DEGLI OPERAI AUMENTATIpresentazione virtuale d i un'entità fisica ndr, )», spieg laa presidente....

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CANTO II INCHIESTA NELL'INDUSTRIA DEGLI OPERAI "AUMENTATI" TESTO DI FRANCO CANNA SONO GLI UNICI A NON SUBIRE LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. PERCHÉ HANNO LA FORTUNA DI LAVORARE NELLE FABBRICHE INTELLIGENTI, TRA ROBOT COLLABORATIVI E CAPI CHE DANNO VALORE ALLE PERSONE. WV/RED È ENTRATO IN ALCUNE DI QUESTE REALTÀ COSÌ VIRTUOSE Quando si affronta un argomento spinoso, che richiede uno sforzo di informazione e di pensiero e l'impiego di una delle virtù più difficili da esercitare, lo spirito critico, è sempre in agguato la tentazione di fuggire dalla com- plessità cercando rifugio nella semplificazione. Non fa eccezione alla regola, anzi ne è forse uno degli esempi più chiari, il tema del rapporto tra l'uomo e la tecnologia. Che di scorciatoie sulla via della semplificazione ne offre ben due: la tentazione della tecnofobia e il tecnoentu- siasmo, un modus opinandi fideistico, del tutto simile al precedente, ma di segno opposto. I tecnoentusiasti sono persone che credono nel Progresso (con la P maiuscola) guidato dalla tecnologia e, con atteggiamento determi- nistico, vedono un futuro nel quale scienza e tecnica non potranno che apportare significativi miglioramenti alle condizioni umane. Esistono diversi studi che offrono previsioni numeri- che sugli effetti di sostituzione e di generazione di lavoro. In generale, ne emerge che l'introduzione di tecnologie di automazione nell'industria genera quasi sempre una perdita immediata di posti di lavoro: lavori routinari, ripe- titivi, che possono essere eseguiti facilmente da robot e algoritmi. Ma allo stesso tempo, proprio grazie alla tec- nologia, le aziende diventano più produttive e competi- tive, creando così i presupposti per un'espansione delle opportunità di business. Il punto sta nei tempi in cui si dispiegano questi processi. A seconda del momento in cui si scatta la fotografia, il quadro si presenterà più o meno diverso. Facciamo un esempio: come avremmo giudicato 'impatto dell'invenzione della stampa a caratteri mobili e del torchio tipografico di Gutenberg al tempo in cui spa- rivano le professionalità degli amanuensi? Detto questo, occorre però sottolineare che il momento che separa gli effetti negativi dai possibili effetti positivi, la "transizione", deve essere governato. E qui casca l'asino. L'asino di cui parliamo sono i governi: è loro compito nelle società avan- 146 zate mettere in atto una serie di misure per fare in modo di ridurre al minimo, e con le minori conseguenze possi- bili, il numero dei soggetti destinato a pagar dazio al cambiamento. Non basta certamente lo stanziamento di denaro pubblico per mettere in piedi un incentivo: serve invece un approc- cio di sistema che punti alla formazio- ne dei giovani, alla riqualificazione dei lavoratori e al reinserimento di chi ha perso il posto. Un set di politiche atti- ve, quindi, delle quali nel nostro paese non c'è ancora traccia. Per fortuna, però, ci sono storie di ordinaria imprenditoria nelle quali l'impresa è vista come un attore inserito all'interno di un contesto sociale ed eco- nomico, dove la parola sostenibilità ha uno spessore ben più ampio di quello solitamente riferitole nell'accezione green. Ma prima di raccontare qualcuna di queste storie, esempi di come superare la dicotomia uomo-tecnologia cerchiamo di capire come cambia la figura dell'operaio al tempo della Quarta rivoluzione industriale. COLLETTI BLU STRIATI DI BIANCO L'introduzione di tecnologie digitali in produzione favo- risce «il ridisegno delle mansioni, il ridimensionamento delle gerarchie di basso livello, perché si instaurano forme di comunicazione diretta tra operai e le funzioni azienda- li, saltando i capi intermedi, e portano a nuove forme d coordinamento di tipo orizzontale», spiega Lino Codara docente di sociologia dell'organizzazione all'Università d Brescia. Che rileva: «Oggi si parla sempre più, a questo proposito, di un operaio "aumentato", cioè un operaio ere ativo, coinvolto, responsabile, in grado di gestire i dati, di La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 19/03/2020 Pag. 150 N.92 - marzo 2020 diffusione:52934 tiratura:70040

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C A N T O II I N C H I E S T A

NELL'INDUSTRIA

DEGLI OPERAI "AUMENTATI"

T E S T O DI F R A N C O C A N N A

S O N O GLI U N I C I A N O N SUBIRE LA QUARTA R I V O L U Z I O N E I N D U S T R I A L E .

PERCHÉ H A N N O LA FORTUNA DI LAVORARE NELLE FABBRICHE INTELLIGENTI,

TRA ROBOT C O L L A B O R A T I V I E CAPI CHE D A N N O VALORE ALLE PERSONE.

WV/RED È ENTRATO IN ALCUNE DI QUESTE REALTÀ COSÌ VIRTUOSE

Quando si af f ronta un argomento spinoso, che r ichiede

uno s forzo di in formazione e di pensiero e l ' impiego di

una delle vir tù più difficil i da esercitare, lo spir i to cri t ico,

è sempre in agguato la tentazione di fuggi re dalla com-

plessi tà ce rcando r i fugio nella sempl i f icazione. Non fa

eccezione alla regola, anzi ne è forse uno degl i esempi

più chiari, il tema del rappor to tra l 'uomo e la tecnologia.

Che di scorciatoie sulla via della sempl i f icazione ne of f re

ben due: la ten taz ione della tecno fob ia e il t ecnoen tu -

siasmo, un modus opinandi f ideist ico, del t u t t o simile al

precedente, ma di segno opposto. I tecnoentusiast i sono

persone che credono nel Progresso (con la P maiuscola)

guidato dalla tecnologia e, con a t tegg iamento determi -

nistico, vedono un futuro nel quale scienza e tecnica non

po t ranno che appor ta re signi f icat iv i mig l iorament i alle

condizioni umane.

Esistono diversi studi che o f f rono previsioni numeri-

che sugli ef fet t i di sost i tuzione e di generazione di lavoro.

In generale, ne emerge che l ' introduzione di tecno log ie

di automazione nel l ' industr ia genera quasi sempre una

perdi ta immediata di post i di lavoro: lavori routinari, r ipe-

titivi, che possono essere eseguit i fac i lmente da robot e

algori tmi. Ma allo s tesso tempo, propr io grazie alla tec-

nologia, le aziende diventano più produt t ive e compet i -

tive, creando così i presuppost i per un'espansione delle

oppor tun i tà di business. Il pun to s ta nei temp i in cui si

dispiegano questi processi. A seconda del momento in cui

si scat ta la fotograf ia, il quadro si presenterà più o meno

diverso. Facciamo un esempio: come avremmo giudicato

' impat to dell ' invenzione della s tampa a carat ter i mobil i e

del torchio t ipograf ico di Gutenberg al t empo in cui spa-

rivano le professional i tà degli amanuensi? De t to questo,

occorre però sot to l ineare che il momento che separa gli

ef fet t i negativi dai possibili ef fet t i positivi, la "transizione",

deve essere governato. E qui casca l'asino. L'asino di cui

parl iamo sono i governi: è loro compito nelle società avan-

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zate met tere in a t to una serie di misure per fare in modo

di r idurre al minimo, e con le minori conseguenze possi-

bili, il numero dei sogget t i dest inato

a pagar dazio al cambiamento. Non

basta cer tamente lo stanziamento di

denaro pubbl ico per met tere in piedi

un incentivo: serve invece un approc-

cio di sistema che punti alla formazio-

ne dei giovani, alla riqualif icazione dei

lavoratori e al reinserimento di chi ha

perso il posto. Un set di polit iche at t i -

ve, quindi, delle quali nel nostro paese

non c'è ancora traccia. Per for tuna, però, ci sono storie di

ordinaria imprenditor ia nelle quali l ' impresa è vista come

un at tore inserito all ' interno di un contesto sociale ed eco-

nomico, dove la parola sostenibi l i tà ha uno spessore ben

più ampio di quel lo so l i tamente r i fer i to le nel l 'accezione

green. Ma prima di raccontare qualcuna di queste storie,

esempi di come superare la dicotomia uomo-tecnologia

cerchiamo di capire come cambia la f igura dell 'operaio al

tempo della Quar ta rivoluzione industriale.

COLLETTI BLU STRIATI DI BIANCO

L' introduzione di tecno log ie digital i in produz ione favo-

risce «il r id isegno del le mansioni , il r id imens ionamento

delle gerarchie di basso livello, perché si instaurano forme

di comunicazione d i ret ta tra operai e le funzioni azienda-

li, sa l tando i capi intermedi, e por tano a nuove fo rme d

coord inamento di t ipo orizzontale», spiega Lino Codara

docente di sociologia dell 'organizzazione all 'Università d

Brescia. Che rileva: «Oggi si parla sempre più, a questo

proposito, di un operaio "aumentato", cioè un operaio ere

ativo, coinvolto, responsabi le, in grado di gest i re i dati, di

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

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Le foto che illustrano questo articolo sono scattate nella fabbrica Ferrari di Maranello (Mo), dove i primi cobot

(cioè robot leggeri, privi di infrastrutture fisiche di protezione e in grado di coesistere e cooperare con l'uomo) sono stati introdotti nel 2016.

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Montaggio ruote

h h h h h m h h t

a f f rontare il problem solving e di co l laborare d i re t tamen te

con i responsab i l i del le funz ion i di s taf f . Gli s tud i e le ri-

cerche sul c a m p o ci d i cono che nelle real tà p iù evo lu te i

lavorator i m o s t r a n o anche livelli più alt i di sodd is faz ione .

E ancora più de l l 'a r r i cch imento del le mansion i e del la po -

l ivalenza, c iò che pare in teressare ai lavora tor i è essere

coinvol t i nel le dec is ion i che r iguardano il p rop r io lavoro».

S e c o n d o la soc io loga Ar ianna Radin, «la smart fac-

tory è uno spaz io di innovaz ione soc ia le nel quale, c o m e

ci r i co rda una r e c e n t e i ndag ine d i To r ino N o r d O v e s t ,

p e r d i a m o la f i gu ra de l l a v o r a t o r e t r ad i z i ona le , ma ac -

qu is iamo quel la di un lavora to re c o n un bagag l i o di c o -

noscenze nuove, per mo l t i vers i t u t t o da inventare . Da

anni la soc io log ia del lavoro gua rda a q u e s t a t ema t i ca ,

s c a t t a n d o f o t o g r a f i e e f f i cac i sul f e n o m e n o . È s t a t o p ro -

pr io il p ro fesso r Luc iano Gal l ino a so t to l i nea re c o m e sia

mposs ib i le ut i l izzare ogg i la vecchia d ico tomia t ra co l le t t i

b ianch i , ovve ro gli imp iega t i , e i c o l l e t t i b lu, o v v e r o gl i

operai, pe rché i pr imi sono sempre più g iovani in magl ie t -

ta che lavorano davant i a un pc e i secondi , c i t ando Ulr ich

Beck , alla d o m a n d a : "Che lavoro fa i?" hanno e av ranno

sempre più d i f f ico l tà a r i spondere ut i l i zzando le c lass iche

e t ichet te . La s t r ia tu ra di b ianco sui loro co l le t t i der iva dal

f a t t o che d e v o n o avere capac i t à e c o m p e t e n z e spec i f i -

che per r imanere nella pa r t i t a de l l ' I ndus t r ia 4 .0». Marco

Bent ivog l i , il " s indaca l i s ta 4 .0 " de l la Firn Cisl (il cui ed i -

to r ia le p r e c e d e q u e s t o a r t i co lo , ndr), ha d i ch ia ra to che

«uno deg l i aspe t t i p iù in te ressan t i di Indus t r ia 4 .0 è che

può con t r i bu i re a i n t e r r o m p e r e la na r raz ione sul dec l ino

de l l ' i ndus t r i a . In fa t t i , a n c h e s e t t o r i t r ad i z i ona l i , g raz ie

alla d ig i ta l i zzaz ione, p o s s o n o consegu i re un i m p o r t a n t e

g u a d a g n o d i p rodu t t i v i t à . C o n la Q u a r t a r ivo luz ione in-

dus t r ia le c a m b i a n o il lavoro, le mans ion i e i ruol i d e n t r o

l 'azienda. Camb ia anche il reg ime deg l i orar i : le t rad i z io -

nali o t t o o re o un o ra r i o r i g i do s o n o i n a d e g u a t i per un

lavoro in una f abb r i ca smar t . B i sognerà a l lora r ipensar l i

t e n e n d o in c o n s i d e r a z i o n e a n c h e la poss ib i l i t à di c o n -

t ro l lo r e m o t o de l p rocesso p rodu t t i vo» .

S e c o n d o Bent ivog l i , « q u a n d o le imprese sono r ip ie-

ga te su se s tesse, su vecchi s is temi di o rgan izzaz ione de l

lavoro, vecchie tecno log ie e scarsi invest iment i nelle com-

petenze, si crea d isoccupaz ione. Se guard iamo la dens i tà

di insta l laz ione dei r o b o t per d i penden t i nei vari paesi de l

m o n d o , no t i amo che più al ta è la loro ins ta l laz ione e più

è bassa la d i soccupaz ione . Per cui t u t t a la re to r i ca sul -

la d i soccupaz ione t ecno log i ca è p iù una nar raz ione che

P R I M A V E R A 2 0 2 0 P A R A D I S O

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serve a spaventare le persone sulle tecnologie, ma non

na nessun riscontro con la realtà».

LA "MANOFATTURA" EMILIANA

Bonfiglioli è uno di quegli esempi di imprenditoria fami-

iare emiliana che contr ibuiscono a rafforzare lo standing

del mode in Italy nel mondo anche in settori diversi dall'a-

limentare, dalla moda e dall'automobile. Fondata nel 1956

da d e m e n t i n o Bonfiglioli, oggi l'azienda è un' importante

realtà multinazionale che, dal quart ier generale di Lippo

di Calderara di Reno, in provincia di Bologna, governa 22

filiali commercial i , 14 stabi l imenti produtt iv i e ol tre 550

distr ibutor i in tu t to il mondo. Produce motori , r idut tor i

inverter e azionamenti: tu t to quello che serve, insomma

per fare muovere le macchine industrial i . Come molte

aziende del comparto meccanico-meccatronico, Bon-

figlioli inizia il suo percorso di internazionalizzazione tra

la fine degli anni '70 e gli anni '80. Ma non ha mai perso

quella visione che in Italia hanno le più illuminate azien

de della Mechatronic volley emiliana. Da qualche anno

a questa parte, sta lavorando per r ispondere alle sfide

poste dalla Quarta rivoluzione industriale, di cui la casa

emiliana è protagonista sia come fornitore di alcune delle

tecnologie abil i tanti (la meccatronica) sia come azienda

manifattur iera che si trova a operare su mercati sempre

più competi t iv i e globalizzati. E cosi nel 2017 Bonfigl iol

dec ide di r iorganizzare le sue produzioni in Italia, po-

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sando nell 'apri le del l 'anno successivo la pr ima pietra di

uno s tab i l imento, vicino a quel lo es is tente a Calderara

di Reno, dal nome programmat ico Evo, in cui raccogl ie-

re una par te del le funzioni degl i edi f ic i s tor ic i di Lippo,

ma sop ra t t u t t o le produzioni degl i at tual i s tabi l iment i di

Calderara e di Vignola (Mo), il cuore del le at t iv i tà della

business unit dedicata alle t rasmissioni di potenza indu-

striali, che rappresenta il business s tor ico del gruppo.

Evo, i cui lavori di costruzione sono stat i ul t imati nella

seconda metà del 2019, sorge su un'area di quasi 150mila

metr i quadri ed è «un p roge t to culturale e di innovazione

tecnologica», come spiega Sonia Bonfigl iol i , presidente

e amminis t ratore delegato del gruppo, insignita nel 2015

del t i to lo di Cavaliere del lavoro dal presidente della Re-

pubbl ica Sergio Mattarel la. «Ci siamo post i l 'obiett ivo di

una cresc i ta sostenib i le , genera ta dal con t r i bu to del le

singole persone e in ques to processo l 'ambiente di la-

voro è un e lemento chiave», spiega. «Evo è p roge t t a to

su quest i principi, per una rivoluzione digi tale con l 'esse-

re umano al cen t ro della tecno log ia

seguendo il p rog ramma Bonf ig l io l i

Digital Re-Training, il pr imo esempio

concreto in Italia di approccio ol ist ico

1 i f i allo svi luppo delle competenze at t ra-

-L J . / verso un percorso di r iquali f icazione

che si ar t icola in contenut i tecnic i e

culturali». Un proge t to sper imentale

nato in accordo con la Regione Emi-

l ia -Romagna e, cosa non scon ta ta ,

con i sindacati, part i to dalla definizione delle competenze

necessarie alla nuova stagione del l ' industr ia mani fa t tu -

riera. «La vera sfida è cambiare il mindset, iniziando dal

cuore dell 'azienda: le fabbriche. Le persone che vi lavora-

no avranno la possibi l i tà di apprendere competenze quali

il change management, la learning agility, la comunicazio-

ne 4.0 e comprenderanno meglio che cosa sono l ' Industry

4.0, i big data, il digitai twin (un gemel lo digitale, la rap-

presentazione virtuale di un'entità fisica, ndr)», spiega la

presidente. «Abb iamo coniato il termine "manofat tura"»,

prosegue Bonfigl iol i , «per dire che al centro del lavoro ci

deve essere sempre la mano, cioè il volere e il contro l lo

dell 'essere umano. Sono le competenze nell 'usare s t ru-

ment i via via più complessi a decretare chi vince la sfida

competi t iva. La persona è il cuore di tu t to e la sua capaci-

tà di rinnovarsi e fronteggiare il nuovo è parte della nostra

stor ia da sempre. Siamo cer t i che il nost ro percorso di

re-training interno saprà rendere le nostre risorse pronte

ad af f rontare l 'avvento della digital izzazione consapevol-

mente. Evo è una nuova fabbr ica ma, sop ra t tu t to , è un

nuovo concet to di lavorare per il futuro». Belle parole che

trovano anche r iscontro nei fatt i : a marzo 2019 Bonfigliol i

Riduttor i ha so t toscr i t to con le rappresentanze sindacali

un accordo quadro r iguardante propr io il nuovo stabi l i -

P R I M A V E R A 2 0 2 0

«mimMimMi iermire wofiuiuriiierrireore ILDERIRODELLHOROOIDEIIE ESSERE SEMPREUMIRO, NOÈ IL VOLERE E II BORMIO DELL'UOMO. SORO LE 00MPEIER2E NELL'USURE SIRUMERIIM PIÒ COMPLESSI II DEOREIIRE ORI EOE LI SEM OOMPEIim»

mento Evo. Il piano industriale, che non prevede esuber i

si basa su due direttr ic i : il r innovo del parco macchine in

chiave 4.0 e l 'al largamento del p roget to Bonfigl iol i Digital

Re-Training all ' intera compagine dei lavoratori (circa 5 0 0

persone) ai quali saranno sommin is t ra te f ino a 2 0 0 ore

di formazione per arr icchirne le competenze digital i e il

cultural mindset perché, per dirla con le parole di Sonia

Bonf ig l io l i , «r iqual i f icaz ione e fo rmaz ione cont inua di-

ventano un prerequis i to imprescindib i le per pres tare la

propria at t iv i tà in Evo».

L'AVVENTO DEI ROBOT

COLLABORATIVI

I robot col laborat iv i sono considerat i la nuova terra pro-

messa della robotica industriale e anche l 'emblema di una

nuova relazione cooperat iva t ra uomo e macchina. A tor-

to o a ragione? Per avere gli e lement i necessari a rispon-

dere a questo quesi to prenderemo in esame come alcune

aziende s tanno iniziando a uti l izzare questa tecno log ia

Privi di in f rastrut ture f isiche di protezione, leggeri, in gra-

do di coesis tere e cooperare con l 'essere umano, do ta t i

di in ter facce di p rogrammazione facil i e intuit ive, i nuovi

robo t co l laborat iv i si s tanno ogg i a f facc iando sul mer-

cato, p roponendos i come una soluzione potenzia lmente

r ivoluzionaria per i s is temi di produzione, di par t ico lare

a t t ra t t i v i tà per le piccole e medie imprese interessate a

int rodurre gradua lmente la tecnolog ia robot ica nei prò

pri p rocess i p rodut t i v i . Il robo t co l laborat ivo è il pr imo

automa in grado di operare al di fuor i di una cella di lavo-

P A R A D I S O

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AZIENDE NON ANCORA ROBOTIZZATE AZIENDE GIÀ ROBOTIZZATE

48% 67% PERSONALE FAVOREVOLE

ALL'UTILIZZO DI ROBOT PERSONALE FAVOREVOLE

ALL'UTILIZZO DI ROBOT

20% 8% CONTRARIO ALL'UTILIZZO DI ROBOT CONTRARIO ALL'UTILIZZO DI ROBOT

32% 25% NON HA ANCORA UN'IDEA PRECISA NON HA ANCORA UN'IDEA PRECISA

FONTE DOXA

ro, senza quindi essere

chiuso in una gabbia che

protegga l 'operatore da

poss ib i l i i m p a t t i con i

b racc i de l r obo t . Na t i

nei Duemi l a , i cobot,

come spesso vengono

chiamat i quest i automi ,

s tanno c o n o s c e n d o di

questi tempi una rapida

crescita, ma rappresen-

tano ancora una piccola

parte (si s t ima inferiore

al 5%) dei robot vendu-

ti nel mondo . Sebbene

non ci sia un i fo rmi tà di

vedute sulle cifre, gli analisti concordano nel r i tenere che,

entro una quindicina di anni, la quota di mercato dei cobot

sarà signif icat ivamente superiore. Non esiste un solo t ipo

di cobot. Ci sono robot tradizionali che vengono resi colla-

borativi t ramite l 'aggiunta di una serie di sensori (una pelle

sensorizzata e alcuni sensori di coppia e forza) e robot

che invece sono nat ivamente col laborativi , costru i t i c ioè

secondo una logica che mira a minimizzare l 'ef fet to di un

mpat to con l 'operatore, e quindi leggeri, privi di spigol i e

for temente sensorizzati .

Ci sono poi i robot col laborativi mobili, come quelli in-

dustriali, p iat taforme motorizzate in grado di movimentare

merci al l ' interno di magazzini. Si d is t inguono dai classici

Agv (Au tomated Guided Vehicle) perché non hanno bi-

sogno di p iste magnet iche o o t t i che per muoversi: per

orientarsi nello spazio usano infatt i dei sistemi di visione

e un ampio set di sensori. I cobot sono quindi degli automi

pensati per operare in sicurezza in uno spazio condiviso

con l'essere umano. Non sono concorrent i dei robot t ra-

dizionali: o f f rono delle per formance in termini di velocità e

ripetibil ità (ma in genere anche di capacità di carico) signi-

f icat ivamente inferiori; e non sono nemmeno concorrent i

degli umani, con i quali sono chiamati a collaborare per oc-

cuparsi delle mansioni più pesanti, pericolose o ripetit ive.

COBOT NELLE FABBRICHE

DI AUTOMOBIL I

In ambito automotive, Fca è s tato uno dei primi adopter di

Soluzioni robot izzate in produzione: basti pensare alla li-

nea di produzione di Cassino della Fiat Ritmo. Ma la Casa

torinese ha deciso solo nel 2019 di fare un tentat ivo con la

robot ica col laborat iva in produzione. «Dopo una serie di

esper iment i fa t t i con diverse tecnologie e mai approdat i

in produzione», spiega Denny Mont i , v icepres idente di

1 5 ^

Fca Global Manufac tu

& ME Emea Region, «nel

tes ta re i robot col labo

f a t t o un w o r k s h o p per

raccog l ie re t ra i nos t r i

tecnici le idee sui possi-

bili utilizzi dei cobot nelle

nost re linee. Nel giro d

poch i mesi e ravamo in

razioni su l inee già esi-

stenti». Qualche esempio? «L'avvitatura del cofano, che

è un'operazione gravosa per l 'operatore e ad al to rischio

di disal l ineamenti.

O p p u r e l ' a p p l i c a z i o n e di una

guarn i z ione sul la to i n te rno de l le

port iere, dove abbiamo o t tenu to ot-

t imi r isultati in termini di ergonomia e

ripetibilità». Mont i sottol inea anche la

convenienza economica del l ' investi-

mento: «Tutte le appl icazioni sono di

comprova ta eff ic ienza e si r ipagano

nel giro di pochi mesi. Inoltre, i cobot

sono leggeri e possono essere age-

volmente r icol locati in altre applicazioni». L'intenzione d

Fca ora è di estendere l 'applicazione dei cobot anche ad

altre at t iv i tà e sui nuovi proget t i . In Ferrari il pr imo cobot

entra nel 2016. «Dovevamo fare un control lo di visione su

b locco motore per l ' inserimento dei pistoni e veri f icarne

il co r re t to montaggio», spiega Giuseppe Vaira, head ol

powertrain manufacturing engineering. «L'operazione ri-

chiedeva f lessibi l i tà ma anche ripetibi l i tà. Inoltre, essen

do il b locco motore d isposto a V di 90°, cercavamo una

soluzione che ci pe rmet tesse di mantenere l 'operatore

su una bancata per l 'att ivi tà del icata di inser imento del

pistone, mentre il robot si occupava della verif ica di que-

sta fase sull'altra». Di qui la scel ta di un cobot. «Gli spazi

che avevamo erano r istrett i e non potevamo installare una

postaz ione automatica: l 'unico modo era condiv idere gli

spazi t ra macchina e operatore».

La cosa ha funzionato bene. «Due anni dopo è s tato

reingegnerizzato il f lusso produt t ivo dei motor i 8 cil indri

e, v isto il successo della prima esperienza, si è deciso di

estendere la presenza dei cobot alla nuova linea per altre

e diverse applicazioni, che oggi, o l t re a fare il control lo di

visione, si occupano anche di alcune operazioni di lubrif i-

cazione e stesura di paste sigil lanti, sempre nel l 'ott ica d

condiv idere lo spazio con l 'operatore che lavora sull 'altra

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

19/03/2020Pag. 150 N.92 - marzo 2020

diffusione:52934tiratura:70040

Page 6: DEGLI OPERAI AUMENTATIpresentazione virtuale d i un'entità fisica ndr, )», spieg laa presidente. «Abbiamo coniato il termin e "manofattura"», prosegue Bonfiglioli «pe, r dire

bancata e nello sgravare quest 'ul t imo di operazioni rou-

tinarie, ma che necessitano di elevata ripetibilità».

Qual è la reazione degli operai? «Inizialmente»,

racconta Alessio Cocchi di Universal Robots, una delle

principali aziende costruttrici di cobot, «c'è un mix di

entusiasmo e diffidenza. In qualche caso per super-

rare le barriere psicologiche abbiamo invitato i clienti

a montare temporaneamente dei piccoli plexiglas per

creare una barriera che rassicurasse l 'operatore su

alcuni movimenti dei robot in alcune zone operative».

Ma molto spesso dopo pochi giorni le barriere sono

state rimosse senza alcun problema. «A mio avviso è mol-

to importante coinvolgere l'operatore nell'utilizzo, il miglior

antidoto contro la paura», continua Cocchi: «La diffidenza

psicologica passa perché l'operatore si sente padrone del-

la tecnologia, potendola programmare e gestire lui stesso.

A questo punto imparerà a considerarla un utile supporto

per le mansioni più pesanti e ripetitive».

GLI AUTOMI FANNO

PAURA AGLI OPERAI?

Dal rappor to Robot, intelligenza ar-

tificiale e lavoro in Italia, p romosso

da Aidp, Assoc iaz ione ital iana per

la d i rezione del personale, e dal lo

s tudio legale LabLaw, e presentato

da Doxa a fine 2018, emerge che il robot non fa paura a

chi ha avuto l 'opportuni tà di lavorarci, mentre di f f iden-

ze e resistenze restano for t i e di f fuse tra chi non ne ha

esperienza diretta sul campo. Nelle aziende non ancora

robotizzate, il 4 8 % dei lavoratori è favorevole all'utilizzo

di robot e intel l igenza art i f iciale, uno su cinque (20%)

è contrar io, ment re uno su t re non ha ancora un' idea

precisa in merito. Quest i or ientamenti , però, cambiano

s igni f icat ivamente nelle aziende già robot izzate, dove

quindi si può esprimere un giudizio più ponderato, basato

sull'esperienza diretta: qui, il totale dei lavoratori favore-

voli all'uso di robotica e intelligenza artificiale sale al 67%,

mentre meno di uno su dieci (8%) si dice contrario, e uno

su quat t ro (25%) non si sbilancia. Ma le sorprese non

finiscono: tra i lavoratori di aziende robotizzate i giudizi

positivi sugli ef fet t i sull 'attività lavorativa sono superiori

tra gli operai (per il 78% del totale), r ispetto a quelli, sem-

pre alti, di quadri (66%) e impiegati (60%). Quanto agli

effett i sull'occupazione, in Italia circa il 30% delle aziende

utilizza sistemi, soluzioni e processi basati sul l ' impiego

dei robot. «Di queste, quasi un terzo ha aumentato il nu-

mero di dipendenti, mentre appena il 5% dichiara di aver

r idotto in modo significativo il proprio personale», rimar-

ca Massimo Sumberesi, head di Doxa marketing advice.

«L'introduzione dei robot ha determinato una sensibile

riduzione dei carichi di lavoro per tre aziende su quattro,

e ol t re il 70% dei lavorator i dichiara di aver nota to un

migl ioramento delle condizioni di sicurezza».

L'ETICA NON DEVE

ESSERE ARTIFICIALE

Quanto de t to fin qui vale anche per l ' intel l igenza art i -

f iciale, la vera nuova f ront ie ra tecno log ica del nuovo

millennio. La Francia ha messo sul p iat to un mil iardo e

mezzo di euro; la Germania t re miliardi; l 'Italia invece è

ferma a qualche decina di milioni. Ma la sfida coinvolge

anche il piano etico. Da qualche anno ha iniziato a oc-

cuparsene anche l 'Unione europea. Per il prossimo set-

tennato finanziario 2021-2027 è stato proposto il Digital

Europe Programme, un'iniziativa a cui saranno dest inat i

9,1 miliardi di euro del budget dell 'Ue. Di questi, 2,5 mi-

liardi serviranno propr io a favor ire la d i f fus ione dell 'IA

nell 'economia e nella società. Ma già dal 2018 l'Europa

è att iva anche sul f ronte della regolamentazione et ica

con una serie di iniziative volte a favorire la cooperazione

tra i paesi e giungere a definire gli or ientament i etici e

le pol i t iche di invest imento sull ' intel igenza artif iciale in

Europa. Diversità, non discriminazione ed equità: i sistemi

di IA dovrebbero tenere in considerazione l'intera gamma

delle capacità, delle competenze, dei bisogni umani ed

essere accessibili.

Nella visione europea l'IA, infatt i , è "aff idabile" e ri-

spe t ta t u t t e le disposizioni legislative e regolamentar i

applicabil i , al f ine di promuovere i cambiament i sociali

posit ivi e accrescere la sostenibi l i tà e la responsabil i tà

ecologica. E indispensabile che sia garant i ta la t raspa-

renza e la tracciabi l i tà dei sistemi, sostenendo l'azione

umana e i d i r i t t i fondamenta l i senza ridurre, l imitare o

sviare l 'autonomia dell 'uomo. Per un'IA di cui ci si possa

f idare è necessario infine che gli algori tmi siano sicuri e

suff ic ientemente robust i da far f ronte a errori o incon-

gruenze durante tu t te le fasi. Per questo, i c i t tadini do-

vrebbero avere il pieno controllo dei propri dati personali

e nel contempo le informazioni che li r iguardano non do-

vranno essere uti l izzate per danneggiarl i o discriminarli.

GLI OBIETTIVI DELL'ITALIA

L'Europa ha invitato gli stat i membri a svi luppare le loro

strategie nazionali per l'IA, del ineando i livelli di investi-

mento e le misure di attuazione. A questo punto anche

l 'Italia si è messa all 'opera. A fine 2018 si è cost i tu i to

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presso il min is tero del lo Svi luppo economico un g rup -

po di lavoro a cui sono s ta t i ch iamat i a par tec ipare 3 0

espert i provenienti dal mondo della ricerca, del l ' industr ia

e della soc ie tà civile. Dopo una lunga fase is t ru t tor ia , i

f ru t t i finali del lavoro dovrebbero vedere la luce nei primi

mesi del 2020 .

Tra gli ob ie t t i v i del nos t ro paese: inc rementare gli

nvest iment i , pubbl ic i e privati, nell'I A e nelle tecno log ie

correlate; potenziare l 'ecosistema della r icerca e dell ' in-

novazione in questo set tore; raf forzare l 'of fer ta educa-

tiva a ogni livello, per por ta re l'IA al servizio della forza

avoro; consol idare il quadro normativo ed etico; promuo-

vere la consapevolezza e la f iducia nell'I A t ra i c i t tadini ,

r i lanciando la pubbl ica amminis t raz ione e rendendo più

eff icienti le pol i t iche pubbl iche.

LA MANUTENZIONE PREDITTIVA

Nel suo s tab i l imento di Genova, Ansaldo Energia produ-

e le turb ine a gas che vengono ut i l izzate nelle central i

elettr iche. Quest i p rodot t i sono realizzati in una fabbr ica

che, a metà 2018, è diventata uno dei L ighthouse Plant

italiani insieme a quel le di Abb, Hi tachi Rail e Ori Mart in:

si t ra t ta di quat t ro impianti produt t iv i nuovi o fo r temente

r innovati dove vengono testate, por ta te in produzione e

mos t ra te alle al t re imprese le tecno log ie innovat ive in

chiave Industr ia 4.0. La t rasformazione digi tale di Ansal-

do Energia, che è stata avviata da anni, abbraccia tu t t i

p rocess i chiave del l 'azienda. Nella sua vis ione la tec -

nologia deve servire a suppor ta re un cos tan te migl iora-

mento della sicurezza del lavoro, delle competenze, della

qualità delle r isorse e della complessiva organizzazione

del gruppo. L'elemento tecno log ico è visto quindi come

funzionale allo svi luppo del capi ta le umano: «La f i losofia

della t rasformazione digi tale di Ansaldo Energia è quella

di avere il capi ta le umano al centro del processo di t ra-

sformazione», spiega Luca Manuell i , chief digitai officer

dell 'azienda.

«La tecnologia digitale, quindi, diventa strumen-

to per aumentare capacità e competenze del nostro

personale, non per sostituirlo».

In questo contesto si col locano le iniziative dell 'azien-

da sull 'IA, che muovono su due direttr ic i : rendere smar t i

prodot t i vendut i e migl iorare i processi produt t iv i interni.

Sul pr imo versante, va cons idera to che le tu rb ine sono

orodott i complessi e di importanza crit ica, che r ichiedono

un'attenta manutenzione per r idurre il r ischio di costos i

blocchi delle centrali in cui sono installate, senza diment i -

care che la loro manutenzione è una voce di costo impor-

tante. Ansaldo ha quindi pensato, ormai cinque anni fa, di

dotar le di sensori in grado di leggere i parametr i crit ici di

funzionamento delle macchine. Una volta sensorizzate, le

turb ine iniziano a generare dat i che vengono poi dat i in

pasto ad algor i tmi di machine learning: svi luppati in col-

laborazione con l'università, consentono di determinare,

con livelli di accuratezza che aumentano con l'esperienza,

le probabi l i tà che si verif ichi un guasto.

A ques to punto le s i tuazioni di per icolo evidenziate

dal s is tema intel l igente vengono messe a disposiz ione

dei decision maker (umani), in modo che possano essere

prese decisioni operat ive sulla base degl i ef fet t iv i dat i di

funz ionamento dei macchinari. La manutenzione, insom-

ma, da corret t iva diventa predit t iva. «È il nost ro modo d

fidelizzare il cl iente o f f rendo un servizio che gli consente

di r idurre i cost i e i rischi e aumentare i ricavi», sot to l inea

Manuel l i . «Per noi ques ta s t ra teg ia sta d iven tando un

fa t to re impor tan te di di f ferenziazione sul mercato che ci

permet te, t ra le altre cose, di aumentare la compet i t iv i tà

e quindi di salvaguardare post i di lavoro».

Ma l'IA è uti l izzata anche dent ro le mura di Ansaldo

Energia: oltre ad aver fa t to ingenti in-

vest iment i in macchine 4.0, l 'azienda

sta do tando di sensori anche quelle

più datate, che in qualche caso han-

no diversi decenn i di car r iera sul le

spalle. «Abb iamo suddiviso le nostre

macch ine di p roduz ione in c i nque

cluster, s t ab i l endo per c iascuno di

quest i gruppi come operare», spiega

Manuell i . «Così, grazie alla co l labo-

razione con i forni tor i , poss iamo s f ru t ta re la potenza del

machine learning e fare manutenz ione predi t t iva». An-

saldo sta s f ru t t ando «appena il 3 0 % del potenziale che

l ' intel l igenza art i f ic iale offre», sot to l inea Manuell i , «ma

benef ic i sono già tangibi l i in termini sia di oppor tun i tà di

business sia di mig l ioramento dei costi».

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