fotografa re
l ' i ns i e m e , i n modo d i poter " ricostr u i re " l a
s ituaz ione de l ritrova mento , che a vo lte può
67
essere sign ificativa de l lavoro e del le intenzioni del
col lezionista , dello studioso, del conservatore, per i più
vari motiv i , che non sempre sono importanti , ma che
a l l ' occorrenza debbono essere rintracciab i l i . I n sintesi ,
non i nterven i re è già u n va l ido "soccorso" .
3 . "Trasferimento" ; l 'Archivio ritrovato andrà
probab i lmente "trasferito" ed è quindi necessario fare
un " progetto " , i n nanzitutto relativo al " l uogo " , anche
dello stesso edific io, dove le fotografie - in lastra di
meta l lo , vetro, cel lu loide o in positivo su carta , che
necessitano di una d iversa del icatezza d i trattamento - ,
andranno col locate, sia pure prowisoriamente. E senza
traumi ambienta l i d i temperatura e d i umidità ,
verificando la situazione in precedenza (megl io in una
stanza i nterna e senza riscaldamento, ecc . , i n a rmadi d i
meta l lo verniciato a fuoco, ecc . , in scatole d i cartone a
ph neutro, ecc. ) ; se il trasporto è fatto su strada (o i n
barca, s e awiene i n laguna) , si tenga conto del le
vibrazion i e anche dei r ischi d i im prowisi nubifragi ecc . ,
sistemando in contenitori impermeabi l i , oltre che
ammortizzati .
4. "Riproduzione" ; ogni s ingola immagine va subito
fotografata , megl io se con pel l icola diapositiva a color i ,
accoppiandola a un test cromatico; è sufficiente i l
formato 24x36, econom ico oltretutto , e che i n seguito
consentirà molte a ltre operazioni e uti l izzazion i , anche
mediante "dupl icati " : per l ' editoria, la didattica, lo studio
iconografico, ecc . ; se si tratta di negativi in b/n , ricavare
le " i mpronte" a contatto.
5. "Catalogazione " ; le immagini andranno col locate
secondo schede omologhe d igital izzate, che si spera
vengano presto definite (e " imposte" ) a l ive l lo globa le,
ma, per ora , sarà sufficiente affidarsi a uno schema
semplice, elementare, dove si indica soltanto: i l nome
del l 'autore del l ' im magine (se c'è o , a ltrimenti , si scriva
"non ind icato " o "non identificato" ) , il soggetto, con un
titolo origi nale oppure attribuito, la data (o s .d . senza
data o ca . , ossia c i rca), la tecnica (del positivo e, se
conosci uta , del negativo), le dimensioni (a ltezza x base,
i n m i l l imetri ) , lo stato d i conservazione, la fonte e la
comm ittenza (se si conosce , ed è un dato i m portante),
l ' eventuale b ib l iografia , ecc . , lasciando a l futuro , in una
seconda parte della scheda, la descrizione iconografica ,
che i nveste molte d iscipl ine, non sempre conosciute dal
catalogatore.
6. "Archiviazione" ; le immagini origina l i , sia in negativo
che in positivo, vanno sistemate secondo le regole
convenziona l i in un ambiente dal m icrocl ima a bassa o
media u m id ità (60% circa) e temperatura (20/24°C), ma
senza "dra m m i " , se i dati osci l lano un poco; la consultazione
degli origi na l i dovrebbe essere consentita soltanto
eccezional mente, perché l ' i m magine , perlomeno nel la sua
iconografia , sarà resa nel contempo leggi bi le in a ltro modo, nella
d iapositiva, o in un CD Rom, ecc . ; è però necessaria una verifica
del lo stato di conservazione, per campione, a lmeno ogni anno.
7. "Conservazione" ; le lastre d i vetro, a l col lodio, a l la gelat ina,
ecc. , andrebbero sistemate verticalmente in specia l i contenitori ,
ma in mancanza è preferibi le !asciarle nel le eventua l i scatole
origina l i , semmai isolandole una da l l 'a ltra con un fogl ietto d i
ca rta a ph neutro; i negativi su pel l icola d i cel l u loide, come è
noto, vanno d ivisi e a l lontanati , se si tratta di supporti "antich i "
a l nitrato d i cel l u losa oppure p i ù recenti a l l 'acetato, perché i pri m i
sono autoinfiammabi l i , ecc . ; i positiv i , soprattutto quel l i del
secolo scorso, vanno sistemati " in orizzontale" , nel le scatole di
cartone a ph neutro, ma non i n numero eccessivo, ossia c irca
venti fotografie per scatola , per evitare, oltre al peso,
un 'eccessiva opera d i " ritrovamento " . Per i dagherrotipi , i calotipi
e a ltre i m magin i ottenute con rare e del icate alch imie
fotografiche, l ' isolamento e la s istemazione debbono essere più
attentamente curati .
8. " Restauro " ; megl io non i nterven i re , se non si è in grado di
affidare l 'operazione a chi è veramente com petente, ma i n ogni
caso è megl io "d iffidare" e comunque procedere " otticamente" (o
via computer, ecc . ) , e comunque, salvo casi conclamati , non
procedere ch imicamente e neppure con "sempl ici " lavaggi in
acqua ; l ' i m magine origina le , a mio awiso, deve conservare la sua
"vecch ia ia " , anche lo sbiadimento , perché quel la è la sua vita.
Se s i vuole ind ividuare megl io gli elementi iconografic i , ciò è oggi
possib i le , entro un certo l im ite , con mezzi video-elettron ic i . l
trad izional i i nterventi ch imic i , fortunatamente i n parte
abbandonati , snaturano al sol ito l ' i m magine; come in altre
metodologie di restauro (pittura , a rch itettura . . . ) , il problema è
" ideologico " .
9. "Veicolazione" ; s ' i ntende la d iffusione d e l l e immagin i
fotografiche, che ne l la maggior parte awiene per v ia editoriale ed
espositiva, o per proiezione e per trasmissione video, I nternet,
ecc. Da l la " matrice" di riproduzione 24x36 in izial mente ottenuta
da l l ' origina le , è possibi le offrire immagi n i sia per la stampa
editoriale (monocromatica, bicromatica o a colori) , sia per la
d idattica (con la proiezione dei d iacolor, ecc . ) , sia per la
trascrizione elettron ica in CD Rom o la veicolazione televisiva e
I nternet.
Per la esposizione " i n mostra " , è necessario d istinguere tra le
rassegne iconografiche "a tem a " , e quel le invece specificamente
"fotografiche" .
Nel pri mo caso è lecito trasferire l ' im magine su qualsiasi
su pporto e d imensione, ind i pendentemente da l l "' origina le " ,
funzionale a l la esposizione, m a awertendo i l visitatore che si
tratta d i una "trascrizione" (al sol ito si d ice " riproduzione") ,
ind icandone però gl i estremi nel la d idascal ia ; se si tratta d i una
rassegna "specifica" (ossia "su l la fotografia" ) , le i mmagin i
andranno sistemate in cornici assol utamente senza l ' uso di
adesivi , ma sistemando del icatamente (nel trattamento è
d 'obbl igo l ' uso di leggeri guanti di fi lo bianco) le i mmagi n i su d i
u n su pporto di cartone neutro, con gl i "ango l in i " appl icati in
precedenza secondo le misure del la fotografia ; sono accettabi l i
anche quel l i d i cel lophan che s i trovano in cartoleria.
Sopra va s istemato i l passepartout, con la "fi nestra" ritagliata
possibi l mente a 45°; così l ' i m magine viene distanziata dal vetro
o dal perspex d i protezione.
E , per fi n i re, la luce generale del l 'ambiente dovrebbe essere
i nferiore ai 150 lux, ma per i dagherrotipi e i caloti pi ed a ltre
del icate immagi n i antiche, i l massimo, a mio awiso, è 50 lux, la
cu i durata di i l l um inazione è regolabi le con un timer comandato
con un pulsante dal vis itatore, con cu i si evita che le i m magin i
s iano costantemente i nfluenzate da l fl usso luminoso. I l tempo d i
lettura potrà essere d i circa 1 0 second i .
Chi ha maggiore cu riosità e interesse, può sempre imprimere u n
nuovo ordine a l l ' i nterruttore.
Nel prossimo futuro, com unque, dovremo abituarci a vedere le
fotografie soltanto in riproduzione, per evita rne la progressiva
d istruzione. Ma si dovrebbe sempre esporre un "ca mpione"
origi nale, per assecondare l ' i nteresse scientifico del vis itatore e
offrire una misura di va lutazione; la fotografia è i m magine
particolarmente del icata , forse non p iù d i a ltre tipologie grafiche,
ma nasce dal la luce e nel la luce può anche morire . • Da " Gli archivi della Fotografia. Problematiche" di l . Zannier in
Fotostorica n . 1-1998
6 8
L'Arch ivi o Fotografico della B i bli oteca Com u nale d i Bassa no
Denominazione
Comune
CAP
Ind i rizzo
Telefono
Fax
Museo · Biblioteca · Archivio
Bassano del Grappa
36061
Via Museo 12
0424 522235-36
0424 523914
S ito WEB
E-mai l
http:/ ;www.x-land.it;museobassano
I l M useo Civ ico d i Bassano con serva al suo i nterno n u merosi
ed i nteressanti mater ia l i fotografici storic i :
· Fondo Fa so l i : n . 39 negativi a tecn ica ca lot i pica d e l 1853
- Racco lta d i n. 1360 i m m agi n i i ne rent i v ie e p iazze d i
Bassano r isa l enti a l per iodo tra i l 1910 e i l 2000
- Ser ie di a l b u m e fotografie sc io lte (compless ivam ente n .
900 tra orig i n a l i e ri produzi o n i ) rigu ardant i l a pr ima guerra
mond i a l e
- Lasc ito Agosti n e l l i , n . 630 immagin i d iverse
- Do n o Eredi G. Cecch i n , n. 1070 fotografie e n . 500
d i a pos it ive 2 4x36 m m , i nerenti l a prima guerra mond ia le
· I m magin i d iverse per complessiv i n . 5 . 000 esem plari
Di Andrea Fas o l i ( 1831-1904) , fu tra i p ion ier i de l la fotografia
nel Ve neto , il M useo di Bassano conserva d iversi n egativi a
tecn ica c a l ot i p i c a , q u i pervenuti per lasc ito d e l l a vedova e
compresi i n u n a racco lta di 39 r i prese i nt ito lata i n a utografo
" P r i m i esper ime nti con ob iettivo sempl ice e ca mera di m ia
fabbr icaz ione , come p u re la ca rta cerata , e a l b u m i nata . l p reparati c h i m i c i quas i tutti fabbricat i da m e " e segnata i n
copert ina " N egative i n ca rta cerata . 1853 " .
Le immagin i r ip rendono vari as petti d e l l a c ittà d i Bassa n o , le
r ive d e l B renta , i l Caste l l o , le p iazze de l Centro Stor ico. •
Autore non identificato
Biplano in volo
1915-1918 Andrea Faso/i
La piazza di San Francesco, verso nord-est
Bassano, 1853 Calotipo
69
l Fondi Fotografic i dell' Arch iv io Storico Com u nale d i Ve nez ia Da n i e l e Res i n i
Denomi nazione Archivio Storico Comunale
Comune
CAP
Indi rizzo
Telefono
Fax
E .mai l
Sito WEB
Venezia
30124
Campo della Celestia - Castello n. 2737 /F
041.5289261
041.5239312
celestia@comune. venezia. it
http:/ jwww.comune.venezia.itjurbanistica
L'Arch ivio Storico Comunale di Venezia custodisce principalmente
la documentazione cartacea di atti , del i bere, carteggi , lettere,
del le Mun ic i pal ità di Venezia dal 1806 e di Murano, Pellestrina e
Burano fino al 1926, data del loro sciogl i mento e annessione a l
Comune d i Venezia. L'Arch ivio ha a nche giacenti vari fondi - o
raccolte di materia l i fotografici - con ca ratteristiche e consistenze
d iverse. Essi sono il prodotto di acq u isizioni o provengono dal
patrimonio stesso del l 'Archivio.
Negl i u lt imi ann i è stata real izzata un 'ampia opera d i
catalogazione d i d iversi fond i , uti l izzando, prima a l ive l lo
sperimenta le la scheda FT dei i ' ICCD, poi , con la pubbl icazione del
primo catalogo del fondo Giacomel l i , la defin itiva scheda F.
Possiamo defi n i re quattro categorie d ifferenti d i giacenze:
- il Fondo G iacomel l i , un vero e proprio fondo fotografico
proveniente da l l 'acqu isto, effettuato da l Comune di Venezia , nel
1995, de l l 'archivio del lo Studio G iacomel l i , com prendente circa
180.000 negativi databi l i preva lentemente fra il 1920 e il 1970,
d i cui una parte consistente su lastre i n vetro al la gelatina
bromuro d 'argento.
I l Fondo è stato inventariato e sono state catalogate, con
l 'acquisizione digita le del l ' immagi ne e
la scheda ICCD, oltre 9.000 fra lastre e pel l icole,
prevalentemente riferite agl i anni trenta.
Nel novero del le immagin i G iacomel l i , vanno inseriti numerosi
positivi provenienti da raccolte e a rchivi privat i .
- a ltri fondi o raccolte d i negativi acq uis iti da varie fonti (per
mezzo d i compravendita e per cessione). È i l caso d i una
consistente quantità - circa 1 . 500 - d i negativi facenti parte
del l ' arch ivio del lo studio Ferruzzi, uno studio cittadino
affermatosi dagl i anni venti del Novecento e, anche se meno
importante d i G iacomel l i , titolare d i n u merose commesse d i enti
e importanti industrie. L'archivio è andato d isperso in numerose
operazioni di vendita a vari col lezionisti e speculatori . Di questo
fondo , sono stati recu perati spezzoni tematici importanti , come
quel l i riguardanti la documentazione su a lcune aziende
industria l i di Portomarghera e del porto di Venezia. In questo
u lt imo contesto, l 'Autorità portuale di Venezia , dopo aver
finanziato la catalogazione e il ricondizionameno del le immagini
sul Porto del fondo Giacomel l i , d i quelle del l 'archivio Ferruzzi già
conservate a l la Celestia , ha depositato presso l ' Archivio Storico
Comunale anche i negativi (in gran parte ancora di Ferruzzi) e i
positivi proven ienti dal suo archivio.
- fondi o raccolte d i positivi original i acquis ite da varie fonti. Fra
esse , molti positivi provenienti da stampe di negativi Ferruzz i . I n
tal modo, come per G iacomel l i , si sta tentando di ricostruire, i l
p iù possibi le, la consistenza originaria d i ta l i fondi , danneggiata
da d istruzioni ejo a l ienazion i .
Altri , provengono d a acqu isti (come un album sul la prima guerra
mondiale) o cessioni e trasferimenti: è il caso di c i rca 3.000
positivi - acquis iti per donazione - sul l ' i ndustria d i
Portomarghera , d i vari pezzi storici proven ienti da raccolte d i
famigl ia, o d i altre centinaia d i positivi su l la struttura
urbanistica di Venezia e del territorio , su l le istituzioni comuna l i ,
s u lavori pubbl ici , trasferiti d a assessorati n o n competenti .
- Positivi origina l i a l legati a l la documentazione cartacea. Tale
giacenza , in costante evo luzione per i continu i ritrovamenti ,
comprende oltre un migl iaio di esemplari , fra cui numerose
stampe a l l 'a lbumina di grande formato. Si tratta del le fotografie
che accompagnano le "carte" come veri e propri documenti
a l legati a l le pratiche. Tale consuetudine, iniziata nel la seconda
metà de l l 'Ottocento, s i è via via estesa fi no a costituire una
sorta di documentazione paral lela prodotta preva lentemente in
occasione di richieste di licenze edi l izie, permessi d i
edificazione o trasformazioni d i stabi l i .
N o n mancano immagi n i d i cerimonie, eventi , o d iversissime
occasione in cui la testimonianza vis iva era probante per le
istituzioni coinvolte. Fra queste , i l funera le dei fratel l i Bandiera,
nel 1866, la scomparsa chiesa di San Paternian , nel 1874, le
gondole funebri nel 1870, la serie del le " nuove" d ivise delle
guardie e degli ufficia l i Comuna l i .
I n varie occasion i , ino ltre, sono state real izzate riproduzion i , su
pel l icola di grande formato, di positivi origina l i
temporaneamente in possesso del l 'a rchivio ma po i riconsegnati
ai proprietari . •
70
G. Janhovich
Venezia, La scomparsa chiesa di San Paternian
23 agosto 1873 Reale Fotografia Giacomelli
Venezia, La chiesa di San Giovanni e Paolo
fine '800
L 'Arch ivi o privato Aldo Ross i presso l 'Arch iv io di Stato di Rovigo
Denomi nazione
Comune
CAP
Ind i rizzo
telefono
Fax
S ito WEB
E-mai l
Archivio d i Stato di Rovigo
Rovigo
45100
via Sichirollo 9
0425.24051
0425.25613
http:/ 1 archivi.beniculturali.it:SOOO l ASRO /index.html [email protected]
L'Arc h iv io di Stato di Rovigo , istitu ito ne l 1964, è ospitato fi n
d a l l a s u a apertura , n e l 1967 , n e l l ' ex sede de l Sem i n a rio
vescov i le i n v ia S i c h i ro l l o , u n com plesso mon u menta l e
p restigioso progettato da l l ' a rch itetto vicenti no Domen i co
Ce rato i ntorno a l 1 7 7 7-1778.
Tra i tanti a rch ivi custod iti a l l ' i nterno d i q uesta i stituz ione, e
d i n otevo l e i nteresse per lo stud i oso d i fotografia , vi è
l 'Arc h iv io privato d i Ado lfo Ross i (1857-1 9 2 1 ) , gra nde
giorn a l ista d i scepo l o s p i ritua le d i A lberto Mar io, d i p lomatico,
m i n i stro p l e n i potenziar io i n Pa raguay ed inf ine Conso le
gen e ra l e i n Argenti n a . Pur m odesto qua ntitativamente ( 1 1
b uste ) , i l s u o a rch iv io , costitu ito preva lentemente d i ritag l i d i
g io rna l i , fotografie , a rt ico l i , l i b r i , c im e l i , s i r ivela i nteres
santi s s i m o per la r icch ezza e vari età di informazion i che
spaz i a n o d a l l a gue rra d 'Ab iss in ia a l le v icende pol it iche e u ro
pee, d a l l e cond iz ion i di vita de l conta d i n o pa lesano a que l le
degl i em igrati negl i Stati U n iti e ne l Sud America .
M a l ' Arch iv io d i Stato d i Rovigo conserva ovvi amente a l suo
i nterno a lt r i i m portantiss im i fo n d i a rchiv ist ic i q u a l i a d es.
l 'Arch iv io N otar i l e che, con le s u e varie ser ie , costitu i sce in
certo qual modo l ' ossatura d e l l a documentaz ione rodigi n a ,
c o n i s u o i s e i seco l i d i stor ia i n i nterrotta e le s u e 2 . 000
u n ità tra p rotoco l l i , orig i n a l i , m i n ute e i n d i c i .
V i s o n o po i conservati g l i archiv i de l le I stituz ion i mona
stiche , de i pr imi Con sorzi d i bon ifi ca , i vari a rch ivi d i uffic i
pubb l i c i che affondano le proprie rad i c i ne l per iodo de l la
gra nde r ivo l uz ione a m m i n i strativa na poleon ica ad es . q u e l l i
d e l l a G i ud i catu ra d i pace ( 1806-1813) e de l Tri buna le (1807-
1950); gl i a rch iv i d e l l o Stato civi le ( 1806-1815) e d e l l a
Camera d i Com merc io ( 1801-1944) , quest' u lt imo
part ico la rmente s ign ificativo per la conoscenza del lo svi l u ppo
econom ico d e l territorio tra '800 e ' 900 e i successivi uffici
g iud iz iari ( P retu re e G i ud iz io pol it ico) e la Delegaz ione
Provi n c i a l e .
Con l ' avvento d e l Regno d ' I ta l i a e la r idefi n iz ione g lobale d i
tutto l ' a p pa rato b u rocratico d e l regno , s i ass iste a l l a
i st ituzione degl i a rch ivi d i n u ovi uffi c i pubb l i c i , come q u e l l o
de l la P rov inc ia ( 1867-1928).
73
Va nno poi menzio nati gl i a rch ivi degl i ant ichi I stituti d i benefi
cenza e di cura rod ig in i q u a l i Lazza retto ( 1506 ) , "Z ite l le "
(1615) e " O rfa n i " (1617) ne l la p iù recente Congregazione d i
ca rità e i nfine negl i I stituti R i u n iti d i Assistenza Socia le
( 1506-1967) . Non meno i nteressa nte i l materia l e · a ntico
confl u ito ne l fondo de l l ' I nten denza di F inanza ( 1867-1942) ,
i n cu i son conservat i , fra gl i a ltri , ca rteggi relativi ag l i ant ich i
ben i feu d a l i ed ecc les iasti c i .
Tra g l i archiv i n ati dopo l ' U n ità pa rti colarmente i m portante s i
d i m ostra nei var i campi d i r icerca sto rica que l lo de l la
Prefettu ra e de l la Questura ( 1901-1949) , pr ima fra le qua l i i l
Case l la r io pol it ico centra le (1894-1986) , fonte pr imar ia per
la sto r ia del la d i ss idenza pol it ica ne l n ovece nto , a l l ' i nte rno
de l la q u a l e sp icca i l nome di G i acomo Matteotti .
U n cenno a pa rte fra i tanti fondi a rch ivistici merita
s icuramente l ' Arch iv io Sto rico del Comune di R ovigo ( 1800-
1930 ca . ) , depos itato u n a q u ind ic ina di a n n i or sono presso
l ' Arc h iv io di Stato, e che è fonte privi legiata per i n numerevo l i
i n dagi n i stor iche, da q u e l l e sto rico-arch itetto n i che
(consu ltat iss i m i i ca rteggi " d ' O rnato " ) a quel le u rban ist iche,
b iografiche (uti l i s s i m i i 58 registri de l l 'anagrafe a u striaca ) , a
que l le i nf ine relative a i vari settori de l la vita rod igina tra
'800 e '900, d a l l a pubb l ica istruzione a l l a Fiera , d a l l e attività
commerc i a l i a l l e pr ime attività i ndustria l i . •
Aldo Rossi
"Provincia di Santa Fè, 1912" Argentina (?)
I l Fondo Fotografico del M u seo dell'Automob i l e En r ico Bern a rd i de ll' U n ivers ità d i Padova
Denomi nazione Museo Enrico Bernardi
Comune Padova
CAP 35131
I nd i rizzo
Telefono
Fax
Sito WEB
via Venezia, 1
049.8276775
049.8276785
http:/ jwww.unipd.itjmainjstoria.htm
L'istituzione del Museo Bernardi presso l ' Istituto d i Macchine
del l 'Università d i Padova, ebbe luogo nel 1941, in occasione del
centenario della nascita del professore Enrico Bernardi , pioniere
ital iano del l 'automobilismo: quando a seguito di un lascito degli
eredi fu possibile raccogliere materia l i di interesse storico e
scientifico che testimoniano il genio inventivo e precursore del
Bernardi e costitu iscono un punto di riferimento per gli studiosi
del l 'evoluzione tecnologica nelle costruzioni motoristiche.
I l Museo ebbe una prima organica sistemazione ad opera del prof.
Mario Medici, al lora d irettore del l ' Istituto di Macchine, ha ora sede
presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, del quale Istituto d i
Macchine fa parte.
I l Bernardi (Verona 1841-Torino 1919) cominciò ad occuparsi di
motori a combustione interna intorno al 1870.
Uomo poliedrico, il Bernardi aveva molteplici interessi in vari settori
della tecnologia del suo tempo: tra queste passioni va sicuramente
annoverata la fotografia : operava in un laboratorio fotografico dove
effettuava applicazioni e sperimentazioni fotografiche; possedeva
diversi apparecchi fotografici folding e per fotografia stereoscopica.
Sono custodite presso il museo numerose scatole d i lastre
fotografiche negative, pellicole, autocromie che documentano
soprattutto i numerosi brevetti in campo automobilistico. •
Enrico Bernardi
Giardini a Padova
primo '900 Enrico Bernardi
Il sig. io in carrozzino da 1 -1/2 HP
nel cortile della Scuola d'applicazione
Padova, giugno 1900 L'Ing. Enrico Bernardi nel suo studio
primo '900
74
L'Arch ivi o Fotografico della B i bli oteca U n ive rs ita ri a di Padova
Denominazione
Comune
CAP
Ind i rizzo
Telefono
Fax
E . mai l
S ito WEB
Biblioteca Universitaria
Padova
35121
via S. Biagio 7
049.8240211
049.8762711
http/ junipd.itjbibliotecauniversitaria
L' a rch iv io fotografico d e l l a B i b l i oteca U n ivers ita r ia di Pad ova
com prende o ltre 3600 i m magi n i pos itive e c i rca 1500
i m magi n i negative (tra queste u lt ime 9 la stre a l l a gelat ina ) .
S i tratta n e l l a grande maggiora nza d i immagi n i rel ative a l
pro pr io patrim o n i o b i b l i ografi co ra ro e d i pregi o : negl i u lt i m i
a n n i s o n o state
real izzate
docum entaz ion i
fotografiche pressoché
comp lete relative a l l e
m i n i ature p resenti n e i
manoscritti e negl i
i ncunabo l i , nonché a i
manoscritti datati f ino
a l l ' a nno 1500.
Parte de l la
documentazione
r iguarda la sede de l la
b ib l i oteca (s ia que l la
attuale s ia la
precedente , la Sa la dei
G iganti a l Liv iano, i n
fu nzione f i n o a l 1912)
e la protezione
ant iaerea attuata
d u ra nte la seconda
guerra mond ia le .
Partico larmente
notevole una co l lezione
d i 264 foto che
i l l ustra no vari a spetti
de l la Padova
novecentesca e del suo
territo r io , donata n egl i
75
a n n i Ottanta del Novecento da Sergio Nave , studioso del le
vicende cittad ine ed appassionato ricercatore; una spec ia le
im portanza vi hanno le im magi n i , i n buona parte i ned ite e
acquistate presso a rch ivi m i l i ar i america n i ed i ngles i , del le
d i struzioni operate dai bombarda menti de l 1943-4 5 .
È i n fase d i acq u i s iz ione una ser ie d i 7 0 0 d i apos itive
rel ative a l l e legatu re medieva l i presenti in b ib l ioteca ,
r ich i este a l l ' I stituto centra l e per la pato l ogia de l l i bro che le
det iene.
L' a rc h iv io è consu lta b i l e n e l l ' ora r io d i a pertu ra de l la
b i b l i oteca ( l uned i-venerdi 8 .30-19.30, sa bato 8 . 30-13 .30) ; le
r ich i este va nno presentate i n sa la manoscritti ( 8 . 30-13.00,
14 .30-18 .30) , dove sono poste d i rettame nte a d i s posiz ione
de l pubb l ico , ord i nate i n a l bu m , le foto del le m i n i ature e dei
ma noscritti datati . A r ich iesta e nel r is petto d e l l a normativa
vigente sono poss i b i l i r iproduz i o n i . •
La chiesa degli Eremitani di Padova
dopo il bombardamento dell'11 marzo 1944
(Arch. Fot. 230)
I l Foto Arc h iv io Stori co Trevigi a n o
Denominazione F.A.S.T. - Foto Archivio Storico Trevigiano
Comune Treviso
CAP 31100
I nd irizzo
Te lefono
Fax
Sito WEB
E-ma i l
via S. Liberale 8
0422.656139
0422.410749
http:/ /www.fotostorica.it
Le oltre 200 .000 im magi n i conservate presso l 'Archivio
Fotografico Storico del la Provincia di Treviso consentono d i
studiare l 'a rte e la storia d e l Veneto, permettendo di esplorare e
anal izzare nei dettagl i ogni aspetto del la vita quotid iana, dei
costumi , delle trad izio n i , del l 'evoluzione del territorio, dei centri
abitati , del l 'edi l iz ia rura le , de l l 'archeologia industria le , dal 1860
fino agli ann i sessanta di questo secolo .
Patrimonio d i immagi n i :
- Fondo Fotografico G i useppe Fi n i : n . 17 .000 lastre fotografiche
- Fondo Fotografico G iuseppe Mazzotti : n. 120.000 immagini
- Fondo Fotografico G iovann i Marino:
n . 300 positivi a stampa
- Fondo Fotografico G i useppe Gnocato:
n. 20. 000 positivi e negativi
- Fondo Fotografico Istituto J. Riccati :
n . 3 .000 diapositive
- Fondo Fotografico G iovanni Paggiaro:
n . 4 .000 lastre fotografiche e le
attrezzature dello studio
- Fondo Nicola Perusi n i : n . 400
immagini
- Fonfo Fotografico Ettore Bragaggia n.
6500 immagin i
- Fondo Fotografico Ferd inando e
Bruna Forlati : n. 10.000 im magin i
Studio Ferretto
Gelatai a Porta S. Tomaso
Treviso, primo '900 FAST - Fondo G. Fin i
Nei diversi fondi fotografici qui custoditi vi sono oltre cento ann i
d i storia e d i costume veneto sistematicamente documentati
da l l 'occhio del la fotocamera e i nterpretati da maestri
del l ' immagine come Ferretto, Fin i , Mazzotti , Gnocato e altri .
L' uti l izzo del patrimonio di immagin i conservato nel l 'Archivio
Fotografico Storico, coi nvolge utenti divers i : istituti un iversita ri ,
editor i , storici , a rch itetti , enti pubbl ici , studenti , case di
produzione cinematografica ecc.
L'Ammin istrazione Provinciale ha dotato l 'Archivio Fotografico d i
un avanzato s istema i nformatico c h e permette l ' acquisizione, la
memorizzazione , la gestione e la stampa de l le immagi n i e del le
relative schede d i cata logazione.
L'Archivio Fotografico Storico i n questi anni ha organizzato
d iverse importanti mostre fotografiche, spesso in col laborazione
con Enti Loca l i e associazion i del territorio: " L'Arte Ferita " ,
"Conegl iano . . . a i bei tempi " , " I l Progetto d i restauro e
ricostruzione del chiostro de l l 'abbazia cistercense Santa Ma ria d i
Fol l ina del l 'architetto G i useppe Torres - 1897" , " La Grande
Guerra nel trevigiano " , " Be p i Fini nel FAST" , " L'emigrazione
trevigiana e veneta nel mondo" , " Fotografare la G rande Guerra " ,
ecc. •
76
I l Fo ndo Fotografico V ittorio Va ra le de l la B i b l i oteca C iv ica d i Be l l u no
Denominazione Biblioteca civica del Comune di Belluno
Comune Belluno
CAP 32100
I nd i rizzo
Telefono
Fax
Palazzo Crepadona Via Ripa, 3
0437-25727
0437-941051
S ito WEB
E-ma i l
http:/ /biblioteca.comune.belluno.itjstoria.html· [email protected]
La B ib l ioteca Civica di Be l l uno conserva al suo i nte rno, o ltre ad
una raccolta d i 2 13 fotografie i nerenti la storia d i Be l l uno e
provi ncia data b i l i da l la f ine de l l '800 ai pri m i ann i '50 del
novecento, anche l ' im portante fondo fotografico Vara l e .
I l Fondo consiste i n oltre 1000 fotografie n o n ancora
inventa riate re lative a c ic l ismo, a lp i n ismo, sport vari , da l la fine
de l l '800 f ino a l 1973 anno de l la morte del giornal ista V ittorio
Va ra le .
Egl i nacque a P ie ' d i Monte d 'Ai ive (CE) ne l 1891 da gen itori
p iemontes i . Scrisse l u i stesso in u n ' autobi ografia desti nata ad
un ed itore : "A 10 ann i sono ritornato al nord . U n ico sostegno
de l la fam ig l ia , a 17 a n n i tronco g l i stud i , mi imp iego i n
u n ' i m presa d i costruzion i , m io compagno d ' uffic io è un giova ne
ragion iere , che è stato in Svizzera e i n Inghi lterra a i m parare le
l i ngue, s i chiama Vittorio Pozzo ." Ne l 1909 i l nome d i Vara re
appare su l l a Gazzetta del lo Sport, a utore del la b i ografia d i
G iova n n i Gerb i , i l p iù popo lare campione c ic l ista de l l 'epoca . È l ' i n iz io di que l la carriera che cesserà soltanto negl i u lt imi a n n i
d e l l a s u a esistenza . Col laborò con le p i ù prestigiose testate:
Gazzetta de l lo Sport, Corriere de l lo S port, La Stampa, Il Secolo
I l l ustrato, Tempo, Gazzetta d ' Ita l i a , I l Resto del Carl i n o , sono
a lcune testate che l o ebbero come col laboratore . Nel
giorna l ismo fece d i tutto, " i l redattore , i l redattore capo , i l
d i rettore , l ' i nviato spec ia le , i l corrispondente pol it ico, i l
trombettiere de l la stampa, i l correttore d i bozze, l ' a rch ivista , i l
cron ista sportivo, i l corrispondente d i guerra " . Come giornal ista
sportivo si ded icò pr incipa lmente al c ic l ismo e a l l ' a l p in ismo, fu
cron ista in 20 G i ri di Franc ia , 30 G i ri d ' Ita l i a , a ltrettante e forse
più M i lano-Sa n remo, G i ri di Lom bard i a , e tante altre corse i n
l inea e a tappe . Degli a n n i 40 scrisse: " de i giorna l isti che
segu ivano l e corse cicl istiche dei prim i decenn i del seco lo , due
fin i rono i n sa nator io , la loro professione l i obbl igava a mangiare
i l polverone so l levato da i c ic l isti e da l le automob i l i al segu ito , a
que i tempi l ' i nviato specia le doveva fare tutto da sé, non vi
e rano i m ezzi m odern i come telefax ecc. Ven iva no sped ite le
n otizie ancor pr ima
d i lavarsi la faccia da que l la patina d i polvere e fango, egl i
79
red igeva il servizio in condizion i sempre di sagiate in una sa la d i
te legrafo fra i l v i a va i d e l l a gente, oppure a l tavolo d i un b a r tra
avventori spesso avvinazzati , poi affrontava il suppl iz io d i
trasmette rlo per telefono su l inee i nfa m i , esposte agl i sbalz i
perché aeree, dettato al la c ieca da Catanzaro o da Bordeaux
sgolandosi nel microfono e s i l labando le paro le una per una
per avere la certezza che da l l ' a ltro capo del fi lo l o stenografo le
raccogl iesse con approssi mativa fedeltà . I m portanti furono
anche i due vo l u m i " Binda il nuovo campioniss i m o " , del 1927 e
" Learco Guerra ne l suo tempo" del 1932. Per l 'A lp in ismo,
condiviso con la mogl ie Mery, fu ardente e polemico scrittore.
R icevette per la dup l ice attività di scrittore e giorna l i sta d ivers i
pre m i : P i re l l i , USS I , Bancare l la Sport, Estense, o ltre a due
premi letterari CONI per i l ibr i d i A lpìn ismo, nel 1969 ottenne
anche i l premio Saint V i ncent per l ' a ppass ionata attività d i
giornal ista svolta durante mezzo secolo . Di mostrò a ppieno la
predisposizione a l l 'ana l is i docu mentari sta mossa da spi rito
battagl iero. Sarà a l l 'a lp in ismo, a cu i giu nse per merito del la
mogl ie Mery forte sestograd ista , che dedicherà dagl i ann i
sessa nta a l l a morte la maggior parte del la sua attività d i
scrittore, " La Battagl ia d e l Sesto grado" è per davvero un l ibro
d i verità e di amore per lo sport di a rram picamento , nel quale
Va ra le è r iuscìto ad operare la s intesi d i un 'epoca attraverso la
sua esperienza d i uomo acuto e d i i ntel l igente osservatore.
Persona l ità sch iva e di poche paro le , la sua vita è anche la
storia di una a perta ribe l l ione al fascismo e a ogn i forma d i
conformismo, d i acqu iscenza, d i supina accettazione a l le
i m posizioni a ltru i . Morì a Bordìghera ne l 1973 a otta ntadue
anni . • Vittorio Vara/e
Arrivo del 1' Giro d'Italia
all'arena di Milano
Milano, 1909 Fondo Vara le
FOTO ARCHIVIO STORICO TREVI GIANO NOTIZIE
IL FONDO FOTOGRAFICO
ETTORE BRAGAGGIA
di Fiammetta De Salvo
Ettore Bragaggia ha almeno due grandi passioni, la vita politica, intesa come impegno sociale, e la fotografia . Nel 1 9 3 9 inizia a lavorare per lo studio fotografico Paggiaro a Treviso e vi rima-
. . ne per cm q ue ann1. Durante la guerra si unisce prima alla Divisione Nanetti della Brigata Mazzini e poi al Battaglione Treviso, formazione repubblicana guidata da Toto Tessari. L'esperienza partigiana é stata molto forte ed h a segnato tutta la sua vita contribuendo a caratterizzare uno spirito vivo, poco incline a i compromessi. Dopo il 1 945 torna allo studio Paggiaro per rendersi conto che non gli è possibile, in quel luogo, una crescita professionale autonoma e, nel 1 949, decide di emigrare in Argentina. Nel 1 9 5 1 si sposa per procura con la signora Elda che in seguito lo raggiunge in Sud America e che sarà compagna di vita e di lavoro. A Buenos Aires si impiega per alcuni anni presso lo studio del fotografo inglese Fred S . Shiffer conosciuto e stimato soprattutto per la ritrattistica e membro della Reale Fotografia di Londra. Collabora anche con altri fotografi ma, nell'Aprile del 1 954 cede alla nostalgia e decide di ritornare in patria e di aprire assieme a sua moglie lo studio in Via Bianchetti. Qui intende dedicarsi soprattutto al ritratto, aspetto della fotografia che lo aveva particolarmente affascinato, ma le richieste maggiori gli vengono da ditte e aziende che si rivolgono a lui per immagini pubblicitarie e cataloghi. Questa doppia anima del lavoro di Ettore Bragaggia é testimoniata anche dal suo timbro anni '60: Ettore Bragaggia - Ritratti d'arte - Lavori commerciali e industriali.
Abbe Lane e Cugat nei camerini del Teatro Garibaldi Treviso, anni '70
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8 1
Area del Pra, viale Nino Bixio Fasi finali della costruzione del condominio
sulla curva dello stadio (Condominio Treviso 64) Treviso, 1965
Veduta del Sile da Ponte Dante Treviso, anni '70
Strada S. Bartolomeo allagata Chiodo Treviso, ottobre 1 966
Casa sventrata Treviso, primi anni '60
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Pantalin, Piazza S.Vito Treviso, 1969
Poco tempo dopo l'apertura della sede vicina a l Calmaggiore apre un secondo negozio appena fuori della Porta Carlo Alberto con un'attività che impegna direttamente i due coniugi e fino a cinque dipendenti . Contemporaneamente Bragaggia si attiva per organizzare i fotografi trevigiani in un gruppo d i scambio che potesse diventare un nucleo di aggregazione per la discussione riguardante i listini prezzi, gli orari e le politiche di acquisto. Nel 1 95 6 fonda l 'Associazione Artigiani Fotografi superando le diffidenze reciproche, le divergenze politiche e sindacali e proponendo le riunioni in territorio neutro, ovvero in osteria. Si impegna inoltre, per più di venticinque anni, nella programmazione del servizio di assistenza comunale ECA e diventa,
c c ( { .. .. ..
prima Consigliere di Circoscrizione e in seguito Consigliere Comunale di Treviso per i l partito Repubblicano. Collabora da diversi anni a titolo volontario con il quotidiano TI Gazzettino fornendo le immagini per la rubrica Treviso da promuovere e da bocciare. Proprio l 'amore per la sua città natale e il suo forte senso civico l 'hanno portato negli anni a compiere numerose b attaglie per una cura più attenta dell 'arredo urbano e dei corsi d'acqua e a denunciare ogni a buso in tal senso. Tra gli anni '70 e ' 80 , con la diffusione su larga scala del colore e con l 'incremento delle sviluppatrici continue automatiche, molti fotografi artigiani di Treviso hanno chiuso i battenti. La crisi si é accentuata con la concorrenza dei l a bora tori a pronta consegna nei centri commerciali e
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Lavanderia e stircria trevigiana di Frassetto e Scatto) in
1 965
Ragazze che intrecciano cesti Primi anni '50
Manifestazione dei coltivatori diretti in occasione dei 40 anni della CISL Treviso, 1 9 58?
anche l 'attività Bragaggia ha accusato il colpo. In un primo tempo é stato chiuso il negozio in via Bianchetti. Nel 2000, quando Bragaggia ha deciso di lasciare l 'attività, sperava che un giovane raccogliesse la sua eredità continuando il lavoro di fotografo a cui lui ha dedicato tutta la vita. Era anche pronto a lasciare i locali cedendo gratuitamente l 'avviamento purché si mantenesse una continuità. Ma i tempi paiono essere poco propizi
per i negozi di fotografia tradizionali e nessuno ha colto l'occasione tanto che nel Natale del 2000 lo studio Bragaggia, dopo quasi cinquant'anni di storia, ha definitivamente chiuso.
Al termine dell'attività Ettore Bragaggia ha deciso di lasciare una parte consistente del suo archivio e alcuni pezzi della sua attrezzatura anni '60 al Foto Archivio Storico della Provincia di Trevi-
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so affinché diventassero un patrimonio accessibile al pubblico. Il fondo Bragaggia é composto da immagini della tipologia più varia: molte foto industriali, moltissime testimonianze che documentano lo sviluppo urbanistico della città, tante immagini relative a feste, riunioni e momenti pubblici importanti ma anche foto in studio per ritratti o servizi matrimoniali . L'aspetto più interessante del fondo risiede
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Walter Chiari foto dedicata a Ettore Bragaggia
Bomboniera - Gelateria Dolomiti in Calmaggiore
Treviso, primi anni '60
Barba il cacciatore in posa per Ettore Bragaggia
Signora che lavora ad uncinetto, Sottoportico dei Buranelli
Treviso, anni '60
Via Pescheria Treviso, anni '60?
proprio nel fatto che ai lavori su commissione si affiancano molte immagini che Bragaggia ha voluto scattare per suo personale interesse e per testimoniare degli aspetti significativi della città che tanto ama. L'impegno civile dell'autore si é concretizzato anche nel suo lavoro e l 'occhio del fotografo é l 'occhio del cittadino.
Il Fondo Bragaggia s i trova oggi presso il F.A.S .T che conserva gli originali nel suo
archivio climatizzato. È composto da quasi 6500 immagini la cui catalogazione é stata portata a termine con un sistema informatico adatto a l la ricerca per soggetto. L'intervento di digitalizzazione delle stesse sta per essere concluso al fine di rendere disponibile le immagini nei formati più agevoli alla consultazione dell 'utenza e per permettere una piena valorizzazione di q uesto importante patrimonio iconografico.
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Bragaggia vive ancora a Treviso e non ha mai smesso di fotografare, ancor oggi é possibile incontrare il Signor Ettore che " pattuglia " la città in bicicletta con la macchina fotografica al collo pronto a fissare in un istante gli aspetti di una città che cambia. •
ARCI-llVI FOTOGRAFICI ED
IMMIGRAZIONE ITALIANA IN CANADA
di Michele Rigo
Sulla scia della grande mostra documentale "I.:emigrazione trevigiana e veneta nel mondo" presentata dalla Provincia di Treviso nel dicembre 2000 e tuttora visitabile sul sito http://www.fotostorica.it, sono stati recentemente acquisiti due fondi fotografici. n primo è una piccola raccolta di episodi legati alla diaspora familiare dell'autore che ha visto via via parenti stretti e lontani prendere le vie del mondo e sulle cui polveri egli stesso si è messo in cammino. Questo foto-archivio familiare, pur se di modesta entità, riveste tuttavia motivi di interesse e di riflessione di carattere generale che andremo però a sviluppare in altra occasione. n secondo, più ampio e strutturato e di cui si tratterà, è una miscellanea tratta dell'archivio fotografico del giornalista Ray Culos messo a disposizione dall'Italian Cultura! Center di Vancouver B.C. (Canada), e rappresenta un significativo contributo allo studio della storia della nostra emigrazione in quel continente. Ray, i cui genitori, Phyllis e Marino originari di Casarsa della Delizia (PN), furono tra i personaggi di spicco della comunità italiana per oltre un ventennio, si dedica alla ricerca e raccolta testimoniale della storia dei nostri emigrati pubblicando articoli e libri, l'ultimo dei quali ( l ) presentato lo scorso aprile. Ed è grazie ad uomini come lui se l'oblio non ricopre questi sprazzi di storia minuta. Complessivamente si tratta di una cinquantina di fotografie che temporalmente spaziano dal 1900 al 1972 circa e che documentano soprattutto alcuni momenti importanti della vita della comunità italiana nel lontano ovest canadese, comunità che ha avuto origine attorno al 1 850 quando i primi italiani arrivarono attratti dall'epopea della "Corsa all'Oro". Il prin1o grande impulso migra torio venne a partire dal 1867, anno in cui il Canada, divenuto Dominion indipendente,
accelera la modernizzazione del paese mettendo in cantiere la realizzazione delle grandi infrastrutture, quali ferrovie, porti, industria del legno, distretti minerari. Nel momento in cui le prime comunità di immigrati si sono riconosciute e strutturate come una unica comunità nazionale, si originò la nascita delle società italiane di mutuo soccorso, la più antica delle quali fu quella dei "Figli di Italia" fondata a Vancouver nel 1905. Fu una tappa importante in quanto fece da coagulo alle numerose colonie di italiani ormai sparse per tutto il Paese. Queste società provvedevano a supportare materialmente e
spiritualmente i lavoratori e le loro famiglie specialmente in caso di malattia, irLfortuni o decessi. Nel 1 9 1 1 sempre a Vancouver viene fondata la "Società Veneta" che, assieme alla "Fameie Furlane", fu una delle prime associazioni di stampo "regionalistico" . Se l a documentazione dell'archivio d i Ray Culos evidenzia innanzitutto la nascita di queste Associazioni e il loro sviluppo soprattutto in rapporto all'inserimento della comunità italiana in seno alla società canadese, avvenuto
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solo grazie a i successi economici, sociali e politici dei nostri connazionali, essa testimonia anche i momenti cruciali determinati da eventi storici epocali. I.:avvento del fascismo in Italia e la successiva entrata in guerra a fianco della Germania, determinarono tra i nostri connazionali divisioni e ripercussioni non di poco conto. A fronte di una parte della comunità che sentì la necessità di schierarsi apertamente con il paese che li accoglieva vi fu Lm consistente numero di simpatizzanti ed iscritti al Partito Fascista, molti dei quali, a seguito della approvazione del Regolamento per la Difesa del
Canada nel 1 939 che diede al governo canadese pieni poteri in tempo di guerra, furono internati e sorvegliati in quanto sospettati di minare gli sforzi bellici. Le comunità italiane furono sconvolte da questa "attenzione" particolare, come quella in Nova Scoria che vide numerosi membri, in odor di fascismo, internati senza processo in Ontario nel campo di Petawana. O nella provincia dello Saskatchewan dove le famiglie contadine furono oggetto di persecuzioni da parte dei 7000 Veterani della Prima Guerra Mondiale
Il banchetto per il festeggiamento del 25' anniversario della Società veneta
Canada, 1 936
Associazione !taio-canadese dei vigilanti di guerra Canada, 1 939
inquadrati nel Corpo di Sicurezza Civile "Veterani dello Saskatchewan" autorizzato ad "estirpare i sovversivi alla radice" . Molti italiani riuscirono a sfuggire alla persecuzione solo perché dichiaratisi, nel corso dei censimenti della popolazione degli anni precedenti, "irlandesi" sia per sfuggire alla marcata xenofobia anti italiana di inizio secolo sia perché essi facevano riferimento alle uniche
comunità cattoliche esistenti, al di fuori del Quebèc, che erano appunto irlandesi. n dramma della comunità italiana ebbe il suo epilogo nell'arruolamento nelle file dell'esercito canadese di figli di immigrati, magari internati, che furono mandati a combattere e a morire in Italia anche nei luoghi di origine familiare . n dopoguerra, con la pacificazione, vede
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arrivare l a seconda e più grande ondata di immigrazione italiana , ondata che si esaurisce verso il 1 970 e che vede la presenza italiana nell'industria delle costruzione e nel commercio e che si inserisce appieno nella nuova comunità nazionale in tutti i campi fino a guadagnare riconoscimenti a livello nazionale. Esemplificativo il caso di Giuliano Zaccardelli figlio di italiani ora comandante
generale delle leggendarie Giubbe Rosse (RCMP).
Il merito di Ray è quello di aver operato con lungimiranza andando a raccogliere la documentazione relativa a l la comunità italiana nel corso di decenni. La testimonianza del fenomeno della nostra emigrazione non è del tutto agevole dato che essa infatti è disseminata in mille rivoli. È reperibile sia presso i grandi archivi fotografici come il National Film Board of Canada, i l Canadian Museum of Civilization, la National Library of Canada sia i musei e le biblioteche locali. Purtroppo le comunità italiane, per problemi di carattere sia finanziario sia culturale, non sono in grado di affrontare coerentemente la salvaguardia della "Memoria" . Spesso si è assistito ignari alla dispersione di patrimoni come nel caso di uno dei più antichi giornali italiani a Vancouver che, alla cessazione dell'attività e alla morte del proprietario, ha visto l 'erede vendere l'intero archivio fotografico per pochi cent a pezzo. È culturale ancora il limite che dimostrano i consigli direttivi delle varie associazioni italiane più tesi alla tutela di interessi spiccioli della comunità piuttosto che ad allargare gli orizzonti del proprio operato che invece dovrebbe spingersi, sia nei confronti delle giovani generazioni che delle altre comunità nazionali, a salvaguardare, condividere e rendere fruibile la propria "Storia" . Le nuove tecnologie, in particolare Internet, pur molto presenti nell'intero panorama pubblico, sono ancora la cenerentola: basti pensare che la digitalizzazione del fondo di Culos è stato eseguito solo ed in funzione del suo trasferimento in Italia. Per trovare una delle poche realtà modernamente organizzate bisogna andare a New York, al Garibaldi-Meucci Museum. Ed è un peccato perché esistono molte altre realtà in cui la forte presenza della comunità italiana ha dato contributi notevoli alla crescita economica e sociale di interi
distretti. È il caso di Trai! ( British Columbia) dove peraltro esiste un museo ben strutturato, il Colombo Lodge Archives gestito dal centro italiano, ma che non essendo in rete e distante centinaia di chilometri da Vancouver, risulta di difficile accesso. Nel quadro del rinnovato interesse che la politica nazionale sta dimostrando per le proprie comunità all'estero, dovrebbe trovare spazio proprio la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio documentale, e non solo fotografico, anche in funzione di una ricucitura storica, sociale, politica, e perché no anche economica, dei frammenti di italianità sparsi nel mondo. E le amministrazioni locali, dato i forti legami con i paesi di origine che i nostri emigranti hanno sempre avuto, sono quelle che meglio di altre possono favorire questo processo.
NOTE ( l) Raymond Culos Vancouver's Society of Italians, Volume two
INDIRIZZI RAY CULOS [email protected] MICHELE RIGO [email protected] COLOMBO LODGET MUSEUM 5 84 Rossland Avenue Trai!, B.C. Canada Recapito Postale: 830 Bel! Piace, Trai!, B.C. VlR 3Kl Canada GARIBALDI- MEUCCI MUSEUM www.garibaldimeucci.org www.garibaldimeuccimuseum.org CANADIAN MUSEUM OF CIVILIZATION Library and Archives www.civilization.ca/cmc/biblo NATIONAL LIBRARY OF CANADA www.nlc. bnc.ca ARCHIVES ASSOCIATION OF BRITISH COLUMBIA www.aabc.bc.ca/aabc
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PREMIO DI FoTOGRAFIA
ALDO NASCIMBEN
V EDIZIONE - ANNO 2003
Elenco dei partecipanti Under 25 lo PREMIO Buso Alberto, Treviso Titolo: Ombre senza tempo Titolo: Architetture instabili Titolo: Pareti sonore Autori segnalati Under 25 Pillon Emanuele - Treviso Saccarola Tommaso - Scaltenigo (Ve) Saretta Sibilla - Montebelluna (Tv) Sestito Andrea - Senigallia (An) Spadari Nicole - Fagarè (Tv) Autori esposti Under 25 Bedin Alessandra - Pederobba (Tv) Bracci Diego - Bagracavallo (Ra) Ferro Francesca - Taormina (Me) Garzon Jenni - Castelfranco V. (Tv) Giorgi Elena - Cesena (Fo) Thomas Fabio - Pieve d'Alpago (Bl) Valdini Enrico - Silea (Tv) Altri partecipanti Uder 25 Battistin Dario - Treviso Bottacin Enrico - Silea (Tv) Calzavara Fabio - Treviso Casucci Cristiana - Fiorenzuola d'Arda (Pc) Ceoldo Francesco - Vigonza (Pd) Checchin Stefania - Loreggia (Pd) Ciotola Giulia - Castelfranco V. (Tv) De Chirico Angela - Treviso De Wolanski Federico - Treviso Di Torna Nicolò - Treviso Fadelli Kanti - Salgareda (Tv) Glavina Vanja - Trieste Luciani Pietro - Treviso Mattiuzzo Michele - Treviso Miatto Alessio - Dosson (Tv) Morpurgo Giada - Treviso Paronetto Angela - Treviso Pavan Alessandro - Treviso Previato Tommaso - Quinto (Tv) Romanato Valentina - Treviso Scuderi Emiliana - Preganziol (Tv) Scuderi Giuseppe - Frescada (Tv)
Alberto Buso Architetture instabili
Susan Enrica - Maser (Tv) Torresan Valentina - Treviso Trentin Alberto - Vascon (Tv) Over 25 l o Premio Fasolo Ferdinando, Padova Titolo: Da " I muri ci raccontano: Cracovia 2002" Titolo: Da "I muri ci raccontano: Padova 2000" Titolo: Da "I muri ci raccontano: Venezia 2002" 2" Premio
Patacca Enrico, Verona Titolo: Verona - Piazza Brà 2002 Titolo: Verona - Piazza Erbe 2002 Titolo: Verona - Piazza Dante 2002 3° Premio Montini Giulio, Casnate (CO) Titolo: Momenti di riposo Titolo: Bimba rumena Titolo: Un uomo e la sua vita Autoril segnalato Over 25 Dalle Carbonare Bruno - Thiene (Vi) Martini Pietro - Piovene (Vi) Mazzon Gianni - Meolo (Ve)
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Tassitano Angelo - Mestre (Ve) Auori esposti Over 25 Ambroggio Davide - Ponzano V. (Tv) Barie Laura (Tv) Bostiancich Riccardo - Udine Brighente Giovanni - Monteforte d 'Alpone (Vr) Caon Italo - Resana (Tv) Castorina Vincenzo - Giardini Naxos (Me) Contro Giovanni - Mogliano V. (Tv) Corbetti Renato - Spinea (Ve) Durisotti Igino - Torreano di Martignacco (Ud)
Finotto Maurizio - Lentate sul Seveso (Mi) Guzzi Raffaele - Genova Mangiarotti Antonio - Mede (Pv) Minotto Mauro - Cadoneghe (Pd) Quoco Alberto - Udine Reggiani Roberta - Mirandola (Mo) Romagnosi Giampaolo - Piove di Sacco (Pd) Tomaello Tiziana - Mirano (Ve) Valdini Giocondo - Silea (Tv) Zagolin Sandra - Piove di Sacco (Pd) Zanella Patrizia - Noale (Ve) Zuliani Queiroz Alessandro - Dolo (Ve)
Altri partecipanti Over 25 Almari Mario - Monteforete d'Alpone (Vr) Bacciocchi Giorgio - Vigevano (Pv) Balanza Paolo - Treviso Baldacci Paola - Cesena (Fo) Baldo Adriana - Treviso Bernar Paolo - S. Giorgio delle Pertiche (Pd) Bianchi Roberto - Villafranca (Vr) Billio Francesco - Porcellengo (Tv) Biral Mauro - Ponzano V. (Tv) Bisconcin Nadia - Meolo (Ve) Bon Ennio - Campofomido (Ud)
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Ferdinando Faso/o I muri ci raccontano: Cracovia
Eoni Elisabetta - Treviso Borgo Valter - Grumolo Pedemonte (Vi) Bortolon Luca - Castelfranco V. (Tv) Bottini Giorgio - Arcore (Mi) Bruno Antonio - Treviso Buschetta Alessandro - Giardini Naxos (Me) Caiani Silvia - Paese (Tv) Caiani Tino - Paese (Tv) Campalani Ermanno - Sesto S.Giovanni (Mi) Campeol Daniela - Badoere (Tv)
Alberto Buso Ombre senza tempo
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Campeol Graziella - Paese (Tv) Carmignotto Fausto - Castelfranco V. (Tv) Carrer Elena - Treviso Cattai Giovanni Battista - Treviso Cavallin Lara - Volpago (Tv) Cecere Marco Claudio - Treviso Chiarini Gianfranco - Consandalo (Fe) Colletti Alessandro - Treviso Conte Guido - Treviso Cortez Alberto - Vigodarzere (Pd) Cortiana Bruno - Thiene (Vi) Crosato Luciana - Montebelluna (Tv) Cunico Antonio - Vicenza D 'Arsiè Antonio - VittorioV. (Tv) Dassogno Daniele - Cermenate (Co) De Gobbi Claudio - Casier (Tv) De Luca Michele - Cison di V. (Tv) De Martin Giuliano - Paese (Tv) Donati Lucio Pietro - Cesena (Fo) Durigon Daniele - Dosson (Tv) Favara Alberto - Mogliano V. (Tv) Favera Adriano - Legnaro (Pd) Favera Maurizio - Musano (Tv) Ferro Andrea - Venezia Foffano Giuseppe - Treviso Gabbana Aldo - Mira (Ve) Gabriele Maria Letizia - Padova Gasparini Tommaso - Altivole (Tv) Gigone Roberto - Campoformido (Ud) Gobbo Eugenio - Vazzola (Tv) Granziera Francesco - Ponte di Piave (Tv) Grassi Giuseppe - Vicenza Gravina Sandra - Treviso Guarini Giulio - Istrana (Tv) Gumier Dario - Zero Branco (Tv) Lazzari Lorenzo - Ponzano V. (Tv) Lissoni Eliana - Nova Milanese (Mi) Lorenzon Danilo - Roncade (Tv) Maran Bruno - Padova Marcon Claudio - Treviso Martini Antonio - Ponzano V. (Tv) Marton Gianfranco - Treviso Matteazzi Antonio - Vicenza Mattiuzzo Mario - Treviso Mazzola Renzo - Concei (Tn) Mereghetti Giovanni - Casorezzo (Mi) Miatto Alessandro - Dosson (Tv) Monelli Vanni - S. Giacomo Roncole (Mo) Moras Angelo - Campoformido (Ud)
Morelli Abramo - Cesano Maderno (Mi) Maretto Massimo - Treviso Morson Alfio - Villorba (Tv) Nardin Antonio - Quinto (Tv) Niglia Davide - Solbiate Arno (Va ) Novaga Arianna - Venezia Pandolfo Giorgio - Saccolongo (Pd) Pantani Luciana - Cesenatico (Fo) Paronetto Mario - Treviso Pellegrinotti Renato - Pieve d 'Aipago (BI ) Pillon Vilma - Treviso Piovesan Antonio - Istrana (Tv) Pomello Ameo - Castagnole (Tv) Restelli Franco - Albizzate (Va ) Rizzini Alberto - Monteforte d 'Alpone (Vr) Rugger Silvano - Quarto d'Altino (Ve) Salvini Luciano - Badoere (Tv) Santin Andrea - Schio (Vi) Sartori Sergio - Marostica (Vi) Savoca Angelo - Giardini Naxos (Me) Scomparin Igor - S. Elena di Silea (Tv) Sestito Marco - Senigallia (An) Sottana Lucia - Musano (Tv) Soverchia Giuseppe - Osimo (An) Spinelli Aurelio - Sesto S. Giovanni (Mi) Stefan Ennio - Marcon (Ve) Taddioli Domenico - Osimo (An) Tandelli Donatella - Trieste Terrin Lucio - Piove di Sacco (Pd) Tucci Caselli Wanda - Milano Turetta Marco - Pontelongo (Pd) Turiaco Maurizio - Saonara (Pd) Ulliana Domenico - Pero di Breda (Tv) Vardanega Luigi - Possagno (Tv) Vecchia Zardet Stefania - Treviso Venzo Mirco - Treviso Vianello Luca - Noale (Ve) Vicini Werther - Cesena (Fo) Vodarich Maria - Cesenatico (Fo) Zanella Laura - Musano (Tv) •
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Enrico Patacca Verona, Piazza Dante
Giulio Monti>ti Momenti di riposo
M e r c a t o e
c o l l e z i o n i s m o
Mercato e co l lezion ismo a c u ra d i G i useppe Va nze l l a
Alfred Noack: Pegl i , vi l l a Pa l lavic in i i n
gresso del la grotta - 1880 c irca .
Questo fotografo , nativo di Dresda (1833-
1896), fa parte del la nutrita schiera d i
professionisti calati dal la Germania per
spargersi su tutto il territorio fi n da prima
del la nascita del nuovo stato ita l iano . Su l le
tracce del daghe rrot ip ista iti nerante
Ferd i nando Brosy, i vari G iorgio Sommer
Altred Noack
Pegli, villa Pallavicini ingresso della
grotta
1880 circa
stampa al l 'a lbumina
(con studio a Napol i ) , M ichele Mang a
Roma (anche Ufer e Behles), Lotze e Kaiser
(Verona), Lorent a Venezia , Engel a Trieste
(tutti giunti da l la Germania) fin dagli ann i
' 50 si affermarono tra i massimi autori. Tra
questi non si può assol utamente trascu
rare il nome di Alfred Noack il quale, giunto
a Genova attorno al 1860 , attraversò tutta
la seconda metà del secolo i n una attento ,
94
quanto imponente, lavoro di documenta
zione dei pol iedrici aspetti del paesaggio
l igure. Alcune sue im magini raggiungono un
l ivel lo d i eccelsa qual ità estetica , anche se,
soprattutto nei periodi del suo massimo
successo commerciale (attorno agl i ann i
'80) , la q u a l ità ch im ica de l la s i ngola
stampa lascia spesso a desiderare , cosa
evidenziata da l le numerose a lbumine
giu nte ai nostri giorni in pessimo stato d i
conservazione. Quando invece la conserva
zione del l ' i m magine è perfetta , come nel la
fotografia qu i pubbl icata , è poss ib i le
a pprezzare a l mass imo l ' otti m o tagl io
com positivo e la resa tonale voluta dal
fotografo: i l gioco tra luci ed ombre d isegna
un i ntrecci o ta lmente complesso da
spi ngere lo sguardo fino ai l im iti del la figu
razione. Noack è presente in abbondanza
sul mercato del la fotografia del l ' Ottocento
e si può acqu istare a partire da 50 euro,
ma le i m magi n i perfette ed importanti si
possono trovare solo da una base di
a lmeno 750 euro.
Paolo Monti: I l p ittore Bisanzio - 1955
Originario del la val d 'Ossola, Paolo Monti
( 1908-1982) è uno dei massimi rappresen
tanti del la fotografia ital iana del Novecento,
non solo grazie a l le sue straord inar ie
immagin i , ma anche per i l suo ruolo d i guida
cultura le per tutta la generazione di fotografi
formatas i nel secondo dopoguerra .
Cofondatore del c i rcolo fotografico " La
Gondol a " di Venezia e successivamente
insegna nte di Tecnica ed Estetica
del l ' immagine, Paolo Monti seppe ritagl iars i
uno spazio d i assoluto r i l ievo tra le
persona l ità artistiche del nostro paese .
Questa immagine scelta per rappresentare i l
suo lavoro, a ppartenente ad una serie d i
ritratti d 'artisti, è costruita su d i una parti
colare e sapiente composizione di carattere
metafisica: il rincorrersi di singolari elementi
iconografici d i lata l 'attenzione fino al suo
spingersi al di là del l ' immagine stessa, nella
ricerca di profonde ed inaccessibi l i risposte.
A nul la importa che i l "pittore Bisanzio" sia
un 'artista sconosci uto, di cui la storia
del l 'arte non ha conservato le tracce, grazie
a l l ' intuizione di un grande fotografo ed
i nte l lettua le come Paolo Monti , con
serveremo per sempre il senso del la sua
profonda angoscia legata a l l 'esistenza.
Le immagin i di Paolo Monti si reperiscono
sul mercato a partire dai 2 .000 euro, mentre
i suoi capolavori si possono spingere fino
(ed oltre) la quotazione di 5 .000 euro. •
95
Paolo Monti
I l pittore Bisanzio
1955 gelatina-bromuro
Le G rafiche Zoppe l l i
Centoc i n q u a nt ' a n n i mo lto ben portati
Era i l 1995 e N icholas Negroponte , guru del la
d igita l izzazione, vatic inava d i un terzo m i l lenn io
segnato d a l la scomparsa del la carta stam pata e
dal monopo l io degl i schermi ad a lta defi n izione
dei com puter. Da a l lora la digita l izzazione ha
risolto prob lemi e otti m izzato procedimenti ,
a rrivando a sostitu i re la fase d i presta m pa , ma
non le sensazioni che la carta stam pata sa dare .
So lo i l profu mo d e l l a sta m pa , i l fruscio d e l l e
pagi ne sfogl iate , la consistenza d isconti nua del la
carta , la sensazione estetica trasmessa dai
caratteri , i l sa pore amaro del l ' i nch iostro fresco
sanno ancora co l pi re i sensi in modo inten so e
duratu ro , donando u n piacere veramente
i n i m itab i l e .
I l Veneto era ancora sotto
il domin io degl i Asburgo
quando i l primo
Zoppe l l i sentì la
prima, fata le,
attrazione per la
stampa. Dopo
centocinquant' ann i
l ' omonima azienda
grafica e la Casa
Editrice Canova , nata
da una sua costola nel
1944, sono ancora oggi un
punto d i riferimento, produttivo e
cu lturale, per la società trevigiana (e non solo).
La notorietà del le Industrie Grafiche Zoppe l l i e del la
Casa Editrice ha ampiamente val icato i confi n i del la
Marca Trevigiana, fornendo ad aziende ed editori ita l ian i
e stran ieri la propria esperienza di stampatori e ad un
vasto pubbl ico d i studenti e lettori qual ificate edizion i :
s u i corsi scolastici del Rubrichi ( latino e greco) , del
Michetti (ch imica e fis ica ) , del Polo ( inglese) si sono
formate più generazioni di giovan i .
La passione per la carta stampata g l i eredi Zoppel l i ce
l ' hanno nel sangue, tramandata di padre in figl io i n
n ipote. A partire d a Luigi , classe 1833, (nel la fotografia
a fianco) fondatore nel 1853 del la Ti pografia Editrice che
porta ancora i l suo nome, cinque generazioni di Zoppe l l i
s i sono dedicati con passione, entusiasmo e spi rito
i n novatore a l l ' a rte ti pografica.
I l passato, per la Zoppe l l i , non è mai passato del tutto,
ma resta sempre presente: nel pensare, nel fare,
soprattutto nel progred ire. Nel l 'organizzazione, negli
stab i l imenti, nei progetti e , natura l mente, in ogni
prodotto del le Industrie Grafiche Zoppe l l i è impressa i n
modo i ndelebi le la memoria d i un mestiere c h e n o n può
prescindere dalle sue rad ici artigiana l i , che continuano a
fornire l infa vita le al suo svi luppo.
Tanto amore e tanta attenzione per il passato non
portano a scordare il presente, che è per le G rafiche
Zoppe l l i molto ben definito. Dal la progettazione a l la
ri legatu ra , passando per tutte le fas i d i prestampa e
stampa, i l ciclo produttivo si svolge integra lmente
a l l ' i nterno de l l 'azienda, fornendo le garanzie d i qual ità
che solo un processo che comincia e fin isce sotto la
supervisione de l le stesse maestranze riesce ad
assicurare.
l piedi nell'oggi, gli occhi al domani
Se si parla di tecnologie, le Grafiche Zoppelli hanno già un piede
nel futuro: il nostro parco macchine viene aggiornato senza sosta
per rispettare gli standard tecnologici più elevati, la fase di
prestampa si awale sia di sistemi digitali avanzati, che coniugano
all'efficienza un'alta qualità di produzione, sia di sistemi più
tradizionali, che garantiscono comunque piena affidabilità.
La fase seguente, quella della stampa, è affidata ad una
struttura produttiva all'avanguardia e gestita da
un'organizzazione che ne controlla meticolosamente ogni singola
fase. Il processo si completa in una legataria interna attrezzata
Sopra:
Alcune immagini del passato
Sotto:
La nuova realtà produttiva
che garantisce la qualità del prodotto finale e il rispetto dei tempi
di consegna.
La produzione della Zoppelli si caratterizza per la sua flessibilità
"a misura di cliente" e per l'alto grado di personalizzazione. Dove
per flessibilità si intende la capacità di passare dalle produzioni
di stampati commerciali su vasta scala alle stampe ad alta resa
qualitativa, quella dei preziosi volumi fotografici o d'arte, o
ancora ai volumi di testo, mantenendo intatti gli standard
qualitativi. Dove con personalizzazione si intende la volontà di
soddisfare richieste anche complesse, come le realizzazioni
cartotecniche, oppure specifiche, come quelle inerenti le
pubblicazioni settoriali.