Delegazione del Club Alpinistico Triestino ricevuta nel ... · al centro dell'incontro, svoltosi...

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cronache ipogee pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 4/206 cronache ipogee Delegazione del Club Alpinistico Triestino ricevuta nel Municipio di Trieste dal Sindaco Roberto Cosolini. Prosegue la positiva collaborazione con l'Iran. I principali aspetti legati alla spedizione speleo-scientifica effettuata in Iran nel 2014 e il rinnovo della collaborazione tra il Club Alpinistico Triestino e il Kowsar Water and Environmen- tal Research di Teheran. Sono stati questi alcuni dei temi al centro dell'incontro, svoltosi nella sala giunta del Comune di Trieste, tra il sindaco Roberto Cosolini e Clarissa Brun, Franco Gherlizza e Massimo Razzuoli, rappresentanti del Club Alpinisti- co Triestino, che hanno parteci- pato all'importante spedizione, presente anche il consigliere Roberto Decarli. Nell'esprimere il proprio apprez- zamento per l'opera svolta dal Club Alpinistico Triestino - una realtà fondata nel 1945, che ha superato i 70 anni di attività e che conta su oltre 120 soci attivi, molto impegnati anche con la didattica nelle scuole - il sindaco Roberto Cosolini ha sottolineato la forte e radicata tradizione speleologica di Trieste e ha con- fermato l'attenzione dell'ammini- strazione comunale nel ricercare e favorire occasioni in grado di valorizzare ulteriormente, anche a livello turistico, il patrimonio speleologico del territorio. I rappresentanti del Club Alpini- stico Triestino hanno confermato al sindaco Cosolini che, nell'am- bito della positiva collaborazione avviata da anni con gli speleologi iraniani - sia per quanto riguarda la formazione che per le pro- blematiche relative alla tutela della acque - a giugno sarà a Trieste il dott. Ahmad Afrasia- bian, direttore del Kowsar Water and Environmental Research di Teheran. Anche questo è un segno con- creto del valido e positivo impegno realizzato dal Club Alpinistico Triestino. Giovanni Cernoia Ufficio Stampa del Comune di Trieste Sala della Giunta del Comune di Trieste. Franco Gherlizza, Massimo Razzuoli e Clarissa Brun sono stati ricevuti dal Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini e dal Consigliere comunale Roberto Decarli, per illustrare i progetti e le collaborazioni, passate e future, tra le istituzioni iraniane e il CAT. Iran, 2014. Campionamento delle acque in una sorgente ai piedi dei Monti Zagros. (Franco Gherlizza)

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pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 4/20�6

cronache ipogee

Delegazione del Club Alpinistico Triestino ricevuta nel Municipio di Trieste

dal Sindaco Rober to Cosolini.Prosegue la positiva collaborazione con l ' Iran.

I principali aspetti legati alla spedizione speleo-scientifica effettuata in Iran nel 2014 e il rinnovo della collaborazione tra il Club Alpinistico Triestino e il Kowsar Water and Environmen-tal Research di Teheran.Sono stati questi alcuni dei temi al centro dell'incontro, svoltosi nella sala giunta del Comune di Trieste, tra il sindaco Roberto Cosolini e Clarissa Brun, Franco Gherlizza e Massimo Razzuoli, rappresentanti del Club Alpinisti-co Triestino, che hanno parteci-pato all'importante spedizione, presente anche il consigliere Roberto Decarli.Nell'esprimere il proprio apprez-zamento per l'opera svolta dal Club Alpinistico Triestino - una

realtà fondata nel 1945, che ha superato i 70 anni di attività e che conta su oltre 120 soci attivi, molto impegnati anche con la didattica nelle scuole - il sindaco Roberto Cosolini ha sottolineato la forte e radicata tradizione speleologica di Trieste e ha con-fermato l'attenzione dell'ammini-strazione comunale nel ricercare e favorire occasioni in grado di valorizzare ulteriormente, anche a livello turistico, il patrimonio speleologico del territorio.I rappresentanti del Club Alpini-stico Triestino hanno confermato al sindaco Cosolini che, nell'am-

bito della positiva collaborazione avviata da anni con gli speleologi iraniani - sia per quanto riguarda la formazione che per le pro-blematiche relative alla tutela della acque - a giugno sarà a Trieste il dott. Ahmad Afrasia-bian, direttore del Kowsar Water and Environmental Research di Teheran.Anche questo è un segno con-creto del valido e positivo impegno realizzato dal Club Alpinistico Triestino.

Giovanni CernoiaUfficio Stampa

del Comune di Trieste

Sala della Giunta del Comune di Trieste. Franco Gherlizza, Massimo Razzuoli e Clarissa Brun sono stati ricevuti dal Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini e dal Consigliere comunale Roberto Decarli, per illustrare i progetti e le collaborazioni, passate e future, tra le istituzioni iraniane e il CAT.

Iran, 2014. Campionamento delle acque in una sorgente ai piedi dei Monti Zagros.

(Franco Gherlizza)

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aprile 20�6...

Domenica 10 aprile Pietro Spirito ha presentato il suo libro "Nel fiume della notte" in fondo all'Abisso di Trebiciano, grazie all'ospitalità e all'accoglienza di Sergio Dambrosi e Marco Restaino dell'Adriatica di Speleologia e all'as-sistenza del Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino.Di seguito pubblichiamo la cronaca del-l'iniziativa diffusa dall'agenzia ANSA.

SUL CARSO PRESENTAZIONERECORD DI UN LIBRO,A -329 METRIUna trentina di persone si sono calate nell'Abisso di Trebiciano.

Secondo molti si può considerare un record assoluto.Poco importa, di certo, dell'evento si apprezza l'originalità, poiché non capita tutti i giorni di presentare un libro a 329 metri sottoterra.E, quel che conta di più, di farlo davanti a una platea di decine di ascoltatori che si sono sobbarcati due ore di discesa e altrettante di risalita.Perché, se lo scrittore autore del libro, Pietro Spirito, è un giornalista spe-leologo, aduso ad antri e fatiche, lo stesso non si può dire dei partecipanti, che ugualmente si sono sobbarcati il non comune sforzo pur di far parte dell'iniziativa.Ma ne valeva la pena: singolare l'ini-ziativa, singolare lo spettacolo, quando finalmente si giunge sul fondo dell'Abis-so di Trebiciano sul Carso triestino, dopo aver attraversato stretti cunicoli e aver macinato un migliaio di pioli sulle scale della ferrata, si schiude una cavità enorme dove, se si dimentica per un istante di essere sottoterra, la presenza di una grande duna di sab-bia e del rumore dell'acqua del fiume Timavo che scorre nei pressi, dove forma anche un lago, fa pensare a una spiaggia di notte.Manco a dirlo, il libro si chiama «Il fiume della notte» (Ediciclo) e parla appunto del misterioso Timavo (Reka in croato) che dalla Croazia attraversa la Slovenia per sfociare in mare nella zona di Duino (Trieste).Nel viaggio, lungo poche centinaia di chilometri, il Timavo compare e scom-pare più volte infilandosi nelle viscere

della Terra, secondo un percorso che non è stato ancora scoperto comple-tamente.Grazie ad altri due esperti speleologi, Clarissa Brun e Franco Gherlizza, che se ne sono sobbarcati il peso, sul fondo dell'Abisso è stato attrezzato un piccolo schermo sul quale una piccola telecamera ha proiettato immagini inerenti il Timavo e le ricerche fatte nell'ultimo secolo.Insomma, una vera presentazione, alla quale mancavano soltanto le sedie (ma la sabbia era confortevole ed ha reso l'appuntamento meno formale), poiché gli organizzatori hanno anche pensato a un piccolo buffet.Un'ora o poco più per seguire la con-ferenza, farsi firmare le copie dall'au-tore, curiosare intorno, scendere fino al laghetto dove ogni anno un gruppo di speleosub si spinge sempre più avanti nel seguire il corso del Timavo che scompare in un anfratto, facendo attenzione alla presenza di anidride carbonica che nei pressi dell'acqua è in percentuale maggiore che in su-perficie, e poi di nuovo, imbracate e in sicurezza, le circa trenta persone hanno cominciato la salita.L'Abisso di Trebiciano, scoperto ed esplorato per la prima volta nel 1841 da Anton Frederick Lindner nel corso delle ricerche sul corso ipogeo del Ti-mavo, che si sperava di poter sfruttare per l'approvvigionamento idrico della città di Trieste.La gita verticale è stata possibile grazie all'appoggio tecnico e logistico degli speleologi del Club Alpinistico Triestino e della Società Adriatica di Speleologia, che ha in gestione l'abisso e che ha permesso l'escursione, orga-nizzata in collaborazione con Ediciclo Editore e con Associazione Culturale Bottega Errante.

Francesco De FilippoAgenzia ANSA - 16/04/2016

1982. Paolo Cechet e Pietro Spirito sul fondo della Grotta di Trebiciano. (Archivio CAT)

2016. Libro, foto di gruppo, presentazione sul fondo e dedica ipogea. (Clarissa Brun)

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87 VG(GROTTA PRESSO ILCASELLO fERROVIARIODI fERNETTI)

IL CANTIERE DIVENTA ABISSO

Alla 87 VG la primavera del 2016 ha portato novità di un certo interesse: dopo 140 metri di ambienti veramen-te poco spaziosi finalmente si sono aperti spazi degni di essere chiamati grotta.Il massacrante e duro lavoro di dieci anni, portato avanti con determinazio-ne dal gruppo di non più giovani uomini della Commissione Grotte "Eugenio Boegan", finalmente è stato premiato, in un modo più che dignitoso direi, offrendo a noi esploratori dapprima un pozzo di dieci metri e quindi un salto stimato trenta metri che poi si è rivelato essere profondo ben 42 metri!

Esatto, un pozzo di 42 metri intera-mente concrezionato e abbastanza largo (in alcuni punti si toccano i 2 x 5 metri di diametro).Un dono da parte di questa cavità che finalmente inizia a concedersi.Il pozzo è molto comodo, ma intera-mente bagnato da un intenso stillicidio (in qualche punto un vero e proprio rubinetto aperto al massimo!) anche in periodi poco piovosi come quello corrente, ed indubbiamente arrivare alla sua base totalmente bagnati non è una cosa piacevole, ma per un at-timo potremmo provare a chiudere gli occhi e ringraziare quell’acqua, senza la quale le grotte che tanto amiamo non esisterebbero.Perciò seguiamo tutta quest’acqua di percolazione alla base del nuovo poz-zo e vediamo un saltino di quattro metri che ci porta su un ripiano abbastanza comodo, delimitato da un gradino oltre al quale si apre un altro pozzo di dieci metri: la grotta continua!L’ambiente però ora cambia aspetto, l’acqua c’è sempre ma le pareti di questo pozzo dalla struttura alquanto irregolare, sono tutte ricoperte da un velo di argilla umida dal colore grigio scuro.Si intravedono due prosecuzioni già dall’alto, una esattamente sotto di noi, dove scorre tutta l’acqua, e l’altra più avanti, ad appena qualche metro di distanza.Sceso questo salto di dieci metri si verifica subito se la via dell’acqua è transitabile…

Lo è, si arriva davanti ad una serie di saltini che si scendono per una decina di metri, stretti e molto bagnati (ci va tutta l'acqua che ci aveva accompa-gnato lungo il grande pozzo), che alla base si chiude con fessure strette e tanta argilla: parrebbe evidente che la via sia quella sbagliata ma a lasciare qualche interrogativo è l’aria, spirante in modo tenue ma costante.Dall’altra parte invece si scende un saltino di quattro metri e mezzo arri-vando in una stanzetta, da cui parte un pozzo di 22 metri, largo e como-do, dall'aspetto apparentemente poco rassicurante per via di alcuni speroni che sporgono dalle pareti, ma in real-tà anche questa parte della cavità è concrezionata e non si vedono tratti in erosione.Si scendono tutti i 22 metri del pozzo in libera fino a quando, osservando il fondo, la speranza di un'ulteriore prosecuzione si spegne vedendo due esigue fessure che si aprono in un deposito di argilla umida, che ha la stessa consistenza della plastilina.Oltre, sembra esserci un saltino di un metro ma lo spazio è troppo stretto per illuminare per bene l'ambiente successivo, che però, senza alcun dubbio, è stretto.Per adesso il sogno di una rapida discesa verso il sacro fiume frena bru-scamente, ed il lavoro che ci attende in questi due fondi non è per niente semplice e veloce.Risalendo la libera di 22 metri però un rumore incoraggiante attira l'attenzio-ne; infatti a circa sei metri dall'inizio del pozzo, presso un terrazzo facilmente raggiungibile, si apre una piccola fine-stra che sembra condurre in un pozzo parallelo e concrezionato dove si sente chiaramente il rumore dell'incessante stillicidio, che nel pozzo di 22 metri è inesistente, ma la finestra è stretta ed intransitabile attualmente.

Dopo dieci anni di scavi, dopo 480 giornate di massacrante lavoro final-mente la grotta ci ha regalato una settantina di metri di sviluppo verticale ed ora la quota stimata dell'attuale fondo è –231 metri.Un bel risultato, ma adesso bisogna trovare il punto esatto dove concen-trare le proprie forze e speranze per raggiungere il sogno tanto ambito: una nuova finestra sul fiume Timavo ipogeo, a metà strada tra la grotta di Trebiciano e la Lazzaro Jerko.

Andrea Miglia

Grotta presso il Casello Ferroviariodi Fernetti (104 / 87 VG)

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Con i BatLab “Un pomeriggio col pipistrello”, curati dall' Unione Speleologica Pordenonese CAI, si sono conclusi, sabato scorso, i pomeriggi didattici rivolti ai bambini abbinati alla mostra “Alla rovescia” - il mondo dei pipistrelli - realizzata dal Comune di Zoppola nella

Civica Galleria d’Arte Cardinale C. Costantini di Castions di Zoppola

Gli speleologi pordenonesi hanno, attraverso giochi e animazioni didattiche, avvicinato una trentina di vivaci e curiosissimi bambini dai 4 anni ai 10 alla conoscenza di questi straordinari ed utilissimi animali.

La mostra, che è stata prorogata fino a domenica 8 maggio, è visitabile il sabato e la domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00.

BatLab "Un pomeriggio col pipistrello"

Basta poco per far sorridere....

BatLab. In coda per Proteus...

BatLab ... ritagliando.

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GIOChI DI SCIENZEA MUGGIA

Il 19 aprile la sezione didat-tica del Club Alpinistico Triestino ha partecipato alla manifestazione "Giochi di Scienze" organizzata per le scuole dal Comune di Muggia (Trieste).Molti gli stand allestiti in varie zone della cittadina.Agli operatori del CAT è stata asse-gnato un angolo del Giardino d'Eu-ropa dove si sono svolti laboratori ed esperimenti relativi al tema "aria, acqua e terra".È stato illustrato il lavoro del paleon-tologo con il ritrovamento di calchi e di fossili in un contenitore riempito di sabbia, mentre altri soci illustravano il funzionamento della lampada a car-buro, usando un modello trasparente costruito ad hoc, ed un ulteriore labo-ratorio spiegava l'uso delle bombole negli ambienti sommersi dei bacini sotterranei.Una fettuccia tesa tra due alberi a pochi centimetri da terra costituiva una prova di equilibrio e soprattutto la constatazione della gravità terrestre nel caso l'equilibrio stesso venisse a mancare: moltissimi alunni si sono divertiti a provare.A metà mattina il sopraggiungere del brutto tempo non ha certo fermato l'at-tività didattica che è proseguita presso la biblioteca del centro Millo.

Sergio Dolce

SPELEO-DIDATTICA.ATTIVITà CONGIUNTAAXXXO - CAT

Continua l'attività didattica in collaborazione con la Trenta Ottobre, sezione di Trieste del CAI.

Il 7 aprile è stata accompagnata la classe IIA della Scuola Media Roli a visitare la Grotta Bac di Basovizza (Trieste).Grotta particolarmente "bagnata" in se-guito alle piogge degli ultimi giorni.Le vaschette in concrezione si presen-tavano piene d'acqua mentre erano numerosi gli esemplari di Titanethes albus che stavano sia sott'acqua che sulle superfici bagnate delle stalag-miti.

Un'escursione particolare è stata orga-nizzata per la classe IIIA della Scuola Elementare Morpurgo al 12 di aprile. Argomento: i castellieri del Carso e

della Val Rosandra.Dal Rifugio Premuda, imboccato il sentiero che sale alla Sella di Moccò, è stata raggiunta la cima del colle di Moccò, da cui si gode di un bellissimo panorama.In particolare sono stati illustrati i resti dei castellieri del colle San Michele e del Monte Carso (età del Bronzo) che erano situati uno di fronte all'altro ed in pratica controllavano l'ingresso della valle.Sono pure stati illustrati i resti del Castello di Moccò che dalla cima del colle omonimo controllava l'accesso alla valle fin dal XIII secolo.

Sergio Dolce

IL CORO fRAN VENTURINIOSPITE DELLA KLEINE BERLIN

Giovedì 28 aprile 2016, all'interno della galleria antiaerea "Kleine Berlin", a Trieste, si è tenuto un concerto del Coro misto Fran Venturini, di Domio, diretto da Cinzia Sancin.I numerosi partecipanti hanno potuto ascoltare, grazie a un'acustica molto singolare, i diversi brani del ricco re-pertorio del coro sloveno.Appuntamento, decisamente di caratte-re culturale, da riproporre in futuro.

INGRESSO LIBERO

DIRETTO DA - ZBOR VODI

CINZIA SANCINGIOVEDI’ - CETRTEK

28 . 4 . 2016ORE 20.30

RICOVERO ANTIAEREO

KLEINE BERLINVIA FABIO SEVERO - TRIESTE

CONCERTO - KONCERTDEL CORO MISTO - MEŠANEGA ZBORA

FRAN VENTURINI

V-

Muggia. Giochi di Scienze 2016. Accompagnati da Luca Trevisan e Ferruccio Podgornik, i ragazzi "affrontano" la Slack Line. (Franco Gherlizza)

Muggia. Giochi di Scienze 2016. Alessandro Gubertini illustra i fenomeni legati alla fisica, nella pratica subacquea. (Franco Gherlizza)

Muggia. Giochi di Scienze 2016. Sergio Dolce intrattiene i ragazzi nella postazione dedicata alla preistoria. (Franco Gherlizza)

Muggia. Giochi di Scienze 2016. Ernesto Giurgevich e Alessandro Gubertini illustrano i materiali e le attrezzature degli speleosub.

Grotta Bac. Accompagnatori del CAI XXX Ottobre con la Scuola Media Roli. (Sergio Dolce)

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ATTIVITà DIDATTICADEL CATMESE DI APRILE

Il 5 ed il 26 aprile si sono ripetuti gli esperimenti didattici di abbinamento tra una classe di scuola media ed una della scuola dell'infanzia.Sono state coinvolte le classi seconde della Scuola Media "Nazario Sauro" di Muggia ed i piccoli della Scuola dell'Infanzia "Il Giardino dei Mestieri" e "Borgo Lauro" di Muggia.Come avvenuto in precedenza, i "grandi" si sono resi responsabili ed hanno accompagnato i più piccoli nella visita alla Grotta Bac, prestando la massima attenzione nei loro confronti, aiutandoli nei punti un po' scivolosi e pure fornendo spiegazioni sui fenomeni dell'ambiente ipogeo.

La Grotta di Crogole (San Dorligo della Valle, Trieste) è stata oggetto della visita da parte della Scuola Media "Nazario Sauro" di Muggia il giorno 8 aprile.Saliti da Bagnoli gli alunni, dopo una breve sosta alla vedetta di Crogole, hanno raggiunto la grotta che ha su-scitato curiosità ed entusiasmo.La visita è stata pure oggetto di un esperimento di proiezione ipogea sulla fauna cavernicola.Gli alunni si sono poi avventurati met-tendo in pratica quanto avevano visto nelle immagini ed hanno trovato con grande soddisfazione alcuni esemplari di cavallette cavernicole (Troglophilus neglectus).

Martedì 26 aprile, nuova avventura alla Bac sempre con le classi se-conde della Scuola Media "Nazario Sauro" (IIB) e i bambini della Scuola dell'Infanzia "Il Giardino dei Mestieri", entrambi di Muggia.Anche stavolta i ragazzi delle medie hanno fatto da "tutor" ai più piccoli dimostrando di essere preparati e all'altezza della situazione.Alla fine dell'escursione hanno addirit-tura provveduto a pulire il sentiero e il bosco circostante la grotta riempiendo tre sacchi di immondizie e recuperando taniche e altri contenitori abbandonati nei pressi della strada.

Ancora una visita alla Grotta Bac il 29 aprile con una seconda della Scuola media "Dante Alighieri".Una classe di ragazzi e ragazze par-ticolarmente attenti e interessanti agli

argomenti trattati durante la visita: speleologia, carsismo, climatologia, ecologia e perfino chimica e fisica!La crescita di alcune famigliole di Co-prinus micaceus su legno marcescente è stata l'occasione di parlare pure di funghi e della vita nel buio.Una bella soddisfazione sia per le insegnanti che per le guide didattiche del CAT!

Franco Gherlizza e Sergio Dolce

DUE TRAVERSATESPELEOLOGIChENELLA ZONADI fRASASSI (MARChE)

Approfittando del ponte del 25 aprile, abbiamo organizzato un fine settimana nella zona di Frasassi, in Marche.Obiettivi: La traversata Vento-Fiume, nella Grotta di Frasassi e la traversata della Grotta del Mezzogiorno.Con l'appoggio logistico dei soci del-l'Associazione Speleologica Genga San Vittore, che ringraziamo a 360°, abbiamo partecipato in 16 all'escursio-ne speleologica.Una bella occasione soprattutto per i nuovi corsisti, ma anche per quelli di noi che non avevano ancora avuto l'opportunità di visitare queste grotte.

Grotta del Mezzogiorno In piedi: Federico Dogo, Cristina Casalini, Alessandro Olivo, Clarissa Brun, Marco Di Gaetano, Paolo Alberti, Patrizia Vallara, Daniele Ferranti, Massimo Razzuoli, Patricia Iacoucci, Josef Vuch. Seduti: Christian Giordani e Daniela Perhinek. (Daniela Perhinek)

Traversata Vento-Fiume. In piedi: Stefano Farinelli, Daniele Ferranti, Christian Giordani, Daniela Perhinek, Josef Vuch, Alessandro Olivo, Federico Dogo, Clarissa Brun, Stefano De Santis, Patrizia Vallara, Paolo Alberti, Franco Gherlizza, Marco Di Gaetano. Accosciati: Patricia Iacoucci, Andrea Chiorri, Paola Fanesi, Cristina Casalini. (Massimo Razzuoli)

5 aprile 2016 - Grotta Bac (Basovizza, Trieste). Con i ragazzi della Scuola Media "Nazario Sauro" che fanno da tutor ai bambini delle Scuole Materne "Il Giardino dei Mestieri" e "Borgo Lauro" di Muggia. (Franco Gherlizza)

25 aprile 2016 - Grotta Bac (Basovizza, Trieste). Con i ragazzi della Scuola Media "Nazario Sauro" che fanno da tutor ai bambini delle Scuole Materne "Il Giardino dei Mestieri" di Muggia.

(Franco Gherlizza)

29 aprile 2016 - Grotta Bac (Basovizza, Trieste). Sergio Dolce introduce la visita ai ragazzi della Scuola Media "Dante Alighieri". (Franco Gherlizza)

8 aprile 2016 - Grotta di Crogole (S. Dorligo della Valle, Trieste). Visita guidata con i ragazzi della Scuola Media "Nazario Sauro". (Franco Gherlizza)

29 aprile 2016 - Grotta Bac. La crescita di alcune famigliole di Coprinus micaceus su legno marcescente... (Franco Gherlizza)

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Il Bomber Command della Royal Air Force ha tuttora uno status ambiguo nella memoria collettiva britannica e gli storici dibattono ancora oggi il suo ruolo nello sforzo bellico del Re-gno Unito durante la seconda guerra mondiale.Il principale nodo è la controversa legittimità del bombardamento indiscri-minato su obiettivi civili, ad esempio Amburgo e Dresda, e questo senza contare esempi italiani.L'International Bomber Command Cen-tre (IBCC) nasce da una partnership tra due soggetti: il Lincolnshire Bomber Command Memorial Trust (che è il capofila dell'iniziativa ed ha il compito principale di dar vita ad un museo ed una zona monumentale attualmente in costruzione) e l'Università di Lincoln, la quale invece cura la realizzazione di un archivio digitale on-line liberamente accessibile.L’archivio metterà a disposizione di appassionati e ricercatori un corpus di fonti mai esaminate prima dagli storici. Si tratta di materiale relativo alla sto-ria dell’aviazione durante la seconda guerra mondiale che è rimasto finora in mani private: foto, mappe, documenti, diari di aviatori alleati, lettere, rapporti di missione e memorie personali.Ad essi si aggiungono numerose inter-viste a militari e civili che non hanno mai avuto occasione di raccontare la propria storia.Quest’ultimo punto è centrale poichè i principi ispiratori del progetto sono proprio recognition, remembrance e reconciliation.Detto altrimenti, si tratta di riconoscere il sacrificio di quanti hanno combattuto, ricordare i caduti ed infine riconciliare punti di vista opposti, trovare cioè un terreno comune sul quale persone diverse possano incontrarsi.Accostare la testimonianza di persone sopravvissute ai bombardamenti alleati con i ricordi di quanti hanno vissuto la guerra dalla prospettiva opposta può non solo arricchire la ricerca storica di nuove prospettive, ma sopratutto favorire il dialogo.

L’ex aviatore inglese Frank Tolley racconta la sua esperienza nel Bomber Command durante la seconda guerra mondiale. Il progetto intende accostare le interviste a personale della RAF con le testimonianze di quanti hanno vissuto le campagne di bombordamento dalla prospettiva opposta: registare la voce dei civili è di vitale importanza per evitare che il loro ricordo vada perduto ed offrire agli storici dei punti di vista alternativi. (Fonte: http://internationalbombercommandcentre.com)

La zona monumentale attualmente in costruzione a Lincoln. L’edificio sullo sfondo ospiterà un centro studi, mostre e l’archivio elettronico. La guglia, alta quanto l’apertura alare di un bombardiere Lancaster, è circondata dalle lastre di metallo sulle quali sono incisi i nomi dei caduti. (Fonte: http://internationalbombercommandcentre.com)

Il progetto ha iniziato ad espandere la propria rete di contatti e collaborazioni in Europa appoggiandosi a istituzio-ni che ne condividono la visione di fondo.Il Club Alpinistico Triestino, assieme all'Istituto regionale per il patrimonio

culturale del Friuli Venezia Giulia, è stata una delle prime istituzioni in Eu-ropa a venir invitata a collaborare.Poichè la Kleine Berlin viene spesso visitata da persone che hanno una connessione con la seconda guerra mondiale, si tratta del contesto ideale per intervistare superstiti e registrare testimonianze di prima mano.Il punto di vista, i ricordi e le emozioni di quanti abbiano subito un bombarda-mento potranno così essere conosciuti dagli studiosi britannici ed in genere da quanti si interessano di storia del Novecento.Tutto il materiale sarà disponibile in forma integrale, secondo una licenza molto ampia che ne permetterà l’uso a titolo gratuito a storici, studenti, ap-passionati e ricercatori.Verrà prossimamente esposto un pan-nello alla Kleine Berlin per invitare i visitatori a mettersi in contatto con il consocio Maurizio Radacich, referente del progetto per Trieste.Ogni esperienza è interessante, anche un semplice ricordo: gli interessati pos-sono telefonare al 3392539712 oppure scrivere a [email protected] ulteriori informazioni sul progetto: http://internationalbombercomman-dcentre.com (in inglese).

Alessandro Pesaro

I l Club Alpinistico Triestinocollabora con l 'Università di Lincoln,

in Inghilterra

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Chiedo ospitalità alla Rivista perché mi è venuto il dubbio, dopo la pubblicazione de «Sas de San Belin. Frammento di natura tra scienza, storia, mito e leggenda», di aver provocato involontariamente un malinteso, un qui pro quo, tra amici, entrambi peraltro tesi allo scopo di divulgare e promuovere iniziative miranti alla conoscenza e divulgazione dei fenomeni naturali.Quindi preciso subito che l’iniziativa didattica (anno scolastico 2014-2015) intrapresa con la Scuola Elementare “Carlo Collodi” di Fogliano-Redipuglia si è potuta realizzare grazie:a) ad una richiesta di collaborazione da parte del corpo insegnante della Scuola;b) all’interessamento della Pro Loco di Fogliano-Redipuglia;c) all’organizzazione e svolgimento della parte didattica (lezione frontale in aula sul Fenomeno Carsico ed escursione in loco) curata dal Centro Ricerche Carsiche “Carlo Seppenhofer” - Gorizia, di cui allora facevo parte (nell’occasione il sodalizio mi incaricò di seguire l’evento), conclusasi con l’escursione il 28 Febbraio 2015.Successivamente ci furono altre richieste sia da parte della scuola, sia da parte della Pro Loco, tutte fatte direttamente al sottoscritto.La scuola mi chiese una lezione di approfondimento sul tema e per tale occasione mi avvalsi della collaborazione del Museo Carsico, Geologico e Paleontologico di Monfalcone, per la parte Paleontologia, mentre io trattai temi di Geologia e Carsismo (Aprile 2015).Quasi contemporaneamente la Pro Loco di Fogliano-Redipuglia, tramite l’allora responsabile, mi chiese al volo qualche riga sul “Sas” da inserire in un volantino in occasione di una marcia che avrebbe toccato anche l’affioramento: anche se convinto che avrebbe avuto un’importanza relativa e temporanea (il volantino), chiesi comunque che venisse appli-cato il logo del Centro Ricerche Carsiche “Carlo Seppenhofer” - Gorizia.Non ci furono problemi e così fu ed il risultato, con sorpresa, è risultato essere un pieghevole di pregiata fattura, con bellissime fotografie a colori (Aprile 2015).Da allora la collaborazione personale continua ed è in essere con reciproca soddisfazione.Per ritornare all’articolo, questo ha un taglio divulgativo e come scopo quello di far conoscere un’angolo di Carso e non quello di publicizzare attività di qualsivoglia persona o sodalizio e di cui peraltro si è già scritto (vedi Bibliografia essenziale).Il materiale prodotto dagli alunni mi è stato gentilmente sottoposto dalle insegnanti, con il permesso di pubblicazione, e non è proprietà di nessuno se non degli Autori stessi.È mia speranza aver fugato dubbi e perplessità e nel contempo rinnovo il saluto di immutata stima ed un augurio sincero al Centro Ricerche Carsiche “Carlo Seppenhofer” - Gorizia, con il quale ho trascorso questi ultimi cinque anni, condividendo passione, affanni, soddisfazioni.Ringrazio Cronache Ipogee per l’ospitalità, scusandomi per gli eventuali fastidi provocati alla Redazione.Glück auf!

Roberto Ferrari

SoRnIonACCIo D'Un SAS DE SAn BELIn

Sas de San Belin (pressi Polazzo, Carso Triestino).(Studio a matita e pastello acquarellabile 21.0x14.0 cm, Dis. R. Ferrari, 2016, da: Tra passione e professione. Appunti e ricordi naturalistici - Quaderno 6).

Gasteropode (sezione trasversale) (Cretaceo superiore, Cenomaniano superiore/Turoniano-Senoniano inferiore) (Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 17 Aprile 2016. (Foto R. Ferrari)

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SoRnIonACCIo D'Un SAS DE SAn BELIn

…e tu non ridere (Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 22 Agosto 2015 (Foto R. Ferrari)

Breccia calcarea postdeposizionale (in alto è visibile il Sas de San Belin) (Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 17 Aprile 2016 (Foto R. Ferrari)

Microcavità con concrezionamento calcitico (Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 17 Aprile 2016 (Foto R. Ferrari)

Reperti ossei da microcavità (Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 28 Febbraio 2015 (Foto R. Ferrari)

Amore, pace e serenità… (Pressi di Polazzo, Carso Triestino), 17 Aprile 2016 (Foto R. Ferrari)

Bibliografia essenziale

TavagnuTTi M., 2013 - Il “Sass de San Belin” un po’ di storia - Sopra e sotto il Carso - Notiziario on line del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” - Gorizia, Anno II, N. 3 Marzo 2013: 6-8, Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, Gorizia, on-line, Marzo 2013.

Ferrari R., 2013 - Sass de San Belin - Sopra e sotto il Carso - Notiziario on line del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” - Gorizia, Anno II, N. 3 Marzo 2013: 9-11, Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, Gorizia, on-line, Marzo 2013.

TavagnuTTi M., 2013 - Escursione didattica al “Sas de San Belin” - Cronache Ipogee. Pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia, Anno VI, N. 3 Marzo 2015: 2, Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, Trieste, on-line, Marzo 2015.

(?) TavagnuTTi M., 2015 - Ancora sul “Sass de San Belin” - Sopra e sotto il Carso - Notiziario on line del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” - Gorizia, Anno IV, N. 3 Marzo 2015: 8-9, Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, Gorizia, on-line, Marzo 2015.

Ferrari R., 2015 - Qualche nota di Geologia - In: AA.VV., 2015 - Sas de San Belin. Tra storia e mitologia - Pro Loco Fogliano-Redipuglia, Aprile 2015.

Ferrari R. & graziuso G., 2016 - Sas de San Belin. Frammento di natura tra scienza, storia, mito e leggenda - Cronache Ipogee. Pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia, Anno VII, N.3 Marzo 2016: 6-11, Trieste, on-line, Marzo 2016.

Ai confini tra scienza, storia, mito e leggenda assieme alla Scuola Elementare Statale “Carlo Collodi” - Fogliano Redipuglia. (Nei pressi di Polazzo, Carso Triestino), 28 Febbraio 2015 (Foto R. Ferrari)

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LA PRIMA VoLTA DI ARIEL,nELL'EoCEnE InFERIoRE-MEDIo

DI RUSSIz DI SoPRA (PREALPI GIULIE)

Un anno e sedici giorni. Niente male per un primo imprinting paleontologico.L’occasione si presenta sotto la sub-dola accettazione di una richiesta per tre ore di babysitting al nipotino, con la complicità di un tiepido e soleggiato pomeriggio di fine aprile.Detto fatto eccoci a geotorzolare, Ariel sulle mie spalle nello zainetto con cui già avevo “spalleggiato” Annalisa tren-tuno anni fa, tra i filari di viti tra colline profumate di fiori e foglie nuove.La meta non è lontana ed è localizzata a NE di Russiz di Sopra, nel cuore del Collio Goriziano, nel settore me-ridionale delle Prealpi Giulie, ad una quota di circa 90 m s.l.m.m.Il paesaggio è quello tipico della fa-scia orientale friulana risultato di una morfologia dolce di rilievi susseguentisi e degradanti verso S-SW, coperti da boschetti misti ma, fin dove possibile, “addomesticati” e quasi sfruttati al massimo da un’intensa coltivazione viticola.La morfologia tradisce in parte la lito-logia: Flysch, ovvero alternanza ritmica di marne ed arenarie. Ed a sua volta questo litotipo spiega la sua stessa origine e l’ambiente deposizionale.Si tratta di materiali di origine conti-nentale erosi e trasportati dalle acque superficiali in ambiente marino dove si sono accumulati sulla piattaforma con-tinentale sino poi a scivolare, per motivi in gran parte gravitativi e/o tettonici, lungo la scarpata continentale verso profondità maggiori sino a raggiungere le piane abissali, dove si depositavano accumulandosi strato dopo strato; è

quindi il prodotto di una serie di fra-ne sottomarine, torbiditi, susseguitesi e sovrappostesi nel tempo e nello spazio ed i cui materiali trasportati si sono autoselezionati lungo il percor-so, valutabile in decine di chilometri, soprattutto in base alla granulometria. Il risultato è un’alternanza ritmica di materiali più fini, marne, e di materiali a granulometrie maggiori, arenarie, in strati di potenza variabile, sia in rapporto strato/strato sia in rapporto marna/arenaria.A dispetto del desiderio di immutabi-lità ed immobilismo del mondo che lo circonda, tipico dell’essere umano alla continua ricerca di sicurezza, in quel tempo, Eocene inferiore-medio (50 ma circa, come ordine di grandezza) quest’area si presentava totalmente di-versa da quello che è l’aspetto attuale.Faceva parte infatti di un bacino ma-rino relativamente profondo a fascia con direzione NW-SSE compreso tra un’area continentale emersa, a NE, ed un’area a piattaforma carbonatica di minore profondità, Piattaforma carbo-natica Friulana, a SW. Il tutto si trovava dislocato più a S rispetto all’attuale posizione, in fascia tropicale.Questo bacino era circondato da bar-riere coralline formatesi in acque calde e limpide ed in esso sfociavano corsi d’acqua che incidevano ed erodevano i rilievi alpini che si andavano innal-zando, formando, con i loro sedimenti, ampi depositi deltizi.Questo sistema di equilibrio tra ero-sione, trasporto e deposito veniva

Veduta del geosito (Pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 1 Marzo 2015. (Foto R. Ferrari)

Scarpata in erosione superficiale e dilavamento ad opera degli agenti meteorici (Pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 1 Marzo 2015.

(Foto R. Ferrari)

Ricerca al cambio di pendenza tra gradone e sommità scarpata (Nei pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 21 Marzo 2015. (Foto R. Ferrari)

Scarpata in erosione superficiale e dilavamento ad opera degli agenti meteorici (particolare) (Pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 1 Marzo 2015. (Foto R. Ferrari)

Ricerca su scarpata (Nei pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 21 Marzo 2015.

(Foto R. Ferrari)

Laddove non è protetta dalla vegetazione, la scarpata è soggetta ad erosione superficiale e dilavamento ad opera degli agenti meteorici (Pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie),1 Marzo 2015. (Foto R. Ferrari)

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interrotto da vari fattori, tra i quali movimenti tettonici, forti eventi me-teorologici, correnti marine, fenomeni gravitativi, che causavano dislocamenti e franamenti delle porzioni marginali del bacino, talvolta costituiti da blocchi di dimensioni valutabili in metri cubi, che venivano di conseguenza trasci-nate al fondo.Questi materiali andavano accumulan-dosi, compattandosi e cementandosi formando il Flysch di Cormòns (Ypre-siano superiore-Luteziano inferiore (50-45 ma circa)) e successivamente furono interessati da movimenti tetto-nici di compressione ed innalzamento conseguenti all’Orogenesi Alpina: gli strati subirono deformazioni e dislo-cazioni, emersero e furono a loro volta interessati da fenomeni erosivi per opera degli agenti meteorici. La potenza di questa formazione è sti-mabile in circa 330 m.I fossili sono presenti nei livelli marnosi; non sono autoctoni dell’ambiente nel quale si sono depositati (fondo del bacino) ma provengono dalle zone di piattaforma a batimetria bassa ad acque calde e limpide, dalle quali sono stati trasportati in profondità.La tanatocenosi alloctona fossile è rappresentata da alghe calcaree, macroforaminiferi (nummuliti, assiline), Nautiloidi, Gasteropodi (Cerithium), Bi-valvi, Scafopodi, Echinodermi, Briozoi, Crostacei, Vertebrati (Pisces), ma so-prattutto, per abbondanza e diversità, da molteplici specie di coralli (Tipo Coelenterata, Classe Anthozoa) sia come singoli individui (coralli solitari) (con specie quali Cycloseris brazza-nensis, Stephanosmilia d’achiardii, Placosmiliopsis multisinuosus, Cir-cophyllia d’achiardii) che riuniti in co-lonie (coralli coloniali) (con generi quali Astrocoenia, Astreopora, Montastraea, Sidastraea, Favia, Parapolytremacis). Alcuni individui si presentano ricoperti da alghe calcaree, vermi ed altre forme incrostanti.Un grande naturalista, geografo ed esploratore, Giotto Dainelli, studiò le faune eoceniche rinvenibili nel Collio e nei Colli Orientali del Friuli e pubblicò, nel 1915, il volume L’Eocene Friulano. Monografia geologica e paleontologica, in cui riconosceva, solamente nell’area di Russiz, 44 generi di coralli e 74 specie. Anche se in studi successivi ne furono identificati “solamente” oltre 30 generi l’opera rimane tuttora insuperato strumento di consultazione, confronto e studio.

Da molti decenni questi siti sono conosciuti, frequentati e “sfruttati” da appassionati e studiosi e quello che si può rinvenire attualmente probabilmen-te rende solamente lontanamente l’idea del materiale che una volta poteva essere raccolto durante un’escursione. Ciò nonostante è impossibile tornare a mani vuote, specie susseguentemente a periodi molto piovosi e/o a lavora-zioni di arature o dissodamenti: questi fattori favoriscono il rimescolamento dello strato superficiale di alterazione (la terra del vigneto), avvicinando alla superficie i resti fossili, ed il conse-guente dilavamento della frazione fine, pulendo ed evidenziando i reperti, che si presentano isolati ed in condizioni perfette.

Accarezzo con una mano i morbidi capelli di Ariel e nel palmo dell’altra osservo i resti pietrificati degli esserini trovati: tra una mano e l’altra cinquanta milioni di anni circa.Penso alla vita ed alla morte, in un continuum di forme in cambiamento e mi viene in mente l’eterno dilemma umano sul tema della ripetitività o della direzionalità del tempo, tema caro e meravigliosamente trattato da Stephen Jay Gould.C’è una testolina nuova tutta da riempi-re: non sono certo che mi abbia potuto seguire sino alla fine, forse ho esage-rato, mi sono fatto prendere la mano, ma tant’è, prima o poi e da qualche parte bisognava pur incominciare!E poi, in fin dei conti, gli ho solo raccontato una storia e… non si è neanche addormentato!In realtà io stesso provo una sensazio-ne di leggera confusione dopo questo viaggio a ritroso nel tempo: abbiamo giocato e cercato pietre su un fondale marino di piana abissale lontano nel tempo profondo, pur stando al Sole in mezzo ai fiori ed ai profumi della primavera.Probabilmente abbiamo “solamente” trascorso insieme un pomeriggio che per me resterà indimenticabile.Prendiamo il sacchettino contenente i reperti raccolti e, raggiunta una locanda nei pressi, ci apprestiamo a festeggiare la nostra prima escursione paleontologica assieme, enfatizzando i ritrovamenti e programmando le prossime escursioni: io con un buon bicchiere di nero (di eocenica origine), Ariel con acqua e biscotti Plasmon (decisamente olocenici)!

Roberto Ferrari

Alone di alterazione su frammento di arenaria (in situ) (Pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 21 Marzo 2015. (Foto R. Ferrari)

Ricerca al piede di scarpata dove si accumula per gravità il materiale eroso dagli agenti meteorici (Nei pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 21 Marzo 2015. (Foto R. Ferrari)

Corallo coloniale (in situ) (Pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 21 Marzo 2015.

(Foto R. Ferrari)

… hai visto, Ariel, che qualcosa c’è? (Nei pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 21 Aprile 2016. (Foto R. Ferrari)

… sì, hai ragione, è una nummulite (Nei pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie), 21 Aprile 2016. (Foto R. Ferrari)

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Il risultato della prima ricerca con Ariel: tra le nummuliti e le assiline si possono notare un frammento di corallo coloniale e due coralli solitari. (Foto R. Ferrari)

Bibliografia essenziale

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BOSCHELE S., GATTO R., BERNARDI M., TATTESI B., BOSELLINI R.F. & AVANZINI M., 2016 - Fossili cenozoici della Valsugana. Catalogo della “Collezione Boschele”, parte III. Studi Trentini di Scienze Naturali, Vol. 95, Trento, on-line, Gennaio 2016.

… vediamo se qui troviamo qualcosa! (Nei pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie),21 Aprile 2016. (Foto R. Ferrari)

… e dai, non posso credere: un corallo! (Nei pressi di Russiz di Sopra, Prealpi Giulie),21 Aprile 2016. (Foto R. Ferrari)

Giotto Dainelli(Firenze 19.5 1878 - Firenze 16.11.1968)

Giotto Dainelli, figlio del generale Luigi e di Virginia Mari, nacque a Firenze il 19 maggio 1878.Vantava ascendenze illustri: il padre era imparentato con i carbonari e patrioti bolognesi Zambeccari e Ranuzzi; la madre era figlia dell’avvoca-to Adriano Mari (1813-1887), politico della destra che rivestì importanti cariche istituzionali.1 Trascorse la sua infanzia lontano da Firenze, a seguito dei cambiamenti delle sedi di servizio del padre, ed ebbe modo di conoscere l’Europa data l’abitudine della famiglia di approfittare delle vacanze estive per compiere viaggi all’estero.Nel 1900 si laureò in Scienze naturali all’Istituto di studi superiori di Firenze, dove fu allievo del geologo e paleontologo padovano Carlo De Stefani (1851-1924), all’epoca il più illustre docente della materia (fu direttore dell’Istituto di Geologia di Firenze e accademico dei Lincei); in seguito si perfezionò all’Università di Vienna.Dainelli mostrò subito il suo valore di studioso con le pubblicazioni geologiche e paleontologiche apparse nel 1901, le prime di una serie numerosa, estesa fino al 1967, che costituisce ancora oggi un ricco patrimonio informativo, fecondo di validi insegnamenti.

Giotto Dainelli (Firenze 19 Maggio 1878 - 16 Novembre 1968).

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Nel 1903 conseguì a Firenze la libera docenza in Geologia e Geografia fisica e dal 1914 al 1921 tenne la cattedra di Geografia nella Facoltà di Lettere dell’Università di Pisa; successivamente titolare della cattedra di geologia a Napoli fino al 1924, anno in cui, morto De Stefani, tornò a Firenze per subentrare nella cattedra di Geologia del suo maestro, tenuta poi ininterrottamente fino al 1944 e ripresa, nel secondo dopoguerra, fino al 1953.Dainelli non fu solo uno studioso da tavolino, ma anche autore di numerosi viaggi di studio e missioni esplorative, qualificandosi come un grande viaggiatore dotato di abilità alpinistiche.Già nel 1905-1906 compì un viaggio esplorativo in Eritrea, in compagnia del geografo Olinto Marinelli, suo amico e compagno di studi. Ne riportò una ricca messe di dati e di materiali, utilizzati per il resoconto, pubblicato a Firenze nel 1912 con il titolo Risultati scientifici di un viaggio nella Colonia Eritrea.Tornò nel Corno d’Africa nel 1936-1937 con una missione esplorativa al lago Tana, da lui organizzata e diretta su incarico dell’Accademia d’Italia, della quale era membro. Da quel viaggio derivò il volume La regione del lago Tana, pubblicato a Milano nel 1939.Importante la partecipazione del geologo fiorentino alla spedizione scientifica al Karakorum, effettuatanel 1913-1914 sotto la guida di Filippo De Filippi, e che si impose come la più rilevante e fruttuosa compiuta in quell’area. Lo scopo principale di questa spedizione asiatica era quello di completare le triangolazioni compiute dagli inglesi e dai russi nei rispettivi possedimenti in India e nel Turkestan, connettendole anche geofisicamente per mezzo di una catena di stazioni gravimetriche e magnetiche, estesa da Dehra Dun, in India, fino a Tashkent, in Uzbekistan (allora Turkestan russo), attraverso Kashmir, Himalaya occidentale, Karakorum, Baltistan e La-dakh, bacino del Tarim (Xinjiang, Turkestan cinese). L’attraversamento di zone impervie, con grandi ghiacciai, spesso ancora non raggiunte e non precisamente cartografate, favoriva anche una rilevante impresa esplorativa specialmente nei grandi ghiacciai siti all’estremità orientale del Karakorum. Per questa ragione, oltre alla nutrita schiera di specialisti dediti alle osservazioni e ricerche geofisiche, meteorologiche, aerologiche e sulla radiazione solare, partecipò Dainelli, come geografo naturalista. Egli ebbe ampia libertà di movimento e di azione, sepa-randosi spesso dal grosso della spedizione, lenta per il numero dei componenti e per l’ingombrante carico delle strumentazione ed anche costretta a lunghe soste per compiere i necessari rilievi; da solo, o con una piccola e agile carovana poté compiere una estesa ricognizione di tutta l’area fra Himalaya e Karakorum, che costitui-sce il bacino superiore dell’Indo e dei suoi affluenti. La ricchissima raccolta di dati e materiali della spedizione sopra ricordata trovò degna e appropriata utilizzazione nelle Relazioni Scientifiche della Spedizione Italiana De Filippi nell’Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese (1913-1914), pubblicate in 18 volumi fra il 1922 e il 1934 dall’editore Zanichelli di Bologna, e divisa di due serie. La seconda, Resultati geologici e geografici pubblicati sotto la direzione di Giotto Dainelli (12 volumi in 14 tomi, 1922-1934), impegnò vari eminenti studiosi, geologi paleontologi, botanici, zoologi e antropologi, non partecipanti alla spedizione. Lo stesso Dainelli fu direttamente autore dei volumi: 1. La esplorazione della regione fra l’Himàlaja occidentale e il Caracorùm (1934); 2. La se-rie dei terreni (2 tomi, 1933 e 1934); 3. Studi sul glaciale (2 tomi, 1922); 4. Le condizioni fisiche attuali (1928; insieme a Olinto Marinelli); 8. Le condizioni delle genti (1924); 9. I tipi umani (1925; insieme a Renato Biasutti); 12. Indici analitici (1934).Dainelli pubblicò anche il diario della sua esplorazione2 e per completare le osservazioni compiute nel 1913-1914, tornò un nella stessa area con una spedizione da lui diretta, organizzata di concerto con l’Istituto Geografico Militare, alla quale parteciparono il tenente Enrico Cecioni (fotografo) e il capitano Alessandro Latini (topografo).3 Questa missione, che raggiunse zone ancora inesplorate, fu descritta da Dainelli in Il mio viaggio nel Tibet Oc-cidentale (Mondadori, Milano, 1932, pp. XVI + 405),4 ed è ben descritta anche nelle sue pieghe nascoste in un articolo di Bausi e Caciolli, pubblicato nel maggio 1998 su “L’Universo”, rivista dell’Istituto Geografico Militare.5 Le ricerche effettuate in quest’ultima spedizione arricchirono gli ultimi volumi dei sopraricordati Resultati. Merita di essere segnalato il primo volume della serie (ma uscito nel 1934), che rappresenta ancora oggi la più com-pleta rassegna delle esplorazioni nella regione fra l’Himalaya occidentale e il Karakorum (ottima integrazione di Southern Tibet di Sven Hedin, spec. vol. VII, 1922), aggiornata fino al 1930 e comprendente perciò l’ultimo viaggio di Dainelli e i primi di Giuseppe Tucci; la ricchissima bibliografia rimane un indispensabile strumento per ogni studioso del settore.6

Nel 1944 Dainelli, dopo essere stato Podestà fascista di Firenze, seguì Mussolini a Salò (Repubblica Sociale Italiana), come direttore dell’Accademia d’Italia. Lasciato, il 1° novembre 1953, l’insegnamento universitario di Geologia a Firenze, a seguito del compimento dei 75 anni, si trasferì a Roma.Morì il 16 novembre 1968 a Firenze, dove era da poco rientrato.A suo nome risultano una trentina di specie fossili e quattro viventi e gli fu intitolata una cima dei monti Kazbegi, un massiccio montuoso del Caucaso georgiano, che comprende i vulcani, ora spenti, Kazbek e Khabarjina.Dotato di forte personalità, oratore efficace e brillante scrittore, Dainelli si impose fra le personalità di spicco della cultura italiana fra le due guerre. Socio dal 1919 dell’Accademia dei Lincei, e in seguito dell’Accademia d’Italia, della quale fu presidente alla morte di Giovanni Gentile negli anni della Repubblica di Salò; socio della Pontificia Accademia delle Scienze e socio corrispondente o onorario di tutte le più importanti Società Geografiche nazio-nali, gli fu assegnata nel 1954, dalla Società Geografica Italiana, la medaglia d’oro per i grandi esploratori.Fu autore di circa seicento opere (fra libri e articoli) di argomento geografico e geologico, sia specialistiche che divulgative. Spaziò in ogni campo della geografia e della geologia: dalla paleontologia alla glaciologia, alla

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morfologia, alla geografia antropica, alla storia delle esplorazioni. Oltre alle ricerche connesse alle sue esplorazioni asiatiche e africane (Geo-logia dell’Africa Orientale, 1943; Gli esploratori italiani in Africa, 1960), si occupò ampiamente dell’Italia, sia in generale che di sue particolari zone: Atlante fisicoeconomico d’Italia, 1940 (coordinatore e in gran parte autore); Le Alpi, 1963; L’Eocene friulano, 1915; La struttura delle Prealpi friulane, 1921. Specificamente sulla sua regione si ricordano: Le zone altimetriche del Monte Amiata, 1910; La distribuzione della popolazione in Toscana, 1917. Collaborò all’Enciclopedia Italiana; fondò e diresse le “Memorie geografiche” e le “Memorie geologiche e geografiche”.Segnaliamo infine alcune importanti opere dedicate alla storia delle esplorazioni:- Marco Polo, UTET (I Grandi Italiani. Collana di biografie diretta da Luigi Federzoni, n. 12), Torino, 1941, pp. 241 + 1 cartina geografica a più colori (comprende una tavola a rotocalco) [traduzione francese:Marco Polo, Denoël, Paris, 1946, pp. 238 + 1 carta itineraria];- La conquista della Terra. Storia delle esplorazioni, UTET, Torino, 1950, pp. XII + 745 con molteillustrazioni (fotografie e carte) nel testo;- Esploratori e alpinisti nel Caracorùm, UTET (La conquista della Terra: Esploratori e esplorazioni.Collezione diretta da Giotto Dainelli, n. 2), Torino, 1959, pp. VIII + 447 + 1 carta ripiegata e molte illustrazioni nel testo;- Missionari e mercadanti rivelatori dell’Asia nel Medio Evo (Viaggiatori del Medioevo in Asia), UTET (La con-quista della Terra: Esploratori e esplorazioni. Collezione diretta da Giotto Dainelli, n. 5), Torino, 1959, pp. VII + 387, con molte illustrazioni nel testo;- Il Duca degli Abruzzi. Le imprese dell’ultimo grande esploratore italiano, UTET (La conquista della Terra: Esplo-ratori e esplorazioni. Collezione diretta da Giotto Dainelli, n. 14), Torino, 1959, pp. VII + 337, con170 figure nel testo.Su Dainelli si vedano le seguenti pubblicazioni:- “Bollettino della Società Geografica Italiana”, serie VIII, vol. VII, fasc. 3-4, marzo-aprile 1954 (interamente dedicato a Dainelli, in occasione della manifestazione in suo onore tenuta il 5 aprile a Romapresso la Società Geografica Italiana), pp. 105-254;7- “Bollettino della Società Geografica Italiana”, serie IX, vol. X, a. CII, vol. CVI dell’intera collezione (1969), fasc. 1-3, gennaio-marzo 1969, pp. 1-4, La scomparsa di Giotto Dainelli ( On the Death of Giotto Dainelli);8- “La Nazione”, mercoledì 18 dicembre 1968, p. 3 (contiene articoli di Giuseppe Vedovato, Franco Nencini e Ugo Losacco);- Giuseppe CARACI, Un esempio da imitare, “Memorie Geografiche”, I, 1954, pp. 1-15;- Aldo SESTINI, L’opera geografica di Giotto Dainelli, “Rivista Geografica Italiana”, a. LXXXI, fasc. II, giugno 1969, pp. 201-206;- Ilaria LUZZANA CARACI, voce “Dainelli, Giotto” in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Treccani, Roma, Vol. 31, 1985, pp. 693-694;- Guido Giacomo BAUSI, Stefano CACIOLLI, L’IGM sul Karakorum. Riflessioni sulla “Miscellanea Dainelli”, un ine-dito della Biblioteca dell’Istituto Geografico Militare, “L’Universo”, a. LXXVIII, n. 3, maggio 1998, pp. 373-386;- Maria MANCINI, Giotto Dainelli e Filippo De Filippi: il ‘backstage’ della spedizione del 1913-14, in Laura CASSI (ed.), La “Dimora delle nevi” e le carte ritrovate. Filippo De Filippi e le spedizioni scientifiche italiane in Asia centrale (1909 e 1913-14). Atti del Convegno - Firenze 13-14 marzo 2008, Società di Studi Geografici (“Memorie Geografiche” - Pubblicate come supplemento alla “Rivista Geografica Italiana” - Nuova serie n.8, anno 2009), Firenze, 2009, pp. 253-273.

Nummulites obtusus (Friuli) (Collezione Giotto Dainelli - Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze).

Assilina spira (Lavania, Friuli) (Collezione Giotto Dainelli - Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze).

Favia exilis (Russiz, Friuli) (Collezione Giotto Dainelli - Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze).

Frontespizio de L’Eocene Friulano. Monografia geologica e paleontologica G. Dainelli, 1915.

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Tav. XXXVI da L’Eocene Friulano. Monografia geologica e paleontologica G. Dainelli, 1915 raffigurante coralli fossili di Russiz di Sopra.

1 Adriano Mari (Firenze 16.12.1813 - Fiesole, Firenze, 24.7.1887), eletto deputato all’Assemblea toscana nel 184, vi rimase per un brevissimo tempo; nel 1861 venne eletto deputato nell’ottava legislatura del Regno d’Italia, ap-pena costituito (la numerazione segue le sette legislature del Regno di Sardegna, 1848-1860); il 26.11.1884 fu nominato senatore del Regno d’Italia (XV legislatura). Fra i 1865 e il 1869 fu eletto per tre volte alla presidenza della Camera: 18.11.1865-13.2.1867 (IX legislatura), 22.3.1867-27.10.1867 (X legislatura), 25.11.1868-14.8.1869 (XI legislatura). Rivestì l’incarico di ministro di Grazia e Giustizia nel primo governo del conte Federico Luigi Mena-brea (Chambéry, Savoia, 4.9.1809 - ivi 25.5.1896), governo che ebbe vita breve (27.10.1867-5.1.1868).2 G. DAINELLI, Paesi e genti del Caracorùm. Vita di carovana nel Tibet occidentale. Pubblicato sotto gli auspici della R. Società Geografica Italiana, Luigi Pampaloni editore, Firenze, 1924, voll. 2 [pp. VIII + 291 + 74 tavv. f.t. +1 carta; (4) + 323 + 95 tavv. f.t. + 1 carta].3 Su Enrico Alfonso Cecioni (Firenze 30.9 1900 - Firenze 27.6.1970) e su Alessandro Latini (nato il 24.9.1897), si vedano le schede biografiche riportate rispettivamente alle pagine 376 e 377 di G. G. BAUSI, S. CACIOLLI, L’IGM sul Karakorum (1930). Riflessioni sulla “Miscellanea Dainelli”, un inedito della Biblioteca dell’Istituto Geo-grafico Militare, “L’Universo”, a. LXXVIII, n. 3, maggio 1998, pp. 373-386.4 Il libro ebbe anche una traduzione inglese: G. DAINELLI, Buddhists and Glaciers of Western Tibet, Tr. By Angus Davidson, Kegan Paul, Trench, Trübner & Co., London, 1933, pp. XIII + 304 + 32 plates + 1 map.5 Si veda la nota 3. L’articolo è importante anche perché mette ben in rilievo alcuni tratti della personalità di Dainelli e il contesto storico.6 L’opera, annunciata con il titolo “Storia dell’esplorazione. Itinerari e ricerche”, fu pubblicata nel 1934 [pp. XI + 434 + 46 tavole (panorami e carte) + 1 carta ripiegata, con 80 figure nel testo (itinerari delle spedizioni e dei viaggi)] tiene «presente la letteratura occasionata da viaggi di studio, da escursioni di caccia, da itinerari esplorativi, da “missioni” ufficiali, ed anche da semplici escursioni, talora feconde di osservazioni interessanti se il viaggiatore, pur non studioso, aveva mentalità atta alla osservazione, curiosità di sapere, e desiderio di narrare ad un pubblico di lettori» (p. 3). Alle pp. 371-425 la copiosa bibliografia.7 Comprende:- “Resoconto della manifestazione in onore di Giotto Dainelli”, pp. 105-158. Fra i vari interventi si segnalano le illustrazioni del con-tributo di Dainelli nei campi della geologia e della geografia, tenuti rispettivamente da Egidio Feruglio (pp. 110-126) e da Riccardo Ric-cardi (pp. 126-132);- “Distinzioni accademiche conferite a Giotto Dainelli fino al 5 aprile 1954, pp. 159-160;- “Località, piante ed animali viventi o fossili, dedicati a Giotto Dainelli, e bibliografia relativa”, pp. 161-165;- “Bibliografia ragionata degli scritti di Giotto Dainelli”, pp. 166-251;- “Periodici e quotidiani che hanno pubblicato scritti di Giotto Dainelli, e anni corrispondenti alla pubblica-zione”, pp. 252-254.8 Contiene l’aggiornamento della bibliografia, pubblicata nel 1954, indicata nella nota precedente:-“Scritti di Giotto Dainelli apparsi dopo il 31 marzo 1954”, pp. 2-4.

[Scheda redatta da E. G. Bargiac-chi, nel giugno 2009, per il sito web: http://www.ippolito-desideri.net]

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Il conto alla rovescia per STRISCIANDO 2016 è iniziato da tempo! Mancano 200 giorni al raduno...

E' on line la nuova versione del sito che potete visitare su www.strisciando2016.it

Vi ricordiamo che sono aperte le iscrizioni on line e potete iscrivervi direttamenteriempiendo il modulo che trovate sul sito nella sezione "ISCRIZIONI"

Inoltre sono attive le email ed i moduli per richiedere la partecipazione con mostre,proiezioni, stand materiali e stand gastronomici.

Se avete bisogno di un alloggio nelle giornate di "Strisciando", potete scrivere all'[email protected]

Inoltre, da oggi, potete iniziare a sbirciare un assaggio delle escursioni in programma!

Trovate tutte le news sul sito che è in continuo aggiornamento!

Un saluto! Vi aspettiamo in Abruzzo!

Lo staff di Strisciando 2016

Chi di voi non ha mai visitato una grotta turistica o il misterioso sotterraneo di una città?Venerdì 22 aprile scorso è stato il giorno che passerà alla storia tra gli amanti delle bellezze ipogee, sia naturali che artificiali.A Pertosa (Salerno), famosa per le sue cavità carsiche, in occasione dell’inau-gurazione del primo Museo Italiano del Suolo, che aprirà ufficialmente i battenti il prossimo primo maggio, Francescantonio D’Orilia, presidente dell’Associazio-ne Grotte Turistiche Italiane, con 24 siti famosi per i loro ambienti realizzati dall’acqua nel corso di milioni di anni, tra i quali Frasassi e Castellana e Ro-berto Nini, presidente dell’Associazione Italia Sotterranea, che rappresenta 12 importanti luoghi aperti al pubblico sotto altrettante città come Roma e Torino, scavati nei secoli dalla mano dell’uomo, hanno firmato uno storico accordo di collaborazione.Da quel momento in poi tutte le realtà aderenti alle due Associazioni appli-cheranno tariffe ridotte a coloro che esibiranno il biglietto d’ingresso di uno degli altri siti, inizierà inoltre lo scambio del proprio materiale pubblicitario nelle reciproche sedi ed infine verrà organizzata, durante i corsi di formazione AGTI, una giornata specifica per le cavità artificiali, con il supporto della Società Speleologica Italiana, che comprenderà attività di ricerca, rilievi, campagne di misura, formazione degli operatori del settore.Nel campo turistico si tratta di un grande accordo di portata nazionale che movimenterà ogni anno circa 1.200.000 visitatori, provenienti sia dall’Italia che dall’estero e permetterà di conoscere, in tempo reale, il ricco patrimonio che

letteralmente “calpestiamo” ogni giorno, con ottime ricadute economiche per i territori interessati.Roberto Nini

firmato l 'accordo tra l 'Associazione Grotte Turistiche

Ital iane e l 'Associazione Consorti le "Ital ia Sotterranea"

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firmato l 'accordo tra l 'Associazione Grotte Turistiche

Ital iane e l 'Associazione Consorti le "Ital ia Sotterranea"maggio 20�6...

Cari amici,ero in ferie a Napoli, ed ho visitato la Biblioteca “A porte aperte” Annalisa Durante, dedicata ad una ragazza di 14 anni uccisa nel 2004 da una pallottola vagante.La biblioteca - centro culturale è stata inaugurata nel giugno 2015, (la ho scoperta passandoci davanti per caso, si trova nel quartiere di Forcella), fondata su iniziativa del padre Giannino Durante che mi ha raccontato lui stesso la sua idea e la sua iniziativa.Loro raccolgono libri, anche usati, anche per bambini, esclusi libri di scuola ed enciclopedie.Quindi se avete qualcosa da spedire credo che possano essere molto utili.

Ecco l’indirizzo:Via Vicaria Vecchia 80138 [email protected]. 0817957797https://www.youtube.com/watch?v=ZonZaBhnspwhttps://it-it.facebook.com/events/488690547865937/http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/26207

Grazie a tutti ciao!Marco Meneghini

I NUOVI MONDISOTTERRANEIA PORDENONE

Dal Bus de la Lum alle recenti grandi scoperte nelle vecchie e nuove grotte della Provincia di Pordenone e del vicino Veneto.Negli ultimi anni la speleologia porde-nonese ha realizzato nuove e grandi esplorazioni in tutto il territorio dell'area pordenonese e nel vicino Veneto.Il risultato di questo impegno è la scoperta di nuove cavità e soprattutto di nuovi e lunghi rami in complessi carsici già noti.L'estensione di alcune grotte è addi-rittura raddoppiata e la conoscenza del nostro patrimonio ipogeo si è ulteriormente ampliata.Tutto questo verrà esposto dal forte speleologo Filippo Felici, protagonista di alcune delle più importanti esplora-zioni ipogee italiane degli ultimi anni, durante la terza delle tre serate di primavera 2016 organizzate dalla Se-zione CAI di Pordenone presso l'Aula Magna "Terzo Drusin" (cinemazero) a Pordenone lunedì 2 maggio alle ore 20.45.

INGRESSO LIBERO

Gianpaolo Fornasier

7th

International Workshopon Ice Caves16-22 Maggio 2016

Postumia / Postojna

Slovenia

Info: http://iwic.zrc-sazu.si/

PROSSIMO APPUNTAMENTODA NON PERDERE

La stagione delle scuole è in pieno svolgimento. Ogni giorno centinaia di bambini ci portano sorrisi e allegria. Nella foto: alcuni ragazzi delle elementari impararano il ciclo di vita della farfalla giocando nel laboratorio "Oggi ero una farfalla"

CASA DELLE fARfALLEMaggio: ora si fa sul serio!

Finora avevamo scherzato, avevamo fatto solo qualche "prova tecnica", avevamo solo scaldato i motori.Ma con maggio si parte con la stagione degli eventi.Ogni fine settimana uno o più appun-tamenti: giornate speciali, laboratori, viaggi ed escursioni, notte al museo e chi più ne ha ...Animazione dentro le serre, camminate nei boschi circostanti, a Bordano, in regione, in Italia e fuori, tanto che noi stessi rischiamo di perdere il conto.Sul sito web e su facebook vi raccon-teremo tutto.

[email protected]

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CORSO BASE DI fOTOGRAfIAcon il Club Alpinistico TriestinoNelle pagine che seguono, la Sezione Fotografica del CAT vi invita al Corso base di fotografia che si terrà

in un fine settimana, presso la propria sede e sul campo.Per i soci del Club Alpinistico Triestino la quota di partecipazione ammonta a 100,00 euro al posto di 135,00.Questo corso base è altamente propedeutico per chi volesse frequentare, in seguito, quello di "Fotografia ipogea" in programmazione entro questo autunno.

Il Club Alpinistico Triestino è lieto di ripresentare il corso Base di Fotografia dedicato

a chi vuole acquisire le basi tecniche ed il linguaggio compositivo della fotografia.

Semplicità, creatività, passione...queste saranno le parole d'ordine!

Il corso avrà inizio venerdì 13 Maggio 2016 alle ore 18.00 e terminerà domenica 15

maggio alle ore 18.00. Le lezioni teoriche si terranno presso la sede del CAT in via R.

Abro 5/a.

Requisiti: possedere una macchina fotografica (compatta o reflex).

Il corso è aperto ad un massimo di 15 partecipanti.

Il prezzo del corso è di 135,00 €. Iscrizioni e pagamento entro il 10 Maggio 2016.

Docenti : Sara Kaleb e Lorenzo Lucia

Per ulteriori informazioni visita il sito www.sarakaleb.com o manda una mail

all'indirizzo [email protected]

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Date:13.05.2016

ore 18.00-21.00 lezioni teoriche presso sede CAT

14.05.2016

ore 9.00-12.00 uscita con lezioni pratiche

ore 12.00-15.00 pausa pranzo (possibilità di pranzo organizzato su prenotazione)

ore 15.00-18.00 lezioni teoriche presso sede CAT

15.05.2016

ore 9.00-12.00 uscita con lezioni pratiche

ore 12.00-15.00 pausa pranzo (possibilità di pranzo organizzato su prenotazione)

ore 15.00-18.00 lezioni teoriche presso sede CAT

PROGRAMMA13 Maggio ore 18.00-21.00

LE REGOLE NELLA FOTOGRAFIA: è davvero necessario usarle?La prima giornata sarà dedicata alla composizione e alla lettura delle immagini.

Alcuni aspetti che saranno approfonditi:

– Punto di ripresa

– Scelta della focale

– Scelta esposizione

– La profondità di campo

– Utilizzo filtri fotografici

– Come comporre correttamente una foto (regola dei terzi, ecc.)

– Come dare al soggetto le giuste proporzioni (i quadranti, le quinte)

– L'orizzonte

– La macro utilizzo e consigli

– Leggere le immagini

13 Maggio ore 9.00-12.00SCOMPONIAMO!Uscita: in mattinata ci dedicheremo a fare i primi scatti e a mettere in pratica ciò che

si è appreso durante le lezioni teoriche.

Ore 12.00-15.00Pranzo in compagnia (per chi lo desidera) in uno dei locali tergestini. Sarà un

momento conviviale per scambiarci le prime impressioni e conoscerci meglio.

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ore 13.00-18.00CREIAMO CON LA LUCEAl pomeriggio tratteremo gli aspetti più tecnici che riguardano gli strumenti del

fotografo per poter gestire al meglio la luce e ottenere gli effetti desiderati.

SISTEMI DI RIPRESA (Pellicola, Digitale, Sensori CCD o CMOS)

GLI STRUMENTI DEL FOTOGRAFO– Compatte, Reflex, ibride

– Obbiettivi (Tele, Grandangolo, ottiche fisse e zoom)

- Moltiplicatori di focale

- Aggiuntivi ottici grandangolari

- Luminosità

- Diametro lenti

- Errore di parallasse

- Aggiuntivi macro, tubi di prolunga

- La vignettatura

– Il treppiede

– Scatti remoti e autoscatto

SUPPORTI DI ACQUISIZIONE– Flash memory (sd, sdhc, compact, ecc.)

UTILIZZO FUNZIONI PRINCIPALI– L'impostazione della sensibilità (il rumore)

– Scelta della focale

– Messa a fuoco manuale o auto

– Esposizione manuale o auto

– Accoppiate tempi diaframmi

– Priorità tempi o diaframmi

– Bilanciamento del bianco

– Formati di acquisizione: RAW e JPEG quale impostare e come gestirli

LA LUCE– Brevi accenni di fisica

– Temperatura di colore

– Misurazione della luce EV (esposimetro)

– Ripresa in luce naturale e/o artificiale

– Lampeggiatori esterni (flash -numero guida adeguato)

– FILL IN flash

– Posizionamento adeguato fonti luminose (servoflash o lampade)

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– Filtri fotografici

UNO SGUARDO SUI GRANDI MAESTRI DI IERI E DI OGGI

15 Maggio ore 9.00-12.00SPAZIO ALLA CREATIVITÀ!E' arrivato il momento di mettere la tecnica al servizio della creatività! L'obiettivo

della mattinata sarà quello di sviluppare una narrazione fotografica attraverso un

linguaggio omogeneo.

Ore 12.00-15.00Pranzo in compagnia per recuperare le energie dopo una intensa mattinata

fotografica.

Ore 13.00-18.00Il pomeriggio dell'ultima giornata sarà dedicato alle vostre immagini! Sarà un

momento di valutazione di quanto prodotto e di scambio di idee. Sarà interessante

vedere i diversi approcci e linguaggi adottati da ciascuno di voi!

Ore 18.00 APERITIVIAMO!Brindisi di fine corso... per festeggiare l'inizio di una nuova avventura!

[email protected]

www.sarakaleb.com

+39 329 424 9976

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Una giornata particolare quella proposta dal Parco Naturale Dolomiti Friulane domenica 8 maggio 2016. Si rinnova la formula di proporre eventi gratuiti per far conoscere il territorio e divulgare le bellezze e i segreti delle valli. GUSTAPARCO dà il via a una serie di appuntamenti che vogliono far scoprire i nuovi percorsi del gusto.I prodotti tipici del Parco sono unici e particolari, dei veri e propri valori aggiunti che mescolano tecnologia e tradizione.Da qualche anno il Parco è riuscito a realizzare il progetto Marchio Qualità, nato con la Certifica-zione ISO 14001 ottenuta nel 2009 e la registrazione Emas nel 2012.Un progetto importante per diffondere la filosofia della qualità ambientale, coinvolgendo le realtà economiche e sociali del territorio.Un premio per le aziende che rispondono ai requisiti di tutela ambientale e aderiscono alla cultura del Parco che concede loro l’utilizzo del logo e le inserisce in una rosa di eccellenze.Le aziende e strutture del Marchio Qualità del Parco saranno le protagoniste di questa giornata dedicata ai sapori.Il “campo base” di GUSTAPARCO sarà a Cimolais (Pordenone) alla fattoria didattica che ospiterà la mostra mercato con stand e varie attività tra cui i laboratori del gusto: “come si trasforma il latte in formaggio”, “riconoscere le erbe officinali e alimentari”, “cucinare il pane: segreti e ricette”, ma anche quelli manuali: “l’innesto nell’albero delle mele” e “manualità e cesteria”.I più piccoli potranno divertirsi passeggiando in groppa all’asinello Biagio e con i laboratori didattici “creare con la natura”.Il divertimento è assicurato anche per i grandi che potranno scegliere tra 3 diversi percorsi del gusto.Uno da fare a piedi, insieme al circuito di nordic walking, con visita guidata a un’azienda Marchio Qualità del Parco. Un altro percorso, per i più dinamici, è quello con le mountainbike o e-bike a pedalata assistita.Questo gruppo arriverà fino al Centro visite di Claut (Pordenone) attraverso le piste ciclabili e, oltre a visitare il Centro visite Museo Casa Clautana e la Ciasa da Fum, avrà la possibilità di vedere gli artigiani al lavoro che faranno rivivere gli antichi mestieri.Al rientro visita guidata a un’azienda Marchio Qualità del Parco.Per tutti quelli che vogliono godersi la giornata in tutta tranquillità è stato pensato anche il percorso “comfort”: con le navette avrete la possibilità di arrivare a Claut (Pordenone), visitare il Centro visi-te Museo Casa Clautana e la Ciasa da Fum, vedere gli artigiani al lavoro che faranno rivivere gli antichi mestieri, visitare un’azienda Marchio Qualità del Parco per poi tornare alla fattoria didattica e assaporare la seconda parte della giornata.A partire dalle 13 infatti ci saranno assaggi di prodotti tipici Marchio Qualità del Parco per tutti, verrà presentato il programma di attività, sport ed escursioni per l’estate 2016 ParcoWellnessOutdoor.Il pomeriggio sarà infine dedicato alle visite guidate tematiche sul territorio.Per informazioni: 0427.87333 - [email protected]

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IL CONSORZIO

Il Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia, che ha la propria sede a Udine, Torre di Porta Aquileia, nasce nel 1968 con l’obiettivo di diffondere la conoscenza del patrimonio culturale costituito dai castelli e dalle altre opere fortificate della nostra regione.

Il Consorzio promuove visite ai castelli rivolte a gruppi (almeno 20 persone) che desiderano scoprire le antiche resi-denze fortificate della Regione Friuli Venezia Giulia, non sempre accessibili.

Al programma aderiscono alcuni castelli normalmente non aperti al pubblico, poiché di proprietà privata, che, svelando i loro segreti, aprendo i loro magnifici saloni ed i loro giardini, donano al visitatore l’emozione di un tuffo nel nostro passato percorrendo antiche scale e scoprendo affascinanti residenze, guidati spesso dallo stesso castellano oppure da guide professionali convenzionate con il Consorzio.

Attualmente i castelli che aprono ai visitatori per le visite esclusive sono:

In provincia di Gorizia

- Castello di Spessa (Spessa di Capriva) - Palazzo Lantieri (Gorizia) - Castello di San Floriano del Collio (Gorizia)

In provincia di Pordenone

- Castelcosa (Cosa S. Giorgio della Richinvelda) - Castello di Cordovado (Cordovado) - Palazzo d’Attimis Maniago (Maniago) - Palazzo Panigai Ovio (Panigai di Pravisdomini)

In provincia di Trieste

- Castello di Muggia (Muggia)

In provincia di Udine

- Castello di Arcano (Arcano Superiore Rive d’Arcano) - Castello di Cassacco (Cassacco) - Castello di Flambruzzo (Rivignano-Teor) - Castello di Susans (Maiano) - Castello di Villafredda (Tarcento) - Castello di Villalta (Villalta di Fagagna) - Rocca Bernarda (Ipplis di Premariacco) - Casaforte d’Attimis di Buttrio (Buttrio) - Casaforte la Brunelde (Fagagna) - Palazzo Romano (Case di Manzano) - Palazzo Steffaneo Roncato (Crauglio di San Vito al Torre) - Villa Elodia (Trivignano Udinese) - Villa Kechler de Asarta (Fraforeano di Ronchis) - Centa di Joannis (Aiello del Friuli)

Per ulteriori informazioni consultare sul sito www.consorziocastelli.it la scheda dei singoli castelli oppure contattare:

Segreteria Servizio visite Consorzio CastelliDal lunedì al venerdì: 09.00/13.00

Piazzetta del Pozzo, 21 - 33100 Udine - ItaliaTel. 0432-288588 - Fax 0432-229790 e-mail: [email protected]

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un abisso di occasioni...?Sito internet: www.cronacheipogee.jimdo.com Indirizzo di posta elettronica: [email protected]

vendo...cerco...CERCO "SPELEOCOLLEZIONISTI" DI fRANCOBOLLI SULLE GROTTE E SUI PIPISTRELLI

Gianpaolo Fornasiere-mail: [email protected]. 335 6058868.

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Maurizio Radaciche-mail: [email protected]. 339 2539712.

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di tutto quanto tratta l'argomento "GROTTA" (stampe, cartoline, franco-bolli, monete, distintivi.....ecc.).Isabella Abbona - tel. 040 306770 - [email protected].

GIARDINI DI UNA TERRADI CONfINE - PIANTE E PAESAGGINELLA CONTEA DI GORIZIAPaola Tomaselli - Motta Editore, 2003288 pagine (copertina cartonata)+ allegato in italiano/tedesco/slovenoPrezzo di copertina: 55,00 Euro

Ultime due copie: 5,00 Euro

VALLI DI TEMPO E DI PIETRAArchitettura della CarniaA cura di Romeo Pignatore@ttiva Editore, Tolmezzo 2004(copertina cartonata)176 pagine + CD-RomPrezzo di copertina: 30,00 Euro

Ultime tre copie: 5,00 Euro

fERROVIA DEL CARSO / KRAŠKA ŽELEZNICA / KARSTBAhNStoria della ferrovia del Carso (1857)Libro-cofanetto in cartoncino rigido di 106 pagine + cartina lunga 5,20 m.Testi in italiano - sloveno e tedesco.Edizioni MGS Press, 2004Prezzo di copertina: 32,00 Euro 5,00 Euro

PEDULA LA SPORTIVAmod. TRANGO EVO GTXtg. 46-1/2 (calza piccolo).Perfette condizioni, VENDO a €. 130 Visionabili in sede CAT.Contattare Max 333/9535549o [email protected]