DE PHARMACO CHYMICO - Inventati · 2003-10-10 · pubblicazione di un libro importante: il Liber de...

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LR Labs SA Natural Health Division CH-6900 LUGANO (Swiss) DR. TONNA FABRIZIO Research & Development Manager LRLabs SA – Lugano (CH) DE PHARMACO CHYMICO LA “SPAGYRIACOME SCIENZA NELL’ UNIVERSO OLISTICO Intervento nell’ Ambito del Simposio FARMACI NATURALI E BORDER-LINE PRODUCTS NUOVE PROSPETTIVE NELLA RICERCA FARMACOLOGICA LUGANO (CH) 1996 FORLÌ (I) 1997 Spagyric Remedies, Natural Pharmaceuticals, Nutraceuticals, Cosmeceuticals Research in Homeopathic Remedies, Process development Studies in Spagyric Compounds, their intermediates & Derivates

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CH-6900 LUGANO (Swiss)

DR. TONNA FABRIZIO

Research & Development Manager

LRLabs SA – Lugano (CH)

DE

PHARMACO CHYMICO

LA “SPAGYRIA” COME SCIENZA NELL’ UNIVERSO OLISTICO

Intervento nell’ Ambito del Simposio FARMACI NATURALI E BORDER-LINE PRODUCTS

NUOVE PROSPETTIVE NELLA RICERCA FARMACOLOGICA

LUGANO (CH) 1996

FORLÌ (I)

1997

Spagyric Remedies, Natural Pharmaceuticals, Nutraceuticals, Cosmeceuticals

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L’ UBI CONSISTANT DELLA SPAGYRIA

1. Etimologia della Parola

Il termine Spagyria è di matrice greca e risulta composto da ��ß� (estrarre,

appropriarsi di) e ¶geÄrw (radunare, raccogliere), che esprimono entrambi due diversi

momenti d’ azione tipici dell’ agire pratico di questa Disciplina. La Spagyria è dunque un

modo (non la definiamo ancora Scienza poichè non siamo ancora arrivati alla

esposizione del suo Statuto epistemologico) per intervenire sulla materia differenziata al

fine di analizzarne la costituzione elementare e per ricostituirne, in seguito, gli assunti

strutturali di base.

Approfondendo il discorso, vediamo i due termini quali protagonisti indiscussi di un

gioco di equilibri significanti all’ interno dell’ attività formale del dettato operativo. In una

lettura speculare del termine, una lettura cioè che ci permetta di ribaltare il punto di vista

prospettico della riflessione, il verbo ¶geÄrw, assumendo il significato di proporre un’ infinita

collezione molecolare nel doppio senso spazio-temporale e psichico, apre l’ orizzonte

interpretativo verso l’ universalità delle complessificazioni combinatorie possibili che

rivelano, altresì, la concreta organizzazione topologica delle operazioni.

Esiste infatti nell’ Universo Spagyrico una reale identità tra le funzioni organiche dell’

entità studiata, sia essa vegetale o minerale, e l’ Uomo quale Operatore effettivo o

Beneficiario del risultato. AgeÄrw è dunque l’ atto di considerare l’ Essere umano una

realtà unitaria, ove ogni organo è legato ad una precisa topologia propria inserita in una

topologia corporea individuata, che come tale permette di giungere a spßw, ovvero all’

impulso, alla spinta e, ancora, all’ estrazione della vitalità attiva la cui conformazione può

essere progettata preliminarmente sulla base dell’ identità definita.

Questo atto di estrinsecazione permette quindi di riamalgamare ogni particella di

reale potenzialità vitale verso un’ identità finale ed attiva, secondo uno spazio

topologicamente spiraliforme che identifica, nella corsa simbolica, il momento temporale

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nella sua massima densità esistente. con la Spagyria gli Antichi vollero superare una

concezione entropica dello spazio vitale interno all’ Individuo, generando una tensione

proiettata verso la globalità della sua unità dinamica essenziale.

2. I Precursori della Spagyria e il suo Fondatore

Chi furono gli Uomini colti che fondarono questo sistema e ne definirono i parametri

fondamentali?

Questa domanda, apparentemente banale può essere formulata da chiunque, per

la prima volta, si trovi a confrontarsi con una Disciplina praticamente sconosciuta, ricca

di mistero voluto per puro spirito di confusione e di cui molti parlano in termini puramente

simbolici senza averne mai definito uno Statuto preciso.

Il secolo XVI rappresenta un periodo di grande progresso scientifico. molti sviluppi in

campo sociale e culturale favoriscono un atteggiamento nuovo nell’ affrontare i vecchi

problemi. Fra questi nuovi sviluppi va annoverata una più vasta prospettiva geografica

dovuta alla scoperta del Nuovo Mondo, la diffusione della stampa e l’ aumentata

possibilità di utilizzare gli autori classici greci, dovuta al fatto che gli studiosi bizantini dopo

la caduta di Costantinopoli nel 1454 si erano dispersi in tutto il mondo.

Per questo motivo le Scienze hanno uno sviluppo notevole, soprattutto le Scienze più

antiche dalle basi più solide; nomi come VESALIUS (1514-1564) per l’ Anatomia e Copernico

(1473-1543) per l’ Astronomia testimoniano ampiamente l’ avvenuta crescita in molteplici

campi del sapere. Dal punto di vista dell’ indagine accurata del Regno minerale e del

Regno vegetale la progressione fu significativa, anche se meno evidente, e perpetrata

per lo più da tecnici la cui cultura andava progressivamente distaccandosi dal concetto

cosmologico dell’ Alchimia legata alla matrice esoterica per affrontare una

sistematizzazione concettuale che ha la Pratica come perno di riferimento.

Assistiamo così ad un ampio fiorire di tecniche, essenzialmente applicate all’ ambito

metallurgico, che permetteranno all’ antica Disciplina di evolvere su un piano

applicativo più completo e definibile. L’ inizio del XVI secolo fu caratterizzato dalla

pubblicazione di un libro importante: il Liber de arte distillandi de simplicibus dovuto a

HIERONYMUS BRUNSCHWIG (1450-1513), che apparve intorno al 1500. Questo Autore, che

possiamo considerare il primo precursore della Scienza Spagirica mirava ad ottenere i

principi medicamentosi essenziali delle Piante distillandone le acque, ovvero il macerato

essenziale attraverso un rudimentale procedimento in corrente di vapore. L’ opera di

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Brunschwig ebbe sicuramente un’ ampia eco nella elaborazione di procedure

tecnologiche per l’ ottenimento delle complessificazioni dalle materie prime vegetali.

Lo stesso ebbe luogo in campo minerale, ove la pubblicazione di diversi manuali

permise non solo l’ introduzione ancora timida dell’ analisi chimica, ma anche la

conoscenza della realtà inorganica e delle prime teorie rivoluzionarie circa la genesi

delle concrezioni cristalline. Nel De Natura fossilium di GEORGIUS BAUER (1546) abbiamo

infatti una prima classificazione dei minerali fondata sulle proprietà fisiche che apriva un

nuovo capitolo tendente ad allargare la prospettiva della realtà metallica ben oltre l’

analogia teorica del sistema planetario formulata dall’ antica Alchimia.

Possiamo affermare che nomi come Bauer, Vannuccio Biringuccio, Lazarus Ercker,

stanno alla base della Spagyria minerale come Della Porta e Bruschwig stanno a quella

della Spagyria di matrice vegetale.

La Spagyria, nel suo sistema interno, origina però con tutta probabilità, per opera di

THEOPHRASTUS BOMBAST VON HOENHEIM, detto Paracelso, il cui desiderio fondamentale era

quello di sottomettere la Cosmogonia alchemica all’ osservazione naturalistica

liberandola dal guscio di mitologia e simbolismo ermetico che la caratterizzava nel suo

dettato epistemico fondamentale. Per Paracelso, la conoscenza non poteva avvenire

per pura illuminazione ma attraverso l’ indagine precisa e l’ esperienza ottimale di

ricomposizione e miglioramento della materia.

Questo nuovo modo di concepire le Scienze naturali dell’ epoca si trova

perfettamente integrato nella dimensione operativa dell’ Arte medica. Certo, egli fu

osteggiato a più riprese per le Teorie proposte, ma quello che è più importante

comprendere è l’ assoluta certezza dei suoi assunti, tutti valutati sulla base della

sperimentazione e non sulla fede nei confronti di antichi Maestri: il metodo dell’ Alchimia

tradizionale o è analitico-esperienziale o non è.

L’ assunto paracelsiano è di duplice natura: organico e inorganico, ma a questo

livello non vi sono differenze applicative, l’ unico motivo di differenziazione è

rappresentato dal settore operativo che richiede modalità appropriate. Benchè ancora

frammiste di dottrina astrologica, le teorie sono imperniate sulla visione unitaria dell’

Universo umano, attraverso un fondamento teoretico e pratico tendente ad una

interpretazone della malattia e del suo rimedio su base olistica.

Lo stesso metodo di preparazione dei medicamenti diventa fondamento essenziale

per l’ elaborazione del nuovo sistema interpretativo. Paracelso deduce i suoi principi

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dagli scritti di studiosi come Giovanni da Rupescissa e Arnoldo da Villanova, che

avevano messo in rilievo l’ uso dei medicamenti alchemici per la cura delle malattie, dai

libri sulla distillazione di Bruschwig e dei suoi successori, e dagli scrittori di metallurgia dell’

epoca. il suo merito straordinario è stato quello di ampliare il termine alchimia ben oltre i

limiti definiti all’ epoca: per lui è tale ogni processo in cui i prodotti erano resi adatti per un

nuovo fine, includendo persino processi come la lavorazione del ferro e la cottura del

pane.

Assumendo per definitivo l’ assunto secondo il quale esiste analogia di struttura e di

processo tra la dimensione macrocosmica dell’ Universo e il Microcosmo umano, ritiene

che la digestione sia un processo alchemico nel quale un catalizzatore, l’ ARCHEUS,

separerebbe nel Corpo le sostanze nutritive da quelle tossiche.

Lo scopo più importante dell’ Alchimia è dunque quello di preparare medicamenti

e non cercare di trasmutare metalli vili in oro. Questi supporti terapeutici, detti arcana,

possono ripristinare l’ equilibrio del corpo turbato dalla malattia, restituendo in termini

energetici quanto è stato perso a causa dell’ intervento patologico. Il meccanismo di

conoscenza alchemica è dunque per lui non un’ astrazione generale di indagine

materiale, ma la riorganizzazione, attraverso l’ osservazione e la realizzazione del giusto

rimedio, dei piani vitali e cosmici sconvolti dallo stato di de-ritmicità interna. non si può

dunque più parlare di semplice Alchimia, è necessario assumere un criterio analitico-

sintetico nei confronti dei fenomeni turbatori dello stato naturale.

3. Il Vecchio e il Nuovo

Come abbiamo osservato, la volontà primaria di sistematizzazione della materia

alchemica porta numerosi Autori ad un passaggio concreto dall’ ambito delle teorie

cosmologiche e mistico-filosofiche all’ ambito della sperimentazione di Laboratorio.

Questo aspetto è molto importante poichè permette di capire quanto della Cosmologia

alchemica fu rivoluzionato nei secoli a venire per essere definito secondo nuovi e più

razionali parametri.

É giunto quindi il momento di fare il punto sulla metodologia di un Sistema.

Abbiamo visto che per Paracelso non è più possibile vedere nella Trasmutazione l’

obiettivo fondamentale dell’ Alchimia. Anzi, non è più possibile neppure parlare di questo

metodo di indagine: per preparare medicamenti efficaci è necessario sottoporre un gran

numero di metalli a serie standardizzate di reazioni, ottenendo così un certo numero di sali

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di altri metalli in soluzione. Il metallo va dunque aperto al fine di estrarne la virtù essenziale

(sp§w) per poi riunirla (¦ge�rw) a quelle estratte da altri metalli al fine di confezionare un

medicamento efficace e realmente mirato, il Rimedio Spagyrico.

Queste soluzioni particolari, definite oli, rappresentano un approccio di processo

integrabile come trattamento individuale della sostanza separata; l’ uso di sostanze

minerali permette così di allargare la prospettiva quantitativa dei rimedi disponibili,

sebbene esista il dubbio che in alcuni casi tali rimedi fossero decisamente dannosi per il

paziente. L’ accento posto da Paracelso sulla Iatrochimica, l’ uso di procedimenti

Spagyrici per preparare medicamenti, modificò molto le preesistenti teorie mediche e

nonostante la sua opera fosse osteggiata da più parti, nella seconda metà del XVI secolo

sorse un folto gruppo di seguaci paracelsiani che diede ampia diffusione al nuovo

metodo.

Quello che più interessa è la notevole evoluzione che la Spagyria paracelsiana ha

subito nel corso dei secoli. Il linguaggio forgiato da Paracelso dimostra ampiamente la

necessità di una nuova nomenclatura, messaggio che non tutti assimileranno subito a

causa soprattutto di controversie di Scuola. Il sistema paracelsiano non sarà

pesantemente variato nei suoi assunti fondamentali se non dall’ intervento del concetto

antropologico cartesiano, importante per certi versi (se correttamente interpretato, ma

che lasciò spazio ad un riduzionismo epistemico sempre più profondo.

Nelle opere posteriori di autori come JOHANN ISAAC HOLLANDUS e ISAAC HOLLANDUS,

padre e figlio1, troviamo molti riferimenti alle idee paracelsiane. Dal punto di vista

operativo, Isaac Hollandus figlio, nel suo Opus Vegetabile, presenta alcuni procedimenti

tipici di matrice paracelsiana ma applicati al regno vegetale con un perfezionamento

delle tecnologie applicative e una possibilità di interazione tra sostanze minerali

propriamente dette e sali vegetali prodotti dalla incenerizione di misti opportuni.

Questo dimostra che la tecnica viene ad essere progressivamente perfezionata per

trovare in diversi Autori una ricca elaborazione pratica che ancora non disdegna l’ utilizzo

di un linguaggio tradizionale (von Welling, Opus Magico-cabbalisticum theosophicum,

Hamburg 1735), accanto a sistemi precisi di preparazione dei Tre Essenziali (Urbiger,

Circolatum Mayus, Hamburg 1705), come vedremo in seguito.

L’ evoluzione massima del sistema è però presente nel periodo che va dal XVII al XIX

secolo, un momento significativo perchè vede la Spagyria come Disciplina

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progressivamente libera nella strutturazione dei contenuti teorici e delle categorie

metodologiche legate alla prassi di Laboratorio. Due i periodi più interessanti: il XVIII e il

XIX secolo quali momenti fondanti il nuovo approccio strutturale della Disciplina

Spagirica. non è possibile, però, comprendere l’ evoluzione che va dal 1700 alla fine del

1800 senza prima aver assunto come riferimento storico l’ impulso dato da alcuni grossi

nomi del XVII secolo.

Accanto alla progressiva affermazione della Chimica come Scienza autonoma,

iniziata all’ apparire del XVII secolo grazie all’ importanza data dagli Iatrochimici all’ uso

di medicamenti di natura complessa che continuava a indurre allo studio delle reazioni

chimiche, assistiamo al cammino parallelo della Ricerca Spagirica verso un profondo

interesse nei confronti della nuova Scienza.

La tradizione di dedicarsi alla Chimica sperimentale propria di ANDREAS LIBAU (1540-

1616) perdurò nel nuovo secolo coinvolgendo in primis, proprio Medici e Farmacisti come

JEAN BÉGUIN (†1620), ANGELO SALA (1576-1637) e il grande JOHAN RUDOLPH GLAUBER (1604-1670)

che sta alla Scienza Spagirica esattamente come A. Lavoisier sta alla Chimica moderna.

Il merito di Glauber è quello di essere stato prima di tutto un chimico sperimentale, con

una grande attitudine teoretica che gli permise addirittura di avanzare ipotesi nel campo

della futura Chimica organica, il cui lavoro ispirò grandi menti come JAN BAPTIST VAN

HELMONT (1577-1644) e che stimolò i prosecutori della Spagyria sperimentale ad aprire un

ramo interessante interamente dedicato alla Ricerca.

Questo, parallelo all’ ambito terapeutico, raggiunge il suo massimo sviluppo a

cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, anche se ormai il mondo delle Accademie non parla più

di Spagyria. Tuttavia, l’ entrata nei Laboratori di nuovi metodi di approccio e di nuovi

strumenti permette sempre più di articolare le tecniche di elaborazione dei Preparati

mirati ad un livello qualitativo superiore. Un esempio è dato dal medico tedesco CARL

FRIEDRICH ZIMPEL (1800-1878) che sulle tracce degli studi di Paracelso e di Glauber elaborò

un metodo interessante di produzione di medicamenti Spagyrici che non si fermava

semplicemente all’ ottenimento di Tinture erboristiche ma mirava all’ elaborazione di

Principi attivi derivanti dall’ interazione tra complessi di origine organica e inorganica

estratti dai corpi di partenza attraverso procedure che implicavano una certa reattività

tra i corpi semplici. Benchè il suo lavoro non fosse capito e si considerassero questi

1 Non è certo se si tratti di scritti anteriori o posteriori a Paracelso, un dato certo è che riportano molte delle idee sviluppate dal Padre della Iatrochimica.

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prodotti come delle semplici dissoluzioni minerali, il fatto reale è che il fenomeno di

affinità portava a risultati molto interessanti.

L’ affinamento tecnico segue di pari passo l’ evoluzione dei sistemi secondo una

criteriologia che non vuole essere riduttiva o settoriale. La procedura di Laboratorio è

sempre vista nella luce di un approccio olistico che consideri lo spazio agito dello

Spagyrista come momento fondante dell’ architettura operativa susseguente.

Attualmente, proprio grazie ad una volontà di sintesi concreta tra il metodo dell’ indagine

positiva e la visione totalizzante del fenomeno, è possibile evolvere non solo nel metodo

ma anche nella elaborazione teorica.

Il fatto che la Spagyria si sia conservata intatta, per certi versi, in questo importante

approccio analogico-globale, indica che i modelli antichi non sono del tutto errati e che

solo un criterio chiuso può averli relegati ad ambiti pseudo-scientifici. il fatto che una tale

Disciplina si rifaccia ad un approccio antropologico e non disdegni una corretta sintesi

operativa è dimostrato dal fatto che l’ 800 positivista non ha rifiutato, nella persona dei

più valenti Chimici del passato, questo metodo interpretativo della realtà e questa

summa di tecniche d’ indagine. P. ORFILA, J.J. BERZELIUS, J. VON LIEBIG, V. REGNAULT, R.

FRESENIUS, M. BERTHELOT, CHEVREUL non dimostrarono mai refrattarietà nei confronti di questa

Disciplina e, se anche non ne sposarono dichiaratamente la causa, tuttavia non

mancavano di discuterne per trovare in essa i legami con la Chimica moderna di cui

erano grandi portavoce. Accanto a loro, la linea di altri Ricercatori come DUSSON e

TIFFERAU in Francia, EMMENS e HOPKINS nei Paesi anglosassoni continua quanto i primi

avevano iniziato. Si può quasi dire che sono stati e sono tuttora più scettici gli Storici della

Scienza che non gli Scienziati, che ogni giorno vedono sotto i loro occhi il miracolo

straordinario della Natura.

Lo stesso vale per il XX secolo, il secolo della Tecnica ovvero del momento di

trasferimento tecnologico della conoscenza scientifica verso quegli ambiti inesplorati del

Progresso che dovrebbero renderci felici invece di inquietarci stupidamente. Alexander

von Bernus, Spagyrista tedesco d’ eccezione, è una dimostrazione di questa

conservazione, non ottusa ma volta al progresso, dei Principi inalienabili della Spagyria di

Laboratorio. E che non dire di C.L. KERVRAN scopritore delle trasmutazioni a debole

energia, non certo un folle che cerca l’ oro ma uno scienziato pronto ad affermare il

Principio di universalità della materia in termini scientifici e sulla base di acute verifiche

sperimentali.

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Tutto il lavoro di F. Lavairière fu dedicato a questo metodo di approccio, la

necessità di chiarire bene gli ambiti, la volontà di definire sperimentalmente e secondo

una nuova terminologia i Corpi ottenuti, l’ obiettivo di conoscere da cosa sono costituiti

questi nuovi Corpi e come agiscono tra di loro; la volontà ferma di identificarli quali entità

chimiche concrete, con una loro struttura molecolare e un loro campo d’ azione, la

possibilità di renderli utilizzabili in campo terapeutico o come mezzi preventivi in linea con

i concetti della Medicina omeopatica e della Medicina olistica. Il tracciato sistematico

del suo metodo di Ricerca è illustrato nello schema della pagina seguente che in parte ci

premureremo di spiegare.

Innanzitutto, la distinzione è effettuata, inizialmente solo a livello di indagine poi a

livello di realizzazione formale, in due ambiti che egli definisce rispettivamente

FitoSpagyria e Spagyria minerale nelle loro accezioni di Ricerca e Applicazione. I due

ambiti sono distinti ma non separati, questo sia nel dettato metodologico che in quello

teorico, nè nel loro interno nè nei campi periferici di sviluppo. Nella prima si occuperà

dell’ ambito vegetale mentre nella seconda si interesserà dell’ ambito minerale.

- FITOSPAGYRIA DI RICERCA ED APPLICATA: Solo apparentemente dissimili, esse derivano l’

una dall’ altra, la prima essendo l’ origine della seconda. Questo fenomeno di

derivazione si compie come logico dal punto di vista delle conoscenze sperimentali

acquisite nell’ indagine dei Principi semplici costituenti di vari tipi di vegetali da un punto

di vista prettamente analitico (ricerca dei parametri qualitativi). Lavairière si rende conto

quasi subito, grazie all’ analisi chimica, che le ipotesi e le teorie degli Antichi non possono

essere totalmente attendibili da un punto di vista scientifico e che i composti isolati dai

suoi contemporanei e definiti Principi essenziali sono semplicemente o Oli essenziali o

Alcaloidi o, ancora, Sali minerali estratti per incenerizione degli stessi macerati vegetali.

L’ Elaborazione dei Principi attivi deriva essenzialmente da una intuizione relativa alle

complessificazioni organiche che riesce ad ottenere attraverso un trattamento diretto sul

vegetale fresco per distillazione frazionata, in corrente di vapore, facendo uso di una

colonna di particolare concezione. La Tintura base raccolta sarà analizzata ed in essa

verrà identificato un composto organico-inorganico, molto denso e instabile sul quale

lavorerà parecchi anni al fine di separarne i componenti essenziali.

Ripetute esperienze condotte su circa 350 tipi vegetali di ogni famiglia, insieme all’ analisi

chimica sistematicamente effettuata su quanto otteneva ad ogni esperienza, gli dimostra

che esistono sempre tre Complessi semistabili, uno di natura organica, uno a metà strada

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tra l’ organico e l’ inorganico e l’ ultimo inorganico che compartecipano alla formazione

della complessificazione chimica maggiore dalla quale sono stati estratti.

Questi composti saranno studiati in collaborazione con Medici Omeopati e Allopati e ne

verrà definita una possibilità di applicazione terapeutica mirata (in sinergia con altri

preparati di origine minerale), che interverrà altresì nel campo minerale, in perfetta

sinergia con Estratti minerali, Oligoelementi, Galenici e Integratori Alimentari a struttura

inorganica.

- SPAGYRIA MINERALE DI RICERCA ED APPLICATA: Viene ad essere parallela alla precedente

e si impegna innanzitutto al chiarimento dei metodi legati al Regno minerale attraverso l’

acquisizione di tecniche per la sintesi e la elaborazione di composti che saranno resi

particolarmente reattivi nei confronti dei prodotti-base della FITOSPAGYRIA in modo da

ottenere Principi attivi di matrice organometallica. Il concetto di sintesi è però, per

Lavairière, derivato sia dalla preparazione di Complessi da Principi attivi minerali

preventivamente estratti e purificati, sia dall’ utilizzo congiunto di sostanze naturali e

catalizzatori ottenuti da minerali e metalli allo stato nativo, cui è stato applicato un

trattamento preliminare di arricchimento. La procedura di estrazione e purificazione dei

Principi avviene, attraverso il sistema di dissoluzione classico, che portava all’ ottenimento

di sali complessi opportunamente trattabili, oppure attraverso una tecnica spagirica di

dissoluzione controllata e frazionata basata sulle concentrazioni stabilite su base di

calcolo dall’ analisi chimica preliminare della materia prima di partenza (questo aprirà il

capitolo delle trasmutazioni e il chiarimento del ruolo epistemologico della Spagyria

come Scienza).

Accanto a questo campo d’ indagine si opererà altresì lo Studio e la Progettazione

di tecnologie di processo controllate per la produzione dei preparati terapeutici sopra

enunciati, nonchè, in collaborazione con un gruppo di Fisiologi e Tossicologi, la loro

metabolizzazione e assorbimento da parte dell’ organismo e la relativa

Farmacodinamica. La scoperta della presenza di sali minerali particolarmente attivi nella

Rugiada avviene per caso, sperimentando direttamente sull’ umidità notturna in ordine al

chiarimento di alcune teorie antiche circa l’ utilizzo in Spagyria di quest’ acqua

particolare. Gli studi sull’ acqua e sulle sue diverse applicazioni in Spagyria interesserà

moltissimo Lavairière che dedicherà ad essa molti sforzi al fine di migliorarne la capacità

solvente. Infine, lo studio degli elementi puri e del loro trattamento Spagyrico per un’

applicazione in campo terapeutico, completa la prima parte della Ricerca spagirica

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minerale. A questo livello, entrano in scena altri due campi sperimentali, originati dal

canale della Ricerca pura fitospagirica, che avranno solo parzialmente successo a causa

degli scarsi mezzi di verifica a disposizione:

- ZOO-MINEROSPAGYRIA E ZOO-FITOSPAGYRIA: Sono due campi di Ricerca paralleli che

ebbero come scopo di chiarire la possibilità di interazione tra sali minerali di origine

animale e complessificazioni fitochimiche e minerali. Lo scopo era essenzialmente legato

allo studio del biochimismo umano e del suo riequilibrio durante l’ intervento di particolari

prodotti opportunamente somministrati in dissoluzione omeopatica. Quanto gli Studiosi

desiderano chiarire, a questo livello, è la farmacodinamica dei Prodotti Spagyrici sulla

base delle interazioni chimiche dell’ organismo anche a livello di massima dissoluzione. In

particolare, la ZOO-FITOSPAGYRIA permetterà di affinare i processi estrattivi e di purificazione

dei Principi attivi minerali al fine di renderli chimicamente compatibili con quelli di origine

vegetale.

Attualmente molti Ricercatori negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Germania continuano

i loro studi e la sperimentazione di Laboratorio su questa linea, perfezionando

progressivamente i metodi e gli strumenti allo scopo di rendere sempre più chiara la

differenza fondamentale che intercorre tra un semplice Estratto vegetale e un Preparato

Spagyrico. Tutto questo ci aiuta a capire che l’ evoluzione moderna della Disciplina

Spagirica ha trovato terreno fertile nel lavoro di Ricercatori seri e disinteressati che hanno

voluto capire cercando innanzi tutto di conoscere.

4. Per una ri-definizione della Spagyria come Scienza

La sintesi paracelsiana dalla quale origina la Spagyria rappresenta dunque un’

eredità inestimabile che non può essere abbandonata a sè stessa. É dunque giunto il

momento di fondare uno Statuto epistemologico per questa Disciplina.

Innanzitutto, è necessario comprendere un dato storico fondamentale: LA FISSAZIONE

DEL METODO OPERATIVO A PARTIRE DAL CONCETTO DI MISTI.

MISTO è, nel concetto antico, ciò che la Natura consegna in forma specificata nel

processo evolutivo delle entità viventi e non viventi dopo una elaborazione complessa e

retta da leggi di interazione, di un nucleo di Principi fondamentali (Mercurio, Zolfo e Sale)

per il tramite di Elementi Primordiali che ne esprimono la Radice universale (Acqua, Aria,

Fuoco, Terra).

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Questo è un aspetto non trascurabile in quanto rappresenta il perno intorno al quale

la Dottrina Spagirica del passato ha sviluppato tutti i concetti relativi alla ricerca dei

sintomi e alla loro cura attraverso il rimedio appropriato. Non solo, ma come abbiamo

precedentemente visto, il passaggio da una visione cosmologico-mitica ad un

approccio sistematico-sperimentale avviene solo dopo una trasformazione parziale dei

concetti interni maturata sulla base dell’ esperienza tecnica.

Fondata con l’ intento di elaborare medicamenti improntati alla natura fisica dei tre

Regni (minerale e metallico in particolare) essa diviene progressivamente Disciplina di

Ricerca al fine di trovare una connessione tra la dimensione macrocosmica universale e il

Microcosmo umano in tutta la sua realtà significata. La Spagyria nasce prima di tutto

come Arte Spagirica con il fine di estrarre dai misti, ovvero dai corpi complessi offerti

dalla Natura, sotto un’ unica forma segnata dai Tre Principi dell’ Alchimia tradizionale di

matrice aristotelica, la Quintessenza o Sostanza spirituale attiva, costituita dallo Spirito e

dall’ Anima, sviluppate dalle materie dense e terrestri, fissate dal Sale e animate dallo

Spiritus mundi o Fluido vitale.

Questa concezione che riprenderemo per un’ analisi più approfondita nello studio

del processo di genesi ed evoluzione del concetto di Principi Spagyrici, vede le

Quintessenze e le altre sostanze dinamizzate come rigeneratrici del Corpo umano

attraverso la comunicazione di un surplus di energia vitale e salute. Attraverso questo

processo, dunque, lo Spagyrista e il Paziente sono entrambi esposti ad un fenomeno di

assimilazione controllata della virtù intrinseca del Principio attivo estratto e rielaborato: il

primo perchè estrinseca oggettivamente l’ atto di preparazione del rimedio ponendosi al

diapason con la realtà energetica della trasformazione, il secondo perchè assume l’

oggetto stesso della trasformazione che trasfonderà in lui la virtù acquisita.

Ora, la sperimentazione ci ha dimostrato che esistono realmente principi fitochimici

e minerali attivi con l’ organismo, ma sarebbe azzardato spingere troppo in là questa

concezione e vedervi un che di magico e miracolistico. Nostra intenzione è di restituire la

Spagyria secondo i canoni di una Scienza, tuttavia non vogliamo renderla una realtà

fredda e distaccata dalla dimensione globale dell’ Essere, come in realtà non è.

Un elemento importante è dunque racchiuso della giusta collocazione del

linguaggio appropriato. Le leggi dell’ analogia sistematica possono giungerci in aiuto.

Innanzitutto esiste un legame molto forte tra la dimensione psichica e la dimensione

fisiologica; non sono “corpi” separati o distinti, è un tutt’ uno, una realtà unitaria costituita

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da tre tipi di interazioni che potremmo tranquillamente assimilare ai Tre Principi o Essenziali

della Tradizione paracelsiana. Dette interazioni sono:

� Lo SPAZIO TOPOLOGICO INTERNO al Corpo, nel quale gli organi occupano una

particolare geometria e sono disposti secondo una specifica architettura (la natura fissa

o sulfurea)

� Lo SPAZIO TOPOLOGICO ESTERNO al Corpo, luogo delle influenze esterne, l’ area

geometrica che il Corpo occupa e attraverso la quale sono trasmessi gli agenti patogeni

(la natura volatile, instabile e mercuriale)

� L’ UNIVERSO PSICHICO, la Mente umana, sede dell’ Energia vitale, il principio

unificatore per eccellenza, quello che regolamenta ogni funzione sia attraverso l’

elaborazione cosciente che attraverso l’ inconscio nella sua più ampia accezione (il Sale,

il Principio di equilibrio fondamentale che partecipa di entrambi i precedenti).

In quest’ ottica fondamentale, è sufficiente uno squilibrio anche minimo a livello

psichico per determinare lo stato patologico.

Con ciò non intendiamo affermare in assoluto che ogni malattia prende origine

dallo stato di perturbazione dei canali della mente, ma ben sappiamo che lo spirito

dotato di ragione, per dirla con Hahnemann, abita un organismo vivente animato da un’

Energia vitale immateriale e che noi ci sentiamo di chiamare dinamica dell’ Esistente. É la

rottura dell’ equilibrio dell’ Energia vitale che si pone alla base delle patologie e che si

manifesta per mezzo delle perturbazioni delle funzioni e delle sensazioni del Corpo.

Un dato importante, prima di proseguire nel nostro tentativo di ridefinizione

sistematica, è l’ identificazione di un concetto appropriato di Scienza.

Siamo ben lontani oggi dal concetto aristotelico di Scienza, ma siamo altresì lontani

dalla pretesa di assolutezza mostrata dalla Scienza con Fichte ed Hegel. Questo

concetto si è progressivamente evoluto nel corso dei secoli, giungendo ad un equilibrio di

impostazione che permette una più giusta valutazione del problema. Certamente nell’

ambito prettamente scientifico si ammette una pluralità di posizioni, soprattutto dopo che

gli studi di K. Popper hanno inserito il problema della falsificabilità nel circuito delle

Scienze abbattendo la pretesa di assolutezza che si era stabilito con il criterio della

verifica ad opera del neo-positivismo.

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La Scienza ha avuto un lungo cammino, durato secoli in cui ha evoluto la sua stessa

definizione. Generalmente si possono considerare tre tappe:

Momento Aristotelico - La Scienza è una conoscenza certa e sempre valida, risultato

della deduzione logica. Oggetto della Scienza è il necessario in contrapposizione all’

opinione, per cui la Scienza sarà sempre conoscenza dell’ essenza necessaria.

Momento moderno - Con Galileo, Cartesio, Newton, Bacone, Compte la Scienza è

conoscenza dimostrativa strutturata sulla matematica e sulla fisica. É osservazione dei

fatti e dei fenomeni; è riflessione che induce a ricondurli a leggi naturali invariabili. Al

metodo deduttivo degli aristotelici subentra il metodo induttivo.

Momento contemporaneo o dell’ autocorreggibilità - Con questo concetto si perde

ogni pretesa di assolutezza da parte della Scienza e s’ inserisce in essa un’ idea che le era

completamente estranea, quella del dubbio. La Scienza diventa conoscenza che fonda

un sistema autocorrettivo: nessuna posizione raggiunta sarà assolutamente certa, i

principi adottati nel metodo saranno sempre provvisori e soggetti ad ulteriori correzioni (K.

Popper).

L’ evoluzione del concetto ha permesso di modificare gli eccessi di dogmatismo

che si erano instaurati nella Scienza e, evidentemente, questo permette oggi un dialogo

più sereno ad opera delle varie Scienze, per cui nessuna può sentirsi subalterna all’ altra.

Normalmente si è soliti suddividere le varie Scienze all’ interno di una unica articolazione,

per cui avremo Scienze sperimentali, Scienze razionali, Scienze umane, a seconda che

prevalga la sperimentazione o la riflessione. É necessario tuttavia dire che siamo giunti

oggi ad una tale specializzazione delle varie Scienze che anche questa suddivisione

appare ristretta e impropria.

Se dovessimo pertanto definire la Scienza, diremo che essa è un’ insieme di

conoscenze generali comunicabili, che sono collegate tra di loro da un sistema logico

tale da formare un coerente sistema di riflessione. Con questa definizione è possibile

riconoscere alcuni tratti che sono costitutivi anche della Scienza Spagirica: anzitutto la

presenza di conoscenze non frammentarie, ma così intimamente unite e consequenziali

da formare un’ unità reale e inscindibile e che posseggono la caratteristica di essere

comunicate tramite il dialogo e il confronto.

Inoltre vi è un sistema conoscitivo per cui l’ unità e la guistificazione del proprio

esistere si estende dalle premesse alle conclusioni. Infine, che si possiede un metodo

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particolare con cui accostarsi all’ oggetto specifico di indagine, che permette di

ottenere dei risultati certi e sicuri.

Mediante la Scienza l’ Uomo sviluppa la sua attività di conoscenza della realtà,

tende a possedere in pienezza l’ esistente, affina l’ intelletto nella ricerca del vero e

contribuisce al progresso della storia umana perchè rende più intelligibile la Natura, la

storia, l’ Uomo e i loro rapporti reciproci. É illusorio quindi pensare la Scienza come

svincolata da ogni premessa filosofica che, in qualche modo la determina nella propria

ricerca. Anche quando le Scienze professano di fare a meno di qualsiasi filosofia, in effetti

questa professione è fatta in conseguenza di un’ opzione filosofica.

Da questo si possono assumere, al fine di definire uno statuto epistemologico della

Scienza Spagirica, cinque funzioni autocompenetrantesi e sinergicamente attive le quali

rispondono in pratica a regole analitiche ed operative particolarmente importanti:

1. Funzione fàtica o di contatto - serve a stabilire, verificare, prolungare o

interrompere la comunicazione tra mittente e/o destinatario; essa è espressa nella

Spagyria attraverso i canali interpretativi epistemologici capaci di porre interrelazionalità

tra le diverse Discipline al fine di costituire un nucleo di indagine compatto a sistema

aperto. La regola derivante impone una conoscenza attenta del dettato contenutistico

di ogni Disciplina con la quale si stabilisce il rapporto, delle strutture linguistiche specifiche

(linguaggio tecnico) e semiologiche (simbolismo tecnico).

2. Funzione metalinguistica - serve a verificare se il mittente e/o il destinatario

utilizzano lo stesso codice linguistico; è la struttura stessa della terminologia tecnica che si

pone alla base della Spagyria. Da questa deriva, in connessione con la precedente, un’

altra regola fondamentale relativa alla deontologia Spagirica: la perfetta conoscenza

delle Leggi e delle Normative che regolamentano la Materia Medica e Farmaceutica. É

importante che questo aspetto sia profondamente assimilato poichè lo Spagyrista non

deve essere visto come un guaritore o un sostituto del Medico tradizionale, ma come un

Ricercatore aperto ad una visione olistica del dettato umano e dei criteri terapeutici ad

esso indirizzati.

3. Funzione analitica-informativa - É la più oggettiva ed è propria soprattutto

della Scienza sperimentale, della Ricerca. Nel linguaggio delle Scienze esatte, cui

annoveriamo anche la Scienza Spagirica, pur essendovi interessate anche le funzioni

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linguistiche che vedremo subito dopo, è il valore oggettivo dell’ informazione originata

dall’ indagine che prevale.

Il linguaggio si fa qui formulario tecnico e rigoroso, al quale solo gli addetti ai lavori

hanno accesso. La funzione informativa, con la sua buona dose di linguaggio tecnico, è

fondamentale in Spagyria ove si richiede un rapido e assolutamente indispensabile

approccio con la realtà di Laboratorio. La regola che ne deriva impone un’ assoluta

coscienza sperimentale e un’ infaticabile impulso verso la Ricerca di Laboratorio che

dovrà essere supportata da un ampio bagaglio di conoscenze scientifiche (fisiologia,

anatomia, biochimica, farmacologia, chimica) e fisico-matematiche al fine di non restare

vittima di approssimazioni o pressapochismi pericolosi.2

4. Funzione linguistica - Anche per informare l’ Uomo deve in qualche misura

ex-primersi, vale a dire mettere in moto il suo essere, rischiare l’ uscita da sè, disporsi ad un

pur minimo smascheramento della sua interiorità. In Spagyria, ovvero nella Scienza che si

occupa della realizzazione di quei preparati indirizzati a realizzare un riequilibrio

energetico corporeo, questo disvelamento è rappresentato dalla elaborazione di un

criterio unitario capace di unire, attraverso l’ articolazione complessa di soluzioni

linguistiche adeguate, le nozioni teoriche degli Antichi agli aspetti pratici moderni per

meglio comunicare i risultati delle proprie ricerche con un metodo moderno e

scientificamente fondato. Qui la regola è invece rappresentata da una certa ricerca

delle attitudini dei singoli Autori, della loro storia, dell’ ambiente nel quale sono vissuti, del

messaggio che intendono comunicare. Non si può affrontare un testo Spagyrico del

passato se prima non lo si colloca nel tempo e nello spazio dell’ Universo interpretativo,

così come non è possibile una lettura dei contenuti comunicati se prima non si

conoscono gli aspetti tecnici relativi alla realizzazione dei procedimenti.

5. Funzione risolutiva - La Spagyria, come la Ricerca scientifica e la Medicina,

è una chiamata, una vocazione nei confronti della quale si richiede una reale

trasformazione dell’ essere interiore. Colui che vuole vivere l’ Universo della Spagyria deve

evadere dall’ Universo della normalità, pur continuando a farne parte. Il livello di massima

maturazione è poi raggiunto nel momento in cui si prende coscienza dei meccanismi di

integrazione con le varie altre Discipline. La parola può anche originare e terminare in 2 Qui dunque si prescinde dal linguaggio utilitaristico, al quale ricorre l’ homo faber per le sue quotidiane necessità: si tratta là di informazione neutra, nella quale i luoghi comuni sostituiscono la persona. Per conversare del cibo o del tempo che fa, non c’ è bisogno che scatti la persona, a meno che il cibo e il tempo non siano inseriti all’ interno di una dinamica misticamente profonda e produttiva; ma sappiamo bene che spesso in questo tipo di discorsi ci si intende

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seno al silenzio, ma la Pratica di Laboratorio, unita ad un intenso lavoro di équipe per la

raccolta dei dati in base alla sperimentazione del risultato, è la sola che permette un

chiarimento formale e preciso dei ruoli delle singole Scienze e per farci comprendere

quanto è necessario assumere un atteggiamento di profondo rispetto verso l’ altrui

sofferenza.

6. Possiamo affermare con assoluta certezza che esiste una replica “spirituale” di

quanto avviene per la materia creata ad opera dei procedimenti di indagine e

preparazione dei prodotti Spagyrici: essi non sono il risultato di un divertimento

dilettantistico del bravo Ricercatore ma sono rimedi che devono portare in sè l’ efficacia

per la soluzione del problema nel più breve tempo possibile.

A questo punto, come collocare il tema della scientificità della Spagyria già

abbozzato precedentemente?

La storia dell’ Alchimia e quella della Spagyria mostrano chiaramente quanto sia

stato difficile stabilire un equilibrio tra la Scienza e queste Discipline e con quanta abilità e

attenzione si possa applicare alla Spagyria l’ attributo di Scienza. Perchè nè Scienza nè

Spagyria vengano depauperate nella propria specificità è necessario che si accettino

almeno due criteri che segnano la garanzia minima di reciproca autonomia:

a) La non-strumentalizzazione di una ad opera dell’ altra. La Spagyria non ha alcun

diritto a un uso strumentale delle varie Scienze in forza dell’ elemento determinante che è

la visione olistica dell’ essere costitutivo dell’ Uomo e dell’ Universo.

b) il riconoscimento della complementarietà o integrazione della Spagyria e delle

varie Scienze, il tutto finalizzato al progresso dell’ umanità. Ognuna, nell’ ordine proprio,

contribuisce a far sì che l’ Uomo sia sempre più soggetto creativo e cosciente delle

infinite aperture che possiede.

Le Scienze matematiche e fisico-chimiche mostreranno le grandi risorse presenti

nelle leggi dell’ Universo, le Scienze psicologiche e biomediche aiuteranno a

comprendere la profondità dell’ animo umano e i meccanismi di interazione biochimica

con questo, quelle storiche alimenteranno la responsabilità personale e sociale rivelando

la mutabilità, l’ evoluzione e la determinazione delle varie epoche, la Scienza Spagirica

permetterà di aprire la visione dell’ esistente verso una prospettiva di completezza e di

integrazione totale tra i vari campi del sapere. Il problema della scientificità della benissimo, soprattutto se svuotati dei contenuti sopra esposti e di ogni processo noetico, proprio perchè le persone non

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Spagyria diventa quindi quello dell’ impatto della Ricerca scientifica con una visione

globale dei canali sottili che legano la totalità costitutiva dell’ Uomo.

Da ciò la Scienza Spagirica appare, nel suo dettato teorico, come modello

interpretativo del reale e, come tale, configura le caratteristiche spirituali di chi lo utilizza,

la sua sensibilità nei confronti delle cose, supponendo una certa originale presa sul

mondo e sull’ esistenza.

Di conseguenza i linguaggi delle diverse Discipline con cui cerca un’ integrazione

costituiscono medi che, pur nella reale diversità intrinseca, permettono al Ricercatore di

configurare una nuova visione della realtà umana ed universale.

La Spagyria, tutt’ altro che occulta, attraverso i suoi moduli universali, attraverso la

sua modalità di analisi-sintesi dinamica e attraverso la comunicazione di una chiave di

lettura multiforme capace di una molteplice attribuzione, permette allo Studioso di

osservare il fenomeno umano in una prospettiva del tutto nuova. Se volessimo sintetizzare

il significato e il carattere della Scienza Spagirica, potremmo dire che:

� si tratta di una Scienza viva che si esprime in varie forme: Ricerca del

legame tra gli esseri di natura, Sperimentazione e Studio delle interazioni tra le entità

complesse, Indagine chimico-fisica della costituzione della materia e utilizzo dei risultati

per la formulazione di Principi unitari, Estrazione di Principi e Complessi organicamente

attivi e Sintesi di preparati ad elevato valore riequilibrante, tutte in forte interazione tra

loro;

� si tratta di una Scienza che già nel suo formarsi manifesta una coscienza

piena della realtà operativa e sperimentale. La coscienza della realtà sperimentale

interagisce costantemente con le diverse Discipline mediche naturali e con i Principi della

Farmacodinamica naturale. tutti i risultati scaturiscono direttamente dall’ autorità dell’

esperienza di Laboratorio anche se spesso non totalmente giunta ai risultati finali e

definitivi (fattore di Progresso all’ interno della Scienza stessa);

� l’ ambiente di questa multiforme Disciplina è la vita stessa dello Spagyrista,

con le sue scelte esistenziali, il proprio grado di maturazione spirituale e tecnico-

scientifica, la precisione e l’ onestà nel resoconto dei contenuti della Ricerca; tuttavia,

essa non è una professione se prima non è una vocazione;

hanno niente da dirsi !

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� il contenuto della Scienza Spagirica è determinato fin dall’ inizio da una

profonda coscienza dell’ Elezione speciale al rango di Inquisitore di Scienza; viene poi

arricchito grazie alla profonda e ostinata ricerca sperimentale; subisce reinterpretazioni

ed evoluzioni di metodo grazie alla progressione feconda espressa dall’ apertura al dato

tecnologico, dai risultati concreti di Laboratorio e dal loro valore applicativo;

� la Scienza Spagirica combina due caratteri complementari.

Da una parte la stabilità: i suoi elementi fondamentali sono dinamici, in materia di

consapevolezza del dettato scientifico, di fini specifici, di epistemologia generale, di

deontologia ed etica scientifica;

dall’ altra parte, il progresso: le tecniche operative, il metodo della Ricerca e i criteri

di Laboratorio si sviluppano nella misura in cui nuovi Ricercatori completano l’ opera dei

loro predecessori in funzione dei bisogni concreti richiesti dalle metodologie di sintesi e

dalle scoperte ad esse relative.

Ammettendo la categoria della comunicabilità dei dati si ammette

necessariamente anche quella dell’ intelligibilità dell’ oggetto e quindi la sua oggettività.

La Scienza Spagirica non presenta allora, a questo stadio della Ricerca, il risultato di

analisi che scaturiscono da dettati simbolici facenti fede su cosmologie non verificate,

ma informazioni e dati che provengono dalla Ricerca scientifica.

Ogni punto specifico dell’ elenco fatto può diventare una definizione di Spagyria,

articolata è vero, ma sempre capace di illustrare pienamente il dato significante. Tutti

questi elementi possono essere condensati in una formula che esprima sinteticamente la

natura della Scienza Spagirica, la sua funzione e gli scopi per cui è realizzata. Si potrà

allora definire la Spagyria come:

l’ autocoscienza riflessa dell’ Universo unitario Uomo-Cosmo-Materia, emergente

dall’ indagine sperimentale congiunta delle diverse Discipline costituenti l’ umano

sapere, che diventa risposta personale, in una motivata decisione di acquisire piena

coscienza del proprio esistere.

Come ogni definizione anche questa è segnata dalla contingenza del linguaggio e

dal limite che ogni definizione, per sua natura, possiede. In essa tuttavia si possono

ritrovare e riconoscere tutti gli elementi essenziali che costituiscono la Spagyria come è

stata descritta in questa sede.

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1. Autocoscienza riflessa - richiama l’ orizzonte epistemologico per cui la Scienza

Spagirica è un sapere critico, metodico, sistematico, fondato sulla sperimentazione

concreta e che viene compiuto mediante le normali e comuni attività conoscitive

proprie dell’ Uomo. Quindi, nulla di iniziatico o occulto, come invece molti vorrebbero far

apparire con la pretesa di fondare movimenti di pensiero chiusi e sclerotizzanti.

2. dell’ Universo unitario Uomo-Cosmo-Materia - la visione olistica ed unitaria dell’

esistente è un dato fondamentale che si pone a soggetto privilegiato della riflessione

epistemica della Spagyria, perche si riflette sull’ oggi dell’ Uomo e della sua globalità di

essere in evoluzione in rapporto con lo spazio topologico che lo racchiude.

3. emergente dall’ indagine sperimentale congiunta delle diverse Discipline..... -

indica che la Spagyria non trova altra dimensione fondante che l’ indagine sperimentale

nell’ apertura e nella collaborazione con tutte le altre Disciplina scientifiche.

4. che diventa - il divenire indica la dinamica oggettiva della Ricerca scientifica

che, richiamandosi normativamente ai propri modelli costitutivi, è sottoposta ad una

dimensione storica di progresso per l’ acquisizione di nuovi strumenti conoscitivi, per la

formulazione di nuovi modelli di apprendimento e per l’ adattamento dei vari risultati

raggiunti.

5. risposta personale - evidenzia la dimensione di ognuno che, come soggetto libero

e razionale, comprende di essere parte di una totalità sia come Ricercatore che come

Soggetto della Ricerca chiamato a rispondere senza possibilità di delega alcuna.

6. in una motivata decisione - è l’ orizzonte esistenziale, per cui la Spagyria fornisce

gli strumenti interpretativi necessari a rendere visibili i dati compresi nella riflessione e di

applicarli al miglioramento della propria bioecologia personale.

7. di acquisire piena coscienza del proprio esistere - è il momento della

personalizzazione del dato. La Scienza Spagirica non è solo produzione di medicamenti

dall’ ampio valore omeopatico ma è anche acquisizione cosciente del dato di unitarietà

di tutti gli esseri all’ interno di uno spazio oggettivato che è il Cosmo. L’ Uomo, unità psico-

fisica, è soggetto pensante ed agente individuale ma in stretta connessione con l’ altro

senza esserne una proiezione, o il frutto di infinite altre proiezioni.

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I PRINCIPI SPAGYRICI

NELLA LORO GENESI ED EVOLUZIONE STORICA

1. La situazione prima del concetto moderno

L’ apparato teorico Spagyrico tradizionale è stato sempre retto dal concetto

aristotelico di costituzione della materia. Ereditato dall’ impalcatura concettuale dell’

Alchimia tradizionale di indirizzo essoterico, il principio per cui il mondo materiale è una

sostanza primordiale o primigenia dotata però di una esistenza soltanto potenziale finchè

non riceva l’ impronta di una forma, rappresenta il punto di partenza fondamentale per l’

elaborazione del concetto di Elemento e di Principio presso gli Antichi. É bene che si

sappia che Aristotele considerava l’ aspetto formale della realtà non come aspetto

strutturale capace di colpire i cinque sensi e restituirci una sensazione constatabile di una

presenza fisica che determina rottura nella continuità dello spazio (la “forma esteriore”,

per intenderci); forma è per il filosofo greco tutto ciò che conferisce ad un corpo le sue

qualità specifiche.

Nella sua manifestazione più semplice, la forma aveva origine da Quattro elementi

costitutivi, Fuoco, Aria, Terra e Acqua, fra loro differenziati per qualità. I quattro attributi

originari sono: la fluidità o umidità, la secchezza, il caldo, e il freddo. Però Caldo, Freddo,

Umido e Secco, essendo tra loro contrari non possono essere accoppiati; esistono quindi

solo possibilità di abbinamento:

Caldo - Secco

Caldo - Fluido - Umido

Freddo - Fluido - Umido

Freddo - Secco

FUOCO

ARIA

ACQUA

TERRA

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In ciascun elemento un attributo predomina sugli altri: nella Terra il Secco, nell’

Acqua l’ Umido, nell’ Aria la Fluidità, nel Fuoco il Calore. Nessuno dei quattro elementi è

immutabile. potendo avvenire reciproca mutazione mediante l’ attributo comune; così il

Fuoco può diventare Aria per mezzo del Calore, l’ Aria per mezzo della Fluidità può

divenire Acqua, etc....

Due Elementi possono dar luogo ad un terzo eliminando ognuno un proprio

attributo qualitativo, a condizione che l’ operazione non produca due attributi uguali o

contrari. In tutti questi mutamenti non è la materia primigenia a subire la trasformazione,

ma la realtà formale, la quale assume un processo di costante adattamento alle diverse

condizioni interattive tra sè e la dimensione acquisita. Aristotele deduce da questo

processo che ogni sostanza reca in sè, quale composizione strutturale e strutturata, ogni

Elemento definito e che la differenza tra le stesse sostanze deriva dalla diversità

proporzionale degli Elementi contenuti.

L’ esempio del legno verde che brucia è il più banale: si formano gocce d’ acqua

all’ estremità tagliata del ramo perchè il legno contiene acqua; si liberano fumo e vapori

perchè è contenuta Aria, avviene una combustione perchè contiene Fuoco, si

ottengono ceneri perchè il legno contiene Terra. Da questo assunto, la classificazione

delle sostanze operata da Aristotele risponde al dato delle qualità metafisiche più che al

dato sperimentale fondato sui fenomeni di reattività chimica o, per gli elementi puri, sul

dato del Numero atomico. tuttavia è importante sapere che l’ equilibrio elementale

definito dal filosofo stagirita permetterà all’ Alchimia tradizionale di elaborare il proprio

statuto interno retto dal concetto fondamentale di Principio.

I tre Principi fondamentali furono concepiti a partire dal dato dell’ Unità della

Materia: la materia è una in quanto Essenziale primario e Semenza delle strutture

differenziate e per tale motivo può assumere una infinità di caratteri formali attraverso la

mutua interazione degli Elementi costitutivi.

M. SENDIVOGIUS (1566-1646) è forse il primo Alchimista ad aver definito

sistematicamente il processo di differenziazione della materia (i misti di cui abbiamo già

abbozzato una definizione) sulla base dell’ interazione tra i Principi fondamentali.

Secondo il suo pensiero i Tria Prima costituenti, nel loro equilibrio, il dato formale-strutturale

della materia minerale, vegetale ed animale sono entità spirituali già contenute in

potenza nella Materia primordiale formante.

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La Materia dunque si differenzierebbe inizialmente in Zolfo e Mercurio, non l’

elemento alogeno e il metallo sublimabile da noi conosciuti, ma due realtà la cui

costituzione partecipa delle virtù del Fuoco e dell’ Acqua, equilibrate dalla qualità

Terrosa e da quella Aerea, che in proporzioni diverse formerebbero la tessitura globale

del corpo differenziato. Questi corpi non sono entità chimiche ma possono essere isolati

ed esaltati tramite l’ Arte perchè contenuti in forma sedimentata all’ interno della materia

entitativamente organizzata.

Nell’ Alchimia medievale precedente al XIV secolo i Tria Prima sono dati non

ponderabili, o comunque, non immediatamente ottenibili in Laboratorio se non in una

prospettiva di attuazione tecnica la cui base è di matrice rivelata. Tuttavia anche in

questo caso l’ approccio è di tipo qualitativo-metafisico e non quantitativo-fisico. Solo

con il periodo rinascimentale e poi con uno sviluppo ulteriore segnato dalla rivoluzione

paracelsiana e dalla Chimica del ‘ 600, assistiamo alla volontà di strutturazione di un

metodo.

Il Principio unificatore fondamentale, infatti, quello che più propriamente risponde

alla denominazione di Sale, appare molto tardi e con un’ importanza molto inferiore che

sarà soltanto rivalutata in ambito anglosassone da O. CROLL (1560-1609), R. FLUDD (1574-

1637), in Belgio da J.B. VAN HELMONT (1579-1644), in Germania da VON WELLING e URBIGER.

Esso è semplicemente un mezzo d’ unione tra Zolfo e Mercurio, una sorta di Spirito vitale

che determina equilibrio solo nella ragione in cui è presente sinergicamente con gli altri

due. Il concetto di Sale come Principio è introdotto da numerosi Alchimisti come

KHUNRATH, BASILE VALENTIN, ROGER BACON i quali gli attribuiscono qualità speciali ma sempre

in analogia con dei corrispettivi chimico-fisici.

Inizialmente, la Teoria dei Tria Prima prende corpo solo per definire le ragioni

sottostanti alla variazione naturale o indotta dei Corpi naturali, siano essi vegetali o

minerali, e per comprendere il meccanismo di genesi e differenziazione della materia

specificata. L’ aspetto di determinatore qualitativo attribuito al Principio alchemico è

talmente radicato che determina l’ intero corso delle Teorie susseguenti senza

minimamente variare gli assunti di base. Se si volevano eliminare in un corpo certe

proprietà era necessario modificare lo stato proprio del Mercurio e dello Zolfo costitutivi,

volatilizzando il primo e fissando il secondo. I rapporti quantitativi esistenti tra loro non

erano importanti, un po’ perchè retti dal Sale la cui imponderabilità risultava maggiore

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rispetto agli altri due, un po’ perchè non era ancora presente nella tecnica di allora un

concetto quantitativo relativo ai fenomeni provocati.

Tutto ciò che risultava, da un’ operazione di Laboratorio, come costituito da

sostanze terrose e solo parzialmente combustibili era considerato di natura sulfurea,

mentre ciò che risultava condensabile dopo evaporazione o volatilizzazione era

considerato di natura mercuriale. Un chiarimento giungerebbe a questo proposito per

tramite di una teoria elaborata da ARTEFIO, Alchimista dell’ XI secolo: per lui lo Zolfo

rappresenterebbe l’ insieme delle proprietà visibili, che noi definiremmo come stato di

aggregazione chimico-fisica del composto, mentre il Mercurio indicherebbe lo stato

latente del suppositum qualitativo della materia, ovvero, per noi l’ energia di legame tra

gli atomi del reticolo o della struttura organica.

Con PARACELSO però assistiamo non solo ad una chiarificazione di base delle Teorie

fondamentali ma anche ad una riformulazione degli assunti relativi all’ origine e

differenziazione della materia specificata. Abbiamo già visto che con la Iatrochimica si

assiste all’ apertura di un campo inesplorato della Ricerca e, non a caso, molti nostri

contemporanei come ALEXANDER VON BERNUS, ALBERT RIEDEL, AUGUSTO PANCALDI non ne

disdegnarono l’ opera di sistematizzazione della Scienza Spagirica.

Se la Dottrina paracelsiana dei Principi e degli Elementi non fornisce strumenti

concettuali per la guida dell’ indagine chimica dal punto di vista empirico, tuttavia

costituisce una fonte di ispirazione molto importante per le discussioni e gli sviluppi delle

teorie sugli Elementi seicentesche. Interessante è la visione spiritualistica paracelsiana

che si distacca ampiamente dal dettato mitologico dell’ Alchimia precedente per

immergersi in concetti di forza vitale e di forza agente. Queste entità sono in realtà un

solo elemento di riferimento, ovvero la sostanza vitale degli oggetti. Quello che lui

definisce Arcana sono gli elementi spiritosi dell’ antica dottrina alchemica, quelle realtà

definite dei Semina, ovvero delle particelle partecipate direttamente da Dio alla Natura

per la sua formazione e direzione.

Secondo Paracelso tutto deriva da una formazione avvenuta nella Materia prima e

non nella Materia ultima; per questo motivo la realtà tangibile è una continua attività di

perfezionamento che si dipana dall’ Essenziale al Complessificato e non viceversa.

Ciascun semen spiritualis contiene un Archeus specifico che determina caratteristiche e

funzioni non semplicemente qualitativo-metafisiche ma anche quantitativo-fisiche. Detti

semina sono a loro volta derivanti dall’ attività formante di un Iliastrum o Materia prima

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invisibile circa la cui materialità concreta non è certo se Paracelso la dichiari o la neghi in

modo definitivo; un dato è certo: essa rappresenta ciò che di più sottile esiste,

primordialmente, nella densità specificante che porta alla sintesi materiale.

I veri Principi e gli elementi Sono Forze archetipe presenti nelle realtà naturali,

capaci di conferire caratteristiche e qualità ma anche isolabili dai corpi differenziati in

quanto sostanze concrete e concretamente trattabili, in quanto strutture di

contenimento primo degli omologhi di natura energetica. La composizione della materia

sarebbe dunque il risultato della dinamica oggettivata di queste Forze che portano alla

formazione della Materia prima, a sua volta contenente, in unità definite, elementi

strutturanti sottili (quello che noi definiremmo energia di legame, lo abbiamo visto) ed

elementi strutturali densi (gli atomi propriamente detti). Paracelso ne identifica altresì la

natura definendola acquea, in quanto derivante dall’ Elemento che porta in sè i semina

di tutte le realtà naturali; in poche parole la matrice di base.

Oltre all’ Acqua verranno ammessi da Paracelso anche gli altri Elementi del

quaternario classico anche se la loro interpretazione assumerà, nel sistema paracelsiano

e in quello dei suoi continuatori, caratteri diversi e un ruolo specifico diverso. Mentre nel

sistema aristotelico essi venivano considerati come fondamento di principi cosmologici e

strumenti per visualizzare la costituzione e i mutamenti formali della materia (nella teoria

delle forme la combinazione chimica era un mutamento sostanziale: in una reazione i

prodotti erano completamente diversi dai reagenti), per Paracelso, acqua, Aria, Terra e

Fuoco sono particolari matrici capaci di dare vita a particolari sostanze partecipando ad

esse caratteristiche e proprietà. Quindi i Regni di Natura non sono altro che derivazioni

differenziate dei Quattro Elementi o matrici dei Corpi.

I Tria Prima, i tre Principi, sono a loro volta punti di riferimento essenziali per la

comprensione del dato strutturale. Essi giocano un ruolo importantissimo soprattutto nella

revisione scientifica della Spagyria, ad opera di numerosi Ricercatori del XVII e XIX secolo,

nonchè dei contemporanei Spagyristi di area Francese e Statunitense impegnati

particolarmente nella comprensione di questi dati, poichè saranno spogliati di molte loro

caratteristiche metafisiche per assumere categorie di maggiore concretezza e

adattabilità. Per Paracelso, però, i Tria Prima sono ancora sostanze spirituali e non prodotti

concreti dell’ analisi chimica, ma possono essere separati dal corpo di appartenenza se

opportunamente trattati. Essi conferiscono alla materia struttura e funzioni, e risultano

qualitativamente diversi nei vari corpi in ordine alla diversità delle sostanze cui

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appartengono, fattore comunque non trascurabile contro quanto affermava l’ Alchimia

tradizionale intorno all’ identità universale dei Principi strutturanti.

Quindi le caratteristiche specifiche dei vari corpi sono in relazione stretta con la

costituzione e struttura definita dei Principi stessi contenuti, un elemento che sembra

aprire un dato di contraddizione nella Dottrina paracelsiana e che comunque non sarà

mai del tutto chiaro nelle opere dell’ Autore tedesco. Un dato importante è che l’

estensione della Dottrina dei Tria prima al microcosmo umano permetterà l’ approccio

Spagyrico terapeutico, superando in senso chimico-inorganico la concezione

umoralistica della Tradizione originante da Galeno.

La Scuola paracelsiana ha in PETRUS SEVERINUS (1542-1602) un grande sostenitore che,

nel suo Idea medicinæ philosophicæ (1571), afferma la necessità della Disciplina

Spagirica quale chiave per la visione unitaria della Natura, all’ interno di un dibattito

osservazionale e per certi versi anche mistico, e in THOMAS ERASTUS (1523-1583) un forte

oppositore, ancora legato ai quattro Elementi tradizionali e decisamente contrario alla

possibilità di una divisione della materia nei suoi Principi definiti.

In ROBERT FLUDD (1574-1637) troviamo una Scienza Spagirica pronta a definire la

struttura teorica fondamentale sulla base della quale veniva ricostruita e indagata tutta

la realtà, sia materiale che spirituale, e che determinerà in molti scritti posteriori una svolta

significativa sia per la formulazione della Scienza Chimica propriamente detta, sia per la

continuazione ramificata della Dottrina Spagirica fino alla sua affermazione come

Scienza. Il moderno lettore della Trattatistica Iatrochimica non deve dimenticare che le

discussioni sugli Elementi costituivano soltanto un’ aspetto della trattazione generale della

costituzione dei corpi.

In OSWALD CROLL (1560-1609) troviamo una matrice altamente sperimentale che

influenzerà in modo decisivo tutta l’ articolazione futura della Spagyria. É sufficiente

leggere il suo Basilica chymica (1609), di grande diffusione all’ epoca, per comprendere

quanto la Spagyria e la Medicina di impronta paracelsiana fossero unite.

CROLL ammetteva la divisione della materia nei Tria Prima paracelsiani e li

qualificava visibili e dimostrabili attraverso l’ esperienza di Laboratorio, non solo dotati

della qualifica di materialità ma anche di un’ essenza energetica fondamentale che ne

specifica le affinità. I medicamenti ottenuti dal Regno minerale erano dunque

specificazioni ottenute dalla estrazione e rielaborazione dei Tria Prima del corpo di

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partenza, identificato sulla base della Teoria delle Segnature, e quindi perfettamente

adattabili alla struttura organica globale dell’ Uomo.

Lo stesso concetto viene seguito dal francese JOSEPH DUCHESNE, detto Quercetanus,

(1544-1609) che sostiene per altro la non tossicità delle medicine “chymiche” in quanto

pienamente conformi alla natura del corpo umano. Nel panorama Spagyrico francese

del secolo XVII secolo assistiamo alla comparsa di numerosi manuali di Iatrochimica.

JEAN BEGUIN (1550-1620) pubblica nel 1610 il Tyrocinium Chymicum, un manuale di

grande importanza che subirà traduzioni in edizioni successive, e nel quale la Spagyria

appare come arte dissolutiva al servizio della Medicina; l’ attività di preparazione dei

medicamenti vi è una corretta rivendicazione della specificità di contenuti propri della

nuova Disciplina e dei suoi principi teorici che non la pongono in contrasto con l’ Universo

fisico o medico. Per Beguin i Tria Prima partecipano sia del dato materiale che del dato

energetico-spirituale e non potevano essere definiti puri in quanto complessificazioni

mutualmente partecipanti in ordine al dato di natura. Pur essendo risultati di

procedimenti analitici restano comunque agenti metafisici.

In NICOLAS LE FEBVRE (1619-1669) assistiamo ad una affermazione della Chymica come

sinergia definita tra Scienza quale conoscenza contemplativa e Arte pratica quale

azione metodica sui corpi naturali. La stessa ripartizione del metodo, all’ interno dello

statuto fondamentale di questa Disciplina, apre un capitolo fondamentale per la

susseguente fase di evoluzione del sistema concettuale ed operativo Spagyrico

moderno: la Spagyria per Le Febvre è costituita da tre fonti:

1. la Chimica filosofica, che si limita alla contemplazione dei fenomeni su base

cosmica (impossibilità di intervento da parte del’ operatore),

2. la Iatrochimica, nella quale rileviamo un passaggio all’ atto operativo

conformemente ad una applicazione medica dei concetti precedenti,

3. la Chimica farmaceutica, quale preparazione dei rimedi Spagyrici in

ottemperanza alle formulazioni decise sulla base dell’ analisi precedente.

La teoria elementale di Le Febvre è particolarmente complessa. Egli identifica negli

Elementi la regione cosmogonica costitutiva della realtà la quale viene ad essere una

specificazione oggettiva dello Spirito universale attraverso fermenti attivi. Questo Spirito

universale è un’ emanazione specificata anche dai Tria Prima paracelsiani,

specificazione che risulta solo nominale e non oggettiva. Per lui i Principi concreti sono

cinque (Mercurio, Zolfo e Sale, come enti attivi; Acqua e Terra come enti passivi) e

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appaiono come il risultato di estrazioni chimiche precise dalla materia differenziata. In

questo modo si afferma l’ impossibilità di ottenere i Tria Principia dall’ Essenza emanatrice

unica ed immutabile (Materia prima universale in cui Mercurio, Zolfo e Sale sono

specificazioni ideali) e si definisce la presenza partecipata di questi in una forma

sedimentata e concretizzata nella materia differenziata, fonte di possibili trasformazioni e

mutamenti strutturali.

In J. B. VAN HELMONT (1579-1644), benchè rifiuti in ambito Spagyrico i principi

paracelsiani, assistiamo al primo tentativo, non del tutto riuscito, di sistematizzazione

procedurale della Scienza Spagirica quale Disciplina analitica ed operativa per la

produzione dei Corpi semplici. Affermiamo innanzitutto che van Helmont rappresenta

una pietra miliare nella storia della Medicina e della Fisiologia, grazie alle teorie

interessantissime e alquanto moderne che ritroviamo nell’ Ortus Medicinæ, uscito

postumo ad opera del figlio Franciscus Mercurius, nel 1648.

Egli ammetterà due soli Principi: l’ Acqua e l’ Aria. L’ Acqua è Principio primo

fondamentale dal quale deriva tutta la materia nella sua molteplice differenziazione; tale

differenziazione avviene per trasmutazione e per sedimentazione ad opera di una forma

di Energia interna all’ Aria che ne definirebbe altresì la struttura costitutiva. Il Fuoco di per

sè stesso rappresenterebbe uno strumento offerto dalla Natura per l’ apertura dei misti e

la loro modificazione composizionale in Laboratorio. I Tria Prima paracelsiani sono dunque

il risultato di una concreta risoluzione spagirica operata dal Fuoco quale reale creatore di

sostanze. Esso non solo scompone analiticamente gli elementi precedentemente

combinati, ma partecipa oggettivamente come catalizzatore universale alla

ricomposizione di nuove entità chimiche.

3. Il passaggio da Principi a Complessi Spagyrici

Il passaggio decisivo ad una nuova concezione dei Tria Prima paracelsiani avviene,

non senza fatica, con F. Lavairière la valutazione del cui lavoro di Ricerca è uno degli

obbiettivi fondamentali della Società. Facendo propria la Teoria di van Helmont e

adattandola all’ ambito sperimentale moderno, F. Lavairière mette a punto un sistema

gnoseologico e tecnico per aprire le prospettive d’ indagine e identificazione oggettiva

ad una definizione scientifica dei Principi in questione.

Questo momento di rottura ha luogo in un’ epoca in cui la Spagyria e l’ Alchimia

vengono progressivamente rivalutate da un punto di vista tecnico per opera delle varie

organizzazioni, quella Statunitense in primis, che ne definiscono un nuovo metodo d’

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approccio. Il Chimico belga, animato da un desiderio particolare di definizione degli

ambiti specifici, fa suo l’ assioma di R. Boyle:

“Il libro della natura è un grande e bell’ arazzo che non possiamo vedere tutto in

una volta, ma dobbiamo accontentarci di attendere la scoperta della sua bellezza e

della sua simmetria a poco a poco”.

Il fatto di aver scelto questo modo di pensare ed agire indica subito e in modo

efficace la versatilità della sua mente e la tenacia sperimentale con cui egli si accostò ai

problemi Spagyrici. La sua filosofia sperimentale, ovvero la concezione generale dell’

Universo Spagyrico, la cui simmetria si rivela attraverso una paziente opera di verifica, si

muove in tre direzioni:

La certezza di ritrovare nelle Leggi naturali la ragione

della simmetria e dell’ armonia delle interazioni

cosmiche preconizzate da gli Antichi.

La convinzione che uno studio approfondito della materia organizzata, sia

teorico che pratico-sperimentale, possa essere l’

unica chiave per la soluzione del problema.

La possibilità di produrre, attraverso una revisione ed

un adattamento epistemologico della

Disciplina spagirica con le altre Scienze, una sintesi

completa e suscettibile di continuo progresso che

possa contribuire al benessere dell’ umanità.

Queste tre direzioni si traducono in tre momenti fondamentali della Ricerca.

Innanzitutto, la CERTEZZA DEL LUOGO d’ Indagine scientifica. Nelle Leggi naturali è

presente ogni cosa, antico assioma dell’ Alchimia tradizionale, è qui letto in chiave

metodologica. Esistono interazioni energetiche sottili che non sono “magia” o “miracolo”

se non all’ interno del dato naturale delle trasformazioni armoniche ed organizzate della

materia. Questa, letta come energia sedimentata al massimo grado, porta in sè la

ragione del meccanismo evolutivo e il suo fine; è quindi protesa verso un

perfezionamento finalistico che ha, sia nell’ Uomo e nel suo biochimismo che negli enti

diversi da lui, il dato maggiore immediatamente visibile. L’ interazione Mente-Corpo non

è casuale ma causale, rivelandosi come momento specificato dell’ azione energetica sul

piano del vissuto di partecipazione con il Cosmo. Lì dunque possiamo trovare relazioni,

analogie, testimonianze, elementi di verifica, terreno di Ricerca e sperimentazione.

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Vi è poi un CONVINZIONE circa la prassi da seguire. Questa nasce dall’ esperienza e

non da una pura ipotesi. dal fenomeno più banale al più complesso non è possibile

rimanere assenti nei confronti di questo Mondo ricco di interrogativi. L’ esperimento,

quale esperienza dell’ Uomo conoscente e cosciente del ritmo e della forza pulsante del

mutevole, è l’ unico modo per ampliare le infinite potenzialità in lui racchiuse. Attraverso

la conoscenza del dato logico, della topologia applicativa, del metodo come

procedura si dischiude la realtà fino a prima nascosta da un linguaggio simbolico-

metafisico e di per sè stessa incomprensibile ed inapplicabile.

Questo fenomeno possiede come effetto ultimo una POSSIBILITÀ DI SINTESI, ovvero un’

attualizzazione costante del risultato che si pone oltre la sterilità numerica e diventa

identità formante di un nuovo criterio operativo di conoscenza e applicazione.

Osserviamo qui una convinzione profonda dell’ impegno pratico del nuovo metodo

di fare Spagyria; un impegno senza il quale il lavoro stesso dello Spagyrista cadrebbe in

quella astrattezza e sterilità in cui si muovevano certe letture esoterico-simboliche a senso

unico. L’ architettura operativa diventa dunque un repere fondamentale sul quale assare

ogni verifica e ricerca ulteriore. Nell’ ambito della sperimentazione, Lavairière cerca di

definire alcuni aspetti della riformulazione concettuale dei Tria Prima a partire dall’

impossibilità di accettare la loro identità come sostanze non scomponibili e non

trasmutabili. Questa certezza gli proviene dalla sperimentazione supportata da un

attento e scrupoloso esame analitico e dall’ accettazione incondizionata della chimica-

fisica e del suo apparato matematico come riferimento essenziale nella progettazione

dell’ esperimento.

La lettura cosmologica degli Antichi è per lui soltanto un aspetto dell’ ambito

ipotetico Spagyrico, e neppure il più importante se preso per sè, essendo

prevalentemente consegnato ad un linguaggio storicamente limitato per mancanza di

verifiche e strumenti adatti di comprensione. Il fatto che Spagyria e Alchimia rendessero

spesso “occulto” e intraducibile in termini fisici lo spazio topologico dei costitutivi

fondamentali della materia, e che una lettura solo parzialmente moderna cercasse di

generare - per contrario - dei sostitutivi comunemente conosciuti dietro il giustificativo di

“spiritualizzati”, è per lo Spagyrista belga uno stimolo per conservare delle antiche

Tradizioni solo quanto era ragionevole conservare.

La sperimentazione, intesa come prassi di Laboratorio, tende a vedere più nella

direzione dei fenomeni di Trasmutazione (non dell’ oro, s’ intende...) nel loro meccanismo

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sviluppato su base microfisica, che non nella possibile separazione dei Tria Prima dalla

materia organizzata. Il carattere di “relazione sperimentale” determina in larga parte il

metodo seguito, soprattutto nella ripetizione di esperimenti condotti da Autori anteriori a

lui o relativamente contemporanei. La fedeltà al metodo scientifico non deve però

essere concepito come un riduzionismo meccanicistico; il fatto che i Principi tradizionali

siano ricercati in un’ ottica del tutto diversa tende inequivocabilmente a fornire lo spunto

per una valutazione più seria della Disciplina Spagirica, integrandola con la Chimica e la

Fisica, con la Biochimica e l’ Omeopatia di cui è grande estimatore.

Il passaggio dal qualitativo al quantitativo è per Lavairière un dato fondante della

nuova concezione di Principio attivo, una concezione che si delinea fortemente sulla

linea di una visione olistica della struttura della materia. Esistono infatti campi di energia

inesplorati che possono essere ricondotti, nella loro manifestazione, a precisi “campi

topologici”, intendendo per topologia la disposizione (in senso generico) di ogni entità

fisico-chimica in uno spazio ben determinato, dall’ atomo alla struttura cristallina, dalla

molecola alla stessa massa corporea visibilmente geometrica. É piuttosto importante

segnalare che la Spagyria sperimentale o scientifica di Lavairière rifugge dal segreto, si

apre alla divulgazione e alla consegna del dato tecnico e invita alla collaborazione tutti i

Ricercatori seri e obbiettivi, per una sintesi che non vuole essere sostitutiva di Terapie o

Diagnostiche, ma che vuole integrarle come ramo applicativo parallelo alla Ricerca

pura.

L’ interazione fenomenica emerge dal fatto che il mondo soggettivo dell’

esperienza sensibile e quello oggettivo non sono ambiti separati in modo netto e definito:

esistono interazioni deboli e fattori di trasformazione che coinvolgono la materia in un

gioco di mutazione e trasmutazione tutt’ altro che casuale. Tutto il canale sperimentale

dello studioso belga, purtroppo a tutt’ oggi sconosciuto ma che ci promettiamo di

rivalutare come base di sviluppo dell’ attività della Società, è fortemente teso a chiarire

queste interazioni. L’ ampia serie di studi e ricerche che hanno portato alla

sistematizzazione della Spagyria investono soprattutto l’ identificazione di determinati

fenomeni che portavano all’ ottenimento di prodotti simili a quelli isolati da Cockren e

Barbault. L’ interesse per le tecniche utilizzate è di preminente importanza, molto più del

linguaggio utilizzato dagli Autori o del desiderio di mascheramento “iniziatico” che questi

comunicavano nei loro resoconti. Il fatto è che tutte le sostanze isolate da Lavairière dalla

materia organizzata, attraverso procedure spagiriche elaborate per mezzo di uno studio

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analitico e microfisico di quest’ ultima, sono complessificazioni di entità chimiche più

semplici e proprie della materia prima di partenza e non identità chimiche intrasmutabili.

In molte prove condotte e nell’ osservazione più approfondita ci si rende conto oggi

che la Spagyria è in grado di rivelare e studiare, al pari della Scienza, tutte quelle reazioni

di trasmutazione di elementi che avvengono con un’ energia considerevolmente più

debole rispetto a quanto si verifica nelle reazioni nucleari. La causa di queste

trasformazioni non risiede in alcuna “magia” o “alchimia”, sono fenomeni definiti all’

interno di particolari reazioni, rispettando parametri termodinamici e cinetico-chimici

molto peculiari, ma sono anche determinati dall’ interazione di particolari forme di

energia che la materia stessa porta in sè sottoforma di radioattività naturale, di

fotosensibilità chimica, di potenzialità in termini quantistici.

Con tutta probabilità, le trasformazioni riguardano certi ambiti della struttura

atomica dei componenti complessificati che portano in sè dei nuclidi stabili capaci, a

causa delle manipolazioni in particolari condizioni, di dare altri nuclidi stabili. Solo gli

isotopi stabili, naturali, entrano nella costituzione chimica dei Complessi Spagyrici isolati

da Lavairière, in modo particolare questo si verifica nel regno minerale più che in quello

vegetale, a meno che non intervenga acqua o meglio ancora Rugiada. In una serie di

esperienze interessanti si perviene infatti ad isolare da quest’ ultima un composto salino

che contiene Potassio, Sodio e Nitrati. In modo particolare, il Potassio e il Sodio presenti in

soluzione a livello ionico sono restituiti per ditillazione in alto vuoto nella forma dei loro

isotopi stabili che risultano partecipi di reazioni di trasmutazione a debole tasso

energetico quando posti in contatto con ossidi metallici (un pò’ come accadde a

Barbault).

Con questo non si intende definire una regola assoluta; la Spagyria non intende farlo

e quanto conserva sempre il valore di ipotesi di lavoro. L’ intento è di effettuare delle

ricerche ad alto livello per capire il perchè determinate sostanze portano in sè un elevato

valore energetico in affinità con gli equilibri sottili dell’ organismo umano ed altre invece

non ne portano.

Nello schema che andiamo a presentare possiamo notare alcune tra le sostanze

complessificate ottenibili per via spagirica sia in campo vegetale che minerale. Non

descriveremo in dettaglio le procedure perchè occuperebbe troppo tempo, ma non

tralasceremo di illustrare la specificità di questi composti nella loro genesi storica,

premettendo però che si tratta sempre di un’ ipotesi di Lavoro, suffragata sì dalla

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sperimentazione, ma ancora non del tutto definita. Questo eviterà innanzitutto un’

azzardo formale a livello di teorie definite ma aprirà contemporaneamente un capitolo

del tutto nuovo in campo Spagyrico.

Il primo tentativo di Lavairière fu quello di definire una procedura che permettesse

di ottenere dalla materia una complessificazione di base sulla quale poter lavorare. Se gli

Antichi privilegiavano certe operazioni rispetto ad altre era perchè rappresentavano una

chiave di volta per la comprensione di certi meccanismi. Nell’ intento di adottare un

sistema di integrazione fin da subito, egli non rifiuta di applicare determinate tecniche

suggerite dai Testi. Tuttavia, lo studio approfondito della Chimica, dal XVI alla prima metà

del XX secolo, gli permette l’ acquisizione di tecniche molto più perfezionate e la verifica

su diversi livelli di ipotesi e di lettura del tutto nuovi. All’ interno del sistema paracelsiano

comprende che l’ organismo vivente, letto in un’ ottica del tutto unitaria, ha delle facoltà

molto sottili che si possono ignorare persino in chimica, in quanto può realizzare a freddo

la combinazione di un atomo di Azoto e di un atomo di Ossigeno che è possibile

riprodurre in Laboratorio solo attraverso la temperatura di un arco elettrico o, al massimo,

sotto l’ azione congiunta di alte pressioni e altissime temperature.

Questa prospettiva biochimica gli permette di comprendere che il problema

energetico che già ritroviamo in Paracelso e più avanti nella Fisiologia vitalistica dell’ 800,

non è un modo di ritornare indietro nel tempo o di spiegare facilmente fenomeni definiti

indimostrabili scientificamente. Chi pensa in questo modo agisce preconcettualmente in

quanto la Spagyria è una Scienza unitaria e non può prescindere dall’ esistenza di una

simile realtà (verificabile sia internamente che esternamente come esperienza organica).

Sulla base di quel concetto, il Chimico belga comprenderà che è possibile

concepire sistemi capaci di fornire al Ricercatore il mezzo idoneo su cui lavorare. Gli

esperimenti sopra accennati relativi alla Rugiada, e ricerche analoghe in ordine agli studi

condotti parallelamente da A. Riedel, gli permettono di entrare facilmente nell’ universo

delle variazioni di struttura ad opera di un intervento più o meno diretto in fase di

cambiamento di stato. Egli suppone la possibilità che nel passaggio dallo stato liquido a

quello di vapore, e nella relativa fase di condensazione, le molecole subiscano a livello di

legame uno stress che può essere convenientemente sfruttato per ottenere

complessificazioni significative.

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Esistono quindi trasformazioni che ricorrono a energie relativamente deboli ma

significative in fasi critiche di passaggio da un tipo di organizzazione molecolare ad un’

altra.

Un primo passo verso la nuova concezione è appena compiuto quando tenta di

operare su elementi puri, come Alluminio e Silicio, di cui pensa una possibile applicazione

in campo terapeutico. Egli riesce, per distillazione frazionata dei sali stabili dell’ Alluminio,

attraverso la tecnica dell’ alto vuoto, ad isolare un composto mobile ed oleoso che

tende a cristallizzare subito nel sistema ortorombico se portato ad una temperatura vicina

ai 25°C.

L’ analisi di questo prodotto gli rivela la presenza dell’ elemento di partenza ma l’

assenza totale di altri composti tipici del conglomerato salino di partenza.

Il fatto più interessante è che la sostanza ottenuta, contiene come impurità in ppm.

rispettivamente, Fosforo, Idrogeno e tracce di Carbonio, tutti elementi non presenti nelle

materie di partenza, che erano state utilizzate in forma il più possibile pura e

rigorosamente testata. Il comportamento fisico-chimico del complesso è molto

particolare e permette, per ulteriori distillazioni e procedure di evaporazione frazionata, di

ottenere successivamente una sostanza incombustibile e terrosa, un prodotto volatile e

un sublimato; dal sublimato a sua volta saranno ottenuti, per trasformazione, altri 4

composti particolarmente reattivi.

4. I 7 Metalli tradizionali; correlazioni fisiologiche e integrazione farmacologica

Il concetto di metallo, in Alchimia e Spagyria, è direttamente collegato ai

meccanismi dell’ ontogenesi minerale, di cui gli Antichi definivano i parametri attraverso

matrici simboliche più o meno chiarificatrici.

La genesi dei metalli in seno alle viscere della terra era l’ atto originario che

ritrovava la propria proiezione organica nella struttura dell’ uomo; la teoria umorale ne è

un esempio. L’ uomo, quale totalità indivisa, è un analogato secondario del sommo

analogato cosmico: vi è interazione in quanto tutti gli identificati oggettivi sono legati da

processi di sussistenza simili (assunto fondamentale di Paracelso).

Non è dunque importante il metallo in sè, considerato quale elemento puro

interagente a livello farmacodinamico, ma la complessificazione che lo contiene o le

complessificazioni che ne derivano.

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É nella mutua interazione tra i diversi costituenti del complesso attivato e

dinamizzato che ritroviamo l’ azione del metallo sul ri-equilibrio funzionale organico, e non

nella specificità simbolica legata ad aspetti planetari più o meno oscuri. Se esiste una

interazione metallo-pianeta, secondo i dettami della Spagyria tradizionale, questa è solo

archetipa rispetto alla dinamica reale del farmaco Spagyrico. Ancora, l’ analogia

planetaria assume valore se integrata nel dettato microcosmo-macrocosmo che all’

epoca sostituiva l’ attuale e più precisa concettualizzazione scientifico-sperimentale.

Nella presente tabella possiamo osservare una relazione generica tra metallo-

struttura fisiologico-patologica, così come la moderna Scienza Spagirica sperimentale ha

potuto definire (si consideri la non esclusività della sistematizzazione):

METALLO STRUTTURE FISIOLOGICHE DI RIFERIMENTO

PATOLOGIE

ORO

Milza SNC

Sistema circolatorio Apparato visivo

Patologie cardiache e affezioni correlate Patologie di tipo

degenerativo

ARGENTO

Esofago, stomaco, canale intestinale

Tiroide Giandole mammarie

Utero e ovaie (funzione femminile in generale)

Sistema linfatico Lubrificazione articolare

Amenorrea e false

menopause Acufene Epilessia

Edemi agli arti sup. e/o inf. Insonnia di origine nervosa

Palpitazioni cardiache Vertigini

STAGNO

Fegato Arterie e flusso sanguigno

Ghiandole surrenali Assimilazione e

arricchimento del sangue Sistema immunitario

Metabolismo dei carboidrati Generazione dei tessuti

Organi genito-urinari Apparato respiratorio

Tutte le patologie specifiche ad essi connesse

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FERRO

Processi biochimici ematici Processi biochimici epatici

Nervi motori Genitali

Retto Processi di combustione del

tessuto fibroso

Dissenteria e ostruzioni epatiche, della milza e del

mesenterio Flussioni del sangue

Gonorrea Flussioni del ventre, delle emorroidi e dei mestrui

Anemia Sideremia, metrorragia,

spermatorrea

MERCURIO

Organi dell’ udito, del gusto e organi vocali

Sistema nervoso periferico Circolazione del liquido

cerebrospinale Apparato respiratorio

Patologie dei nervi periferici Patologie del plesso

bronchiale Astenie

Cefalea e disturbi nervosi Infiammazioni dell’ apparato

respiratorio

PIOMBO

Cuore e sistema circolatorio Muscoli miocardici e

endocardio Ossa ed equilibrio del calcio

Articolazioni Milza

Regolazione dei minerali nel sangue

Affezioni cardiocircolatorie

Osteoporosi, forme artrosiche e reumatiche

Diatesi della milza Contrazioni

Irrigidimento e calcificazione tendinea

RAME

Tessuto connettivo Fisiologia della riproduzione

Muscoli Reni e papille renali

Timo e Tiroide Processi diuretici e funzione

ematica Organi generatori interni

Febbri continue ed

intermittenti Patologie del rene

Dolori muscolari e tendinei Patologie dell’ apparato

riproduttivo Accumulo di colesterolo

Lo studio delle correlazioni appare significativo se integrato all’ interno di un sistema

validamente scientifico, ove l’ indagine non sia un’ azzardo casuale ma un reale

impegno verso un riequilibrio delle strutture offese dalla patologia.

Individuato l’ organo o la funzione principalmente affetta, vi sono complessificazioni

minerali o vegetali specificatamente attive ai vari livelli del microcosmo umano

correlativamente alle influenze del macrocosmo. Ogniuno dei metalli di base ha dei

complementari ad esso strettamente correlati che servono per completare, migliorare ed

individualizzare la terapia del singolo paziente,

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La scelta terapeutica di base è automatica, ma la scelta della complessificazione

complementare richiede la consultazione della materia medica spagirica. Dovrà essere

scelta anche la diluizione e la modalità di somministrazione del metallo che varierà a

seconda della concentrazione organica e delle necessità relative dello specifico metallo.

La tipologia planetaria si inserisce qui come analogia strutturale e non come reale

influenza; dunque, il paziente di un certo pianeta (per utilizzare una terminologia

comune) sarà tanto più sensibile al suo metallo, tanto più è scompensato e in questi casi

tollererà solo dosi infinitesime di questo. Il soggetto in buona salute si giova del suo

metallo in oligoelemento, avrà su di lui un potente effetto di stimolo sulla vitalità, ma il

malato dovrà ricevere sempre dosi molto alte.

Nella tabella sotto è possibile osservare una maggiore sistematizzazione delle

correlazioni tra metalli e strutture fisiologiche interne; si può osservare qui la preminenza d’

azione mirata:

METALLO STRUTTURA FISIOLOGICA

Au Cuore, Stomaco, Duodeno, Gonadi

Ag Sistema nervoso autonomo

Hg Sistema nervoso centrale, Polmoni

Cu Apparato escretorio, riproduttivo

Fe Cistifellea, Intestino tenue, Colon

Sn Fegato

Pb Milza e Sistema immunitario

Sb Pancreas

Inoltre, ogni patologia ha caratteristiche ben precise e ritrova una corrispondenza

analogico-psicologica a livello delle tipologie umane:

METALLO TIPOLOGIA PSICOLOGICA

Au Energia, spinta di crescita

Ag Ipersensibilità, condizionabilità

Hg Instabilità, labilità

Cu Accettazione, apertura

Fe Contrasto, durezza

Sn Equilibrio, accumulo

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Pb Ostinazione, fissazione

Chiaramente le patologie non sono dipendenti da alcun influsso planetario o

squilibrio cosmico, ma solo da fattori di interazione organica che producono in taluni casi

l’ insorgenza di fattori di disequilibrio a livello dei cinque elementi sopra enunciati. Avremo

pertanto:

METALLO TIPO DI PATOLOGIE

Au Patologie con iposviluppo, degenerazione o atrofia di organi specifici

Ag Patologie derivanti da alterazione del tessuto nervoso

Hg Patologie psichiche Cu Patologie che tendono a progredire o

recidivare per carenti difese immunologiche

Fe Patologie infiammatorie acute con vivace reattività organica

Sn Patologie caratterizzate dall’ accumulo e deposito di tossine

Pb

Malattie estrememente gravi di per sè (neoplasie) per deficit immunologico stabilizzato

Sb Patologie a livello epato-pancreatico e della milza, ove occorra un forte depurativo

Interessante è ora notare la relazione che ogni Metallo ha con quei gruppi di

elementi chimici il cui comportamento farmacodinamico interessa le relazioni tra gli

organi e il sistema endocrino3. Senza troppo dilungarci, affermeremo un carattere di

particolare interrelazione dinamica esistente tra il sistema endocrino e organi interni.

3 Sotto possiamo osservare la tabella delle relazioni:

METALLO ELEMENTI CORRELATI Au S, Na, Si, Pt, Sb Ag Cr, Mn, P, Pd Hg Va, I, Se, Ge Cu Zn, Br, K, F Fe As, Co, Al Sn Ca, Li, Mg, Ni Pb Ba, Cd, Bi

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Gli organi sono in equilibrio binario: ad ogni organo corrisponde una struttura

endocrina che presiede alla sua funzione. Tanto maggiore è l’ attività dell’ organo, tanto

minore è quella della struttura endocrina, il tutto con un meccanismo di feedback.

L’ epifisi funziona molto quando il patrimonio immunitario è in formazione, per poi

atrofizzarsi alla maturazione di questo; utile tuttavia è una sua stimolazione in caso di

lesioni indicanti una grave compromissione immunitaria. Ogni binomio organo-ghiandola

corrisponde ad una ben precisa funzione che la ghiandola specifica stimola e l’ organo

attribuito realizza. Pertanto, l’ ipotalamo coordina tutte le funzioni che permettono la vita,

mentre la corteccia le elabora e le realizza. Tutto viene percepito a livello ipotalamico, in

relazione agli stimoli provenienti dal soma, come la necessità di cibo, per fare un

esempio; la corteccia cerebrale poi elabora tutti i meccanismi al fine di procurare

nutrimento all’ organismo.

L’ ipotalamo fa da sensore alle necessità organiche e trasmette alla corteccia. Tutta

una serie di malattie si presentano come espressioni di alterazioni di questo asse che

dovrebbe essere in perfetto equilibrio ma che in realtà non risulta mai tale.

Una non-esecuzione delle istruzioni ipotalamiche da parte della corteccia

determina pertanto inquietudine, ma se il messaggio ipotalamico rimane a lungo

ignorato avremo un’ alterazione strutturale della corteccia, ma non più direttamente in

correlazione con il suo organo trofico-regolatore: si determinano così delle manifestazioni

cliniche come nevrosi, psicosi, etc...

La carente funzione ipotalamica può indurre ad un sicuro indebolimento delle

strutture cerebrali che risulteranno più esposte a noxe anche infettive, come meningiti e

simili. Se l’ alterazione diventa permanente essa si evidenzierà ogni volta che l’ organismo

vive un momento particolarmente difficile.

La progressiva esclusione degli impulsi ipotalamici determina patologie sempre più

profonde, fino alla degenerazione del sistema nervoso. In questo caso la terapia sarà di

sedazione della reattività ipotalamica nelle fasi in cui un sistema nervoso efficiente non

può soddisfare a tutte le sue richieste di rinforzo e di stimolo.

Lo stesso valga per il timo, altra ghiandola particolarmente importante. Ogni

problematica grave dell’ apparato respiratorio è spesso connessa con una ipofunzione

del timo. Questa ghiandola ha funzioni che vanno molto oltre lo stimolo immunologico,

condizionando in generale la perfusione e l’ ossigenazione tissutale. Un suo eccessivo

funzionamento determina uno stimolo interessante sull’ apparato cardiocircolatorio con

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ipertensione reattiva e, a livello nervoso, depressione con tendenza alle fobie; la sua

ipofunzione determina sclerosi della perfusione tissutale e tendenza alla degenerazione.

Una fondamentale e poco conosciuta differenza esiste tra carcinomi sostenuti da

un deficit epifisario (legati a problematiche allergico-iperergiche) e carcinomi sostenuti

da un deficit timico (legati ad un danno della perfusione e dell’ ossigenazione tissutale) e,

ancora, carcinomi legati ad un deficit ipofisario (legati a problematiche della nutrizione e

delle riserve proteiche tissutali).

In questo gioco di interrelazioni non è da dimenticare la possibilità del rimedio

Spagyrico, che non vuole sostituirsi al farmaco tradizionale ma aprire la possibilità di una

collaborazione alla Ricerca feconda votata ad una visione più ampia dell’ universo

Uomo.

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