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Collegio Regionale dei Costruttori Edili Siciliani 90133 Palermo, Via A. Volta, 44 Tel.: 091/333114/324724 Fax: 091/6193528 C.F. 8029280825 - [email protected]www.ancesicilia.it La Rassegna Stampa è consultabile nel sito: www.ancesicilia.it Del

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L’ESPERTO RISPONDE

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Sblocca-cantieri/1. Le imprese al Governo: bene l'apertura sui lavori Nicoletta Picchio

Buia (Ance): Siamo allo stremo, aspettiamo risposte chiare e concrete ad ampio spettro,

che riguardino anche l’edilizia privata

Tre principali problemi da risolvere: la ripresa della spesa complessiva per investimenti; la riduzione dei tempi di realizzazione delle opere; la semplificazione delle regole. Il mondo delle imprese li ha messi sul tavolo nell’incontro di venerdì 15 marzo con il governo. «Se si vogliono sbloccare realmente i cantieri è necessario semplificare le procedure decisionali e amministrative, ricorrendo anche ai commissariamenti, risolvere i contenziosi in fase di cantiere e affrontare il problema delle crisi d’impresa», ha spiegato Stefan Pan, vice presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione della confederazione, uscendo da Palazzo Chigi.

«Siamo allo stremo, aspettiamo risposte chiare e concrete ad ampio spettro, che riguardino anche l’edilizia privata», ha incalzato il presidente dell’Ance, Gabriele Buia.

Si aspetta il governo alla prova dei fatti: «Speriamo di vedere misure concrete. Abbiamo riscontrato un’attenzione interlocutoria molto importante, il nostro compito istituzionale è far vedere che siamo pronti a dare i nostri suggerimenti, faremo le nostre integrazioni alle proposte del governo, noi siamo pronti», ha continuato Pan. «Le imprese – ha aggiunto – sono qui come attori sociali, vogliono far ripartire il paese ed è necessario imprimere una forte accelerazione alle infrastrutture». Pan ha indicato alcuni numeri: dal 2009 al 2018 gli investimenti pubblici sono scesi da oltre 56 miliardi a poco più di 30. «Se nel Sud avessimo investito come nel 2009 il paese non avrebbe perso un punto di pil all’anno e oggi avremmo più di 60 miliardi di opere pubbliche in più», ha detto ancora il vice presidente di Confindustria, che ha apprezzato l’atteggiamento dell’esecutivo: «Ci è stato detto che l’incontro non era stato voluto per fare una conferenza stampa, ma come primo passo per un cammino insieme». Le proposte di Confindustria riguardano un meccanismo di graduale impegno diretto della Presidenza del Consiglio nei procedimenti bloccati, se le amministrazioni non li fanno partire entro 90 giorni. Tra le prerogative del Consiglio dei ministri oltre ai poteri sostitutivi anche eventuali commissariamenti. Un caso particolare di commissariamento va previsto per i blocchi dovuti a crisi di impresa. Inoltre vanno definite meglio le ipotesi di esclusione della colpa grave in tema di responsabilità erariale, per prevenire blocchi e fuga dalla firma. Andrebbe prevista una garanzia pubblica per le pmi subappaltatrici e creditrici degli appaltatori in crisi, una semplificazione delle procedure e un procedimenti di accordo bonario speciale per lo smaltimento delle cause pendenti relative a riserve di cantiere.

L’Ance ha ricordato le proposte di modifica al codice degli appalti: l’istituto del subappalto, una più corretta applicazione dei criteri di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa e dell’esclusione automatica dlele offerte anomale, il

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divieto del sorteggio per selezionare le imprese da invitare alle procedure negoziate, il miglioramento della qualificazione Soa, la reintroduzione dell’appalto integrato, la soppressione dello split payment. Quanto alla semplificazione di procedure, Buia ha riproposto i cavalli di battaglia dell’Ance: eliminare i ripetuti passaggi al Cipe, le duplicazioni tra ministeri, razionalizzare le attività di controllo della Corte dei conti. Buia ha anche rilanciato un pacchetto di iniziative per l’edilizia privata e per la rigenerazione urbana. il presidente dell’Ance ha infine chiesto «un progetto più ambizioso di completo ridisegno dei processi decisionali dello Stato» con una commissione costituente composta di pochissime alte personalità.

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Sblocca-cantieri/2. Codice appalti, norma ammazza-gare. Torna il regolamento unico Giorgio Santilli

Nelle bozze possibilità di affidamenti diretti fino a un milione di euro e procedure

negoziate a 5 inviti fino alla soglia Ue (5,5 mln)

La norma-chiave della riforma del codice degli appalti messa a punto dal governo gialloverde passa dal disegno di legge delega approvato dieci giorni fa al decreto legge sblocca-cantieri che dovrebbe avere il via libera del Consiglio dei ministri mercoledì prossimo. Si tratta della previsione di un regolamento generale unico attuativo del codice che di fatto depotenzierà le linee guida affidate finora all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), trasformandole da soft law in norme cogenti. Nel regolamento finiranno anche tutti gli altri decreti attuativi. Palazzo Chigi motiva questa decisione con la necessità di semplificare la vita delle imprese che non dovranno più correre dietro ai vari strumenti attuativi. Un regolamento generale unico sarà, ovviamente, anche molto più rigido, se si considera la procedura per approvare il decreto legislativo. Ma questo sembra anche l’obiettivo del governo: evitare una flessibilità delle norme e rendere più stabile la disciplina sugli appalti.

Con questa norma va di fatto in pezzi il codice degli appalti vigente o almeno la sua impostazione di fondo. Le «schede» messe a punto da Palazzo Chigi e trasmesse ieri anche alle parti sociali contengono, però, una grande quantità di altri ritocchi alla disciplina.

Oltre ai commissari (si veda altro articolo), si prevede la semplificazione di una serie di passaggi al Cipe e al Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Nuove norme ammazza-gare: si alza ancora, a un milione di euro, la soglia per l’affidamento diretto di lavori senza obbligo di motivazione, mentre fra un milione e cinque milioni vi è una procedura negoziata con l’obbligo di invitare cinque imprese. Una rimodulazione devastante sotto il profilo della trasparenza delle gare che però si richiama ai margini concessi dalle direttive Ue.

Tra le novità più importanti c’è il tentativo di circoscrivere la responsabilità per danno erariale e il reato di abuso di ufficio per i funzionari pubblici. Prevista l’esclusione della colpa grave in caso di conformità del comportamento a pronunzie giurisdizionali, linee guida Anac, o parere di altre autorità.

Semplificato il subappalto, secondo le richieste contenute nella lettera di messa in mora della Ue. Resta fermo il limite del 30% subappaltabile ma sparisce l’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori nell’offerta in gara.

A un altro grave problema, la carenza di iscritti all’Albo per i commissari di gara, si sopperisce consentendo alla stazione appaltante, qualora manchino gli iscritti all’albo, di nominare persone non iscritte all’albo. Non è chiaro se si tratti di una liberalizzazione piena o debba sottostare a qualche criterio.

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Sblocca-cantieri/3. Nove commissari per le piccole opere: scontro Lega-M5S Manuela Perrone

I commissari, secondo la bozza, saranno coordinati da InvestItalia, la nuova struttura

tecnica di coordinamento creata a Palazzo Chigi

Nove commissari per nove opere, piccole per la maggior parte e quasi tutte al Centro-Sud. La bozza di articolato del decreto sblocca cantieri circolata ieri in serata fa esplodere le tensioni tra il M5S, che si intesta il provvedimento, e la Lega, il cui stato maggiore esplode: «Il testo così è irricevibile».

L’elenco delle opere per le quali prevedere la nomina di commissari straordinari con decreti del presidente del Consiglio, su proposta del ministero delle Infrastrutture guidato da Danilo Toninelli, cominciano con la Lioni-Grottaminarda, arteria di collegamento tra la bassa Irpinia e il resto della Campania, al palo da sedici anni. Segue la Galleria idraulica Pavoncelli, imponente infrastruttura di dieci chilometri per portare l’acqua alla Valle del Sele fino a Conza della Campania, per collegarsi all’acquedotto pugliese. Si prosegue con il commissario straordinario per Reggio Calabria, interventi per Roma Capitale, il commissario per il sistema idropotabile della Capitale, il programma di interventi per i piccoli Comuni, la struttura Mose-Venezia, interventi per la salvaguardia della laguna. Fino all’annunciato commissario per la viabilità provinciale in Sicilia, su cui già si registrano frizioni.

«No a una lista a misura dei Cinque Stelle», tuonano dal Carroccio. E non placa gli animi la rassicurazione secondo cui il numero dei cantieri potrà lievitare durante l’iter parlamentare.

Le tipologie di commissari sono immaginate a geometria variabile. Quello per la Sicilia sarà la figura più robusta, in termini di poteri sostitutivi, l’unico per cui si evoca il “modello Genova”, che richiama le grandi emergenze e le relative deroghe. Gli altri commissari straordinari potranno coincidere con i presidenti delle Regioni (dovrebbe succedere per la Lioni-Grottaminarda, per la quale si pensa al governatore Vincenzo De Luca). Oppure con amministratori che hanno competenze sulle opere, come è già accaduto con l’Ad di Rfi, Maurizio Gentile, per la Napoli-Bari.

I commissari, secondo la bozza, saranno coordinati da InvestItalia, la nuova struttura tecnica di coordinamento creata a Palazzo Chigi. Il marchio Cinque Stelle è chiaro, a partire dal rigetto della proposta leghista di un unico commissario straordinario. «Nessuno che stia chiuso in ufficio a Roma, ma uomini che dovranno stare sul territorio e conoscerlo bene», assicura Toninelli. Inaccettabile creare «un doppione» del dicastero, gli fa eco il vicepremier Luigi Di Maio, rivendicando che il decreto è «a firma M5S». «L’importante è sbloccare, non sono geloso del timbro», replica Matteo Salvini. Ma avverte: «Io e gli altri ministri della Lega vogliamo leggere riga per riga

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cosa c’è scritto lì dentro. Mi fido di tutti ma, come san Tommaso, ci voglio mettere il naso».

È solo l’antipasto. Sulla selezione delle opere «strategiche» da inserire subito nel decreto si preannuncia un confronto serratissimo fino a martedì, quando l’Esecutivo conta di arrivare all’articolato definitivo da portare mercoledì in Consiglio dei ministri. Con il M5S propenso a privilegiare i cantieri del Centro-Sud e la Lega che non ci sta a veder estromesse le opere care al Nord. Come la Pedemontana o la Tav Brescia-Padova segnalate dal governatore lombardo Attilio Fontana. Senza contare i 6 miliardi di opere progettate da Aspi, tra cui la Gronda e il Passante di Bologna, pronte per essere appaltate subito.«Ma in molti casi non c’è bisogno di commissari», sottolineano fonti governative M5S. La stessa convinzione vale per l’autostrada Asti-Cuneo in Piemonte, dove lunedì il premier Giuseppe Conte effettuerà un sopralluogo con Toninelli, seconda tappa del tour avviato in Sicilia. Partite cruciali in vista delle tornate elettorali di quest’anno: le regionali in Basilicata, Piemonte, Calabria ed Emilia Romagna, e le europee.

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Digitalizzazione/1. Via al progetto DigiPlace, il super magazzino europeo di materiali e prodotti da costruzione Massimo Frontera

Il progetto finanziato con un milione di euro dalla Commissione Ue vede l'Italia capofila,

con il Politecnico di Milano Una piattaforma digitale concepita come un grande "magazzino" dove poter collocare un numero infinito di materiali e prodotti per le costruzioni. La dimensione è quella virtuale, il linguaggio è digitale, interoperabile e aperto, per consentire la consultazione, l'individuazione e la scelta di qualsiasi elemento da parte di imprese e progettisti. È questo, in estrema sintesi l'obiettivo del progetto di ricerca DigiPlace, finalizzato a realizzare questa piattaforma, una delle piattaforme digitali volute dalla commissione europea. Il progetto vede coinvolti diversi paesi comunitari, tra cui l'Italia con il ruolo di capofila, con il Politecnico di Milano, e come partner istituzionale il ministero delle Infrastrutture. Il progetto - che è stato fortemente voluto da Ance e Federcostruzioni - è stato selezionato dalla Commissione europea e riceverà un finanziamento di un milione di euro. Il lavoro di ricerca durerà un anno. Gli altri principali partner istituzionali, oltre al Polimi e al Mit, sono i due ministeri europei, francese e tedesco (Ministere de l'ecologie du developpement durable des transports et du Logement e Bundesministerium für Verkehr und Digitale Infrastruktur), oltre a varie associazioni di operatori economici, in particolare del mondo della produzione di materiali per l'edilizia. «Il progetto - spiega Pietro Baratono, referente del Mit per il progetto DigiPlace - punta a creare una struttura al servizio della digitalizzazione nel settore delle costruzioni». Più precisamente, spiega il tecnico, «la futura piattaforma dati europea è pensata per essere una grande banca dati e luogo di incontro tra la domanda, rappresentata da appaltatori e progettisti, e l'offerta, rappresentata da produttori e distributori, comunicando attraverso lo stesso linguaggio digitale». «Questa piattaforma europea - aggiunge Baratono - tiene conto sia del codice degli appalti, sia del codice europeo sui prodotti da costruzione, sia delle norme tecniche». «Lo strumento - aggiunge il responsabile del progetto, Alberto Pavan del Politecnico di Milano (ateneo capofila del progetto europeo) - diventerà la piattaforma europea di riferimento per ciascuno stato membro, per le associazioni di settore e per qualsiasi amministrazione pubblica o operatore economico». In Europa, spiega sempre Pavan per contestualizzare l'iniziativa, è stato deciso di realizzare cinque piattaforme digitali, che partiranno nel 2020, dedicate ai principali settori dell'economia (come manifattura, agricoltura o sanità). Ora, a distanza di tempo, arriva anche quella dedicata alle costruzioni che, ricorda il docente del Polimi, «ha iniziato dopo le altre il suo percorso su spinta di Federcostruzioni e Ance, dopo che queste hanno sollevato il problema in sede Ue». Prima del concreto avvio dei lavori è necessario formalizzare un contratto di impegni con la commissione, cosa che potrebbe richiedere qualche mese.

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«Sono molto orgoglioso - ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli in un comunicato - che il nostro progetto per la creazione di una Piattaforma digitale per le costruzioni, che vede l'Italia Paese capofila, è risultato, nell'ambito del bando della Commissione europea, il primo selezionato nella fase preliminare. È un primo grande riconoscimento dopo mesi di duro lavoro con un obiettivo in testa: dare al mondo delle costruzioni un futuro di trasparenza ed efficienza grazie a tecnologie avanzate, Bim in primis». Esprime soddisfazione anche la presidente di Federcostruzioni, Federica Brancaccio, la quale ricorda che DigiPlace rappresenta «il compimento di un percorso iniziato più di due anni fa, quando si propose l'inserimento delle Costruzioni tra il settori prioritari dell'iniziativa Europea di piattaforme digitali industriali, sulle quali la Commissione sta investendo 300 milioni euro, e una volta ottenuto il riconoscimento, e pubblicato il bando, per avere condotto la costituzione del Consorzio Europeo che è risultato prescelto».

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Digitalizzazione/2. Il Miur finanzia la prima piattaforma Bim per Pmi e professionisti (nel cratere post-sisma) M.Fr

Il progetto WebIM durerà tre anni, vede coinvolte una rete di sei atenei italiani, coordinati

dall'Università Politecnica delle Marche Il ministero dell'Istruzione ha appena reso noto di aver finanziato, nell'ambito dei Prin (programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale) anche il progetto "WebIM" che si propone di sviluppare una piattaforma distribuita per la collaborazione digitale nel settore delle costruzioni. Il progetto ha una durata triennale e prevede un investimento di oltre 862mila euro (di cui oltre 662mila euro coperti dal Miur). Il progetto è coordinato da Berardo Naticchia, dell'Università Politecnica delle Marche e vede coinvolte altri cinque atenei: i due politecnici di Milano e Torino, oltre alle università di Brescia, Firenze e Roma La Sapienza. «Il programma - spiega il suo coordinatore Berardo Naticchia - ha l'obiettivo di realizzare e mettere a disposizione una piattaforma open in grado di interconnettere digitalmente i flussi informativi di tutti i soggetti che intervengono nella gestione di un intervento con particolare attenzione a quelli di interesse pubblico». Sarà in questo modo possibile, aggiunge il docente dell'ateneo delle Marche, «sincronizzare e gestire i processi, a partire dalla fase di progettazione, attraverso quella di esecuzione fino a quella di gestione dell'opera integrando anche il monitoraggio nel tempo della stessa». «Non si tratta di scambiarsi file - ribadisce Naticchia - ma di comunicare flussi informativi, composti da singoli frammenti informativi, ciascuno con un proprio indirizzo web». Lo standard che viene utilizzato, aggiunge Naticchia, è quello noto come ifcOWL, il nuovo standard del building smart, il più avanzato. Non solo, la piattaforma «svilupperà meccanismi snelli basati sulle tecnologie del web semantico e della blockchain per interconnettere in tempo reale i singoli flussi informativi della gestione degli appalti pubblici e per garantire la loro tracciabilità e legalizzazione in termini di profili di responsabilità e tutela della proprietà intellettuale». Una elevata complessità tecnologica che però si vuole rendere fruibile e gestibile in modo semplice, in modo di gestire l'intero processo edilizio, dal progetto al collaudo alla manutenzione dell'immobile realizzato. I principali destinatari e utilizzatori di questa piattaforma sono le piccole e medie imprese di costruzione e tutti i professionisti che ruotano attorno al progetto o al cantiere. «Le Marche, dopo il terremoto del 2016 - spiega sempre Naticchia - saranno un grande cantiere di ricostruzione: molto grande, ma anche estremamente frazionato in piccoli interventi di ricostruzione privata, che vedono appunto coinvolte tante piccole imprese e moltissimi professionisti, e che riguardano l'intervento sul patrimonio esistente, che spesso è anche di interesse storico. In questo la ricostruzione post-terremoto rappresenta una condizione ideale per l'utilizzo di questo strumento che ci accingiamo

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a progettare». «E per questo - aggiunge - che il programma finanziato dal Miur prevede l'applicazione della piattaforma alla gestione di casi pilota individuati tra gli interventi della ricostruzione post-sisma nel Centro Italia: lo scopo è appunto dimostrare la possibilità di interconnettere e automatizzare scambi di dati tra processi non solo tecnici ma anche gestionali, come ad esempio quelli di controllo di qualità e di contabilizzazione propri della direzione lavori, di attività connesse alla gestione della sicurezza, di accertamento della conformità dell'opera proprie delle attività di collaudo e di successiva gestione del ciclo di vita dell'opera, realizzando una collaborazione digitale tra istituzioni, professionisti e Pmi senza moltiplicare ma riducendo gli oneri operativi e strumentali». Grazie all'applicazione della blockchain, aggiunge infine Naticchia, «questa innovativa proposta tecnologica consentirà inoltre anche l'integrazione degli "smart contract" nei processi di gestione amministrativa degli appalti al fine di introdurre un elevato livello di automazione, snellezza e trasparenza nell'esecuzione di procedure spesso origine di lentezza burocratica quali le liquidazioni dei singoli stati di avanzamento consentendo di renderli più frequenti, riducendo così il rischio di sofferenza economica delle imprese».

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Digitalizzazione/3. Lettera aperta al Cnappc. «Cari architetti, iniziate (ora) ad andare oltre il Bim» Angelo Ciribini*

A partire dal libretto "Bim Bang", una riflessione sul futuro da costruire, tra creatività,

riorganizzazione della professione e «cultura del dato» La digitalizzazione, sotto le sembianze del Building Information Modeling (BIM), è stata ben trattata nel recente documento che il CNAPPC ha intitolato BIM BANG. Ciò che interessa particolarmente in questa sede, paradossalmente, forse provocatoriamente, è, tuttavia, ragionare «oltre il BIM». A proposito di provocazioni, esse non mancano da tempo, specie nel contesto professionale, non solo accademico, nordamericano, che concerne gli architetti: ad esempio, accostando al «progetto» la «intelligenza artificiale». Di là dell'automated professional, che sembra essere poco più che una suggestione, l'automated design appare, invece, ben più concreto, caratterizzando tutte le riflessioni sulla «intuizione», vale a dire sulla creatività, di osservatori privilegiati come Phil Bernstein o Randy Deutsch. Non sono mancate autentici stimoli come quelli di John Tobin, che propone modalità di visualizzazione delle opere progettate, attraverso la data science, anziché tramite le modalità consuete di rappresentazione, oppure quelli di Ricardo Farinha, sulla gestione di una commessa documentless. Occorre, però, ragionare su tre livelli: i) il livello tecnologico; ii) il livello amministrativo; iii) il livello organizzativo. A proposito del livello tecnologico, in maniera non esaustiva, tutto ciò che ricade sotto la aggettivazione di «generativo», oltre la possibilità, semi-automatica, di generare grandi ammontari di opzioni, rileva per il fatto che le soluzioni possibili dipendano da un approccio multi-criteriale che, più che riportare il focus sulla «ottimizzazione», anche grazie all'intelligenza artificiale, indica che le simulazioni a livello «plani-volumetrico» possano essere introdotte nei processi decisionali preliminari di carattere finanziario relativamente agli investimenti, a partire dalla rigenerazione urbana e dall'intervento sul patrimonio costruito. La «forma» digitale dell'investimento in capitale sociale fisso appare, infatti, un passaggio fondamentale per influire profondamente in nuce sulla origine dello sviluppo del settore. Al contempo, il ricorso a soluzioni digitali per la gamification e per l'immersive virtual environment si accompagna al reclutamento negli studi e nelle società di architettura di psicologi e di neuroscienziati: il che vuol dire che, in coerenza con il surveillance capitalism, la posta in gioco riguarda l'uso dello spazio, di vita, di lavoro e di mobilità, ma, in special modo, la possibilità di «disegnare» stili di vita, cicli delle vite, servizi iper-personalizzati, da veicolare attraverso i cespiti fisici interconnessi (i gemelli

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digitali) e di contrattualizzarli. E, in ogni modo, occorre capire come le istanze di circolarità, di resilienza e di sostenibilità, oltre le retoriche, si possano tradurre in offerte di prodotti/servizi a elevato valore aggiunto e di alta redditività. Quale è la creatività che sia in grado di soddisfare queste istanze? Quale è il discrimine tra ideazione e mercificazione dei servizi professionali? Quale sarà il sistema di responsabilità che connota i professionisti come «imprenditori di servizi esperienzali»? Lo scenario poc'anzi descritto, peraltro, si colloca entro un ambito culturale e amministrativo dominato dal «documento», anziché dal «dato», tanto che gli stessi modelli informativi configurati dagli architetti e dai loro consulenti ingegneristici sono paradossalmente (dis-)ottimizzati per la produzione di documenti, specificamente di elaborati grafici: scenario obbligato dagli ordinamenti legislativi. Allo stesso modo, solo ora si inizia a cercare, a livello continentale, di operare sulla piena machine readability dei quadri regolamentari, a partire dagli iter amministrativi digitalizzati, semi-automatizzati, relativi alla pianificazione urbanistica attuativa e alrilascio dei titoli abilitativi. Come si possono muovere gli architetti entro un quadro radicalmente differente da quello convenzionale? Come generare valore da una tale «oggettivazione» (disintermediazione?)? La «tirannìa» del dato, strutturato, collegato, interpretabile, sfruttabile, è, invero, contraddistinta da una dimensione qualitativa, ma anche quantitativa: giant data, data lake. È chiaro che la «condivisione» dei dati (a prescindere dalle categorie idealistiche e, talora, farisaiche, della collaborazione e della integrazione) impatta notevolmente sulla questione dimensionale per le strutture professionali, da sempre oggetto di forte resistenze aggregative. Ciò, del resto, si deve relazionare a tematiche spinose, come quelle inerenti alle ragioni giuridiche (tra cui la controversa presenza dei soci di capitale). Nel momento in cui si cominciano a moltiplicare le «piattaforme», vale a dire gli ecosistemi digitali, capaci potenzialmente di eterodirigere gli attori, professionali e imprenditoriali, del settore, in che maniera si affronta la questione, identitaria, della separazione e della autorialità? È tempo di andare «oltre il BIM»? Sicuramente è tempo di acquisire una autentica «cultura del dato» e di evidenziare prezzi e rischi che la trasformazione digitale comporta. * L'autore di questa "Lettera aperta al Cnappc sulla digitalizzazione delle professioni (tecniche) è docente al Dicatam dell'Università degli Studi di Brescia ed esperto di Bim

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Il Bim esce dai confini del progetto per coinvolgere clienti e committenti Paola Pierotti

Protagoniste del Made Expo sono state le connessioni: da un lato quelle tra impresa,

professioni e mondo del sapere, dall’altro quelle in grado di portare il meglio della

produzione all’attenzione dei mercati

La digitalizzazione si è distinta al Made Expo 2019 come il driver trasversale della filiera delle costruzioni. Protagoniste della fiera (13-16 marzo) sono state le “connessioni”, da un lato quelle tra impresa, professioni e mondo del sapere; dall’altro quelle in grado di portare il meglio della produzione all’attenzione dei mercati.

Legando la digitalizzazione al tema delle connessioni, Carlo Ratti Associati (Cra) è stato coinvolto da Ance Lombardia (nell’ambito del bando Smart Living 5.0) per presentare proprio nei giorni della kermesse milanese la ricerca “Building (in) the Digital Age. Construction & Design 4.0”, con lo scopo di sottoporre agli attori del settore dell’edilizia un compendio sulle più aggiornate tendenze di ricerca nel campo. «Non si tratta soltanto di usare il Bim (Building Information Modeling, ndr) in sè, ma di integrare il digitale allo spazio costruito in modo da creare nuove modalità di vita e interazioni tra gli utenti. Il Bim – racconta Giovanni De Niederhäusern, ceo Cra – avrà un valore ancora più forte se usato non soltanto in fase progettuale e costruttiva, ma anche e soprattutto a fine cantiere, per la gestione dell’opera». Progettare nell’era digitale per lo studio di Carlo Ratti (tra l’altro in pole per la progettazione del padiglione Italia Dubai2020, secondo la graduatoria provvisoria di Invitalia) significa sperimentare e collaborare alla costruzione dell’era digitale stessa. «Ogni progetto è l’occasione per testare nuovi strumenti e metodologie. Oltre al Bim c’è ad esempio la prototipazione, la robotica di cantiere, i modelli gestionali agili». Lo studio Cra ha percorso questa strada da molti anni, fin dal Digital Water Pavilion all’Expo di Saragozza una decina di anni fa, e la persegue cercando di vedere il progetto come una piattaforma di condivisione di esperienze tra le persone e lo spazio, dalle prime fasi di ideazione al risultato costruito.

Sulla stessa linea Pietro Baratono, Provveditore interregionale opere pubbliche Lombardia-Emilia Romagna, tra gli ospiti dei talk organizzati dalla fiera: «I privati stanno facendo moltissimo in Italia: gli investitori immobiliari non possono prescindere ormai dall’approccio digitale. In generale nel nostro Paese cresce il numero di bandi digitali per i servizi – commenta l’ingegnere, tra i primi a richiederlo nelle gare di sua competenza e a spendersi per la sua diffusione – diventa necessario declinarli in lavori: portare il Bim in cantiere».

Sul fronte dell’edilizia 4.0 al lavoro ci sono le aziende, come la Stahlbau Pichler, leader per la costruzione di strutture in acciaio e facciate continue. Al Made Expo nel format coordinato dalla Fondazione Promozione Acciaio, ha raccontato il suo intervento per lo Studentato Innovazione di GaS Studio, in viale Innovazione a Milano, un’iniziativa di Investire sgr, progettato completamente in Bim con 500 tonnellate di strutture in acciaio e 6mila mq di facciate. «Per Stahlbau Pichler – spiega Markus Walder,

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marketing & business development manager – digitalizzare il processo costruttivo significa usare software all’avanguardia che sono in grado di comunicare con diversi interlocutori all’interno dell’azienda e anche fuori. Il Bim deve essere integrato nella politica aziendale e nel sistema di gestione». Stahlbau Pichler conferma: «Sempre più spesso il Bim nella progettazione in Italia, nei grandi progetti, è diventato uno standard, il passo successivo va fatto portandolo dalla progettazione alla produzione, se non in cantiere, ma anche nella manutenzione dove in Italia c’è tanto da fare».

Al Made Rubner ha presentato un’innovativa soluzione di mixed reality per visualizzare in modo immersivo i progetti in legno. Studiato in partnership con Würth Italia e il suo partner tecnologico Hevolus Innovation, azienda leader nel campo delle tecnologie disruptive e partner worldwide di Microsoft per la Mixed Reality, questo progetto è stato ideato per innovare in ottica 4.0 il rapporto tra l’azienda e gli architetti e gli operatori tecnici del settore. Indossando i visori Microsoft Hololens l’utente (il progettista, il venditore e il cliente finale) può vedere infatti l’ologramma del progetto in scala ridotta, appoggiato su un piano orizzontale, e camminare intorno ad esso per apprezzarne ogni minimo dettaglio. Indossando un headset immersivo, invece, l’utente può entrare nel progetto, visualizzandolo in scala 1:1 come se fosse già costruito, così comprendendo a pieno le forme e le proporzioni spaziali reali di ogni parte dello spazio 3D.

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Ecosostenibilità e qualità della vita guidano le rigenerazioni urbane Evelina Marchesini

Al Mipim di Cannes presentati i progetti di riqualificazione in corso a Kiev, Stoccolma e

Marsiglia

I nuovi sviluppi immobiliari in Europa devono passare dai progetti di rigenerazione urbana. La stessa Commissione europea si è espressa in proposito, così che ormai il cosiddetto “brownfield” è la via obbligata, mentre il consumo di suolo vergine (o “greenfield”) resta materia del passato. I progetti di rigenerazione in corso sono moltissimi, sia a livello italiano, sia mondiale. E il Mipim di Cannes, con i suoi 26mila partecipanti da tutto il mondo, proprio su questo argomento ha costruito il fil rouge della kermesse di quattro giorni appena conclusa. Ecco alcuni dei progetti di rigenerazione più importanti e innovativi.

KIEV

La capitale dell'Ucraina ha proposto un progetto di rigenerazione urbana, già in fase di partenza, impressionante da molti punti di vista: ampiezza, modernità, eco-sostenibilità, multi-funzionalità. Si tratta della rigenerazione urbana più importante dell'intera regione, denominato Lipki Island City resort. L'area copre circa 40 ettari, con un ampio waterfront sul fiume, e va a riqualificare completamente un ex sito di costruzione di navi e imbarcazioni. Il progetto, che verrà portato avanti in diverse fasi con il completamento finale tra una decina d'anni ma la prima pietra già nel 2020, coinvolge a livello infrastrutturale la pubblica amministrazione locale, ma i capitali sono completamente privati.

Si tratta della creazione di un nuovo quartiere urbano a 15 minuti dal centro di Kiev, caratterizzato da residenze, aree ricreative, istituzioni educative, centri sportivi, una marina per gli yacht privati e naturalmente spazi retail e uffici. L'ammontare dell'investimento in costruzioni, escludendo l'area, è di circa 600 milioni di euro e l'attenzione è tutta rivolta all'eco-sostenibilità e a un alto livello di qualità della vita. La “promenade”, una spiaggia, spazi dedicati ai bambini e alle famiglie e diverse tipologie di residenze (fino all'extra lusso) si svilupperanno in un'area che, prima di essere industriale, era la culla stessa di Kiev, popolata fin dal secondo secolo dopo Cristo. I 40 ettari ospiteranno 927.680 metri quadrati di superficie costruita, di cui 574.420 di residenze. La società promotrice è CityOne, conosciuta nel Paese per aver già riqualificato diverse aree nel centro di Kiev. «Abbiamo avuto ottime risposte qui al Mipim da parte degli investitori – spiegano dalla società – e il nostro track record è conosciuto a livello mondiale. Ma oltre agli investitori ci sarà spazio anche per studi di architettura e progettisti».

STOCCOLMA

Un potenziale di investimento di 111 miliardi di euro da qui al 2040 per la regione di Stoccolma, che pensa in grande e a lungo termine per riqualificare diverse aree sia della città sia dei Comuni limitrofi. L'area ha costituito la Stockholm Business Alliance, una

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partnership tra 55 Comuni, che si focalizza sull'attrazione degli investimenti internazionali verso la regione. La filosofia di base è quella di mantenere la posizione di leadership dell'area di Stoccolma come regione a crescita sostenibile.

Solo nel settore residenziale verranno convogliati 60,7 miliardi di euro, mentre gli investimenti in infrastrutture, ferrovie, metropolitane e lightrail sono pari a 9,6 miliardi. L'alleanza riunisce otto contee, ma basti pensare che la sola contea di Stoccolma darà lavoro, con i progetti in agenda, a 46mila persone.

Stoccolma nel 2010 è stata nominata prima Capitale europea per sostenibilità, con soluzioni innovative in termini di trasporto pubblico, raccolta dei rifiuti, costituzione di eco-district che si sono andati espandendo. Tra i progetti di rigerenazione già portati a termini dalla città, che hanno dato vita a 10mila nuovi appartamenti e 30mila postazioni lavorative, Hammarby Sjostad e lo Stockholm Royal Seaport, ma ora i progetti in pipeline sono diversi, coinvolgendo i vari Comuni dell'area.

Marsiglia

La seconda città della Francia è interessata da grandi progetti urbani di recupero di aree industriali e quartieri degradati.

Il progetto Euroméditerranée, la più grande operazione di Stato dalla costruzione della Défense di Parigi, e il ruolo di Capitale Europea della Cultura 2013 fanno da catalizzatori per il decennale processo di rinnovamento urbano, attraverso la riqualificazione del lungomare e la rivitalizzazione del centro storico.

Si tratta di una superficie di 487.400 mq per un totale di 1,7 miliardi di euro di investimenti privati e 420 milioni di investimenti pubblici in infrastrutture. Il progetto è iniziato nel 2007 e terminerà, secondo i piani, nel 2021.

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Sul recupero dei quartieri delle città europee 100 miliardi in 5 anni Evelina Marcheisni

Il fenomeno della riconversione economica e l’abbandono delle aree industriali in città e

degli scali ferroviari ormai da anni spingono gli investimenti

Se i Paesi emergenti disegnano mega-progetti e città completamente nuove, l’Europa fa perno sulle rigenerazioni urbane per contrastare la limitatezza di territorio e per ottimizzare le aree cittadine. Il fenomeno della riconversione economica e l’abbandono delle aree industriali in città e degli scali ferroviari ormai da anni spingono gli investimenti sulle riqualificazioni urbane.

I progetti di rigenerazione urbana oggi in fase di realizzazione, a livello europeo, sono moltissimi, e l’Italia gioca finalmente un ruolo chiave. Proprio il fenomeno della rigenerazione urbana catalizza oggi la maggior parte degli investimenti cosiddetti cross border, cioè dei capitali che attraversano le frontiere. Se Milano da sola vale 10 miliardi di euro in termini di progetti di riqualificazione sul tavolo – con l’ex area Expo che riveste un ruolo di primo piano non solo per la città, ma in termini di intero Paese che si mette in gioco – a livello europeo i progetti di rigenerazione urbana già annunciati impegneranno almeno 100 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. «Si tratta di una stima molto prudenziale – sottolinea Mario Breglia di Scenari Immobiliari – che probabilmente è destinata ad aumentare. È indubbio che oggi l’attenzione, in Europa, è tutta puntata su questo fronte e che gli investitori sono più che ben disposti a mettere i capitali nei progetti nuovi, ben fatti, dove il pubblico è un attore importante. Restano al palo invece i giganti del passato, che si sentono riproporre ormai da dieci o vent’anni».

Se le rigenerazioni del passato sono state in molti casi portate avanti dall’iniziativa e dalla realizzazione privata, quelle attuali sono invece caratterizzate da un decisivo coinvolgimento del settore pubblico, che oggi disegna la “trama”. Rimane stretto il contatto con i privati, che a loro volta oggi investono solo se esiste questo forte legame. «I capitali internazionali sono decisamente interessati alle “nuove” città che emergono dalle riqualificazioni urbane – conferma Breglia – ma vogliono vedere le amministrazioni locali e le autorità nazionali direttamente coinvolte. Anche perché oggi nei progetti ci si mette il proprio capitale, non più un’elevata percentuale di prestito bancario come invece avveniva in passato».

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https://www.lavoripubblici.it/news/2019/03/LAVORI-PUBBLICI/21798/Codice-dei-contratti-Conferme-e-sorprese-nello-schema-del-testo-

del-decreto-legge-sbloccacantieri-

Codice dei contratti: Conferme e sorprese nello schema del testo del decreto-legge “#sbloccacantieri”

Sembra ormai certo che il Consiglio dei Ministri di questa settimana (sembra di mercoledì

prossimo) approverà uno dei due atti che dovrebbe portare all totale rivisitazione del Codice dei

contratti pubblici. Si tratta del decreto-legge #sbloccacantieri subito in vigore e propedeutico

ad un successivo riordino di tutta la normativa sugli appalti che dovrebbe essere realizzato con

un decreto legislativo successivo ad una legge delega contenente principi e criteri o per una

riscrittura integrale del Codice stesso o per una correzione ed integrazione di quello in vigore

con tempi abbastanza più lunghi di quelli di un decreto-legge e, sembra, conintegrale sostituzione

dell’attuale soft law fatta da provvedimenti dell’Anac vincolanti e non vincolanti che, in verità,

mentre hanno la peculiarità di poter essere modificati ed integrati in tempi brevi e, quindi,

facilmente flessibile hanno, di contro, il peccato originale di portare ad una regolamentazione

a pioggia di difficile lettura; sostituzione con un ritorno al passato di un unico o più

regolamenti attuativi (rigidi e non flessibili) del tipo del previgente Regolamento n. 207 del 2010

in verità, in parte, ancor oggi in vigore.

Dopo una serie di incontri sul tema delle opere pubbliche e del decreto #sbloccacantieri tenuti

venerdì 15 marzo (meno male che non era il 17) a Palazzo Chigi dal Governo con i Presidenti

delle Regioni, Anci e Upi, con Ance, Confindustria, Cna e Confartigianato e con i sindacati

Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Confsal, Confael abbiamo letto sulla carta stampata ed ascoltato sulle

televisioni di tutto e di più ed, in particolare, nei giornali c'era chi denigrava il decreto-legge per il

fatto stesso che contiene all’interno misure emergenziali con una “deregulation rischiosa” e con la

rischiosa apertura “ad una riduzione dei controlli e delle garanzie favorendo la strada alla

corruzione” ed, anche che “il governo che nutre un pregiudizio ideologico verso le opere pubbliche

al punto da aver imposto a tappeto cervellotiche anali costi-benefici grazie a cui si paralizzano le

maggiori infrastrutture come la Torino-Lione, rendendosi però conto che il prodotto interno lordo

sta precipitando decide di consegnare quasi tutti gli appalti alle procedure di emergenza” e chi,

invece, è certo che il decreto-legge sia la panacea di tutti gli attuali mali.

Fatta questa premessa non ci resta, adesso, tratteggiare quelli che riteniamo i ritocchi più importanti

al Codice contenuti nelle schede di supporto al decreto-legge #sbloccacantieri che dovrebbe essere

approvato nei prossimi giorni e che interviene con alcume modifiche che, tra l’altro, inseriscono:

la possibilità di affidamento di lavori non soltanto di manutenzione ordinaria ma,

anche, straordinaria sulla base del progetto definitivo costituito almeno da una relazione

generale, dall'elenco dei prezzi unitari delle lavorazioni previste, dal computo metrico-

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estimativo, dal piano di sicurezza e di coordinamento con l'individuazione analitica dei costi

della sicurezza da non assoggettare a ribasso (sostituzione dell’art. 23, comma 3-bis);

inserimento della polizza assicurativa per la copertura dei rischi di natura professionale

a carico dell’amministrazione di appartenenza in caso di verifica della progettazione

affidata a dipendenti interni (inserimento nell’art. 26 del comma 5-bis);

previsione dell’obbligatorietà dell’inserimento dei criteri ambientali minimi soltanto

nelle opere di importo superiore alla soglia comunitaria (modifica dell’art. 34, comma

3);

risoluzione della procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia a seguito della lettera di

costituzione in mora n. 2018/2273 del 25 gennaio 2019, con modifiche, nel caso di appalti

aggiudicati anche non contemporaneamente per lotti distinti, atte a computare il valore

complessivo stimato degli appalti sulla totalità di tali lotti (modifica dell’art. 35, commi 9 e

10);

estensione dell’ambito di applicazione dell’anticipazione da corrispondere

all’appaltatore anche ai servizi e alle forniture (modifica dell’art. 35, comma 18);

estensione a regime delle previsioni transitorie di innalzamento delle soglie per

gli affidamenti diretti senza gara di cui all’art. 1, comma 912 della L .n. 145/2018

(modifica dell’art. 36, commi 1 e 2);

semplificazione e implementazione dell’accesso delle micro, piccole e medie imprese con

incentivazione degli aspetti della territorialità e della filiera corta (inserimento nell’art. 36

del comma 6-bis);

chiarimento dei requisiti che deve possedere l’operatore economico in tema di appalto

integrato di progettazione ed esecuzione, assicurando, inoltre, certezza dei pagamenti per

il progettista che collabora con l’appaltatore attraverso la previsione dell’obbligo del

pagamento diretto del progettista stesso (modifica dell’art. 59, comma 1-bis ed inserimento

del comma 1-quater);

rimodulazione delle modalità di individuazione dei membri delle commissioni nel caso

di aggiudicazioni con il criterio dell’offerta econmicamente più vantaggiosa al fine di

non rallentare lo svolgimento delle procedure di gara ed assicurare lo svolgimento delle

stesse anche la previsione in esame se non modificata, comporterebbe elevati costi

aggiuntivi per le Stazioni appaltanti. Di fatto nel caso di importi fino a 1ml di Euro i

commissari potranno essere tutti interni compreso il presidente, per importi da 1 ml e fino

alla soglia comunitaria solo il presidente sarà estratto a sorte dall’albo ANAC ed esterno

all’amministrazione mentre, per ultimo, per importi sopra soglia i componenti della

commissione dovranno essere tutti esteri (integrale sostituzione dell’art. 77);

estensione della facoltà di utilizzo del criterio del prezzo più basso per i lavori di

importo inferiore alla soglia comunitaria quando l’affidamento degli stessi avviene, in

generale, sulla base del progetto esecutivo e per i lavori di manutenzione ordinaria: infatti,

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in tali ipotesi appare oneroso e anti economico l’utilizzo del criterio dell’offerta

economicamente più vantaggiosa (modifica dell'art. 95, comma 4);

modifica degli algoritmi relativi alla soglia di anomalia (sostituzione dell’art. 97, comma

2);

eliminazione, nel subappalto, dell’obbligo di non superare la quota del 30 per cento

dell'importo complessivo del contratto di lavori con il limite del 30 per cento applicato

alla sola categoria prevalente ed elimazione dell’obbligo di non superare la quota del 30 per

cento dell'importo complessivo anche per i lavori o componenti di notevole contenuto

tecnologico o di rilevante complessità tecnica e ciò al fine di risolvere parte della procedura

d’infrazione nei confronti dell’Italia a seguito della lettera di costituzione in mora n.

2018/2273 (modifica dell’art. 105, commi 2 e 4 ed abrogazione del comma 6);

incentivazione di alcune attività, espletate all’interno dell’amministrazione, connotate

da un maggiore impegno e responsabilità con l’inserimento per i pubblici dipendenti delle

attività di progettazione, di coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed

esecuzione, di verifica preventiva della progettazione all’interno di quelle attività

incentivate con la percentuale del 2% (modifica dell’art. 113, commi 2 e 3).

In allegato il testo delle schede di supporto al decreto-legge #sbloccacantieri.