De Salvo A | È povero chi ha 100 mila euro in banca?

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De Salvo A – È povero chi ha 100 mila euro in banca? www.retemmt.it 1 È POVERO CHI HA 100 MILA EURO IN BANCA? di Alessandro De Salvo 28 ott 2015 Sabato 17 Ottobre è stata celebrata la giornata mondiale contro la povertà. I dati Istat parlano chiaro: la povertà in Italia coinvolge quasi un quarto della popolazione residente. Oltre 4 milioni di persone si trovano in una situazione di povertà assoluta, e quasi 8 milioni versano in una condizione di povertà relativa. È assolutamente povero chi non ha la possibilità finanziaria di acquistare beni e servizi per il soddisfacimento dei primari bisogni umani, è relativamente povero chi ha un’elevata difficoltà a farlo. Ora pongo ai lettori una domanda: è povero chi ha 100 mila euro in banca? Suppongo che la risposta, scontata, possa essere: assolutamente no. Sarebbe una risposta tecnicamente corretta. Con tutti quei soldi, infatti, ci si può permettere di comprare l’occorrente per soddisfare ben altro che i propri bisogni primari. Riformulo, allora, la domanda: è povero chi, pur avendo 100 mila euro in banca, accompagna quotidianamente i propri figli in una scuola pubblica fatiscente che se dovesse arrivare un terremoto, nemmeno tanto forte, apriti cielo mio Dio? O chi, quando piove, non sa se una montagna gli cadrà addosso mentre va a lavorare con la sua auto? O chi attende, dopo la prenotazione, dei mesi per effettuare una visita ospedaliera? Probabilmente, riformulando la domanda in questi termini, la risposta non sarebbe più così scontata. Il concetto di povertà dovrebbe andare al di là di una mera definizione per effettivamente esprimere la mancata possibilità di soddisfare quei tanti bisogni reali che lo Stato, invece di garantire, ha deciso di sacrificare sul sacro altare dell’austerità, in nome di una disciplina di bilancio fine a se stessa, rendendoci così, chi più chi meno, tutti ancora più poveri.

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Alessandro De Salvo,"È povero chi ha 100 mila euro in banca?"28 ott 2015

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È POVERO CHI HA 100 MILA EURO IN BANCA? di Alessandro De Salvo

28 ott 2015 Sabato 17 Ottobre è stata celebrata la giornata mondiale contro la povertà. I dati Istat parlano chiaro: la povertà in Italia coinvolge quasi un quarto della popolazione residente. Oltre 4 milioni di persone si trovano in una situazione di povertà assoluta, e quasi 8 milioni versano in una condizione di povertà relativa. È assolutamente povero chi non ha la possibilità finanziaria di acquistare beni e servizi per il soddisfacimento dei primari bisogni umani, è relativamente povero chi ha un’elevata difficoltà a farlo. Ora pongo ai lettori una domanda: è povero chi ha 100 mila euro in banca? Suppongo che la risposta, scontata, possa essere: assolutamente no. Sarebbe una risposta tecnicamente corretta. Con tutti quei soldi, infatti, ci si può permettere di comprare l’occorrente per soddisfare ben altro che i propri bisogni primari. Riformulo, allora, la domanda: è povero chi, pur avendo 100 mila euro in banca, accompagna quotidianamente i propri figli in una scuola pubblica fatiscente che se dovesse arrivare un terremoto, nemmeno tanto forte, apriti cielo mio Dio? O chi, quando piove, non sa se una montagna gli cadrà addosso mentre va a lavorare con la sua auto? O chi attende, dopo la prenotazione, dei mesi per effettuare una visita ospedaliera? Probabilmente, riformulando la domanda in questi termini, la risposta non sarebbe più così scontata. Il concetto di povertà dovrebbe andare al di là di una mera definizione per effettivamente esprimere la mancata possibilità di soddisfare quei tanti bisogni reali che lo Stato, invece di garantire, ha deciso di sacrificare sul sacro altare dell’austerità, in nome di una disciplina di bilancio fine a se stessa, rendendoci così, chi più chi meno, tutti ancora più poveri.