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REGIONE TOSCANA AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE TOSCANA CENTRO Sede Legale Piazza Santa Maria Nuova n. 1 – 50122 Firenze DELIBERA DEL DIRETTORE GENERALE Numero della delibera 515 Data della delibera 13-04-2017 Oggetto Organizzazione aziendale Contenuto Approvazione del Programma Operativo Annuale di Attività (POAA) per l'anno 2017 dell'Azienda USL Toscana Centro. Dipartimento DIRETTORE SANITARIO Direttore del Dipartimento BIAGINI ROBERTO F.F. Struttura DIREZIONE SANITARIA AZIENDALE Direttore della Struttura BIAGINI ROBERTO F.F. Responsabile del procedimento BIAGINI ROBERTO Conti Economici Spesa Descrizione Conto Codice Conto Anno Bilancio Spesa prevista Conto Economico Codice Conto Anno Bilancio Estremi relativi ai principali documenti contenuti nel fascicolo Allegato N° di pag. Oggetto A 113 Programma Operativo Annuale di Attività USL Toscana Centro Tipologia di pubblicazione Integrale Parziale “documento firmato digitalmente”

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REGIONE TOSCANA AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE TOSCANA CENTRO

Sede Legale Piazza Santa Maria Nuova n. 1 – 50122 Firenze

DELIBERA DEL DIRETTORE GENERALE

Numero della delibera 515

Data della delibera 13-04-2017

Oggetto Organizzazione aziendale

Contenuto Approvazione del Programma Operativo Annuale di Attività (POAA) per l'anno 2017 dell'Azienda USL Toscana Centro.

Dipartimento DIRETTORE SANITARIO

Direttore del Dipartimento BIAGINI ROBERTO F.F.

Struttura DIREZIONE SANITARIA AZIENDALE

Direttore della Struttura BIAGINI ROBERTO F.F.

Responsabile delprocedimento

BIAGINI ROBERTO

Conti Economici

Spesa Descrizione Conto Codice Conto Anno Bilancio

Spesa prevista Conto Economico Codice Conto Anno Bilancio

Estremi relativi ai principali documenti contenuti nel fascicolo

Allegato N° di pag. Oggetto

A 113 Programma Operativo Annuale di Attività USL Toscana Centro

Tipologia di pubblicazione Integrale Parziale

“documento firmato digitalmente”

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IL DIRETTORE GENERALE f.f.

Richiamata la Legge Regionale n. 84/2015 recante “Riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del Sistema Sanitario Regionale. Modifiche alla Legge Regionale 40/2005”; Vista la Delibera del Direttore Generale USL Toscana Centro n. 2 del 07.01.16 avente ad oggetto “Conferma deleghe di funzioni ai Dirigenti in carica per la gestione delle attività della nuova Azienda USL Toscana Centro e riassunzione nella figura del DG delle funzioni già attribuite ai Vice Commissari delle Aziende Sanitarie USL 10,11,3 e 4”; Vista la delibera n. 1720 del 24.11.2016 di approvazione dello Statuto aziendale; Visti: il decreto del Presidente della Giunta Regionale Toscana n. 29 del 29.02.2016 con il quale il Dott. Paolo Morello Marchese è stato nominato Direttore Generale dell’Azienda USL Toscana Centro a decorrere dal 1° marzo 2016; le delibere del Direttore Generale della AUSL Toscana Centro n. 292, n. 293 e n. 291 del 10.03.2016 con le quali sono stati rispettivamente nominati il Direttore Amministrativo, il Direttore Sanitario e il Direttore dei Servizi Sociali; la delibera n. 85 del 26.01.2017 con la quale il dott. Roberto Biagini è stato nominato Vicedirettore Sanitario aziendale; Vista la delibera n 169 del 01.02.2017 con la quale, a seguito della Nota del Presidente della Giunta Regionale Toscana del 31.01.2017, viene preso atto del subentro del Dott. Emanuele Gori nelle funzioni di Direttore Generale della Azienda USL Toscana Centro a decorrere dall’1 febbraio 2017, ai sensi dell’art.3 – comma 6 – del D.Lgs.502/1992 e vengono affidate, con la stessa decorrenza, al dott. Roberto Biagini le funzioni di Direttore Sanitario dell’Azienda; Richiamate: le delibere n.826 del 31.05.2016 di approvazione del nuovo assetto organizzativo dipartimentale dell’Azienda Usl Toscana Centro e n.1757 del 25.11.2016 con la quale è stata approvata la nuova articolazione organizzativa dei Dipartimenti e degli Staff dell’Azienda USL Toscana Centro; le delibere n.827 del 31.05.2016 di nomina dei Direttori di Dipartimento dell’azienda Usl Toscana Centro, n.861 del 14.06.2016 di nomina dei Direttori delle Aree Dipartimentali, n.1965 del 29.12.2016 con la quale sono stati nominati, fra l’altro, i Direttori delle Aree del Dipartimento Area Tecnica, il Direttore dello Staff Direzione Sanitaria e parte dei Direttori di Struttura Complessa; Premesso che : - con nota prot. n. 1624 del 04.01.2017 la Direzione Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale della Regione Toscana ha stabilito la predisposizione di programmi annuali di attività da parte delle Aziende Sanitarie; - con Delibera n. 1047 del 25 Ottobre 2016 è stato approvato il Piano di Area Vasta Centro ( PAVC); Ricordato che le linee di indirizzo del Piano Attuativo Locale dell’Azienda Usl Toscana Centro sono state approvate con Delibera della Conferenza dei Sindaci n. 8 del 16.11.2016; Ritenuto opportuno pertanto approvare il Programma Operativo Annuale di Attività ( POAA) per l’anno 2017 dell’Azienda Usl Toscana Centro, allegato A, parte integrante e sostanziale del presente atto; Considerato che il POAA costituisce lo strumento operativo con il quale l’Azienda orienta la pianificazione delle attività per l’anno 2017, prevedendo piani di attività, sia semplici che complessi, con un alto livello di integrazione e percorsi socio- sanitari che realizzino reti collaborative interaziendali;

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Preso atto altresì che i contenuti del POAA sono in armonia con il Piano di Area Vasta Centro ed in linea con gli indirizzi della Conferenza Aziendale dei Sindaci; Dato atto che il Direttore Generale f.f., in data 31.03.2017,ha trasmesso il Programma Operativo Annuale di Attività della Azienda USL Toscana Centro alla Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana ed al Direttore per la Programmazione Area Vasta Centro; Dato atto altresì della legittimità, nonché della regolarità formale e sostanziale espressa dal Dirigente che propone l’atto; Su proposta della Direzione Sanitaria; Acquisito il parere favorevole del Direttore Amministrativo, del Direttore Sanitario f.f. e del Direttore dei Servizi Sociali ;

DELIBERA Per i motivi espressi in narrativa: 1) di approvare il Programma Operativo Annuale di Attività ( POAA) per l’anno 2017 dell’Azienda Usl

Toscana Centro, allegato A, parte integrante e sostanziale del presente atto;

2) di dichiarare la presente deliberazione, attesa l’urgenza, immediatamente eseguibile ai sensi delle

vigenti disposizioni;

3) di trasmettere la presente determinazione al Collegio Sindacale a norma di quanto previsto dall’art.

42 comma 2, della L.R.T. 40/2005 e ss.mm.ii.

IL DIRETTORE GENERALE f.f. (Dr. Emanuele Gori) Il DIRETTORE AMMINISTRATIVO (Dr. Enrico Volpe) Il DIRETTORE SANITARIO f.f. (Dr. Roberto Biagini) Il DIRETTORE DEI SERVIZI SOCIALI (Dr.ssa Rossella Boldrini)

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       Allegato «A»  

      

    Programma Operativo Annuale di Attività 2017                       

 

 

 

 

 

 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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SOMMARIO                 

Introduzione                                                                                                                                                                   5            

Lo scenario epidemiologico dell’Azienda USL Toscana Centro                                                                            13 

Dipartimento Assistenza Infermieristica ed Ostetrica e Dipartimento dei Servizi Tecnico Sanitari              23                                  

Dipartimento Servizio Sociale                                                                                                                                   25 

Revisione Rete Ospedaliera e applicazione del DM 70/2015                                                                              27 

Dipartimento delle Specialistiche Mediche                                                                                                            39 

Dipartimento delle Specialistiche Chirurgiche                                                                                                       46 

Dipartimento Oncologico                                                                                                                                           53  

Dipartimento dell’emergenza urgenza: territoriale ed ospedaliera                                                                   58 

Dipartimento Materno Infantile                                                                                                                               61 

Rete trauma maggiore                                                                                                    67 

Nuova organizzazione e politica dei Servizi Territoriali                                                                                        70 

Governance dell’appropriatezza                                                                                                                               77 

Riorganizzazione dell’offerta specialistica ambulatoriale                                                                                    85 

Dipartimento della Salute Mentale e Dipendenze                                                                                                88 

Dipartimento della Prevenzione                                                                                                                               92 

Informatizzazione dei servizi sanitari                                                                                                                     107 

La sicurezza delle cure: il rischio clinico                                                                                                                109 

Accreditamento Istituzionale                                                                                                                                  110 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Introduzione  

La predisposizione del Programma Operativo Annuale di Attività  (POAA) della AUSL Toscana Centro  fa seguito all’approvazione del Piano di Area Vasta Centro  (PAVC), avvenuta  con Delibera n. 1047 del 25 Ottobre  2016,  nelle more  della  predisposizione  del  nuovo  Piano  Socio  Sanitario  Integrato  Regionale (PSSIR). I contenuti del POAA sono in armonia con il PAVC; il POAA, non potendosi realizzare la previsione normativa di adozione entro l’anno precedente a quello di riferimento (art. 22 comma 6 e art. 23 comma 4 della l.r. 40/2005), è adottato entro il 31 marzo 2017. 

Il POAA costituisce lo strumento operativo attraverso cui l’Azienda orienta la pianificazione delle attività per l’anno 2017. Il documento di riferimento è rappresentato principalmente dal Piano di Area Vasta che prevede  l’orientamento organizzativo, gestionale e assistenziale con un arco  temporale di applicazione previsto nel quinquennio 2016‐2021. 

Il POAA ha  come  scopo di  innescare piani di  attività,  sia  semplici  che  complessi,  con un alto  livello di integrazione  che  vanno  oltre  la  sola  azienda  sanitaria  locale,  ma,  attraverso  percorsi  socio  sanitari, realizzano  reti  collaborative,  in  coerenza  con  gli  atti  regionali  e  con  i  livelli  di  programmazione dell’Azienda Ospedaliera, per l’attuazione delle linee di indirizzo della Conferenza Aziendale dei Sindaci. 

La soddisfazione dei bisogni espressi è garantita dalla condivisione dei piani con i professionisti sanitari e con le Società della Salute (SdS) attraverso le linee d’indirizzo del Piano Attuativo Locale dell’Azienda USL Toscana centro, deliberate dalla Conferenza dei Sindaci al n°8 del 16 Novembre 2016; nei riquadri sono riportati i punti salienti di tale atto. 

Rete Ospedaliera 

Superato  il modello Hub and Spoke,  la rete ospedaliera della AUSL Toscana centro deve far  leva su ognuno dei 15 presidi ospedalieri pubblici (compresi l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi e l'Ospedale  pediatrico  Meyer  che  ha  una  funzione  addirittura  regionale).  A  seguito  di  tale riorganizzazione della rete ospedaliera pubblica sarà possibile sviluppare sinergie di potenziamento e di  coordinamento  con  il privato accreditato e  con  la  Fondazione Don Gnocchi  che nel  territorio della Asl  constano  complessivamente  di  ben  14  presidi.  La  vocazione  di  ogni  singolo  ospedale  in questo contesto deve trovare corrispondenza nella Programmazione Operativa della AUSL,  in modo da  rendere  tutti  i  punti  della  rete  indispensabili  al  completo  dispiegamento  della  organizzazione aziendale, prevedendo reti planari orizzontali ed aumentando la capacità di risposta ai bisogni della comunità in ogni punto di erogazione dell'assistenza ospedaliera. 

Rete Emergenza Urgenza 

L'organizzazione dei Punti Emergenza Territoriale e  la dotazione dei mezzi di soccorso deve essere omogenea  su  tutto  il  territorio  garantendo  risposte  efficaci  ovunque.  Occorre  garantire  una operatività dei P.S., tale da non mettere  in crisi  l'assistenza  in nessun periodo dell'anno realizzando sinergie  operative  e  professionali  all'interno  della  rete  dell'emergenza  in  modo  da  non  avere differenze nella qualità degli  interventi. Particolare attenzione da  rivolgere al  sistema di  trasporto 118 inter‐ospedaliero. 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Integrazione Ospedale Territorio. 

Le  strategie  di  integrazione  fra  i  percorsi  ospedalieri  e  l'assistenza  territoriale  devono  trovare  piena rispondenza all'interno della programmazione aziendale, in accordo con la recente delibera regionale sulle Agenzie di Continuità Ospedale‐Territorio. Occorre sviluppare sul territorio un vasto repertorio di percorsi assistenziali  che  vanno  dalle  cure  domiciliari  fino  alle  strutture  intermedie  per  una  presa  in  carico  del paziente al momento della dimissione in grado definire e attuare un progetto personalizzato in risposta ai suoi bisogni. 

Rete dell’assistenza Territoriale. 

Sviluppo della rete territoriale per perseguire un’effettiva presa in carico dei bisogni di salute dei cittadini. Un  obiettivo  prioritario  è  rappresentato  dalla  capacità  dei  servizi  di  garantire  un’assistenza  domiciliare integrata  sulle  24h  e  365gg  all’anno  in  grado  così  di mantenere  il  più  possibile  al  proprio  domicilio  i cittadini evitando inutili ricoveri ospedalieri od in RSA. 

Le  linee  di  intervento  devono  prevedere  un  consolidamento  della  modalità  di  lavoro  della  Medicina Generale  in  forma  aggregata  AFT,  dell’equipe  multidisciplinari  e  multi‐professionali  nel  territorio  e l’implementazione delle Case della Salute, anche per permettere  lo  sviluppo di competenze e azioni nel campo  della  prevenzione  individuale  da  parte  delle  Cure  Primarie.  Il  piano  si  realizza  attraverso  il programma operativo annuale delle Cure Primarie articolato per Zone Distretto, quindi il rapporto stretto fra PAL e PIS trova espressa indicazione normativa e non può entrare in contraddizione. 

Integrazione Socio‐sanitaria 

L'altro strumento essenziale per la coerenza operativa fra programmazione locale ed aziendale è l'atto per l'integrazione socio sanitaria articolato per Zone Distretto, che determina anche il relativo budget di livello zonale  costituito  dalle  risorse  sanitarie  e  dalle  risorse  sociali.  Una  reale  integrazione  socio‐sanitaria  è legata  intimamente anche alla necessità di un gestore unico, SDS/Zone Distretto, delle risorse sanitarie e sociali  in grado di dare risposte più sincronizzate e quindi più  incisive al  forte aumento di casi complessi che  si  manifestano  sul  territorio.  Si  deve  perseguire  l’obiettivo  di  un’integrazione  effettiva  fra  i professionisti del sociale di provenienza comunale e sanitaria, condizione essenziale per l’effettiva presa in carico del cittadino. 

Prevenzione 

Occorre realizzare  la coerenza programmatoria con  il Piano Regionale per  la Prevenzione 2014‐2018 con particolare  riferimento  all'Educazione  alla  Salute  secondo  un'ottica  di  Promozione  delle  Competenze  di salute dei singoli e delle comunità territoriali coinvolgendo operatori, insegnanti, educatori, giovani, adulti, anziani, bambini anche secondo modalità di peer education. Facendo particolare attenzione sulle ricadute territoriali dell’azione di prevenzione  che deve  tener  conto delle  specificità di ogni  singolo  territorio.  Si auspica inoltre un coordinamento con le cure primarie per le azioni di prevenzione individuale. 

Ludopatie 

Di  particolare  attualità  il  contrasto  alle  Ludopatie.  Occorre  evidenziare  azioni  specifiche  rimanendo agganciati ai programmi e alle  reti nazionali e  regionali che mettono a disposizione anche  finanziamenti dedicati,  agendo  contemporaneamente  sul  versante  della  prevenzione,  della  promozione  di  pensiero critico, del trattamento e delle misure di carattere amministrativo e culturale. 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Sperimentazione e Semplificazione 

Si auspica  la previsione di sperimentazioni  tese a semplificare  l'accesso ai percorsi di presa  in carico dei cittadini, spesso resi più complicati da passaggi burocratici stratificati. 

Sanità Penitenziaria 

Definizione di percorsi  e obiettivi  comuni  in  ambito penitenziario  al  fine di  attuare una presa  in  carico integrata.  In  linea  con  il DGR 211/2015  linee prioritarie 2015/2016  si  recepisce  l'accordo di Conferenza Unificata  re. n.3/CU del 22/01/2015  “Linee guida  in materia di erogazione dell'assistenza  sanitaria negli istituti  penitenziari”;  in  particolare  si  prevede  l'implementazione  dell'assistenza  psicologica  all'interno degli  istituti.  Le  linee  guida  prevedono  lo  sviluppo  e  il  potenziamento  di  alcuni  settore  della  sanità penitenziaria,  in particolare nell'ambito della  salute mentale occorre un potenziamento delle  sinergie e delle azioni per  la presa  in carico e per  la cura della salute mentale delle persone detenute e  internate, così da attivare adeguati percorsi di cura e prevenire l'ingresso di pazienti nelle strutture per l'esecuzione delle misure  di  sicurezza  detentive. Anche  per  le  dipendenze  patologiche  è  previsto  un  potenziamento delle  sinergie  e  delle  azioni  per  la  presa  in  carico  delle  persone  detenute  con  problemi  di  alcol  e/o tossicodipendenza. Rendere omogenea l'implementazione della cartella informatizzata HTH, consolidare e progettualizzate  nel  tempo  le  azioni  di monitoraggio  e  valutazione  (MES;  ARS).  Sviluppo  di  percorsi  di gestione del rischio clinico e di prevenzione oncologica. 

 

Nel POAA è prevista  anche  la  riorganizzazione della  rete ospedaliera,  secondo  le  indicazioni del Piano Socio  Sanitario  Integrato  e  le  indicazioni  del DM  70  /2015,  tenendo  presenti,  non  solo  le  peculiarità territoriali,  ma  anche  le  reti  spontanee  evidenziate  dall’analisi  di  volumi  e  dei  flussi  di  attività;  è documentata,  infatti, una consistente mobilità dei cittadini nell’ambito dei presidi ospedalieri dell’Area Vasta  (31%  per  i  ricoveri  medici  e  56%  per  quelli  chirurgici).  Per  tali  ragioni  un  approccio  basato esclusivamente su criteri di georeferenziazione non sembra essere esaustivo a garantire l’offerta di cure ospedaliere  e,  pertanto,  si  conferma  come  l’Area  Vasta  rappresenti  l’ambito  geografico  ottimale  per garantire la risposta ai bisogni in prossimità del cittadino. Solo il governo della rete ospedaliera permette adeguati volumi di attività, nel rispetto delle soglie, come garanzia di qualità delle cure. 

Lo sviluppo delle azioni della rete Pediatrica prevede un confronto nel tempo con  l’Azienda Ospedaliera Meyer che ne coordina la stesura ed applicazione (L.R. 84/2015, art. 33). 

I  PDTA  sono  lo  strumento  di  integrazione  tra  Aziende  Sanitarie  Locali,  Ospedaliere  e  SDS,  elementi richiamati nella legge di riforma 84/2015. 

La  contestualizzazione dei percorsi  terapeutici diagnostico assistenziali  (PDTA) è  supportata da Società Scientifiche e da Associazioni dei cittadini.  

La “Nuova organizzazione e politica dei Servizi Territoriali” è stata formulata attraverso  il confronto del Dipartimento della Rete Territoriale, del Dipartimento Servizio Sociale e dei Direttori Società della Salute/ Zone Distretto. 

Per quanto attiene la continuità ospedale‐territorio preme sottolineare quanto segue, fermo restando che le singole azioni saranno dettagliate negli specifici capitoli. 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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La problematica della dimissione ospedaliera di pazienti  fragili  e  con bisogni  assistenziali  complessi,  che necessitano di continuità delle cure,  rappresenta una condizione alla quale  il sistema sociosanitario deve provvedere offrendo risposte appropriate.  

Diviene necessaria l’implementazione di modelli organizzativi che garantiscano la continuità dell’assistenza tra  ospedale  e  territorio  attraverso  la  sinergia  di  tutti  gli  attori  e  le  figure  professionali  coinvolte  ed  al contempo un impiego coordinato e ottimale delle risorse. 

Per poter rispondere ai bisogni delle persone fragili è necessaria una analisi della complessità dei problemi presentati  dall’utenza  (valutazioni  multidisciplinari  e  multi‐professionali)  associate  allo  sviluppo  di competenze idonee per garantire la complessità del percorso. 

Le modalità  attraverso  le  quali  si  sono  sviluppati  nel  tempo  i  percorsi  di  continuità  ospedale  territorio (COT), nelle zone che oggi compongono la AUSL Toscana Centro, non sono state uniformi: troviamo realtà disomogenee per livelli di integrazione professionale, modalità operative e capacità di risposta.  

Il necessario  rafforzamento di questi percorsi,  attraverso  la  creazione delle ACOT  (Agenzie di Continuità Ospedale Territorio), dovrà necessariamente tenere conto degli elementi che hanno condizionato la scelta e lo sviluppo dei modelli in essere e che essenzialmente sono individuabili in: 

- distribuzione geografica dei presidi di cura  - funzionamento della rete ospedaliera sia spontanea che gestita - differente presenza sul territorio di strutture residenziali per la post‐acuzie - percorsi di cura progettati a livello dipartimentale - risorse umane al momento disponibili - informatizzazione dei percorsi 

 Nell’anno  2017  è  prevista  l’approvazione  della  delibera  aziendale  per  la  definizione  di  una  procedura omogenea  di  continuità  assistenziale  ospedale  territorio  con  la  rimodulazione  del  CDC  (coordinamento dimissione  complesse)  della  ex ASF,  la  creazioni  delle   ACOT  come  previsto  dalla DGRT  679/2016  e    la definizione  delle  procedure  operative  per  l’invio  nei  percorsi  aziendali  (cure  intermedie  tipo  A, lungodegenza  riabilitazione  cod.  75  –  cod.  56  ecc..)  e  nei    percorsi  zonali  (rientro  a  domicilio,  cure intermedie tipo B, RSA temporanea ecc.). 

La Azienda USL Toscana Centro ritiene  indispensabile porre al centro del proprio sistema la risorsa umana quale leva strategica e fattore critico di successo.  

In  un  contesto  organizzativo  complesso  e  caratterizzato  dall’alta  specializzazione,  risulta  infatti determinante una politica del personale flessibile e che si adatti efficacemente alla realtà quotidiana, con strumenti dinamici e modulari.  

In  particolare,  l’Azienda  si  pone  l’obiettivo  di  una  gestione  ottimale  del  capitale  umano,  a  partire  dal processo di acquisizione del personale che, nel rispetto del patto di stabilità, analizzi  in maniera razionale ed equa il fabbisogno di risorse umane, anche in considerazione dello sviluppo di nuove attività. 

Il  processo  di  acquisizione  e  gestione  del  personale  si  fonda  su  forti  principi  di  programmazione  e  di integrazione funzionale tra diversi livelli di responsabilità, secondo il modello dipartimentale. 

L’Azienda persegue politiche di valorizzazione delle risorse umane tese a riconoscere  le professionalità,  in modo da offrire un sistema di alte competenze in grado di garantire i diritti ed i bisogni di benessere della popolazione e dei professionisti. 

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Quanto  sopra  sarà  realizzato  anche  attraverso un  sistema premiante  giusto,  eticamente orientato  ed  in grado di riconoscere le responsabilità assunte, il coinvolgimento ed i risultati raggiunti. 

Ciò  in  un  condiviso  sistema  di  valori  etico‐professionali,  di  pari  opportunità,  di  logiche  e metodi  che favoriscano l’integrazione funzionale lungo i processi di assistenza nel raggiungimento di obiettivi comuni. 

In riferimento in particolare al fabbisogno formativo ed allo sviluppo  delle competenze, ad un anno dalla riforma  del  Servizio  Sanitario  Regionale,  dopo  una  fase  iniziale  di  attivazione  e  adattamento,  il  2017 rappresenta  il momento  dove  il  sistema  organizzativo,  ormai  definito,  pone  particolare  attenzione  allo sviluppo della persona/professionista. 

Il  processo  di  cambiamento,  che  coinvolge  inevitabilmente  tutte  le  persone,  è  fortemente  orientato  a valutare  e  valorizzare  le  competenze  dei  singoli  in modo  da  arricchire  le  loro motivazioni  per  operare all’interno del nuovo sistema organizzativo.  

In uno scenario in continua evoluzione, dove i professionisti e le organizzazioni sono chiamati a fronteggiare nuove esigenze e nuove realtà organizzative e clinico‐assistenziali, diviene necessario  lo sviluppo di nuove competenze.  La  competenza  è  un  costrutto  complesso  composta  da  conoscenza,  abilità/skill, comportamento/qualità;  può  essere  appresa;  è  finalizzata  a  un  obiettivo/risultato;  se  non  esercitata diventa obsoleta. L’emergere del valore della competenza e del capitale umano rende necessario un forte investimento su strumenti e mezzi di supporto e sostegno allo sviluppo. 

L’azienda  riconosce  la  formazione  continua  come  elemento  strategico  di  innovazione  e  di  costante allineamento  delle  competenze  e  performance  dei  professionisti  con  le  trasformazioni  determinate dall’evoluzione dei bisogni  sanitari, dai mutamenti della domanda  sanitaria, dalla  richiesta di maggiori e qualificate  competenze  scientifiche  e  tecnologiche  nonché  dall’evoluzione  dei  modelli  organizzativi  ed operativi. Garantisce  lo sviluppo del processo continuo e permanente, per  facilitare  il trasferimento delle migliori evidenze  scientifiche nella pratica professionale,  consolidare  la qualità dell’assistenza erogata  in termini  di  sicurezza,  efficacia,  efficienza,  coinvolgimento,  appropriatezza  e  l’adattabilità  ai  cambiamenti organizzativi, professionali e tecnologici. 

 Gli obiettivi prioritari della Formazione per l’anno 2017 sono: - sostenere i professionisti dell’Azienda in tutto il percorso di riorganizzazione del SSR; - implementare  le  conoscenze  dei  professionisti  al  fine  di  garantire  l’inserimento  nella  nuova 

organizzazione dell’azienda - sviluppare  ed  omogeneizzare  le  competenze  dei  professionisti  rispetto  alle  nuove  esigenze 

dell’organizzazione ed ai percorsi clinico‐assistenziali e riabilitativi contestualizzati al nuovo modello organizzativo; 

- garantire  una  formazione  omogenea  in  materia  di  salute  e  sicurezza,  anticorruzione  e accreditamento istituzionale;

 L’Azienda orienta  l’offerta  formativa a  tutti  i  settori dell’organizzazione e  coinvolge  tutti  i professionisti, attraverso lo sviluppo dei seguenti obiettivi formativi strategici:   

- garantire  le  risposte ai bisogni di  salute dei cittadini con efficacia, efficienza,  tempestività ed appropriatezza; 

- governare e gestire  i processi di  riorganizzazione aziendale  secondo  i più elevati  standard di 

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qualità e sulla base di criteri di efficacia ed efficienza; - valorizzare  le  competenze  dei  professionisti  e  sostenere  gli  stessi  all’interno  della  nuova 

organizzazione; - promuovere la cultura della salute e sicurezza sul lavoro attraverso interventi di prevenzione e 

gestione dei rischi attuali, nuovi ed emergenti; - promuovere  lo  sviluppo  e  la  costruzione  condivisa  di  percorsi  diagnostico‐terapeutico‐

assistenziali  (PDTA)  che  garantiscano  uniformità  dell’offerta,  equità  di  accesso  ai  servizi  e ottimizzazione delle risorse; 

- garantire qualità e sicurezza nelle cure e nell’assistenza; - promuovere  lo  sviluppo della qualità  ed  appropriatezza  clinico  assistenziale  ed organizzativa 

attraverso la partecipazione multidisciplinare di tutti i professionisti della rete.  Il Piano di Formazione 2017 raggruppa tutte le iniziative formative, risultate da un’attenta fase di analisi dei fabbisogni formativi effettuata con  il coinvolgimento diretto dei Direttori dei Dipartimenti/strutture extra‐dipartimentali ed i professionisti individuati dagli stessi.  Le iniziative sono ricondotte alle seguenti aree.  Area  Manageriale  –  Gestionale:  grazie  alla  formazione  manageriale  si  intende  preparare  dirigenti  e coordinatori a sostenere  il cambiamento  in atto coniugando  l’implementazione e/o consolidamento delle competenze con  il  senso di appartenenza al  sistema di valori e prassi aziendali e  la capacità di costruire rapporti organizzativi efficaci e funzionali alle logiche della competizione interna ed esterna.  

Area Governo Clinico:  le aziende sanitarie sono  responsabili del miglioramento continuo della qualità dei servizi  e  del  raggiungimento  e/o mantenimento  di  elevati  standard  assistenziali  anche  grazie  ad  azioni trasversali quali  la gestione del  rischio  clinico,  la  sicurezza del paziente,  la  comunicazione professionale, l'uso  dei  farmaci,  l'appropriatezza  ed  ottimizzazione  dei  percorsi  assistenziali  e  la  valutazione  degli  esiti delle  cure. Anche per  l’anno 2017, per  rispondere ai  requisiti dell’accreditamento  istituzionale,  continua l’investimento  in  aree  importanti  quali  la  comunicazione,  la  gestione  del  dolore  e  la  rianimazione cardiopolmonare di base ed avanzata.  

Area Salute e Sicurezza:  la formazione specifica nell’area salute e sicurezza deve promuovere una cultura della sicurezza e stimolare  i  lavoratori a prendersi cura della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul  luogo di  lavoro, utilizzare correttamente  le attrezzature,  le sostanze e  i preparati pericolosi,  i mezzi di  trasporto e  i dispositivi di protezione, osservare  le disposizioni e  le  istruzioni  impartite a  livello aziendale  in materia di sicurezza. Rientra  in questo ambito  la formazione dei neoassunti,  l’aggiornamento quinquennale,  la  formazione  per  gli  addetti  antincendio  rischio  alto, medio  e  basso,  la  formazione  sul pronto soccorso aziendale e su rischi specifici quali  la movimentazione carichi,  il rischio chimico,  il rischio biologico.  

Area Clinico Assistenziale: l’organizzazione ospedaliera richiede nuovi ruoli professionali, nuovi strumenti e un  ripensamento  della  presa  in  carico  del  cittadino,  perché  sia  il  più  possibile  personalizzata,  univoca, condivisa  a  tutti  i  livelli  di  cura.  Questo  determina  la  necessità  di  introdurre  modelli  di  lavoro multidisciplinari per percorsi e obiettivi, con definizione di linee guida e protocolli condivisi, e presuppone la creazione di un team multidisciplinare capace di operare secondo tale impostazione concettuale e capace di interagire con la rete territoriale affinché al momento della dimissione ci sia un’effettiva presa in carico 

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dei  bisogni  di  salute  dei  cittadini.  Diventa  inoltre  necessario  riprogettare  l’assistenza  territoriale, garantendo un’offerta di servizi integrata e rimodellata secondo livelli di complessità. La formazione dovrà mirare  al  continuo  sviluppo  di  competenze  professionali  in  un’ottica  di  miglioramento  continuo  e  a supportare  le  modifiche  degli  atteggiamenti  culturali  che  ogni  grosso  cambiamento  comporta  ed  un accento  particolare  va  posto  sull’opportunità  di  valorizzare  ulteriormente  percorsi  formativi interdisciplinari. 

Area  Prevenzione:  negli  ultimi  anni  sono  sopravvenute  importanti modifiche  del  contesto  del  SSR,  che richiamano oggi  la necessità di un marcato “riorientamento” del  ruolo dei Dipartimenti Prevenzione, con particolare riferimento agli obiettivi ed ai contenuti della loro attività, oggi improntate alla definizione delle priorità per settore di  intervento con  la  logica del “piano mirato” e con un rafforzamento delle attività di studio epidemiologico e di EBP.  Le  linee portanti  anche per  il 2017  sono  l’implementazione del  sistema qualità  e  del  SISPC,  l’integrazione  delle  diverse  azioni  che  si  sviluppano  sul  territorio  (sicurezza  casa, sicurezza stradale, sicurezza  lavoro,  impatto ambientale,  inquinamento atmosferico e salute popolazione, prevenzione nutrizionale), lo sviluppo di attività veterinarie e lo sviluppo di controlli integrati sulla sicurezza alimentare.  

Area  Servizio  Sociale:  questi  ultimi  anni  sono  stati  caratterizzati  da  una  crescente  emersione  di problematiche  sociali  complesse,  anche  di  natura  emergenziale,  alle  quali  è  necessario  rispondere  con immediatezza.  Il  Servizio  Sociale  è  chiamato  a  far  fronte  ad  un  numero  sempre maggiore  di  situazioni impreviste ed  imprevedibili che necessitano di  interventi  talvolta  improcrastinabili per urgenze  riferite  in larga parte a minori, ma anche ad anziani, disabili, immigrati, persone affette da dipendenza, poveri, senza fissa dimora, le persone vittime di violenza etc. 

Diventa prioritario  investire sul Servizio potenziando  le competenze oltre che nell’area dell’organizzazione delle  risposte  al  bisogno  espresso,  anche  in  quella  della  lettura  dei  bisogni  e  delle  risorse  presenti  sul territorio,  in  un’ottica  di  prevenzione  ed  emersione  dei  fenomeni.  La  domanda  sociale  è  in  continua evoluzione e sempre più complessa, pertanto  la  formazione dovrà sostenere  le competenze necessarie a rendere l’organizzazione dei Servizi flessibile e capace di modificarsi per rispondere ai nuovi bisogni.  

Area  Emergenza  Urgenza:  l’area  dell’Emergenza‐  Urgenza  rappresenta  uno  dei  nodi  più  critici  della programmazione sanitaria ed una delle più  importanti variabili sulle quali è misurata  la qualità dell’intero Servizio Sanitario.  Negli ultimi anni si è assistito a una radicale trasformazione dei servizi di emergenza, nel tentativo di sviluppare il passaggio dalla tradizionale offerta di prestazioni a un vero e proprio “sistema” che vede i diversi elementi coinvolti integrati e cooperanti tra loro nel raggiungimento di un obiettivo comune, ovvero  l’offerta di prestazioni sanitarie  in grado di garantire  l’omogeneità e  la continuità degli  interventi assistenziali  prestati  in  situazioni  di  emergenza‐urgenza.  La  formazione  di  personale  su  temi  importanti quali ad esempio la gestione della maxiemergenze, il triage, guida sicura, rianimazione cardiopolmonare di livello avanzato permetterà di innalzare la qualità del servizio, consentendo di effettuare interventi sempre più appropriati e tempestivi.  

Area  Tecnico  Amministrativa:  l’area  tecnico/amministrativa,  in  seguito  all’accorpamento  delle  quattro aziende,  si  trova  ad  affrontare una  serie di  criticità  tra  cui prassi  e  regole  variegate, procedure diverse, processi di  lavoro e  software  informatici disomogenei e  talvolta non dialoganti. Per questo è necessario declinare  nuovi  modelli  organizzativi  e  applicare  strumenti  di  reingegnerizzazione  dei  processi amministrativi/tecnici in un’ottica di miglioramento continuo e di recupero dei livelli di efficienza dei servizi finali  offerti  dalle  funzioni  amministrative  all'interno  delle  aziende  sanitarie.  La  formazione  diventa indispensabile per accompagnare la trasformazione organizzativa e funzionale in atto, costruendo percorsi 

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strettamente  legati  all’innovazione  delle  attività,  dei  processi  e/o  delle  organizzazioni  per  favorire  la crescita e  l’aggiornamento dei professionisti, a sostegno dei processi di cambiamento e di  rinnovamento oggi in atto. 

Area Programmazione:  la programmazione di area vasta assume un  ruolo  fondamentale nell'ottica della predisposizione di una nuova mappa dei servizi assistenziali orientata al miglioramento ed ottimizzazione dell’offerta. Tale offerta è  inserita in una rete completa e integrata, dove i percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione, rappresentano lo strumento di ingresso e di fruizione guidata del sistema nel suo complesso e dove qualsiasi problema/bisogno di  salute  trova  risposte  coordinate e orientate a  risultati  tangibili.  La formazione,  attraverso  gruppi  di  lavoro  multidisciplinari,  tende  a  sviluppare  le  potenzialità  dei  singoli professionisti mettendoli  in grado di dare un apporto  significativo nella costruzione di percorsi condivisi, reti, protocolli diagnostici per patologia e  indicatori e  standard per  il monitoraggio e  la valutazione della programmazione  stessa. Si  tratta di veri e propri  laboratori multi‐professionali e multidisciplinari dove  si integrano  i  valori,  le  esperienze  e  le  competenze  dei  professionisti  del  SSR  e  dove  si  sviluppano  idee, modelli e nuove competenze spendibili all’interno di un sistema fortemente integrato. 

 

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Lo scenario epidemiologico dell’Azienda USL Toscana Centro 

 (fonte dati Portale ARS indicatori sanitari – ParsIS  marzo 2017)  

Il quadro epidemiologico,  la geografia,  congiuntamente alle prestazioni erogate ed agli esiti delle  cure rappresentano i prerequisiti principali nella definizione del piano annuale di attività della nostra azienda. 

Ad inizio 2016, nel territorio della AUSL Toscana Centro erano residenti 1.625.544 cittadini, pari al 43.1% degli abitanti in Toscana. 

Tabella I. Popolazione Toscana e del territorio Asl centro al 1 gennaio 2016  

   Maschi  Femmine  Totale 

Zone Pistoiesi  140.191  151.772  291.963 

Zona Pratese  122.972  130.151  253.123 

Zone Fiorentine  399.945  438.702  838.647 

Zona Empolese  117.693  124.118  241.811 

AUSL TOSCANA CENTRO  780.801  844.743  1.625.544 

REGIONE TOSCANA  1.801.468  1.942.930  3.744.398 

 

La densità abitativa è  il doppio di quella della regione toscana, con  il valore più elevato, di 4 volte, nella zona pratese. 

Tabella II. Densità abitativa – 2016 

Residenza  Densità/Km2 

Zone Pistoiesi  302,83 

Zona Pratese  692,13 

Zone Fiorentine  301,82 

Zona Empolese  259,2 

AUSL TOSCANA CENTRO  322,44 

REGIONE TOSCANA  162,89 

 

 La maggior parte della popolazione risiede in zone urbane con una variabilità che va dal 49% della zona empolese al 92% della zona pratese. 

 

 

 

 

 

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Tabella III. Proporzione tra popolazione in comuni urbani rispetto alla  popolazione totale ‐ 2016 

Residenza  % 

Zone Pistoiesi  78,92 

Zona Pratese  92,47 

Zone Fiorentine  72,43 

Zona Empolese  49,31 

AUSL TOSCANA CENTRO  73,28 

REGIONE TOSCANA  58,48 

Rispetto al dato complessivo  toscano, che conta 11.6 % di cittadini residenti  in comuni montani,  la AUSL Toscana Centro ne annovera il 6.4%, con la zona empolese senza alcun comune montano, quelle Fiorentine con 9.5%, Pistoiese 5.2 % e Pratese 3.6%.   La distribuzione per età e  sesso della popolazione differisce leggermente dal dato regionale e delle altre AUSL, a leggero vantaggio della popolazione giovanile. 

Tabella IV. Indice di vecchiaia (numero residenti 65+ anni / pop. 0‐14 anni) 2016 

Residenza  Residenti 65+  Rapporto x 100 

Zone Pistoiesi  71976  192,39 

Zona Pratese  55668  153,67 

Zone Fiorentine  211297  195,19 

Zona Empolese  56074  168,36 

ASL CENTRO  395015  183,56 

ASL NORD‐OVEST  324377  204,91 

ASL SUD‐EST  213630  205,49 

REGIONE TOSCANA  933022  195,41 

Le zone relativamente più giovani sono quelle pratese ed empolese, superiori al dato regionale quelle pistoiesi e  fiorentine.  Il  tasso  di natalità  2015,  cioè  il  numero  di  nati  vivi  sulla popolazione  di  residenti,  della AUSL Centro è di 7,67 nati ogni 1000 residenti, superiore al valore medio regionale che è pari a 7,34, con un valore minimo di 7,39 a Firenze, 7,61 a Pistoia, 7,92 ad Empoli ed un massimo di 8,43 a Prato. 

Tabella V. Reddito imponibile 2014 

Residenza  Imponibile complessivo  Reddito medio 

Zone Pistoiesi  3.700.026.360  18.559,80 

Zona Pratese  3.481.988.556  18.927,04 

Zone Fiorentine  13.246.844.921  22.361,81 

Zona Empolese  3.244.661.245  19.141,64 

ASL Centro  23.673.521.082  20.671,57 

TOSCANA  52.717.285.892  20.062,49 

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Relativamente alle caratteristiche socio‐economiche 2014, nell’Area Vasta Centro si  registra un  reddito imponibile medio  lievemente più alto del valore medio  regionale e un  tasso di disoccupazione, cioè  la prevalenza  dei  soggetti  in  cerca  di  lavoro  sulla  popolazione  in  età  da  lavoro  (15‐64  anni),  lievemente inferiore  al  valore medio  regionale. All’interno dell’Area Vasta, entrambi  gli  indicatori presentano una discreta variabilità tra territori di residenza, con  i valori migliori registrati per  i residenti nel territorio di Firenze. 

La mortalità generale 

Il  tasso  di  mortalità  generale  standardizzato  dell’AUSL  Centro  è  significativamente  inferiore  al  tasso regionale,  tale  differenza  è  sostenuta  principalmente  dalle  zone  fiorentine, mentre  le  atre  zone  sono allineate tra di loro ed al tasso regionale. 

Tabella VI. Mortalità per tutte le cause: tasso grezzo e standardizzato per età, IC95% (x 100.000) 2011‐2013 

Residenza  Decessi  Tasso grezzo  Tasso std  Limite inf  Limite sup 

Zone Pistoiesi  9.453  1.088,87  931,35  912,3  950,41 

Zona Pratese  7.137  960,09  932,28  910,36  954,19 

Zone Fiorentine  27.237  1.115,95  889,83  879,04  900,61 

Zona Empolese  7.508  1.048,68  936,39  914,85  957,93 

ASL CENTRO  51335  1.076,62  909,35  901,34  917,35 

REGIONE TOSCANA  126782  1.141,11  949,27  943,95  954,59 

Come si può vedere dal grafico a torta  le principali cause di morte sono riferibili alle malattie del sistema cardiocircolatorio ed ai tumori. 

Grafico VII. Distribuzione principali cause di morte 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Servizi Erogati  

Sono 131.000  i ricoveri erogati negli stabilimenti ospedalieri della AUSL Toscana Centro nell’anno 2015, 113.000 sono  i  ricoveri erogati ai cittadini  residenti negli ospedali di  riferimento, 12.000 sono  i  toscani che  utilizzano  gli  ospedali  non  appartenenti  alla  loro  Zona  ed  in  fine  sono  6.000  i  non  Toscani  che vengono ricoverati negli ospedali dell’Azienda.  I ricoveri erogati negli ospedali della AUSL centro sono  il 38% nelle sei strutture fiorentine, il 23% nell’unico ospedale di Prato, 22% nelle tre strutture Pistoiesi ed il 17 % nelle tre strutture empolesi.  

 

Tabella VIII. Numero ricoveri per presidio e residenza 2015 

    non residenti    

Zone  Presidio  Residenti  nella ex USL  in RT  Totale 

Pistoia  Ospedale San Jacopo  17.107  791  593  18.491 

Pistoia  L. Pacini S. Marcello P.se  754  49  12  815 

Pistoia  SS. Cosma e Damiano Pescia  9.040  1.235  261  10.536 

Prato  Nuovo Ospedale di Prato S. Stefano  23.793  3.960  2.597  30.350 

Firenze  I.O.T. Firenze  3.484  417  193  4.094 

Firenze  S.M. Annunziata Bagno a Ripoli  12.973  876  481  14.330 

Firenze  S. Giovanni Di Dio ‐ Torregalli  13.888  1.683  540  16.111 

Firenze  Serristori Figline V.A.  2.812  349  57  3.218 

Firenze  S. Maria Nuova Firenze  5.383  315  574  6.272 

Firenze  Nuovo Ospedale Borgo S. Lorenzo  5.494  101  159  5.754 

Empoli  Ospedale S. Giuseppe  17.285  1.604  516  19.405 

Empoli  Ospedale San Pietro Igneo  287  593  85  965 

Empoli  Ospedale Degli Infermi  711  27  17  755 

Bisogna altresì ricordare che i cittadini di Firenze ottengono risposta nel 44.8% del loro fabbisogno di ricovero nelle due Aziende Ospedaliere Universitarie Fiorentine. 

 

Tabella IX. Tasso standardizzato prestazioni ambulatoriali ‐ per età (x 1.000) ‐ 2015 

Residenza  N° prestazioni  Popolazione residente  Tasso STD 

Zone Pistoiesi  759.507  292.509  2.559,47 

Zona Pratese  68x.8573  252.987  2.805,05 

Zone Fiorentine  3.193.032  837.286  3.733,42 

Zona Empolese  801.609  242.112  3.351,67 

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Le prestazioni  ambulatoriali nel 2015  sono  state 5.442.721  con una proporzione di erogazione  che ha visto Pistoia con  il più basso  tasso  standardizzato, Prato ha un  tasso  superiore di poco meno del 10%, Empoli del 30 % e Firenze del 46%. 

 

Il  funzionamento  complessivo della AUSL  Toscana Centro nell’anno della  riorganizzazione  (Tratto da Monitoraggio della riorganizzazione delle Asl – Documento Ars Toscana febbraio 2017) 

In  seguito  alla  riorganizzazione  del  Sistema  Sanitario  Regionale  (SSR)  della  Toscana,  approvata dal Consiglio regionale con la legge n.84 del 28 dicembre 2015, le Aziende Sanitarie Locali (Asl) da gennaio 2016  sono passate da 12 a 3.  La  riduzione è avvenuta unificando  le ex‐Asl appartenenti alla  stessa Area  Vasta:  le  Aziende  di  Firenze,  Empoli,  Prato  e  Pistoia  sono  confluite  nella  nuova  Asl  Toscana Centro. 

La riorganizzazione ha unificato servizi e dipartimenti territoriali e ha spostato sotto  la gestione della nuova Asl i presidi ospedalieri territoriali, prima afferenti alle diverse Aziende. 

La scelta degli indicatori è ricaduta su misure di macro fenomeni ospedalieri (tassi di ospedalizzazione, degenza,  riammissioni,  accessi  pronto  soccorso)  e  territoriali  (prestazioni  ambulatoriali,  tempi  di attesa,  assistenza  domiciliare)  e  su misure  traccianti  di  percorsi  di  cura  (accessibilità  a  procedure, continuità ospedale territorio) 

 L’analisi e di conseguenza la presentazione dei risultati valuta l’andamento medio di un indicatore e la sua eterogeneità territoriale, espressa come variabilità tra le zone distretto. L’attenzione non è rivolta solamente al  trend pre e post  riorganizzazione aziendale, ma anche al  fatto che  le  zone distretto si addensano  intorno a questo trend, ottenendo performance simili e  limitando al minimo  la variabilità interna. 

Gli  indicatori  adottano  un’ottica  di  zona  distretto, misurando  il  ricorso  a  presidi  ospedalieri  della propria  zona distretto di  residenza da parte dei  cittadini, per  verificare quanto  l’offerta disponibile nella propria zona riesca a soddisfare il bisogno di salute della popolazione. 

Per  ogni  indicatore  è  stato  calcolato  il  valore  semestrale,  standardizzato  per  età  e  genere  della casistica osservata. Le analisi hanno testato differenze nella media semestrale, nella mediana e nella distribuzione del  valore per  zona, per  valutare  sia  il  fenomeno nel  suo  complesso  che  la  variabilità interna, confrontando il primo semestre 2016 con il primo semestre 2015. 

A garanzia di un  confronto esterno ed  interno  senza effetti distorsivi  legati alla  composizione della popolazione,  gli  indicatori  sono  stati  standardizzati  e  alcune  valutazioni  sono  state  effettuate prendendo  come  aree  di  riferimento  le  zone  distretto  (prospettiva  area  based)      gli  ospedali (prospettiva hospital based).  In  conseguenza di  ciò  alcuni  indicatori potrebbero  apparire dissonanti rispetto all’abituale esperienza. 

I presidi e  i  residenti delle  zone distretto  Fiorentina e  Fiorentina Nord Ovest  sono  stati  considerati come  afferenti  ad  un’unica  zona.  I  presidi  e  i  residenti  delle  zone  distretto  Empolese  e  Valdarno inferiore sono stati considerati come afferenti ad un’unica zona.

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L’ospedalizzazione generale  (regime ordinario, per acuti) è  in diminuzione  in Toscana con differenze di tassi  statisticamente  significativi.  La Asl Centro  contribuisce  con  il 30% della  riduzione del numero dei ricoveri nel primo semestre 2016 rispetto al 2015. 

 

Tabella X. Numero di ricoveri I° semestre 2015 e 2016 

Numero Ricoveri Residenza 

I° semestre 2015  I° semestre 2016 

Asl Toscana Centro  74.002  70.467 

Toscana  170.623  162.757 

 

Grafico XI. Tasso di ricovero  

Tasso di Ospedalizzazione per cause naturali in regime ordinario, reparto per acuti (x1.000). 

Toscani  ricoverati  in  qualsiasi presidio regionale.  

Dato per zona‐distretto di residenza.  

 

La  riduzione  dei  ricoveri  nella  Asl centro è per  i ¾ ascrivibile a quelli medici. 

La  differenza  tra  2016  e  2015  è statisticamente  significativa  per media e mediana sia per l’Asl centro che per la Toscana.  

Asl Centro

3035

4045

50Ta

sso

di o

sped

aliz

zazion

e (x

1.00

0)

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

Toscana

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

r

 

Tabella  XII.  Tasso  di  Ospedalizzazione  per  cause  naturali  in  regime  ordinario,  reparto  per  acuti (x1.000). 

Media I° semestre  Mediana I° semestre  Range I° semestre Residenza 

2015  2016  2015  2016  2015  2016 

Asl Centro  44,6  42,4*  44,2  41,7*  4,4  5,2 

Toscana  43,5  41,9*  43,6  41,9*  17,1  13,7* 

 

 

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Tabella  XIII. Degenza media  per  cause  naturali  in  regime  ordinario,  reparto  per  acuti, DRG medici  e chirurgici, dimessi vivi. Dato per presidio ospedaliero. 

Media I° semestre  Mediana I° semestreTipo di ricovero 

2015  2016  2015  2016 

Medico  7,5  8,0  6,5  6,5 

Chirurgico  5,5  5,5  5,5  5,3 

La  durata  della  degenza  medico  in Toscana per i ricoveri di tipo medico passa da 7,5 giorni a 7,9 giorni. Tale incremento non  è  confermato  per  la  durata  dei ricoveri  di  tipo  chirurgico  che  calano  da 5,2 a 5,1 giorni. 

Resta comunque sempre consistente la variabilità delle degenze tra i presidi della Ausl centro. 

 

Grafico  XIV. %  di  riammessi  entro  30  giorni  tra  dimessi  vivi  per  cause  naturali, DRG medico.  Toscani ricoverati nel presidio di zona. 

Stabile  la  percentuale  di riammessi  a  30  giorni  dalla dimissione  da  un  precedente ricovero  per  DRG  medico,  nel 2015  era  del  14,6%  e  14,4%  nel 2016  ,  con  una  media  regionale attestata  al  15%,  con  un’ampia variabilità  interna,  ad  eccezione della  Asl  Toscana  Centro,  nella quale  le  zone  assumono comportamenti più omogenei. 

Tra i DRG chirurgici le riammissioni a 30 giorni sono  il 3.4%,  in questo caso  con  lieve  tendenza  alla diminuzione  rispetto  al  2015, ma non  si  tratta  di  variazioni significative.  

Asl Centro

1015

2025

% di riammes

si

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

Toscana

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

r

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Grafico XV. % di  riammessi entro 30 giorni  tra dimessi vivi per  cause naturali, DRG Chirurgici. Toscani ricoverati nel presidio di zona. 

Asl Centro

05

1015

20

% di riammes

si

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

Toscana

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

 

 

Grafico XVI: Tasso di accesso al Pronto Soccorso per cause naturali (x1000). Residenti con accesso nel presidio di zona. 

Per quanto  riguarda  l’Emergenza Urgenza,  mediamente  i  toscani residenti  nella  AUSL  centro effettuano un accesso semestrale al  Pronto  Soccorso  di  zona (esclusi  traumatismi),  valore  in leggera  diminuzione  rispetto  al primo  semestre  2015  (da  99  a 97,2  ogni  1000  abitanti).  Il fenomeno è stabile, così come  la variabilità  interna.  Il  dato Toscano  conferma  il  trend,  ma con valori di partenza più alti per l’anno 2015, pari a 109.6 rispetto 107,7 nel 2016. 

Asl Centro

6080

100

120

140

160

Tass

o di acc

esso

al P

S (x

1.00

0)

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

Toscana

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

r

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Si mantiene stabile anche la quota di accessi con un colore triage assegnato bianco (5,8 – 5,5 ogni 1000 abitanti). La variabilità anche in questo caso si mantiene molto alta, l’indicatore è compreso tra il 1 e 15% fra le diverse zone, fenomeno che potrebbe essere spiegato dalle diverse modalità di stratificazione del triage. 

 

Grafico XVII. Percentuale di nuovi accessi entro 72 ore tra i rinviati a domicilio da Pronto Soccorso (cause naturali). Residenti con accesso nel presidio di zona. 

Asl Centro

46

810

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

Toscana

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

Gli  accessi  ripetuti  al  pronto soccorso  entro  72  ore  da  un precedente  invio  al  domicilio da parte del PS si mantengono inferiori  al  5%,  con  una ulteriore  tendenza  alla riduzione  che  nel  primo semestre 2016 arriva al 4,4%. 

La variabilità, bassa, passa dal 1,2 al 1,1 %. 

 

Tabella  XVIII:  Percentuale  di  visite  specialistiche  ambulatoriali  eseguite  entro  15  giorni  dalla prenotazione 

 

Media I° semestre  Mediana I° semestre  Range I° semestre Residenza 

2015  2016  2015  2016  2015  2016 

Asl Centro  66,8  66,9  68,4  67,4  14,8  10,6 

Toscana  69,4  68,6*  69,0  68,8  21,9  20,6 

Percentuale  di  prestazioni  strumentali  e  di  diagnostica  ambulatoriali  eseguite  entro  15  giorni  dalla prenotazione 

Media I° semestre  Mediana I° semestre  Range I° semestre Residenza 

2015  2016  2015  2016  2015  2016 

Asl Centro  68,1  68,2  69,8  69,8  17,5  13,1 

Toscana  67,9  68,0  68,2  69,7  22,1  20,9 

L’indicatore per  la diagnostica è  in  leggera diminuzione  rispetto al primo semestre 2015. Decisamente alta  la variabilità  tra  zone, anche  in questo caso  la disponibilità di  servizi  territoriali zonali può  fare  la differenza. 

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Grafico  XIX:  Percentuale  di  visite  specialistiche  ambulatoriali  eseguite  entro  15  giorni  dalla prenotazione 

In  merito  all’assistenza Territoriale  Specialistica  e Domiciliare, poco più dei due terzi  delle  prestazioni  viene erogata  entro  15  giorni  dalla data di richiesta dell’esame o della  visita  (66,9%),  in lievissima,  ma  non statisticamente  differente, diminuzione rispetto al primo semestre 2015. 

 

 

Asl Centro

5560

6570

7580

% entro

15g

g da

preno

tazion

e

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

Toscana

Is20

15

IIs20

15

Is20

16

r

 

Monitoraggio esiti delle cure: esiti 2016 

Gli  esiti  delle  cure  negli  stabilimenti  della  AUSL  centro  sono  allineati  alle migliori  strutture  a  livello regionale  e  nazionale,  nel  corso  dell’anno  2017  saranno  effettuati  specifici  incontri  con  i  Direttori  di Dipartimento,  di Area  e  di  Struttura Organizzativa  finalizzati  a  valutare  l’andamento  del  fenomeno  e, laddove necessario, fare i necessari approfondimenti ed avviare le azioni correttive. 

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Dipartimento Assistenza Infermieristica ed Ostetrica e Dipartimento dei Servizi Tecnico Sanitari 

La Azienda USL Toscana Centro ha valorizzato all’interno del proprio assetto organizzativo, definito dallo Statuto Aziendale, il ruolo dei Dipartimenti delle Professioni Sanitarie al fine di promuovere le integrazioni e le  sinergie necessarie allo  sviluppo delle  risorse professionali e garantire  la  responsabilità ed autonomia professionale nei percorsi assistenziali e nel processo di presa in carico. 

Si  ritiene  pertanto  importante  riportare,  all’interno  della  programmazione  annuale  per  l’anno  2017,  il contributo specifico fornito. 

Dipartimento Assistenza Infermieristica ed Ostetrica 

Il Dipartimento  Infermieristico  ed ostetrico della Azienda USL  Toscana Centro    è  trasversale  alle  attività degli altri Dipartimenti e come tale si inserisce su quasi tutti i progetti di consolidamento, trasformazione e sviluppo dei processi di lavoro e dei percorsi clinico assistenziali. 

In particolare, in maniera esemplificativa e non esaustiva, si sottolinea: 

‐  La  riorganizzazione  della  rete  ospedaliera  che,  attraverso  la  revisione  dell’attribuzione  degli  spazi  alle discipline  mediche  e  chirurgiche,  prevede  un  parallelo  e  sincronico  lavoro  di  rimodulazione  della distribuzione delle risorse, con programmi di formazione e di affiancamento ed una non meno importante pianificazione della distribuzione delle risorse tecnologiche. 

‐  L’integrazione  con  il  territorio  che  comporta  lo  sviluppo  di  modelli  organizzativi  e  di  strumenti  che sostengano una sempre maggior coerenza e continuità di percorsi in una ottica transmurale. Tale concetto dovrà  trovare  sostegno  anche  attraverso  il  consolidamento  delle  funzioni  delle  strutture  direzionali coincidenti con le zone ed inclusive degli aspetti territoriali ed ospedalieri. 

‐ La revisione del sistema di emergenza territoriale che dovrà portare ad una rimodulazione delle risorse, attraverso anche la loro acquisizione, formazione ed  inserimento . 

‐ La  informatizzazione si orienterà all’acquisizione di un unico programma sui presidi ospedalieri, riguardo alla cartella clinica integrata ed informatizzata considerando che 2 delle 4 ex ASL non hanno in uso nessun sistema  mentre  nelle  altre  due  quelli  adottati  sono  diversi.  La  partecipazione  attiva  a  programmi  di costruzione, condivisione, educazione all’uso e adozione sperimentale sarà uno degli impegni prioritari che dovranno protrarsi in un arco di tempo superiore all’anno. 

‐ Per quanto concerne  il  fabbisogno  formativo è necessario  realizzare quanto previsto dal Piano Annuale della Formazione in modo da tener  conto delle peculiarità e della eccezionale numerosità dei professionisti che saranno coinvolti nei programmi. 

‐ Sul versante professionale l’obiettivo è descrivere un modello organizzativo dell’assistenza infermieristica che  diventi  unitario  per  tutte  le  strutture  ospedaliere  delle  ex  aziende.  Si  prevede  la  sua  redazione, presentazione alle OOSS e agli operatori con posizioni organizzative e coordinatori. Si darà avvio anche alla sua implementazione in alcune aree in via preliminare e sperimentale. 

‐ Altri obiettivi/azioni  sono:  la partecipazione al processo di qualità e accreditamento,  l’estensione di un sistema di misurazione delle performance  infermieristiche e  la definizione di  regole di processo  riguardo l’HTA e le acquisizioni. 

Sul versante ostetrico l’impegno è rivolto alla costruzione di una struttura organizzativa che comprenda la parte gestionale e quella di governo dei processi di sviluppo trasversali. 

 

 

 

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Dipartimento dei Servizi Tecnico Sanitari 

 La  struttura  dipartimentale,  espressione  di  diciotto  profili  sanitari  distribuiti  in  numerose  strutture organizzative,  sostiene  le  azioni  dirette  a  favorire  da  un  lato  il  rafforzamento  della  dimensione professionale sulle attività della prevenzione, diagnostica e riabilitazione e, dall’altro, mettere a sistema le risorse  e  le  loro  competenze  sui  percorsi  che  necessitano  di  una  più  efficace  integrazione  multi‐professionale.  Il  dipartimento,  nel  rispetto  delle  migliori  evidenze  scientifiche  disponibili, assicura  l’erogazione  e l’integrazione  professionale  nelle  attività  sanitarie nei  vari  ambiti  e  setting  assistenziali,  attraverso  la gestione  e  il  razionale utilizzo delle  risorse professionali,  strumentali  e  logistiche  afferenti,  favorendone l’impiego  omogeneo  e  flessibile  sugli  obiettivi  assistenziali,  partecipando  alle  attività  di  governo  delle strutture dipartimentali e delle articolazioni territoriali ed ospedaliere.  

I  tecnici  sanitari  sono  impegnati  nei  processi  di  riordino  delle  reti  diagnostiche  (laboratorio  e radiodiagnostica)  e per  la  revisione dei modelli organizzativi  attivi nell’ambito della prevenzione  e  della riabilitazione ospedaliera e territoriale con forte attenzione alla continuità assistenziale, alle gravi disabilità ed alle cronicità.  Il  mandato  prevede  un’azione  di  sostegno  allo  sviluppo  e  alla  qualità  delle  competenze  e  delle performance, definendo strumenti e criteri omogenei per la programmazione e la gestione delle risorse. In questo ambito partecipa anche allo sviluppo degli strumenti per la gestione del rischio clinico, dei sistemi di reporting, monitoraggio e all’analisi dei dati di attività e degli  indicatori di performance di ogni gruppo omogeneo, ricavabili dai sistemi informativi aziendali.   Sono inoltre in fase di progettualità attivata alcuni modelli organizzativi di forte innovazione quali:  

• la creazione di un cruscotto per il monitoraggio delle attività diagnostiche; • la sperimentazione di un modello organizzativo da implementare per la radiologia domiciliare; • la  attivazione  di  un  sistema  per  la  dosimetria  dell’esposizione  radiologica  dei  pazienti  come 

strumento che supporta  l’appropriatezza prescrittiva  in coerenza con quanto previsto dal Sistema di accreditamento regionale relativo al processo “Ambulatoriale Outpatient” (DGRT 108/17); 

• il consolidamento di una modalità strategica di  intervento nell’ambito delle urgenze  (denominata progetto h24), di concerto con il dipartimento della prevenzione e già attuata sull’area fiorentina da estendere a tutto il contesto aziendale;  

• la  implementazione di modelli organizzativi di assistenza  integrata nell’ambito della cronicità con particolare  attenzione  alla  promozione  delle  competenze  nei  cittadini  ed  ai  care  giver, caratterizzando il ruolo dell’operatore della riabilitazione nella sanità di iniziativa e nel governo dei percorsi nella continuità ospedale‐territorio; 

• la  valutazione  di  fattibilità  concernente  la  rete  dei  laboratori  di  patologia  clinica  mediante l’implementazione di stazioni analitiche operative  in prossimità del sito di cura e di assistenza del paziente sul territorio (POCT).  

 

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Dipartimento Servizio Sociale  

Con  la  riforma del Servizio Sanitario Regionale  il Servizio Sociale aziendale ha assunto un nuovo  ruolo nell’articolazione organizzativa della ASL Toscana Centro    interpretando contestualmente sia  il ruolo di Direzione dei Servizi Sociali  che di Direzione del Dipartimento Servizio Sociale. 

Il Dipartimento  si  caratterizza  per  una  visione  del  cittadino  come  portatore  di  bisogni  complessi  che devono essere affrontati in un’ottica globale e non parcellizzata. 

Le  attività  del  servizio  sociale  nell’articolazione  dell’Azienda  si  inquadrano,  dunque,  nell’area  degli interventi  sociosanitari  integrati  che  possono  essere  definiti  come  l’insieme  delle  attività  orientate  a soddisfare,  mediante  percorsi  assistenziali  integrati,  bisogni  di  salute  della  persona  che  richiedono unitariamente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale. 

Il mandato del Servizio Sociale Professionale in Sanità è di attivare e prendersi cura delle reti di sostegno per  favorire  sia  i  processi  di  integrazione  interna  all’Azienda  (Ospedale‐Territorio)  che  esterna  (EELL, privato convenzionato/accreditato, III° settore). Il mandato si esplicita attraverso azioni di innovazione e sviluppo,  promozione  e  sostegno    dell’integrazione  e  inclusione  delle  persone,  potenziamento, estensione e  riqualificazione delle  risorse  sulla base dei bisogni espressi dai  target di popolazione  sul territorio, attraverso un sistema di interventi integrati  che raccordi l’aspetto sociale con quello sanitario tenendo  in  particolare  rilievo  l’integrazione  socio‐sanitaria  nel  rispetto  dei  vincoli  e  delle  risorse, valorizzazione  del  volontariato  e  del  terzo  settore,  anche  attraverso  una    regolazione  dei  rapporti, promozione delle pari opportunità. 

L’obiettivo strategico del Servizio Sociale è quello di  promuovere un sistema integrato di servizi che sia in grado di rispondere efficacemente alla domanda di cura e di tutela dei cittadini nelle diverse fasi del ciclo di vita della persona e in alcune situazioni di difficoltà e di disagio che possono riguardare il singolo o  il nucleo  familiare. Questi elementi  implicano una  struttura di  servizio  sociale aziendale  fortemente connotata ed integrata nelle attività proprie dell’azienda a tutela della salute   globale del cittadino che, identificando  un  modello  di  integrazione  sociosanitaria,  tenga  conto  degli  equilibri  tra  esigibilità  e sostenibilità finanziaria. 

 

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L’azione si sintetizza in tre elementi cardine: 

” Il cittadino al centro dell’azione dei servizi” 

 “Il  servizio  sociale  come  elemento  strategico  dell’integrazione  dei  percorsi/  processi  orientati  alla soluzione  unitaria / olistica dei bisogni complessi” 

“Equilibrio tra  l’armonizzazione del  lavoro professionale ai regolamenti, procedure e protocolli di  livello aziendale  con  l’  indispensabile  radicamento  nelle  dimensioni  territoriali    delle  zone    che  compongono l’azienda”. 

Per  raggiungere  l’obiettivo  di  armonizzazione  delle  prassi  occorre  superare  la  frammentazione    e  le troppe  difformità  di  organizzazione.  Il  livello  di  governo  identificato  deve  considerare  in  modo appropriato il rapporto tra dimensione professionale del servizio sociale e dimensione organizzativa dei servizi  zonali,  considerando  che  la  qualità  dell'organizzazione  e  la  sua  dotazione  di  competenze professionali  inequivocabilmente  produce  e  connota  una  qualificazione  del  sistema    dei  servizi  al cittadino. La struttura dipartimentale ha consentito  l’avvio di un percorso di riorganizzazione del   Servizio Sociale Aziendale con l’ obiettivo di realizzare una regia complessiva del servizio e rafforzare il collegamento fra le  strutture  zonali  e  la Direzione Aziendale.  Il  processo  di  riorganizzazione  ha  permesso  l’avvio  di  un confronto  continuo e proficuo  con  i  territori e  con  la Direzione Aziendale per  la messa a punto di un modello appropriato alle esigenze organizzative aziendali e degli ambiti territoriali che si svilupperà con la  definizione  della  articolazione  dei  servizi  territoriali  in  applicazione  delle  ultime  modifiche  della LR40/05.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Revisione Rete Ospedaliera e applicazione del DM 70/2015    

Con Delibera n° 8 del 16 novembre 2016  la Conferenza dei Sindaci della Azienda Usl Toscana Centro ha approvato le linee di indirizzo per il Piano Attuativo Locale (PAL). Nelle more  della  predisposizione  del  nuovo  PSSIR  e  del  relativo  PAL,  si  ritiene  opportuno  riportare integralmente, all’inizio di questo capitolo, gli indirizzi specifici per la Rete Ospedaliera.  

“Superato  il modello Hub  and  Spoke,  la  rete  ospedaliera  della  AUSL  Toscana  Centro  deve  far  leva  su ognuno  dei  15  presidi  ospedalieri  pubblici  (compresi  l’Azienda  Ospedaliera  Universitaria  di  Careggi  e l’Ospedale pediatrico Meyer che ha una funzione addirittura regionale). A  seguito  di  tale  riorganizzazione  della  rete  ospedaliera  pubblica  sarà  possibile  sviluppare  sinergie  di potenziamento e di  coordinamento  con  il privato accreditato e con  la Fondazione Don Gnocchi  che nel territorio della ASL constano complessivamente di ben 14 presidi.  La  vocazione  di  ogni  singolo  ospedale  in  questo  contesto  deve  trovare  corrispondenza  nella programmazione  operativa  della  AUSL,  in  modo  da  rendere  tutti  i  punti  della  rete  indispensabili  al completo dispiegamento della organizzazione aziendale, prevedendo reti planari orizzontali, aumentando la capacità di risposta ai bisogni della comunità, in ogni punto di erogazione dell’assistenza ospedaliera.”  Per l’anno 2017 il Programma Operativo Attuativo Annuale della Azienda USL Toscana Centro, in merito alla revisione della rete ospedaliera ed all’applicazione del DM  70/2015, recepisce gli  indirizzi della Conferenza Aziendale dei Sindaci tenuto conto del Piano di Area Vasta Centro.  Facendo  sintesi  tra  bisogno  sanitario  –  movimento/scelta  del  cittadino  –  valutazione  delle  risorse  e potenzialità della struttura di riferimento, è possibile definire quale tipo di rete ospedaliera sia necessaria per la  popolazione  della  zona  e  dell’intera  Area  Vasta,  fatto  salvo  il  rispetto  dell’equilibrio  economico finanziario e dei criteri della normativa vigente, con riferimento anche alla DGRT 145/2016.  A seguito della analisi effettuata è stato identificato il modello di rete ospedaliera definito “rete planare” e cioè  rete  costituita  da  nodi  che  beneficiano  di  una  stretta  connessione  e  della  integrazione  tra professionisti di equipe diverse.  La  rete dei presidi ospedalieri dell’Area Vasta Centro è  costituita da 15 Presidi Pubblici  e 14 Presidi del privato accreditato e dalla Fondazione Don Carlo Gnocchi‐Onlus.   Nel territorio della Area Vasta Centro si trova anche l’Azienda Ospedaliera Universitaria  Pediatrica  Meyer Firenze, Ospedale pediatrico di riferimento Regionale .             

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Rete Ospedaliera Area Vasta Centro – Regione Toscana  

Ospedale S.Maria Nuova                                   Firenze Stabilimento Palagi – IOT                                    Firenze Ospedale S.Giovanni di Dio                              Firenze 

 Ospedale S. Maria Annunziata                        Bagno a Ripoli        Stabilimento Serristori                                            Figline Valdarno 

   

Firenze 

Ospedale del Mugello                                      Borgo S. Lorenzo Prato  Ospedale S Stefano                                           Prato 

 Ospedale S. Jacopo                                                   Pistoia  Stabilimento L. Pacini                                          S. Marcello (PT) 

 Pistoia 

Ospedale SS. Cosma e Damiano                          Pescia (PT) 

 Empoli 

  Ospedale S Giuseppe                                              Empoli Stabilimento Ospedale Infermi                           San Miniato  Stabilimento Ospedale Pietro Igneo               Fucecchio 

     

Azienda USL 

Toscana Centro 

 Firenze 

 Ospedale Careggi 

A.O.  Universitaria Careggi  

 Firenze 

 Ospedale Meyer 

A.O.  Universitaria Pediatrica Meyer  

 Strutture Privato accreditato Area Vasta Centro   Zona Distretto   Denominazione   Numero di Posti letto 

Villa delle Terme Spa ‐Impruneta 140   (di cui 52 riabil. e 88 di lungo degenza) Casa di Cura Val di Sieve     83  (di cui 15 riabilit.e 8 di lungo degenza) Casa di cura Frate sole   80  (di cui 20 riabil. e 15 lungo degenza)   Villa Maria Beatrice *                             32Villa dei Pini Srl                              75 

Zona Fiorentina Sud Est      Casa di cura Ulivella e Glicini   244 (di cui 90 riabil.e 20 lungo degenza) 

Casa di cura Villa Maria Teresa   41 (di cui 17 lungo degenza) Istituto reumatologico Munari    32 (di cui 32 riabilitazione) Villa delle terme Spa   90 (di cui 17 Riab.e 52 lungo deg.) Life Cronos –Villa delle Rose     6 Fondazione Don Gnocchi    95 riabilitazione 

Zona Fiorentina  

Istituto ortopedico Toscano   21 Zona Firenze Nord Ovest  

Centro Oncologico Fiorentino**  150 (di cui 30riabilitazione)  

Prato  Casa di cura Villa Fiorita  80 

 Pistoia   ZD Valdinievole 

  Casa di cura S. Rita  32  

 Empoli  ZD Empolese 

  Casa di cura S. Leonardo  80 

 *Attività di cardiochirurgia in dismissione      

** Il Centro Oncologico è in via di chiusura e si è in attesa di definirne la destinazione  

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Il modello di  sviluppo della  rete è basato  sulla  realizzazione di percorsi  clinico‐assistenziali  in un assetto organizzativo di tipo non gerarchico volto alla forte integrazione tra tutte le strutture coinvolte. La  revisione  della  rete  ospedaliera  parte  dall’equilibrio  fra  offerta  e  domanda  di  salute  espressa  dai residenti  nelle  diverse  zone  tenendo  conto  della  necessità  di  allargare  i  bacini  di  utenza  necessari  e  di trasferire  il  concetto  di  bacino  di  riferimento  dal  singolo  ospedale  al  sistema  più  articolato  di  rete ospedaliera.  In  tal modo  si  assicura  al  cittadino  la  prossimità  di  accesso  ai  servizi  e  si  ottiene  anche  il miglioramento della qualità e sicurezza.  Il rafforzamento della qualità e sicurezza delle cure si basa su un modello che valorizza  le competenze  in modo da garantire  l’associazione  tra volumi di attività ed esiti  clinici anche attraverso  la  concentrazione della produzione delle prestazioni ad alta complessità professionale. La rete degli ospedali della ASL Toscana Centro è articolata e strutturata sia sotto il profilo del rapporto con le strutture del privato accreditato che tra i diversi nodi della rete pubblica . La  riorganizzazione  della  rete  ospedaliera  è  un  processo  continuo  e  progressivo  che  è  iniziato  con  la Delibera GRT 1235/2012, è stato consolidato con  il Piano Socio Sanitario  Integrato 2012‐2015, prosegue con  l’applicazione delle  soglie alle  funzioni  specialistiche  in  coerenza  con  il  DM  70/2015.  Il  processo  di riorientamento normativo, organizzativo,  gestionale  e  assistenziale  troverà compimento completo entro il quinquennio 2016‐2021. E’  importante  ribadire  che  non  si  tratta  di  individuare  livelli  “gerarchici”  di  assistenza  ospedaliera, ma  di individuare ospedali che, in maniera integrata, offrano funzioni correlate ai bisogni dei territori di riferimento ed alla programmazione di Area Vasta. Nel ridisegno della rete la distribuzione geografica dei servizi offerti dovrà garantire ai cittadini l’accesso entro tempi di percorrenza definiti in riferimento alla tipologia delle attività sanitarie prese in considerazione. 

Il privato accreditato è  inserito nell’ambito del governo dell’offerta a livello di Area Vasta ed è organico ai percorsi propri delle  strutture della  filiera ospedaliera della Azienda USL Centro. L’espressione di questo processo di integrazione è rappresentato dagli accordi sottoscritti con la struttura di Villa Fiorita a Prato in sinergia  con  la  Medicina  d’Urgenza  dell’Ospedale  di  Prato;  convezione  con  la  CC  Santa  Rita  Zona Valdinievole che si integra con l’offerta di Zona soprattutto per le attività programmate; accordi con la Casa di Cura Leonardo di Empoli per percorsi di chirurgia vascolare e urologia.  

Tali accordi si  inseriscono nella collaborazione già consolidata da  tempo  in area metropolitana  fiorentina con  le Case di Cura anche per quanto attiene a cure  intermedie e  lungodegenza, a seguito di  invio diretto da Pronto Soccorso.  Di particolare rilievo è il contributo nell’ambito della rete riabilitativa.  L’attuale  rete  ospedaliera,  peraltro  in  costante  evoluzione,  è  rappresentata  da  otto  ospedali,  cinque stabilimenti ospedalieri e due ospedali di  II  livello (di cui uno è  l’Azienda ospedaliera pediatrica Meyer, di riferimento Regionale)  

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 La rete ospedaliera dell’Azienda USL Toscana Centro si sviluppa dalla città di Firenze,  lungo  la dorsale di Prato‐Pistoia‐Pescia servita dalla rete autostradale (A 11) e  lungo  la dorsale del medio e basso Valdarno (Empoli) servita dalla superstrada FI‐PI‐LI. 

 Relativamente alla città di Firenze, gli ospedali sono così dislocati:  

- l’ospedale  San  Giovanni  di  Dio  è  situato  nella  zona  SUD‐OVEST,  vicino  agli  svincoli della autostrada A1 e della autostrada Fi‐Pi‐LI; 

- l’ospedale  Santissima Annunziata di  Bagno a  Ripoli  Firenze  è  situato nella  zona  SUD‐EST vicino allo svincolo dell’autostrada A1; 

- il  policlinico di  Careggi,  è  situato nella  parte NORD di  Firenze  ed  è  relativamente  vicino agli svincoli autostradali della A 1 e A 11; 

- l’ospedale Santa Maria Nuova è invece collocato nel centro storico di Firenze. - l’ospedale di Borgo San Lorenzo, a nord della  città di Firenze, è  relativamente vicino allo 

svincolo autostradale della Autostrada A 1  con cui  si potranno  facilmente raggiungere gli altri ospedali una volta completate le opere sulla direttrice della A1 in direzione Firenze. Al momento sono frequenti tempi di percorrenza elevati nei giorni feriali ad alta congestione di veicoli commerciali. 

 E’ importante sottolineare che la rete ospedaliera sopra descritta risponde ampiamente a quanto previsto dal Decreto 70 del 2015  in cui  il Ministero della Salute di concerto con  il Ministero dell’Economia e delle Finanze prevede che  il numero di posti  letto ospedalieri  si attesti ad un  livello non  superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per riabilitazione e lungodegenza post acuzie al fine di realizzare l’obiettivo di rispettare un tasso di ospedalizzazione di 160/1000 abitanti.  Facendo riferimento all’anno 2015, l’Area Vasta Centro dispone di 3, 3 posti letto per mille abitanti (5.411 posti letto su una popolazione di riferimento di 1.624.000) con un tasso di ospedalizzazione standardizzato del 133,50 (fonte dati MeS).     

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STANDARD STRUTTURE PER DISCIPLINA DM 70   Il  DM  70  prevede  che  l’individuazione delle  strutture  di  degenza  e  dei  servizi  che  costituiranno  la  rete assistenziale  ospedaliera  deve  essere  effettuata  in  rapporto  ai  bacini  di  utenza  e  della  densità  della popolazione.  La  DGRT  145/2016  prevede  la  ridefinizione  dei  bacini  di  utenza  nell'ambito  della  pianificazione  della produzione  ospedaliera  complessiva  e  sottolinea  che  “l’elemento  chiave  della  pianificazione  della produzione ospedaliera complessiva è rappresentato dalla centralità dell'Area Vasta, all'interno della quale devono essere  trovate  le  risposte alla maggior parte dei bisogni dei  cittadini  residenti, e  che  si esprime attraverso  la definizione e gestione dei percorsi  integrati  interaziendali.  Il bacino di utenza di Area Vasta costituisce il riferimento principale entro cui rappresentare i bisogni ai quali deve dare risposta il ridisegno degli ospedali in un contesto di rete.”  E’  stata  fatta una  valutazione dell’impatto  in Area Vasta  Centro del Regolamento  recante  la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi per quanto attiene all’assistenza ospedaliera relativamente  agli  Standard  minimi  e  massimi  di  strutture  per  singola  disciplina  e  ai  volumi  ed  esiti. L’analisi delle strutture organizzative delle singole aziende ha portato all’elaborazione di una griglia.  La definizione del numero programmato delle unità operative secondo il DM 70/2015 è stata determinata secondo  le  indicazioni  di  livello  nazionale  utilizzando  il  criterio  dei  bacini  di  utenza  corrispondenti  al massimo delle unità operative prevedibili.  Al  fine  di  valutare  il  numero  di  UO  programmate  si  è  tenuto  conto  che  per  le  Aziende  ospedaliere Universitarie vige  il  ‘Protocollo di intesa tra la Regione Toscana‐ Giunta Regionale e Università degli studi di Firenze  Pisa  e  Siena  (in  attuazione  dell’art.1  comma1  D.Leg.517/1999)’  –  DGRT  1020/2008  che  fornisce ulteriori indicazioni rispetto il numero delle strutture complesse.  Sono  state escluse dalla valutazione  le  strutture  regionali afferenti all’Azienda Ospedaliero‐ Universitaria Meyer, ospedale di riferimento per le specialità pediatriche.  Sulla  base  della  valutazione  d’impatto  svolta  con  i  criteri  sopra  riportati  e  con  gli  ulteriori  elementi  di valutazione  previsti  dalla  DGRT    145/2016,  sono  stati  individuati  in  questa  prima  fase  gli  assetti programmati da realizzarsi.  

 Nella  tabella  riportata nelle pagine  seguenti  sono messe a  confronto  le  strutture  complesse ospedaliere previste dal Piano di Area Vasta e quelle previste dall’organigramma della Azienda USL Toscana Centro.             

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Cod Disciplina 

UOC ‐ AUSLTC ‐ AUOC       PROGRAMMATO            

nel  Piano Aree Vasta Centro(al 31/12/2017)

SOC         AUSL TC      Assetto organizzativo   delib. N. 1965 del 

29/12/16

001 Allergologia 2 1003 Anatomia e  istologia patologica 4 3006 Cardiochirurgia infantile 0 0007 Cardiochirurgia 1 0008 Cardiologia 6 4

Emodinamica 0 0050 Unità coronarica 0 0009 Chirurgia generale 9 6010 Chirurgia maxillo‐facciale 1 0011 Chirurgia pediatrica 0 0012 Chirurgia plastica 2 1013 Chirurgia toracica 1 0014 Chirurgia vascolare 2 1

019 Malattie  endocrine, nutrizione  e  ricamb. 3 1

020 Immunologia e  centro  trapianti 1 0021 Geriatria 2 3024 Malattie  infettive  e  tropicali 2 2025 Medicina del lavoro 0 0026 Medicina generale 15 11029 Nefrologia 0 0048 Nefrologia (abilitato  al trapianto  rene) 1 0054 Emodialisi 2 3030 Neurochirurgia 1 0032 Neurologia 6 4033 Neuropsichiatria infantile 0 0034 Oculistica 5 3035 Odontoiatria e  stomatologia 3 1036 Ortopedia e  traumatologia 8 5037 Ostetricia e  ginecologia 7 6038 Otorinolaringoiatria 2 2039 Pediatria 4 3032 Neonatologia (vedi  sotto)

073 Terapia intensiva neonatale  ‐Neonatologia

2 2

040 Psichiatria 7 7042 Tossicologia 1 0  

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043 Urologia 5 3

047 Grandi  ustionati 0 0049 Terapia intensiva 9 6

Anestesia e  rianimazione  (vedere  terapia intensiva)

0 0

Terapia del  dolore 2 0Medicina e  chirurgia d’accettazione  e  d’urgenza

7 7

052 Dermatologia 3 3055 Farmacologia clinica (n/a) 0

056 Recupero e  riabilitazione  funzionale  (pa rame tri  da  de fi n i re )

2

057Fisiopatologia della riproduzione  umana nell’ambito della Ginecologia/Ostetricia

1 0

058 Gastroenterologia 3 3060 Lungodegenti 0 0061 Medicina nucleare 2 1064 Oncologia 5 4065 Oncoematologia pediatrica 0 0066 Oncoematologia (vedere  Ematologia) 0 0018 Ematologia 1 0068 Pneumologia 2 1069 Radiologia 10 6

Neuroradiologia 1 0

070 Radioterapia (vedere  radioterapia oncologica

0 0

074 Radioterapia oncologica 3 2071 Reumatologia 2 1075 Neuroriabilitazione 0 0076 Neurochirurgia pediatrica 0 0077 Nefrologia pediatrica 0 0078 Urologia pediatrica 0 0

Farmacia ospedaliera 5 1Laboratorio  d’analisi 4 2Microbiologia e  virologia 1 0Fisica sanitaria 3 2Servizio  trasfusionale 3 3Genetica medica 1 0Dietetica/dietologia 0 0Direzione  sanitaria di presidio 5 5TOTALI 178 121  

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In questa  tabella  sono messe  a  confronto  le  strutture  complesse ospedaliere previste dal Piano di Area Vasta e le Strutture complesse  previste dall’organigramma della Azienda USL Toscana Centro. Le  strutture  semplici  (SOS)  previste  dalla  AUSL  Toscana  Centro  sono  in  totale  129  e  tale  valore  è perfettamente  in  linea  con  il  Patto  per  la  Salute  2010‐2012  che  prevede  1,31  strutture  semplici  per struttura complessa. Il  rapporto  Strutture  Semplici  Totali/Strutture  Complesse  Totali  è  garantito:  infatti,  applicando  1.31 SOC/SOS, il valore massimo attivabile è 159 a fronte delle 129 previste.  Rete Servizi Cardiologia Interventistica  La  revisione della  rete dei  servizi di Cardiologia  Interventistica costituisce  il primo  step di un processo di riorganizzazione delle reti per le emergenze–urgenze cardiologiche . Per  il  percorso  di  angioplastica  primaria  ‐  con  particolare  riferimento  all’infarto  miocardico  con  ST sopraslivellato  (Stemi)  –  sono  stati  individuati  in  area metropolitana  fiorentina  due  centri  operativi,  a Careggi  e  presso  il  Centro  di  Emodinamica  per  l’angioplastica  primaria  dell’Ospedale  Santa  Maria Annunziata.  Contestualmente  vengono  disattivati  i  centri  di  Emodinamica  per  l’angioplastica  primaria dell’Ospedale di Santa Maria Nuova e dell’Ospedale S. Giovanni di Dio.  VOLUMI ED ESITI DM 70 (fonte dati ARS)  

 La necessità di garantire l’erogazione delle cure in condizioni di appropriatezza, efficacia, efficienza, qualità e sicurezza rende necessario prendere  in considerazione  i valori dei volumi di attività degli ospedali della Azienda USL Toscana Centro correlati agli esiti migliori attraverso la definizione di soglie minime di volume di attività come da DM 70.   

Angioplastica coronarica (250 procedure/anno di cui almeno il 30% angioplastiche primarie, DM 70) 

Angioplastiche coronariche 

Angioplastiche primarie 

ASL  Toscana Centro  

2015  2016  2015  2016 Cardiologia Pistoia  726 720 172  174Cardiologia Firenze  1.179 1.219 137  145Cardiologia Prato  588 581 129  124Cardiologia Empoli  415 541 104  113

Totale  2.908 3.051 542  556 

Le procedure per anno sono assicurate  in tutti gli ospedali sede di  laboratorio di emodinamica; sono inoltre garantite anche le 75 angioplastiche primarie (IMA‐STEMI).  

 Carcinoma Mammella (soglia minima 150 interventi su casi incidenti per Struttura Complessa, DM 70)  

SAN JACOPO PISTOIA 120 60 74OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO 224 105 118S.M. ANNUNZIATA BAGNO A RIPOLI 326 179 178OSPEDALE S. GIUSEPPE EMPOLI (FI) 187 115 102Totale Asl centro Toscana 857 459 472

 

Le azioni di centralizzazione hanno avuto un buon risultato; da monitorare la situazione di Pistoia.  

  2015  1 sem 2015  1 sem 2016 

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Sono inoltre garantite le altre attività con volumi soglia previsti dal DM 70, calcolate per Struttura Operativa Complessa (SOC) di seguito riportate: 

 Colecistectomia laparoscopica (soglia minima 100 interventi annui per struttura complessa, DM 70)  

  2015  1 sem 2015  1 sem 2016 S JACOPO PISTOIA  198 153  96SS. COSMA E DAMIANO PESCIA (PT)  191 97  103OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO  268 194  231S.M. ANNUNZIATA BAGNO A RIPOLI Figline  250 160  361S.GIOVANNI DI DIO TORREGALLI (FI) SMN BSL  470 283  136OSPEDALE S. GIUSEPPE EMPOLI (FI)  210 135  107Totale Asl Toscana Centro  1587 1022  1044   

Intervento dopo frattura di femore (soglia 75 per struttura complessa, DM 70) 

  2015  1 sem 2015  1 sem 2016 SAN JACOPO PISTOIA  296 162  158SS. COSMA E DAMIANO PESCIA (PT)  227 124  123OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO  482 245  242S.M. ANNUNZIATA BAGNO A RIPOLI  509 259  237S.GIOVANNI DI DIO  ‐ SMN ‐ BSL  537 306  326OSPEDALE S. GIUSEPPE EMPOLI (FI)  439 225  203 

Infarto miocardico acuto ( soglia 100 casi annui, DM 70) 

   2015  1 sem 2015  1 sem 2016 S JACOPO PISTOIA  598 291  314OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO  496 237  238FIRENZE  1.017 519  530OSPEDALE S. GIUSEPPE EMPOLI (FI)  412 207  247Totale Asl Toscana Centro  2523 1254  1329 

Parto  (almeno 1000   nascite per anno;  in aree geografiche disagiate non  inferiori a 500.   Accordo Stato Regioni 2010 a cui fa riferimento il DM 70)  

  2015  1 sem 2015  1 sem 2016 S JACOPO PISTOIA  1218 592  537SS. COSMA E DAMIANO PESCIA (PT)  755 403  323OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO  2417 1177  1104NUOVO OSPEDALE BORGO S.LORENZO (FI)  445 217  208S.M. ANNUNZIATA BAGNO A RIPOLI  1201 564  539S.GIOVANNI DI DIO TORREGALLI (FI)  1722 824  840OSPEDALE S. GIUSEPPE EMPOLI (FI)  1338 685  640Totale Asl Toscana Centro  9096 4462  4191 

Necessario monitorare l’attività del punto nascita di Borgo San Lorenzo e di Pescia. 

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Volumi attività chirurgica oncologica (fonte dati ARS) 

Sono  di  seguito  riportati  i  valori  relativi  alla  attività  chirurgica  relativa  ai  più  frequenti  tumori  che potrebbero  giovarsi di una  revisione della  attuale organizzazione  al  fine di ottenere una  concentrazione della  casistica.  Infatti  sono  disponibili  prove,  documentate  dalla  revisione  sistematica  della  letteratura scientifica,  di  associazione  tra  volumi di  attività  e migliori  esiti  delle  cure,  in  particolare  per:  carcinoma fegato, pancreas, stomaco, colon, polmone, prostata etc. Si  sottolinea  che  nell’Area Vasta Centro  sono  state  individuate  5 Unità di Competenza di  cui  una per  il tumore della prostata ed altre 4 per i seguenti tumori infrequenti: 

- Tumori del pancreas - Tumori dell’esofago - Tumori del Surrene  - Tumori Gist 

La sede operativa delle Unità di Competenza è ubicata presso  l’AOUC Careggi  in quanto  la struttura è  in possesso dei requisiti organizzativi‐professionali‐assistenziali previsti dalle norme regionali. Presso ciascuna Unità di competenza è istituito un GOM, con tutti i professionisti delle strutture (USL TC e AOUC)  e  all’interno  di  questo  viene  individuato  un  Coordinatore  (AUSLTC  o  AOUC)  e  un  ufficio  di Coordinamento che sovrintende alla regia dell’intero percorso. All’interno degli atti sottoscritti è presente un preciso cronoprogramma delle azioni. Saranno  effettuate  nel  corso  dell’anno  2017  le  valutazioni  necessarie  in merito  ai  seguenti  interventi chirurgici. Carcinoma Stomaco      2015  1 sem 2015  1 sem 2016 

RIUNITI PISTOIA  19  10  8 SS. COSMA E DAMIANO PESCIA (PT)  10  5  4 OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO  28  12  21 S.M. ANNUNZIATA + Figline   15  10  6 S.GIOVANNI DI DIO +SMN+BSL  40  26  21 OSPEDALE S. GIUSEPPE (FI)  20  5  9 Totale Asl centro  132  68  65 Carcinoma retto  

  2015  1 sem 2015  1 sem 2016 RIUNITI PISTOIA  32  17  14 SS. COSMA E DAMIANO PESCIA (PT)  21  15  8 OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO  31  18  12 S.M. ANNUNZIATA + Figline  22  8  5 S.GIOVANNI DI DIO +SMN+BSL  22  12  13 OSPEDALE S. GIUSEPPE (FI)  24  10  13 Totale Asl Centro  152  80  65   Carcinoma colon 

 2015  1 sem 2015  1 sem 2016 

RIUNITI PISTOIA  88  45  47 SS. COSMA E DAMIANO PESCIA (PT)  48  27  19 OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO  94  42  53 S.M. ANNUNZIATA + Figline  70  28  29 S.GIOVANNI DI DIO +SMN+ BSL  110  57  49 OSPEDALE S. GIUSEPPE (FI)  84  49  57 Totale Asl Centro  494  248  254  

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Carcinoma fegato 

  2015  1 sem 2015  1 sem 2016 RIUNITI PISTOIA  12  1  4 SS. COSMA E DAMIANO PESCIA (PT)  7  6  0 OSPEDALE NUOVO S.STEFANO PRATO  3  2  2 S.M. ANNUNZIATA + Figline  6  1  2 S.GIOVANNI DI DIO +SMN + BSL  5  3  1 OSPEDALE S. GIUSEPPE (FI)  5  2  8 Totale Asl centro  36  15  16   RIORGANIZZAZIONE RETE SERVIZI ANATOMIA PATOLOGICA ED ANALISI CHIMICO‐CLINICHE  

Anatomia Patologica 

 Empoli ‐ Prato 

• Attivazione della Telepatologia tra la U.O. Anatomia Patologica di Empoli ed il Presidio di Prato per l’attività di biopsia estemporanea e teleconsulto da estendersi nel 2018 alle altre due SOC di Anatomia Patologica. 

• Attivazione  del  Progetto  di  centralizzazione  della  Patologia Molecolare  presso  il  presidio  di Prato  a  valenza  aziendale,  attività  già  presente  da  circa  due  anni  per  la  determinazione molecolare dei geni KRAS, NRAS, BRAF a supporto dell’attività della Oncologia Medica di Prato (vedi Progetto). 

• Organizzazione delle attività prevalentemente di tipo istologico con vocazione di HUB per l’area Empoli‐Prato‐Pistoia (anno 2018). 

 Firenze  

• Riorganizzazione dell’A.P. di Firenze con  il trasferimento dell’attuale sede del presidio di SMA con consolidamento dell’attività nella sede della SOC presso il presidio di SGD e mantenimento di  una  sede  spoke  allestita  per  la  valutazione  diagnostica  su  prelievi  bioptici  in  corso  di intervento  chirurgico  (estemporanea)  e  per  l’attività  di  citoassistenza,  residente  nel  Presidio Ospedaliero Santa Maria Annunziata. 

• Implementazione  informatica  su  programma  Winsap  relativamente  attivazione  della piattaforma WEB per a/r delle richieste, implementazione della Tracciabilità dell’attività e della firma digitale (condizionato alla disponibilità di ICT Estar). 

 

  Pescia 

• Riorganizzazione  dell’attività  della  SOC  di  Pescia  con  implementazione  e  stabilizzazione  del personale ed orientamento  verso  la prevalente attività di diagnostica  citologica  su materiale agoaspirato,  su materiale  esfoliato  (citologia urinaria, espettorato,  secrezioni mammarie),  su materiale prelevato  in corso di endoscopia (brushing, bronco aspirato) e su prelievo citologico cervico‐vaginale (pap‐test) ed attività Istologica per preparati dei riscontri diagnostici. 

 

 

 

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Laboratorio analisi  

Riorganizzazione  delle  attività  di  laboratorio  di  II  livello  nei  due  HUB  specialistici  di  Prato  e  Firenze  con  le seguenti modalità: 

Tossicologia 

• Riunione di tutti gli esami di Tossicologia di I e II livello presso la SOS di Tossicologia ed Antidoping (Firenze),  già  effettuato  nel  2016 per  Empoli,  da  concludersi  nel  2017  per  Prato  e  Pistoia    (vedi Progetto). 

Genetica • Riunione di tutti gli esami di genetica molecolare ed HLA presso la SOS di Genetica, sede Prato, già 

attuata nel 2016 per Firenze ed Empoli, da attuare per Pistoia (2017) • Recupero attività di diagnostica prenatale aziendale ed extra aziendale (biennio 2017 – 2018) vedi 

progetto.  Diagnostica per Micobatterio  

• Riunione dell’attività di Empoli su Prato Biologia Molecolare, Allergologia ed Autoimmunità. • Riunione  dell’attività  di  Empoli  su  Prato  e  di  Pistoia  su  Firenze  in  ragione  delle  due  tipologie  di 

software. Immunologia ed esami vari 

• Riunione delle attività di II livello su SOS di Immunoallergologia, sede Firenze, ed autoimmunità per malattie neurologiche sul laboratorio di Prato. 

Esami rari e specialità di 3° livello • Trasferimento di tali prestazioni all’AOUC e al Meyer. 

Recupero prestazioni da Laboratori extra aziendali • Esami vari con riunione in un solo laboratorio aziendale (in parte già attuato). • Recupero esami di microbiologia inviati alla AOUC (biennio 2017 – 2018). 

 Attivazione della DEMA ed omogeneizzazione dell’offerta in tutti e 4 i laboratori aziendali  (anno 2017)  Al  fine  di  supportare  il  processo  di  riorganizzazione  delle  attività  di  laboratorio,  come  sopra  elencato,  è necessario definire un percorso di convergenza il cui punto di arrivo preveda l'unificazione degli attuali software di Laboratorio  in un'unica soluzione. Considerato che  l'obiettivo dell'unificazione degli attuali sistemi non può essere conseguito ragionevolmente  in tempi  inferiori a due anni, Usl Centro ed Estar dovranno collaborare per definire un processo di convergenza che consenta contemporaneamente la possibilità di riorganizzare i flussi di attività dei quattro attuali laboratori.  Servizio Trasfusionale  Si riportano di seguito le principali linee di intervento per l’anno 2017:  

• Contributo  al  raggiungimento  degli  obiettivi  definiti  dal  Centro  Regionale  Sangue  per l’autosufficienza. 

• Aumento produzione di plasma in termini di peso conferito • Patient  Blood  Management  (PBM)  per  la  buona  gestione  della  risorsa  sangue,  spostando 

l'attenzione  dall'emocomponente  al  paziente  anche  tramite  il  coinvolgimento  dei  medici trasfusionisti nel percorso di pre‐ospedalizzazione; si ottiene  in  tal modo  la  riduzione del numero dei pazienti trasfusi e la diminuzione della durata dell’ospedalizzazione. 

• Omogeneizzazione procedure e modulistica in ambito aziendale. 

Si fa presente infine che saranno riorganizzate le attività cliniche sia ambulatoriali che di degenza in modo tale da integrare maggiormente  i servizi ed  i professionisti all’interno della rete ospedaliera; per tali aspetti si rimanda ai rispettivi capitoli.  

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Dipartimento delle Specialistiche Mediche  

Il Dipartimento è  costituito da 568 dirigenti medici, è organizzato  in aree multidisciplinari,  con attività gestionale sulle 70 articolazioni  organizzative (60 complesse e 10 semplici) afferenti al dipartimento, con proiezione su 13 stabilimenti ospedalieri  aziendali. 

 

Il Dipartimento medico è garante della qualità delle cure erogate, della equità di accesso ai suoi servizi e assicura  la  sostenibilità  del  sistema  attraverso  l’uso  appropriato  delle  risorse.  Garantisce  il  ricovero ospedaliero,  attività  ambulatoriale,  day  service  ed  è  impegnato  nello  sviluppo  di  modalità  clinico assistenziali  innovative che meglio rispondono ai bisogni della popolazione,  in continuo mutamento e  in un momento in cui il problema dell’equità di accesso è un valore centrale del sistema delle cure. 

Capitale Umano 

La risorsa più rilevante del dipartimento delle specialistiche mediche è  il suo capitale umano, costituito da 568 medici ai quali saranno garantiti, parallelamente alle altre figure professionali, percorsi di sviluppo tecnico professionale, competenza per la  gestione operativa dei processi di lavoro ed abilità per l’analisi e revisione dei processi. 

 

 

 

 

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Piano di sviluppo tecnico professionale personalizzato per ogni dirigente medico 

 

La disponibilità di quasi 600 professionisti medici, all’interno del dipartimento,  fornisce un  formidabile patrimonio di conoscenze e competenze che possono essere utilizzate per creare un sistema di sviluppo professionale  diffuso.  Attraverso  l’affiancamento,  che  potrà  essere  effettuato  nelle  ore  contrattuali previste per  la  formazione,  tra professionisti sarà possibile disegnare percorsi di apprendimento basati sulla formazione sul campo. 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Linee di indirizzo per la realizzazione del piano di sviluppo tecnico professionale  personalizzato per ogni dirigente medico 

  

Il Direttore di dipartimento con i referenti delle Aree identificherà le linee strategiche per la formazione tecnico professionale necessario allo sviluppo delle attività del dipartimento 

Documento con linee di indirizzo  

Giugno 2017 

Realizzazione dei piani di sviluppo tecnico professionale  personalizzato per ogni dirigente medico 

Il Direttore di UUOO basandosi sulle linee di indirizzo realizzerà, in condivisione con il diretto interessato, il piano formativo    

Realizzazione del 90% dei piani dei dirigenti medici 

Settembre 2017 

Attivazione di un sistema di formazione sul campo in affiancamento 

Inizio attività formativa  Almeno il 20 % dei piani attivati  

Dicembre 2017 

 

Messa a regime dei processi clinico gestionali 

 

Handover 

Per  i pazienti complessi, poli‐patologici dimessi dalle aree mediche,  la dimissione non deve essere altro  che un passaggio di setting di cura, dove venga strutturato e condiviso il passaggio del paziente con chi lo prenderà in cura. 

I  soggetti  coinvolti  in questa delicata  fase potranno  essere  sia medici,  infermieri,  fisioterapisti  e  tutti  i professionisti  sanitari  comunque  coinvolti  (MMG,  Professionisti  Ospedalieri,  operatori  delle  strutture distrettuali,  delle  Cure  intermedie,  delle  RSA  e  delle  Strutture  riabilitative).  Soprattutto  i  caregivers, familiari  o  professionisti  che  siano,  verranno  informati  e  formati  sulla  gestione  domiciliare  e  su  come rapportarsi con le strutture sanitarie. 

Sarà quindi necessaria una  revisione dei PDTA  fino ad oggi  realizzati, e qualora non  sia adeguatamente trattato  il  processo  di  handover,  si  provvederà  al  loro  aggiornamento,  contestualizzazione  locale  e disseminazione. 

A questo proposito la lettera di dimissione si trasforma in relazione per la continuità delle cure.  

 

 

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Day            Service 

Il  Day  Service  rappresenta  il modello  organizzativo  di  attività  specialistica  ambulatoriale  che  comporta l’attivazione di interventi coordinati interdisciplinari e interprofessionali e si configura con la definizione di percorsi  ambulatoriali  complessi e coordinati  in  tutte  le specialità mediche  (PACC). La  standardizzazione dei PACC sarà effettuata dopo un anno dalla loro applicazione. 

La modalità organizzativa del Day‐Service non   rappresenta una alternativa al ricovero, ma la risposta più appropriata  a  bisogni  complessi,  non  urgenti, ma  non  procrastinabili.  Risponde  al  bisogno  di  continuità delle  cure espresso dopo un accesso  in pronto  soccorso  in  cui  il  ricovero non  fosse appropriato e di un eguale bisogno  espresso dai medici  di medicina  generale  (MMG). Ad  oggi  tale modalità  organizzativa  è stata  sviluppata  in modo parziale e con ampia variabilità nei diversi punti di erogazione delle prestazioni della AUSL centro, tale offerta non è obbligatoriamente vincolata alla struttura ospedaliera. 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Tracciabilità del Day Service  Realizzazione di flusso “NON‐SDO”, oltre alla normale alimentazione della  SPA 

Attivazione del flusso non SDO 

Dicembre 2017 

Definizione e divulgazione delle diverse tipologie di PACC e sedi di erogazione  

Ricognizione, definizione delle  tipologie di PACC da garantire e divulgazione dei tempi di inizio attività.  

Pubblicazione sul sito aziendale 

Giugno 2017 

Attivazione di un sistema di prenotazione decentrato dedicato ai professionisti. 

Definire il sistema di prenotazione che sarà totalmente dedicato ai professionisti che avranno in carico il paziente 

Attivazione sistema di prenotazione  

Dicembre 2017 

Il  flusso  “NON  SDO”  è  rappresentato  dalla medesima modalità  di  registrazione  della  SDO, ma  che  non alimenta il flusso e consente la rilevazione delle attività erogata e la diversa tipologia. 

 

La risorsa letto 

La  gestione di una  risorsa preziosa  come un posto  letto  in ospedale prevede  il  suo  accorto utilizzo.   A questo proposito  ci  si propone di diffondere  gli  strumenti di Visual Management    alle  aree di degenza afferenti al dipartimento medico. Tale esperienza, già consolidata  in alcuni ospedali della AUSL Toscana Centro, si vuole estendere  all’intero Dipartimento Medico. 

Strumento  già  ampliamente  validato  consente una  ottimizzazione  dei  tempi  di  occupazione  dei posti  letto  legate  ad  inefficienze  organizzative. Dove sperimentato ha consentito una riduzione di 0.5‐1  giorno  di  degenza.  I  tempi  di  diffusione saranno progressivi,  concentrandosi  sulle aree di degenza mediche coinvolgendo un intero presidio ospedaliero,  in accordo  con  il  suo Direttore ed  il Bed Manager. 

 

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OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definizione  del  piano  di intervento  e  diffusione  del Visual  Hospital 

Crono programma  Realizzazione  crono programma 

Giugno 2017 

Inizio  attività  nel  primo presidio   

Messa  a  regime  del  sistema ed applicazione dei  cicli brevi di miglioramento 

nessuno  Ottobre 2017 

Analisi dell’utilizzo del visual Hospital 

Monitoraggio  Degenza  media dell’isoperiodo 

Novembre  e Dicembre 2017 

 

Fast Track  per l’accesso agli ambulatori 

Superato  clinicamente  il  concetto  di  lista  di  attesa  per  ordine  di  arrivo,  basato  su  criteri  temporali  di prenotazione, l’accesso alle prestazioni ambulatoriali si basa sul livello di priorità clinica. I criteri di priorità sono necessariamente condivisi e negoziati fra  specialisti e MMG, avendo cura di contestualizzarli rispetto alle  zone  di  residenza  e  di  ubicazione  dei  servizi  di  erogazione  delle  prestazioni.  Per  effettuare  tale delicata,  quanto  fondamentale  operazione,  si  rende  necessario  definire  un  unico  punto  di  riferimento tecnico professionale tra gli specialisti ospedalieri e convenzionati. 

Tale punto di  riferimento potrà essere  il direttore della unità operativa della specialistica di  riferimento per tale prestazione. 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definizione  delle  visite specialistiche  da  portare  a regime  per  la  fast  track  in tutte le arre di erogazione  

Crono programma  Realizzazione cronoprogramma 

Giugno 2017 

Messa  a  regime  visite ambulatoriali   

Attivazione fast track  Realizzazione  del 50%  di  quanto programmato 

Settembre 2017 

Completamento programma anno 2017 

Attivazione fast track  Realizzazione  del 90%  

Dicembre 2017 

 

 

Allineamento tra emergenza urgenza ed articolazioni organizzative del dipartimento medico 

L’incremento del numero dei posti letto che si renderà disponibile a seguito delle azioni di cui sopra potrà determinare un alleggerimento del carico sui dipartimenti dell’emergenza urgenza ma si rende necessario anche prevedere  l’utilizzo di  tecniche  che  consentano  l’allineamento del  flusso del  lavoro delle  aree di degenza del dipartimento medico con la velocità e variabilità del flusso dei diversi pronto soccorso. 

Inoltre  sarebbe  opportuno  leggere  il  flusso  del  paziente  che  dall’emergenza  viene  ricoverato  come  un unicum  e  realizzando  dei  sistemi  di  disaccoppiamento  (Buffer)  per  i  momenti  in  cui  la  variabilità dell’emergenza  diventi  inconciliabile  con  il  flusso  caratteristico  della  funzione  di  ricovero.  Il dimensionamento dei buffer consente inoltre di superare i momenti critici di sovra afflusso.  

Il piano si articolerà in tre fasi: analitica, progettuale e di realizzazione. 

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OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Analisi del flusso: mappa della domanda che inizia dall’accesso in Pronto Soccorso alla dimissione dal dipartimento medico e calcolo del tackt time 

Mappa della domanda e tackt time per il 100% dei presidi 

Maggio 2017 

Realizzazione della mappa del flusso del valore (VSM) 

VSM nel 100% dei presidi  Luglio 2017 

Progettazione delle attività per passare dalla condizione attuale a quella futura specificando in dettaglio tutte le contromisure da adottare e loro sequenza e tempistica 

Cronoprogramma nel 100% dei presidi  

E documento A3 

Settembre 2017 

Allineamento tra emergenza urgenza ed articolazioni organizzative del dipartimento medico 

 

Realizzazione delle contromisure  Realizzazione di 3 contromisure per presidio 

Dicembre 2017 

 

 

Razionalizzazione della rete dei servizi di cardiologia interventistica 

La razionalizzazione della rete dei servizi di Cardiologia Interventistica, ha costituito  il primo passo di un processo di riorganizzazione delle reti per le emergenze urgenze cardiologiche . 

Per  il  percorso  di  angioplastica  primaria  (con  particolare  riferimento  all’infarto  miocardico  con  ST sopraslivellato. STEMI) sono stati individuati in area metropolitana fiorentina due centri operativi l’uno  a Careggi  l’altro presso  il Centro di  Emodinamica per  l’angioplastica primaria dell’Ospedale  Santa Maria Annunziata.  La  progressiva  disattivazione  dei  centri  di  Emodinamica  per  l’angioplastica  primaria dell’Ospedale di Santa Maria Nuova e dell’Ospedale S. Giovanni di Dio sarà strettamente monitorata per valutare  il mantenimento dell’offerta. Per validare ed  implementare  le ulteriori  iniziative e  interventi,  il monitoraggio  rappresenterà  un  elemento  informativo  determinante  nel  proseguo  delle  azioni  già previste nel programma per la rete tempo‐dipendente emergenze cardiologiche dell’Area Vasta Centro. 

Centro per il piede diabetico in collaborazione con il Dipartimento Chirurgico 

Il Centro prevede una presa in carico globale del paziente fornendo una serie di prestazioni coinvolgenti le più varie professionalità, dal podologo al diabetologo, dal neurologo al chirurgo vascolare consentendo  un approccio  qualitativamente  elevato  per  pazienti  complessi  ;  l’attività  è  prevista  presso  l’ospedale  San Giovanni di Dio e San Jacopo Pistoia. 

 

Continuità delle cure 

Lo sviluppo di una  rete  integrata  tra servizi ospedalieri e  territoriali,  in grado di accogliere e soddisfare  le diverse  tipologie  di  bisogno  dei  pazienti  dimessi,  è  un  tema  di  rilevanza  strategica. Garantire  percorsi  di continuità  ospedale‐territorio  appropriati  è  possibile  solo  se  si  rilevano  e  si  caratterizzano  i  bisogni  dei pazienti precocemente durante gli episodi di ricovero, se si hanno a disposizione risposte assistenziali post‐acuzie  proporzionate  al  grado  di  complessità  dei  casi  da  prendere  in  carico  e  se  i modelli  organizzativi adottati per la realizzazione dei servizi di post‐acuzie permettono una gestione snella ed efficiente dei casi e dei percorsi.   

La continuità delle cure si avvale: 

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- Assistenza  Domiciliare  Integrata  (ADI),  assistenza  infermieristica,  assistenza  domiciliare, riabilitazione domiciliare e ambulatoriale 

- strutture    per  risposte  residenziali  territoriali:  cure  sub‐acute  ,  cure  intermedie  tipo  A,  cure intermedie tipo B ‐ DGR 431/2013, RSA, moduli in RSA (base, disabilità motoria, Nucleo Alzheimer), moduli per pazienti con coma e stati di minima coscienza, hospice, riabilitazione residenziale extra‐ospedaliera (ex art.26) 

- Strutture  per risposte residenziali  ospedaliere: cure post‐acute, reparti per lungodegenza (cod.60), riabilitazione ospedaliera (cod. 56, cod. 28, cod. 75)  

Come  primo  passo  ci  proponiamo  di  definire    una  procedura  omogenea  per  la  gestione  delle  dimissioni ospedaliere  complesse, estendendo  l’esperienza  condotta nella  zona di  Firenze  con  il progetto  “ Un  solo paziente” alle altre zone della AUSL Toscana Centro. 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Analisi   dati   di   offerta   della    fase   post   acuzie 

(residenziale e domiciliare) e sulle dimissioni 

Predisposizione   documento   situazione 

attuale offerta  Strutture  post  acuzie 

 

Realizzazione report 

Luglio 2017 

Analisi   delle   modalità   attuali   di   gestione   della 

dimissione e  definizione procedura standardizzata 

Realizzazione di  procedura     

condivisa per la gestione della dimissione e della continuità Ospedale‐Territorio  

Realizzazione procedura aziendale  

Settembre 2017 

 

In questo contesto appare fondamentale per le attività del ricovero medico andare a definire in particolare i criteri di attribuzione e monitoraggio delle cure  intermedie in una logica di sistema di cure progressive. 

 

Cure intermedie 

Un ospedale per acuti prevede una velocità di funzionamento adeguata alla necessità clinica del paziente e non prevede iter diagnostici incompleti o affrettati, ma si orienterà per dare risposte diversificate garantire comunque  il  bisogno  sanitario  non  soddisfabile  al  domicilio,  ma  che  non  risponde  più  ai  criteri  di appropriatezza per il mantenimento dello stato di ospedalizzazione. 

Si  rende necessario  realizzare una  rete di  servizi di cura  sub acuti e post acuti diversificati  tra domicilio e ospedale per acuti in modo da garantire risposte ai bisogni espressi dai cittadini. A questo riguardo diventa centrale definire gli standard di assistenza erogati e con essi definire  i criteri di appropriatezza clinica per governare l’accesso a tali strutture. 

 

 

 

 

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OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definizione  delle  condizioni pluri  patologiche    e  criteri  di accesso alle cure intermedie 

Realizzazione di  consensus multi professionale  per  la  definizione delle  condizioni  e  dei  rispettivi criteri 

Pubblicazione documento  sul  sito secondo  le  fasi  di avanzamento  dei lavori 

Ottobre 2017 

Dicembre 2017 

Misura  dell’appropriatezza  di utilizzo  

 Definizione  indicatore  che misura  i  ritorni  in PS o ospedale dalle Cure Intermedie 

Definizione algoritmo  Giugno 2017 

Analisi  dell’utilizzo  delle  cure intermedie 

Analisi dei singoli casi che hanno determinato  il  fallimento dell’invio 

Report  di  analisi  dei fallimenti 

Dicembre 2017 

Rimodulazione dell'attività di genetica medica 

Completamento  della  riorganizzazione  della  attività di Genetica Medica  che    prevede  la  costituzione  di    un Centro Unico di Coordinamento presso l’AOU  Careggi per le attività di secondo e terzo livello, mentre le attività di  citogenetica  di  primo  livello,  collegate  prevalentemente  alla  gravidanza  e  ad  attività  di  genetica  clinica, saranno  ubicate  anche  nei  Presidi Ospedalieri  dell’Asl  Centro.  L’attività  di  Genetica Medica,  a  regime,  sarà organizzata secondo le indicazioni contenute negli atti deliberativi regionali. 

Le cure e le reti tempo dipendenti 

All’interno dei processi clinico gestionale del Dipartimento delle specialistiche mediche hanno un ruolo centrale i due percorsi  tempo dipendenti dell’infarto miocardico acuto e dell’ictus cerebri. Le attività delle  reti hanno una estensione extra aziendale,  interessando anche l’azienda ospedaliera universitaria, sono già definiti da atti regionali   formali e sono già  implementati nella nostra azienda. Le attività delle reti sono monitorate nel  loro funzionamento da un  insieme di  indicatori prodotti direttamente dall’Agenzia  regionale di sanità  toscana. Le attività principali sono legate al riesame della rete, applicazione dei protocolli definiti nel PDTA, interpretazione dei dati di monitoraggio e relative azioni di adeguamento. 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Riesame della coerenza della rete rispetto a quanto definito dalla delibera regionale sia per IMA che per ICTUS 

Verifica sul campo della attuazione del documento regionale per IMA e ICTUS 

Documento che descriva il grado di aderenza 

Giugno 2017 

Misura del livello di applicazione dei protocolli di stratificazione dei pazienti e di trattamento per IMA e ICTUS  

 Revisione delle casistiche di pazienti trattati in loco, centralizzati e trasferiti 

Tre report audit clinico organizzativo  

Luglio 2017 

Analisi dati di monitoraggio delle reti IMA e ICTUS 

In base ai risultati di monitoraggio analisi degli scostamenti, definizione delle criticità e contromisure  

Documento che descriva gli interventi effettuati in relazione ai dati di monitoraggio di Ars 

Dicembre 2017 

 

In particolare per  le  reti  tempo dipendenti  si prevede di utilizzare  il  sistema di  valutazione per ogni  singolo paziente  su  almeno  40  casi  tra  tutti  gli  eligibili  e  20  sui  pazienti  non  eligibili  al  trattamento  di  angioplastica primaria. 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Dipartimento delle Specialistiche Chirurgiche 

Il Dipartimento è  costituito da 337 dirigenti medici, è organizzato  in aree multidisciplinari,  con attività gestionale sulle 55 articolazioni organizzative (22 complesse e 33 semplici) afferenti al dipartimento, con proiezione trans murale su 13 stabilimenti ospedalieri aziendali. 

 

Il dipartimento chirurgico è garante della qualità delle cure erogate, della equità di accesso ai suoi servizi e  garantisce  la  sostenibilità  del  sistema  attraverso  l’un  uso  appropriato  delle  risorse.  Garantisce  il ricovero ospedaliero, attività ambulatoriale, day service e l’attività di sala operatorio. 

 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Capitale Umano 

La risorsa più rilevante del dipartimento delle specialistiche chirurgiche è il suo capitale umano, costituito dai medici e dagli altri professionisti sanitari ai quali saranno garantiti percorsi di sviluppo tecnico professionale, competenza per la gestione operativa dei processi di lavoro ed abilità tecniche per la conduzione dell’attività chirurgica. 

Piano di sviluppo tecnico professionale personalizzato per ogni dirigente medico 

La  disponibilità  di  numerosi  professionisti  medici,  all’interno  del  dipartimento,  fornisce  un  formidabile patrimonio  di  conoscenze  e  competenze  che  possono  essere  utilizzate  per  creare  un  sistema  di  sviluppo professionale diffuso.  Attraverso l’affiancamento, che potrà essere effettuato nelle ore contrattuali previste, tra professionisti sarà possibile disegnare percorsi di apprendimento basati sulla formazione sul campo. 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Linee di Indirizzo per la realizzazione del piano di sviluppo tecnico professionale  personalizzato per ogni dirigente medico 

  

Il Direttore di dipartimento con i referenti delle Aree identificherà le linee strategiche per la formazione tecnico professionale necessario allo sviluppo delle attività del dipartimento 

Documento con linee di indirizzo  

Giugno 2017 

Realizzazione dei piani di sviluppo tecnico professionale personalizzato per ogni dirigente medico 

Il Direttore di UUOO basandosi sulle linee di indirizzo realizzerà, in condivisione con il diretto interessato, il piano formativo    

Realizzazione del 90% dei piani dei dirigenti medici 

Settembre 2017 

Attivazione di un  sistema di formazione  sul  campo  in affiancamento 

Inizio attività formativa  Almeno  il  20  % dei piani attivati  

Dicembre 2017 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Messa a regime dei processi clinico gestionali 

Handover 

Per i pazienti complessi, poli patologici dimessi dalle aree chirurgiche la dimissione non deve essere altro  che un cambiamento di setting di cura, dove venga strutturato e condiviso il passaggio paziente con chi lo prenderà in cura. I soggetti coinvolti in questa delicata fase potranno essere sia medici, infermieri, fisioterapisti e tutti i professionisti  sanitari  comunque  coinvolti  (MMG,  Professionisti  Ospedalieri,  operatori  delle  strutture distrettuali, delle Cure intermedie, delle RSA e delle Strutture riabilitative). Soprattutto i caregivers, familiari o professionisti che siano, verranno  informati e  formati sulla gestione domiciliare e su come rapportarsi con  le strutture sanitarie. 

Sarà quindi necessaria una revisione dei PDTA fino ad oggi realizzati, e qualora non sia adeguatamente trattato il processo di handover,  si provvederà al  loro aggiornamento, contestualizzazione  locale e disseminazione. A questo proposito la lettera di dimissione si trasforma in relazione per la continuità delle cure. 

Fast track ambulatoriale 

Superato  clinicamente  il  concetto  di  lista  di  attesa  per  ordine  di  arrivo,  basato  su  criteri  temporali  di prenotazione, l’accesso alle prestazioni ambulatoriali si basa sul livello di priorità clinica. I criteri di priorità sono necessariamente condivisi e negoziati fra specialisti e MMG, avendo cura di contestualizzarli rispetto alle zone di  residenza  e  di  ubicazione  dei  servizi  di  erogazione  delle  prestazioni.  Per  effettuare  tale  delicata,  quanto fondamentale operazione, si rende necessario definire un unico punto di riferimento tecnico professionale tra gli specialisti ospedalieri e convenzionati. 

Tale punto di riferimento potrà essere il direttore della unità operativa della specialistica di riferimento per tale prestazione. 

Apertura  e  ottimizzazione  di  fast  track,  visite  con  carattere  prioritario  in  risposta  ad  esigenze  di  percorsi  di urgenze differite da svolgersi entro 72 ore dalla richiesta; tali prestazioni sono attivabili dal medico di Medicina generale o medico specialista.  

E’  prevista  un’attività  di  audit  di  percorso  e  di  esito  con  la  partecipazione  degli  specialisti  di  branca  per l’evidenziazione di criticità e ipotesi di ulteriore miglioramento 

Le branche per le quali è prevista l’attivazione del fast‐track sono :  

- Chirurgia vascolare (Diagnostica vascolare non invasiva) 

- Otorino 

- Ortopedia 

- Odontoiatria 

Verrà  predisposta  un’iniziale  lista  di  patologie  per  le  quali  è  attivabile  il  fast  track  da  affinare  nei  confronti previsti con MMG e specialisti. 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definizione  delle  visite specialistiche  da  portare  a regime  per  la  fast  track  in tutte le aree di erogazione  

Crono programma  Realizzazione cronoprogramma 

Giugno 2017 

Messa  a  regime  visite ambulatoriali   

Attivazione fast track  Realizzazione  del 50%  di  quanto programmato 

Settembre 2017 

Completamento programma anno 2017 

Attivazione fast track  Realizzazione  del 90%  

Dicembre 2017 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Riorganizzazione  dell'attività  di  protesica        ortopedica 

Nell’ambito della  riorganizzazione dell’attività di  protesica ortopedica programmata, vengono  individuati due poli dedicati: il primo nel Centro protesico di Fucecchio dell’Asl Toscana Centro (che verrà potenziato fino al raddoppio della sua capacità operativa) e il secondo presso il CTO di Careggi. 

 Contestualmente saranno potenziate le attività delle case di cura convenzionate, con l’obiettivo di ridurre in maniera consistente le liste di attese per la chirurgia ortopedica protesica programmata. A tal proposito diventa  fondamentale, a  livello di Area Vasta,  la gestione unitaria integrata delle  liste di prenotazione tra ASL, AOU e Case di cura convenzionate. 

Il Centro di Fucecchio verrà potenziato con  i professionisti della equipe di  tutti gli  ospedali  della Azienda Usl Toscana Centro. Verrà  attuato  un  piano  di monitoraggio  articolato per  rendere  ottimale  il  processo assistenziale sotto  il profilo della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza. 

Chirurgia della mano 

Integrazione di alcuni medici ortopedici dell’ATC nelle attività della Chirurgia della Mano dell’A.O.Careggi per indirizzare l’attività verso un pool di professionisti di Area Vasta Centro  

Chirurgia della spalla 

Incremento e centralizzazione con equipe dedicata degli  interventi di Chirurgia della Spalla per garantire adeguati volumi; rete ambulatoriale diffusa per la massima accessibilità. 

Chirurgia vertebrale 

Incremento dell’attività di chirurgia vertebrale attualmente svolto preso l’ospedale Palagi presso l’ospedale S.G. di Dio con ampliamento e diversificazione degli interventi previsti. 

Chirurgia oncologica  

Revisione  dei  percorsi  diagnostico‐terapeutici  per  patologie  rare  o  infrequenti  nell’ottica  delle  Unità  di Competenza  ed  Unità  Associate.  Nello  specifico,  di  concerto  con  il  Dipartimento  Oncologico, riorganizzazione della attività di chirurgia oncologica per  i  tumori  rari e  infrequenti  in una  logica di  focus hospital in linea con gli standard  della DR 394/2016 e in sinergia con l’Azienda ospedaliera Universitaria per lo sviluppo di Unità di Competenza e Unità Associate di Area Vasta 

Gestione dei processi clinico gestionali del percorso chirurgico 

  Azioni   Indicatori 

Definizione dei percorsi e degli

indicatori di pre‐ricovero min 3 percorsi 

Definizione dei percorsi e degli

indicatori di pre‐ 

ospedalizzazione 

 Standardizzazione dei  percorsi    chirurgici negli ospedali della AV Centro 

Formalizzazione e 

Applicazione dei percorsi 

Utilizzo documentazione condivisa in AVC di preospedalizzazione e di pre‐ ricovero 

 

Verifica campione e tramite indicatori della applicazione di un percorso condiviso per specialità  negli ospedali di AVC 

 

 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Ridefinizione  della  procedura  generale  della  gestione  del  percorso  chirurgico  secondo  la  normativa regionale con gestione unica delle liste per tutti i regimi di ricovero e per tutti i regimi di ricovero e i setting assistenziali che garantisca la trasparenza e la tracciabilità  del percorso.  

Standardizzazione del percorso di pre‐ospedalizzazione integrato e condiviso per gli interventi di K colon, K polmone,  colecistectomia, protesi anca e interventi di cataratta. 

Definizione per   l e   va r i e   pato log ie   d i   un   i t e r  diagnostico differenziato  per  le modalità  di  accesso nel  caso  che  l’indicazione chirurgica nasca da una problematica oncologica o per altra patologia benigna. 

L’omogeneizzazione del percorso del paziente da esterno alle varie prestazioni ambulatoriali e diagnostiche e  la  corretta  informazione al paziente  stesso,  sono gli elementi  fondanti per un’uniforme della  risposta assistenziale negli ospedali della AUSL Toscana Centro. 

Incremento dell’attività di chirurgia oftalmica presso l’ospedale Serristori, progetto nato dalla collaborazione tra più professionisti e due aziende sanitarie: l’Azienda USL Toscana Centro e l’Azienda USL Toscana Sud Est nell'ambito  di  una  riqualificazione  dell'Ospedale  Serristori  e  di  una  ottimizzazione  della  gestione  dei pazienti residenti in un territorio di confine.  

L’obiettivo è quello di  ridurre  i  tempi di attesa ma anche  il disagio dello spostamento dei cittadini verso altre strutture sanitarie. 

L’attività viene ulteriormente potenziata con svolgimento di due sedute operatorie settimanali operatorie  e con una previsione di circa 400‐500 interventi all'anno. 

Chirurgia Robotica 

Costituzione di un gruppo per  la chirurgia  robotica  in ambito urologico  tra  la ATC e AO Careggi;  l’attività viene  svolta  dai  alcuni  professionisti  dell’ATC  con  due  sedute  settimanali  rivolte  prevalentemente  ai pazienti  oncologici presso la sede della Chirurgia Robotica in Careggi.  

Chirurgia Bariatrica 

Integrazione fra l’attività di Chirurgia Bariatrica di Firenze con quella di Pistoia, con omogeneizzazione delle procedure e  rotazione dei professionisti sui due punti di erogazione della disciplina specialistica.  

Integrazione e sinergia pubblico privato 

Inserimento della Casa di Cura  Leonardo nel pool delle Case di Cura  fiorentine per percorsi di  chirurgia vascolare e urologia secondo gli accordi attualmente vigenti circa le modalità di acceso dei pazienti. 

Centro per il piede diabetico in collaborazione con il Dipartimento Medico 

Il Centro prevede una presa in carico globale del paziente fornendo una serie di prestazioni coinvolgenti le più varie professionalità, dal podologo al diabetologo, dal neurologo al chirurgo vascolare consentendo  un approccio qualitativamente elevato per pazienti complessi; l’attività è prevista presso l’ospedale S.G. di Dio e S. Jacopo Pistoia. 

Le cure e le reti tempo dipendenti 

All’interno  dei  processi  clinico  gestionale  del Dipartimento  Chirurgico  ha  un  ruolo  centrale  il  percorso tempo dipendente del Trauma 

Le  attività  delle  reti  hanno  una  estensione  extra  aziendale,    interessando  anche  l’azienda  ospedaliera universitaria, sono già definiti da atti regionali    formali e sono già  implementati nella nostra azienda. Le attività  delle  reti  sono  monitorate  nel  loro  funzionamento  da  un  insieme  di  indicatori  prodotti direttamente dall’Agenzia regionale di sanità toscana. 

Le  attività  principali  sono  legate  al  riesame  della  rete,  applicazione  dei  protocolli  definiti  nel  PDTA, interpretazione dei dati di monitoraggio e relative azioni di adeguamento 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Riesame  della  coerenza della  rete  rispetto a quanto definito  dalla  delibera regionale  

Verifica  sul  campo  della attuazione  del  documento regionale  

Documento  che descriva  il  grado  di aderenza 

Giugno 2017 

Misura  del  livello  di applicazione  dei  protocolli di  stratificazione  dei pazienti e di trattamento  

 Revisione  delle  casistiche  di pazienti  trattati  in  loco, centralizzati e trasferiti 

Tre  report  audit clinico organizzativo  

Luglio 2017 

Analisi dati di monitoraggio delle reti  

In  base  ai  risultati  di monitoraggio  analisi  degli scostamenti, definizione delle criticità e contromisure  

Documento  che descriva  gli interventi  effettuati in relazione ai dati di monitoraggio di Ars 

Dicembre 2017 

 

In particolare per le reti tempo dipendenti si prevede di utilizzare il sistema di valutazione per ogni singolo paziente su almeno 40 casi tra tutti gli eligibili.  

Appropriatezza Presidi 

Il miglioramento  della qualità delle cure e l’appropriatezza  terapeutica  necessitano  di un confronto 

Continuo confronto con  i clinici per definire, sulla base di  consolidate evidenze  scientifiche,  i presidi ed  i dispositivi a maggior rischio di in appropriatezza. 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Creare l’elenco dei primi 100 presidi o dispositivi utilizzati nell’azienda, per numerosità e per costo 

Preparazione di report con i due elenchi 

Elenco   aprile2017 

 

Identificare i presidi o dispositivi più rilevanti per realizzare azioni sull’appropriatezza 

Consensus con Direttori di Dipartimento e di Area 

Elenco eleggibili  maggio 2017 

Per i presidi selezionati  realizzare linee di indirizzo terapeutiche condivise per il loro  l'impiego che contengano i criteri di appropriatezza 

Definizione dei criteri di appropriatezza. Tale azione sarà in capo al Direttore di UO coerente rispetto al presidio o dispositivo selezionato 

Documento  giugno 2017 

Monitoraggio del livello di aderenza alle linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Dipartimento Oncologico  

 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività 2017 

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Nel  contesto dell'Azienda Sanitaria Toscana Centro,  il Dipartimento Oncologico,  si posiziona quale punto nodale  per  il  governo  clinico  della  patologia  tumorale,  attraverso  la  realizzazione  di  percorsi  di  cura condivisi  e  uniformi  sul  territorio  di  riferimento,  la  costruzione  di  disponibilità  delle  nuove  acquisizioni diagnostiche e terapeutiche, anche attraverso lo sviluppo di collegamenti esterni. Tale impostazione viene sorretta  da  criteri  di  fondo  di  utilizzo  razionale  delle  risorse  non  disgiunto  da  equità  prestazionale  e raggiungibilità facilitata su tutto il bacino di utenza; ricerca di qualità professionale attraverso l'integrazione tra assistenza al paziente e  formazione degli operatori;  impostazione organizzativa attenta alla  rete delle  relazioni  a  tutto  campo  (direzione,  personale,  pazienti  e  famiglie,  volontariato,  opinione  pubblica).    La progressiva realizzazione delle impostazioni generali esposte, segue tre principali direttici operative: 

1‐  Area  generale  Accoppiamento  strutturale  e  armonizzazione  del  nuovo  e  più  ampio  modello aziendale  di Dipartimento Oncologico  nell’applicazione  della  riforma  del  SST  L.R.84  del  28.12.15    per  lo specifico  settore dell'oncologia  (Rete Oncologica  regionale  ‐  Istituto  Toscano  Tumori delib  140  29  luglio 2003,  LR 40 del 25.2.05  e tutti i successivi atti). 

2  – Area    intradipartimentale  Promozione di una  gestione  efficace  ed  efficiente di  tutte  strutture afferenti  al  Dipartimento    prioritariamente  attraverso  l’allineamento  dei  profili  di  attività  per    i  diversi setting   assistenziali, attraverso  l’integrazione professionale e strutturale,    l’utilizzo di setting assistenziali unitari; portability competenze professionali e graduale caratterizzazione dei servizi in relazione al contesto dato dal Presidio Ospedaliero di riferimento in una logica di focus Hospital e focus Team.  

3 – Area funzionale – interdipartimentale ed extraaziendale Progressiva deframmentazione di tutte le  attività  e  i  servizi  presenti  in  azienda    afferenti  all’area  della  patologia  oncologica  (integrazione funzionale  di  strutture,  servizi  e  competenze  coinvolti  nell’iter  diagnostico‐terapeutico  del  paziente oncologico, privilegiando la multidisciplinarietà ed in una logica di continuità ospedale‐territorio) Sviluppo di una politica di integrazione volta alla costruzione di collegamenti ad hoc in ambito AV e nello specifico con AOU Careggi per  l’alta specialità, patologie e/o trattamenti di nicchia, per prestazioni non disponibili in azienda.  

Il sistema a rete definito dall’ITT, consolidatosi nel corso degli anni con la diffusione di un modello organizzativo comune e di procedure condivise, prevede  la definizione, di concerto  tra  ITT e Aziende, di unità di alta competenza secondo precisi criteri (soglie di casistica, expertise di professionisti, innovazione tecnologica)  verso  cui  indirizzare  la  casistica  oncologica.    La  rimodulazione  dell’area  oncologica  con  la riorganizzazione  dell’offerta  dei  servizi  è    stata  indirizzata  dalla  regione  Toscana  attraverso  le Delibere  GRT 272/2014 e   GRT 982/2014 che hanno rispettivamente fornito  i criteri per  la costituzione della rete dei Centri di Senologia (Breast Unit) e della Rete delle Unità Integrate per il Tumore maligno della prostata (Prostata Unit), più  recentemente  la delibera 394/2016 per  la concentrazione della chirurgia oncologica relativa ai tumori rari e infrequenti attraverso la costituzione di Unità di Competenze e Unità Associate e la delibera 1068/2016 per l’istituzione dei Punti Oncologici Servizi 

 

Messa a regime dei processi clinico gestionali 

Rafforzamento delle Accoglienze  

In    linea  con  indirizzo  regionale delib. N. 1068   del 2.11.16 presso  ciascun CORD dei Presidi Ospedalieri viene  istituito un Punto Oncologico di Servizio  “Aiuto Point”, operante su H12 o H6  

Revisione ed standardizzazione dei percorsi   

- Revisione  dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari  (GOM)  per  singola  patologia  tumorale,  alla luce  delle  più  ampie  dimensioni  del  Dipartimento,  in  termini  di  composizione, modalità  di funzionamento e tracciabilità, in linea con gli indirizzi regionali                

- Revisione  e  contestualizzazione  dei    Percorsi  Diagnostico  Terapeutici  Assistenziali  (PDTA) relativi ai 5 big killer  iniziando dal tumore del Polmone e del Colonretto nell’ambito della AVC 

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Toscana  Centro,  in  un  processo  di  concertazione  e  condivisione  interdipartimentale  e interaziendale. 

- Revisione dei percorsi diagnostico‐terapeutici per patologia rara o  infrequente nell’ottica delle Unità  di  Competenza  e  Associate.  Nello  specifico,  con  il  Dipartimento  chirurgico, riorganizzazione  della  attività  di  chirurgia  oncologica  per    i  tumori  rari  e  infrequenti  in  una logica di focus hospital in linea con gli standard  della DR 394/2016 e di concerto con l’Azienda ospedaliera Universitaria per lo sviluppo di Unità di Competenza e Unità Associate di Area Vasta 

- Sviluppo del PDTA aziendale del tumore della prostata in linea con gli indirizzi per costituzione di una Prostata  Cancer Unit 

- Implementazione e monitoraggio delle Breast Unit istituite   

- Revisione dell’applicazione del Drug Day e implementazione omogenea dello stesso 

- Riorganizzazione omogenea dei profili di attività e dei processi di erogazione delle prestazioni nell’ambito  dell’uso  appropriato  dei  setting  assistenziali  di Degenza Ordinaria, Day Hospital, Day  Service  ,  Ambulatori    per  le  strutture  di  Oncologia  medica  ed  Ematologia  clinica‐oncoematologia 

- Standardizzazione  dei  processi  di  erogazione  della  Radioterapia  e  aggiornamento  della dotazione tecnologica anche attraverso lo sviluppo di uno specifico progetto (TPS) 

- Allineamento  e  integrazione  delle metodologie  di  intervento  dei  professionisti  che  erogano prestazioni  psiconcologiche  nell’Azienda  USL  Centro  Toscana  attraverso  lo  sviluppo    di procedure condivise e l’adozione di indicatori secondo standard nazionali e internazionali  

- Estensione  del modello  di  rete  del  dipartimento  oncologico  attraverso  la  costituzione  di  un Tavolo Operativo di Lavoro con  tutte  le associazioni di volontariato di Area Vasta Centro che operano nel settore oncologico  

- Revisione, di concerto con  ISPO, delle attuali modalità di  follow up, condivisione di protocolli omogenei  e monitoraggio dell’applicazione degli stessi   

 

Handover 

Per i pazienti con patologia più avanzata viene  strutturato e condiviso il passaggio ad altri setting di cura 

I  soggetti  coinvolti  in questa delicata  fase potranno  essere  sia medici,  infermieri,  fisioterapisti  e  tutti  i professionisti  sanitari  comunque  coinvolti  come MMG, medici  distrettuali,  di  hospice  ,  di  strutture  di lungodegenza .Inoltre soprattutto per i caregivers, familiari o professionisti che siano, deve essere prevista adeguata  informazione  e  formazione  sulla  gestione  domiciliare  e  su  come  rapportarsi  con  le  strutture sanitarie. 

Sarà quindi necessaria una  revisione dei PDTA  fino ad oggi  realizzati, e qualora non  sia adeguatamente tratto  il  processo  di  handover,  si  provvederà  al  loro  aggiornamento,  contestualizzazione  locale  e disseminazione. 

A questo proposito la relazione estesa  per il follow up  diventa relazione per la continuità delle cure.  

Farmaco 

Come  in  Toscana  anche  nella  Azienda  USL  centro  le  azioni  salienti  che  hanno  caratterizzato  e caratterizzeranno il governo della farmaceutica sono state la valutazione dei consumi registrati in funzione del  reale bisogno di  salute,  individuando  indicatori di  consumo per  alcune  categorie di  farmaci di  largo impiego in particolare per le categorie per le quali l’eccessivo incremento dei consumi non è supportato da dati epidemiologici. L’efficienza  prescrittiva  finalizzata  a  privilegiare  il  consumo  di  farmaci meno costosi 

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nell’ambito  di categorie di efficacia  sostanzialmente analoghe, fissando  obbiettivi sull’impiego di  farmaci equivalenti,  formalizzando  la  fondatezza  di  determinati  trattamenti  meno  costosi  ed  i  criteri  di appropriatezza  a  cui  riferirsi  nel  trattamento  di  alcune  patologie.  Distribuzione  diretta  dei  farmaci, acquistati  dall’ASL  e  distribuiti  direttamente  attraverso  i  propri  presidi  o  attraverso  le  farmacie convenzionate per conto delle stesse ASL. 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Diffusone di  piani  informativi  atti a  richiamare  le  modalità prescrittive  corrette  ed  in particolare ai farmaci sottoposti a registrazione  

Invio  di  note  informative, personalizzate a tutti i medici che saranno  caratterizzati  rispetto  ai principi  attivi  utilizzati.  Oltre  le note  informative  il  documento conterrà  le  loro prescrizioni  (o di UO)  

Invio  di  note informative  su almeno  15 farmaci.  

Dicembre 2017 

Realizzazione dei  tassi di utilizzo standardizzati  di  almeno  15 prodotti facendo riferimento alle zone  e  rappresentando  la quota percentuale dei diversi contributi alla prescrizione 

Analisi  dei  dati,  ricerca  delle cause  radice  ed  attivazione  di contromisure    

Presentazione di  15  (5x3) contromisure  e attivazione 

Maggio  , Giugno  e Luglio2017 

 

 

Il sistema di valutazione per ogni singolo paziente per  l’appropriatezza del Farmaco 

 

Si  tratta di documentare  i profili prescrittivi di un  insieme di  singoli paziente, partendo da un episodio prescrittivo.  Tale  approccio  si  propone  di  valutare  il  profilo  prescrittivo  del  singolo  (appropriatezza formale) e dell’insieme dei medesimi profili prescrittivi. L’appropriatezza si sviluppa nell’ambito sia della competenza  professionale  e  descrive  tutte  le  scelte  prescrittive  che  sulla  correttezza  formale  della prescrizione. 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Scelta dei 16 farmaci che saranno 

 analizzati,  per  criteri  normativi,    rischio appropriatezza e costo 

Consensus con i Direttori di 

 Dipartimento  

Documento  Aprile, 2017 

 

Ricostruzione dei profili prescrittivi 

 dei farmaci definiti  

Realizzazione dei profili prescrittivi 

 con il dettaglio del prescrittore  

16 report  (8x2)  Maggio ,  

Giugno 2017 

 

 

Il miglioramento  della  qualità  delle  cure  e  l’appropriatezza  terapeutica  necessitano  di  un  confronto continuo, sulla base di consolidate evidenze scientifiche, fra tutti gli operatori del servizio sanitario e con il sistematico coinvolgimento dei cittadini. 

 

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OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Per le principali patologie oncologiche  

(mammella, polmone, colon retto) disseminare 

 o realizzare linee di indirizzo  

terapeutiche condivise per l'impiego dei farmaci 

 in oncologia che contengano la stratificazione 

 dei pazienti e le diverse linee di intervento 

Consensus con i  

Direttori di 

 Dipartimento, di Area 

 e di UUOO  

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di aderenza alle  

linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione  

monitoraggi mensili 

Dicembre 2017

Prevenzione Oncologica 

Aumentare  i  livelli di estensione e di adesione degli  screening oncologici per  il  tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto riducendo la variabilità intra‐aziendale.  

I programmi di screening per  il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon‐retto sono  livelli essenziali  di  assistenza  (LEA),  il  raggiungimento  degli  obiettivi  regionali  e  nazionali  viene  monitorato attraverso  il   risultato di due  indicatori di processo;    la copertura della popolazione bersaglio  (estensione degli inviti) e la partecipazione allo screening (adesione all’invito).    

Sebbene  la  più  parte  delle  ex‐Aziende  dell’Azienda USL  Toscana  Centro  presentino  valori  di  estensione superiori al 90%,in  linea  con  il dato medio  regionale, alcune ex‐Aziende presentano  valori di estensione variabili sia rispetto ai territori vicini sia nei diversi anni. Nel 2015, ad esempio, il dato di estensione per lo screening mammografico ha oscillato tra il valore di 72,3% dell’area pratese al 103,7% dell’area empolese, per lo screening cervicale dall’86,8% dell’area pretese al 98,6% dell’empolese e per lo screening colo rettale dal 62,0% dell’area pistoiese al 112,5% dell’area pratese.  

Analogamente,  ma  in  maniera  meno  evidente,  il  range  dell’adesione  all’invito  varia  per  lo  screening mammografico  dal  71,2%  dell’area  fiorentina  all’81,4%  dell’area  pistoiese  ed  empolese,  per  la  cervice uterina dal 62,3% dell’area  fiorentina al 55,0% dell’area pistoiese e per  il colon  retto dal 57,6% dell’area pistoiese al 39,2 % dell’area pratese. Tutti  i programmi aziendali superano, comunque, abbondantemente lo standard giudicato accettabile (50%) dal Gruppo Italiano per lo Screening Mammografico (GISMa).  

I motivi  di  questa  variabilità  non  sono  dl  tutto  noti  sebbene  in  generale  siano  da    imputare  in  parte  a modalità organizzative non adeguate, ad una anagrafe degli  inviti di qualità non ottimale e alla carenza di risorse di personale dedicato.  E’ necessario quindi analizzare in dettaglio i motivi della diversa estensione ed adesione agli screening oncologici della popolazione residente nel territorio aziendale, anche utilizzando il materiale prodotto per  le  Site Visit  condotte dal CRRPO_ISPO,  in modo da poter pianificare e  attuare interventi migliorativi sulla base delle criticità specifiche del singolo territorio.  

La realizzazione del progetto prevede le seguenti fasi: 

- Fase  analitica  di  raccolta  dati  dei  diversi  programmi  di  screening  ed  analisi  sia  dei  macro indicatori di perfomance  (estensione e adesione) sia di micro‐indicatori (%  inesitati totali e per cittadinanza),  con  esame  del materiale  prodotto  nelle  diverse  Site  Visit    condotte  nelle  ex‐Aziende. 

- Fase  di  pianificazione,  programmazione  e  attuazione  di  interventi  migliorativi  (piano  di miglioramento) sia rispetto all’estensione dei programmi sia all’adesione. 

- Fase di monitoraggio delle azioni predisposte a livello aziendale e valutazione dei risultati 

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Dipartimento dell’emergenza urgenza: territoriale ed ospedaliera  Emergenza  – Urgenza  Territoriale E’  in  atto,  da  alcuni  anni,  una  profonda  riorganizzazione  dell’Emergenza  Urgenza  Territoriale  al  fine  di incrementarne  efficacia  ed  efficienza  sotto  il  profilo  della  tempestività  di  intervento  e  della  omogeneità organizzativa  sul  territorio  regionale.  Tale  processo  ha  subito  un  forte  impulso  con  la  DGRT  1235  del 28/12/2012 (linee di Indirizzo contenute nell’allegato B per il settore dell’Emergenza Urgenza) e con le indicazioni del Decreto Balduzzi 70/2015 e con la DGR 544/214. Il processo di riorganizzazione di questo settore, in coerenza con gli standard previsti, si articola lungo due direttrici: 

- Centrali Operative 118 - Rete territoriale di soccorso  

 Centrale Operativa 118 La riorganizzazione della rete delle centrali operative del 118 di Area Vasta Centro è stata completata nell’anno 2015  con  il passaggio da quattro Centrali Operative  (Prato, Pistoia, Empoli, Firenze) a due Centrali Operative Uniche:  Firenze–Prato  e  Pistoia‐Empoli;  presso  la  prima  è  presente  anche  la  Centrale  Unica  Regionale  per l'Elisoccorso, presso  la seconda  la Centrale Unica Regionale per  le Maxiemergenze e  la Centrale remota per  le operazioni di soccorso sanitario di  livello nazionale a servizio del Dipartimento di Protezione Civile. Le Centrali Operative  gestiscono  anche  il  sistema  dei  trasporti  secondari  e  trasporti  programmati  utilizzando  linee  e funzioni  distinte  rispetto  a  quelle  dell’emergenza;  determinante  risulta  a  riguardo  il  contributo  dei mezzi  e dell’articolazione territoriale delle Associazioni di Volontariato/CRI. Considerato che il bacino di utenza supera il milione e mezzo di abitanti, tale assetto organizzativo risulta pienamente in linea con quanto previsto dagli atti normativi sopra citati. Permangono, tuttavia, margini di miglioramento soprattutto sotto  il profilo dei supporti informatici al momento non pienamente  in grado di assicurare  la completa  integrazione operativa tra  i diversi attori; da migliorare,  inoltre,  l’aspetto di sicurezza di sistema ed  in particolare  la Disaster Recovery  tra  le due Centrali Operative.                  

  

     

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Rete territoriale di Soccorso   Nella Rete Territoriale di Soccorso dell’Azienda si riscontrano modelli organizzativi diversi che determinano una variabilità di risposta che comporta il differente utilizzo della tipologia dei mezzi impiegati e delle figure professionali coinvolte; tale situazione determina forti oscillazioni anche nei costi medi degli interventi.   Al  fine  di  superare  tale  variabilità  è  stato  attivato  Gruppo  di  Lavoro  di  livello  regionale  che  ha  come obiettivo la riorganizzazione della rete territoriale. Tale  Gruppo  ha  recentemente  portato  a  termine  la  rilevazione  dei modelli  organizzativi  esistenti  nelle quattro ex ASL territoriali.  Azioni 2017  Il  Rispetto  del  Cronoprogramma  della  riorganizzazione  della  Rete  Territoriale  di  soccorso  redatto  dal Gruppo di lavoro di livello regionale si declina nelle azioni riportate nella tabella seguente.  

 Rete Territoriale di Soccorso  

Obiettivo  Azioni  Indicatori 

Analisi  degli  elementi conoscitivi  raccolti  nella ricognizione  dei  modelli organizzativi  esistenti  nelle quattro ex ASL   

Disponibilità  di  un  documento  di analisi della situazione organizzativa della rete territoriale a fine 2016  

 

Identificazione  del  modello organizzativo  anche  alla  luce del  DM  70  /2015,  della  DGR 1215/2012 e del vigente PAV  

 

 

 

 

Migliorare  l’integrazione  e l’omogeneità  dei  modelli organizzativi  delle  Rete Territoriale di Soccorso    

Proposta  condivisa  di Riorganizzazione  dell’assetto territoriale dei PET  

 

  

 

 Specifica  delibera  di riorganizzazione entro il 2017 

Migliorare  la  qualità  dei supporti informatici soprattutto sotto  il profilo dell’integrazione e della sicurezza di sistema   

 

Vedi analogo punto in CO 118 

 

Vedi analogo punto in CO 118 

 Rete Ospedaliera Emergenza Urgenza Nel  corso  degli  ultimi  anni  si  è  riscontrato  un  progressivo  incremento  del  numero  degli  accessi  ai  PPSS aziendali che ha determinato la difficoltà a ridurre i tempi di risposta ed ha contribuito a favorire fenomeni di  “sovraffollamento”  in PS  / OBI. Tale  fenomeno può esser  stato  in parte  sostenuto anche da difficoltà organizzative (ad esempio tempestività dei tempi di risposta dei servizi diagnostici o delle consulenze); da tener ben presente, inoltre, il ruolo rivestito dalla difficoltà a disporre di una tempestiva collocazione in un setting assistenziale appropriato per  i soggetti che non possono far ritorno dal PS al proprio domicilio. Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dalla variabilità organizzativa che si riscontra nella Azienda che determina la diversificazione delle performance delle singole strutture. 

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 Rete Ospedaliera Emergenza Urgenza 

Obiettivo  Azioni  Indicatori 

Ridurre  la  variabilità  della distribuzione dei codici colore tra i vari PPSS aziendali   

Analisi delle cause della variabilità riscontrata, condivisione dei criteri per  l’attribuzione dei codici colore e monitoraggio  della  applicazione degli stessi  

Disponibilità di documento di condivisione dei criteri; documentazione di audit effettuati  sulle criticità riscontrate in fase di applicazione dei criteri condivisi   

Ridurre  il  sovraffollamento (Croading) in PS  

Individuazione  di  misure  per ridurre il Croading  e monitoraggio degli esiti delle stesse 

Disponibilità  di  documento contenete  misure  per  ridurre  il sovraffollamento in PS ed i relativo sistema  di  monitoraggio  entro  il  31 12 2017 

 

Individuazione  di  misure  per ridurre il Boarding  e monitoraggio degli esiti delle stesse 

Disponibilità  di  documento contenete  misure  per  ridurre  il Boarding in PS ed i relativo sistema di  monitoraggio  entro  il    31  12 2017 

 

Ridurre  la  difficoltà  a  disporre  di tempestive  ed  appropriate soluzioni  di  ricovero    od Osservazione Breve (Boarding) 

Definizione  e  condivisione  di protocolli  di  accesso,  gestione  e discharge  in  Osservazione  Breve ed  in  Medicina  di  Urgenza; monitoraggio  dell’applicazione degli stessi 

Disponibilità  protocollo  condiviso entro il 2017  

Disponibilità  documento  di dettaglio  relativo  alle modalità  di monitoraggio  e  delle  relative azioni  di  miglioramento  entro  il 2017 

Condivisione  criteri  di assegnazione  ai  vari  setting  e monitoraggio  dell’applicazione degli stessi (in collaborazione con i Dipartimento di ricovero) 

Vedi Dipartimento Medico  

Monitoraggio  LEA  medici  ad elevato rischio di  inappropriatezza in  collaborazione  con  i Dipartimenti  delle  Specialistiche Mediche  e  delle  Cure  Primarie  e con la Rete Territoriale   

Vedi Dipartimento Medico 

Migliorare  l’appropriatezza  dei ricoveri ospedalieri  

 

 

 

 

 Definizione  degli  strumenti  per misurare  le  performance individuali degli operatori del DEU  

 

 

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Dipartimento Materno Infantile Rete pediatrica 

La LR 40/2015, nell’assegnare alla AO Meyer  il ruolo di riorganizzazione e coordinamento operativo della Rete pediatrica regionale, di concerto con la Area Vasta e le Aziende Sanitarie, individua quale obiettivo per tale Rete la definizione:  

• dei  percorsi  assistenziali  omogenei  anche  con  integrazione  ospedale  e  territorio, coinvolgimento dei PLS e  favorendo  la presa  in  carico nelle  sedi più vicine all’abitazione del minore, fatte salvo le attività a più elevata complessità 

• delle iniziative per assicurare la continuità assistenziale e cure tempestive ed appropriate • di percorsi per la precoce presa in carico integrata della grave cronicità pediatrica • dei ruoli dei diversi soggetti che fanno parte della rete pediatrica • delle  sviluppo  delle  conoscenze  attraverso  attività  formative  rivolte  al  personale medico  e 

delle professioni sanitarie, in ambito pediatrico 

L’attuale Programmazione di Area Vasta, redatta con  il contributo dei professionisti della nostra Asl oltre che dell’AO Meyer, recepisce pienamente tali indicazioni individuando come prioritari i seguenti obiettivi:  

• percorso dell’emergenza pediatrica  • percorso della cronicità in ambito pediatrico • percorso specialistica ambulatoriale pediatrica • percorso vaccinazioni e promozione della salute  

 La  definizione  e  realizzazione  dei  percorsi  suddetti  è  improntata  a  criteri  di  omogeneità  e  capillarità dell’assistenza  territoriale,  di  equità,  di  qualità  ed  appropriatezza  clinica  e  organizzativa,  in modo  che qualsiasi cittadino in età pediatrica e la sua famiglia possano ricevere le cure e l’assistenza più appropriate in base alle specifiche necessità, in qualunque punto interagiscano con i nodi della rete pediatrica. 

I  percorsi  assicurano  che  le  cure  siano  erogate  in  prossimità  della  residenza  dei  pazienti  quando  ciò  è possibile in base alle esigenze cliniche, grazie alla definizione condivisa di protocolli di centralizzazione che consentano  di  individuare  e  gestire  tempestivamente  le  condizioni  che  devono  essere  trattate  in  un ospedale  di  primo,  secondo  o  terzo  livello  e  alla  possibilità  di  trasferimento  dai  centri  a  maggiore specializzazione verso quelli di primo e secondo livello dopo la stabilizzazione clinica.  

 Nella programmazione è stato inserito anche il Percorso Vaccinazioni in relazione alla sensibile contrazione della copertura vaccinale che si è riscontra negli ultimi anni ed alle conseguenze che ne potrebbero derivare in termini di salute pubblica; tale percorso coinvolge anche il Dipartimento della Prevenzione della ASL  ed il Territorio della stessa, oltre che i PLS.   

La  programmazione  consente  la  realizzazione  di  quanto  disposto  nei  percorsi  definiti,  grazie  al coordinamento di  tutte  le  figure  coinvolte,  sia a  livello ospedaliero  che  territoriale, alla  condivisione dei requisiti  strutturali  e  organizzativi  necessari  alla  loro  realizzazione,  alla  ottimizzazione  delle  risorse disponibili,  e  alla  sostenibilità  del  sistema,  evitando  duplicazioni  e  ridondanze  e  al  tempo  stesso assicurando omogeneità e continuità dell'assistenza. 

Da un punto di vista metodologico si evidenzia che ciascun percorso prevede i seguenti momenti:  

• Analisi epidemiologica e ricognizione dei modelli organizzativi attuali • Definizione  di PDTA  (Percorsi Diagnostico  Terapeutici  Assistenziali)  condivisi    con    il    livello 

regionale • Implementazione dei PDTA • Formazione • Monitoraggio • Percorso della Emergenza

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  Percorso Emergenza Pediatrica  

Obiettivi  Azioni  Indicatori 

Condivisione  ruoli  e  funzioni dei  singoli  nodi  della  Rete Pediatrica Regionale  

Verifica della attività nei singoli PS aziendali 

Numero di accessi 0‐16 anni per area di  riferimento,  verifica  percorsi presenti, modalità di presa in carico  

Definizione  dei  ruoli  di  ogni singolo  presidio  in  accordo  al Regolamento  della  Rete Pediatrica regionale 

Superare  la  variabilità aziendale  

 

 

 

Uniformare  la  modalità  di accesso  alla  Osservazione Breve Intensiva 

Protocollo  condiviso uniformato  a  quanto  previsto dalla delibera regionale 

Ridefinizione  modello continuità assistenziale  

Incontri  formalizzati  con  i pediatri di famiglia per definire le  modalità  di  contatto  e costruzione  percorsi  di deospedalizzazione  per accesso diretto al laboratorio e radiologia  senza  passaggio  dal PS 

Riorganizzazione  trasporto sanitario pediatrico  

Definizione  con  il  118  delle modalità  di  utilizzo  del trasporto  sanitario  pediatrico in base alle classi di priorità 

Regolamento  Rete  Pediatrica Regionale  

 

 

 Documento specifico. 

 % OBI con esito in ricovero. 

 % OBI su accessi PS. 

 

 

 

Documenti specifici. 

%  accessi  diretti  al  laboratorio  e radiologia 

 

 

 

 

Documento specifico. 

Numero  trasporti  sanitari attivati. 

 

 

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Definizione  dei  modelli  di integrazione  necessari  per emergenze psichiatriche  

Concertare  insieme  al Dipartimento  Salute  Mentale un  percorso  per  la  gestione delle  emergenze  psichiatriche individuando  le  sedi  idonee alla gestione dei pazienti 

Documento specifico 

Rendere  interoperabili  i software gestionali  

 

Completamento  rete  Ris  Pacs per  la  condivisione  delle immagini  

 

Migliorare  il  supporto tecnologico  al  percorso  per favorire  la comunicazione e  la condivisione  delle informazioni  tra  i professionisti  

Sviluppo  strumenti  per teleconsulti  e  tele  consulenze con  i  centri  di  riferimento (OPA, Meyer) 

Documenti specifici 

Individuare e condividere il set di  indicatori  necessari  al monitoraggio  

 

Assicurare  il  monitoraggio  continuo  del  percorso  e  dei risultati delle azioni adottate  

Definire sistema di audit  

Formalizzazione  del  set  indicatori utilizzati per il monitoraggio 

Documento  per audit 

  

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Percorso della cronicità  Percorso della Cronicità 

Obiettivi  Azioni  Indicatori 

Condivisione ruoli e funzioni dei singoli nodi territoriali ed ospedalieri della Rete Pediatrica Regionale per l’assistenza delle patologie croniche  

Incontri formalizzati con tutti gli attori coinvolti per favorire la crescita di servizi territoriali in grado di garantire la continuità assistenziale domiciliare al bambino con malattia cronica clinicamente complessa nelle diverse realtà locali della ASL Toscana centro 

Individuazione dei livelli e delle sedi di intervento in base alla fase della malattia favorendo il più possibile la permanenza nel contesto sociale abituale 

Individuare negli ospedali aziendali strutture complesse di Pediatria dove realizzare posti letto dedicati ai bambini con malattie croniche che operando sulla base di protocollo condivisi e comunque  in stretta sinergia con il centro regionale di riferimento siano in gradi di selezionare i pazienti in funzione della complessità assistenziale 

PDTA formalizzati e condivisi  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PDTA formalizzati e condivisi 

Rendere strutturato la transazione dall’età pediatrica all’età adulta 

Incontri formalizzati con i reparti di medicina e con i servizi territoriali la transazione del bambino con malattia cronica clinicamente complessa dall’età pediatrica all’età adulta al fine di condividere specifici PDTA  

PDTA formalizzati e clinicamente condivisi 

Identificare i bisogni di interoperabilità tra i software gestionali utilizzati nei vari punti della rete  

Monitoraggio della realizzazione del completamento rete Ris Pacs per la condivisione delle immagini 

Migliorare il  supporto tecnologico al percorso per favorire la comunicazione e la condivisione delle informazioni tra i professionisti 

Identificazione dei bisogni per lo sviluppo di un sistema per il  teleconsulto e  le tele consulenze con i centri di riferimento (OPA, Meyer) 

Documenti specifici 

Individuare e condividere il set di indicatori necessari al monitoraggio  

Assicurare il monitoraggio  continuo del percorso e dei risultati delle azioni adottate 

Definire sistema di audit 

Formalizzazione del set indicatori utilizzati per  il monitoraggio 

 

Documento  per audit 

  

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Percorso Vaccinazioni e Promozione della Salute   Percorso delle Vaccinazioni e Promozione della Salute  

Obiettivi  Azioni  Indicatori 

Aumentare  l’informazione  sulla  utilità delle vaccinazioni  

Uniformare  la modalità di  informazione al momento della dimissione del punto nascita  con  la  consegna  del  calendario vaccinale 

Documento aziendale  

Migliorare  la  promozione  della  salute in ambito pediatrico  

Favorire  l’immunizzazione  attiva  delle puerpere non protette  contro  la  rosolia prima della dimissione dal punto nascita 

Documento specifico. 

% puerpere vaccinate 

 Percorso della Specialistica Ambulatoriale pediatrica  Percorso della Specialistica Ambulatoriale pediatrica 

Obiettivi  Azioni  Indicatori 

Monitoraggio  delle  prestazioni  già erogate e delle  competenze  in essere  in campo  allergologico  e  di  fisiopatologia respiratoria. 

Adeguamento  di  tutte  le  prestazioni  da erogare    al  codice  nomenclatore  della regione Toscana 

 

Riunioni  con  tutti  i  rappresentanti  della pediatria di famiglia delle ex ASL 

Uniformare  il  percorso  della specialistica  ambulatoriale  in allergologia e  fisiopatologia  respiratoria in età pediatrica  

 

 

 

 

 

Condivisione  del  percorso  con  la pediatria di famiglia 

 

Condivisione del percorso con il CUP 

Riunioni  con  i  rappresentanti  CUP  delle ex ASL 

Documento specifico 

 

 

 

 

 

 

 

Documento specifico 

 

 

Documento specifico 

 

Presentazione  ufficiale  agli  organi  di stampa 

Individuazione presso ciascun ospedale di una attività ambulatoriale di dermatologia pediatrica. 

Individuazione di specialisti dermatologi con specifiche competenze in campo pediatrico. 

Riunioni  con  tutti  i  rappresentanti  della pediatria di famiglia delle ex ASL 

Uniformare  il  percorso  della Dermatologia Pediatrica  

 

 

 

Condivisione  del  percorso  con  la pediatria di famiglia 

 

Condivisione del percorso con il CUP 

Riunioni  con  i  rappresentanti  CUP  delle ex ASL 

Documento specifico. 

Documento specifico 

Documento specifico 

Presentazione  ufficiale  agli  organi  di stampa 

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Ostetricia  

 

La  progressiva  e  costante  riduzione  del  numero  delle  gravidanze  e  dei  parti,  determinata dall’indebolimento  del  quadro  socio‐economico  regionale,  il  progressivo  incremento  del  numero  delle madri oltre i 40anni, la provenienza di molte donne da culture a volte profondamente diverse, il diffondersi di  contenziosi  medico  legali  costituiscono  elementi  di  contesto  imprescindibili  nella  programmazione dell’attività 2017.  

Preme sottolineare in primo luogo che tale programmazione conferma la scelta prioritaria di considerare la gravidanza  un  evento  fisiologico  evitando  la  medicalizzazione  qualora  non  strettamente  necessaria. L’assistenza deve comunque esser  in grado di  individuare  tempestivamente eventuali elementi patologici ed attivare di conseguenze le cure necessarie. 

La recente riorganizzazione della sanità toscana, realizzata anche sulla base di disposizioni nazionali, pone il problema di  ripensare e  ridefinire  il PTCA per assicurare,  tra  l’altro,  l’omogeneità di assistenza nelle  reti assistenziali ospedaliere e territoriali aziendali   

Azioni 2017  

Assicurare l’uniformità dell’assistenza nella ASL Toscana Centro 

- Completamento dell’analisi della rete assistenziale materno infantile anche alla luce del DM 70 /12 - Definizione di PDTA dipartimentali condivisi anche con la rete territoriale 

Gestione della gravidanza fisiologica 

- Offerta  a  tutta  popolazione  favorendo  l’accessibilità  soprattutto  all’utenza  più  svantaggiata  in termini economici e/o culturali  

- Integrazione della  rete ostetrica ospedaliera e  territoriale valorizzando  la  figura dell’ostetrica che opera in equipe multidisciplinari e multiprofessionali di concerto con il ginecologo, il mmg e gli altri sanitari dei consultori e dell’ospedale 

- Offerta degli screening prenatali con elevato valore predittivo per le gravidanze a rischio (anomalie cromosomiche, pre‐eclampsia,  immaturità, ritardo crescita  intrauterina, diabete gestazionale etc); per tali screening devono essere garantiti qualità, equità di accesso e monitoraggio 

- Forte attenzione agli aspetti relazionali con le donne anche nell’ottica dell’interculturalità  

Gestione del parto fisiologico  

- Favorire l’ottimizzazione del parto - Indurre il rilassamento della donna - Contenere il dolore durante il parto diversificando l’offerta di trattamento  - Migliorare l’assistenza nel post partum e nel puerperio - Sostenere l’allattamento al seno  

 Percorso Emergenza/Urgenza in Sala Parto  

- Condivisione della check list per il parto fisiologico in sala parto  - Introduzione della check list di sala parto per i parti fisiologici in tutti i punti nascita aziendali  - Monitoraggio  del  grado  di  utilizzo  della  stessa  in  almeno  tre  punti  nascita  aziendali  tramite  il 

seguente indicatore: percentuale di check list compilate / numero di neonati sani  

  

 

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Rete Trauma Maggiore  

 

L’organizzazione  dei  percorsi  clinico  assistenziali  in  reti  cliniche  consente  una  migliore  risposta  alla domanda di salute, soprattutto quando questa è complessa, articolata e rivolta ad una pluralità di servizi. 

Le più  recenti  linee di  indirizzo della  regione Toscana per  la  riorganizzazione della  rete ospedaliera  (DRG n.145/2016), in attuazione del Patto della Salute 2014/2016 e del DM n.70/2015, prevedono tra gli obiettivi prioritari l’attivazione di reti cliniche. 

Particolare attenzione è stata rivolta alle reti cliniche relative alle patologie complesse tempo dipendenti, per le quali la regione Toscana, tramite la DGR 178/2016, ha fornito le linee di indirizzo per la realizzazione omogenea sul tutto il territorio toscano. 

I principali scopi delle reti cliniche sono i seguenti:    

- migliorare  la  qualità  e  la  sicurezza  delle  cure  offrendo  risposte più  qualificate  e  performance  di elevato livello  

- ottimizzare  la gestione del percorso assistenziale definendo esattamente  il ruolo dei singoli servizi con conseguente miglioramento nel coordinamento dell’assistenza 

- costruire relazioni strutturate tra servizi che connettano ed integrino le specialità e le discipline sia ospedaliere che territoriali   

- migliorare  l’equità assicurando  l’uniforme accesso a cure che per  i costi tecnologi potrebbero non esser presenti in tutti i contesti locali 

- migliorare il rapporto costo efficacia nell’uso delle risorse 

Il modello di sviluppo delle reti cliniche adottato dalla regione Toscana si basa sulla realizzazione di percorsi clinico assistenziali (PCA) messi in atto dai singoli nodi grazie alla valorizzazione delle singole competenze in un assetto organizzativo volto alla forte integrazione tra le strutture coinvolte. 

Le principali finalità dei PCA sono le seguenti 

‐  Assicurare la continuità ed il coordinamento dell’assistenza  

‐  Eliminare il più possibili ritardi e sprechi  

‐  Ridurre la minimo i rischi per i fruitori e migliorare gli esiti 

Con  la  successiva  DGR  1380/2016  viene  adotto  il  Documento  di  Programmazione  regionale  delle  Reti cliniche  tempo dipendenti  tra  le quali anche quella  relativa al Trauma Maggiore;  tale atto  individua,  tra l’altro, la governance della rete, gli elementi clinico assistenziali della stessa, il percorso clinico assistenziale di  riferimento  (nelle  fasi  di  emergenza  urgenza  pre‐ospedaliera,  ospedaliera  e  territoriale  post  acuta  e recupero‐riabilitazione) nonché  le procedure ed  i protocolli operativi necessari alla  corretta gestione del percorso. 

Dando  seguito  agli  indirizzi  forniti  dalla  Regione,  la  Direzione  della  Programmazione  di  Area  Vasta, avvalendosi delle competenze espresse dei Dipartimenti  Interaziendali e dai Gruppi  Interaziendali di Area Vasta, con la partecipazione, quindi, di professionisti della nostra Azienda e della AO Careggi, ha redatto il  piano relativo alla Rete Trauma maggiore, sintetizzabile nella scheda riportata di seguito. 

 

 

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RETE  TRAUMA  MAGGIORE A V C  

   Obiettivi  Azioni  Indicatori  

Definizione del modello di AV per la gestione del trauma con le sue articolazioni e specificità sia territoriali che ospedaliere e riabilitative 

  Start‐up e validazione del modello di ricerca    sul campo (verifica con Operatori)  

  Analisi dei dati relativi alle singole casistiche afferenti ai centri  con rivalutazioni on‐site 

Definizione delle modalità di integrazione tra fase di emergenza, fase ospedaliera e fase di recupero e riabilitativa 

  Analisi del livello di applicazione della flow‐ chart 

  Analisi di processo ed evidenziazione delle criticità 

  Ipotesi di miglioramento del modello organizzativo 

Definizione dei modelli di integrazione tra ospedali della rete per la gestione del trauma 

  Regolamento della rete : Documentazione delle regole e della prassi operative 

Analisi dei dati e osservazione on‐site se necessario 

Definizione del modello organizzativo della integrazione tra ospedali 

Definizione del modello organizzativo della integrazione tra Aree Vaste 

 Definizione del Regolamento 

Applicazione dei modelli di integrazione tra ospedali della rete per la gestione del trauma 

   Verifica del modello sul campo (verificacon Operatori) 

   

Documento formalizzato della rete Trauma maggiore e del relativo regolamento 

 Documento con formalizzazione del regolamento della Rete di Area vasta Centro e  protocolli diagnostico‐terapeutici e percorsidifferenziati per  tipologia di Ospedale e territorio 

 Applicazione e valutazione degli indicatori di  monitoraggio della funzionalità della rete e loro valutazione (report indicatori e visite on site) 

 

La rete Trauma Maggiore dell’AVC, in accordo con quanto contenuto nel DM 70/2015, si articola in Presidi di  Pronto  Soccorso  per  Traumi  (PST  Spoke),  Centri  Traumi  di  Zona    (CTZ    Spoke)  e  Centro  Traumi  alta specializzazione (CTS Hub ).  

Il Dipartimento Interaziendale dell’Emergenza Urgenza e Reti cliniche tempo dipendenti, tenuto conto della normativa  nazionale  e  regionale,  ha  redatto  la  Procedura  Operativa  della  Rete  Trauma  maggiore relativamente alla fase di Emergenza Urgenza pre‐ospedaliera e ospedaliera. Tale documento definisce  le responsabilità e  le modalità di gestione del  trauma maggiore al  fine di migliorare  l’outcome degli utenti, contenere  i  tempi  decisionali  e  di  processo  nella  gestione  dell’utente  ed  offrire  la migliore  prospettiva diagnostico terapeutica ed assistenziale. 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività anno 2017 

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La programmazione 2017 della Azienda Toscana Centro relativa alla Rete clinica per il Trauma Maggiore si basa su quanto contenuto nel Piano di Area Vasta e nella Procedura operativa di cui sopra e si articola, per l’anno 2017, nelle seguenti azioni: 

- adozione in ciascun presidio ospedaliero costitutivo della rete del Trauma maggiore del protocollo operativo di gestione del trauma che stabilisca gli aspetti organizzativi ed in particolare le modalità di attivazione del Trauma Team 

- adozione  in  ciascun  presidio  ospedaliero  facente  parte  della  rete  del  Trauma  maggiore  del protocollo  operativo  inter‐ospedaliero  che  definisca  le modalità  organizzative  che  assicurano  la reale e tempestiva integrazione tra i presidi ospedalieri della rete 

- Designazione in ciascun presidio ospedaliero della rete del Trauma maggiore del Referente clinico e del Referente Organizzativo della rete stessa  

- Definizione  ed  adozione  in  ciascuna  Centrale Operativa  di  protocolli  operativi  delle modalità  di attivazione  del  Codice  Trauma Maggiore  tenuto  conto  di  quanto  contenuto  negli  atti  regionali concernenti le reti cliniche tempo dipendenti 

- Definizione  ed  adozione  in  ciascuna  Centrale  Operativa  del  protocollo  operativo  relativo  al trasporto verso il presidio di cura più appropriato con particolare attenzione ai trasporti per e da il Centro traumi di alta specializzazione (CTS) 

- Monitoraggio  e  controllo,  anche  attraverso  i  rappresentati  nel  Board  di  rete  di  AVC,  della dell’applicazione dei protocolli operativi, dei criteri clinici e degli indicatori previsti dal Piano di Rete regionale     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nuova organizzazione e politica dei Servizi Territoriali  

OBIETTIVI TERRITORIO 2017  

 

In  un  contesto  dove  la  popolazione  è  composta  da  soggetti  sempre  più  “fragili”  con  conseguente incremento di patologie croniche, dove l’organizzazione ospedaliera è sempre più rivolta alla presa in carico dei  problemi  acuti,  si  rende  necessario  un modello  organizzativo Ospedale/Territorio  dove  sviluppare  e consolidare  le  relazioni  tra  gli  specialisti  e medici del  territorio,  regolando  il percorso  verso  le modalità assistenziali più adeguate.  L’ambito di  rapporto  tra ospedale‐territorio  interessa vari aspetti: modalità di accesso,  relazioni  durante  il  ricovero,  modalità  di  dimissioni,  condivisione  dei  percorsi  di  continuità assistenziale.  

Al  fine di passare dalla  semplice erogazione dei  servizi ad una presa  in  carico effettiva dei bisogni  socio sanitari,  il  nuovo  modello  organizzativo  deve  basarsi  sulle  nuove  forme  di  erogazione  dei  servizi territoriale previste dalla Legge 189/2012 (Aggregazioni Funzionali Territoriali  ‐ AFT e Unità Complesse di Cure  Primarie  ‐ UCCP),  dall’Accordo  Integrativo  Regionale  della medicina  generale DGRT  1231/12  (AFT, UCCP e Case della Salute ‐CdS) e della DGRT 117/2015 (Case della Salute).  

Oggi  i  cittadini  in  difficoltà  ad  accogliere  e  gestire  al  proprio  domicilio,  nonostante  il  supporto dell’assistenza domiciliare medica, infermieristica e sociale, le conseguenze funzionali o le necessità di cura imposte dalla malattia, in mancanza di servizi capaci di offrire con livelli diversificati un’assistenza continua, si rivolgono in modo inappropriato al pronto soccorso con conseguente rischio di ricovero ospedaliero. 

Occorre per  questo  implementare una  rete  di  servizi di  cura  per  sub  acuti  e  post  acuti diversificati  tra domicilio e ospedale in modo da governare in maniera sostenibile la domanda per fornire risposte flessibili e  modulari,  collocate  in  maniera  organica  e  di  sistema  nella  rete  delle  risposte  socio‐assistenziali territoriali,  residenziali  (Hospice, moduli RSA,  ecc.),  semiresidenziali  e domiciliari  (Assistenza  domiciliare integrata, Assistenza infermieristica domiciliare, Assistenza sociosanitaria domiciliare). 

Il piano regolatore territoriale dovrà prevedere  in ogni zona la localizzazione ed  il numero di posti letto di cure intermedie previste dal DRGT 431/2013. 

Di seguito sono riportate le azioni previste per l’anno 2017. 

 

 

1) Ridisegno delle Zone Distretto 

Si prevede un  ridisegno della zonizzazione che  interessa anche  l'Azienda Usl Toscana Centro e che dovrà trovare una sua prima attuazione nel corso del 2017. 

 

 

 

 

 

 

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OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Nuova zonizzazione Empoli – Valdarno Inferiore 

 

 

Passaggio  Fiesole da SdS Nord Ovest a Zona Sud Est 

 

Passaggio Londa e San Godenzio da SdS Mugello a Zona Sud Est 

Presa atto nuova zonizzazione e previsione crono‐programma 

 

 

Passaggio istituzionale sds, asl e comuni 

 

 

Passaggio istituzionale sds, asl e comuni 

Dicembre 2017 

 

 

 

Dicembre 2017 

 

 

 

Dicembre 2017 

Approvazione delibere 

 di competenza 

 

 

Approvazione delibere  

di competenza 

 

 

Approvazione delibere  

di competenza 

 

 

2) Piano regolatore del territorio dell’Azienda Usl Toscana Centro 

L’obiettivo  consiste  nel  definire  un  vero  e  proprio  “piano  regolatore  territoriale”  che,  in  base  alla popolazione  residente,  alla  conformazione  geografica  ed  alla  dislocazione  delle  strutture  e  dei  servizi attuali,  preveda  un’articolazione  organizzativa  tesa  a migliorare  ed  omogeneizzare  la  qualità  dei  servizi offerti su tutto il territorio dell’Azienda Usl Toscana Centro. 

Il Piano dovrà individuare per ogni zona: 

a) tipologia  e  collocazione  dei  presidi  aziendali  territoriali,  Case  della  Salute,  Centri  specialistici  di secondo livello; 

b) sede e collocazione delle cure intermedie; c) sede e collocazione posti autorizzati in RSA. 

La  redazione del Piano necessita di criteri comuni e  il più possibile omogenei che valorizzino  le diversità morfologiche e  le caratteristiche proprie di ogni  territorio sulla base dei quali effettuare  la pianificazione delle articolazioni territoriali. 

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Piano regolatore del territorio 

      Mappatura dei presidi territoriali  

Approvazione Conferenza dei Sindaci aziendale criteri del 

piano regolatore  

Redazione bozza e condivisione nelle assemblee SdS / Conferenze Zonali 

 

Approvazione Piano Regolatore 

30/04/2017  

31/07/2017  

 30/11/2017

 

 

 31/12/2017 

Definizione documento  

Delibera CdS aziendale   

 Delibera SdS/Conferenze Zonali 

 

 Approvazione aziendale del piano 

 

 

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3) Cure Intermedie 

Il  tema delle  cure  intermedie è  strettamente  legato al piano  regolatore da una parte e alla  costituzione dell’Agenzia di continuità Ospedale Territorio dall’altra; per quest’ultima infatti le cure intermedie, insieme alla  varia  tipologia  di  assistenza  domiciliare  (Assistenza  domiciliare  integrata,  Assistenza  infermieristica domiciliare, Assistenza sociosanitaria domiciliare), costituisce la possibile offerta da proporre al cittadino. 

E' pertanto necessario provvedere ad una accurata ricognizione dei posti  letto attivi o  la cui attivazione è prevista a breve, stabilire il fabbisogno assistenziale nella fase pre e post acuzie delle zone dell’Ausl Toscana Centro,  sia  dal  punto  di  vista  quantitativo  che  qualitativo  (tipo  A,  B, moduli  in  RSA,  pazienti  in  coma, hospice,  riabilitazione  residenziale  extra  ospedaliera),  dare  il  via  all'offerta  in  corrispondenza  alla costituzione dell'ACOT. 

 

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Cure intermedie 

Ricognizione  e analisi   dati di   offerta   della    fase   pre  e  post   acuzie (residenziale e domiciliare) e sulle dimissioni  

Rivalutazione e rimodulazione del fabbisogno delle cure intermedie (residenziali e domiciliari) con definizione criteri omogenei 

30/05/2017  

31/10/2017  

Predisposizione documento situazione attuale offerta   

Predisposizione piano fabbisogno cure intermedie 

 

 

4) Consultorio 

Nell’ambito del Piano regolatore territoriale dovranno essere mappati i punti consultoriali ad oggi presenti sul territorio e, sulla base della suddetta analisi, ripensare l’organizzazione del servizio. 

 

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Consultorio  Mappatura consultori territoriali  

Rivalutazione e rimodulazione della rete consultoriale 

30/09/2017  

31/12/2017 

Predisposizione documento situazione attuale offert 

Predisposizione proposta 

 

 

 

 

 

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5) Agenzia di continuità ospedale territorio 

La  DGRT  679/2016  prevede  gli  indirizzi  per  la  costituzione  nelle  ZD  dell'Agenzia  di  Continuità Ospedale  –  Territorio  con  individuazione  delle  azioni    di  sviluppo  e  rafforzamento  dei  processi  di handover dei percorsi di continuità assistenziale fra ospedale e territorio. 

 

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Agenzia continuità ospedale  territorio 

Analisi  delle  modalità  attuali  di gestione  della  fase  pre  e  post acuzie  e  della  dimissioni complesse e definizione cabina di regia dimissioni complesse 

Approvazione  di  linee  guida aziendali per  la  costituzione delle ACOT territoriali 

Costituzione ACOT in ogni SdS/ZD 

30/06/2017     

30/09/2017  

31/10/2017 

Definizione linee guida aziendali comuni e condivise per tutte le SdS/ZD per la gestione delle continuità H/T sub, pre e post acuzie 

Approvazione delibera aziendale 

Approvazione delibere di costituzione delle ACOT 

 

6) Cure primarie e AFT 

Le AFT e la medicina generale costituiscono il fulcro fondamentale della sanità territoriale sia in termini di qualità che in termini di appropriatezza.  

 

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Attivazione  di percorsi veloci 

Definizione  percorsi  per  la  gestione di potenziali urgenze  

30/06/2017  Definizione  di  almeno  n.  5 percorsi 

Appropriatezza prescrittiva specialistica 

Facilitare  nell'ambito  delle  AFT l'analisi  e  il  monitoraggio  su appropriatezza,  sostenibilità,  equità dell'offerta  specialistica ambulatoriale 

Estendere  le  prenotazioni  secondo priorità  

31/12/2017 

31/12/2017 

Almeno  n.  2  incontri  AFT sull’argomento 

Aumento  del  20%  rispetto  al 2016 del numero delle richieste 

Vaccinazioni pediatriche  e campagne adulti 

 

Collaborare  alla  piena  realizzazione delle campagne vaccinali pediatriche e  sull’adulto  (in  particolare antipneumococcica,  antiinfluenzale, antimeningococco C), coinvolgendo  i MMG ed i pediatri di famiglia 

Monitorare  i  tassi  di  copertura, facilitando  le  iniziative  di miglioramento 

31/12/2017 

31/12/2017 

n.  1  incontro  con  coordinatori AFT sull’argomento 

Incontro  con  AFT  e  Pediatri sull’argomento 

 

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7) Sperimentazione modello infermiere di famiglia 

L’Azienda  Usl  Toscana  Centro  intende  dare  avvio  alla  sperimentazione  di  un modello  organizzativo  di assistenza infermieristica di famiglia H 12 in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini della Zona Distretto, tenendo conto del contesto morfologico dei singoli territori, attraverso l'attribuzione agli assistiti delle AFT di un gruppo di infermieri di base che lavora in collaborazione al medico di medicina generale.  

La  sperimentazione  verrà  effettuata  in  almeno  due  zone,  monitorando  i  risultati  mensilmente  e modificando gli aspetti critici, per poi valutare dopo un anno di sperimentazione, la possibilità di estendere il modello a tutto il territorio. 

In  un’ottica  di  promozione  della  risposta  domiciliare  al  bisogno  sociosanitario  dovranno  inoltre  essere rafforzati,  anche  in  considerazione  dei  prossimi  avvisi  regionali  relativi  alle  risorse  del  Fondo  Sociale Europeo,  i percorsi di  integrazione delle prestazioni sanitarie nell’assistenza domiciliare erogata dai servizi socio‐assistenziali, ai fini di una loro maggiore appropriatezza.  

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Sperimentazione  infermiere  di famiglia 

Elaborazione  modello  in accordo  con  zona  candidata alla sperimentazione 

Avvio  sperimentale  nuovo modello 

30/06/2017  

 

31/12/2017 

Definizione documento  

 

Esecuzione della sperimentazione 

 

8) Rete aziendale del codice rosa 

L'Obiettivo  consiste nel dare  attuazione  alla DGRT 1260 del 2016  “Approvazione  costituzione della Rete Regionale Codice Rosa per gli interventi a favore di persone adulte e minori vittime di violenze e/o abusi”. 

 

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Implementazione  del  Codice Rosa 

Costituzione  degli organismi  previsti  dalla DGRT  (Comitato  Tecnico Organizzativo  Aziendale Codice  Rosa,  Nucleo operativo  aziendale,  del Nucleo territoriale).  

Nomina  del  coordinatore territoriale  aziendale Codice Rosa  

30/06/2017        

30/06/2017 

Delibera  aziendale  di recepimento  DGRT  e  di costituzione  degli  organismi  ivi previsti     

nomina del direttore sanitario 

 

Stante  l'unificazione delle AsL  il programma per  il prossimo anno prevede  la verifica e  l'omogenizzazione delle  procedure,  oltrechè  la  stesura  di  una  delibera  unica  per  tutta  l'area. L'altro capitolo importante è' la previsione di " reti interne" di operatori di riferimento per le varie ex asl ed una cabina di regia unica che segua le direttive regionali. 

Inoltre si deve prevedere  l'attivazione e  la messa  in rete di quanto presente nei territori per una presa  in 

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carico successiva agli accessi ospedalieri e per  la gestione dei casi che,  in cronico, possano emergere nei territori. 

A questo scopo è' stata predisposta a  livello aziendale una  formazione specificatamente mirata su questi temi  e  sullo  sviluppo  di  alcuni  aspetti  specifici  come  la  valutazione  del  rischio  (  con  un  primo  step  da eseguire  nei  PS  ed  uno  successivo  da  eseguire  nei  consultori  principali)  ,  e  la  valutazione  del  rischio  in gravidanza  attraverso  un  questionario  da  distribuire  in  alcuni  punti  aziendali  alla  consegna  del  libretto. Proseguono  inoltre gli approfondimenti necessari alla  raccolta dati, che presenta ancora criticità  in parte legate  alla  difformità  dei  programmi  informatici  a  nostra  disposizione.  

9) Servizi per la disabilità 

L'Azienda Usl  Toscana  Centro  per  poter  procedere  ad  una  programmazione  dei  servizi  per  la  disabilità necessita  di  una  ricognizione  dei  bisogni  rilevati,  della  attuale  offerta  e  della  sua  composizione.  Per raggiungere questo obiettivo è necessario procedere ad un censimento di tutti i servizi attualmente offerti sul  territorio,  accreditati    sia    in  ambito  sanitario  che  sociosanitario  nell'area  della  disabilità  e  ad  una ricognizione  dei  livelli  di  assistenza  presenti  per  una  loro  rivalutazione  e  riqualificazione  rispondente  ai bisogni.  

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Ricognizione bisogni  e servizi  offerti nell'area  della disabilità 

Ricognizione  e analisi dati di   offerta (residenziale, semiresidenziale e domiciliare)  

Valutazione bisogni 

30/10/2017    

31/12/2017 

Predisposizione  documento situazione attuale offerta  

Valutazione  appropriatezza  dei servizi  offerti  risultanti  dalla ricognizione 

 

10) Emergenza Urgenza sociale e socio sanitaria  

L'obiettivo  consiste  nell'avvio  della  sperimentazione  del  Servizio  Emergenza  e  Urgenza  Sociale  in applicazione  della  sperimentazione  prevista  dalla  Regione  Toscana  con  la  Delibera  GRT  n.  1322  del  29 dicembre 2015 che prevede anche  l’estensione del servizio alle tematiche universali di competenza socio assistenziale e l’adesione di una buona parte delle SdS della ASL Toscana Centro . 

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Sperimentazione  Servizio Sociale  in emergenza 

Avvio sperimentazione   

Monitoraggio  

30/06/2017   

31/12/2017 

Esecuzione  della sperimentazione  

Analisi report dati di attività 

 

11) Armonizzazione percorsi e procedure delle ex asl 

Le  quattro  aziende  sanitarie  che  compongono  l'Azienda  Usl  Toscana  Centro  avevano  procedure, consuetudini  e  modulistica  differenziate,  in  alcuni  ambiti  molto  difforme.  L'obiettivo  consiste nell'armonizzare  gradualmente  i  percorsi,  partendo  da  alcune  procedure,  rendendole  il  più  omogenee possibile  in  relazione  al  contesto  ed  alle  specificità  territoriali,  in modo  da  ottenere  lo  stesso  grado  di efficienza nell’offerta dei servizi al cittadino. 

 

 

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OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Armonizzazione procedure e percorsi 

 

Elaborazione  unica  procedura esenzione ticket 

Elaborazione  unica  procedura somministrazione  farmaci  a scuola 

Elaborazione  unica  procedura pannoloni 

Predisposizione  materiale informativo e modulistica unici per l’Azienda Centro 

30/06/2017   

30/06/2017    

30/06/2017 

30/06/2017 

Approvazione  procedura aziendale  

Approvazione  procedura aziendale  

Approvazione  procedura aziendale  

Approvazione  procedura aziendale 

 

12) Nuovo modello sanità di iniziativa 

L'Azienda Usl Toscana Centro di propone di realizzare l’operatività del progetto di sanità d’iniziativa a livello zonale  contestualizzando  i percorsi di presa  in  carico, monitorando  l’operatività dei  team assistenziali di AFT,  collaborando  al  coordinamento  delle  risorse  necessarie  ai  follow‐up, monitorando  gli  indicatori  di progetto e facilitando il coinvolgimento della comunità come previsto dal modello ECCM.  

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Nuovo modello di sanità di iniziativa 

Definizione progetto  aziendale in accordo  

con modello regionale CCN  

Applicazione nuovo modello  e monitoraggio 

 

30/06/2017    

31/12/2017 

Predisposizione e condivisione  documento 

 Attivazione in almeno una AFT per zona distretto 

 

13) Sviluppo programmi per invecchiamento attivo 

Consolidare le azioni rivolte alla popolazione anziana e/o disabile relative all’attività fisica adattata (AFA) e alla prevenzione delle  cadute nell’anziano;  sviluppare  la  rete di erogatori esistente e promuovere nuove iniziative,  in collaborazione con  i Comuni e  le Zone/Distretto, orientate a facilitare  la costruzione di reti di opportunità, che sviluppino a vari livelli interventi di promozione della salute . 

OBIETTIVO  AZIONI  TEMPI  INDICATORI 

Sviluppo  programmi  per invecchiamento attivo 

 

Consolidare  azioni rivolte  ad  anziano  / disabile relative all'AFA 

(Attività Fisica Adattata) 

31/12/2017    

Sviluppo  della  rete erogatori  esistente  e promozione  di  nuove iniziative 

 

 

 

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Governance dell’appropriatezza 

 Come  letteralmente  citato  dal  Piano  di Area  Vasta  Centro,  la  Regione  Toscana  ha  definito  le  linee  di indirizzo per  la governance dell'applicazione prescrittiva ed  in particolare nell'allegato alla DGRT 177/2016 sono  indicati gli  obiettivi da  inserire nelle  programmazione di  area  vasta  e  le  azioni  da  realizzare  nelle aziende  sanitarie  ed  ospedaliere.  Nello  specifico,  le  azioni  da  realizzare  in  ambito  di  area  vasta  nelle aziende sanitarie ed ospedaliere attraverso i Dipartimenti Interaziendali di Area Vasta sono sinteticamente sotto riportate: 

Prevedere  negli  obiettivi  di  budget  dei dipartimenti  aziendali  specifici  obiettivi  per l'individuazione delle procedure  inappropriate  utilizzate  in  eccesso  ed  erogate  nei  setting  inappropriati,  nel  rispetto  delle indicazioni nazionali, delle  linee di  indirizzo regionali e delle evidenze scientifiche disponibili e uniformare le procedure di prenotazione ed erogazioni delle prestazioni specialistiche secondo il modello organizzativo della presa in carico in conformità della DGRT 1038/2005; 

   Inserire  negli  accordi  dei MMG  e  degli  Specialisti  Ambulatoriali  obiettivi  di  appropriatezza prescrittiva come previsto dalle disposizioni nazionali in materia (D.M. 9 dicembre 2015); 

 Favorire l'adozione di strumenti atti a garantire l'unicità culturale dei percorsi di ricerca dell'appropriatezza clinica  ed  organizzativa  a  fronte  della  necessaria  pianificazione  locale  con  particolare  riferimento  alla definizione di un piano formativo rivolto agli operatori sanitari per l'acquisizione degli strumenti necessari allo sviluppo della EBM/EBN ed EBP. 

Attivare nelle aziende un sistema per la valutazione dei comportamenti prescrittivi e adottare strumenti  atti a  monitorare  l’utilizzo  dei  farmaci  e  piani  informativi  che  coinvolga  tutti    i    soggetti  autorizzati  a  prescrivere  prestazioni  a  carico  del  SSN  per  la  diffusione  delle indicazioni del decreto, la condivisione delle corrette modalità prescrittive. 

Farmaco 

Come  in  Toscana    anche  nella  Azienda  USL  centro  le  azioni  salienti  che  hanno  caratterizzato  e caratterizzeranno il governo della farmaceutica sono state la valutazione dei consumi registrati in funzione del  reale bisogno di  salute,  individuando  indicatori di  consumo per  alcune  categorie di  farmaci di  largo impiego in particolare per le categorie per le quali l’eccessivo incremento dei consumi non è supportato da dati epidemiologici. L’efficienza  prescrittiva  finalizzata  a  privilegiare  il  consumo  di  farmaci meno costosi  nell’ambito    di    categorie    di    efficacia    sostanzialmente    analoghe,    fissando    obbiettivi sull’impiego di farmaci  equivalenti,  formalizzando  la  fondatezza  di  determinati  trattamenti meno  costosi ed  i  criteri di appropriatezza  a  cui  riferirsi  nel  trattamento  di  alcune  patologie.  Distribuzione  diretta  dei  farmaci, acquistati  dall’ASL  e  distribuiti  direttamente  attraverso  i  propri  presidi  o  attraverso  le  farmacie convenzionate per conto delle stesse ASL. 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Diffusione  di  piani  informativi atti  a  richiamare  le  modalità prescrittive  corrette  ed  in particolare  ai  farmaci  sottoposti a registrazione  

Invio  di  note  informative, personalizzate a tutti i medici che saranno  caratterizzati  rispetto  ai principi  attivi  utilizzati.  Oltre  le note  informative  il  documento conterrà  le  loro prescrizioni (o di UO)  

Invio  di  note informative 

Dicembre 2017 

Realizzazione  dei  tassi  di utilizzo  standardizzati  di prodotti  facendo  riferimento alle zone  

Analisi  dei  dati,  ricerca  delle cause  radice  ed  attivazione  di contromisure    

Presentazione di contromisure e attivazione 

Maggio  giugno  e Luglio 2017 

 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività anno 2017 

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Il sistema di valutazione per ogni singolo paziente per  l’appropriatezza del Farmaco 

 

Si tratta di documentare  i profili prescrittivi di un  insieme di “singolo paziente”, partendo da un episodio prescrittivo.  Tale  approccio  si  propone  di  valutare  il  profilo  prescrittivo  del  singolo  (appropriatezza formale) e dell’insieme dei medesimi profili prescrittivi. L’appropriatezza si sviluppa nell’ambito sia della competenza  professionale  descrivendo  tutte  le  scelte  prescrittive  che  sulla  correttezza  formale  della prescrizione. 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Scelta  dei  farmaci  che saranno analizzati, per  criteri normativi,rischio inappropriatezza e costo 

Consensus  con  i  Direttori di Dipartimento  

Documento   Maggio 2017 

 

Ricostruzione  dei  profili prescrittivi  dei  farmaci definiti  

Realizzazione  dei  profili prescrittivi  con  il  dettaglio del prescrittore  

 report     Giugno 2017 

 

 

Il  miglioramento  della  qualità  delle  cure  e  l’appropriatezza  terapeutica  necessitano  di  un  confronto continuo, sulla base di consolidate evidenze scientifiche, fra tutti gli operatori del servizio sanitario e con il sistematico coinvolgimento dei cittadini.  

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Per le principali patologie oncologiche (mammella, polmone, colon retto) disseminare o realizzare linee di indirizzo terapeutiche condivise per l'impiego dei farmaci in oncologia che contengano la stratificazione dei pazienti e le diverse linee di intervento 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di aderenza alle linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

 

 

 

 

 

 

 

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OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Per le principali patologie gastroenterologiche che si potrebbero avvalere di farmaci innovativi od ad alto costo realizzare linee di indirizzo terapeutiche condivise per il loro  l'impiego che contengano la stratificazione dei pazienti e le diverse linee di intervento 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di aderenza alle linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Per le principali patologie dermatologiche che si potrebbero avvalere di farmaci innovativi od ad alto costo realizzare linee di indirizzo terapeutiche condivise per il loro  l'impiego che contengano la stratificazione dei pazienti e le diverse linee di intervento 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di aderenza alle linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Per le principali patologie neurologiche che si potrebbero avvalere di farmaci innovativi od ad alto costo realizzare linee di indirizzo terapeutiche condivise per il loro  l'impiego che contengano la stratificazione dei pazienti e le diverse linee di intervento 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di aderenza alle linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

 

 

 

 

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OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Per le principali patologie reumatologiche che si potrebbero avvalere di farmaci innovativi od ad alto costo realizzare linee di indirizzo terapeutiche condivise per il loro  l'impiego che contengano la stratificazione dei pazienti e le diverse linee di intervento 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di aderenza alle linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Per le principali patologie infettive che si potrebbero avvalere di farmaci innovativi od ad alto costo realizzare linee di indirizzo terapeutiche condivise per il loro  l'impiego che contengano la stratificazione dei pazienti e le diverse linee di intervento 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di aderenza alle linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

Presidi 

Il miglioramento  della qualità   delle   cure   e    l’appropriatezza  terapeutica  necessitano  di   un   confronto continuo  con  i  clinici per definire  con  loro,  sulla  base  di  consolidate  evidenze  scientifiche,  i presidi ed  i dispositivi a maggior rischio di in appropriatezza. 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Creare l’elenco dei primi 100 presidi o dispositivi  utilizzati  nell’azienda,  per numerosità e per costo 

Preparazione  di  report con i due elenchi 

Elenco   Aprile 2017 

 

Identificare  i  presidi o dispositivi più rilevanti  per  realizzare  azioni sull’appropriatezza 

Consensus  con  Direttori di  Dipartimento  e  di Area 

Elenco eleggibili  maggio 2017 

Per  i  presidi  selezionati    realizzare linee  di  indirizzo  terapeutiche condivise  per  il  loro    l'impiego  che contengano i criteri di appropriatezza 

Definizione  dei  criteri  di appropriatezza.  

Documento  giugno 2017 

Monitoraggio  del  livello  di  aderenza alle linee di indirizzo  

Monitoraggio  Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

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Diagnostica di laboratorio 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definire l’elenco dei test e delle combinazioni di richieste di test di laboratorio ad elevato rischio di inappropriatezza 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di utilizzo   Monitoraggio ed invio ai Direttori di UUOO 

Monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

Attuazione di contromisure per ridurre i livelli di inappropriatezza  

I Direttori di UUOO attiveranno contromisure per ridurre il fenomeno se presente 

Realizzazione monitoraggi  

Dicembre 2017 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definire l’elenco dei test per i quali l’esame ripetuto sia ritenuto inappropriato 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento che indichino i test ed il timing per la sua eventuale ripetizione. 

Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello ditest ripetuti  

Monitoraggio ed invio ai Direttori di UUOO 

Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

Attuazione di contromisure per ridurre i livelli di inappropriatezza  

I Direttori di UUOO attiveranno contromisure per ridurre il fenomeno se presente 

Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

 

Diagnostica  per Immagini 

 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definire l’elenco degli esami diagnostici e delle combinazioni di richieste ad elevato rischio di inappropriatezza 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento  Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di utilizzo   Monitoraggio ed invio ai Direttori di UUOO 

Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

Attuazione di contromisure per ridurre i livelli di inappropriatezza  

I Direttori di UUOO attiveranno contromisure per ridurre il fenomeno se presente 

Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

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OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definire l’elenco degli esami diagnostici per i quali l’esame ripetuto sia ritenuto inappropriato 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento che indichino i test ed il timing per la sua eventuale ripetizione. 

Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di 

test ripetuti  

Monitoraggio ed invio ai Direttori di UUOO 

Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

Attuazione di contromisure per ridurre i livelli di inappropriatezza  

I Direttori di UUOO attiveranno contromisure per ridurre il fenomeno se presente 

Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

 

Prestazioni Ambulatoriali 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Definire l’elenco delle prime visite per le quali l’esame ripetuto sia ritenuto inappropriato 

Consensus con i Direttori di Dipartimento, di area e di UUOO coinvolti 

Documento che indichino i test ed il timing per la sua eventuale ripetizione. 

Giugno 2017 

 

Monitoraggio del livello di visite ripetute 

Monitoraggio ed invio ai Direttori di UUOO 

Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

Attuazione di contromisure per ridurre i livelli di inappropriatezza  

I Direttori di UUOO attiveranno contromisure per ridurre il fenomeno se presente 

Realizzazione monitoraggi mensili 

Dicembre 2017 

Ricoveri 

Indici di performance degenza media 

OBIETTIVI  AZIONI  INDICATORI  TEMPI 

Gestione  appropriata  e  riduzione dei  tempi  di  permanenza  non appropriati  del  percorso  clinico diagnostico del paziente medico 

Gestione  dei  processi clinico organizzativi  in corso  di  ricovero medico 

Valore  non superiore  al  dato 2016  

Valutato  sul periodo  maggio  –dicembre 2017 

 

Gestione  appropriata  e  riduzione dei  tempi  di  permanenza  non appropriati  del  percorso  clinico diagnostico  del  paziente chirurgico 

Gestione  dei  processi clinico organizzativi  in corso  di  ricovero chirurgico 

Valore  non superiore  al  dato 2016  

Valutato  sul periodo  maggio  –dicembre 2017 

 

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Il sistema di valutazione per ogni singolo paziente per tutti i dipartimenti clinico‐assistenziali 

 

Tale attività rappresenta in sé una novità, anche se in realtà ripercorre nel modo più classico la discussione di un caso clinico, ma si propone  di  standardizzare l’analisi del caso e le dimensioni da esplorare. 

Si tratta di fare un riesame delle attività svolte per quel singolo episodio di cura per quel singolo paziente, partendo dalla situazione in ingresso (anamnesi patologica remota), dalle scelte clinico assistenziali, dalla loro erogazione  e alle conclusioni del percorso. 

Tale  approccio  si propone di  valutare  il percorso del  singolo  (performance  e  appropriatezza)  e  come  il percorso del singolo si rifletta sull’intero sistema (capacità). Tale concetto si può chiarire considerando che l’operare  del  medico  in  un  ambulatorio  è  calibrato  sia  sull’esigenza  del  singolo  (all’interno dell’ambulatorio) che sulla esigenza degli altri pazienti che sono presenti in sala d’attesa. Il mix tra questi elementi realizza il concetto di sostenibilità. 

Queste analisi traggono origine da diversi episodi di cura: 

- Visita ambulatoriale - Accesso al PS - Ricovero - Visita in corso di assistenza domiciliare - Prelievo per esami di laboratorio - Prestazione di radiodiagnostica - Prescrizione di farmaci 

 Esplorano diversi domini sempre sulla dimensione del singolo: 

- Performance - Appropriatezza - Capacità (  in termini di capacità di erogare un prodotto o servizio, non  in termini di competenza 

tecnico professionale)  

La  performance  si  riferisce  ad  aspetti  quali  la  puntualità  per  una  visita  ambulatoriale,  la  durata  del ricovero,  il  tempo di  attesa per una esame  sia  in  corso di  ricovero  che da esterno,  il numero di esami eseguiti, il tempo di attesa per un letto e comunque tutte le misure che caratterizzano un cambiamento di stato. 

L’appropriatezza  si  sviluppa  nell’ambito  della  competenza  professionale  e  descrive  tutte  le  scelte diagnostiche, assistenziali e terapeutiche, il loro overuse o underuse, analizza i profili prescrittivi e valuta i livelli di  aderenza  ai PDTA  aziendali od  in  loro  assenza  su quali  livelli di  evidenza  siano  state basate  le scelte.  

Il  riesame  dei  casi  potrà  essere  sviluppato  preferibilmente  in  piccoli  team  multi  professionali  e multidisciplinari.Il direttore di UO in caso di criticità provvederà ad applicare le specifiche contromisure. 

La capacità produttiva verrà valutata rispetto agli sprechi di tempo a cui è stato esposto il periodo di cura del singolo paziente,  tale aspetto dell’analisi ha ricaduta sull’allineamento  tra servizi e sull’efficienza dei processi clinico gestionali. 

 

 

 

 

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Attività  Overuse  Underuse  PDTA o evidenza  Contromisura 

Episodio di ricovero, accesso PS, prestazione ambulatoriale o diagnostica (descrizione sintetica) e valutazione indicazione 

      (se applicabile) 

Storia clinica         

Farmaci         

Profilo prescrittivo         

Ricoveri         

Accessi ambulatoriali         

Accessi PS         

Diagnostica di laboratorio         

Diagnostica per immagini         

Performance dell’episodio         

Tempo attesa  non applicabile  non applicabile     

Durata degenza         

Trasferimenti         

Numero esami eseguiti         

Numero esami ripetuti         

Altro (descrizione sintetica)         

Appropriatezza         

Farmaci         

Profilo prescrittivo         

Presidi         

Diagnostica per immagini         

Diagnostica di laboratorio         

Pianificazione assistenziale         

Procedure invasive 

(descrizione sintetica) 

       

Completezza check list         

Formazione paziente e  care givers         

Capacità:  quantificazione  del  tempo inutilizzato in giorni o frazioni di giorno 

       

Attesa letto         

Attesa diagnostica (referto)         

Attesa procedura invasiva         

Attesa dimissione         

 

 

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Riorganizzazione dell’offerta specialistica ambulatoriale 

   1) OMOGENEIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI 

Mappatura  agende  CUP,    verifica  del  sistema  di  gestione,  ovvero  dell’apertura  a  scorrimento  delle agende  in  tutti  i  territori  dell’Azienda  ,  dei  meccanismi  di  blocco/sblocco  automatici  e  dei  livelli autorizzativi per le chiusure programmate. L’ obiettivo è quello di ricercare le modalità di gestione più efficienti ed uniformarle in tutto il territorio aziendale. 

2) VERIFICA E RIORGANIZZAZIONE DELL’OFFERTA Diversificazione dell’offerta, differenziata  in prestazioni di primo contatto ( secondo codici di priorità : Fast‐track  territoriali  e  prestazioni  differibili)  e  prestazioni  da  erogarsi  secondo  la  logica  di  percorsi diagnostico terapeutici, seguenti alla presa in carico da parte dello specialista. 

Per  offerta  specialistica  si  deve  intendere  sia  quella  prodotta  da  personale  dipendente,  personale medico‐specialistico convenzionato, da strutture private accreditate. 

Ciò  significa  una  riprogettazione  complessiva  dell’offerta  di  ciascun  Dipartimento,  procedendo  ad un’analisi statistica della domanda e dell’offerta ed all’organizzazione sul tutto il territorio aziendale di: 

- Fast track territoriali,  - Offerta per richiesta di prestazioni di primo contatto differibili,   - Percorsi diagnostico‐terapeutico‐assistenziali conseguenti alla presa in carico, - Percorsi dedicati alla Sanità d’iniziativa 

 

3) IL GOVERNO DEL PRIVATO ACCREDITATO L’offerta di prestazioni  specialistiche da parte del privato accreditato,  in una  logica di  integrazione e complementarietà,  dovrà rispondere alle esigenze della programmazione aziendale. Pertanto in fase di rinnovo dei  contratti  sarà espressamente previsto  che  il mix di prestazioni, nell’ambito delle  singole branche specialistiche e  famiglie di prestazioni, dovrà essere concordato con  la direzione aziendale e potrà  modificarsi  nel  periodo  di  validità  contrattuale.  Su  tale  presupposto  sarà  verificata  l’offerta storica  e  contrattate  le  necessarie modifiche,  prevedendosi  una  dinamicità  della  domanda  da  parte dell’Azienda, in relazione ai tempi di attesa.              

4) LA CONDIVISIONE CON I MMG  In  ciascun  territorio  della  AUTC  sono  operativi  percorsi  di  accesso  riservati  alla  MG  sia  per l’urgenza/consulenza,  che  per  la  Sanità  d’Iniziativa  , ma  con modalità  differenziate  nelle  diverse  ex AUSL. Si tratta pertanto  di condividere modalità omogenee su tutto il territorio aziendale. 

5) CREAZIONE DI STRUMENTI DI VERIFICA E MONITORAGGIO Organizzazione di una “cabina di regia funzionale”  in grado di monitorare, sulla base dei dati  inviati  in tempo  reale,  l’andamento dell’offerta e del consumo di prestazioni,  in modo da consentire ai diversi attori di assumere le necessarie azioni in caso di disallineamento. 

6) RIDEFINIZIONE DELL’OFFERTA E DEI TEMPI DI ATTESA IN AMBITO DI ZONA SOCIO‐SANITARIA Su alcune prestazioni *, si pone  l’obiettivo di dare  risposta alle  richieste di primo contatto nei  tempi della DGRT 493/2011  in un ambito territoriale corrispondente alla Zona‐distretto. L’obiettivo che ci si pone è  il progressivo allineamento nell’ambito della Zona socio‐sanitaria, ai tempi di risposta stabiliti, ovvero non superiori alle 48 ore per il codice U (Urgenza) e ai 10 Giorni per il codice B. Per le restanti richieste di primo contatto non superiori a 15 giorni per le visite e 30 per la diagnostica. 

*  Visita  oculistica,  ortopedica,  cardiologica,dermatologica,ORL,  neurologica;    ecografia  addome,    Rx scheletro e diretta d’organo. 

 

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 LA RIORGANIZZAZIONE DELL’OFFERTA DELLA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI 

 

AZIONI SPECIFICHE: 

 

1. APPROPRIATEZZA TECNOLOGICA - Censimento delle apparecchiature esistenti . - Valutazione  dell’adeguatezza  comparata  alla  Mission  dell’Ospedale  ed  al  territorio  di 

riferimento. - Investimenti in tecnologia.

 

2. APPROPRIATEZZA DI UTILIZZO PER COMPLESSITA’  - Definizione della  rete per Aree Vaste  (ATC/ Azienda Universitaria/Ospedali  territoriali/privato 

accreditato). - Progetto di “presa in carico” e distribuzione in rete secondo il criterio della priorità e del livello 

di complessità.  

3. APPROPRIATEZZA DELLA CONDUZIONE DELL’ESAME PER PATOLOGIA (cosa non può non vedere)    - Definizione di protocolli di conduzione esame per patologia, al fine di ottenere esami omogenei 

e  riproducibili  tra  le  varie  apparecchiature,  indipendentemente  dal  tipo/marca dell’apparecchiatura. 

- Condivisione/diffusione dei protocolli nei vari servizi. - Manutenzione continua dei protocolli 

 4. REFERTAZIONE STANDARDIZZATA PER PATOLOGIA (cosa non si può non dire)  5. RICOGNIZIONE DEI PERCORSI ASSISTENZIALI  Gli esami di primo accesso risponderanno ad una graduazione di priorità secondo quanto stabilito dalla D.G.R. 1080/16. L’offerta di prestazioni specialistiche da parte del privato accreditato,  in una  logica di integrazione e complementarietà, dovranno rispondere alle esigenze della programmazione aziendale. Pertanto  in  fase di  rinnovo dei contratti  sarà espressamente previsto che  il mix di prestazioni, dovrà essere concordato con la direzione aziendale e potrà modificarsi nel periodo di validità contrattuale. Le agende CUP dovranno prevedere posti specifici a scorrimento con sblocco di ulteriori posti in rapporto alla mancata occupazione dell’offerta riguardante i percorsi. 

6.  STRUTTURAZIONE DEI PERCORSI  

Sulla base dello storico che attualmente viene offerto, saranno rimodulate  le  liste di programmazione in maniera  concordata  con  gli  altri  dipartimenti  in modo  da  attuare  un’unica  strategia  diagnostico‐clinica aziendale. 

Per offerta specialistica si deve  intendere sia quella prodotta da personale dipendente, dal personale medico‐specialistico convenzionato, dalle strutture private accreditate. 

La diagnostica per immagini si interfaccia per quanto riguarda i PDTA con i seguenti soggetti:  

- Reparti e specialisti interni; - Specialisti aziendali ambulatoriali e convenzionati; - 118, Dipartimento emergenza/Urgenza strutturazione percorso Ictus; - MMG e relative AFT; - Privato Accreditato. 

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7. PROGETTI ALTA PRODUTTIVITA’   Strategia già conosciuta in azienda, utilizzata in passato come piattaforma prioritaria per la qualità dei percorsi diagnostici, primo step che avvia agli accertamenti o ne identifica l’appropriatezza. Nasce come esigenza  di  avviare  processi  di  razionalizzazione  finalizzati  ad  assicurare,  negli  ambiti  territoriali  di riferimento, prestazioni di identica qualità ed omogeneità di contenuti, il più possibile standardizzati al fine di favorire gli accessi al cittadino, attraverso una logica di rete e di vicinanza, mantenendo elevata qualità, efficienza ed economicità, attraverso un modello che permette di ridisegnare  l’offerta nel suo complesso. 

In questa ottica sono previsti 2 progetti di alta produttività che rispondono a quanto premesso: 

1) Polo RM (SMA, Empoli) 2) Polo Mammo (Firenze, Prato, Empoli e Pistoia) 

 I  progetti  così  concepiti  attueranno  le  logiche  orientate  a  sperimentare  percorsi  virtuosi  di  best‐practice,  livelli  diagnostici,  HTA,  la  mobilità  dei  professionisti,  le  procedure  di  teleconsulenza  tra ospedali. 

PROGETTO FOLLOW‐UP ONCOLOGICO 

La DGRT n.1068/2016  “Indirizzi  regionali per  la  revisione delle modalità organizzative nella  gestione del follow up oncologico” prevede che  i pazienti  inseriti nel percorso di follow up delle neoplasie trovino una risposta organica e completa all’interno delle oncologie, e non tramite i canali tradizionali di prenotazione. Verranno quindi attivati nel corso dell’anno  i Punti Servizio Oncologici che si occuperanno di prendere  in carico  i  pazienti  in  follow  up  oncologico  garantendo  risposta  ai  bisogni  sanitari  e  amministrativi (prenotazione esami, supporto alle pratiche amministrative, assistenza clinica).  

I  Punti  Servizio  saranno  attivati  presso  i  punti  della  rete  oncologica  aziendale,  in  base  ai  volumi dell’Oncologia saranno aperti 12 o 6 ore al giorno. Gli operatori dei Punti Servizio Oncologico saranno sia sanitari che amministrativi, opportunamente formati sui protocolli e sugli strumenti informatici necessari; è stata anche fatta una stima del personale necessario a garantire gli orari di apertura. 

La Regione ha per adesso deliberato  i seguenti protocolli di follow up: mammella, polmone, colon retto I° stadio,  colon  retto  II°‐III°  stadio,  prostata.  E’stato  deciso  di  iniziare  a  livello  regionale  dal  follow  up  del tumore mammario. Le agende a disposizione dei punti servizio sono agende dedicate, di durata annuale e scorrimento  giornaliero,  calibrate  sulle  stime  dei  fabbisogni  (indicate  dal  dipartimento  oncologico) rispettando i protocolli.  

Il 1 febbraio è stato attivato il punto servizi del presidio OSMA; le prossime attivazioni previste sono Empoli, Pistoia e Prato. Entro fine anno si attiveranno tutti punti servizio,  iniziando dalla mammella e estendendo poi la presa in carico agli altri follow up.  

Ospedale S.Stefano – Prato 

Ospedale San Giuseppe ‐ Empoli 

Ospedale San Jacopo ‐ Pistoia 

Ospedale San Giovanni di Dio ‐ Firenze 

POS (punti oncologici di servizio) 

 

apertura sulle 12 h  

(orario almeno 9‐19) Ospedale S.Maria Annunziata ‐ Firenze 

Ospedale del Mugello – Borgo San Lorenzo 

Ospedale S.Maria Nuova ‐ Firenze 

Ospedale Serristori‐ Figline e Incisa V.no 

PrOS (punti rete oncologici di servizio) 

apertura sulle 6 h 

(orario 8‐14) Ospedale SS Cosma e Damiano ‐ Pescia 

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Dipartimento della Salute Mentale e Dipendenze  Salute              Mentale  E’  necessario  implementare  il  livello  della  presa  in  carico  in  un’ottica  di  integrazione,  con  particolare riferimento all’area più “alta”  (percorso superamento OPG) e a quella più “bassa”  (percorsi  integrati con MMG  su  psicoeducazione, depressione,  schizofrenia,  con PLS  screening  autismo)  delineando una  chiara rete  nei  servizi  territoriali  ed  un  collegamento  con  la  rete  ospedaliera  (acuzie  infanzia‐adolescenza, emergenza psichiatrica).   Le tematiche principali sono:  Passaggio infanzia adolescenza/età adulta Per  la mappatura dei modelli operativi esistenti, è  stato costituito  un gruppo di  lavoro multidisciplinare che avrà  il compito di  redigere un protocollo operativo unico da proporre. Alla fine del 2016 è stato redatto un protocollo operativo fra  le tre aree del Dipartimento per  il passaggio infanzia/adolescenza‐Adulti  che prevede  la  costituzione di  team di passaggio  composti  sia da NPI  che da Psichiatri e psicologi. Nel corso dell’anno 2017 sarà monitorata l’attività di questo gruppo al fine di valutarne l’operatività e la efficacia.  Emergenza psichiatrica  infanzia adolescenza  IL  PAV  prevede  la  costituzione  in  ogni  UFSMIA  di  un  team  dedicato  (costituito  da  Neuropsichiatria infantile, Psicologo dell’età evolutiva, Educatore ed Infermiere) che abbia competenze specifiche sul tema e da avviare al percorso formativo previsto dalla Regione. I  team  dedicati  sono  stati  individuati  e  comunicati  alla  Regione  Toscana  e  di  fatto  coincidono  con  gli operatori che stanno facendo la formazione. Il piano formativo organizzato dalla regione Toscana è in corso. Nel corso dell’anno precedente, come risulta dall’analisi degli eventi su piattaforma FORMAS, il 29‐30 Novembre 2016 si è tenuto un 1° modulo sul tema “Emergenza psichiatriche infanzia adolescenza”  a valenza regionale.  Percorso superamento OPG (da organizzare rete e completare posti in Rems e strutture intermedie). L’OPG di Montelupo è  stato  formalmente  chiuso nel mese di  febbraio  corrente,  in  corso di definizione  il progetto della REMS nell’ambito  territoriale Empolese. Tempi  ipotizzati per REMS Empoli non prima della fine 2017. Con la Regione Toscana si sta valutando l’opportunità di richiedere un tavolo di confronto con la Magistratura dei tre Tribunali che insistono nel territorio ASL centro.  Costituzione di un centro di valutazione del rischio di violenza (ASL/AOU)  Tale  azione  è  finalizzata  a migliorare  le  procedure  di  valutazione  in  soggetti  con  disturbi mentali  e/o comportamenti  trasgressivi con particolare  riferimento alle persone sottoposte a misure di sicurezza e/o detenzione affette da infermità mentale e sottoposte a procedimento penale. E’ stata costituita una SOC Riabilitazione pazienti psichiatrici autori di reato che nell’ambito del Dipartimento avrà il compito, tra l’altro, di valutare il rischio violenza.  Definizione  di  un  progetto  per  l’apertura  di  una  Residenza  Psichiatrica  Intermedia  destinata  ai  pazienti dimessi  dalle Rems. Dal 15 gennaio 2017 è stata aperta la Residenza Psichiatrica intermedia Villa Guicciardini destinata a pazienti dimessi  dalle  Rems  (facendo  seguito  all’atto  deliberato  dal  DG  ATC  nel mese  di  dicembre  2016,  il  cui repertorio allegato  titola  “contratto per erogazione  tra USL Toscana Centro e  Fondazione Guicciardini da destinare ad utenti dimessi….”)  Ridefinizione rete SPDC e potenziamento posti letto in alcune aziende 

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La  rete  degli  SPDC  è  omogeneamente  distribuita  e  allineata  con  le  scelte  regionali  che  prevedono  un rapporto di posti letto 0,6 X 10mila  Abitare supportato (percorsi avviati e finanziati). Tutte le ex ASL afferenti alla ASL Toscana Centro hanno di recente inviato in Regione lo stato di attuazione dei progetti  finanziati  in merito all’abitare  supportato. Visto  il  ruolo che  l’abitare supportato assume nei percorsi di  autonomia  e  recovery è necessario  progettare un percorso poliennale per  sostenere questa modalità di “residenzialità” poco costosa e finalizzata al reinserimento degli utenti nella comunità. Tutte  le ex ASL hanno attuato  il progetto  regionale  sull’abitare  supportato ed  il Dipartimento definirà un progetto poliennale per lo sviluppo dell’Abitare supportato.  

Cartella HTH   

Tale  modalità   è   essenziale per  dare omogeneità al  sistema e  rispondere con appropriatezza al debito informativo  verso  Regione  e Ministero oltre che essere utilizzata per  il monitoraggio e  valutazione delle prestazioni. 

La cartella informatizzata HTH è stata implementata in tutte le sedi SerD dell’Area Vasta Centro 

 

Implementare legame con le Università E’  stata  avviata  un  convenzione  ASL  centro  Università  che  prevede  un  tirocinio  trimestrale  degli specializzandi  in psichiatria del 4 e 5 anno nei  servizi  salute mentale  territoriali. Per  il 2017  sono  stati già attivati tirocini sul territorio per 18 specializzandi, per l’anno 2018 per 6 specializzandi. In questa fase (2017‐2018) la frequenza è di 3 mesi. Si ritiene necessario portarla in futuro ad almeno 6 mesi complessivi.  

In merito alle altre tematiche richiamate nel PAV si precisa quanto riportato di seguito.  

Sono  in corso progetti di collaborazione con  i MMG di alcuni quartieri di Firenze che potranno fungere da riferimento per un ampliamento su tutto il territorio aziendale  Riguardo alla psicoeducazione, nel corso del 2016 gli operatori dei servizi territoriali sono stati coinvolti in un progetto formativo ad hoc sui programmi psicoeducativi organizzato a livello regionale. In molte realtà territoriali sono attivi gruppi di psicoeducazione rivolti sia ai familiari che agli utenti. Analoga esperienza è stata attivata in alcuni SPDC (Prato ed Empoli).  

Alcuni programmi su tematiche specifiche: 

- Follow up dei nati pretermine, di basso peso  alla nascita e  con  fattori di  rischio neuro‐evolutivo: gruppo  di  lavoro  coordinato  da  Gherardo  Rapisardi  (OSMA)  e  Marco  Armellini.  Obiettivo: raggiungere tempi e modalità omogenee di valutazione e registrazione delle attività di follow up, in collaborazione tra Area SMIA, Area di Pediatria del Dipartimento Materno Infantile dell’AUSL Centro, con NPI del Meyer e Punto nascita AOU Careggi. Stato: Iniziata Stesura di PDTA interaziendale. 

 - Presa  in  carico  dei  bambini  e  adolescenti  con  disturbi  dello  sviluppo  neuromotorio.  Obiettivo: 

coordinare attività di Neuropsichiatria  Infantile, Riabilitazione, Ortopedia Pediatrica, Chirurgia della Mano, Neurologia, Audiologia, Oftalmologia,  per  definire  un  PDTA  interaziendale  che  coordini  le attività  assistenziali  necessarie  a  fornire  una  risposta  globale  ai  bisogni  sanitari  degli  utenti  con questo tipo di patologia. Sono coinvolti Area SMIA, Area Pediatrica, Area Ortopedia, Area Professioni Riabilitazione  del  Dipartimento  tecnico  sanitario  dell’AUSL  Centro,  NPI  del  Meyer,  Centro  per l’Ipovisione dell’AOU Careggi. Stato: redazione PDTA a livello di prima revisione. 

 - Avviato un protocollo interaziendale sul trattamento dei disturbi respiratori e delle disfagie tra AUSL 

Centro e Meyer. 

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 - Presa  in carico di pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico: estensione al Meyer del PDTA AUSL 

Centro.  

- Disturbi  del  Comportamento  Alimentare:  è  in  corso  lo  sviluppo  di  progetto  per  un  servizio ambulatoriale integrato di alta specializzazione in collaborazione tra AUSL Centro e Meyer. 

 - Sordità congenite: estensione del protocollo di presa in carico attualmente implementato a Prato in 

collaborazione tra UFC SMIA e UO Pediatria alla AVC, in particolare con coinvolgimento di Meyer per impianti cocleari e AOU Careggi da punto nascita e TIN. 

  

Carcere L’assistenza  sanitaria  in  carcere  deve  essere  integrata  in  modo  esaustivo  ed  efficace  con  i  servizi territoriali, ferma  restante  la  necessità  di  creare  una  équipe multidisciplinare;   s i   riportano di seguito le principali azioni:  Percorso residenziale minori: individuare strutture e creare rete fra Aziende e sistema penitenziario Minori. Verrà  a  breve  firmato  un  apposito  protocollo  fra  Tribunale minori,  Servizi  Sociali  e  Dipartimento  Salute Mentale e Dipendenze.  Assistenza psicologica Prevenzione rischio suicidario In  merito  al  prevenzione  rischio  suicidario  hanno  attivato  programmi  di  prevenzione  rischio  suicidario Sollicciano (10/03/2014), CC Pistoia (10/12/2014), Prato (19/12/2014), come risulta da appositi protocolli di intesa firmati tra Strutture Sanitarie e Istituti Penitenziari.  Accreditamento presidi sanitari in carcere (da Accordo CU 2015) E’  alla  fase  finale  la  definizione  “progetto  Sollicciano”  anche  nell’ottica  di  poter  accreditare  il  processo specifico. La Casa Circondariale di   Prato procederà alla definizione della procedura per  la gestione delle emergenze cliniche;  la Casa Circondariale di Pistoia, nel 2015, ha  redatto documenti manuale qualità nell’ottica della sicurezza delle cure.   Dipendenze  Obiettivi:  Gioco d’azzardo patologico.  Sperimentazioni di progetti  residenziali  e presa  in  carico  pazienti  (necessità di  implementare  i  servizi  e formarli  sul  tema).  Tutte  le  ex‐aziende  ad  oggi  si  occupano  attraverso  i  SerD  della  presa  in  carico  dei pazienti. Avvio progettualità  innovative e  sperimentali  sul  tema anche  in attuazione del Piano Regionale della  Prevenzione  e  della  delibera  regionale  882  del  6  settembre  2016.  In  corso  predisposizione implementazione linee di indirizzo. 

 Marginalità.  Prosecuzione con progetti a bassa soglia ed estensione buone prassi esistenti in alcune aree (Pisa, Firenze, Livorno, Prato) 

   

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Alcol Attualmente  tutte  le  ex‐aziende  si  occupano,  attraverso  i  SAT  (Servizi  Alcologici  Territoriali)  costituiti all’interno dei SerD, della presa in carico dei pazienti.  Prosecuzione delle progettualità in atto all’interno del Piano Regionale della Prevenzione e in attuazione della normativa regionale (accordo con il CEART). 

 Tabagismo.  Tutte le ex‐aziende si occupano, attraverso i Centri antifumo (CA) istituiti nei SerD, della presa in carico dei pazienti.  Prosecuzione delle progettualità  sperimentali  sul  tema  (patologie  fumo‐correlate)  all’interno  del Piano Regionale della Prevenzione. 

 Dipendenze da sostanze.  La  presa  in  carico  dei  pazienti  è  assicurata  dai  SerD,  presenti  in  tutti  i  territori.  Prosecuzione  delle progettualità  avviate  all’interno  del  Piano  Regionale  della  Prevenzione  e  in  attuazione  della  normativa regionale (accordo con il CEART).  

 Potenziamento Flussi informativi: Integrazione  e  coordinamento  dei  SerD  di  AVC  attraverso  la  costituzione  di  un  gruppo  di  lavoro  sulla Cartella clinica HTH finalizzato ad armonizzare le procedure di utilizzazione.   Progetto   trasversale (Salute Mentale/Dipendenze) Implementazione delle azioni psico‐educative previste dal Piano Socio Sanitario Integrato 2012‐2015.  Nel  corso del 2016  gli operatori dei  servizi  territoriali  sono  stati  coinvolti  in un progetto  formativo  ad hoc  sui programmi psicoeducativi organizzato a livello regionale. In molte realtà territoriali sono attivi gruppi di psicoeducazione rivolti sia ai familiari che agli utenti. Analoga esperienza è stata attivata in alcuni SPDC (Prato ed Empoli).  

 

 

 

 

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Dipartimento della Prevenzione   Premessa   Il presente Piano Operativo di Attività per l’anno 2017 è stato elaborato raccogliendo le indicazioni da parte delle  strutture  afferenti  il  Dipartimento  ovvero  le  tre  Aree  Funzionali  ISPN,  SPVSA  e  PISLL,  nonché  le UFC/UFS di Epidemiologia, Medicina dello Sport, Laboratorio di Sanità Pubblica, Promozione della Salute, Vigilanza nelle Strutture Sanitarie e Verifica Impianti e Macchine. La  programmazione  qui  esposta  si  pone  in  linea  con  il  documento  di  programmazione  di Area  Vasta  e rappresenta  non  di  meno  lo  sforzo  di  ottemperare  alle  indicazioni  scaturenti  dalla  programmazione nazionale e regionale,  in gran parte  identificantesi nei LEA, nel Piano Regione della Prevenzione e   ‐ per  il PISLL – nella DGRT n.151/2016. Un  importante  obiettivo  complementare  consiste  nel  rendere  uniformi  le  procedure  prestazionali  per attività omogenee.  AREA FUNZIONALE IGIENE SANITA’ PUBBLICA E NUTRIZIONE (ISPN)  INQUADRAMENTO Numerosi  sono  gli  input    che  indirizzano  le  attività del Dipartimento di  Prevenzione per  quanto  attiene l’Area  di  Igiene  e  Sanità  Pubblica  e  Nutrizione.  I  principali  derivano  dai  LEA,  dal  Piano  Regionale  della Prevenzione,  dal  piano  Nazionale  Vaccini,  dai  Piani  di  sorveglianza  delle  Malattie  infettive  (malattie batteriche  invasive,  piano  di  eliminazione  di morbillo,  parotite,  rosolia,  arbovirosi,  ecc.),  dagli  indirizzi specifici    in  tema  di  Nutrizione,  dalla  normativa    per  il  controllo  delle  acque  potabili  condottate,  sugli impianti natatori, su tatuaggi e piercing. La programmazione deve  inoltre tener conto delle caratteristiche demografiche e ambientali dell’Area di riferimento.  CONTESTO In  particolare  l’Azienda  Centro  è  la  AUSL  toscana  con  il  maggior  numero  di  stranieri  rispetto  alla popolazione  residente.  Un  dato  che  sovente  si  riflette  in  forme  di  disagio  abitativo,  caratterizzate  da sovraffollamento e condizioni igienico sanitarie precarie. A ciò spesso si associa una natalità elevata, un alto numero di soggetti  in età  infantile ed adolescenziale e  l’esigenza di una particolare attenzione alla qualità del percorso nascita, alla cura della madre e del bambino, alle coperture vaccinali, ai disagi e alle patologie proprie  dell’età  adolescenziale  e  giovanile  (  sovrappeso  ed  obesità,  abuso  di  sostanze,  binge  drinking, infortunistica stradale, abitudine al fumo). A tale riguardo va ricordato che, da quando sono aumentati i flussi migratori, si è sviluppato un particolare impegno nella definizione di modalità di collaborazione e raccordo interistituzionale , sia per le ricadute di natura sanitaria che per la vigilanza sulle strutture di accoglienza.  L’AUSL  Centro  ha  anche  il  maggior  numero  di  presenze  turistiche  per  la  Toscana,  con  conseguenti problematiche  di  densità  umana,  attività  di  ristorazione  e  ricreative.  L’elevato  pendolarismo  in  ambito metropolitano  ha  ripercussioni sulla vivibilità, con particolare riguardo al traffico dei veicoli a motore e al conseguente inquinamento atmosferico accentuato dalla ricadute del riscaldamento domestico, nonché di impianti di particolare rilevanza che richiedono particolare attenzione per  la tutela,  in collaborazione con altri Enti, della qualità dell’aria e del suolo e pertanto della salute. L’alta  concentrazione di popolazione e  la presenza di numerosi presidi ospedalieri, nonché di 2 Aziende Ospedaliere Universitarie,  si  risolve  in un’incidenza di malattie  infettive    superiore  alla media  regionale, soprattutto per Tubercolosi in particolare nei territori di Firenze e di Prato. Non a caso la DGRT n. 948 del 3.11.14 ha previsto il potenziamento della sorveglianza sanitaria.  Le coperture vaccinali  costituiscono una criticità  significativa  soprattutto nel  territorio  fiorentino a  causa della  già  richiamata  forte  attrazione  con  inoltre  la  presenza  di  popolazione  immigrata  di  varie  etnie. 

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L’incremento della domanda,  legato  in particolare all’allerta per  la meningite C, non ha ancora permesso  un puntuale richiamo dei soggetti  inadempienti  e una puntuale azione di chiamata attiva di tutte le coorti  previste  dal  Piano  regionale  vaccini.  Inoltre  l’attuale  sistema  di  registrazione  dei  dati  non  consente  un ritorno  automatico    dei  dati  relativi  alla  vaccinazioni  effettuate  da  MMG  e  PLS.  Il  nuovo  sistema  di registrazione  su  SISPC, non  ancora  attivo  su  tutto  il nostro  territorio, dovrebbe migliorare  la  situazione. Resta comunque da perseguire una revisione ed omogeneizzazione della organizzazione tramite  la fattiva integrazione di tutti i dipartimenti coinvolti.  PROGRAMMAZIONE  La programmazione è  stata condivisa con  il Dipartimento dei Servizi Tecnico Sanitari ed ha un approccio basato sulla analisi del rischio e sulle evidenze di efficacia. La programmazione dell’attività dell’area comprende molteplici adempimenti  derivanti da specifici obblighi normativi   e  sviluppa  l’attività di  vigilanza negli  ambiti  valutati prioritari  rispetto  ai problemi di  salute e indicati dai piani nazionali e regionali della prevenzione e dai LEA.    AZIONI DI SORVEGLIANZA  

- Azioni previste dal Piano Regionale Prevenzione - Azioni previste dal Piano Regionale Nutrizione  - Sorveglianza della copertura vaccinale   - Messa  in  atto  di  strategie  per    l’adozione  del  piano  regionale  e  nazionali  vaccinazioni  piano 

straordinario per  la meningite C  - Sorveglianza delle malattie infettive; - sorveglianza  infestanti comprese le arbovirosi  - sorveglianza  acque potabili  ; - sorveglianza  impianti natatori -  sorveglianza attività  estetica‐tatuatori - Sorveglianza   collettività (scuole ,RSA ,Istituti penitenziari  - Immigrazione:  sorveglianza  delle  strutture  e  adozione  delle  misure  per  la  sorveglianza  delle 

malattie infettive  - Valutazione/ pareri all’interno gruppo   NIP; - Valutazioni in ambito ambiente salute ( VIA, VAS ) 

 Altre attività dovute 

- Commissioni pubblico spettacolo; - Esposti; - Polizia mortuaria. 

 ORGANIZZAZIONE E STIMA DELLE RISORSE 

Per la programmazione è stato adottato un format informatico  unico che tiene conto: ‐ delle attività  programmate , con riferimento ad eventuali prodotti finiti  ‐ delle risorse disponibili e consente un monitoraggio trimestrale  dell’avanzamento delle attività. Il  monitoraggio  delle  attività    è  alimentato  raccogliendo  tramite  SISPC  ma  ancora  non  in  modo automatico,  dai  registri  di  notifica,  dal  sistema  SIMI  e  dalle  piattaforme  nazionali  per  le  malattie infettive, da Caribel (in fase di dismissione)  e SISPC vaccinazioni.  

COMUNICAZIONE  Tutte  le attività sono orientate a ridurre quindi    il rischio per  la salute   per  la popolazione generale   e ad agire sui determinanti . Per perseguire con più efficacia l’obiettivo di  salute risulta molto importante anche saper  comunicare attraverso  strumenti   efficaci da affiancare a quelli  regionali,  così da promuovere una cultura diffusa della prevenzione, a partire dal tema vaccinazioni che costituisce uno degli obiettivi prioritari a livello nazionale.   

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N°  Obiettivi  Risultato atteso 

1  Realizzazione progetti PRP di competenza AF IPN 

Conseguimento di almeno 80% degli obiettivi dei progetti  6‐9‐11‐16‐46‐49‐52‐56‐57‐58 

2  Realizzazione obiettivi piano di programmazione regionale 2017 in ambito nutrizione 

‐ Adempimento di quanto previsto dal Piano regionale sulla celiachia di cui al DGR 1224/2012. 

‐controllo applicazione dei piani nutrizionali ‐counseling nutrizionali individuali e di gruppo 

3  Sorveglianza malattie infettive  Effettuazione delle inchieste epidemiologiche  per tutte le notifiche pervenute comprese le   arbovirosi, per le quali sono previsti  anche interventi necessari per l’abbattimento /riduzione dei vettori nel periodo temporale previsto e quelle  che coinvolgono soggetti richiedenti asilo ospitate nelle strutture di accoglienza 

4  Attuazione Piano Nazionale Vaccini  Sorveglianza sulle coperture vaccinali Contributo alla  stesura di procedure, IO, formazione degli operatori per l’applicazione omogenea del PNV su tutto il territorio della USL TC. 

5  Indagini di popolazione (PASSI – OKKIO ‐ HBSC) 

Azioni previste nell’anno: effettuazione della rilevazione in continuo per PASSI e restituzione dei dati per OKKIO ed HBSC. 

6  Vigilanza e sorveglianza sulle condizioni igienico sanitarie delle attività presenti sul territorio, tra quelle valutate a maggior rischio per la salute. 

Attività connesse alla sorveglianza sulle acque potabili condottate; impianti natatori; strutture scolastiche; strutture collettive, esercizi di estetica e tatuaggio; attività ricettive. 

7  Sorveglianza sulla popolazione immigrata richiedente asilo, con particolare riferimento alle strutture di accoglienza  

Sopralluoghi nelle strutture di accoglienza.  

 

8  Diffusione dei risultati delle attività svolte. 

Produzione e diffusione di documenti divulgativi per le tematiche ritenute di rilievo e di attualità. 

9  Partecipazione  al percorso  interdisciplinare  per omogeneizzazione dell’attività di rilascio pareri Suap e autorizzazioni ambientali 

Incontri per la stesura della organizzazione  

10  Pareri resi in ambito multidisciplinare per il rilascio  delle autorizzazioni ambientali e per le valutazioni preventive ambientali e strategiche,pareri Conferenza dei servizi  

Espressione di tutti i pareri previsti  

11  Sorveglianza sulla popolazione immigrata richiedente asilo, con particolare riferimento alle strutture di accoglienza  

Sopralluoghi nelle strutture di accoglienza.  

 

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AREA FUNZIONALE SANITA’ PUBBLICA VETERINARIA E SICUREZZA ALIMENTARE (SPVSA) 

INQUADRAMENTO La programmazione delle attività di controllo nel territorio della Azienda USL Toscana Centro viene redatta sulla  base  delle  indicazioni  del  Piano  Nazionale  Integrato  e  del  Piano  Regionale  Integrato  di  Sicurezza Alimentare, modulando gli interventi secondo le specificità legate alle realtà territoriali. Il  Piano  aziendale,  redatto  secondo  criteri  comuni  di  programmazione,  prevede  una  rendicontazione periodica basata sull’utilizzo dello strumento informatico di gestione delle attività SISPC. La programmazione delle attività  tiene conto delle  indicazioni e pianificazioni contenute negli atti emessi dagli enti sovraordinati quali Regione e Ministero della Salute, quali: Piano Nazionale Integrato  con le seguenti Macroaree: 

- Alimenti - Mangimi - Sanità animale - Benessere animale - Sanità delle piante.  - Attività trasversali (con i settori Sistema di Allerta; Ambiente; Sottoprodotti e Zoonosi).   

Per l’anno 2017 vengono individuati come strategici gli obiettivi legati alle seguenti filiere: - Olio d’oliva - Latte e derivati - Molluschi bivalvi - Miele ed altri prodotti dell’alveare 

 Piano Regionale  Integrato dei Controlli approvato dalla Regione Toscana  in data 30/12/2016 contenente specifiche schede di controllo articolate nei seguenti argomenti: - Importazione e scambi; - Sicurezza e Nutrizione - Mangimi - Sanità Animale - Benessere Animale - Sanità delle Piante - Attività trasversali (con i settori Sistema di Allerta; Ambiente; Sottoprodotti e Zoonosi)  Livelli essenziali di Assistenza Per  la verifica dell’erogazione sul territorio delle prestazioni rese ai cittadini viene utilizzata  la c.d. “Griglia LEA”  che  comprende  indicatori  relativi  all’assistenza  negli  ambienti  di  vita  e  di  lavoro,  all’assistenza territoriale e all’assistenza ospedaliera e consente di individuare, per le singole realtà regionali, sia le aree di criticità, sia i punti di forza.  Obiettivi MeS La programmazione  terrà,  inoltre conto degli obiettivi  strategici Mes,  finalizzati a misurare  la capacità di essere strategicamente efficaci ed efficienti, sia rispetto al proprio ambito territoriale che rispetto alle altre aziende del SSR. Il  sistema dei controlli ha  la  finalità di verificare, con un approccio basato  sulla analisi del  rischio e  sulle evidenze di efficacia,  il  rispetto delle norme specifiche da parte degli Operatori del Settore Alimentare e dagli Operato del Settore Mangimi.          I controlli riguardano tutte  le fasi delle filiere produttive (processo “dal campo alla tavola”) per garantire i più elevati livelli di sicurezza.  

Tale  approccio  ha  nel  tempo  reso  evidente  la  necessità  di  spostare  l’azione  del  controllo  ufficiale dall’obiettivo di garantire  il prodotto a quello di valutare e garantire  la capacità di gestione dei  rischi da parte delle imprese alimentari.  

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E’ evidente che per perseguire con più efficacia  l’obiettivo di  ridurre  le malattie  trasmesse da alimenti e garantire una migliore sicurezza alimentare occorre  intervenire su tutti  i determinanti; tra questi, vista  la peculiarità  territoriale  composta  da  piccole  e  medie  imprese,  su  quelli  comportamentali,  dove  i comportamenti  individuali hanno un  ruolo  fondamentale  rispetto  ai  sistemi organizzati. Per  fare questo occorrono strumenti nuovi da associare a quelli classici del controllo ufficiale ed  in primo  luogo sistemi di comunicazione ed informazione efficaci in grado di far crescere in maniera diffusa la cultura della sicurezza alimentare.  

N°  OBIETTIVI  RISULTATO ATTESO 

1  CONDIVISIONE DEGLI OBIETTIVI DI BUDGET TRA TUTTI GLI OPERATORI  

PRESENTAZIONE E SOTTOSCRIZIONE SCHEDE  

2  UTILIZZO DI SISPC PER LA REGISTRAZIONE DELLE PRATICHE/ATTIVITÀ PER LE QUALI È POSSIBILE IL SUO UTILIZZO 

ESTRAZIONE DA SISPC DI TUTTI I PF ESSENZIALI (ALMENO 95%) 

3  CONTROLLO UFFICIALE IN AMBITO DI SICUREZZA ALIMENTARE E ATTIVITÀ DI PROFILASSI E RISANAMENTO DEGLI ALLEVAMENTI  

REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROGRAMMATE PER QUANTO ATTIENE I PRODOTTI FINITI 49‐4‐43 

4  CONTROLLO UFFICIALE STABILIMENTI DI MACELLAZIONE E SEZIONAMENTO CARNI MEDIANTE AUDIT SECONDO LE INDICAZIONI DELLE LLGG 882 RECEPITE CON DGRT 1377/16 

RISPETTO DELLE INDICAZIONI INSERITE NELLE LINEE GUIDA ACCORDO STATO REGIONI (AUDIT ALMENO NEL 30% DEGLI STABILIMENTI DI MACELLAZIONE E SEZIONAMENTO CARNI ROSSE) 

5  CONTROLLO UFFICIALE ALLEVAMENTI BOVINI PER LA VERIFICA DELLA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE CHECK LIST ANAGRAFI ZOOTECNICHE (BOVINI) 

REALIZZAZIONE DEL 90% DELL’ATTIVITÀ PROGRAMMATA 

6  CONTROLLO UFFICIALE ALLEVAMENTI OVICAPRINI PER LA VERIFICA DELLA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE  CHECK LIST ANAGRAFI ZOOTECNICHE (OVICAPRINI) 

REALIZZAZIONE DEL 90% DELL’ATTIVITÀ PROGRAMMATA 

7  AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE CHE PARTECIPA ALLE ATTIVITÀ DI CONTROLLO UFFICIALE ALIMENTI PROGETTO PRP N.70‐ FORMAZIONE PERSONALE AUTORITÀ COMPETENTI, ATTUAZIONE PUNTO 5.1 E 5.2 ACCORDO 46/CSR/2013 

50% DEL PERSONALE ADDETTO AI CONTROLLI UFFICIALI 

8  GARANTIRE L’ATTIVITÀ DI CONTROLLO DEGLI ALLEVAMENTI ZOOTECNICI AI FINI DELLA VERIFICA DEL BENESSERE ANIMALE SECONDO LE FREQUENZE PREVISTE DAL PIANO NAZIONALE BENESSERE ANIMALE ANNO 2010 

REALIZZAZIONE DEL 90% DELL’ATTIVITÀ PROGRAMMATA 

9  PREVENZIONE E PROFILASSI DELLA RABBIA Controllo morsicature ed aggressioni da parte di cani e gatti 

VERIFICA SANITARIA E VALUTAZIONE DI CANI MORSICATORI DI PROPRIETARIO NOTO 100% 

10  CONTROLLO MORSICATURE ED AGGRESSIONI DA PARTE DI CANI E GATTI. CONTROLLO DEMOGRAFICO GATTI LIBERI 

MANTENIMENTO LIVELLO PRESTAZIONALE 2016 (N° INTERVENTI/SISPC) 

 

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AREA FUNZIONALE PREVENZIONE IGIENE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO (PISLL) 

 

INQUADRAMENTO La  programmazione  2017  dell’Area  Prevenzione  Igiene  e  Sicurezza  nei  Luoghi  di  Lavoro  è  fortemente determinata dagli  indirizzi nazionali e  regionali  che  impongono  ai  servizi della prevenzione nei  luoghi di lavoro obiettivi ambiziosi in vari ambiti. In particolare rappresenta una priorità  il conseguimento degli obiettivi del piano regionale di prevenzione  (derivanti dal piano nazionale di prevenzione) e del piano straordinario 2016 – 2020, all’interno del quale si colloca anche il piano di prevenzione in area vasta centro.  A ciò  si  sommano gli obiettivi prestazionali posti dalla Regione Toscana,  in parte derivanti dagli obiettivi nazionali,  con  particolare  riferimento  alle Unità  locali  da  controllare  ed  ai  cantieri  edili  ed  alle  aziende agricole da sottoporre a controllo.  Infine vi è  la necessità di effettuare  le  indagini per  infortuni e malattie professionali che abbiano determinato lesioni gravi o gravissime, attività ovviamente non programmabili in maniera precisa  in quanto dipendenti dal numero di   eventi che si verificano, ma che, per  la delicatezza e complessità  della  materia,  richiedono  notevole  impegno  e  assorbono  importanti  risorse.  Da  non dimenticare l’impegno che deve essere sempre riservato all’informazione ed all’assistenza a tutti i soggetti della prevenzione nei luoghi di lavoro pubblici e privati.  N°  Obiettivi  Risultato atteso 

1  Realizzazione progetti PRP di competenza AF PISLL 

Conseguimento di almeno 80% degli obiettivi dei progetti 39 – 40 – 41 – 42 – 43  ‐ 45 

2  Realizzazione obiettivi piano strategico re2017gionale 2016 ‐ 2020 

Conseguimento degli obiettivi previsti nei piani mirati di intervento relativi ai settori: Legno, metalmeccanica, edilizia, agricoltura, grande distribuzione organizzata, tessile, concerie, cave e lavorazione di marmo e pietre, lavoro sicuro in area vasta centro, rischio chimico  

3  Copertura del territorio nel rispetto di obiettivi regionali in corso di definizione 

Effettuazione dei controlli in un numero di Unità locali e cantieri  non inferiore a 6.388 

4  Controllo cantieri edili nel rispetto di obiettivi regionali in corso di definizione 

Effettuazione dei controlli in un numero di cantieri non inferiore al 15% delle notifiche pervenute nell’anno precedente (1.915) 

5  Controllo imprese agricole nel rispetto di obiettivi regionali in corso di definizione 

Effettuazione dei controlli in un numero di aziende agricole non inferiore a 236 

6  Indagini per malattie professionali 

Avvio delle indagini in tutte le segnalazioni di malattie professionali che comportano invalidità superiore al 6% entro 90 giorni dall’arrivo della segnalazione 

7  Indagini per infortuni sul lavoro  Avvio delle indagini in tutte le segnalazioni di infortuni che comportano invalidità superiore al 4% entro 30 giorni dall’arrivo della segnalazione 

8  Controllo in aziende comprese nel progetto lavoro sicuro in area vasta centro 

Effettuazione dei controlli in un numero di aziende non inferiore a  2452 

 

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UFC EPIDEMIOLOGIA 

INQUADRAMENTO A  seguito della unificazione delle Asl  toscane, anche  i  servizi di Epidemiologia dell’Asl di Firenze, Pistoia, Empoli e Prato si sono riunite all’interno dell’AUSL Toscana Centro in un’unica UFC di Epidemiologia, a cui afferisce  la UFS Cerimp.  Il personale dei  servizi di  Epidemiologia delle  Ex‐Asl  era  variamente  allocato  in strutture semplici e complesse e con riferimenti funzionali   variabili: Empoli all’Igiene, Prato e Pistoia alla Direzione aziendale, Firenze al Dipartimento di prevenzione. Anche  i sistemi  informativi delle ex‐Asl erano diversificati  ed  i  servizi  di  Epidemiologia  utilizzavano  fonti  ed  archivi  non  sempre  omogenei  per  le  loro analisi  statistiche  sulla  salute dei  residenti.  Solo  i  flussi  sanitari D.O.C.  erano  confrontabili  tra  le diverse aree. Diverse  erano  anche  le modalità  di  accesso  alle  banche  dati  sanitarie  nelle  4  aree  e  la  dotazione tecnica di hardware e software per l’analisi.  L’attività del 2017  risente perciò di questa  fase di  transizione,  in particolare per  la UFC di Epidemiologia, mentre quella del UFS Cerimp è già definita da programmi pluriennali di  lavoro concordati con  la regione Toscana  con  atti  specifici.  In  particolare,  riteniamo  che  i  prodotti  e  tempi  del  lavoro  dell’UFC  di Epidemiologia nel corso dell’anno in estrema sintesi saranno così organizzati: 

- fino a giugno 2017: ricostituzione del patrimonio di risorse dell’UFC di Epidemiologia, in termini di personale, banche dati e attrezzature informatiche . Sarà consolidato il personale, messe a regime le dotazioni informatiche hardware e software degli uffici locali, rese fruibili le banche dati sanitarie e  sociali delle ex‐ASL. Nel primo  trimestre  continuano  le attività epidemiologiche già avviate nel corso del 2016, anche se con estensione territoriale non sempre sovrapponibile alla nuova ASL; 

- da  giungo  a  dicembre  2017:  progressiva  estensione  delle  attività  epidemiologiche  che  erano limitate all’area delle ex‐Asl a tutta  la popolazione dell’ASL Toscana Centro e  inserimento a pieno regime del servizio di Epidemiologia  come risorsa anche per istituzioni locali e regionali di ambito socio‐sanitario. 

Nel corso del 2017 il servizio di Epidemiologia svolgerà perciò la sua funzione deputata a: - valutare  lo stato di salute della popolazione come base per  la programmazione degli  interventi di 

prevenzione e cura aziendali in base alle criticità rilevate; - monitorare l’impatto sulla salute delle politiche aziendali - contribuire alla diffusione di nuovi metodi, strumenti e materiali per una prevenzione

efficace ed efficiente

N°  Obiettivi  Risultato atteso 

1  Valutazione dello stato di salute della popolazione residente nell’ASL 

 

‐ Report sui Profili di salute per aree geografiche 

‐  analisi  statistica  e  rapporti  di  epidemiologia  clinica  per  i  percorsi diagnostico terapeutici di singole patologie  

2  Supporto epidemiologico  su “Ambiente e Salute” a livello aziendale e regionale 

 

‐  Rapporti,  presentazioni  e  consulenze  per  richieste  di  valutazione dell’impatto sanitario correlato alle criticità ambientali  

‐  documenti  e  consulenze  per  il  tavolo  di  coordinamento  regionale “ambiente e salute”  

3  Mettere a sistema e rendere fruibili le banche dati socio‐sanitarie ad uso epidemiologico dell’ASL Toscana Centro 

‐  Banche  dati  identificate  ed  accessibili  dalle  postazioni dell’epidemiologia 

4  Sorveglianza epidemiologica  delle malattie Infettive e delle vaccinazioni 

 

‐  documenti,  presentazioni  e  consulenze  sull’epidemiologia  delle malattie infettive, coperture vaccinali ed infezioni correlate all’assistenza 

5  Supporto degli operatori del Dip. di  Prev. e per un loro nuovo ruolo nelle politiche efficaci di prevenzione e sugli strumenti dell’epidemiologia 

‐  docenze,  presentazioni  e  consulenze  per  corsi  di  formazione  del Dipartimento di Prevenzione  

 

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UFC MEDICINA DELLO SPORT 

INQUADRAMENTO La  realizzazione  della  nuova  AUSL  Toscana  Centro,  andando  ad  abbracciare  un  territorio  che  prima comprendeva 4 ex USL e quattro province, presuppone la riorganizzazione del servizio su scala Aziendale. In questa ottica  l’obiettivo è di garantire un’ offerta uniforme sull’intero territorio, presidiando ogni zona ma evitando, al  tempo  stesso, una dispersione delle  risorse attraverso una eccessiva  frammentazione  in molteplici  sedi.  L’equilibrio  tra queste opposte esigenze è  stato  individuato nel prevedere una  sede per ognuna delle 8 zone, unificando quelle eventualmente in sovrannumero. Ovviamente di pari passo  con  la  riorganizzazione per  sedi,  si andrà avanti nell’uniformare procedure ed attività. In questo contesto si colloca la programmazione delle attività per il 2017 per la quale sono stati individuati sette obiettivi. I primi tre abbracciano  l’ambito delle attività cliniche mirando a garantire complessivamente una risposta più  ampia,  efficiente  e  condivisa  tra  i  vari  attori  dei  percorsi,  tramite  la  messa  in  rete  di  risorse  e competenze. I successivi tre obiettivi riguardano invece le attività di vigilanza, i cui vincoli di cadenza o volumi di attività sono prevalentemente fissati dalla Regione. L’ultimo  infine  è  riferito  al  particolare  impegno  che  dovrà  essere  dedicato  alla  promozione  della  salute attraverso  la  pratica  di  attività  ginnico  sportive, mediante  iniziative  che,  per  essere  efficaci,  dovranno essere progettate in sintonia con le altre strutture dipartimentali o Aziendali.  N°  Obiettivi  Risultato atteso 1 

Maggior copertura possibile visite di  idoneità sportiva agonistica per  soggetti compresi nei LEA  attraverso  aumento  dell’offerta  e programmazione sul territorio. 

Aumento  numero  di  visite  di  idoneità  sportiva agonistica per i soggetti compresi nei LEA  

2  Creare un percorso  integrato e condiviso con MMG  e  PLS  per  la  certificazione  di  idoneità sportiva non agonistica con chiara definizione della offerta, delle modalità di accesso e delle risposte  che  escono  dalla  Medicina  dello Sport.  

Documento  di  condivisione  tra  Medicina  dello Sport,  MMG  e  PLS  che  illustra  il  percorso  della certificazione  per  idoneità  sportiva  non  agonistica in USL Toscana Centro. 

3 Garantire  la  possibilità  di  accedere  alle prestazioni di secondo  livello per  la Medicina dello Sport da ogni punto dell’Azienda. 

Elaborazione  del  percorso  di  accesso  alle prestazioni di secondo livello su scala Aziendale 

4  Garantire  la  sicurezza  dei  praticanti  attività sportive,  vigilando  sulla  sicurezza  degli impianti  

Effettuazione  vigilanza  sugli  impianti  sportivi secondo gli obiettivi fissati dalla regione 

5  Verificare  l’osservanza  della  normativa  in tema  di  certificazione  medico  sportiva  da parte delle Società Sportive. 

Effettuazione della vigilanza sul rispetto di obblighi certificativi da parte delle Società Sportive. 

6  Garantire  la  conformità  alla  normativa  ed  ai requisiti  di  accreditamento  dei  centri  privati di Medicina dello Sport 

Effettuazione  vigilanza  sugli  ambulatori  accreditati di Medicina dello Sport con  le cadenze fissate dalla regione 

7 Promozione della salute attraverso  le attività motorie e sportive. 

Interventi  di  promozione  della  salute  progettati  e realizzati  in  sinergia  con  Dipartimento  e competente struttura organizzativa 

 

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UFC LABORATORIO DI SANITA’ PUBBLICA  INQUADRAMENTO Il  LSP  si  articola  in  quattro UFS    denominati:    Laboratorio  Biotossicologia  ,  Rischio  Biologico  e  gestione sistema  qualità,    Laboratorio  Tossicologia  Occupazionale  e  Ambientale,  Laboratorio  Chimica    Alimenti, Acque, Farmaci e Cosmetici.  Il  laboratorio ha organizzato  la gestione delle  sue attività  secondo  i principi della  qualità  essendo  accreditato  in  base  alla  norma  17025  “Requisiti  generali  per  la  competenza  dei laboratori di prova e taratura”. Ad oggi LSP ha l’accreditamento per 101 metodi. Il Laboratorio svolge la funzione di supporto analitico nel controllo della contaminazione ed esposizione ad agenti chimici e biologici nell’ambito delle attività di prevenzione collettiva collaborando con i Dipartimenti di Prevenzione, le Aziende Sanitarie e le Aziende Ospedaliere della Regione Toscana. Una delle principali competenze del Laboratorio è  la sicurezza alimentare (Regolamento 882/2004) che si sviluppa attraverso le seguenti attività: 

‐ effettuazione di  analisi  chimiche e microbiologiche per  il  controllo ufficiale e  il   monitoraggio di alimenti e di acque minerali come indicato nei piani  nazionali e regionali; 

‐ adeguamento dei metodi accreditati in base alle richieste della Comunità Europea; ‐ comunicazione dei dati sulle piattaforma del nuovo sistema informatico sanitario (NSIS) . 

Gli altri ambiti di competenze riguardano analisi chimiche e microbiologiche su acque (termali, potabili  e di piscina), farmaci  e  cosmetici. Il laboratorio è centro di riferimento regionale per l’analisi delle Legionelle, esegue anche analisi su matrice biologica (urine e sangue) e per  il controllo microbiologico  in ambienti ospedalieri (acqua, acqua di dialisi, aria e tamponi). 

N°  Obiettivi  Risultato atteso 1  Garantire il controllo ufficiale degli alimenti  destinati al 

consumo umano  prodotti  e commercializzati in stabilimenti riconosciuti e registrati ai sensi dei regolamenti 852/04 e 853/04 in base a Piano Regionale Alimenti anno 2017 (PRA) 

Eseguire le analisi chimiche e microbiologiche indicate nel PRA 2017 e piani nazionali  

2  Garantire l’invio dei risultati analitici al Ministero della Salute   

Inserire sulla piattaforma NSIS i dati relativi alle analisi che rientrano nel flusso VIG 

3  Garantire il mantenimento dell’accreditamento del LSP  ai sensi della norma UNI EN 17025 

Certificato di accreditamento 

4  Soddisfare  la richiesta analitica delle strutture sanitarie relativa ad  analisi  su matrice biologica eseguite nel LSP 

Eseguire le analisi richieste  

5  Soddisfare  la richiesta analitica delle strutture sanitarie per il controllo microbiologico in ambienti ospedalieri  

Eseguire delle analisi previste nel programma di prevenzione delle infezioni in ambito sanitario 

6  Soddisfare  la richiesta di monitoraggio ambientale della Legionella  

Eseguire le analisi richieste Assicurare le funzioni di laboratorio di riferimento regionale 

7  N. 69 Sviluppo capacità di laboratorio in ambito di sicurezza alimentare ( PRP 2014‐2018 progetto 69)   

Collaborare con Regione Toscana al riesame annuale programmi campionamento in sicurezza alimentare. Riesame annuale prove accreditate per l’introduzione  nuovi metodi  in base alle indicazioni ai piani di controllo e monitoraggio stabiliti dalla Comunità Europea 

8  Attuazione e sviluppo programmi di controllo per la sicurezza chimica (PRP 2014‐2018 progetto 45) 

Esecuzione del  controllo ufficiale per la verifica delle disposizioni di cui ai reg. REACH/CLP Realizzazione di  una iniziativa di comunicazione nei confronti dei portatori di interesse  

9  Definizione di un panel di analisi routinarie da effettuare sull’uomo e sugli alimenti nel corso di episodi di MTA ( RP 2014‐2018 progetto 66) 

Individuazione dei panels di analisi minime da effettuare nelle varie situazioni  epidemiologiche(casi umani) e sugli alimenti previa analisi delle situazioni epidemiologiche e delle categorie di alimenti coinvolti 

 

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UFS PROMOZIONE DELLA SALUTE 

INQUADRAMENTO I progetti  inseriti nella programmazione 2017, oltre  a  tener  conto delle  indicazioni  regionali e nazionali, prenderanno  in  considerazione  l’intero  contesto  territoriale  di  riferimento  e  le  aree  prioritarie  di intervento, proponendosi  in continuità con quanto già avviato a  livello negli ambiti  territoriali di Firenze, Prato, Pistoia ed Empoli. La progettazione relativa sarà “partecipata” e trasversale nell’intento di favorire la qualità e l’efficacia degli interventi offerti ai  cittadini. Sarà adottato un approccio  intersettoriale,  integrato e multi‐competente al fine di dare adeguata  risposta ai bisogni di  salute emergenti, attivando  reti  interistituzionali  in modo da rendere maggiormente sostenibili le azioni nel tempo addivenendo al contenimento dei costi.  L’obiettivo generale della programmazione delle attività   consiste nel mantenimento dello stato di salute dell’individuo e della popolazione, ovvero nel suo miglioramento, attraverso lo sviluppo di competenze e la scelta consapevole  (empowerment) di stili di vita salutari  in  linea con  le  indicazioni della Carta di Ottawa (1986)  e  successivi  documenti:  “per  promozione  della  salute  si  intende  il  processo  che  consente  alle persone di aumentare il controllo sullo stato di salute e migliorarlo”.    Setting di Intervento Il Setting è  il  luogo o  il contesto sociale nel quale  le persone si  impegnano nelle attività quotidiane nelle quali  i  fattori  ambientali,  organizzativi  e  personali  interagiscono  per  ripercuotersi  sulla  salute  e  sul benessere.(WHO, 1998, p. 23 ). I setting di intervento della promozione della salute sono: 

- la scuola,  - la comunità,  - le famiglie,  - le aziende. 

 Riferimenti La programmazione delle attività di Promozione della Salute si pone in coerenza con:  

- la Deliberazione n° 1314 del 29.12.2015 con Oggetto DGRT 693/2015 Piano Regionale per  la Prevenzione (PRP) 2014‐2018. Rimodulazione ai sensi dell’ Accordo 56/CSR del 27.3.2015  che ha  come  obiettivo  il  potenziamento  dei  fattori  di  protezione  (life  skills,  empowerment)  e l’adozione  di  comportamenti  sani  (alimentazione,  attività  fisica,  fumo  e  alcol)    nella popolazione giovanile e adulta. 

- La Legge 40/2005 e sue successive modificazioni all’art. 7 che cita: “ L’educazione alla salute comprende  nei  LEA  anche  le  azioni  informative  ed  educative  volte  ad  accrescere  la consapevolezza degli assistiti in merito alla conservazione e al miglioramento del proprio stato di salute”. 

- La Delibera della Giunta della Regione Toscana n. 800 del 13.10.2008 “Guadagnare Salute  in Toscana: Rendere  Facili  le  Scelte  Salutari”  –  Linee di  indirizzo  e  istituzione dell’Osservatorio sugli Stili di Vita. 

- La Delibera della Giunta della  Regione Toscana n.38 del 21.1.2013 che dà indirizzi alle ASL per la realizzazione di interventi per il benessere dei giovani in ambito scolastico. 

- La Delibera della Giunta della Regione Toscana n. 263 del 31.3.2014 “Sviluppo per  la regione Toscana della Politica Europea Health 2020” per  la prosecuzione delle attività di promozione del benessere scolastico e della comunità. 

 

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Metodi e strategie  Le strategie di promozione della salute sono caratterizzate dalla  intersettorialità e dall’integrazione messe in atto attraverso partnership tra  i vari soggetti della Comunità. La realizzazione dei Programmi e dei vari Progetti  rivolti  al  mondo  della  Scuola,  avviene  attraverso  una  rete  di  collaborazioni  tra  soggetti  del territorio e operatori sanitari, tecnici e del settore sociale che fanno parte dell’organizzazione ospedaliera e territoriale dell’Azienda Sanitaria.  

I progetti, le attività e gli ambiti tematici da trattare sono  individuati in relazione ai riferimenti regionali e sulla base degli indirizzi tratti : 

‐ dalle  Indagini Nazionali, Regionali e Locali (HBSC, EDIT, Okkio alla Salute, Passi) che forniscono dati circa la Sorveglianza sui comportamenti e stili di vita nella popolazione giovanile e adulta 

‐ dallo studio degli  interventi di provata efficacia o riferibili a buone pratiche secondo le indicazioni della Evidence Based Health Promotion, che comprendono studi epidemiologici sui determinanti di salute, valutazioni di Programmi di Promozione della Salute, ricerche di tipo sociologico sui modelli e sulle cause delle diseguaglianze o, in carenza, “quegli insiemi di processi ed attività che in armonia con  i principi, valori,  credenze e  le prove di efficacia e ben  integrati  con  il  contesto ambientale, sono tali da poter raggiungere il miglior risultato possibile in una determinata situazione…”. (Kahan e Goodstadt ‐ Best practices in health promotion: the Interactive Domain Model (IDM) 2001)  

‐ dal supporto del materiale documentario  (libri, riviste progetti, banche dati  ) disponibile presso  il Centro di Documentazione per l’Educazione alla Salute  (CEdEas) 

‐ dai bisogni emersi dalle comunità  locali e scolastiche  in seguito ad  incontri programmatori con gli Enti Locali,  Istituzioni, Terzo Settore,   Ufficio Scolastico Provinciale e con  i Dirigenti Scolastici e gli Insegnanti  Referenti  di  Educazione  alla  Salute  delle  Scuole  di  ogni  ordine  e  grado  presenti  sul  territorio  di  competenza  dell’Azienda  USL    Toscana  Centro  con  cui  vengono  stipulati  specifici Accordi di Rete Interistituzionale. 

Oltre  a  ciò,  è  fondamentale  che  le  attività  si basino  sull'utilizzo di metodologie mirate  ad  agevolare nei destinatari  lo sviluppo delle  life skills: gamma di abilità cognitive, emotive e relazionali che permettono di operare  con  competenza  sia  sul  piano  individuale  che  sociale,  ovvero  consentono  di  acquisire  un comportamento positivo e  versatile  grazie  al quale  si possono affrontare efficacemente  le  richieste e  le sfide della vita quotidiana.  

N°  Obiettivi  Risultato atteso  Indicatore 

1  PRP N.7 – verso un invecchiamento attivo 

Diffondere una cultura della salute e stili di vita sani attraverso l‘empowerment individuale e di 

comunità 

 

2  PRP N.9 – WHP – luoghi di lavoro che promuovono salute 

 

Avviare il programma  Identificazione delle imprese (almeno 3) che decidono di aderire al progetto 

Realizzazione in almeno 1 impresa delle buone pratiche del primo anno  

3  PRP n.11 – sinergie tra corretta nutrizione e promozione della salute orale 

Promuovere la salute orale della popolazione 

giovanile ed adulta in sinergia con le attività di promozione della corretta nutrizione 

Attuazione dei 6 punti della DGRT 426/2014 

Formazione delle gestanti (almeno 1 corso) 

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4  5PRP n.16 – pranzo sano fuori casa 

 

 

Aumentare la possibilità per chi mangia abitualmente fuori casa di consumare un pasto sano 

Promuovere la visibilità e i contenuti del progetto (almeno 1 evento) 

Implementazione sito web dedicato 

Diffondere le linee guida di “Pranzo sano 

fuori casa” fra le grandi aziende dotate di mensa collettiva 

5  PRP n.29 – interventi di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico (G.A.P.) 

Formare (sensibilizzare) gli operatori degli  esercizi pubblici sulla tematica del GAP 

Lettere inviate e coinvolgimento operatori sale da gioco. 

Corsi di formazione ad hoc 

6  PRP n.47 – ragazzinsieme e estate nei parchi  

 

Informare sull’importanza della protezione ai raggi ultraioletti e all’uso moderato del cellulare, a bambini e ragazzi dai 7 ai 17 anni, attraverso la 

partecipazione a esperienze residenziali nel periodo estivo 

Attività formativa 

Pubblicazione sul web 

7  PRP n.53 – I Love Safe Sex: un’app contro l’HIV 

Manutenzione e Implementazione dalla app per smartphone e tablet ILOVE SAFE SEX 

Eventi svolti per ASL (almeno 3) 

8  PRP n.1 – Laboratori Toscana da ragazzi – resilienza e stili di vita 

 

Formare sui temi della resilienza gli insegnanti che operano nell’80% delle classi 2° del 10% delle scuole superiori di secondo grado della Toscana 

Adesione  >10% delle scuole secondarie di secondo grado   

Raccolta dell’adesione degli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado aderenti al progetto (> 50% delle classi coinvolte) 

Organizzazione di Laboratori di formazione per gli insegnanti coinvolti delle scuole aderenti  (almeno 2 per ogni scuola aderente) 

9  PRP n.2 – Unplugged  Attivazione del progetto Unplugged in almeno il 10% degli istituti comprensivi con la partecipazione di almeno l’80% delle 2° classi degli istituti superiori di I grado della regione Toscana 

Istituti superiori di I grado che aderiscono al progetto (almeno 10%) 

% 2° classi degli istituti superiori di I grado aderenti (almeno 60%) 

 

 

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10  PRP n.3 – Istituti alberghieri e agrari per la salute 

Aumentare le competenze degli studenti circa la sana alimentazione, in particolare il consumo di frutta e verdura, la riduzione del consumo di sale marino a favore di sale iodato, la sensibilizzazione sulle  problematiche sugli allergeni 

Adesione (10%)  degli Istituti alberghieri e Agrari 

Adesione (50%) degli insegnanti delle classi seconde degli Istituti  che hanno aderito e del personale OSA che vi opera 

Formazione degli insegnanti delle classi seconde e del personale OSA (almeno 1 per Istituto) 

11  PRP n.4 – Stretching in classe 

Attivare il progetto stretching in classe nel 10%  degli istituti comprensivi coinvolgendo l’80% delle classi terze 

 

12  PRP n.31 – Promozione cultura della sicurezza stradale 

Promuovere una cultura per la sicurezza stradale 

nelle scuole materne e primarie e nella popolazione adulta 

Incontri formativi nelle scuole infanzia e primarie(almeno 8%) 

Effettuazione corsi presso consultori familiari e centri preparazione al parto su uso dispositivi di sicurezza 

 

UFS VIGILANZA STRUTTURE SANITARIE 

INQUADRAMENTO Dal 2014 nell’ex AUSL10 Firenze  le competenze  in materia di verifica e controllo dei  requisiti di esercizio delle  strutture  sanitarie  private  sono  state  affidate  ad  un'unica  struttura  (Setting  Indirizzo  Vigilanza  e Controllo  Erogazione  delle  Prestazioni  Sanitarie  in  Strutture  di  Ricovero  Ospedaliero  e  Diagnostica) realizzando un’interessante esperienza di integrazione organizzativa fra funzioni affidate ai Dipartimenti di Prevenzione,  rilascio di pareri di  conformità  ai  requisiti definiti dalla normativa  regionale  (LR 51/2009  e s.m.i. e  regolamenti applicativi) su  richieste di autorizzazione   e quelle  in precedenza affidate a strutture afferenti  alla  Direzione  Sanitaria  Aziendale,  attività  di  controllo  del  privato  accreditato  non  solo  in riferimento alla  sicurezza delle  strutture, ma anche  alla qualità delle prestazioni erogate  con particolare attenzione al rispetto di norme contrattuali e standard di qualità, laddove presenti. La finalità, oltre a quella di una maggiore  razionalizzazione nella gestione delle  risorse, era quella di presentarsi nei  confronti del privato accreditato con un interlocutore unico a garanzia di omogeneità e univocità di valutazione.  Nelle  altre ex AUSL  l’attività,  spesso  limitata  alla  sola parte  autorizzativa,  veniva effettuata da  gruppi di lavoro dipartimentali e rendicontata nell’ambito delle attività generali delle rispettive Strutture Funzionali di appartenenza.  Le  novità  che  la  Regione  ha  introdotto  con  la  LR  50/2016  all’assetto  normativo,  eliminano  di  fatto  le competenze  in materia di autorizzazione delle strutture sanitarie private dei Dipartimenti di Prevenzione, affidando ad un gruppo di verifica regionale, ancora da costituire, la verifica dei requisiti di esercizio in fase autorizzativa. La UFS Vigilanza Strutture Sanitarie è una struttura in Staff al Dipartimento di Prevenzione cui dovrebbero afferire tutte le competenze in materia di verifiche in ambito sanitario. Per  il 2017  largo  impegno dovrà essere dedicato alla creazione di un gruppo stabile perlopiù  impegnato a gestire  il  periodo  transitorio  definito  dalla  normativa  regionale,  caratterizzato  da  procedure  di  verifica omogenee. Si prospettano anche nuovi scenari d’intervento a partire dall’esperienza già in parte realizzata nella ex ASL 10 Firenze come attività di controllo del privato accreditato:  

- estensione del modello al nuovo ambito territoriale; 

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- ampliamento  dell’attività  di  verifica  ad  aspetti  ritenuti  prioritari  e  strategici  nella programmazione  dell’offerta  sanitaria  (specialistica  ambulatoriale,  diagnostica  per  immagini, ecc.). Finora nei piani di attività, anche per la consistenza delle risorse assegnate, le verifiche si sono  concentrate  solo  su  presidi  di  ricovero  ospedaliero  ed  extraospedaliero  a  ciclo continuativo  e  diurno  su  indicazione  della  Direzione  Aziendale,  trattandosi  di  un  settore strategico per la tenuta del servizio sanitario regionale. 

L’attività dell’UFS Vigilanza e Controllo Strutture Sanitarie si svilupperà secondo i seguenti processi:  N°  Obiettivi  Risultato atteso  Indicatore  1  Verifiche di strutture sanitarie ai sensi 

della LR 51/2009 sia per istanze di autorizzazione sia per controllo sulle autocertificazioni triennali del mantenimento dei requisiti 

Tempo di espressione del parere per richieste di autorizzazione inferiore o uguale a 70 gg, esclusi i tempi di interruzione del procedimento per  eventuali integrazioni. 

Rispetto del tempo di verifica 

Vigilanza programmata  Effettuazione di tutte le verifiche inserite nel campione 

N° verifiche effettuate / n° verifiche programmate  

3  Verifica su segnalazione dei requisiti igienico‐sanitari e di qualità delle prestazioni negli ambiti di competenza 

Effettuazione di tutti i controlli  richiesti (se la segnalazione rispetta i criteri di accettazione) con relazione 

N° controlli effettuati / n° segnalazioni  

4  Verifica dei requisiti di esercizio delle strutture sanitarie pubbliche prevista dalla LRT 51/2009 su richiesta della Regione 

Effettuazione di tutte le verifiche  richieste dalla Regione 

N° verifiche concluse / n° verifiche richieste 

5  Collaborazione con altre strutture aziendali  coinvolte nella gestione e valutazione delle strutture sanitarie accreditate 

Incontri con la Direzione Aziendale e/o altre strutture organizzative aziendali 

Numero riunioni – incontri 

6  Valutazione e controllo di apparecchiature tecnologiche complesse (raggi X, TC, RM, etc.) 

Esecuzione di almeno 7 verifiche 

N° verifiche effettuate / n° verifiche programmate 

7  Verifica livello di applicazione del sistema di sorveglianza istituito da Case di Cura e Presidi Residenziali per il controllo della infezioni ospedaliere 

Esecuzione di almeno 10 verifiche 

N° verifiche effettuate / n° verifiche programmate  

           UFS VERIFICA IMPIANTI E MACCHINE 

RELAZIONE DI INQUADRAMENTO Nell’organizzazione  dell’Azienda USL  Toscana  centro  la  Verifica  Impianti  e Macchine  è  stata  inquadrata come  Unità  Funzionale  Semplice  a  valenza  aziendale,  in  staff  alla  Direzione  del  Dipartimento  della Prevenzione.  L’architettura  della  UF  è  ancora  in  fase  di  definizione,  dovendo  costituire  una  struttura dedicata alle verifiche che in precedenza esisteva solamente nell’area di Firenze. Gli  impegni previsti per  l’attività di verifica della UF VIM si possono  inquadrare  in tre principali categorie: verifiche che possono essere effettuate solo dalle Aziende USL (“in esclusiva”), verifiche di attrezzature ed impianti della nostra Azienda, verifiche verso terzi che possono essere effettuate anche da organismi privati accreditati. Per quanto riguarda l’attività in esclusiva si dovrà cercare di recuperare la consistente massa di non ottemperanza agli obblighi di  legge da parte dei proprietari degli  impianti; per gli  impianti aziendali 

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sarà  necessario  completare  la  rilevazione  e  la  presa  in  carico  e  procedere  alle  relative  verifiche compatibilmente con  la dotazione di personale e di mezzi; all’attività  in concorrenza, che viene effettuata su richiesta o con affidamento in via continuativa fino a revoca, sarà riservata la prevedibile eccedenza della capacità produttiva della UF,  fermo  restando che  tale attività non dovrà comportare oneri per  l’Azienda, anzi dovrà possibilmente generare un beneficio economico. Più  definita  appare  invece  la  possibilità  di  dedicare  una  quota  parte  della  capacità  produttiva  della UF all’attività  di  supporto  specialistico  di  secondo  livello  sulle materie  di  competenza,  rivolta  alle  strutture aziendali, interne ed esterne al Dipartimento di Prevenzione, ed a soggetti esterni quali Comuni, Prefetture, Regione,  ecc.;  tale  contributo,  garantito  in passato  in  tutte  le  aree dell’Azienda, potrà  senz’altro  essere mantenuto anche nel 2017.  N°  Obiettivi  Risultato atteso 1  Definizione  dell’assetto 

organizzativo della UF VIM Completa  definizione  della  dotazione  di  personale  e  di attrezzature e strumenti, precisa quantificazione dei carichi di lavoro,    definizione  delle  specifiche  del  sistema  informativo per la gestione dell’attività. 

2  Incremento  delle  verifiche  su attrezzature  ed  impianti  in esclusiva alle Aziende USL   

Verifica di almeno  il 70% delle attrezzature ed  impianti già  in carico alla struttura. Azioni  informative  verso  i  proprietari  degli  impianti  per  far emergere i casi di omessa denuncia. Raccordo  con  INAIL,  titolare  dell’omologazione  e/o  della prima verifica periodica. 

3  Effettuazione  delle  verifiche  di attrezzature  ed  impianti dell’Azienda USL Toscana centro  

Completamento della presa in carico delle verifiche di tutti gli impianti aziendali. Effettuazione  del  massimo  numero  di  verifiche  compatibile con la dotazione di personale assegnata. 

4  Effettuazione  di  verifiche  in concorrenza  con  i  privati accreditati  

Mantenimento  del  livello medio  di  attività  degli  ultimi  due anni,  in  modo  da  conseguire  un  risultato  economico  che permetta di coprire i corrispondenti costi della struttura  

5  Supporto  specialistico  di  secondo livello sulle materie di competenza, rivolto  alle  strutture  aziendali, interne ed esterne al Dipartimento di  Prevenzione,  ed  a  soggetti esterni  quali  Comuni,  Prefetture, Regione. 

Presa  in carico e completamento di tutte  le richieste ritenute pertinenti che pervengono alla struttura. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Informatizzazione dei servizi sanitari 

Contestualmente all’unificazione delle ex USL accorpate nella USL Toscana Centro è stata creata in Staff alla Direzione Generale, una SOC Progetti Tecnologici dedicata alla gestione di progetti ICT mediante l’utilizzo di tecniche  consolidate  di  project  management.  Nell’ambito  delle  attività  di  questa  struttura,  sono  stati identificati  una  serie  di  Programmi/Progetti  strategici  per  l’Azienda,  all’interno  dei  quali  sono  state ricondotte anche tutte le attività relative ai Progetti ICT previsti dal piano strategico di sviluppo del sistema informativo e delle  tecnologie dell’informazione e della  comunicazione del  servizio  sanitario  regionale – aggiornamento triennio 2016‐2018.  

La creazione di una architettura  informatica unitaria all’interno dell’Azienda USL Centro è necessaria sia a realizzare nei fatti operativamente una unica azienda, sia per  integrare  l’azienda stessa  in scenari di Area Vasta e Regionali esponendo verso l’esterno una sola interfaccia di integrazione applicativa. 

I progetti definiti a  livello aziendale e articolati  in programmi‐sottoprogrammi‐progetti‐sottoprogetti sono riportati in tabella: 

 

 

Rientrano  in questa categoria anche  i progetti  ICT aziendali derivanti dal piano strategico regionale ma  in esso  non  compresi,  ovvero  quelli  necessari  per  il  raggiungimento  degli  obiettivi  del  piano  strategico regionale ma  non  previsti  nel  piano  stesso.  Relativamente  a  questa  tipologia  di  progetti  la  gestione  è totalmente  in  capo  all’Azienda  che  utilizzerà  strumenti  e  metodologie  di  project  management.  Per dimensionare l’attività di gestione di progetti ICT all’interno dell’Azienda compatibilmente con le risorse di personale disponibili, ciascun progetto viene classificato sulla base della sua complessità e del suo rischio potenziale  utilizzando  un  algoritmo multi‐parametrico  che  consente  di  attribuire  a  ciascun  progetto  un livello di complessità di gestione. 

 

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Le attività specifiche ICT attualmente completate o in fase di completamento nel 2017 sono: 

- Circolarità anagrafica assistiti all’interno dell’Azienda USL TC – completata Dicembre 2016: questa attività  era  propedeutica  a  qualunque  scenario  di  unificazione  di  applicativi  a  livello  aziendale essendo  prerequisito  essenziale  all’identificazione  univoca  degli  assistiti  trasversalmente  alle  ex USL.  

- Creazione del dominio di autenticazione a  livello aziendale – completato: questa attività consente di accedere con  le stesse credenziali a tutti gli applicativi aziendali che progressivamente saranno attivati/migrati sul dominio stesso. 

- Attivazione  nuovo  applicativo  ADT  su  Firenze,  Pistoia  e  Prato  con  relative  integrazioni  –  fine progetto Giugno 2017. E’ stata effettuata una unica installazione sulla quale opera tutta l’Azienda.  

- Aggiornamento  applicativi  di  Laboratorio  Analisi  (LIS)  e  adeguamento  per  la  gestione  della prescrizione dematerializzata ‐ fine progetto Marzo 2017 

- Attivazione  piattaforma  unica  aziendale  di  Teleconsulto  (con  o  senza  l’utilizzo  di  immagini radiologiche)  ‐  fine  progetto  Settembre  2017,  Firenze  e  Pistoia  pronte  ad  Aprile  2017.  Tale piattaforma  consente  di  gestire  con  procedure  controllate  e  in  maniera  tracciata  la richiesta/erogazione  di  teleconsulti  clinici.  Sia  la  richiesta  che  il  referto  di  teleconsulto  vengono firmati digitalmente e conservati a norma di  legge  in accordo con  il Codice per  l’Amministrazione Digitale (CAD) e relative norme tecniche. 

- Repository documenti sanitari – fine progetto per attivazione X1V1 a Firenze e Pistoia prevista per Marzo  2017.  L’adeguamento  dei  repository  è  propedeutica  all’attivazione  della  piattaforma  di teleconsulto clinico. 

- Software  Percorso Chirurgico  –  completamento  attivazione  su  Firenze  prevista per Giugno  2017 (Pistoia, Prato e Empoli sono già attive) 

- Cartella Clinica Elettronica –  in  fase di  completamento del disegno di dettaglio del progetto per distribuire la cartella cinica in uso a Firenze (Argos) anche a Prato e Pistoia. Ad Empoli è già in uso da tempo una cartella clinica elettronica diversa (Galileo). 

- Cartella Clinica Diabetologica – unificazione delle installazioni esistenti nelle ex USL. Attualmente in fase di analisi di fattibilità. 

- Cartella Clinica Riabilitazione – unica installazione aziendale e prima attivazione su Pistoia prevista per Luglio 2017. Poi dispiegamento a livello aziendale da completare per fine 2017 

La pianificazione relativa dei vari progetti è governata a livello di programma per garantire la congruità sia degli obiettivi che delle tempistiche. 

 

 

 

 

 

 

 

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La sicurezza delle cure: il rischio clinico Premessa 

La  SOS  Rischio  Clinico  aziendale  promuove  la  cultura  della  qualità  e  sicurezza  delle  cure  attraverso  la realizzazione  dei  programmi  ed  iniziative  sia  formative  che  operative  sui  diversi  obiettivi  regionali  e nazionali.  La  declinazione  per  le  attività  da  svolgersi  nel  2017  sono  di  seguito  elencati  con  i  rispettivi indicatori e fonti di evidenza. 

OBIETTIVO  INDICATORE  EVIDENZA  RAZIONALE 

A. Audit clinico 1 PDTA di area vasta 

Audit clinico sul trauma maggiore in 1 DEA/ N. totale DEA 

Alert report  Analizzare le criticità organizzative nel percorso del paziente affetto da trauma maggiore in almeno 1 DEA aziendale consente di poter implementare il PDTA 

B. Percorso Sepsi  n. 1 M&M bundle prevenzione sepsi/ N. totale M&M da realizzare 

Alert report e bibliografia di supporto 

Obiettivo fornito MeS e Centro Regionale GRC 

C. Checklist di Sala Parto  N. checklist compilate in 3 punti nascita/ Totale parti annui 

Report checklist  Nel 2017 è stata introdotto la BP Checklist di sala parto sul parto fisiologico nei punti nascita aziendale. Obiettivo è verificare la compliance alla BP e fornire elementi per la sua implementazione 

D. Prevenzione degli errori legati alle interruzioni 

Introduzione di corpetto colorato in 1 area clinica/ N.3 aree cliniche individuate 

Istruzione Operativa e materiale iconografico relativo 

Errori nella preparazione e somministrazione della terapia sono spesso legati ad interruzioni degli operatori addetti. Obiettivo è verificare il trend dopo introduzione di una azione correttiva rappresentata ad esempio dall’uso di un corpetto colorato da parte dell’operatore 

E. Corso di formazione facilitatori di qualità e sicurezza delle cure 

N.1 corso di facilitatori / N.3 corsi inseriti nel PAF 

Foglio firma partecipanti e programma del corso 

Formazione dei facilitatori per supporto ai percorsi di accreditamento 

F. Audit cartelle cliniche area chirurgica 

N.100 CC discipline chirurgiche/ totale ricoveri in area chirurgica in un anno 

Alert report  Vengono analizzate retrospettivamente 100 cartelle cliniche nelle discipline di chirurgia generale, ginecologia, ortopedia ed urologia di 1 presidio ospedaliero aziendale per sensibilizzare gli operatori alla correttezza compilativa, chiarezza e completezza ai fini della prevenzione di omissioni e/o informazioni non tracciabili 

G. Partecipazione comitato gestione sinistri 

n. presenze CGS /Totale CGS in 1 anno 

 

Verbali CGS sottoscritti 

Il CRM partecipa d’ufficio alle sedute del comitato gestione dei sinistri(CGS) ai fini di trarne dai casi discussi elementi per orientare le azioni correttive negli ambiti specifici 

 

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Accreditamento Istituzionale  

…“governance” della qualità e sicurezza delle cure” 

Mandato:  promuovere  e  coordinare  tutte  le  attività  volte  ad  assicurare  l’adeguamento    delle  strutture aziendali agli standard previsti dai requisiti di accreditamento 

Indicatore di  risultato  (1):  invio,  entro  i  tempi  stabiliti  dalla Regione  Toscana, dell’autocertificazione del possesso dei  requisiti di accreditamento  (requisiti organizzativi aziendali e un processo entro  il 31 marzo 2017, 30% dei processi entro  il 31  luglio 2017, 60% entro  il 31 dicembre 2017, 100% entro  il 30 giugno 2018) 

ATTIVITA’ (vedi diagramma di Gantt): 

 

1. PROGETTAZIONE: STRATEGIA, PERCORSO,  STILE DI LAVORO, METODOLOGIA, LIVELLI DI RESPONSABILITÀ, PIANO DI ATTIVITÀ , AZIONI E TEMPI • Identificazione  dell’ambito  e  del  livello  di  intervento:  gli  standard  e  i  requisiti  di  riferimento 

(aziendali e di processo),  i processi oggetto di  intervento e  i  loro confini  (interrelazione  tra  i vari processi), gli attori coinvolti (gli “stakeholder”);  

• Scelta della metodologia da seguire: scelta della metodologia, delle tecniche e degli strumenti da utilizzare nell’accompagnamento dell’azienda e delle strutture verso l’accreditamento istituzionale (format per la descrizione dei processi e sub processi, flow schart, funzioni grammi, ecc…); 

• Definizione  di  una  strategia  chiara:  “vision”,  obiettivi  strategici,  “azioni  “prioritarie  ed  indirizzi metodologici;  

Indicatore (2): presenza di un documento strategico aziendale “specificatamente orientato alla GC”  in cui siano descritte  in poche righe “il cosa” e soprattutto “il come” praticare gli strumenti del governo clinico previsti dagli standard di accreditamento, nella realtà di tutti i giorni.  

• Definizione   dei  livelli di responsabilità: dimostrare che  l’azienda si è dotata di una organizzazione  (ruoli  e  responsabilità  ai  diversi  livelli  decisionali  e  operativi  aziendali: macro, meso  e micro)  in grado  di  garantire  il  governo  clinico  dei  processi  clinico‐assistenziali  oggetto  di  accreditamento attraverso  il  coinvolgimento  attivo dei professionisti.  Identificazione di un  responsabile per ogni requisito di accreditamento,  in modo  tale  che  su  ciascun  requisito vi  sia qualcuno  che ne debba render conto. 

Indicatore  (3):  presenza  di  organigrammi  funzionali  che  declinano  le  responsabilità  ai  vari  livelli  nel governo  dei  percorsi  clinico  –  assistenziali  (organigrammi  funzionali  di  azienda,  di  processo  e  sub‐processo). Presenza di  tutti  i processi mappati e di documenti che  riportano per ogni  requisito  il suo responsabile istituzionale. 

 

2. CONDIVISIONE STRATEGIA, PERCORSO, STILE DI LAVORO, METODOLOGIA E PIANO DI AZIONE CON TUTTI  I RESPONSABILI COINVOLTI • Condivisone con  tutti  i  responsabili coinvolti  (ricompresi nell’organigramma  funzionale aziendale) 

della strategia, metodologia e piano d’azione (tempi: entro  20 marzo 2017 ) 

Indicatore (4): presenza di un crono programma in grado di dimostrare che tutto è stato condiviso con tutti (dipartimenti gestionali orizzontali e verticali, dipartimenti e aree di Staff, ecc..); 

3. COSTITUZIONE DEL GRUPPO DI LAVORO AZIENDALE “ACCREDITAMENTO” Dal momento che ci sono molte strutture e/o posizioni organizzative che si occupano di aspetti relativi alla Qualità e all’Accreditamento nell’ambito dell’Azienda Usl centro, per evitare  il  rischio di sovrapposizioni o dispersione di energie è stato da noi proposto e costituito un gruppo di lavoro aziendale. 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività anno 2017 

- 111 -

Tale Gruppo è costituito da tutte le strutture e/o posizioni organizzative e/o referenti coinvolti nella Qualità e  sicurezza  che  sono  chiamate  ad  interagire  tra  loro  con  una  certa  regolarità,  nella  consapevolezza  di dipendere l’uno dall’altro e di condividere gli stessi obiettivi e gli stessi compiti 

Ampia condivisione fra tutti i membri del Team di:  

- obiettivi: di squadra e  individuali. Obiettivi definiti  in termini di risultato, costruiti su dati osservabili e risorse  disponibili,  espressi  in  termini  chiari,  chiariti  e  articolati  in  compiti,  e  infine  valutabili  (per consolidare la coesione e il senso di appartenenza al gruppo);  

- metodologia,  stile di  lavoro e di gioco, per dare  sicurezza al gruppo e permette  re un miglior utilizzo delle risorse disponibili 

- Leadership partecipativa e obiettivi opportunamente calibrati alle capacità del gruppo  

Per  la  condivisione  degli  obiettivi  e  dei  ruoli  individuali  si  fa  riferimento,  oltre  alle  declaratorie  delle  strutture e posizioni organizzative, alle competenze e al  settore di  interesse che  ciascun componente del gruppo avrà indicato nella specifica scheda di rilevazione dopo aver analizzato singolarmente tutti i requisiti e gli standard di accreditamento (aziendali e di processo, comuni e specifici) 

Indicatore  (5): presenza di un gruppo di  lavoro aziendale  in grado di dare un supporto  integrato alla direzione aziendale e a tutti i professionisti nella adeguamento della loro attività agli standard di accreditamento. Presenza di documenti  che  riportano per ogni  requisito di  accreditamento  , oltre  che  il  suo  responsabile  istituzionale, anche il referente del gruppo  che lo supporta. 

4. AVVIO VALUTAZIONE REQUISITI DI “ACCREDITAMENTO” 

Valutazione ed  analisi di  tutti  i  requisiti e  standard di  accreditamento  (aziendali e di processo,  comuni e specifici)  nell’ambito  del  GdL  aziendale  con  identificazione  delle  criticità  e  delle  relative  azioni  di miglioramento. 

Indicatore (6): presenza dei report di analisi con individuazione dei GAP rispetto agli standard, le azioni correttive o di miglioramento  condivise, i responsabili e i tempi di adeguamento. 

5. PRESENTAZIONE DEI REPOR DI AUTOVALUTAZIONE ALLA DIREZIONE AZIENDALE 

Presentazione alla Direzione aziendale dei report di autovalutazione e delle azioni di miglioramento attuate e/o programmate. 

Indicatore  (7):  approvazione  da  parte  della  direzione  aziendale  di  tutti  i  documenti  integrativi  predisposti  e condivisi nelle fasi precedenti per dare evidenza del possesso dei requisiti richiesti 

6. INCONTRO CON TUTTE LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE  

Incontro con  tutte  le strutture organizzative  (di  linea e di supporto) che concorrono alla  realizzazione dei singoli processi oggetto di accreditamento (componenti il Repertorio) per l’autovalutazione di tutti i requisiti e standard richiesti con identificazione delle criticità e delle relative azioni di miglioramento 

7. AUTOCERTIFICAZIONE DA PARTE DEL DIRETTORE GENERALE DEI REQUISITI DI ACCREDITAMENTO 

Attestazione da parte del Direttore Generale dei  requisiti di accreditamento, sottoscritti  in precedenza da tutti i responsabili coinvolti. 

Indicatore  (8):  Invio, entro  i  tempi  stabiliti dalla Regione Toscana, dell’autocertificazione del possesso dei requisiti di accreditamento (per il 2017, tutti i requisiti aziendali e il 60% dei processi). 

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  TEMPI 

  

    AZIONI  30 gen

 201

31 lug 20

16 

26 se

t 201

11 ott 201

04 nov

 201

07 nov

 201

08 nov

 201

14 nov

 201

18 nov

 201

23 nov

 201

02 dic 201

14 dic 201

21 dic 201

12 gen

 201

27 gen

 201

30 gen

 201

31 gen

 201

09 fe

b 20

17 

10 fe

b 20

17 

22 fe

b 20

17 

01 m

ar 201

02 m

ar 201

03 m

ar 201

07 m

ar 201

08 m

ar 201

09 m

ar 201

14 m

ar 201

15 m

ar 201

17 m

ar 201

20 m

ar 201

31 m

ar 201

I. Progettazione strategia, metodologia e piano                                                              

II. Condivisione  strategia,  metodologia  e  piano d’azione con tutti i responsabili coinvolti 

                                                             

●  Condivisione con Dipartimenti Orizzontali                                                               1. Dip.to assistenza inferm.ca ed ostetrica                                                             2. Dipartimento tecnico‐sanitario                                                             

- Area tecnici di radiologia                                                              

- Area tecnici riabilitazione                                                              3. Dipartimento del farmaco                                                             

4. Dipartimento Sociale                                                             

●  Condivisione con Dipartimenti Verticali                                                               1. Dipartimento specialistiche mediche                                                             

2. Dip.to specialistiche chirurgiche                                                             - Area Chirurgia Generale                                                              

3. Dip.to Emergenza ed Area Critica                                                              

4. Dipartimento Materno‐infantile                                                            

5. Dipartimento oncologico                                                             6. Dip.to Medicina Fisica e Riabilitazione                                                             

7. Dipartimento Medicina di Lab                                                             8. Dip.to Diagnostica per Immagine                                                               9. Dip.to salute mentale e dipendenze                                                             

- Area delle dipendenze                                                             - Area SMA                                                             

- SOC pz psichiatrici autori di reato                                                             ●  Condivisione con Dipartimenti di Staff                                                               1. Rete ospedaliera                                                               2. Staff Direzione Sanitaria                                                               

- Area Governo Clinico:                                                              

- A. Progr.ne e Controllo Attiv. Sanit.                                                              

- Area Pianif. e analisi performance                                                             - SOC Salute in carcere                                                             

3. Dipartimento Risorse Umane                                                             

‐ Area amm. del personale:                                                              4. Dip.to Amm.vo, Pianif. e C.o Gest.                                                              

5. Dipartimento del decentramento                                                               6. Rete sanitaria territoriale                                                             

III. Costituzione del G Az.le Accred.                                                               IV. Avvio attività di autovalut. requisiti                                                               Audit (6‐8 h) su requisiti organizzativi az.li                                                              

Audit (6‐8 h) su requisiti “comuni” di proc.                                                              

Audit (6‐8 h) su requisiti “specifici” di proc.                                   ?                             

V. Pres. report auto‐valutazione alla direzione                                                               1. Incontro  pre‐attestazione  requisiti 

organizzativi aziendali                                                               

2. Incontro  pre‐attestazioni  requisiti.  primo processo                                                               

VI.    Incontro  con  le  strutture  organizzative  del primo processo da accreditare 

                                                            

VII.  Autocertificazione  requisiti  da  parte  del  DG sottoscritti da tutti i responsabili coinvolti 

                                                            

 

 

    AZIONI dopo il 31 marzo  30 apr. 201

30 m

ag 201

30 giu 201

31 lug 20

17 

31 ago

 201

30 se

t 201

31 ott 201

30 nov

 201

31 dic 201

VI. Incontro  con  tutte  le  strutture  organizzative del 60% dei processi  30% dei processi 

           

VII. Autocertificazione  requisiti  da  parte  del  DG sottoscritti da tutti i responsabili coinvolti 

     60% dei processi 

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Azienda USL Toscana Centro Programma Operativo Annuale di Attività anno 2017 

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