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Collegio Regionale dei Costruttori Edili Siciliani 90133 Palermo, Via A. Volta, 44 Tel.: 091/333114/324724 Fax: 091/6193528 C.F. 8029280825 - [email protected]www.ancesicilia.it La Rassegna Stampa è consultabile nel sito: www.ancesicilia.it Del

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Collegio Regionale dei Costruttori Edili Siciliani 90133 Palermo, Via A. Volta, 44 Tel.: 091/333114/324724 Fax: 091/6193528 C.F. 8029280825 - [email protected] – www.ancesicilia.it

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Cresme: l'edilizia torna a correre ma il quadro di incertezza potrebbe bloccare lo sprint G. Sa.

XXVII Rapporto congiunturale sulle costruzioni: previsto +3% degli investimenti totali

nel 2019, +2,4% nel 2020, +2% nel 2021

L’edilizia è tornata a correre veloce ma in un quadro, nazionale e internazionale, «carico di incertezza» che potrebbe interrompere o rallentare la corsa da un momento all’altro. È in questa contraddizione - esasperata dalla perdurante mancanza di «un disegno strategico, di una azione finalizzata alla definizione di linee coerenti e integrate di politica industriale» - la fotografia del XXVII Rapporto congiunturale del Cresme sul settore delle costruzioni che sarà presentato domani a Bologna. La previsione dell’istituto di ricerca è di una crescita del 3% degli investimenti totali (nuove costruzioni più rinnovo) nel 2019, del 2,4% nel 2020, del 2% nel 2021. Se gli investimenti in rinnovo continuano la loro marcia senza interruzioni (+3% nel 2019, +1,8% nel 2020, +1,7% nel 2021), la brusca accelerazione - cominciata già nel 2018 - arriva dagli investimenti in nuove costruzioni: ++3,1% nel 2019, +3,7% nel 2020, +2,6% nel 2021.

A trainare - dice il Cresme in dissenso con altre letture del settore più diffuse - è soprattutto il comparto delle opere pubbliche: quest’anno i rinnovi e le manutenzioni straordinarie (+9,8%), il prossimo la ripartenza sprint delle nuove realizzazioni (+7,2%) dopo lo sblocco degli investimenti dei comuni, delle Fs (in seguito all’approvazione del contratto di programma), dei gestori delle reti nazionali e locali energetiche e idriche. Per il Cresme crescono anche gli investimenti autostradali.

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Casse edili, a Milano tre giorni di incontri per riflettere sui valori della bilateralità in edilizia Q. E. T.

L'evento «Costruire il futuro da protagonisti» sarà l'occasione per illustrare una fotografia

del mercato italiano delle costruzioni

«Costruire il futuro da protagonisti» è l'evento promosso e organizzato da Cnce (Commissione nazionale delle Case edili) e dalla Cassa edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza in occasione del suo centenario. L'appuntamento è a Milano dal 28 al 30 novembre presso lo Spazio Event, Via Luigi Mengoni, 3 presso la comunità di Don Rigoldi, a ribadire un percorso di mutualismo e di solidarietà economica e sociale, che viene da lontano. Tre giorni per riflettere sui valori della bilateralità in edilizia come sistema, sulla sua storia, sul suo ruolo di vigilanza sulla legalità e sulla sua funzione di welfare in favore dei lavoratori e delle imprese. Una riflessione che prende l'avvio dal centenario della Cassa edile di Milano che per l'occasione presenterà un documentario sulla propria storia e che proseguirà con diversi momenti di confronto promossi dalla CNCE sulla bilateralità in Italia ieri, oggi e domani. Sarà l'occasione per illustrare una fotografia del mercato italiano delle costruzioni e della struttura dell'occupazione e sulle prospettive del settore in vista delle sfide green e digitali. I numeri racconteranno che, se gli effetti della crisi hanno indebolito il settore, grazie alla bilateralità molti lavoratori e le loro famiglie hanno potuto contenere i disagi della riduzione del lavoro potendo usufruire delle numerose prestazioni integrative sociali e sanitarie, ma anche di reddito, fornite dalle Casse edili in tutto il territorio nazionale. Un contributo traversale e capillare senza il quale la spesa pubblica sarebbe cresciuta in dieci anni ben oltre quel 58% registrato nei giorni scorsi. Altro tema centrale è il ruolo delle Casse edili come baluardi della legalità, sia per contrastare il lavoro irregolare nei cantieri che la concorrenza sleale tra imprese ma anche in materia di sicurezza, come testimoniano la contenuta incidenza degli infortuni nell'ambito del sistema della bilateralità edile rispetto ai dati nazionali complessivi. Il cuore delle giornate è rappresentato dal 29 novembre quando è prevista la presenza della ministra delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli. Al mattino la Cassa edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza presenterà i risultati di uno studio sul mercato residenziale, a cui seguirà un confronto tra le parti sociali e con l'amministrazione comunale di Milano; mentre nel pomeriggio il vicepresidente e il presidente della CNCE introdurranno rispettivamente la riflessione tra alcuni ospiti internazionali sul processo di condivisione delle regole in materia di lavoro e di interazione nell'ambito del relativo mercato europeo e tra i vertici delle Parti sociali nazionali che discuteranno del Rilancio delle costruzioni come chiave strategica per il futuro del Paese.

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Venezia, Mose completato al 92% ma mancano gli impianti. Zaia: una tragedia se non funzionerà Alessandro Lerbini

L'Ance in audizione alla commissione lavori pubblici al Senato: le imprese denunciano

una lentezza esasperante nei pagamenti che avvengono a sei mesi

Regione Veneto, provveditorato regionale alle opere pubbliche, Ance e Autorità portuale di Venezia si sono confrontanti davanti all'ottava commissione Lavori pubblici del Senato sull'avanzamento dei lavori del Mose. Di seguito gli interventi. Provveditorato alle opere pubbliche Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia «Il Mose è ufficialmente al 92% di realizzazione. Cosa manca? Il completamento di tutti gli impianti che per la maggior parte si ritiene di concludere il prossimo anno». Lo ha dichiarato in una audizione alla commissione Lavori pubblici al Senato Cinzia Zincone, responsabile del provveditorato opere pubbliche Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia. «Quella degli impianti è una mancanza fondamentale per chiudere le barriere i giorni degli eventi di alta marea. Al momento lavora solo un compressore per bocca e in questa situazione si triplicano i tempi di apertura delle paratoie. Manca la porta della conca di Malamocco perché una mareggiata l'ha rimessa in discussione, stiamo rifacendo la porta lato mare ma va fatta anche quella lato laguna. Abbiamo notato criticità che sono la corrosione, tubi bucati e le vibrazioni, sono però problemi tecnici risolvibili». Regione Veneto «Funzionerà il Mose? Non ve lo so dire. Sulla carta dovrebbe ma rispondo per altri perché non è un progetto nostro. Se funzionerà sarà la più grande opera di ingegneria del paese. In caso contrario sarebbe una tragedia, sarebbe il più grande spreco della storia». Sono le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, all'ottava commissione lavori pubblici del Senato sullo stato di avanzamento delle opere e delle attività relative alla realizzazione del Mose. «È un progetto che non conosciamo da un punto di vista tecnico. È un'opera di altri. Il vero tema è capire quanto si può forzare l'innalzamento e che impatto avrà sulla laguna, sul ricambi d'acqua, su come si modificherà l'habitat per i pesci. Va fatto uno studio sulla sostenibilità. La difesa di Venezia non si discute ma dobbiamo avere il giusto equilibrio per il ricambio d'acqua. Il costo dell'opera è di 5,497 miliardi, mancano 320 milioni e il governo ci ha assicurato i fondi. Il cronoprogramma prevede il 31 dicembre 2021 come termine per finire i lavori». «Dicono - ha proseguito Zaia - che manca tutta la tecnologia. Abbiamo detto che il Mose è una Ferrari ma manca il motore. Se è davvero così siamo in alto mare. Venezia ha avuto una tragedia unica, è stata massacrata e le acque alte si ripetono ciclicamente. L'acqua fa danni quando entra e quando va via con la salsedine che rimane. Ho chiesto

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1,5 miliardi di risorse in 10 anni». Ance «Di fronte all'estrema lentezza delle procedure, l'Ance ha apprezzato la scelta del Governo di prevedere un Commissario straordinario che possa concretamente velocizzare e concludere i lavori del Mose e sbloccare anche tutti gli altri interventi, piccoli e grandi, di manutenzione necessari per mettere in sicurezza la città di Venezia». Lo ha riferito nel suo intervento all'ottava commissione Lavori pubblici del Senato Giovanni Salmistrari, presidente di Ance Venezia. «Si è appreso – ha continuato - che è Elisabetta Spitz la persona scelta per assolvere a questo importante compito. Naturalmente, un giudizio completo sull'efficacia della scelta commissariale potrà essere formulato dopo aver avuto conoscenza del Dpcm di nomina del Commissario. Ciò, al fine di comprendere sia come verranno gestite le procedure per il completamento dell'opera, sia i rapporti con il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, nonché come verrà delineato il necessario e delicato coordinamento con i commissari Anac. Certamente, occorrerà garantire certezza ed evitare sovrapposizioni di competenze che finirebbero per ingessare ulteriormente le procedure. Più in generale, occorre comunque ribadire che, fatte salve emergenze straordinarie come il Mose e il Ponte Morandi di Genova, non è comunque più accettabile che il Commissario straordinario sia ormai la scelta obbligata per aprire i cantieri e realizzare opere. Si può senz'altro derogare per "tagliare" i tempi – lunghissimi – di attraversamento delle procedure autorizzative a monte della gara sul modello del Commissario adottato per la tratta dell'Av Napoli-Bari, dopodiché occorre salvaguardare il confronto concorrenziale, ed i principi di massima concorrenza trasparenza e legalità che lo devono improntare». «Quanto accaduto a Venezia - ha proseguito Salmistrari - conferma, di fatto, le preoccupazioni più volte denunciate dall'Ance, fin dall'approvazione della legge Obiettivo, ovvero che l'esclusiva attenzione alle grandi opere avrebbe determinato un vero e proprio drenaggio di risorse a discapito delle altre infrastrutture sul territorio, di dimensione più limitata. Per anni l'Associazione ha evidenziato, in tutte le sedi opportune, una drammatica riduzione delle risorse stanziate nel bilancio dello Stato per le opere "ordinarie", come quelle di manutenzione del territorio, a favore, invece, dei capitoli di spesa che alimentavano le grandi opere strategiche della legge Obiettivo, molte delle quali, peraltro, ancora da realizzare. Occorre garantire risorse adeguate a tutti i programmi di spesa, in particolare a quelli per la manutenzione e messa in sicurezza del territorio, che necessitano di finanziamenti ordinari costanti e certi nel tempo». Le imprese impegnate nella costruzione del Mose denunciano una lentezza esasperante nei pagamenti a fronte di lavori regolarmente eseguiti. Le procedure previste comportano pagamenti ogni sei mesi. Questo determina il mancato rispetto dei termini previsti dalla Direttiva europea sui ritardi di pagamento oltre che gravi conseguenze sull'equilibrio finanziario delle imprese. «Occorre adeguare - conclude il presidente di Ance Venezia -i meccanismi di pagamento alla normativa vigente». Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale

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«L'Autorità portuale non ha competenza sul Mose. Venezia è il primo beneficiario, ma il porto è la prima vittima. Con le due bocche di porto chiuse di Venezia e Chioggia saremo l'unico porto al mondo senza accesso al mare. Il Mose a regime ci creerà interferenze». Lo ha detto il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino. «Queste interferenze sui porti - ha proseguito – le dobbiamo minimizzare. Rotterdam è simile a Venezia: lì hanno creato una torre di controllo dove convogliano le informazioni su navi, maree, vento e nebbia in modo da avere un centro di gestione precisa del traffico. Dobbiamo ottenere garanzie e un riconoscimento legislativo per avere questi strumenti anche noi visto che siamo un porto speciale. C'è poi il problema della conca di navigazione che non funzionerà mai perché è disallineata. O i comandanti sono piloti di formula uno o la struttura non funzionerà. Non ci sono inoltre strutture per il porto rifugio se cambiano le condizioni meteo. Abbiamo presentato una proposta di adattamento della conca e della piattaforma vicina dei cassoni del Mose. Possiamo adattare la piastra e rimediare due accosti di porto sicuro. Così superiamo il problema della conca».

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