Data: Maggio 2011 Pubblicazione: FONDI&SICAV Frequenza: … · 2014-10-23 · una Fearte le rosee...
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Cliente: ARCA
Pubblicazione: FONDI&SICAV
Frequenza: mensile
Diffusione:
Data:
Maggio 2011
a situazione dei mercati azio-
nari emergenti appare oggi allo
stesso tempo difficile e pro-
mettente. Infatti la fine del mese di
aprile e l'inizio di maggio hanno por-
tato notizie non rassicuranti sul
fronte della situazione economica
nel mondo sviluppato. In Usa si è
avuto il deludente dato sul Pii statu-
nitense, seguito dall'impennata per
tutto apri le delle richieste di nuovi
sussidi di disoccupazione, mentre
sull'Isin dei servizi aprile ha visto si
ancora un'espansione, ma assai
modesta. Se ci sputiamo in Europa, la
situazione non appare molto migliore
con il pregno Lini to che sembra anda-
re incontro a una brusca frenata, sia
a livello manifatturiero sia di servizi, il
Portogallo che si avvia a un piano di
salvataggio difficile da approvare e
implementare e persino l'industria
tedesca, vero star dell'ultimo anno, in
fase di minore dinamismo con i nuovi
ordini di aprile calati su base mensile
del 4%, mentre ci si attendeva un
aumento dello 0,4%
Tutto ciò ha causato una forte
uscita dagli asset più rischiosi, com-
moditv per prime, e finalmente un si-
gnificativo apprezzamento del dollaro,
che sembrava ormai una perpetua fon-
te di carri trade globale a finanziare la
crmcita di ogni asse doso. Dunque la
primavera del 2011 ha cominciato a
dare segnali simili a quella dell'anno
Sopravvalutati 20010
ll panel dei gestori e degli analisti Sergio Bertoncini, responsabile credít strategy di Amundi sgr; Jan Boudewijns, senior asset manager emerging
markets di Dexia Asset Management; Paola Brunelli, area investimenti di Solutions Capital Management sim;
Stephen Burrows, product specialist dei fondi sui mercati emergenti di Pictet Asset Management; Wahid Cham-
mas, co-portfolio manager di Janus Emerging Markets Fund; Peter Elston, strategist di Aberdeen Asset Mana-
gement; Thomas Fallar, head of emerging market di Ufg-Lfp; Riccardo F2riSi, area investimenti di Solutions
Capital Management sim; Michael Godfrey, co-gestore dell'M&G Global Emergíng Markets Fund; Alex Gorra,
gestore di Bny Mellon Arx (Gruppo Bny Mellon Am); Alexandre Hezez, direttore degli investimenti di Convic-
tions Asset Management; Martin Leber, investment strategist di Vontobel Asset management; Eric le Coz,
membro dell'investment commìttee di Carmignac Gestion; Jiirgen Maier, fund manager in the team emerging
markets equitìes di Raiffeisen Capital Management; Marine Marciano, portfolio manager emerging rnarkets di
Ufg-Lfp; Emmanuel Morano, head of equities di Ufg-Lfp; Federico Mosca, gestore del fondo Arca Bond Paesi
Emergenti; Schroders Global and International equities team; Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas Invest-
ment Partners sgr; Team dí gestione del fondo Selector Brazilian equities; Team di gestione di Lemanik Asset
Management; Matthew Vaight, co-gestore dell'M&G Global Emerging Markets Fund.
passato, nel periodo in cui si parlava
con insistenza di double-dip, Orna di
arrivare al Ge 2.
In questo quadro le fortune dell'a-
zionario emergente, piuttosto acciac-
cate di recente (a inizio maggio lo
Shanghai composite scambiavo ai mi-
nimi da febbraio, mentre il Bovespa
addirittura ai minimi dalla scorsa esta-
te) potrebbero tornare a crescere. Da
una Fearte le rosee aspettative sulla
crescita delle economie sviluppate po-
trebbero rivelarsi non attendibili, dal-
l'altra parte un calo della pressione da-
ta dalle commodity dovrebbe favorire,
magari non subito, un atteggiamento
meno draconiano da parte delle auto-
rità 1110 netari e, affievolendo così l'arbi-
traggio globale dato dalle diverse poli-
tiche delle banche centrali che ha pe-
nalizzato gli emergenti di recente,
P ezzo giusto, i na poche asioni n generale le piazze emergenti non
appaiono ca re, né in rapporto ai va-
. lori quotati in passato, né rispetto
ad altre, né se si considerano le pro-
spettive di profitto. Anche se certa-
mente, rispetto ad altre situazioni del
passato, non si può dire che vi sia oggi
un forte sconto. Indicativo al proposi-
to il commento di Jurgen Maier, fund
manager in the team Emerging
Markets Equities di Raiffeisen Capita I
Management: «L'Msci emerging
markets attualmente scambia con un
Pje di 11,4 per il 2011, un valore a
sconto rispetto all`Msci world, che in-
vece presenta un P/e di 12,2 per il
2011». Un quadro simile arriva anche
da Jan Boudewijns, senior asset ma-
nager emerging markets di Dexia As-
set Management: dri termini di P/e
I'Msci Em attualmente quota intorno a
11-12x, con una crescita attesa degli
utili paria! 1C-17% per il 2011 e al 14-
115 per il 2012».
Interessante il Rarere del puoi
competo da Emman nel Morano,
head of equities, Thomas Fallon, head
ofemerqing market, e Marine Marcia-
no, portfolio manager emerging
markets di Ufg-Lfp, che mostrano co-
me indubbiamente il mercato presenti
uno sconto sensibile, anche se non
enorme, sia rispetto alle quotazioni re-
gistrate in passato sia rispetto a un
mercato considerato ad alto potenzia-
le come l'equity Usa: «In termini di
quotazioni, i mercati emergenti attual-
mente presentano uno sconto rispetto
a quelli sviluppati con un Pie forward
sui prossimi mesi pari a 10,9x contro,
ad esempio, 12,9x che lo stesso indica-
tore quota negli Stati Uniti. Se parago-
niamo questo dato alla media storica,
vediamo che questi mercati sono
ugualmente interessanti, soprattutto
rispetto alla media sui tre anni che
presenta un valore di 11,1x».
Non manca comunque chi sottoli-
nea che comunque molte delle pro-
spettive di rendimento di queste piaz-
11.1.7Tha'rì Quali
Superiori ai 20 20%
ze dipendono dall'afflusso di liquidità
straniera. Lo afferma Alexandre Hezez,
direttore degli investimenti di Con.
victions Asset Management: r N e ll'i n-
sieme, ad eccezione della Cina, le va-
lutazioni sono a livelli di equilibrio: la
variabile essenziale resta ancora i flus-
si dall'estero». Non manca chi sottoli-
nea che comunque vi sono differenze
rilevanti all'interno delle varie aree. Per
Martin Leber, investrnent strategist di
Vontobel Asset management, dl Pie
formard sui 12 mesi appare in linea
con la sua media storica sui 10 anni. Ci
sono però differenze rilevanti a livello
di regioni. L'America Latina è decisa-
mente cara, l'Est Europa alquanto con-
veniente».
Non manca anche chi non vede i
mercati emergenti a sconto, ma non ri-
tiene che per questo siano da penaliz-
zare. Riccardo Faris .' e Paola Brunelli,
dell'area investimenti di Solutions Ca-
pital Management sim, affermano: dl
Pfe previsto a 12 mesi dell'Msci Em è
11,7, contro una media degli ultimi 10
anni di 10,7 e un P/e stimato a 12 me-
si dei mercati sviluppati intorno a IO:
Gli emergenti hanno quindi recupera-
to il gap valutativo che li ha sempre
caratterizzati. Il grado di sviluppo eco-
nomico raggiunto da diversi paesi an-
cora considerati emerging e i tassi di
crescita previsti più elevati di quelli dei
mercati occidentali, giustificano però
queste valutazioni.
Lb timismo regna ovrano nflazione, politica monetaria re-
. strittiva, le agitazioni nell'area Me-
. na e le conseguenze del terremoto
in Giappone nano i ben noti elementi di
incertezza che gli operatori rimarcano
sempre nel rispondere, salvo poi, chi
più chi meno, abbandonarsi alle più ro-
see speranze. Ad esempio Michael
Godfrey e M atthew Va ig ht, co- gestori
dell'M&G Global Emerging Markets
Fund, affermano: ‹Le valutazioni a li-
vello aggregato sono corrette. Tuttavia,
in qualità di stockpicker, continuiamo a
trovare moltissime aziende con buoni
modelli di busirts e solidi manage-
ment team che vengono scambiate
prezzi interessanti. I mercati emergen-
ti globali sono partioalarmente favore-
voli per gli stockpicker, poiché spesso le
valutazioni delle imprese si discostano
dai fondamentali a causa dell'orienta-
mento al breve termine del mercato, un
fattore che gli investitori di lungo pe-
riodo come noi sono in grado di sfrut-
tare!. EA&G indica inoltre il migliora-
mento della corporate gnernance co-
me uno sviluppo importante per chi in-
veste nei mercati emergenti: rl mana-
gement team sono sempre più consa-
pevoli della necessità di creare valore
per gli azionisti, piuttosto che conti-
nuare nel cieco perseguimento della
crescita. La crescita non porta vantag-
gi all'azionista se non crea valore, un
principio basilare che le aziende in eco-
nomie a rapida crescita hanno scelto in
passato di ignorare. Le società in questi
mercati stanno lavorando per allinear-
si ai più alti standard di corporate go-
vernance nel mondo e i progressi strut-
turali nei rendimenti corporate cree-
ranno ricchezza per gli azionisti!.
Anche Amund i ritiene che il 2011
sarà particolarmente positivo per i
profitti degli emergenti: «Le attese so-
no superiori a quelle dei paesi avanza-
ti, con un consenso che punta a ttual-
mente al I gzsb a dodici mesi, contro
una media dei Paesi avanzati intorno al
154S». Ma non solo: le preoccupazioni
condivise del settore vengono viste co-
me occasioni da Sergio Bertoncini, re-
sponsabile credit stratecry di Amundi:
«L'inflazione rimane una fonte di
preoccupazioni, ma, al contempo, l'au-
mento dei prezzi delle materie prime è
un fattore di sostegno di molti paesi in
via di sviluppo, I compatti emergenti
asiatici beneficeranno indirettamente
della ricostruzione giapponese e di un
eventuale raffreddamento dei prezzi
dell'energia e, pur in presenza di un
rallentamento per effetto delle politi-
che monetarie restrittive, la crescita ri-
marrà superiore a quella delle princi-
pali aree avanzate».
Incoraggiante anche l'opinione del
team di gestione di Lemanik Asset
Management: «Ci aspettiamo una cre-
scita dei profitti intorno il 15-201b per
il 2011. Riteniamo che íl rallentamen-
to 'voluto e messo in atto in Cina sia
nella sua fase finale. In linea generale
pensiamo che il consumo interno con-
tinuerà sostenere la crescita dei mer-
cati emergenti e non vediamo per il
momento un drastico rallentamento».
Di tono più prudente i imminenti di
Boudewijns di Dexia: «Rimaniamo cau-
ti in generale sulla crescita, anche se
non eccessivamente p essimisti; inoltre
ci attendiamo una continua pressione
sui margini di profitto [predi delle
matomodity, dell'energia, salari) e una
possibilità molto limitata di potersi ri-
valere sui prezzi di vendita). Prudenza
anche da Hezez di Convinctions.
valuta locale, pensiamo che per il 2011
possiamo aspettarci una performance
dell'ordine del 10d',, ma con una vola-
tilità ancora molto in aumento, a cari-
52 dei movimenti sulle valute e sui tas-
si di interesse).
Infine, Morano, Fallon e Marcia-
no di Llfg-Lfp, andando sullo speci-
fico dei paesi più rilevanti, commen-
tano: «Anche se la crescita econo-
mica di Cina e soprattutto Brasile
dovrà rallentare, rispetto all'anno
precedente, resterà comunque su
livelli sostenuti. Si parla di un +9%,
rispetto al +10,30010 del 2010 per
Pechino, e di un +4.20% per il Bra-
sile, contro il +73% del 2010». Ufg
condivide le incertezze sui margini
netti, che vede ‹inferiori a quelli del
passato), ma ritiene valida la stima
condivisa del 16% di crescita dei pro-
fitti alla luce di «una crescita del fat-
turato totale). ■
60%
40%
Consumi 'Iter I Infrastrutture
A1tro
60
SO
40
30
20
10
M SL
Consumi interni e mira Liviture ur nella diversità delle opinioni
un trend di fondo sembra emer-
gere con una certa chiarezza:
puntare sulla continua crescita econo-
mica interna, ormai parzialmente
scorrelata, dei paesi emergenti rispet-
to alle nazioni giù sviluppate. Questo
tema sembra prendere due differenti
direzioni: quella dello sviluppo dei
consumi domestici e quella dell'espan-
sione infrastrutturale. In entrambi i
casi non sorprende che a essere favo-
riti siano ancora nel medio termine
mercati, settori e aziende legati alle
commodity e ai materiali di base,
nonostante il forte calo recente. Non
sorprende, dunque, che per queste
ragioni molti puntino su aziende dei
grandi mercati asiatici, del Brasile e
della Russia. Interessante il ragiona-
mento di Eric Le Coz, membro dell'in-
vestinent committee di Carni ignac
Gestion: Attualmente ci stiamo con-
centrando su investimenti correlati
alla domanda interna soprattutto in
paesi come Cina, India, Bra-
sile e Indonesia. La crescita
del tenore di vita della forza
lavoro e i bisogni infrastrut-
turali in questi paesi garan-
tiscono una forte crescita
degli utili in compatti come
i consumi discrezionali,
l'information technology e i
comparti legati alle costru-
zioni. Il settore delle mate-
rie prime a causa sia della
domanda dei paesi importa-
tori cli commodity, sia dei
vinooli all'offerta di risorse
di alta qualità, vedrà i pro-
pri corsi sostenuti nel medio
termine, fin tanto che la crescita mon-
diale rimarrà stabile),
Un discorso non dissimile arriva
a nche chi Bertoncini di Amundi sgr:«Le
valutazioni favoriscono soprattutto i
paesi dell'est europeo, tra i quali vi
sono anche importanti temi di investi-
mento positivamente correlati al prez-
zo dell'energia. In Asia i settori indu-
striali legati agli investimenti, alla tec-
nologia e alle materie di base potran-
no beneficiare degli effetti della rico-
struzione nipponica a seguito dei
recenti tragici eventi. L'Ameriim lati-
na, da parte sua, offre importanti temi
di investimento legati ai consumi
Rendimenti in linea Con i mercati sviluppati
400/0
Rendimenti inferiori 20010
interni, ma anche correlazioni positi-
ve ai prezzi dei beni alimentari, dei
quali molti paesi dell'area sono netti
esportatori,.
E interessante notare, per quanto
riguarda i consumi interni degli emer-
genti, alcuni temi che si stanno evi-
denziando. Fra questi il fatto che, no-
nostante tutto, l'espansione creditizia
continua, mentre vi è in atto un forte
processo di consolidamento, che sia
sul mercato domestico sia a livello glo-
bale potrebbe favorire non poco i nuo-
vi colossi di paesi come la Cina.
Stephen Burrows product specialist
dei fondi sui mercati emergenti di Pic-
tet Asset Management, sostiene: ‹Tra
i tanti fattori che giocano a favore del-
l'investimento nelle borse emergenti
ve ne sono un paio che sono forse me-
no conosciuti rispetto a quelli ormai
scontati di cui sì parla da anni e che
vale la pena citare. In mimo luogo in
tante società quotate ci sono grandis-
simi margini di miglioramento in ter-
mini di efficienza, ma soprattutto di
consolidamento. Molti settori vedono
ancora una moltitudine di player che
migliorerà a tutto vantaggio dei •in-
nen Ci sono già esempi di società
emergenti di successo che si sono ben
consolidate e stanno superando per
capitalizzazione di mercato alcuni
concorrenti developed. Un altro ele-
mento da non trascurare è che il ciclo
del credito è ancora tutto da sviluppa-
re. Ciò può sembrare in contrasto con
quanto detto sopra sulle misure re-
strittive, ma in realtà non lo è, in quan-
to anche in paesi di recente severi co-
me la Cina il governo sta incentivando
il credito al consumo».
Un parere simile viene esposto da
Schroders global and interna tional
equitico team: ‹Sebbene le marche dei
paesi sviluppati siano attualmente
considerate "aspirational" nei mercati
emergenti, ci aspettiamo che la gerar-
chia globale dei marchi nel tempo
cambi». Interessante infine il parere di
Alex Goffa, ge store di Bny M ellon Arx
(gruppo Bny Menar) AMI che, per
quanto riguarda specificatarnente il
Brasile, invita a mantenere un focus
sul rapido cambiamento di modello di
sviluppo che sta caratterizzando gli
emergenti: ‹Dieci anni fa le telecom
rappresentavano circa il 50% del mer-
cato azionario brasiliano, oggi siamo al
5%; lo stesso discorso vale per le com-
modity, che oggi sono intorno al 15-
16cifi della capitalizzazione. Se ci con-
centriamo su questo comparto in una
proporzione pari al suo peno, rischiarli°
di perdere diverse occasioni di genera-
re alpha. Ad esempio penso che uno
dei maggiori temi sarà lo sviluppo del-
la componente investimenti del F'il, via
sviluppo delle infrastrutture. Si tratta
di un cambiamento radicale di model-
lo: prima il Brasile era troppo focaliz-
zato sui consumi».
Tornerà la liquidità n questo caso la rispceta sembra un
prude nzia le sì, a lmeno nel medio-
: lungo periodo, grazie al superiore
potenziale di crescita, che dovrebbe tor-
nare ad attirare parecchia liquidità,
nonostante i problemi attuali di infla-
zione e relitica monetaria restrittiva.
Indicativo il parere di Peter Elston, stra-
tegist di Aberdeen Asset Management,
basato in Asia:«E difficile da dire. A livel-
lo fondamentale g li emergenti sono in
una situazione migliore, rispetto ai mer-
cati sviluppati. Cè senz'altro un rischio
di inflazione da gestire nel breve termi-
ne: queste economie non hanno il pro-
blema del deleveraging dell'occidente.
Pertanto nel breve periodo la politica
monetaria potrebbe favorire i mercati
sviluppati, mentre sul lungo periodo le
prospettive di crescita dei profitti favo-
riscono i mercati emergenti».
Non dissimile il quadro prospettato
dal team di Lemani Asset ging ero ent:
::Ci aspettiamo che i mercati emergenti
e sviluppati si muovano insieme nei
prossimi mesi: le valutazioni dei merca-
ti sviluppati sono ancora attrattive , ria
favoriamo un sovrappeso nei mercati
emergenti per il loto potenziale di cre-
scita di lungo termine più alto,. Il team
di gestione del fondo Setedor Bra-
zilian equities punta sullo sconto con
cui questi listini trattarlo: i..Analizzando
Rivalutazione in forte crescita
400/0
Rivalutazione più tenue
400/o
la valutazione degli emergenti in rap-
porto ai mercati sviluppati, siamo con-
vinti che le aspettative di un rallenta-
mento delle economie emergenti siano
già state soantate>, Prudente ottimismo
infine arriva da Laura Tardino, strategi-
st di Bnp Paribas Investment Partners
sgr: A plausibile una SOVra performance
Pensa (•he la rivai ut.
perché un tasso di crescita per l'intera
area del 0,5% (stime Fmi), il potenziale
apprezzamento delle valute e fattori
mac:rceconomici di rilievo come il basso
indebitamento dovrebbero giustificare
una riduzione del premio al rischio e
maggiori prospettive di guadagno
rispetto ai paesi sviluppati). M
Cresceranno ancora 7ho n e di molte divise e m ergen ti con tnt
n questo caso una certa cautela
sembra prevalere: nonostante la
diffusa convinzione che nel medio
periodo le divise emergenti siano desti-
nate a rafforzarsi, appaiono oggi molti
fattori di incertera. Così pensa Maier
cli Raiffeisen Capital Management: «E
difficile prevedere i movimenti in am-
bito valutario su un orizzonte eli
dal momento che vi è sempre la possi-
bilità di una correzione sul breve perio-
do: riteniamo pero che il processo di
rafforzamento di molte valute emergen-
ti continuerà, anche seccmn correzioni nel
corso dei prossimi anni),
Non sorprendentemente molto di-
penderà dal comportamento delle
banche centrali. Hezez di Convie.tions
dice: «Certamente il ra fforzamento è il
movimento naturale che si sta attuan-
do, Inoltre le strategie di can/ su que-
ste valute sono particolarmente reddi-
tizie. Bisognerà fare particolarmente
attenzione a un rallentamento più
ma rcato della crescita dovuto a insuf-
ficienze delle capacità di produzione e
a eventuali strette monetarie troppo
brusche), Un ragionamento simile
sembra arrivare anche da Elston di
Aberdeen Asset Management: <Nel
passato le banche centrali degli emer-
genti sono state molto riluttanti nel
lasciare che i tassi di cambio si apprez-
zassero per paura di danneggiare la
competitività delle esportazioni. Di re-
cente, però, un certo numero di paesi,
Cina in primis, ha espresso una più for-
te volontà cli lasciare una maggiore
flessibilità del tasso di cambio, il che
VUOI dire permettere un rafforzamento
dello yuan allo scopo di combattere
Non manca anche chi è scettico
soprattutto nei confronti delle poten-
zialità di apprezzamento sull'euro. Le-
ber di Vontobel afferma: «Rispetto al
dollaro Usa ci sarà un ulteriore incre-
mento, a causa della crescita dei tassi
di interesse fra gli emergenti. Non ci
sarà rispetto all'euro, grazie alla forte
crescita economica attesa per le mag-
giori economie europee e a un tempo-
raneo rallentamento degli emergenti).
Di diverso avviso Federico Mosca,
gestore del fondo Arca Band Paesi
Emergenti:« I presupposti d el l'a pip FU-
zamento delle valute asiatiche hanno
ra dici fondamentali solide che sono
destinate a perdurare per i prossimi
mesi. Tuttavia da inizio anno l'investi-
tore europeo ha tratto minori benefici,
rispetto a quello americano, a causa
della debolezza generalizzata del dol-
laro. Per la seconda parte dell'arino, vi-
sto il livello attuale dell'euro contro il
dollaro, e ipotizzabile che la rivaluta-
zione delle valute asiatiche anche con-
tro euro sia più significativa»,
Wahid eh 21 171as, co-portfolio
manager eh Janus Ernerging Ivlarkets
Fund, invita a distinguere fra le diver-
se divise del mondo emerging: •Dipen-
de dalla valuta: lo yuan cinese è parec-
chio sottovalutato e gradualmente
correggerà tale situazione, Anche le
divise dei paesi del Golfo sono altret-
tanto sottovalutate, ma è improbabile
che ci saranno movimenti significativi
per anni. All'opposto il dollaro?: proba-
bilmente sottovalutato nei confronti di
monete libere cli fluttuare, come il
ranci, lo zloty e il peso cileno».
Tardino di Bnp-Paribas Investrnent
Partners infine vede un passo più mo-
derato di apprezzamento: «E realistico
ipotimare che i mercati emergenti (sia
equity sia bond) attireranno ancora
capitali, ma è difficile ipotizzare un
apprezzamento al ritmo di quello os-
servato l'anno scorso, quando il Cle 2,
che finirà il prossimo giugno, e la con-
seguente debolezza del dollaro hanno
pesantemente orientato gli invmtitori
verso gli emergenti).
Diminuzione dei corsi o stabilità gnor,