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i A CURA DI ITALO ANN I ER GLI ARCHIVI DELLA FOTOGRAFIA l GrUGNO 2003 l N" 23724 ,- Perioduo Trimestralc Spedtztone 111 A.P. 70'}o DCI TV - -= . ___ _ . . _.___ _

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Som mario

2/3 Editoriali 4 Il "Cyl indrographe" di Moessard

Louis 0/atiz

14 L' ultima buona azione del la fotografia

Sara Filippin

18 Un l ib ro , un fotografo Pietro Betetto

22 Don Francesco Pascotto fotografo

Paolo Zovatto

26 Un prem io in memoria di Paolo Constanti n i

28 Un i nedito per '' Fotostorica "

30 Olatiz al Metropol itan d i New York

/taio Zannier

34 Piccolo gia l lo nel mio archivio

Alfredo Camisa

39 Come volevasi d imostrare

Mario Trevisan

42 Ugo Mulas, un ann iversa rio

Adriana Sca/ise

Rubriche 46 LA FOTOGRAFIA ALL'UNIVERSITÀ

Breve storia di internet e del WEB

Federica Via

L' immagine d i Venezia ne l l 'ed itoria fotografica

Filippo Leonardi

52 l CONTEMPORANEI CONSERVANO Pino Dal Gal

Luigi Gariglio

Livio Seniga l l iesi

Piermario Cian i

Simone Schiesani

Paolo Guolo

Andrea Negretto

60 LIBRI

Dossier 63 Gl i a rchivi fotografici del Veneto

Massimo Cane/la Adriano Favara Itala Zannier

80 F.A.S.T. NOTIZIE Il fondo Ettore Bragaggia

Fiammetta De Salvo Archivi ed emigrazione in Canada

Michele Rigo Il Premio Aldo Nascimben

94 MERCATO E COLLEZIONISMO a cura di Giuseppe Vanzella

42

63

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Editoriali

I l lungo percorso di FOTOSTORICA. Storia di una anomalia.

Con rara lungim i ra nza ne l l 'anno 1995 la Provincia d i Treviso

autorizzò la nascita di questo periodico titolato Fotostorica.

Si consi der i che ta le attività non r ie ntrava tra i com piti

s pecifi c i d i u n ' Ente Loca le e che ta l e sce lta e a ncor pr ima

quel la d i i stitu i re u n a rch iv io fotografico storico fi na l izzato a d

opera re ne l propr io territo r io d i com petenza , poteva no

compiers i so lo per l a profonda com prens ione , da pa rte degl i

a m m i n i stratori e d i r igenti , d e l l a va le nza cu ltura l e

d e l l ' operaz ione , com piendo a nche uno sforzo d i

i nterpretaz ione d e l l e norme.

Una Provincia che edita una rivista nazionale su l la fotografia

storica è i nfatti una anomal ia , ammettiamolo, p iù un ica che rara

nel panorama desertico del l 'editoria periodica in questo settore.

Da l 1995 ad oggi la fortu na vo l l e che al governo di q uesto

E nte si s ia s ucceduti a m m i n istrator i attenti a l la sa lvaguard ia

d e i ben i c u lt u ra l i , de i qual i la fotografia storica fa parte , ma

a nche con u n occh i o d i r igua rdo agl i as petti sto r ic i ed

etnografic i e de l la tra d iz ione loca l e .

Fo rtu n a vo l l e , c o m e non d i r l o , che fossero presenti a nche l e

r isorse u m a n e d i operatori cu ltu ra l i , adatte a fa r decol l a re

q uesto progetto .

Nasce d a q uesto i ns ieme d i fattor i l a sp inta ad una

o peraz ione ed itoriale che ancora cont i nua e che s i è d i ffu sa

o ltre i confi n i a m m i n i strativi d e l l a p rovi nc ia di riferi mento .

Sce lta opportuna fu que l l a d i cond iv idere con u n ed itore

p rivato l ' o ne re di coed itare Fotostorica: senza l' i ntervento

i m porta nte d e l l e Ed iz ion i Canova pri m a , e de l l a Società

Veneta Ed itr ice po i , non avremmo potuto co ntare s u l l o

s pessore raggi u nto da q uesta r iv ista .

S u l l a nostra strada abb iamo poi i n contrato partners

i m portant i , come la Regione Veneto , che ha spesso cond iviso

in questi u lt i m i a n n i i l percorso del la r iv ista : un ra pporto che

potrebbe e dovrebbe rafforza rs i secondo le i nte nz ion i

de l l ' a m m i n istratore d i r ifer imento .

I l percorso s in q u i tratteggiato per la verità avrebbe dovuto

apr i rs i con una p remessa: ovvero che tutto ciò è potuto

avve n i re grazie a l l a a n nosa " p redicaz ione" u n ivers ita ria ed

ed itori a l e del Prof. Ita la Zann ier, che non a caso conti nua ad

essere a n i m a e motore d i qu esta i n iz iativa editori a l e .

Con q uesta sto r ia a l le spa l le Fotosto rica ha potuto a pr i rs i a

co l labo raz ion i extra-prov inc ia l i , ad una d iffus ione pr ima

regiona le , po i naz io n a l e , u n n u mero sem pre maggio re d i

abbonat i , d i a ppass i onati , d i co l laborator i , d i a m i c i , c i segue,

c i st i m o l a e so l lec ita su q u esta strada l u ngo l a q u a l e

abb iamo racco lto amp ie soddi sfaz i o n i , ma a volte , inevita b i l e ,

a n c h e d e l u s io n i , i n u n percorso umano e p rofess iona le , c h e

ch i scrive s i a ugura a ncora proficuo .

Lu ngo u n percorso d i ann i , Fotostorica s i è anche

trasformata e d a l sempl ice bol lett ino degl i esord i ,

amp l i ficatore d e l l ' attività de l l ' archiv io fotografico sto rico d i

rifer imento, è d iven uta u n a rivi sta come que l la attu a l e , con

una sua r iconosci uta e pec u l i a re autonom i a , autorevol ezza ,

ovv iamente grazie agl i i m po rta nti contri but i di a utori ita l ia n i

e d esteri ma a n c h e a l r iconosci uto ruo lo d i vo lano cu ltura le

da pa rte del la Regione Veneto .

Fotosto rica ha i n somma ragg iunto una sua " matu rità " che c i

si augura apprezzata d a i lettor i anzitutto , ma anche d a l l e

istituz ion i cu l tu ra l i naziona l i , de l le q u a l i s i ausp icano

co l l aboraz ione, partec i paz ione, sostegn o , per una i n iz iativa

anche economicam ente non fac i l e .

Adriano Favaro

Direttore Responsabile

Pietro Poppi La fontana delle Sirene (part.) Bologna, Esposizione 1888, Collezioni d'Arte, Cassa di Risparmio, Bologna

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l n questi u lt imi tem pi , pare che anche in Ita l ia si stia awiando i l

col lezionismo del la fotografia , de l qua le in p iù occasioni , e

s istematicamente, si occupa " Foto storica " , nel la convinzione che

ciò sia utile per attivare maggiormente un'editoria scientifica, che

sia attend ib i le sia dal punto di vista storico che tecnico.

Soltanto così il col lezion ista può avere qua lche garanzia e un

indi rizzo in p iù per gl i acqu isti , che non può essere soltanto

quel lo economico nei "mercatini " , ma deve com prendere

soprattutto autori , che rappresentano la storia di questo mezzo

espressivo, che ha caratterizzato addi rittura il nostro tempo, che

io chiamo " Era de l l ' lconismo " .

La confusione nel settore, che pure sta gonfiandosi , è comunque

tota le; s i sfogliano i cataloghi delle aste straniere, Parigi-Lond ra­

New York, e i prezzi indicati tolgono il respiro; molti non

capiscono perché una fotografia ( "ma è soltanto una fotografia . . !,

si d ice , e si chiedono lumi . . . ), può costare tanti m i l ioni di vecchie

l i re , centinaia di m igl iaia d i Euro , ecc . ; i record si rincorrono.

Ma che fotografie cercano i nostri col lezionisti , spesso

im prowisati e assist iti , non sempre da competenti?

In prim is , la "fotografia d ' arte " ; Paolo Gio i i specialmente, e Luigi

Gh i rr i , Luca Pate l la , Franco Fontana e pochi a ltri . Mario Giacomel l i

r imane un mito, è stato i l pr imo ital iano (e l ' unico ; persino

Friedlander conosceva soltanto G iacomel l i , tra i fotografi ital iani e

ignorava Ugo M u las, che pure gl i aveva ded icato un l ibro!), a

entrare nel l ' e lenco del le grandi case d 'asta .

Ora c'è, in America a l le aste, anche Mimmo Jodice,

finalmente, e Mario De Biasi e Berengo-Gardin e Ol ivo

Ba rbieri (e Guido Gu id i , che si aspetta?) . . . ; tra i

giovan i , Campigotto, Zanta, Biasiucci . . .

Gabriele Basi l ico h a sorpreso con una vendita

p lur imi l iona ria ; magnifico, è rimasto sorpreso

pure l u i .

Ma che cos'è questa "fotografia artistica "

del la quale continuiamo a parlare da un

seco lo e p iù a questa parte?

E l"' a ltra " fotografia , che cosa è, se

intendiamo quel la

"documentari a " , che però in

effetti è la " p iù fotografica" fra

tutte le tipologie?

Si cerca , tra queste, l 'anomal ia ,

la s ituazione singolare, e in effetti la

"vignetta " , la " scena di genere"

indigeno , ma quanto a l l 'Arte si passa sopra .

Il pittorialismo impera ancora ; si vuole una fotografia in

sospetto di pittura, di "manualità " , che in tal modo

sembra garantire la sua "unicità"; ma le fotografie

sono sempre poche e addirittura "uniche" ,

certamente più uniche delle incisioni e delle

l itografie, la cui stampa awiene

simultaneamente per tutta la tiratura.

La Fotografia è la Fotografia; i l

Col lezionista deve fidarsi del la

Fotografia , ma ha necessità d i una

cultu ra specifica, non raccattata dai

sol iti " storici del l 'arte " , che mettono in

crisi sia la cosiddetta " pittura " , che la

Fotografia , cercando connessioni ,

inquinament i , " scambi tra le a rti " ,

inevitab i l i ma spesso ambigu i ,

mentre la Fotografia pura è

Fotografia e basta. Che cosa

s i vuole d i p iù .

ltalo Zannier

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IL " CYLINDROGRAPHE " DI Mo:EssARD LOUIS 0LATIZ

L'ansia di cogliere " tutto" in un colpo d'occhio

( un "clin d'oeil " , scriveva Tiphaigne De La

Roche, nel 1760), probabilmente è parte della

nostra curiosità animale, anche come tentativo

di difesa nell'ambiente, più o meno ostile, se

sconosciuto.

L'immagine " globale" , per l'uomo (e anche per

le a p i? o le rondini? . . ), è come un giro di valzer

a 360°, durante il quale si esplora velocemente

!' " intorno" , vicino e lontano, mentre noi siamo

al centro, siamo il fulcro che i romantici come

Fussli definivano addirittura divino.

Il "Panorama " , in fotografia, è così definito da

Luigi Gioppi, nel suo "Dizionario Fotografico"

(Hoepli, Milano 1892, p . 398):

è "La riproduzione di vedute panoramiche, tali che a bbracciano angoli grandissimi, oltre a i 9 0°

occorrendo si eseguisce tanto cogli apparecchi comuni riproducendo una dopo l 'a ltra le diverse parti delle vedute e raccordandole poi con ogni cura a l momento della stampa, quanto cogli apparecchi speciali panoramici come il ci lindrografo Moessard, o quelli Liesegang, Johnson ed Harrison, Benoist, Damoizeau, ecc . " Ma l ' idea del Panorama è precedente al la invenzione della fotografia; il termine Panorama precisa Silvia Bordini, che ha scritto una esaustiva "Storia del Panorama "1, "venne coniato intorno al 1 790, unendo due etimi greci, pan e orao, tradotti come 'veduta della totalità"'. Nel Panorama - che era dipinto con speciali vernici, su enormi tele, anche di centocinquanta metri di lunghezza e cinque di altezza, disposte in modo circolare in ambienti appositamente costruiti -, "si compendiavano alcune del le caratteristiche fondamentali, quali la veduta topografica, l 'effetto i lluministico di un nuovo tipo di immagine pittorica . . . " , osservava un critico d'arte francese, E.F. Miei, come ricorda la Bordini2•

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L. ]ansche e Karl Post Panorama di Vienna

1806

Francesco Bona/di Panoramica di Udine

1860 ca. (Udine, Musei Civici)

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P. Moiissard Parigi 1888 fotografia a 140•, ripresa con il "Cylindrographe"

P. Moiissard Dintorni di Parigi 1888 fotografia a 140', ripresa con il "Cylindrograpbe"

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Si trattava non soltanto di "un nuovo tipo di immagine pittoric a " , ma di un nuovo modo di vedere e percepire più velocemente il territorio, di "vedere il mondo " , avviato proprio dalla modernità tecnologica, locomotive e mongolfiere complici. Già Cana letto o Bellotto avevano adattato l 'uso della "camera ottica " proprio a questo scopo, can un occhio persino scandalosamente moderno (secondo Ruskin, che non apprezzava troppo quelle "cartoline" giganti ) , pur senza arrivare al panorama globale, ma certamente ampliando il campo visivo, offrendo allo sguardo un'idea nuova di spazio, infine metafisica piuttosto che realistico; basti ricordare la veduta del bacino San Marco a Venezia, da Punta della Dogana, al l ' incirca di 120°.

La veduta a 360°, ossia il massimo della panoramicità, venne comunque brevettata il 1 9 giugno 1 787 a Londra, dal pittore Robert Barker di Edimburgo, con il termine, poi ribattezzato in " Panoprama" , "Nature à coup d'oeil "3• Con l 'avvento della fotografia, la possibilità di ottenere immagini non soltanto estese e prospetticamente corrette, come era già possibile con la "camera ottica", bensì nitide nei particolari e ancor più verosimili (si pensi ai "Panoramas" di Langlois e poi ai " Dioramas" di Bouton-Daguerre, i primi nel 1822, visibili al Bois de Boulogne, per pochi centesimi di franco), sollecitò anche la connessione topografica, a quel tempo soprattutto per la cartografia militare avviata in Francia dal colonnello Laussedat, nel 1850.

In Italia, il primo a realizzare una fotogrammetria terrestre ad ampio arco, fu l'ingegnere Pio Paganini, che per conto dell'Istituto Geografico Militare, ottenne un'immagine della Cava delle Colonnate sulle Alpi Apuane, nel 1878, nell'estensione di nove chilometri alla scala di 1/25000.

Non si trattava certamente di una prospettiva "curiosa", come osserva Manlio Brusatin, ossia di "una anamorfosi che deformava volutamente i soggetti rappresentati per ricomporre le immagini riconoscibili secondo un punto di vista preciso e orientato•, ma di un insieme illusoriamente documentale, simile al "vero" , se si considera l ' immobilità dell'occhio e del punto vista, che l'uomo però non sopporta fisiologicamente quindi esclude.

Problemi di percezione visiva, di codici di percezione, senza i quali l ' uomo non riuscirebbe neppure a orientarsi, e perciò la fotografia sembra addirittura risolutiva; ma anche la Fotografia, invece, ha un suo codice. "Il disagio provocato dall'effetto delle vedute ad ampio raggio­scrive Gombrich -, indica tuttavia che noi desideriamo qualcos'altro. Vogliamo che le rappresentazioni prospettiche condividano con le mappe determinate caratteristiche. In altre

parole, non vogliamo che esse funzionino soltanto in scatole d'osservazione predisposte per uno sguardo monoculare da un punto fisso, ma che, molto similmente alle mappe, comunichino la loro informazione anche ad un occhio mobile ed esaminatore"'. La differenza tra una fotografia ripresa al grandangolare o con un obiettivo normale, continua Gombrich, "è una differenza psicologica "'; il cittadino, commenta inoltre Renzo Dubbini nel panorama si trova il centro ottico-geometrico della città\ e ciò provvisoriamente gli basta.

La fotografia incentivò le ricerche sulla percezione delle immagini, già avviate prima, basti ricordare lo "stereoscopio", per la visione tridimensionale, o tutti i marchingegni del precinema, riadattati con la fotografia stessa, che offrì nuove illusioni di realtà, nell'ipotesi fantascientifica di poter istituire il "doppio" della realtà stessa, come oggi illude la realtà virtuale e non sappiamo ciò che ci attende, nella nostra esaltante Era dell 'Iconismo.

Tra le invenzioni più significative nella storia della fotografia del XIX secolo, con lo scopo di ottenere immagini panoramiche unitarie e non composte a mosaico, in successione di vedute, c'è senz'altro il " Cylindrographe photographique" di Pau! Moessard, strumento di ripresa contemporaneo pressappoco al "Cylindrographe topographique" , sempre del Moessard, al " Cyclographe" di Damoizeau, alla "Plachette photographique" del Chevalier, e anche al "Photorama" dei Lumière, che comprendeva ben dodici obiettivi rotanti, con cui i geniali fratelli di Lione, intendevano ottenere pellicole cinematografiche con effetto panoramico totale. Dalla prima panoramica dagherrotipica di Frederic von Martens (3 e 3/4 x 12 e 112 pollici ) , una veduta della Senna dal Louvre, che è del 1846, a questi sofisticati risultati fin de siécle, c'è tutta la storia della tecnica fotografica della seconda metà del XIX secolo.

Presentiamo quindi ai nostri lettori, in fac-simile, alcune pagine del raro volume di Moessard (Le Cylindrographe, Appareil Panoramique, Gauthier-Villars et Fils, Paris 1889), conservato nella biblioteca di !taio Zannier, con le singolari e in parte inedite illustrazioni, che in originale sono stampate in collotipia. • Note ' S. Bordini, Storia del panorama, Officina, Roma 1984, p. 9 ' Idem, p. 13 ' Idem p. 13 • M. Brusarin, Storia delle immagini, Einaudi, Torino 1989, p. 75 ' E.H. Gombrich, L 'immagine e l'occhio, Einaudi, Torino 1985, p. 245 ' Idem, p. 246 ' R . Dubbi n i, Geografie dello sguardo, Einaudi, Torino 1994, p. 63

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'nii3LIOTllÈQUE PllOTOGRÀPHIQUE.

CYLINDROGRAPHE APPAREIL PANORAMIQUE,

1'.\11

P. MOESSARD, Commandant tlU Génle lmHnlC, atlaché au Senlce Réogl'nph!flOO dc I'Arméo.

PREMIÈRE P ARTill. LE CYLINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE.

GHA!'ItDRE UNIVERSELT.E l'OU!l PORTRAJTS, GROOPES, PAYSAGES ET 'PANORA:\IAS.

PARIS, GA UTHIER-VILLARS ET FILS, IMPRIMEURS-LlBRAIR ES,

'ÉDITRURS DE L,\ B!DLIOTliÙQUE I'lTOTOGRAPIIIQUE:

55, Qun.i des Grands-Augustins. 1889

(Tous ùruiiJtr!S'!n�s.)

AVANT-PROPOS.

pliqués et plus ou moins pratiques; enfìn quelques exemples curieux de� résultats que l'on obtient eu inclinant ou en renversant l'axe de l'apparci!.

Cette première Parti e se termine par la descrip­tion cles divers modèles de cylindrographes.

La seconde Parti e, sous le titre : Le cylindro­graphe topographique, est consacrée aux appli­cations de l'appareil aux levés topographiques et aux mesures de préci'sion en général. Après le­rappel succinct cles princi.pes fondamentaux sur lesquels reposent toutes !es opérations topogra­phiques, et des essais divers qui ont déjàété te"ntés pour appliquer la Photographie à ces opérations, l'auteur signale les inconvénients pratiques que présente, dans cet ordre d'idées, la perspective piane, inconvénients qui disparaissent dès qu'à ce genre dc perspective on suhstitue la perspective cylindrique, telle qne la donne le cylindrographe. Suit la description des dispositifs simples dont l'adjonction suffit à transformer en apparci! de mesure d'une grande précision la chambre décrit� :--� en détail dans la première Partie. La méthode de construction dn canevas d'un levé et de calcul des cotes de proche en proche une fois exposée, on passe à la seconde série de travaux dont se com-

l l i

l

. ! -

AVANT-PROPOS.

Ce peti t Ouvrage est divisé en deux Parties. D�ns la première, intitulée :Le cylindrographe

plwtographique, l'appareil est étudié spéciale­ment au point de vue pittoresque et photogra­phique. C'est là qn'on trouvera exposés le principe théorique sur lequel il est fondé, sa descriptiou détaillée, son mode d'emploi, ]es applications variées auxquelles il se prete selon qu'on veut tirer un panorama complet, une vue d'étendue

' quelconque, d es groupes ou d es portraits séparés; la mesure du temps de pose et la manière de le

· faire varierà volonté en deux points quelconques d\ un mème cliché; la possibilité de réduire la pose

· à une fraction minime de seconde (,:, et au­dessous) pour avoir des instantanées de toutes dimensions, sans rien changer à la chamhre et sans employer d'ohtnrateurs plus ou moins com-

M. - ru PARTlE.

AVAN"T-PRO'POS.

pose tout levé, au relèvement età la mise cn p l ace d es détails; et là encore o n prouve, par la compa­raison de résultats typiques fourois par la Photo-. éaphie piane et par la Photographie cylindriqtie, combien ces derniers sont supérieurs, plus ''rais, plus conformes à l'impression que donne la nature, plus aisés à mettre en ceuvre età interpréter géo­métriquemenl. . La façon de comhiner l es renseignements pbo­

to�ra'phiques avec les croquis pris sur le terrain, de contruler et de compléter les uns par les autres, poor arriver à un levé in·éprocbahle, sert de con­cluslon à l'Ouvrage.

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10 LE CfLTNDROGnAPHE PHOTOGRAPHrQUE.

tilles, telle qo'un objectif photograph.ique, peut,

an point de vue théorique, etre représentée par

une lentille unique, produisant sur !es rayons

lumineux !es memes effets que la combinaison

donnée ( théorie cles lentilles épaisses de Gauss).

Cette lentille sera complètement ùéfinie par ses

Fig. 2.

F'

deux plans focaux principaux F, F' (fig. 2) et

par ses denx points nodanx n et n'.

1° Tout pinceau de rayons para1lèles tomhant

sur une lentille forme son foyer sur le planfocal

principal, et inversement tout pinceau isso d'un

point du plan foca! principal donne naissance

à un faisceau émergent de rayons parallèles.

2° Soient une lentille (fig. 3), OR et O' R' deux

rayons de coorbure parallèles, C le ce n tre optique,

IR' un rayon incident, RE le rayon émergent cor-

·'.

., : ...

, r

LE

CYLINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE.

Le cylindrographe est une chambre photogra­

phiqoe portative qui, mise en station an point O

(fig. 1), donne l'image de tous !es objets situés

Fig. r.

A

dans le secteur AOB, de 170" d'ouverture, de telle

sorte que le panorama complet du poi n t O n'exige

. . que deux clichés (r) et ( 2) égaux et une frac­

tion (3) de 20° de champ environ.

�rincipe de l'instrument. Rappel de quelques propriétés des lentilles

épaisses (fig. 2). - Tonte combinaison de len-

JlfiJNCJPE DE L1

lNSTRU�ENT. H . respondant, parallèle à IH-'; !es deux points n et n'

sontle; points nodattX, dont la position sor l'axe

. ne varie pas tant que l'angle d'incidence d es rayons

l�mineux i1'est pas trop grand. Donc, quaud nn

rayon ·incident passe, réellement ou virtuellement, par le point nodal d'incidence n', le rayon émer-

Fig. 3 ..

gent, auqnel il dQnne naissance, lui est parallèle

et pass�, réellement ou virtnellement, par le point

nodal d'émergence 1!.

3° Tous les objets de la nature compris dans un

angle.An'B (fig. 4), dont le sommet est le point

uodal d'incide·nce d'une lentille nn', donnent nais­

sance à cles images réelles renversées, comprises

dans l'angle anb formé par nb parallèle à Bn1 et

na parallèle à An1; l'image m d'un point quel­

conque M se trom•e sur nm parallèle à Mn1•

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12 LIÌ Cl'LINDROGRAPHE PHOTOGRAPHIQUE. l Donc n est le point de vue de la perspec- ·

ti ve amb; c'est en n qu'il convient d_e pl.acer l'ccir

quand on regarde l'image amb, pour obtenir la

Fig. q.

A

B

restitution parfaite de la nature AMJ3, telle qu'elle apparait du point n'. n et n' son.t !es poin ts de vu� conjugués.

Fig. 5.

T

4" Soient'f'ladistancefocaleprincipalenF= n'F' (fig. 5), D et d les distances MF' et mF qui sé­parent l'objet et so n i m age cles foyers principaux;

14 LE C Y LIND ROGRAPli E PJIOTOGI\APHlQUE.

une surface SS' de forme variable, mais toujours concave par rapport au point n.

Ceci posé, soit nn objectif nn' (fig. 6) à champ limité, An'B: l'image de ce sectenr An'B se formera sur l'arc de cercle ab, de ce n tre n et de rayon 'i'· Si je suppose que cet ohjectif tonrne ho-rizontale!Jlent

autour d'un axe vertical passanl par le poinL n, l'image ab reste immobile, puisque le point de

D

Fig. 6.

E

vue n ne bouge _pas et que, le déplacement de n'

étant n.égligeable par rapport à la distance de<� objets A, B, les rayons }ssus de n ne varient·pas non

·.;

r

. l'RINCIVE DE L1JNSTI\U>IENT. 13 on a la relatiòn fondamentale

Dd=cp'. "' Si clone D=]� x w, on aura d=-'-· l p

j; . ( • -;·· 11 __ '· .. L -y-·· -:'i. /'"

Donc, quand D sera égal à 10 fois, 100 fois la 'distance focale, d sera égal à -fu, à +, de celte m eme distance; et D croissant, d deviendra rapi­dement négligeable, étant donné surtont que l'ob­jectif que l'on emploie aura t�ujours une profou­deur de foyer supérieure à cette petite longueur .

Ain'si, pour 'P= 1 5'm et D= 15m 1 d sera égal à l mm, 5, bien inférieur à la profondeur de foyer

. qui est toujours de 3mm à 4'"'" au moins. Nous admettrons clone, dans tout ce qui va

suivre, que cette distance d est nulle, et que l'image m se forme en F, foyer pri�cipal de l'ob­j ectif.

Pour l es memes raisons, nous pourrons admettre s�ns erreur sensible que l'image d'Lm point T, si l'angle M n'T n'est pas trop grand, se forme en t, tel que nt == nF = 'f'· C�Lte hypothèse est d'au­tant plus proche de la vérité que le lieu cles fo)'ers des. faisceaux de'l·ayons incidents parallèles n'est pas en. réalité une ligne droite, et que le soi-disant plan foca! principal n'est pas un plan, mais bien

PRINC.IPE nR J.'INSTRUAIRNT. jèj plus en direction·. A mcsnee que l'objectif, et pat' cons�quent l'angle dc champ An' B, se déplacc, l es objets situés entre B, C, D, E, . . . vi ennent

· successivement former leur image sur l'are de cercle bcde, image qui reste de meme immo­bile pendant la rotati an; et, quand l'objectif a a'ccompli une demi-révolutio� à peu près, tout ce qui est s·itué dans le demi-tour d'horizon ABCDE � for1';1'\ son image sur abcde et cetle image, toujours immobile, a subsisté d'autant plus long-

� temps que la vitesse dc rolation a été moindre. Si l'on ramènc par un m ouvement inverse l'ob­jectif à so n point de déparl, le m l: me fai t se repro­duira, l'image se formera sur edcba identique­mentla m è me que précédemment, et ceLte seconde impression lumineuse se superposcra exaclement à la première; et cela autant de fois que l'an recommenccra la meme manccuvre .

. Si m�intenaot je suppose enroulée sur le dcmi­cylìndre de révolution de base abccle une pelli-· cule photographique sensible, ces impressions lumineuses eogendreront une fìg·ure qui sera la perspectiPe CJ'lindrique du demi-tour d' hori::,on ABCDE.

;C'est là le principe du cylindrographe.

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16 LE CYLINOROGIL\.PHE JlHOTOGRAPHIQUE.

Description de l'appareil. Le cylindrographe se compose essentiellement

dedeux demi-cercles en bois, égaux et horizontaux, Fig. 7·

le planchei· P ·et le plajond P',

diamètre par nn c ad re verticaJ e n bois G(fig. 7 et 8)..

18. LE C\'LINDROGRAPH& PIIOTOGRAP!IIQUE.

fìxés à diverses hauteurs à l' aide de crans et d'un

verrou d'arret , de façon à décentrer l'image et à

o-agner dn terrain vers le han t ou vers le bas. "

Un ample voile noir opaque, fait d'une double

étoffe caoutchoutée, intercepte le jour entre le

cadre et l'objectif, sans gener les mouvements de

ce dernier .

Pig. g.

En avan t de l'objectif, et monté à frottement

dur età ba'ionnette sur sa monture, s� place llU

tube en laiton p, dit parasoleil, de 4'm à 5'm de ]ono- munì J'une fente dans laqnelle on glisse

" ' . des diaphragmes, dits diaplu·agmes antérieurs,

de forme variée, don t nous étudierons plus loin le

role important (voir p. 23, 3o et 33).

Le chassis porte-pellicule (fig. g) est formé

d'un rectangle en matière élastique, fermé dessus

et dessous par deux rideaux cartonné·!ì, opaques

DESCRIPT10N DE L'

APPAREIL.

·Ces trois pièces, assemblées à charnière, se

replient l'une sur J'alltre pour le tra n sport (fig. 7); ·pour la pose, elles se montent sur un pied de cam­pagne; deux crochets c (fig. 8) les fìxent dans la position voulue; une tringle de laiton t, réunis­s�nt à l'arrière le plafond et le plancher , assure la

· solidité de l'ensemble . L'objectif, suspendu au · centre du cadre, est

porté par un a.xe de rotation vertical R, qui est - actiom;té par une manivelle m horizontale, placée

au-dessus du plafond, munic de deux pinnules verticales donnanL le champ de l'appareil el réunie à l'axe par une charnière. La planchette porte­objectif et l'axe de rotation ne sont reliés que par quatre vis de réglage à Lete carrée, qui per­mettent de faire avancer ou reculer l'objectif sur

l'axe.

Pour tonte positi.on de la manivelle, l'espace cmbrassé en hauteur et en Jargeur par le regard dirigé par ·les deux pinnules représente le secteur An'B(fig. 6), le champ momentané de l'apparci!, c'est-à-dire tonte l'étendue dont l'image se forme à c� t instant. en ab sur la pellicule seosible.

Cet axe et l'objectif qu'il porte peuvent, dans certains modèlcs, è tre mon tés ou descendus et

2.

RÉG(..J\G t1; DU Cl"LINDROGRAPHE. 19 !!L ll e�ibi�s , le rideau de po;e r et le rideau de joftd f;· deux ou trois pièces de laiton mince l maintiennent en dessous l'écartement des deux longs còtés d n rectangle; l es rideaux glissent dans

. d es coulisses pratiquées dans la fa ce interne du ree­. taogle. Un crochet double d, don t l'axe traverse

l.� monture du cbassis, ferme !es deux rideaux enserr:ble.

Le chassis, pour la pose, se loge dans une rai­"bure cop>prise, au bord du plafoncl et du p lancher, entre la bande dc cuivre qui cercle ces deux pièces et un bourrelet en bois intérieur b de t cm de sa lllie, parallèle à celte bande; le hout fermé dtl chassis s'appuic dans un logement pratiqué dans le m0ntant de dro i te dtl cadre; l'extrémité libre du. rideau de pose traverse une fente h pratiquée

dans l'aatre montan t du cadre, et peut étre saisie et tirée du dehors. Dans cetre position, le chassis, sous sa f�rme cylindrique, ferme her rn étiquement la �h ambre ·e n tre le ca d re, le plafond et le plancher.

Réglage du cylindrographe.

Régler le cylindrographe, c'est amener le poi n t

nodal d'émerge�ce de l'objectif sur l'axe de rota-·

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-70-En tenninant, nous émettons un vceu : c'est

que toute photographie porte l'indication de l� distance du point de vue exact ainsi que de la tolérimce relative à la position de l'rei]; ces nombres peuvent etre calculés facilement dans chaque cas par les formules ou les Tableaux ci-dessus. Ce renseignernenl serait précieux, so i t pour l'examen direct du positif, soit pour la détermioalion des erreurs commises et le réla­blissement de la perspective exacte.

FIN.

'• .

--�72-

CHAPITRE III.

Application des principes précédents ·

lJistance Jocale et format .... Tableau.x d,erreurs sur la di.stance.

PnfieS.

fJY 47 5o 52

Tableau. dJallongement et de raccourcissemelli. Tabl(!au, d,erreu.r angu.laire ... ·Moycns de ramener les ne"gatifs et les positifs à 'une

perspective exacte .. Amplirìcalion du clicluL ... A m plification d u posi tif par projection .. Vue au moyen de la ]oupe .....

CHAPITRE IV.

Inftueoce des details et des telotes.

Visibilité des détails. Formation des teintes . . .

InOuence de l'objet .. . lnliuence de l'objec�if.. lnfluence de la surface sensible.: .. Inlluence d� ·la pose et du développemeot ... i.nnuence du tira se du po_sitif. ..

-CONCLUSION • • .

FIN DE LA TA.ULE O:S MA1'iii!RÉS. '

5g 62 63 G3 64 66 67 6g

. -Pfl.tiS.- lmp. Gnuthier-Vlllnrs et fUs, 53, quai ùcs Grnulls··AngusLhis.

+ -:....�;. .;:·.lloi.•·

' '· t· . 11.: ··:·•

TABLE DES MATlÈRES.

PRBFACE,'. ' .... AYANT-PROPUF.

CHAPITRE I.

. -Perspective géométl'ique et restitutìon dans l'espace ·dans le cas d'un objectif simple.

Formation de la f,erspective géome'trique et poi11t de vue exact ... : . . .

Jnconvénients d1une mauvaise position de l'a!il .... 1• Erreur sur la distancc ..

Variation de la distancc de l'objet. . . 12

Variation de la distance du poi n t de vue exact.. 16 Variation de la distance de vision. . . 20 Expression dc l'allongemenl et duraccourcissemeut

prove11ant de l'erreur sur la dista n ce... 21

2• Eneur aogulaire.. 23

· Conditions de la vision dlslin.cle.. 1S Tolérance de position de·l'ceil... 'l"}

CHAPIT RE l I. �erspective géométrique et restitution dans le cas

d'un objectif composé.

Combi.Jtaiso'n convergente à ùnage rcnver!ée . 34 Combinaison con.vergenle à image redres!ée. . 38 Combinaison. convergente-divergente......... /j'l

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L'ULTIMA BUONA AZIONE DELLA FOTOGRAFIA SARA FILIPPIN

Un salvataggio fortuito, e casuale purtroppo, ha

consentito di donare al Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia,

l 'archivio documentale di una poetessa e

tragediografa di origine abruzzese, Fernanda

Regàlia Fassy, vissuta a Treviso per quasi un

ventennio1• Un nome conosciuto qui solo ai

pochi che le furono vicini in quegli ultimi anni

della sua vita passati nella casa-albergo Salce, e

ancora la ricordano: «Gran signora . . . era

bellissima . . . ». Raccontano del "salotto

culturale" dell'istituto di cui era una delle più

vivaci animatrici, e delle frequenti schermaglie

verbali con Gino Cavalieri, che occupava una

stanza attigua alla sua e tentava di imitarne i

modi ricercati e la gestualità, affascinato e

invidioso di lei, che lo sdegnava delusa che «un

uomo di tanto talento avesse atteggiamenti così

rOZZI».

Attrice cinematografica fin dal 1915, poi di

teatro (per citare qualche nome, lavorò con

Ettore Petrolini, Odoardo Spadaro, Ruggero

Ruggeri, Paola Borboni) raccontava di sé­

trasfigurando il ricordo con l 'invenzione

letteraria - che, giovanissima, i genitori vollero

investire sulla sua bellezza per risollevare le sorti

economiche famigliari, e nei giorni di festa, la

agghindavano con gli abiti migliori e la

" esponevano " alla vista dei nobili e facoltosi

ospiti di quella casa, finché non giunse colui che la impalmò con tutta la pompa e la ricchezza che la situazione richiedeva. Frequentatrice quindi dei circoli culturali e mondani, vincitrice di parecchi premi letterari, presente in alcune antologie, i suoi versi furono tradotti in varie lingue, perfino il russo e il greco, ed ebbe pubblicate le sue opere persino ad Haiti. Di lei parlarono i critici allora più noti affiancandola a Saffo, Vittoria Colonna, Gaspara Stampa, Veronica Gambara, ed a Emily Dickinson, alla Woolf, alla Mansfield. I documenti ritrovati, raccolti e ordinati da lei stessa e da un amico devoto, con la cura minuziosa che la nostalgia può a volte suggerire - manoscritti, lettere, traduzioni, una dettagliata rassegna di recensioni letterarie - ci danno una visione, se non dei fermenti poetici più innovativi, di una maniera letteraria vitale ancora negli anni '60 ai '70, che concepiva la poesia e l'arte come "realismo lirico", purificazione, ma non travisamento della realtà; maniera praticata dalla Fassy in forma sintetica e incisiva e, per giudizio unanime, con una qualità tecnica elevata. Boa luminosa di questo salvataggio è stata un piccolo nucleo fotografico che ci ha spinto a curiosare su questa figura misteriosa: alcune stampe positive, un'autochrome e alcuni negativi, tutti ritratti di lei, nonché pochi altri positivi di cerimonie delle quali è stata protagonista. Questi ultimi ( formato 18x24), riguardano avvenimenti degli anni '50 e furono realizzati in parte dalla Publifoto, e in parte da un'altra meno nota Agenzia Bozzato Photo Service di Giulio Salaroli, ambedue di Milano. Anonimi e senza data i quattro negativi (uno di formato 18x24, tre di formato 1 3x18) , tre

Giulio Sa/aro/i Premio Madonnina. Medaglia d'oro a F. Regàlia Fassy. Agenzia Bozzato Photo Service, Milano Stampa positiva. Formato dell'originale: 18x24 cm

1 4

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Mario Castagneri Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy Milano - Formato dell'originale: 1 8x24 cm

dei sei ritratti positivi, e l'autochrome ( 1 3xl8), tutti in ottime condizioni di conservazione e realizzati con grande cura e maestria da uno o più studi fotografici che, a giudicare dagli arredi e dai fondali, dovevano essere rinomati e servire una clientela di alto rango. In due dei negativi e in un bell'ovale virato seppia, lei ritratta a mezzo busto, recita un atteggiamento dolce e remissivo, con un occhio a certe eroine ottocentesche; un terzo negativo - definito "collo Pierrette" in un appunto manoscritto -cura essenzialmente valori formali e luministici; cerimonia d'ambiente in due ritratti positivi a figura intera (di uno è presente anche il negativo) ricchi di mezzi toni, che ci mostrano la Fassy in costume " Stuarda", e con velluti e piume di struzzo, in studi dagli arredi molto raffinati. In un positivo, il fotografo Baccarin? gioca con i riflessi, le sfocature appena accennate, e un effetto di mosso che colloquia con la trasparenza del tulle (suo è

Fot. Baccarini Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy Milano - Formato dell'originale: 18x24 cm

anche uno dei due ritratti precedenti ), e interpreta così l ' impertinenza dello sguardo del suo soggetto. La stampa all'olio firmata da Mario Castagneri è ( naturalmente) sulla scia pittorialista, forse un ritratto in costume di scena, con dei morbidissimi toni bruni. Infine, l'autochrome, uno dei pezzi più interessanti, collocabile cronologicamente verso la metà degli anni dieci. È splendidamente eseguita, cromaticamente molto equilibrata, anche nella resa dell'incarnato, e di ottima trasparenza (qualità non pienamente apprezzabili in stampa). Il tempo di posa non brevissimo ha consigliato l'uso di un sostegno per il braccio, ma ha anche consentito la scelta del leggerissimo effetto di movimento nel tamburello, scelta cosciente che rimanda ad alcuni tentativi delle avanguardie artistiche e fotografiche del periodo. Anche qui si è indotti a pensare ad un ottimo fotografo, un

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provetto "autocromista " . Sfogliando le riviste dell'epoca è facile, infatti, rendersi conto che almeno agli inizi < < • • • ottenere dei buoni resultati diventava proprio un giUoco d'azzardo . . . >> 3• Era fondamentale seguire scrupolosamente le istruzioni fornite dal produttore, determinare con precisione il tempo di posa e la qualità della luce che impressionava la lastra; e ciò richiedeva esperienza e professionalità, pena l'ottenimento di immagini con colori non reali, bluastre, oppure scure e opache. Ci piace chiudere con una citazione di Edoardo Benone di Sambuy, dalla Fotografia Artistica, che evoca tutto il fascino esercitato allora dalle autochromes e insieme anche un gusto e un ambiente che ci pare di avere intravisto tra i vecchi fogli e le splendide fotografie della Fassy: « . . . car, en y voyant le vrai avec ses couleurs, nos prétentions augmentent, et nous en exigeons davantage. L'on agit de meme avec une ma!tresse dès qu'elle vous accorde quelques petites faveurs: cela rentre dans la nature humaine»4• •

Note

' Fernanda Regàlia Fassy, al secolo Fernanda Pollonara, era nata a Roma, da famiglia abruzzese, i l 27.09.1898; morì a Treviso il 25.06. 1991. 2 Si tratta, molto plausibilmente, dello stesso Baccarini, milanese, che due decenni dopo illustrerà, con Vender, Veronesi e Galimberti, il libro di Altredo Ornano Il ritratto in fotografia, Milano, Poligono, 1 945. 3 H. Kiihn, Appunti sulla tecnica del processo autocromo, in Bullettino della Società Fotografica Italiana, Anno 1 907, pag. 3 6 1 . ' E. d e Sambuy, Notes sur l'usage des plaques autochromes, in La Fotografia Artistica, n. l, Anno 1 908, pag. 8.

1 7

Autore non indicato Ritratto di Fernanda Regàlia Fassy

(detto "collo Pierrette") Inversione digitale da negativo su vetro

Formato dell'originale: 1 3x18 cm

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UN LIBRO, UN FOTOGRAFO PIETRO BETETTO

PIETRO BETETTO ( 1871-1942)

FOTOGRAFO A SALZANO

A cura di: Quirino Bortolato, Fabrizio Masiero, I vane Venturini Introduzione di Itala Zannier Elaborati grafici di Nicola Barbiera Amministrazione Comunale di Salzano - 2002

Il "potentissimo" Pietro Betetto, come si definisce

ironicamente in uno dei suoi autoritratti, si sarebbe

certamente compiaciuto di essere il protagonista di

una pubblicazione che a Salzano (Venezia) è stata

dedicata alle sue fotografie, scattate fra il 1907 ed il

1909. Il suo carattere esuberante, unito ad una

robusta dose di semplicità, ne avevano fatto uno dei

personaggi più conosciuti e rispettati in un paese di

campagna come tanti altri, dove ogni novità era

accolta con un misto di mistero, stupore e sospetto.

Sta di fatto che il nostro simpatico personaggio,

il " Si6r Pièro" per antonomasia, grazie alle

discrete disponibilità economiche derivanti dalle

rendite di vasti terreni ed alla sua cultura

superiore alla media, poteva esibire con orgoglio

il magico fonografo, il pianoforte, il violoncello,

la moto veloce e scintillante, l 'esotico cavallo

turco, il ricercato abbigliamento da caccia e,

come se tutto ciò non bastasse . . . l 'ultima

stupefacente meraviglia della tecnica: la

macchina fotografica ! Manovrando con sapiente

cognizione la sua Kodak Brownie n. 2, prima

vera macchina fotografica "popolare", Pietro Betetto si rendeva conto di suscitare il massimo dello stupore e della curiosità nei tanti compaesani che egli non si limitava solo a ritrarre, ma induceva anche ad improvvisare spettacolari scene di delitti, o improbabili navigazioni con la "mastela sotospina" durante una inondazione. Circa settanta fotografie di Pietro Betetto, complete di didascalie autografe, sono state recuperare a Salzano grazie alla disponibilità di molte persone, consentendo così la pubblicazione di un libro che risulta molto gradevole da sfogliare ed altrettanto interessante dal punto di vista storico per la grande quantità di informazioni che uno sguardo attento può cogliere nelle vive immagini o fra le annotazioni dell'autore. Pietro Betetto ci presenta così lo "storico paese di Salzano" proponendo i luoghi ed i personaggi che un secolo fa caratterizzavano la vita dei nostri nonni: la grande filanda degli ebrei Romanin Jacur voluta anche dal vecchio parroco di Salzano don Giuseppe Sarto, il papa Pio X regnante proprio negli anni di cui stiamo scrivendo, la benedizione delle case da parte del parroco mons. Eugenio Bacchion, la "celebre" sagra di san Bartolomeo con l'unica giosu·a e le

1 8

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tipiche bancarelle, gli edifici più importanti del paese, i primi treni sulla linea della Valsugana in costruzione. . . Dimostrando una vera attitudine documentarista, il nostro fotoamatore salzanese provvedeva scrupolosamente a corredare le sue foto con didascalie molto dettagliate, fino ad indicare l'ora dello scatto con la precisione di Lm quarto d'ora. n suo modo di descrivere le immagini è il vero ritratto del fotografo stesso, lasciando trasparire allo stesso tempo ironia e cultura, autocompiacimento ed autentico amore per il proprio paese. n libro, pubblicato nell'ambito delle attività dell'Associazione Culturale

1 9

La copertina del volume dedicato a Pietro Betetto

"Tempo e Memoria", contiene alcuni saggi introduttivi ed ampie note storiche a cura di Quirino Bortolato, Fabrizio Masiero ed lvone Venturini, con una ricostruzione grafica del centro storico di Salzano agli inizi del '900 preparata da Nicola Barbiera. n successo di questa operazione culturale a Salzano conferma l'interesse attuale del pubblico per le immagini d'epoca, ma testimonia anche l'attrazione esercitata da un personaggio intelligente e bizzarro allo stesso tempo che ha voluto !asciarci le migliori testimonianze del "bel tempo perduto" . . . •

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Jl - � o -z.z J. d e- 1\ a. n\. -a. > 5 c r i a d�1 5 i �n . f1 ct ro }etett .o _co l b tt o l , eh\. be.. v o n o n�11 a, V a f C.l. . }a �in,�1 ra. a: _J. e ttra: t1c.tt

.)ca.1c1\o l 1 rma Lacàu:Ua ) n1 4.l'� h � r1 \ a. O r'\ l , _�nfe.. . ; n l (1 _ 1 - - · - - �- Sé -2 .<"" ,. et _, -i 4 l') i ' _

20

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L i non l : l z :o :w :l<i. '2.7, :!8 ot t ul ,n • l ! . O i a Salzano, r i petizione, m a

t d t't krrd > i lc c j ) i i l l u u pl d<' l l a receule ·1 6 - 1 7 mnggio t !}O:J. I � ' aia dd pa l a zzo de l � i g 1 1 o t· P ic l ro llelc l lo inondata . Un a mastela sollospi­u a -;c r v • al t ra�iwrlo de l le p rso u e. 27 olt . '1 907, fra le 10 c 1 1 au.

2 1

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D ON FRANCESCO PASCOTTO FOTOGRAFO PAOLO ZOVATTO

Come fotografo don Francesco era un

autodidatta, aveva coltivato da sé questa

passione e aveva immesso in essa il suo genio di

inventore, di costruttore di congegni, elettrici o

meccanici che fossero . Questa competenza era

nota alle autorità ecclesiastiche, ed era

apprezzata se nel 1928 il vescovo della diocesi di

Concordia si rivolse a lui per un incarico

importante, lungo e oneroso: fotografare tutte le

opere d'arte della diocesi.

Questo lavoro era stato ordinato "Per obbedire

alle disposizioni della Santa Sede e del Concilio

Provinciale del Veneto . . . " affinché "con la

massima possibile sollecitudine si dia opera alla

compilazione dei cataloghi e alle fotografie di

tutte le opere d'arte, nelle singole chiese, per il

Museo Diocesano. Le spese necessarie all'uopo

sono obbligatoriamente a carico delle

Fabbricerie" ; così decretava la curia vescovile .

Pertanto veniva comunicato ai reverendi parroci

di "Preparare tutti gli oggetti quali che possano

essere - che meritino di essere elencati" .

Lo scopo era evidentemente quello di

inventariare il patrimonio artistico ecclesiastico

al fine della sua valorizzazione e conservazione,

è quasi impossibile recuperare un'opera sottratta

ad una chiesa se non esiste una documentazione

fotografica di quell'opera, così come è difficile

accedere ai beni artistici da parte di appassionati

e studiosi in mancanza di un archivio o di una

banca dati disponibili. Solo a partire dagli anni '70 e ' 80

anche lo Stato italiano e le Regioni hanno istituito Uffici di catalogazione e restauro. Poche diocesi diedero seguito alle disposizioni canoniche: era un lavoro enorme, richiedeva personale, competente e mezzi finanziari, oltre che tanto tempo. Tra queste vi fu la diocesi di Concordia, ma solo perché qui c'era una figura del calibro e della competenza di don Francesco Pascotto, il quale svolse in cinque anni il lavoro e se ne assunse anche il peso economico, infatti, nonostante il decreto del Vescovo in forza del quale avrebbero dovuto essere le singole parrocchie a sostenere la spesa, queste a quei tempi erano in maggioranza povere parrocchie di montagna o eli campagna, per cui solo in parte pervenne un contributo. Dall'archivio diocesano risulta una lettera scritta dal Vescovo ai Fabbriceri in cui si scrive "Il lavoro del Reverendo Pascotto, a giudizio di tutti, è riuscito perfetto quanto umanamente era possibile ottenere. Don Pascotto vi ha lavorato con il miglior senso d'arte, con zelo. Vi ha speso anche, e tanto. Ora è doveroso non

Maniago, porta centrale e rosone

22 Gaio (Spilimbergo) Pilacorte

Porta centrale

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Porcia Chiesa parrocchiale: dettaglio della cantoria, '400-'500

ricompensarlo del lavoro fatto - buono com'è ha fatto per il decoro della Diocesi, per la maggior gloria di Dio - ma risarcirlo almeno delle spese" . n Pascotto, in obbedienza al vescovo, diede inizio al compito affidatogli, lo portò a termine senza rientrare delle spese sostenute, con delle attrezzature che si era costruito (acquistava solo gli obiettivi e i vetrini per i negativi), con l'aiuto di un giovane che in cambio imparò dal fotografo i rudimenti dell'arte fotografica e dell'ottica ed ebbe come liquidazione le apparecchiature usate. Questo giovane si chiamava Enea Carniello e, finito il lungo stage con don Francesco, aveva imparato tanto da aprire un rinomato negozio di ottico e fotografo in quel di Sacile. A bordo della Fiat 509 di colore blu, stipata di attrezzature: una gigantesca macchina fotografica, il treppiedi, le scatole con le lastre sensibili, i sali per sviluppare e fissare le lastre e le foto, le bacinelle per gli sviluppi, i fissaggi e i lavaggi dei negativi e delle stampe e le apparecchiature per stampare a contatto e per gli ingrandimenti, don Francesco e il suo assistente percorsero in lungo e in largo la diocesi per più di due anni, lavorando dal lunedì al sabato. Si era costruito anche l'impianto per l'illuminazione a luce naturale, convogliando la

luce del sole nella camera oscura per mezzo di un tubo di legno, cosicché per poter stampare e fare gli ingrandimenti doveva lavorare solo nelle giornate di sole. Gli interni delle chiese erano ripresi di sera per evitare effetti di controluce con conseguente allungamento dei tempi di posa, che potevano arrivare a una o due ore. Finita la ripresa effettuava subito lo sviluppo e se il risultato non lo soddisfaceva ripeteva la posa. Quando il cattivo tempo non consentiva le riprese esterne era necessario ritornare successivamente nello stesso posto. A conclusione di questa fase del lavoro vennero selezionati ben 2500

negativi, di tre formati diversi, a seconda dell'ampiezza del soggetto: vi erano lastre di cm 1 8x24, di cm 13x18 e di cm 10x15. Furono stampate in triplice copia nei formati 24x30 o 30x40, le fotografie furono suddivise per parrocchia ed incollate in grossi album, realizzati dallo stesso Pascotto e utilizzando colla fatta in casa con la farina di frumento, e corredate ognuna di una didascalia appropriata, infine pressati con una pressa (naturalmente costruita dall'industrioso sacerdote). Questa parte del lavoro fu realizzata anche con l'aiuto dei giovani della parrocchia, tra cui i seminaristi Paolo, Lino, Osvaldo e Marco, che scrissero a macchina le note esplicative alle foto. n tutto si protrasse per tre anni, sicché nel 1933 il Pascotto poteva completare il

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poderoso lavoro e consegnare al vescovo e alle parrocchie le riproduzioni fotografiche delle migliaia di quadri, statue, pale, bassorilievi, paramenti, argenterie, affreschi e chiese della diocesi di Concordia. Le parrocchie furono invitate a ritirare gli album particolari presso dei recapiti prefissati e a versare la quota prevista, ma, nonostante le dilazioni accordate e i solleciti inviati dalla Commissione Diocesana d'Arte Sacra, non tutte le chiese ritirarono gli album e tra quelle che lo fecero non tutte poi pagarono. I negativi furono per lungo tempo conservati dal fratello di don Francesco, Giacomo, la cui famiglia poi li donò all'archivio diocesano, dove si trovano tuttora insieme agli album fotografici. Una preziosa testimonianza di questa esperienza la dobbiamo all'unico protagonista ancora in vita di quella straordinaria avventura: il giovane assistente di allora, Enea Carniello, aveva 16 anni quando intraprese questa collaborazione e la terminò quando ne aveva 21 ed era pronto per la chiamata alle armi: "Ho imparato tante cose che mi sono servite per la vita e ho sempre avuto la convinzione di aver contribuito con don Francesco ad un servizio prezioso per la cultura e per l'arte e la loro salvaguardia". È singolare che di tutte le chiese immortalate dal Pascotto, non vi fosse proprio la piccola chiesa di Loncon, non esiste una documentazione fotografica né degli esterni né degli interni della "sua" chiesa, l'unica foto scattata in quei tempi ritrae il gruppo dell'Azione Cattolica con lo stesso don Francesco. Successivamente, quando entrò a far parte dei Padri Sacramentini, usò assai raramente la macchina fotografica, tuttavia non tralasciò di esprimere il suo genio inventivo, allorché si trattava di realizzare qualche opera utile alla Congregazione. Per il Seminario dei Sacramentini di S. Benedetto del Tronto, dove rimase per alcuni anni, Padre Pascotto progettò e realizzò personalmente un grande orologio che scandiva con segnali acustici diversi i vari momenti della giornata della comunità, funzionante elettricamente e a batteria. "Un'opera molto ammirata e studiata" . Un'altra conferma della genialità e dell'intelligenza di questo personaggio straordinario. •

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Aviano Battistero del '500

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UN PREMIO IN MEMORIA DI PAOLO CONSTANTINI

All'Università " Cà Foscari" di Venezia, un Premio per una Tesi di Laurea sulla Fotografia Italiana. Anche quest'anno è stato assegnato il Premio per una tesi di Laurea in Fotografia, valuto e sovvenzionato dalla Signora Susannah Wilshire­Torem, americana a Parigi, grande fotografa di moda negli Anni Quaranta­Cinquanta. Susannah ama Venezia e la Fotografia, e da alcuni anni ha promosso un Premio per una Tesi su questa disciplina all'Università di Venezia, dedicandolo al compianto Paolo Costantini, indimenticabile ed insostituibile studioso di rilievo internazianale. Quest'anno il Premio è stato assegnato alla dottoressa Beatrice Rossetto, che è anche collaboratrice di "Fotostorica ", per una tesi dal titolo: "Alois B eer, attività di un fotografo austriaco, nella seconda metà dell'800", relatore il pro(. /taio Zannier, correlatore il pro(. Nico Stringa; la tesi è stata valutata dalla Commissione con punti 1 1 O su 1 1 O e l'aggiunta della Lode. Nel dare questa notizia (ma è una informazione importante perché si tratta della prima attribuzione in Italia di un Premio per una Tesi sulla Fotografia, che a Venezia è alla sua terza edizione), si coglie l'occasione per pubblicare ["'ultima", struggente lettera di Paolo Costantini, inviata a ltalo Zannier 1'1 1 luglio 1 99 7. •

Paolo Costantini 'Venezia 'lr +39·41·522 8328 a\11 1/7/97 012: 16 [';1 /2

C aro !taio,

sono ormai a f',� i lano d a p i ù d i ur1 a d e ci n a d i gi orni, e p rovo a ved e re se si p ll Ò comLt n icare via fax, d ato che i l fi ato r icominc ia solo Lln p o'· alla volta a tornare .. .

D op o l'a p e rtu ra d e lla B i e nnale, e d op o che d siamo visti al wnvegno su Se lvati co, h o avuto u. n p eggi orame nbJ d e lla situ azione, p i uttosto rap id o, d ovu.to a p rob l e m i d i resp i razi one. P are che la m alattia eserciti u. n a pressi one sul cuore, i m p ed e nd ogli d i espa nd e rsi com e d ovllto. I l cuore eh e n e l fratte m p o, m iste ri d e l corpo u m an o, s i e ad attato a u.n a n u.ova sed e . S e l'azione d e i farm aci fLt nzi ona, il cLt ore si m L1.ove l i b e ram e nte, altr i m e nt i su b e ntrano 'l lleste d ifficolta d i ti p o " m e ccan i c o " . S i am o allora ven uti- a M i la n o, d ove h an n o d e ciso a l w n e mcx:l ifi che ai m i e i trattam e nti, e soprattutto d i te n e rm i sotto controllo.

In rPalta.mLp..ar.e...ar.a..d.Lstare w glia, rp1 e sti ultimi giowi la ce.spJr.azi.one....e...aru movimenti com inc iano a m igliorare; ho fatto d e lle appl i t:azioni d i rad i oterap i a, ch e contin u. e ra pe r Lt rl p o', sab1o com p l i cazi on i P e r i l m om e nto va b e n e e asp etti amo. L a cosa p are lun:;a.

rl osa t se m p re in su. p e r m ovi m e nt1J (tra Ve n ezia, f'll i lan o e ora gli esami p e r l 'Un iversita a Torin o) e su p e r affann no. S i e sobb arcata tutta la p re p araz ione d e i p acchi p e r i concorsi, d.bitntaild 1). letter.alme nte m atta pe r. le m i e e su. e f.ot1)copJe e /1).p.u .. bblicazioni. etc.E

----rt,eTaTrrP.nteo::..au:..ta; e po.rt10ppo; data la :..ituoziurre;-rrorrpu:...:..o e.:...:..er e d i neS!-atramto. Spero d i ri p re nd e rm i in fretta e p rovare a p e nsare a q Lt alche giorno d i b e n ed etta vacanza ... (termine orm ai q u asi d e l tLttto p rivo d i signifi cat1) per n oi).

l miei m e d ic i se m b rano fid ll ci osi, e soggettivame nte le cose van n o rnigliorand o. App roffittero p e r leggere, ri p osare, e cercare d i ri p re nd e re un po' d i peso.

l p acch i p e r i concorsi son o stati comu. n q u. e i nv i at i ; q u. and o r ie ntrero a Venezia, oltre alla fanwsa cena che ab b i amo i n sosp eso d a t e m p o, le ch ied e ro q u. alch e consigli o su. lle eventu.ali "strategi e " d a add .ottare (come se nto d ire d a con c1xrenti d egli altri raggru p p amenti, spec ie q u e llo d i storia d e ll' arch itettu. ra i ntorn o al q u ale p are d sia nwlta tension e, a Ve neLi a wm e altrove) ; a ch i m and are i titoli, chi contattare d i retta m ente, ch e cosa aggiunge re d i q u e llo fatto d opo, etc. N e i giorni d i B i e n n ale h o conosciu.to rapid amente, grazie a Spezzaferro, la f'.� essi n a e la Bord in i . M i p are d i cap i r e ch e ci sia tem p o, anche se forse sara m eglio mettersi i n contatto su.b ito, o com u n q u e d op o l ' estate?

S p t ro du: ... ne.l.fratt.tmp.o..a.bb.ia..a:o.w�it.te.ll .catalog:o diJ!.'..ar.gl:u:Ul..-.(attr=t.t=---------·

R o b e rta L 1)mb ard o d e ll 'Uffi cio Stam p a? l) i n caso d a f'M: scola d i rettam e nte d all'Assessorato d i Mestre) . Da i comm enti se ntiti, tra i giovan i i lavori d i C am pigotto e Zanta sono m olto a p p rezzati, sop rattutto d a molti stran i e ri . Du.e o tre ameri can i, collezi onisti a n c h e i m p ,)rtanti, h an n o p e rsi n 1) gia acqu istati) fotografi e d i C am p ig1)tt•' viste in nwstra!

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Lo sp azi o d e lla m ostra p u rtropp o e p iuttosto i nf e li ce e trop p a costretta (e camb i ato rip etute volte fìtw a d LI. e gi orn i p ri m a p e r rid u rsì alla fi ne d rasticame nte risp etto alle p romesse in iziali ..• ), ma si amo alle solite n e i wnfwnti d e lla fotografia risp etto al gigantism o (u.n p o' gratll. ito) d e lla m o...<;tra d i O p p en h e im, al q t�. ale (e a C e lant) il C am u ne n on h a n egato rmlla, anzi. P e r non p arlare p oi d ei p mb le m i d ì com tt n ìca.zìon e e q u e lli d ei trasp orti (vap oretti, segn aletka), a d egli ìsterismì d e ll ' u. lt irn o rnorm nto d e ì fotografi itali ani (alcuni, i n re alta alq u anto d e lu d e n ti) ...

[1,\ i p i ace reb b e sap e re la su a op i n ion e . l p are ri, a p artire d a qu e lli d i ft,\ a_:,simo [ acci ari, SLI. q u esto d ' accord o con f�\ossetto, sembrano com u n q u e m olto p ositivi, an che a q Ll anto mi d i ce M .e scola. V ed �e m O-se il p.wgetto-d dl'A�·�hi•�o- j)')t�a. a11d.ar.e aJtantir ch-e sar.e bb.e la Gl)Sa p.ili, im p ortante, al d ì la d e lle m ostre fatte all ' u ltim a) m ome nto.

Ho ri cew.to u n m e.:.saggio d a .Ste p h en S h ore, Ga)ntentì.:.sìm o d ì ven ire a lavorare an CI)ra in Italia n e l worksh op sp i l i rn b e rgh ese con G u ìd a) d ì fi n e m ese. S p e ro p roprio d i p oterla) i n contrare. A Spi li m b ergo si p otre b b e w svi lt�.p p are b e n e q t1. estì p rogetti e far arrivare au.torì d i q u esto ti p o: che p rospe ttive ci son o'? Le p ote nzi alita sono se mp re i m rrwtate, e sono molte, anch e p e rch� mi pare non accad a n u lla i t1 giro. I m p ortante, p roprio p e r q u esto, sareb b e p rovare a d are Ll. na forma p i ù d efinita al Craf, ai rapporti con l'U niversitiì., e a i vari p rogetti a cui p otre b b e fare rife r ime nto, con conti rw.itiì., a n ch e a livello e tt rope a. In Italia contirlll.a a mancare Ltn v e ra p u nto d i rife rim e nto; S p i li m b e rgo, carne d 'altrond e p e nsiam o d a te m p o, sare b b e p e rfetto. E' u n p e ccato che p a.:.sino gli ann i ...

N e l caso, p u o mand arm i fax a Venezi a, che in q u alch e m od o mi ve ngono re cap i tati q u i a P.\ilano. Alm e n o fin che non ri p re nd o fiato p e r q ualch e chì acche rata.

Un caro saluto a L aura t: a p resto.

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UN INEDITO PER " FOTOSTORICA "

Autore non indicato Sul tetto di una casa, si fotografa il padre di Maurice Bucquet padre del futuro presidente del Photo-Ciub de Paris Parigi, 1860 ca. (Coli. Olatiz, Parigi)

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0LATIZ AL METROPOLITAN DI NEW Y ORK ITALO ZANNIER

Alfred Stieglitz soffrì assai per la delusione,

quando la nuova direzione del Metropolitan

Museum of Art di New York, rifiutò di

accogliere e di esporre, com'era stato

promesso, però solo verbalmente, le

fotografie della sua collezione, che

comprendeva i capolavori del " Photo

Secession " ( " La N uova Scuola Americana " ) ,

rientrati in America, dopo l 'Esposizione di

Torino del 1902.

La Collezione di Stieglitz aveva ricevuto a

Torino ben cinque diplomi d 'onore, due

medaglie d 'oro, quattro d 'argento , otto

segnalazioni; un grande

successo, ma nel frattempo il generale Di

Cesnola, direttore de l Metropolitan

scomparve e il successore non accettò subito

l ' acquisizione, che avvenne però nel 19 1 1,

con 4 18 stampe datate 1894 - 19 1 1 (cfr P.

Costantini, L'Esposizione Internazionale di

fotografia artistica, in AA. VV. , Torino 1902 .

Le Arti Decorative Internazionali dei Nuovo

Secolo, Fabbri , Milano 1994) .

Questo patrimonio è tuttora il fiore

all ' occhiello dell 'Archivio fotografico del

Metropolitan che comprende inoltre , tra i

molti incunaboli , l 'Album di disegni

fotogenici " The Bertoloni Album" ( 1839-

1840), un insieme di fotografie inviate da

Talbot in altra copia, anche a Giambattista

Amici di Modena, e tuttora conservate alla Biblioteca Estense di Modena, già oggetto di uno studio di Italo Zannier e di un catalogo edito da Lanfranco Colombo. Louis Olatiz è stato accolto con gentilezza, e assistito durante la permanenza, dalla curatrice Nora Kennedy e da Mia Fineman, Research Associate del Department of Photographs, giunto a New York per esaminare gl i originali fotografici conservati al Museo, specialmente quelli di autore o di soggetto italiano . Le sorprese sono state molte; innanzitutto la serie d i venticinque carte salate da calotipo, de l fotografo Luigi Pesce, eseguite in Persia e in particolare a Teheran tra il 1 85 8 e il l 859 . Immagini di grande bellezza, non soltanto iconografica e documentaria, che sollecitano l 'avvio di uno studio approfondito su questo autore, invece poco conosciuto in Italia. Lo storico francese, in visita all 'Archivio anche su indicazione di " Fotostorica" , ha inoltre esaminato i l singolare Album, "Vedute di Pola. Con Oggetti dell 'I .R. Marina" di Luigi Mioni, fotografo (e farmacista) di origine friulana, eseguito nel 1 8 80 ca. Il padovano Giacomo Caneva, è presente con quattro stampe salate, di grande freschezza, tutte di soggetto romano, che si trovano collocate accanto ad una serie di altre ca lotipie eseguite a Roma, però di autore sconosciuto, che meritereb bero a loro volta uno studio e una ricerca; si tratta forse di Calvert-Jones, o di altro fotografo-archeologo inglese, ma è un'illazione. Antonio Beato viene elencato anche in questa collezione, tra gli " italiani " , ma in effetti ( come i fratelli Felix e Maria Matilde) proveniva probabilmente da Corfu o da qualche altra isola con sopravvivenze "venezian e " . Altri italiani presenti, tra i fotografi dei X I X secolo: Guigoni & Bossi, Alinari, Duroni & Murer, Floriani, lnterguglielmi, Paolo Lombardi, Giovanni Morotti ( 1 8 6 0 ) , Giulio Rossi, Carlo Ponti, Carlo Naya. Vanno aggiunti gli autori stranieri in Italia, da Bernoud a Frith, da Braun a Mayer & Person, ecc ., ma spesso si tratta di raccolte spurie. Eccezionale una "piccola " fotografia origina le del Conte Primoli, " Campagna romana " , del 1 8 89 . Olatiz, prima di lasciare l e accoglienti e attrezzate stanze dell 'Archivio del Metropolitan, ha chiesto di vedere una fotodinamica conservata nel settore contemporaneo, " Cambio di posizione" del 1 9 1 1 ; una rarissima stampa a ll 'albumina, di formato 20x25 cm

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FURTHER READING

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The Mc:tropoliran Mus.:um rhanks The Andrc:w W. Mdlon Foundarion and the Sherman Fairchild foundarion, lnc, for their generous suppon of phorograph conscrvation at:tivities.

The Mu�um·s rollectlon of photographs :md rhe holdings of rhe joyçe F. Menschd Pilmogmphy Library are a vai/ab/e ro studems, researt:hers, :tnd scholan in thc Study Room for Phmogrnphs. Cali {212) 650·2113 to schedule an .:tppointmem. Youcan also visi t us online a t WWW m«musrum orp, This brochure is rTUde possible rhrough rhe generou.s support of the Henry NW Found;uion, l ne.

CONSERVATION RESOURCES

Amcric:tO lnstirute for Conservatinn of Hisroric and Ani�u: Wnrks (AIC). Narional membenhip organizarion of conservarion professionals providing publicarions and a referro! service. AJC, 11li K Srreet NW, Suire 200, Washingwn, D.C. 20006 Tcl. 1202) 451-9545; fax: (101) 452·9328; info@ajç.fajçorr· � lmage Perm11nence instirute {11.'1}. World's largesr independent, nonprofit resenro.:h labor:nory dc:voted ro photograph prt'Sen'Dtion. lP!, Rochesrer lnsrirure of Technology, 70 Lomb Memoria l Drive,

Rochesrcr, NY 14623·5604 Tel. !716) 475·5199; fxc 1716) 475-nJo;

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in••� �'='"" H•ll :So.t'll•><ll, 110�-tFOJ md Rnbm A<bmwa •Bntull, JjlJ-11��; '1-!J� .. twd . .IJ.v<.. lt'•,JI•I. f'""/'1- {r. c.......,... �.w r .. , &,m....., <>fll:t'l.etlb FrY: �rQlk,.. o.J<u,J� u. l«S. �ln:d l"'f'<' l""" ,,..,.,. (l-lpu ...,_.,.,e TI\t- Ruhtl c.Jtc..�� ... rutdu ... . W T<TI<t'h>ijm<>odn......... ti. I.C'<'onJ lA. .\.n...... Wolb� L•h,, l'f'I"'IIW"'lU.Hi

-�le:n�Wlc.-� t.\mcr..-..... """' �IDI-1�82\ G,.,...,po>(l!m.,..OII�.:< olrl>t1J:'""H""'"'- H.,.• o/ ltolvrr t:. lo.o•>l<utlO.u- !8�l \l"'- •il>ot P<"" fr<>ttl �""" -�nw .\. Hr-•tt \brn< f'un;fl.,.,. f<lftli. \Uno<>< t'btjpo�.,,n..q_;, !1U t!:IU.i1116..l! IT".Jion f.....,.IA�ncnc-..,. 1'103·1'-st. C.....t llon4 u,......,., ..,.,...on,.w., t-I>U>u, I'.IH filn,n'lt'UW. il'�!l<CI' EnMNd!""'• 1"-1 i l"'*",l.$�.1>-U•;pi.n-><t .d•·cr ,vtM m.t.tl •l'o. MCOI<>� �!...,. ,........ • .-Iw� Uboto.nlt'"'b

l'•nl ÙIJ(t'� Jr. · �PlellUII. IS'It-1'1'')' n... C: .. I fH nrud:m. "-l. J9l9 C.or1"" 1""'!- Fll<dMO(I)f�Lu!l<ct>on. t..uurl>ortl \l"""' '""'l'·""'.u>J JulmC. W...J.ld� J,�-,191!:'-IIOO.l'J

\m� w�•llwnllcnn �"' T�!lwjflttlu.h. l�·t•-· _.,od �><<>lu.o llntl>l;'lfWI Ou!do, iflll-1��81 Jh.�bU/Jw-. Ul�h 'i..ohcJ I"J'<"F'"U"I,_,I"•I"'r

""'t'"'o. r .. m...n r., .... c,...,J»>I. �

The Merropo!itan Museum of An 1000 Fifth Avcnue Ncw York, NY 10028

ca. , proveniente da un collezionista americano; in Italia è particamente impossibile avere una simile occasione. Olatiz ha suggerito alla Conservatrice di aggiungere a l nome Anton Giulio, anche quello del fratello Arturo, con il quale vennero realizzate le storiche fotodinamiche ( anzi, il " fotografo" fu proprio Arturo, mentre Anton Giulio, come si sa, fu l ' ideologo; ma è dall 'insieme che nacque il fotodi namismo) . I l Metropolitan conta naturàlmente anche su un laboratorio di restauro, del quale si occupa in particalare Nora Kennedy; pubblichiamo in formato ridotto, i l pieghevole di presentazione. •

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P H O T O G R A P H Y:

P R O C E S S E S

P R E S E RVAT I O N

C O N S E RVAT I O N

T H E M E T R O P O L I TA N M U S E U M O F A R T

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I•HCYJ OG!(.\I'H CO:'\'II·.R\ATIO:'\ .'\1 T li E \!f-TROPOI n Ai' .\·I L � E t .\t Of -\R l

Photosraphs, whlch hav�r for 160 ytaD so maJia!ly r«<«<� our worK!, are dcltate obt«H, aub)CCt tO handh"' dlm.�gc, efll"ltOn­mcnral dcgradaoon, and fla•-s-in thcir own chetnmr)'. Anyonc 'A-bo hu pullcd 1 famaly pboto album or box of �pshoa ftom a dusty anic or a damp bascmcnt is likt:l)· co ha� found ladcd IJJlaJn, washcd-out color prinu, 01" pcures fraycd, I:!Mt, :scntchcd, rom, suincd from ape 01" J,luc, or C'\"Ctl milckwcd. Bcausc fine an phorop'l.phs are abo Sl.lb,ea tO thew ills, Tbc Muropolitan Museum of An ha.s esublishecl a S'l:ate-of·thC·lln faci liry cfcv.otN ro rbc cxamin.aoon, an.Jiysn, prncrvanon, and trc::uJMnl of irs phc:xosraphic collcmon, onc of thc finnt in thc world. Tbc nn>.· cigh1 thousand-squarc·foor Shcrman Fa.ircl\il d Ctnttt fot '\l'orks on Proper and Phe�:�pb Conscrvarion includes a darkroom, cbnn.IStt� laboratof)", phomsraphic documcmarion and infran=d-camen room, miaoscopy b.bontory, I'ICUum tabln, ueatmcnt Jinlu, and tcchnical insa-umenauon for dlarcd usc by papcr and phoroçaph comtn'ators u wd\ as a libraf1·, semiru�r room, and rnafrinl and framil'l& snMbo. Hcrc, phorosraph consernton care for rhc MUlCUm's phorograpiUc hokbnp, undcnakc racarch, duscmmatc informarion, m-in fururc conservauxs, and aclvana: thc fidd of photopaph con�ervation.

Spcdalisrs in corucrvanon, Kimtc, an hist�; 1nd re!at«i ftelds collaborare 10 achle\'C: a fullcr undcnundina of thc compluit) and bcaury of the: works of an in rhrir cart. and to prescn•c thcm for fu�rt �nrions.

Pbotosnph conseTVJton not on!y rrcat da� �od dercnOfllrrd worb but aho cxanunc:, doc:umcm, ancl analyu rMm, m:ommcnd propcr stonae and bouJin& and momwr cm'UOJUIICflta! condirions, such u ll&hr, tcmpcrarurc, rtlarivc humidit); and arr qu.1lrry, rhar .1ffcct thc hcalrb of thc co.Uc«ion.

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mamt.1ins an onaoms pf'Oil'lll'l o! intcmslups, ft.llowships, •nd special prGJ«tS for srudcna and nCMCC conscrvaron from .11'0\lD<I !be warld. Thr Ccnter •Iso hosu confuencn, worksbopi, ancl t�ining SCUIO!l$ in which professiona.ls in �latcd fidds can

uchangc infonnation, praent resrarch, and funbt.r the under­.mrnding of rhe manr issua invoh-cd tn prcKfVIUon .

I'RJNCli'Al I'HOTO G R A P H I C I'ROCESSES, ARRANGEO CHRONOLOGIC ALLY

.. .,..,_ . ......, ,_.. Dagut:rrtOl}� Ont-of..a-kind pbotognph on 1 highty polishe<.l, silvtr-p.latcd shcct o! coppa; dcvclopcd ovcr mcrcury fumes. Ch:atll.."'ltri:tm by a mirrorlikc surfacc and anoni1hing deuiL Thc first pho10grap!Uc proc:ess Ul'c:aled 10 the public, in 1 839; enjo)·cd widespread populariry in Europe, cspedally France, in thc 18105 and in Amaiot through 1M 18SOs.

Papcr nqpative.. The carliesr rype: of neptil·t, made: of fiiX writ.ing papcr scnsitiud \\.;th sih-er mlrs, cxposed in a camera, developcd, and fixcd; often waxcd or rreatcd fllf" addcd transparmcy. P111per ncg.1ri•·cs gcncrally impan a sfiJhdy fibrous tcxru� 10 d1e prim and a:a�tt comraru of light and duk.. lnvoncd by Hcnry

Talbot rn 18-40 and modrfied by many phocographcrs. Popular in Brimin inrbt- I8405aoclin Europc fromthc late 18o40s

rhrough thr mid·I850s; r.ucly used in Anlt.Tia. iAiso ca.lkd ;.-CII.Iotypc negative" ar •TaJixx}-pc negativc.�)

Glass negative jwrt piluc:}. Glass pla1e: coa1cd wirh a layt.r of colloclion (cellulose niu:.rr dissolvrd in r�her) and scns.itized in .1 sulution of silvcr salrs. Record� far grcater dctail than papcr nq;.anvcs but rcquircd thc photographcr 10 roat tbc pla1c imn.ediatdy bclort usc and 10 dewlop tbc cxposcd negati\•e be:forc tbc collodion dried. Publishcd in 1851; gaincd populariry throug.hout che 18SOs, almosr cnrirely rt.placi.ng rhe papcr ncgarh-c by 1860. Renuincd in usc unti! about 1880, wbcn .. dry platcs" wcre inmxluccd. {Also c.11led "wet collodion" process.}

3 2

So.lt� p:.pn- print. Phowgraph on paper sensitiud witb 5ilvu ula, primcd m sun!ight in dil'C'CI conract wi1h a papcr or{lcss frcqucntly) glass neptive and fixcd. Cbar.Kteriud by a vd••ery matte surfacc; variations in chemistf)' yicldcd prinrsof varying huts. Uscd in Europc through thr mid·lSSOs;: LlScd ]eu frequcncly in America.

Albumn1 lilu:r pl'iut. Photognt}lb 011 papcr roatrd with cgg whitc and 5eOiiri%cd with Silvcrsalts; mon oftcn U5Cd to print glass ncgativcs. Charactcrizcd by a modcrately 1hiny surface and fìnc dctaii. Comrnercially prtpucd a!bumtn papcr was .naibblc bcginning in the mid-l850s and mnaincd popu!:u- rhrough thr 1890!. Thc most common photographic printing pwc;cs$afthc nincu-e:uh cemury.

Gl;ass nt&ative (dry plate:). Ctlmmtreblly pttpa� sias.s plare: coated witb a selarin bioder and scnsiriud wirb sih·n- sahs. Far mot"e convcnicnt than thc .,..'Cf platc, which it rapidlr rcplat"Cd in tht 18801. Panchrom:nìc dry pl1tcs, sensiti,·c 10 ali colors of thc specrrum, introduccd in 1906. CommonJy ulcd inro tbc 1.9201; availabk today but uscd only for spttialiud applications.

Pl:uinum ptint. Pb()tograph on p;�pcr scnsitizcd with a solurion of iron 1nd pbrinum sal[J; processcd to yield a plarinum ìmage. Usulll)' printcd in dircct comact wirh a nq;ativc. Charaaerizcd by pcrmancncy, widc IOUil tangc wi1h subtk gradarlons, and marre surface. ln\·cntcd in 1873; gaincd popubriry in thc late J880s. Searciry of platinum during World War l led 10 the subsnrunon of tih·ct'·platinum and p.1lladium papers. Undcrgoing rtYÌval sincc thc 1970s among anists usingcommercial and hènd-coatcd plarinum papcrs.

Photogravure. Photogr•phic image. printed in ink from an ctdtcd c:oppcr pbu:. Ch��n�ctcrized by rich inky blaclu; tht "whites• are thc bòlrt papcr. Onc of thc fines1 means for reproducing 1 photo­�ph in largc numbers. Popular witb artisa: 11 1hc turn of thc rwmueth ccnrury.

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Gum dìdlroJUAII.. print. Pb� on papa ('O.ltrd \1.1th a kmltlttd pm IO!uo.on conmnill8 pgottm; prin� in wnhglu tn dtr«1 C'OnfKI .,;,h a negati� aftd �-cloped 1n "':aftE. a..� br bro<d """" hq;h ""'""" onJ �.>« or dml\ gutn prin11 ofrcn mm�l* paìnri� pam:ls, or c:ha�l draWU�p. Popular am011; PKtonaltM pboc:ographm ci tht 18901 and

1� rwrdy used tocb)'. (Abo called "aum btchromalt' print. ")

Carbotr lr.ltl�!tt pnnt. Phorograph made b!' cont.xt prinull! 1 arbon UUut {�OICIIsfll1:rd, ripnn�ttd �bdn 011 thm �pc:r)., tu.Mf�rring a to �pe.r. :.nd del·dopinfl; it in Y,'Jitr. Oarac:ttnud by urrr� pMI'I:I� fint. pin. "'nd oonrinoous tonr. Carbon tnmct. Wt� COtn�IJf avatbhtt \!tgumlllJ fn 186-4, V!Uh fiftttn a»orta,'Jtbbk by 1893, moid)' shadt5ol rtddldl lJroy,-n, esr,plant. and bladt; usa:! ,.iJdr foc- an rt'pi'OdlX'tiOn and com�mal applk:uions..

l thn n.:�am�. S.mU..r ro tht glam: ocgativt:, caprurra; an imap .,,ft, li!,hr«nsfnn 51h""tt s:tks m a gdatift bukkt. Uscs a plaiUC

5Uf'PO" dat, unlikr gian, i:l lrght'ft<t:ight, nonbmkabk. fbibk, and can lx rotkd, so that many � tu lx nudt an onc �tn&th o( film. FkliJ'bk no:ptM- suppom .,'t.rt 11111oduad by

Eal(man Kodak ComiWlr m tbc bit' l S80L 1M earir tuppOn, cdlulòst nìmtt, w;u �illty rqtla«d by nnttiCS of cdlulow amatt and pol)-ntu btpnntng m tbc 19J0s. l( DOC sttft'd propnty,

nitn1c:s and cdlulose acttates ha"' mbtttnt S!:Jbihrr problt:ms..

Cd.un "'�tr prmt. Pho«JSnph on pa� or pl:Htlciztd plptr C'Olted wìrh an nnubtOn o( ùgbt-snuilh-c tlhrr salii � ift gclarin, printed out ar �klptd oot., a.nd fix-td. Came uno �ral usc in tbt 1880$; the �� ,·aritty rnnam� the �nodard bbc:k-4nd-whltt phorogr.lpluc procm.

Carbro pnnt. E.x-ctpnonaUy pam&ntnl fu�J.,cok,r phOUJSr.lphK' ìm� JNtfk. by IJ'IIMfttring rrAow, cyan, ami �u. bym of ptpnrnt to a fina l r«:lih1n&. �. \Md primarily fot portratlurt and in 11d,--mism& frttm d\r 1.92:0s ro thr J.9SOs.

..... --�;ç- pruu. Tht most comm<J��t rrJIC' ol tolor pholosnph, print«< from :1 d\romQcnric oo&or nrpti\'C COMIItS oC dyes: withln gdatin laym on a pbsuc-cNkd paptr bue:. Sub;cct to fading and color-dnfn: ut dm � ami on rxhibruon. lk1� an

tht 1.9<l05 IJ an ou�·rh of chromosmit color ll'Jnspllm'ICJts IKodilchrome, m,·mttd in l,li), Ukd by amartt�n and amst5

alike. IAbo callcd "C-pnm· or rtknul m by \'òlrious bn.nd mtmcLl

O,'C tr:a.nsl« pnnt. Cokw pboto(tnpb m:�dc b)' tn.nsftrring t0 papc:r �·. cy2n, and �ta d)U from color scpar2tions ol an imagc. Procns pamft� prcài;c ('()flnol of trtU;SC coJ.x I.Jx.d for finrartot-adl�prirus from dw: l:11e 1940s to rhceart)· 1990s..

l:h-r di V\!(Hl tr.\1\.(ft.r prnn (l'obf'Oid). Stlf-dc-\'C'Ioptnlcolor photograph. The compkx proctu., fint dcscribed b,• Edwin land

in 1947, has b«n popuLn amoug amarturs and anUts .�ince tht utl1' l.960s. {Aiso allcd .. in5t3nt color print'" or rckrml to br thf Product n:�mcs "Pobo:Qb"' or �-70. "l \ifwr d}'\" bkadJ pnnt. Dy� imagc m Jjebrin on a pbsnc or plastK'-coattd paptr OOst, m:aU'd from a po�th"t trll'llp3mK'}' n1bcr tban a MJ:Iti'"C. Unti! ttttndr, .1vailabk onl� wi1h a ht&hly ;b.sy J\llhcr. ��� su.bk tlun chromogmK prinu. ln1roducal in I.Ki. (Abo rdtmd rn h)· thc old brand n:�.me �ab.chromc. "l

lnl..--tn pnnt. Photograpb produooi b)· a compultr pnmer rrom a dignal fik using w':ltu-b:l� dro or ptgmn�tJ on paprr or 01:bc .surron.IAbo rdtrmi ro by tht bnnd namo: •tns pnn1� w "'Gidk-print.'"')

33

OTHER TER.\.1� Conua prou. Pnm malk by plaafC �pluo: p.aptr in dirtetcont:la Wlrh tbt nrpun; in a JIW frame and t.XJ)C)SÙII it to ligbr \\-i:hout thr aid of an mbrger; nq;oui1.-e :�nd prin1 al\" dnu rhe samc titt.. Ncarlr ali phorocr:�phs INide: pn� m � UIS<k "-"tte contw: prìnted.

Printed-out pOnt. PhOfotrapl'l.c: pont (.,.hether ultcd pa� albumC'!l stlves. gebrin llhW, or othcrl thar darkens snchalfr during long eJ�"posure w hshr t� a ntgarivc; rh� itlver f:lhs ;1rc mmdormcd mro rnmUic sd\'Cf' p:utides by the acrion of lilbr 3lon� wirhout chtmka! dr1'clopcrs . .\lost nmct«nth<mrury and some C3rly·l\\o'mnfih�tury �r.aphs weff "pnnrN out"' in sunlighr. Gencrally w.um '" color unltJs mncd. �� pruu. l'hotograph�e pnnr nude br brief �� ro lighr rhrough. a nq;am't co <."fe::U a larcnt: 'INF tbat 11 rhcn tn1nsiomwl mn> mct,J,tlit- iihw and nuJc ,·5jble br dlcrnal dt:\-d· OptTrlll. B.ricfl)' \l5N in tbc 11501 for .:omn�i:JJ phOUlSf'&pftit pubù5bing; trinaodua:d in tht ia�tt runetttnfh ce:nrury -.1 domina m in tht 0\'Cnticth. Qncrally axll or nNtUI IA roiof unks rootd. Ali btadr:,:md·whirc rq:u:n-a 3rt.llmibrly dcvdopcd.

Tònin.g. Ckmic::l! au.tmeN of .a pboc01rapbìc pnnt dun"' or aftcr fì!clng. Geattalty u� m alcrr d� color o! tbc prirtt for aestheric reasons or tO ÙJa\"ut thc ptonanence o( me UMSC­lndude$ gole! or pbrinum � o( prin«d-ouc lt1QP and sulfur Ol scleruum ronin3 of dn�.(MU imaga..

\inu,c- pnn1. Pnm nudt dosi: 10 tbc Ome of the ncpti\\; �·hdl most oftcn I'Cpit:Stl'ttf rhc amR's origiful 1Mcntion.. � is no hllrd·anJ·f:.st rult rcprdìn& how soon afrrr me qative a prinr must be ma� in ordtr 10 be COttiidercd 'rinttge; " ha1 ìs more impotr.�nt is th�r :hc msterial� rcchniqut, and ideou rcm1ìn coosìsm1t \vUh tbc :�mnS odsìnsl concqxion.

8 HtC CI:IDFr l�ES FOR l HE PRESE.I\V\TIO� or PHOTOGR \P H :t Srtm phomsr.Jpftl m il cool, dry, <..k.ah, and mblc: ennronmem w� thtrc :ll't' no dr-amane thtfrs .n temptnrure or hum.JÌ:)'. n.e aro. shotdd tu. l'C sood air filtr.mon -and bt � ftum aouras ol duR, dirr. and aìr poltur&ms (5ulfus- horn car exh:msr, otonc iron1 ��PICS tTom pillnB. :Idhesuu. :11....! � tion �ttriJkl A1'0id h:angin& pboo�_r:�ph$ O\"er �nng vena or firtpl:�cts. 116r '1\'lndo"-.. •nd in odw:r unsubk '""' ironm.mTS. E.xhibit: ot srore phorogr.1phs m l 00 pm:t:nt � v.·md<lw m;n: or fol&n or in polreHcr or pol,-trh:.'kl� pbsuc .il�''t'i. A''Oid U5Ùl8 any udhHì•� (qpe, robhcr ttmenl, "'itìrc- clut) in dir«t c:onrxt wlth tht phO«"'gr<tph. Good quality pbot�n; m:ay bt uied to hold 1 phol:ugnapb m plxc on an �Jbvm page or "1rhtn a m.at • �of;uerials listro as h.a\ÌIII possed rht �:�phic A.:tivìry Test (l'Al) art r«<mmended.

.\Jl t)'J'tl of licbt .ltt danuc;ina m pl\otnar.aphs. no nmrer 'l'l bar pnguòons art r:�kcn, 2nd light danu:ge- to Otpftlc ma�tt�als is i�. !1.a-e!wt. tf�mrd ptw,tovo�phs w.,u � huns ;... :�R'n oi knrr lìcht: and awar rfom dtl"«t swUigbt. Ue a:lm or �Ire \\idi a bufk..w ulm:•ioid fìhtor far :addtd p«Mrction.. Whm poui�. rotate ptcruro; oo Tlt'W m reduc..� the � ol cxpostm" to lt&hr. Co«x pbou:tsuphl are R�actpnbk to f#dinc m both rhe ha:ht and dte dari.:. Mafly 1rwin.atiofK use c:old-stOnlf: TJUia ro prcsm.� totor phomcr:tpM.

T3ke pxxl are o( �dvcs u �'tll u f'O'Ìt"'f!l: ,( 'A>dl maintamed, nq;:ui•u an be � to 1nake n.:w prims. Do noc: uy ro ck01n or repair a photQCr;tph on }'OIIt O'o\'1\; k'ek thc ad�U o( a proi.eWonal COOkn'atoc- (�t'C "Con.o;avariorJ

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PICCOLO GIALLO NEL MIO ARCHIVIO ALFREDO CAMISA

Tra i più significativi fotografi del dopoguerra - in particolare, con Mario Giacomelli e Piergiorgio Branzi, tutti membri del "Gruppo MISA ", voluto da Giuseppe Cavalli come giovanile "prolungamento " del Gruppo "La Bussola " -, A lfredo Camisa (Bologna, 1 92 7) è oltretutto, tra gli intellettuali che in quegli anni si sono occupati di Fotografia (ricordo tra tutti l'indimenticabile Antonio Arcari), uno tra i più lucidi e impegnati nello studio delle problematiche culturali della "nuova immagine ", con saggi tuttora validi filologicamente e ideologicamente. È sufficiente ricordare la articolata prefazione all'annuario della rivista "Fotografia " di Ezio Croci, del 1 958, dove Camisa ha illustrato le varie tendenze della fotografia italiana, dal neoreaiismo al pittorialismo residuo, dal fotogiornalismo all'amatorismo, anche nel confronto internazionale, cercando di sistematizzare il coacervo di ricerche e di entusiasmi di quella stagione fotografica. Recentemente A lfredo Camisa, che aveva smesso di occuparsi di fotografia nel 1 96 1 , sta rivivendo il suo archivio che in effetti rappresenta un ampio arco della sua vita, della sua passione, del suo impegno d'artista. Presentiamo in queste pagine un suo breve racconto collegato a una delle sue più famose fotografie, "La Falce ", sintesi di una lunga sequenza, che dimostra la sua attenzione semiologica, l'intensità della ricerca, il desiderio della perfezione. I.Z.

(Da miei appunti abbozzati negli anm '60 e

ritrovati in questi giorni) .

Una delle mie foto più note, pubblicate e

premiate ( ':· ) negli anni '50 è certamente " La

Falce" (Titolo originario: " La Vecchia " ) .

Ricordo che ne stampai pochissime copie; la

maggior parte sono rimaste nelle mani di

redazioni di Riviste, organizzatori di Mostre,

editori, ecc .

Era una foto molto "coraggiosa" per quegli

anni, ancora intrisi dai dogmi cavalliani de "La

Bussola" : usciva completamente dagli schemi

tradizionali, ispirandosi semmai allo stile

" subjektive" che in Italia, con la eccezione di

Monti e di Donzelli, non aveva ancora

ammiratori e tanto meno seguaci. Rimasi praticamente senza copie. Ma della cosa non mi resi como, perché accadeva nel periodo del mio "grande silenzio" fotografico, durato circa 40 anni. Alcuni mesi fa decisi di fare qualche ristampa. Sono quindi partito a colpo sicuro alla ricerca del negativo (ricordavo bene luogo, anno e mese dello scatto). E, invece, la ricerca è stata stranamente infruttuosa. A questo punto non mi restava che affontare il problema in forma razionale, ricostruendo cioé la cronistoria delle mie riprese di allora. Ma 40 anni di intervallo non sono proprio uno scherzo, e, a volte, ci vorrebbe il miracolo per dare una mano . . .

STRANEZZA W l

Del soggetto furono eseguiti in totale 26 scatti, differenti per piccole o piccolissime varianti (presenza di gabbietta, o bilancia, o di imbuto, falce rivolta verso destra o verso sinistra, ecc . ) . Le foto, pur essendo la donna incredibilmente abbigliata in modo del tutto IDENTICO, sono state certissimamente scattate a distanza di un anno fra un gruppo ( 1 4 fotogrammi) e l ' altro ( 1 2 fotogrammi) . Più precisamente, 14 fotogrammi nell'agosto 1955 (film no 56 e 57) e 12 fotogrammi nell' agosto 1 956 (film no 208) . Un minuzioso esame dei frammenti di vetro dei bordi della finestra conferma questa affermazione.

STRANEZZA No 2

Il fotogramma da me selezionato per la stampa apparteneva al film no 56, scattato nel 1 955. Il film era composto da 9 fotogrammi: 7 del soggetto "Falci" e 2 da ritratti di famiglia. Sul provino originale corrispondente al no 56, figurano infatti le 7 foto "La Falce" e due altri fotogrammi, qui omessi in quanto non avevano alcuna attinenza di data o di luogo con l 'argomento della finestra e della vecchia contadina. Ma nell'ambito dei 7 fotogrammi c'è una grande "anomalia" . Infatti, mentre 4 di essi risultano scatti originali del soggetto (anche se, tra di essi, non compare il fotogramma poi utilizzato per la stampa), gli altri tre sembrerebbero fotografie di fotografie (vedi tracce di nastro adesivo ai bordi, ingrandimenti diversi fra i tre fotogrammi, ecc. ) . Come è possibile che contemporaneamente sul medesimo negativo compaia sia la ripresa originale che una sua copia (duplicato ) ?

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Archivio A. CAMISA Provin i da lastre n ° 56 bis e ter.

STRANEZZA W 3

In Archivio, nel "file" corrispondente, ho trovato, al posto del negativo Rollei, due lastre di vetro formato 5,5x7,5 con la riproduzione della foto. Fatte da chi, come, quando e perché? E dove sono il negativo originale ed il relativo provino?

STRANEZZA No 4

In cantina ho ritrovato, un pò danneggiata dall'umidità e dalla muffa, una riproduzione gigante della foto originaria ( formato 60x100) stampata impropriamente su una carta inadatta (mat) che non avrebbe mai potuto rendere i toni catramosi da me voluti nella foto, assolutamente mai stampata nè fatta stampare da me. Chi la ha stampata, quando, dove e perché?

CONCLUSIONI

Purtroppo non ci sono conclusioni. Mi tengo bene al sicuro le mie

( ?) lastre, e credo che, malgrado questi chiarimenti, la vecchia con la falce si sia portata con sè i misteri di questa fotografia. Le remote vicende de "La Falce" restano avvolte nel mistero.

F I N E

E invece no, c 'è un finale a sorpresa! Che non risolve le stranezze ed i misteri di questa storia, ma porta qualche elemento chiarificatore della vicenda.

GENNAIO 2003

Ci sentiamo telefonicamente, per scambiarci gli auguri fra vecchi reduci della fotografia italiana della "golden age", con l ' amico Zannier (curatore di questa Rivista ) . Da discorso a discorso, l ' argomento scivola sulle Mostre degli anni '50, e plana, chissà perché, su quella di Salsomaggiore (Settembre 1956) . A proposito di questa Mostra, molto importante da un punto di vista "storico", Zannier rammenta di aver spedito alcune foto, di aver ricevuto un premio, ed infine ricorda che gli richiesero il negativo, per fare delle gigantografie per movimentare l ' esposizione. Ebbe di ritorno il negativo della fotografia premiata, "Donna Carnica", con un vistoso sfregio, e basta. Al termine di questa nostalgica rievocazione (Giacomelli, la Niccolai, Donzelli, ecc. ) , si è accesa la lampadina della mia memoria. A quella Mostra avevo partecipato anch' io, con ben cinque foto esposte ed una premiata. Ma, allora .. ? Sì, era successa la medesima cosa anche a me, ma con la "variante" delle lastre: in cambio della mia stampa e del negativo originale, mi vennero inviati due negativi di diversa gradazione, su lastra 5,5x7,5, e la gigantografia che ho da poco ritrovato, che mi è costata un patrimonio di restauro. Queste "gigantografie" (si fa per dire) poi inviate agli Autori, si intravedono nelle foto commemorative fatte il giorno della premiazione/inaugurazione (in alto, nell'angolo, "Tabacco" di Mario Giacomelli e, sul lato destro, "Bambini ad Harlem" della vincitrice Giulia Niccolai). E nel mio diligente quadernino di carico/scarico delle foto di quell'anno, ora tornato agli onori della cronaca, risultano - come molto spesso allora succedeva - come "non ritornate" le 5 foto esposte. Sino a che esisteranno delle "memorie storiche" della Fotografia Italiana degli anni '50, queste ricostruzioni - forse inutili divertimenti per gli addetti ai la v ori e per i nostalgici come noi -saranno ancora possibili. Per me resta poi sempre il mistero di come una pellicola impressionata da un certo soggetto possa contemporaneamente contenere una immagine di se stessa. •

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Archivio A.CAMISA FILM N ° 56

Archivio A. CAM!SA FILM N ° 57

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Note bibliografiche

( * ) Pubblicata in: - Photography Year Book, - "Fotografia" - t'Ferrania" Esposta e premiata alla Mostra Nazionale di Salsomaggiore ( 1956) Esposta a varie Mostre/Concorso e Mostre Personali: - III ' Internazionale di Venezia, Cà Giustinian ( 1 956) - Pescara, Palazzo Pomponi ( 1957) - Senigallia, Expo-Ex, Giardini della Rocca ( 1991) - Milano, Spazio Foto San Fedele, "Immagini" ( 1995) - Rimini, "Realismi" (2001)

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COME VOLEVASI DIMOSTRARE MARIO TREVISAN

Avevamo dedicato una parte dell ' articolo

apparso sul numero precedente, dove si

spiegavano i meccanismi di un'asta, alla

vendita Sotheby's di novembre ad Amsterdam

s egnalando le stime quanto meno inadeguate

della quasi totalità delle fotografie messe

al l ' incanto convinti che ciò non fosse dovuto

ad un errore di valutazione da parte

dell ' esperto ma ad un preciso disegno della

casa d 'aste per attirare più gente possibile. Si

era preso poi in esame i pro e i contro di tale

s istema di pubblicità . L'asta ovviamente è

andata benissimo raggiungendo una

percentuale di venduto incredibile ma non

certo per questi sotterfugi o piccoli trucchi

che incantano ormai ben pochi, ma al

semplice fatto che le riserve erano molto

basse . Guardando, dopo asta, i valori di

aggiudicazione si vede che tutti i lotti o quasi

hanno raggiunto un valore di vendita

adeguato ai valori di mercato a meno di una

ovvia percentuale di variazione.

Facciamo solo qualche esempio :

- lotto n . 60 I . Penn : " nudo " da loro stimato

2 .200-3.200 euro e da noi stimato invece ,

nell 'articolo precedente, 15 .000-20.000 ha

fatto 14 .500 euro ai quali va aggiunta la

commissione della casa d 'aste raggiungendo

così 18.000 (e noi non siamo degli indovini

ma ci siamo basati sui valori semplici di

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mercato e delle altre aste internazionali ); - Lotto n . 72 M. Giacomelli : "Scanno" stimato 900-

1 .200 ha ottenuto 2.400 (2 .900 circa contando il valore finale) ;

- Lotto n . 69 R. Bernhard: "nudo" stimato 650-850 ha raggiunto 7.500 euro, circa dieci volte di più i l valore di stima;

- Lotto n. 1 6 0 S . Salgado: " Etiopia " stimato 800-1 .200 ha raggiunto 6 .500 .

Ora questo catalogo, come è stato detto, creerà solo confusione e sconcerto in un mercato non ancora del tutto consolidato, mercato che ha bisogno di tutto tranne che di queste cose. Forse si è dedicato anche troppo spazio a questa asta ma è stato importante sottolineare queste cose. Passando a consultare le varie case d'asta europee nell'annata passata si assiste a degli andamenti decisamente concordi . La crisi economica europea si è fatta sentire in modo evidente sul mercato dell'arte in generale e quindi anche su quello della fotografia.Tutto il mercato dell'arte è stato influenzato da questa crisi ma maggiormente colpita è stata la fascia media. La fascia alta del grande collezionismo è rimasta intatta, anzi i valori delle opere sono a volte lievitati, soltanto che percentualmente tale fascia incide poco in quanto non ci sono più tanti capolavori sul mercato. Il mercato medio ha avuto invece un calo considerevole. La percentuale degli invenduti è stata abbastanza pesante. Ovviamente il mercato della fotografia procede in parallelo con gli altri . In Italia le due aste Farsetti, quella Sotheby's Italia più due aste Finarte-Semenzato non specifiche ma con molti lotti di fotografie, sono andate in complesso abbastanza bene. Sono talmente poche che non possono far testo ed essere prese come termometro della situazione economica attuale. L'Inghilterra ha sempre l 'appoggio del mercato americano (anche se anche loro hanno qualche problemino economico ) . L e aste sono andate, a detta degli operatori, mediamente abbastanza bene nonostante che la situazione del paese sia forse tra le più pesanti in Europa . Resta d i fatto che nonostante le loro affermazioni l 'aria che si respirava in sala, soprattutto nel secondo semestre, non era brillante e frizzante come gli anni scors1.

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Ruth Bemhard Nudo 1 950 ca.

In Germania invece la crisi del paese che sta attraversando una non lieve crisi economica ha segnato a b bastanza nettamente i risultati le aste del secondo semestre del 2002. Molt i invenduti rispetto la media degli ultimi anni, molta fatica a vendere in particolare a Berlino. Qualche bel risultato solo con cose importanti. Bisogna anche pur dire che questi cataloghi non erano poi al l 'altezza dei precedenti ma questo potrebbe essere l 'effetto e non la causa di quanto detto . Stesso discorso in Francia dove l'esperta di una nota casa d 'aste parigina ha detto al telefono due giorni prima del l 'asta : " Mario, moltissimo interesse ma non c'è " argent de poche " .

Ruberemo all'amica parigina la frase per sintetizzare l 'annata 2002 . I cataloghi della prossima stagione devono ancora ess�re stampati. Gli operatori delle varie case d'asta stanno raccogliendo con il solito entusiasmo per le aste di primavera che speriamo interessanti. Di questo parleremo nel prossimo numero. •

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UGO MULAS, UN ANNIVERSARIO ADRIANA SCALISE

Artista "mancato" , aspirante poeta, fotografo

impegnato, ma solo a metà. Questo il profilo che

Ugo Mulas ha tracciato di se stesso, eppure, sotto

questo profilo modesto, appena abbozzato, emerge,

in tutta la sua semplicità e luminosità, la figura di

uno fra i più grandi e meno consapevoli di esserlo,

maestri di cui possa vantare la storia della

fotografia. L'arte di Mulas oltrepassa l'estetica del

linguaggio fotografico autoreferenziale e fine a se

stesso, la sua grandezza consiste nell'avere dato un

contributo assolutamente originale alla storia

dell'arte contemporanea, scrivendo, ma questa volta

con la "luce" , una delle pagine di critica d'arte più

genuine e più comprensibili che si siano mai lette,

nel più puro spirito di diffusione e di divulgazione,

proprio del mezzo fotografico.

Il rapporto di Ugo Mulas con gli artisti comincia

al Bar Giamaica, a Milano e finisce a New York

fra gli artisti della Pop Art, passando per la

Biennale di Venezia, dove fu presente dal 1954

al 1970 e dove scattò circa 20.000 fotogrammi,

che costituiscono il più affascinante documento

storico-critico che rimane dell'Istituzione

veneziana, oltre ad essere la testimonianza di un

ventennio di storia dell'arte contemporanea

raccontata attraverso le immagini. Nel 1974, un

anno dopo la sua prematura morte, la Biennale

gli dedica una retrospettiva, allestita presso i

Magazzini del Sale, curata da Tommaso Trini e

Nini Mulas: " Le Verifiche" e la storia delle

Biennali, che costituisce, con le sue 282 foto, un doveroso omaggio a colui che ha inteso le Biennali d'Arte di Venezia come un evento artistico imperituro, fatto di uomini e donne, protagonisti, operai, semplici spettatori, ma tutti in grado, con la loro presenza, di animare e valicare il manufatto artistico. La forza comunicativa di Mulas si estrinseca attraverso alcune memorabili "sequenze" qui di seguito esemplificate. sono stati versati fiumi d'inchiostro per spiegare la filosofia che sottende ai "tagli" di Lucio Fontana, ma solo Mulas, con una breve sequenza di fotogrammi ci fa capire quanta tensione, emozione e attesa c'è dietro ad un semplice gesto, risultato freddo ed estremo di un desiderio di conrrollare la propria forza fisica e istintiva. Mulas dice che "nulla è meno fotografico di una cosa che si muove", eppure, nessuno meglio di lui è riuscito a renderei il significato dei mobiles di Calder, fotografato assieme alle sue creature in atteggiamento scherzoso, mentre agita in maniera buffa le braccia e le gambe simulando il movimento delle sue opere. E se il premio alla Biennale di Venezia giunge inaspettato, come si evince dall'espressione sorpresa e felice di Alberto Giacometti, che Mulas ha saputo cogliere con esrrema sagacia, questo certamente aruibuisce valore emozionale alle statue, allampanate ed enigmatiche dello scultore. L'obiettivo di Mulas enrrando negli srudi degli artisti americani della Pop Art, ci mosrra, col fine gusto del reportage artistico-documentario quei magazzini industriali dismessi, meglio noti come factories, che gli artisti, all'epoca, affittavano per pochi soldi e utilizzavano, in molti casi, anche come dimora. Quello di Rauschenberg, ad esempio, era una specie di "caos organizzato", proprio come le sue opere, e in quello di Andy Warhol rutto era portato all'eccesso, esrremizzato, dal via vai continuo degli amici, alle feste che finivano con l'intervento della polizia. La parabola ascensionale di questo artista, formatosi con la pratica del lavoro e con la passione, si conclude, nella vita professionale, come in quella umana, con una riflessione profonda sulla storia della fotografia e sul mezzo che l'ha prodotta. n risultato di questa riflessione è costituito dalle "Verifiche", intense fotografie concettuali che di volta in volta vogliono essere omaggio a chi la fotografia l'ha inventata (Nièpce), usata (Lee Friedlander) o commercializzata (Alinari), oppure spiegazione pragmatica e insieme filosofica delle potenzialità che questo srrurnento ci offre. n ciclo delle "Verifiche" si chiude con la foto dedicata a Duchamp, artista del quale Mulas è stato profondo ammiratore e di cui ci ha lasciato alcuni ritratti superbi ed esplicativi di quell'atteggiamento di negazione che fu alla base dello spirito di questo grande esponente della corrente Dada. Figura di spicco, tanto per il

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mondo dell'Arte che per quello della Fotografia, a trent'mmi dalla sua morte i reportage artistici di Ugo Mulas rimangono ancora per la vitalità che li antina, insuperati e di grande attualità.

BIOGRAFIA Ugo Mulas nasce a Pozzolengo (Brescia) il 28 agosto 1 928. Dopo la maturità classica si iscrive alla facoltà si giurisprudenza che abbandonerà per seguire i corsi all'Accademia di Belle Arti di Brera. A Milano frequenta il Bar Giamaica, luogo d'incontro di artisti ed intellettuali. Nel 1 954 inizia la sua attività professionale di fotografo, lavora per alcune importanti riviste quali: Illustrazione Italiana, Domus, Art International, e collabora con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Nel 1 962 fotograta David Smith nel suo atelier a Voltri, Alexander Calder a Spoleto e Saché in Touraine, dello stesso anno sono le belle foto che accompagnano la raccolta di poesie "Ossi di Seppia" di Eugenio Montale. Nel 1 964 alla Biennale di Venezia conosce la Pop Art americana e insieme ad Alan Solomon realizza il più importante libro dedicato a questa corrente artistica: New York: Arte e Persone (1 967). Escono poi i libri monografici su Alik Cavaliere (1967), su Alexander Ca/der (1971) e quelli fotografici Con Marianne Moore (1 968) e Allegria di Ungaretti (1969). Per la regia di Puecher realizza le scenografie teatrali delle opere di Benjamin Britten "The Turn of the Screw" e di Alban Berg "Woyzeck ". Negli anni settanta inizia la serie di "Le Verifiche", dodici fotografie sperimentali, ognuna accompagnata da un testo, nel quale ripercorre il suo essere fotografo e il suo "mestiere di uomo". Il libro Fotografare l'arte e la propria antologia Ugo Mulas l la Fotografia, usciranno postumi ne/ 1 973. Mulas muore a Milano i/ 2 marzo del 1 973. •

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Antonia Mulas Ritratto di Ugo Mulas

Tutti i dj ritti riservati Copyrigbt © Anronia Mulas

Per gentile concessione

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Ugo Mulas Alberto Burri 1963 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione

Ugo Mulas 11 trasporto delle opere di Robert Rauschenberg ai Giardini della Biennale Venezia, 1 966 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione

Ugo Mulas Enrico Castellani nella sua sala con Beatrice Mnnti, Biennale Venezia, 1 966 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione

Ugo Mulas James Rosenquist New York, 1 965 Tutti i diritti riservati Copyright © Eredi Ugo Mulas Per gentile concessione

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L a f o t o g r a f i a

a l l ' U n i v e r s i t à

Breve storia di i nternet e del WEB Federica V i o

Federica Via si è lauretata all'Università "Cà Foscari" di Venezia, con

110 e lode, nel giugno 2002, con una tesi su//'"Anal isi e

progettazione di siti web per un fotografo", relatore prof. l. Zan n ier,

della quale presentiamo una breve sintesi.

1 a costruzione di siti web sottintende la conoscenza di internet

Ldelle potenzial ità e delle problematiche di rete, o ltre ad una

precisa gestione degli elementi costituenti le web pages ed un

attento studio in cui anal isi e progettazione siano l 'adeguato

preludio a l la prototipazione e col laudo del sito stesso. Frutto di

un'accurata ricerca, la tesi mira ad approfondire quesiti e d ifficoltà

incontrate da un artista nel momento in cui decida di conquistare

una visibi l ità globale. Grazie ad un mirato studio sui siti fotografici,

l ' indagine si è poi focal izzata sugli impedimenti grafico-struttura l i di

questo tipo d i ipertesti , sono perciò stati proposti servizi atti a

rendere usabile, coerente e navigabi le il sito di un ipotetico

fotografo. A questo fine, sono state costruite delle schermate­

prototipo che riassumessero alcune idee, nate dal convincimento

che gl i storici del l 'arte siano le figure più qual ificate per progettare e

creare questo tipo di contenuti .

La storia di Internet ebbe inizio il 4 ottobre 1957 quando i russi

mandarono nello spazio lo Sputnik, i l primo satel l ite artificiale.

Colpiti nel loro orgogl io, gli Stati Uniti decisero di ristabi l i re la loro

supremazia tecnologica . Nel 1958 infatti , nonostante la fortissima

resistenza da parte delle alte gerarchie mi l itari, fu fondata l 'ARPA,

un'agenzia per i progetti di ricerca avanzata che nel 1969 creò

Arpanet, il primo embrione di ciò che diventò Internet. L'ARPA, nel

mezzo della Guerra Fredda, cercò di rispondere concretamente al

timore che un attacco nucleare, facendo saltare la rete di

comunicazione, avrebbe messo in ginocchio tutta la nazione.

L'agenzia cercò di creare una struttura d i col legamento che

consentisse ai computer di continuare a comunicare tra loro, anche

nel caso una parte di essi venisse distrutta , o resa inutil izzabi le, a

causa di attacchi nemici . Erano perciò fondamental i i l

decentramento e l ' indipendenza dei computer facenti parte della

rete.

Nel 1960 queste idee furono elaborate da Paul Barand, uno

studioso che lavorava alla commutazione di pacchetto. Per i suoi

studi sulle reti d i trasmissione dati, egli si ispirò al funzionamento

del cervel lo umano, le cui funzioni , anche se in parte danneggiate,

possono ven i re rimpiazzate da nuove connessioni di neuroni rimasti

intatti . Barand ebbe anche la rivoluzionaria idea di frazionare i

messaggi in unità elementari di informazione, ciascuna in grado di

seguire un differente percorso a l l ' interno della rete e di

riassemblarsi infine nel messaggio originario.

La commutazione di pacchetto cercava di dare la possibi l ità ad un

vasto insieme di utenti di trasmettere dati d igita l i e d i usare e

condividere la stessa l inea di comunicazione.

La medesima idea fu elaborata da Joseph Lickl ider, che ebbe il

merito d i coinvolgere in questi progetti grandi centri di ricerca e

prestigiose università , dando modo ad Arpanet di svilupparsi al d i

fuori degli ambienti mi l itari.

In seguito, Larry Roberts e Wesley Clark cercarono di risolvere i

problemi di incomunicabil ità esistenti fra i vari computer. Clark

suggerì di util izzare una sottorete di computer tutti uguali e

compatibi l i , dedicati esclusivamente al le funzioni di trasmissione e

ricezione dei dati. Vennero costruiti così gli IMP (lnterface Message

Processar).

Nel 1966 un finanziamento di un mi lione di dollari diede vita al

progetto ARPA di rete distribu ita che nel 1969 prese awio grazie agli

in izial i quattro nodi situati in prestigiose università.

Nel 1973-74 fu inventato il protocollo TCP/IP che permette i l

trasferimento di dati tra d ifferenti t ip i d i reti . Esso ha reso possibi le

lo svi luppo del l 'attuale rete internazionale, in quanto garantisce

comunicazioni esenti da problemi .

Sempre nel 1973 fu inventato I 'FTP. un a ltro importante protocol lo

che permette l ' i nvio d i messaggi personali e che ha posto le basi

del servizio d i posta elettronica, l 'e-mail (che nascerà ufficialmente

nel 1977) .

Negli anni Ottanta , I nternet si espanse con una velocità eccezionale:

migl iaia d i enti di ricerca , un iversità e agenzie governative iniziarono

a connettersi alla rete, mettendo l iberamente a disposizione le

proprie risorse.

l meccanismi per i l trasferimento di files, i l co l legamento, l ' i nvio e la

ricezione di posta elettronica, erano però ancora troppo complicati

per gl i utenti inesperti.

Fu cosi che, a l la fine degl i anni ottanta, un gruppo di fisici del CERN

di Ginevra , coord inati da Tim Berners-Lee, allo scopo di poter

facilmente scambiare articoli scientifici e risu ltati di esperimenti,

creò il World Wide Web.

Il web è un sistema capace di sempl ificare l 'approccio ad internet,

grazie ad un nuovo l inguaggio che permette una navigazione facile

ed intu itiva , adatta a l grande pubbl ico. Inoltre , tramite gli ipertesti si

possono finalmente trasmettere anche immagin i e files

multimedia l i .

Per leggere le pagine web sono nati i browser: strumenti grafici

come il programma Mosaic, a cui presto sono seguiti i famosi

Netscape Navigator ed Internet Explorer.

La fase piu esplosiva nello sviluppo della rete è awenuta negl i anni

Novanta con i l commercio eletronico. Ciò ha fornito opportunità d i

business non solo a chi util izza internet per affari (e-commerce,

trading on l ine, home banking), ma anche ai produttori di hardware e

software, ai gestori di l inee telefoniche ed ai fornitori di servizi

internet. •

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Paul Parand Joseph Licklider

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U C L A

l primi quattro nodi della rete

La rete americana

47

l progettisti deii ' IMP

I l primo Message Processor

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L a f o t o g r a f i a

a l l ' U n i v e r s i t à

L' immagine di Venezia nell'editoria fotografica Fi l i ppo Leon a rd i

La ricerca dal titolo L' immagine d i Venezia nel l ' editoria

fotografica ha lo scopo di fornire una panoramica di tutte

quel le pubbl icazioni che hanno uti l izzato le fotografie del la c ittà in

modo particola rmente incis ivo o innovativo da Lerebours, 1841,

a i giorni nostri . Questo studio mette in luce un sostanziale

cambiamento del l ' immagi ne del la Serenissima che, come

osserva M ichel Levey, "è cambiata meno del modo di tradur la in

immagi n i "1 .

La pa rte introduttiva de l la ricerca è dedicata a l l ' iconografia d i

Venezia prima del l ' invenzione d e l l a fotografia .

L'architettura è i l soggetto de l le prime fotografie, soprattutto a

causa di un l im ite tecnico, che impedisce di fissare soggetti in

movimento; e come poter guardare al la città se non da un u n ico,

obbl igatorio, punto d i vista , dal quale registrare l ' immagine?

Emergono così le principa l i d ifferenze tra pittura e fotografia: la

creatività del la prima è soggetta solo ai vincoli imposti dal

pittore, mentre la seconda è l i m itata dal la tecnologia . La fantasia

del pittore può volare ovu nque, i l fotografo no, deve scegliere un

punto d i vista fisico.

I l punto d i passaggio fra la pittura e la fotografia è segnato da l le

Excursions Daguerriennes, pubbl icate a dispense tra i l 1841 e i l

1843 dal l 'editore francese M . P. Lerebours. Si tratta del le prime

immagin i d i Venezia , incise dal dagherrotipo, ad apparire in un

l ibro .

Nel le Excursions Daguerriennes l a fotografia è comunque ancora

legata a l la pittu ra , ne fa praticamente il verso. l figuranti ,

inventati da l la mano del d isegnatore , apportano un tocco di

rea l ismo a l l ' immagine del la c ittà , secondo i canoni del tempo. A

poco a poco la fotografia d iverrà invece lo strumento del la

pittura, a lcuni artisti arriveranno a d ipingere guardando o

lucidando le fotografie, il punto di vista gradualmente si sposta

fino ad identificarsi con quel lo del fotografo.

Le carto l ine , stampate da tutti gl i atel ier, contribuiscono a creare

l ' icona di Venezia che tutti conosciamo. Suggeriscono un' idea

romantica del la città , uti l izzando stereotipi che ancora oggi

resistono. Di pari passo vi è una cu ltura fotografica " a i i 'Ai inari " ,

che pretende im magi n i con l inee sempre ortogonal i , mai

"cadenti", dove tutto è rigorosamente a fuoco e dove niente è

nascosto da l l ' ombra.

Accanto a l le ormai c lassiche guide nascono gl i a lbum, i Souvenir

de Venise per i turist i , una sorta d i sintesi per immagin i de l la

c ittà attraverso i suoi luoghi p iù celebrati . Nel lo stesso tempo,

l 'esigenza degl i studiosi d i reperire fotografie arch itettoniche e la

necessità degli atel ier d i fornire queste immagin i , s'incontrano

nel la rea l izzazione dei cata logh i . S i tratta d i piccol i l ibri nei qua l i

poter recu perare l ' immagine desiderata, attraverso un codice

numerico corredato da una descrizione del l ' inquadratura: Piazza

San Marco vista dal l 'a la Napoleonica , Piazza San Marco vista

dal la Piazzetta Dei Leoncini , ecc.

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FcRD. Onçitn !R - CD!TOf\.€ 1890 - 9J

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In segu ito , nel l ' u ltimo quarto di secol o ed oltre, l ' editore

Ferd inando Ongania , grazie a l la tecnica di stampa el iotipica ,

riesce a fare di Venezia l' " oggetto di specia l i pubbl icazion i "2 •

A l l ' i n izio del novecento i l progresso tecnologico, attraverso i l

perfezionamento d i tecniche d i stam pa q u a l i la z incografia ,

l ' he l iogravure ( rotoca lco) e l 'offset, s i prepara a l l a forte

accelerazione che l 'editoria fotografica subirà nel la seconda metà

del XX secolo .

È dal dopoguerra i n poi che a Venezia s i comincia a guardare in

modo d iverso a l la fotografia . Per la pr ima volta Leiss incl ina la

macchina fotografica seguendo scopi non documentar i , come lo

erano i nvece quel l i d i Ruski n , che considerava le immagi n i veri e

propri a ppunti visivi privi di q ualsiasi valore estetico.

Nel 1953 Ferruccio Leiss pubbl ica I mmagin i d i Venezia, primo

fotol ibro sulla c ittà lagunare. È l ' i n iz io d i una nuova epoca della

fotografia . La soggettività d iventerà i l fi lo conduttore dei più

celebri l i bri su Venezia , quel l i d i Leiss, Roiter, Haas, Berengo

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Gard in e Bru no. Ma anche l i bri meno conosciuti di autori come

Monti , Fontana, Gent i l i e Campigotto , percorrono la strada di una

visione soggettiva del la città . M olti d i questi autori non

tra lasciano di attingere al la storia per restitu i rei una propria

visione del la realtà . Roiter, ad esem pio, si ispira ai poetici ch iari

di luna di Naya , Berengo Gard in a l la panoramica del Rewick del

1492.

Nel XX secolo si notano diverse variazioni nel l ' approccio

fotografico a l la c ittà che ci mostrano dettagl i di Venezia sempre

più piccol i e divers i , Venezia in controluce, affol lata , ferita dopo i l

d isastro d e l ' 6 6 e a ltro ancora.

Le innovazioni tecnologiche hanno contribu ito anch'esse a

modificare l ' i mmagine del la città. l te leobiettivi , ad esempio,

schiacciano gl i edifici l ' u no su l l 'a ltro creando i rrea l i vicinanze. La

leggerezza del le moderne attrezzature e il miglioramento del le

pel l icole, consentono a l fotografo d i muoversi ra pidamente e d i

poter fissare sul la pel l icola soggetti in movimento per real izzare

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i m magin i molto d inamiche. Ecco che, grazie ai nuovi strumenti,

Berengo Gard in riesce a congelare in un fotogramma i l volo del

gabbiano , che ved iamo su l la copertina a color i d i Ven ise de

Saisons del 1964.

La tecnologia del fotografo conti nua ad andare di pari passo con

quel la del grafico e dello stam patore, che a volte uti l izza colori

ta lmente puri da far sembrare i rrea l i le immagi n i e talora la l oro

d igitalizzazione e sovrapposizione crea realtà estetica, come i n

Viaggio nel le Venezie, edito da Bib los, n e l 1999.

Negl i u lti m i decenni del novecento i l i bri hanno mostrato

particolari soggetti , come già Ongania aveva fatto nel 1889

pubbl icando Vere da Pozzo, e non solo particolari periodi storici o

i sol iti , canon ic i , percors i . Venezia Mi nore , Venezia e la sua

Gondola , Cannaregio , Pavi menti a l la Veneziana, I l Ghetto di

Venezia, G iard in i Segreti d i Venezia, sono solo a lcun i esempi d i

questi l ibr i , dove spesso la fotografia assume u n ' i m portanza

m aggiore del testo. •

Note

1 A. Corboz, "Profilo per un'iconografia Veneziana " , in AAW a cura di D. Succi, l. Reale,

Luca Carlevarijs e la veduta veneziana del Settecento, Electa, Mi lano, 1984, p. 34. ' s . i .a . , Raccolta delle vere da pozzo in Venezia , F. Ongania, Venezia, 1989, in P. Costantin i , "Ferdinando Ongania Editore veneziano e l ' i l lustrazione della Basilica di

San Marco", in AAW a cura di l. Zannier, Fotologia 1, Belborgo, Ferrara, 1984, p. 5.

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U' VENISE

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l c o n t e m p o r a n e i

c o n s e r v a n o

Pino Da l Gal

Verona 4 febbra io 2003

Caro Professore,

Lei mi fa una domanda che, le confesso, mi ossessiona da

sempre: come organ izzare l ' a rchivio e conservare i negativi .

In tutti questi ann i , ho fatto e d isfatto l ' a rchivio varie volte a l la

ricerca d i u n modo " pratico e veloce " , per ritrovare le immagi n i . . .

ma h o dovuto prendere atto che l a perfezione non esiste!

Poi non sapendo come uscirne, ad un certo punto del la mia vita

fotografica , ho pensato che ammassando anno dopo anno

negativi , avrei fi n ito per lasciare una eredità "troppo pesante"

e qu ind i ho deciso che avrei " lasciato in eredità a l la storia " , solo

un numero di foto che io ritenevo degne di tale futuro.

Così ho buttato molti negativi e stampe "vi ntage " .

Dopo quel fa lò sentivo i l peso del l ' arch ivio (effettivamente) più

leggero.

Aver previsto che tutto quanto è vecchio d iventa bel lo! ! !

Per ciò che riguarda l a conservazione anch ' io faccio parte del la

vecchia scuola del le " scato le" .

Ne ho di tutte le misure e provenienze , e n dentro c'è tutta la mia

vita fotografica . Speriamo che sia un buon sistema e comunque

credo che i

restau ratori d i

negativi avranno un

gran lavoro in futuro!

No i , autori del la

vecchia squadra ,

scattavamo per

amore : non

pensavamo a cosa

sarebbe successo nei

Nudo

Capo Testa 1977 b/n silver print

50 ann i a veni re.

Un ritratto dì

Pino Dal Gal

Per quanto mi riguarda la ricerca va avanti come succede ad un

quals iasi artista e penso che la qual ità de l la produzione debba

m igl iora re con la matu rità e le esperienze vissute.

Ora m i sono organ izzato per gli ulti m i lavori con nuove scatole!

Le invio carissimi sa luti . •

Pino Dal Gal, vive e lavora a Verona , dove nasce nel 1936. I n izia

a fotografare negli ann i '50 e giovan issimo vince prestigiosi premi

naziona l i . La sua fotografia s i esprime nel la" narrazione"

attraverso cui descrive e racconta aspetti del la condizione

umana, fi no a l le cruenti storie d i denuncia, in metafora , a

chi usura degli ann i ' 70 ; mentre gli ann i '80 sono caratterizzati

dal la ricerca anal itica di forme antropomorfe di rocce e nud i .

Molto apprezzato dal lo storico H . Gernsheim che acquista per

I ' U n iversity of Texas in Austin molti suoi lavori e lo scegl ie nel '95

per rappresentare l ' Ita l ia nel la Selezione Internazionale di

H i ldesheim e (un ico ita l iano) per inaugurare lo spazio espositivo

Guggenbeim a Venezia . Sue i m magin i sono parte di prestigiose

col lezion i m usea l i in Ita l ia e a l l ' estero e col lezioni private.

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Lu igi Gariglio

Prof. lta lo Zannier,

i nnanzi tutto vorrei ringraziarLa per l ' attenzione prestatam i e le

parole spese per il mio lavoro " persons in prisons " .

Le scrivo dopo u n po' d i tempo perchè Le am metto che i l

compito affidatomi d i scrivere del le brevi note su l la

conservazione , m i ha per un momento fatto sentire d isorientato e

un po' confuso. Non che fosse una richiesta a rdua o toppo

complessa , p iuttosto forse la mia situazione per certi versi non

fac i le , e g l i impegn i , non m i facevano trovare i l fi lo d i un i potetico

d iscorso che desideravo proporLe. Nuove prospettive ed

entus iasmi hanno prodotto la poca cosa che mi permetto di

i nviarLe .

Devo a m mettere che anche se opero nel settore del la fotografia

professionale da quasi qu indici ann i , q uesto a rgomento ha

attirato la mia attenzione solo in tem pi relativamente recenti ,

forse perchè non sono mai riuscito fi no in fondo a credere che

conservare le mie i m magin i potesse avere un qualche t ipo d i

senso. Ho scoperto i nvece i l valore cu lturale del la conservazione

q uando nel 2000 H ri psime Visser, curatrice della fotografia a l l o

Stedelijk Museum d i Amsterdam, ne l propormi l ' acquisto d i tre

opere per la col lezione del museo sottol ineò la necessità che le

i mmagi n i fossero di qual ità museale proprio dal punto di vista

del la conservazione. Adesso cerco di curare il mio a rchivio a

dovere, e la d igita l izzazione del le i mmagin i e la gestione dei dati

i nformatizzata mi è di grande aus i l io , a nche se continuo a

pensare a l la fotografia p iù come l i nguaggio che come opera e

credo che come ci d icevamo spesso con Marco, i l mio m igl iore

a m ico prematu ramente scomparso, la fotografia sia

principa lmente u n fatto di sguardi soggettivi . •

Un ritratto di

Luigi Gariglio

53

Luigi Gariglio nasce a Torino nel 1968, dove vive e lavora.

Da l l ' anno accademico 2001/2002 col labora con la Cattedra d i

Sociologia d e l l a Comun icazione a l l ' interno del la q u a l e tiene un

modu lo d i Sociologia Visuale.

Vinc itore del Premio Marangoni per un progetto fotografico.

Dal 1995 conduce una ricerca fotografica a l l ' interno del le carceri

ita l iane ed olandesi .

Le princ ipa l i mostre col lettive a cui ha partecipato sono:

- 1995, Venti fotografi italiani, (a cura d i Paolo Costant in i ) ,

Castel lo de l Pio Carp i ;

- 1996, Turin L a nuit, Istituto ita l iano d i cu ltura, Lione, Francia;

- 199 7 , Archivio dello spazio 198 7/1997, Palazzo del l<,l Triennale,

M i lano;

- 2001, Selection from the new adquisition, Stedel ijk M useu m ,

Amsterdam, Olanda;

- 2002, Passaggio di testimone, (a cura d i Fi l i ppo Magga) ,

Pad igl ione Ita l ia , G iard in i d i Castel lo , Venezia;

- 2001, Vl lnternationale Fototage Herten , Herten, Germania .

Sue foto sono col lezionate nel Museo d i arte contemporanea d i

Amsterdam, Stedelijk M useu m .

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l c o n t e m p o r a n e i

c o n s e r v a n o

Livio Sen igalliesi

Tra tradizione e modernità

Come archivio le mie fotografie. Poco si sposa con l 'era d igitale la mia

passione sacra per la material ità del negativo e delle tradizional i

stampe in bianco e nero. Già in passato - forzato da 'cause di

servizio' - passai dal mondo dei grigi a l le infinite tonal ità del colore, e

col tempo ne apprezzai l 'efficacia, come nel caso della fotografia qui a

fianco, divenuta quasi un ' icona del mio decennale lavoro nei Balcani .

Raccolgo con pazienza certosina negativi e diacolor frutto di tanti

viaggi e di tanti reportage divenuti poi pezzi di storia.

Paral lelamente, da qualche anno, ho iniziato a digital izzare il mio

archivio per salvaguardare la qual ità delle immagini e rendere agile e

veloce il loro util izzo. L'uso del computer è d ivenuto - mio malgrado -

indispensabile e sono giunto a poco a poco ad apprezzare i vantaggi

della tecnologia digitale, non fosse altro per la comodità ed

immediatezza della trasmissione del le immagini a migliaia d i

chilometri d i distanza in pochi secondi. Mediazione tra tradizione e

modernità, qualità e velocità sono - a mio awiso - la scelta vincente.

Fotografie

Entri in una casa appena sval igiata , razziata da qualche gruppo di

soldati d i passaggio. È una casa senza lusso, persa in una cittadina

delle tante guerre balcaniche. Lì, tra gli effetti personali sparsi per

terra, fra i giocattol i mutilati dei bambin i , vedi le fotografie. O meglio,

non sei tu che le vedi , ma loro che intrappolano i l tuo sguardo. Piccole

istantanee di vite senza storia, senza pretesa di bellezza , eppure così

importanti. Sono immagini di matrimoni o di compleanni e

rappresentano ormai l 'u ltima traccia della gente che ha abitato quella

casa . Cerchi di pensare al lavoro che devi fare, ma loro ti parlano di

momenti che sono stati anche i tuoi, di persone travolte dalla bufera

della guerra e trascinate via. Quando esci dalla casa ti accorgi di altre

fotografie cadute per terra. Hanno la leggerezza dei fantasmi e i volti

ritratti sono stati in parte cancellati dalla pioggia insieme ai momenti

di festa. Allora ti vengono in mente tutte le fotografie che non hai

scattato, ma che hai visto sul tuo cammino mentre attraversavi la

guerra. L' immagine di Tito nel fango; le istantanee che volavano come

foglie secche nel vento di Petrinja in una giornata così grigia che

sembrava pesarti addosso come un sudario. Oppure quelle che hai

calpestato scendendo da uno dei condomini di Grbavica a Sarajevo,

mentre i serbi scappavano portandosi via anche i morti dai cimiteri . E

ancora le fototessere strappate dai passaporti che lastricavano un

sentiero sulle montagne del Kosovo. Allora, quando ti vengono in

mente tutte queste fotografie, che di solito non finiscono nei l ibri,

capisci. È questione di un istante, ma comprendi dawero come la

guerra divori la memoria degli uomini e perché sei n. • Brano tratto da "Balkan" Ed. Ken Damy

Livio Senigalliesi, nato a Monza nel 1956, è giornal ista dall '81 e

lavora da più di dieci anni come reporter di guerra per le maggiori

testate nazionali ed estere. La passione per la fotografia intesa come

testimonianza e l 'attenzione ai fatti storici di questi ultimi anni l 'hanno

portato su fronti caldi come i l Medio-Oriente ed i l Kurdistan, durante la

guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riun ificazione, a

Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell 'Un ione

Sovietica e infine nella ex-Jugoslavia. Ha seguito tutte la fasi del

conflitto dal '91 e dalla fine delle ostil ità in Bosnia ha in iziato un

ampio lavoro di documentazione sui problemi del dopoguerra: un

viaggio lungo i nuovi confini sanciti dagli accordi di Dayton, dove

continua la tensione tra le varie etnie e dove si portano avanti tra

mi l le difficoltà i progetti di ricostruzione. Col labora con i l Photo-desk

dei i 'UNHCR di Ginevra, con l 'Ufficio della Cooperazione Ital iana di

Sarajevo e con numerose Ong (organizzazioni non governative). Ha

lavorato, in qual ità d i fotografo di scena, sul set del primo fi lm

bosniaco del dopoguerra, "Perfect Circle" , del regista Ademir Kenovic,

presentato al la rassegna cinematografica di Cannes del '97 e dove ha

riscosso un notevole successo di critica e pubblico.

l drammatici reportage dal Kosovo, frutto di una lunga e rischiosa

permanenza nella tormentata regione balcanica, sono valsi a l l 'autore

la nomination per il prestigioso " Bayeux War Corrispondent Award '98"

(www.prixbayeux.org/nomines98.htm). Nella primavera del 1999 Livio

Seniga l l iesi ha anche lavorato come volontario nei campi profughi

della Macedonia per conto deii 'Ong Cesvi. Recentemente ha

pubbl icato ampi reportage su Palestina, Cipro, Afghanistan, Sudan.

È autore di numerosi libri e d i una mostra fotografica itinerante dal

titolo 'Oltre i l muro' - 120 immagini dedicate alla memoria dei confl itti

conseguenti a l la caduta del Muro di Berlino.

Livio Senigalliesi ha recentemente esposto a: Brescia, Museo Ken

Damy di fotografia contemporanea - Mantova, Casa del Rigoletto ­

Salerno, Sala della Provincia - Sesto San Giovanni, Sala degl i Affreschi

Vi l la Visconti d 'Aragona - Napol i , Maschio Angioino - Verona, Scavi

Scal igeri - Brescia, Sala Vanvitel l i Piazza della Loggia - Milano, Centro

San Fedele - Parigi, Istituto Ita l iano di Cultura - Rovereto, Museo di

Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.

L'ultimo giorno di guerra

SarajevojBosnia 18 marzo 1996

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Piermario C ian i

Negativi o diapositive, bianconero o colore, piccolo o medio formato,

da almeno mezzo secolo sono i primi parametri di riferimento per tutti

i fotografi che si pongono il problema del l 'archiviazione di immagin i .

Negli ultimi tempi le cose stanno radicalmente cambiando a causa

della fotografia digitale che mette in soffitta gli acetati spalmati di

gelatina sensibile.

Dalla fotocamera si scaricano le immagini direttamente nel computer

e si archiviano su Hard Disk, Dat, Zip, CD-Rom, DVD . . . ma,

considerata la rapida obsolescenza delle tecnologie elettroniche, forse

l ' immediato futuro sarà un continuo riversare gli archivi sui sempre più

nuovi supporti che la tecnologia ci metterà a disposizione. Non più

lastre o negativi capaci d i attraversare i secol i ma memorie

microscopiche istantanee che durano solo qualche anno e i l cui

contenuto deve essere periodicamente trasferito per poter essere

fruito attraverso nuovi hardware e software. •

e Autoritrntti autocallanti • Piermario Cfillni 2001 . . . . . . . . . .

Bolli 2001

Autoritratto 01.02.03

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Un ritratto di Piermario Ciani

Piermario Ciani è nato il 19 G iugno 1951 a Bertiolo (Ud) . È stato

a l l ievo di Luther B l issett a l la Psichogeogra ph ical Art School of

London.

Ha real izzato immagini con proced imenti manua l i , fotochimic i ,

elettrostatici e d igita l i . Pubbl ica ed espone le sue opere dal

1976: pr ima d ip inti , poi fotografie, xerografie , mai l-art,

instal lazioni mu ltimedia e adesivi. Predil ige i supporti cartacei ma

spesso le sue opere sono immateria l i e s i percepiscono ai confin i

tra la telepatica e la telematica.

Autoritratto 08.02.03

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l c o n t e m p o r a n e i

c o n s e r v a n o

Si mone Sch iesan i

Scatole nomadi. E buste. Scatole e buste, custodi un tempo di

vergin i materie. Proteggono ospiti a ncora giovan i cambiando

spesso stanze, c ittà , case. Vanno stratificandosi del le percezion i

accadute e altri ben med itati pensieri e tutto conservano nel

prezioso meta l lo , r iempiendosi d i fogl ie , mur i , vo lti , c ie l i , l uoghi e

gatt i , sedimenti da i nterrogare c i rca le mie ere fotografiche.

Le tengo al buio, da dove sono venute; stampe dalla croccante

su perficie e negativi (anti-acido protetti garantit i ) , che attendono

d i essere scrutati e spiat i , controluce architettando che fare di

umi l i gregari a l soldo del fotogramma ben

i nquadratoespostosvi lu ppato.

Le scatole nomadi hanno un col laboratore, nomade. G l i è

riservata la parte p iù meritevole del le percezioni e dei pensieri ,

presentati in luminos i d iscendenti elettronici . Difesi da un n uovo

supporto dal la memoria capace e rapida, incurante di polvere e

umidità , intoccabi le anche volendo usare tutte le precauzioni . Ma

non conserva veramente, mostra soltanto, sono a ltri i luoghi del

vero Archivio, che racchiude ciò che non deve svan i re.

Perciò le tengo a l bu io , da dove sono venute. •

Volti 1

Un ritratto di

Simone Schiesani

Simone Schiesari, nato a Rovigo il 5 giugno 1974, si occupa d i

fotografia dal 1997 grazie a l l a frequentazione e a l l ' insegnamento

di Paolo G io i i e Roberta Va ltorta .

Nel 1998 ha prodotto i primi lavor i : Margin i , Elementi Para l le l i ,

ne l lo stesso anno ha partecipato ad un sem inario organizzato da

Fabrica e tenuto da Lewis Baltz.

Tra il 2000-2001 ha real izzato la serie "Volti " e nel 2001 ha

frequentato un corso su l l ' uso di Photoshop presso il C .F. P.

R iccardo Bauer d i M i l a n o . N e l 2002 h a parteci pato a l seminario

" Dentro la Città Europa" svoltosi presso La Triennale d i M i lano a

cura di Mu lt ip l ic ity, con la presenza di Lewis Ba ltz, Gabriele

Basi l ico, Francesco Jodice e Armin Linke.

Attua lmente vive e lavora a Mi lano come assistente fotografo.

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Volti 3

Volti 2

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l c o n t e m p o r a n e i

c o n s e r v a n o

Paolo Guolo

I l solo pensare a l mio archivio fotografico mi getta in un crescendo

di emozioni che osci l lano fra ricordo e nostalgia, turbamento e

frenesia . Questi sentimenti, diventano poi ancora più acuti , al lorche

mi accingo a mettere fisicamente le mani sul l 'archivio. Passare in

rassegna le mie foto, indiscriminatamente, sia quelle realizzate su

commissione, sia que l le personal i , significa per me affondare nel la

memoria e da essa trarre stimolo per i l lavoro futuro.

Ciononostante, la stessa operazione suscita in me un desiderio

forte di riordino e di ammodernamento del l 'archivio, che spesso

sfocia nel l 'ansia, generata dal la consapevolezza di non riuscire a

trovare i l tempo sufficiente per real izzare questo desiderio.

Il mio archivio si potrebbe, concettualmente, dividere in due

momenti:

Archivio attuale: costituito da negativi, divisi in b/n e colore,

brevemente descritti , datati e numerati progressivamente;

diapositive conservate per lo piu in scatole di plastica con

caricatore; positivi contenuti in cassettiere corredate di

documentazione e schede in cui riporto la data , il titolo e l 'autore.

Se la foto è anonima e priva di soggetto, cerco comunque di

descriverla (questi accorgimenti sono riferiti a l le fotografie

del l 'Ottocento, di cui sono modesto, ma appassionato col lezionista).

Archivio ideale: è l 'archivio a cui tendo, con smania quasi

fanciu l lesca, è un archivio informatizzato, in cui tutte le informazioni

siano contenute in una base di dati specifica, faci lmente

consultabile. Tuttavia, a l la real izzazione di questa idea si frappone

un ostacolo d i dupl ice natura; l ' una legata al fattore tempo, sempre

mancante quando si tratta di affrontare operazioni di riordino, l 'a ltra

al fattore costi, comunque ancora elevati se si vuole acquistare e

mantenere una strumentazione informatica adeguata. •

Noname 1

Francesco Moretti Un ritratto di Paolo Guolo

Paolo Guolo (1944), scultore e fotograto, vive e lavora a Treviso. Ha

incominciato ad interessarsi al la fotografia nel 1965. Dal 1977 al

1990 ha tenuto corsi di tecnica e storia della fotografia presso il Liceo

Artistico, dove ha pure insegnato per molti anni figura e ornato

modellato. È stato cofondatore del gruppo "Magnum 70" con A.

Dorigo, M. Grespan, W. Fenuccio, e G . Coppola, che ha animato la

scena culturale fotografica trevigiana degl i anni ' 70 e curatore delle

esposizioni fotografiche nella galleria "Foto-grafia" dal 1981 al 1995.

Mostre personal i : Teatro& Teatro, presso la Fondazione Bevilacqua La

Masa (VE), 1971; Paris, presso la Libreria Einaudi (TV), 1976; 5x70

Momenti Quotidiani, presso la galleria Nuova Fotografia (TV), 1981;

5x70, presso la Galleria Arcimboldo (TV), 1984; Polaroids [1976-

2002], presso lo Spazio Antonino Paraggi (TV), fino al 3 novembre

2002.

[comprende una selezione di polaroids a colori scelte dal l 'ampia serie

che Guolo va realizzando come propria personale ricerca, dal 1976.

Esposte insieme a cinque terrecotte di recente produzione, le

polaroids di Guolo sono testimonianza di una complessa personal ità

artistica capace di apportare al l ' immagine fotografica una tensione

plastica d'ombre e luci spiccatamente scultoree]

Mostre Collettive:

l o Salon Européen d'Art Photographique (Orléan), 1972; Religione

S.p.A., Studio Martini (TV), 1972.

Sue immagini sono pubblicate, oltre che in d iversi cataloghi d i scultura

e pittura, in : Bettin i , L'ultima metafora di A. Viani, Ed. N. Pozza, 1969;

Dalla Costa, Volti e luoghi della resistenza , 1979; Bianchin, Treviso

negli anni del degrado, Ed. Matteo, 1981; D. Dal Pos, Burattini e

marionette a Castelfranco e nella Marca trevigiana, Ed . Corbo&Fiore,

1984.

Noname 2

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Andrea Negretto

« l "nuovi stra n ieri " , marocch in i , senegales i , nigerian i , ecc. ci

passa no a fanco nel le strade, sono in fi la con noi a l

supermercato, sono nel la cronaca dei giorna l i .

Ma troppo spesso questi volti non l i ved iamo veramente: la loro

d iversità cu lturale ed etnica ci spinge al sospetto, a l la diffidenza

e a considerar l i in maniera molto sbrigativa ma non per questo

p iù rassicurante, come una sorta di numero statistico, di entità

astratta , di potenziale pericolo.

Da quest' idea , nasce la volontà d i restituire a queste persone

una v is ib i l ità concreta , il riconoscimento cioè, d i una loro

presenza rea le , di una l oro dign ità umana . " •

59

Andrea Negretto, nato a Treviso n e l 1970, s i awicina a l la

fotografia durante una permanenza giovani le di due ann i a

Londra . Deciso ad approfondire le potenzial ità espressive del

mezzo fotografico, è tornato in Ita l ia per frequentare la scuola

fotografica " R . Bauer" d i M i lano.

Proprio a Mi lano i n izia la sua attività professionale entrando in

contatto con agenzie fotogiornal istiche con cui col labora per tre

ann i nei qual i , lavorando tra cronaca ed attual ità mi lanese, trova

il suo " senso fotografico " soprattutto nel le tematiche social i .

Tornato a Treviso nel l ' apri le '99, oltre a d in iziare nuove

col laborazioni con agenzie fotogiornal istiche loca l i , i n izia un

progetto fotografico riguardante il fenomeno del l ' immigrazione nel

Veneto, ed in particolare in Treviso, con l 'obiettivo d i "vedere" chi

sono e come vivono i nostri vic in i .

Negretto-Rulottopoli

ì

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S e g n a l a z i o n e

L i b ri

a c u ra d i lta lo Za n n ier

AA. W , Thomas Struth, 1977-2002, The Metropol itan Museum of

Art, New York 2003.

Edito in col laborazione con i l Dal las Museum of Art, i l Museum of

Contemporary Art d i Las Angeles e i l M useum of Contemporary

Art d i Chicago, questo monumentale volu me è il catalogo del la

mostra antologica inaugurata in febbraio a New York, nel le

maestose sale del Metropol ita n , che ospita la Fotografia con la

stessa d ignità delle a ltre Art i . Dovremmo imparare! Dovremmo

anche noi poter contare su studiosi attenti al la contemporaneità,

carne Maria Morris Hambourg, curatrice del Dipartimento di

Fotografia del grande M useo americano!

Thomas Struth ( 1954) è un noto fotografo tedesco, che si è

ded icato soprattutto al paesaggio urbano e no, ma anche a l

ritratto e a l lo sti l i l ife.

In questo catalogo- l ibro , sono trascritte, con eccezionale

raffi natezza grafica, le sue spettacolari gigantografie , tra le qual i

a lcune di " i ntern i " ita l i an i : la Ch iesa dei Frari con L"'Assunta " del

Tiziano, o una sala del l 'Accademia d i Venezia, con i l Veronese a

fare da sfondo; i vis itatori fotografati nel l ' interno, penetra no

nel l ' i m magi ne globale, s i " schiacciano " e si i ntegrano nel la

scenografia , determ i na ndo un "quadro" nuovo. Chi guarda queste

gigantografie (quel la del l 'Accademia veneziana è di 184,5 x

228,3 cm) vi si trova coinvolto, entra nel l ' immagine, quasi come

accade con " Las Meninas" d i Velasquez.

Ma, soprattutto , l ' i ngigantimento sembra guasi sempre legitt imo,

ossia progettato sul vetro smerigl iato 20x25 cm, e non soltanto

una operazione tecn ica , oltretutto costosa, di laboratorio . I n

quel le d imensioni si rivelano dettagl i a ltrimenti i rr i leva nti , che

invitano a una lettura attenta del l ' immagine, per scoprire a l suo

interno tante " a ltre fotografie " , quasi come i n un montaggio a

mosaico. Pare che queste fotografie abbiano trovato col lezionisti

e musei disposti a paga rle o ltre mezzo m i l iardo delle vecch ie l i re !

I l l ibro è Made i n ltaly: Verona.

R. Bonavog/ia , Venezia. Suggestioni e colori, Comune d i Venezia,

2002.

L'ennesimo vol u me su Venezia, con i so l iti l uoghi comun i

(carnevale, nebbie, a rch itetture . . . ) , ma spesso riscattate dal la

qual ità del le i m magini di Rosario Bonavogl ia, "d i lettante in

fotografia " , però con i l talento de l profession ista.

I l l ib ro contiene anche due brevi testi di Woody Allen e Gore Vida l ,

che impreziosiscono la pubbl icazione, stampata con la sol ita cura

dal le Arti Grafiche Pizz i .

A. Modonesi, Fogliò, Centro Studi Va l le Imagna , Bergamo 2002 .

A. Modonesi, Chelò, Centro Studi Va l le I magna, Bergamo 2001.

Due vol umi del l 'ormai sol ito "grande formato" , raccolgono e

fanno conoscere l ' opera di uno tra i nostri p iù im pegnati fotografi

del dopoguerra, Alfonso Modonesi ( Berga mo, 1941), awiatosi a l la

fotografia nel 1960, nel pieno del d i battito "an photography" ,

mentre il neorea l ismo era a l canto del cigno. La sua fotografia ,

data l 'epoca legitti mamente in bianco-nero (e non per certo

snobismo nostrano, di ch i ritiene che i l b/n sia più "artistico" del

colore . . . ) , si ntetizza i l gusto e le tipologie degli anni ' 60-' 70 , e

specialmente la ricerca , quasi nostalgica, del "buon tempo

antico " , che nei due volumi appare accattivante, come nel l 'opera

magistra le di un a ltro bergamasco, Pepi Merisio.

l volumi sono efficacemente presentati da Cesare Colombo, con

introduzione d i Alessandro Ubertazz i .

Le fotografie origi na l i sono depositate presso l 'archivio

fotografico del Centro Stud i Va l le Imagna .

AA. W , Looking on , Accademia di Bel le Arti d i Ravenna l Linea di

Confine, Rubiera, 2002 .

AA. W , Nice to see you, IUAV 1 FDA 1 clasAV, Venezia - Linea di

Confine, Rubiera , 2002.

Ancora due sign ificative pubbl icazioni d i Linea d i Confine, nel

sol ito formato ad "a lbu m " , con la grafica raffinata di Camuffo;

una col lana che documenta s istematicamente la ricerca , spesso

trasgressiva , della " n uova " fotografia ita l iana, connotata

comunque da l magistrale Guido Gu id i , che si awerte presente in

primo p iano anche nel le opere de i suoi a l l iev i , i n questo caso

q uel l i de l l 'Accademia di Bel le Arti di Ravenna e del Laboratorio

presso I ' I UAV, dove Guid i riflette con intensità la sua filosofia.

Grazie.

M. Tonon, Gesti da Museo, Editrice Compositori , Bologna 2002 .

I l vol ume, cu rato da Marco Tono n , d irettore del Museo Civico d i

Scienze Natu ra l i d i Brescia , con l ' i ntervento di Laura Santarossa

e Vittorio Turozzi , raccogl ie " u na documentazione iconografica d i

gesti compi uti d a l l ' u o m o " , nel la vita d i montagna, con lo scopo d i

i l l ustrare anche metodologie d i lavoro ormai quasi obsolete, che

a lcuni piccol i musei hanno però proweduto a "conservare"

perlomeno nel le immagi n i .

Com 'è i l caso del le sequenze fotografiche rea l izzate quasi dieci

anni orsono da Giannanton io Battistel la , autore tra i più colti e

avanzati del la nostra giovane fotografia , e attua lmente docente di

questa d iscip l ina a l l ' U n iversità d i Udine.

I l suo racconto su l " lavoro di montagna" (fienagione, a rtigianato,

coltivazione, trasporto . . . , real izzato a suo tempo per il Museo

Casa Clautana di Claut in Valce l l ina) è un ecce l lente esempio di

a ppl icazione del la fotografia , cadenzata in a lcune sign ificative

serie di immagi n i ; "fi l ms a scatti " cadenzati nel tempo

de l l 'azione, quasi con un criterio cronofotografico.

G. Obici, Racconti metropolitani , G rafo, Brescia 2001.

I l volume raccogl ie u n ampio e d iacron ico reportage su l "segno

urbano " , di G iu l io Obici (Venezia, 1934), un "flaneur dei nostri

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giorn i " , lo defin isce G razia Neri nel l ' i ntrod uzione. Dettagl i d i

paesaggio, spesso "giocati " con i l trompe l ' oe i l , l 'accostamento

del naturale con l ' a rtificiale (man ifest i , manichin i . . . ) , con a l lusioni

on i riche, d 'atmosfera surreale, anche nel ricordo ( inconscio ?) d i

un Atget, o d i Luigi Gh i rri qu i in b ianco-nero.

G. Rivecchio, Dizionario delle scoperte scientifiche e delle

invenzioni, BUR, M i lano 2001.

U n uti le d izionario del le scoperte e del le invenzioni , da tenere a

portata di mano come una grande enciclopedia ; peccato che per

la Fotografia ci s iano alcune imprecis ion i ; ad esempio, non è i l

19 agosto 1839 c h e viene presentata la Dagherrotipia , bensì i l 7

gen naio , da Arago-Biot-H u mbolt, a l l 'Accademia di Francia . Il 19

genna io , ci fu invece la comun icazione definitiva anche del

procedimento (e l ' i ndomani Daguerre pubbl icò i l "manuale") in

una emblematica seduta comune del l 'Accademia parigina del le

Scienze e d i quel la del le Bel le Arti con i l famoso " discorso" di

Arago. E poi , Daguerre non aveva "acquistato" da N iépce i l

" metod o " , ma d i Nicéphore N iépce era stato socio dal 1829 al

1833, quando questi morì . Ancora : Tal bot brevetta la calotipia nel

1841 , ma già nel 1839, pochi giorni dopo Daguerre, presenta i

suoi "d isegni fotogenic i " , con i l s istema negativo-positivo, già

sperimentato con successo nel 1835 (si veda " Latticed Window

with the Camera Obscura " , August 1835, Col i . Royal Society,

Londra) .

N iente d i grave , ma certamente crea , perlomeno a me, qua lche

i ncertezza .

G. Palazzi, Immagini fra poesia e neorealismo, G rafo, Brescia

2002.

G i useppe Palazzi (Brescia 1895-1994) è stato un fotografo assai

noto , specia lmente ne l l ' Ita l ia del dopoguerra, presente nel le

maggiori esposizion i , con immagi n i che si pongono, come

sottol i nea il titolo del volume, "fra poesia e neorea l ismo " ,

secondo una ricerca formale a ncorata però a una lettura

romantica del l 'ambiente socia le.

Che Mario G iacomel l i gl i s ia stato maestro, lo rivelano molte

i mmagi n i d i questo catalogo, curate da G iu l io Obic i , Eros

Fiammetti e V incenzo Lott ine l l i per l 'associazione bresciana " i l

B ianco e Nero" e i l Comune d i Bergamo.

U n doveroso ricordo del fatografo Pa lazzi , che i ntegra uti l mente la

nostra storia del la fotografia .

A . Gigli, Passanti, Charta, Mi lano 2002.

Att i l io G igl i (Pesaro , 1934) , del icato fotografo, dopo una laurea in

Lettere a l l ' Un iversità d i Roma , ha raccolto in questo l i bro u na

serie di immagi n i real izzate tra il 1993 e il 1996, che solo in

parte sono già conosci ute . Ha " i nseguito" i passanti nel loro

it inera rio quotid iano, cogl iendone i gesti di strada, spesso

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sfuggenti, in accattivanti istantanee. Lo presenta brevemente

Roberta Valtorta, che defi n isce il lavoro di Gigl i , " P iccol i sogni

impossibl i " .

R . Bertasi, La ragazza con l a valigia, Desenzano 2003.

Dal l ' instancabi le Renzo Bertasi ricevo d i tanto in tanto vari l ibr i ,

che rivelano non soltanto una sua i nesauribi le passione per la

fotografia , ma una cu ltu ra fotografica ricca di motivazioni

semantiche e socio logiche.

Immagi n i "di donne" , in questa occasione, d i varia tipologia (dal

primissimo piano, a l la " posa" ambientata) , che però non

coincidono con il titolo, " La ragazza con la val igia" e neppure

sono un racconto sistematico su l la "condizione femmin i le" , come

suggerisce nel la prefazione Mauro Corradi n i ; ogni immagine, ogni

donna , ha u na sua storia, in questo l ibro che forse pretendeva

una d iversa, più funzionale impagi nazione.

L. Bussulati, AKH. Verso la luce, Charta , Mi lano 2002 .

Ancora un megavolume, con suggestive im magin i di paesaggi

"fantastici " - natura l i e strutturati -, ripresi con luci spettra l i .

notturne, artific ia l i , sospese nel mistero del la lettura fotografica.

Luigi Bussolati (1963) è un convincente fotografo di Parma, qu i

presentato da Aldo Carotenuto .

AA. VV. , Piermario Ciani, Dal Great Complotto a Luther Blisset,

AAA Edizioni e Ju l iet Art Magazine, Bertiolo (Ud ine) 2000.

AAA (Artisti Autobiografici Affamati) è l 'editrice d i questo si ngolare

volume, veramente "da col lezione" (cercatelo! ) , che ha per

protagon ista Piermario C ian i , un a utore diffici le da defin i re, "tra

fotografia e grafica " , l inguaggi comunque sempre i ntesi in modo

"trasgressivo " .

Piermario Ciani è stato presentato (scoperto?) come fotograto nel

primo numero del la rivista " Fetologia " , nel l 'orma i lontano giugno

1984, pubbl icando una serie di provocatorie "Colorxerox" , dai

colori acidi in fotocopia.

Ciani ha proseguito nel suo l ucido percorso interdiscip l inare,

p ionieristicamente awiato con le n uove tecnologie d ' immagine; ci

soffermeremo sul suo lavoro in un prossimo numero d i

" Fotostorica " . •

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FACILE DA MONTARE E SMONTARE

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REGIONE VENETO PROVINCIA DI TREVISO

Assessorato alle Politiche Assessorato

per la Cultura e l'Identità Veneta ai Beni Culturali

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La Regi o n e Ve neto e g l i arch ivi de l l a fotografia Mass i m o Cane l l a

D i rezione Cu ltu ra Regione Veneto

S i s a c h e va ntagg i o e l i m ite d e l l ' età m atu ra

è c h e le n u ove s ituaz i o n i fa n n o scatta re i n

ge n e re r i c o rd i : e n u m e ros i r i c o rd i l egati a l

s e rv i z i o i n R egi o n e m i s u sc ita l ' a rgo m e nto ­

g l i a rc h iv i fotografi c i ve n eti - s u c u i Ad ri a n o

Fava ro m i h a c h i e sto u n a p p u nto , i n

occa s i o n e d e l l a p u b b l i c az i o n e d i u n d o s s i e r

i s p i rato a u n a r i c e rca reg i o n a l e i n m e r ito .

La c o n s a pevo l ezza d e l l e tem ati c h e re l at ive a l

b e n e c u lt u ra l e fotografi c o , m o strata u n p o '

d i scont i n u a m e nte m a con p recoc ità d a l l a

Regi o n e Ve n eto , h a u n n e s s o c o n l a

conte m p o ra n e a i stitu z i o n e a I l ' l U AV ( I st ituto

U n ivers ita r i o d i Arch itettu ra - Ve n e z i a ) d e l l a

p r i m a catted ra d i Sto r i a d e l l a Fotografi a

n e l l a sto r i a u n ive rs ita r i a ita l i a n a . l p r i m i a n n i

Otta nta s o n o stati u n m o m e nto d i fo rte

c o l l a bo raz i o n e fra l a Regi o n e e l e U n ive rs ità

ve n ete , n e l l a p rogetta z i o n e , seco n d o l a

m e nta l ità d e l l ' e p oca d e l l a p rogra m m a z i o n e

e c o n o m i c a e so p rattutto d e l l a

p rogra m m a z i o n e te rr ito r i a l e . C i ò h a po rtato

a l l ' e l a bo raz i o n e d i n u m e ro s i stu d i e a n c h e

a l l a p rod u z i o n e d i i m p o rtant i vo l u m i c u rati d a

staff d i doce nti , c o n i n evita b i l e atte n z i o n e

a l l ' a s petto i c o n ografi c o , s pesso c u rato da

l ta l o Za n n i e r. E Za n n i e r, doce nte a p p u nto d i

Sto r i a d e l l a Fotografi a , m etteva se m pre u n a

p u nta d ' atte n z i o n e pedagogica n e l

p re s e nta re q u e st ' u lt i m a n o n s o l o c o m e

mezzo d i documentazione e non tanto come riflesso

del la rea ltà oggettiva , q u a nto pi uttosto come

eserc iz io d i u n ' a rte e d i una tecn ica con una forte

capacità di proporre o di i nfl uenza re la percezione e

l ' i nterpretazione de l la rea ltà : l ' attività de l produttore

di i m magine ven iva non nascosta , ma p i uttosto

messa in evidenza n e l l a s u a natu ra di evento e

sto ric izzata . Ugual me nte co l l egata con lo stud io de l

territor io è l ' i m portante racco lta d i foto , soprattutto

aeree, p rodotte in re laz ione a l la produz ione de l la

Carta Tecn ica Regi ona le .

Ne l lo stesso a rco d i tem po fu mmo i nformati de l la

serie d i attività che s i a n dava no svi l u ppando ne l

campo de l la fotografia stor ica : g l i Arch ivi A l i n a ri d i

F i renze, l ' esperienza d e l l 'Archiv io Fotografico Toscano

d i Prato con l a sua be l la r iv i sta ; l a mostra su

Maur iz io Lotze a Veron a ; la va lor izzazione

d e l l ' a rch iv io fotografico Ferretto - Fin i da pa rte de l la

B i b l ioteca C iv ica d i Treviso , le attività d i Pal azzo

Fortuny. La produzione dei fotografi ottocenteschi

venez i a n i fu oggetto a quel tem po anche de l le

attenz ion i d i a utori come Alberto Moravia (per la

fotografia popu l i sta o d i genere) o u n m o lto gi ova ne

V ittor io Sga rb i ( pe r l a docu mentazione storico

a rt ist ica ) ; me ntre , in a m b ie nti d ivers i , ven iva

va lorizzata l a produz ione avente come soggetto l a

Venezia i n d u stri a l e , c u i l avorava g i à a l l ' e poca, fra g l i

a ltr i , Dan ie le Res i n i . Da profa n i , com i nc iammo a

cap i re la compless ità d e l l ' a p procci o che b i sogna

r iservare al bene fotografico, come fonte

docum entaria e ins ieme come prod uzione s i a

a rt ist ica , s ia tecn ico - co m merc ia l e : da u n lato l a

fotografia de i Venet i , d a l l ' a ltro , per cita re i l tito lo d i

u n b e l l i b ro d i Zann ie r, i l Veneto d e i fotografi .

Questa p resa d i coscienza , che è stata p ropr ia deg l i

a m m i n i strator i de l tempo pr ima che d i no i fu nz ion a ri

o d i r igent i , si è poi trad otta , a l di là d e l l ' a p poggio a

man ifestaz ion i este rne, i n due i n iz iative d i u n certo

r i l ievo.

La pr ima è stata la catal ogazione , nel l ' a mb ito d i

co l l aborazione con l a Sopr i ntendenza p e r i B e n i

Artistici Stor ic i e Demoetnoantro pologi c i , d i 7 700

negativi fotografic i su l a stre a l l a ge lati na del fo ndo

de l fotografo ve neziano Tommaso F i l i p p i , lasciato i n

eredità a i ' I R E d a l l a vedova E lv i ra . S i tratta d i u n

fondo d a l l a storia e d a l l a struttura complesse, c h e

contiene una vera m i n iera d i i m magi n i su l astra ,

posit iv i , carto l i ne d i vari autor i , desti naz ion i e

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period i , ut i le per i r icercato ri , per la pro m ozione tur ist ica , per

i n iz iative ed ito ri a l i d i vario genere . Le schede i nformatizzate

costitu iscono i l p r imo nuc leo del settore s u i ben i fotografic i

de l Cata l ogo regiona le de i ben i c u ltura l i .

La seconda è stato l ' accog l i m ento d e l l a p roposta d i Zann ie r,

e de l comp ia nto Pa o lo Costant in i , d i una so rta d i cen s i m e nto

d e l l e rea l tà di fotografia storica ne l Veneto. Questo l avoro ,

effettuato con la co l laborazione d i u n gru ppo d i gi ova n i

stu d i o s i , ha po rtato a l l a redazione d i 2 3 0 schede d iv ise i n

d u e a ree d i r icerc a : a rch iv i e a l b u m . V i sono contenuti a nzi

tutto i dati anagrafic i d i ogni arch iv io e i l nome de l suo

res ponsa b i le , e l e i nfo rmazi o n i s u l l e t ipo /ogie dei m ateri a l i

fotografi c i conservati e s u a l b u m , soggetti e d a utori . A l l a fi ne

degl i a n n i Nova nta esso è stato ri preso per p rocedere al

necessar io aggiorna me nto : del le 230 rea ltà cens ite nel 1991

hanno r is posto in c inq uanta, d i c u i 2 6 hanno a uto rizzato la

d i ffus ione pubb l ica de i dati attrave rso i l s ito I nternet

www. regi one .veneto . itj c u ltu ra , dove essi sono attu a l m ente

reperi b i l i . Approfitto de l l ' occas ione per i nvita re c h i non ha

ancora riten uto di ader i re a quest ' i n iz iat iva a fa r lo ora , o a

segn a l a re eventu a l i i n esattezze: essa ce rca d i ass icura re u n

serviz io che vuo le fac i l ita re i perco rsi d i r icerca (costru i b i l i a

part i re s ia da l fo ndo , s ia d a l l ' a uto re , s ia da l soggetto) , e

sti m o l a re m agari i n iz iat ive u lterio ri .

Consa pevo le d e l l a va l i d ità di qu esta i n iz iativa , credo

ugu a l m e nte che abb ia avuto ragi one l ' a ssessore regi o n a l e

Se rrajotto ne l d i re , a l l a p resentazione trevigiana del 7

feb b ra i o d i quest ' a n n o de l dossier d i Fotosto rica s u l le foto

d e l la G rande G u e rra , che si è trattato di " va l ide i n iz iat ive che

n o n sono a rrivate a d assumere l a va l enza d i u n p rogetto

reg iona le d i l a rgo res p i ro " . U n a funz ione i m portante, che ha

superato sotto cert i r ispetti i l v incolo che la lega

organ icamente al s u o territo r io , va r iconosciuta a l l a P rovi ncia · d i Trev i so , che co l FAST ( Foto Arch iv io Storico Trevigia no) ha

sa puto d i a l oga re a nche con le a m m i n istraz ion i local i per

conse rvare e va lor izzare i mo lti prezios i fo n d i fotograf ic i

present i a nche ne i p i cco l i centri , r igu a rdanti temi forti

de l l ' i dentità veneta come le trad iz i o n i , l e a rc h itetture rura l i , i l

paesaggio - e natura lme nte q u e l l ' evento così determi na nte

per le popolaz io n i di qua e di là del P i ave che è stata la

G ra nde G ue rra . Ed è proprio a qu esto r iguardo e con l a

co l l aboraz ione de l FAST c h e la Regione h a fatto qua lche

passo s u u n a v ia poco esp lorata ; l a va lor izzazione de i fo nd i

fotograf ic i uti l i zzati o depos itati presso i muse i , le

b i b l i oteche e g l i a rch iv i d i ente loca le o d i i nteresse loca l e , i l

c u i o rd i na m ento r ientra fra le sue com petenze. S i sono

dovute aff idare l a scelta del le modal ità d i r i levazione

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cata lografica , p rendendo atto del la d ivers ità de i s i ste m i

adottati a l l ' interno de i ben i a rt ist ic i e dei b e n i l i b ra r i e de l la

non u n ivoc ità de l le i nterpretaz ion i de l le norme d i ogn uno dei

s i ste m i , e l ' accertame nto del la titola rità dei d i ritti , co l legata

con l ' i n d iv iduaz ione de l le v icende dei fo nd i ; ci si è resi conto

che le esigenze d e l l a sa lvaguard ia de l la quota maggiore

poss i b i le d i patri mon io fotografico i m porrà spesso i n futuro

di accontentars i in un pr imo m omento de l l ' i nventa r iaz ione e

di descriz ion i sommar ie . Ma p iù i m portante a ncora d i queste

attività mi sono sembrate le forme di co l la boraz ione, cu i ha

parteci pato anche il Ce ntro Prov inc ia le di Serviz io per le

b i b l i oteche , per prom uovere u na coscienza d e l l a natura del

bene fotografico ne l l e strutture d i conservazi one con d iverse

fi na l ità e senza sez ion i s pec i a l i st iche: attività fo rmative e d i

aggiorna m ento p e r b i b l i oteca r i e a rch iv ist i c h e desse ro l o ro

le com petenze non catalografiche , ma tecn ico - fotografiche

m i n i me per fa r fronte a l l a conservazione dei patri m o n i lo ro

affi dat i , a parer m io da cont inuare ed este ndere .

Sem pre a l te m a de l la G ra nde Gue rra è col legata

l ' acq u i s iz ione del nuc leo p i ù s ign ificativo de l la sez ione

"fototeca " de l la Med iateca de l la Regione Veneto , ora

osp itata ne l la V i l l a Settembr in i d i Mestre: un gru ppo di c i rca

3 . 600 r iproduz ion i , acqu is ite co i relativi d i ritti , di foto

prove n i enti da l M u seo del R isorgi mento ospitato n e l

V ittor iano d i Roma. L' uti l izzo d i queste i m magi n i non è stato

f ino ra mo lto i ntens o , a n che se va nno r icordate a lcune be l le

i n iz iative espos it ive ed editor ia l i a n i m ate da l gruppo d i Ponte

di P i ave di Euge n i o Bucci o / . M a , se tutto andrà bene, esse

presto saranno d i s pon i b i l i , ass ieme a l le a ltre i m magi n i

fotografiche o aud iov isua l i de l la Med iateca, i n una rete

telematica attivata fra la Med iateca stessa e le sa le

m u lt i m e d i a / i da a l cune b i b l i oteche venete fi nanz iata d a l lo

Stato ne l l ' a m b ito de l progetto Mediateca 2000 a va lere su i

proventi d e l l a ve nd ita de l le concess ion i de l le freque nze per i

telefo n i n i d i u lt ima generaz ione. Se tutto andrà bene , gra n d i

pos s i b i l ità s i a pr i ranno con l ' estens ione d i qu esta rete , p e r

la tutela e la va /o rizzazione de i nostri patr imon i d i i m m agi n i .

I n q u este cose bi sogna sapersi rendere d ispo n i b i l i a l nuovo

senza i ne rz ie o r iserve: perché è vero, come d icevo a l l ' i n iz io ,

che l ' espe rienza è i n d i s pensab i le , ma è anche vero q u e l che

d iceva Wittgenste i n , che " b isogna saper buttare la sca la che

s i è usata per s a l i re " , ed andare avant i . •

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Gli Arch ivi Fotografic i del Ve neto Ad ria n o Fava ro

C o n q u e sto n u m e ro Foto sto r ica a p re u n a

fi n e stra d e d i cata agl i a rc h iv i fotografi c i d e l

Ve n eto : n e l l e n o stre i nte nz i o n i q u e sto

Do s s i e r ed i s u cc e s s i v i c h e segu i ra n n o s u

q u e sto s pecif ico te m a , dovre b b e ro

p e rm ette re d i pre s e nta re p rogre s s iva m e nte

l e va r i e rea ltà a rc h i v i sti c h e d i fotografi a

sto r ica p re s e nti n e l l a n o stra regi o n e .

Fotosto r ica i nfatt i , o ltre a d effett u a re vo lta a

vo lta u n ' a n a l i s i d i te m i tec n i c i e s pec i a l i st i c i

d e l l a fotografi a sto r i ca , i n u n a v i s i o n e

n a z i o n a l e , h a o p e rato a n c h e e

p r i n c i pa l m e nte p e r l a d iffu s i o n e e l a

c o n o scenza d e l l a c u ltu ra regi o n a l e p e r i l

tra m ite d e l l a fotografi a , c o n u n a o pe ra z i o n e

c h e , n e l l ' u lt i m o d e ce n n i o , è stata re sa

pos s i b i l e gra z i e a d una n u ova s e n s i b i l i tà p e r

l a s a lvagu a rd i a d e l l a m e m o ri a e d e l l e

tra d i z i o n i l o ca l i .

Q u e sta s e n s i b i l ità h a po rtato a d u n s e m pre

p i ù va sto i nte rve nto d egl i E nti Loca l i

fi n a l i zzato a l l a ra cco lta d i i m magi n i

fotografi c h e p rove n i ent i d a l l e p i ù d i s pa rate

fo nti , a i fi n i d i u n a l o ro tute l a ed u s o

c u lt u ra l e p u b b l i c o .

È u n a o p e raz i o n e n e l l a q u a l e g l i e nt i

terr ito r i a l i de l Ve n eto h a n n o p e r c e rt i a s petti

a nt i c i pato u n a p o l i t ica n az i o n a l e in r ita rdo

ri s petto a i b i s ogn i c u ltu ra l i d e l terr ito r i o : a

Trev i s o l a P rov i n c i a p u ò co nta re a d ese m p i o

s u u n a rchivio fotografico operante da ben 1 2 ann i ed ha

finanziato a più riprese, spesso con il sostegno del la

Regione Veneto, specifici interventi nel campo del la

fotografia storica per d iffonderl i poi attraverso le pagine

di questa rivista.

Altre rea ltà di i n iz iativa nel campo de l la fotografia s i

s o n o p o i affacci ate a l l a r iba lta a Ve nezia , Padova ,

Vero n a , ed in tanti com u n i del te rritorio trevigi a n o , a

P i eve d i So l igo , a Castelfra nco, a S . Po l o di P iave, a

V ittor io Veneto , a Ponte di P iave , ecc.

Dunque l ' i ntervento degl i Enti Loc a l i veneti ha

frequentemente permesso una va lo rizzazione de l le

raccolte d i fotografie storica conse rvate presso le p iù

d ispa rate rea ltà d e l l a reg ione , q u a l i muse i ,

b i b l ioteche, a rch iv i , associazi o n i , i n dustri e , red az i on i ,

osped a l i , u n ivers ità , forze a rmate, istituti scolast ic i ,

co l lez ion isti privati ecc . : s i tratta d i l uogh i i n cu i

sono d i s pon i b i l i s ign ificative i nformazi o n i s u l la storia

d e l l e più d iverse attività umane , la cui t ipo logia var ia

a seconda del le fi n a l ità per c u i queste racco lte sono

state costitu ite , perm ettendo spesso u n lo ro uso

anche q u a l i fo nti d i n uovi dati etna-antro pologici da

parte d i d iverse d isc ip l i ne sto riografiche. Va

sotto l i neato come ne l lo svolgersi degl i i nterventi d i

sa lvaguard ia d i detti archiv i s i s iano spesso palesate

d iffi c i l i condiz i o n i di conservazione , una

cata logazione effettuata a volte con metod i sommar i

e non idone i comunque a l tratta mento d i materia le

fotografico stor ico, u n a r i prod uzione d i ta l i i m magi n i

concessa a l l ' ute n za , ma effettuata i n certi casi

se nza le dovute preca uz ion i per quel che attiene

l ' osse rva nza d i v i ncol i normativi (p rivacy, copyright,

ect . ) , evidentemente pesando la carenza d i spec ifica

fo rmazione degli operator i stess i .

È u n campo d ' i ntervento dove mo lto v i è ancora d a

costru i re e ne l qua le trova u n suo specifico ruolo

q uesta r iv ista , fi n a l izzata a ppunto a com u n icare e

d ivu lga re la cu ltura de l la fotografica sto rica , i n

q u esto caso po rta ndo a l l a l uce su q u este pagi ne la

vasta realtà degl i a rch ivi de l la fotografia veneta . •

66

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Come i nterve n i re sugl i Arch ivi de l l a Fotografia : i nd icaz ion i o perat ive lta l o Za n n ier

Sca letta o perativa per un pri m o i ntervento

sci entifico sugl i a rch ivi d e l l a fotografia :

- ritrova mento

- i n d iv iduazione

- pri mo soccorso

- trasfer imento

- r iproduzione

- cata l ogazione

- a rc h iviaz ione

- con servazione

- resta u ro

- ve icolaz ione

1. " Ritrovare-individuare . . . " ; " scopri re " s ign ifica

o ltretutto ca p i re l ' i m porta nza del l ' a rch ivi o ,

a n c h e s e p iccolo e fa m ig l i a re , come può essere

u n A l b u m conservato i n u n cassetto ; ma per c iò

è necessa rio conoscere la fotografia nei suoi

e l e m e nti storici essenzi a l i , a ltr imenti c i s i

r iferisce so ltanto a l l ' i m po rta nza iconografica ,

sem pre che a nche q uesta s ia " riconosci uta " ;

i nsom m a , è necessa ria u na "cu ltu ra d e l l a

fotografia " e se questa non c ' è b i sogna

affi d a rs i a l l ' esperto , ma che s ia veramente ta le .

2. " Primo soccorso " ; non s posta re gl i oggetti

fotografic i ritrovati , o per lomeno non

sconvo lgerne l ' assetto , regi strarne la loro

co l l ocaz i o n e , re laz ione e seq uenza , fotografa re

l ' i ns i e m e , i n modo d i poter " ricostr u i re " l a

s ituaz ione de l ritrova mento , che a vo lte può

67

essere sign ificativa de l lavoro e del le intenzioni del

col lezionista , dello studioso, del conservatore, per i più

vari motiv i , che non sempre sono importanti , ma che

a l l ' occorrenza debbono essere rintracciab i l i . I n sintesi ,

non i nterven i re è già u n va l ido "soccorso" .

3 . "Trasferimento" ; l 'Archivio ritrovato andrà

probab i lmente "trasferito" ed è quindi necessario fare

un " progetto " , i n nanzitutto relativo al " l uogo " , anche

dello stesso edific io, dove le fotografie - in lastra di

meta l lo , vetro, cel lu loide o in positivo su carta , che

necessitano di una d iversa del icatezza d i trattamento - ,

andranno col locate, sia pure prowisoriamente. E senza

traumi ambienta l i d i temperatura e d i umidità ,

verificando la situazione in precedenza (megl io in una

stanza i nterna e senza riscaldamento, ecc . , i n a rmadi d i

meta l lo verniciato a fuoco, ecc . , in scatole d i cartone a

ph neutro, ecc. ) ; se il trasporto è fatto su strada (o i n

barca, s e awiene i n laguna) , si tenga conto del le

vibrazion i e anche dei r ischi d i im prowisi nubifragi ecc . ,

sistemando in contenitori impermeabi l i , oltre che

ammortizzati .

4. "Riproduzione" ; ogni s ingola immagine va subito

fotografata , megl io se con pel l icola diapositiva a color i ,

accoppiandola a un test cromatico; è sufficiente i l

formato 24x36, econom ico oltretutto , e che i n seguito

consentirà molte a ltre operazioni e uti l izzazion i , anche

mediante "dupl icati " : per l ' editoria, la didattica, lo studio

iconografico, ecc . ; se si tratta di negativi in b/n , ricavare

le " i mpronte" a contatto.

5. "Catalogazione " ; le immagini andranno col locate

secondo schede omologhe d igital izzate, che si spera

vengano presto definite (e " imposte" ) a l ive l lo globa le,

ma, per ora , sarà sufficiente affidarsi a uno schema

semplice, elementare, dove si indica soltanto: i l nome

del l 'autore del l ' im magine (se c'è o , a ltrimenti , si scriva

"non ind icato " o "non identificato" ) , il soggetto, con un

titolo origi nale oppure attribuito, la data (o s .d . senza

data o ca . , ossia c i rca), la tecnica (del positivo e, se

conosci uta , del negativo), le dimensioni (a ltezza x base,

i n m i l l imetri ) , lo stato d i conservazione, la fonte e la

comm ittenza (se si conosce , ed è un dato i m portante),

l ' eventuale b ib l iografia , ecc . , lasciando a l futuro , in una

seconda parte della scheda, la descrizione iconografica ,

che i nveste molte d iscipl ine, non sempre conosciute dal

catalogatore.

6. "Archiviazione" ; le immagini origina l i , sia in negativo

che in positivo, vanno sistemate secondo le regole

convenziona l i in un ambiente dal m icrocl ima a bassa o

media u m id ità (60% circa) e temperatura (20/24°C), ma

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senza "dra m m i " , se i dati osci l lano un poco; la consultazione

degli origi na l i dovrebbe essere consentita soltanto

eccezional mente, perché l ' i m magine , perlomeno nel la sua

iconografia , sarà resa nel contempo leggi bi le in a ltro modo, nella

d iapositiva, o in un CD Rom, ecc . ; è però necessaria una verifica

del lo stato di conservazione, per campione, a lmeno ogni anno.

7. "Conservazione" ; le lastre d i vetro, a l col lodio, a l la gelat ina,

ecc. , andrebbero sistemate verticalmente in specia l i contenitori ,

ma in mancanza è preferibi le !asciarle nel le eventua l i scatole

origina l i , semmai isolandole una da l l 'a ltra con un fogl ietto d i

ca rta a ph neutro; i negativi su pel l icola d i cel l u loide, come è

noto, vanno d ivisi e a l lontanati , se si tratta di supporti "antich i "

a l nitrato d i cel l u losa oppure p i ù recenti a l l 'acetato, perché i pri m i

sono autoinfiammabi l i , ecc . ; i positiv i , soprattutto quel l i del

secolo scorso, vanno sistemati " in orizzontale" , nel le scatole di

cartone a ph neutro, ma non i n numero eccessivo, ossia c irca

venti fotografie per scatola , per evitare, oltre al peso,

un 'eccessiva opera d i " ritrovamento " . Per i dagherrotipi , i calotipi

e a ltre i m magin i ottenute con rare e del icate alch imie

fotografiche, l ' isolamento e la s istemazione debbono essere più

attentamente curati .

8. " Restauro " ; megl io non i nterven i re , se non si è in grado di

affidare l 'operazione a chi è veramente com petente, ma i n ogni

caso è megl io "d iffidare" e comunque procedere " otticamente" (o

via computer, ecc . ) , e comunque, salvo casi conclamati , non

procedere ch imicamente e neppure con "sempl ici " lavaggi in

acqua ; l ' i m magine origina le , a mio awiso, deve conservare la sua

"vecch ia ia " , anche lo sbiadimento , perché quel la è la sua vita.

Se s i vuole ind ividuare megl io gli elementi iconografic i , ciò è oggi

possib i le , entro un certo l im ite , con mezzi video-elettron ic i . l

trad izional i i nterventi ch imic i , fortunatamente i n parte

abbandonati , snaturano al sol ito l ' i m magine; come in altre

metodologie di restauro (pittura , a rch itettura . . . ) , il problema è

" ideologico " .

9. "Veicolazione" ; s ' i ntende la d iffusione d e l l e immagin i

fotografiche, che ne l la maggior parte awiene per v ia editoriale ed

espositiva, o per proiezione e per trasmissione video, I nternet,

ecc. Da l la " matrice" di riproduzione 24x36 in izial mente ottenuta

da l l ' origina le , è possibi le offrire immagi n i sia per la stampa

editoriale (monocromatica, bicromatica o a colori) , sia per la

d idattica (con la proiezione dei d iacolor, ecc . ) , sia per la

trascrizione elettron ica in CD Rom o la veicolazione televisiva e

I nternet.

Per la esposizione " i n mostra " , è necessario d istinguere tra le

rassegne iconografiche "a tem a " , e quel le invece specificamente

"fotografiche" .

Nel pri mo caso è lecito trasferire l ' im magine su qualsiasi

su pporto e d imensione, ind i pendentemente da l l "' origina le " ,

funzionale a l la esposizione, m a awertendo i l visitatore che si

tratta d i una "trascrizione" (al sol ito si d ice " riproduzione") ,

ind icandone però gl i estremi nel la d idascal ia ; se si tratta d i una

rassegna "specifica" (ossia "su l la fotografia" ) , le i mmagin i

andranno sistemate in cornici assol utamente senza l ' uso di

adesivi , ma sistemando del icatamente (nel trattamento è

d 'obbl igo l ' uso di leggeri guanti di fi lo bianco) le i mmagi n i su d i

u n su pporto di cartone neutro, con gl i "ango l in i " appl icati in

precedenza secondo le misure del la fotografia ; sono accettabi l i

anche quel l i d i cel lophan che s i trovano in cartoleria.

Sopra va s istemato i l passepartout, con la "fi nestra" ritagliata

possibi l mente a 45°; così l ' i m magine viene distanziata dal vetro

o dal perspex d i protezione.

E , per fi n i re, la luce generale del l 'ambiente dovrebbe essere

i nferiore ai 150 lux, ma per i dagherrotipi e i caloti pi ed a ltre

del icate immagi n i antiche, i l massimo, a mio awiso, è 50 lux, la

cu i durata di i l l um inazione è regolabi le con un timer comandato

con un pulsante dal vis itatore, con cu i si evita che le i m magin i

s iano costantemente i nfluenzate da l fl usso luminoso. I l tempo d i

lettura potrà essere d i circa 1 0 second i .

Chi ha maggiore cu riosità e interesse, può sempre imprimere u n

nuovo ordine a l l ' i nterruttore.

Nel prossimo futuro, com unque, dovremo abituarci a vedere le

fotografie soltanto in riproduzione, per evita rne la progressiva

d istruzione. Ma si dovrebbe sempre esporre un "ca mpione"

origi nale, per assecondare l ' i nteresse scientifico del vis itatore e

offrire una misura di va lutazione; la fotografia è i m magine

particolarmente del icata , forse non p iù d i a ltre tipologie grafiche,

ma nasce dal la luce e nel la luce può anche morire . • Da " Gli archivi della Fotografia. Problematiche" di l . Zannier in

Fotostorica n . 1-1998

6 8

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L'Arch ivi o Fotografico della B i bli oteca Com u nale d i Bassa no

Denominazione

Comune

CAP

Ind i rizzo

Telefono

Fax

Museo · Biblioteca · Archivio

Bassano del Grappa

36061

Via Museo 12

0424 522235-36

0424 523914

S ito WEB

E-mai l

http:/ ;www.x-land.it;museobassano

[email protected]

I l M useo Civ ico d i Bassano con serva al suo i nterno n u merosi

ed i nteressanti mater ia l i fotografici storic i :

· Fondo Fa so l i : n . 39 negativi a tecn ica ca lot i pica d e l 1853

- Racco lta d i n. 1360 i m m agi n i i ne rent i v ie e p iazze d i

Bassano r isa l enti a l per iodo tra i l 1910 e i l 2000

- Ser ie di a l b u m e fotografie sc io lte (compless ivam ente n .

900 tra orig i n a l i e ri produzi o n i ) rigu ardant i l a pr ima guerra

mond i a l e

- Lasc ito Agosti n e l l i , n . 630 immagin i d iverse

- Do n o Eredi G. Cecch i n , n. 1070 fotografie e n . 500

d i a pos it ive 2 4x36 m m , i nerenti l a prima guerra mond ia le

· I m magin i d iverse per complessiv i n . 5 . 000 esem plari

Di Andrea Fas o l i ( 1831-1904) , fu tra i p ion ier i de l la fotografia

nel Ve neto , il M useo di Bassano conserva d iversi n egativi a

tecn ica c a l ot i p i c a , q u i pervenuti per lasc ito d e l l a vedova e

compresi i n u n a racco lta di 39 r i prese i nt ito lata i n a utografo

" P r i m i esper ime nti con ob iettivo sempl ice e ca mera di m ia

fabbr icaz ione , come p u re la ca rta cerata , e a l b u m i nata . l p reparati c h i m i c i quas i tutti fabbricat i da m e " e segnata i n

copert ina " N egative i n ca rta cerata . 1853 " .

Le immagin i r ip rendono vari as petti d e l l a c ittà d i Bassa n o , le

r ive d e l B renta , i l Caste l l o , le p iazze de l Centro Stor ico. •

Autore non identificato

Biplano in volo

1915-1918 Andrea Faso/i

La piazza di San Francesco, verso nord-est

Bassano, 1853 Calotipo

69

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l Fondi Fotografic i dell' Arch iv io Storico Com u nale d i Ve nez ia Da n i e l e Res i n i

Denomi nazione Archivio Storico Comunale

Comune

CAP

Indi rizzo

Telefono

Fax

E .mai l

Sito WEB

Venezia

30124

Campo della Celestia - Castello n. 2737 /F

041.5289261

041.5239312

celestia@comune. venezia. it

http:/ jwww.comune.venezia.itjurbanistica

L'Arch ivio Storico Comunale di Venezia custodisce principalmente

la documentazione cartacea di atti , del i bere, carteggi , lettere,

del le Mun ic i pal ità di Venezia dal 1806 e di Murano, Pellestrina e

Burano fino al 1926, data del loro sciogl i mento e annessione a l

Comune d i Venezia. L'Arch ivio ha a nche giacenti vari fondi - o

raccolte di materia l i fotografici - con ca ratteristiche e consistenze

d iverse. Essi sono il prodotto di acq u isizioni o provengono dal

patrimonio stesso del l 'Archivio.

Negl i u lt imi ann i è stata real izzata un 'ampia opera d i

catalogazione d i d iversi fond i , uti l izzando, prima a l ive l lo

sperimenta le la scheda FT dei i ' ICCD, poi , con la pubbl icazione del

primo catalogo del fondo Giacomel l i , la defin itiva scheda F.

Possiamo defi n i re quattro categorie d ifferenti d i giacenze:

- il Fondo G iacomel l i , un vero e proprio fondo fotografico

proveniente da l l 'acqu isto, effettuato da l Comune di Venezia , nel

1995, de l l 'archivio del lo Studio G iacomel l i , com prendente circa

180.000 negativi databi l i preva lentemente fra il 1920 e il 1970,

d i cui una parte consistente su lastre i n vetro al la gelatina

bromuro d 'argento.

I l Fondo è stato inventariato e sono state catalogate, con

l 'acquisizione digita le del l ' immagi ne e

la scheda ICCD, oltre 9.000 fra lastre e pel l icole,

prevalentemente riferite agl i anni trenta.

Nel novero del le immagin i G iacomel l i , vanno inseriti numerosi

positivi provenienti da raccolte e a rchivi privat i .

- a ltri fondi o raccolte d i negativi acq uis iti da varie fonti (per

mezzo d i compravendita e per cessione). È i l caso d i una

consistente quantità - circa 1 . 500 - d i negativi facenti parte

del l ' arch ivio del lo studio Ferruzzi, uno studio cittadino

affermatosi dagl i anni venti del Novecento e, anche se meno

importante d i G iacomel l i , titolare d i n u merose commesse d i enti

e importanti industrie. L'archivio è andato d isperso in numerose

operazioni di vendita a vari col lezionisti e speculatori . Di questo

fondo , sono stati recu perati spezzoni tematici importanti , come

quel l i riguardanti la documentazione su a lcune aziende

industria l i di Portomarghera e del porto di Venezia. In questo

u lt imo contesto, l 'Autorità portuale di Venezia , dopo aver

finanziato la catalogazione e il ricondizionameno del le immagini

sul Porto del fondo Giacomel l i , d i quelle del l 'archivio Ferruzzi già

conservate a l la Celestia , ha depositato presso l ' Archivio Storico

Comunale anche i negativi (in gran parte ancora di Ferruzzi) e i

positivi proven ienti dal suo archivio.

- fondi o raccolte d i positivi original i acquis ite da varie fonti. Fra

esse , molti positivi provenienti da stampe di negativi Ferruzz i . I n

tal modo, come per G iacomel l i , si sta tentando di ricostruire, i l

p iù possibi le, la consistenza originaria d i ta l i fondi , danneggiata

da d istruzioni ejo a l ienazion i .

Altri , provengono d a acqu isti (come un album sul la prima guerra

mondiale) o cessioni e trasferimenti: è il caso di c i rca 3.000

positivi - acquis iti per donazione - sul l ' i ndustria d i

Portomarghera , d i vari pezzi storici proven ienti da raccolte d i

famigl ia, o d i altre centinaia d i positivi su l la struttura

urbanistica di Venezia e del territorio , su l le istituzioni comuna l i ,

s u lavori pubbl ici , trasferiti d a assessorati n o n competenti .

- Positivi origina l i a l legati a l la documentazione cartacea. Tale

giacenza , in costante evo luzione per i continu i ritrovamenti ,

comprende oltre un migl iaio di esemplari , fra cui numerose

stampe a l l 'a lbumina di grande formato. Si tratta del le fotografie

che accompagnano le "carte" come veri e propri documenti

a l legati a l le pratiche. Tale consuetudine, iniziata nel la seconda

metà de l l 'Ottocento, s i è via via estesa fi no a costituire una

sorta di documentazione paral lela prodotta preva lentemente in

occasione di richieste di licenze edi l izie, permessi d i

edificazione o trasformazioni d i stabi l i .

N o n mancano immagi n i d i cerimonie, eventi , o d iversissime

occasione in cui la testimonianza vis iva era probante per le

istituzioni coinvolte. Fra queste , i l funera le dei fratel l i Bandiera,

nel 1866, la scomparsa chiesa di San Paternian , nel 1874, le

gondole funebri nel 1870, la serie del le " nuove" d ivise delle

guardie e degli ufficia l i Comuna l i .

I n varie occasion i , ino ltre, sono state real izzate riproduzion i , su

pel l icola di grande formato, di positivi origina l i

temporaneamente in possesso del l 'a rchivio ma po i riconsegnati

ai proprietari . •

70

G. Janhovich

Venezia, La scomparsa chiesa di San Paternian

23 agosto 1873 Reale Fotografia Giacomelli

Venezia, La chiesa di San Giovanni e Paolo

fine '800

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L 'Arch ivi o privato Aldo Ross i presso l 'Arch iv io di Stato di Rovigo

Denomi nazione

Comune

CAP

Ind i rizzo

telefono

Fax

S ito WEB

E-mai l

Archivio d i Stato di Rovigo

Rovigo

45100

via Sichirollo 9

0425.24051

0425.25613

http:/ 1 archivi.beniculturali.it:SOOO l ASRO /index.html [email protected]

L'Arc h iv io di Stato di Rovigo , istitu ito ne l 1964, è ospitato fi n

d a l l a s u a apertura , n e l 1967 , n e l l ' ex sede de l Sem i n a rio

vescov i le i n v ia S i c h i ro l l o , u n com plesso mon u menta l e

p restigioso progettato da l l ' a rch itetto vicenti no Domen i co

Ce rato i ntorno a l 1 7 7 7-1778.

Tra i tanti a rch ivi custod iti a l l ' i nterno d i q uesta i stituz ione, e

d i n otevo l e i nteresse per lo stud i oso d i fotografia , vi è

l 'Arc h iv io privato d i Ado lfo Ross i (1857-1 9 2 1 ) , gra nde

giorn a l ista d i scepo l o s p i ritua le d i A lberto Mar io, d i p lomatico,

m i n i stro p l e n i potenziar io i n Pa raguay ed inf ine Conso le

gen e ra l e i n Argenti n a . Pur m odesto qua ntitativamente ( 1 1

b uste ) , i l s u o a rch iv io , costitu ito preva lentemente d i ritag l i d i

g io rna l i , fotografie , a rt ico l i , l i b r i , c im e l i , s i r ivela i nteres­

santi s s i m o per la r icch ezza e vari età di informazion i che

spaz i a n o d a l l a gue rra d 'Ab iss in ia a l le v icende pol it iche e u ro­

pee, d a l l e cond iz ion i di vita de l conta d i n o pa lesano a que l le

degl i em igrati negl i Stati U n iti e ne l Sud America .

M a l ' Arch iv io d i Stato d i Rovigo conserva ovvi amente a l suo

i nterno a lt r i i m portantiss im i fo n d i a rchiv ist ic i q u a l i a d es.

l 'Arch iv io N otar i l e che, con le s u e varie ser ie , costitu i sce in

certo qual modo l ' ossatura d e l l a documentaz ione rodigi n a ,

c o n i s u o i s e i seco l i d i stor ia i n i nterrotta e le s u e 2 . 000

u n ità tra p rotoco l l i , orig i n a l i , m i n ute e i n d i c i .

V i s o n o po i conservati g l i archiv i de l le I stituz ion i mona­

stiche , de i pr imi Con sorzi d i bon ifi ca , i vari a rch ivi d i uffic i

pubb l i c i che affondano le proprie rad i c i ne l per iodo de l la

gra nde r ivo l uz ione a m m i n i strativa na poleon ica ad es . q u e l l i

d e l l a G i ud i catu ra d i pace ( 1806-1813) e de l Tri buna le (1807-

1950); gl i a rch iv i d e l l o Stato civi le ( 1806-1815) e d e l l a

Camera d i Com merc io ( 1801-1944) , quest' u lt imo

part ico la rmente s ign ificativo per la conoscenza del lo svi l u ppo

econom ico d e l territorio tra '800 e ' 900 e i successivi uffici

g iud iz iari ( P retu re e G i ud iz io pol it ico) e la Delegaz ione

Provi n c i a l e .

Con l ' avvento d e l Regno d ' I ta l i a e la r idefi n iz ione g lobale d i

tutto l ' a p pa rato b u rocratico d e l regno , s i ass iste a l l a

i st ituzione degl i a rch ivi d i n u ovi uffi c i pubb l i c i , come q u e l l o

de l la P rov inc ia ( 1867-1928).

73

Va nno poi menzio nati gl i a rch ivi degl i ant ichi I stituti d i benefi­

cenza e di cura rod ig in i q u a l i Lazza retto ( 1506 ) , "Z ite l le "

(1615) e " O rfa n i " (1617) ne l la p iù recente Congregazione d i

ca rità e i nfine negl i I stituti R i u n iti d i Assistenza Socia le

( 1506-1967) . Non meno i nteressa nte i l materia l e · a ntico

confl u ito ne l fondo de l l ' I nten denza di F inanza ( 1867-1942) ,

i n cu i son conservat i , fra gl i a ltri , ca rteggi relativi ag l i ant ich i

ben i feu d a l i ed ecc les iasti c i .

Tra g l i archiv i n ati dopo l ' U n ità pa rti colarmente i m portante s i

d i m ostra nei var i campi d i r icerca sto rica que l lo de l la

Prefettu ra e de l la Questura ( 1901-1949) , pr ima fra le qua l i i l

Case l la r io pol it ico centra le (1894-1986) , fonte pr imar ia per

la sto r ia del la d i ss idenza pol it ica ne l n ovece nto , a l l ' i nte rno

de l la q u a l e sp icca i l nome di G i acomo Matteotti .

U n cenno a pa rte fra i tanti fondi a rch ivistici merita

s icuramente l ' Arch iv io Sto rico del Comune di R ovigo ( 1800-

1930 ca . ) , depos itato u n a q u ind ic ina di a n n i or sono presso

l ' Arc h iv io di Stato, e che è fonte privi legiata per i n numerevo l i

i n dagi n i stor iche, da q u e l l e sto rico-arch itetto n i che

(consu ltat iss i m i i ca rteggi " d ' O rnato " ) a quel le u rban ist iche,

b iografiche (uti l i s s i m i i 58 registri de l l 'anagrafe a u striaca ) , a

que l le i nf ine relative a i vari settori de l la vita rod igina tra

'800 e '900, d a l l a pubb l ica istruzione a l l a Fiera , d a l l e attività

commerc i a l i a l l e pr ime attività i ndustria l i . •

Aldo Rossi

"Provincia di Santa Fè, 1912" Argentina (?)

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I l Fondo Fotografico del M u seo dell'Automob i l e En r ico Bern a rd i de ll' U n ivers ità d i Padova

Denomi nazione Museo Enrico Bernardi

Comune Padova

CAP 35131

I nd i rizzo

Telefono

Fax

Sito WEB

via Venezia, 1

049.8276775

049.8276785

http:/ jwww.unipd.itjmainjstoria.htm

L'istituzione del Museo Bernardi presso l ' Istituto d i Macchine

del l 'Università d i Padova, ebbe luogo nel 1941, in occasione del

centenario della nascita del professore Enrico Bernardi , pioniere

ital iano del l 'automobilismo: quando a seguito di un lascito degli

eredi fu possibile raccogliere materia l i di interesse storico e

scientifico che testimoniano il genio inventivo e precursore del

Bernardi e costitu iscono un punto di riferimento per gli studiosi

del l 'evoluzione tecnologica nelle costruzioni motoristiche.

I l Museo ebbe una prima organica sistemazione ad opera del prof.

Mario Medici, al lora d irettore del l ' Istituto di Macchine, ha ora sede

presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, del quale Istituto d i

Macchine fa parte.

I l Bernardi (Verona 1841-Torino 1919) cominciò ad occuparsi di

motori a combustione interna intorno al 1870.

Uomo poliedrico, il Bernardi aveva molteplici interessi in vari settori

della tecnologia del suo tempo: tra queste passioni va sicuramente

annoverata la fotografia : operava in un laboratorio fotografico dove

effettuava applicazioni e sperimentazioni fotografiche; possedeva

diversi apparecchi fotografici folding e per fotografia stereoscopica.

Sono custodite presso il museo numerose scatole d i lastre

fotografiche negative, pellicole, autocromie che documentano

soprattutto i numerosi brevetti in campo automobilistico. •

Enrico Bernardi

Giardini a Padova

primo '900 Enrico Bernardi

Il sig. io in carrozzino da 1 -1/2 HP

nel cortile della Scuola d'applicazione

Padova, giugno 1900 L'Ing. Enrico Bernardi nel suo studio

primo '900

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L'Arch ivi o Fotografico della B i bli oteca U n ive rs ita ri a di Padova

Denominazione

Comune

CAP

Ind i rizzo

Telefono

Fax

E . mai l

S ito WEB

Biblioteca Universitaria

Padova

35121

via S. Biagio 7

049.8240211

049.8762711

[email protected]

http/ junipd.itjbibliotecauniversitaria

L' a rch iv io fotografico d e l l a B i b l i oteca U n ivers ita r ia di Pad ova

com prende o ltre 3600 i m magi n i pos itive e c i rca 1500

i m magi n i negative (tra queste u lt ime 9 la stre a l l a gelat ina ) .

S i tratta n e l l a grande maggiora nza d i immagi n i rel ative a l

pro pr io patrim o n i o b i b l i ografi co ra ro e d i pregi o : negl i u lt i m i

a n n i s o n o state

real izzate

docum entaz ion i

fotografiche pressoché

comp lete relative a l l e

m i n i ature p resenti n e i

manoscritti e negl i

i ncunabo l i , nonché a i

manoscritti datati f ino

a l l ' a nno 1500.

Parte de l la

documentazione

r iguarda la sede de l la

b ib l i oteca (s ia que l la

attuale s ia la

precedente , la Sa la dei

G iganti a l Liv iano, i n

fu nzione f i n o a l 1912)

e la protezione

ant iaerea attuata

d u ra nte la seconda

guerra mond ia le .

Partico larmente

notevole una co l lezione

d i 264 foto che

i l l ustra no vari a spetti

de l la Padova

novecentesca e del suo

territo r io , donata n egl i

75

a n n i Ottanta del Novecento da Sergio Nave , studioso del le

vicende cittad ine ed appassionato ricercatore; una spec ia le

im portanza vi hanno le im magi n i , i n buona parte i ned ite e

acquistate presso a rch ivi m i l i ar i america n i ed i ngles i , del le

d i struzioni operate dai bombarda menti de l 1943-4 5 .

È i n fase d i acq u i s iz ione una ser ie d i 7 0 0 d i apos itive

rel ative a l l e legatu re medieva l i presenti in b ib l ioteca ,

r ich i este a l l ' I stituto centra l e per la pato l ogia de l l i bro che le

det iene.

L' a rc h iv io è consu lta b i l e n e l l ' ora r io d i a pertu ra de l la

b i b l i oteca ( l uned i-venerdi 8 .30-19.30, sa bato 8 . 30-13 .30) ; le

r ich i este va nno presentate i n sa la manoscritti ( 8 . 30-13.00,

14 .30-18 .30) , dove sono poste d i rettame nte a d i s posiz ione

de l pubb l ico , ord i nate i n a l bu m , le foto del le m i n i ature e dei

ma noscritti datati . A r ich iesta e nel r is petto d e l l a normativa

vigente sono poss i b i l i r iproduz i o n i . •

La chiesa degli Eremitani di Padova

dopo il bombardamento dell'11 marzo 1944

(Arch. Fot. 230)

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I l Foto Arc h iv io Stori co Trevigi a n o

Denominazione F.A.S.T. - Foto Archivio Storico Trevigiano

Comune Treviso

CAP 31100

I nd irizzo

Te lefono

Fax

Sito WEB

E-ma i l

via S. Liberale 8

0422.656139

0422.410749

http:/ /www.fotostorica.it

[email protected]

Le oltre 200 .000 im magi n i conservate presso l 'Archivio

Fotografico Storico del la Provincia di Treviso consentono d i

studiare l 'a rte e la storia d e l Veneto, permettendo di esplorare e

anal izzare nei dettagl i ogni aspetto del la vita quotid iana, dei

costumi , delle trad izio n i , del l 'evoluzione del territorio, dei centri

abitati , del l 'edi l iz ia rura le , de l l 'archeologia industria le , dal 1860

fino agli ann i sessanta di questo secolo .

Patrimonio d i immagi n i :

- Fondo Fotografico G i useppe Fi n i : n . 17 .000 lastre fotografiche

- Fondo Fotografico G iuseppe Mazzotti : n. 120.000 immagini

- Fondo Fotografico G iovann i Marino:

n . 300 positivi a stampa

- Fondo Fotografico G i useppe Gnocato:

n. 20. 000 positivi e negativi

- Fondo Fotografico Istituto J. Riccati :

n . 3 .000 diapositive

- Fondo Fotografico G iovanni Paggiaro:

n . 4 .000 lastre fotografiche e le

attrezzature dello studio

- Fondo Nicola Perusi n i : n . 400

immagini

- Fonfo Fotografico Ettore Bragaggia n.

6500 immagin i

- Fondo Fotografico Ferd inando e

Bruna Forlati : n. 10.000 im magin i

Studio Ferretto

Gelatai a Porta S. Tomaso

Treviso, primo '900 FAST - Fondo G. Fin i

Nei diversi fondi fotografici qui custoditi vi sono oltre cento ann i

d i storia e d i costume veneto sistematicamente documentati

da l l 'occhio del la fotocamera e i nterpretati da maestri

del l ' immagine come Ferretto, Fin i , Mazzotti , Gnocato e altri .

L' uti l izzo del patrimonio di immagin i conservato nel l 'Archivio

Fotografico Storico, coi nvolge utenti divers i : istituti un iversita ri ,

editor i , storici , a rch itetti , enti pubbl ici , studenti , case di

produzione cinematografica ecc.

L'Ammin istrazione Provinciale ha dotato l 'Archivio Fotografico d i

un avanzato s istema i nformatico c h e permette l ' acquisizione, la

memorizzazione , la gestione e la stampa de l le immagi n i e del le

relative schede d i cata logazione.

L'Archivio Fotografico Storico i n questi anni ha organizzato

d iverse importanti mostre fotografiche, spesso in col laborazione

con Enti Loca l i e associazion i del territorio: " L'Arte Ferita " ,

"Conegl iano . . . a i bei tempi " , " I l Progetto d i restauro e

ricostruzione del chiostro de l l 'abbazia cistercense Santa Ma ria d i

Fol l ina del l 'architetto G i useppe Torres - 1897" , " La Grande

Guerra nel trevigiano " , " Be p i Fini nel FAST" , " L'emigrazione

trevigiana e veneta nel mondo" , " Fotografare la G rande Guerra " ,

ecc. •

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I l Fo ndo Fotografico V ittorio Va ra le de l la B i b l i oteca C iv ica d i Be l l u no

Denominazione Biblioteca civica del Comune di Belluno

Comune Belluno

CAP 32100

I nd i rizzo

Telefono

Fax

Palazzo Crepadona Via Ripa, 3

0437-25727

0437-941051

S ito WEB

E-ma i l

http:/ /biblioteca.comune.belluno.itjstoria.html· [email protected]

La B ib l ioteca Civica di Be l l uno conserva al suo i nte rno, o ltre ad

una raccolta d i 2 13 fotografie i nerenti la storia d i Be l l uno e

provi ncia data b i l i da l la f ine de l l '800 ai pri m i ann i '50 del

novecento, anche l ' im portante fondo fotografico Vara l e .

I l Fondo consiste i n oltre 1000 fotografie n o n ancora

inventa riate re lative a c ic l ismo, a lp i n ismo, sport vari , da l la fine

de l l '800 f ino a l 1973 anno de l la morte del giornal ista V ittorio

Va ra le .

Egl i nacque a P ie ' d i Monte d 'Ai ive (CE) ne l 1891 da gen itori

p iemontes i . Scrisse l u i stesso in u n ' autobi ografia desti nata ad

un ed itore : "A 10 ann i sono ritornato al nord . U n ico sostegno

de l la fam ig l ia , a 17 a n n i tronco g l i stud i , mi imp iego i n

u n ' i m presa d i costruzion i , m io compagno d ' uffic io è un giova ne

ragion iere , che è stato in Svizzera e i n Inghi lterra a i m parare le

l i ngue, s i chiama Vittorio Pozzo ." Ne l 1909 i l nome d i Vara re

appare su l l a Gazzetta del lo Sport, a utore del la b i ografia d i

G iova n n i Gerb i , i l p iù popo lare campione c ic l ista de l l 'epoca . È l ' i n iz io di que l la carriera che cesserà soltanto negl i u lt imi a n n i

d e l l a s u a esistenza . Col laborò con le p i ù prestigiose testate:

Gazzetta de l lo Sport, Corriere de l lo S port, La Stampa, Il Secolo

I l l ustrato, Tempo, Gazzetta d ' Ita l i a , I l Resto del Carl i n o , sono

a lcune testate che l o ebbero come col laboratore . Nel

giorna l ismo fece d i tutto, " i l redattore , i l redattore capo , i l

d i rettore , l ' i nviato spec ia le , i l corrispondente pol it ico, i l

trombettiere de l la stampa, i l correttore d i bozze, l ' a rch ivista , i l

cron ista sportivo, i l corrispondente d i guerra " . Come giornal ista

sportivo si ded icò pr incipa lmente al c ic l ismo e a l l ' a l p in ismo, fu

cron ista in 20 G i ri di Franc ia , 30 G i ri d ' Ita l i a , a ltrettante e forse

più M i lano-Sa n remo, G i ri di Lom bard i a , e tante altre corse i n

l inea e a tappe . Degli a n n i 40 scrisse: " de i giorna l isti che

segu ivano l e corse cicl istiche dei prim i decenn i del seco lo , due

fin i rono i n sa nator io , la loro professione l i obbl igava a mangiare

i l polverone so l levato da i c ic l isti e da l le automob i l i al segu ito , a

que i tempi l ' i nviato specia le doveva fare tutto da sé, non vi

e rano i m ezzi m odern i come telefax ecc. Ven iva no sped ite le

n otizie ancor pr ima

d i lavarsi la faccia da que l la patina d i polvere e fango, egl i

79

red igeva il servizio in condizion i sempre di sagiate in una sa la d i

te legrafo fra i l v i a va i d e l l a gente, oppure a l tavolo d i un b a r tra

avventori spesso avvinazzati , poi affrontava il suppl iz io d i

trasmette rlo per telefono su l inee i nfa m i , esposte agl i sbalz i

perché aeree, dettato al la c ieca da Catanzaro o da Bordeaux

sgolandosi nel microfono e s i l labando le paro le una per una

per avere la certezza che da l l ' a ltro capo del fi lo l o stenografo le

raccogl iesse con approssi mativa fedeltà . I m portanti furono

anche i due vo l u m i " Binda il nuovo campioniss i m o " , del 1927 e

" Learco Guerra ne l suo tempo" del 1932. Per l 'A lp in ismo,

condiviso con la mogl ie Mery, fu ardente e polemico scrittore.

R icevette per la dup l ice attività di scrittore e giorna l i sta d ivers i

pre m i : P i re l l i , USS I , Bancare l la Sport, Estense, o ltre a due

premi letterari CONI per i l ibr i d i A lpìn ismo, nel 1969 ottenne

anche i l premio Saint V i ncent per l ' a ppass ionata attività d i

giornal ista svolta durante mezzo secolo . Di mostrò a ppieno la

predisposizione a l l 'ana l is i docu mentari sta mossa da spi rito

battagl iero. Sarà a l l 'a lp in ismo, a cu i giu nse per merito del la

mogl ie Mery forte sestograd ista , che dedicherà dagl i ann i

sessa nta a l l a morte la maggior parte del la sua attività d i

scrittore, " La Battagl ia d e l Sesto grado" è per davvero un l ibro

d i verità e di amore per lo sport di a rram picamento , nel quale

Va ra le è r iuscìto ad operare la s intesi d i un 'epoca attraverso la

sua esperienza d i uomo acuto e d i i ntel l igente osservatore.

Persona l ità sch iva e di poche paro le , la sua vita è anche la

storia di una a perta ribe l l ione al fascismo e a ogn i forma d i

conformismo, d i acqu iscenza, d i supina accettazione a l le

i m posizioni a ltru i . Morì a Bordìghera ne l 1973 a otta ntadue

anni . • Vittorio Vara/e

Arrivo del 1' Giro d'Italia

all'arena di Milano

Milano, 1909 Fondo Vara le

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FOTO ARCHIVIO STORICO TREVI GIANO NOTIZIE

IL FONDO FOTOGRAFICO

ETTORE BRAGAGGIA

di Fiammetta De Salvo

Ettore Bragaggia ha almeno due grandi passioni, la vita politica, intesa come im­pegno sociale, e la fotografia . Nel 1 9 3 9 inizia a lavorare per lo studio fotografico Paggiaro a Treviso e vi rima-

. . ne per cm q ue ann1. Durante la guerra si unisce prima alla Divisione Nanetti della Brigata Mazzini e poi al Battaglione Treviso, formazione repubblicana guidata da Toto Tessari. L'esperienza partigiana é stata molto forte ed h a segnato tutta la sua vita con­tribuendo a caratterizzare uno spirito vi­vo, poco incline a i compromessi. Dopo il 1 945 torna allo studio Paggiaro per rendersi conto che non gli è possibile, in quel luogo, una crescita professionale autonoma e, nel 1 949, decide di emigrare in Argentina. Nel 1 9 5 1 si sposa per procura con la si­gnora Elda che in seguito lo raggiunge in Sud America e che sarà compagna di vita e di lavoro. A Buenos Aires si impiega per alcuni anni presso lo studio del fotografo inglese Fred S . Shiffer conosciuto e sti­mato soprattutto per la ritrattistica e membro della Reale Fotografia di Lon­dra. Collabora anche con altri fotografi ma, nell'Aprile del 1 954 cede alla nostalgia e decide di ritornare in patria e di aprire assieme a sua moglie lo studio in Via Bianchetti. Qui intende dedicarsi soprattutto al ritratto, aspetto della fotografia che lo aveva parti­colarmente affascinato, ma le richieste mag­giori gli vengono da ditte e aziende che si rivolgono a lui per immagini pubblicitarie e cataloghi. Questa doppia anima del lavoro di Ettore Bragaggia é testimoniata anche dal suo timbro anni '60: Ettore Bragaggia - Ri­tratti d'arte - Lavori commerciali e indu­striali.

Abbe Lane e Cugat nei camerini del Teatro Garibaldi Treviso, anni '70

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Area del Pra, viale Nino Bixio Fasi finali della costruzione del condominio

sulla curva dello stadio (Condominio Treviso 64) Treviso, 1965

Veduta del Sile da Ponte Dante Treviso, anni '70

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Strada S. Bartolomeo allagata Chiodo Treviso, ottobre 1 966

Casa sventrata Treviso, primi anni '60

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Pantalin, Piazza S.Vito Treviso, 1969

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Poco tempo dopo l'apertura della sede vi­cina a l Calmaggiore apre un secondo ne­gozio appena fuori della Porta Carlo Alberto con un'attività che impegna direttamente i due coniugi e fino a cinque dipendenti . Contemporaneamente Bragaggia si attiva per organizzare i fotografi trevigiani in un gruppo d i scambio che potesse diventare un nucleo di aggregazione per la discussione riguardante i listini prezzi, gli orari e le politiche di acquisto. Nel 1 95 6 fonda l 'Associazione Artigiani Fotografi superando le diffidenze reci­proche, le divergenze politiche e sindacali e proponendo le riunioni in territorio neutro, ovvero in osteria. Si impegna inoltre, per più di venticinque anni, nella programmazione del servizio di assistenza comunale ECA e diventa,

c c ( { .. .. ..

prima Consigliere di Circoscrizione e in seguito Consigliere Comunale di Treviso per i l partito Repubblicano. Collabora da diversi anni a titolo volontario con il quotidiano TI Gazzettino fornendo le immagini per la rubrica Treviso da promuo­vere e da bocciare. Proprio l 'amore per la sua città natale e il suo forte senso civico l 'hanno portato negli anni a compiere numerose b attaglie per una cura più attenta dell 'arredo urbano e dei corsi d'acqua e a denunciare ogni a buso in tal senso. Tra gli anni '70 e ' 80 , con la diffusione su larga scala del colore e con l 'incremento delle sviluppatrici continue automatiche, molti fotografi artigiani di Treviso hanno chiuso i battenti. La crisi si é accentuata con la concorrenza dei l a bora tori a pronta consegna nei centri commerciali e

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Lavanderia e stircria trevigiana di Frassetto e Scatto) in

1 965

Ragazze che intrecciano cesti Primi anni '50

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Manifestazione dei coltivatori diretti in occasione dei 40 anni della CISL Treviso, 1 9 58?

anche l 'attività Bragaggia ha accusato il colpo. In un primo tempo é stato chiuso il negozio in via Bianchetti. Nel 2000, quando Bragaggia ha deciso di lasciare l 'attività, sperava che un giovane raccogliesse la sua eredità continuando il lavoro di fotografo a cui lui ha dedicato tutta la vita. Era anche pronto a lasciare i locali cedendo gratuitamente l 'avvia­mento purché si mantenesse una continui­tà. Ma i tempi paiono essere poco propizi

per i negozi di fotografia tradizionali e nessuno ha colto l'occasione tanto che nel Natale del 2000 lo studio Bragaggia, do­po quasi cinquant'anni di storia, ha defi­nitivamente chiuso.

Al termine dell'attività Ettore Bragaggia ha deciso di lasciare una parte consi­stente del suo archivio e alcuni pezzi della sua attrezzatura anni '60 al Foto Archivio Storico della Provincia di Trevi-

84

so affinché diventassero un patrimonio accessibile al pubblico. Il fondo Bragaggia é composto da immagini della tipologia più varia: molte foto industriali, moltissime testimonianze che documentano lo sviluppo urbanistico della città, tante immagini relative a feste, riunioni e momenti pubblici im­portanti ma anche foto in studio per ri­tratti o servizi matrimoniali . L'aspetto più interessante del fondo risiede

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Walter Chiari foto dedicata a Ettore Bragaggia

Bomboniera - Gelateria Dolomiti in Calmaggiore

Treviso, primi anni '60

Barba il cacciatore in posa per Ettore Bragaggia

Signora che lavora ad uncinetto, Sottoportico dei Buranelli

Treviso, anni '60

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Via Pescheria Treviso, anni '60?

proprio nel fatto che ai lavori su commis­sione si affiancano molte immagini che Bragaggia ha voluto scattare per suo personale interesse e per testimoniare degli aspetti significativi della città che tanto ama. L'impegno civile dell'autore si é con­cretizzato anche nel suo lavoro e l 'occhio del fotografo é l 'occhio del cittadino.

Il Fondo Bragaggia s i trova oggi presso il F.A.S .T che conserva gli originali nel suo

archivio climatizzato. È composto da quasi 6500 immagini la cui catalogazione é stata portata a termine con un sistema informatico adatto a l la ricerca per soggetto. L'intervento di digitalizzazione delle stesse sta per essere concluso al fine di rendere disponibile le immagini nei formati più agevoli alla consultazione dell 'utenza e per permettere una piena valorizzazione di q uesto importante patrimonio iconografico.

8 6

Bragaggia vive ancora a Treviso e non ha mai smesso di fotografare, ancor oggi é possibile incontrare il Signor Ettore che " pattuglia " la città in bicicletta con la macchina fotografica al collo pronto a fissare in un istante gli aspetti di una città che cambia. •

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ARCI-llVI FOTOGRAFICI ED

IMMIGRAZIONE ITALIANA IN CANADA

di Michele Rigo

Sulla scia della grande mostra documentale "I.:emigrazione trevigiana e veneta nel mon­do" presentata dalla Provincia di Treviso nel dicembre 2000 e tuttora visitabile sul sito http://www.fotostorica.it, sono stati recente­mente acquisiti due fondi fotografici. n primo è una piccola raccolta di episodi legati alla diaspora familiare dell'autore che ha visto via via parenti stretti e lontani prendere le vie del mondo e sulle cui polveri egli stesso si è messo in cammino. Questo foto-archivio familiare, pur se di modesta entità, riveste tuttavia motivi di interesse e di riflessione di carattere generale che andremo però a sviluppare in altra occasione. n secondo, più ampio e strutturato e di cui si tratterà, è una miscellanea tratta dell'archivio fotografico del giornalista Ray Culos messo a disposizione dall'Italian Cultura! Center di Vancouver B.C. (Canada), e rappresenta un significativo contributo allo studio della storia della nostra emigrazione in quel continente. Ray, i cui genitori, Phyllis e Marino originari di Casarsa della Delizia (PN), furono tra i personaggi di spicco della comunità italiana per oltre un ventennio, si dedica alla ricerca e raccolta testimoniale della storia dei nostri emigrati pubblicando articoli e libri, l'ultimo dei quali ( l ) presentato lo scorso aprile. Ed è grazie ad uomini come lui se l'oblio non ricopre questi sprazzi di storia minuta. Complessivamente si tratta di una cinquantina di fotografie che temporalmente spaziano dal 1900 al 1972 circa e che documentano so­prattutto alcuni momenti importanti della vita della comunità italiana nel lontano ovest canadese, comunità che ha avuto origine at­torno al 1 850 quando i primi italiani arri­varono attratti dall'epopea della "Corsa al­l'Oro". Il prin1o grande impulso migra torio venne a partire dal 1867, anno in cui il Canada, divenuto Dominion indipendente,

accelera la modernizzazione del paese met­tendo in cantiere la realizzazione delle grandi infrastrutture, quali ferrovie, porti, industria del legno, distretti minerari. Nel momento in cui le prime comunità di immigrati si sono riconosciute e strutturate come una unica comunità nazionale, si originò la nascita delle società italiane di mutuo soccorso, la più antica delle quali fu quella dei "Figli di Italia" fondata a Vancouver nel 1905. Fu una tappa importante in quanto fece da coagulo alle numerose colonie di italiani ormai sparse per tutto il Paese. Queste società provvedevano a supportare materialmente e

spiritualmente i lavoratori e le loro famiglie specialmente in caso di malattia, irLfortuni o decessi. Nel 1 9 1 1 sempre a Vancouver viene fondata la "Società Veneta" che, assieme alla "Fameie Furlane", fu una delle prime associazioni di stampo "regionalistico" . Se l a documentazione dell'archivio d i Ray Cu­los evidenzia innanzitutto la nascita di queste Associazioni e il loro sviluppo soprattutto in rapporto all'inserimento della comunità ita­liana in seno alla società canadese, avvenuto

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solo grazie a i successi economici, sociali e politici dei nostri connazionali, essa testimonia anche i momenti cruciali determinati da eventi storici epocali. I.:avvento del fascismo in Italia e la successiva entrata in guerra a fianco della Germania, determinarono tra i nostri conna­zionali divisioni e ripercussioni non di poco conto. A fronte di una parte della comunità che sentì la necessità di schierarsi apertamente con il paese che li accoglieva vi fu Lm consistente numero di simpatizzanti ed iscritti al Partito Fascista, molti dei quali, a seguito della ap­provazione del Regolamento per la Difesa del

Canada nel 1 939 che diede al governo canadese pieni poteri in tempo di guerra, furono internati e sorvegliati in quanto sospettati di minare gli sforzi bellici. Le comunità italiane furono sconvolte da questa "attenzione" particolare, come quella in Nova Scoria che vide numerosi membri, in odor di fascismo, internati senza processo in Ontario nel campo di Petawana. O nella provincia dello Saskatchewan dove le famiglie contadine furono oggetto di persecuzioni da parte dei 7000 Veterani della Prima Guerra Mondiale

Il banchetto per il festeggiamento del 25' anniversario della Società veneta

Canada, 1 936

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Associazione !taio-canadese dei vigilanti di guerra Canada, 1 939

inquadrati nel Corpo di Sicurezza Civile "Veterani dello Saskatchewan" autorizzato ad "estirpare i sovversivi alla radice" . Molti italiani riuscirono a sfuggire alla persecuzione solo perché dichiaratisi, nel corso dei censimenti della popolazione degli anni precedenti, "irlandesi" sia per sfuggire alla marcata xenofobia anti italiana di inizio secolo sia perché essi facevano riferimento alle uniche

comunità cattoliche esistenti, al di fuori del Quebèc, che erano appunto irlandesi. n dramma della comunità italiana ebbe il suo epilogo nell'arruolamento nelle file del­l'esercito canadese di figli di immigrati, magari internati, che furono mandati a combattere e a morire in Italia anche nei luoghi di origine familiare . n dopoguerra, con la pacificazione, vede

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arrivare l a seconda e più grande ondata di immigrazione italiana , ondata che si esaurisce verso il 1 970 e che vede la presenza italiana nell'industria delle costruzione e nel commercio e che si inserisce appieno nella nuova comunità nazionale in tutti i campi fino a guadagnare riconoscimenti a livello nazionale. Esemplificativo il caso di Giuliano Zaccardelli figlio di italiani ora comandante

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generale delle leggendarie Giubbe Rosse (RCMP).

Il merito di Ray è quello di aver operato con lungimiranza andando a raccogliere la documentazione relativa a l la comunità italiana nel corso di decenni. La testimonianza del fenomeno della nostra emigrazione non è del tutto agevole dato che essa infatti è disseminata in mille rivoli. È reperibile sia presso i grandi archivi fotografici come il National Film Board of Canada, i l Canadian Museum of Civilization, la National Library of Canada sia i musei e le biblioteche locali. Purtroppo le comunità italiane, per problemi di carattere sia finanziario sia culturale, non sono in grado di affrontare coerentemente la salvaguardia della "Memoria" . Spesso si è assistito ignari alla dispersione di patrimoni come nel caso di uno dei più antichi giornali italiani a Vancouver che, alla cessazione dell'attività e alla morte del proprietario, ha visto l 'erede vendere l'intero archivio fotografico per pochi cent a pezzo. È culturale ancora il limite che dimostrano i consigli direttivi delle varie associazioni italiane più tesi alla tutela di interessi spiccioli della comunità piuttosto che ad allargare gli orizzonti del proprio operato che invece dovrebbe spingersi, sia nei confronti delle giovani generazioni che delle altre comunità nazionali, a salvaguardare, condividere e rendere fruibile la propria "Storia" . Le nuove tecnologie, in parti­colare Internet, pur molto presenti nel­l'intero panorama pubblico, sono ancora la cenerentola: basti pensare che la digitaliz­zazione del fondo di Culos è stato eseguito solo ed in funzione del suo trasferimento in Italia. Per trovare una delle poche realtà modernamente organizzate bisogna andare a New York, al Garibaldi-Meucci Museum. Ed è un peccato perché esistono molte altre realtà in cui la forte presenza della comunità italiana ha dato contributi notevoli alla crescita economica e sociale di interi

distretti. È il caso di Trai! ( British Columbia) dove peraltro esiste un museo ben strutturato, il Colombo Lodge Archives gestito dal centro italiano, ma che non essendo in rete e distante centinaia di chilometri da Vancouver, risulta di difficile accesso. Nel quadro del rinnovato interesse che la politica nazionale sta dimostrando per le proprie comunità all'estero, dovrebbe trovare spazio proprio la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio documentale, e non solo fotografico, anche in funzione di una ricucitura storica, sociale, politica, e perché no anche economica, dei frammenti di italianità sparsi nel mondo. E le amministrazioni locali, dato i forti legami con i paesi di origine che i nostri emigranti hanno sempre avuto, sono quelle che meglio di altre possono favorire questo processo.

NOTE ( l) Raymond Culos Vancouver's Society of Italians, Volume two

INDIRIZZI RAY CULOS [email protected] MICHELE RIGO [email protected] COLOMBO LODGET MUSEUM 5 84 Rossland Avenue Trai!, B.C. Canada Recapito Postale: 830 Bel! Piace, Trai!, B.C. VlR 3Kl Canada GARIBALDI- MEUCCI MUSEUM www.garibaldimeucci.org www.garibaldimeuccimuseum.org CANADIAN MUSEUM OF CIVILIZATION Library and Archives www.civilization.ca/cmc/biblo NATIONAL LIBRARY OF CANADA www.nlc. bnc.ca ARCHIVES ASSOCIATION OF BRITISH COLUMBIA www.aabc.bc.ca/aabc

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PREMIO DI FoTOGRAFIA

ALDO NASCIMBEN

V EDIZIONE - ANNO 2003

Elenco dei partecipanti Under 25 lo PREMIO Buso Alberto, Treviso Titolo: Ombre senza tempo Titolo: Architetture instabili Titolo: Pareti sonore Autori segnalati Under 25 Pillon Emanuele - Treviso Saccarola Tommaso - Scaltenigo (Ve) Saretta Sibilla - Montebelluna (Tv) Sestito Andrea - Senigallia (An) Spadari Nicole - Fagarè (Tv) Autori esposti Under 25 Bedin Alessandra - Pederobba (Tv) Bracci Diego - Bagracavallo (Ra) Ferro Francesca - Taormina (Me) Garzon Jenni - Castelfranco V. (Tv) Giorgi Elena - Cesena (Fo) Thomas Fabio - Pieve d'Alpago (Bl) Valdini Enrico - Silea (Tv) Altri partecipanti Uder 25 Battistin Dario - Treviso Bottacin Enrico - Silea (Tv) Calzavara Fabio - Treviso Casucci Cristiana - Fiorenzuola d'Arda (Pc) Ceoldo Francesco - Vigonza (Pd) Checchin Stefania - Loreggia (Pd) Ciotola Giulia - Castelfranco V. (Tv) De Chirico Angela - Treviso De Wolanski Federico - Treviso Di Torna Nicolò - Treviso Fadelli Kanti - Salgareda (Tv) Glavina Vanja - Trieste Luciani Pietro - Treviso Mattiuzzo Michele - Treviso Miatto Alessio - Dosson (Tv) Morpurgo Giada - Treviso Paronetto Angela - Treviso Pavan Alessandro - Treviso Previato Tommaso - Quinto (Tv) Romanato Valentina - Treviso Scuderi Emiliana - Preganziol (Tv) Scuderi Giuseppe - Frescada (Tv)

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Alberto Buso Architetture instabili

Susan Enrica - Maser (Tv) Torresan Valentina - Treviso Trentin Alberto - Vascon (Tv) Over 25 l o Premio Fasolo Ferdinando, Padova Titolo: Da " I muri ci raccontano: Cracovia 2002" Titolo: Da "I muri ci raccontano: Padova 2000" Titolo: Da "I muri ci raccontano: Venezia 2002" 2" Premio

Patacca Enrico, Verona Titolo: Verona - Piazza Brà 2002 Titolo: Verona - Piazza Erbe 2002 Titolo: Verona - Piazza Dante 2002 3° Premio Montini Giulio, Casnate (CO) Titolo: Momenti di riposo Titolo: Bimba rumena Titolo: Un uomo e la sua vita Autoril segnalato Over 25 Dalle Carbonare Bruno - Thiene (Vi) Martini Pietro - Piovene (Vi) Mazzon Gianni - Meolo (Ve)

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Tassitano Angelo - Mestre (Ve) Auori esposti Over 25 Ambroggio Davide - Ponzano V. (Tv) Barie Laura (Tv) Bostiancich Riccardo - Udine Brighente Giovanni - Monteforte d 'Alpone (Vr) Caon Italo - Resana (Tv) Castorina Vincenzo - Giardini Naxos (Me) Contro Giovanni - Mogliano V. (Tv) Corbetti Renato - Spinea (Ve) Durisotti Igino - Torreano di Martignacco (Ud)

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Finotto Maurizio - Lentate sul Seveso (Mi) Guzzi Raffaele - Genova Mangiarotti Antonio - Mede (Pv) Minotto Mauro - Cadoneghe (Pd) Quoco Alberto - Udine Reggiani Roberta - Mirandola (Mo) Romagnosi Giampaolo - Piove di Sacco (Pd) Tomaello Tiziana - Mirano (Ve) Valdini Giocondo - Silea (Tv) Zagolin Sandra - Piove di Sacco (Pd) Zanella Patrizia - Noale (Ve) Zuliani Queiroz Alessandro - Dolo (Ve)

Altri partecipanti Over 25 Almari Mario - Monteforete d'Alpone (Vr) Bacciocchi Giorgio - Vigevano (Pv) Balanza Paolo - Treviso Baldacci Paola - Cesena (Fo) Baldo Adriana - Treviso Bernar Paolo - S. Giorgio delle Pertiche (Pd) Bianchi Roberto - Villafranca (Vr) Billio Francesco - Porcellengo (Tv) Biral Mauro - Ponzano V. (Tv) Bisconcin Nadia - Meolo (Ve) Bon Ennio - Campofomido (Ud)

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Ferdinando Faso/o I muri ci raccontano: Cracovia

Eoni Elisabetta - Treviso Borgo Valter - Grumolo Pedemonte (Vi) Bortolon Luca - Castelfranco V. (Tv) Bottini Giorgio - Arcore (Mi) Bruno Antonio - Treviso Buschetta Alessandro - Giardini Naxos (Me) Caiani Silvia - Paese (Tv) Caiani Tino - Paese (Tv) Campalani Ermanno - Sesto S.Giovanni (Mi) Campeol Daniela - Badoere (Tv)

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Alberto Buso Ombre senza tempo

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Campeol Graziella - Paese (Tv) Carmignotto Fausto - Castelfranco V. (Tv) Carrer Elena - Treviso Cattai Giovanni Battista - Treviso Cavallin Lara - Volpago (Tv) Cecere Marco Claudio - Treviso Chiarini Gianfranco - Consandalo (Fe) Colletti Alessandro - Treviso Conte Guido - Treviso Cortez Alberto - Vigodarzere (Pd) Cortiana Bruno - Thiene (Vi) Crosato Luciana - Montebelluna (Tv) Cunico Antonio - Vicenza D 'Arsiè Antonio - VittorioV. (Tv) Dassogno Daniele - Cermenate (Co) De Gobbi Claudio - Casier (Tv) De Luca Michele - Cison di V. (Tv) De Martin Giuliano - Paese (Tv) Donati Lucio Pietro - Cesena (Fo) Durigon Daniele - Dosson (Tv) Favara Alberto - Mogliano V. (Tv) Favera Adriano - Legnaro (Pd) Favera Maurizio - Musano (Tv) Ferro Andrea - Venezia Foffano Giuseppe - Treviso Gabbana Aldo - Mira (Ve) Gabriele Maria Letizia - Padova Gasparini Tommaso - Altivole (Tv) Gigone Roberto - Campoformido (Ud) Gobbo Eugenio - Vazzola (Tv) Granziera Francesco - Ponte di Piave (Tv) Grassi Giuseppe - Vicenza Gravina Sandra - Treviso Guarini Giulio - Istrana (Tv) Gumier Dario - Zero Branco (Tv) Lazzari Lorenzo - Ponzano V. (Tv) Lissoni Eliana - Nova Milanese (Mi) Lorenzon Danilo - Roncade (Tv) Maran Bruno - Padova Marcon Claudio - Treviso Martini Antonio - Ponzano V. (Tv) Marton Gianfranco - Treviso Matteazzi Antonio - Vicenza Mattiuzzo Mario - Treviso Mazzola Renzo - Concei (Tn) Mereghetti Giovanni - Casorezzo (Mi) Miatto Alessandro - Dosson (Tv) Monelli Vanni - S. Giacomo Roncole (Mo) Moras Angelo - Campoformido (Ud)

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Morelli Abramo - Cesano Maderno (Mi) Maretto Massimo - Treviso Morson Alfio - Villorba (Tv) Nardin Antonio - Quinto (Tv) Niglia Davide - Solbiate Arno (Va ) Novaga Arianna - Venezia Pandolfo Giorgio - Saccolongo (Pd) Pantani Luciana - Cesenatico (Fo) Paronetto Mario - Treviso Pellegrinotti Renato - Pieve d 'Aipago (BI ) Pillon Vilma - Treviso Piovesan Antonio - Istrana (Tv) Pomello Ameo - Castagnole (Tv) Restelli Franco - Albizzate (Va ) Rizzini Alberto - Monteforte d 'Alpone (Vr) Rugger Silvano - Quarto d'Altino (Ve) Salvini Luciano - Badoere (Tv) Santin Andrea - Schio (Vi) Sartori Sergio - Marostica (Vi) Savoca Angelo - Giardini Naxos (Me) Scomparin Igor - S. Elena di Silea (Tv) Sestito Marco - Senigallia (An) Sottana Lucia - Musano (Tv) Soverchia Giuseppe - Osimo (An) Spinelli Aurelio - Sesto S. Giovanni (Mi) Stefan Ennio - Marcon (Ve) Taddioli Domenico - Osimo (An) Tandelli Donatella - Trieste Terrin Lucio - Piove di Sacco (Pd) Tucci Caselli Wanda - Milano Turetta Marco - Pontelongo (Pd) Turiaco Maurizio - Saonara (Pd) Ulliana Domenico - Pero di Breda (Tv) Vardanega Luigi - Possagno (Tv) Vecchia Zardet Stefania - Treviso Venzo Mirco - Treviso Vianello Luca - Noale (Ve) Vicini Werther - Cesena (Fo) Vodarich Maria - Cesenatico (Fo) Zanella Laura - Musano (Tv) •

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Enrico Patacca Verona, Piazza Dante

Giulio Monti>ti Momenti di riposo

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M e r c a t o e

c o l l e z i o n i s m o

Mercato e co l lezion ismo a c u ra d i G i useppe Va nze l l a

Alfred Noack: Pegl i , vi l l a Pa l lavic in i i n­

gresso del la grotta - 1880 c irca .

Questo fotografo , nativo di Dresda (1833-

1896), fa parte del la nutrita schiera d i

professionisti calati dal la Germania per

spargersi su tutto il territorio fi n da prima

del la nascita del nuovo stato ita l iano . Su l le

tracce del daghe rrot ip ista iti nerante

Ferd i nando Brosy, i vari G iorgio Sommer

Altred Noack

Pegli, villa Pallavicini ingresso della

grotta

1880 circa

stampa al l 'a lbumina

(con studio a Napol i ) , M ichele Mang a

Roma (anche Ufer e Behles), Lotze e Kaiser

(Verona), Lorent a Venezia , Engel a Trieste

(tutti giunti da l la Germania) fin dagli ann i

' 50 si affermarono tra i massimi autori. Tra

questi non si può assol utamente trascu­

rare il nome di Alfred Noack il quale, giunto

a Genova attorno al 1860 , attraversò tutta

la seconda metà del secolo i n una attento ,

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quanto imponente, lavoro di documenta­

zione dei pol iedrici aspetti del paesaggio

l igure. Alcune sue im magini raggiungono un

l ivel lo d i eccelsa qual ità estetica , anche se,

soprattutto nei periodi del suo massimo

successo commerciale (attorno agl i ann i

'80) , la q u a l ità ch im ica de l la s i ngola

stampa lascia spesso a desiderare , cosa

evidenziata da l le numerose a lbumine

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giu nte ai nostri giorni in pessimo stato d i

conservazione. Quando invece la conserva­

zione del l ' i m magine è perfetta , come nel la

fotografia qu i pubbl icata , è poss ib i le

a pprezzare a l mass imo l ' otti m o tagl io

com positivo e la resa tonale voluta dal

fotografo: i l gioco tra luci ed ombre d isegna

un i ntrecci o ta lmente complesso da

spi ngere lo sguardo fino ai l im iti del la figu­

razione. Noack è presente in abbondanza

sul mercato del la fotografia del l ' Ottocento

e si può acqu istare a partire da 50 euro,

ma le i m magi n i perfette ed importanti si

possono trovare solo da una base di

a lmeno 750 euro.

Paolo Monti: I l p ittore Bisanzio - 1955

Originario del la val d 'Ossola, Paolo Monti

( 1908-1982) è uno dei massimi rappresen­

tanti del la fotografia ital iana del Novecento,

non solo grazie a l le sue straord inar ie

immagin i , ma anche per i l suo ruolo d i guida

cultura le per tutta la generazione di fotografi

formatas i nel secondo dopoguerra .

Cofondatore del c i rcolo fotografico " La

Gondol a " di Venezia e successivamente

insegna nte di Tecnica ed Estetica

del l ' immagine, Paolo Monti seppe ritagl iars i

uno spazio d i assoluto r i l ievo tra le

persona l ità artistiche del nostro paese .

Questa immagine scelta per rappresentare i l

suo lavoro, a ppartenente ad una serie d i

ritratti d 'artisti, è costruita su d i una parti­

colare e sapiente composizione di carattere

metafisica: il rincorrersi di singolari elementi

iconografici d i lata l 'attenzione fino al suo

spingersi al di là del l ' immagine stessa, nella

ricerca di profonde ed inaccessibi l i risposte.

A nul la importa che i l "pittore Bisanzio" sia

un 'artista sconosci uto, di cui la storia

del l 'arte non ha conservato le tracce, grazie

a l l ' intuizione di un grande fotografo ed

i nte l lettua le come Paolo Monti , con­

serveremo per sempre il senso del la sua

profonda angoscia legata a l l 'esistenza.

Le immagin i di Paolo Monti si reperiscono

sul mercato a partire dai 2 .000 euro, mentre

i suoi capolavori si possono spingere fino

(ed oltre) la quotazione di 5 .000 euro. •

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Paolo Monti

I l pittore Bisanzio

1955 gelatina-bromuro

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Le G rafiche Zoppe l l i

Centoc i n q u a nt ' a n n i mo lto ben portati

Era i l 1995 e N icholas Negroponte , guru del la

d igita l izzazione, vatic inava d i un terzo m i l lenn io

segnato d a l la scomparsa del la carta stam pata e

dal monopo l io degl i schermi ad a lta defi n izione

dei com puter. Da a l lora la digita l izzazione ha

risolto prob lemi e otti m izzato procedimenti ,

a rrivando a sostitu i re la fase d i presta m pa , ma

non le sensazioni che la carta stam pata sa dare .

So lo i l profu mo d e l l a sta m pa , i l fruscio d e l l e

pagi ne sfogl iate , la consistenza d isconti nua del la

carta , la sensazione estetica trasmessa dai

caratteri , i l sa pore amaro del l ' i nch iostro fresco

sanno ancora co l pi re i sensi in modo inten so e

duratu ro , donando u n piacere veramente

i n i m itab i l e .

I l Veneto era ancora sotto

il domin io degl i Asburgo

quando i l primo

Zoppe l l i sentì la

prima, fata le,

attrazione per la

stampa. Dopo

centocinquant' ann i

l ' omonima azienda

grafica e la Casa

Editrice Canova , nata

da una sua costola nel

1944, sono ancora oggi un

punto d i riferimento, produttivo e

cu lturale, per la società trevigiana (e non solo).

La notorietà del le Industrie Grafiche Zoppe l l i e del la

Casa Editrice ha ampiamente val icato i confi n i del la

Marca Trevigiana, fornendo ad aziende ed editori ita l ian i

e stran ieri la propria esperienza di stampatori e ad un

vasto pubbl ico d i studenti e lettori qual ificate edizion i :

s u i corsi scolastici del Rubrichi ( latino e greco) , del

Michetti (ch imica e fis ica ) , del Polo ( inglese) si sono

formate più generazioni di giovan i .

La passione per la carta stampata g l i eredi Zoppel l i ce

l ' hanno nel sangue, tramandata di padre in figl io i n

n ipote. A partire d a Luigi , classe 1833, (nel la fotografia

a fianco) fondatore nel 1853 del la Ti pografia Editrice che

porta ancora i l suo nome, cinque generazioni di Zoppe l l i

s i sono dedicati con passione, entusiasmo e spi rito

i n novatore a l l ' a rte ti pografica.

I l passato, per la Zoppe l l i , non è mai passato del tutto,

ma resta sempre presente: nel pensare, nel fare,

soprattutto nel progred ire. Nel l 'organizzazione, negli

stab i l imenti, nei progetti e , natura l mente, in ogni

prodotto del le Industrie Grafiche Zoppe l l i è impressa i n

modo i ndelebi le la memoria d i un mestiere c h e n o n può

prescindere dalle sue rad ici artigiana l i , che continuano a

fornire l infa vita le al suo svi luppo.

Tanto amore e tanta attenzione per il passato non

portano a scordare il presente, che è per le G rafiche

Zoppe l l i molto ben definito. Dal la progettazione a l la

ri legatu ra , passando per tutte le fas i d i prestampa e

stampa, i l ciclo produttivo si svolge integra lmente

a l l ' i nterno de l l 'azienda, fornendo le garanzie d i qual ità

che solo un processo che comincia e fin isce sotto la

supervisione de l le stesse maestranze riesce ad

assicurare.

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l piedi nell'oggi, gli occhi al domani

Se si parla di tecnologie, le Grafiche Zoppelli hanno già un piede

nel futuro: il nostro parco macchine viene aggiornato senza sosta

per rispettare gli standard tecnologici più elevati, la fase di

prestampa si awale sia di sistemi digitali avanzati, che coniugano

all'efficienza un'alta qualità di produzione, sia di sistemi più

tradizionali, che garantiscono comunque piena affidabilità.

La fase seguente, quella della stampa, è affidata ad una

struttura produttiva all'avanguardia e gestita da

un'organizzazione che ne controlla meticolosamente ogni singola

fase. Il processo si completa in una legataria interna attrezzata

Sopra:

Alcune immagini del passato

Sotto:

La nuova realtà produttiva

che garantisce la qualità del prodotto finale e il rispetto dei tempi

di consegna.

La produzione della Zoppelli si caratterizza per la sua flessibilità

"a misura di cliente" e per l'alto grado di personalizzazione. Dove

per flessibilità si intende la capacità di passare dalle produzioni

di stampati commerciali su vasta scala alle stampe ad alta resa

qualitativa, quella dei preziosi volumi fotografici o d'arte, o

ancora ai volumi di testo, mantenendo intatti gli standard

qualitativi. Dove con personalizzazione si intende la volontà di

soddisfare richieste anche complesse, come le realizzazioni

cartotecniche, oppure specifiche, come quelle inerenti le

pubblicazioni settoriali.

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