Debutto «a metà» per Ban all’Aquila - Flavio Albanese · riali leggeri, innovativi ed...

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L a proposta iniziale della nuova sede del Con- servatorio aquilano sotto l’inutilizzata copertu- ra posta in essere per l’incompiuta metropolitana di superficie cittadina lasciava presagire una felice occa- sione di recupero di un relitto urbano e, con esso, di una qualche contestualizzazione dell’architettura nipponica. Contesto. L’attuale contesto periferico in prossimità del cimitero cittadino, in un’area di margine composta da materiali urbani eterogenei, viene così a identificarsi con un recente e pregevole complesso edilizio e con le non belle volumetrie prefabbricate del Conservatorio. Idea e tecnologia. La «scatola giapponese» si fa contenitore semi-trasparente della sala ovale. All’inter- no della sala a vincere è l’iterazione di tubi di cartone, espediente estetico e acustico. Gli stessi tubi perdono invece la propria funzione strutturale, divenendo sempli- cemente contenitori cavi di pilastri metallici. Punti di forza. Lo spazio interno della sala, lo spazio servente tra sala e involucro, la luce che entra, esce, si riflette nella scatola traslucida. Criticità. La banalità quasi anonima dell’involucro, il falso strutturale dei tubi di cartone, la non buona qualità realizzativa dell’opera. Conclusioni. L’opera, pur se lontana dall’essere un ma- sterpiece, è senza dubbio esempio di un altro modo di pensare l’architettura. La necessità che la città dell’Aquila ha di ri-pensare il costruito verso flessibilità e reversibilità offre importanti spunti tecnologici (seppur in buona parte snaturati) e ideativi. Ciò che lascia riflettere è come l’opera dell’architetto giapponese abbia dovuto subire menomazioni e imperfezioni. Evidentemente la riprova di processi politici e costruttivi, tutti italiani, incapaci di garantire qualità. * Marco Morante e Maura Scarcella © RIPRODUZIONE RISERVATA Laq Architettura I l mio giudizio sull’auditorium è decisamente positi- vo: ho apprezzato soprattutto il costo ridotto di quest’opera, la velocità di realizzazione, l’uso di mate- riali leggeri, innovativi ed ecocompatibili, che a L’Aquila sono stati impiegati per la prima volta, e soprattutto il risultato finale che ha prodotto il connubio felice tra loro. All’indomani del sisma del 6 aprile 2009 è scattata una gara di solidarietà, e tra i Paesi stranieri si è sicuramente distinto il Giappone. Il suo popolo ha imparato – e noi dovremmo seguirne l’esempio – a convivere con i terremoti e a progettare e costruire edifici, anche con materiali innovativi, capaci di resistere alle scosse limitando i danni. Ricordo di essermi recato a Roma dall’ambasciatore giapponese, Ando, insieme al direttore del Conservatorio, Bruno Carioti, con la richiesta di realizzare, grazie al contribu- to economico del suo Paese, un nuovo auditorium per le necessità degli studenti dell’istituto e della musica citta- dina. Già a luglio ricevetti la comunicazione che il Governo giapponese aveva approvato la costruzione dell’auditorium, affidandola a Shigeru Ban, firma di grandissimo prestigio. La strada da seguire nella ricostruzione della città del futuro, che sia contemporaneamente civitas e urbis, è progettarla adesso insieme ai grandi architetti, urbanisti e artisti, chiedendo loro di disegnare spazi ed edifici capaci di legare il «vecchio» con il «nuovo» per costrui- re una nuova dimensione sociale e urbana «europea». Mi auguro che il terremoto possa essere l’occasione della rinascita di una renovatio urbis, di una civitas nova, quasi una rifondazione, grazie alle idee e ai progetti di tutto il mondo, di cui l’auditorium di Shigeru Ban rappresenta l’inizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sprecata l’occasione per innovare L’ abbandono dell’idea iniziale di utilizzare il cartone come materiale strutturale, per la mancanza di copertura normativa, può apparire come un’opportunità persa. Tuttavia, inquadrando que- sto tema nella scala dell’opera nascono considerazioni in controtendenza. Data la scala fisica, probabilmente l’utilizzo di cartone strutturale, affiancato da altri mate- riali, sarebbe stato implementabile. Rispetto alla scala finanziaria e alle tempistiche del progetto, bisogna però riconoscere che lo svolgimento di studi speciali e speri- mentazione, intesi a ottenere le necessarie approvazioni e deroghe, nonché a dimostrare compiutamente la sicu- rezza della costruzione, avrebbero costituito un onere difficile da giustificare. Le dimensioni e i quantitativi in gioco non sembrano tali da rendere di impatto significa- tivo l’utilizzo del cartone rispetto all’acciaio in termini di sostenibilità ambientale. La struttura realizzata appa- re efficiente e ben concepita per i suoi fini e la sua natura. L’uso dei sacchi di sabbia come materiale di riempimento con funzione fono-assorbente e paper tube per la volta acustica sono apprezzabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rinaldo Tordera È stato inaugurato il 7 maggio l’auditorium progettato da Shigeru Ban per L’Aquila. Inau- gurazione che chiude una storia lunga un anno e mez- zo e costellata di non poche pole- miche. Dopo il «rifiuto» del progetto di Ban per il Conservatorio (sostitui- to da una struttura temporanea rea- lizzata con gara della Protezione civile a settembre 2009), il nuovo progetto per l’auditorium (230 po- sti), finanziato dal Governo giap- ponese, fu approvato a gennaio. Ad aggiudicarsi la ga- ra per la realizzazio- ne (per un importo di 506.423,71 euro), in- detta dalla Protezio- ne civile a fine mar- zo 2010, fu la società Cme (Consorzio im- prenditori edili di Modena) e a costrui- re l’auditorium l’impresa Edilizia Montelaghi Valter di Carpineti (Reggio Emilia), socia del Cme. Nel concept iniziale la struttura, costruita con materiali riciclabili ecocompatibili (cartone e legno) e fatta di strutture smontabili e ri- montabili, doveva essere tempora- nea. Ma non è stato proprio così. I lavori, infatti, han- no comportato varie difformità rispetto al progetto originale, pri- ma fra tutte: il cartone precompresso, segno distintivo di Ban «non ha più funzione strutturale – ci spiegava a dicem- bre 2010 Aldo Benedetti, professo- re di Architettura e urbanistica al- l’Ateneo dell’Aquila (Ban volle coinvolgere studenti e professori) – ma è solo un sistema collaborati- vo per le pareti della sala interna e l’ingresso». La struttura portante, quindi, è diventata d’acciaio. La configura- zione quadrata della pianta (25 metri di lato e 6 metri di altezza) racchiude gli spazi circostanti la sala ellittica, destinati a foyer e green room con camerini e servi- zi. La copertura a piramide ribas- sata ha un vertice che raggiunge 12 metri dal suolo. Ai pilastrini che costituiscono le membrature verticali corrispondono i tubi di cartone situati lungo il perimetro interno (solo cinque «paper tu- bes» fuoriescono all’esterno). La struttura della sala è costituita da una scaffalatura metallica di 80 cm circa, riempita con sacchetti di sabbia per dare stabilità e insono- rizzazione, e rivestita di tubi di carta per rompere e riflettere le onde sonore. Ban, che ha sperimentato e col- laudato il suo metodo costruttivo in vari Paesi, costruendo case, tea- tri, ponti e chiese in cartone pre- Strada giusta per iniziare la ricostruzione FORUM Giuseppe Simonelli Architetti* L’Aquila Presidente Conservatorio «A. Casella» dell’Aquila Debutto «a metà» per Ban all’Aquila Struttura efficiente e ben ideata Ingegnere Arup Italia Inaugurato l’auditorium delle polemiche: acciaio al posto del cartone DI FABIANA CALSOLARO L’auditorium da 230 posti sarà pronto a fine anno, ma avrà strutture in acciaio al contrario di quanto previsto nel- l’idea originaria. Concept cambiato in corsa dopo l l ih Ban all’Aquila senza cartone FOCUS Cantieri Snaturato il progetto dell’architetto giapponese I S R O C N O C E I T T E G O R P 0 1 0 2 E R B M E C I D 1 1 - 6 11 L’anticipazione a dicembre 2010 8 PROGETTI E CONCORSI 16 - 19 MAGGIO 2011

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L a proposta iniziale della nuova sede del Con-servatorio aquilano sotto l’inutilizzata copertu-

ra posta in essere per l’incompiuta metropolitanadi superficie cittadina lasciava presagire una felice occa-sione di recupero di un relitto urbano e, con esso, di unaqualche contestualizzazione dell’architettura nipponica.

Contesto. L’attuale contesto periferico in prossimitàdel cimitero cittadino, in un’area di margine compostada materiali urbani eterogenei, viene così a identificarsicon un recente e pregevole complesso edilizio e con lenon belle volumetrie prefabbricate del Conservatorio.

Idea e tecnologia. La «scatola giapponese» si facontenitore semi-trasparente della sala ovale. All’inter-no della sala a vincere è l’iterazione di tubi di cartone,espediente estetico e acustico. Gli stessi tubi perdonoinvece la propria funzione strutturale, divenendo sempli-cemente contenitori cavi di pilastri metallici.

Punti di forza. Lo spazio interno della sala, lo spazioservente tra sala e involucro, la luce che entra, esce, siriflette nella scatola traslucida.

Criticità. La banalità quasi anonima dell’involucro,il falso strutturale dei tubi di cartone, la non buonaqualità realizzativa dell’opera.

Conclusioni. L’opera, pur se lontana dall’essere un ma-sterpiece, è senza dubbio esempio di un altro modo dipensare l’architettura. La necessità che la città dell’Aquilaha di ri-pensare il costruito verso flessibilità e reversibilitàoffre importanti spunti tecnologici (seppur in buona partesnaturati) e ideativi. Ciò che lascia riflettere è come l’operadell’architetto giapponese abbia dovuto subire menomazionie imperfezioni. Evidentemente la riprova di processi politicie costruttivi, tutti italiani, incapaci di garantire qualità.

* Marco Morante e Maura Scarcella© RIPRODUZIONE RISERVATA

Laq Architettura

I l mio giudizio sull’auditorium è decisamente positi-vo: ho apprezzato soprattutto il costo ridotto di

quest’opera, la velocità di realizzazione, l’uso di mate-riali leggeri, innovativi ed ecocompatibili, che a L’Aquilasono stati impiegati per la prima volta, e soprattutto ilrisultato finale che ha prodotto il connubio felice tra loro.

All’indomani del sisma del 6 aprile 2009 è scattatauna gara di solidarietà, e tra i Paesi stranieri si èsicuramente distinto il Giappone.

Il suo popolo ha imparato – e noi dovremmo seguirnel’esempio – a convivere con i terremoti e a progettare ecostruire edifici, anche con materiali innovativi, capacidi resistere alle scosse limitando i danni. Ricordo diessermi recato a Roma dall’ambasciatore giapponese,Ando, insieme al direttore del Conservatorio, BrunoCarioti, con la richiesta di realizzare, grazie al contribu-to economico del suo Paese, un nuovo auditorium per lenecessità degli studenti dell’istituto e della musica citta-dina. Già a luglio ricevetti la comunicazione che ilGoverno giapponese aveva approvato la costruzionedell’auditorium, affidandola a Shigeru Ban, firma digrandissimo prestigio.

La strada da seguire nella ricostruzione della città delfuturo, che sia contemporaneamente civitas e urbis, èprogettarla adesso insieme ai grandi architetti, urbanistie artisti, chiedendo loro di disegnare spazi ed edificicapaci di legare il «vecchio» con il «nuovo» per costrui-re una nuova dimensione sociale e urbana «europea».Mi auguro che il terremoto possa essere l’occasionedella rinascita di una renovatio urbis, di una civitasnova, quasi una rifondazione, grazie alle idee e aiprogetti di tutto il mondo, di cui l’auditorium di ShigeruBan rappresenta l’inizio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sprecatal’occasioneper innovare

L’ abbandono dell’idea iniziale di utilizzare ilcartone come materiale strutturale, per la

mancanza di copertura normativa, può apparirecome un’opportunità persa. Tuttavia, inquadrando que-sto tema nella scala dell’opera nascono considerazioniin controtendenza. Data la scala fisica, probabilmentel’utilizzo di cartone strutturale, affiancato da altri mate-riali, sarebbe stato implementabile. Rispetto alla scalafinanziaria e alle tempistiche del progetto, bisogna peròriconoscere che lo svolgimento di studi speciali e speri-mentazione, intesi a ottenere le necessarie approvazionie deroghe, nonché a dimostrare compiutamente la sicu-rezza della costruzione, avrebbero costituito un oneredifficile da giustificare. Le dimensioni e i quantitativi ingioco non sembrano tali da rendere di impatto significa-tivo l’utilizzo del cartone rispetto all’acciaio in terminidi sostenibilità ambientale. La struttura realizzata appa-re efficiente e ben concepita per i suoi fini e la suanatura. L’uso dei sacchi di sabbia come materiale diriempimento con funzione fono-assorbente e paper tubeper la volta acustica sono apprezzabili.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rinaldo Tordera

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Èstato inaugurato il 7maggio l’auditoriumprogettato da ShigeruBan per L’Aquila. Inau-gurazione che chiude

una storia lunga un anno e mez-zo e costellata di non poche pole-miche.

Dopo il «rifiuto» del progetto diBan per il Conservatorio (sostitui-to da una struttura temporanea rea-lizzata con gara della Protezionecivile a settembre 2009), il nuovoprogetto per l’auditorium (230 po-sti), finanziato dal Governo giap-ponese, fu approvato a gennaio.

Ad aggiudicarsi la ga-ra per la realizzazio-ne (per un importo di506.423,71 euro), in-detta dalla Protezio-ne civile a fine mar-zo 2010, fu la societàCme (Consorzio im-prenditori edili diModena) e a costrui-re l’auditorium l’impresa EdiliziaMontelaghi Valter di Carpineti(Reggio Emilia), socia del Cme.

Nel concept iniziale la struttura,costruita con materiali riciclabiliecocompatibili (cartone e legno) efatta di strutture smontabili e ri-montabili, doveva essere tempora-

nea. Ma non è statoproprio così.

I lavori, infatti, han-no comportato variedifformità rispetto alprogetto originale, pri-ma fra tutte: il cartoneprecompresso, segnodistintivo di Ban«non ha più funzione

strutturale – ci spiegava a dicem-bre 2010 Aldo Benedetti, professo-re di Architettura e urbanistica al-l’Ateneo dell’Aquila (Ban vollecoinvolgere studenti e professori)– ma è solo un sistema collaborati-vo per le pareti della sala interna el’ingresso».

La struttura portante, quindi, èdiventata d’acciaio. La configura-zione quadrata della pianta (25metri di lato e 6 metri di altezza)racchiude gli spazi circostanti lasala ellittica, destinati a foyer egreen room con camerini e servi-zi. La copertura a piramide ribas-sata ha un vertice che raggiunge12 metri dal suolo. Ai pilastriniche costituiscono le membratureverticali corrispondono i tubi di

cartone situati lungo il perimetrointerno (solo cinque «paper tu-bes» fuoriescono all’esterno). Lastruttura della sala è costituita dauna scaffalatura metallica di 80cm circa, riempita con sacchetti disabbia per dare stabilità e insono-

rizzazione, e rivestita di tubi dicarta per rompere e riflettere leonde sonore.

Ban, che ha sperimentato e col-laudato il suo metodo costruttivoin vari Paesi, costruendo case, tea-tri, ponti e chiese in cartone pre-

Strada giustaper iniziarela ricostruzione

FORUM

Giuseppe Simonelli

Architetti*L’Aquila

Presidente Conservatorio«A. Casella» dell’Aquila

Debutto «a metà»per Ban all’Aquila

Strutturaefficientee ben ideata

IngegnereArup Italia

Inaugurato l’auditorium delle polemiche: acciaio al posto del cartone

DI FABIANA CALSOLARO

L’auditorium da 230posti sarà pronto a fineanno, ma avrà strutturein acciaio al contrariodi quanto previsto nel-l’idea originaria. Conceptcambiato in corsa dopol l i h

Ban all’Aquilasenza cartone

FOCUS Cantieri

Snaturato il progetto dell’architetto giapponese

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■ L’anticipazione a dicembre 2010

8 PROGETTI E CONCORSI 16 - 19 MAGGIO 2011

Nella tua città c’è un’opera che fa discutere?Segnalacela e chiederemo un’opinione ai nostri esperti

6 aprile del 2009: terremoto dell’Aquila.8-10 luglio del 2009: G8 Summit 2009. In

questa occasione il Governo giapponese si è impe-gnato a costruire un auditorium temporaneo e ShigeruBan è stato incaricato per questo progetto.

7 maggio 2011: inaugu-razione dell’auditorium.

I tempi tra progetto ecostruzione sono stati rapi-di per il nostro Paese. Nel-la relazione tecnico-illu-strativa allegata alla garadi appalto in due diverseparti è scritto: «L’intrados-so di copertura della Con-cert Hall è realizzata conpaper tube che, disposti inmaniera sinusoidale, con-tribuiscono a conferire al-la sala un’efficienza acustica di alta qualità». «La strut-tura portante verticale costituita da pilastrini in scatola-re di acciaio a sezione quadrata, le anime cruciformirivestite da carta e cartone da riciclare (paper tube) chefungeranno da colonne e le travi reticolari di coperturasaranno prodotte in officina».

Non è più il progetto di Shigeru Ban, la strutturaportante in cartone, leggera e resistente è sostituita dascatolari in acciaio e travi reticolari rivestite in cartone!

È un progetto disegnato dalla normativa e dai diversipassaggi dettati dalla burocrazia che uccidono la speri-mentazione, la creatività di Ban e il suo omaggiodelicato alle vittime del terremoto.

* Tra i pioneri italiani dell’uso del cartone in architettura© RIPRODUZIONE RISERVATA

PROGETTI E CONCORSI

Pietro Carlo Pellegrini

La creativitàfatta a pezzidalla burocrazia

Luca Molinari

I n tutte le architetture di Shigeru Ban è visibilel’attenzione verso la fragilità e la provvisorietà

dell’esistenza umana. E ciò è paradossale quando dasempre l’architettura si prefigge, al contrario, compiti didurata. La cifra stilistica di Ban esprime perfettamente lefragili e transitoriematrici della culturacontemporanea e –forse – dell’umanitàin genere. Non a ca-so, le prime operedell’architetto nip-ponico sono legatea eventi naturali de-vastanti (Kobe1995), dove emergel’effimera consistenza di ogni progetto e oggetto durevole.

La Temporary Concert Hall per l’Aquila, con la forzadella sua logica eterea è, in questo senso, una perfettadimostrazione di efficacia dell’impermanenza. Un’ope-ra però, che confrontandosi con le macchine immobilidella burocrazia e della politica nazionale, tradisce sestessa, trasformandosi nel suo opposto, un monumentoitaliano all’eternità del provvisorio.

* Direttore Domus dal 2007 al 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

La solita fieradel «costruitoin fretta»

Flavio Albanese

I l nuovo auditorium «temporaneo» disegnato daShigeru Ban e donato generosamente dal Gover-

no giapponese a seguito del drammatico terremo-to aquilano è, purtroppo, l’ulteriore dimostrazione chequella che poteva essere una straordinaria occasione pertrasformare questa terra violentata in un inedito e poten-tissimo laboratorio di architettura contemporanea speri-mentale è diventata, invece, la fiera del costruito infretta (ma perennemente) o la dimostrazione della rigidi-tà burocratica a fronte di una condizione che mette tuttoin discussione.

Non possiamo trasformare ogni occasione di dialogoe collaborazione con autori sperimentali e capaci didare nuovi stimoli al nostro contesto, in un’ulterioredimostrazione delle nostre rigidità procedurali.

Questo vale per Ban, che ci ha offerto una prova chesarebbe stata molto più interessante e poetica nei suoimateriali originali, così come per ogni giovane architet-to italiano che abbia voglia di fare vera ricerca esperimentazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

@ [email protected]

Monumentoall’eternitàdel provvisorio

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■ Shigeru Banè noto nel mondoper l’uso innovativodi materiali ineditinel mondodell’architetturatradizionale,come il cartoneo il bamboo. Famosele case temporaneerealizzate dopoil terremoto di Kobedel 1995 e la chiesain cartone aNagata-Ku (1996).Nel 2010 è statoinaugurato il CentrePompidou di Metz,in Francia(con struttura inlegno, foto sotto),da lui progettato incollaborazione conJean de Gastines

compresso (come il Paer Bridge aParigi e il padiglione giapponesedell’Expo 2000 a Hannover), inItalia ha dovuto rinunciarci, poi-ché la normativa italiana non neconsente l’uso come struttura por-tante. Altra modifica sostanziale

nella copertura, dove la saldaturadelle giunzioni delle membratured’acciaio a fronte degli incastri afrizione (a causa di un’impropriacollocazione degli impianti) ha re-so la copertura non più smontabi-le. L’abbassamento del controsof-

fitto ha così alterato proporzioni eacustica dello spazio. «La minac-cia dell’architetto di ritirare la pro-pria firma – spiega Benedetti – haportato a un compromesso, cherichiederà altri 40-50 giorni di la-voro prima che l’opera sia effetti-

vamente conclusa». Per l’inaugura-zione, infatti, voluta fortementedall’ambasciatore giapponese pri-ma di lasciare l’Italia, è stato co-struito un controsoffitto provviso-rio che sarà rimosso.

Del teatro originario resta il no-

me, «Ltch» («L’Aquila Tempo-rary Concert Hall»), ma nemmenoquesto ha più molto senso vistoche l’uso dell’acciaio al posto delcartone rende la struttura pratica-mente definitiva.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’AUTORE

Shigeru Ban,54 anni, è natoa Tokyo dove haaperto il propriostudio nel 1985.Lo studio contapartner in Americae in Europa

Critico di architetturaMilano

Architetto*Lucca

Fondatore studio Asa*Vicenza e Milano

16 - 19 MAGGIO 2011 PROGETTI E CONCORSI 9