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CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI LECCO 1 Deliberazione di Consiglio n. 7 / 10.4.2017 7 3) PROGRAMMA DI INTERVENTI DEL SISTEMA CAMERALE - UNIONCAMERE - NEL QUADRO DELLE LINEE POLITICHE STRATEGICHE NAZIONALI IN CONDIVISIONE CON LE REGIONI E AVVIO DELLE PROCEDURE PER IL TRIENNIO 2017- 2018 2019, EX ART. 18, C.10, L. 580/93 E S.M.I.. Il Presidente riferisce - Il Consiglio odierno è chiamato a deliberare su tre progettualità di grande prospettiva strategica per la Regione Lombardia e per la più generale programmazione nazionale finalizzata a sostenere la crescita e lo sviluppo competitivo del Paese consapevole che sulla materia vi sono state iniziali perplessità emerse anche nella Giunta camerale del 20 marzo, ma da allora molti sono stati i confronti e i chiarimenti che consentono una più adeguata valutazione delle progettualità sulle quali dovrebbe valere l’aumento del 20%, ex art. 18, c. 10, Legge di Riforma. Il Presidente procede nella lettura del testo. Le progettualità riguardano: l’innovazione/digitalizzazione, la formazione e l’orientamento al lavoro e alle professioni, la cultura e il turismo e su tutte diventano determinanti gli interventi omogenei del Sistema camerale dove quello lombardo maggiormente si caratterizza per il primario coordinamento dell’Unione regionale e la piena condivisione con Regione Lombardia tanto da essere declinate secondo le specificità del territorio lombardo. In particolare, la realizzazione dei tre progetti si configura nella previsione normativa dell’art. 18, c. 10 – D.Lgs. 219/2016 della Legge di Riforma delle Camere che così stabilisce: “Per il finanziamento di programmi e progetti presentati dalla camere di commercio, condivisi con le Regioni ed aventi per scopo la promozione dello sviluppo

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CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI LECCO

1

Deliberazione di Consiglio n. 7 / 10.4.2017

7 3)

PROGRAMMA DI INTERVENTI DEL SISTEMA CAMERALE - UNIONCAMERE

- NEL QUADRO DELLE LINEE POLITICHE STRATEGICHE NAZIONALI IN

CONDIVISIONE CON LE REGIONI E AVVIO DELLE PROCEDURE PER IL

TRIENNIO 2017- 2018 – 2019, EX ART. 18, C.10, L. 580/93 E S.M.I..

Il Presidente riferisce -

Il Consiglio odierno è chiamato a deliberare su tre progettualità di grande prospettiva

strategica per la Regione Lombardia e per la più generale programmazione nazionale

finalizzata a sostenere la crescita e lo sviluppo competitivo del Paese consapevole che

sulla materia vi sono state iniziali perplessità emerse anche nella Giunta camerale del 20

marzo, ma da allora molti sono stati i confronti e i chiarimenti che consentono una più

adeguata valutazione delle progettualità sulle quali dovrebbe valere l’aumento del 20%,

ex art. 18, c. 10, Legge di Riforma.

Il Presidente procede nella lettura del testo.

Le progettualità riguardano: l’innovazione/digitalizzazione, la formazione e

l’orientamento al lavoro e alle professioni, la cultura e il turismo e su tutte diventano

determinanti gli interventi omogenei del Sistema camerale dove quello lombardo

maggiormente si caratterizza per il primario coordinamento dell’Unione regionale e la

piena condivisione con Regione Lombardia tanto da essere declinate secondo le

specificità del territorio lombardo.

In particolare, la realizzazione dei tre progetti si configura nella previsione normativa

dell’art. 18, c. 10 – D.Lgs. 219/2016 – della Legge di Riforma delle Camere che così

stabilisce: “Per il finanziamento di programmi e progetti presentati dalla camere di

commercio, condivisi con le Regioni ed aventi per scopo la promozione dello sviluppo

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economico e l’organizzazione di servizi alle imprese, il Ministro dello sviluppo

economico, su richiesta di Unioncamere, valutata la rilevanza dell’interesse del

programma o del progetto nel quadro delle politiche strategiche nazionali, può

autorizzare l’aumento, per gli esercizi di riferimento, della misura del diritto annuale

fino a un massimo del venti per cento..”.

Si tratta, quindi, di attivare la procedura di aumento del diritto annuale sino ad un

massimo del 20% a fronte di progetti approvati dal Ministro dello Sviluppo Economico

e presentati da Unioncamere.

E’ stata proprio Unioncamere che si è attivata sulle tematiche della digitalizzazione e

dell’orientamento al lavoro, raccogliendo anche le sollecitazioni dello stesso Ministro,

ed ha elaborato due progetti nazionali: “Punti Impresa Digitale” – PID e “Servizi di

Orientamento al Lavoro e alle Professioni”.

Tutto ciò risulta dalla corrispondenza intercorsa tra l’Unione e il Ministro Calenda

(lettera 8 marzo 2017) portata poi all’attenzione di tutte le Camere con lettera del

Presidente Lo Bello del 9 marzo con la quale trasmetteva le richiamate proposte

progettuali nazionali (lettera agli atti).

Nella sua lettera il Ministro esprimeva “orientamento favorevole ad autorizzare per

entrambe le soluzioni l’incremento del diritto annuale, nella misura necessaria alla

loro realizzazione fino ad un massimo del 20% e per il triennio 2017-2019”.

A fronte di queste prime valutazioni e individuato il percorso deliberativo necessario,

tenuto conto dei tempi molto ristretti posti dal Ministro (decisioni da assumere entro il

10 aprile) che naturalmente richiedeva sulle progettualità la condivisione della

Conferenza Stato Regioni, l’intero Sistema camerale si è attivato specie attraverso

consultazioni interne e con il mondo associativo, ai diversi livelli.

In particolare, questa Camera portava nella seduta di Giunta dello scorso 20 marzo il

primo esame delle proposte così come formulate a quella data ben sapendo che il

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confronto con le Regioni e con le Associazioni avrebbe fortemente inciso sui contenuti,

sulle modalità, sui risultati da raggiungere con i progetti, sapendo altresì che la

decisione finale sarebbe stata di competenza del Consiglio camerale.

Proprio in seduta di Conferenza Stato Regioni emergeva la necessità di ulteriori

precisazioni e correttivi sulle due proposte progettuali nazionali (PID e “Servizi di

Orientamento al Lavoro e alle Professioni”) perché entrambe di grande interesse per le

Regioni, soprattutto per la Regione Lombardia che evidenziava la volontà di creare

un’ulteriore azione, una terza progettualità, in tema di turismo richiamando la grande

collaborazione strategica che anche su questa materia il Governo regionale aveva potuto

realizzare proprio con il Sistema camerale lombardo, Unione compresa.

Numerosi gli approfondimenti e i confronti ai diversi livelli, molto ampio il confronto

con il sistema associativo e il lavoro svolto, a livello lombardo, per elaborare, dentro le

linee nazionali, progettualità più aderenti al contesto lombardo, in particolar modo

rispettose delle azioni e degli interventi posti in essere nel corso degli anni e dalle

diverse Associazioni di categoria. L’esigenza è quella di non creare sovrapposizioni,

duplicazioni e dispendio di risorse. Al contrario, i progetti avrebbero dovuto essere

perfettamente rispettosi del principio di sussidiarietà che connota l’agire camerale, le

risorse introitate con la procedura dell’aumento del diritto annuale trasferite, per la

maggior parte, al sistema delle imprese.

Queste evidenze e precisazioni sono soprattutto emerse negli incontri curati da

Unioncamere Lombardia dopo la data del 20 marzo e ribadite nella seduta di Giunta

dell’Unione regionale stessa dello scorso 28 marzo. Sono seguiti ulteriori

approfondimenti e confronti, sempre tra Sistema camerale, Regione e Associazioni di

categoria, sino a giungere alle tre proposte costruite d’intesa con Regione Lombardia,

allegate doc. 1, 2 e 3: “Punto Impresa Digitale”; “La nuova iniziativa del sistema

camerale sui servizi di orientamento al lavoro e alle professioni”; “Turismo e

Attrattività”.

I primi due progetti “nazionali” sono ora preceduti da una parte dedicata alle specificità

della Lombardia e contengono una modifica sostanziale del budget dal quale risulta che

la maggior parte delle risorse sono a beneficio diretto delle imprese. Secondo le stime

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fatte sull’aumento del diritto annuo va precisato che al primo progetto viene destinato

sul monte complessivo degli introiti il 54%, sui “Servizi di orientamento” è ipotizzato il

19% del totale e al progetto “Turismo e Attrattività” il 27% del totale; un introito

complessivo annuale di oltre 15,5milioni di Euro di cui: circa Euro 8,3milioni su PID;

Euro 3milioni sui “Servizi di orientamento”; Euro 4,2milioni su “Turismo e

Attrattività” (stime Unioncamere).

Inoltre, rispetto alle indicazioni nazionali, in cui un terzo delle risorse sono destinate

direttamente alle imprese, condividendo la proposta avanzata da Regione e Associazioni

di categoria, le Camere di Commercio lombarde si sono orientate verso un significativo

aumento della percentuale degli introiti provenienti dalla maggiorazione del diritto da

dedicare a voucher ed interventi promozionali diretti, ipotizzabile indicativamente

nell’arco del triennio, tra il 55% e il 60%.

Il Presidente richiama sulle percentuali le lettere ricevute nella mattinata dal Segretario

Generale di Confcommercio Lecco, Alberto Riva, e dal Direttore Generale di

Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori, presentate sia come rispettive

Associazioni, sia come Consiglieri. Sulle lettere il Presidente si soffermerà poi.

Con riguardo ai contenuti di ciascun progetto, dettagliatamente illustrati nei documenti

ricevuti da Unioncamere Lombardia in data 3 aprile, qui allegati e ai quali rimanda per

gli specifici approfondimenti, va rilevato che il progetto PID sarà caratterizzato dalla

stretta integrazione con le altre realtà previste nel piano Industria 4.0: i Digital

innovation hub istituiti presso le sedi di Confindustria e di R.ETE. Impresa Italia, i

Competence center affinché, come detto nella lettera del Ministro, aiutino e favoriscano

il salto tecnologico del sistema imprenditoriale nazionale.

Con riferimento al budget per l’avvio e la gestione del progetto viene ipotizzato il

44,8% delle risorse (Euro 3.760.500,00), mentre il 55,2% è tutto destinato a favore delle

imprese/voucher (Euro 4.635.920,00=). La spesa totale annua è di Euro 8.396.420,00=

(pag. 13 documento di progetto, allegato 1).

Le Camere lombarde intendono contenere al massimo i costi interni con l’impegno di

incrementare i voucher a disposizione delle imprese.

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Queste previsioni per Lecco si traducono in: Euro 110.163,00= per l’avvio e la gestione;

Euro 135.737,00= per voucher e interventi diretti alle imprese, in totale Euro

245.900,00= annui.

Per quanto riguarda il progetto “La nuova iniziativa del sistema camerale sui servizi di

orientamento al lavoro e alle professioni” va evidenziato il ruolo del Sistema camerale

a cominciare dalla messa a disposizione del patrimonio di informazioni, ampio e

articolato, a supporto dei sistemi formativi e delle politiche attive del lavoro (dal

Registro alternanza – RASL, ai dati Excelsior, alle LL.RR. 11/2014 e 29/2016

“Lombardia è Ricerca e Innovazione”) nella direzione di un’unica piattaforma

nazionale di matching - da realizzare con il supporto di Infocamere e organizzata per

partizioni territoriali - aperta al mondo delle imprese ed al mondo dell’alternanza,

fruibile per chi studia e/o cerca lavoro, per le imprese, le scuole, per gli operatori dei

sistemi di formazione ed istruzione.

Sull’intera materia la Lombardia rappresenta un territorio fertile, in cui numerose sono

le esperienze realizzate e le best practicies.

Proprio sul piano legislativo va pure ricordata la Legge Regionale n. 30/2015 “Qualità,

innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in

Lombardia” con cui è stato posto al centro della formazione il sistema duale. Anche su

questo progetto l’obiettivo è quello di valorizzare le esperienze già attive mediante

servizi legati all’erogazione dei voucher rivolti alle imprese sempre in una logica di

sussidiarietà e massima destinazione.

Quanto al budget l’impegno complessivo è intorno ad Euro 2.952.000 con il 63%

dedicato ai voucher, il 24% alle spese interne e il 13% per l’implementazione della

piattaforma.

Dato l’importo complessivo stimato le previsioni annue per Lecco sono pari a: Euro

54.810,00= destinati ai voucher; Euro 20.880,00= per le spese interne; Euro 11.310,00=

per la copertura dell’implementazione della piattaforma di matching, in totale Euro

87.000,00=.

Terza proposta progettuale specifica sul territorio lombardo e direttamente condivisa tra

Regione e Sistema camerale è: “Turismo e Attrattività”. Si parte dal quadro normativo

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regionale in ambito ricettivo e turistico (L.R. 27/2015), dai numerosi interventi

nell’ambito dell’Accordo per la competitività tra Camere e Regione, al consolidamento

degli effetti di EXPO 2015, ai numerosi “Bandi” per contributi alle imprese.

Il progetto è finalizzato alla qualificazione e valorizzazione degli infoPoint (quello già

attivo e sperimentato è l’infoPoint aperto recentemente presso Fiera Milano).

La rete degli infoPoint costituirà quindi il cardine attorno al quale verrà sviluppata la

progettazione esecutiva, con il coinvolgimento effettivo delle Associazioni di

rappresentanza e della stessa Regione, supportando la nascita della rete degli infoPoint

sino a quando gli stessi saranno a pieno regime, non solo orientando i turisti ma anche

raccogliendo informazioni cruciali al futuro sviluppo strategico del comparto ricettivo e

commerciale regionale e in prospettiva anche nazionale.

Il budget del progetto, pari al 25% delle risorse derivanti dalla procedura art. 18, è di

Euro 4.200.000,00= annuali, dove il 20% è per costi di gestione e il restante 80% è

destinato ad interventi diretti a favore delle imprese del territorio. In particolare: Euro

800.000,00= spese a supporto e funzionamento; Euro 2.000.000,00= interventi a favore

delle imprese e dei territori; Euro 1.400.000,00= voucher di sostegno agli infoPoint.

Con riguardo all’entità di risorse per Lecco, questi i valori: Euro 23.370,00= i costi di

supporto e funzionamento; Euro 59.040,00= per gli interventi a favore delle imprese e

dei territori ed Euro 40.590,00= i voucher a sostegno degli infoPoint, in totale Euro

123.000,00=.

Le proposte progettuali qui illustrate, allegate nella cosiddetta “versione regionale”, con

i valori economici riferiti all’intera area regionale (12 realtà) e con previsione su Lecco,

potranno essere ulteriormente specificate e tradursi in una fase più esecutiva che sarà

avviata non appena ottenuta la necessaria approvazione del Ministro, sottolineando che

l’intervento attiene al triennio 2017/2019.

Va pure sottolineato che vi è pieno allineamento tra le proposte e la programmazione

strategica di questa Camera che ha sempre fatto dell’innovazione/digitalizzazione e del

dialogo tra impresa, mondo della ricerca e formazione l’asse fondamentale dei propri

interventi per il sostegno e lo sviluppo competitivo dell’area territoriale.

Solo per citare alcune esperienze vanno ricordate: le Convenzioni tra Camera e

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Politecnico sull’innovazione, la decennale collaborazione con UniverLecco, il progetto

Lecco Crea Impresa smart ed Eccellenze in digitale, sino al recentissimo progetto pilota

con Regione Lombardia ed esclusivo sul territorio lecchese: “Ecosistema Innovazione

Lecco”.

Altresì la Camera ha costantemente valorizzato e diffuso il proprio patrimonio

“economico – informativo” accrescendo il numero delle analisi e soprattutto

sistematizzando l’incrocio fra banche dati proprio grazie ad importanti attività come le

indagini del progetto Excelsior e l’Osservatorio del mercato del lavoro. Proprio la

Camera di Lecco in questi giorni ha ricevuto l’incarico di ampliare le proprie indagini

sulla materia alla luce della positiva sperimentazione, secondo la nuova modalità, dello

scorso dicembre.

Infine, sul tema del turismo numerosi e diversificati sono stati gli interventi e le azioni

per favorire lo sviluppo del settore e l’offerta turistica in generale proponendo sempre

azioni e modelli integrati basati sulla creazione di reti, filiere, cluster e Distretti. Sono

esempi in tal senso i Distretti culturali del commercio; il Patto per la nautica; il Sistema

turistico Lago di Como con relativa attività di web marketing; tutta l’esperienza di

EcoSmartLand con i diversi Laboratori tematici (Food, Culture, Mountains,

ICT&Innovation).

A fronte di quanto sopra questo Consiglio è chiamato ad approvare le linee di intervento

progettuali a forte vocazione regionale/locale qui esposte e descritte nei tre allegati,

approvando i relativi budget autorizzando per la copertura degli stessi la procedura di

cui all’art. 18, c. 10, Legge di Riforma delle Camere (D.Lgs. 219/2016) che consente

l’aumento del diritto annuale fino ad un massimo del 20% per il triennio 2017/2019.

Le risorse introitate saranno tutte finalizzate ai progetti in argomento, progetti che

saranno realizzati in stretta collaborazione con il sistema associativo locale e gli altri

soggetti interessati valorizzando le rispettive esperienze ed agendo come Camera nel

pieno rispetto del principio della sussidiarietà.

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Il provvedimento sarà trasmesso per il seguito di competenza ad Unioncamere e

all’Unione regionale che manterrà un evidente coordinamento e un costante

monitoraggio con Regione.

Quest’ultima, in data 4 aprile, ha trasmesso al Ministro Calenda e ai Presidenti della

Conferenza Regioni e Province e di Unioncamere Lombardia, la lettera a firma

dell’Assessore allo Sviluppo Economico, Mauro Parolini, di condivisione dei progetti e

finanziamenti per la promozione dello sviluppo economico e l’organizzazione di servizi

alle imprese così come proposte dalle Camere lombarde (lettera agli atti).

Il parere favorevole è per il triennio 2017/2019 e fa riferimento a tutte le dodici Camere

della Lombardia sottolineando che la condivisione dei progetti è “correlata anche alla

loro corrispondenza agli indirizzi strategici per lo sviluppo competitivo sia a livello

nazionale che regionale”.

Dunque, l’intervento dell’aumento del diritto annuale per il triennio considerato - la cui

entità è assolutamente modesta per la singola impresa, al massimo Euro 19,00= -, si

traduce in concreto in azioni a vantaggio del sistema delle imprese, soprattutto

permetterà alle stesse di ottenere voucher consistenti su tutte e tre le linee progettuali.

Va altresì sottolineato che tutte le Camere lombarde hanno già esaminato la materia

nelle rispettive Giunte e tutte stanno provvedendo, così come quella di Lecco,

all’approvazione definitiva in Consiglio e, infatti, la Camera lecchese è tra le ultime a

provvedere. L’orientamento sulla materia è stato ovunque positivo e, in particolare,

anche la Commissione degli Assessori regionali delle Attività Produttive (nota

4.4.2017) ha valutato positivamente gli interventi.

Il Presidente procede nella immediata lettura della lettera a firma Segretario Generale

di Confcommercio Lecco, Alberto Riva, lettera che viene distribuita in seduta e nella

quale, pur richiamando una contrarietà alla cosiddetta “neutralizzazione dell’ultimo

scaglione previsto dalla riforma delle Camere di Commercio, condivide l’opportunità

di una congiunta strategia camerale lombarda, condivisa da Regione Lombardia e

dalle Associazioni di impresa, su temi strategici per l’economia regionale”. In

particolare, però, vi è una esplicita sollecitazione a che “la Camera di Commercio di

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Lecco possa aumentare la percentuale degli introiti dalla maggiorazione del diritto

camerale, da destinare direttamente alle imprese, nella misura del 70%”.

Viene, poi, data informazione della lettera di Confindustria Lecco e Sondrio a firma del

Direttore Generale Giulio SIRTORI che nel sintetizzare i contenuti sottolinea, in linea

di principio, tutto quanto già evidenziato dal Consigliere Alberto Riva nella richiamata

lettera e, soprattutto, evidenzia gli ultimi due capoversi: il primo, dove è detto “A tal

fine, sebbene il documento Unioncamere – Regione Lombardia preveda una soglia

minima del 55-60%, ti invito a considerare l’innalzamento di tale quota al 70% del

maggior gettito disponibile”. L’altra raccomandazione è che “i servizi di consulenza

ammessi alle agevolazioni siano erogati da soggetti qualificati e accreditati dalle

Associazioni di rappresentanza delle imprese che già stanno maturando esperienze in

tal senso.”.

Esauriti i contenuti delle richiamate lettere, il dibattito viene aperto sui diversi elementi

dei progetti e lo stesso Consigliere Vico VALASSI ritiene che sia molto importante

fissare regole chiare nell’individuazione dei soggetti per la consulenza, stabilendo

altresì con chiarezza i principi che dovranno ispirare l’entità di riconoscimento dei

voucher: non meno del 60% con lo sforzo di tendere a percentuali sempre più alte.

Seguono gli interventi degli altri Consiglieri che ricordano come nelle rispettive realtà

associative il dibattito sulla materia sia stato molto articolato e tutti considerano che la

proposta cui si è giunti è molto equilibrata, tiene conto del lavoro delle Associazioni, in

particolare delle loro competenze ed esperienze. Molto chiara la posizione del non

creare duplicazioni e sovrapposizioni sottolineando che il principio ispiratore non può

che essere quello della sussidiarietà e, dunque, è condivisa la proposta di guardare

all’opportunità di trasferire alle imprese mediante voucher la maggior percentuale

possibile delle risorse finalizzate alle progettualità, e comunque non sotto il 60%.

Il Consigliere Giorgio COLATO, nel precisare che dovrà lasciare i lavori, intende

chiarire la propria posizione che è di contrarietà all’aumento del diritto annuale.

Soprattutto, sottolinea che le progettualità illustrate, e con le quali potrà scattare

l’aumento, non riguardano, non considerano il settore dei trasporti, settore sul quale

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vede anche una disattenzione da parte della stessa Unione regionale che pure aveva

costituito la Commissione Trasporti, Commissione che non gli pare si sia più attivata.

Per questi motivi manifesta la contrarietà all’aumento del diritto.

Alle ore 15.05 il Consigliere lascia la seduta.

Anche il Consigliere Antonio ROCCA precisa la posizione dei Professionisti che

possono essere utilmente coinvolti nelle progettualità ben dettagliate negli allegati e

trova molto opportuna l’indicazione di guardare ad un trasferimento di risorse alle

imprese – voucher - non meno del 60% con l’intendimento di tendere ad un aumento.

Esauriti gli interventi e dato atto che tutti i Consiglieri presenti condividono che la

Camera assuma un impegno maggiore rispetto alle previsioni regionali di riconoscere

non meno del 60%, con l’auspicio dell’aumento sino al 70%, proprio come segnale di

massima attenzione al sistema delle imprese locali in ambiti prioritari per le stesse e per

sottolineare la capacità della Camera medesima di saper guardare, come ha sempre

fatto, all’interesse delle PMI locali, il provvedimento viene posto in votazione.

Il Consiglio, sentito il relatore;

- considerato che l’art. 18, c. 10, D.Lgs. 219/2016 – Legge di Riforma delle Camere –

così stabilisce: “Per il finanziamento di programmi e progetti presentati dalla

camere di commercio, condivisi con le Regioni ed aventi per scopo la promozione

dello sviluppo economico e l'organizzazione di servizi alle imprese, il Ministro dello

sviluppo economico, su richiesta di Unioncamere, valutata la rilevanza

dell'interesse del programma o del progetto nel quadro delle politiche strategiche

nazionali, può autorizzare l'aumento, per gli esercizi di riferimento, della misura del

diritto annuale fino a un massimo del venti per cento....;

- considerati gli ampi e numerosi approfondimenti svolti sulle proposte progettuali

allegate e rispettivamente riguardanti: “Punto Impresa Digitale” - PID; “La nuova

iniziativa del sistema camerale sui servizi di orientamento al lavoro e alle

professioni”; “Turismo e Attrattività” (allegati 1, 2 e 3, parti integranti del

presente provvedimento);

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- considerato che le tre proposte sono state condivise con Regione Lombardia e con il

sistema associativo regionale così da qualificarsi come interventi che, pur prendendo

spunto dalle proposte nazionali di Unioncamere (in particolare PID e orientamento),

sono molto orientate sulle realtà lombarde tenendo, quindi, in considerazione la

pluralità di esperienze che con la stessa Regione sono state realizzate, specie in

materia di turismo;

- dato atto che sui progetti anche il sistema associativo, a livello nazionale, regionale

e locale, ha svolto importanti confronti e lo stesso sistema ha sottolineato,

comunque, la necessità che le progettualità in parola non si traducano in

duplicazione e sovrapposizioni rispetto alle esperienze realizzate e generate dalle

Associazioni medesime;

- precisato, quindi, che la Camera di Lecco, ma l’auspicio è nei confronti dell’intero

sistema, agisce nel pieno rispetto del principio della sussidiarietà e trovi la più

ampia sinergia con il sistema locale delle rappresentanze al fine di attuare progetti a

totale vantaggio delle imprese, soprattutto, mantenendo la ripartizione percentuale

delle risorse introitate con l’aumento del 20% nella seguente misura: 54% PID; 19%

“La nuova iniziativa del sistema camerale sui servizi di orientamento al lavoro e

alle professioni”; 27% “Turismo e Attrattività”;

- dato altresì atto delle quote percentuali che all’interno di ciascun progetto

dovrebbero essere destinate ai voucher nella previsione lombarda - tra il 50% e il

60% - mentre per Lecco l’entità dovrebbe spingersi sino ad una percentuale di 70 e,

comunque, non meno del 60%, richiamando in tal senso le lettere giunte alla

Presidenza di questa Camera da Confcommercio Lecco e Confindustria Lecco e

Sondrio sulle quali vi è stata unanime condivisione;

- dato atto del preliminare passaggio sull’argomento nella seduta di Giunta del

20.3.2017 e che da allora molto è stato modificato e integrato con riguardo alla

materia del presente provvedimento;

- dato altresì atto dell’approvazione dei progetti da parte di Regione Lombardia

(lettera 4.4.2017) e della Commissione degli Assessori regionali delle Attività

Produttive (nota 4.4.2017) e richiamata la preventiva autorizzazione come da lettera

del Ministro Calenda (lettera 8.3.2017) segnalata dal Presidente Lo Bello (lettera

9.3.2017);

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- preso atto della espressione di contrarietà del Consigliere Giorgio Colato che nel

frattempo ha lasciato la seduta;

- all’unanimità dei Consiglieri presenti al momento della votazione,

d e l i b e r a

1) di approvare, per il triennio 2017-2019, la proposta di incremento del diritto

annuale nella misura del 20% secondo la modalità prevista dall’art. 18, c. 10,

D.Lgs. 219/2016 di modifica e integrazione della L. 580/93;

2) di approvare le tre proposte progettuali, predisposte dal Sistema camerale lombardo

d’intesa con Regione Lombardia e riguardanti:

- “Punti Impresa Digitale” – PID;

- “Servizi di Orientamento al Lavoro e alle Professioni”;

- “Turismo e Attrattività”

e le schede budget riferite a ciascuna progettualità nelle versioni qui allegate

(allegati doc 1, 2, 3, 1A, 2A e 3A);

3) di autorizzare le quote percentuali derivanti dall’aumento nelle seguenti misure:

- 54% per “Punti Impresa Digitale” – PID;

- 19% per “Servizi di Orientamento al Lavoro e alle Professioni”;

- 27% per “Turismo e Attrattività”,

precisando che non meno del 60% delle risorse dedicate ad ogni singola

progettualità venga destinato al riconoscimento di voucher alle imprese, dando atto

che l’auspicio per la realtà lecchese è che la quota riservata ai voucher possa

raggiungere il 70% quale segno di massima attenzione e supporto dell’Istituzione

camerale alle imprese del territorio considerando tuttavia l’incidenza degli oneri

nella fase di avvio dei progetti che, comunque, restano sottoposti all’approvazione

definitiva del Ministro;

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CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI LECCO

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4) di prendere atto delle procedure susseguenti e di dare in tal senso mandato al

Presidente e al Segretario Generale per l’assunzione di atti e adempimenti

successivi necessari all’attuazione delle progettualità qui approvate.

Il provvedimento è immediatamente esecutivo.

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Punto impresa digitale

LOMBARDIA

Relazione illustrativa che inquadra la proposta progettuale nazionale nello specifico

territorio lombardo.

Rev. 30 marzo 2017

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1. Un progetto per la Lombardia

La consapevolezza dell’importanza dell’innovazione digitale per le imprese è ben presente in

Lombardia presso i soggetti che a vario titolo si occupano di sostenere ed incentivare le imprese

verso i processi di cambiamento e di rinnovamento del modello di business, con una particolare

attenzione dedicata alle PMI, spesso più lontane dall’economia digitale, ma componenti essenziali

per lo sviluppo economico complessivo. Numerose sono le iniziative portate avanti in questi anni.

Dalla Regione Lombardia:

- che attraverso il riconoscimento dei Cluster Tecnologici Regionali Lombardi ha

riconosciuto l’ecosistema dell’innovazione, favorendo la creazione e l’implementazione di

aggregazioni tra i diversi soggetti attivi nel campo della ricerca e innovazione (imprese,

università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e private e altri soggetti anche

finanziari) presenti sul proprio territorio.

Tali aggregazioni, dotate di un modello di governance di coordinamento e gestione, nonché

focalizzate su uno specifico ambito tecnologico e applicativo, sono chiamate a partecipare

attivamente alla realizzazione di processi innovativi che contribuiscano alla competitività

della Lombardia in ambito nazionale e internazionale.

- che ha fatto della digitalizzazione dei processi produttivi uno dei punti essenziali della

propria “Smart Specialisation Strategy” ovvero la “Strategia regionale di specializzazione

intelligente per la ricerca e l’innovazione”, uno degli strumenti previsti dalla strategia

Europa 2020, che costituisce la condizionalità ex-ante per l’accesso ai fondi di

finanziamento FESR/FSE/FEASR della nuova programmazione comunitaria 2014-2020;

- che ha emanato una serie di norme legislative con al centro il tema della competitività

delle imprese, dell’innovazione e della ricerca, quali la L.R. 11/2014 (legge regionale sulla

competitività), la L.R. 26/2015 (Manifattura 4.0), la L.R. 29/2016 (Lombardia è ricerca);

- che ha promosso la Piattaforma Open Innovation, uno strumento collaborativo con

l’obiettivo di favorire e supportare lo sviluppo di ecosistemi di innovazione aperta per

dare risposta alle sfide strategiche per la crescita della nostra regione, sia nel

campo industriale che sociale.

Dal Sistema camerale lombardo in partnership con Regione nell’ambito dell’Accordo di

programma:

- che hanno promosso negli ultimi anni, utilizzando anche le competenze del Politecnico di

Milano in fase di valutazione delle domande, una serie di bandi con contributi in conto

capitale rivolti sia alle imprese che producono tecnologie digitali, con particolare

attenzione alle start up, sia alle imprese che acquistano tecnologie digitali, misure spesso

accompagnate da incentivi per l’introduzione in azienda di personale ad alta qualificazione,

per sottolineare l’importanza che ha l’elemento umano nei processi di trasformazione

digitale. Questi bandi hanno riscosso grande attenzione da parte delle imprese. Infatti le

domande complessivamente presentate nelle varie edizioni sono state circa 2.600, di cui

circa il 50% hanno potuto ottenere il contributo.

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Dalle Associazioni di rappresentanza:

- che da sempre affiancano le imprese sulla strada dell’innovazione con numerose attività:

o promozione, informazione, anche con la realizzazione e diffusione di strumenti

concreti (guida incentivi ed opportunità Industria 4.0 e Manifattura creativa e

tecnologica);

o orientamento attraverso momenti formativi rivolti agli imprenditori e ai loro

collaboratori dagli enti di formazione accreditati c/o Regione Lombardia per

sostenere l’accesso a Skills Specialistiche;

o interazione con tutto l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione favorendo un

dialogo aperto tra le MPI e tutti gli attori dello stesso;

o servizi specialistici (ambiente, sicurezza e contenimento energetico; normativa

tecnica e certificazioni; supporto economico-finanziario e accesso ai

finanziamenti/garanzie; privacy e sicurezza informatica; proprietà intellettuale)

o servizi dedicati alla sensibilizzazione e il supporto delle imprese per accedere alle

diverse opportunità previste e alla formazione per il rafforzamento delle skills

necessarie, attraverso la prossima istituzione di un Digital Innovation Hub regionale

da parte di Confindustria e attraverso altre strutture attivate da Rete Imprese Italia

o altre Associazioni, in attuazione e implementazione del Piano nazionale Industria

4.0;

o servizi di consulenza processo/prodotto, erogati attraverso la rete dei Fablab di loro

emanazione, finalizzati a facilitare nuova progettualità da parte delle imprese sulla

scorta di Industria 4.0;

o iniziative di sensibilizzazione e messa a punto di specifiche operatività per spingere

gli operatori del terziario verso l’innovazione, l’utilizzo di nuove tecnologie e la

comunicazione digitale

La Lombardia, poi, possiede un rilevante tessuto della conoscenza, fatto di 12 Università, numerosi

laboratori del CNR, laboratori di ricerca privati e 12 incubatori qualificati iscritti nella sezione

speciale del Registro imprese.

Come si vede un ecosistema articolato e complesso che fa della Lombardia un terreno

particolarmente avanzato della sperimentazione di modelli di business innovativi ed anche di

modelli avanzati di trasferimento tecnologico e di cultura dell’innovazione dai centri della

conoscenza alle imprese. Come è noto sono le MPMI a trovarsi in maggior difficoltà sia per

mancanza al loro interno di personale altamente qualificato in grado di dialogare con le Università

e gli altri centri, sia per mancanza di risorse economiche e finanziarie adeguate. E’ proprio

principalmente verso queste imprese che deve rivolgersi l’attività di affiancamento sviluppata dai

diversi soggetti dell’ecosistema, tra i quali il network camerale, per la diffusione della cultura e

della pratica digitale nelle MPMI, partendo dal presupposto che:

- la Lombardia non parte da zero, ma presenta un tessuto ricco ed articolato da coinvolgere

e far lavorare in maniera sinergica, senza sovrapposizioni e duplicazioni, dove ciascun

soggetto coinvolto, in primis le Associazioni di rappresentanza, possa offrire servizi,

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competenze e strutture. Da questo punto di vista la Camera di Commercio, per le sue

caratteristiche, può davvero rappresentare un hub di relazioni e di interscambio di

collaborazioni;

- le risorse disponibili devono essere utilizzate al meglio, come già detto evitando

duplicazioni e sprechi, ma anche facendo in modo che una parte significativa sia indirizzata

alle imprese sotto forma di voucher per l’affiancamento al processo di digitalizzazione e

l’acquisizione di servizi specialistici e di consulenza direttamente utilizzabili, contenendo al

massimo i costi interni di struttura.

E’ proprio partendo da questo spirito, e nel rispetto dei principi di sussidiarietà, che sarà

necessario che in tutta la progettazione esecutiva e nella fase di implementazione, volta a calare

nella realtà lombarda un articolato progetto di respiro nazionale, vi sia da subito un

coinvolgimento effettivo delle Associazioni di rappresentanza e della stessa Regione, affinché il

progetto possa rappresentare e divenire patrimonio comune ed inserirsi a pieno titolo nel sistema

lombardo dell’innovazione.

2. Il contesto dell’intervento

Lo scorso settembre il Ministero dello Sviluppo economico ha annunciato il Piano Nazionale

Industria 4.0 – Investimenti, produttività ed innovazione. Si tratta di un’iniziativa che introduce

anche in Italia una strategia nazionale sul tema della quarta rivoluzione industriale dopo quanto

avviato negli Stati Uniti, in Germania e molti altri paesi, europei e non.

Il Piano prevede 5 direttrici strategiche di intervento, raggruppate in direttrici “chiave”

(Investimenti innovativi e competenze), di “accompagnamento” (infrastrutture abilitanti e

strumenti pubblici di supporto) ed “orizzontali” (governance ed awareness), nella quale si colloca

anche il presente progetto di realizzazione dei Punti Impresa Digitale (PID).

Industria 4.0 prevede tanto agevolazioni fiscali e strumenti pubblici di supporto agli investimenti

che un insieme di interventi e target relativi ai fattori abilitanti (es. competenze, infrastrutture). Un

quadro estremamente articolato che trova sponda e forti sinergie con le molte iniziative da tempo

avviate a livello regionale, sia su impulso della programmazione comunitaria (es. S3, obiettivi

tematici) che per scelte autonomamente operate dalle Regioni.

Pur essendo orientato verso la manifattura, il Piano adotta tra le sue linee-guida il principio della

neutralità tecnologica e quello di interventi di tipo orizzontale e non settoriale.

E’, infatti, evidente che industria, servizi, consumatori sono sempre più collegati tra loro dando

origine a modelli di business, processi e prodotti nuovi secondo modalità che segnano il definitivo

tramonto del modello lineare di innovazione che ha guidato per decenni gran parte delle scelte di

policy in direzione di quello che è definito come ecosistema dell’innovazione, di cui anche la

pubblica amministrazione è parte integrante.

La stessa Commissione europea nella formulazione dell’indice sullo sviluppo digitale - il DESI,

Digital Economy and Society Index, rispetto al quale l’Italia occupa da tempo il 25° posto su 28 -

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adotta una scelta di tipo multidimensionale (connettività, capitale umano, utilizzo di Internet,

integrazione digitale delle attività produttive, servizi pubblici digitali), evidenziando la natura

trasversale e sistemica della digitalizzazione.

Un aspetto, quello della trasversalità del digitale, che non sfugge al Piano Industria 4.0 e che ha

indotto il Ministero dello sviluppo economico a richiedere alle camere di commercio di

realizzare un intervento a favore di tutti i settori economici - dall’agricoltura, all’industria,

all’artigianato, al terziario di mercato, ai servizi - e delle imprese anche di più piccola

dimensione, incluse quelle individuali ed i professionisti.

Un intervento giocato principalmente sul piano della crescita della consapevolezza “attiva” (ossia

finalizzata all’azione), da parte di tali soggetti, sulle opportunità ed anche sui rischi – primo tra

tutti quello di un approccio passivo – connessi al fenomeno del digitale.

La risposta delle camere alla richiesta del MISE è costituita dalla realizzazione di un network di

punti informativi e di assistenza alle imprese sui processi di digitalizzazione, i Punti Impresa

Digitale, le cui caratteristiche salienti sono descritte di seguito.

Gli assunti di base del progetto sono:

l’adozione di una strategia digitale d’impresa non si esaurisce nella presenza sul web,

nell’utilizzo dei social media e nell’adozione di un sistema di e-commerce. Essa riguarda

l’intera value chain aziendale, i processi interni di produzione di prodotti e servizi e quelli di

relazione a monte ed a valle con fornitori e clienti, i rapporti con le banche e la pubblica

amministrazione. Ha quindi un impatto su tutte le componenti organizzative aziendali e sul

modello di business dell’impresa;

l’aspetto dell’integrazione tra i vari attori coinvolti nel processo produttivo (in filiere e non

solo), impone una diffusione di una «cultura e di una pratica del digitale» in tutti i settori

e le dimensioni d’impresa. E’ evidente, infatti, che la presenza di forti divari tra le “imprese

4.0” ed il resto del tessuto economico rappresenti un condizionamento negativo per gli

stessi soggetti digitalizzati ed un fattore di esclusione per quelli che non lo sono;

Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito in larghissima parte da MPMI ed una loro

insufficiente partecipazione all’economia digitale comporta, quindi, effetti negativi sullo

sviluppo economico italiano complessivo;

l’Agenda Digitale ed i programmi per l’e-government (es. SPID, fatturazione elettronica)

fanno parte del medesimo quadro volto a diffondere cultura e pratica del digitale. Essi

hanno anche effetti sui processi aziendali (si pensi a dichiarazioni ed autorizzazioni, dalle

SCIA, alle dogane, all’e-procurement della PA, alle stesse camere di commercio) e “forzano”,

in certa misura, il confronto – anche delle microimprese – con il tema del digitale. Per

questo motivo l’iniziativa delle camere riguarderà sia i temi Industria 4.0 che quelli di

Agenda Digitale;

Nei processi di digital transformation l’elemento umano costituisce l’aspetto di maggior

rilevanza, ancor più che la tecnologia. Per tale motivo sono indispensabili interventi a

carattere informativo e formativo indirizzati tanto agli imprenditori che agli addetti. In

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proposito è rilevabile, come del resto fa il Piano Industria 4.0, una forte relazione tra le

policy riguardanti l’orientamento, l’alternanza, l’istruzione tecnica superiore ed

universitaria, il lifelong learning e quelle relative alla diffusione del digitale. E di questo

aspetto devono necessariamente tener conto gli interventi a supporto delle imprese, come

quello rappresentato dall’iniziativa dei PID camerali.

il Sistema camerale svolge funzioni istituzionali, confermate dalla recente riforma, di

supporto allo sviluppo imprenditoriale ed alla sua competitività e intende affrontare in

modo organico il tema della diffusione della cultura e della pratica dell’economia digitale,

specie nelle situazioni (dimensionali, territoriali o settoriali) nelle quali si verificano

asimmetrie informative o d’offerta.

Il Piano Industria 4.0, l’Agenda Digitale e gli altri programmi nazionali e regionali in

materia di innovazione digitale rappresentano il quadro di riferimento nell’ambito del

quale si inserisce l’iniziativa dei Punti impresa digitale

La capillare presenza sul territorio del sistema camerale consente di creare una rete di

prossimità in grado di diffondere efficacemente iniziative e servizi volti alla digitalizzazione

delle imprese

3. I Punti Impresa Digitale: la logica di intervento

Un obiettivo di particolare rilevanza per i PID è costituito dalla crescita della consapevolezza delle

imprese sulle soluzioni possibili offerte dal digitale e sui loro benefici.

Ciò implica non solo un processo a carattere informativo ma anche una forma di partecipazione

diretta (dal “toccare con mano” le possibili soluzioni a forme di collaborazione “attiva” in

workshop e living labs) e di assistenza nella fase di implementazione degli interventi (“execution”).

Le fasi del processo di awareness sono quindi collegate al grado di coinvolgimento dell’impresa:

informazione e sensibilizzazione sui temi, tipicamente attraverso eventi, seminari,

servizi di desk;

consapevolezza sul proprio posizionamento sui temi del digitale, attraverso forme di

autovalutazione, a partire dal modello sul grado di maturità digitale in corso di

predisposizione da parte del MISE, fino ad assessment di tipo organizzativo e di

mercato tarati sulle caratteristiche dell’impresa, in particolare dimensione e settore di

mercato in cui opera;

verifica di esempi concreti e di best-practice che assumono il valore di benchmark e

sono elementi di stimolo all’adozione di innovazioni;

decisione sulla necessità di realizzare interventi e, quindi, di individuare soggetti in

grado di assistere l’impresa nella fase di execution;

partecipazione a momenti di sperimentazione condivisi, anche in collaborazione-

competizione con le altre imprese, nei quali l’impresa non recepisce solo soluzioni ma è

soggetto propositivo;

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elaborazione di progetti condivisi con altri partner fino a prefigurare soluzioni comuni

(es. reti d’impresa, adozione di standard e protocolli condivisi) e proposte anche alle

istituzioni.

Il coinvolgimento delle imprese è fortemente dipendente dalla capacità delle camere di

commercio (come di qualsiasi altra struttura con obiettivi di progetto simili) di sposare una logica

di tipo “push”, ossia di effettuare una azione costante e diretta su target di imprese da informare

sulle iniziative attivate dal PID. Per questo motivo, come più avanti evidenziato, vengono messi in

campo alcuni strumenti di supporto tra cui la piattaforma CRM e la figura dei digital promoter.

Se questo è, in larga massima, il campo d’azione dei PID è necessario tener conto di alcuni

elementi di particolare rilevanza:

1) quali aspetti – concretamente – il PID camerale può assumere come terreno d’azione;

2) il raccordo con gli altri soggetti che operano nel medesimo ambito di supporto allo

sviluppo imprenditoriale, in particolare le associazioni imprenditoriali;

3) le iniziative presenti sul territorio, in particolare quelle attivate dalle Regioni, al fine di

ricercare il massimo delle sinergie ed evitare inutili e dispersive duplicazioni;

4) l’inquadramento nella strategia del Piano nazionale Industria 4.0;

5) l’esigenza di assicurare un insieme minimo di funzioni di supporto alle imprese tale da

assicurare il raggiungimento di economie di scala e di rete e rispondere ad un principio,

anche etico, di assicurare pari opportunità indipendentemente dal settore o dal

territorio di appartenenza, come si conviene ad un’iniziativa operata da un soggetto

pubblico quali sono le camere di commercio.

Nel tenere in conto di questi elementi, il presente progetto traccia un ruolo dei PID basato su

elementi comuni ed ampie possibilità di adattamento alla realtà regionale e locale.

Di seguito viene presentata la proposta organizzativa dei PID.

4. Organizzazione e servizi dei PID

Come evidenziato i Punti Impresa Digitale sono servizi localizzati presso le camere di commercio

dedicate alla diffusione della cultura e della pratica della diffusione del digitale nelle MPMI di tutti

i settori economici.

Sul tema dell’approccio multisettoriale dei PID si evidenzia che il supporto offerto dai PID alle

imprese riguarderà, oltre alle tematiche manifatturiere tipiche di Industria 4.0, anche diversi

campi applicativi quali, a titolo esemplificativo:

- l’agricoltura di precisione con l’utilizzo di tecnologie digitali finalizzate a conciliare

l’aumento della produttività, la riduzione dei costi, la sostenibilità ambientale e la sicurezza

e qualità dei prodotti;

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- l’artigianato digitale, con il nuovo paradigma della produzione digitale, della stampa 3D,

dei progetti opensource, rispondendo alle esigenze di diversificazione e personalizzazione

ed aprendo le porte a nuovi modelli di business nell’artigianato di produzione e di servizio;

- l’edilizia 4.0, non solo nella produzione di materiali, componenti ed impianti quanto in

termini di applicazione agli edifici, ad esempio, dell’IoT (sicurezza, efficienza energetica,

domotica, manutenzione), progettazione e gestione cantieri, robotica applicata a

costruzioni ed installazioni;

- negozi smart, dall’utilizzo di strumenti digitali e l’internet of things per il proximity

marketing, la cura della shopping experience e della relazione con il cliente, la

movimentazione in-store e la gestione di magazzino e della supply chain per comprendere i

più “usuali” (ma non sempre diffusi) strumenti del web 2.0 (es. social media).

Questi solo alcuni esempi ai quali si aggiunge un vasto insieme di possibili ambiti applicativi, dal

turismo alla ristorazione, ai servizi all’impresa ed alla persona.

In ciascuna camera di commercio sarà presente almeno un Punto (almeno 60 punti), specializzato

sul tema del digitale ed integrato nell’organizzazione della camera e con un possibile

coordinamento anche a livello regionale.

Al network di punti «fisici» si aggiunge quello della presenza in rete attraverso il ricorso ad

un’ampia gamma di strumenti digitali che vanno da siti specializzati, forum e community, utilizzo

dei social media

Presso Punto Impresa Digitale sono presenti risorse professionali, materiali (locali ed attrezzature)

ed immateriali (es. materiali video e multimediali, banche dati, library informative) necessarie alla

realizzazione alla produzione dei servizi.

Le risorse professionali previste sono rappresentate da:

Digital Leader (o «ambassador»): è il coordinatore del PID camerale. Presidia l’intero PID

ed il conseguimento dei risultati. Sviluppa il sistema di accordi con gli altri soggetti locali e

regionali (altre strutture della camera, regioni, associazioni, ecc.). E’ membro del gruppo

nazionale di coordinamento del network. Ha la responsabilità della compliancy normativa

Digital coordinator: funzionari della camera (o aziende speciali) - con esperienza di servizi

per l’innovazione, promozione o internazionalizzazione - che presidiano il rapporto con le

imprese. Svolgono l’assessment iniziale d’impresa con l’ausilio di tool di valutazione e di

esperti nazionali e locali. Coordinano i digital promoter. Si rapportano operativamente con

le altre strutture camerali nazionali e locali, con i Competence Center e con la rete di

partner tecnologici

Digital promoter: mediamente 2/3 per PID, criteri di selezione e formazione analoghi a

quelli di «crescere in digitale» (prevalentemente giovani con competenze nel mondo del

digitale con contratto annuale). Sviluppa azioni di promozione (inclusa quella diretta presso

le imprese), comunicazione ed assistenza.

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Digital mentor: esperto selezionato dalla struttura nazionale in collaborazione con le

camere di commercio che offre gratuitamente supporto di indirizzamento / consulenza alle

MPMI (mentee) sulla base dell’accettazione di un codice di condotta (gratuità, riservatezza,

ecc.). Opera sia attraverso incontri diretti che in modalità di «web mentoring»

I servizi sono, viceversa, raggruppati nelle seguenti categorie:

A. Servizi informativi di supporto al digitale, all’innovazione, I4.0 ed Agenda Digitale

B. Assistenza, orientamento e formazione sul digitale

C. Interazione con i Competence Center e le altre strutture partner nazionali e regionali (es.

associazioni, partner tecnologici, strutture ed iniziative regionali, laboratori, ITS, ecc.)

D. Servizi specialistici per la digitalizzazione in collaborazione con Aziende speciali e le altre

strutture del Sistema camerale

Di seguito una possibile articolazione di base dei servizi previsti, ovviamente soggetta ad

adattamenti per tenere conto delle diverse realtà regionali e locali.

A) Servizi informativi di supporto al digitale, all’innovazione, I4.0 ed Agenda Digitale

(informazioni tramite guide su web, booklet di presentazione, call center, servizi informativi presso

il PID, ecc.):

opportunità del piano I4.0, sistema degli incentivi, collaborazione alla predisposizione delle

FAQ;

informazioni sui programmi nazionali e regionali (es. bandi dei PON e dei POR) a favore

della digitalizzazione dei processi produttivi e di servizio;

supporto informativo alle azioni previste dal Piano Agenda digitale, in particolare in tema di

e-government;

informazioni sulla fatturazione elettronica e la conservazione sostitutiva dei documenti;

Informazioni sul pre commercial public procurement (commesse pubbliche) per

l’innovazione.

B) Assistenza, Orientamento e Formazione sul digitale:

Assessment del grado di «maturità digitale» definito dal MISE

Valutazione risultati con un esperto del PID ed individuazione aree di miglioramento

aziendale

Individuazione degli interventi più adatti al singolo caso e dell’eventuale programma

formativo suggerito

Visita guidata all’Experience center con la presentazione di casi pratici di impiego del

digitale

Messa in contatto dell’impresa con strutture di assistenza per l’execution, camerali e dei

partner.

Servizi di mentoring

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Sul tema dell’Experience center si evidenzia come l’ampia articolazione delle tematiche coperte

dai PID suggerisca una soluzione basata su due momenti:

quello di tipo virtuale, con una presentazione agli imprenditori permanente (ed assistita) di

materiali video (es. casi applicativi e best practice) e documentazione, il che consente

anche economie di scala nella produzione dei contenuti;

quello di una demo-area con la presenza anche di attrezzature fisiche (es. stampanti 3D) su

base temporanea ed in collaborazione con i produttori / distributori. In sostanza, uno

spazio di tipo dimostrativo da allestire per eventi di presentazione relativi alle tematiche, di

volta in volta, affrontate.

C) Interazione con i Competence Center e le altre strutture partner nazionali e regionali (es.

associazioni, partner tecnologici, strutture ed iniziative regionali, laboratori, ITS, ecc.)

Sull’aspetto delle strutture per l’execution i Punti si avvalgono, altresì, di una rete di partner

(competence center, Digital Innovation hub, università, associazioni di categoria e quelle

professionali, ecc.), cui indirizzano le imprese per i servizi tecnologici e relativi interventi formativi

maggiormente specializzati.

In proposito sono previste due linee di azione per le quali è prevista anche la destinazione di una

quota del budget di progetto:

accordi che le camere di commercio potranno sviluppare a livello locale, regionale ed,

eventualmente, nazionale per la produzione di alcuni servizi specializzati del PID;

voucher alle imprese per la realizzazione di interventi specifici per ciascuna impresa.

D) Servizi specialistici per la digitalizzazione in collaborazione con Aziende speciali e le altre

strutture del Sistema camerale

Si tratta dei servizi a carattere tecnologico o comunque connessi alle innovazioni che le aziende

intendono adottare in collegamento a processi di digitalizzazione. Hanno la caratteristica di essere

disponibili a richiesta dell’azienda e prodotti internamente dalla camera o da strutture camerali

(es, aziende speciali) locali, regionali o nazionali. Ad esempio, se il servizio di assistenza alla

protezione della proprietà intellettuale (marchi, brevetti, design, copyright) non è presente nella

specifica camera, essa potrà avvalersi di un centro PIP o PATLIB di un’altra struttura camerale. Tra i

servizi attivabili dalle camere si evidenziano:

Servizi connessi ad Agenda Digitale ed al rapporto con la PA (es. CNS, SPID, Fatturazione

elettronica, PagoPA, e-procurement della PA)

Normativa tecnica e sistemi di certificazione di prodotto, impresa, filiera e professioni.

Punto di accesso alla normativa tecnica. Corsi e seminari sulla cultura della qualità e della

certificazione. Informazioni su sistemi di certificazione delle professioni in campo ICT

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Funding: programmi finanziati regionali, nazionali ed europei nel campo della R&S&I e sulle

opportunità di finanziamento privato (Istituti di credito, VC, altre fonti finanziarie)

Aspetti legali, privacy e cybersecurity

Protezione della proprietà intellettuale (centri PIP e Patlib)

Efficienza energetica e sostenibilità ambientale – Economia circolare

Nuovi modelli di business e valutazione progetti d’impresa

Piattaforme e servizi condivisi

I Punti Impresa Digitale costituiscono un network che non è caratterizzato solo da obiettivi e

modalità d’azione comuni ma anche da alcuni servizi comuni. Ciò risponde a logiche di tipo

economico (economie di scala), alle necessità di gestione del network, di monitoraggio e

misurazione delle performance e per motivi di tipo tecnico-operativo.

Tra gli aspetti di tipo condiviso si segnalano:

- la formazione dei funzionari camerali, almeno per gli aspetti di tipo comune, tra cui le

modalità di promozione ed erogazione dei servizi;

- la selezione e costituzione del servizio dei digital promoter;

- l’ acquisizione in ogni fase, dalla promozione, alla partecipazione agli eventi, ai risultati

degli interventi (anche di quelli sviluppati dai competence center ed altri soggetti coinvolti

attraverso specifiche schede di feedback) di informazioni sulle imprese coinvolte nel

progetto. Ciò risulta essere essenziale anche per lo sviluppo di un processo continuativo di

profilazione necessario a rendere maggiormente mirate le iniziative camerali e consentire il

monitoraggio delle attività del network e dei risultati. In sostanza, l’utilizzo di una

piattaforma nazionale di CRM collegata anche all’insieme dei dati e dei servizi camerali, in

gran parte gestiti da InfoCamere;

- la produzione di materiale multimediale per l’Experience center ed ulteriori servizi e

documentazioni comuni (dai booklet di presentazione alla gestione di community e

forum);

- le campagne di promozione del network nel suo insieme.

Inoltre è necessaria la reazione di un momento di condivisione e governance del network che può

essere realizzato anche in forma di commissione o gruppo di coordinamento, con la presenza di

rappresentanze camerali, Unioncamere, MISE e Regioni senza la necessità di creare apposite

strutture societarie o consortili.

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5. Il budget di progetto

Il forte input che proviene dalle Camere di Commercio lombarde è quello di contenere al massimo

possibile i costi interni e di destinare una significativa percentuale delle risorse a beneficio diretto

delle imprese. Infatti le principali voci di spesa per la realizzazione del progetto sono finalizzate

solo per il 45% circa a costi di avvio e di gestione e ben il 55% circa ad interventi diretti a favore

delle imprese:

Avvio e gestione dei PID; 44,8%

Interventi a favore delle imprese (voucher) 55,2%

Per quanto riguarda il primo aspetto si evidenzia che le spese previste hanno natura incrementale,

ossia, riguardano solo le componenti aggiuntive - necessarie al progetto - rispetto a quanto

previsto dalle attività camerali ordinarie. Di seguito le voci di spesa, adattabili alle esigenze e scelte

organizzative delle camere, costituite da:

- Personale camerale, in misura media di 2,2 FTE dedicati interamente al progetto. Non è

prevista alcuna nuova assunzione (peraltro vietata dalla legge). Il numero complessivo dei

dipendenti camerali (camere e/o aziende speciali) coinvolti è di 26,4 FTE per 12 PID. La

spesa comprende selezione, formazione e retribuzioni per l’equivalente di un funzionario di

categoria D3 (45.000 euro di costo) più 4.000 euro una-tantum di formazione;

- Digital promoter, in media 2 “giovani digitali” per PID da selezionare e contrattualizzare

secondo quanto già avviene per il progetto “Crescere in digitale”. La spesa annuale per

digital promoter è valutata in 15.000 euro più 2.000 euro di formazione (incluse trasferte);

- Mentor, il servizio è svolto gratuitamente dai mentor con il riconoscimento delle sole spese

(trasferte, spese documentate) per un massimo di 3.000 euro/mentor. Analogamente ad

altri progetti è prevista una spesa per la selezione e gli eventi di matchmaking mentor-

mentee

- Piattaforme comuni, software e banche dati. La stima è di c.a. 30.000 euro/PID ci cui 1/2

dedicato alle piattaforme comuni e materiali multimediali e di documentazione ed il resto

all’adeguamento software ed all’acquisto di banche dati sulla scorta della situazione

specifica e scelte di servizio di ciascuna camera;

- Comunicazione e marketing, sono stimati 5 eventi per PID per una media di 2.000 euro

ciascuno cui si aggiungono 15.000 euro per spese pubblicitarie e di promozione locali e

5.000 euro di compartecipazione alle campagne ed eventi nazionali;

- Servizi di supporto camerali ed esterni, si tratta sia delle spese che la camera sostiene per

l’acquisto da aziende speciali ed altre strutture camerali di servizi tecnologici, formativi,

economico-finanziari funzionali al funzionamento del PID, sia delle spese che la camera

sostiene per l’acquisizione di servizi tecnici di supporto (o collaborazioni) da soggetti quali

università, imprese, poli tecnologici, professionisti e associazioni imprenditoriali. Si tratta in

ambedue i casi di costi variabili in funzione delle caratteristiche e scelte della camera;

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- Locali e loro adeguamenti, attrezzature video ed altri impianti, comprendono spese

relative all’adeguamento degli ambienti, impianti, attrezzature informatiche.

-

Per quanto riguarda i Voucher si stima circa 2.500 – 3.000 euro a Voucher.

Considerando l’insieme dei 12 punti la spesa annua per il periodo 2017 – 2019 del progetto

è, quindi, di:

Avvio e funzionamento dei PID 3.760.500

Voucher alle imprese: 4.635.920

TOTALE SPESA ANNUA 8.396.420

A partire dal secondo anno le minori spese di avvio verranno utilizzate per l’incremento dei

voucher a disposizione delle imprese.

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RISORSE FINANZIARIE ANNUE DEL PROGETTO

(12 PID, Anni 2017-2019)

Voci di spesa Importo annuo(**)

%

Personale camerale dedicato e formazione(*) 1.310.800 15,6%

Digital promoter (giovani a contratto, selezione, formazione, retribuzioni)

408.000 4,9%

Servizio di Mentoring 186.000 2,2%

Piattaforme software, materiale multimediale, banche dati, servizi

360.000 4,3%

Comunicazione e marketing 360.000 4,3%

Servizi di supporto 785.700 9,3%

Location ed attrezzature 350.000 4,2%

B) TOTALE PROGETTO ESCLUSO VOUCHER 3.760.500 44,8%

Voucher alle imprese per la prima annualità 4.635.920 55,2%

TOTALE INCLUSI VOUCHER 8.396.420 100%

Nell’insieme del triennio, grazie ai risparmi sulle spese di avvio, il peso dei voucher

rappresenterà almeno il 60% della spesa complessiva.

________ (*) Non è prevista alcuna nuova assunzione di personale

(**) A partire dal secondo anno le minori spese di avvio verranno utilizzate per l’incremento dei voucher a

disposizione delle imprese

(***) Nel corso dell’esecuzione del progetto l’articolazione delle voci di spesa sopra indicate potrà subire

delle variazioni e degli spostamenti, fatto salvo il totale generale delle spese e la quota destinata a voucher

alle imprese

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La nuova iniziativa del sistema camerale sui servizi di orientamento al lavoro e alle professioni

LOMBARDIA

Relazione illustrativa che inquadra la proposta progettuale nazionale nello specifico

territorio lombardo.

rev. 27 marzo 2017

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1. UN PROGETTO PER LA LOMBARDIA

Il capitale umano costituisce una risorsa essenziale per la crescita e lo sviluppo di un sistema socio-economico, in quanto ad esso sono legate le capacità di esprimere e ‘produrre’ innovazione, internazionalizzazione produttiva, qualità e attrattività del territorio, ma anche – e in pari misura – alla possibilità di disporre di qualificate risorse umane nelle sue diverse componenti (lavoro imprenditoriale, dipendente, autonomo, professionisti, ecc.). In una visione prospettica di medio e lungo periodo, le politiche di sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane risultano ancor più strategiche data la scarsità di popolazione giovane che si immette sul mercato del lavoro, i livelli di istruzione mediamente più bassi rispetto a quelli di altre regioni europee ed i mismatch che si verificano sul mercato del lavoro legati ai fabbisogni delle imprese rispetto ad alcune figure professionali che non trovano una rispondenza adeguata sul fronte dell’offerta lavorativa. Il sistema camerale lombardo ha sempre posto particolare attenzione ai temi legati alla valorizzazione del capitale umano, sviluppando attività legate al monitoraggio del mercato del lavoro e progetti legati all’orientamento professionale e all’alternanza scuola-lavoro, anche finanziati dal Fondo Perequativo.

Alla luce delle funzioni attribuite alle Camere di Commercio dalla legge 107/2015 (Buona Scuola) - che attribuisce alle CCIAA un ruolo istituzionale per l’alternanza scuola-lavoro anche attraverso l’istituzione del Registro per l’alternanza scuola-lavoro (RASL) - e dalla legge di riforma del sistema camerale (d.l. 219 del 25/11/2016) - che assegna alle Camere di commercio la funzione di orientamento al lavoro e alle professioni anche mediante la collaborazione coi soggetti pubblici e privati competenti – risulta ancor più necessario rafforzare le competenze del sistema camerale su questi temi.

In realtà, la Lombardia rappresenta un territorio fertile in cui le istituzioni (Regione Lombardia in primis) e i diversi soggetti interessati (il sistema camerale stesso, associazioni di categoria e sistema imprenditoriale, Uffici scolastici territoriali e mondo della scuola) hanno attivato diverse iniziative sui territori ponendo al centro dell’attenzione il raccordo tra mondo della scuola e mondo del lavoro e favorendo la collaborazione tra sistema scolastico e mondo imprenditoriale.

Le numerose esperienze realizzate nella regione dai diversi soggetti ed istituzioni territoriali si articolano in linee di attività finalizzate a:

- fornire un supporto alle scuole per la realizzazione di interventi formativi e di orientamento sui temi dell'economia e dei fabbisogni del territorio,

- favorire i percorsi di alternanza scuola-lavoro, definendo modelli progettuali comprensivi di periodi di tirocinio in azienda, nonché di azioni propedeutiche all’ingresso in azienda, quali attività laboratoriali, visite aziendali, docenze di professionisti delle imprese e simulazioni di impresa;

- diffondere pratiche didattiche innovative, centrate sull’attività laboratoriale e sulla progettazione per competenze;

- promuovere l’alternanza scuola-lavoro presso il mondo associativo ed imprenditoriale, anche con l'obiettivo di allargare la disponibilità delle imprese di tutti i settori produttivi;

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- sviluppare iniziative propedeutiche all'inserimento in impresa attraverso interventi formativi sull'organizzazione aziendale, sull'autoimprenditorialità e sulla sicurezza aziendale (anche realizzando piattaforme formative);

- fornire un'assistenza dedicata alle imprese e alle scuole per una semplificazione dei processi di iscrizione al registro per l'alternanza scuola-lavoro e per un suo più efficace utilizzo;

- favorire la collaborazione - anche attraverso la sottoscrizione accordi di partnership - tra gli enti locali, uffici scolastici territoriali e, più in generale, mondo della scuola, associazioni imprenditoriali, poli tecnico professionali e università, al fine di accrescere nel territorio lombardo la cooperazione tra il sistema di istruzione e il mondo delle imprese;

- fornire servizi di orientamento e inserimento lavorativo, attraverso la rete dei servizi accreditati al lavoro e alla formazione;

- realizzare analisi, studi e ricerche per il monitoraggio del contesto socio-economico territoriale ed i fabbisogni professionali e formativi delle imprese.

Non da ultimo va ricordato che Regione Lombardia, con la legge 30/2015 Qualità, innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Lombardia, ha posto al centro della formazione il sistema duale, fondato su un apprendimento work-based e sulla integrazione tra formazione e lavoro, proprio a sottolineare l’importanza strategica del modello formativo basato sul principio del learning by doing e la necessità di sviluppare forme di contatto anticipato con le dinamiche dei contesti produttivi e del mercato del lavoro.

La nuova iniziativa del sistema camerale sui servizi di orientamento al lavoro e alle professioni ben si innesta, quindi, nella realtà lombarda poiché consente di valorizzare le esperienze già attive sui territori della regione realizzate dai diversi enti ed istituzioni (Regione Lombardia, associazioni di categoria e sistema imprenditoriale, Uffici scolastici territoriali e mondo della scuola) e di declinare una serie di servizi aggiuntivi, con particolare riferimento ai servizi legati all’erogazione dei voucher rivolti alle imprese che partecipano a percorsi di alternanza scuola-lavoro particolarmente significativi e strategici.

La strutturazione del progetto esecutivo per il territorio lombardo dovrà tenere in opportuna considerazione le esperienze, gli strumenti ed i servizi già attivi sui territori, in una logica di sussidiarietà che consenta di valorizzare le attività di servizio dei soggetti associativi e del mercato ed indirizzando in modo significativo le risorse sulle imprese. Ciò sarà possibile partendo da un monitoraggio dei servizi già esistenti su ciascun territorio, identificando ed integrando eventuali servizi mancanti e alimentando un confronto continuo fra Camere, Regione Lombardia e associazioni di categoria anche attraverso attività di monitoraggio e di valutazione dei risultati del progetto.

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2. IL QUADRO DI RIFERIMENTO

2.1 L’ASSETTO NORMATIVO

Negli ultimi anni, i ruolo delle Camere di Commercio sui temi dell’orientamento, dell’alternanza scuola-lavoro e dell’incontro domanda-offerta di formazione e lavoro si è progressivamente ampliato e rafforzato, anche per effetto dei provvedimenti normativi che hanno riconosciuto al Sistema Camerale specifiche competenze e funzioni. Già prima della riforma, l’evoluzione del quadro legislativo nell’arco temporale compreso tra il 2003 e il 2015 aveva assegnato alle CCIAA le seguenti competenze:

cooperare con le istituzioni scolastiche e universitarie in materia di alternanza scuola-lavoro e orientamento al lavoro e alle professioni (d.lgs. 23/10);

ricoprire un ruolo istituzionale per la realizzazione e diffusione di servizi e strumenti per l’alternanza scuola-lavoro, quali soggetti da coinvolgere in sede di progettazione, attuazione e valutazione dei percorsi formativi (legge n.53/2003 e d.lgs. 77/2005), rafforzato con la riforma della scuola attraverso l’istituzione del registro nazionale per l’alternanza scuola lavoro (legge 107/2015);

contribuire a favorire i percorsi di orientamento per gli studenti, prevedendone il coinvolgimento attivo nella stipula di specifiche convenzioni per la progettazione, realizzazione e valutazione delle iniziative e dei percorsi orientativi delle istituzioni scolastiche e universitarie (decreto legge 104/2013, convertito in legge 128/2013);

svolgere funzioni di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro in “regime particolare di autorizzazione” (d.lgs. 276/2003, in attuazione della legge 128/2013);

concorrere alla realizzazione ed allo sviluppo delle reti territoriali per i servizi di istruzione, formazione e lavoro e per l’individuazione e validazione degli apprendimenti, con riferimento al sistema nazionale di certificazione delle competenze (legge 92/2012 e relativo d.lgs. attuativo n.13/2013).

La legge di riforma del Sistema Camerale, con il decreto legislativo 219 del 25.11.2016 (art.2 lettera e), ha definitivamente sancito e formalizzato tale ruolo, assegnando ufficialmente alle Camere di commercio la funzione di orientamento al lavoro e alle professioni anche mediante la collaborazione con i soggetti pubblici e privati competenti, in coordinamento con il Governo e con le Regioni e l’ANPAL attraverso:

la tenuta e gestione del registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, sulla base di accordi

con MIUR e MLPS;

la collaborazione per la realizzazione del sistema di certificazione delle competenze, in particolare acquisite in contesti non formali e informali e nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro;

il supporto all’incontro domanda-offerta di lavoro, attraverso servizi informativi anche a carattere previsionale volti a favorire l’inserimento occupazionale e a facilitare l’accesso delle imprese ai servizi dei Centri per l’Impiego, in raccordo con l’ANPAL;

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il sostegno alla transizione dalla scuola e dall’università al lavoro, attraverso l’orientamento e lo sviluppo di servizi, in particolare telematici, a supporto dei processi di placement svolti dalle Università.

2.2 GLI ACCORDI NAZIONALI DI COLLABORAZIONE

Il 12 dicembre 2016 è stata siglata l’intesa istitutiva del Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola Lavoro (RASL) che, oltre a disciplinarne le finalità e le funzioni, prevede specifiche forme di collaborazione tra il sistema camerale, il sistema educativo di istruzione e formazione e il mondo del lavoro per:

valorizzare il Registro come strumento di trasparenza, pubblicità e di programmazione delle politiche e degli interventi mirati alla maggiore diffusione dell’alternanza scuola lavoro e dell’apprendistato e al raccordo tra scuola e mondo del lavoro;

facilitare il monitoraggio, la conoscenza delle attività, il raccordo tra scuola e mondo del lavoro, individuando e condividendo ulteriori informazioni da raccogliere e inserire nel RASL rispetto a quelle contenute nel Registro delle imprese, anche attraverso l’utilizzo e la messa a sistema di altre banche dati a disposizione delle Parti.

L’intesa prevede inoltre di:

predisporre analisi sulle caratteristiche economico-produttive e sui fabbisogni occupazionali dei territori, nonché studi e analisi aggregate sui soggetti che si rendono disponibili ad effettuare percorsi di alternanza scuola lavoro e apprendistato;

rendere disponibili i riferimenti delle scuole per tipologia di percorso formativo e territorio, così da facilitare i contatti tra CCIAA, imprese, enti pubblici e privati e mondo dell’istruzione e della formazione;

collaborare all’organizzazione di incontri e laboratori per studenti e docenti sul rapporto tra i giovani e l’economia;

promuovere, ciascuno nell’ambito della propria autonomia e della rispettiva competenza, anche attraverso specifici protocolli di intesa a livello territoriale, iniziative volte a favorire la diffusione del Registro, della progettazione di percorsi di alternanza scuola lavoro e di apprendistato, come strumenti di facilitazione del raccordo tra scuola, impresa ed enti per l’occupabilità dei giovani.

Il 20 dicembre 2016 è stato poi siglato un protocollo di collaborazione stabile e continuativa tra il sistema delle CCIAA e l’ANPAL attraverso la condivisione di strategie e azioni per il rafforzamento dei sistemi informativi a supporto del mercato del lavoro, nonché per il raccordo sui territori tra i sistemi imprenditoriali e la rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro. A tal fine si prevede, tra l’altro, di progettare e realizzare congiuntamente applicazioni informatiche per:

rendere possibile la conoscenza delle opportunità di lavoro nei diversi ambiti territoriali;

consentire l’individuazione di cluster di imprese ad elevata potenzialità di assunzione

fornire informazioni per l’orientamento formativo e lavorativo mediante guide personalizzate “on line”.

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3. IL RUOLO DEL SISTEMA CAMERALE Il posizionamento delle Camere di Commercio sta sempre più evolvendo da un ruolo di garanzia e “compliance” amministrativa a un ruolo attivo di motore di sviluppo dei sistemi economici locali, attraverso iniziative che rendano sempre più stretto il collegamento tra formazione>orientamento>lavoro>impresa e rafforzino, quindi, i processi operativi tra scuola, università e impresa.

Nello specifico, alle imprese è necessario garantire maggiori possibilità di trovare le persone, le professionalità e le competenze di cui hanno bisogno, favorendone così la crescita. A chi studia e a chi cerca un lavoro - ma anche a chi è già occupato - occorre offrire maggiori opportunità di sviluppare le conoscenze, le competenze e le esperienze utili per migliorare la propria “occupabilità” e favorire la crescita personale e professionale. Il ruolo di “motore di sviluppo delle economie locali” prefigura quindi per le Camere di Commercio, anche per quanto concerne i temi del mercato del lavoro e della transizione formazione–impresa, una posizione di rilievo nei confronti: dei potenziali partner locali, con l’obiettivo di rafforzare il networking per strutturare

un’offerta locale integrata e sinergica di servizi per lo sviluppo delle economie locali, delle diverse tipologie di target di utenza, con l’obiettivo di rappresentare una “porta di

accesso” ai servizi del territorio per lo sviluppo economico ed occupazionale.

Per ricoprire tale ruolo, il sistema camerale mette a disposizione dei sistemi formativi e delle politiche attive del lavoro un patrimonio di informazioni ampio e articolato a supporto delle loro attività, in particolare per l’orientamento, la definizione dei piani dell’offerta formativa, l’alternanza scuola lavoro. Nello specifico, i principali asset oggi fruibili sono: il Registro delle Imprese, che costituisce la vera e propria anagrafe delle imprese, in cui si

trovano i dati di costituzione, modifica e cessazione di tutte le imprese con qualsiasi forma giuridica e settore di attività economica, con sede o unità locali sul territorio nazionale. Fornisce un quadro completo della situazione giuridica ed economica di ciascuna impresa ed è un formidabile patrimonio informativo della realtà imprenditoriale nazionale, consentendo l'elaborazione di analisi e indicatori di sviluppo economico ed imprenditoriale in ogni settore e area di appartenenza;

il Sistema Informativo Excelsior, che ricostruisce annualmente e trimestralmente il quadro previsionale della domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese, fornendo indicazioni di estrema utilità soprattutto per supportare le scelte di programmazione della formazione, dell’orientamento e delle politiche del lavoro;

il portale FILO, piattaforma nata per integrare le competenze, le conoscenze, i sistemi e gli strumenti della rete degli sportelli del sistema camerale per la formazione, l’imprenditorialità, il lavoro e l’orientamento;

il Registro dell’Alternanza Scuola Lavoro (RASL), la piattaforma ufficiale realizzata e gestita dal sistema camerale d'intesa con MIUR e MLPS per promuovere e sviluppare i percorsi scolastici in alternanza e l'apprendistato, dando ai giovani la possibilità di fare esperienze di apprendimento on the job nelle imprese, negli studi professionali e negli enti pubblici, privati e non profit;

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Movimprese, che fornisce un’analisi statistica trimestrale della nati-mortalità delle imprese e consente di analizzare le dinamiche della struttura economica dei territori e della nascita e cessazione delle imprese;

gli altri osservatori che il Sistema camerale elabora in relazione alle esigenze ed alle necessità di analisi socio-economica del paese.

In particolare, le piattaforme telematiche del sistema camerale già esistenti (RASL ed Excelsior), opportunamente integrate con il Registro Imprese e con gli altri osservatori, dovranno evolvere costituendo una vera e propria piattaforma di matching tra domanda ed offerta di competenze, come già positivamente sperimentato in alcune realtà locali, in grado di funzionare da repository di know-how e competenze disponibili, garantendone l’intermediazione a fini sia occupazionali, sia di percorsi di alternanza scuola-lavoro. Si tratta, nello specifico, di utilizzare il patrimonio informativo disponibile per costruire e alimentare una piattaforma integrata nazionale che serva da riferimento per imprese, lavoratori e operatori, quale strumento propedeutico per favorire efficaci interventi di politica attiva del lavoro. Le Camere di commercio possono in tal modo costituire un importante punto di riferimento per la raccolta di informazioni, la predisposizione di chiavi di lettura dei fenomeni osservati, l’indicazione delle principali sofferenze e dei punti di forza del mercato del lavoro locale, per essere interlocutrici degli interlocutori ed operatori, pubblici e privati, con i quali condividere i giacimenti informativi disponibili.

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4. IL MODELLO Gli obiettivi finali del servizio di orientamento al lavoro ed alle professioni sono, in estrema sintesi, i seguenti:

fare incontrare domanda e offerta di tirocini formativi, anche attraverso attività di promozione, animazione e supporto alle imprese;

favorire il placement e sostenere università, agenzie per il lavoro e centri per l’impiego e far incontrare domanda e offerta di lavoro, in particolare laureati, diplomati ed apprendisti, supportando - ove necessario - anche l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità come politica attiva del lavoro.

Per raggiungere tali obiettivi occorre costituire, d’intesa ed in stretta collaborazione operativa con Regioni, Agenzie regionali per il lavoro, CPI e ANPAL, un network in grado di collegare tutti i diversi attori (persone, scuole, imprese, agenzie per il lavoro, enti locali, ecc..) e capace di promuovere e sviluppare, con azioni concrete ed efficaci, la filiera che dalla scuola arriva al lavoro, generando benefici attesi per i principali destinatari:

Per i giovani: maggiori opportunità per migliorare la propria occupabilità in un contesto sempre più dinamico e competitivo

Per le imprese: maggiore facilità di accesso a risorse, professionalità e competenze per operare, competere, innovare e svilupparsi.

A Regioni, CPI, Agenzie regionali per il lavoro, ANPAL, scuole, università ed agli altri attori istituzionali del sistema dell’istruzione, della formazione e del lavoro dovranno essere rese disponibili informazioni puntuali sui fabbisogni professionali delle imprese, al fine di fare sistema e fornire indicazioni utili per le politiche attive del lavoro di cui sono protagonisti.

L’efficace sviluppo del servizio, unitamente agli altri strumenti disponibili da parte degli altri attori in gioco, potrebbe consentire nel tempo di rafforzare la competitività del sistema Paese attraverso lo sviluppo e la valorizzazione del capitale umano, facilitando e promuovendo l’incontro tra domanda e offerta di formazione e lavoro.

Alla base del network da sviluppare ci dovrà, pertanto, essere la ricognizione continua della domanda di competenze, della disponibilità ad ospitare tirocini formativi, della domanda di assunzioni espressa dalle imprese profit e non profit del territorio; e, dall'altra parte, la disponibilità di curricula ben strutturati grazie al lavoro puntuale con le scuole e le università per "incrociare" efficacemente la domanda di competenze.

Per animare questo network sarà necessario strutturare un apposito ufficio/servizio camerale con personale (della Camera di commercio ed eventualmente dell’azienda speciale o di altra propria articolazione specializzata) adeguatamente qualificato e quotidianamente impegnato per:

contattare/incontrare le imprese del territorio al fine di rilevare la domanda di assunzioni e le competenze ad esse collegate

incontrare e mantenere rapporti continuativi con tutte le scuole, gli enti di formazione professionale e le università del territorio di competenza, per approfondire la domanda di competenze delle imprese e aiutare il matching con imprese ed enti per lo svolgimento di tirocini in alternanza (e simili), per supportare la realizzazione di progetti di comune interesse,

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per favorire il placement. Il modello di funzionamento del servizio è sinteticamente illustrato nello schema seguente:

Il modello prevede il ruolo centrale delle CCIAA che - in forza di atti negoziali, protocolli ed accordi di partenariato stipulati a livello locale - siano in grado di facilitare l’inserimento di giovani studenti in percorsi di alternanza scuola lavoro e fare incontrare domanda ed offerta di lavoro.

Asse portante dell’operazione è l’evoluzione e l’integrazione delle piattaforme camerali già esistenti (RASL ed EXCELSIOR) nella direzione di un’unica piattaforma nazionale di matching - da realizzare con il supporto di Infocamere e organizzata per partizioni territoriali - aperta al mondo delle imprese ed al mondo dell’alternanza, fruibile per chi studia e/o cerca lavoro, per le imprese, le scuole, per gli operatori dei sistemi di formazione ed istruzione.

Tale piattaforma dovrà consentire di:

compilare, gestire e rendere disponibili on line i curricula dei candidati, sulla base di form prestabiliti;

gestire telematicamente i fabbisogni e le richieste delle imprese interessate; consentire da parte delle imprese la ricerca autonoma di collaboratori e personale; gestire telematicamente le disponibilità e le richieste di stage, tirocini, percorsi formativi; gestire i percorsi di alternanza e la relativa domanda-offerta di alternanza scuola lavoro.

L’operazione dovrà essere accompagnata da una serie di servizi di supporto, quali i servizi di orientamento, di formazione, di alternanza scuola lavoro, nonché i servizi rivolti alle istituzioni scolastiche, da un lato, e alle imprese, dall’altro.

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La base dei contatti con le imprese del territorio sarà garantita all’interno delle attività previste dal progetto Excelsior, che gestirà indagini continue (mensili); attraverso questa attività di contatto permanente con le imprese, il personale camerale dovrà anche alimentare gradatamente un data base dell'imprese con le quali si è stretto un rapporto di “fiducia” (individuando quelle potenzialmente più "formative" e/o con maggiori possibilità di assunzione per determinati profili ecc.). Queste saranno anche le imprese da coinvolgere nel network:

per approfondire ulteriormente i temi delle competenze critiche e interagire con scuole e università così da tarare meglio i curricula formativi;

per progettare nuovi profili che ancora non vengono formati o lo sono in maniera sufficiente; per individuare le professioni del futuro; per aiutarle ad iscriversi al RASL e a "qualificare" continuamente le loro attività per

l'alternanza, in ottica anche di CSR e di "bollino di qualità". Sul versante dell'offerta, il servizio/ufficio camerale dovrebbe, attraverso il proprio personale, incontrare le scuole superiori, le università e gli enti di formazione professionale del territorio, al fine di:

aiutarli a utilizzare il RASL anche per possibili servizi gestionali dell'alternanza, "fidelizzando" così le scuole stesse;

supportare i processi di certificazione delle competenze acquisite in alternanza; farle entrare nel network delle competenze del territorio; fornire assistenza e professionalità per l'orientamento, utilizzando anche il portale FILO e, nello

specifico, lo Sportello Virtuale dell'Orientamento (SVO) uno strumento interattivo on line residente sullo stesso portale;

aiutare le scuole a co-progettare l'alternanza; supportare le scuole per la partecipazione ai bandi nazionali e internazionali ad esse riservati

finalizzati a migliorare la transizione formazione-lavoro; aiutarle a strutturare i curricula degli studenti; aiutarle a dialogare con le imprese.

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5. LO SCHEMA DI SERVIZIO Il modello operativo del servizio è il seguente:

Lo schema di servizio parte da specifiche analisi/esperienze territoriali e, grazie alla disponibilità di piattaforme, dati e informazioni qualificate, si snoda in processi e funzioni a “profilazione crescente”: le attività di conoscenza ed a prevalente finalità orientativa fanno da filtro e “qualificazione” dei servizi più direttamente mirati al miglioramento dell’occupazione, attraverso il sostegno a percorsi di lavoro dipendente e indipendente. L’insieme degli interventi è concertato e programmato nell’ambito di azioni congiunte con gli altri soggetti delle reti locali dei servizi per l’istruzione, la formazione, il lavoro e l’apprendimento permanente. Nello specifico, si tratterà di fare rete e gestire, laddove possibile, percorsi operativi integrati con:

o università o scuole e reti di scuole o uffici scolastici regionali e provinciali o ITS, IFTS e poli tecnico professionali o altri enti di formazione o CPI e agenzie del lavoro o enti locali o associazioni sindacali o associazioni imprenditoriali

Il modello è concepito per essere facilmente adattabile ai diversi contesti di operatività; nello specifico, il servizio si configura come un sistema integrato di attività all’interno del quale ogni camera di commercio - nel rispetto del set di servizi – è chiamata a definire un proprio mix, idoneo a rispondere ai fabbisogni del territorio e a valorizzare le esperienze sviluppate localmente in ambiti specifici, esercitando una costante attività di ri-focalizzazione in linea con la domanda

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locale.

Lo schema di servizio poggia sui seguenti fattori: definizione di un set di servizi di base, ad erogazione obbligatoria e coperti dal diritto annuale,

risultato di un bilanciamento tra i fabbisogni dell’utenza camerale, la mission del sistema camerale e le caratteristiche dimensionali delle singole camere;

declinazione di una serie di servizi e strumenti aggiuntivi, non compresi nel set minimo e non coperti dall’attuale diritto annuale, che ancorché di indubbia utilità per le politiche attive del lavoro, sono da considerarsi erogabili solo in funzione di risorse aggiuntive.

I SERVIZI DI BASE fanno riferimento alla necessità, da parte di ciascuna Camera di Commercio, di dotarsi di un ufficio/servizio stabile (costituito da un numero adeguato di FTE, in funzione della dimensione camerale, con profili promozionali, statistici ed amministrativi), per l’erogazione delle attività obbligatorie, sinteticamente riassumibili come segue:

analisi, studi e ricerche per il monitoraggio sistematico sul contesto socio-economico ed i fabbisogni professionali e formativi delle imprese

attivazione, sviluppo e animazione di network territoriali con il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, del sistema delle imprese, dei professionisti, del non profit e degli enti locali, per favorire l’attivazione e gestione dei contatti con le aziende per tirocini formativi e di orientamento

gestione e promozione del Registro per l’alternanza scuola-lavoro, opportunamente arricchito con servizi di natura “gestionale” dei percorsi di alternanza in grado di garantire qualità e semplificazione

azioni di informazione per operatori ed utenti finali dei servizi di orientamento, alternanza, formazione e lavoro.

Il modello dei servizi di base poggia sulla previsione di modalità uniformi di erogazione dei servizi, ispirate alle migliori pratiche sperimentate all’interno del sistema camerale, in modo da assicurare agli utenti di ogni territorio un livello minimo comune di assistenza secondo standard di qualità condivisi.

I SERVIZI AGGIUNTIVI andranno personalizzati da ciascuna Camera in funzione delle specifiche esigenze dei territori e delle caratteristiche socio-economiche degli stessi, al fine di rispondere al meglio alle caratteristiche proprie dei bacini di utenza.

Tali servizi sono sinteticamente così riassumibili:

erogazione di voucher rivolti alle micro, piccole e medie imprese che partecipano a percorsi di alternanza scuola lavoro, volti a favorire la progettazione di percorsi “di qualità”, coprendo parte delle spese collegate alla gestione amministrativa dei percorsi stessi e l’adeguata qualificazione dei tutor aziendali che dovranno seguire i giovani. Tale attività comprende la gestione dei bandi di selezione, la relativa attività di coordinamento

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delle imprese, la gestione amministrativa e finanziaria dei voucher stessi, nonché tutti i necessari servizi di supporto ai percorsi operativi connessi

progettazione ed erogazione di percorsi di formazione professionale del personale camerale, allo scopo di garantire adeguati standard di servizio;

integrazione di tutte le basi informative attualmente disponibili nel sistema camerale, allo scopo di rendere fruibile a tutti gli operatori istituzionali un patrimonio pressoché unico di conoscenze e competenze da destinare alle politiche attive del lavoro in una piattaforma di matching. Tale piattaforma, concepita a livello nazionale, dovrà essere gestita per partizioni territoriali, tenendo conto delle esigenze delle singole Camere;

gestione delle attività e dei servizi connessi alla gestione della piattaforma, con riferimento ai processi di informazione, orientamento, formazione, alternanza, placement, da profilare a livello locale in funzione delle specificità territoriali;

sviluppo dei “network territoriali” con imprese, università, scuole, ITS, poli tecnico professionali, altri enti di formazione, uffici scolastici provinciali, CPI e agenzie del lavoro, enti locali, associazioni imprenditoriali, associazioni sindacali, per favorire la co-progettazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro e tirocini formativi universitari di qualità e per sostenere processi efficaci di transizione scuola-università-lavoro;

Lo sviluppo di “network territoriali” dovrà consentire di:

fare emergere i fabbisogni di professionalità e le competenze necessarie per lo sviluppo della competitività delle imprese;

migliorare la capacità di risposta dei sistemi formativi (scuola, università, formazione professionale e formazione continua) ai fabbisogni espressi dalle imprese, coinvolgendoli in un processo di consultazione e analisi delle competenze dei futuri lavoratori nei settori innovativi ed emergenti;

promuovere la partecipazione delle Camere alle reti territoriali dei servizi di istruzione, formazione, lavoro e apprendimento permanente, valorizzando il ruolo esercitato dal sistema camerale come anello di congiunzione tra sistema della formazione e mondo del lavoro.

Per ciascuna annualità di progetto, è previsto il monitoraggio delle attività svolte e dei risultati conseguiti da ciascuna camera di commercio.

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6. IL DIMENSIONAMENTO ECONOMICO DEI SERVIZI AGGIUNTIVI Di seguito si procede ad un primo dimensionamento dei costi previsti inerenti ai servizi aggiuntivi (non coperte dall’attuale diritto annuale) per le 12 CCIAA lombarde per gli anni 2017, 2018 e 2019:

Descrizione delle spese Spesa annua %

Personale

Spese per il personale camerale utilizzato per la gestione dei servizi aggiuntivi. Non è comunque prevista alcuna nuova assunzione.

700.000 €

24%

Spese esterne

o Implementazione della piattaforma di matching (attraverso l’evoluzione ed integrazione delle piattaforme camerali già esistenti). La spesa riguarda principalmente lo sviluppo e la gestione dello strumento, nonché le attività di integrazione del patrimonio informativo disponibile.

o Programmi di formazione continua e qualificazione del personale

300.000 €

87.600 €

10%

3%

Spese generali - 0%

TOTALE DI PROGETTO ESCLUSO VOUCHER 1.087.600 € 37%

Voucher da erogare a micro e piccole/medie imprese che partecipano ai percorsi di alternanza scuola-lavoro. ll voucher prevede un importo medio di 600 euro ad impresa a copertura delle spese per l’attività dei tutor aziendali

1.864.400 €

63%

TOTALE SPESE PER I SERVIZI AGGIUNTIVI 2.952.000 € (1) 100%

(1) Comprendono l’IVA indetraibile ed eventuali imposte e tasse connesse alle attività del progetto.

NB - La quantificazione da parte delle Camere, fermo rimanendo l’importo complessivo per l’intero sistema, potrà essere oggetto di personalizzazione in funzione delle specifiche esigenze. A partire dal secondo anno, eventuali minori spese relative ad attività avviate nella prima annualità verranno utilizzate per incrementare i voucher a disposizione delle imprese.

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Turismo e Attrattività

LOMBARDIA

Bozza di proposta progettuale per lo specifico territorio lombardo.

Rev. 30 marzo 2017

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1. Il contesto dell’intervento

La Lombardia si è rapidamente posizionata nello scenario nazionale tra le regioni più importanti

per attrattività turistica, con l’obiettivo dichiarato di portare in breve tempo il comparto ricettivo e

turistico ai massimi livelli in Italia. Infatti, dopo l’effetto “traino” di EXPO Milano 2015 che ha

catalizzato risorse e progettualità verso il territorio lombardo dando nuova spinta alla vocazione

ricettiva del capoluogo e di tutto l’intorno territoriale, anche nel 2016 la crescita di arrivi turistici è

proseguita sostenuta, con dinamiche superiori alla stessa media nazionale, mostrando una

dinamica più simile ai trend internazionali di crescita che non a quelli nazionali, che mostrano

dinamiche più contenute, che si innestano sulla onda lunga di un crescita che ha registrato dal

2000 al 2014 in Lombardia un tasso medio annuo del 4,9% (rispetto all’1,9% nazionale)1.

Regione Lombardia si è anche recentemente dotata di una legge regionale di riordino del

comparto turistico – la L.R. 27/2015 e susseguenti regolamenti attuativi – che ha fatto seguito al

documento sul posizionamento strategico di Regione Lombardia per il turismo (DGR X/65 del

06/09/2013) che identifica con chiarezza i nove macrotemi sui quali focalizzare le iniziative

regionali (Arte e Cultura, Enogastronomia e food experience, Natura e green, Sport e Turismo

Attivo, Fashion, Design Artigianato e shopping, Terme e Benessere, Musica Teatro e Spettacolo,

Business e Turismo religioso), che hanno costituito la base per la costruzione del Piano per

l’attrattività integrata.

Coerentemente con il dispositivo della LR 27/2015 Politiche regionali in materia di turismo e

attrattività del territorio lombardo, inoltre è stata costituita congiuntamente dal Sistema Camerale

lombardo (Unioncamere Lombardia e Camera di commercio di Milano) e da Regione Lombardia

una specifica DMO – Explora scpa - in collaborazione con la quale vengono sviluppate specifiche

azioni di promozione, bandi e progetti finalizzati ad aggregare e promuovere il comparto dopo la

sua riconfigurazione come Destination Marketing & Management Organization. Con il supporto di

Explora si è così dato seguito alla integrazione con i settori complementari della filiera estesa della

ricettività, in piena logica di sussidiarietà con gli operatori, le associazioni, gli EE.LL. e le Camere di

Commercio stesse.

Le caratteristiche del comparto ricettivo e turistico in Lombardia, infatti, richiedono attenzione

specifica rispetto ad altre regioni italiane in quanto vedono un rilevante peso del comparto

alberghiero rispetto a quello non alberghiero. Proprio in considerazione delle dinamiche

internazionali del comparto turistico, che vedono una forte crescita del comparto non alberghiero,

la peculiarità del settore lombardo che è fortemente formalizzato (37% di strutture alberghiere sul

totale della ricettività, con quasi 3.000 esercizi e più di 190.000 posti letto) richiede specifica

attenzione alle strutture di tipo “tradizionale” per accompagnarle adeguatamente nella

transizione verso il turismo trainato sempre più dalla “experience” e sempre meno dal territorio

vero e proprio.

1 Elaborazioni su dati ISTAT: fonte Eùpolis – Piano per lo sviluppo del turismo e dell’attrattività, 2017

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Sono proprio le strutture ricettive alberghiere – che in Lombardia sono focalizzate verso l’alto di

gamma – che fanno infatti maggiormente da volàno agli altri comparti in quanto acquirenti di

servizi di maggiore valore aggiunto, generatori di posti di lavoro formalizzati, oltre ad essere

soggetti a frequenti ricambi di attrezzature, ristrutturazioni e così via. Il tutto ovviamente

accompagnando anche la crescita spesso disordinata del comparto “informale” che va trovando

sempre più una propria regolamentazione delle attività, formale e sostanziale.

Gli obiettivi strategici generali della progettualità specifica sono definiti coerentemente con il

Piano Strategico Nazionale di Sviluppo del Turismo (PST), che copre specificamente il periodo

2017-2022 2. Queste indicazioni si innestano nell’”Anno del Turismo in Lombardia” inaugurato a

maggio 2016 ed attualmente in corso, e portano alle seguenti priorità:

- Consolidamento dell’effetto Expo Milano 2015 e delle dinamiche di crescita in atto,

potenziandole ed estendendole anche ai territori meno limitrofi all’area metropolitana;

- Rafforzamento del comparto alberghiero e accompagnamento della professionalità degli

operatori verso le esigenze specifiche legate all’irrompere della “sharing economy”,

instradando anche il comparto non alberghiero verso dinamiche di competizione condivise;

- Coinvolgimento delle filiere ricettivo turistiche e dei comparti coinvolti direttamente e

indirettamente nella crescita della vocazione turistica regionale, aggregando proposte

territoriali ed esperienziali organizzate, in modo sussidiario e coeso, d’intesa con le

associazioni di rappresentanza e le imprese;

- Potenziare l’impulso del settore turistico alla crescita economica complessiva, interagendo

con le imprese del comparto artigianato, servizi, industria, agricoltura, facilitando un

accompagnamento omogeneo della crescita del comparto alle interazioni con il sistema

economico complessivo.

A supporto di questo ambizioso obiettivo, nell’ambito dell’Accordo per la Competitività tra il

Sistema Camerale Lombardo e la Regione Lombardia sono state sviluppate recentemente

numerose azioni tra le quali:

Specifici bandi per contributi a imprese, loro aggregazioni e altri stakeholder turistici:

Il bando per la promozione del Turismo Religioso rivolto a partenariati tra imprese

associazioni e istituzioni;

Il bando Cult city rivolto ai Comuni capoluogo per la promozione delle destinazioni culturali

e artistiche in Lombardia;

Il bando per la promozione del cicloturismo in Lombardia, aperto sia al settore pubblico che

ai privati;

Il bando Travel Trade per favore l’aggiornamento e l’integrazione tra agenzie di viaggi,

guide turistiche ed operatori di settore;

Il bando per il turismo eno-gastronomico “wonderfood and wine” rivolto ad associazioni ed

aggregazioni.

2 Elaborato secondo le indicazioni del D.Lgs. 8/8/2014 del MiBACT

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Attività realizzate direttamente con Explora per:

La programmazione e realizzazione delle attività di partecipazione a fiere, eventi e altre

occasioni promozionali e di valorizzazione commerciale delle destinazioni lombarde, in

stretta sinergia e collaborazione con ENIT per le azioni all’estero;

I progetti di valorizzazione e promozione interregionale per i comparti del turismo attivo,

culturale, golf, enogastronomia, terme, percorsi e specificità territoriali;

I progetti di promozione turistica “Sapore in Lombardia”, “Floating Piers”, di promozione

della moda e del design, di valorizzazione del turismo d’affari;

Il progetto di formazione “Lombard1a”

Il progetto “Camera con Vista” e Milano #inLombardia #365.

A queste, si sono sommate le rilevanti attività territoriali svolte direttamente dalle Camere di

Commercio stesse o per i tramite di strutture dedicate (ad esempio le agenzie territoriali) che sono

presenti in numerose province, che hanno dato una risposta diretta alle esigenze più locali e

specifiche, sviluppate spesso in collaborazione tra varie Camere.

Infine, gli osservatori turistici T.R.A.V.E.L. che hanno costituito la base metodologica ed

esperienziale per la messa a regime dell’osservatorio regionale del turismo, ora istituito per legge.

L’attivazione di tutti questi strumenti è stata sempre accompagnata da uno stretto dialogo con le

Associazioni di rappresentanza, per assicurare di essere in piena sintonia con le istanze aziendali,

imprenditoriali e associative sul territorio.

Particolare rilievo ricopre il progetto per la riqualificazione, valorizzazione e miglioramento degli

infoPoint, che dà una risposta concreta e tempestiva alle necessità di informazione accresciute e

mutate dei turisti quando visitano il territorio.

Nell’ambito dei bandi che lo accompagnano, viene esplicitata e finanziata la ridefinizione dei punti

informativi (gli ex-IAT provinciali), le loro specifiche e caratteristiche di servizio ai visitatori,

l’adozione di modalità comunicative e operative comuni e condivise che consentiranno una

immediata riconoscibilità e che daranno informazioni su tutte le destinazioni lombarde in tutti i

punti di accesso e passaggio dei turisti, a prescindere dal passaggio nel quale richiedono

informazioni, già sperimentato nell’infoPoint aperto presso Fiera Milano.

Poiché con la nuova normativa gli infoPoint potranno essere richiesti e costituiti anche da

associazioni, privati, aziende e partenariati, si rende necessario accompagnare la loro ri-nascita

con adeguati strumenti atti ad assicurarne un avvio di successo e la loro prosecuzione anche nei

primi – cruciali – anni di attività.

La rete degli infoPoint costituirà quindi il cardine attorno al quale verrà sviluppata la progettazione

esecutiva, con il coinvolgimento effettivo delle Associazioni di rappresentanza e della stessa

Regione, supportando la nascita della rete degli infoPoint sino a quando gli stessi saranno a pieno

regime, non solo orientando i turisti ma anche raccogliendo informazioni cruciali al futuro sviluppo

strategico del comparto ricettivo e commerciale regionale e in prospettiva anche nazionale.

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2. La rete degli infoPoint turistici: la logica di intervento

Gli infoPoint turistici a regime costituiranno una rete non solo informativa ma anche di raccolta di

dati ed esigenze turistiche che consentiranno di sviluppare le future strategie sulla base delle

effettive esigenze dei visitatori. Perché ciò possa avvenire, è necessario che la rete abbia un

orizzonte temporale di operatività sufficiente non solo ad andare a regime con le proprie attività,

ma anche evolvendo e assicurando continuità di dotazione tecnologica, formazione degli addetti,

aggiornamento di materiali, allestimenti e sistemi informativi, per evitare e prevenire che dopo

l’investimento iniziale ci si dimentichi di dare seguito al supporto di rete, vera e propria

infrastruttura abilitante.

La infrastrutturazione fisica degli infoPoint lombardi, il cui numero a regime è stimato in un

centinaio, sarà assicurata dal bando sviluppato in sede di Accordo per la competitività già

approvato e in corso di definizione, che consentirà di dare dotazioni infrastrutturali a tutti i punti,

sia quelli esistenti che i nuovi punti che faranno richiesta, nelle tre tipologie di infoPoint definite a

livello regionale a seconda della qualità dei servizi offerti.

Resta tuttavia da affrontare e supportare la necessità dei gestori degli infoPoint di dare servizi

omogenei – formando adeguatamente il personale che sarà utilizzato – e soprattutto di

supportare i gestori degli infoPoint con personale aggiuntivo che consenta di assicurare gli orari di

apertura ampliati, stabilizzare il personale esistente e selezionarne di nuovo.

Lo strumento di intervento – che si sommerà ai contributi per interventi e investimenti in conto

capitale – potrà quindi avere la forma di supporto di parte corrente per le spese di personale

dedicato, con un apposito bando che ne definirà modi e tempi con modalità di pubblica evidenza.

FORMAZIONE E INGAGGIO

Si prevede una forte attività di formazione all’utilizzo degli strumenti relativi all’infopoint (EDT,

Materiali di comunicazione), modalità di connessione coi propri strumenti e soprattutto di

coaching sull’importanza degli strumenti, della rete e dell’infrastruttura integrata. Buona parte

dell’attività sarà volta alla spiegazione e incentivazione all’utilizzo come chiave fondamentale della

buona riuscita dell’operazione di integrazione a 360°. Queste azioni formative si sommeranno alle

attività di formazione degli operatori della filiera turistico-ricettiva, integrandola e mettendo

direttamente in comunicazione lo staff dedicato alla promozione/comunicazione e le imprese.

CONTRIBUTI ALLA ASSUNZIONE E STABILIZZAZIONE DEL PERSONALE DEDICATO

Si prevede di sviluppare un bando per contributi ai gestori degli infoPoint – differenziato sia per

categoria di infoPoint che per tipologia di gestore degli stessi – per cofinanziare le spese di

personale incrementali direttamente volte ad assumere nuove risorse, stabilizzare quelle esistenti,

incrementare gli orari di apertura degli infoPoint con maggiore utilizzo di risorse lavorative già

presenti.

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AGGIORNAMENTO E UPGRADING DELLE DOTAZIONI: MATERIALI DI COMUNICAZIONE E

ALLESTIMENTO

Si prevede la fornitura di materiali promozionali e informativi di inLombardia per i punti

informativi così che si possa garantire la copertura annuale di mappe, magazine, brochure, gadget,

e altro finalizzati alla promozione e fidelizzazione del turista. Si prevede inoltre un adeguamento o

sostituzione in caso di necessità, dei materiali di allestimento forniti in precedenza quali

vetrofanie, corner, locandine, targhe.

MANUTENZIONE E AGGIORNAMENTO TECNOLOGICO/EDT

Si prevede un’attività di mantenimento dell’ecosistema digitale lombardo a disposizione della rete

degli infopoint, delle agenzie di promozione turistica, degli operatori economici della filiera

turistica quali per citarne alcuni a titolo di esempio: alberghi, guide, fornitori di servizi. Le attività

previste si possono riassumere in: manutenzione ordinaria, canone clouding, canone licenze

software attive, aggiornamento e manutenzione evolutiva del sistema con nuove integrazioni e

funzionalità.

Al termine del triennio di attività, il comparto turistico ricettivo lombardo potrà così contare su un

sistema omogeneo di supporto e promozione, dotato tecnologicamente della possibilità di

indirizzare i richiedenti verso gli operatori e in possesso di sistemi informativi che potranno dare

un vero e proprio sistema di supporto alle decisioni che oggi non esiste.

L’orizzonte pluriennale diventa quindi il fattore realmente qualificante di questa riqualificazione

complessiva della promozione turistica nella regione, che una volta a regime costituirà un

“unicum” di attuazione sperimentale che potrà fungere da laboratorio anche per altri territori

nazionali.

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3. Le azioni integrative di supporto al comparto dell’attrattività

In parallelo al sostegno agli infoPoint turistici, verranno sviluppate modalità di supporto diretto

alle imprese, facilitandone l’aggregazione tematica e/o territoriale sulla base della quale possano

essere loro indirizzate le richieste dei visitatori. Queste progettualità – che potranno essere così

supportate finanziariamente con strumenti dedicati – si concentreranno in particolare sulla

valorizzazione delle aree a maggior potenziale e sul supporto all’upgrading e recupero delle aree

che soffrono di un ritardo strutturale rispetto alle loro possibilità.

FORMAZIONE alla filiera turistica e di servizi attrattivi

Si prevede un piano di formazione rivolto alla filiera che sia una continuazione, con maggior

approfondimento e frequenza, del progetto #inLombard1a. Si prevede quindi un affondo maggiore

sulle tematiche e sui corsi di formazione che verosimilmente potranno toccare 20 ambiti (digital,

social, content, accoglienza, prodotto, ecommerce, bigdata, dati, marketing, lingue, allestimenti,

organizzazione eventi, promozione integrata, turismo active, food Tourism, turismo religioso,

turismo in famiglia, etc…), ognuna di esse con un suo percorso formativo di almeno 10 ore totali. Il

progetto formativo vedrà la realizzazione dei corsi in loco quindi su distribuzione territoriale e

coinvolgerà differenti attori esperti nel campo della formazione, del turismo e della

comunicazione. Questi momenti formativi saranno finalizzati a valorizzare il territorio e promo-

commercializzare le località turistiche, con moduli di social media marketing del turismo, gestione

CRM dei clienti, sino alla realizzazione di materiale informativo digitale per promuovere lo

storytelling delle attività commerciali e turistiche del territorio

CONTRIBUTI ad imprese, operatori e progettualità aggregative

In parallelo, si favorirà con altri strumenti gestiti direttamente in collaborazione con le

Associazioni Imprenditoriali del Territorio – dei “distretti” di attrazione turistico-culturali, con

perimetrazione degli ambiti e segnaletica delle “icone” identificative, clusterizzate secondo i

fattori di attrattività da parte delle CCIAA: percorsi enogastronomici, artistico-culturali, shopping e

negozi/locali tradizionali e storici, altri fattori di attrattività quali grandi eventi, sport, design e

moda, sfruttando lo strumento di governance territoriale rappresentato dai Distretti Urbani del

Commercio.

Per tutti i territori, verrà supportata la creazione di materiale divulgativo anche attraverso l’utilizzo

dei social su percorsi ed itinerari suddivisi in “cluster” (ad esempio, percorsi tematici dei negozi

storici, dei ristoranti della tradizione lombarda, delle produzioni tutelate e tipiche, del benessere e

terme, delle attrazioni storiche, culturali e archeologiche (anche industriale), dell’intrattenimento

e del leisure (musica, “movida”, aperitivi e locali anche notturni).

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-

4. Il budget di progetto

Il forte input che proviene dalle Camere di Commercio lombarde è quello di contenere al massimo

possibile i costi interni e di destinare una significativa percentuale delle risorse a beneficio diretto

delle imprese e degli infoPoint. Infatti le attività di avviamento sono già stanziate nell’ambito del

progetto condiviso con Regione Lombardia in Accordo per la Competitività, per cui le principali

voci di spesa per la realizzazione del progetto sono finalizzate solo per il 20% circa a costi di

gestione, con il restante 80% riservato ad interventi diretti a favore delle imprese e dei territori:

Supporto e funzionamento 800.000

Interventi a favore delle imprese e territori: 2.000.000

Voucher di sostegno agli infoPoint: 1.400.000

TOTALE SPESA ANNUA 4.200.000

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ALLEGATO 1A ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO N. 7 DEL 10.4.2017

CAMERA DI COMMERCIO

Allegato alla delibera del Consiglio N. 7 del 10/04/17 di cui è parte costitutiva

INCREMENTO PERCENTUALE DEL DIRITTO ANNUALE 10,8

EURO 737.700,00 (va considerato il presunto gettito riscosso)

CONDIVISIONE CON LA REGIONE

OBIETTIVI

AZIONI

BUDGET - I costi si intendono IVA compresa, se dovuta

Costi interni (personale) euro 115.081,00

Costi esterni euro 215.409,00

TOTALE 330.490,00

SPESE GENERALI (7% sul totale dei costi del progetto) euro -

Voucher n. 150 euro 407.210,00

TOTALE COSTI PROGETTO EURO 737.700,00

EVENTUALI SPECIFICITA' TERRITORIALI NELLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Nome e Cognome

Telefono

E.mail

prot. OI.2017.0006976/4.4.2017

LECCO

TITOLO PUNTO IMPRESA DIGITALE

Esercizi di riferimento 2017-2018-2019

[email protected]

0341/292211 - 348/6728995

Rossella Pulsoni

Gli obiettivi di questo progetto sono descritti nel documento nazionale con specifico inquadramento al

territorio lombardo

Le azioni di questo progetto sono descritte nel documento nazionale con specifico inquadramento al

territorio lombardo

Referente

(uno per tutti i

progetti)

Allegato cciaa_lc AOO1-CCIAA_LC - REG. CLCRP - PROTOCOLLO 0005657/U DEL 13/04/2017 17:08:08

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ALLEGATO 2A ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO N. 7 DEL 10.4.2017

CAMERA DI COMMERCIO

Allegato alla delibera del Consiglio N. 7 del 10/04/17 di cui è parte costitutiva

INCREMENTO PERCENTUALE DEL DIRITTO ANNUALE 3,8

EURO 261.000,00 (va considerato il presunto gettito riscosso)

CONDIVISIONE CON LA REGIONE

OBIETTIVI

AZIONI

BUDGET - I costi si intendono IVA compresa, se dovuta

Costi interni (personale) euro 62.640,00

Costi esterni euro 33.930,00

TOTALE 96.570,00

SPESE GENERALI (7% sul totale dei costi del progetto) euro -

Voucher n. 273 euro 164.430,00

TOTALE COSTI PROGETTO EURO 261.000,00

EVENTUALI SPECIFICITA' TERRITORIALI NELLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Nome e Cognome

Telefono

E.mail

Referente

(uno per tutti i

progetti)

Rossella Pulsoni

0341/292211 - 348/6728995

[email protected]

LECCO

TITOLO La nuova iniziativa del sistema camerale sui servizi di orientamento al lavoro e

alle professioni

Esercizi di riferimento 2017-2018-2019

prot. OI.2017.0006976/4.4.2017

Gli obiettivi di questo progetto sono descritti nel documento nazionale con specifico inquadramento al

territorio lombardo

Gli obiettivi di questo progetto sono descritti nel documento nazionale con specifico inquadramento al

territorio lombardo

Allegato cciaa_lc AOO1-CCIAA_LC - REG. CLCRP - PROTOCOLLO 0005657/U DEL 13/04/2017 17:08:08

Page 52: Deliberazione di Consiglio n. 7 / 10.4.2017 7 3) · 2017-04-24 · camera di commercio industria artigianato e agricoltura di lecco 1 deliberazione di consiglio n. 7 / 10.4.2017 7

ALLEGATO 3A ALLA DELIBERA DI CONSIGLIO N. 7 DEL 10.4.2017

CAMERA DI COMMERCIO

Allegato alla delibera del Consiglio N. 7 del 10/04/17 di cui è parte costitutiva

INCREMENTO PERCENTUALE DEL DIRITTO ANNUALE 27%

EURO 369.000,00 (va considerato il presunto gettito riscosso)

CONDIVISIONE CON LA REGIONE

OBIETTIVI

AZIONI

BUDGET - I costi si intendono IVA compresa, se dovuta

Costi interni (personale) euro 70.110,00

Costi esterni euro 298.890,00

TOTALE 369.000,00

SPESE GENERALI (7% sul totale dei costi del progetto) euro -

TOTALE COSTI PROGETTO EURO 369.000,00

Nome e Cognome

Telefono

E.mail

LECCO

Turismo e Attrattività

2017-2018-2019

TITOLO

Esercizi di riferimento

Gli obiettivi di questo progetto sono descritti nel documento elaborato in condivisione con Regione

Lombardia

Gli obiettivi di questo progetto sono descritti nel documento elaborato in condivisione con Regione

Lombardia

prot. OI.2017.0006976/4.4.2017

Referente

(uno per tutti i

progetti)

Rossella Pulsoni

0341/292211 - 348/6728995

[email protected]

Allegato cciaa_lc AOO1-CCIAA_LC - REG. CLCRP - PROTOCOLLO 0005657/U DEL 13/04/2017 17:08:08